L`AZiONe - Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto

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L`AZiONe - Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto
2
e
L’AZiON
Primo Piano
Domenica 3 settembre 2006
LAVORO PRECARIO, FAMIGLIA
DON ERMANNO CRESTANI
“Il problema c’è per
i lavori più qualificati”
I
l “radar” del vescovo
Giuseppe ha captato
una nuova fonte di angoscia e preoccupazione della gente che vive tra Piave
e Livenza: la precarietà del
lavoro. Il fenomeno è agli
albori, tocca ancora una parte limitata di lavoratori, in genere i
giovani laureati o
diplomati che entrano nel mondo
del lavoro e i cinquantenni scarsamente qualificati che il lavoro
lo perdono. Ma
le sensibili antenne del Vescovo hanno colto il nuovo
che avanza, con tutto il suo
carico di incertezza. E la
sua voce non è isolata, se
è vero che i vescovi italiani hanno deciso di dedicare uno dei cinque ambiti
di approfondimento del
prossimo convegno ecclesiale di Verona proprio al
lavoro. Un lavoro che affronta il rischio incombente di «perdere la propria dimensione comunitaria» e sempre meno è
«pensato come progetto di
vita», come spiega Edoardo Patriarca coordinatore
di questo ambito.
Lo sanno bene i nostri
parroci quanto l’organizzazione attuale del lavoro
incida sulle relazioni familiari e comunitarie e anche
sull’impegno ecclesiale.
«Certi lavori sono organizzati in modo tale da occupare tutti gli spazi di vita delle persone, invadendo anche i tempi della vita
personale – afferma don
Ermanno Crestani, parroco di Fregona –. Nel territorio della Pedemontana il
lavoro non manca, al punto che le piccole aziende
richiedono immigrati perché non trovano manodopera disponibile. In genere, i giovani trovano lavoro e lo cambiano di frequente per migliorare il
proprio reddito. Il problema si pone per i laureati e
alcuni settori di diplomati
che cercano un lavoro più
e
L’AZ iON
Settimanale della diocesi di Vittorio Veneto
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qualificato, rispondente ai
loro studi. Questi spesso
devono emigrare in altre
aree del Triveneto, del
nord Italia o all’estero, oppure ripiegare su occupazioni precarie».
Nonostante il
lavoro ci sia, anche a Fregona i
giovani rinviano
il passo del matrimonio. «Ho
l’impressione
che da noi la precarietà del lavoro
non sia ancora
determinante nel
rinvio del matrimonio. Diversi sono i fattori che spingono a questa
scelta e a quella quasi speculare della convivenza: il
desiderio di prolungare la
giovinezza, un certo sospetto verso la famiglia, il
timore per le responsabilità, il venir meno della fede nei valori evangelici, la
mentalità del tutto e subito anche in amore. Aggiungerei anche gli elevati costi delle case. Sicuramente come Chiesa siamo
chiamati a riflettere su
queste nuove realtà e a impegnarci nell’educazione
ai valori» conclude don
Ermanno.
Federico Citron
Lettera del vescovo Giuseppe a Romano Prodi
Lavoro sicuro e stabile
per chi si vuole sposare
I
llustrissimo Signor Presidente
del Consiglio,
mi scuso se la importuno nuovamente.
Mi permetto di avviare questa lettera aperta con una citazione
dotta dantesca che Lei
ben conosce: “E sé continuando al primo detto” (Inf X, 76), messa in
bocca da Dante ad un
grande della politica di
Firenze come fu Farinata degli Uberti. Mi
aggancio cioè alla precedente lettera ormai
datata, quando lei era
Presidente del Consiglio solo in fieri e in pectore, sulla questione
della famiglia e dei
Pacs. Non si impensierisca. Non ritorno sull’argomento che rimane un punto fermo. È
invece su un altro aspetto della famiglia
che intenderei attirare
la sua attenzione. Un aspetto che già la trova estremamente sensibile,
credo anche più di me,
e perciò ben predispo-
I NUMERI: I giovani sempre più
restii a formarsi delle famiglie
N
on è facile scoprire esattamente quanti giovani non si sposino perché non hanno un lavoro stabile, ma un incrocio di alcune statistiche dell’Istat aiutano a supporre che il numero di coppie in
questa situazione siano parecchie.
I giovani tra i 25 e i 34 anni che vivono ancora nella famiglia di origine erano nel 1993 il 25,8% e sono
saliti al 34,9% nel 2003, superando i coetanei che vivono in coppia e hanno figli (passati dal 41,9% al
27,9%).
Aumentano anche i giovani che attribuiscono la
permanenza in famiglia a problemi economici (mancanza di lavoro stabile, difficoltà di affittare/comprare casa) oppure all’intenzione di non rinunciare
ai vantaggi (materiali e immateriali) che derivano
dallo stare in famiglia: il 41% dei maschi dai 18 ai 34
anni dichiara di avere queste difficoltà (+8% rispetto
al 1998), mentre le donne sono il 37% (+6% rispetto
al 1998).
ABBONAMENTI 2006:
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Semestrale 22
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196 del 2003.”
Chiuso in redazione
il 30.08.2006 alle ore 18.30
sto.
Si tratta della precarietà
occupazionale. Non esito a
riconoscere che in materia
di leggi sull’occupazione
non ho alcuna competenza. Ma da
cittadino italiano, che
raccoglie
speranze e
preoccupazioni dalle
confidenze
della gente
comune e
delle famiglie, azzardo un suggerimento che
ha lo spessore di una proposta popolare: che il suo
Governo studi come eliminare quella precarietà occupazionale che la cosiddetta “Legge Biagi”, suo
malgrado, ha introdotto nel
mercato del lavoro. Sono
consapevole che si tratta di
materia complessa e difficile. Tuttavia, faccio presente il bisogno vitale e imprescindibile, colto nel vissuto di tante persone con le
quali sono a contatto: che
una coppia che ha la vo-
lontà di sposarsi, deve avere la possibilità di contare su una occupazione stabile e redditizia. Quanto
meno per un decennio.
Meglio se poi si offre alla
sposa che ama la maternità anche l’eventuale opportunità del
part-time,
se lo chiede. Ovviamente, stabilità significa continuità e non fissità. E impegno di professionalità.
Sta di fatto che quando
un coppia sta pensando a
mettere su famiglia, mi si
passi l’espressione volutamente popolare, se solo si
trova davanti lo spettro di
una precarietà occupazionale che alterna mesi di occupazione con altri di attesa… si scoraggia e comincia ad imbastire ipotesi alternative che vanno nella
direzione del flusso culturale: decide, spesso a malincuore, di convivere, in
Una coppia
che desidera
sposarsi
dovrebbe avere
delle garanzie
HA SCRITTO UN EMAIL A PRODI
Stefano, la fatica
dei laureati
«C
osa intende fare
di concreto per la
ricerca?». «Riformare il settore con maggiori investimenti». È stato questo lo
scambio (piuttosto scontato
in verità) fra l’impiegato programmatore all’Ulss7 Stefano Cattai, trentottenne di
Conegliano, e il presidente
del Consiglio Romano Prodi, ospitato dal quotidiano
“Repubblica”. Cattai, fidanzato con una biologa costretta ad impieghi precari
da 900 euro al mese, ha denunciato una situazione, peraltro piuttosto nota ai neolaureati e ai ricercatori, che
si riflette negativamente sulla condizione di coppia e sui
possibili sviluppi familiari.
«L’auspicio è che si dedichi
veramente alla ricerca maggiore attenzione per contrastare con efficacia il precariato giovanile» spera Stefa-
no. «Ho visto con i miei occhi, seguendo il percorso di
studio della mia fidanzata
ma anche di altri suoi compagni di università, che i giovani studiosi spendono anche due-tre anni in progetti
e in tesi di laurea che ricevono lode ed encomio senza che poi l’università li sostenga il giorno dopo la laurea. Urge un progetto universitario che coinvolga i
laureati che, altrimenti, sono condannati a trascorrere
con patema la propria condizione lavorativa e sentimentale. I giovani, purtroppo, non ci impiegano molto
a perdere le motivazioni.
Quanto alla mia ragazza,
non è esclusa l’ipotesi di trasferirsi all’estero, come altri
colleghi hanno già fatto, così verrà sottratto alla comunità un nuovo talento».
Giacinto Bevilacqua
attesa che gli eventi si evolvano in senso più positivo. Sulla precarietà ondivaga non si edifica una famiglia che evoca in sé stabilità e precisa identità nella fedeltà.
Molti genitori, di sani
principi, non si rassegnano
alla “moda” della convivenza, poiché giustamente
vi scorgono una soluzione
pasticciata. Se infatti la convivenza si protrae a lungo
senza alcuna altra decisione sulla linea di una vita di
coppia e di famiglia, di fatto i due si stagionano nella
loro personalità da vita da
single che, con il passare
degli anni e il consolidarsi
delle esperienze, inclina
sempre più ad una indisponibilità alla vita di coppia e di famiglia, dove uno
non solo vive accanto all’altro, con l’altro, nella concreta indipendenza reciproca, ma nell’altro e per
l’altro, appunto come ci sta
testimoniando proprio la
vostra bella famiglia.
A scanso di equivoci,
quanto suggerito sopra
non è frutto della mia ge-
FAMIGLIA:
L’Azione
in campo
I
l Vescovo nella lettera
annuncia che prossimamente incontrerà gli amministratori pubblici della
diocesi, come ha fatto nei due
ultimi anni, affrontando il tema della famiglia. In occasione delle elezioni amministrative del 2004 L’Azione
chiese ai candidati sindaci
l’impegno di promuovere, se
eletti, un’efficace azione in favore della famiglia. Non un
appello generico, ma 5 precise iniziative che si domandava ai candidati di sottoscrivere pubblicamente. Una sessantina lo hanno fatto. Questi incontri potranno essere una buona occasione per verificare se ai buoni propositi sono seguiti i fatti. I punti erano: l’istituzione del forum famiglie; buoni per le madri lavoratrici per le spese dell’asilo nido; un contributo perché
le madri possano rimanere a
casa ad accudire i neonati per
almeno 12 mesi; fondo di garanzia per mutui prima casa;
sviluppo dell’edilizia economica popolare.
e
L’AZiON
Primo Piano
IA PER ARIA
Domenica 3 settembre 2006
ROSATO DI VENETO LAVORO
“Meno precariato?
Con nuove leggi!”
C’
nialità o della mia sola sensibilità di pastore evangelizzatore, ma di quella delle famiglie di cui mi faccio
interprete e voce. È un loro brevetto che volentieri
desiderano mettere nelle
sue mani di Presidente del
Consiglio, perché se ne
faccia alfiere. Amiamo pensare che se ne farà carico,
convinti come siamo che
questo capitolo della politica raccoglierà consensi
più ampi di quanto si possa ipotizzare, persino nello
schieramento della minoranza. E sarebbe questo un
ambito privilegiato per le
prove generali di quel dialogo che tanto le sta a cuore. Una pagina da annali di
un governo lungimirante,
concreto, conciliante. Proteso unicamente al bene
comune. A partire appunto
dal favorire a tutti i costi
quella realtà che rimane e
rimarrà finché avrà corso
la civiltà, il tessuto sano e
rigenerante della società civile qual è “la famiglia fondata sul matrimonio”, come riconosce senza esitazione la nostra Costituzio-
Romano Prodi
ne, frutto di una sintonia
culturale generale.
Come preciserò negli
incontri già programmati
con gli amministratori della mia diocesi, non è una utopia ma una sorprendente profezia fare della famiglia il perno e il volano della politica, come pure dell’economia e della stessa
cultura. Anzi, ne sarà il volano se si porrà con determinazione come perno.
Certo, non in solitudine. È
interamente da evidenziare
la competenza delle famiglie stesse, delle istituzioni
educative e delle comunità
cristiane nell’ambito della
formazione ai valori dell’essere famiglia e nel far
rigermogliare la voglia di
famiglia. Ma è indubbio
che anche alla politica
spetta una parte di notevole rilievo. Insostituibile.
Signore Presidente, una politica imperniata
sulla famiglia dimostra
quanto crede nel futuro
di una nazione. E la nazione italiana lo merita.
In questa impresa senta
vicina a sé la gente, la nostra gente, le famiglie,
tutte le nostre famiglie.
Di gran buon senso. E avrà di sicuro dalla sua
parte anche un pizzico di
grazia di Dio che, come
il sale per le vivande, rileva il sapore naturale
dell’arte della politica interamente dedita al servizio del bene della nazione, a partire dai suoi
nuclei vitali come sono le
famiglie.
Con l’augurio di un
proficuo lavoro di governo, la ringrazio in anticipo dell’attenzione che riserverà alla problematica esposta. Ci contiamo
molto. Tutti.
+ Giuseppe Zenti
SULLE DIFFICOLTÀ DEI GIOVANI A SPOSARSI
Cecchetto:“Addio lavoro fisso,
ma le cause sono tante”
«Q
uello della precarietà del lavoro per i giovani è un problema oggettivo, ma non
penso che sia la sola causa
di una loro ritrosia a sposarsi rispetto al passato. Mi
piacerebbe fare un’indagine per capire, a parità di
età, se i giovani che hanno
un lavoro stabile hanno
davvero una situazione stabile anche a livello familiare in una percentuale significativamente maggiore. Temo infatti che in questa situazione subentrino
dimensioni di tipo sociale,
culturale e valoriale. L’incertezza economica insomma secondo me non
aiuta, ma non è la sola causa».
Maurizio Cecchetto, segretario generale della Cisl trevigiana, ha ben presente il problema sollevato
Maurizio Cecchetto
dal vescovo Giuseppe, e ne
intravede diverse cause.
«La precarietà del lavoro riguarda una forte quota dei giovani tra 25 e 30 anni, età a cui oggi si comincia a lavorare. In realtà un
periodo di qualche anno di
instabilità del lavoro all’inizio c’è sempre stato, solo
che magari venti/trent’anni fa c’era prima, perché
non si studiava fino a 25
anni.
Questa fase è vissuta da
molti: per certi è una fase
di passaggio, per altri purtroppo si traduce in precarietà che si protrae a lungo».
Una fascia di precarietà che si è aggravata negli ultimi anni.
«Perché negli ultimi anni è tutto il mercato del lavoro ad essere cambiato. Il
problema è che la flessibilità del mercato si è scaricata soprattutto sui giovani. Ed ora, con i processi di
delocalizzazione, comincia
a scaricarsi anche sugli anziani, nel senso che persone a pochi anni dalla pensione si ritrovano sul mercato con tutti i problemi
che ne conseguono».
C’è qualche settore
che soffre più o me-
è sempre più gente che ha voglia di
lavorare in Veneto. Anzi:
non ce n’è mai stata tanta
come adesso. O per la precisione come nel primo trimestre del 2006. A questa
stagione infatti si riferiscono i dati di Veneto Lavoro,
agenzia della Regione Veneto per l’occupazione. Che
segnalano come il tasso di
partecipazione, cioè (sintetizzando) la somma del tasso di disoccupazione e di
quello di occupazione, sia
arrivato al suo massimo storico: su 100 veneti adulti (in
età da lavoro), 68 lavorano
oppure stanno cercando lavoro.
Il quadro in cifre del mercato del lavoro veneto si
completa con altri due tasselli: il tasso di occupazione, che comprende anche il
lavoro a tempo determinato e quindi precario, è del
64,9%, in lieve aumento rispetto al 2005, anno in cui
era andato calando; il tasso
di disoccupazione è al 4,6%,
era al 4% all’inizio 2006, dunque l’aumento è netto.
Il tutto in un contesto economico generale che,
scrive Veneto Lavoro nel
suo rapporto “La bussola”,
offre segnali di “molto modesta ripresa”.
«Ma per il secondo trimestre – commenta Sergio
Rosato, direttore di Veneto
Lavoro – ci sono attese di
ulteriore miglioramento. E
questo miglioramento normalmente si riproduce anche nel mercato del lavoro».
no?
«È un problema che riguarda tutti i settori e gli
ambiti produttivi, con settori più soggetti di altri:
quelli più soggetti a concorrenza, ma anche quelli
strutturalmente più flessibili, come quelli dei servizi
per le imprese, per la persona».
Cosa si può prefigurare ai giovani?
«Dobbiamo dimenticare
la rigidità del vecchio mercato del lavoro. Non tornerà mai più e dobbiamo
mettercelo in testa. Ma non
possiamo accettare un livello di precarietà come
quello che sta montando.
Vanno creati sistemi di tutela che consentano al lavoro flessibile di non essere precario. Questa è la
grande scommessa».
Tradotto in pratica?
«Significa lavorare su
due fronti. Da un lato qualificare il lavoro, dall’altro
avere sistemi di ammortizzatori sociali e interventi di
bilateralità che consentano
al lavoratore nella fase di
flessibilità e cambiamento
di non avere una decurta-
Sergio Rosato
L’alto tasso di partecipazione è un bene?
Oppure significa, ad esempio, che nelle coppie entrambi sono costretti a trovarsi un lavoro perché uno stipendio solo non mantiene la famiglia?
«È un segnale positivo.
Significa che viene meno lo
scoraggiamento di chi non
trova lavoro e rinuncia anche a cercarlo. Il tasso di
partecipazione veneto è nella media europea, uno dei
più alti in Italia. Per gli uomini è ai livelli massimi, per
le donne invece è più basso:
ma questo dipende dalle
scelte fatte dalle mamme e
nonne di oggi, mentre le
giovani sono in linea con le
coetanee di altre regioni co-
3
me Emilia Romagna e
Lombardia».
La ripresa economica
potrà cancellare il precariato?
«No. Questa al massimo
potrà aumentare la stabilizzazione: aziende che si sentono più sicure e decidono
di assumere a tempo indeterminato alcuni lavoratori
con contratti temporanei.
Ma non è questione di ripresa o non ripresa. Il precariato si può diminuire,
piuttosto, con interventi legislativi, che, ad esempio,
rendano più oneroso per il
datore di lavoro il lavoro a
tempo determinato o meno
oneroso quello a tempo indeterminato».
All’interno del Veneto
sono forti le differenze occupazionali tra le
province?
«Sono differenze che si
restringono sempre di più.
Prima c’era una netta distinzione tra le quattro province più dinamiche – Verona Vicenza, Padova e Treviso –, Venezia più problematica, e peggio Belluno e
Rovigo. Ora invece le quattro vanno un po’ meno bene di prima, mentre quelle
in ritardo migliorano molto».
In chiaroscuro, infine, i
dati sui licenziamenti: rispetto al primo trimestre
2005 sono passate da 3 a 4,3
milioni le ore di cassa integrazione. Mentre gli inserimenti in mobilità sono in
calo.
Tommaso Bisagno
GIOVANI E LAVORO: Venerdì 8
convegno al Sonny Boy
P
er un giorno il Sonny Boy, locale musicale di
tendenza per giovani a San Vendemiano, mette da parte la musica per parlare ai giovani di lavoro.
La Cisl trevigiana ha organizzato per venerdì 8 a partire dalle 16 un convegno dal titolo “Giovani al lavoro: flessibili tra opportunità e precarietà”. Presiede il
segretario trevigiano della Cisl Maurizio Cecchetto,
intervengono il direttore di Veneto Lavoro Sergio Rosato, il docente Gino Manzan e il responsabile della
formazione di Unindustria Maurizio Galluzzo. Conclude il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni. Alle 21 ritorna la musica con il concorso “Nel
ricordo di Srebrenica” promosso dalla Filca Cisl.
zione del reddito. Va ripensato tutto il settore degli ammortizzatori sociali,
dei servizi per l’impiego,
ma anche per l’accesso al
credito, per adattarlo ad un
mondo flessibile.
Sono sbagliati gli atteggiamenti difensivi di chi
pensa che si possa tornare
al vecchio sistema del lavoro tutto a tempo indeterminato: anche se ci provi a
livello giuridico, poi è il
mercato che ti spazza via.
Allo stesso tempo, se non si
può tornare indietro, non
significa che va bene tutto.
Il problema va affrontato in
maniera complessiva».
C’è margine per l’ottimismo o è solo utopia?
«"Nessuno regala niente: ci sarà una fase di cambiamento, anche dolorosa
e problematica ma sono fi-
ducioso. La colpa comunque non è solo della Legge
Biagi: lo dimostra il fatto
che anche nel pubblico
(pensa alla scuola, agli incarichi a termine dei comuni, agli appalti alle cooperative…) dove la legge
Biagi non c’è, ci sono quote importanti di persone
con rapporti non stabili. E
poi strumenti della Biagi
non sono ancora completamente operativi: la flessibilità e la precarietà che abbiamo sono frutto di interventi precedenti e che la
Biagi amplifica. Il problema non si risolve con una
legge che corregga la Biagi: servono strumenti di intervento, ovvero investimenti sulle tutele per rendere socialmente sostenibile la flessibilità richiesta
dal mondo del lavoro».
Alessandro Toffoli
4
VA IN CONSIGLIO REGIONALE IL DISEGNO DI LEGGE
DI INIZIATIVA POPOLARE DEL MOVIMENTO PER LA VITA
Una legge per la vita
«U
n passaggio importante e positivo, per altro atteso perché il problema era in evidenza, nel senso che con
la nostra proposta di legge
noi chiedevamo di sancire quanto stabilito dalla
legge 194».
Mario Botteon, presidente del Movimento per
la vita diocesano, saluta
con soddisfazione il passaggio nella commissione
sanità della Regione della
proposta di legge di iniziativa popolare “Regolamentare le iniziative mirate all’informazione sulle
possibili alternative all’aborto”, promosso dal movimento e sottoscritto da
oltre 20 mila cittadini.
Spetterà ora al Consiglio
regionale, verosimilmente in settembre, esaminare, eventualmente modificare ed integrare, e poi approvare la proposta di legge: lo ha deciso la commissione licenziando per
la seconda volta dopo 8
mesi di riesame i tre articoli della proposta con il
voto a favore di Udc, Lega, parte di Forza Italia
(con delega anche di An),
Margherita e lista Carraro, e il voto contrario di
Rifondazione comunista,
Democratici di Sinistra,
Comunisti italiani, Sdi e di
Volontari
nei reparti
per spiegare
alle donne
le alternative
all’aborto
Mario Botteon
Regina Bertipaglia di Forza Italia.
«Eravamo e siamo fiduciosi – continua Botteon
– perché la nostra legge
non va contro niente e nessuno, ed è invece uno strumento utile ai fini della salvaguardia della vita, garantendo una ulteriore
prospettiva per dissuadere
chi intende interrompere
una gravidanza».
Il testo presentato dal
Movimento per la vita propone la presenza obbligatoria di materiale informativo e di volontari delle
associazioni per la vita nei
consultori, nei reparti di
ginecologia e ostetricia,
nelle sale di aspetto e negli atri degli ospedali per
informare le donne sui rischi dell’interruzione volontaria della gravidanza e
sulle possibili alternative
all’aborto. Questa presenza, secondo i contrari alla
legge, andrebbe contro il
rispetto della privacy delle donne che pensano di abortire.
«Il rispetto della riservatezza è comunque salvaguardato dal fatto che il
volontario non sa quali sono le donne che intendono
interrompere la gravidanza: al volontario si rivolgono le donne interessate. Il volontario, insomma,
non è invadente, ma si pone in atteggiamento di ascolto. È quindi nella libera determinazione di chi
vuole intravedere alternative all’aborto il rivolgersi
al volontario per spiegare
la propria condizione e
chiedere eventuale aiuto.
Non dimentichiamo
che è la legge 194 che dice che la donna che vuole
interrompere una gravidanza prima di decidere ci
debba pensare dopo aver
ricevuto tutte le informa-
A CONEGLIANO E PIEVE
telefonando prima allo
0438-664342).
Si avverte che chi intende raccogliere i funghi,
anche se proprietario del
fondo, deve munirsi di apposito permesso che viene rilasciato, a seconda
dei casi, dal Comune, dalla Comunità montana, dal
Corpo forestale, come previsto dalla regolamentazione sia nazionale che regionale.
Il trasporto dei funghi
deve avvenire
in contenitori rigidi e aerati: i
funghi presentati in sacchetti
di nylon non saranno esaminati.
La vigente
legge 352/93
vieta la vendita
nei negozi dei
funghi spontanei controllati
da esperti privati.
Come ogni anno il Servizio igiene alimenti e nutrizione dell’Azienda Ulss
7 ha istituito il controllo unico nello stabile ex magazzini Atm di Conegliano (via dei Ciliegi 8), dove potranno accedere
commercianti al dettaglio
interessati dal lunedì al
sabato dalle 7 alle 9.
L’Ulss controlla
la bontà dei funghi
O
gni anno, in autunno, le cronache
registrano numerosi casi
di intossicazione da funghi, talvolta anche con
gravi conseguenze.
È ormai consolidato il
fatto che gli episodi di intossicazione riguardano esclusivamente persone
che consumano i funghi
da loro stesse raccolti,
confidando nelle proprie
scarse conoscenze o in
quelle di sedicenti esperti praticoni o, peggio ancora, nella “buona sorte”.
Il Servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione del Dipartimento di
prevenzione dell’Ulss 7,
consapevole dell’importanza di questa problematica, particolarmente nella nostra zona dove la raccolta dei funghi è una pratica profondamente radicata nella cultura popolare, da sempre svolge il servizio di controllo dei funghi presentati dai privati
attraverso i propri esperti
e
L’AZiON
Attualità
Domenica 3 settembre 2006
micologi, i tecnici della
prevenzione, che si sono
qualificati con la frequenza di appositi corsi nazionali di addestramento.
Anche quest’anno per
favorire la sensibilizzazione della popolazione a
questo problema, il servizio di
controllo
dei
funghi ai privati
viene svolto a
Conegliano e
Pieve di Soligo
negli orari elencati: Ufficio tecnici della prevenzione, via
Maset 1, Conegliano, dal
lunedì al venerdì, indicativamente dalle 8 alle 12
(per altri orari concordare
telefonando prima allo
0438-663940); Ufficio tecnici della prevenzione, in
via Lubin 16, Pieve di Soligo (sede Ulss 7) dal lunedì al venerdì, indicativamente dalle 8 alle 10
(per altri orari concordare
zioni necessarie».
La legge impegna altresì i direttori generali
delle aziende ospedaliere
a imporre sanzioni nei casi di inosservanza di tali
disposizioni.
«Sinceramente penso
che sia un obbligo che impegna moralmente, a prescindere dalla penalizzazione dei soggetti inadempienti. Non si devono
temere le penalizzazioni,
è l’assunzione di un senso
di responsabilità ancora
maggiore da parte degli operatori».
La commissione, rispettando le caratteristiche proprie dell’iniziativa
popolare, ha accompagnato il testo con relazione sintetizzante il lavoro
svolto, con diversi pareri
legali raccolti, e osservazioni formulate dagli operatori, dalle associazioni e
da tutti i soggetti ascoltati
dalla commissione e delle
critiche espresse dai componenti della commissione, sia di maggioranza che
di opposizione. «In merito
alla normativa sulla privacy – conclude Botteon –
sono state sollevate delle
eccezioni: con gli esperti è
stata studiata una formula
che la contempli. E il Consiglio regionale potrà
prenderne atto».
Alessandro Toffoli
ULSS 7
È MORTO BEPI MARTON
Fu uomo di cultura
e delle istituzioni
È
scomparso giovedì
3 agosto a 73 anni,
dopo un improvviso aggravamento di una lunga malattia, Giuseppe Marton,
“uomo dell’associazionismo cattolico, uomo della
politica, uomo delle istituzioni, uomo delle autonomie locali, uomo della sua
famiglia e della sua comunità, uomo di fede, uomo di
cultura”, come lo definisce
Ivano Sartor sulle colonne
del settimanale della diocesi di Treviso.
Professore di diritto, per
15 anni sindaco di Mogliano (dal 1960 al 1975), Marton era noto in tutta la provincia per la sua lunga militanza nella Democrazia
Cristiana, di cui fu anche
consigliere nazionale: fu
parlamentare per una legislatura, quindi presidente
della Provincia (dall’80 al
’95) e successivamente assessore alla cultura. Negli
ultimi anni si era ritirato a
vita privata, per leggere,
per scrivere, per dedicarsi
agli amati nipotini, per i
quali realizzava un ormai
famoso presepio pieno di
luci e meccanismi.
“Nella straordinaria esperienza umana e sociale
di Bepi Marton – scrive
Sartor – l’azione è stata
guidata da una coerenza
mai venuta meno, con quell’impostazione di fondo che
FISM
Ridisegnati,
e ridotti,
gli ambiti
territoriali
Venerdì 1
si firma
il protocollo
con l’Anci
L’
È
Ulss 7 ha ridisegnato gli ambiti
territoriali in base ai quali
è strutturata la rete dei
servizi: dal medico di famiglia, all’assistenza domiciliare integrata, all’ufficio igiene.
Rimangono due distretti sociosanitari (nord e
sud), mentre passano da
12 a 7 gli ambiti: aumentando gli abitanti per ogni
ambito, aumentano anche
i medici di base tra cui scegliere. Le novità: Cison,
Follina, Farra, Miane, Moriago e Sernaglia si uniscono a Pieve e Refrontolo (da 9 a 30 medici); si uniscono Cappella, Sarmede, Fregona, Colle e Cordignano (15 medici); San
Vendemiano si unisce a
Conegliano e San Pietro di
Feletto (da 34 a 41); San
Fior va con Godega e Orsago (da 8 a 12); si uniscono Codognè, Gaiarine,
Mareno e Vazzola (19); invariati gli altri.
prevista per venerdì 1 settembre
all’ex Pime a Preganziol,
la discussione e la firma di
un protocollo d’intesa tra
la Fism provinciale (Federazione italiana scuole materne) e l’Associazione Comuni della Marca trevigiana.
Lo scopo è garantire il
sostegno delle amministrazioni comunali per
queste istituzioni educative in grado di accogliere
centinaia di bambini nelle
oltre 200 sedi esistenti in
provincia di Treviso.
Un accordo analogo è
stato recentemente firmato a livello regionale dalla
Fism in accordo con l’Anci del Veneto.
All’incontro di venerdì
partecipa il presidente della Fism Lino Armellin con
i dirigenti dell’associazione e il presidente dell’Associazione Comuni della
Marca trevigiana Angelo
Pavan.
ha orientato tutta una vita,
che va ricercata negli anni
dell’esperienza giovanile
nella Gioventù di Azione
cattolica (Giac), un mondo
nel quale la formazione umana e intellettuale precedeva (per poi accompagnare) l’azione. Quell’impronta giovanile si coglie
nell’attitudine a qualificare
l’azione concreta e quotidiana richiestagli nelle istituzioni di governo, nazionale o locale che fosse, alla luce dei valori, dei principi e dei programmi. La
politica e l’amministrazione, dunque, come declinazione e attuazione di una alta idealità e non come mera esecutività operativa o
pragmatica. (…) Collegare
l’azione politica nella società con la dimensione culturale-impostativa attraverso la conoscenza della storia, per recuperarne la ricchezza ancora utile all’operare contemporaneo, è stato un costante indirizzo di
Bepi Marton”.
Negli anni del ricollocamento degli ex democristiani in nuove componenti politiche anche distanti
dall’impostazione valoriale
della Dc, Marton si dedicò
alla ricerca storica, “per ricostruire – scrive ancora
Sartor – le più significative
vicende dell’esperienza vissuta da un gruppo di giovani nella Giac e nella Dc
degli anni Cinquanta, dando alle stampe Scribovobis,
testo dal titolo latino volutamente impreciso per significare la notorietà che
ebbe, ai suoi tempi, il testo
di una lettera pastorale del
vescovo Mantiero che
chiudeva e allo stesso tempo rinviava al futuro l’importante dibattito sulla laicità della politica, doverosa per un cattolico, come
poi sancirà il Concilio Vaticano II.
Chiude la sua vita all’insegna della cultura Bepi
Marton. La chiude quale
presidente in carica dell’associazione culturale “Aldo Moro” di Mogliano Veneto, sua emanazione e avendo avuto cura di conservare e far valorizzare nel
tempo il ricco archivio personale, da lui consegnato
agli Archivi contemporanei
di storia politica della Fondazione Cassamarca.
e
L’AZiON
Attualità
Domenica 3 settembre 2006
5
LA PACE DI ZENTI E CACCIARI
U
na sera piovosa,
quella del 25 agosto, nient’affatto invitante ad uscire di
casa. Eppure il cinema
Ruffo di Sacile si è riempito come mai era accaduto
nella sua storia. Oltre un
centinaio di persone anche
all’esterno. E nessuna si è
mossa per le due ore di confronto tra il filosofo Massimo Cacciari, sindaco di Venezia, e il vescovo di Vittorio Veneto, Giuseppe Zenti. A tema la pace.
Solo poche ore prima l’Unione europea aveva dato il
benestare alla missione in
Libano, diretta dall’Onu. E
Sacile ha un feeling del tutto particolare con il Medio
Oriente, la Terra Santa in
specie. Sarà per questi motivi, sarà per altri, è comunque singolare che al
rientro dalle ferie una così
grande massa di persone,
dalle province di Pordenone
e di Treviso, si sia affacciata su un problema tanto intrigante.
IL FILOSOFO CACCIARI
“Impegno quotidiano
a stabilire relazioni”
C
i riempiamo la
bocca di guerra e
di pace, ma «bisogna parlarne a vanvera il meno
possibile», ammonisce
Massimo Cacciari, perché, invece di spendersi
in proclami, «occorre con
modestia capire come
mai l’uomo continui a farsi la guerra, a massacrarsi».
Oggi, invece, molti fanno i pacifisti o gli anti-pacifisti credendo di possedere la verità. «La verità
– spiega Cacciari – è solo
quella di essere in relazione», non sta nella guerra, neppure in una pace
che è assenza di guerra.
La verità sta nell’impegno, giorno dopo giorno,
a contrastare l’inimicizia,
che abita anzitutto dentro
di noi e poi nella comunità più vicina, a volte la
stessa famiglia.
Dunque «la
nostra responsabilità – per
Cacciari – consiste nell’interrogarci su quale forma di relazione teniamo
veramente a casa». «Perché se a casa
non siamo in relazione,
non siamo in rapporto di
accoglienza, di fatto ci
facciamo la guerra».
È fin troppo facile
riempirsi la bocca di “Shalom”. Ma quale significato ha questa parola? «Shalom nella Bibbia è la pace
di Dio», non è la “pax romana”, la pace di potenza. «Shalom ha dunque
un significato nient’affatto politico ma escatologico». E la Bibbia, si badi –
avverte Cacciari – «è il testo più realistico che si
possa immaginare».
Ma proprio per questo,
Massimo Cacciari
«anche chi crede – continuiamo a citare il filosofo
– ogni giorno deve combattere contro la propria
mancanza di fede e l’inimicizia».
Quanto all’aspetto politico, bisogna considerare che la guerra non è
nulla di naturale, di originario, è invece «una delle modalità
della relazione» per cui è
davvero intrigante la domanda se esiste una guerra giusta.
Prova a rispondere
Cacciari: «Mai la guerra
può essere considerata
giusta. Semmai necessaria, inevitabile. Mai giusta, soprattutto quando è
offensiva». Come, d’altra
parte, non esiste un pacifismo assoluto; «quest’idea può reggersi soltanto
in un contesto mistico-religioso, perché significa
porre l’altra guancia». Cominciamo, quindi – consiglia il filosofo – ad interrogarci sulle cause
che muovono la guerra,
La Bibbia
è il testo
più realista
che esista
testi a cura di
Francesco Dal Mas
Il vescovo Giuseppe e Massimo Cacciari durante l’incontro al Ruffo
prima di disquisire se siamo in presenza di un conflitto offensivo o difensivo, giusto o ingiusto. Soprattutto – è l’invito di
Cacciari – «interroghiamoci seriamente se tutto
ciò che era possibile fare
sul piano diplomatico, politico, e di ricerca del
compromesso, dell’accordo, è stato fino in fondo soddisfatto».
Un politico non è di
razza, secondo Cacciari,
se non sa dimostrare che
ha cercato veramente la
pace come compromesso. In questo caso, comunque, non parliamo di
pace-Shalom, ma di
“pax”, di “pactum”, di intesa da costruire di giorno in giorno.
A questo riguardo,
Cacciari spiega che esistono vari modelli di pace
“politica”. C’è la “pax romana”, all’interno dell’impero, mentre ai confini si rincorrono le guerre.
C’è la pace d’impotenza,
come al tempo della
“guerra fredda” tra Usa e
Urss. E poi c’è la “pace di
soddisfazione”, Quella
oggi da perseguire. La pace data dalla soddisfazione delle esigenze dei popoli che sono in guerra o,
comunque, in stato di sofferenza.
«La nostra politica – si
chiede Cacciari – è quella di soddisfare le domande dei soggetti in stato di inimicizia? C’è stato
un gesto in questa direzione? Se non siamo capaci di percorrere questa
prospettiva, possiamo solo mirare alla pace di potenza».
Da tener ben presente,
in ogni caso, che la «pace
di soddisfazione richiede
di essere perseguita anche a costo di sacrifici economici» per sostenere
politiche, anche finanziarie, che diano risposta ai
bisogni dei popoli. «Tutto
il resto è solo chiacchiera di anime belle che in
politica dovrebbero tacere».
IL VESCOVO GIUSEPPE
“La pace parte
da ogni persona”
S
ant’Agostino è stata
la “star” del confronto tra Cacciari e Zenti. Lo ha ripetutamente citato il filosofo. Ha fatto altrettanto il vescovo Giuseppe.
«Parafrasando un testo
famoso di Agostino in riferimento alla santità, lo si
può applicare anche alla
pace – ha detto, infatti –: la
triplice via della santità
(dunque della pace): prima est humilitas... secunda autem est humilitas...
tertia denique est humilitas. Se queste sono dimensioni ampiamente
condivisibili e condizioni
essenziali della pace, l’unica guerra, giustificabile
e urgente, da combattere
per creare le condizioni di
pace è dentro di noi – sottolinea il Vescovo –: debellare la superbia, l’egoismo, l’individualismo, il
corporativismo, la maldicenza, l’indifferenza».
E, secondo Zenti, nell’ambito della formazione
al senso della pace, da
quella del cuore a quella
mondiale, un compito fondamentale assolutamente
innovativo spetta alla famiglia, alla scuola, alle associazioni, alla parrocchia.
La pace – spiega – «è
frutto dell’articolazione
armoniosa tra l’individualità e l’aspetto collettivo
dell’essere sociale, cioè
dell’essere in relazione, in
rete, in sistema, in organicità. Con un forte sentire di corresponsabilità».
Ma la pace si differenzia per contesti. C’è anzitutto la “pace della persona”, a partire dalla sua interiorità. Comunque, la
persona «è in pace se ha
coscienza di contribuire
personalmente, con senso
di corresponsabilità, alla
Il vescovo Giuseppe
realizzazione di una pace
più estesa e diffusa, cioè al
bene comune. Alla pace
della società».
C’è poi la “pace sociale”. Che dipende dalle singole persone già conquistate dalla pace, «ma anche dalle amministrazioni
locali, dalle opportunità di
relazioni sociali positive
(per esempio pratica di
sport associativo) e di stabilità di lavoro professionale, dalla carica di senso
sociale del “personale scolastico, sanitario...”,
degli impiegati delle
poste, degli
istituti di
credito, dalla presenza
di un volontariato su
cui si possa contare».
C’è quindi la “pace nazionale”, risultato magari
di una politica che fa «crescere equamente il Paese.
In un giusto rapporto tra
stato e società: non lo stato assistenzialista e paternalistico che sbriga tutte
le problematiche e risolve
le malefatte dei figli. Ma
uno stato che mette i cittadini nella condizione di
essere protagonisti della
propria vicenda sociale: uno stato sussidiario all’im-
L’appuntamento – trasmesso in diretta da Radio
Palazzo Carli – era una
tappa di “Salam Shalom
2006. Sentieri di pace. Convivenze e contaminazioni”,
un vasto programma d’iniziative organizzato da Sacile e da altri Comuni, in
questo caso in collaborazione con la parrocchia. Gli onori di casa, infatti, sono
stati fatti dal sindaco Cappuzzo, dall’assessore Pillon
e dall’arciprete monsignor
Graziano De Nardo.
pegno geniale della società civile messa in condizioni, anche economiche, di essere protagonista. Una politica dunque
del bene comune che sta
davanti con tutte le sue
problematiche per ammonire i politici a dedicare
tempo, passione e competenza alla loro soluzione
vera e lungimirante e non
a disperdere il proprio
tempo in diatribe, squalificazioni senza appello, litigi... con la garanzia che
comunque l’indennizzo e
rispettiva pensione non
subiscono alterazioni».
Si collocano, di seguito, la “pace internazionale” e “la pace in rapporto
alle religioni monoteiste”.
La pace, in ogni caso,
parte dall’interno di ogni
persona, di ogni famiglia,
di ogni comunità. In questo senso, per il vescovo
Giuseppe sarebbe necessario che anche i media
(giornali e tivù) si convertissero: «evidenzino
fattori e fatti di pace, magari attraverso vere storie
di rappacificazione, non
tanto da fioretti di san
Francesco ma da veri segnali di tendenza, sia nell’ambito del territorio, sia
in ambito internazionale».
E dopo aver posto la
necessità di
una riforma
radicale dell’Onu, il Vescovo conclude osservando che
«la pace è
sempre da inventare ogni
giorno. Ed ha in ciascuno
di noi i protagonisti, i profeti, i testimoni, i tessitori.
Nella ferialità. Per avere la
pace, occorre volerla ed
essere disposti a pagarne
i costi. Anche elevati e non
immediatamente appaganti. Occorre igiene quotidiana alla pace: igiene
della mente (aspetto culturale), del cuore (aspetto dell’oblatività), dei sentimenti (aspetto relazionale)».
La sola guerra
da combattere
è quella
dentro di noi
6
Le tavole per l’Azione Illustrata di Michaela
Buttignol, Roberta Gorni,Tamara Zambon
Dalla fiaba
al colore
P
rendete in mano
il numero speciale de L’Azione dedicato ai racconti selezionati del concorso letterario. E rispondete: cosa c’è
dietro un’illustrazione?
No, non dovete dire:
dietro c’è la pagina precedente.
Quello che abbiamo
provato a chiederci, di cui
per voi abbiamo raccolto
alcune risposte, è: come
sono nate le belle tavole
che arricchiscono il fascicolo estivo? chi sono gli allievi della scuola estiva di
illustrazione della mostra
di Sarmede che le hanno
realizzate? che percorso e
quali incontri ha fatto la
fiaba dalla mente del bambino, alla carta, alla lettura dell’illustratore, alla
carta del disegno?
E insomma: perché l’illustrazione è proprio così
e non fatta altrimenti?
Lo abbiamo chiesto a
tre dei nove autori delle
tavole.
Tutti e tre – la sacilese
Tamara Zambon, Roberta Gorni di Oderzo e
Michaela Buttignol vittoriese di San Floriano –
hanno scelto di raffigurare proprio quella scena
del racconto e nessun’altra secondo un preciso criterio: scegliere quella più
importante nella trama,
più carica di tensione, più
attraente per il bambino.
E così Michaela Buttignol
ha raffigurato l’istante in
cui due dei quattro bambini protagonisti di “Una
gita avventurosa” di Simone De Gasperin, assieme ad un folletto, si trovano ai piedi di una fantasmagorica scala a chiocciola che termina in una
porticina oscura e su cui
veglia una gobba, adunca,
mascellona, protesa, minacciosa strega: cosa suc-
e
L’AZiON
Attualità
Domenica 3 settembre 2006
VOTATE I RACCONTI!
D
ecine e decine di cartoline arrivano in redazione. Non arrivano da amici del giornale in vacanza ai quattro angoli del globo; anzi non sono neppure illustrate; ma sono ugualmente, se non di più, gradite. Sono infatti le decine e decine di cartoline che
voi lettori ci avete spedito per votare il racconto preferito per il concorso letterario “C’era una volta lassù...
fiabe di montagna”.
Tra i racconti scelti dalla giuria e pubblicati nello
speciale supplemento estivo de L’Azione potete scegliere i due che vi sono piaciuti di più nelle sezioni adulti e bambini. Saranno i più votati a ricevere il primo premio di categoria (al pari dell’unico racconto selezionato per i “Ragazzi”), cioè la targa e il cesto di prodotti tipici delle nostre terre, nel corso della festa finale del concorso letterario il 7 ottobre a Refrontolo.
La scheda per il voto era allegata al numero specialeracconti de L’Azione: avete tempo fino a lunedì 11 settembre per la spedizione. Per informazioni e chiarimenti contattate L’Azione allo 0438-940249.
cederà ai due
malcapitati?
Avendo ricevuto in sorte
di illustrare “La
baita maledetta” di Sara Tremea, Tamara
Zambon ha impegnato i suoi
colori per il
momento in
cui la bambina
stava facendo
una passeggiata e – scrive Sara – “all’improvviso il cielo si rannuvolò,
un
fulmine
squarciò il cielo seguito subito dopo da un tuono, ed
ecco che incominciò a
piovere”.
«Mi è piaciuta l’idea di
raffigurare un bosco – racconta Zambon – perché
sono molto legata al Cansiglio, che è un bosco che
ho molto vissuto o studiato. Ho realizzato l’illustrazione molto rapidamente,
senza neppure fare delle
bozze, perché le sento come limitazioni».
Roberta Gorni, infine,
raffigura la piccola Fortunata nata dall’immaginazione del trichianese Marco Dall’Olio sulla vetta
rocciosa, nuda e spoglia
(come Dall’Olio la descrive) del monte Pizzocco in
procinto di sposare, forzata, il Lupo Mannaro… o
forse riuscirà a salvarsi
pronunciando la formula
suggerita dal mago Bepin? Gorni, non ce lo svela, naturalmente. Ma gli
occhi del bambino sono
calamitati dai cupi colori
della drammatica scena.
Gorni e Zambon hanno
scelto la tecnica mista, con
base di acrilico e ricami di
china, pastelli ad olio, pastelli a cera; Buttignol invece, al pari della sua
“maestra” Donata Dal Molin, è strenua sostenitrice
dell’acquerello, «perché le
sue trasparenze si adattano
meglio all’illustrazione, specie per l’infanzia: l’acquerello dà dolcezza
ma anche quel
pizzico di...
forza».
Illustrare è
per tutte e tre
una passione
più che una
professione.
«Un momento
di evasione estremamente
gratificante»
La tavola di Tamara Zambon (in foto sotto)
dal lavoro nel
mondo della
pubblicità, dice Buttignol,
che ha in curriculum un
decennio di presenza alla
Scuola di Sarmede e nel
cassetto tante storie da lei
scritte e illustrate in cerca di editore.
Che «è difficilissimo
farsi pubblicare»
lo conferma anche Tamara Zambon, che passa il
giorno «a girare
per cantieri» per il
suo lavoro di restauratrice. Men- no all’illustrazione, come
tre l’architetto Ro- spero di poter fare un giorberta Gorni ha no!».
pubblicato nel
Le altre illustrazioni
2006 quattro libri che arricchiscono lo specon l’editrice Fa- ciale de L’Azione sono otatrac e un altro pera di Svjetan Junakovic,
ne sta preparando il grande artista croato, e
con una casa edi- delle allieve della Scuola
trice spagnola… Anna Berton, Anna Bit,
«Per ora però la- Tiziana Furlan, Beata Mavoro anche in uno linowska, Manuela Marstudio di architet- chesin, Andreina Parpajotura e non mi de- la.
Tommaso Bisagno
La tavola di Michaela Buttignol dico a tempo pie-
DOMENICA 10 SETTEMBRE
GIORNATA CAMMINAMONTI
M
La tavola di Roberta Gorni (in foto sotto)
anca una settimana. È alle
porte. Ci siamo quasi.
A cosa? Ma alla “Giornata Camminamonti”! Si
tratta dell’ultima delle escursioni a data prefissata previste nel calendario
e nel libretto di Camminamonti 2006.
Domenica 10 settembre infatti tutti gli amici
della montagna e del concorso de L’Azione sono attesi a Cadolten per un
momento di festa, con la
messa, il pranzo al sacco e
le dimostrazioni del Corpo
forestale dello Stato.
A Cadolten si potrà arrivare per cinque diversi itinerari, cinque passeggiate in partenza la mattina di
domenica, ciascuna con un
accompagnatore. Le illustreremo con maggior dettaglio nel prossimo numero.
Nel frattempo c’è ancora la possibilità di approfittare delle ultime belle giornate per partire in escur-
sione e rimpinguare di
timbri il libretto. Magari
realizzando le escursioni
a data libera al bivacco
Dal Mas e alla casera
Cornetto: perché a chi
completerà tutte e quattro le escursioni verrà assegnato un premio speciale. (TB)
SEGUE DALLA PRIMA
O
ltre a questo sforzo collettivo, c’è
anche un impegno strettamente
personale da mettere in atto. Uno degli
aspetti più alienanti del lavoro è che tende a divorare tutto il tempo della persona, comprimendola in un’unica dimensione. È il terribile ingranaggio, montato soprattutto dal lavoro moderno, il quale una volta che ti ha preso non ti molla
più.
Il Papa, all’Angelus di domenica 20 agosto a Castel Gandolfo, ha offerto una
riflessione proprio sul tema del lavoro
che assorbe tutta la vita e la impoverisce. Lo ha fatto in maniera non pedante,
citando uno scritto di san Bernardo di
Chiaravalle dove il santo, con stile vivace, raccomandava nientemeno che al pa-
pa Eugenio III di non lasciarsi prendere
da un attivismo eccessivo. Perché, diceva, le molte occupazioni conducono spesso alla “durezza del cuore”. È questa una bella espressione che si trova nella
Bibbia e anche in bocca a Gesù, per indicare la perdita della propria umanità,
in ciò che ha di più grande, cioè la capacità di lasciarsi plasmare dalla grazia di
Dio. L’alternativa non è la vita oziosa, la
fuga dal lavoro, ma il non lasciarsi perdere nelle “maledette occupazioni” e avere momenti di vita diversi.
Il Santo Padre, sulla scia di san Bernardo, punta in alto, parla di momenti di
contemplazione intesa in senso strettamente religioso, come comunicazione
profonda con Dio che per un credente è
il livello massimo di vita. Ma ci sono altri valori che impreziosiscono la vita, come dedicare tempo alla relazione con le
persone che si amano, appassionarsi nella ricerca della verità, coltivare il gusto
del bello, impegnarsi per la giustizia, dedicarsi al gratuito sostegno dei più deboli. Pause preziose durante le quali si
alza la testa per respirare un’aria fresca
di vita.
Il passo ulteriore da fare è che queste
realtà non si ravvivino solamente in queste pause ma impregnino di sé il lavoro
stesso. Un imprenditore deve pensare a
far funzionare la sua azienda e far quadrare i bilanci, ma può anche sperimentare forme nuove di relazioni all’interno
della sua impresa o curare i suoi prodotti
con l’esplicita intenzione di offrire cose
buone e utili per tutti. Come pure l’operaio può impegnarsi a creare forme nuove di collaborazione con gli altri o proporre metodi di lavoro in cui sia maggiormente valorizzata la capacità di ciascuno. Anche la dimensione religiosa
può entrare in pieno nel lavoro coltivando, mentre si lavora, sentimenti di gioiosa riconoscenza a Dio perché ci dà la capacità di inserirsi nei dinamismi della sua
creazione e di collaborare allo sviluppo
del mondo.
Ma per infondere questa qualità nuova al proprio lavoro, bisogna sapersi sottrarre alla sua tirannia e trovare il tempo per mantenere sempre attivi questi livelli superiori di vita. (GpM)
e
L’AZiON
Economia
Domenica 3 settembre 2006
VENDEMMIA
La storica azienda orsaghese cambia
La veronese Bauli
acquista la Doria
I
titoli giornalistici
possono essere facili, e magari suggestivi, ma dietro di essi c’è una svolta epocale per un’azienda che ha scritto la storia di un paese come Orsago. La Bauli compra la
Doria, il pandoro si mangia
i bucaneve. Il potente
gruppo alimentare veronese ha acquistato l’intero
pacchetto azionario dell’azienda orsaghese il 31 luglio scorso, dopo una brevissima trattativa, “favorita
– affermano a Verona – dall’assoluta sintonia con la famiglia Zanin, da sempre
proprietaria della Doria”.
Una storia, quella della
Doria, che parte agli inizi
del Novecento, attraverso
la fornitura di derrate alimentari al Regio Esercito;
negli anni Venti si consolidò con l’aggregazione di
una serie di panifici con un
primo insediamento produttivo a Sarmede, per av-
viare poi
l’attività
l’industriale negli anni
Cinquanta con la
costruzione dello stabilimento ad Orsago, che con
continui aggiornamenti rimane tutt’oggi la sede dell’azienda.
«I primi anni dell’industria – ricorda l’orsaghese
Rina Biz, presidente della
cooperativa Insieme Si Può
– furono turbolenti dal punto di vista sociale e del rispetto di diritti e doveri.
Quindi la situazione si è assestata e ha proseguito il
suo sviluppo, senza
grande coinvolgimento diretto con la vita
del paese: a Orsago si
dava per scontato che
si andava a lavorare lì
in modo fisso».
Oggi Doria, con un
sito produttivo di 270
mila
metri
230 lavoratori quadrati a Orsago, impiega
in 270 mila mq circa 230 dipendenti. Il
di stabilimento suo marchio,
che negli anni
è stato lanciato con campagne pubblicitarie anche
con personaggi famosi, è
legato soprattutto ai Bucaneve (i biscotti col buco
venduti nei caratteristici
pacchetti tipo “bastone”),
ai crackers Doriano e ai biscotti Atene e Doricrem;
vende in tutto il mondo i
suoi oltre 50 articoli, realizzati con 20 linee di produzione.
La Bauli ha spiegato l’ac-
stata stilata da una
giuria di esperti formata da rappresentati di Confartigianato,
della manifestazione
di Bienno e della Pro
loco cisonese.
Nonostante qualche serata di pioggia,
sono stati circa 140 mila i visitatori giunti a Cison per la mostra e per le tante iniziative collaterali.
Previsioni
positive
per il vino
nostrano
M
Lo stabilimento orsaghese e, sotto, una vecchia pubblicità con una giovane Ornella Vanoni
quisizione della ditta trevigiana con la necessità di
“svincolarsi dalla ricorrenza”, ovvero di ridurre l’incidenza, nel proprio fatturato, dei prodotti legati a
Natale e Pasqua, come
pandori, panettoni, colombe e uova pasquali. Dopo
l’acquisizione di Doria (e
dei suoi 40 milioni di fatturato annuo), ora sui 280 milioni di fatturato di Bauli,
130 sono svincolati dalle festività.
La famiglia Zanin ha
preferito non commentare
la decisione della cessione,
né la famiglia Bauli ha voluto precisare i termini economici dell’accordo, precisando comunque che
“abbiamo preso Doria per
potenziarla e non certo per
smantellarla o delocalizzare”.
I sindacati, che ritengono positivo il fatto che a
comprare sia un solido
gruppo industriale del set-
tore e non un fondo d’investimento, temono esuberi sotto forma di doppioni, e per evitare questi chiedono garanzie. «Ci sono esempi anche recenti e locali di acquisizioni simili –
afferma Rina Biz – e quindi inviterei alla massima attenzione: non si tratta più
di guardare indietro a cosa
era ed è Doria, ma cosa intende fare Bauli».
E la politica? Attenta al
mantenimento dell’occupazione. Il sindaco di Orsago Giancarlo Mion afferma di aver avuto garanzie in tal senso, e annuncia
di voler avviare contatti con
la nuova proprietà per conoscerne i piani aziendali.
Il vicegovernatore veneto
Luca Zaia, che è nato e cresciuto a poche centinaia di
metri dalla Doria, suggestivamente dice che continuerà a mangiare Bucaneve infilzandoli col dito.
(AT)
CENTOQUARANTAMILA VISITE
QUANTITÀ E QUALITÀ RECORD
Il “solito” successo
di Artigianato Vivo
Il boom della patata
nel Quartier del Piave
L’
artigiano del ferro Typto di Calvene, con l’opera Smorzacandela,
è stato eletto miglior artigiano tra i 130
che hanno esposto alla 26ª edizione della rassegna Artigianato Vivo. Seconda classificata la bottega “Fil di Ferro”
di Martucci e Busconi di Rivergaro (Pc) con l’opera Voliera. Terzo classificato Romano Cheli di Livorno, artista
del legno, con l’opera “Trottola in legno”. La classifica è
Vincitori, autorità e la creazione premiata
Sportello
del
CITTADINO
A cura dell’Avvocato NICOLA TODESCHINI
di imposta, appartengono a categorie esonerate dalla dichiarazione dei redditi. Per personal computer si
intende l’insieme di componenti elettroniche come unità centrale e unità disco rigido interno, scheda audio e video, dispositivo di connessione e periferiche, lettore
cd rom o dvd o entrambi e predisposizione per accesso ad Internet. L’incentivo di
200 euro sarà scalato dai rivenditori che aderiscono al progetto, che sono identificati da un apposito simbolo riportato nel sito
www.innovazione.gov.it.
Avv. Nicola Todeschini
Unione nazionale consumatori
Com. prov.le Treviso. Tel. 0438 420581
CONTRIBUTO DI 200 EURO
PER ACQUISTARE UN COMPUTER
U
n contributo di 200 euro sarà dato
alle persone fisiche che entro il 12
giugno 2007 acquisteranno un personal
computer nuovo di fabbrica di qualsiasi
prezzo, marca e tipo. Lo ha stabilito un decreto della Presidenza del Consiglio pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 12 giugno, aggiungendo che il contributo sarà
dato a chi ha un reddito annuo non superiore a 15.000 euro, relativo all’anno d’imposta 2004 e al netto del reddito derivante
dall’unità immobiliare adibita ad abitazione
principale. Possono beneficiare dell’incentivo anche coloro che, per lo stesso anno
7
S
e la patata soffre
di globalizzazione
(anche 5 euro al sacco!),
la situazione si rovescia
nel Quartier del Piave,
dove quest’anno spunta
«addirittura – commenta Berto Dal Gallo, figlio
di Bruno, il pioniere delle patate dal 1944 in
queste terre – il doppio
dell’anno scorso». Non
è un mistero, il Quartier
del Piave (in particolare
Moriago e Bosco di Vidor) col suo terreno
sciolto (un buon 50% di
scheletro!, sassi, ghiaia,
eccetera), e una temperatura più fresca per via
dell’esposizione a nord
tanto da assomigliare in
un certo senso al clima
di montagna, è il segreto della bontà e della finezza di gusto che questo suo prodotto ha (è
recente lo studio di come codificare queste
sue inimitabili caratteristiche da parte di un’apposita commissione
d’assaggio). Ma detta
bontà è anche frutto dell’intelligenza degli agricoltori locali (oltre ai
Dal Gallo, importanti
produzioni le conseguono anche i Codello,
Giotto, Corazzin e Gai)
Berto Dal Gallo
che adoperano l’irrigazione «più per raffreddare il terreno – spiega
ancora il nostro Berto –
che per la siccità». La
“Patata del Quartier del
Piave” viene quasi tutta
commercializzata nel
Trevigiano, Bellunese e
Pordenonese, e viene
più o meno pagata secondo le qualità. Con la
Sampierola (la precoce
Junior) i nostri “pataticoltori” hanno ricevuto
dal commercio all’ingrosso 0,48 euro il kg,
mentre 0,60 dalla Bintje,
che è una vecchia e gloriosa varietà di ormai 103
anni. Sui campi c’è ancora la Cicero, speciale
per gnocchi, e anche qui
le prospettive di un buon
ricavo non mancano affatto! (MS)
ercoledì scorso
nelle vigne dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero s’è cominciato a raccogliere le uve
Pinot Grigio e Bianco. Si apre di fatto una nuova vendemmia, che in territorio diocesano, si presenta confortante.Gianluca Bisol, dei Bisol pionieri del Prosecco a
Valdobbiadene, è soddisfatto del presente, ma preoccupato degli anni a venire.
Di quest’annata dei Prosecchi, Bisol va fiero: sì un calo
di un 3-4%, ma qualità rilevante, superba per via dei
grappoli spargoli, quindi sanissimi, e delle forti escursioni termiche agostane (anche soli 6-7°C di notte), una
manna nella conservazione
dei profumi più delicati. Per
i prezzi, sempre del Prosecco Doc, ci dovrebbe essere
un rialzo pari al 4-5% sul 2005,
mentre un robusto più 30% è
per il Cartizze, vista e considerata la sua “svalutazione”
nella scorsa vendemmia. Una situazione serena, almeno
per i Prosecchi Doc, confermata anche da Raffaello Tolot, direttore dell’Istituto diocesano, che di Prosecco Doc
di ettari ne ha 11 (più 6 di fresco impianto) su un totale di
73, con prezzi non inferiori
ad 1 euro al chilo, e con un
trend di 1,10-1,15 euro.
Ma veniamo alle preoccupazioni. Per Bisol è cresciuto troppo il Prosecco non
Doc, creando così una “spersonalizzazione” territoriale a
scapito delle aree storiche
come “Conegliano-Valdobbiadene”, dove in questi luoghi il Prosecco è di fatto un
“cru”. C’è il pericolo che il
Prosecco venga prodotto
laddove oggi si consuma di
più il Doc “Conegliano-Valdobbiadene” (Stati Uniti, Asia... Australia, che ha impiantato Prosecco per poi girarlo in Inghilterra). Per
Giorgio Cecchetto di Tezze
di Piave, la produzione di
quest’anno si stima inferiore
del 5-7% rispetto all’annata
precedente (soprattutto per
la siccità), ma i vini bianchi
saranno «caratterizzati da una buona aromaticità, dovuta alle importanti escursioni
termiche, soprattutto dell’ultimo periodo, mentre per
i vini rossi confidiamo che i
mesi di settembre e di ottobre possano regalarci giornate di sole e bassa umidità
per facilitare l’accumulo delle sostanze coloranti e degli
aromi». Se è del tutto prematuro parlare di come andrà il “Raboso Piave” (si vendemmia da fine ottobre in
poi), Giorgio Cecchetto, che
del Raboso è un leader, non
ha però paura di sbilanciarsi, ricordando che «storicamente estati calde e siccitose ci hanno sempre regalato
annate da collezione». (MS)
8
e
L’AZiON
Domenica 3 settembre 2006
“CAMPIONI DI VITA”
AL GREST DI REVINE LAGO
“B
SAN MARTINO DI COLLE, REVINE E LAGO
A Sappada vent’anni dopo
con nel cuore don Antonio
T
iepidi raggi di sole riscaldavano in
un fosco pomeriggio d’agosto la località
Cretta di Sappada; una
grande casa gialla dai balconi rossi coccolava il lento scorrere del Piave.
Lì in quella casa per quasi vent’anni, d’estate, don
Antonio Rosolen, per tutti
“il Don”, ha celebrato la
messa per i ragazzi del
campeggio San Martino.
Quest’anno un gruppo di
giovani alla fine del loro itinerario “Cuoralba” ha voluto rendere omaggio a
questa figura carismatica
di sacerdote partecipando
commossi alla messa in ricordo celebrata da don
Giovanni Dan, cantore dei
monti e suo compaesano.
In quel luogo non si svolgono più i campi estivi della parrocchia di San Martino di Colle Umberto, ora
lì in quella grande casa passano le vacanze i disabili di
un’associazione religiosa
di Rimini... ma nel passaggio di consegne avvenuto
un anno fa, un altare in
marmo è rimasto lì al suo
posto, dono degli anni Ottanta del papà di un excampeggiatore, come segno tangibile della presenza di Dio ovunque e della
bontà di quel suo pastore
che amava così tanto i ragazzi e che tanto parlava loro di Dio nella semplicità
del gioco.
Il Don definiva il suo un
catechismo ruspante, fatto
di semplici parole, sponta-
Don Antonio Rosolen
nei gesti e condivisione dei
servizi dove la Parola di
Dio era vissuta durante tutto l’arco della giornata. Figura forte, decisa, a volte
brusca ma innegabilmente saggia e ascoltata, col fascino particolare di saper
raccontare e consigliare. È
stato bello sentire accomunate nell’omelia di don
Giovanni le due figure di
san Domenico, santo del
giorno della celebrazione,
e don Antonio, e osservare tanti giovani (tutti attivamente impegnati nelle
comunità di provenienza)
e persone adulte salite lassù nella valle del Piave assorte nel ricordarlo. Bei
canti hanno accompagnato quei momenti mentre il
monte Siera guardava
dalle sue
crode, il sole sbirciava
tra le nuvole e qualcuno si congratulava
dall’alto. I
giovani lì presenti giungevano da un itinerario partito dal Passo Monte Croce
Carnico e che solcando la
isogna diventare
campioni di vita…” le parole del vescovo
Giuseppe (nell’intervista a
L’Azione all’indomani dell’Italia campione del mondo di calcio) ci hanno dato
la spinta per progettare il
nostro Grestart 2006“campioni per il mondo
nella vita”. Abbiamo deciso infatti di mantenere il
clima entusiasmante della
vittoria della Nazionale utilizzando lo sport come
pretesto per imparare ad
essere campioni non solo
nello sport, ma anche nella vita quotidiana. Nella vita come nello sport, infatti, bisogna seguire determinate regole, giocare di
squadra, imparare a vincere e a perdere; inoltre è
necessario distinguere
l’entusiasmo momentaneo
dalla vera Felicità, che premia l’anima e ci dà la forza
e il coraggio di intraprendere le sfide di tutti i giorni.
Giocando con lo slogan
del grest (Grestart) vogliamo quindi dare il via –
start – ai bambini perché
possano intraprendere le
sfide del mondo all’insegna dell’aiuto e del rispetto reciproco, sicuri dell’incoraggiamento che ci dà
l’amore di Dio per essere
veramente vincenti. Non
mancherà certo la parte
creativa e fantasiosa – art
– che ci vedrà impegnati
in laboratori, scenette, canzoni e tutti quei momenti
gioiosi che animeranno i
pomeriggi delle nostre
parrocchie dal 4 al 17 settembre.
Allora, giochiamo? Gli
animatori e John Solemondo sono già pronti a
fare il tifo per voi!
Gli animatori
CAMPOSCUOLA PER 60
MA CHE BEL VIL-LAGGIO!
U
La messa celebrata da don Giovanni Dan a Cretta, con le Dolomiti a fare da splendida
scenografia
“traversata carnica” e alcuni dei suoi rifugi, era culminato con la salita in notturna al monte Peralba (chi
per la via normale Giovanni Paolo II,
chi per la ferrata Sartor)
per vedere il
sorgere del
sole dalla
vetta, che
giusto
vent’anni prima
nello
stesso periodo altri giovani di San Martino avevano
calpestato per la prima volta. E quasi come passaggio
Presso la casa
storica dei
campi estivi
della parrocchia
ULTIMI GIORNI PER IL CONCORSO
“GUARDA CHE ESTATE”: ECCO IL MODULO!
DOMANDA DI PARTECIPAZIONE ALL’INIZIATIVA "GRAND’ESTATE"
La parrocchia di …………………………..………con sede in via………………………………………...n°………
in comune di …………………………………………………………………….
chiede di partecipare all’iniziativa "Guarda che estate!" organizzato dall’Associazione NOI Vittorio Veneto con sede in via Galilei 32,
31015 Conegliano e con la promozione del Settimanale L’Azione.
Referente della parrocchia per l’iniziativa "Guarda che estate!" è il/la Signor/a……………………………….…………........
Residente in ………………………………………….. via ……………………………………..............n°………
telefono…………….…………………..… e-mail…………………………..…..…………………….
A tal fine, invia a L’Azione n° .…fotografie, dichiarando sotto la propria responsabilità che sono state scattate nel corso del grest svoltosi
in parrocchia tra il 10 giugno ed il 15 settembre 2006.
Una breve descrizione di dove e quando la fotografia è stata scattata e perché la si ritiene significativa per l’iniziativa.
Con la sottoscrizione della presente il referente:
- dichiara l’originalità della produzione presentata e di non aver violato diritti di copyright o diritti alla privacy;
- dichiara di trasferire a L’Azione i diritti di proprietà sull’immagine, che resterà a disposizione de L’Azione per utilizzo giornalistico
(le foto non saranno restituite);
- di acconsentire al trattamento dei dati personali trasmessi con questa domanda di partecipazione ai sensi del DLgs 196/2003
per le finalità legate all’iniziativa.
Data ……………………..…….Firma …………………………….……….……….……….……….……….…
di consegne il parroco attuale di San Martino, don
Angelo, con altri ragazzi
del paese, a sorpresa, giunto anche lui in vetta nel medesimo giorno dei giovani
escursionisti. Itinerario
grandioso ed entusiasmante in una natura ancora perlopiù intatta (ed è
una rarità) e festa finale a
completare il quadro, il fuoco di bivacco serale che tra
canti, testimonianze, scenette e preghiere ha accompagnato poi il ritorno a
casa degli escursionisti
zaino in spalla.
Roberto
na grande casa a
Laggio di Cadore, una sessantina di bambini e
ragazzi vogliosi
di amicizia e divertimento, una
ventina di animatori e collaboratori pronti a
mettersi in gioco, un contorno
di prati, boschi e
montagne favolose... Questi gli
ingredienti... il
risultato? Un meraviglioso campeggio San Martino di
Colle-Revine-Lago! Dal 23
luglio al 2 agosto, gruppi,
giochi e tornei, ma anche
ser vizio, “angoli”, momenti di incontro e di spiritualità, sotto la guida dei
nostri due parroci, don Ezio e don Angelo, e poi soprattutto tanta tanta gioia
ed energia... talmente esplosivi da coinvolgere
anche gli altri ospiti della
casa! E poi giochi serali e
CORDIGNANO:
Gianluca fotomodello
per “Guarda
che estate”
A
ffluiscono a L’Azione foto e
moduli per “Guarda che estate”, il concorso per la più bella
foto di grest o campeggio. Come
questa che arriva dal grest di Cordignano, e che ci raccontano così: “Venerdì 21 luglio 2006. E mentre tutti sono impegnati nei giochi, a Gianluca viene voglia di…
fare il modello! Christian, l’animatore, lo osserva un po’ perplesso”.
Per partecipare è sufficiente
spedire fino a cinque foto con didascalia, più il modulo qui a fianco. I dettagli su www.lazione.it o
chiamando L’Azione: 0438-940249.
notturni, camminate nella natura, una nottata in
rifugio per i più piccoli, ospiti amici venuti apposta
per stare con noi! Insomma, un mix di colori e vivacità, dove ognuno è stato protagonista, col proprio carattere, coi propri
talenti, tutti diversi e tutti importanti perché...
stock! Al vil-Laggio tu sei
speciale!
Marica
e
L’AZiON
GrandEstate
IL GALLO DI PIANZANO E LA ZEBRA DI
GODEGA ARRIVANO AL GREST DI BIBANO
L’“Allegra fattoria” fatica?
Serve l’unità pastorale!
O
ramai,
nelle
nuove generazioni, più nessuno vuol fare il contadino, le stalle vanno sparendo, le problematiche
per gli allevatori si intensificano... e allora perché
non unire tutte le fattorie
in una per una gestione
condivisibile delle realtà
esistenti?
Questo è stato il cammino del grest di Bibano,
parrocchia di una delle
prime unità pastorali della nostra diocesi.
Un mattino gli animali
si svegliano e non trovano
più il contadino, ma sanno che a momenti devono
arrivare due animali nuovi. Come accade nella vita,
anche nella fattoria ogni animale ipotizza tutti i difetti e i problemi che porteranno questi sconosciuti: il gallo teme che arrivi
un suo omonimo che dia
il chicchiricchì prima di
lui e gli torna alla mente la
fine del galletto di “Me
compare Jacometo” (cantata dal coro dei papà diretti da don Vittorino); il
cane vuole mandare avanti la fattoria come gli aveva insegnato il contadino...; solo l’oca è emozionata (ha la pelle d’oca appunto) e prepara una degna accoglienza per chi
arriverà. Ma da dove verranno? Saranno stranieri?
Magari africani? Meridionali? Ma la cicogna dall’alto ha origliato mentre
parlavano... e parlano come aveva insegnato anche
a loro il contadino. Nel
frattempo la tensione è alta tra gli animali, anche
perché da soli sono riusciti a tener testa a Crudelia Demon (magistralmente impersonata da
mamma Sabina) e al lupo.
Don Livio Dall’Anese e il vescovo Giuseppe alla messa per i grest di Bibano, Pianzano e
Godega
Ma ecco finalmente arrivano questi poco attesi
animali... uno è un gallo
(papà Ezio dalle piume variopinte) e l’altro una zebra a pois? Perché non ha
le strisce bianche e nere?
Capiranno più tardi che
Calciopoli ha fatto cambiare pelle pure agli animali... juventini!
L’accoglienza non è delle migliori, ma le cose
cambiano quando gli animali capiscono che il contadino abitava anche nella
loro fattoria: il gallo è di
Pianzano e la zebra di Godega! Emerge anche la necessità che li accomuna:
le pecore di queste tre fattorie sono allo sbaraglio,
non si trovano più pastori,
urge un accordo che porterà il nome di unità pastorale... ma servono due
impresari che stilino il
contratto! E don Vittorino
e don Livio, per l’occasione gatto e volpe, presentano il contratto da firmare. Il tutto si chiude con
l’arrivo del contadino che
in fondo non si era mai
spostato: la sua voce infonde sicurezza alla fattoria:
tutto andrà bene se seguiranno la volpe e il gatto!
MIAGOLANDO,ABBAIANDO, BELANDO...
TRE PARROCCHIE CONDIVIDONO IL GREST!
C’
è chi ha miagolato, chi ha abbaiato, altri hanno belato, ma
in tutte e tre le parrocchie
dell’unità pastorale di Bibano-Godega-Pianzano
per tre settimane di luglio
bambini e animatori si sono virtualmente immedesimati negli abitanti di una
simpatica fattoria, ognuno
nelle proprie parrocchie
ma condividendo momenti di incontro tutti insieme.
La programmazione
per le attività è stata fatta
insieme a don Vittorino e
don Livio e così, mantenendo ogni parrocchia la
propria identità e tradizione, abbiamo intrapreso
quest’avventura.
I momenti passati insieme sono cominciati
martedì 18 luglio con la gita al Parco acquatico di
Noale... “immergendoci”
tutti insieme in questa
giornata comunitaria. Domenica 23 luglio abbiamo
organizzato la “Domenica
in... famiglia” a Soffratta di
Mareno: la mattinata de-
La magistrale interpretazione di “Me compare Jacometo” da parte del coro dei papà
dicata alla visita di una fattoria e di un allevamento
di cavalli, il pomeriggio
passato nell’area parrocchiale retrostante la chiesa con giochi (un po’ umidi!) e messa conclusiva.
La giornata di martedì
25 luglio nell’area Fiera di
Godega ha dato sfogo ai
giochi di gruppo (gruppi
misti di tutte e tre le parrocchie) e al successivo
trasferimento nel campo
sportivo per la messa presieduta dal vescovo Giuseppe. Al termine pizza
per tutti, accompagnata da
una vena di nostalgia nella consapevolezza che eravamo giunti all’ultima
settimana di grest, ma felici di aver condiviso momenti di gioia nella nostra
unità pastorale e alla volontà che insieme si può...
anzi è ancor più divertente!
“GUARDA CHE ESTATE”:
e Torre di Mosto ci
augura... buon appetito!
“C
hiudiamo in bellezza! Donatella presenta con orgoglio il dolce dedicato al grest, preparato con maestria da una mamma”.
Così dalla parrocchia di Torre di Mosto ci presentano la foto che vedete qui a
sinistra, una di quelle con cui partecipano al concorso “Guarda che estate” dell’associazione Noi e de L’Azione, con la
speranza di vincere almeno uno dei buoni premio in prodotti per la creatività offerti dalla Manighetti Mg di Vittorio.
E per una volta i bambini, protagonisti
dei grest e di molte delle foto giunte al
concorso, cedono il passo a chi spende
sorrisi e le proprie capacità (comprese
quelle culinarie) per generare un grest
indimenticabile.
Domenica 3 settembre 2006
9
GREST DI SAN VENDEMIANO
“Noi animatori ci
doniamo agli altri”
Tutto l’entusiasmo dei bambini del grest di San Vendemiano
S
i sa, le cose belle
passano in fretta e
anche quest’anno il grest
è passato veloce per tutti
i bambini e ragazzi iscritti alla consueta iniziativa
estiva della parrocchia di
San Vendemiano. Il tema
che ci ha accompagnato
è stato quello proposto
dall’associazione nazionale Noi: l’Allegra fattoria, con diversi animali
che una mattina non trovano più il loro contadino.
Si presenta così una situazione che gli animali
dovranno affrontare mettendo da parte liti e incomprensioni. Proprio
quando tutto comincia ad
andare per il meglio il
contadino si presenta
nuovamente ai suoi animali che lo accolgono con
gioia e capiscono quanto
sia importante la sua figura. In realtà il contadino non se n’era mai andato, ma osservava di nascosto come gli animali
gestissero di comune accordo la vita nella fattoria,
mettendo in pratica i suoi
insegnamenti. Tutti noi
abbiamo così potuto associare la figura del contadino alla figura di Dio,
sempre presente nella nostra vita. Tutti noi animatori abbiamo dunque cercato di trasmettere ai
bambini e ai ragazzi questa costante presenza di
Dio che ci aiuta, ci sostiene e ci incoraggia anche se non è visibile in
mezzo a noi.
Ogni giorno eravamo
accompagnati da uno slogan e da uno atteggiamento specifico riferiti alla storia, che veniva rappresentata in forma teatrale da un gruppo di ragazzi di terza media. Seguiva poi il momento formativo durante il quale
approfondivamo i valori
sempre nuovi che la scenetta proponeva, quali ad
esempio la fraternità, la
collaborazione, il rispetto, la responsabilità, la
comprensione, l’ascolto,
la condivisione, l’amicizia, il coraggio… valori in-
dispensabili per la vita di
comunità.
Al fine di coinvolgere
anche i bambini più piccoli e di avvicinarli alla
storia, abbiamo visitato una vicina fattoria. Durante questa breve gita, i
bambini hanno potuto osservare tanti diversi animali e apprendere notizie
e curiosità sulle loro caratteristiche e sui loro
comportamenti.
Gli animati...
I partecipanti al grest
quest’anno erano 160.
Durante questo grest si
sono divertiti tra loro e
con gli animatori, si sono
impegnati nelle attività,
hanno avuto l’occasione
di accogliere alcuni valori della nostra fede fondamentali per vivere bene insieme.
E gli animatori!
Il gruppo animatori
quest’anno era costituito
da 40 giovani dai 15 ai 24
anni. Prima di iniziare
questa esperienza noi animatori abbiamo partecipato a diversi corsi di
formazione che ci hanno
aiutato a comprendere il
ruolo dell’animatore nella comunità. Così sostenuti da una forte motivazione abbiamo intrapreso
questa esperienza come
un gruppo affiatato, responsabile, unito e con
molta voglia di donarsi
gratuitamente agli altri.
Così come gli animali dell’Allegra fattoria hanno
imparato a vivere insieme
nonostante le diversità di
carattere, abitudini e opinioni, sostenuti dalla presenza del contadino anche se non visibile tra loro, anche noi faremo tesoro di questa esperienza
estiva per stare bene insieme con gli altri, ascoltando sempre la nostra
Guida che ci parla costantemente soprattutto
nei momenti di raccoglimento e di riflessione che
devono sempre accostarsi ai momenti di svago e
di divertimento.
Prisca Da Lozzo
e Silvia Boscariol
e
L’AZiON
IN CATTEDRALE
Piano pastorale,
il 17 la consegna
ZENTI RICORDA PAPA LUCIANI
Beatificazione
più vicina
P
apa Luciani santo? Il processo di
beatificazione va
avanti rapidamente, a tre
anni dall’apertura si chiuderà l’11 novembre prossimo la fase diocesana
(Belluno, Vittorio Veneto,
Venezia) e il vescovo Giuseppe si augura che i tempi siano i più rapidi. Monsignor Zenti ha espresso
questo augurio a margine
della cerimonia che il 26
agosto, a Canale d’Agordo, ha ricordato Albino
Luciani, nel paese natale,
a 28 anni dall’elezione al
soglio pontificio.
Beatificazione
Dopo aver ascoltato
180 testimoni, di cui una
larga parte a Vittorio Veneto, nel corso di oltre 200
sedute, il tribunale diocesano di Belluno-Feltre sta
per avviarsi a conclusione.
Così pure la commissione
di storici che sta raccogliendo documentazione
soprattutto inedita sulla figura e l’opera di Luciani.
«L’11 novembre, in occasione del patrono san
Martino, chiuderemo la
sessione diocesana – conferma il vescovo di Belluno-Feltre, Giuseppe Andrich – e invieremo la documentazione alla Congregazione per la causa
dei santi».
A Roma
Secondo la previsione
del vicepostulatore monsignor Giorgio Lise, saranno necessari dieci anni perché la congregazione arrivi alla conclusione
della causa, dal momento
che «bisogna aspettare il
turno». Ma potrebbe intervenire un fattore di accelerazione; si tratta del
presunto miracolo attribuito a Luciani. Un pugliese, in età adulta, di cui
però non si conosce l’identità, asserisce che dopo aver pregato Luciani è
guarito da un tumore. «La
documentazione medica
prodotta è molto seria –
riconosce Lise – per cui,
se il miracolo venisse certificato, la causa di beatificazione potrebbe registrare una forte accelerazione». Come confida lo
stesso Lise, a Belluno, ma
non solo, «il nostro sogno
soli 33 giorni. Immortalato da foto, da icone e da
sculture. Ha fatto storia.
Ha attraversato l’universo
mass mediatico. Come un
baleno da un capo all’altro
dell’orizzonte. Spontaneo,
naturale? Non certo spensierato e fanciullesco e
neppure forzato come
quello dei divi costretti a
recitare una parte. Il suo
sorriso era il frutto di una
interiorità abitata dalla
gioia, pur nel groviglio,
nel ginepraio di travagli e
sofferenze, e non solo fisiche, di cui è dato di conoscere probabilmente
solo qualche lembo. Il suo
sorriso è sbocciato su uno stelo di spine».
Il sorriso
Papa Luciani
sarebbe che papa Luciani
e papa Wojtyla salissero
insieme agli onori degli altari».
Anniversario
A Canale d’Agordo, il
26 agosto, davanti ad una
grande folla di pellegrini,
tra cui numerosi dalla diocesi di Vittorio Veneto (anche il sindaco di Conegliano, Floriano Zambon),
il vescovo Giuseppe ha
presieduto una solenne
concelebrazione, nel corso della quale gli sono stati consegnati all’offertorio
due volumi di testimonianze, comprese delle
“grazie ricevute”. Significativo il titolo che Zenti ha
dato alla sua omelia: “La
santità del sorriso sbocciato dalle spine”. Il Vescovo ha ricordato l’entusiasmo con cui Luciani, da
Vittorio Veneto, partecipava al Concilio Vaticano
II. «Lui, vescovo “convertito” dal Concilio, sentiva
incontenibile il bisogno e
l’urgenza di trasmetterne
i contenuti ai suoi preti e
ai futuri preti, perché a loro volta se ne lasciassero
convertire. Riconosceva
infatti nei documenti conciliari, fin dalla loro fase di
non facile elaborazione e
gestazione, la Parola dello
Spirito del Signore indirizzata alla Chiesa e al
mondo, nell’oggi».
“Luciani non è catalogabile”
Il vescovo Giuseppe si
è anche soffermato sulla
personalità di Luciani.
«Non c’è dubbio – ha detto – che Albino Luciani, al
di là della semplicità e umiltà della sua persona,
schiva di ogni pubblicità,
non è una personalità di
facile lettura ed interpretazione. Non è catalogabile e computerizzabile.
Qualche tratto della sua
personalità rimarrà sempre un po’ misterioso.
Sfuggente. C’è qualche cosa in lui che sa di divino.
E che ne segnala lo stile
inconfondibile: “Le mie
vie non sono le vostre
vie!”. Dio misericordioso
e misterioso! Che guida la
storia, a cominciare da
quella della sua Chiesa, a
modo suo. Con le sue sorprese».
“Papa a sorpresa”
Non pochi hanno avuto a che ridire sull’elezione di Luciani, “un buon
parroco di campagna”, al
soglio pontificio. Risponde ancora il vescovo Giuseppe. «Albino Luciani:
Papa a sorpresa? Qualcuno lo pronosticava. Benché Lui se ne schermisse.
In realtà, era la sorpresa
di Dio, il suo asso nella
manica, se può passare una immagine non del tutto elevata, riser vata per
quel tornante della storia
della Chiesa e dell’umanità. Secondo i piani di Dio
che, nella fede ecclesiale,
riusciamo, pur a stento, a
scorgere. Anche Albino
Luciani fa parte dei doni
singolari di Dio. Dei suoi
regali. Al momento opportuno. È proprio un dato di fatto, documentato
dalla storia da almeno un
secolo e mezzo, che Dio
ha assegnato alla sua
Chiesa i papi giusti al momento giusto e per il lasso di tempo giusto. Comunque siano interpretabili sotto il profilo storiografico. In quel frangente,
occorreva il sorriso di Giovanni Paolo I, anche se per
Il sorriso, appunto. C’è
chi l’ha definito di un
“sempliciotto”. «Quel sorriso, che ha conquistato il
mondo e ha reso più simpatica la Chiesa, era piuttosto il riflesso del sorriso di Dio, padre e madre,
come amava definirlo Giovanni Paolo I, verso l’umanità – ricorda il vescovo Giuseppe –. Una umanità che allora, non meno
di adesso, era immersa e
come sommersa, in un
profondo travaglio. Come
se andasse alla deriva. Dio
stesso aveva scelto l’umile persona di Albino Luciani perché testimoniasse, con il suo sorriso, bello, limpido e avvincente, il
sorriso materno di Dio.
Un sorriso di benevolenza. Che esprime la volontà
di bene verso la persona
amata. Che spera quanto
prima di incontrare. Un
sorriso già abbozzato in
cuore. Che sta sbocciando appena intravede da
lontano la persona amata.
Ed esplode radioso nell’atto dell’incontro personale».
Il linguaggio
Sottolineando la figura
di Luciani evangelizzatore, il vescovo Giuseppe si
è soffermato sullo “stile unico e inedito” del vescovo e del papa venuto da
Canale d’Agordo. «Voleva
a tutti i costi far conoscere ed accogliere Gesù Cristo come il senso della vita anche a costo di sembrare fin troppo dimesso
nel linguaggio e troppo alla buona nella metodologia pedagogica. In realtà
piegava le esigenze stesse del linguaggio forbito e
aulico alla reale capacità
ricettiva del pubblico. E,
come è noto, a ciò si era faticosamente allenato con
una diuturna e minuziosa
elaborazione del linguaggio».
Francesco Dal Mas
L’
estate è ormai alle spalle. Siamo
impazienti di riavviare
l’anno pastorale, che, purtroppo, almeno inizialmente dovrà raccogliere
parecchi cocci provocati
dal clima vacanziero, ma
che soprattutto è indirizzato a riproporre nuove
tappe di un
itinerario
formativo.
Sorretti da
una pioggia
di grazie di
Dio, già predisposte sul
nostro cammino che,
non va dimenticato, ha come protagonista lo Spirito del Risorto.
Le indicazioni pastorali per l’anno 2006-2007
sono contenute nel progetto diocesano. Suggerito dal Consiglio pastorale diocesano ed elaborato dalla Segreteria, dopo essere stato rivisto dal
Vescovo, verrà consegnato a tutti i vicepresidenti dei Consigli pastorali parrocchiali domenica 17 settembre nel pomeriggio, alle 16 in Cattedrale.
Come già sperimentato negli anni passati, ne
esporrò poi in dettaglio il
contenuto negli incontri
di zona, con il seguente
calendario, sempre alle
20.30:
- lunedì 18: Seminario
- Vittorio Veneto
- martedì 19: auditorium Toniolo - Conegliano
- giovedì 21: collegio
Brandolini - Oderzo
- mercoledì 27: palazzo delle
Contesse Mel
- giovedì
28: teatro
Ruffo - Sacile
- lunedì 4
ottobre:
teatro Careni - Pieve di
Soligo.
Nella consapevolezza
che l’attuazione di un
Progetto pastorale è prima di tutto dono di Dio,
per l’intercessione della
Vergine Maria ne invochiamo con preghiera unanime l’abbondanza della benedizione. Mentre ci
predisponiamo al meglio
delle nostre risorse e della volontà di bene nei confronti della diocesi di appartenenza a dare un nostro concreto contributo.
Fraternamente vi saluto e vi attendo per la
consegna del Progetto
pastorale 2006-2007.
+ Giuseppe Zenti
Poi il Vescovo
lo presenterà
in sei centri
della diocesi
INSEGNANTI DI RELIGIONE
Corso sul tema
“Vita a scuola”
“V
ita a scuola” è il
tema del corso
di aggiornamento professionale che l’Uf ficio
per la scuola e la pastorale scolastica di Vittorio
Veneto organizza per gli
insegnanti di religione
cattolica. Il primo incontro è fissato per lunedì 4
settembre dalle 15.30 alle 18.30. Sarà il teologo
don Chino Biscontin a
proporre il proprio intervento “Tra desiderio dell’immor talità e l’of fer ta
della vita eterna”. Martedì 5 settembre dalle 15
alle 18 il teologo moralista don Luciano Padovese (nella foto) parlerà dell’etica della vita: non uccidere”. Venerdì 8 settembre, dalle 15 alle 18,
sarà la volta di don Renzo Pegoraro della Fondazione Lanza di Padova il
quale tratterà il tema “Le
origini della vita: scienza
e rivelazione”.
Mercoledì 13 settembre, dalle 15 alle 18, “Il
senso della vita: orientamento e scelte” verrà
spiegato dalla dottoressa
Marisa Possa, pedagogista e dirigente scolastico.
Il medico bioeticista dottor Gian Antonio Dei Tos
si occuperà, martedì 19
settembre dalle 15 alle
18, de “Le mani sulla vita: il potere dell’uomo
sull’esistenza propria e
altrui”. Venerdì 22 settembre chiuderà il ciclo
di incontri la professoressa Ida Bellina, consigliere nazionale del Gris,
con un contributo su “Il
codice Da Vinci”.
Tutti gli appuntamenti
si terranno al collegio Immacolata di Conegliano.
e
L’AZiON
Chiesa
PADRE GARDIN DI S. POLO È VESCOVO
Avvinto dalla
bellezza del Signore
T
redici anni dopo
l’ordinazione di
monsignor Giacinto Boulos Marcuzzo, avvenuta a Gerusalemme il 3
luglio 1993 nella Basilica
del Santo Sepolcro, un altro religioso sanpolese è
salito alla dignità episcopale. Sabato pomeriggio,
26 agosto, nella Basilica del
Santo a Padova, padre
Gianfranco Agostino Gardin, nato a San Polo di Piave il 15 marzo 1944, è stato ordinato Arcivescovo di
Cissa e scelto da papa Benedetto XVI come nuovo
Segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società
di vita apostolica, incarico
che lo porterà in Vaticano
a operare a stretto contatto con il Santo Padre. Dovrà nei prossimi anni seguire e occuparsi delle
1.788 congregazioni religiose sparse in tutto il mondo, che raggruppano circa
tre milioni di religiosi e di
religiose.
Rileggendo il suo curriculum, la sua attività si evidenzia per gli incarichi di
responsabilità che ha rivestito per molti anni: è stato
più volte Ministro Provin-
ciale e poi Generale del suo
ordine e quindi Presidente dell’Unione delle congregazioni; è anche stimato conferenziere e autore
di vari interventi su riviste
religiose che lo hanno fatto conoscere non solo in Italia, ma in tutto il mondo,
dove il suo intervento di
mediazione e riconciliazione è stato richiesto nei casi di problemi e attriti sorti fra le congregazioni religiose e i vescovi o il clero
locale.
Il suo motto episcopale
è “Domini pulchritudine
correpti” che nella traduzione italiana significa “Avvinto dalla bellezza del Signore”, tratto dalla esortazione apostolica “Vita Consecrata” di Giovanni Paolo
II del 1996. Il suo stemma
rappresenta il simbolo francescano delle due braccia
con un libro del vangelo aperto su cui sono posate alcune spighe di grano.
Venti vescovi (tra i quali monsignor Alfredo Magarotto, monsignor Silvio
Padoin e monsignor Giacinto Marcuzzo), oltre duecento sacerdoti e duemila
fedeli, questi in sintesi i dati di una concelebrazione
che resterà nel ricordo di
quanti vi hanno partecipato di persona o assistito alla diretta televisiva. Il Segretario di Stato, cardinale
Angelo Sodano, ha presieduto il rito solenne che è
durato quasi tre ore. Nella
sua omelia ha sottolineato:
«Il Veneto da sempre è terra che fornisce alla Chiesa
persone eccezionali; sono
lieto che padre Gardin
venga a Roma per coadiuvare il Santo Padre nel difficile compito di rendere
sempre più vitale e proficua l’attività dei religiosi
consacrati nel mondo, perché abbiamo apprezzato
negli anni le sue caratteristiche di diligenza e di
pietà».
Suggestivo il rito che
dopo il Canto del “Veni
Creator Spiritus” prevede
che il nuovo vescovo pronunci per nove volte “Sì, lo
voglio” alle domande del
vescovo ordinante, relative
agli impegni che si assume
con la Santa Chiesa; dopo
l’invocazione delle Litanie
dei Santi, durante le quali
il vescovo si stende a terra,
è seguita l’imposizione delle mani sul suo capo da parte di tutti i vescovi conce-
lebranti. Infine i riti esplicativi con l’unzione crismale, la consegna del libro del Vangelo, dell’anello, della mitra, del pastorale. Al termine del rito il
nuovo vescovo consacrato
ha potuto quindi prendere
posto alla destra del celebrante ordinante dopo un
abbraccio di pace con gli
altri vescovi.
Prima della benedizione
finale il nuovo arcivescovo
ha preso la parola ricordando che «questa chiamata trentasei anni dopo
l’ordinazione sacerdotale
mi impone di essere ancora più proteso verso il Signore, in una pratica nitida
e gioiosa del Vangelo; lascio però con uno spirito di
sofferenza la vita in comunità con i fratelli che a Padova mi hanno aiutato nel
cammino verso il Signore».
Alla celebrazione erano
presenti anche cinquanta
sampolesi, guidati dall’arciprete don Giuseppe De
Nardo che, quando monsignor Gianfranco Agostino
Gardin ha ricordato nei ringraziamenti il paese natale
di San Polo di Piave, hanno
fatto sentire il loro gioioso
affetto con un pronto e immediato applauso scrosciante che ha fatto sorridere il nuovo arcivescovo.
Ora ci attende un nuovo
appuntamento con il vescovo Gianfranco: dopo la
sua presenza alla Caminada di mercoledì 26 luglio,
ritornerà a San Polo domenica 17 settembre, poco prima del suo trasferimento a Roma e l’insediamento negli uffici vaticani.
Vinicio Cesana
Mons. Gardin con il vescovo Marcuzzo, anch’egli sanpolese; a destra il vescovo emerito di Vittorio, mons. Magarotto, pone le mani su padre Gardin
È DI SAN GIACOMO DI VEGLIA
Nuova responsabilità
per padre Salezze
M
artedì 5 settembre padre Danilo
Salezze farà il suo ingresso ufficiale al “Messaggero di sant’Antonio”, nel
ruolo di direttore generale. Padre Salezze è stato eletto a questa carica
dal ministro provinciale,
padre Marco Tasca, e dal
Definitorio della Provincia Patavina dei Frati Minori Conventuali. Padre
Salezze succede a padre
Gianfranco Agostino Gardin, chiamato da papa Be-
nedetto XVI a ricoprire
l’importante incarico di
Segretario della Congregazione per gli Istituti di
Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.
Padre Danilo nasce a
San Giacomo di Veglia nel
1950.
Entra tra i “fratini” del
Santo nel 1965 in seguito
a corrispondenza con il
“Messaggero di sant’Antonio”. Ordinato sacerdote nel 1978, subito si impegna con altri confratel-
li nelle opere socio-caritative animate dai frati del
Santo. Fonda, con il confratello padre Luciano
Massarotto, e poi dirige
per diciotto anni la Comunità S. Francesco di
Monselice per persone e
famiglie con problemi alcol-droga correlati. Nel
1998 passa alla direzione
del Villaggio S. Antonio
di Noventa Padovana, già
orfanotrofio e attualmente sede di molteplici servizi per persone disabili e
per minori. È presidente
della Commissione Mediterranea di “Giustizia
Pace Salvaguardia del
Creato” dei Frati Minori
Conventuali.
Domenica 3 settembre 2006
11
MONS. MARCUZZO A MOTTA
“Non lasciate
sola la Palestina”
P
ace: nel nome di
questa parola dal
significato immenso si sono ritrovati in tanti nel
santuario della Madonna
dei Miracoli per assistere
alla veglia di preghiera
per la pace in Medio Oriente. A presiederla c’era
il sanpolese monsignor
Giacinto Marcuzzo, vescovo di Nazareth, invitato dagli organizzatori, il
centro culturale “Giorgio
La Pira”. «Sono contentissimo di trovarmi qui»,
ha detto il vescovo Marcuzzo. Accanto a monsignor Marcuzzo c’erano i
parroci della forania mottense, i sacerdoti della
parrocchia del Duomo, altri parroci dell’Opitergino
pace, nessuno è un’isola
quest’oggi, nessuno può
sottrarsi al dovere della
pace». Tre le richieste del
vescovo Marcuzzo: «Pregate per la pace. Informatevi di ciò che sta succedendo, cercate di crearvi
un’opinione. Non si potrà
costruire la pace se le parti interessate vengono lasciate sole, ci vuole l’aiuto della comunità internazionale. Venite pellegrini in Terra Santa».
Monsignor Marcuzzo ha
infatti assicurato che ora
i pellegrinaggi possono riprendere. Durante la veglia ogni comunità parrocchiale della forania
mottense ha portato a
monsignor Marcuzzo la
e i Frati francescani minori del santuario.
Come parlare di pace
per il Medio Oriente?
Monsignor Marcuzzo l’ha
fatto invitando i fedeli a
compiere un pellegrinaggio ideale: da Nazareth a
Roma, fino al Giardino
dell’Eden.
La “prima tappa” si è
fermata nella casa di Nazareth, e più precisamente nel momento dell’annunciazione. «Le parole
pronunciate dall’arcangelo Gabriele – ha sottolineato il vescovo – non
hanno il significato che si
dà in italiano, e cioè quello di “Ave” che sa tanto di
saluto romano, ma piuttosto – puntualizza il vescovo – hanno il significato di
pace, in arabo salam, in ebraico shalom. Dunque
già in quel momento, si
annunciava la pace.
«La pace è tale – è un
passaggio della sua riflessione – quando l’uomo
è integro, quando la società è in ordine, non
manca di nulla, soprattutto di giustizia. La pace è la
tranquillità che viene dall’accettazione mutua delle differenze». Riferendosi alla Palestina, ha continuato: «Abbiamo un popolo che non è riconosciuto, che non ha dignità.
Bisogna distruggere i
muri di divisione. I cattolici sono appena il 2% della popolazione, ma abbiamo la forza della fede in
Cristo. La Chiesa in Terra Santa lavora tanto. Non
si può rimanere indifferenti al problema della
propria offerta per la gente della Terra Santa. «Grazie di cuore – ha detto il
vescovo di Nazareth –
sarà utile per aiutare le famiglie, i bambini e alcuni
giovani a studiare». Nel
corso della veglia sono
stati ricordati gli altri missionari originari della diocesi di Vittorio Veneto che
lavorano in quel martoriato paese: don Angelo
Tolotto, don Ilario Antoniazzi, padre Pietro Felet.
È stata letta la lettera inviata da don Ilario: «Malgrado tutto – ha scritto –
osiamo sperare contro ogni speranza».
A conclusione della veglia c’è stata la solenne
benedizione impartita
mostrando ai presenti l’effige della Madonna che era stata portata in chiesa
nella processione di apertura.
Annalisa Fregonese
Marco Guerrato
La veglia per la pace presieduta
da monsignor Marcuzzo
12
1° SETTEMBRE: GIORNATA DEL CREATO
In preghiera per una
conversione ecologica
I
l Papa, dopo la recita dell’Angelus di
domenica 27 agosto,
ha invitato a celebrare con
convinzione la “Giornata
per la salvaguardia del
Creato” prevista per venerdì 1º settembre. La
giornata è stata istituita,
per la nostra chiesa dai vescovi italiani, ma corrisponde ad un’esigenza a livello mondiale delle chiese, comprese le chiese protestanti e l’ortodossa. La
prima idea è stata lanciata
ancora nel 1989 dal Patriarca ecumenico di Costantinopoli ed è stata ripresa dalle grandi Assemblee ecumeniche europee.
Il tema della salvaguardia
del creato si impone sempre di più alla coscienza
cristiana come una dimensione specifica della fede.
Il Papa nella sua esortazione di domenica ha affermato: “Il creato è un
gran dono di Dio esposto
a seri rischi da scelte e stili di vita che possono degradarlo. Il degrado am-
bientale rende insostenibile particolarmente l’esistenza dei poveri della terra”. È dunque
un tema che riguarda sia il nostro
essere
creature legate
a Dio e ai suoi
doni sia la carità verso i più
deboli e le generazioni futu-
re. Da parte loro i vescovi, nel testo che accompagna la proposta,
esprimono così la loro
preoccupazione: “Viviamo in città inquinate, in una natura sempre più impoverita,
mentre sempre più
spesso ci capita di interrogarci sulla sicurezza di ciò che mangiamo. Per i poveri della terra, poi, il degrado
dell’ambiente è un fattore critico, che rende
insostenibili situazioni
dalla vivibilità già assai
fragile: la preoccupazione per la salvaguardia del creato si intreccia
con l’esigenza della giustizia”. Si ricorda anche l’appello di Giovanni Paolo
II in occasione della giornata della pace del 2001
per una “conversione ecologica”.
La giorna-
Domenica 3
apposite
intenzioni
di preghiera
È MANCATO A 87 ANNI
Sarsina e Gaiarine
piangono don Fantuz
H
a sempre gradito e
preferito essere
chiamato “don”, anche
quando al suo nome si erano aggiunti i titoli onorifici
di canonico e di cappellano
d’onore del Papa, cioè monsignore. Fare un profilo
della vita di don Enrico
Fantuz, mancato lo scorso
14 agosto, non è semplice;
e per dire sufficientemente di lui ci vorrebbe tanto
inchiostro per scrivere, e
tanto tempo per leggere e
meditare.
Svolse il suo ministero a
Sarsina, in Romagna. Perché? A quell’epoca a Oderzo l’abate monsignor Visentin aveva ideato una
scuola apostolica intesa a
preparare sacerdoti per la
Terra Santa e per le diocesi italiane sprovviste di sacerdoti. E fu proprio monsignor Visentin a insistere
perché don Enrico, originario di Gaiarine dove nacque nel 1919, si orientasse
ad accettare la destinazione della diocesi di Sarsina,
il cui vescovo monsignor
Stoppa era suo amico.
Arricchitosi di insegnamenti ed esperienze ap-
e
L’AZiON
Chiesa
Domenica 3 settembre 2006
presi nella scuola apostolica, nel Seminario di Vittorio Veneto e nell’Istituto di
don Guanella, venne accolto per prepararsi al sacerdozio (tenuto conto che a
Sarsina non c’era il Seminario Maggiore) dal vescovo di Feltre-Belluno
monsignor Bordignon, amico del vescovo di Sarsina. Venne consacrato sacerdote dallo stesso monsignor Bordignon per la
diocesi scelta, a Padova nel
1948 essendo lui trasferito
da poco a quella sede. La
prima messa la celebrò nel
paese natale, Gaiarine. A
Sarsina venne accolto con
tanta cordialità dalla gioventù. Quanti giovani ora
anziani, ricordano lui pieno di premure per la loro
formazione, le vacanze promosse nel Veneto, nelle
Dolomiti! E le maggiori
spese venivano sopportate
da lui! Il vescovo e il vicario generale monsignor
Fabbri ne furono entusiasti. In quella diocesi ricoprì
diversi incarichi: cappellano, vicerettore del Seminario, insegnante di religione, e infine gli venne af-
Mons. Enrico Fantuz
fidato l’incarico delle “benedizioni ed eventuali esorcismi” all’altare di San
Vicinio. La sua dedizione e
la ricchezza dei suoi insegnamenti suggerirono al
vescovo di nominarlo anche canonico penitenziere
ed economo delle Opere
della Basilica Cattedrale.
Solo quando le forze fisiche gli vennero meno, a
malincuore decise di ritirarsi scegliendo a Cordignano la casa di riposo delle suore della Divina Provvidenza che conservano
del santo don Guanella lo
spirito da lui tanto apprezzato in gioventù. Tale scelta è stata decisamente voluta da don Enrico per un
senso di delicatezza verso
le famiglie dei fratelli ai
quali non ha voluto essere
di peso e creare problemi.
Ha sempre portato grande
rispetto per la dignità personale dei fratelli e per la
piena libertà personale dei
parenti. Durante il suo soggiorno a Cordignano non
ta è stata fissa per l’1 settembre di ogni anno, quindi indipendente dalla domenica, ma si raccomanda
che nelle celebrazioni domenicali di settembre, secondo l’opportunità offerta dai testi biblici, si faccia
un richiamo a questo problema. È opportuno anche
inserire qualche intenzione di preghiera come quelle riportate qui sotto.
Intenzioni per la
Preghiera dei fedeli
1. Le immense risorse della terra e dell’ingegno umano non siano
disperse negli sprechi e
nelle armi di distruzione e di morte, ma utilizzate per sollevare i popoli che gemono nella
miseria e nella fame.
Preghiamo.
2. Ogni uomo, illuminato dallo Spirito, sappia
comprendere il prodigio
della creazione che ogni
anno si rinnova e collabori al disegno di Dio
con il miglioramento interiore e il generoso servizio al bene comune.
Preghiamo.
3. La parola del Signore seminata nei nostri cuori, ispiri scelte
coraggiose di condivisione e di rispetto verso
ogni creatura e ci aiuti a
crescere in uno stile di
vita evangelico e nella
custodia dei beni del
creato. Preghiamo.
ha mai dimenticato Sarsina, recandosi spesso per
prestare servizio nelle ricorrenze del Natale, della
Pasqua e del patrono san
Vicinio.
Don Enrico nella sua
lunga vita ha dignitosamente conservato per sé
tristezze e dolori, riservando agli altri eventuali gioie
e soddisfazioni. Ha voluto
vivere il suo sacerdozio con
piena e profonda convinta
fedeltà agli insegnamenti
ricevuti e alle promesse fatte; insegnamenti e principi
trasmessi con l’esempio
della sua vita.
Ci ha lasciato un testamento spirituale che è un
inno di ringraziamento al
Signore per le meraviglie
operate in lui e per i benefici ricevuti, implorando la
sua Divina Misericordia, e
raccomandando a noi di
conservare la fede. Ringrazia poi con riconoscenza i genitori.
Il suo corpo riposa a
Gaiarine in attesa della risurrezione.
Ora, caro don Enrico
guarda a noi. Dal paradiso
continua a benedirci e invoca per noi dal Signore e
dalla Madonna, nostra
mamma celeste, la loro
protezione.
Don Silvio Poloni
È MANCATO A 80 ANNI
Addio don Paolo,
pastore premuroso
U
n improvviso peggioramento delle
condizioni di salute, l’immediato ricovero la sera di
mercoledì 23 agosto all’ospedale di Conegliano e
dopo pochi minuti dal suo
arrivo don Paolo Casagrande spirava. Chiudeva
così la sua esistenza a 80
anni, aggravata ultimamente da una serie di sofferenze che aveva affrontato con la sua abituale serenità. Era dal 2000 a riposo nella casa per sacerdoti della Madonna di
Lourdes di Conegliano dopo aver lasciato il servizio
di cappellano all’ospedale
di Motta di Livenza. Un ictus lo aveva obbligato a lasciare questo compito e lo
aveva lasciato molto debilitato tanto che doveva sottoporsi a dialisi tre volte la
settimana. Durante questo periodo è stato amorevolmente assistito dal
fratello Augusto con la cognata Nives e dalla sorella Maria Teresa. Un
profondo affiatamento legava i familiari di don Paolo, anche perché egli aveva voluto con sé in canonica a San Michele di Feletto i genitori, diventando il punto di riferimento
e di incontro per i fratelli
e nipoti.
Don Paolo era nato a
San Giacomo di Veglia il
25 novembre 1925. Frequentò regolarmente il seminario di Vittorio Veneto
e fu ordinato sacerdote dal
vescovo Zaffonato. Dopo
il lungo servizio come
cappellano in diverse parrocchie, nel 1965 fu nominato parroco a San Michele di Feletto e là rimase per 27 anni, fino al 1992,
anche quando nel 1987 la
parrocchia fu soppressa
ed egli fu nominato parroco in solidum di Santa
Maria di Feletto con monsignor Nilo Tonon. Lasciò
San Michele per dedicarsi alla cura degli ammalati dell’ospedale di Motta di
Livenza nel 1992.
Ha lasciato un riconoscente ricordo a San Michele di Feletto e là i suoi
parrocchiani vollero che
festeggiasse il 50º di sacerdozio nonostante avesse già da qualche anno lasciata la parrocchia. Nel
suo testamento spirituale
con umiltà ha scritto: “Domando perdono ai parrocchiani che mi sono stati affidati se non ho sempre soddisfatto ai loro santi desideri e se non hanno
sempre visto in me il vero
loro padre spirituale”. Il fu-
I familiari ringraziano quanti hanno preso parte al funerale di don Enrico e di don Paolo.
Don Paolo Casagrande
nerale è stato celebrato
dal vescovo Giuseppe nella parrocchiale di San Giacomo e sepolto in quel cimitero.
Il ricordo della comunità di San Michele
di Feletto
“Don Paolo, ci piace
chiamarlo così in tono del
tutto familiare, è stato il
nostro pastore per ben 27
anni. Riteniamo che questo sia il vero momento
per dirgli il nostro grazie.
Ci perdoni, caro parroco,
se qualche volta non siamo stati capaci di vera sensibilità nei suoi confronti,
ma siamo certi che ancora una volta il suo cuore
diventa grande guardando le nostre debolezze.
Nella parrocchia di San
Michele, in questa piccola vigna che il Signore aveva consegnato alle sue
cure, egli si dedicò da subito con generosità alle varie attività pastorali, coltivando in modo particolare
la catechesi dei piccoli e
già da allora nutrendo attenzione per la catechesi
agli adulti. Era sempre attento nello svolgimento
della liturgia e aveva a cuore il canto sacro tanto da
istituire il primo coro parrocchiale, oggi Corale di
San Michele. Era suo desiderio tener viva la devozione popolare e la tradizione a cui la nostra gente
era legata e, come buon
pastore, soffriva quando
in alcune occasioni la partecipazione era debole. Era ben accolto nelle famiglie ed era particolarmente presente nelle situazioni di dolore. Oltre alla cura pastorale, con l’entusiasmo proprio della giovane età e l’ardore che lo
legava alla sua gente, diede avvio a momenti di socializzazione quale la corsa e gare ciclistiche che
ancor oggi vivono e crescono. Accanto a queste iniziative nacque la Pro San
Michele, un’associazione
di volontariato che nelle
feste patronali di San Biagio e San Michele, offre
momenti di aggregazione,
di festa, di gioia e di aiuto
alla parrocchia.
Grazie don Paolo, va in
pace!”.
e
L’AZiON
Chiesa
IL 5, 6 E 7 SETTEMBRE A SERNAGLIA
Catechesi, tre serate
con don Tonino Lasconi
D
on Tonino Lasconi, prete
della diocesi di
Fabriano ed esper to di
catechesi, ha ben capito
le regole della comunicazione moderna: sorprendere, dire una cosa
sola, creare emozioni,
semplicità ma non banalità. Per questo viene invitato in tutta Italia per
parlare di catechesi, tie-
ne un frequentato blog
sul sito delle edizioni
Paoline e i suoi libri, ne
pubblica a getto continuo, sono garanzia di
successo per le Paoline.
Grazie all’intraprendenza del parroco di Moriago don Dino Milanese, don Lasconi apre alla
grande l’edizione 20062007 della scuola di formazione cristiana pro-
mossa dalla Commissione catechesi della forania del Quartier del Piave. Sarà nel Quartier del
Piave, e precisamente
nella sala polifunzionale
del municipio di Sernaglia, le sere di martedì 5,
mercoledì 6 e giovedì 7
settembre. Nel corso
delle tre serate proporrà
un percorso sui soggetti
della catechesi: famiglia,
IL PROFILO DI LASCONI:
PARROCO, CATECHETA, DIVULGATORE
D
on Tonino Lasconi è sacerdote della diocesi di Fabriano-Matelica (An) dove ricopre molteplici incarichi: parroco di Santi Biagio e Romualdo e
San Venanzo Martire,
direttore dell’Ufficio catechistico diocesano,
membro del Consiglio
pastorale diocesano, assistente di Azione cattolica adulti. È autore di libri e collaboratore di ri-
viste specializzate di catechesi.
Ha al suo attivo diverse
pubblicazioni. Ecco alcuni titoli: “Doppio clic sulla
catechesi”, diretto a catechisti alla ricerca degli ingredienti necessari a rendere coinvolgente un incontro di catechesi; “La
domenica ai box”, testo
che raccoglie i commenti
ai vangeli apparsi sul sito
internet delle Paoline per
l’anno B; “Gesù, il grande
APERTO IL PROCESSO IN INDIA
Don Costantino
Vendrame beato?
D
on
Costantino
Vendrame potrà
essere beato. Si è infatti aperta con solenne cerimonia sabato 19 agosto a
Shillong in India la causa
di beatificazione per il sacerdote salesiano nato il
27 agosto 1893 a San Martino di Colle Umberto,
paese che onora il suo figlio dedicandogli la piazza
davanti alla chiesa e una
grande targa sul lato nord
del sagrato. Il processo
informativo si è aperto nel
nordest dell’India perché
lì don Costantino spese se
stesso come missionario,
dal 1924, nove mesi dopo
essere stato ordinato sacerdote, fino alla morte
nel 1957. Postulatore della sua causa di beatificazione è il salesiano feltrino don Enrico Dal Covolo, che ricopre lo stesso
ruolo anche per papa Luciani. Vicepostulatore è
don Barnes Lister Mawrie.
Tre sacerdoti diocesani
originari di San Martino,
cioè don Giovanni Dan,
rompi”, rivolto ai giovani che vogliono saperne
di più sulla vita di Gesù;
“Dove sei Gesù?”, proposta di animazione teatrale e musicale per i ragazzi e gli adolescenti; “Guida al
catechismo per l’iniziazione cristiana”, scritta con
l’intento di rendere la catechesi
“compagnia del
cammino”.
don Guerrino Pagotto e
don Tarcisio Bolzan, oltre
all’attuale parroco don Angelo Granziera, il 1º agosto hanno scritto all’arcivescovo di Shillong monsignor Domenic Jala promettendo di avviare a San
Martino, “ma speriamo
anche a livello diocesano”,
in coincidenza con il processo di beatificazione,
“catechesi, testimonianze,
preghiere” per ricordare
e far conoscere don Costantino. Degli scriventi,
l’unico ad avere questa
fortuna fu don Giovanni
Dan, che nel 1935 gli rivolse il festoso bentornato a nome della parrocchia. Fu l’unica occasione
in cui rientrò dall’India.
I quattro sacerdoti diocesani esprimono la loro
partecipazione spirituale
RITIRO DEI DIACONI PERMANENTI
Affronterà
i nodi del
catechismo
dei ragazzi
ragazzi e comunità. Inizio (puntuale!) alle 20.30.
«È un’occasione da
non perdere per tutti i catechisti della diocesi –
sottolinea don Andrea
Sech, responsabile dell’Ufficio catechistico diocesano –. Don Lasconi
af fronta il nocciolo della
sfida catechistica odierna: come mettere in comunicazione e relazione
ragazzi, famiglia e comunità. Da tempo la nostra diocesi sta riflettendo su questo tema».
Una cosa è cer ta: al
termine di ciascun incontro nessuno potrà dire di essersi annoiato,
perché lo stile di don Tonino Lasconi è rapido, incisivo, deciso, provocatorio, in sintonia con le
esigenze e
gli interrogativi delle
giovani generazioni di
fronte all’annuncio cristiano.
alla cerimonia di avvio del
processo: “insieme a voi –
scrivono ai diocesani di
Shillong – invochiamo il
Signore che voglia concedere alla chiesa di vedere
un giorno (don Costantino) innalzato alla gloria
degli altari, fulgido esempio di missionario, come
un redivivo Francesco Saverio dei nostri tempi”.
Tommaso Bisagno
13
COL VESCOVO A SANTA LUCIA
Festa del beato
fra Claudio
Q
uando l’indimenticabile papa Giovanni Paolo II ha beatificato fra Claudio, in quella
splendida mattinata piena
di sole del 20 novembre
1994, ne ha pure stabilito
il “dies natalis” nel giorno
2 settembre perché ogni
anno si possa celebrare la
festa liturgica del nuovo
Beato che “ricevette la prima educazione in una famiglia povera, duramente
provata, ma ricca di fede e
si distinse per la capacità
di cogliere la presenza di
Dio nell’arte, facendo della scultura un mezzo di evangelizzazione. Fra Claudio ha per gli infermi un
messaggio di condivisione
e di speranza e li invita ad
offrire le loro sofferenze
in unione al Crocifisso, per
il bene della Chiesa e del
mondo”.
La prossima ricorrenza
settembrina è la dodicesima memoria del santo frate-scultore del marmo, che
la diocesi vittoriese, la forania della Colonna e la
parrocchia di Santa Lucia
di Piave celebrano in unità
con Chiampo. Le celebrazioni iniziano venerdì 1º
settembre con la solenne
concelebrazione presieduta dal vescovo Giuseppe con i sacerdoti della forania La Colonna (alle
20.30); al termine verrà esposto il Santissimo per l’adorazione che si protrarrà
fino alle 8 di sabato (per
tutta la durata dell’adorazione sarà presente un
confessore). Sabato 2, festa del Beato, messe alle
8, 9.30, 11, 15 e 19. Domenica 3 è prevista una messa solenne alle 19 a conclusione dei festeggiamenti.
I fedeli che giungeranno a Santa Lucia avranno
modo di pregare dinnanzi
alla nuova statua del Beato collocata di recente nella piazza a Lui dedicata fin
dagli anni Cinquanta per
volontà di monsignor Vittorio Morando e del sindaco Riccardo Camerotto.
Per la canonizzazione di
fra Claudio, che ha conquistato la santità nell’amore e nel dolore, sono allo studio alcuni fatti straordinari documentati da importanti atti e attestati clinici.
Innocente Soligon
MONS. BAGNASCO NUOVO
ARCIVESCOVO DI GENOVA
I
l Papa ha nominato il
29 agosto monsignor
Angelo Bagnasco, finora Ordinario militare per l’Italia,
nuovo arcivescovo di Genova. Succede al cardinale Tarcisio Bertone. Dopo tre successori del cardinal Siri non
genovesi, torna così un genovese sulla cattedra di San
Siro. Monsignor Bagnasco
è nato a Pontevico (Bs), diocesi di Brescia il 14 gennaio
AZIONE CATTOLICA:
DALL’8 AL 10 IL CAMPANAC
S
Durante le ferie estive i diaconi permanenti hanno vissuto l’esperienza di un ritiro al santuario di Santi Vittore e Corona in Feltre.
Il nuovo vicario generale, monsignor Martino Zagonel, ha predicato gli esercizi spirituali sulla prima lettera di Pietro.
Nella foto i diaconi con le mogli, monsignor Zagonel e il vescovo Giuseppe.
Domenica 3 settembre 2006
i svolgerà nella casa Cimacesta di Auronzo il tradizionale week-end formativo per gli educatori e
animatori dell’Azione cattolica diocesana. Dalla serata di
venerdì 8 settembre alla mattinata di domenica 10 settembre i responsabili educativi dell’associazione si ritroveranno per approfondire la tematica del nuovo anno associativo alla luce del brano del Vangelo di Luca
“Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.
La giornata di sabato vedrà i partecipanti impegnati
nell’approfondimento dei singoli cammini (Acr, Giovani, Adulti) e nella riflessione sulle linee metodologiche
che sostengono il cammino di formazione degli educatori (cammino Red), mentre la mattinata di domenica
sarà dedicata alla rilettura attualizzata del Vangelo di Luca “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.
Informazioni e iscrizioni all’Ufficio diocesano dell’Azione cattolica telefono 0438-57835.
1943, da genitori sfollati per
la guerra. La famiglia è rientrata quasi subito a Genova,
dove il 29 giugno 1966 Angelo viene ordinato sacerdote. Si laurea in Filosofia
all’Università statale nel
1979. Monsignor Bagnasco
ha ricoperto diversi incarichi a livello diocesano e regionale. Dal 1995 al 1997 è
Vicario episcopale a Genova. Il 3 gennaio 1998 è nominato Vescovo di Pesaro e
l’11 marzo 2000 Arcivescovo
metropolita. Il 20 giugno del
2003 è nominato Arcivescovo ordinario militare per l’Italia. Dal 2005 è Segretario
della Commissione Cei per
la cultura e le comunicazioni sociali.
14
e
L’AZiON
Chiesa
Domenica 3 settembre 2006
OGGI Domenica
Agenda
del Vescovo
IL VESCOVO COMMENTA IL VANGELO
L’igiene del cuore
Domenica 3 settembre - 22ª
del tempo ordinario - anno B
Dt 4, 1-2. 6-8; Sal 14; Gc 1,
17-18. 21b. 22. 27; Mc 7, 1-8.
14-15. 21-23
I puri di cuore abiteranno nella casa del Signore
Seconda settimana del Salterio
C’
è un’abissale differenza fra religiosità ritualistica e vita di fede. La
pagina del Vangelo di Marco offerta dalla liturgia della 22ª domenica
del tempo ordinario ne affronta la
problematicità.
Non c’è dubbio che una religiosità rituale, sostanzialmente formale ed esteriore, è più appetibile e abbordabile di una vita di fede. Per così dire è più popolare. A portata di
tutti. La religiosità rituale infatti si
appaga di osservare alcune pratiche imposte da leggi umane e da
tradizioni consolidate che danno
l’imprinting ad un vivere sociale. Di
fatto però la persona non viene intaccata nelle profondità del suo essere, del suo pensare, amare e decidere liberamente.
Simbolo di tale religiosità, come
Proponiamo una lettera
aperta pubblicata sull’ultimo numero del
mensile “Vita pastorale”. Contiene alcune
provocazioni rivolte ai
vescovi italiani e offre lo
spunto per un confronto con i pastori in vista
dell’ormai prossimo
convegno ecclesiale di
Verona.
C
aro vescovo, sono
stato per troppi anni a guardare dalla finestra
per vedere che cosa facevi, ti vedevo sempre assorto nei tuoi pensieri, vestito
un po’ strano, sempre circondato da qualcuno. Leggo qualche volta di voi sui
giornali che ci regalano
per strada. Oggi però mi
faccio coraggio e rompo gli
schemi, perché ti ho sentito parlare, ti ho visto da vicino: le tivù non hanno più
riguardo per niente, ti hanno messo in mostra pezzi
di viso, le rughe, ma anche
un volto sereno, una parola franca, una grinta che
sotto i tuoi vestiti paludati
viene ingessata.
Allora sento di avere davanti un uomo come me
che però parla di Dio. Ho
bisogno di speranza, attorno a me ce n’è una sete
grandissima. Non continuare a dirmi che siamo
nei peccati, che siamo materialisti, che ci costruiamo
un Dio a nostra misura. È
rileva Marco, erano i Farisei e gli
Scribi del tempo di Gesù. Facendo
perno su se stessi, di cui avevano un
alto concetto, proverbialmente superbo, consideravano le stesse tradizioni dei Padri motivo di vanto e
di ostentazione, e non una ragione
di conversione a Jawhè. Di conseguenza Gesù non teme di smascherarne la non autenticità religiosa: “Bene ha profetato Isaia di
voi, ipocriti, come sta scritto: Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando
dottrine che sono precetti di uomini”.
La vera religiosità, quella in Spirito e Verità, è data invece dalla adesione a Dio con una fede limpida
e sincera. Una adesione che ha le
sue radici nell’interiorità dell’uomo.
È proprio nell’interiorità che Gesù segnala il terreno in cui mette
radici ogni genere di albero da frutto spirituale (l’immagine è di Gesù
stesso: cfr Mt 7, 17), sia in male che
in bene.
La religiosità autentica esige la
disponibilità a lasciarsi purificare il
cuore da tutte le possibili contaminazioni che espongono l’interiorità
a costante rischio di infarto spiri-
tuale. In particolare, Marco ne segnala dodici: “Dal di dentro di noi,
cioè dal cuore degli uomini, escono
le intenzioni cattive: prostituzioni,
furti, omicidi, adulteri, cupidigie,
malvagità, inganno, impudicizia, invidia, calunnia, superbia, stoltezza”.
Davvero c’è bisogno ogni giorno
di una igiene del cuore, affidata all’azione dello Spirito.
Almeno un messaggio per le famiglie e le comunità cristiane. In un
clima culturale che privilegia l’esteriorità, le apparenze, la bella figura… occorre del coraggio per andar controcorrente. Mettendo al
centro di un percorso formativo,
senza sosta, l’attenzione all’interiorità per poterla coltivare al meglio,
tenendola disinfestata, anche grazie alla Confessione sacramentale,
gioiosamente e assiduamente cercata, dalle provocazioni che ci assediano ogni giorno, anzi, giorno e
notte, magari con l’imperversare di
certi siti mass mediatici che mirano proprio ad intorbidare l’interiorità.
L’igiene del cuore è il fior fiore
dell’amore alla propria persona.
+ Giuseppe Zenti
Domenica 3 settembre: Celebra la Messa a Pieve di Soligo (ore 10.45).
Martedì 5: Incontra i sacerdoti della forania di Conegliano.
Giovedì 7: In vescovado incontra i vicari foranei e i
vicari episcopali (ore 9.30). Celebra la Messa a
Parè (ore 20.30).
Venerdì 8: Celebra la Messa a Torre di Mosto (ore
18.30).
Domenica 10: Celebra la Messa al Piccolo Rifugio di
Vittorio Veneto (ore 10). A Santa Maria delle
Grazie in Conegliano presiede il rito d’ingresso del nuovo parroco (ore 18.30).
NOMINE
I
l vescovo Giuseppe ha disposto le seguenti nomine:
Mons. Guerrino Pagotto: Vicario episcopale per
il clero anziano, è nominato anche Arciprete di Ogliano e Parroco di Scomigo;
Mons. Antonio Moretto: Canonico Onorario del
Capitolo della Cattedrale, è nominato Moderatore-Parroco “in solidum” delle parrocchie di Vidor e Colbertaldo;
Don Marco Zarpellon: già Vicario parrocchiale di
Ceggia, Fossà e Grassaga, è nominato Parroco “in solidum” delle parrocchie di Vidor e Colbertaldo e ViceDirettore del collegio vescovile “Balbi-Valier” di Pieve
di Soligo;
Mons. Marco Pizzol: Canonico Onorario del Capitolo della Cattedrale, è nominato Moderatore-Parroco “in solidum” delle parrocchie di Codognè, Roverbasso, Cimavilla e Cimetta;
Don Michele Maiolo: già Vicario parrocchiale della parrocchia del Duomo di Oderzo, è nominato Parroco “in solidum” delle parrocchie di Codognè, Roverbasso, Cimavilla e Cimetta;
Lettera ai vescovi
di un pendolare
vero, ma sono frasi che nascondono solo il bisogno
di una grande speranza.
C’è gente disposta ad ascoltare, a mettersi in
cammino. Siamo stanchi di
stare a litigare per gli euro
che mancano sempre; ci
fanno credere che i problemi più veri sono i Pacs,
le coppie omosessuali, le
staminali. Saranno battaglie belle, ma guardaci negli occhi e vedi che sono
solo pezzi di carta velina
che ci mettiamo davanti
per nascondere il bisogno
di Gesù. Ho bisogno di un
vescovo che mi dica dove
sta Gesù, che mi insegni
dove lo posso contemplare, dove posso trovare veramente la sua parola, non
le sue contraffazioni o adattamenti.
Sono entrato nella tua
cattedrale: che bellezza ha
saputo esprimere la gente
che mi ha preceduto! Che
messaggio di vita! Che storia, che cattedra di speranza ha saputo distribuire
lungo tutte le navate! So
che tu sei concretamente
per me l’ultimo anello di una catena di speranza che
ci collega direttamente al
nostro Signore Gesù, che
sei pastore di una comunità che ti ascolta, ti ama,
prega sempre per te. Odo
risuonare il tuo nome in
tutte le chiese. Ma allora
sei una guida, sei una forza, sei davvero un pastore
che va a prendere le sue
pecorelle dovunque. Non
stai solo con le novantanove, ma esci anche per me
e per quelli che come me
prendono tutti i giorni un
treno per andare al lavoro,
che stanno lontani da casa
tutta la settimana in una
sorta di deserto assetato,
che ti vedono solo alla cresima del figlio di qualche
amico.
So che hai tanti preti
con te, che ti vogliono bene, che ti seguono e che ti
ascoltano. Allora, perché
non può essere ancora più
convincente la speranza
che porti? Perché non riusciamo io e i miei amici a
vedere che c’è un popolo
che cammina unito a te,
che ha una meta, che sa di
poter contare su un Dio
che abita tra di noi, che non
si stanca di convocarci
quando torniamo a casa.
Oso troppo se ti chiedo
di giocare coi tuoi preti, di
cantare con loro, di stare
tra la gente a farci sentire
la tenerezza e la speranza
di Dio?
Vi vedremo tutti a Verona con quegli strani cappelli che vi mettete in testa
quando state col Papa, è un
bel colpo d’occhio. So però
che sotto c’è una persona
innamorata di Cristo e dietro tutta la sua comunità
che si carica sulle spalle le
ansie e le gioie di tutti noi
e spero anch’io, sicuro della tua guida coraggiosa e
profetica, di poter imboccare la strada giusta della
vita.
Un pendolare che sta
ancora alla finestra
Don Mosè Furlan: già Assistente religioso all’ospedale civile di Vittorio Veneto, è nominato Parroco
“in solidum” delle parrocchie del Duomo e di Costa di
Conegliano;
Don Federico De Bianchi: già Vicario parrocchiale della parrocchia del Duomo e di Costa di Conegliano, è nominato Assistente religioso all’ospedale
civile di Vittorio Veneto;
Don Fabio Soldan: Delegato vescovile per la Pastorale giovanile e Vicario parrocchiale della parrocchia della Cattedrale, è nominato anche Vice-Direttore del collegio vescovile “Dante Alighieri” di Vittorio
Veneto;
Don Andrea Dal Cin: già Vicario parrocchiale della parrocchia Madonna delle Grazie in Conegliano, è
nominato Animatore del Seminario Minore e Assistente
diocesano dell’Azione cattolica ragazzi.
BENVENUTO MATTEO!
B
envenuto Matteo!
Domenica 6 agosto a Vittorio Veneto è nato Matteo Citron, figlio di Federico, redattore de
L’Azione, e di Mariapia Carnelos, e fratello di Samuele, 6
anni, e Leonardo, 3
anni.
Matteo alla nascita pesava 2,9 kg ed ora cresce giorno dopo giorno.
A Federico e a tutta la famiglia le felicitazioni di tutta L’Azione.
Curiosando
Domenica 3 settembre 2006
MONTAGNER,TALENTUOSA PALLAVOLISTA IN SERIE B/2,
LAVORA COME POSTINA A SANTA LUCIA DI PIAVE
Volley e... posta per Maria
I
l fisico c’è, la grinta anche, l’esperienza non le
manca, e dalla famiglia
di spor tivi dalla quale
proviene ha sempre ricevuto il sostegno necessario. Ecco Maria
Montagner, 28 anni, di
Fossalta Maggiore, autorevole rappresentante della pallavolo triveneta, con esperienze
anche in serie A. Appena conquistata, sempre
da titolare, la serie B/1
con la Peressini Pordenone, ha appena intrapreso una nuova avventura a Treviso con la
Marchiol Villorba in
B/2. «E se contribuirò a
por tare anche questa
squadra in B/1 mi riter rò davvero soddisfatta» af ferma Maria.
Parla tenendo d’occhio
l’orologio, perché deve
cor rere all’allenamento. Maria è riuscita a
conciliare la sua passione per lo spor t, che
richiede però anche
tanto tempo e sacrifici,
con il lavoro.
«Sono postina di ruolo e sono davvero contenta. Lavoro a Santa
Lucia di Piave, mi sono
ambientata bene. Questa professione mi lascia il tempo per recarmi agli allenamenti alla
sera. Ho fatto anche
l’impiegata, ma non riuscivo a conciliare gli
impegni» racconta. «Ho
iniziato a giocare a O-
Settanta vi pascolavano allegramente le vacche. Nel
1973, don Carlo Dal Pont,
divenuto arciprete di San
Cassiano di Livenza, chiese ed ottenne l’affidamento e la gestione della chiesetta. Nominato un apposito comitato, intitolato a San
Marco, si procedette a vari interventi
conservativi. Il più radicale si è concluso in primavera sfruttando finanziamenti regionali che hanno permesso di contrastare l’umidità e valorizzare l’aspetto esteriore della chiesetta.
Fra gli altri particolari degni di nota,
spiccano due lapidi murate al suo interno. La prima, in latino, è la pietra
tombale fatta scolpire dall’ultimo proprietario Mazzoleni, Fabio, medico e
fisico, morto in odore di magia nel 1642
(vi si legge, tra l’altro: “Per quanto riguarda Pallade, ahimè troppo infelice
poiché ho saputo conoscere Ippocrate, seguii felicemente lui solo”). La
seconda è della famiglia
ebraica
Morpurgo la quale,
grata alla curia concordiense per averla salvata dalla deportazione, donò riconoscente le proprietà in Villa Varda.
Giacinto
Bevilacqua
La chiesetta di Villa Varda
derzo quando avevo 14
anni, perché mi ero appassionata alla pallavolo vedendo la serie di
car toni animati “Mila e
Shiro, due cuori nella
pallavolo”. Poi mi ha
cercata la squadra di Cimadolmo. La mamma
mi accompagnava agli
allenamenti, con grandi sacrifici. Poi sono
passata a San Donà e lì
sono rimasta per quattro stagioni, passando
dalla B/2 alla B/1. Sono
È
tornata all’antico
splendore la chiesetta di Villa Varda. L’edificio
sacro, incastonato nel maestoso parco che si estende
fra San Cassiano di Livenza
e Brugnera, è cointitolato alla Madonna del Carmine e
a San Marco. Eretto nel corso del Cinquecento dai nobili Mazzoleni, proprietari
terrieri provenienti dal Bergamasco, successivamente
passò più volte di mano, finendo in dono al seminario
di ConcordiaPordenone al
termine della
seconda guerra mondiale.
Si aprì, allora,
per la chiesetta e per il parco di Villa Varda un periodo
di profondo
degrado, a tal
punto che fino agli anni
DA PRELIBATI CAVOLI
I crauti della
tradizione cimbra
S
ul Cansiglio, a Pian
Osteria, a Campon,
ma anche a Vallorch, antichi villaggi dei Cimbri, si
coltivano ancor oggi dei
grandi e begli orti di cavolo
cappuccio, adoperato un
tempo per preparare i crauti. Quassù, in un clima fresco e in un terreno pressoché incontaminato, prosperò (e prospera ancora),
in particolare, la qualità
“Brunswick”, di grande resa, per lo più a forma di
grossa palla appiattita, e appunto adatto alla trasformazione in crauti. “Di crauti, in autunno – scrive Mario
De Nale in Cansiglio “Terra Cimbria” – ne preparavano a quintali: i cavoli cappucci prodotti negli orti erano tagliuzzati con un apposito attrezzo, fino a raggiungere la forma di picco-
A ORSAGO LE È STATA INTITOLATA UNA STRADA NEL 1995:
Lona Grando, la tedesca che nascondeva in casa i partigiani
«M
ia madre è nata il 7 gennaio 1898 a Monaco di Baviera». Così Anita Grando,
nella casa che fu riparo per molti par tigiani della zona durante la seconda guerra mondiale, inizia a raccontare la vita di Apollonia, detta Lona, Burger. «Figlia di un geometra statale, studiò in un collegio signorile internazionale a Monaco. In quel periodo la colpì il fatto che due sue
compagne di corso italiane fossero le ragazze a
sof frire maggiormente per la lontananza da casa; da allora decise che sarebbe andata in Italia.
Erano anni duri, ma finiti gli studi, nel 1923 a 25
anni, colse l’oppor tunità di trasferirsi a Mestre
in casa del medico Guido Bergamo come istitutrice dei suoi tre figli e quando venne esiliato in
Egitto si trasferì presso i Conti Frava a Treviso».
Nel 1928 in treno, di ritorno da un viaggio a Venezia, incontrò quello che anni dopo sarebbe diventato suo marito, Giuseppe Grando di Orsago.
Qualche mese dopo Lona decise di tornare in
stata convocata in serie
A a Bassano, ma un’operazione al ginocchio
non mi ha permesso di
tenere un ritmo serrato
di allenamenti. Mi sono
trasferita a Conegliano,
sempre fra la B/1 e la
B/2, quindi per altri tre
anni sono tornata a San
Donà da capitano. La
stagione 2005-2006 l’ho
trascorsa a Pordenone,
conquistando la promozione in B/1. Ora Villorba è una nuova avventura».
Maria Montagner, figlia del cicloamatore
Gimo, ha lo spor t nel
sangue. «Mio padre ha
imposto a me e a mio
fratello la pratica di uno spor t, fin da piccoli.
Ho praticato ciclismo,
nuoto, e infine mi sono
appassionata alla pallavolo, grazie ai car toni
animati. Ho ottenuto
più di quello che mai avrei sperato, compresa
la serie A. Ho vinto tanti premi ed ora spero, a
Villorba, di conseguire
la quar ta promozione
consecutiva».
Giuseppina
Piovesana
L’atlante dei sapori
VENNE COSTRUITA NEL ’500
La bella chiesetta
di Villa Varda
La fossaltese Maria Montagner
15
Germania. «Il 9 settembre dello stesso anno mio
padre e mia madre si incontrarono a Bolzano, si fidanzarono e l’anno successivo si sposarono. Andarono a vivere a Conegliano e poi ad Orsago nel
1937». Quando nel 1943 il marito morì, Lona, con
due figlie a carico, Anita e Carla, continuò il lavoro del marito, rappresentante di calzature. «Nel
1944, quando un comando tedesco si installò ad Orsago nella casa della signora Pace (oggi Oratorio
Pace), chiesero a mia madre di collaborare come
traduttrice; dopo il rifiuto iniziale decise di sfr uttare l’occasione per aiutare il paese. Qualche tempo dopo dal comando tedesco di Treviso minacciarono che se fosse successo qualcosa in zona la
prima casa ad essere br uciata sarebbe stata la nostra» racconta Anita. Nonostante questo, Lona continuò a lavorare al comando di Orsago come interprete aiutando chi cercava lavoro per salvarsi dalla depor tazione. Riuscì a far liberare condannati,
par tigiani imprigionati come Giulio Mazza, staf-
La huta cimbra del Cansiglio
le lasagne; quindi venivano
pressati a mano in capaci
mastelli con l’aggiunta di
frequenti manciate di sale.
Il tutto era poi coperto da uno strato di foglie gregge di
cavolo, sormontate da un
pesante sasso, per far uscire l’acqua prodottasi durante la fermentazione. Era
questo un sistema sconosciuto o poco in uso nei dintorni, dove si diceva, peraltro erroneamente, che i
Cimbri mangiavano verze
marce”. Era (ed è) norma
levare dopo qualche giorno
con un grosso mestolo tutta la salamoia venuta a galla, badando però che il “coperchio” rimanga sempre
bagnato. I crauti sono pronti all’uso dopo un mese o poco più. La più nota ricetta è
senz’altro la “SauerKraut”.
Per cominciare, si dissalano per bene in acqua fredda i crauti appena tolti dal
mastello di legno, dopo di
che si mettono sul fuoco per
almeno 3-4 ore con cipolla e
grasso di maiale, facendo attenzione che siano sempre
ben ricoperti di brodo. A
piacere, si può anche unire
un buon bicchiere di Prosecco, ma tranquillo. C’è, infine, il cavolo cappuccio da
fare crudo in insalata, a striscioline sottili, accompagnate, sempre se piace, da
senape e acciughe. I cavoli
cappuccio del Cansiglio si
distinguono in particolare
per la fragranza e l’assoluta
mancanza di legnosità nel
cuore della “palla”, e ciò in
virtù delle temperature gentili fra le quali sono nati e
cresciuti.
Mario Sanson
fetta par tigiana, per una settimana nascose
in casa il par tigiano Nino Pradella. «Nel clima
di guerra di quel tempo
era spontaneo darsi da
fare per qualcun altro,
erano periodi di rastrellamenti e in molti
si nascosero in casa nostra». Il 25 aprile 1945
Lona par tecipò alla riunione a Cordignano tra
par tigiani e tedeschi e La coraggiosa Lona Grando, protagonista
con Giuseppe Giust
della Resistenza nell’Orsaghese
“Vitas”, trattò la resa
tedesca. «Poi il paese
si è dimenticato di lei» dice Anita. «Nel 1980,
due anni prima della sua scomparsa, le è stato
assegnato il Cavalierato della Repubblica e, grazie a Giuseppe Giust, il 15 ottobre 1995 le è stata intestata una via ad Orsago».
Erica Bet
A PALAZZO SARCINELLI
Espone Lino
Dinetto
D
opo l’omaggio a
Giorgio Celiberti,
è in arrivo a Conegliano,
grazie all’associazione
culturale onlus “Prospettive”, un’altra mostra dedicata ad un maestro dell’arte contemporanea. Si
tratta di “Elegantia”, esposizione di quadri e disegni di Lino Dinetto. Dal
9 settembre al 22 ottobre
opere, anche inedite, di uno degli esponenti di punta del Colorismo veneto,
saranno ospitate nella galleria d’arte moderna e
contemporanea di palazzo Sarcinelli. La mostra offre una panoramica degli
ultimi vent’anni dell’attività artistica di Dinetto,
quarantaseienne padovano di nascita ma trevigiano di adozione, attraverso oli di paesaggi, nature
morte, figure e disegni tra
i quali i bozzetti preparatori all’opera di decorazione eseguita nella cappella di Santa Chiara nella basilica di Sant’Antonio
a Padova. «La vocazione
di palazzo Sarcinelli è una vocazione nazionale e
internazionale, acquisita
ospitando negli anni passati eventi di grande qua-
COLLALTO: Libro
di Menegon
S
arà presentato venerdì 8 settembre il
primo romanzo del suseganese Antonio Menegon,
collaboratore de L’Azione,
intitolato “Una vita a Collalto”. Il libro, attraverso la
ventina di racconti dei quali è composto, fotografa la
storia di Collalto dal secondo dopoguerra ad oggi, con
le trasformazioni dell’economia, della società e della
famiglia, riprendendo nel
contempo riti, usanze e vecchi mestieri ormai andati
quasi del tutto scomparendo. L’appuntamento è alle
20.45 nel borgo medievale
di Collalto.
SALAM
Maltese a
Sacile, musica
zingara a
Stevenà
P
“Le amiche”, olio su tela di Dinetto
lità» ha puntualizzato
Francesco Di Leo, presidente di “Prospettive”.
«Questa vocazione va tenuta presente e va potenziata. “Prospettive” si candida pertanto a riprendere la tessitura di un percorso di valorizzazione da
condurre in partnership
con il Comune e con le altre istituzioni che hanno
a cuore la crescita culturale della nostra città, della nostra provincia e della nostra regione». La mostra sarà inaugurata venerdì 8 alle 18 con gli interventi dei critici d’arte
Giorgio Segato e Franco
Batacchi e la lettura di
poesie di Francesco Crosato ispirate a opere di
Dinetto. (GB)
rosegue
“Salam
shalom”, la manifestazione itinerante di incontri dedicati alla pace e
alla multiculturalità. Questa settimana sono due gli
appuntamenti in territorio
diocesano. Venerdì 1 settembre, alle 21 nell’ex
chiesa di San Gregorio a
Sacile, sul tema “Contro il
patriottismo“ interverrà il
noto giornalista Curzio
Maltese. Domenica 3 toccherà a Stevenà di Caneva
ospitare un incontro di
“Salam shalom”. Alle 21 a
villa Frova risuoneranno
musiche dalle province
zingare d’Italia con l’Acquaragia Drom, uno dei
gruppi storici della musica
popolare italiana. Uno
spettacolo divertente e vibrante che saprà coinvolgere il pubblico nel vortice dell’originalissimo stile
zingaro italiano forgiato
dal gruppo, fondendo assieme le tammurriate dei
Sinti del Vesuvio, le canzoni e le serenate dei parenti Rom molisani, le tarantelle dei Musicanti Calabresi e del Salento, le serenate dei Camminanti Siciliani e vario swing e ritmi ballabili. (MPA)
ODERZO: Venerdì 8 Antonio
Lubrano racconta Mozart
N
ell’ambito del XIV
Festival Opera in
piazza venerdì 8 settembre sarà a Oderzo Antonio Lubrano (nella foto).
Presso la piazza del Foro
Romano alle 20.30, infatti,
il popolare giornalista ed
esperto di lirica “racconterà” Mozart. Su musiche di Wolfgang Amadeus Mozart ed altri autori, si esibirà l’Orchestra da camera
“Gruppo d’archi veneto” diretta da Alberto Vianello
con Maria Grazia Patella come solista. La serata, tenuta da una delle più alte scuole d’archi del Veneto,
si inserisce nelle manifestazioni che tutto il mondo sta
tributando a Mozart nel 250° della nascita. L’ingresso è libero, il ricavato sarà devoluto in beneficenza all’Associazione sclerosi tuberosa. In caso di maltempo lo spettacolo si terrà al teatro Cristallo. (GB)
FESTIVAL ORGANISTICO INTERNAZIONALE: Dal 10
settembre è festa per gli organi di Marca
R
iparte il 10 settembre
il XVIII Festival organistico “Città di Treviso”. È un
ricco cartellone autunnale
quello proposto dal Comitato
promotore prevedendo una
trentina di concerti, dodici dei
quali si terranno a Treviso e
altri quattordici in vari comuni della Marca. La novità di
quest’anno è che il prologo si
terrà lontano dal Trevigiano:
il 3 settembre nella chiesa di
Santo Stefano di Maiolati
Spontini (Ancona) con il musicista Luca Scandali. Sono
quattro, invece, gli appuntamenti sul territorio diocesano: il 28 settembre con Andrea
Cipriani all’organo Pugina della parrocchiale di San Polo di
Piave; il 5 ottobre con Mario
Penzar, direttore artistico del
Festival di Umago, all’organo
Zanin della chiesa di San Pio
X a Conegliano; il 14 ottobre
con lo spagnolo Andres Cea
Galan nella chiesa parrocchiale di Tezze di Vazzola; il
21 ottobre con lo svizzero Tobias Willi all’organo Zanfreta
dell’arcipretale di Santa Lucia
di Piave. Il Festival, inoltre, ha
bandito un concorso per l’assegnazione di due premi a tesi di laurea. (GB)
All’interno
di
“Artigianato
Vivo”
l’intenso
omaggio
al compianto
artista
di Follina
S
ono passati otto
anni dalla morte
di Sandro Nardi,
ma la sua eredità artistica
riesce ad emozionare ancora come quando le sue
pitture uscivano fresche
dal suo laboratorio di Follina. Le opere esposte nei
locali della Loggia di Cison
di Valmarino, in occasione
della XXVI rassegna di Artigianato Vivo, scelte fra le
numerosissime che compongono la sua produzione, continuano a sorprendere.
“I colori dell’inconscio”
– così è stata titolata l’esposizione – sono rappresentati da una serie di dipinti che sommano insieme più epoche diverse e inevitabilmente rimandano
all’essenza di un “lavoro”
che fu per Nardi la vita
stessa. «Vivere per creare
e creare per vivere» diceva
il pittore, e in questa sua affermazione c’era il programma delle sue aspirazioni, ma prima, forse, una
spinta insopprimibile, intimamente indecifrabile, a
fissare nelle tele il frutto di
ricerche interiori, di meditazioni, di visioni, di colpi
d’occhio improvvisi rubati
alla realtà e rivisitati per diventare creature artistiche. Colori, forme, spazi e
linee usciti da un coacervo
di emozioni suscitate ora
dagli sguardi sulla natura,
straordinaria per lui vissuto all’ombra dei pendii
prealpini, ora sugli uomini,
di cui conosceva da attento ascoltatore le inquietudini, ora su se stesso, sempre proteso a cogliere il
nocciolo sconosciuto degli
elementi. Emozioni venute da lontano, da quando,
bambino, chiedeva carta e
pastelli per giocare quei
giochi fantasiosi che già lo
spingevano a inventare: abbozzi multicolori di un
mondo da esplorare, che
lo avrebbero portato a diventare più tardi un pittore apprezzato dalla critica
e amato dai cultori d’arte.
È il pittore dei cavalli stilizzati e silenziosi, delle
crocifissioni proiettate all’insù come grida di dolore
verso l’infinito, degli elementi dissociati negli spazi aperti, degli ingranaggi
meccanici a stigmatizzare
pericolosi tempi moderni,
dei volti squadrati dalle palpebre chiuse e buie, delle
case trasparenti di qualche
città invisibile, di strutture
geometriche curiosamente unite e separate da contorni neri. È il pittore di “una luce” che tarda a venire,
ma arriva da chissà quale
“sonno” o “deserto” e stupisce. Così come Andrea
Zanzotto, che gli fu amico,
in una lontana poesia composta nel 1951 per lui, scrisse: “Ma dal deserto o dal
sonno sussulti / tu, luce,
tu mondo in ascesa”. Proviamo ad immaginare allora quali tortuosi sentieri
abbia dovuto percorrere
questa luce per trasformarsi in tante coinvolgenti policromie e innalzarsi fino a trovare, scoperta e decisiva, i luoghi della pittura vera. Forse dovette farsi largo tra i grovigli di un
malessere interiore, prendere a prestito i guizzi lasciati di giorno dai sogni
notturni, tornare a toccare
profondi meccanismi sopiti, leggere antichi geroglifici scolpiti dentro dalla vita e infine tradurli, liberare i “colori prigionieri” fermi come “forme inclinate a
un torbido crepuscolo” e
dare nuovi verdi al “verde
che greve (ti prostri) si
prostra a monti e a piogge”, porgere forme inedite a “case segrete” come
“gemme di pietra”. Furono
le strade tormentate che
presero avvio dagli inconsci dell’artista e si scontrarono con quelle visibili del
concreto guardato e amato. I risultati sono toccabili, evidenti nella loro bellezza.
Elvira Fantin
LA SCHEDA
Sandro Nardi nacque a
Follina nel 1915. Nel
1940 si diplomò all’Accademia di Belle Arti a Venezia con la massima votazione e il premio universitario delle
Tre Venezie. Arruolatosi come volontario durante la seconda guerra mondiale, dopo l’Armistizio si fece partigiano venendo imprigionato dai nazisti. Dopo aver presieduto il
Comitato di liberazione
nazionale di Follina, nel
1945 divenne sindaco
di Follina, mantenendo
la carica per un decennio. Dopo aver esposto
in più Paesi del mondo, nel 1970 venne insignito del Cavalierato
per meriti artistici. Si è
spento nel 1998.
Domenica 3 settembre 2006
ILLUSTRATO
DAL PROF. CUSCITO
A SAN MARTINO DI COLLE UMBERTO
Festival internazionale
del teatro di figura
U
n’invasione di
pupazzi e burattini a San Mar tino di
Colle Umberto. Debutta martedì 5 e prosegue
fino al 10 settembre,
nella splendida cornice
di borgo Mescolino, il
Festival internazionale
del teatro di figura, burattini e marionette,
manifestazione ormai
giunta alla sua VII edizione. Una full immersion di sei giorni nell’incantato mondo dei
burattini, organizzata
dal Comune di Colle
Umberto in collaborazione con la Pro loco,
le associazioni “Il piccolo principe” e “Istadea” e la Provincia di
Treviso, con il patrocinio della Regione.
Un ritorno attesissimo
da grandi e piccini per
una manifestazione che
anche quest’anno omaggia Fausto Braga, il
famoso burattinaio che
lavorò a San Mar tino
dopo la Grande Guerra.
Ad inaugurare la rassegna il giorno 5 alle 21
al teatro Tenda è lo spettacolo “Il maestro rac-
CENEDESE:
I Battuti
D
opo la pausa agostana, riprendono gli
incontri della serie “Musei
d’estate”. Gli ultimi due appuntamenti alle 17 con il ciclo curato dall’Associazione
culturale “Sintesi&Cultura”
sono in programma le prossime due domeniche. Domenica 3 al Museo del Cenedese il tema trattato sarà
“La Confraternita dei Battuti”, il 10 al Museo della Battaglia si parlerà di “Alla scoperta della Loggia di Ceneda”. (GB)
conta” del Ttt Puppet
Theatre, a ingresso libero. Mercoledì 6 al
Tenda è la volta di “Varietà”, di Le marionette
dei Podrecca, con ingresso 4 euro, mentre
giovedì 7 alle 18 al Tenda c’è “Il guardiano dei
porci” de La capra ballerina, alle 20.30 “Santi
e briganti” della Compagnia dei Fracanappi e
alle 22 al Tenda Gigio
Brunello propone “Beati i perseguitati a causa
della giustizia perché di
essi è il regno dei cieli”.
Venerdì 8 alle 18 Il Laborincolo presenta “La
principessa di Cina e l’eroe sulla bottiglia”, alle
20.30 in piazza c’è “L’albero magico. Una fiaba
INTORNO A DA PONTE
S
i conclude con la seconda e ultima serata di
giovedì 7 settembre il miniciclo “Intorno al melograno. Parole e suoni intorno a Lorenzo Da Ponte”.
Dopo la prima serata in cui il professor Aldo Toffoli ha tracciato i legami fra Da Ponte e la natia Ceneda, giovedì sarà la volta di un incontro completamente
musicale. Alle 20.30 al Museo del Cenedese a Vittorio Veneto Adriano Tomaello, Elena Modena e Ilario
Gregoletto interpreteranno lo spettacolo “Deh, vieni alla finestra”, percorsi d’amore su testi di Lorenzo Da Ponte e musica di Wolfgang Amadeus Mozart.
Durante la serata, resa possibile dalla collaborazione tra l’associazione “Sintesi&cultura”, il Comune di Vittorio Veneto e la Provincia, sarà possibile visitare gratuitamente il Museo del Cenedese. (GB)
MOSTRE
VENEZIA Si inaugura venerdì 1 settembre alle 18 a palazzo Fortuny la mostra di Ida Barbarigo “I terrestri”. Orario
(fino al 19 novembre): martedì-domenica
10-18. Il biglietto consente la visita anche alla mostra “L’occhio di Fortuny. Panorami, ritratti e altre visioni” al primo
piano del museo. Biglietti: 4 euro, ridotti 2.
CONEGLIANO Si inaugura sabato 2
alle 19 all’oratorio dell’Assunta in piazza Cima il progetto artistico “Immagina”
curato dal gruppo pittori “Caffè al teatro”. Presenta il professor Lionello Zanco.
Orari (fino al 10 settembre): feriali 1620, sabato e domenica 10.30-12.30 e 1620.
CONEGLIANO Fino a domenica 3 settembre alla galleria “L’officina dell’arte”,
è aperta la collettiva d’estate con quadri di De Marchi,
Barro, Berra, Casciani, Cefali,
Codognotto, Giacetti, Lauffs Aracri, Picco, Poloni, Schurch-Michelin e
Schweiger. Orario: venerdì 9-12 e 15-19,
sabato e domenica 10-12 e 17-19.
PORTOBUFFOLÈ Apre sabato 9 alle 18 a Casa Gaia da Camino la mostra
“Nord-Est: artisti a confronto” allestita
dal Cic Fiera Santarosa e dall’Avis Portobuffolè e curata da Enzo Santese in collaborazione con l’Associazione culturale
Licinia di Martignacco. Espongono gli artisti Batacchi, Cabai, Castagna, Cavazzon,
Magnolato e Poz. Orari (fino al 1º ottobre): sabato 14.30-19, domenica 10-12.30
e 14.30-19.
VENEZIA Apre sabato 9 settembre a
Palazzo Ducale la mostra “Il Paradiso di
Tintoretto. Un concorso per Palazzo Du-
africana” de Il Baule Volante e alle 21.30 “Il mulino incantato” della
Compagnia Fabularia &
Peregrini. Pomeriggio
pieno di burattini sabato 9 dalle 15.30 alle 22,
con ingresso a 4 euro,
prima con i laboratori,
la Ludoroulotte di Spazio Verdeblu e il gruppo Gulxot de 8, poi con
gli spettacoli dalle 17:
“Come Kasper diventò re” di Fabularia & Peregrini,
“Circo poetico” e
“Mano viva” di Girovago & Rondella
Family Theatre, “Il
circo di burattini”
de Il cerchio tondo,
“Forbicerie” del
Teatro Papelito,
“Don Chisciotte
mon amour” del
Teatro del gesto - Teoclown e “Il fil’armonico”
del Teatro Tages. A concludere la rassegna, domenica 10, una maratona di spettacoli dalle 15
alle 20 in borgo Mescolino, con ingresso di 4
euro, gratuito per bambini fino ai tre anni.
Angela Deganis
17
L’antico culto
di santa Augusta
L’
inizio dei festeggiamenti per la ricorrenza di santa Augusta ha avuto anche quest’anno, com’è giusto, un
carattere culturale e religioso insieme: il professor Giuseppe Cuscito, ordinario di archeologia cristiana all’Università di
Trieste, ha trattato il tema
“Le origini del cristianesimo e il culto di santa Augusta nella diocesi di Ceneda”. Il gran pubblico accorso all’evento, svoltosi
al teatro Da Ponte, ha dimostrato che il nuovo
“numero” che il Comitato festeggiamenti ha inserito nel suo programma, aderendo alla proposta della parrocchia, ha riscontrato il generale consenso, per cui pensiamo
che una serata di riflessione sul significato e il
valore della commemorazione della santa di Serravalle può ormai essere
acquisita come iniziativa
fondamentale nell’ambito
della settimana di santa
Augusta.
Tema affascinante e
delicato quello affrontato
da Cuscito, comprendente tutta una serie di nodi
storici irrisolti, su cui or-
mai da secoli si affaticano
i cervelli e le penne degli
storici, nostrani e non. Il
problema riguarda le origini del cristianesimo in
zona, intrecciato con quello degli inizi della diocesi
di Ceneda e del suo rapporto con la fine dell’antica diocesi di Oderzo, in
rapporto con le sequenze
dei rispettivi vescovi. Le
tracce delle origini del
culto si identificano con i
reperti archeologici delle
antiche chiese, dai quali
le voci dei secoli emergono con fatica, suscettibili
di interpretazioni non di
rado fantasiose. Su questo sfondo il problema
delle origini del culto di
santa Augusta, che la tradizione locale fa risalire al
V secolo, in un intreccio
di ipotesi spesso alternative tra loro.
Materia, questa, oggetto di dispute secolari
tra storici e studiosi in genere, tutt’altro che sopite.
(AT)
Il professor Cuscito
MORANDI E LA PITTURA DEL SILENZIO
V
enti dipinti per una personale piccola ma preziosa, dedicata alle variazioni stilistiche del talento di
Giorgio Morandi nell’arco di un trentennio di
attività. È quanto promette e mantiene per
qualità e ricchezza la
mostra “Giorgio Morandi. La pittura del silenzio”, ospitata a palazzo
Pellegrini in via Forti a
Verona. Affiancate secondo un criterio di e-
voluzione formale, dalla
fase più crepuscolare fino alle sperimentazioni astratte, le venti opere raccontano non solo il pittore delle celebri nature
morte spesse e sobrie,
ma un personalissimo interprete di ogni più sottile trasparenza dei paesaggi e dei visi, capace di
raffinata essenzialità figurativa. Sono tele che evocano, pur nella loro nitidezza, un silenzio di
contemplazione e di
redità della pittura (18091987)”. Orario: 9.30-12.30 e
16-19, lunedì chiuso.
cale”. Orario (fino al 3 dicembre): tutti i
giorni 9-19. Biglietti: 12 euro, ridotti 6.
CONEGLIANO Apre sabato 9 settembre all’Officina dell’arte di via Manin
con la presentazione di Gianni De Marchi la mostra “Ritmi cromatici in equilibrio” di Davide Poloni. Orario (fino all’8
ottobre): lunedì-venerdì 9-12 e 15-19, sabato e domenica 10-12 e 16-19.30.
VITTORIO VENETO Fino al 15 settembre al Museo della Battaglia è aperta la mostra del Comando del 1º Fod “La
cavalleria nel Triveneto”.
VITTORIO VENETO Fino al 24 settembre a villa Croze e al Museo del Cenedese è aperta la mostra “I Pajetta. L’e-
PONTE DI PIAVE Fino all’8 ottobre
nella casa di cultura Goffredo Parise è aperta la mostra “Il Veneto di Goffredo Parise”, fotografie di Lorenzo Capellini descritte da Parise. Orario: tutti i giorni 1519, mercoledì 16-22. Chiuso dal 7 al 20
agosto.
profondissima quiete, tipico di tutta la produzione morandiana più
matura.
“Giorgio Morandi. La
pittura del silenzio”, palazzo Pellegrini, Verona,
fino al 21 ottobre; orari:
dal martedì alla domenica 9-12 e 14-20; informazioni e prenotazioni
telefono 045-8057433,
fax 045-8057326; sito
web www.fondazionedomus.org.
Elena Pilato
ASOLO Venerdì 1 settembre alle 20.45
nella chiesa di San Gottardo per il 28º
Festival internazionale di musica da camera concerto del soprano Elisabeth Norberg-Schulz e della pianista Silvia Cappellini Sinopoli.
VITTORIO VENETO Venerdì 1 settembre alle 21.30 al Bar Duomo concerto hard rock del gruppo “The diggers”.
L’ingresso è libero.
MUSICA E DANZA
TREVISO Per il festival chitarristico internazionale “Delle due città” venerdì 1º
settembre alle 20.45 al teatro Comunale
concerto di Antonio Rey; domenica 3 alle 20.45 al teatro Eden concerto di Celso Machado; martedì 5 alle 20.45 al teatro Eden concerto di Javier Garcia Moreno; giovedì 7 alle 20.45 al teatro Eden
concerto di Remi Boucher.
ASOLO Mercoledì 6 settembre alle 20.45
nella chiesa di San Gottardo per il 28º
Festival internazionale di musica da camera concerto di classica di Riccardo Cecchetti al fortepiano, Luigi De Filippi al
violino e Sandro Meo al violoncello.
SAN VENDEMIANO Venerdì 8 settembre alle 21.30 al Sonny Boy concorso musicale “Nel ricordo di Srebrenica”.
e
L’AZiON
STEVENA’ Lunedì 4 settembre alle 21 nell’area verde
la compagnia Alberto De Bastiani allestisce lo spettacolo di
burattini “La compagnia dei
Fracanappi” nell’ambito della
rassegna “Il teatro c’era una
TREVISO Mercoledì 6 settembre alle 20.30 il Multisala
Corso propone una proiezione
d’eccezione: “Giulietta della
spazzatura”, miglior cortometraggio del Sedicicorto Film Festival. Ingresso: 3,50 euro.
Due Festival per band
I
l
LateSummer
Party di Arcade ci ricorda fin dal nome
che, ahimè, l’estate sta finendo, ma non, per questo,
le occasioni per gustarsi
qualche concerto. Nel paese al centro della nostra provincia presso il Boy’s Bar ci
aspettano due sere di musica dal vivo. Si inizia venerdì
1 con il DJ set dei 3 Maniacs;
la sera successiva concerto
degli Hope Leaves (in foto)
e dei Grand Sound Herpes
sempre a partire dalle ore
22.
Sabato 2 settembre al
campo sportivo di Gorgo al
Monticano appuntamento
da non perdere per i fan della scena musicale giovanile
opitergino-mottense. La serata di fine estate del No Festival vedrà salire sul palco, a
partire dalle 4
del pomeriggio,
Double Swindle, Kontrofase,
NatiXcasoInUnMondoSbagliato, PNX-Mode e
altri ancora.
Per gli Opitergini che invece preferiscono
la musica d’au-
tore l’appuntamento è in
Piazza Grande sabato alle ore 21 con VivaVoce - emozioni, poesia e vita, seconda edizione della rassegna di cantautori organizzata dalla Pro Loco e dal Comune di Oderzo.
Appuntamento musicalesociale a Castelfranco Veneto il giorno successivo presso la Baita al Lago: Domingo Do Brasil, quinta edizione della rassegna di musica brasiliana dalle ore 17
alle 3 di notte per adottare i
bambini delle favelas di San
Paolo. Ingresso: 12 euro intero, 8 euro ridotto.
A partire da giovedì 7
presso il palazzetto dello
sport di Mareno di Piave, semifinale del Pit-On Music
Festival, rassegna di cover
band. Al termine della serata di giovedì verranno e-
CULTURA
SCELTI PER VOI da GdR
FICTION
SPRESIANO Venerdì 1 settembre alle 21 è di scena al SAN MARTINO DI
parco di Villa Sina lo spetta- COLLE UMBERTO Marcolo di Alestedì 5 settemsandro Valenti
bre alle 21 al
SPRESIANO
“Due centimeteatro Tenda il
tri più alto del
Ttt
Puppet
re” diretto da
Theatre Center
Simoni e interdi
Cina,
pretato dalla
Taiwan, propoCompagnia Ane lo spettacomici del Calo di burattini
strum sulla ba“Il maestro
se del testo
racconta”, nelvincitore del
l’ambito del VII
Premio CastelFestival interlo di Serraval- Venerdì 1 si replica lo spettacolo “Due nazionale del
le.
centimetri più alto del re” di Valenti teatro di figura - Omaggio
a Fausto BraCOLLALTO
Sabato 2 setCOLLALTO ga. Ingresso libero.
tembre alle
20.45 nell’area
chiesa andrà in
SAN MARscena
uno
TINO DI
spettacolo di
COLLE
teatro dialettaUMBERTO
le e in lingua
Mercoledì 6
a ingresso libesettembre alle
ro.
21 al teatro
Tenda c’è “Varietà”, lo spetFIORENTItacolo di buNA Giovedì 7
Sabato 2 nell’area chiesa si fa teatro rattini della
settembre alle
compagnia Le
21 a Fiorentina
marionette dei
la compagnia
Teatro dei Pazzi allestisce la Podrecca. Ingresso 4 euro.
commedia di Carlo Goldoni “Le
baruffe Chiozzotte” di Carlo SAN MARTINO DI COLGoldoni.
LE UMBERTO Giovedì 7
settembre dalle 16.30 alle 22
full immersion di burattini con
Teatro per ragazzi
il Festival internazionale del
PORDENONE Venerdì 1 teatro di figura. Tra gli spetsettembre doppio spettacolo in tacoli: “Il guardiano dei porci”
corso Garibaldi, nel cortile del della compagnia La capra ballerina alle 18
palazzo della
al teatro Tenda,
Provincia, nel“Santi e bril’ambito della
STEVENA’
ganti” de La
rassegna “Il
compagnia dei
teatro c’era uFracanappi alle
na volta”. Alle
20.30 in piaz17 la compaza a Borgo Megnia Ortoteatro
scolino, e “Beapropone “La
ti i perseguitapulce mingherti a causa dellina e il berla giustizia perretto del folletché di essi è il
to”, in scena, in
regno dei cieli”
caso di pioggia
di Gigio Brunell’adiacente
sala consiliare. Lunedì 4 c’è lo spettacolo di burattini nello alle 22 al
Alle 21 il Ttt
“La compagnia dei Fracanappi” teatro Tenda.
Ingresso libero.
Puppet Theatre
allestisce, invece, “Il maestro”,
in caso di maltempo all’Auditorium Concordia.
Cineforum
FILM
volta”. In caso di pioggia tutti all’Auditorium Comunale.
NOTTE
Teatro
T eatro
RAGAZZI
inema &
TELEFILM
C
GRUPPI SUL PALCO A GORGO AL MONTICANO
E A MARENO, CANTAUTORI A ODERZO
I
l Festival del Cinema di Venezia
viene seguito da uno speciale quotidiano di Raitre (12.15) e da Stracult
(Raidue, lunedì, 23.20). Philippe Daverio continua a illustrare l’arte e i legami
con il mondo in Passepartout viaggia in
Italia (Raitre, sabato 23.30). Super-
L
a settima serie di La squadra riprende dalla crisi di fiducia tra il
vicequestore Cafasso (Renato Carpentieri) e il capo dell’investigativa Pietro
Guerra (Massimo Bonetti), con la crisi
del boss mafioso Paternò, mentre a Napoli scoppia una guerra di camorra: ap-
TV
quark (Raiuno, domenica, 21) si occupa dell’Amazzonia. La grande storia ci
racconta “Mussolini fra pace e guerra”
(Raitre, lunedì, 21). Doc 3 (mercoledì
e giovedì, 23.40) ci porta invece in Iraq
prima e dopo la guerra con il contributo del regista iracheno Oday Rasheed.
puntamento su Raitre il giovedì (21). L’ispettore Coliandro, creato da Carlo
Lucarelli, indaga sull’uccisione di una
prostituta (Raidue, martedì, 21). Raiuno
si chiude la replica della quinta serie del
Maresciallo Rocca con Gigi Proietti e
Veronica Pivetti (lunedì e venerdì, 21).
P
le riproposte: il musical Grease di Randal Kleiser con John Travolta e Olivia
Newton-John (Raidue, lunedì, 21), il western Il cavaliere pallido di e con Clint
Eastwood (Raitre, venerdì, 21) e il classico M - Il mostro di Düsseldorf di
Fritz Lang (La 7, mercoledì, 14)
A
cale di Harlem anni Trenta. Interessanti Cantando dietro i paraventi di Ermanno Olmi (Raitre, martedì, 23.40) e
Un viaggio chiamato amore di Michele Placido (Raiuno, giovedì, 23.15) in
cui Stefano Accorsi è Dino Campana e
Laura Morante Sibilla Aleramo.
F
Raidue continua a trasmettere i cartoni prima del Tg: Dock Dogers in the
24th Century, Braccio di ferro e i classici Warner (dalle 19.45). Su Italia 1 ci
sono i cartoni Dragon Ball Z (14.05)
e I Simpson (14.30); sabato arriva la
nuova serie di Scooby Doo (16.50
I
può rivedere il primo giorno dell’agente Jack Bauer in 24 (Retequattro, martedì, 23.15). L’ispettore Barnaby indaga su “Quattro funerali e un matrimonio” (La 7, martedì, 21.25) mentre sono
due i casi da risolvere per C.S.I. Miami (Italia 1, mercoledì, 21.05).
inocchio di Roberto Benigni è
pieno di fantasia e ha il solo difetto di illustrare la fiaba di Collodi senza reinventarla (Canale 5, domenica,
21). È nuovo il drammatico Sotto corte marziale di Gregory Hoblit con Bruce Willis (Retequattro, lunedì, 21). Tra
caccia di cinema di notte troviamo due opere di Danile Huillet
e Jean-Marie Straub: Sicilia e Dalla nube alla resistenza (sabato, dalle 0.40)
e la commedia Un’estate prodigiosa
di Boris Carnet (3.35). Martedì (Italia 1,
3.35) c’è Cotton Club di Coppola, sul lo-
ra i programmi dedicati ai più
piccoli, nel pomeriggio su Raitre
ci sono i documentari di Il mio paese
(15.05), i telefilm di Saddle Club
(15.20), La Melevisione (15.45) e la
quarta serie dei telefilm di Quantum
Leap - In viaggio nel tempo (17.15).
l capo del dipartimento di diagnostica della clinica Princeton-Plainsboro Dr House (Hugh Laurie) è stato
primosso in prima serata con la seconda serie dei suoi telefilm (Italia 1, domenica, 20.45). Lo segue Prison Break
(domenica, 22.35 e mercoledì, 22.55). Si
stratti due biglietti per il concerto dei Tron Maiden a Milano. Venerdì 8 seconda semifinale; ospiti della serata
gli Ska-J. Finale sabato 9;
seguirà il concerto dei Bambini Cattivi. Ingresso libero
e stand enogastronomico.
Segnaliamo
poi
l’AsoloFreeMusicFestival
presso il campo sportivo di
Asolo con Baustelle, SickGirl, Hormonauts, Manodopera (venerdì 8, ore 20, ingresso gratuito) e Afterhours (sabato 9, ingresso 10 euro). I primi sono uno dei più interessanti gruppi di musica leggera italiana
del decennio in corso; gli ultimi ormai non hanno più bisogno di presentazioni: si
tratta di uno dei più grandi
gruppi rock italiani (almeno) degli ultimi 15 anni.
Andrea Pizzinat
EMMY
Un trionfo per la
quinta stagione del
telefilm “24” agli Oscar
della Tv americana
C
inque “Emmy”, il
premio americano
per la televisione corrispondente all’Oscar, hanno coronato la quinta stagione di
“24”, telefilm trasmessi da
Fox Tv (in Italia da Retequattro) con successo crescente in tutto il mondo. Ogni stagione di “24” racconta una giornata di Jack
Bauer (Kiefer Sutherland,
premiato come attore), agente del Ctu (Counter terrorism unit - unità antiterrorismo) che usa spesso metodi poco ortodossi per lottare contro disastri incombenti. Fra i pregi di “24” c’è
il ritmo, non angoscioso, ma
abbastanza teso da creare
continua suspense, molto
spesso accentuata dalla tecnica dello schermo diviso in
varie parti che sottolineano
la contemporaneità delle azioni. Lo svolgimento in tempo reale (24 episodi di 50 minuti) e la cura nella costruzione dei personaggi contribuiscono a rendere credibili i colpi di scena. In Italia si
sono viste finora tre giornate, siamo in fiduciosa attesa
delle prossime due, la prima su una cellula terrorista
“in sonno” a
Los Angeles.
dai
Nostri Paesi
Vittorio Veneto
DOPO L’INAUGURAZIONE DEI PRIMI DUE STRALCI,
MANCANO ANCORA 180 MILA EURO DI LAVORI
Sant’Augusta, cercasi sponsor
L
a messa celebrata dal vescovo
Giuseppe lunedì
21 agosto alle 20 per la solennità di Sant’Augusta è
stata anche occasione di inaugurazione dei primi
due stralci dei lavori di restauro al santuario effettuati dalla Brandolin Dottor.
I lavori, cominciati il 23
marzo 2005, hanno interessato il manto di copertura, gli intonaci esterni
della facciata sud e gli affreschi della cappella dedicata alla Santa, datati
1450-52.
«L’intervento di restauro sugli affreschi è stato
realizzato sia per porre riparo all’avvenuto degrado
sia nell’ottica di prevenire
futuri deterioramenti»,
spiega Pietro Dottor, presidente di Brandolin Dottor. Se i primi due stralci
del restauro sono stati realizzati dall’azienda a titolo
gratuito, devolvendo cioè
la spesa per i regali di Natale che sarebbero stati fatti nel 2004 e nel 2005, ora
invece servono altri spon-
sor per finanziare il completamento dell’opera. «Mi auguro
che si riesca a
trovarli», ha auspicato nel corso della cerimonia del 21 agosto Pietro Dottor. Si punta
quindi, per riportare il santuario a definiti- Il Vescovo nel corso della messa a Sant’Augusta
vo splendore,
presensulla generosità dei priva- tato domanda di finanziati. «La parrocchia – spiega mento a ministero dei Beil parroco monsignor Car- ni culturali, Regione e Prorer – non se lo può per- vincia. Ma i tempi per il remettere, è impegnata in al- sponso saranno lunghi,
tre spese». Sarà in ogni ca- prevediamo circa 4-6 meso la Brandolin Dottor a si».
realizzare anche i restanti
I lavori ancora da comlavori. Che per adesso, di piere sono la sistemazione
fatto, sono sospesi. «Fino- di parte degli intonaci era – spiega Dottor – né a sterni e delle pareti internoi, né al Rotary, né alla ne. «Qui, da primi sonparrocchia sono giunte daggi, presumiamo di troproposte di sponsorizza- vare negli strati sottostanzione. Il Rotary sta anche ti delle decorazioni origicontattando direttamente nali su intonaco, ma non
alcune realtà».
affreschi».
Ma sono aperti anche
La spesa prevista è di
altri canali per la ricerca di 180 mila euro: a seconda
finanziamenti. «Abbiamo dell’entità di contributi e
IL VESCOVO E S.AUGUSTA
“Qui si respira aria
soprannaturale”
L
a giustizia e il martirio, la speranza e il
domani eterno. Dal santuario di Santa Augusta, alla sera della vigilia della festa della patrona, e nel
duomo di Serravalle nel
giorno a lei dedicato, il vescovo Giuseppe ha offerto
degli spunti di riflessione
che, partendo dall’attualità
e agganciandosi alla figura e agli atteggiamenti della figlia di Matrucco, aiutano il cristiano di oggi a vivere in pienezza la sua fede.
“Mai fare come Matrucco con Augusta”
Nel santuario, nella serata dedicata all’inaugurazione dei restauri della
chiesa, il Vescovo ha parlato di giustizia. «È giusto
– ha detto – per motivi religiosi ammazzare una figlia? Tutte e tre le religioni che si ispirano ad Abramo come Padre (Ebraismo, Cristianesimo ed Islam) devono riconoscere
alla radice di tutto il rispetto della vita voluto da
Dio. C’è un principio che
va al di là delle consuetudini: a nessuno è lecito uccidere per nessun motivo».
Addentrandosi poi nell’esperienza di santa Augusta e delle molte altre
persone che hanno dato la
vita per Cristo, monsignor
Giuseppe ha affermato: «È
possibile subire la morte
come atto di coerenza, essere talmente coerenti da
non fermarsi di fronte all’ostilità posta come antagonismo a ciò in cui si crede. Il kamikaze invece non
è un martire né umano né
dal punto di vista religioso».
“Mai mi sarei immaginato tanta gente”
Nel scendere dal monte, per rientrare al Castello di San Martino, il Vescovo ha attraversato il
centro di Serravalle. «Mai
– ha commentato – mi sa-
rei immaginato che ci fosse tanta gente così. Anche
se me l’avessero detto non
ci avrei creduto. E soprattutto tanti giovani. Mi sono chiesto il perché accade questo proprio in questo luogo per questa festa.
Penso sia perché a Santa
Augusta si respira un’aria
che sa di divino, un’aria
soprannaturale».
“Sant’Augusta vive nel
tempo”
A quanti hanno invece
affollato il duomo di Serravalle il 22 agosto scorso,
Zenti ha rivolto l’invito di
guardare oltre l’oggi, oltre
il tempo. «La fede – ha detto – si inserisce in un grande flusso che ci indica l’oggi per il domani eterno. Se
santa Augusta fosse vissuta solo per l’oggi sarebbe
disintegrata, scomparsa,
invece santa Augusta vive
nel tempo. La qualifica del
cristiano è credere in Gesù Cristo il Risorto che ci
farà vivere da risorti e
guardare a questa realtà
conclusiva senza la quale
viviamo nel buio. Non bastano i fuochi d’artificio
durante la vita terrena, ci
vuole il sole dall’alto che illumina e il sole vero è Cristo Risorto».
Gerda De Nardi
finanziamenti che si raggranelleranno, da due
stralci previsti se ne potrebbero in realtà avere anche tre oppure quattro.
Nel frattempo, resta in
parrocchia la grande soddisfazione per il buon esito dei Festeggiamenti di
Sant’Augusta nel loro aspetto di fede. «Dal Vescovo – dice monsignor
Carrer – abbiamo avuto una partecipazione straordinaria: è venuto alla conferenza del professor Cuscito, alla messa della sera prima e a quella del giorno di Sant’Augusta. Più di
così...».
Tommaso Bisagno
SAGRA OSEI:
vince Buscema
L
a tradizione dell’“uccellanda” ricordata e
riferita alla Sagra dei osei di
Serravalle anche da monsignor Rino Bechevolo in
“Santa Augusta, vergine e
martire di Serravalle” è stata salvata quest’anno in extremis da Dario Buscema
(nella foto) di San Fior (l’unico presente e l’unico premiato nella sezione
“gruppo
indigeni”).
Buscema, che è
un diplomato alla
Scuola d’enologia di
Conegliano, ha messo a
frutto tutto quanto ha imparato di biologia, chimica
e scienze naturali e s’è fatto allevatore degli uccelli
di “bosc”. La sua perizia e
il suo amore hanno fatto sì
che lo scorso 15 agosto a
Serravalle fossero in molti
ad ammirare i suoi splendidi lucherini, zigoli, frosoni, cardellini, organetti,
verdoni, cappellacce e allodole. Giusto e meritato il
premio.
Mario Sanson
SALSA: da Carnelos a Feltrin, tre
domeniche di concerti in parrocchia
T
re domeniche
di grande musica a Salsa grazie ai
concerti organizzati
dalla parrocchia, con
il particolare interessamento dell’organista parrocchiale Maria Fortebasso Santorio.
Si comincia domenica 3
settembre con Sandro
Carnelos (nella foto) all’organo parrocchiale e gli
ottoni della Klomer Brass,
con un intermezzo di violino e pianoforte con Emanuele Bastanzetti e Davide Da Ros; si prosegue il
10 con l’organo di Ales-
sandro Bianchi ad accompagnare il coro Col di Lana; chiusura il 17 con Giovanni Feltrin all’organo e
Alessio Benedettelli al corno delle Alpi, con intermezzo di Paola Pinto voce
solista e Mattia Casagrande al piano.
Tutti i concerti iniziano
alle 18.
CORO COL DI LANA: Perona
e il Vescovo per la nuova sede
I
l vescovo
Giuseppe e
il presidente nazionale degli Alpini Corrado Perona
(nella foto).
Avrà due
ospiti di riguardo l’inaugurazione, a qualche mese dal termine dei lavori,
della nuova sede del co-
ro Col di Lana,
in via Postumia 46 a San
Giacomo. Il
Vescovo arriverà alle 17.30
per la benedizione della sede; alle 19, con
Perona e con
le altre autorità che –
spera il coro – par teciperanno, il taglio del nastro. (TB)
MONASTERO DI S.GIACOMO:
102 anni per Vincenza Oliana
F
esta
nella preghiera martedì
5 settembre al monastero cistercense
di San Giacomo.
Compirà infatti 102 anni la
serravallese Vincenza O-
liana, terziaria
francescana che
da 57 anni vive
in monastero,
con le suore,
presso la foresteria. Proprio
dove per decenni, finché la salute l’ha sorretta, ha accolto i visitatori del
monastero.
24
Domenica 3 settembre 2006
neto
Vittoriese / Vittorio Ve
PARROCO A COLLE E FARRA NELL’800
Scoperto a Meschio un
ritratto di mons. Malanotti
D
alla storica piazza principale di
Ceneda, sul lato
nord del Seminario vescovile, si prolunga la via che
porta il nome di Giampaolo Malanotti.
La gente – non c’è da
meravigliarsi – ignora chi
sia questo personaggio e le
sue straordinarie benemerenze.
Giampaolo Malanotti
(1769-1838) era di origine
veneziana e apparteneva a
una famiglia molto ricca.
Tra l’altro essa disponeva
di notevoli possedimenti a
Tezze dove, non a caso, ancor oggi c’è un borgo Malanotte.
Venuto a stabilirsi nella
nostra diocesi – non conosciamo le circostanze – si
fece sacerdote, e non tardò
a distinguersi come uno
dei membri più rappresentativi del clero cenedese.
Fu successivamente arciprete di Colle Umberto
(1804-1817), arciprete e vi-
vita molto
attiva e ricca di iniziative pastorali, a favore
in
primo
luogo della
povera gente.
Ebbe a
cuore l’educazione della gioventù,
impegnandosi
quant’altri
mai a sosteIl ritratto ritrovato a Meschio gno della
scuola elecario foraneo di Farra di mentare, avviata a quel
tempo dal governo auSoligo (1817-1827).
In quegli anni esercitò striaco, ma riservata ai rapure la carica di Ispettore gazzi.
Ci spiace non avere spascolastico del Distretto Elementare di Valdobbiade- zio per informare i lettori
circa le forti divergenze
ne.
Nel 1827 fu promosso sorte tra monsignor Giamcanonico della Cattedrale paolo Malanotti e il suo vedi Ceneda e insignito del scovo Bernardo Squarcititolo di Cameriere Segre- na, il quale propugnava con
ostinazione l’accesso alla
to del Papa.
Condusse sempre una pubblica istruzione anche
VENERDÌ 1
Fino a giovedì 7 dalle suore di Maria Bambina è visitabile la mostra dei lavori dei laboratori estivi delle bambine e
ragazze.
Continua a Villa Croze e al Museo del Cenedese la mostra “I Pajetta: l’eredità della pittura - 1809/1987”. Orari di apertura: 9.3012.30 e 16-19,lunedì chiuso.Per informazioni:telefono 0438-552905,
fax 0438-946385, www.galleriavittorio.it, [email protected].
Si conclude tra oggi (partite dalle 20.25) e domani (dalle 18.50)
la fase a gironi del torneo di calcio a sette del Duomo organizzato da Insieme per Ceneda Giovani. Da lunedì 4 i
quarti di finale.
Festa settembrina a Salsa: alle 21 concerto dei Pink Size.
alle fanciulle. Altri tempi!
Divenuto sempre più cagionevole di salute, dopo aver rinunciato al canonicato, morì nel 1838.
Lasciò per testamento
tutta la sua cospicua sostanza alla Deputazione
Comunale di Ceneda, a sostegno degli istituti di pubblica beneficenza: ospedale, casa di ricovero, eccetera.
Ancor oggi la donazione Malanotti continua a beneficare le pubbliche istituzioni di carità.
Nella sagrestia della
Cattedrale di Ceneda si
conserva di lui un busto in
marmo, opera dello scultore vittoriese Luigi Borro
(1826-1886), con l’iscrizione: “A Giampaolo Malanotti – Canonico, C. S. di P.
Gregorio XVI – insigne esempio di generosa carità
– la civica riconoscenza –
Q.P.M.C. 1860”.
In una stanza-deposito,
sopra la vecchia sagrestia
della chiesa parrocchiale
di Meschio, di recente è
stato per fortuna riscoperto un ritratto – forse unico
– di monsignor Giampaolo
Malanotti. Esso viene qui
pubblicizzato per la prima
volta. È opera pregevole attribuita al pittore cenedese Antonio Del Favero
(1842-1908).
Rino Bechevolo
SABATO 2
Si svolge oggi la 31ª Amatoriale Città di Vittorio Veneto, gara ciclistica del campionato provinciale delle categorie
cicloamatoriali.
Festa settembrina a Salsa: alle 10 revival calcistico Salsa days
con giocatori degli anni Settanta, Ottanta e Novanta; alle 21 ballo con l’orchestra “La tua idea”.
Alle 20.30 a Carpesica festa finale del grest.
Alle 21.30 al Marco Polo Cafè concerto dei 3+1 Per Caso
con repertorio di rock acustico e canzoni d’autore.
DOMENICA 3
Nel centro storico di Serravalle si tiene il tradizionale Mercatino dell’antiquariato e dell’hobbistica. Organizza Serravalle Viva.
Festa settembrina a Salsa: alle 12.30 spiedo gigante su prenotazione; alle 21 ballo con l’orchestra Arcobaleno.
Nel Museo del Cenedese, per il ciclo “Musei d’estate”, alle 17 con-
e
L’AZiON
COLUSSI: La fabbrica non
chiuderà nel 2007
Lo stabilimento Colussi in via Rizzera
S
ventato, almeno per
il prossimo anno, il
rischio di chiusura dello
stabile vittoriese della Colussi. Le voci di una presunta delocalizzazione del
noto biscottificio di via Rizzera, che serpeggiavano
da qualche mese nei corridoi dell’azienda gettando
in un comprensibile
sconforto i dipendenti della struttura, hanno trovato
un freno nella promessa di
non chiusura a breve-medio termine dei dirigenti aziendali della Colussi che
lo scorso 22 maggio hanno
incontrato nella sede della
Provincia di Treviso i dirigenti provinciali, l’assessore alle attività produttive Barbara Saltini e i rappresentanti sindacali. L’appuntamento in Provincia
ha visto nascere un accordo che prevede a fine gennaio 2007 una verifica sul
piano aziendale da adottare nel futuro e successivi
tavoli semestrali di confronto volti a tutelare i dipendenti della Colussi.
Angela Deganis
CERCASI TURISTI: lavori per il
“Sistema di visita” da 622 mila euro
I
l restauro conservativo
di via Francesco da Milano (i “meschietti” di Serravalle) e la realizzazione di una
ferenza sul tema “La Confraternita dei Battuti”.
MERCOLEDÌ 6
Alle 21 al Marco Polo Cafè concerto con Gianantonio Rossi e Massimo Francescon: repertorio di canzoni d’autore per voce e chitarra.
GIOVEDÌ 7
Alle 20.30 sotto la Loggia del Museo del Cenedese per il ciclo:“Intorno al melograno: parole e suoni intorno a Lorenzo Da
Ponte”: “Deh, vieni alla finestra”, percorsi d’amore su testi di
Lorenzo Da Ponte e musiche di Mozart. Relatori: Adriano Tomaello, Elena Modena, Ilario Gregoletto. Organizza Sintesi&Cultura, [email protected], telefono 0438-57103. Ingresso libero.
Farmacia di turno: Pancotto, piazza Flaminio,
telefono 0438-53365.
passerella in acciaio e legno
da Salsa all’area Fenderl sono
i primi impegni del “Nuovo sistema di visita della città”, i cui
lavori hanno da poco preso il
via.
Il progetto complessivo
prevede la realizzazione di tre
percorsi di visita di Vittorio:
quello dei tre centri, per gli
spazi e i monumenti, da Ceneda, al centro, a Serravalle;
quello del verde, che valorizza la pista ciclabile fino a proseguire proprio con i “meschietti”; e quello dei margini,
che punta alla riscoperta, spiega l’ufficio stampa comune,
”delle vecchie tracce pedonali abbandonate ai margini della collina vittoriese”. Verranno spesi 622 mila euro: 200
mila di finanziamento regionale, 400 mila dal Comune, 22
mila di Ascom..
e
L’AZiON
Vittoriese
COLLE / ESTATE DI LAVORI NELL’UNICO PLESSO
Basta una scuola più bella
o ne servirà una nuova?
L’
intera popolazione scolastica del comune
di Colle Umberto, a partire dai sei anni per giungere alla licenza media, da
diverso tempo frequenta
l’unico plesso realizzato inizialmente per la secondaria di primo grado e poi
ampliato per accogliere la
primaria un tempo dislocata in due differenti edifici, nel capoluogo e nella
frazione di San Martino.
Questa nuova realtà,
nata dall’idea delle precedenti amministrazioni con
cui l’attuale si pone in continuità, voleva dar vita nel
comune di Colle Umberto
ad un vero e proprio campus scolastico-sportivo dal
momento che, a fianco alla scuola sorge la palestra
e un campo da gioco. Altro
punto portante era dato
dal desiderio, conti alla
mano, di diminuire le spese dovendo far riferimento ad un’unica struttura
anziché a tre.
A che punto è oggi la situazione? Lati positivi e
problematiche si intrecciano visto anche il consistente aumento degli alunni. C’è chi dice che la
scuola è piccola, mentre
l’amministrazione, per dotare il campus di spazi esterni maggiori intende
acquisire un’area da destinare a verde e a parcheggio.
Estate, tempo di lavori.
I cantieri sono rimasti
aperti per tutta l’estate sia
alle elementari che alle
medie. In questi mesi in
cui non si sono tenute le
lezioni, gli interventi alla
secondaria di primo grado hanno riguardato la
messa in sicurezza dell’edificio con la realizzazione di una vasca di raccolta delle acque e di una sala di pompaggio, oltre alla
posa di idranti. Il nuovo
impianto antincendio ha
poi previsto la posa nello
scantinato, utilizzato come
magazzino da diverse associazioni, dal comune e
dalla scuola, di apparecchi
che rilevino gli incendi.
Modifiche sono state apportate anche all’impianto di illuminazione mentre
i tre piani della scuola media sono stati completamente ritinteggiati.
All’esterno è stata predisposta un’area a parcheggi sia di fronte alla
scuola media sia all’interno di quello che un tempo
era il cortile della palestra.
Intervento straordina-
Le scuole elementare e media di Colle Umberto
rio infine per la scuola primaria unica inaugurata
nel 2003: alla fine del mese di giugno la fuoriuscita
d’acqua da un tubo dell’impianto di riscaldamento a pavimento ha comportato l’allagamento dell’edificio con ingenti danni tra cui il sollevamento
del pavimento in legno, il
danneggiamento dei controsoffitti, delle pareti in
carton gesso e dell’impianto elettrico.
commissione viabilità e relativamente alla linea adottata sugli espropri è
stata ribadita da Vivere i
colli.
Il futuro della scuola.
Il domani per il plesso
unico non è troppo roseo
secondo Vivere i colli e
prima di giungere ad una
situazione di emergenza è
necessario correre ai ripari. La scuola, avverte il
capogruppo Giuseppe Donadel, potrebbe “scoppiare” in futuro. Gli iscritti potenziali sono infatti sempre di più. «Prima dell’accorpamento delle tre
scuole – spiega Donadel –
gli standard di superficie
prevista da destinarsi all’istruzione erano entro i limiti minimi. Dopo l’accorpamento la superficie è
molto al di sotto del minimo.
Ci sono aule che accolgono più utenti di quelli
che potrebbero contenere. Stando ai nati negli ultimi anni, in futuro si prevede l’istituzione della terza sezione, che porterebbe con sé problemi di spazi. È per questo che chiediamo all’amministrazione
un approfondito esame dei
dati e un’attenta valutazione delle risorse da dedicare a questo servizio».
Gerda De Nardi
Area verde e a parcheggio
Ha una superficie di
settemila 500 metri quadrati il terreno che l’amministrazione comunale
acquisirà da privati per trasformarlo in area verde e
a parcheggio a ser vizio
della scuola unica. Gli espropri, per i quali è stata
attivata la strada della trattativa bonaria, costeranno
al comune 216 mila euro.
Il progetto, ancora in fase
preliminare, prevede la sistemazione dell’area esterna, dei nuovi parcheggi e la risistemazione
dell’ingresso e del luogo
di sosta del pulmino. «Il
nostro obiettivo – ha spiegato il vicesindaco Roberto Favaretto – è garantire
la sicurezza agli alunni
che entrano ed escono da
scuola oltre alla possibilità
di avere a disposizione
un’area per migliorare la
qualità del servizio».
Le opposizioni, pur condividendo l’idea di fondo,
hanno espresso numerose perplessità, dalla fretta
dell’amministrazione con
conseguente non coinvolgimento delle minoranze,
come ha denunciato la Lega Nord, al mancato collegamento con altri servizi adiacenti quali le piste
ciclabili poco distanti dalla scuola, come ha sottolineato Rinnovamento. Contrarietà sul metodo, sulla
scelta di non convocare la
Il vicesindaco Roberto Favaretto
Il capogruppo della lista di opposizione
“Vivere i colli” Giuseppe Donadel
Domenica 3 settembre 2006
25
COLLE: Scomparso Adeodato Rui,
fondò la Rga Restauri
D
opo
lunga
malattia
è
scomparso venerdì 25 agosto
Adeodato Rui,
65 anni, fondatore assieme al
fratello Gabriele della Rga restauri. Azienda
che oggi ha oltre 40 anni di
attività alle spalle, due sedi a Vittorio Veneto e a
Roma, e una consolidata
fama nel restauro architettonico e artistico (di Rga tra l’altro anche i lavori
all’ex chiostro dei Carme-
litani a Serravalle).
Residente a Colle
Umberto
dalla nascita, Adeodato
era sposato
con Ester
De Marchi e
aveva due figli, Alberto
e Sonia, che
lavorano entrambi nell’azienda di famiglia insieme
al fratello Gabriele e ai nipoti Christian e Manuel.
I funerali si sono celebrati lunedì 28 a Colle Umberto.
PIZZOC: Piazza della Pace e
largo Brigata Cairoli
C
osa ci fa una piazza
in cima al Pizzoc?
Fa memoria, e fa omaggio.
Omaggio è quello di
“piazza della Pace”, come
è stata ribattezzata, con lo
scoprimento di una targa
(vedi foto sopra), l’area sassosa in cima al Pizzoc, un
tempo inaccessibile area
militare nell’ambito della
base Nato. «Perché da
qui, punto più alto di Fregona, si irradi la pace a
tutto il mondo», ha auspicato, lirico, il sindaco Giacomo De Luca, primo alfiere dell’iniziativa, che ha
goduto della collaborazione di Anpi ed Isrev.
E Fregona comune pacifista ha deciso anche di
dare il nome e la targa
(vedi foto sotto) di largo
Brigata Cairoli allo spiazzo dietro il rifugio Vittorio Veneto.
Qui la piazza fa memoria, e con duplice motivazione: perché il rifugio era la sede della Brigata
partigiana, composta in
massima parte da uomini
del vittoriese e «perché –
ha affermato De Luca – in
Italia la pace è nata dalla
Resistenza». (TB)
FREGONA: chiesto per il comune il
riconoscimento dell’“etnia cimbra”
L
o scorso 6 agosto,
al villaggio di Pian
Osteria, nella foresta del
Cansiglio, la 12ª Festa dei
Cimbri del Cansiglio e di
S. Osvaldo, loro protettore. Ha celebrato la messa
don Serafino Gandin, il
primo presidente dell’Associazione Cimbri del
Cansiglio, mentre l’attuale, Lorenzo Slaviero, nel
suo intervento davanti alla sua comunità, ha sottolineato che «i Comuni di
Tambre e Farra d’Alpago
sono stati riconosciuti minoranza etnico-linguistica
cimbra, già dall’anno
2002, a livello nazionale,
mentre si attende il completamento della pratica
da parte della Provincia di
Treviso, per il riconoscimento dell’etnia cimbra
anche per il Comune di
Fregona».
«Non mi sembra che il
vostro sia un lavoro folkloristico, ma – scriveva nel
1997 l’allora cardinale Joseph Ratzinger all’Istituto
Lorenzo Slaviero alla Festa dei Cimbri
di Cultura Cimbra di Roana – un contributo di cultura europea, di grande
importanza spirituale, cristiana, umana».
Alla festa cimbra del
Cansiglio è (ri)emerso,
seppur fra le righe, anche
lo stato di abbandono dello storico albergo San
Marco. Qualcuno della comunità cimbra locale lo
vorrebbe “riaffidato”, dopo che nel secondo dopoguerra del secolo scorso
lo gestirono Giselda Azzalini e Lidia Slaviero.
Mario Sanson
VOLONTARI PROTEZIONE CIVILE:
da tutto il Veneto al camposcuola
A
cavallo tra luglio e agosto si è svolto il tradizionale camposcuola di Protezione civile organizzato da una quindicina di volontari di Protezione civile di
Vittorio Veneto. A Sospirolo, 28 ragazzi tra i 16 e i 20 anni provenienti da tutto il Veneto hanno imparato dai vittoriesi i fondamentali del comportamento in caso di calamità, del primo soccorso, della sicurezza e di utilizzo
di attrezzature, realizzando inoltre due simulazioni di
intervento.
e
L’AZiON
Vallata / Bellunese
FINANZIATI CON 470 MILA EURO
Sei interventi
sul San Boldo
B
uone nuove per
il San Boldo. Nei
prossimi mesi
partiranno alcuni interventi che renderanno più
accogliente il passo. A finanziarli è l’Unione europea, tramite la Regione,
con 345 mila euro (Programma Interreg IIIA Italia-Austria) e il Comune di
Cison con 125 mila euro. I
soldi verranno spesi per
sei progetti: sistemazione
della piazza di Tovena con
il restauro del monumento ai caduti; creazione di
un’area di sosta per pullman dove oggi c’è il tiro al
piattello (da qui i turisti potranno proseguire a piedi
fino al passo attraverso il
sentiero esistente); realizzazione di un parcheggio
in cima al passo nell’area a
ridosso della cabina dell’Enel (area già di proprietà del comune); predisposizione di un percorso
botanico, con piante tipiche del luogo, intorno al
nuovo parcheggio; sistemazione dell’area esterna
alla casa degli alpini con
realizzazione di area sosta
per quattro camper, parco
giochi e strutture per picnic; infine ristrutturazione
del “pont de la Teresa” ovvero il ponticello pedonale
che si trova dopo l’ultima
galleria e porta in località
“Campo”.
«Dopo la messa in sicurezza della strada, l’ultima
A SANT’ANTONIO TORTAL
Don Egidio festeggiato
dai 15 fratelli
S
ono accorsi in molti a Sant’Antonio
Tortal domenica 30 luglio
per stringersi a don Egidio Dal Magro che ha festeggiato i 40 anni di sacerdozio e alla sorella
suor Letizia per i 50 anni
di vita religiosa. Entrambi provengono da una famiglia numerosa di 17 fratelli: 16 sono viventi e quasi tutti erano presenti alla
festa iniziata con la messa
concelebrata da don Egi-
dio e dal parroco don
Francesco, accompagnata dal coro con la presenza del gruppo Ana di Trichiana e del Gruppo Scout
di Ponte della Priula che aveva il proprio campo a
Panolz.
Don Egidio fu ordinato
sacerdote nella chiesa di
Sant’Antonio il 29 giugno
del 1966 dall’allora vescovo di Vittorio Veneto Albino Luciani. Il giorno seguente, festa dei santi Pie-
MADONNA DELLA NEVE
25 anni per
chiesetta e festa
È
trascorso un quarto di secolo da quando, alla chiesetta della Madonna della Neve in località Lama delle Crode a Revine Lago ha preso il via la
bella tradizione della “Festa della radio in montagna”. Venticinque anni per
questo appuntamento, venticinque anni compie la
chiesetta voluta e realizzata da don Luigi Chiarel. Ancora una volta quindi il 3
settembre saliranno in molti alla Madonna della Neve
per ricordare il doppio anniversario ma al tempo
stesso per aprirsi alla novità introdotta da quest’anno. La giornata, per la prima volta, è dedicata anche
alla Festa della Protezione
civile. «La Festa della radio
– spiegano gli organizzatori dell’Associazione radiantistica trevigiana Gri At di
Santa Lucia di Piave – è na-
opera è consistita nella posa della rete di protezione
dai massi, iniziamo a intervenire per la valorizzazione del San Boldo a fini
turistici – sottolinea il sindaco di Cison Cristina
Pin–. Il San Boldo verrà reso più attraente e questo
lo comunicheremo anche
con una campagna promozionale in Austria realizzata dalla Comunità
Montana Feltrina».
La promozione in terra
austriaca non è casuale. I
finanziamenti sono arrivati nell’ambito della cooperazione transfrontaliera,
tenuto conto del valore storico di questa strada realizzata in cento giorni nel
corso della prima guerra
mondiale.
Negli ultimi anni a richiamare l’attenzione sulla necessità di valorizzare
la “Strada dei cento giorni” sono stati, in particolare, gli alpini di Tovena. In
cima al passo le Penne nere hanno costruito la loro
sede (e che sede!) installandovi una mostra di fotografie d’epoca. «Siamo
molto soddisfatti dei progetti di rilancio – sottolinea il presidente Mario
Magagnin –. Il San Boldo
è amato da molti: per la nostra festa di ferragosto sono giunte tra le duemila e
le duemilacinquecento
persone».
Attualmente, in cima al
passo sono attivi tre locali: il Laris, la Pineta e la
Genziana. D’estate i residenti arrivano a un centinaio. «Tra le ultime migliorie a loro favore – conclude il sindaco Pin – c’è
stata l’asfaltatura della strada che porta al “Campo”,
mentre Veneto Strade ha
asfaltato la statale dalla fine dell’abitato di Tovena fino all’inizio delle gallerie».
(FC)
tro e Paolo, il sacerdote novello don Egidio celebra nella
chiesa di Sant’Antonio la sua prima
messa.
Don Egidio inizia
la sua attività pastorale come cappellano a Mel, poi a Lentiai e Farra di Soligo. Successivamente è parroco di Carve e Pellegai, nella
Don Egidio Dal Magro con la sorella suor Letizia
parrocchia di Santi
Pietro e Paolo a Vittorio la cattolica. Attualmente
Veneto e attualmente a presta servizio in una parFarra di Soligo.
rocchia di Bellinzona.
Suor Letizia prende i
Al termine della celevoti nell’ordine della San- brazione a don Egidio la
ta Croce di Menzingeh comunità di Sant’Antonio
nell’agosto del 1956. Per ha donato una casula menmolti anni svolge la sua at- tre a suor Letizia alcuni
tività a Lugano nella scuo- testi sacri. (SC)
ta per offrire a tutti i radioamatori, gli amici della
radio e a quanti hanno a
cuore la comunicazione, un
punto di riferimento per potersi incontrare, una volta
all’anno, nella prima domenica di settembre. Il motivo per cui la manifestazione si allarga diventando
insieme Festa della Protezione civile è dato dal voler
sottolineare come i volontari, che si occupano di gestire le emergenze o semplicemente di rendere più
sicuro il nostro territorio e
ciò che all’interno di esso
accade, utilizzino per comunicare i collegamenti via
radio». A collaborare per la
buona riuscita sarà presente a Revine l’Associa-
zione volontari di Protezione civile di San Fior.
Il programma prevede
alle 10.30 la celebrazione
della messa animata dal coro Lagorè di Revine Lago e
dal tenore Christian Zanella. Seguirà la celebrazione
ufficiale per il 25º della
chiesetta Madonna della
Neve, Festa della radio e
della Protezione civile. Alle 12.30 il lancio dei piccioni viaggiatori, il pranzo e la
consegna del ricordo del
25º a tutti i presenti, in collaborazione con lo scultore
Carlo Balljana.
Collaborano alla manifestazione la Parrocchia di
Revine, il Comune e la Provincia.
Gerda De Nardi
Domenica 3 settembre 2006
27
TARZO: Si è dimesso l’assessore
al bilancio Lino Bianco
N
uovo cambio nella
giunta comunale di
Tarzo. L’assessore Lino Bianco, che seguiva bilancio, tributi e rifiuti, si è dimesso a inizio agosto per impegni familiari e di lavoro.
TARZO: Spettacolo di burattini
e serata alpina con tre cori
D
ue manifestazioni si segnalano per il prossimo fine
settimana a Tarzo: la compagnia Dei Fracanappi presenta lo spettacolo di burattini “La torta del destino” venerdì
1º settembre alle 21 in piazza 4 Novembre; sabato 2 settembre, alle 20.45 nella struttura polivalente della pro loco una
serata di cori con la Corale dei laghi Tarzo Revine-Lago, Coro Ana di Vittorio Veneto e coro Col di Lana di Vittorio Veneto, ospite il presidente nazionale Corrado Perona.
MIANE: Tutti in malga!
D
omenica 3 settembre la Pro loco e il Comune di
Miane ci invitano alla manifestazione “Malghe a
Miane tra pascoli, fiori e sapori”. Al mattino è in programma una camminata da malga Budui a malga Mont
(partenza alle 9, tappa a Posa Puner alle 9.30 e merenda a Salvedela Nova alle 10). Alle 11.30 don Giovanni Dan
celebra la messa a malga Mont. Alle 12.30 pranzo in malga e al rifugio a Posa Puner. Inoltre a casera ai Pian per
tutta la giornata esposizione di formaggi di malga.
COMBAI: Inaugurazione nuova
sede dell’Unpli regionale
S
abato 2 settembre alle 11 nel Salone delle feste in
Combai i vertici dell’Unpli Veneto e dell’Anci sottoscrivono un Protocollo d’intesa sulla collaborazione
tra Comuni e pro loco per lo sviluppo turistico del Veneto. Nell’occasione viene inaugurata la nuova sede dell’Unpli Veneto in piazza Squillace 2 a Combai.
CISON: Perona e il vescovo
Giuseppe al Bosco delle Penne Mozze
D
omenica 3 settembre 35º Raduno alpino al Bosco
delle Penne Mozze in Cison di Valmarino. La
giornata inizia alle 10 con l’alzabandiera, prosegue con
l’onore ai caduti e l’inaugurazione
delle targhe a ricordo dei caduti delle sezioni Ana di Bergamo, Cremona e Reggio Emilia. Il discorso commemorativo sarà tenuto dal presidente nazionale Ana Corrado Perona mentre il vescovo Giuseppe presiederà la celebrazione eucaristica.
Interverranno il coro Ana di Vittorio Veneto e la Banda di Cison. Organizzano l’evento il Comitato per
il Bosco delle Penne Mozze e le
quattro sezioni Ana della provincia
di Treviso.
L
a chiesetta della Madonna della Neve a Revine Lago,
luogo di spiritualità immerso nella natura, è stata realizzata su iniziativa di don Luigi Chiarel. Molte persone di
Revine e Rai di San Polo si diedero allora da fare per costruire il piccolo edificio sacro e rendere accogliente l’area
che lo circonda. Ad “adottare” la chiesetta, dopo la scomparsa
di don Luigi, è stata l’Art Gri At di Santa Lucia di Piave che
collabora con la parrocchia nella manutenzione del luogo.
Don Luigi stesso fu fondatore della Festa della radio in montagna e intitolò a San Michele Arcangelo, protettore dei radioamatori, la campanella della chiesa. Tra le opere d’arte
aggiuntesi nel tempo i medaglioni che raffigurano Giovanni Paolo I e don Luigi frutto dell’arte di Carlo Balljana e un
crocifisso in legno scolpito da Renato Zambon.
28
DUOMO DI PIEVE DI SOLIGO
Cento anni fa
la prima pietra
I
l 3 luglio del 1904 i
capi-famiglia di Pieve di Soligo si riuniscono in chiesa su invito
del parroco don Pietro Pieropan. Un solo punto all’ordine del giorno: l’accettazione del legato di
6.000 lire che mons. Sebastiano De Zorzi, predecessore di don Pieropan, aveva costituito per l’ampliamento o la costruzione di
una nuova chiesa. Accettare il legato voleva dire acconsentire all’impresa titanica di edificare un nuovo
tempio. L’idea è “abbracciata a grandissima maggioranza” e viene approvato, nelle sue linee generali, il disegno e il progetto
dell’architetto cav. prof.
Domenico Rupolo, come
annotò don Pieropan. I capi-famiglia nominano un
comitato di 21 membri per
l’attuazione dell’“opera
santa e civile”. Il dado è
tratto e si dà il via alla raccolta di fondi per la nuova
chiesa, che verrà realizzata a ridosso di quella vecchia ormai insufficiente e
rovinata da continui ampliamenti. In particolare
viene decisa una sottoscrizione di offerte “sotto forma di obbligazione semplici”, da pagarsi in cinque
anni e in due rate annue,
che scadono a San Pietro
(29 giugno) e a San Martino (11 novembre). Nel
1905 iniziano gli scavi per
le fondamenta e il 9 settembre 1906, il vescovo ausiliare di Ceneda, mons.
Caron, arriva a Pieve per
benedire la prima pietra e
celebrare la messa della ti-
PIEVE: Nei giorni festivi oltre un centinaio di operai lavoravano gratuitamente
nello scavo e nel trasporto del materiale, con una cinquantina di carri,
necessario alla costruzione della chiesa.
tolare Maria Assunta nel
recinto che sarebbe stato
compreso dalla nuova chiesa.
Cento anni dopo la parrocchia di Pieve fa memoria della posa della prima
pietra. E lo fa con un programma intenso di iniziative, distribuite nell’arco di
un mese. La prima, e non
poteva essere diversamente essendo la chiesa “la casa di Dio”, è la celebrazione eucaristica di domenica
3 settembre presieduta dal
vescovo Giuseppe e trasmessa in diretta su Raiuno. Seguiranno una serata
dedicata al valore architettonico dell’edificio, elevato
nel 2003 alla dignità di
Duomo dal vescovo Magarotto, un concerto di musiche mozartiane e una riflessione del vicario generale, mons. Zagonel, sul tema “Comunità, chiesa di
pietre vive”. Il fitto calendario di eventi si conclude
con la celebrazione di un
altro centenario, quello della scuola materna “Maria
Bambina”.
Tutte le iniziative - di cui
daremo conto su L’Azione
- sono state pensate e pro-
mosse da un apposito comitato costituito dalla parrocchia.
A titolo di cronaca ricordiamo che il cantiere
del duomo di Pieve rimase
aperto per molti anni, anche a causa della prima
guerra mondiale che comportò la sospensione totale dei lavori dal 1917 al
1921. I pievigini entrarono
nella nuova chiesa solo il
15 agosto 1924. Nel frattempo don Pieropan aveva
passato il testimone a
mons. Domenico Martin.
I vari passaggi della costruzione sono raccontati,
con estrema dovizia di particolari, nel volume “La parrocchia di Pieve di Soligo,
un po’ di storia” scritto nel
1937 da Giuseppe Schiratti. Un libro che meriterebbe essere ristampato e consegnato a tutti i pievigini
perché ricordino “ciò che
possano le doti magnifiche
di un popolo profondamente religioso”.
Federico Citron
IL PROGRAMMA
Q
uesto il calendario delle manifestazioni per il centenario
della posa della prima
pietra del Duomo di Pieve di Soligo e dell’Asilo.
Domenica 3 settembre: trasmissione in diretta su Raiuno della
messa delle 10.30 presieduta dal vescovo Giuseppe;
Sabato 9 settembre:
alle 18.30 in Duomo
messa nel centenario
della posa della prima
pietra; dalle 17 alle 20.30
in piazzetta Umberto I
speciali “Annulli postali” su cartoline ricordo del centenario;
Venerdì 15 settembre: alle 20.30 in Duomo
serata culturale con la
dottoressa Silvia Bevilacqua che inter viene
sul tema “Il Duomo di
Pieve: scrigno di arte e
di storia”;
Domenica 17 settembre: alle 16 concerto in
Duomo con l’orchestra
sinfonica di Castelfranco e la corale S. Andrea
di Venegazzù che eseguiranno musiche di
Mozart: al termine
verrà scoperta una lapide a ricordo del centenario;
Venerdì 22 settembre: alle 20.30 nell’aula
magna del patronato Careni incontro tenuto dal
vicario generale mons.
Martino Zagonel sul
tema “La costruzione
della comunità cristiana,
chiesa di pietre vive”;
Domenica 1° ottobre:
alle 10.30 in duomo
messa solenne per in
centenario dell’asilo;
seguiranno lo scoprimento di una lapide a ricordo del centenario e
l’apertura di una mostra
fotografica.
FESTA AL PARCO DELL’ISOLA DEI MORTI
Famiglie, è il vostro momento!
A
ll’ombra dei grandi alberi del parco
dell’Isola dei Morti, lambito dall’acqua del Piave,
domenica 3 settembre si
ritrovano le famiglie di Cison, Follina, Farra, Miane, Moriago, Pieve, Refrontolo, Sernaglia e Vidor per la prima Festa della Famiglia. La manifestazione - promossa dalle
amministrazioni comunali in collaborazione con
l’Associazione Famiglie
Rurali, Famiglie 2000,
Progetto Zero Branco,
Comunità Papa Giovanni
XXIII, Commissione foraniale famiglia del QdP e
l’Ulss 7 - nasce con l’obiettivo di approfondire
alcuni argomenti partico-
larmente sentiti dalle famiglie e di offrire loro
un’occasione di incontro.
Per questo il programma
prevede dibattiti - si parlerà di litigio e riconciliazione in famiglia, dei servizi del Consultorio, delle
In programma
dibattiti,
giochi
e concerto
iniziative delle associazioni familiari, delle politiche regionali - ma anche
pranzo comunitario al
sacco, caccia al tesoro e
concerto di gruppi emer-
e
L’AZiON
Quartier del Piave
Domenica 3 settembre 2006
genti (programma completo a pagina 21). Si comincia alle 9.45 e si termina intorno alle 19. Per
chi desidera iniziare la
giornata con la messa, alle 9 nella chiesa di Moriago la Commissione famiglia del Quartier del
Piave anima una celebrazione pensata proprio per
le famiglie.
A capo del gruppo promotore della Festa vi è
Paolo Brugnera, assessore al sociale del Comune
di Farra e papà di tre piccoli: «Le famiglie - spiega
Brugnera - sono la più
consistente risorsa sociale, economica, culturale,
educativa, morale e valoriale della nostra società,
Paolo Brugnera, assessore alla famiglia
del Comune di Farra di Soligo
per questo le amministazioni hanno ritenuto fondamentale dare loro la
possibilità di incontrarsi
per conoscere nuove esperienze, confrontarsi,
condividere, giocare insieme. Vogliamo “spingere” le famiglie a diventare
interlocutori credibili delle amministrazioni al fine
di elaborare insieme politiche che ne promuovano
il benessere».
VIDOR: Palio Assalto al Castello
L
e contrade di Colbertaldo, Alnè di Sotto, Alnè di
Sopra, Bosco e Vidor sono pronte ad affrontarsi
per la decima volta nel palio dell’Assalto al Castello che
si terrà domenica 10 settembre alle 17.30. La festa è inserita nel Settembre Vidorese che inizia sabato 2 settembre (in programma, tra l’altro, la 26ª marcia del ciclamino). Del palio si inizia a parlare la sera venerdì 8
con la presentazione delle squadre, la pesatura e la cena medievale nel giardino della villa Da Sacco.
SERNAGLIA: Sei serate con don
De Zan sul Vangelo di Luca
I
niziano martedì 5 settembre, alle 20.30, gli incontri
della scuola di formazione cristiana promossa dalla
forania del Quartier del Piave. Le prime tre serate (5, 6 e
7 settembre) saranno tenute da don Tonino Lasconi (vedi servizi nelle pagine di Chiesa). La
seconda parte della scuola, dedicata all’approfondimento del vangelo
di Luca, è affidata a don Renato De
Zan, sacerdote della diocesi di Pordenone e insegnante di esegesi biblica. Don De Zan interverrà nelle
serate del 19, 20, 21, 26, 27 e 28 sempre alle 20.30 nella sala polifunzionale del municipio di Sernaglia.
BARBISANO:
Caccia al tesoro
C
accia al tesoro domenica 3 settembre a Barbisano su iniziativa del Gruppo Giovani in collaborazione con Alpini e gruppo Allegria. Tre i percorsi previsti: baby (famiglie con figli fino a 6 anni), junior (famiglie con figli dai 7 ai 13 anni); senior (adulti e giovani).
Partenza alle 15.30 presso l’area verde. Per informazioni contattare il 333.47277180.
PARROCCHIA DI MORIAGO
Sacramenti non più
a età fisse
C
he la catechesi tradizionale debba essere rivista nessuno ormai
lo mette in dubbio. Ma il
come è ancora allo studio.
Nel frattempo si tentano
piccoli o grandi innovazioni per meglio comunicare il vangelo a bambini
e ragazzi. È il caso della
parrocchia di Moriago
che per il
nuovo anno
pastorale ha
deciso di dare una svolta
alla catechesi. «Abbiamo
deciso di superare
lo
“scadenziario automatico” nell’ammissione ai
sacramenti - spiega il parroco don Dino Milanese . In altre parole il sacramento non sarà più legato alla frequenza di una
classe scolastica. Per i sacramenti della prima Confessione (a partire dalla
terza elementare) e Comunione (dalla quarta elementare) - e non solo
per il Battesimo - abbiamo
previsto che siano i genitori stessi a farne esplicita richiesta con la disponibilità a partecipare a un
corso di preparazione in-
sieme ai padrini e alle madrine. Per quanto riguarda la Cresima (dopo la terza media) saranno i ragazzi stessi, che partecipano alle attività parrocchiali, a farne esplicita richiesta al parroco. In sostanza, puntiamo a un
coinvolgimento più diretto delle famiglie e degli interessati alle
scelte di fede.
Questo perché - continua
don Dino - fino a 40/50 anni fa era naturale che coloro che ricevevano per la
prima volta i
Don Dino Milanese sacramenti
continuassero
a parteciparvi: tutta la famiglia e la società erano
praticanti. Oggi la situazione si è capovolta, ciò
nonostante quasi tutti continuano a chiedere i sacramenti per i figli che,
crescendo, li abbandoneranno come gli adulti. Ecco perché si chiede ai genitori e ai giovani una scelta più coerente e responsabile che potrebbe anche
essere quella di rinviarla.
E nessuno per questo ha
il diritto di giudicare, anzi!». (FC)
e
L’AZiON
Conegliano
manda al protocollo firmato il 13 gennaio (dopo
ben otto mesi di tavoli e
“contro-tavoli”) da amministrazione, Ascom, Confesercenti, Rotary Club e
associazione Italia Nostra:
un accordo sulle misure
per dare lustro al “salotto
buono” della città, tra cui,
appunto, anche la sua pedonalizzazione per tappe.
Anzi, a dire il vero, la
“chiusura” del primo tratto di via XX Settembre era stata fissata per la fine
di maggio per arrivare
quindi entro la fine del
2006 a ricomprendere anche il tratto finale della via,
previa realizzazione degli
interventi previsti nel protocollo: nuovo arredo e
nuova illuminazione (scenografica). Eppure, la decisione della giunta, formalizzata il 3 agosto, è apparsa a residenti e commercianti quasi un fulmine a ciel sereno, tanto che
l’Ascom ha inviato una lettera al Comune chiedendo di posticipare il “grande passo”. Niente da fare:
l’amministrazione, pur
con qualche maldipancia
al suo interno, è andata
dritta per la sua strada:
«Non comprendiamo la
definizione di “affrettata,
intempestiva e fuorviante”
della decisione di passare
alla seconda fase della ztl
- hanno risposto all’Ascom, senza tanti giri di
parole ma lasciando aperta la porta al dialogo, l’assessore Paola Mirto e il vicesindaco Alberto Maniero -. Secondo gli articoli 3
e 4 del protocollo, ciò sarebbe già dovuto avvenire il mese successivo all’approvazione del programma di arredo urbano, provvedimento già assunto». I provvedimenti in
effetti ci sono: il 10 agosto
la giunta ha approvato il
progetto definitivo per i la-
vori di adeguamento della pubblica illuminazione
(costo: 400 mila euro) ed
è stato fatto il concorso e
individuata la ditta che fornirà l’arredo (costo: 200
mila euro). Ma gli interventi non sono stati ancora realizzati e via XX Settembre oggi è tale e quale era ieri: una strada con
bei palazzi e monumenti
di pregio, ma lontana da
potersi considerata il salotto buono, il biglietto da
visita della città. Dove non
sono state ristrutturate, le
facciate degli edifici sono
vetuste, qua e là cadono a
pezzi (e non solo in senso
figurato come conferma la
cronaca degli ultimi mesi), la pavimentazione dei
portici è un susseguirsi di
taconi e busi, spesso sporca e maleodorante (sacchetti di immondizie ed escrementi di cani), le serrande abbassate dei negozi che hanno chiuso accrescono il senso di declino. La Contrada Granda,
quando non è invasa dalle manifestazioni, appare
insomma un po’ triste e
languida, specie alla sera,
come un’attempata signora su cui si intravedono
soltanto i segni della fulgida bellezza passata. Oggi però, a differenza di ieri, via XX Settembre è
chiusa al traffico.
Francesca Nicastro
LA VOCE DEI COMMERCIANTI
e triste - spiega l’orafo Carlo Giubilato -. C’è da dire
oltretutto che il traffico
della via già prima era molto poco. La paura di perdere clienti c’è, la gente è
abituata a spostarsi in macchina». «L’idea della pedonalizzazione ci piace - afferma una delle titolari della pasticceria Alpago -.
Ma andava predisposto
prima un progetto per la
via, che prevedesse per esempio anche la valorizzazione di ciò che via XX Settembre può offrire in chiave turistica: ora la Sala dei
Battuti e la chiesa del Duomo sono accessibili solo
suonando il campanello
della canonica». Il dottor
Costacurta dell’omonima
farmacia ritiene che la
chiusura al traffico possa
portare qualche punto in
più alla qualità della vita,
anche se prevede un calo
consistente della sua attività: «Il 20-30% in meno precisa -. Parcheggi qui in
giro non ce ne sono ed è
difficile che uno vada a
parcheggiare in Corte delle Rose per poi salire qui a
prendere una confezione
di aspirine. È più facile che
si fermi in una farmacia
lungo il tragitto». Il timore
diffuso è che via XX Settembre si svuoti, diventi
una via fantasma. La storica pescheria Feltrin ha
del resto chiuso i battenti
la scorsa primavera, così
come, subito dopo, si è
trasferito altrove il negozio di tessuti e biancheria
per la casa di Alberto Samogin. «La mia attività
DALLO SCORSO 21 AGOSTO
In via XX Settembre
solo a piedi
D
al 21 settembre
via XX Settembre (da Porta
Dante a via Marcatelli) è
diventata zona a traffico
limitato (ztl), alla stregua
delle limitrofe via Cima,
via Sbarra e via Teatro
Vecchio. Per l’amministrazione comunale si tratta della seconda tappa
verso la sua completa
chiusura al traffico, colonna portante del progetto di rivitalizzazione e
riqualificazione del centro
storico (nel gennaio scorso, la prima tappa, con l’introduzione del divieto di
entrare in via XX Settembre per chi proviene da via
Caronelli). «La Contrada
Granda è un patrimonio di
notevole pregio dal punto
di vista artistico, architettonico e ambientale e per
la sua conservazione sono richieste attenzione e
tutela» spiega il sindaco
Floriano Zambon, che ri-
Temiano diventi
una via fantasma!
P
asseggiando in via
XX Settembre, a
dieci giorni dalla sua parziale pedonalizzazione
(tratto da Porta Dante a
Via Marcatelli), si respira
perplessità e malumore.
Non l’hanno presa bene i
commercianti della via
questa chiusura al traffico
messa in campo, a loro dire, in fretta e furia e senza
aver prima visto nulla di
quanto promesso: l’arredo
urbano, la nuova illuminazione. Il giornalaio Rena-
to Perruzzet, scuro in volto, si trincera dietro un eloquente «No comment».
Così Rino Boscarato, titolare del Caffè Teatro,
che preferisce non dire
nulla ma si vede che contento non è. Fare già un bilancio dopo appena qualche giorno è del resto un
azzardo, ma le previsioni
volgono al nero. «Il nuovo
arredo e l’illuminazione
andavano fatti prima, le
sere di inverno via XX Settembre è una strada buia
Domenica 3 settembre 2006
29
Nel dettaglio le regole
della zona a traffico a limitato
U
n’ordinanza dei vigili urbani ha dettato l’abc
della viabilità di via XX Settembre: il transito
e la sosta sono vietati a tutti i veicoli a motore; può
transitare solo chi vi abita, taxi, mezzi commerciali per
il rifornimento delle attività e quelli del mercato del
venerdì, vetture per le cerimonie civili e religiose (ma
non più di 5), veicoli adibiti al trasporto di persone invalide, quelli utilizzati per portare a scuola gli studenti della S. Francesco e della Cima (ma solo 15 minuti prima e dopo l’orario scolastico), veicoli autorizzati dai vigili (cantieri, traslochi). Non potranno transitare invece autocarri di peso superiore alle 20 tonnellate. Nel tratto pedonalizzato, i posti auto, una quarantina, sono stati eliminati. Sei posti auto sono stati
riservati per residenti sprovvisti di garage e tre sono
stati riservati agli invalidi (due vicino al Municipio e
uno in via Marconi). Come nel caso del transito, valgono alcune deroghe (invalidi, mezzi commerciali,
taxi…). Per eliminare il traffico relativo al trasporto
scolastico, l’amministrazione ha istituito il Pedibus, nel
tragitto da piazza Aldo Moro (stazione FS) in via XX
Settembre: un servizio di accompagnamento dei bambini a scuola. Alla carenza di posti auto nei pressi del
centro cittadino la giunta ha risposto ricavando 60
nuovi posti in via Rosselli (che tanto “a ridosso” poi
non sono).
non è direttamente interessata dagli effetti della
pedonalizzazione - commenta Giorgio Ongaro,
titolare della brasserie Salisà -. Ma quando si mettono in campo certe iniziative bisogna andare a
vedere cosa hanno fatto altrove. Per esempio il centro storico di Pordenone è
un esempio di chiusura al
traffico riuscita, dotato
com’è di un bell’arredo urbano. E poi bisogna dare
incentivi fiscali alle attività
che si vogliono insediare
qui e anche licenze più facili».
«La pedonalizzazione di
via XX Settembre potrebbe avere un senso se la
strada fosse sullo stesso livello di corso Vittorio Emanuele, il dislivello co-
stituisce una vera e propria barriera. E poi dodici
anni fa era già stato fatto
un tentativo di chiudere la
Contrada Granda, che è
fallito. In quell’occasione
aveva protestato anche il
monsignore del Duomo
perché i fedeli non andavano più a messa - affermano i titolari della boutique Bagato -». L’attuale
monsignore, invece, al
momento non protesta né
si sbilancia: «Lascio che
provino, per ora non dico
niente» si scherma don
Romano Nardin. E le
messe? «Domenica sera
ho notato un calo dei fedeli presenti, ma alla funzione delle 11 c’era gente
come al solito, anzi forse di
più. Con i funerali non ho
avuto problemi». (FN)
30
Domenica 3 settembre 2006
LA NOMINA ANNUNCIATA DAL VESCOVO
DUOMO
Don Mosè Furlan co-parroco
del Duomo e di Costa
Mostra
di icone russe
bronzi e oggetti
d’epoca
C
he il Consiglio
pastorale parrocchiale venga
convocato durante il periodo agostano, non capita spesso. E che alla convocazione sia annunciata
la presenza del vescovo,
richiama subito la straordinarietà di un evento. C’era insomma da attendersi
l’annuncio di qualcosa di
importante. E così infatti
è accaduto nella parrocchia del Duomo di Conegliano.
La convocazione c’è
stata per lunedì 7 agosto,
con una buona presenza
nonostante il periodo feriale.
Il vescovo ha comunicato che il don Mosè Furlan verrà nella parrocchia
del Duomo con la funzione di Co-parroco, in piena
comunione e collaborazione al servizio pastorale
del Duomo e di Costa.
Chi sia don Mosè, per
chi non ha già avuto la fortuna di conoscerlo personalmente, si era appreso
da una intervista appena
rilasciata all’Azione qualche giorno prima (n. 32
del 30/07/06), nella quale egli esprimeva i suoi
sentimenti di prete che a
68 anni affrontava l’esperienza di parroco dopo aver svolto per quasi trentaquattro anni la funzione
di cappellano all’ospedale
di Vittorio Veneto. È proprio in questo lungo arco
di tempo che parecchi
hanno avuto modo di conoscerlo e apprezzarne la
sensibilità e la disponibilità.
Il vescovo Giuseppe ha
fatto precedere la notizia
facendo riferimento a due
situazioni di carattere
straordinario che stanno
RENZO E CAMILLA CRISTOFOLI
VOLONTARI IN AFRICA
«A
bbiamo fatto una
settimana di vacanza», dice Renzo Cristofoli. Ma i dieci giorni di
fine luglio che ha trascorso
presso un ospedale specializzato di Bissau sostenuto
dalla comunità di Sant’Egi-
dio, capitale della Guinea
Bissau sono stati ben altro.
Dono, anzitutto, delle sue
competenze di microbiologo che normalmente lavora
all’ospedale di Conegliano.
Dono che avevamo già evidenziato nello scorso nu-
SANTA LUCIA DI PIAVE
Amici della Bolda,
devastata la sede
S
conforto, amarezza
ma anche tanta voglia di rimettersi al lavoro
per garantire sicurezza e
normalità alla propria sede
istituzionale e alle attività
condotte nell’ambito del
sociale. Così i 70 volontari dell’associazione “Amici
Parco Bolda” di Santa Lucia di Piave hanno reagito
ai furti di materiale interno e agli atti di vandalismo, subiti nella notte tra
lunedì 21 e martedì 22 agosto presso l’omonimo
parco santaluciese. «Martedì mattina, intorno alle
10.30, il nostro responsabile della logistica, Mario
Polo, ha scoperto l’accaduto - spiega il presidente
Giancarlo Antoniazzi - subito sono saltati all’occhio
i danneggiamenti esterni a
tre infissi e su alcune pan-
chine, il tentativo di entrare da una piccola grata
che dà sui servizi igienici
interni, una porta a vetro
rotta e una finestra divelta, mentre all’interno la cucina e il mio studio sono
stati messi letteralmente a
soqquadro… Pensi che si
sono mangiati anche una
crostata di frutta preparata dalle nostre volontarie
e
L’AZiON
se
Conegliano / Conegliane
“L
davanti alla comunità del
Duomo. Anzitutto la “Missione al popolo”, in calendario per il 2007, che richiederà un forte impegno perché diventi un segno forte di rinnovamento nella vita della comunità. In secondo luogo la
nuova esperienza della “Unità pastorale”, già avviata con altre tre parrocchie
del Centro di Conegliano,
e alla quale bisogna guardare nel progettare l’attività pastorale, convogliando ogni risorsa disponibile sia dei sacerdoti che dei laici chiamati a
corresponsabilizzarsi nell’azione pastorale adeguata ai tempi che viviamo.
C’è chi ha osser vato
che l’arrivo di don Mosè
va letto in un quadro più
ampio, ma è un problema
che si affronterà a breve
scadenza.
L’arrivo di don Mosè
costituisce un avvenimento di grande rilievo, e la
parrocchia del Duomo
non può che esprimere la
sua gioia.
o Spirito nell’immagine” questo il
titolo della mostra di icone russe originali dei secoli XVII e XIX, nella quale vengono esposti circa 90
esemplari oltre a bronzi e
oggetti d’epoca, organizzata dall’associazione Ikon
di Pieve di Soligo nella sala Papa Luciani sotto i portici del Duomo di Conegliano. L’esposizione si tiene dal 2 al 10 settembre
con ingresso gratuito e
con i seguenti orari: sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15 alle
20.30, nei giorni feriali dalle 18 alle 20. Oltre alle icone con soggetti e forme
inedite di particolare interesse religioso ed iconografico, i visitatori avranno a disposizione pannelli
didattici e didascalie di ogni opera nonché la presenza di esperti e appassionati dell’associazione e
testi illustrati. Particolare
l’atmosfera di sottofondo
con canti sacri di cori di vari monasteri russi che accompagnerà il visitatore.
mero de L’Azione e di cui avevano già beneficiato i malati in Angola, Eritrea, Uganda, Capo Verde, oltre alle strutture sanitarie che
hanno richiesto le sue competenze. L’esperienza è stata il primo mattone di una
collaborazione che è nata
quasi per caso, ma che ora
non finisce: «Entro fine anno penso di tornare in Gui-
nea Bissau, magari per un
soggiorno un po’ più lungo».
Ma soprattutto l’ultima Africa di Renzo è stata anche
la prima Africa di Camilla,
sua figlia ventiduenne, laureanda in Biotecnologie a
Padova. «Entusiasmante!» è
il suo commento. Scommettiamo che l’Africa sentirà ancora parlare di lei?
(TB)
per le feste con i ragazzi
disabili». Bottino di tutto
rispetto per la banda d’ignoti, visto che si tratta di
un’associazione di volontariato: un videoproiettore, un videoregistratore,
alcuni oggetti da scrivania
e la cifra di 300 euro dalla
cassa finanziaria del gruppo, mentre fortunatamente computer e materiale
informatico sono rimasti
intatti». Al momento non
vi sono indizi e sospetti sugli autori dell’atto di vandalismo anche se al vaglio
di carabinieri e polizia coneglianese vi sono alcune
analogie con casi simili
avvenuti in zona. Ancora
non è possibile una stima
certa di danni e perdite,
che saranno solo in parte
coperti dalle assicurazioni e dovranno contare sulla solidarietà e partecipazione della comunità e dei
privati.
Elena Pilato
La sede dell’associazione devastata
MDG: Saluto a mons. Gava,
benvenuto a mons. Magagnin
D
omenica 3 settembre
durante la messa delle 10.30 la comunità di Madonna delle Grazie saluta il
parroco mons. Giacomo Gava
dopo 12 anni di intenso ministero sacerdotale. Mons. Gava è stato infatti nominato responsabile della Pastorale Scolastica (anche con cattedra di
insegnamento) e direttore della Casa dello Studente.
Domenica 10 settembre alle 18.30 avrà luogo l’ingresso
del nuovo parroco, mons. Massimo Magagnin.
È morto Lorenzo Zanardo
S
i sono tenuti mercoledì 9
agosto nella chiesa di S.
Maria delle Grazie i funerali di
Lorenzo Zanardo, già consigliere comunale a Conegliano
negli anni ’90 nel gruppo del sindaco Achille Ghizzo, mancato
all’affetto dei suoi cari, all’età di
63 anni, dopo una breve malattia. Zanardo era conosciuto per
la sua lunga attività di carrozziere. È stato per dodici anni presidente dell’Unione bocciofila coneglianese e giocatore e allenatore nella società di pallacanestro di Conegliano.
SERT: Corso per smettere di fumare
I
l 18 settembre inizia il 22° corso per smettere di fumare organizzato dal Servizio tossicodipendenze dell’Ulss 7 in collaborazione con l’associazione “Liberi dal fumo” di Conegliano. Il corso si terrà nell’ex Comunità Giovanile di via Ortigara 131 in Conegliano, e si articolerà secondo una fase intensiva di cinque incontri consecutivi dal
lunedì al venerdì e una fase di sostegno di otto incontri settimanali. Gli incontri si terranno dalle 19 alle 20.30 a cura
di operatori del Ser.T. Per iscrizioni rivolgersi al Ser.T.
(0438.653386) dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 16.
CASOTTO: Conclusa la rotatoria
C
onclusi i lavori di realizzazione della nuova rotatoria in località Casotto (Comune di San Pietro di Feletto), all’altezza
dell’incrocio tra la statale
653 (che da Conegliano porta a Tarzo) e via dei Pascoli
(che porta a San Pietro). La
spesa è stata di 225 mila euro è parte coperta da un
contributo regionale di 160
mila euro. La rotatoria era attesa dai residenti della frazione anche per il suo effetto “deterrente” sull’elevata velocità tenuta dagli automobilisti su questo tratto
di strada rettilineo.
e
L’AZiON
Coneglianese
IL LORO IMPEGNO PER L’APPARTAMENTO
L’Ail ringrazia
gli alpini di S. Fior
“L
’Ail chiama,
gli alpini rispondono!”.
È questo il motto di molti
gruppi Ana e in particolare delle Penne Nere di
San Fior. Complice anche
il fatto che la sezione provinciale dell’Ail ha sede
proprio a San Fior, la collaborazione tra le due
realtà è ormai un aspetto
naturale e consolidato.
Da parte dell’Associazione italiana leucemie era sorta la necessità di avere a disposizione una
struttura per accogliere
pazienti e familiari che da
lontano giungono per curarsi a Treviso al reparto
di ematologia. «L’Ail –
spiega la presidente Teresa Pelos – ha acquistato un appartamento per
un costo di circa 175 mila
euro, ma necessitava di lavori di ristrutturazione.
Come al solito gli alpini
hanno provveduto a tutto
gratuitamente. Ho semplicemente chiesto al capogruppo se c’era la di-
È
bastato un attimo e
quella che doveva
essere una serena giornata da trascorrere al mare si
è trasformata in tragedia,
gettando nel dolore profondo tre famiglie e tre comunità. Un grave incidente,
avvenuto l’11 agosto scorso a Summaga di Portogruaro, è costato la vita alla giovane Sandy Tintinaglia di Castello Roganzuolo, che con l’amica Martina
Franceschin di Santa Lucia
di Piave, ferita gravemente,
si stava recando a Bibione.
Nel medesimo scontro è
deceduto il nonno di Martina, Giuseppe Momo 77
anni di Colle Umberto ed
è rimasta gravemente ferita la nonna, Rosina Battistella.
Sandy aveva concluso la
maturità proprio quest’anno e sognava di diventare
medico. Suo hobby era dedicarsi ai concorsi di bellezza, tanto che qualche
giorno prima dell’incidente aveva vinto a Tarzo la fascia di “Miss Feeling” di
Gli alpini di San Fior con la signora Teresa Pelos
sponibilità per completare questo progetto e subito si sono attivati. Mi
hanno detto che il loro slogan è “L’Ail chiama, gli alpini rispondono”. L’ingegnere e alpino Fiorenzo
Carniel ha da parte sua
realizzato il progetto e si
è occupato della ristrutturazione così come aveva
progettato e seguito i lavori del day hospital e del
reparto di ematologia di
Treviso».
Il residence, situato a
200 metri dall’ospedale,
quindi comodo per chi deve recarsi nella struttura
sanitaria per le cure, di-
LUTTI
L’addio a Sandy
Tintinaglia
e Giuseppe
Momo
“Bella di Marca”.
Giuseppe Momo a Colle Umberto era molto conosciuto per la sua personalità aperta e accogliente.
Era membro del gruppo
Alpini, dell’Associazione
anziani e dell’Avis. Qualche
tempo prima aveva avuto
un incidente in scooter e
ancora portava il busto che
avrebbe dovuto togliere alla fine del mese di agosto.
Sia a Castello Roganzuolo che a Colle Umberto
una folla numerosissima si
è riversata nelle chiese per
l’ultimo saluto a Sandy e
Giuseppe. A presiedere il
funerale della giovane diciottenne è stato l’arcivescovo di Ferrara monsignor Paolo Rabitti, in quan-
COLLALTO: Serata teatrale con
Pirandello a sostegno di suor Franca
S
abato 2 settembre,
alle 20.45, la compagnia Il Carro di Tespi 2004
di Roncade, presenta a Collalto “La Levità di Pirandello: Cecè-La Giara”. Si tratta
del secondo appuntamento
con la stagione teatrale di fi-
spone di cinque posti letto, doppi servizi, cucina,
soggiorno, balcone e giardino. «Le persone – continua Teresa – che magari devono fare il day hospital per tre o quattro
giorni di fila alla settimana non possono farsi tre o
quattrocento chilometri di
strada ogni volta. Qui hanno la possibilità, i pazienti e i familiari, di dormire,
di mangiare, di fare un giro per Treviso. Adesso ad
esempio stiamo ospitando
due famiglie, una proveniente da Gorizia e una da
Monfalcone. Naturalmente il nostro è un servizio
ne estate, promossa dall’assessorato alla cultura
del Comune di Susegana in
collaborazione con Festeggiamenti Collalto.
Questa edizione della
rassegna teatrale è caratterizzata dalla possibilità di fa-
Sandy Tintinaglia; in alto Giuseppe Momo
to amico di famiglia, e anche il vescovo Giuseppe è
brevemente intervenuto. A
Colle Umberto, insieme ai
parroci don Angelo e monsignor Giovanni c’era invece l’amico d’infanzia di Giuseppe, don Gianmaria Breda, sacerdote salesiano.
(GDN)
re un’offerta in favore di una scuola elementare che
suor Franca Fortran, originaria di Susegana, sta costruendo con le consorelle
Serve di Maria Riparatrice
in Costa d’Avorio. Anche il
Comune di Susegana ha
deciso di devolvere un contributo a favore di suor
Franca.
gratuito».
Per arrivare a tutto
questo fondamentale è
stata quindi la passione e
la competenza degli alpini, e non solo. Nell’impresa sono stati coinvolti
anche amici di altri gruppi o di altri… corpi. Tra i
muratori, manovali, idraulici, imbianchini, piastrellisti e falegnami c’era
anche un idraulico marinaio padre di in una “penna nera”.
Casa Ail, di F. Nicoletti
e G. Zara può così offrire
il proprio servizio a pieno
ritmo. E se una volta erano gli abitanti dei nostri
paesi a doversi recare in
ospedali fuori regione perché in zona non esisteva
una struttura com’è oggi
l’ematologia del Ca’ Foncello, ora che grazie all’Ail
si possono dare risposte
in loco, continua il sostegno e l’aiuto alle famiglie
degli ammalati anche attraverso l’ospitalità rivolta a chi viene da lontano.
Gerda De Nardi
Domenica 3 settembre 2006
31
BIBANO: A soli 46 anni
è mancata Dina Cimitan
A
soli quarantasei anni si è spenta Dina Cimitan, gettando nello sconforto la sua famiglia,
che risiede a Bibano di Godega di Sant’Urbano, e
quanti la stimavano. Molto conosciuta in paese, Dina
era impegnata su più fronti. Per diverso tempo aveva
infatti ricoperto i ruoli di consigliere, vicepresidente
e quindi presidente della Cooperativa Coccovo. A
strapparla dall’affetto dei suoi cari è stato un male incurabile, per salvarla dal quale a nulla sono valse le
cure e le terapia a cui si era
sottoposta. Dina ha lasciato il
marito Giuseppe Brunetta, i
figli Enrico e Paola, la mamma
Teresina, le sorelle Andreina
e Paola. In molti si sono stretti attorno a loro nei giorni successivi al triste evento e durante i funerali che si sono tenuti giovedì 17 agosto.
ORSAGO: È morto il “fazzoletto
verde” Terzo Basso
M
ercoledì 23 agosto è morto a 80 anni Terzo Basso di Orsago. Figlio del fondatore della cooperativa edilizia “Basso&C.”, da giovane aderì, con la sorella maggiore, alla Resistenza nelle fila della 5ª Brigata Osoppo Friuli: militò tra i “fazzoletti verdi” con il nome di battaglia di “Bocia”.
32
Opitergino / Friuli
Domenica 3 settembre 2006
ODERZO/ GRAZIE A MONS. DAMETTO LA PARROCCHIA DEL
DUOMO RISCOPRE IL SUO PATRIMONIO STORICO-ARTISTICO
Nel 2007 museo e archivio
I
l Duomo di Oderzo
si appresta a riscoprire i suoi tesori.
Approda alla concretezza così un progetto che ha
preso il via circa cinque anni fa, con il decisivo impulso dell’abate parroco
mons. Piersante Dametto,
e che ora, grazie all’impegno anche degli architetti
opitergini Cesare e Cristina Vendrame, è allo sprint
finale.
Saranno infatti presto inaugurati il nuovo museo
parrocchiale e l’archivio.
Il museo sarà ospitato
al piano terra dello stabile
parrocchiale datato 1935
che si trova di fronte alla
canonica nel cortile interno. Quel che un tempo era magazzino ora sarà possibilità di ammirare crocifissi, turiboli, arredi sacri,
Mons. Piersante Dametto e l’architetto Cesare Vendrame
vesti, calici, ostensori di
alta qualità artistica e di
valore storico: i più antichi, dei crocifissi, risalgono al Cinquecento. Alcuni
erano custoditi in Duomo,
altri in magazzino; altri ancora, sperano dal Duomo,
arriveranno anche dal
comprensorio: non a caso
non tutti gli spazi del museo sono stati già occupati. L’obbiettivo è arrivare
ad un “museo dell’arte sacra dell’opitergino”.
Tanto la scelta del materiale quanto l’allestimento museistico sono
stati concertati con l’Ufficio Arte Sacra della Curia
ed in stretto rapporto con
la Sovrintendenza.
Il nascente museo sarà
aperto per alcuni giorni la
settimana; si spera nell’apporto di volontari come custodi o guide. «Sarà
pronto per l’inizio del 2007
– dice mons. Dametto –
L’inaugurazione potrebbe
essere a gennaio o nel periodo di Pasqua».
Potrebbe quindi coin-
cidere (oppure seguire)
quella del riscoperto archivio parrocchiale. Per
quest’ultimo infatti si ipotizza un termine dei lavori già a dicembre 2006.
Sarà ospitato all’ultimo
piano della canonica, con
il verde del giardino interno a far capolino da fuori della finestra. Da quest’inverno, sotto le pazienti cure degli operatori, le carte accumulate negli armadi stanno riprendendo vita: esaminate e
catalogate, in via di... archiviazione secondo criteri scientifici. Le plurisecolari (anche del 1400!)
carte parlano e raccontano la storia della parrocchia e della città. Emergono sorprese? «È tutta una sorpresa – dice il parroco- perché di quel che è
qua dentro non si conosceva molto». Il lavoro viene anche in questo caso
svolto in collaborazione
con l’Ufficio Arte Sacre
della Curia,e fruisce anche del sostegno del
L yons Club di Oderzo,
che ne ha fatto il beneficiario di un suo “service”,
ossia una iniziativa di solidarietà.
Tommaso Bisagno
I documenti nell’archivio parrocchiale ora vengono tirati fuori, esaminati, catalogati
ORMELLE: gemellaggio
con Balatonboglar in Ungheria
I
n nove hanno raggiunto in bicicletta a fine luglio da
Ormelle la città di Balatonboglar in Ungheria. Hanno deciso di compiere questa impresa per rendere tributo
alla città con la quale è stato poi firmato il patto di gemellaggio, alla presenza anche del coro Ana di Oderzo.
Balatonboglar sorge sulle rive del lago Balaton ed arriva
a 30 mila abitanti nei mesi estivi, mentre ne ha 6 mila in
quelli invernali. La vocazione principale è turistica, anche
se ha un buon successo la coltivazione della vite. Ed è proprio questo il collante principale con Ormelle.(AZ)
La futura sede del museo di arte sacra parrocchiale
SAGRA DEI OSEI A SACILE: arriva
da Ceneda il tordo nazionale
VENERDÌ 1
SETTEMBRE
Inizia la sagra di san Mansueto a Mansuè presso gli impianti frazionali. La manifestazione proseguirà fino al 17 settembre.
Primo venerdì del mese: S. Messa della carità in Duomo alle
19.
SABATO 2
Ore 21 in Piazza Grande: VivaVoce, viaggio musicale attraverso la canzone d’autore.
Organizza la Pro Loco Oderzo
in collaborazione con l’amministrazione comunale.
DOMENICA 3
Mercatino
dell’antiquariato e del-
l’artigianato lungo le strade del
centro storico.
Visita guidata e gratuita al Foro Romano (ore 16 e 17) e al
museo civico “Eno Bellis”
(17.30) a cura dell’Associazione Athena.
VENERDÌ 8
Ore 20.30 in Piazza del Foro
Romano: nell’ambito dell’Opera
in Piazza 2006, Antonio
Lubrano racconta Mozart, musiche di Mozart e autori vari con l’Orchestra da Camera "Gruppo d’Archi Veneto".
Solista Maria Grazia Patella; direttore M° Alberto Vianello;
Farmacia di turno:
Dal Magro, a Piavon,
p.zza d’Aviano 7. Tel.
0422 752950
A
lessandro Vecchiato di Ceneda (nella
foto) è il trionfatore della
733° Sagra
dei Osei di Sacile (20 agosto
2006). Infatti
un suo giovanissimo tordo,
d’un anno, di
una quarantina che alleva
nella sua abitazione vicino
alla storica
Piazza Gallina, s’è aggiudicato la medaglia d’oro
più ambita e la
proclamazione di “Tordo
Nazionale”.
Viene
così
premiato an-
che mezzo secolo di passione mai venuta meno, avendo Vecchiato cominciato pressoché
da bambino, istruito da uno
zio altrettanto
appassionato.
Molto ammirato è stato pure
Salvatore Lanatà, che ad Aosta alleva anche
uccelli di passo,
e che a Sacile ha
esposto, fra gli
altri, il Ciuffolotto con tutte le
sue mutazioni,
Cardellini major
ancestrali e mutati, Turdidi ed
Insettivori rarissimi.
Mario Sanson
e
L’AZiON
Mottense / Friuli
Domenica 3 settembre 2006
33
La città con occhi di disabile: ancora troppe scale
limitano l’accessibilità ai luoghi pubblici.
Fossero tutti come la caserma dei carabinieri o la scuola media!
Motta a ostacoli
“I
l mondo è fatto
a scale”.
Così, in tempi non sospetti, recitava
un adagio. Scale appunto,
sinonimo di barriere architettoniche. In una città
come Motta di Livenza,
tanto è stato fatto e tanto
resta ancora da fare, come conferma la nostra esplorazione della città.
Che comincia con l’ospedale.
Ospedale: scivolo sì,
ma che pendenza!
Se è vero che il distretto, che occupa l’ala
storica dell’ospedale mottense, è dotato di scivolo
per consentire un accesso più facile alle carrozzine, è altrettanto vero però
che un soggetto diversamente abile dotato di carrozzina, per quanto ben
allenato possa essere, riesce a raggiungere lo sportello dopo uno sforzo pari o superiore a quello di
un centometrista, tale è la
pendenza.
Basilica: ok
sul retro, ma
gradini davanti
Il giro continua in Basilica.
Anche nei luoghi di culto, i
problemi non
mancano. Esiste
un accesso sul
retro, senza barriere, da cui è facile raggiungere
la Cappella delle
Confessioni, ma
dal lato della facciata per raggiungere l’interno ci si presen-
rampa di scale che dalla
segreteria porta verso le
aule. Più comodo e funzionale l’altro che porta
direttamente verso le aule e la sala delle riunioni.
L’istituto è dotato anche
di ascensore.
Municipio: scale su
scale
Nello storico palazzo del Municipio sono solo le scale a portare alla sala consiliare
tano davanti due gradini.
Facilmente superabili...
se soltanto ci fosse una
pedana. Stesso discorso
per raggiungere il primo
chiostro.
spazio non manca) si può
tranquillamente rimanere
a bordo pista.
Scuole e caserma accessibili
Va certamente meglio
nella vicina caserma dei
carabinieri dotata di uno
Il nostro giro fa tappa scivolo fatto con tutti i criallo stadio Samassa. Per teri possibili. Raggiunge
raggiungere la tribuna e appena la sufficienza la viavere quindi una buona vi- cina scuola elementare. Il
suale, c’è una rampa di passaggio pedonale in
scale, che diventano quat- ghiaino potrebbe andare
tro se, come nel caso del bene. Se una persona encronista, si deve raggiun- tra e l’altra arriva in sengere la tribuna stampa. Se so contrario, uno dei due
ci si adatta (visto che lo deve scendere sulla
ghiaia. Sufficienza piena per lo
scivolo, sia quello esterno che
quello interno, figlio, quest’ultimo, dei lavori di
realizzazione
dell’ala nuova
più bassa rispetto a quella esistente in precedenza.
Alla scuola
media, gli scivoli sono addirittura due: il primo
La Loggia: per chi è in carrozzella o ha difficoltà di movimenti è quasi all’esterno, vaniimpossibile raggiungere il piano superiore ficato da una
Stadio: si resta a bordo pista
A Villanova di Prata, presso la sede della Pro Loco in Piazza Papa Luciani, ha inizio la Sagra dei gusti e sapori. Alle 21 ballo liscio con l’orchestra "Filadelfia".
VENERDÌ 1 SETTEMBRE
A Sacile, resta aperta nella Sala degli Imperatori di Palazzo Ragazzoni Flangini Biglia, la mostra antologica dedicata a Pietro Annigoni.
A Prata, dalle ore 20.30 concerto gospel in piazza Wanda Meyer.
A Prata, restano aperte le iscrizioni all’annuale Gita
dell’Anziano organizzata dal Comune per domenica 17 settembre, con destinazione i Colli Euganei, Monselice e l’Abbazia di Praglia. Per iscrizioni, rivolgersi all’Ufficio Servizio Sociale del Comune: tel. 0434/425190.
SABATO 2
Alle 14 a San Giovanni di Livenza parte la gara di ciclismo “Sesta prova criterium Alto Livenza”.
A Camolli, tradizionale Gara di barbe e baffi a cura
del Circolo culturale Camoi.
Dalle 17.30 al campo comunale di via Del Mas a Brugnera manifestazione nazionale di atletica leggera.
A Sacile alle 17 all’ex chiesa di San Gregorio, pomeriggio musicale a cura dell’Ensemble Serenissima.
DOMENICA 3
A Villanova di Prata, alle 12 Festa dell’Anziano
con pranzo. Alle 21 serata danzante con l’orchestra
"Happy Days".
LUNEDÌ 4
A Sacile, in via Carducci 18, proseguono le lezioni di osservazione, riconoscimento e determinazione funghi
freschi, a cura del Gruppo Micologico Sacilese. Per info,
0434.72273.
GIOVEDÌ 7
A Villanova di Prata, dalle ore 19.30 18° trofeo “Bar alla Gioconda”. Alle 21 spettacolo dei “Dilettanti allo sbaraglio”.
Farmacie di turno
Sacile: Comunale, via Ettoreo 4, tel.
0434-71410
Prata : Bisatti, via C. Battisti 49, tel.
0434-620006
Un passo alla volta si
arriva in municipio. Da
qualche anno, l’ufficio anagrafe si è trasferito in
piazzetta del Duomo. Meno male: una rampa di
scale in meno. I problemi
nascono se invece si devono raggiungere gli altri
uffici del Comune o ancora peggio, la sala consiliare. Scale su scale. Non
se ne può davvero più.
Duomo: si passa dai
lati
Gradini anche per accedere al Duomo. Uno è
quello che già esisteva all’ingresso principale, l’altro è stato creato per dare una forma migliore al
sagrato dopo i lavori di rifacimento della zona. Anche in questo caso le scappatoie si trovano, grazie
soprattutto ai due accessi
laterali.
Loggia: non si va al
piano di sopra
Poco oltre il Duomo c’è
il palazzo “La Loggia”: altre note dolenti. Prima un
gradino e poi una bella
rampa di scale rendono
difficile se non impossibile il raggiungimento della
splendida sala del piano
superiore.
Patronato: situazione
migliorata
Non può e non deve
SACILE
Col Progetto
Giovani in visita
a Bruxelles
S
i è conclusa con un
viaggio a Bruxelles
dal 4 alll’8 luglio l’esperienza nel progetto “Volontariato, giovani, Unione Europea” di Andrea
Vendrame, Anna Fadelli,
Valeria Franco e Luca M.,
i quattro giovani sacilesi
coinvolti dal Progetto
Giovani comunale.
Nella capitale d’Europa i quattro hanno presentato al Forum Europeo dei Giovani la CartaManifesto del volontariato giovanile in Europa che
avevano contribuito a realizzare.
Ospedale: scivolo sì, ma con pendenza esagerata!
mancare un’occhiata al
patronato Don Bosco. Ristrutturato
in tempi
non troppo
lontani, ha
di molto
migliorato
l’accessibilità.
La
struttura si
è dotata di
un ascensore per
rendere agevole il
raggiungimento del piano superiore.
ne per facilitare l’abbattimento delle barriere architettoniche? Al quesito risponde il sindaco Graziano
Panighel:
«Rispetto al
passato si
sono fatte
tante cose. I
progetti che
sono stati
avviati adesso rispettano tutti la
normativa sulle barriere
architettoniche. Per quest’anno qualcos’altro per
l’accessibilità sicuramente verrà fatto. Per l’anno
prossimo, abbiamo in programma dei lavori che oltre a guardare le esigenze dei diversamente abili,
guarderanno anche a
quelle dei pedoni con la
realizzazione di percorsi
ciclo-pedonali».
Marco Guerrato
Il sindaco
Panighel: per
l’accessibilità
tanto abbiamo
fatto e altro
ancora faremo
Posta: addio gradino!
Il nostro giro del centro storico finisce nel rinnovato ufficio postale dove, da qualche mese, finalmente, è sparito alla vista il gradino che faceva
da spartiacque tra il palazzo delle poste e il resto
del circondario.
Pordenone modello di
accessibilità
Negozi e locali
pubblici? Quasi
tutti, per quanto riguarda l’accessibilità, raggiungono
la sufficienza. A
quei pochi che
non la raggiungono, basterebbe
davvero poco: la
vicina Pordenone
insegna.
Panighel promette: aumenteremo l’accessibilità
Ma come si sta
muovendo il comune, inteso come amministrazio-
Il Duomo: gradini all’entrata principale, ma si può
ricorrere a quella laterale
MUSICA A SACILE: al via i
seminari del “Barocco Europeo”
S
i chiudono il
5 settembre
le iscrizioni ai
Seminari Internazionali
di Musica Barocca che si
terranno a Sacile dal 29 settembre al 26 novembre,
giorno in cui allo Zancanaro andrà in scena “Il ballo
delle ingrate”.
Per informazioni e iscrizioni consultare il sito
www.barocco-europeo.org
o chiamare 340 2802836.
Nata come associazione
culturale nel ’99 dal duo
“Cenacolo Cembalistico italiano” (ora “Cenacolo musicale”), in quell’anno allargatosi ad altri cembalisti,
l’associazione “Barocco
Europeo” propone in tutta
l’Italia brani raffinati e spes-
so inediti
del XVII secolo, scoperti e trascritti dal
celebre
cembalista statunitense
Edward Smith, “padre” dell’associazione nella sua attività di ricerca. Col tempo,
ai cembali si sono aggiunti
un violino, poi un flauto ed
altri strumenti. «L’obiettivo delle nostre attività - spiega la presidente Donatella
Busetto - è la formazione di
un gusto consapevole per
questo particolare tipo di
repertorio. Organizziamo
quindi corsi e seminari specialistici soprattutto per
giovani, concerti, un corso
di danza rinascimentale-barocca, mostre di liuteria»
(MPA)
34
CONVENZIONE A MOTTA
Ospedale a domicilio
in casa di risposo
È
da poco in vigore una convenzione tra Ospedale riabilitativo mottense e Casa di Riposo. Il
progetto prevede una serie di servizi erogati dalla dirigenza ospedaliera
finalizzati ad innalzare la
qualità della casa di riposo. «Ci siamo incontrati
con il direttore dell’ospedale Alberto Prandin spiega il presidente della
casa di riposo Angelo Sacilotto - ed è nata l’idea di
far curare ad alcuni specialisti del nostro ospedale quattro importanti servizi». Dunque arriveranno in casa di riposo un fisiatra per tre ore settimanali, alcuni terapisti riabilitativi per 25 ore settimanali, un logopedista ed
una psicologa. «Questa iniziativa - spiega lo stesso
Prandin - risponde al progetto riabilitativo del nostro coordinatore, il dottor Paolo Boldrini, un’autentico luminare nel proprio campo. Avremo un
ufficiale di collegamento
tra le due strutture, Maria
Teresa Pasqualini, che supervisionerà l’andamento
dell’erogazione dei servizi». La convenzione è iniziata con luglio, ma l’attività giunge ora a pieno
regime. «Si tratta di un’iniziativa unica in provincia - ha continuato Prandin -. Che si inserisce nell’ottica di una serie di collaborazioni tra vari enti
che il nostro ospedale sta
proponendo. Sinergie di
questo tipo sono decisamente importanti perché
con l’unione di più forze si
riesce ad ottenere un servizio qualitativamente alto con costi limitati». La
casa di riposo di Motta ospita 120 anziani non autosufficienti; tra qualche
mese verrà aperta una
nuova ala per ulteriori 25
posti letto. L’ospedale
riabilitativo mottense in
questo periodo è una
struttura da 80 posti letto
in day hospital, con un’attività ambulatoriale intensa che registra oltre
300 prestazioni erogate
quotidianamente.
Gianandrea Rorato
MOTTA: festa per tutti venerdì 1
alla caserma dei pompieri
CHIARANO / L’ORATORIO APRE ALL’ARTE
A
gnese Dario torna
ad esporre a Chiarano le sue opere intessute di colori lievi e di luce.
Dopo venti anni dalla
sua prima mostra allestita
in villa Zeno, ora sceglie
gli spazi del nuovissimo oratorio parrocchiale, che
così apre le porte alle attività culturali e sociali di
Chiarano.
All’inaugurazione della
mostra, Agnese Dario ha
calorosamente ringraziato
il parroco per aver aperto
il bellissimo oratorio proprio per la sua mostra di pittura. “Visioni silenziosi e incanti sospesi”, questo il titolo per una personale che
propone un percorso pittorico di oltre 20 anni. La mostra resterà aperta fino al 3
settembre.
Giuseppina Piovesana
CEGGIA: Scomparso ad agosto
l’ex sindaco Piergiorgio Guiotto
M
ercoledì 9 agosto a sessant’anni, dopo una lunga malattia, è morto Piergiorgio Guiotto, ex
sindaco di Ceggia. Figura di primo piano nella vita amministrativa ciliense, ha ricoperto la carica di primo cittadino dal 1975 al 1985. È stato inoltre assessore dal
1970 al 1975 e dal 1990 al 1995, con la prima giunta Viola. Una folla di conoscenti e amici ai funerali di venerdì
11 agosto si è stretta attorno ai familiari partecipando
al loro dolore. «Grande testimone della vita politica di
Ceggia - lo ha definito il sindaco Massimo Beraldo nel
suo discorso commemorativo - persona mite, schiva,
che non amava la ribalta e andava sempre dritto, senza tanti giri di parole, al nocciolo delle questioni».
Sotto la sua guida, fu redatto il Piano di Fabbricazione, uno strumento meno vincolante del Piano Regolatore, furono adottati il Piano di zona per l’edilizia
economica e popolare e i Piani di recupero di Iniziativa Pubblica per il centro storico e per quanto riguarda la questione occupazionale si realizzarono la lottizzazione convenzionata denominata “Dedin” e il PIP,
senza dimenticare le battaglie per garantire la sopravvivenza dello zuccherificio.
Beatrice Doretto
Don Giancarlo Tondato all’inaugurazione della mostra nel salone parrocchiale
F
esta
CEGGIA
uca, bambino mio,
è passato un anno
da quando sei volato in cielo.
Il vuoto che hai lasciato
è immenso, il dolore straziante.
Mi manca tutto di te: tu
così grande e forte, ma tanto dolce e umile, sempre
disponibile e attento con la
tua saggezza e maturità. Eri entusiasta della vita con
un lavoro che ti dava tanta
soddisfazione e tanti progetti per il futuro, ma il destino ha deciso diversamente.
Di te mi restano tanti
bei ricordi, la gioia e l’orgoglio di averti avuto come
figlio, per questo ringrazio
Dio e guardo indietro con
gratitudine perché eri
splendido dentro e fuori.
Luca, angelo mio, ti prego continua, da Lassù, a
guidare e proteggere Matteo e dai a me la forza per
accettare ciò che non si può
cambiare e guardare avanti con speranza.
Sarai sempre nel mio
cuore e in quello di chi ti ha
conosciuto e amato.
Sabato 2 settembre alle
19.30 nella chiesa di Godega ti ricorderemo tutti nel-
nimo invidiabile. Per lei il
compleanno è
un traguardo
impor tante in
cui ricordare
le molte persone - conoscenti, amici e parenti - che le
sono vicine, dimostrandole
stima ed affetto. Un pensiero par ticolare
rivolgerà al fratello recentemente scomparso,
don
Guerrino Giacomel, missionario salesiano, che dal lontano Honduras, non dimenticava mai
di telefonarle per gli auguri. (BD)
Adele
Giacomel
compie 102
anni: auguri!
grande a
Ceggia, il
9 settembre a casa
della signora Genoveffa
Giacomel ,
da tutti conosciuta
con il suo
secondo
nome, Adele:
in
quel giorno infatti,
questa
simpatica
ed arzilla
signora,
compirà
ben 102 anni. Nata nel lontano
1904, Adele continua a
dimostrare una forza d’a-
GODEGA SANT’URBANO / SARAI SEMPRE
NEL CUORE DI CHI TI HA CONOSCIUTO
L
M
e
L’AZiON
Veneziano / Memorie
Domenica 3 settembre 2006
SANTA GIUSTINA
omento conviviale previsto per venerdì sera 1 settembre alla caserma dei distaccamento di Motta dei Vigili
del Fuoco. A fare gli onori
di casa ci saranno i pompieri mottensi e la rappresentanza dei Vigili del Fuoco della Provincia; con loro l’associazione locale Anziani e pensionati. Ma la festa, come si precisa in ca-
serma, è aperta a tutti. Si
conclude così il mese di iniziative mirate agli anziani da parte dei Vigili del
Fuoco della Provincia.
Qualche giorno fa un nutrito gruppo di anziani, circa una settantina, ha visitato con i pompieri di Motta e della Provincia di Treviso le cantine Paladin di
Annone Veneto (nella foto). (GR)
CASTELLO ROGANZUOLO
GAIARINE
S. MARTINO DI COLLE U.
VISNÀ
SOLIGHETTO
S. ROCCO-CONEGLIANO
MARIA TOMASELLA
in GAIOTTI
n. 28.1.1923 - m. 26.8.2005
Il dolore per la tua dipartita da
noi è ancora forte, ma dal paradiso dove da un anno dimori con Fabrizio, marito e figli
chiedono la tua protezione.
ANGELA BUORO FANTUZ
n. 27.4.1916 - m. 5.8.2006
Mamma, a un mese dalla tua
dipartita in Paradiso dove vivi con Gesù e la Madonna,
guardaci e ottieni per noi protezioni celesti. Che il tuo esempio di fede rimanga impresso nei nostri cuori.
La tua famiglia
IVAN FIOROT
n. 11.9.1963 - m. 8.9.2005
La tua gioia di vivere, l’impegno, la passione per la famiglia, il lavoro e il volontariato
continuano ad essere per noi esempio e testimonianza. La
moglie, il figlio, la mamma e la
sorella. Una messa sarà celebrata sabato 9 settembre alle
19 a S. Martino di Colle Umberto.
CARMELO BRUGNERA
n. 6.9.1924 - m. 25.5.2006
Dopo tre mesi dall’improvvisa
scomparsa, nel dolore di un
vuoto familiare incolmabile,
con infinito amore e riconoscenza per il bene da lui ricevuto, la moglie, i figli, i generi e nipoti lo ricordano a quanti lo conobbero e stimarono.
LUIGI MAZZERO (Gino)
n. 4.3.1940 - m. 26.7.2006
Da appena un mese ci hai lasciato; il vuoto è incolmabile.
Ti affidiamo alla Misericordia
di Dio, tu prega per noi, perché sappiamo trovare conforto nella fede.
DOMENICO MICONI
n. 8.9.1916 - m. 22.8.2006
Si è ricongiunto alla sua adorata moglie Domenico Miconi, Maresciallo Maggiore aeronautica - aiutante di battaglia di 89 anni; ne danno il triste annuncio i figli Giuseppe,
Giampaolo, Valeria, i fratelli,
i nipoti e i parenti tutti.
LUCA BONET
n. 7.4.1979 - m. 2.9.2005
VIRGINIA GRILLO
n. 23.12.1948 - m. 3.9.1989
Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? (salmo 26, 1)
la santa Messa.
La tua mamma
Colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli che tanto mi sono stati vicini.
SCATTA GIOVEDÌ LA TERZA EDIZIONE DELLA PRESTIGIOSA
GARA NAZIONALE A TAPPE PER JUNIORES
Trittico Veneto per 180
A
ssume sempre
maggior prestigio, di edizione
in edizione, il Trittico Veneto - Memorial Mino Bariviera, gara nazionale a
tappe per juniores. L’organizzazione del Velo club
Orsago e del Team Orogildo 2000, con i rispettivi
patron Lillo Zussa e Ermenegildo Turchet, con la
consulenza tecnica di Ennio Benedet, presidente
della commissione tecnica del comitato regionale
veneto, ha predisposto la
terza edizione in quattro
tappe. Si comincia giovedì
7 settembre con il cronoprologo al centro sportivo
Bandie di Lovadina dove
nel gennaio 2008 avranno
luogo i campionati mondiali di ciclocross. Si tratta di un tracciato di 1500
metri piuttosto tecnico
che assegnerà la maglia
rossa del leader della classifica generale. Diocesane
le successive tre tappe.
Venerdì 8 verrà riproposta
la frazione Prata - Brugnera di 92,8 chilometri,
saltata l’anno scorso a causa del maltempo. La prima
tappa, con partenza alle
14.30 dal piazzale della ditta Solvepi lungo la provinciale Opitergina, attraverserà i comuni del Friuli
diocesano proponendo
prima sei giri del circuito
locale di Prata, quindi raggiungendo il Gran premio
della montagna del Castello di Caneva attraverso
il Sacilese, infine concludendosi con quattro giri di
circuito a Brugnera. Sabato 9 la giornata sarà più
impegnativa, proponendo
la tappa Brugnera - Vittorio Veneto di 105,7 chilometri. Dopo la partenza
data alle 13.30, il gruppo
prenderà per Conegliano
confrontandosi con il
Gran premio della montagna di Tarzo. L’ultima fatica sarà l’erta di San Lorenzo, posta a 14 chilometri dall’arrivo che è situato nel centrale viale della Vittoria. Domenica 10 il
Trittico Veneto si concluderà con la terza ed ultima tappa, la Orsago - Or-
L’
Italia del nuoto,
che ha spopolato
ai campionati europei di
Budapest ad inizio agosto, ha ritrovato una campionessa, la sangiacomese Francesca Segat. Stella della farfalla azzurra,
cresciuta nella Nottoli Vittorio, da quando si era
trasferita a Roma alle
Fiamme Gialle non riusciva più ad esprimere la
sua classe, pur restando
atleta di primissimo livel-
lo. Negli ultimi mesi, l’ascesa nella sua stessa disciplina della giovane napoletana Caterina Giacchetti poteva rappresentare un peso psicologico
in più.
A Budapest Francesca
ha invece rimesso le cose a posto, conquistando
una straordinaria medaglia d’argento, proprio davanti alla Giacchetti, sui
“suoi” 200 farfalla. «Ho
impostato la gara sui miei
C
’è anche Marco Zanin (nella foto)
nella nazionale italiana impegnata fino al 6 settembre a Istanbul nel campionato europeo under 22 di basket in carrozzina. L’atleta di Orsago, titolare fisso,
guiderà la rappresentativa azzurra nelle
sfide contro Turchia, Gran Bretagna, Germania e Danimarca - Svezia incluse nel girone A con l’Italia.
Per Zanin, giocatore della Pdm, è un’ulteriore conferma del
suo valore, per lo sport azzurro una nuova avvincente sfida.
TRICOLORI CANOA SLALOM:
Quinto titolo per Andrea Coan
N
Due degli annunciati protagonisti del Trittico Veneto: Ulissi (a sx) e Coledan
sago di 104,3 chilometri
con partenza alle 13.30. Si
tratta di una frazione nervosa, resa vivace dalla presenza sul percorso di numerosi strappi fra i quali il
Mattonà. Qualificata la
presenza di atleti al via.
Fra le 36 squadre ammesse per un totale di 180 corridori, figurano, infatti, anche le nazionali italiana (agli ordini del tecnico azzurro Rino De Candido
anche l’iridato Diego Ulissi e il nostro campione
europeo Marco Coledan
della Rinascita Ormelle) e
bielorussa. La copertura
televisiva, oltre alle emittenti locali, è garantita da
Raitre (1’ di servizi al giorno all’interno del Tg regionale) e Sky. La presentazione al pubblico del
Trittico Veneto è in programma lunedì 4 settembre nella piazza di Orsago.
Alle 21, all’interno del consueto contenitore di sport
e spettacolo, spetterà all’ex professionista ed ora
commentatore Rai Davide
Cassani illustrare i percorsi ed invitare sul palco
i numerosi ospiti della serata.
Giacinto Bevilacqua
NEI 200 FARFALLA A BUDAPEST
Francesca Segat,
argento europeo
BASKET IN CARROZZINA: Marco
Zanin agli Europei under 22
C
he gita con la sezione Cai di Vittorio
Veneto che si lancia, questa
domenica, alla conquista di
Croda Rossa d’Ampezzo nelle Dolomiti Orientali, in luoghi di grande interesse storico, naturalistico e paesaggistico, scenario di uno degli itinerari più suggestivi
delle montagne sovrastanti
la conca di Cortina d’Ampezzo! Partenza dal parcheggio del supermercato
Cadoro alle 6. Duplice appuntamento domenicale con
la sezione di Conegliano.
Mentre i più giovani si dirigono al Monte Peralba (2694
metri) lungo la via ferrata,
sull’altopiano dove si trovano le sorgenti del Piave, altri
impavidi si lanciano in una
Francesca Segat (a sinistra) e Caterina Giacchetti
ritmi - ci ha detto pochi
minuti dopo l’arrivo - ed
ho conquistato questa
medaglia che volevo a tutti i costi e che non arrivava mai». Una medaglia
che, dopo 27 titoli italiani
e due medaglie agli europei e mondiali in vasca
corta, rappresenta comunque un punto di partenza per una campionessa che, a 23 anni, ha una
carriera intera davanti.
Alessandro Tof foli
S P O R T
&
uovo titolo tricolore per Andrea Coan. La giovane canoista del Circolo canoisti Sacile, società
presieduta da Giuseppe Coan, infatti, ha conquistato in
provincia di Sondrio il tricolore juniores femminile nella specialità canoa slalom. Per Andrea si tratta si tratta
della quinta maglia di campionessa italiana della carriera. Sulle acque del fiume Adda Coan ha preceduto la
compagna di nazionale Manola Odorico. Il 21 e 22 ottobre la città di Sacile ospiterà una grossa manifestazione
canoistica: la finale della Coppa delle Regioni di canoa
slalom.
ATLETICA LEGGERA A BRUGNERA:
sabato 2 il Meeting nazionale
È
in programma sabato 2 settembre il 2° Meeting
su pista Comune di Brugnera - Memorial Regina
Cancellier, manifestazione nazionale di atletica leggera aperta alle categorie Ragazzi, Cadetti, Allievi, Junior, Promesse, Senior, Master uomini e donne. Presso il campo
comunale di via Del Mas a Brugnera l’Atletica Brugnera
Friul Intagli ha previsto la disputa delle seguenti gare: 100
e 110 metri ostacoli, 200, 800, 1500 e 5000 metri piani, asta, disco e lungo. Le gare inizieranno alle 17.30.
CAI
E DINTORNI
due giorni, sabato e domenica, al Monte Civetta (3220)
nei rifugi Vazzoler (1714) e
Torrani (2984). È il monte
Pelsa a Cencenighe la meta
domenicale della sezione di
Oderzo. La partenza è alle
6.30 da Oderzo con pulmino.
Tra le tappe: la Palazza Alta
(2555) e il bivacco Col Mandro (1844). Il rientro è previsto alle 22. La sezione Pieve di Soligo propone, invece, un giro domenicale delle
Zigolade. La Cooperativa
Mazarol organizza un’escursione domenicale all’anello del Pizzocco, piccolo
Cervino delle Dolomiti, con
ritrovo alle 7 in piazza di S.
Gregorio. Dislivello di 1600
metri. Proseguono gli appuntamenti con Veneto Agricoltura in Cansiglio. Questa domenica ci sono le visite guidate al Giardino Botanico Alpino Lorenzoni, alle
11 ed alle 15.30, mentre ci si
ritrova alle 14 al Museo etnografico in Pian Cansiglio,
per visitare i villaggi cimbri
e l’antico insediamento di
Canaie Vecio. E tornano anche le pedalate en plein air
con Liberalabici. Questa domenica si fa il giro dei rifugi
Ra Stua, Sennes, Fodera
Vedla, Pederù, Varella e Fanes, lungo un percorso di 40
km e con un dislivello totale
di 1400 metri.
Angela Deganis
B A N C A
Castello Roganzuolo · Cimavilla · Conegliano · Cordignano · Crocetta del Montello · Falzé
di Piave · Fontanelle · Francenigo · Maron di Brugnera · Nervesa della Battaglia · Orsago
Paré di Conegliano · Pianzano · Ponte della Priula · Povegliano · Sacile · San Giacomo di Veglia
San Vendemiano · Santa Lucia di Piave · Selva del Montello · Soligo · Spresiano · Tezze di Piave
Valdobbiadene · Vidor · Villorba · Vittorio Veneto
Janna
36
Domenica 3 settembre 2006
Lettere
& interventi
LA MISSIONE EUROPEA IN LIBANO
La grande sfida da vincere
è evitare la guerra
I
ndubbiamente c’è
una buona dose di
trionfalismo e di autocompiacimento nel modo in cui i media e il governo italiano stanno presentando la missione militare in Libano. Tuttavia,
non mi pare un peccato
grave: in fondo siamo... i
campioni del mondo!
Di fatto, finora, c’è un
buon lavoro diplomatico
che ha contribuito a resuscitare le Nazioni Unite e
a rilanciare l’Unione europea nella politica internazionale dopo almeno tre
anni a dir poco terribili.
Ora inizia la parte operativa: i militari italiani sono in viaggio per il Libano; tra poche settimane
circa 7 mila soldati europei (italiani, francesi, spagnoli: le grandi potenze
del Mediterraneo) saranno dispiegate nel sud del
Libano, insieme ad altrettanti soldati di varie altre
nazionalità (molti provenienti da paesi musulmani, benché non arabi).
La missione loro affidata è: monitorare il mantenimento degli accordi
sulla cessazione delle ostilità, compreso naturalmente il ritiro delle truppe israeliane (che dovrebbe coincidere con il
completo dispiegamento
dei caschi blu); assistere
le truppe dell’esercito li-
banese che dovrebbero
garantire il disarmo e lo
scioglimento delle milizie
hezbollah; fornire protezione agli operatori umanitari e della ricostruzione.
Un apposito paragrafo
della risoluzione 1701 che
istituisce la missione dà ai
caschi blu il diritto di usare “ogni azione necessaria” (s’intende: compreso
l’uso delle armi)
per impedire che
nel territorio loro
affidato si commettano atti ostili, affiancandosi dunque alle forze armate e di sicurezza
libanesi nel proteggere la popolazione.
Si tratta di un ritorno ad una forma
di intervento della
comunità internazionale di cui da
tempo non si sentiva più parlare. Negli ultimi anni, in-
e
L’AZiON
fatti, sempre più spesso
l’Onu, quando interveniva nelle situazioni di conflitto, lo faceva autorizzando qualcun altro (uno
stato o una coalizione di
stati, la Nato, eccetera) a
usare la forza.
Questa invece è una
missione “classica” di
peacekeeping, guidata
dall’Onu (il comando strategico è del dipartimento
per il peacekeeping, mentre quello sul terreno è assicurato da ufficiali dei
paesi che forniscono
truppe), spiccatamente
multilaterale (anche se in
larga parte “europea”).
Le ambiguità non mancano: non è una missione
di guerra (e da questo
punto di vista si differenzia nettamente da quella i-
rachena); ma si potrà usare la forza.
L’idea che i caschi blu
possano disarmare fisicamente gli hezbollah è da escludere; ma la loro presenza dovrebbe aiutare
moralmente e concretamente i libanesi a farla finita con le milizie armate.
Soprattutto, la missione deve convincere Israele e i paesi mediorientali
(in primo luogo l’Iran, il
vero antagonista di Israele e manovratore degli
stessi hezbollah libanesi)
che la lotta cruenta intorno alla questione israeliana e palestinese, una contesa che dura da quasi sessant’anni, non può e non
deve avere un ulteriore
sbocco militare, pena lo
scatenamento di un conflitto catastrofico.
Per questo nessuno
può permettersi di fallire,
e soprattutto non può permetterselo l’Europa: fin
dall’antichità, infatti, è in
Medio Oriente che si gioca il suo destino.
Paolo De Stefani
interventi
VIAGGIO IN CANADA
Il caldo abbraccio
dei nostri fratelli
È
stato un viaggio stupendo, fatto di grandi emozioni e tante soddisfazioni per quanto ho avuto modo
di vedere luoghi e paesaggi favolosi e per tanti felici incontri con molti italiani, alcuni residenti da oltre cinquant’anni e in particolare con i miei due fratelli, presso i
quali sono stato ospite graditissimo. Due sono stati i momenti più interessanti e sentiti: le celebrazioni dell’Eucaristia domenica 23 luglio nella chiesa della parrocchia di
San Francesco di Assisi e la domenica 30 luglio nella nuova grande splendida chiesa della parrocchia di Santa Elena.
Alle messe erano presenti parecchie centinaia di fedeli, tra cui numerosi italiani. Al termine delle messe, mi sono premurato di leggere il messaggio che il Vescovo mi aveva consegnato alla partenza, con il quale rivolgeva un cordiale e fraterno saluto ai carissimi trevigiani e vittoriesi qui
venuti a cercare fortuna, e spero, affermava il Vescovo,
che l’abbiano trovata.
Carissimi, è vero che la decisione sofferta di lasciare il nostro territorio vi ha portato lontano, molto lontano. Ma so
che dal vostro cuore non s’è cancellata la nostalgia delle terre di origine e che ci seguite nell’evoluzione storica, sociale,
culturale e religiosa che sta segnando in profondità la nostra
terra tra il Piave e il Livenza. Amo pensare che la tenuta delle vostre famiglie sia a prova di vita feriale, nonostante le
mareggiate che la insidiano. Con una preghiera e una benedizione speciale, auguro a ciascuno di voi e alle vostre famiglie tutti i beni e tutte le grazie che vi stanno a cuore per
un vero benessere dei singoli e delle famiglie. Con un caloroso abbraccio. Da amico. Da fratello nella fede. Da vescovo di Vittorio Veneto. + Giuseppe Zenti.
Il 4 agosto, prima di riprendere l’aereo che mi avrebbe
riportato in Italia, nell’affettuoso abbraccio e saluto ai fratelli e ai loro familiari, con il pensiero, ho voluto rivolgere
anch’io un cordiale saluto e caloroso augurio, con una preghiera perché per i tanti nostri italiani di Vancouver e alle
centinaia di migliaia presenti in tutto il Canada, la grazia
del Signore sia loro costantemente presente e continuino
a tener alto il nome e l’onore dell’Italia nel mondo.
Don Primo Brunoro
e
L’AZiON
Lettere
& interventi
Domenica 3 settembre 2006
37
ANCHE ZANZOTTO DIFENDE IL CONVENTO DI SAN GIACOMO
Tempi moderni per il monastero
e per le nostre comunità
C
ome racconterebbe Charlie
Chaplin gli odierni tempi moderni?
Mentre procede il contenzioso legato alla realizzazione della palestra adiacente al monastero cistercense di San Giacomo di Veglia, ripenso all’incontro organizzato dall’amministrazione vittoriese, nel dicembre 2003, per la presentazione del progetto il cui obiettivo sarebbe stato lo sviluppo delle strutture pubbliche a servizio dei residenti di San Giacomo. A tale progetto dovrebbe dare inizio la costruzione della palestra, prevista nell’area di
rispetto (il cosiddetto brolo) della villa settecentesca.
La palestra verrebbe ad
essere edificata su di un terreno comunale (reso edificabile con una variante ad
hoc) sito tra il cimitero comunale e il cimitero delle
claustrali e a ridosso delle barchesse della villa. La sovrintendenza aveva
già espresso
parere negativo, poiché veniva intaccata l’area di rispetto
della villa, inalterata dal Settecento, come la villa stessa.
I residenti, per parte loro, hanno individuato altri
cinque siti adatti all’edificazione di una palestra.
Ma cosa prevedeva il
progetto?
La costruzione di una
grande palestra a ridosso
del monastero, il che impedirebbe il silenzio necessario alla vita delle claustrali
che dovrebbero pensare ad
un trasferimento di sede.(…) Il tutto si inserirebbe in un più ampio piano regolatore volto a “razionalizzare” il nucleo abitativo di
San Giacomo; ma il progettista ha anche sottolineato
la possibilità di apportare
variazioni al Prg sulla base
delle “esigenze estetiche”,
affermando che il “patrimonio storico” non può essere considerato “intoccabile”, perché ci sono “esigenze” che possono portare ad appropriarsi di tale patrimonio. Tra i presenti
qualcuno ha evidenziato
che il vago concetto di “esigenze estetiche” potrebbe aprire il varco a speculazioni; un consigliere di una passata amministrazione, solitario portavoce di una
correttezza –
ahimè – d’altri
tempi, si chiese:
«Ma vi sembra
corretto nei confronti delle suore?» (...)
Si è chiesto,
poi, alla cittadinanza di esprimere il proprio parere
relativamente al progetto.
E la cittadinanza di San Giacomo si è mossa con decisione, prima esprimendo la
propria contrarietà con oltre 800 firme e attualmente
con l’iniziativa del Fai, nel
Si rispetti
il parere
della gente
del posto
IL PORTAVOCE DEL WWF
Differenziata:
un passo indietro?
A
bbiamo letto su L’Azione di domenica 30 luglio di
una nuova trovata del Tv1-Cit (Consorzio di igiene ambientale), uno dei tre consorzi della provincia di
Treviso: è il peggiore consorzio dei tre (Tv1-Cit, Tv2
Priula, Tv3) per raccolta differenziata e metodologie applicate (ognuno dei suoi 44 comuni ha un metodo diverso) e non essendo in grado di gestire i rifiuti vorrebbe adesso inventare, si legge nell’articolo citato, un
nuovo sistema di raccolta porta a porta
umido-secco facendo mettere nel secco
tutti i tipi di frazioni salvo il vetro (che
resta nelle campane stradali) e l’umido
raccolto porta a porta di fianco al secco.
In sostanza nel cassonetto del “secco” domiciliare entrerebbero metalli di
tutti i tipi, carta, cartone, tetrapak, plastica di tutti i tipi, tessuti, che sarebbero
poi post-selezionati a valle in un impianto che si dovrebbe fare molto probabilmente nel Pordenonese assieme al nuovo inceneritore, sempre nel Pordenonese ad Aviano, di fianco ad un centro di ricerca oncologica di fama nazionale.
Il presidente della provincia di Treviso Leonardo Muraro ha infatti detto, giustamente, che con i risultati di
mentre prestigiose associazioni culturali (quali Italia Nostra e la sezione locale del Fai) hanno dato il loro esplicito appoggio al Comitato spontaneo sorto a tutela del monastero e del
brolo.
È chiaro che si tratta di
opinioni e di valutazioni, si
può concordare o meno,
ma non si possono ignorare le prese di posizione dei
cittadini, come pure non è
corretto sminuire la portata delle affermazioni altrui o,
peggio, offendere chi non condivida i propri progetti (...).
Anche il poeta
Andrea Zanzotto, recentemente, ha ritenuto di
dare il proprio
appoggio all’azione volta alla tutela del nostro territorio, affermando che «il monastero di San Giacomo rappresenta una componente importante del nostro patrimonio storico, culturale e
naturalistico. E la sua salvaguardia è dunque indispensabile».
La salvaguardia del monastero e del brolo diviene
pertanto salvaguardia della
nostra realtà storico-culturale, oltre che un atto di
profonda e matura civiltà e
democrazia, che si estrinseca nel tenere conto del parere dei cittadini, una volta
ricevuto dopo averlo chiesto.
L’adesione del grandissimo poeta e intellettuale all’iniziativa di tutela del monastero cistercense costituisce un indubbio onore.
Di fronte alle sue parole
il mio pensiero corre naturalmente alle reazioni che,
in un recente passato, hanno accompagnato l’espressione di un parere (su progetti locali), che diventa autorevolissimo allorché a formularlo è sì grande poeta.
Non posso esimermi dal-
chiaro a tutti che un’opinione espressa dall’altezza
morale, culturale e civile di
un poeta di rilevanza mondiale, ha un valore e un significato altissimo, mi auguro che la sua persona e le
sue parole suscitino un sano desiderio di emulazione,
tale da far sì che si impegni
la propria vita per assurgere a tali vette, affinché le
proprie di parole acquisi-
scano il medesimo peso e
valore intrinseco, anziché
scadere nell’attacco ad personam per sminuire la portata di prese di posizione di
indubbio rilievo. (...)
Al sommo poeta e a tutti coloro che lottano pacificamente a tutela del nostro
territorio, della nostra storia, cultura e civiltà il nostro
più vivo grazie.
Lina De Conti
interventi
DOPO I MONDIALI
Grazie azzurri
e grazie ai vinti
Andrea Zanzotto e, sopra, il monastero
l’esprimere il più vivo rincrescimento verso chi, anziché manifestare il proprio
dissenso con argomentazioni motivate e ragionevoli, si è portato sul terreno
dell’attacco personale. Il fatto che tale modo di agire sia
oggi prassi comune, non ne
sminuisce la gravità in termini di in-civiltà, tanto più riprovevole in quanto indirizzato ad un ultraottuagenario, che ha fatto della cultura, della difesa dell’ambiente e dell’arte, nonché
dell’amore alla propria terra un coerente e mai dimesso impegno di vita (...).
Poiché, evidentemente, è
raccolta differenziata della provincia (64%) l’inceneritore nell’Ato trevigiano non serve. Abbiamo inoltre in provincia il consorzio Tv2 Priula che da quattro anni consecutivi è premiato come primo consorzio riciclone d’Italia da Legambiente nazionale (ora al 75,4%) e il consorzio Tv3 che lo segue a ruota per qualità e metodo.
Con questa nuova trovata il Cit-Tv1 ci guadagna tre
volte (a carico del contribuente): il primo per i costi di
raccolta capillare porta a porta, poi con le campane stradali del vetro non dismesse e infine con gli incentivi all’incenerimento (unici in Europa) per le enormi quantità di frazione residua secca mescolata che andrebbero probabilmente al nuovo inceneritore di Pordenone.
Questa è una ennesima versione mistificata del metodo di raccolta porta a porta che invece deve essere definito bene in termini di risultati quali/quantitativi finali delle frazioni raccolte, per ciascuna delle quali invece
si devono definire obiettivi in miglioramento continuo onde ridurne lo smaltimento.
La miope fregola dei guadagni facili attraverso gli incentivi e il disimpegno nell’organizzazione della raccolta da parte dei
nostri “dipendenti” come li chiama Beppe
Grillo, è sempre in agguato. Non dobbiamo mai dimenticare che in Italia, e solo in
Italia, l’80% degli incentivi alle energie rinnovabili vanno a false energie rinnovabili,
cioè i rifiuti inceneriti. Per questo motivo
in Italia non decollano le vere energie rinnovabili ma c’è una rincorsa forsennata ai nuovi inceneritori, urbani e industriali.
Gianluigi Salvador
referente energia e rifiuti Wwf Veneto
A
d Alex Del Piero e ai nostri
bravi e grandi calciatori italiani.
Tutti gli italiani, anche coloro
che sono in giro per il mondo per
motivi di lavoro o altro, e credo
anche coloro che non guardano
tanto di sovente la televisione,
tutti là, incollati davanti al piccolo grande schermo che per l’occasione è stato ingrandito e sistemato in tutte le
piazze e le contrade d’Italia.
Gli italiani dunque vi rendono merito per i campionati mondiali a cui avete lavorato sodo, vi siete impegnati per mesi e mesi, forse per anni, ma
specialmente in questi ultimi tempi in cui avete dato il meglio di voi, facendo vincere l’Italia.
Con questo avete dato alle persone che vi hanno seguito l’occasione e il modo per vivere un momento di gioia, di grande entusiasmo, di felicità
totale e collettiva: tutti ad applaudir vi nelle piazze, nelle strade, nelle case, dappertutto; specialmente nelle nostre città di Conegliano e di San
Vendemiano, dove il “nostro” Del Piero abita. Chi
è che non segue e non ha seguito i giornali – tutti – della nostra zona, anche i nazionali?
Caro il nostro Alex, tutti noi siamo qui per festeggiarti, tu che sei diventato il grandissimo campione, assieme ai tuoi amici e collaboratori; tu
che, con l’umiltà che ti è propria, ma anche con
tutta la tua buona volontà e il tuo impegno, porti
in giro per il mondo il nostro piccolo e meraviglioso mondo di Conegliano e di San Vendemiano; tu ci hai incoronati, ci hai presi, ci hai fatti tutti tuoi.
Tutti noi ed io, la poetessa di Conegliano per
prima, vorremmo donare un plauso ancora più
grande per i giocatori che hanno perduto; anche
loro si sono impegnati ed esercitati per mesi e
mesi, per anni, come te e come voi.
Per tutti voi che ci tenete vivi e svegli regalandoci un’emozione, una serie di emozioni intense
e incredibili; per tutti noi che vi ammiriamo e vi
applaudiamo; per tutti, insieme, nient’altro che un
grosso abbraccio di serenità e di pace.
Laura Da Re
Potete inviare le vostre lettere al direttore
per posta elettronica all’indirizzo:
[email protected]
per posta all’indirizzo:
L’Azione - via Jacopo Stella, 8 - 31029 Vittorio Veneto
oppure per fax allo 0438. 555437
38
Domenica 3 settembre 2006
DOMANDA
LAVORO
Laureanda in ingegneria
cerca qualsiasi lavoro per il weeekend. Marzia 348-7940947.
Signore automunito con esperienza cerca lavoro come operaio generico settore legno, plastica, metalmeccanico ed edilizio. Zona Oderzo e dintorni. Tel. 3489100462.
Signora automunita con esperienza nell’assistenza anziani cerca lavoro. Disponibile anche come
baby-sitter, pulizie o altro. Zona Oderzo e dintorni. Tel. 339-1998560.
Ragazza 18enne con maturità scientifica cerca lavoro come
cameriera, banconiera, lavapiatti e
baby-sitter in zona Oderzo, Chiarano e Motta di Livenza. Tel. 0422746695 (ore pasti).
Ragazzo neolaureato in ingegneria impartisce ripetizioni scolastiche ed assistenza nello studio
a studenti di scuole medie e superiori. Zona Oderzo e dintorni. Tel.
340-3481178.
Ragazza 33enne con esperienza pluriennale cerca lavoro come baby-sitter, anche con bambini
di pochi mesi. Disponibile tutto l’anno. Zona Oderzo. Tel. 349-5057599.
Signora con qualifica Oss e
pluriennale esperienza presso privati e case di riposo cerca lavoro
part-time o tempo pieno come assistenza anziani. Disponibile anche
per pulizie e collaboratrice domestica. Zona Oderzo. Tel. 3208734347.
Ragazzo 19enne componente della banda di Oderzo con
buona esperienza nel settore musicale impartisce lezioni di tromba.
Tel. 0422-710147; 340-3060295.
Ragazza 20enne neodiplomata all’istituto tecnico turistico,
cerca lavoro preferibilmente impiegatizio, zona Vittorio Veneto, Fregona, Cappella Maggiore, Conegliano e
dintorni. Tel. 0438-585101.
Signora cerca lavoro come
addetta alle pulizie o come collaboratrice domestica. Zona Vittorio Veneto. Tel. 329-2754033.
Studentessa universitaria
offresi in orario serale (19-24) come baby-sitter, barista, cameriera,
assistenza anziani/ammalati/diversamente abili, o altro purché serio.
Tel. 0438-554410.
Signora con esperienza cerca lavoro come addetta alle pulizie, case private, uffici. Offresi massima serietà. Zona Vittorio Veneto,
San Giacomo. Tel. 347-7173124.
Ragazza italiana seria cerca lavoro come baby-sitter, stiro a
proprio domicilio, assistenza anziani, collaboratrice domestica. Zona
Vittorio Veneto, Tarzo, Revine Lago
e dintorni. Tel. 348-8024975.
Signora 55enne, automunita, cerca qualsiasi lavoro, purché
serio. Zona Vittorio Veneto e limitrofi. Tel. 0438-551182.
Signora offresi come colf al
mattino in zona Vittorio Veneto e
limitrofi. Tel. 340-7849905.
Signora qualificata titolo Oss,
con pluriennale esperienza in case
di riposo, cerca lavoro come assistente domiciliare part-time (mattino o pomeriggio da valutare). Disponibile anche per qualche notte.
Zona Vittorio Veneto. Tel. 3203116906.
Signora qualificata Oss, con
pluriennale esperienza in case di riposo, cerca lavoro come assistenza
malati e/o anziani. Disponibile parttime dopo le 17, anche serale e/o
notturno. Zona Vittorio Veneto. Tel.
349-2594700.
Grafica pubblicitaria in mobilità, con pluriennale esperienza, valuta proposte di lavoro. Ottima conoscenza dei programmi di grafica, quali Adobe Photoshop, Adobe
Illustrator, In Design e Quark Xpress.
Tel. 340-2914873.
Ragazza automunita, con esperienza, cerca lavoro come lavapiatti, aiuto cucina e addetta alle
pulizie. Zona Conegliano, Vazzola e
limitrofi. Tel. 348-5946557.
Signora italiana, con pluriennale esperienza, offresi per stiro e pulizie. Zona: Follina, Miane, Cison, Pieve. Tel. 0438-893941.
Signora con esperienza come operaia cerca lavoro. Disponibile anche come addetta alle pulizie, collaboratrice domestica. Orario
8-15.30 o part-time. Zona Follina,
Pieve di Soligo, Conegliano e dintorni. Tel. 340-9444232.
Autista 39enne con esperienza, patente B-C-D-E cerca lavoro in zona Vittorio Veneto, Conegliano, Pieve di Soligo, Vidor, Susegana. Tel. 328-7426132, 0438971474.
Ragazza 29enne automunita cerca lavoro come commessa o
altro purché serio. Tel. 3487248648.
Ragazza automunita con esperienza di operaia settore meccanico e in stireria, cerca lavoro come addetta pulizie, lavapiatti, operaia in qualsiasi settore. Zona Vittorio Veneto e dintorni. Tel. 0438959715, 338-2166165.
Ragazza cerca lavoro come
operaia preferibile part-time al mattino. Esperienza nel settore plastica e metalmeccanico. Zona Vittorio
Veneto, Conegliano e limitrofi. Tel.
333-6958930.
Signore, in possesso di patente B, con esperienza cerca lavoro come autista. Disponibile anche
come operaio qualsiasi settore già
con esperienza. Zona Follina, Pieve
di Soligo, Conegliano, Vittorio Veneto. Tel. 333-6958930.
Ragazzo 17enne studente in
ragioneria cerca lavoro in zona Vittorio Veneto e dintorni. Tel. 3407368312.
Autista patente C cerca lavoro come addetto alle consegne o
altro. Tel. 333-2337723.
Ragazzo 25enne cerca lavoro come operaio generico in zona Vittorio Veneto, Conegliano e dintorni. Tel. 349-6686443.
Ragazzo 22enne cerca lavoro come operaio settore metalmeccanico. Zona Vittorio Veneto e
dintorni. Tel. 340-6015488.
Signora italiana automunita
con esperienza cerca lavoro come
operaia, commessa, collaboratrice
domestica, stiro, pulizie, baby-sitter,
assistenza anziani (con corso badante). Zona Vittorio Veneto, Conegliano e dintorni. Tel. 0438-959692,
348-2430127.
Ragazza 23enne con esperienza di commessa, gestione negozio abbigliamento (disponibile anche per apprendistato), cameriera,
barista, grafica, mansioni di segreteria generale, spedizioni, bollettazione cerca qualsiasi lavoro purché
serio. Zona Vittorio Veneto, Conegliano e dintorni. Tel. 338-1469069.
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commessa, operaia in qualsiasi settore. Zona Vittorio Veneto. Tel. 3899995469.
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zona Vittorio Veneto. Disponibilità
solo part-time. Telefonare in orario
serale al 340-4012304.
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di studio, nel settore panificazione
con esperienza come muratore e operaio addetto al cartongesso, cerca lavoro anche in altri ambiti. Tel.
392-4078605.
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pulizia o collaboratrice domestica.
Disponibile solo orario pomeridiano. Zona Vittorio Veneto e dintorni.
Tel. 320-1642381, 348-8929894.
Signore in possesso di patente B, con esperienza, cerca lavoro come muratore. Zona Vittorio
Veneto, Conegliano. Tel. 3488929894.
Ragazzo con esperienza come operaio nel settore infissi e metalmeccanico, cerca qualsiasi lavoro
purché serio. Zona Vittorio Veneto,
San Vendemiano e dintorni. Tel. 3291044858.
Ragazzo automunito, con esperienza come metalmeccanico, cerca qualsiasi lavoro, purché serio. Disponibile solo per part-time. Zona
Vittorio Veneto, Conegliano e dintorni. Tel. 340-4464258.
Signora con esperienza co-
me addetta pulizie uffici e collaboratrice domestica cerca lavoro a
Vittorio Veneto. Tel. 320-0287296.
Ragazza 22enne diplomata
tecnico gestione aziendale, uso pc,
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commessa/banconiera in supermercato, disponibile anche in questo
settore e operaia cameriera in zona Vittorio Veneto. Tel. 340-0786088,
0438-550583.
Neodiplomata in ragioneria, automunita, cerca lavoro come impiegata in ambito amministrativo e/o commerciale, conoscenza lingua tedesca e inglese. Zona Vittorio Veneto e limitrofi. Tel.
0438-501278.
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lavoro, purché serio. Zona Vittorio
Veneto e dintorni. Tel. 320-0878689.
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cinque anni come operaio metalmeccanico, cerca lavoro come saldatore e/o farraiolo. Zona Vittorio
Veneto e dintorni. Tel. 328-5778296.
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contabilità o azienda. Buon uso pc.
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limitrofi. Tel. 0438-788187, 3407027278.
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lavoro come baby-sitter in zona Vittorio Veneto, pomeriggio o sera. Tel.
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anche manovale gru e guida scavatori. Tel. 340-9274794.
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Signora con esperienza come assistenza anziani e come operaia nel settore tessile, cerca lavoro anche come collaboratrice domestica, baby-sitter, lavapiatti. Zona
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