programma - Arianna Cavicchioli

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programma - Arianna Cavicchioli
DOCUMENTO PROGRAMMATICO DI ARIANNA CAVICCHIOLI
RICONCILIAMO LA SPERANZA CON IL FUTURO
“Esistono momenti in cui il passato assieme al futuro devono combattere contro il presente.” (M.Mari)
Questo documento programmatico che presento all'attenzione degli iscritti del PD metropolitano
milanese è una sintesi di una riflessione più ampia che vorrei però non continuare da sola, ma con il
contributo di tutti voi.
Uno degli obiettivi principali, se non IL PRINCIPALE, della mia candidatura, è infatti quello di riattivare
il giacimento di energie spesso inesplorato che esiste nel corpo appesantito del nostro partito.
Costruire, INSIEME, un progetto di cambiamento che parta dalla consapevolezza che nessun
programma, per quanto valido, nessuna idea, per quanto lucida, nessun progetto, per quanto
innovativo, possono camminare se non sulle gambe delle donne e degli uomini disposti a battersi per
vederli attuati.
Il documento, partendo dai punti nevralgici della profonda trasformazione della nostra realtà
territoriale, si propone come una “carta nautica” per chi vorrà navigare con me nel mare agitato della
politica e della difficile situazione sociale. Voglio lavorare cioè ad un partito aperto e vero, che viva nel
quotidiano la sua funzione nella società, al servizio delle persone e per il cambiamento. A partire dal
lavoro. C’è bisogno, ora più che mai, di un partito della sinistra riformista. Che si assuma l’onere e
l’onore di governare per cambiare. Per affermare nuove opportunità, equità e solidarietà. Milano e la
sua area metropolitana non sono un luogo qualunque, bensì il centro di questa sfida che noi
dobbiamo vincere, con il contributo di tutti. Voglio mettere al servizio di questa sfida l’esperienza che
ho maturato in questi anni, a partire da quella di Sindaco, che considero, ancora oggi, la mia vera
palestra politica.
LA CRISI DEL PD
È ancora vivo e impresso a fuoco sulla nostra pelle il travaglio post-voto e tutto ciò che ne è derivato
fino al momento in cui i “101” hanno travolto, assieme alla candidatura di Romano Prodi, la passione,
l’impegno e le energie di migliaia di militanti ed elettori del PD. Ripartiamo dal punto più basso per
risalire verso la superficie, attraverso strumenti partecipativi che coinvolgano nelle scelte tutti i livelli
del partito, cominciando dalla NOSTRA BASE; i Circoli, che quotidianamente si confrontano con la dura
realtà del quotidiano e che devono costituire l’avamposto nel confronto con i cittadini. Diciamo ai
militanti disorientati che noi siamo qui e che quello metropolitano è un PD che vuole profondamente
ritrovarsi. Mettiamo in campo un nuovo orientamento ideale, una nuova geografia che abbia come
punti cardinali la PARTECIPAZIONE unita alla RESPONSABILITÀ. È giunto il momento di ripartire da altri
numeri, ad esempio da quel 167 (122 in Provincia e 45 in città) che è il numero dei circoli diffusi su
tutta l’area metropolitana, che costituiscono la nostra vera ricchezza.
LIBERTA' E' PARTECIPAZIONE
Infatti, parafrasando il grande Gaber, non è data partecipazione reale se non legata a meccanismi
decisionali concreti, che consentano, a quanti si riconoscono nelle nostre idee, di contribuire a
materializzarle. Essa è anche palestra e laboratorio per quanti non sono (ancora) dei nostri, e possono
trovare nelle nostre sedi ambiti e veicoli per discutere, confrontarsi e DECIDERE. Abbandoniamo,
passando oltre, il vizio antico dell’autoreferenzialità, che non rappresenta più un partito moderno e
consapevole del contributo che ognuno può dare. Apriamoci ad un nuovo tipo di primarie, che
permetta, al di fuori degli schemi, di costruire il consenso attorno alle persone partendo dai contenuti
che esse promuovono: inauguriamo le PRIMARIE DELLE IDEE, per favorire un reale CONFRONTO, per
restituire la centralità ai grandi temi (il lavoro, l’ambiente, l’etica), sottraendone magari un po’ alla
biografia dei candidati.
LA RETE COME OGGETTO, NON SOGGETTO
Le moderne tecniche di comunicazione offerte dal progresso incessante della tecnologia consentono
forme innovative di scambio e di partecipazione reale alle scelte. I 167 Circoli dell’area metropolitana
debbono diventare un cervello collettivo: IL PD METROPOLITANO MILANESE, in grado di connessioni e
decisioni condivise da attivarsi attraverso una struttura organizzativa adeguata. Il dato del
tesseramento in costante calo non ci deve indurre al pianto del coccodrillo, ma deve piuttosto
spronarci a dare ragioni in più, a chi ancora non l’ha fatto, per iscriversi al nostro partito, viverne la
vita democratica fatta di contatti, incontri, persone. In questa dimensione non ha senso la
contrapposizione surreale fra Partito Leggero e Partito Pesante, ci basterebbe un PARTITO
IL LAVORO COME OCCASIONE DI SENSO
Anche nella nostra realtà, un tempo isola felice nel mare burrascoso della crisi, soffiano impetuosi i
venti della deindustrializzazione e la conseguente perdita di ulteriori 36 mila posti di lavoro dall’inizio
del 2013 segna il superamento inesorabile del livello di guardia. Troppe volte abbiamo affermato, nei
nostri documenti programmatici, la centralità del lavoro. Poche volte abbiamo dato un senso a quelle
affermazioni con proposte efficaci. È giunto il momento di far partire dalla nostra realtà una grande
mobilitazione delle energie e delle intelligenze, in grado di formulare CHIARE ED EFFICACI RISPOSTE,
in grado di mobilitare energie e risorse economiche e umane. Penso ad una vera riforma dei centri
pubblici per la formazione e l’impiego anche con la collaborazione fra pubblico e privato, in grado di
connettersi con le reali esigenze del mondo produttivo milanese e lombardo; alla ricerca di forme
solidaristiche che vedano coinvolti tutti gli attori in campo: imprese, sindacati, artigiani,
commercianti, università e scuola, capaci di elaborare formule e accordi basati sulla ripartizione del
lavoro che c’è, nell’attesa di crearne di nuovo, e di porre fine allo storico divorzio fra formazione e
lavoro, che caratterizza negativamente il nostro Paese. Il PD METROPOLITANO che immagino dovrà
avere strutture e risorse ESPLICITAMENTE DEDICATE alla elaborazione politica di questo tema. Sarà
inoltre un osservatorio attento dei rapporti, troppo spesso opachi, tra politica ed economia che
pongono ostacoli talvolta insuperabili allo sviluppo e contribuiscono a spiegare perché l’economia
lombarda cresca da due decenni meno del suo potenziale. Dovrà essere promotore di un vero e
proprio risorgimento nel solco di quella grande tradizione riformista lombarda che da sempre ci ha
caratterizzato.
LO SVILUPPO CON IL PROGRESSO
Pier Paolo Pasolini, in uno dei suoi memorabili interventi (allora gli intellettuali non dissertavano di
cucina o gare fra cantanti) denunciò la presenza nel nostro Paese di uno SVILUPPO SENZA
PROGRESSO, rendendo chiaro il non automatico sodalizio fra le parti. Riconciliare queste due realtà
nella nostra area dovrà costituire uno degli impegni più gravosi, ma anche più importanti: la sfida più
difficile ma più indispensabile da affrontare. EXPO 2015 costituisce in tal senso una formidabile
occasione, se non si ridurrà unicamente ad un mega Fast-Food globalizzato, in grado di satollare gli
stomaci lasciandosi alle spalle solo scorie e rifiuti solidi urbani.
Agganciare il tema dell'Energia per la vita al dopo EXPO, ricercandone i nessi con il territorio (e non
parliamo della sola Milano, ma dell’insieme di Comuni che lo costituiscono) e valorizzandone le
eccellenze, i saperi, le tradizioni che li abitano facendone il carburante propulsivo per uno sviluppo
reale, capace di generare un progresso delle condizioni economiche e sociali delle comunità locali,
questo sì sarebbe un obiettivo decisivo per il futuro delle famiglie e dei giovani.
EXPO 2015 dovrà essere volano per l’ambiente, l’alta tecnologia; dovrà essere occasione imperdibile
di riflessione sul miglior utilizzo possibile delle infrastrutture e dei trasporti. EXPO 2015 non dovrà
andarsene lasciando sui nostri territori un cumulo di macerie: il nuovo Segretario metropolitano dovrà
far giungere la propria voce in modo serio, autorevole e propositivo ai tavoli sui quali si giocano le
partite più importanti, specie del dopo EXPO. È evidente che da qui passa il rapporto che il PD
metropolitano dovrà instaurare e mantenere con l’Amministrazione di Milano, nella piena
consapevolezza di essere il primo partito cittadino e di dover assumersi la responsabilità di concorrere
con chiarezza, lealtà e unicità alle scelte amministrative.
L’AMBIENTE COME ELEMENTO DELLO SVILUPPO
Troppe volte la contrapposizione tra le ragioni dell’ambiente e quelle dello sviluppo hanno
condizionato le nostre discussioni finendo col paralizzare le scelte, producendo paludi di immobilismo.
Oggi più che mai il fattore ambiente incide in maniera decisiva sulle capacità di attrazione di un
territorio, costituendo uno degli elementi principali nella scelta di localizzazione di attività ad elevato
livello tecnologico, e dei centri di formazione più prestigiosi. La riqualificazione dei territori diventa
allora fattore economico, oltre che ambientale e deve costituire uno degli impegni più avanzati della
politica locale. La riconversione di enormi aree dismesse è stata, troppe volte, occasione speculativa
più che ricerca avanzata di innovazione e miglioramento ambientale, troppe volte si è mascherata,
dietro l’apparente disinteresse dei fantomatici mercati, l’incapacità, se non la volontà, di indirizzare
diversamente il "corso delle cose".
Il PD che immagino dovrà farsi incubatore di idee in grado di trasformare aree dismesse in sogni e i
sogni in concreta realtà, capace di sostenere i desideri con le solide fondamenta della finanza
produttiva.
IL PARTITO CHE NON SIA UN PARTICIPIO PASSATO
Per tradurre tutto questo in realtà “ci vuole un fisico bestiale” che nessuno può avere da solo, ma che
si può e si deve avere insieme come Partito Democratico. Il partito che immagino parte dalla effettiva
valorizzazione delle donne e degli uomini, dei giovani e di chi ha partecipato alla rivoluzione della
società negli anni ’70, di quelli che sanno chi erano i Beatles e da chi è sempre connesso con uno o più
social network, e che parta dalla capacità di fare dell’organizzazione un punto di forza e non una palla
al piede dell'innovazione. Qualcuno ha scritto che l’organizzazione ha fatto la differenza fra le
formiche e i dinosauri. Troppo spesso il PD ha finito per somigliare ai secondi, rischiando di imitarne
l’esito. Il PD che immagino deve valorizzare il tessuto partecipativo, dando spazi e ambiti decisionali
alle realtà organizzative di cui dispongono le 22 Zone del territorio, alla vasta e preziosa rete degli
Amministratori locali, fonte di conoscenza inestimabile della realtà e delle esigenze dei cittadini e
delle comunità. Un partito che sappia valorizzare risorse umane e organizzative di tutte e tutti, e che
sappia connetterle con il tessuto inesauribile e indistruttibile delle associazioni che da sempre
caratterizzano il nostro territorio e che non sempre siamo riusciti a coinvolgere adeguatamente. Il PD
che immagino, però, non sarà come lo struzzo che si insabbia per non vedere: mi riferisco con
schiettezza al fatto che dare corpo alla democrazia e alla partecipazione, coinvolgendo gli altri nel
CONFRONTO, ascoltandoli con RISPETTO e dando ACCOGLIENZA alle idee che ci possono migliorare,
non è a costo zero, né di energie, né di denaro. I tagli che si stanno facendo ai costi della politica sono
stati DOVEROSI, ma non possiamo immaginare che senza risorse finanziarie adeguate un partito
realmente democratico, senza un padrone che lo possieda, possa assolvere alla sua funzione.
Se toccherà a me guidare il PD milanese chiederò a Fabrizio Barca di aiutarci a definire un nuovo
modello politico/organizzativo, per sperimentare un’idea innovativa di partito dell’area
metropolitana. Penso a un gruppo di lavoro che arrivi a una proposta concreta entro gennaio, da
sottoporre ad un confronto largo. Il tema della forma partito è cruciale, soprattutto nelle aree urbane
complesse come la nostra. Occorrono un metodo e una tempistica per provare vie nuove: il 2014 può
essere l’anno giusto per iniziare a sperimentare. Innanzitutto a partire dai Circoli, per dare loro reale
peso politico e operativo. E poi per usare la rete non in modo saltuario, ma farla diventare parte
integrante del modo di comunicare.
DIETRO L'ANGOLO
Cosa c'è dietro l'angolo? Un calendario fitto di appuntamenti elettorali che corrispondono ad
altrettante sfide in cui profondere il nostro IMPEGNO e la nostra PASSIONE. Ci attendono le elezioni
europee; ci sono decine e decine di Comuni della nostra Provincia che andranno al voto nel 2014; il
2015 sarà l’anno all’insegna di EXPO; il 2016 ci aspetta appena dopo, con le elezioni a Milano. E sullo
sfondo di tutto ciò c’è una Città metropolitana che aspetta di essere costruita in tutti i suoi aspetti:
politici, finanziari, territoriali, amministrativi. Candidandomi alla segreteria del PD metropolitano
sento tutta la responsabilità di raccogliere la sfida di guidare il partito in un’area e in un tempo così
strategici e così aperti alle innovazioni che la Città metropolitana porterà con sé.
Ecco, per ora mi fermo qui, adesso tocca anche A VOI, se vorrete, se potrete. Facciamolo insieme.
INSIEME è una delle parole guida che vorrei utilizzare nella cassetta degli attrezzi che ho già
approntato, le altre sono, e le avete già sentite da me, RESPONSABILITÀ, DISPONIBILITÀ,
ACCOGLIENZA, RISPETTO, DECISIONI e, una su tutte, PASSIONE, la mia, ma soprattutto LA VOSTRA.
Arianna Cavicchioli