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R E G - TR IBUNAL E DI PALE R MO N°22/2007 - ANNO VIII NUMERO 10 - OT TOB RE 2012 CARIN I - C A PA C I - C I N I S I - T E R R ASINI - TORRET TA- PARTINICO - ISOL A DELLE FEMMINE CARINI: INTERVISTA: PARTINICO: I REDDITI DEGLI AMMINISTRATORI GIANNI LEONE PROVVEDITORE AGLI STUDI DI PA E TP ENNESIMO BIMBO MORTO ALL'OSPEDALE pag. 6 pag. 18 pag. 20 w w w . i l v e s p r PAESE DEL MESE: PRIZZI pag. 36 o . i t OTT12 ilvespro | 3 SOMMARIO 17 24 IN PRIMO PIANO 05 Editoriale 12 Elezioni Regionali in Sicilia CARINI 22 06 Situazione patrimoniale di Sindaco, Assessori e Consiglieri Comunali 16 Se puoi sognarlo... puoi farlo 17 Inaugurazione camposi calcetto ASI 24 Si ma verso dove 39 Corso di Disegno e Pittura 44 Operazione Carini pulita 34 PARTINICO 20 9 bambini morti all'ospedale 27 Gestione dei rifiuti 34 L'altra Sicilia di Giovanna Marano e Claudio Fava FOTO DI COPERTINA Leggete l'editoriale del mese a pagina 3! 18 [email protected] cell. 338 9763840 GRAFICO Micaela Candela Le interviste di Flavia Gianfranco Jannuzzo 13 Oroscopo Poltergeist 14 Dulcis al Bacio Frutta martorana 29 Che pesce è? Pesce Sciabola 31 Sarago Maggiore 32 Il Paese del mese Prizzi 36 Lo abbiamo letto per Voi After Dark L'arte di correre 48 La fiaba del mese L'altalena49 CINISI 22 Lo spettro di essere un paese virtuoso 25 L'identikit del mafioso (pt.2) 41 MARKETING E PUBBLICITà [email protected] IN REDAZIONE • Michele Santoro • Filippo Mannino - Cinisi 338 9763840 - 091 8660056 • Fabio Zerillo EDITORE ICARO - Carini (PA) cell. 328 3798231 [email protected] [email protected] [email protected] •Gianluca Ricupati - Partinico Chiuso in redazione 10.10.2012 tel. 3287252134 [email protected] via Mazzini, 5 - 091 8660056 STAMPA Tipografia Priulla - Palermo REDAZIONE DIRETTORE RESPONSABILE Ambrogio Conigliaro 36 RUBRICHE OTT12 ilvespro | 5 EDITORIALE Comu finiu? Comu a festa di...Carini!! è un modo di dire dei nostri luoghi, quando un evento va male. A Carini è uso dirsi: "Comu a feste di Cinisi", ma ormai, dopo la disastrosa festa del Patrono 2012, Carini è balzata in testa a tutti. Causa crisi finanziaria, questa la scusa, non è stato possibile organizzare nulla se non la parte strettamente religiosa. In realtà non è proprio così, si è trattato solo di incapacità. Lo scorso anno, oltre alle somme elargite generosamente come sempre dal Comune di Carini, la Pro Loco di Carini (che nell'arco del 2011 ha avuto dal Comune oltre 50.000 euro ) è stata capace di racimolare oltre 60.000 euro tra raccolte e sorteggi. Quest'anno, visto che il Comune non aveva fondi, non si sono nemmeno impegnati a farla una misera raccolta, abbandonando del tutto il campo. Ci sono stati gruppi di giovani artisti che si erano offerti per organizzare senza costi qualcosa, ma si sono fermati soltanto alla fase interlocutoria, quando hanno avuto detto da qualche amministratore che non c'erano i soldi nemmeno per montare il palco. Arrivare in Piazza Duomo, la seconda sera della festa, quella di solito deputata al "cantante importante", è trovarla totalmente deserta è stato un vero colpo. Tutti i negozi al buio, le "balate" del Corso Umberto e di Piazza Duomo luccicanti sotto le luminarie barocche (offerte insieme ai fuochi d'artificio dalla So.R.I. di Totò Ruffino), uno sparuto gruppo di 1315 persone al centro della Piazza: la Polizia Municipale e la Protezione Civile in servizio. C'erano praticamente soltanto loro. La foto di copertina testimonia: ore 22:40, piena serata d'estate di un giorno di festa. Pure le bancarelle avevano chiuso, dopo aver pagato 80 euro per il suolo pubblico e la domanda in bollo Siamo in piena campagna elettorale, anche se si sente meno che negli altri anni. I continui scandali, praticamente giornalieri, sulla malapolitica hanno ridotto di molto la presenza di politici e galoppini tra la gente. Ai classici comizi sui palchetti si preferiscono gli incontri al chiuso, tra le mura amiche di una sala affittata per l'occasione, dove anche poca gente da l'impressione di una folla. Nei prossimi giorni si alzerà il livello dello scontro e sono convinto che ne vedremo delle belle, anche grazie alla presenza in Sicilia di Beppe Grillo, che girerà in lungo e largo l'isola a supporto del M5S. Abbiamo pubblicato i redditi degli amministratori di Carini. Come impone la legge, i redditi degli amministratori pubblici devono essere resi pubblici mediante l'albo pretorio comunale. Oggi che l'albo è online (più pubblico di così ) è curioso che il Segretario Comunale di Carini disponga che l'affissione sia limitata soltanto all'avviso che è possibile recarsi al Palazzo Comunale per leggere l'atto. Quindi ne abbiamo dedotto che era meglio che pubblicassimo noi i redditi dei nostri amministratori, così ognuno dei nostri lettori si potesse fare un'idea. Li abbiamo anticipati online, sul nostro sito, e devo dire che i commenti non sono stati tutti entusiastici … Due importanti eventi legati alla società civile: l'intitolazione di una piazza a Don Pino Puglisi, e l'inaugurazione di un campo di calcetto dell'Ass. Amico Mio che da anni opera nel territorio nel recupero dello svantaggio sociale. Roberto Di Bona, con Radio Carini Web, ha intervistato Gianni Leone, provveditore agli studi delle province di Palermo e Trapani. Una bella chiacchierata su dove va la scuola, in questi tempi di crisi e di tagli. Ennesimo bimbo morto all'Ospedale di Partinico, ci siamo chiesti il perché ed aspettiamo che qualcuno ci risponda; come tante risposte vorremmo sulla ormai stabile crisi della raccolta dei rifiuti, sempre più presenti nel nostro paesaggio come elemento fisso E poi continuano le nostre rubriche e rientrano, dopo le ferie, quelle sull’economia e il personaggio del mese. Nei prossimi giorni troverete pure il nuovo sito de Il Vespro, ma questa sarà tutta una sorpresa (a.c.) 6 | il vespro OTT12 CARINI Ecco i redditi di Sindaco, Giunta e Consiglieri Comunali ANN0 2010 Il Segretario Comunale di Carini ha disposto la pubblicazione nell’albo pretorio online del Comune di Carini soltanto dell’avviso dell’avvenuta pubblicazione cartacea dei redditi, relativi all’anno 2010 ma restiamo in attesa di quelli del 2011, di Sindaco, Giunta e Consiglieri comunali di Carini. Si tratta dei redditi lordi e non di quanto percepito dal Comune, come ha equivocato qualcuno, ovvero di quanto guadagnato nel 2010 dai nostri amministratori. Non si capisce perché non siano stati pubblicati online, come prescrive e obbliga la legge pena la non validità dell’atto. Vista la lacuna informativa, siamo stati nell’ufficio dell’albo pretorio ed abbiamo trascritto i redditi presentati dai singoli amministratori e consiglieri. Molti hanno preferito, come dà possibilità la norma, non indicare i redditi del coniuge o dei figli conviventi. Per qualcuno, al reddito proprio, sono sommati i redditi percepiti come assessore o consigliere comunale. Aggiungiamo un dato statistico importante per avere un parametro di misura: il reddito che stabilisce la soglia di povertà definito dall’ISTAT per il 2010, per 1 componente familiare (single), per 2 componenti e per 3 o 4 componenti con 1 o 2 figli minori conviventi. Di seguito i redditi dichiarati dai nostri amministratori: Sindaco: Agrusa Giuseppe 1. proprietà villetta sita in Carini 2. comproprietà magazzino sito in Carini 3. proprietà terreno sito in Carini 4. comproprietà appartamento 5. proprietà 50% fabbricato rurale sito in Carini 6. proprietà 50% fabbricato rurale sito in Carini 7. autovettura Fiat Uno anno immatricolazione 2005 8. rottamata autovettura Fiat Punto anno immatricolazione 2000 Reddito proprio lordo 44.268 euro Coniuge: 1. comproprietà 50% terreno sito in Carini 2. comproprietà 50% fabbricato rurale sito in Carini 3. proprietà appartamento sito in Carini Reddito proprio lordo 15.443 euro Figli: mancato assenso Assessori: Di Stefano Filippo 1. proprietà immobile sito in Carini 2. autovettura Peugeot 206 anno immatricolazione 2002 3. comproprietà 1/18 di n° 34 immobili siti in Carini 4. comproprietà 1/54 immobile sito in Carini Reddito proprio lordo 26.235 euro Coniuge: mancato assenso alla pubblicazione Arizzi Monia 1. nuda proprietà cat. A7 sito in Palermo 2. partecipazione 33% Omnia srl società in liquidazione Reddito proprio lordo 0 (zero) OTT12 ilvespro | 7 Coniuge mancato assenso alla pubblicazione Marcianò Vincenzo 1. Venduto appartamento sito in Carini 2. Proprietà box sito in Carini 3. Autovettura Mitsubishi anno 2006 Reddito proprio lordo 12.227 euro Coniuge mancato assenso alla pubblicazione Nazzarini Salvatore 1. Comproprietà 50% terreno con casa rurale sito in Carini 2. Comproprietà per 1/5 di un appartamento sito in Carini 3. Proprietà appartamento sito in Carini 4. Autovettura Mitsubishi Pajero 5. Azioni pari al 25% della Soc. Coop. Blaise Pascal 6. Componente del Consiglio di Amministrazione della Soc. Coop. Blaise Pascal Reddito proprio lordo 25.125 euro Coniuge mancato assenso alla pubblicazione Figlio mancato assenso alla pubblicazione Non hanno ottemperato alla presentazione della situazione patrimoniale gli assessori in carica nel 2011: Brunetto Giuseppe e Mileci Stefano. Consiglieri Comunali: Presidente: Sgroi Salvatore 1. Proprietà villetta sita in Villagrazia di Carini 2. Proprietà terreno sito in Villagrazia di Carini 3. Comproprietà 1/5 di un fabbricato a Carini 4. Autovettura Ford Fiesta immatricolata nel 2009 5. Autovettura Lancia Y immatricolata nel 2005 Reddito proprio lordo 62.239 euro Coniuge mancato assenso alla pubblicazione Vice Presidente: Giambanco Massimo Reddito proprio lordo 18.280 euro Coniuge nessun reddito Armenio Pino 1. Proprietario studio dentistico a Carini 2. Proprietario garage a Carini 3. Comproprietario al 25% villetta sita a Cattolica Eraclea Minoa (AG) 4. Autovettura Mercedes immatricolata nel 2001 Reddito proprio lordo 46.090 euro Coniuge 1. Proprietaria villetta sita in Carini 2. Comproprietaria al 25% villetta sita a Cattolica Eraclea Minoa (AG) 3. Autovettura Toyota Rav 4 Non ha percepito alcun reddito. Armetta Claudio 1. Proprietario appartamento sito in Carini 2. Azioni per il 50% della “Tour Service snc” di Carini 3. Socio amministratore e lavoratore della “Tour Service snc” Reddito proprio lordo 25.171 euro Coniuge non ha percepito nessun reddito 8 | il vespro OTT12 Badalamenti Giuseppe 1. Comproprietà terreno sito in Carini 2. Autovettura Volkswagen Passat anno immatricolazione 2006 Reddito proprio lordo 20.384, 48 euro Coniuge 1. Comproprietà terreno sito in Carini. Nel 2010 non ha percepito nessun reddito Bondì Giuseppe 1. Proprietà appartamento sito in Palermo 2. Autovettura Bmw anno immatricolazione 2001 Reddito proprio lordo 22.641 euro Coniuge mancato assenso alla pubblicazione Carollo Massimo 1. Amministratore unico della “Dolce Carollo” 2. Socio al 33% della “Carini Yacting Club” Reddito proprio lordo 0 euro Coniuge mancato assenso alla pubblicazione Figlia mancato assenso alla pubblicazione Cilluffo Giuseppe 1. Autovettura Volkswagen Polo immatricolata anno 2008 Reddito proprio lordo 11.956 euro Coniuge mancato assenso alla pubblicazione Conigliaro Antonio 1. Proprietà appartamento sito in Carini 2. Autovettura Nissan Micra anno immatricolazione 2003 3. Autovettura Ford Fiesta anno immatricolazione 2005 Reddito proprio lordo 31.386,49 euro Coniuge nessun reddito Conigliaro Vincenzo 1. Proprietà terreno sito in Carini 2. Proprietà fabbricato sito in Carini 3. Autovettura Land Rover immatricolata anno 2006 Reddito percepito lordo 23.110 euro Fiorello Lorenzo 1. Proprietà 50% appartamento in Carini 2. Proprietà 50% box auto in Carini 3. Autovettura Fiat Idea anno immatricolazione 2008 4. Autovettura Fiat Idea anno immatricolazione 2009 5. Autovettura Fiat Punto anno immatricolazione 2006 6. Autovettura Fiat Croma anno immatricolazione 2006 Reddito proprio lordo 34.051 euro Coniuge 1. Proprietà 50% appartamento in Carini 2. Proprietà 50% box in Carini 3. Comproprietà ¼ indiviso di una villetta in c.da Piraineto Reddito lordo proprio 29.405 euro Figli (3) non hanno percepito alcun reddito Gambino Valeria 1. Proprietà appartamento sito in Carini 2. Quota azioni 37,5% della “Commerciale Siciliana srl” 3. Quota azioni 5% della “I.T.S. srl” 4. Quota azioni 50% della “P.S.T. Produzione Servizi Tecnici srl”. 5. Legale rappresentante della “P.S.T. srl” Reddito lordo proprio 0 euro Coniuge 1. Villetta sita in Carini Reddito proprio lordo 33.059 euro Genova Gaspare 1. Proprietà terreni siti in Carini 2. Proprietà appartamento sito in Carini 3. Proprietà appartamento + Box sito in Carini 4. Comproprietà fabbricato sito in Carini 5. Proprietà appartamento sito in Palermo 6. Autovettura Mercedes immatricolata anno 2007 7. Autovettura Hyundai I10 immatricolata anno 2010 Reddito proprio lordo 11.841 euro Giambanco Gaetano 1. Comproprietà pari al 25% di un terreno sito in Carini 2. Comproprietà pari al 50% di un fabbricato sito in Carini 3. Comproprietà pari al 50% di un fabbricato sito in Carini 4. Autovettura Fiat Punto immatricolata anno 2007 Reddito proprio lordo 23.884 euro Coniuge mancato assenso alla pubblicazione Lentini Marcello 1. Autovettura Fiat Doblò 2. Autovettura Fiat Panda Van 3. Motociclo Piaggio Beverly Reddito proprio lordo 28.616 euro Coniuge mancato assenso alla pubblicazione Migliore Salvatore 1. Proprietà appartamento sito in Carini 2. Autovettura Lancia Y anno immatricolazione 2000 3. Piaggio Ape immatricolazione anno 1991 Reddito proprio lordo 15.153 euro Palazzolo Rosolino Reddito proprio lordo 0 euro (nel 2010 ancora non esercitava la professione di avvocato) Coniuge mancato assenso alla pubblicazione Picone Maria Rita 1. Proprietà appartamento sito in Palermo 2) Proprietà box sito in Palermo 3) Proprietà villetta sita in Carini 4) Autovettura Suzuki Ignis anno immatricolazione 2003 5) Autovettura Alfa Mito anno immatricolazione 2009 Reddito proprio lordo 60.659 euro Coniuge mancato assenso alla pubblicazione Figlio non ha percepito alcun reddito Savasta Cosimo 1. Comproprietà fabbricato sito in Carini – abitazione principale 2. Autovettura Mercedes immatricolata anno 2007 Reddito proprio lordo 22.176 euro Coniuge 1. Comproprietà fabbricato sito in Carini – abitazione principale Non ha percepito nessun reddito Figlio: non ha percepito nessun reddito Taormina Fabio 1. Autovettura Renault anno immatricolazione 1976 Reddito proprio lordo 18.632 euro Coniuge nessun reddito di Ambrogio Conigliaro Pino Balsamo OTT12 ilvespro | 9 730 INTEGRATIVO C'è tempo sino al 25 ottobre per rimediare agli errori Dopo la pausa estiva ci ritroviamo a parlare di fisco e adempimenti. Sono tante le novità per questo autunno 2012, che interesseranno piu' o meno tutti i contribuenti italiani . Dall'Imu alle addizionali comunali, dal redditometro al nuovo modello isee, insomma ce ne saranno per tutti i gusti, e per tutte le tasche. Ci occuperemo in questo numero di 730 integrativo , in scadenza nel mese di ottobre 2012. Prima di tutto chi e' interessato a questo adempimento? Tutti i contribuenti che una volta presentato il Mod. 730/2012, hanno necessita' di correggere errori che hanno generato un maggior credito o un minor debito o semplicemente errori di compilazione non influenzanti la determinazione delle imposte da versare ( esempio dati del frontespizio, sostituto d'imposta non corretto ecc.. ecc.. ) Entro quale data si presenta il modello 730 integrativo? La Circolare dell'Agenzia delle entrate n. 15/E del 25/05/2012 precisa che il modello 730 integrativo deve essere presentato entro il 25 ottobre 2012. Altresi', la Circolare n. 14/E precisa che quando si è verificata la cessazione del rapporto di lavoro nel periodo intercorrente tra la presentazione del modello 730 originario e la data del 25 ottobre il contribuente potrà presentare il modello 730 integrativo ha condizione che vi sia un nuovo sostituto d'imposta nel periodo dal 25 ottobre al 31dicembre 2012. A chi si presenta il modello 730 integrativo? Il modello 730 integrativo potrà essere presentato al caf o professionista che originariamente ha elaborato il modello ordinario. In questo caso sarà necessario esibire la documentazione integrativa (ad esempio nuovi oneri deducibili o detraibili non comunicati precedentemente ecc.. ecc..) Se invece si opta per un nuovo caf o professionista abilitato, il contribuente dovrà portare con se l'intera documentazione ( ovvero il precedente modello 730 con tutti gli allegati, nonché la nuova documentazione). Si ricorda inoltre che la presentazione di una dichiarazione integrativa non sospende le procedure avviate con la consegna del modello 730 e, di conseguenza, non fa venir meno l’obbligo del sostituto d’imposta di effettuare i rimborsi spettanti o trattenere le somme dovute in base al modello 730 originario. Quali sono le tipologie di 730 Integrativo ? Ci sono tre tipi di modelli 730 Integrativi e si contraddistinguono con tre codici: 1, 2 e 3. – Codice uno se l'integrazione o la rettifica comportano un maggior credito o un minor debito rispetto alla dichiarazione originaria o un'imposta pari a quella determinata con il modello 730 ordinario. – Codice due se l'integrazione o la rettifica riguardano esclusivamente i dati del sostituto d'imposta che effettuerà il conguaglio; – Codice tre se ricorrono entrambi i casi. Il 730 integrativo può essere presentato pertanto solo per i casi sopra descritti. Nel caso in cui l'integrativa sia effettuata per rettificare i dati del sostituto d'imposta (codice tre), l'esito della nuova dichiarazione potrebbe implicare anche un debito. La Circolare n. 15/E, al riguardo, dispone quanto segue: «In tale ipotesi la modifica deve essere apportata dallo stesso soggetto che ha prestato assistenza per la presentazione della dichiarazione originaria. Il sostituto d'imposta effettua il conguaglio sulla retribuzione erogata nel mese di dicembre, sulle eventuali somme a debito deve essere applicato l'interesse dello 0,40 mensile a partire dal mese di agosto, per i pensionati a partire dal mese di settembre. Nel caso di dichiarazione a sfavore ? In questo caso si dovrà ricorrere al modello Unico Pf. Eventuali errori od omissioni nella dichiarazione originaria, che hanno generato l'omessa o errata indicazione di redditi o l'esposizione di indebite detrazioni d'imposta, possono essere sanate, attraverso il cosiddetto ravvedimento, a condizione che non siano iniziati, ispezioni, verifiche o altre attività amministrative di accertamento. In caso di ravvedimento, il contribuente può usufruire della riduzione della sanzione previste per il tipo di violazione che intende regolarizzare. Affinché il ravvedimento sia valido, il pagamento della sanzione ridotta deve essere eseguito contestualmente al versamento della maggiore imposta, nonché al pagamento degli interessi moratori calcolati al tasso legale con maturazione giorno per giorno. Per chi dovesse accorgersi di errori che hanno generato un maggior credito dopo la scadenza del 25/10/2012 ( termine ultimo per la presentazione del 730 integrativo), cosa potrà fare per recuperare eventuali eccedenze? L'agenzia delle Entrate sostiene che : Se la rettifica avviene entro il termine di presentazione della dichiarazione dell’anno successivo sarà possibile utilizzare in compensazione il credito nascente. Di conseguenza la dichiarazione integrativa a favore del contribuente potrà essere presentata esclusivamente entro il termini che consentono l’utilizzo del credito. Di parere opposto è invece la Corte di Cassazione che nella sentenza nr. 4776 del 28 febbraio 2001 afferma che le dichiarazioni integrative (sia a favore che a sfavore) possono essere presentate entro il 31-12 del quarto anno successivo a quello in cui la dichiarazione e' stata presentata. Riepilogando: • Se la dichiarazione è a favore del contribuente, non verranno applicate le sanzioni; • In caso contrario, verranno applicate le sanzioni: • In misura ridotta, se la presentazione avviene entro il termine per la presentazione della dichiarazione dell’anno successivo; • In misura piena, se la presentazione avviene oltre il suddetto termine. Dott. Giuseppe Balsamo Commercialista – Revisore Legale [email protected] OTT12 ilvespro | 11 INTERVISTA AL DOTT. VITO PICONE Flavia Fontana, intervista Il Dott. Vito Picone per fornire a tutti i lettori del periodico Il Vespro, consigli utili per una corretta igiene e cura del proprio sorriso. Le mole del giudizio in genere quando compaiono? E’ possibile che crescano prima del previsto o in ritardo? Sono denti utili alla masticazione? I denti del giudizio o terzi molari sono gli ultimi denti che compaiono nella nostra bocca, in genere verso i 18/21 anni. Per tale motivo vengono detti denti del giudizio in quanto la persona raggiunge a quell'età, la cosiddetta "età del giudizio". Ci sono anche casi di agenesia del terzo molare ovvero mancanza dell’elemento dentario che è possibile diagnosticare solo radiograficamente già all’età di 9 anni circa. E’ possibile anche che rimangano inclusi nelle ossa mascellari per diverso tempo e dopo compaiano in bocca in età adulta in seguito a modifiche del cavo orale. Non è infrequente vederli spuntare anche oltre il 70 anni, magari in pazienti portatori di protesi totali! Probabilmente per cause legate allo sviluppo filogenetico dell’ essere umano, oggi sono poche le persone che possiedono lo spazio sufficiente per accogliere i denti del giudizio. In circa 9 persone su 10, almeno un dente del giudizio rimane coperto parzialmente o totalmente dalla gengiva o da osso. In virtù della conformazione scheletrica degli individui di razza caucasica, i denti del giudizio sono sostanzialmente "in più". Non sono denti indispensabili alla masticazione. Le arcate dentarie di popolazioni originarie di altre razze, soprattutto africane, hanno maggiore disponibilità di spazio per poter alloggiare correttamente anche il dente del giudizio. Quando un dente del giudizio viene bloccato nel suo cammino di crescita nella bocca, si definisce dente incluso. Quando è necessaria l’estrazione ? L’inclusione del dente del giudizio non rappresenta necessariamente un’indicazione per l’estrazione. Un dente incluso può anche rimanere tale per tutta la vita. Quando il dente incluso non è a contatto con l’ambiente esterno (in questo caso coi liquidi della cavità orale) ,non provoca alterazioni alle strutture vicine (come, ad esempio, a carico della radice del molare che lo precede) e non degenera (cisti, tumori) ,l’estrazione non è necessaria o è addirittura sconsigliata. Diventa necessaria se si crea una continuità con l’ambiente orale, poiché, a questo punto, i batteri hanno una strada per colonizzare il dente sepolto e dunque creare infezioni. L’estrazione dell’ottavo può essere indicata anche per lesioni cariose importanti a loro carico. Tali denti sono difficili da pulire per il paziente a causa della loro posizione nel cavo orale e per questo sono più facilmente soggetti a carie. La presenza di strutture anatomiche importanti in continuità con il dente può ulteriormente complicare l’estrazione. Fortunatamente le attuali procedure diagnostiche consentono di limitare al minimo i rischi connessi a questo intervento. Il segreto del corretto trattamento sta nell'esaminare attentamente le radiografie della bocca. Il dentista può capire se il dente può causare problemi nello sviluppo futuro e quindi consigliare la rimozione anche prima che il dente sia arrivato alla maturazione finale. L'estrazione nei pazienti giovani (prima dei 18 anni) è molto più facile perché le radici del dente non sono ancora sviluppate e perché l'osso attorno al dente è meno denso. Quando i denti sono completamente estrusi sono più semplici da eliminare rispetto agli inclusi. Una volta che i denti del giudizio appaiono, ogni quanto bisogna fare i dovuti controlli? Se il dente del giudizio è posto correttamente in arcata e non determina problemi non va assolutamente tolto. è da considerarsi un dente come un altro. E’ solo necessario che il paziente sia in grado di mantenerlo pulito. Che cosa succede dopo l'estrazione del dente del giudizio? E’ vero che ci possono essere importanti complicazioni? Di certo è vero che fa molto più clamore la disgrazia rispetto alla normale routine quotidiana. E presumibilmente per questo sono nate mirabili leggende sui denti del giudizio e sulle loro estrazioni. Ovviamente ogni terapia contempla delle complicanze, ma queste non debbono essere considerate una regola. La complicanza è in relazione al caso specifico e al sito chirurgico. Sicuramente il dentista di fiducia saprà dare le migliori informazioni in merito al singolo caso specifico dopo un’attenta analisi e valutazione radiografica. Generalmente il paziente manifesta un po' di dolore e di gonfiore nella zona operata. La terapia post operatoria che il dentista prescrive (analgesici e/o antibiotici) unitamente ai consigli dietetici (cibi freddi riducono il gonfiore) possono ridurre significativamente lo scomfort che segue l'intervento. Il tartaro cos’è? lo si può togliere soltanto dal dentista? l tartaro, è formato dall'insieme dei depositi minerali che si annidano intorno alla superficie del dente. La loro forza di adesione è tale da renderli irremovibili con le normali manovre di igiene orale (spazzolino e filo interdentale ) dunque solo l'intervento di appositi strumenti manovrati dal dentista o dall'igienista dentale ne garantisce la completa rimozione. Quando mangiamo i residui alimentari che rimangono nel cavo orale vengono attaccati dai batteri; in particolare sulla superficie dei denti si deposita una sottile patina incolore data dall'insieme di batteri e residui di cibo che va a costituire la placca. Se tale placca non viene completamente rimossa con le normali operazioni di igiene orale, in 12-18 ore si calcifica producendo i primi depositi di tartaro. La placca batterica è infatti in grado di associarsi ai sali calcarei e ai fosfati contenuti nella saliva formando una concrezione dura e particolarmente adesiva, il tartaro. La composizione chimica e il ph della saliva sono quindi due dei principali fattori che predispongono il soggetto alla formazione del tartaro . Non a caso, i depositi maggiori si trovano nelle sedi orali dello sbocco delle ghiandole salivari, ovvero sulla superficie esterna dei molari superiori e sulla superficie linguale degli incisivi inferiori. Purtroppo non esiste nessun prodotto chimico da utilizzare a casa poichè danneggerebbe indirettamente anche la superficie dei denti. Il tartaro si presenta solido e per eliminarlo è necessario effettuare le normali manovre di igiene orale professionale che competono a personale qualificato. Studio dentistico sas Dott. Vito Picone Corso Italia,91 Carini (Pa) Tel 091866 82 79 Cell 328 27 222 32 [email protected] www.piconestudio.it 12 | il vespro OTT12 ELEZIONI ELEZIONI REGIONALI IN SICILIA L'alternativa si ripresenta: continuità o cambiamento Si dice spesso che la Sicilia sia un laboratorio politico di rilevanza nazionale, si condivida o meno tale assunto è fuor di dubbio che le prossime elezioni regionali rappresentino un appuntamento non secondario per il destino dei Siciliani. Inutile girarci intorno, la nostra è una terra in ginocchio! La disoccupazione di quasi metà della popolazione in età lavorativa, il progressivo e costante impoverimento delle classi medie e lo stato di indigenza di migliaia di lavoratrici e lavoratori, spesso precari o in nero, soprattutto giovani… non sono il frutto di un castigo divino, ma, più terrenamente, il prodotto di scelte politiche ben precise fatte dai governi Cuffaro e Lombardo che si sono avvicendati negli ultimi 13 anni. Non starò qui a dilungarmi su Nello Musumeci, esponente della destra neofascista siciliana, sostenuto da un partito, il Pdl siciliano, che ha responsabilità enormi per la situazione in cui ci troviamo, avendo condiviso e sostenuto tutti i precedenti governi. Lo stesso dicasi per l’altro candidato del centrodestra, di cui dirò ancor meno perché il suo nome, da solo, è rappresentativo di una classe politica indecente, che ha fatto la propria fortuna economica, personale e politica sui bisogni di questa martoriata terra, si tratta di Gianfranco Miccichè. Merita più attenzione invece, la candidatura di Rosario Crocetta, che oggi si candida alla Presidenza della Regione col sostegno, oltre che del Pd, anche dell’Udc. A voler essere più precisi, Crocetta si è candidato “da solo”, il primo partito a sostenerlo è stato l’Udc e solo dopo, i democratici, probabilmente onorati di tale prestigioso sostegno, ne hanno sottoscritto la candidatura. Ma questi sono dettagli, ciò che conta è che il Partito Democratico, dopo avere sostenuto per anni, insieme al Mpa, il governo di Raffaele Lombardo (anche dopo il rinvio a giudizio di quest’ultimo), spiegando che solo così si sarebbe potuto disarticolare il sistema di potere clientelare creato da Totò Cuffaro, decide ora, non si capisce sulla base di cosa, di allearsi proprio con l’Udc, il partito che portò l’ex governatore oggi recluso alla Presidenza della Regione. Per carità, non che Cuffaro sia mai stato un vero avversario del Pd (anzi, quando il gruppo di Rifondazione Comunista all’Ars presentava le mozioni di sfiducia, Ds e Margherita, educatamente, si astenevano dal votarle) però mai si era assistito ad un così repentino e apparentemente inspiegabile cambio di casacca. Per intenderci, delle due l’una: o il governo Lombardo era l’antidoto al sistema di potere clientelare messo in piedi dall’Udc (e allora non si capisce perché il Pd abbia rotto con Lombardo), oppure è l’Udc a rappresentare oggi l’alternativa al sistema di potere clientelare di Lombardo. In quest’ultimo caso tuttavia, si dovrebbe ammettere che del sistema di potere lombardiano il Pd è stato parte integrante. Anche accettando tale prospettiva però, non si capisce cosa ci facciano gli ex assessori di Lombardo nelle liste di Crocetta. Sembra un rompicapo da settimana enigmistica, ma purtroppo è la politica siciliana. La politica di chi, pur perdendo le elezioni si ritrova al governo con chi le vince, quella dei patti più o meno noti, degli accordi, dei compromessi e delle menzogne (indimenticabile il cartellone 6x3 che diceva “l’acqua è tornata pubblica, grazie al Pd Sicilia è legge”) che hanno come unico scopo la conservazione del potere e la sopravvivenza di un ceto politico. In fine c’è la candidatura alla Presidenza della Regione di Giovanna Marano, Presidente del Comitato Centrale della Fiom-Cgil, già Segretaria regionale dei metalmeccanici siciliani; da decenni si trova in prima linea nelle più importanti battaglie in difesa del mondo del lavoro e dei suoi diritti. Giovanna Marano, ha sostituito in corsa Claudio Fava, (non candidabile per ragioni burocratiche legate ad un ritardo nel trasferimento della sua residenza) che comunque la affiancherà come Vice-Presidente. Sostengono questa candidatura Idv e la lista “Fava Presidente” formata da Rifondazione, Sel, Verdi e Un’altra Storia di Rita Borsellino. La candidatura della Marano, così come quella di Claudio Fava, nasce dalla consapevolezza e dalla convinzione che nessun cambiamento potrà mai realizzarsi con coloro che hanno contribuito, in questi anni, a impoverire la Sicilia e a renderla terra di conquista dei soliti predatori dal colletto bianco. E’ per questo che nelle liste a sostegno di Giovanna Marano e di Claudio Fava non figurano personaggi che siano stati a qualsiasi titolo coinvolti con i governi Cuffaro-Lombardo, ma solo protagonisti ed esponenti riconosciuti delle lotte e delle vertenze che in questi anni hanno contrastato questo modo di governare e fare politica. Come ha scritto Marco Travaglio (che certamente non è un comunista), “la candidatura di Claudio Fava offre per una volta ai Siciliani, la possibilità di votare senza doversi turare il naso”. Ha ragione, chi è siciliano e ha avuto modo di osservare i gattopardismi dei protagonisti della politica isolana, sa bene che votare senza doversi turare il naso, in Sicilia, non è affatto cosa di poco conto. Soprattutto di fronte al puzzo nauseabondo di continuità e contiguità col passato che aleggia intorno al trio Musumeci-Crocetta-Miccichè. Aggiungerei soltanto che la candidatura di una donna come Giovanna Marano, onesta, determinata e combattiva, seppure intervenuta per circostanze non prevedibili, rafforza ulteriormente il progetto di discontinuità e cambiamento avviato da Claudio Fava. Non se la prendano i tre continuatori dei governi Cuffaro-Lombardo, ma il dramma di chi è senza lavoro, di chi si laurea e deve emigrare, di chi si confronta quotidianamente con una sanità allo sfascio, con scuole che cadono a pezzi e con una burocrazia asservita agli interessi meno trasparenti e nobili di questa terra, non lascia margini di mediazione. O si sta con chi vuole cambiare radicalmente le cose ed ha le carte in regola per farlo perché non ha firmato cambiali in bianco con nessuno, oppure si sta con i maestri del compromesso, dei diritti trasformati in favori, dello scambio. Ancora una volta la storia consegna ai siciliani l’alternativa secca tra l’essere sudditi o cittadini, si può continuare a mendicare favori e sperare nell’elemosina dei signori delle preferenze, oppure possiamo alzare la testa, mandarli tutti a casa e aprire una stagione di cambiamento reale. Volendo, dipende solo da noi. Alessandro Gambino Flavia Fontana OTT12 ilvespro | 13 LE INTERVISTE DI FLAVIA GIANFRANCO JANNUZZO Gianfranco Iannuzzo, dopo aver calcato per tantissimi anni i palcoscenici dei più importanti teatri del mondo, ci racconta le sue esperienze televisive e l’amore per la sua terra nativa: la Sicilia. Gianfranco, sei un attore con radici siciliane poi trapiantato nel cuore romano. Da questo mix di radici sicule e romane è accaduto qualcosa alla tua anima e alla tua verve artistica? Senza dubbio si. Per fortuna il rapporto con la mia terra è sempre lo stesso, sia nel cuore che fisicamente, nel senso che spesso sono in Sicilia. Quando ci siamo trasferiti a Roma, ci siamo sempre promessi, io e la mia famiglia, di ritornare tutte le volte che potevamo nel nostro paese e così è sempre stato. Come attore preferisci più lavorare in teatro o in tv? In teatro. Anche se è meglio alternare le cose. Funziona di più. Ma se dovessi scegliere di interpretare un ruolo importante in teatro che ti darebbe più emozioni e meno visibilità e uno in tv che ti darebbe proprio il contrario, cosa sceglieresti? Prima avrei detto il teatro. Con i tempi di adesso, meglio la televisione che poi ti aiuta molto in teatro. Più un attore fa televisione, più ha visibilità e più lo si va a vedere a teatro. Dimmi tra questi tre lavori teatrali e in tv sei più affezionato. Per il teatro: “Due ore sole ti vorrei”, “Bagna e asciuga” e infine “Liola’”. Per la tv: “Bugie rosse”, Tornare indietro”, “Io ricordo”? Per quanto concerne il teatro, “Bagno e asciuga”, uno spettacolo che si è fatto al Sistina di Roma per diverso tempo ed ha ottenuto un grande successo. Per la tv “Io ricordo”, in quanto affronta un tema molto forte, quello della mafia, di cui spesso si parla. In questo film si evidenzia molto il dolore per la perdita di un proprio caro a causa della mafia. Che mi dici di Gigi Proietti, visto che hai studiato presso la sua scuola e hai anche lavorato insieme a lui? Per te rappresenta un amico, un maestro o cos’altro? Hai centrato. Rappresenta entrambe le cose per me! Gli devo molto. Lo ammetto, mi ha dato tanto! Cosa non tolleri che il pubblico faccia o non faccia in teatro? Non tollero la gente ineducata. Mi innervosisco quando questo accade!!! In una sola parola come ti definisci? Ti posso dire ciò che dicono e pensano di me. Mi definiscono un attore eclettico. Grazie per queste due chiacchere piacevoli! 14 | il vespro OTT12 OROSCOPO sviluppato da IL SENTIERO ARIETE In Amore intesa perfetta su tutti i piani. Sul lavoro lasciate passare i primi giorni, poi fate subito un esame della situazione e portate avanti i vostri progetti. La salute ottima. TORO In Amore i rapporti sono tesi, cambiate i vostri atteggiamenti, non siate polemici. Sul lavoro siate più disciplinati e diplomatici, farete una cortesia al vostro futuro. La salute spariranno tanti piccoli acciacchi con l’aiuto di Venere. GEMELLI LEONE VERGINE BILANCIA In Amore la situazione è più serena, grazie a Marte avrete a disposizione la passionalità che rende più complice il rapporto. Sul lavoro mantenete la concentrazione su ciò che è importante, evitate gli atteggiamenti prepotenti. La salute buona. SAGITTARIO In Amore Tenerezza, sensualità, sono profuse a piene mani, i rapporti esistenti raggiungono intensità impensabili. Sul lavoro organizzate le iniziative e correggete man mano i progetti per evitare mosse impulsive. La salute buona, non indulgete ai peccatucci di gola. In Amore attenzione alla scarsa sensibilità nei confronti del partner, la situazione può precipitare. Sul lavoro mantenete l’attenzione concentrata su ciò che fate, evitate di distrarvi con troppi impegni. La salute attenzione ai movimenti bruschi. In Amore c’è la sensualità inserita da Marte, puoi lasciarti andare all’erotismo senza…timore. Sul lavoro siete pieni di energia e non vi è difficile dare slancio a nuovi progetti. La salute ottima. In Amore attenzione al desiderio di evasione, potreste dare una scossa definitiva al rapporto in crisi. Sul lavoro siate razionali poiché in genere siete avventurosi, qualche volta avventati. La salute buona. In Amore avete dialogo e tenerezza, elementi che aiutano il rapporto. Sul lavoro Saturno positivo indica che potete fare un eccellente uso dell’esperienza. La salute ottima. CAPRICORNO ACQUARIO CANCRO SCORPIONE PESCI In Amore la situazione è eccellente. L’intesa con il partner raggiungerà l’apice sia psicologicamente sia sentimentalmente. Sul lavoro potete ottenere risultati soddisfacenti, date corso ai vostri progetti. La salute ottima. In Amore il mese è splendido sotto tutti i punti di vista, qualunque sia la vostra situazione sentimentale. Sul lavoro avrete la possibilità di successo su quanto state facendo e su nuovi progetti. La salute ottima. In Amore siate pazienti e generosi, forse il partner vi renderà la cortesia. Sul lavoro impazienza, incostanza potrebbero allontanare i risultati. La salute attenzione a Mercurio negativo, occhio a come vi muovete. In Amore siate più sensibili in confronto del partner. Sul lavoro con lo stato d’animo poco sereno non riuscirete a guardare le cose per quello che sono e quindi evitate di assumere impegni che non potete mantenere. La salute avete bisogno di riposo. OTT12 ilvespro | 15 Franco Cicala Poltergeist e infestazione Dalle e-mail che riceviamo, alcune con domande altre con esperienze personali, ho riscontato un certo interesse alle infestazioni di ambienti, purtroppo le informazioni ricevute da chi scrive su queste interessanti manifestazioni, sono sbagliate colpa delle trasmissioni televisive che pur di fare audience trasmettono solo falsità. Oppure di quelle spiegazioni date da fantomatici maghi o come altri che si definiscono spiritualisti. Sono denominati poltergeist (dal tedesco, spirito rumoroso o burlone) quei fenomeni di varia natura che si manifestano in ambienti chiusi, rappresentati da oggetti che si spostano senza contatto, rumori nei mobili e nei muri, oggetti che s’infrangono, quadri che si staccano dalle pareti, cassetti che si svuotano, piogge di sassi, fuochi che si accendono, e molto altro ancora, tutto spontaneamente. Sono gli stessi fenomeni che avvengono nelle case infestate, ma fra di essi esiste una netta differenza: quelli di poltergeist, che sembrano legati a un ambiente, sono in realtà ricollegabili alla presenza di una persona (generalmente di un ragazzo o di una ragazza in età puberale) allontanando la quale cessano, continuando magari nell’ambiente dove si reca. L’energia psichica responsabile del fenomeno di poltergeist da parte dei giovanetti, sarebbe da loro manifestata quando i primi richiami sessuali si scontrano con inaspettate inibizioni. Tuttavia, si è notato che il fenomeno può essere raramente provocato da adulti portatori di turbe psichiche, forse anche a seguito di atti di carattere sessuale, subiti nell’infanzia. Dopo alcuni interventi psicologici in base alla necessità, operati nei confronti del fanciullo, presunto artefice dei terribili fenomeni, in genere i medesimi scompaiono completamente. Anche se qualche autorevole studioso ha dichiarato che osservando un fenomeno di questo tipo non si può dubitare che dietro di esso “stia infuriando una tempesta inconscia”, per la maggioranza delle persone – e soprattutto per i non addetti ai lavori – penso invece sia facile confonderlo con l’infestazione, tanto scatenante e strabiliante è la forza che emerge. Sono molti i casi che si prestano a duplici interpretazioni e diventa piuttosto difficile tracciare una linea di confine tra di essi. In questi adolescenti, produttori inconsci di simili prodezze, spesso si configura un’importante componente erotica, che si trasforma in una forte aggressività, come succede quando la fase edipica e le precedenti non sono bene superate e risolte. Quasi sempre, le manifestazioni di poltergeist hanno un carattere intelligente come se fossero guidate da una sorta di mente. Nonostante la violenza con la quale si presentano, esibendo un aspetto malevolo e vendicativo, è molto difficile che colpiscano le persone con conseguenze dannose. I fantasmi che si manifestano nelle case infestate, si comportano in vario modo. A volte sembra che non si accorgano della presenza delle persone viventi. Ripetono spesso le stesse azioni con gesti uguali. Altre volte, invece di un fantasma può apparire addirittura una scena. In certe case dove si sono verificati fatti di sangue e dove si presume esista una cosiddetta infestazione, il sensitivo può udire dei rumori di lotte, delle grida, come se si volessero ripetere le stesse condizioni di avvenuti fatti drammatici e omicidi. Perché questi fantasmi di vittime di uccisioni, antichi di decenni o addirittura di secoli, sarebbero condannati a restare o a ritornare sui luoghi dei delitti? Questi spiriti non si sono ancora resi conto di essere defunti e continuano per questo a vagabondare nei luoghi della loro vita passata. Secondo la mia teoria è che non si tratti di corpi eterici di defunti, ma di proiezioni dei loro corpi, perché sono convinto che, tutto ciò che esiste e che avviene lascia un’impronta, spiegando così alcuni fenomeni di retrocognizione e di psicometria d’ambiente. 16 | il vespro OTT12 CARINI Se puoi sognarlo...puoi farlo Il Carini 2 al campo estivo E/G regionale 2012 Emozione grande….. vedere l’azzurro delle nostre camicie coprire un’immensa distesa e sentire cantare da circa seimila persone il “ Signor tra le tende schierati” sotto un cielo stellato, è stato uno spettacolo davvero emozionante. Sono stati dieci giorni intensi, pieni di sorprese e di attività; il 26 Luglio c.a. alle ore 6,30, eravamo già sul pullman pronti a partire da Carini verso Bisacquino per vivere questa straordinaria avventura: 44 persone tra capi e ragazzi, il reparto al completo. Quante aspettative, quanta fretta di arrivare, conoscere gente nuova, c’era nell’aria la voglia di giocarsi totalmente. Arrivati a Bisacquino il pullman ci ha lasciati in un’enorme piazzale della forestale e dopo un’attesa di tre ore, un camion della protezione civile ha prelevato i nostri zaini e il bus navetta ci ha portati su fino al santuario, da lì un breve tratto di strada a piedi e finalmente eravamo nel bosco, nel nostro sottocampo “ Cassiopea”, erano già le ore 13, 00 circa. Che dire, organizzazione impeccabile: Protezione civile, ANAS, Vigili urbani, Corpo Forestale, Croce Rossa, Capi Scout responsabili, tutti impegnati a fare la spola dal posteggio al campo; arrivavano ragazzi da tutte le parti della Sicilia fino a tarda sera. Primo giorno di campo, montiamo le tende, iniziamo a montare i tavoli, giorno di fatica e cosi anche il secondo ma finalmente a pranzo del secondo giorno riusciamo a cucinare, i ragazzi hanno fatto la spesa al market e con grande soddisfazione ci sediamo ai tavoli per il pranzo. La sera del venerdì, 27 Luglio, i cinque sottocampi: Cassiopea, Pegaso, Andromeda, Orsa Maggiore, Orsa Minore, al palco per l’apertura ufficiale del campo e siamo in seimila circa, si balla, si canta, si fa l’issa bandiera, si sventolano i guidoni , si sta insieme in allegria. Il campo entra nel vivo, iniziano i laboratori che prevedono attività di recitazione, mani abili, cucina internazionale, orientamento, comunicazione, attività ecosostenibili, attività libere con giochi, arrampicate, ponti, tiro con l’arco, scalate, rotolamento dentro palle giganti etc… I cinque sottocampi ruotavano nei laboratori in modo tale da poter partecipare a tutti. La sera per il momento di animazione, si alternavano fuochi di reparto, fuochi a reparti gemellati, gioco serale, veglia di preghiera itinerante, serata sul palco per sottocampo durante la quale il nostro reparto si è esibito in tre pezzi corali accompagnati dalle coreografie delle nostre ballerine guidate da Simona M., che meraviglia!!! Ultima sera di campo tutti i sottocampi nell’area palco per la chiusura del campo, intervengono Don Ciotti, il vescovo di Monreale sua Eccellenza S. Di Cristina, il sindaco di Bisacquino, i responsabili regionali AGESCI e altre autorità scout e non; la seconda parte della serata ci scateniamo con il concerto dei Qbeta, gruppo siracusano e con la partecipazione straordinaria di Lello dei Tinturia. Come se non bastasse abbiamo avuto anche “ Il Camp in Camp”, nelle giornate di sabato 28 e domenica 29 Luglio u.s. sono arrivate al campo altre squadriglie per partecipare all’evento dei “ Guidoncini Verdi” evento che premia le squadriglie che durante l’anno scout hanno lavorato per la conquista della specialità di squadriglia e che eccezionalmente quest’anno è stato inserito nel campo regionale; domenica 29 Luglio i ragazzi hanno montato i loro stand mostrando il prodotto delle loro imprese, ed è stata una festa di colori, una meravigliosa giornata in cui quattro nostre squadriglie su cinque, sono state premiate ed hanno conquistato il “ Guidoncino verde” che sventolerà nel guidone per un intero anno scout. Siamo stati al campo in assoluta sicurezza, avevamo l’ospedale da campo gestito dalla CRI, la Protezione civile che presidiava tutti i punti del campo con le vedette 24 ore su 24, le sentinelle in tre punti strategici del campo, eravamo tutti registrati e dovevamo portare il pass sempre al collo, nessuno poteva entrare o uscire in modo incontrollato, abbiamo fatto pure le prove di evacuazione generale, avevamo gli estintori distribuiti in tutto il campo, enormi recipienti di acqua, bagni chimici puliti tutte le notti, il market all’interno del campo, tutto perfetto. è stata veramente un’esperienza indimenticabile, pur con qualche critica e qualche difficoltà logistica legata al numero elevato dei partecipanti, ma assolutamente straordinaria. Non c’è gioia più grande per chi vive con i ragazzi, vedere come lo scoutismo riesca a monopolizzare ancora nel 2012, l’interesse di cinquemila ragazzi e di circa mille capi nella grande impresa del campo estivo; ci sarebbero tante cose ancora da scrivere, ma non riuscirei lo stesso ad esaudire il racconto di questo fantastico campo E/G 2012: “Se puoi sognarlo... Puoi farlo” ma per esaudire i sogni bisogna essere svegli” Ragazzi allora…”SVEGLIA” buone vacanze e….. GRAZIEEEEEE Cecilia OTT12 ilvespro | 17 Inaugurazione Campo di calcetto ASI Inaugurato lo scorso 1 ottobre un campo di calcetto, limitrofo all’area dei servizi dell’ASI, realizzato dall’Associazione “Amico Mio” grazie al terreno messo a disposizione dalla stessa Asi, i fondi elargiti dallo Stato, e la volontà, la determinazione e l’organizzazione di Padre Angelo Inzerillo, fondatore e presidente dell’Associazione che da oltre un decennio si occupa di bambini che vivono in contesti sociali disagiati attraverso una serie di servizi e progetti utili alla loro sana crescita. Ad inaugurare la struttura è stato il Presidente del Senato Renato Schifani, insieme al Vescovo di Monreale S.E. Mons. Salvatore Di Cristina, al Sindaco di Carini Giuseppe Agrusa ed a don Angelo Inzerillo. Nonostante la giornata nuvolosa e piovosa, come ha detto qualcuno, non mancavano le “stelle”; erano infatti presenti numerose autorità militari nei massimi gradi, tra questi il Generale Amato, comandante della Legione Carabinieri Sicilia. “Io credo” – ha detto Don Angelo Inzerillo – “che per vincere bisogna impegnarsi, credo che per ottenere risultati bisogna darsi da fare e sbracciarsi, lasciare le comodità, le agiatezze e immergersi nel tessuto di un bisogno, di una necessità, che credo sia sotto gli occhi di tutti. La mia grande gioia oggi non è stata solo quella di veder inaugurata la struttura, ma di vedere i bambini ed i ragazzi dell'Associazione qui con noi”. Dopo il taglio del nastro, dopo un temporale che aveva fatto temere per il prosieguo della manifestazione, sì è svolto un triangolare di calcio tra le rappresentative dei giornalisti, dei magistrati e delle forze dell'ordine. Per la cronaca, hanno vinto i giornalisti. CARINI 18 | il vespro OTT12 SCUOLA Gianni Leone Provveditore agli studi di Palermo e Trapani “…la scuola è uno straordinario crogiolo di idee ed energie. Ha i mezzi per poter ripartire, la politica dovrebbe organizzare le cose in modo tale che possa farlo”. Siamo all’inizio dell’anno scolastico, quindi un in bocca al lupo a tutti: agli alunni, agli addetti ai lavori ma soprattutto all’ufficio che deve organizzare e far si che tutto si avvii senza intoppi. Io intanto partirei col fare un augurio ai ragazzi, perché loro sono l’ubi consistam (il punto di sostegno) della scuola, il motivo per cui la scuola vive, poi ai colleghi, ai dirigenti scolastici, ai docenti ed a tutto il personale che affronta un anno molto difficile, a partire dal fatto che stiamo cominciando con ritardo. Di solito negli scorsi anni al primo settembre avevamo già lanciato, come potremmo definirlo, questo convoglio così articolato e così complesso che è la nostra scuola. Non molti lo sanno ma, per esempio, la sola scuola di Palermo è fatta da più di 200 istituzioni scolastiche ci sono quasi 30.000 persone che ci lavorano e tantissimi alunni. Nella sola Sicilia gli alunni sono circa 700.000, un numero che non viene superato da moltissime città italiane, come abitanti. Una comunità straordinaria anche perché presiede alla formazione dell’uomo, questa comunità straordinaria che al momento ha tante difficoltà; alcune dipendono dal fatto che è stata fatta una riorganizzazione della rete scolastica che ci ha fatto perdere un bel po’ di istituzioni che c’erano da tanto tempo, ne dico due che qui a Palermo sono tra le più conosciute: il “Duca degli Abruzzi” che ha perso l’autonomia e l’Istituto d’Arte di Piazza Turba, che sono istituzioni di cui si ricordano tutti coloro che hanno i capelli bianchi come me, ma anche le persone che hanno qualche anno in meno, istituzioni consolidate sul territorio. In tutta la Sicilia si sono perse 278 scuole, un po’ troppe rispetto alla necessità che avevamo di “dimagrire” un po’. Lei diceva: siamo partiti con un po’ di ritardo. Dovuto a che cosa? Sicuramente non alle persone che operano. Noi siamo pochi ormai, sempre meno. C’è una sparuta pattuglia negli uffici che fanno l’organico e che fa le nomine, ma la verità è un’altra: il potere politico ed i sindacati sono stati li un po’ a perdere tempo in quelle operazioni di incontro, di discussione, di contrattualizzazioni iniziali senza le quali non si può partire. Il Ministero dell’Economia ci ha messo un po’ di più degli altri anni a sapere quanti erano i posti che avevamo a disposizione per partire, ed invece di partire ad aprile o maggio, siamo partiti il 2 agosto, con tutte le operazioni che sono tante, complesse, e inutile stare qui tecnicamente a descriverle perché no ci serve. C’è però una fortuna, la scuola ha una sua sostanziale energia che riesce a superare veramente tutte le difficoltà; ovviamente però, quando la fanno partire in ritardo, quando la Regione Siciliana non riesce a fare una buona riorganizzazione, si chiama tecnicamente dimensionamento della rete scolastica, succede poi che i risultati sono peggiori. Noi siamo purtroppo una scuola aggravata da alcune povertà, come una grande dispersione scolastica, dove 1 ragazzo su 5 non arriva a finire la scuola superiore e non arriva a prendere il diploma e questo ci fa un po’ precipitare nelle classifiche. Abbiamo una discreta scuola elementare ma molto in difficoltà perché gli enti locali non assicurano le cose che dovrebbero: i locali scolastici spesso non sono adeguati, sono di edilizia impropria con locali adattati e non costruiti per la scuola. Questo accade un po’ in tutta la Sicilia ed è una responsabilità della classe dirigente politica e non solo quella attuale. La scuola ha a che fare con tutte queste difficoltà e conta per superarle sulla voglia e sull’entusiasmo e soprattutto su questo straordinario rapporto che c’è tra docente e allievo, potrei dire da quando la scuola esiste. Questo certamente le da un’energia che altre istituzioni non possono vantare per superare la crisi; la politica però dovrebbe fare di più. Come vede Gianni Leone la scuola del futuro, la scuola da qui a qualche anno. Intanto la scuola è molto cambiata anche solo dall’inizio del nuovo secolo, è la scuola dell’autonomia in cui ciascuna scuola prende un po’ della sua offerta formativa e l’adatta al territorio. Certo la scuola del territorio carinese no né quella dello ZEN di Palermo e dirò di più, all’interno dello stesso territorio carinese ci possono essere zone diverse in cui la scuola si deve atteggiare in modo diverso, quindi le indicazioni nazionali per il curricolo, cioè i contenuti che si devono proporre ai ragazzi sono grosso modo gli stessi, il modo in cui questo lo si fa deve essere diverso a secondo della diversità dei bisogni formativi. Se si sta in un contesto dove le cose vanno bene, le famiglie sono interessate è un conto, se si sta in un contesto più povero dove ci sono anche nuove povertà dove ci sono rischi per i ragazzi evidentemente ci si deve atteggiare in un modo diverso. Questo il grosso del problema, poi in questo momento abbiamo due sfide molto importanti: intanto la scuola sta diventando sempre più la scuola della comunicazione digitale e non più della comunicazione analogica; nelle classi tra un po’ ci saranno soltanto lavagne interattive multimediali, che sono uno straordinario mezzo con cui si può, per esempio, pescare un contenuto da internet e proporlo ai ragazzi, lo si può ridurre, lo si può accantonare, lo si può sottolineare, come facciamo con un normale ipertesto sui nostri computer, ed i ragazzi non avranno più un quaderno per rispondere all’input che darà il lavoro che devono fare, ma avranno invece i tablet, come gli ipad, che cominciano ad essere per il nostro lavoro continuamente tra le nostre mani e li dentro ci sarà tutto: sarà conservata la lezione più importante, la si potrà estrarre ogni volta che serve. Naturalmente per tutto questo occorre che le scuole siano attrezzate, e spesso non lo sono, che i docenti siano preparati, e spesso hanno bisogno di un opportuno rinforzo della loro formazione. Ecco, sfide grandi e importantissime… Ma non impossibili. Stiamo dando intanto un messaggio di speranza alle mamme che vedono alleggeriti gli zaini dei bambini in questo modo, si lamentano per i tantissimi OTT12 ilvespro | 19 libri, troppo spesse volte. Corsi di formazione per i docenti che dovrebbero entrare in questo nuovo mondo, ma già ci siamo. Non manca tantissimo per realizzare tutto ciò… No, oggi le modifiche al processo formativo, ma direi all’intero contesto comunicativo, avvengono in pochissimo tempo, con una accelerazione che potremmo dire esponenziale. Spesso i ragazzi hanno una consapevolezza alla decodificazione dell’apprendimento digitale che è molto più veloce e capace di adattarsi rispetto a quello dei docenti, che non sono informatici nativi per esempio, dirò di più, una rivoluzione ineludibile e inevitabile e quindi i nostri docenti lo stanno comprendendo e fanno lo sforzo che hanno sempre fatto per più importante, che non abbiamo ancora detto, c’è un processo di devolution, di spostamento del servizio verso enti diversi, lo stato sta per abbandonare del tutto la governance della scuola, lasciandola alle regioni. Non credo che la nostra regione sia attrezzata oggi per caricarsi di questa enorme responsabilità e le persone che hanno qualche competenza nel settore oggi si sentono chiamate ad intervenire direttamente in politica proprio per questo motivo. Immaginate cosa significa: chiudono i Provveditorati e la Regione li deve riaprire e se il caso addirittura potenziare, perché in questo momento hanno qualche difficoltà, la scuola deve essere riorganizzata tutta come rete scolastica e bisogna mettere delle figure professionali nuove che sorreggano la rivoluzione digitale e chi più ne ha più ne metta. Potremmo parlare per ore di questo… Una grande sfida, non impossibile certo, per chi ha risorse soggettive così importanti come la scuola, per chi ha i docenti, dentro la scuola noi abbiamo grandi intelligenze; 800 professionalità, pensate, ci sono: medici, ingegneri, informatici, analisti di sistemi, filosofi, letterati, la scuola è uno straordinario crogiolo di idee ed energie. Ha i mezzi per poter ripartire, la politica dovrebbe organizzare le cose in modo tale che possa farlo. accettare le riforme. Anche quando queste, sempre per colpa dei politici, sono state troppe e si sono accavallate in pochissimo tempo com’è avvenuto negli ultimi 12-13 anni. Facciamo un ultimo riferimento: ha più volte nominato la politica. La politica dovrebbe fare di più o dovrebbe intervenire in maniera diversa, secondo lei. Dovrebbe essere più consapevole di ciò che accade, la cosa Chiudiamo con un messaggio di speranza. Ce la facciamo, insomma. Certamente, la scuola ce l’ha sempre fatta. Diceva un certo ministro: “la scuola sopravvivrà a tutti i ministri, persino a me…”, ed è stato un ministro abbastanza recente. Sono d’accordo con lui. Roberto Di Bona 20 | il vespro OTT12 PARTINICO 9 BAMBINI MORTI ALL'OSPEDALE soltanto una tragica coincidenza? Sembrava essersi arrestata la lunga scia di morti che aveva travolto il reparto Ginecologia dell’Ospedale Civico di Partinico. Una situazione inaccettabile che aveva portato alla sua chiusura per 45 giorni nel 2011 e al riassetto complessivo della struttura voluto dall’ASP di Palermo. Ma qualche settimana fa, a rompere l’equilibrio apparentemente ritrovato, è giunto un nuovo caso di presunta malasanità, il nono dal 2008. è morto ancora prima di venire alla luce, nel grembo della madre, Filippo Andrea. E anche questa volta è scattata l'inchiesta della magistratura che vuole vederci chiaro sulla negligenza denunciata dai familiari. Eppure, le precedenti indagini non hanno portato ad alcunché. Tutti scagionati, nessun responsabile, nessun problema operativo e strutturale nell’ospedale di Partinico. Non diciamo che si debbano necessariamente trovare degli errori umani in questi tipo di indagini, ma riteniamo legittimo dubitare del fatto che 9 morti sospette nello stesso reparto, otto delle quali in un periodo brevissimo, siano soltanto una tragica coincidenza. Si può pensare, ad esempio, a carenze di organico? O a problemi strutturali che non consentano di effettuare dei ricoveri preventivi? Domande a cui qualcuno dovrebbe rispondere. Anche dallo stesso reparto. Ci chiamino, ci scrivano, ci contattino per raccontare una propria verità. Perché non è la prima volta che delle pazienti lamentano problemi prima del tragico evento, come in questo caso. La madre di Filippo Andrea, infatti, da una settimana aveva alcune perdite di sangue e, preoccupata, aveva allertato i medici che l'avrebbero invece rassicurata, rispedendola a casa dopo alcuni accertamenti e in vista di un successivo normale controllo di routine. Il direttore generale dell'Asp di Palermo, Salvatore Cirignotta, parlò nel febbraio del 2011, di un riassetto generale del reparto, che da quel momento avrebbe funzionato con un modello completamente diverso rispetto al passato. Dunque, checché ne abbia detto e sia riuscita ad accertare la Procura di Palermo, c'era qualcosa che non andava nell'organizzazione della struttura sanitaria? Cosa? Sono avvenute queste modifiche prospettate? Tante domande, tanti sospetti. Ma finora nulla di più, se non la rabbia di 9 famiglie e dei cittadini che ritengono inammissibile quanto è accaduto. E altri dubbi sul funzionamento dell’ospedale di Partinico sono arrivati da una denuncia in autotutela che i vertici dello stesso nosocomio hanno presentato alle forze dell’ordine. Si sospetta infatti che un dipendente abbia rilasciato certificati falsi che documenterebbero i traumi provocati da incidenti, realizzati ad hoc per truffare le compagnie assicurative. E, se questa vicenda è vera, cioè se si riuscirà ad andare al di là di una semplice denuncia, questo dipendente da quanto tempo pratica questo hobby? Può aver fatto tutto da solo? Oppure c'è una struttura di complicità, nella quale può essere entrata la malavita partinicese? Altre domande. Altri sospetti. In attesa, per una volta, della verità. Gianluca Ricupati 22 | il vespro OTT12 CINISI Lo spettro di essere un paese virtuoso! Il gruppo autonomo, che si è staccato in Consiglio Comunale dal gruppo di maggioranza dell’amministrazione Palazzolo, è oggi composto dai consiglieri: Antonino Vitale, Leonardo Biundo, Vito Sollena e Ippolito Di Maggio. Essi animati da concreti obbiettivi politici sottolineano l’assenza di una direttiva che causa affanno politico ricadente sulla cittadinanza!! Procederemo l’intervista consentendo ad ogni membro del gruppo di esprimere il punto di vista!! Recentemente vi siete costituiti in Consiglio Comunale come gruppo autonomo, divulgando una lettera denominata “Il tempo è scaduto”. Quale è il motivo di questa lettera? Pres. del Cons. Nino Vitale: “Voglio fare una premessa, il gruppo che lei ha citato denominato “gruppo indipendente per Cinisi” è nato dal fatto che nell’arco di due anni e mezzo circa di inizio legislatura abbiamo cercato di spronare il sindaco sui temi di affidamento Tonnara dell’Orsa, P.R.G. ed altre attività sociali. Abbiamo visto che si perdeva tempo ed ogni qualvolta qualcuno voleva parlare fuori dal coro vigeva una gestione monocratica della macchina amministrativa, ad uso personalistico della cosa pubblica!! Si è deciso pertanto di realizzare questo “gruppo indipendente per Cinisi”, esclusivamente per cercare di spronare l’amministrazione!! Il nostro ruolo sarà quello di creare una opposizione costruttiva all’interno del Consiglio Comunale. Oggi più che mai bisogna cercare di coinvolgere più idee per collaborare nell’amministrare la cosa pubblica!! Oggi tutto ciò il sindaco Palazzolo non lo ha permesso!! Noi, in questi anni resici conto che le cose non andavano in un certo modo, abbiamo realizzato questa lettera contestando il fatto che: sindaco, si parla da otto anni di P.R.G. e non lo porti in Consiglio Comunale; sindaco, da un anno e mezzo la Tonnara dell’Orsa è in stato di degrado e non viene fatto il bando per una gestione; sindaco, a Cinisi è stata aumentata l’Irpef mettendo le mani in tasca dei cittadini e non sono state valutate iniziative come quella di aumentare la presenza dei chioschi a mare oppure la possibilità di fare crescere le già presenti attività commerciali site in zona spiaggia Magaggiari. Il tutto nel pieno rispetto del nuovo P.R.G. viggente!! La nostra lettera, rivolgendosi al sindaco, vuole semplicemente fare riferimento ad una collaborazione attiva e concreta con il messaggio che, dato il lungo periodo di letargo, bisogna coinvolgere tutte le forze politiche. Attualmente in Consiglio Comunale si ha una maggioranza scarna 10 contro dieci, non ci vuole coinvolgere in niente, OTT12 ilvespro | 23 oppure basta semplicemente vedere che il paese è sommerso dai rifiuti, questa sera per l’appunto abbiamo una seduta di Consiglio Comunale dove attaccheremo pesantemente il Commissario, che si è insediato per l’emergenza rifiuti, accolto dal sindaco come quello che risolverà i problemi. Bisogna sapere che il Commissario designato costerà alle casse comunali circa 1500 € per Cinisi e per Terrasini, per due sole ore di delibera, ai sensi del Decreto Legg. 448 della Regione Sicilia (così ripartite: 350 € per la lettera di intimazione che ha mandato al presidente del Consiglio Comunale; 550 € se lui si sostituisce al Consiglio Comunale per fare la delibera; più le spese varie per eventuale vitto ed alloggio). Queste per me sono le motivazioni della lettera!!” Consig. Ippolito Di Maggio (presidente del gruppo indipendente per Cinisi): “Nelle ultime elezioni Comunali l’amministrazione Palazzolo si era posta un programma che 14 consiglieri di maggioranza hanno approvato. Fare parte di un gruppo di maggioranza vuol dire che una proposta avanzata da un consigliere del gruppo deve diventare interesse di tutti i componenti del gruppo. Questo programma è stato del tutto disatteso, prova ne è il fatto che noi abbiamo portato avanti delle proposte e successivamente delle interpellanze. Si è parlato della spiaggia Magaggiari, fiore all’occhiello del nostro paese, e del problema cassonetti dei rifiuti chiedendo di farli spostare. Nonostante l’argomento fu affrontato prima della stagione estiva è stato risolto nell’arco di tre mesi, a causa di lungaggini amministrative terribili che hanno causato danni al nostro territorio in termini di immagine turistica. Noi del gruppo indipendente per Cinisi stiamo cercando di portare avanti, in qualche modo, ciò che era l’obbiettivo del movimento per Cinisi. Questo progetto lo stiamo portando avanti da tutti i punti di vista. Recentemente è stata fatta una riunione di tutti i capi gruppo del Consiglio Comunale, dove è stato emesso un verbale in cui si è riconosciuto il ruolo istituzionale, dei capigruppo, ed è stato smascherato un comportamento del sindaco, dove egli qualche mese a dietro cercava di presentare il P.R.G. fingendo palesemente!! In quell’occasione egli invitò dei tecnici ma di fatto non vi era niente di ufficiale e nulla di verbalizzato! Della serie quattro amici al bar, per discutere il problema!! Il problema del P.R.G. è serio in quanto bisogna dare delle risposte ai cittadini!! Sono di fatto decaduti i vincoli!! Altro problema è il Regolamento Edilizio. Personalmente faccio parte della Commissione Lavori Pubblici, ho cercato di portare avanti questo regolamento e ci siamo riusciti in tre mesi, quindi vuol dire che si è lavorato bene nel rispetto dei tempi ma di fatto è stato bocciato dalla Regione Siciliana. Il problema della bocciatura in questo caso è stato il fatto che il Capo Area all’Urbanistica non essendo laureato non può assumere quel ruolo. Pertanto in questo caso è mancata una supervisione dell’Assessore all’Urbanistica dell’epoca!! Tutto questo per la cittadinanza è un problema, l’economia poteva cominciare a muoversi!! L’approvazione del R.E. poteva essere da spunto per presentare dei progetti, in cui si sarebbe anche combattuto l’abusivismo. Il quel Regolamento Edilizio vi era anche la possibilità di non commettere gli abusi. Questi tre anni sono andati perduti con anche la possibilità di rilanciare il R.E.!! Ancora oggi non si vede nulla in tal senso. Abbiamo proposto un tavolo tecnico, nell’ultima riunione fatta, dove si chiede in particolare, data la situazione di scarsa disponibilità economica, di dare un incarico ai nostri tecnici interni al Comune. Bisogna ammettere inoltre che Cinisi gode di un patrimonio di tecnici all’avanguardia, capaci e consapevoli che senza compenso economico vogliono dare delle direttive, magari anche delle linee guida sul P.R.G., per dare slancio al paese!! Personalmente per la massima trasparenza ho proposto una commissione di tecnici che verranno sorteggiati in Consiglio Comunale, a contatto con l’opinione pubblica. Questi sono argomenti importanti per il futuro del nostro paese!!” Consig. Leonardo Biundo: “Il tempo è scaduto perché è da tre anni che cerchiamo di portare avanti dei progetti per il bene del paese. Personalmente al sindaco ho cercato di fare capire che abbiamo a che fare con diverse esigenze della collettività, il paese è completamente abbandonato!! Non si riesce a discutere di nulla, si parla di privatizzare e tagliare i rami secchi invece si continua a discutere sempre delle stesse cose. Si continua a discutere sempre di nomine!! Questo gruppo si è creato semplicemente per cercare di dare un segnale chiaro alla cittadinanza e per comunicare tutto ciò che noi abbiamo detto in campagna elettorale e che ad oggi non è stato fatto nulla. In questa legislatura, che per me è la prima, sto vedendo solamente interessi personali e forme di dittatura vera e propria!! Ad oggi si sono fatte soltanto fumo e chiacchiere!! Si parla che Cinisi è un comune virtuoso, personalmente non lo vedo assolutamente virtuoso. Mi impegno affinché quei rami secchi vengano certamente tagliati come: mattatoio comunale, campo sportivo comunale (ad oggi il campo è assolutamente abbandonato e stiamo facendo una convocazione di Consiglio Comunale per discutere questo tema. Nello specifico il Comune non è stato in grado di controllare l’operato di questa Associazione. All’inizio si è parlato tanto dell’Associazione Calcio Taibi ed oggi l’ufficio tecnico rilascia un parere negativo relativamente al campo sportivo, quindi viene revocata la convenzione)”. Quindi Cinisi ha investito in qualcosa su cui oggi non si riesce a raccogliere i frutti? Un notevole sperpero di denaro per mantenere questa realtà? “Non sto dicendo questo!! Voglio dire che gli uffici non si adoperano e rimangono bloccati, non vigilano sulle convenzioni ed il sindaco non fa altro che fare assistenza sociale sempre ai soliti noti dietro la sua porta, lasciando una struttura abbandonata!! Allo stato attuale c’è una relazione tecnica, un sopralluogo fatto dai tecnici dell’ufficio tecnico, che dice che il campo sportivo non è idoneo!! Ritornando sull’argomento della lettera, “il gruppo indipendente per Cinisi” ha deciso di portare avanti i progetti e le promesse fatte in campagna elettorale. Si è parlato di centro commerciale il quale argomento è rimasto in balia delle onde!! Sono stati promessi 1000 posti di lavoro che ad oggi non ci sono. Le chiacchiere della campagna elettorale sono rimaste tali!! Noi nel nostro piccolo cercheremo di fare i fatti”. Consig. Vito Sollena: “Personalmente il motivo della lettera che il gruppo indipendente per Cinisi ha voluto pubblicare è ricollegabile al fatto di cercare di spronare l’amministrazione sulle varie attività, per essere coinvolti in qualsiasi forma gestionale della cosa pubblica. Ad oggi tutto questo l’amministrazione Palazzolo non lo ha fatto! di Filippo Mannino 24 | il vespro OTT12 CARINI Si ma verso dove Padre Puglisi quando portò a Brancaccio la mostra itinerante “Si ma verso dove” ci tenne tanto a spiegarmi il significato di ciascun pannello. Io, uno dei suoi più stretti collaboratori, ero felice di ascoltarlo e lo facevo con interesse. Qual’è il senso che vogliamo dare alla nostra vita; che direzione dare alla nostra esistenza. Queste erano le domande che mi venivano poste attraverso la visione di quei pannelli, ed io, che avevo cominciato con questo sacerdote un percorso di attenzione e di impegno sociale per tentare di risolvere, insieme ai miei amici del Comitato Intercondominiale i problemi del quartiere Brancaccio, non potevo che essere concorde con questo slogan tanto amato da padre Pino Puglisi. Un altro slogan ho condiviso: “E se ognuno fa qualcosa, allora si può fare molto”. Senza dubbio mi sento di dire che abbiamo cominciato a buttare quei primi semi tra i palazzoni di Brancaccio, semi che cominciavano a germogliare e a svegliare la gente del territorio. Una nuova coscienza religiosa e civile stava per nascere là dove la mafia dei boss Graviano, della politica collusa rappresentata dal senatore Vincenzo Inzerillo e dagli imprenditori disonesti l’avevano fatta sempre da padrone. È per questo che comincia la stagione delle intimidazione con le porte di casa date a fuoco a tre componenti del Comitato Intercondominiale nella notte del 29 giugno 1993 e due mesi e mezzo più tardi, il 15 settembre 1993, l’omicidio di padre Puglisi. I capi mafia Filippo e Giuseppe Graviano e gli esecutori Salvatore Grigoli e Gaspare Spatuzza sono stati riconosciuti colpevoli di entrambi gli atti criminali. A Carini il 24 settembre 2012, finalmente è stata inaugurata la piazza Don Giuseppe Puglisi. La grande rotonda all’uscita dell’autostrada A29, accanto al centro commerciale “Poseidon”, è stata intitolata al sacerdote morto per mano mafiosa e ha visto la partecipazione del Sindaco e di alcuni componenti della giun- ta, del Presidente del Consiglio Comunale e di alcuni Consiglieri, di tanta gente comune, di tutte le scuole di Carini, delle tante associazioni giovanili del territorio carinese che si sono impegnate in questa impresa, delle Autorità Militari, della Polizia Municipale, della Protezione Civile, dell’Associazione Carabinieri in congedo, dell’Associazione Marinai d’Italia, del Vicario Generale della Diocesi di Monreale, di padre Luca Leone e padre Giuseppe Billeci ai quali va il ringraziamento dell’Associazione Intercondominiale Quartiere Brancaccio che si è fatta carico dell’organizzazione della cerimonia. L’imminente Beatificazione di padre Puglisi, prevista per il 25 maggio 2013, deve fare riflettere tutti. Papa Benedetto XVI il 28 giugno ha firmato il decreto che stabilisce che il prete palermitano, il mio padre spirituale, diventerà beato in odio alla fede perché ucciso dalla mafia. Ciò significa che nonostante le sottovalutazioni di alcuni pezzi della Chiesa sul problema mafioso ancora una volta lo Spirito Santo ha illuminato i Vescovi. La beatificazione di padre Puglisi sancisce definitivamente che mafia e Vangelo sono incompatibili e quindi preti, laici, il mondo politico, imprenditoriale ed ogni forma di potere riconosciuto non possono mantenere rapporti con i mafiosi. E’ compito della Chiesa capire che ci sia una sincera volontà di conversione da parte del mafioso o di chi agisce secondo quella cultura che proviene dal sentire mafioso che porta a calpestare la dignità del prossimo. Ma se sincera conversione non c’è, se questo invito alla conversione viene rifiutato, il prete deve prendere le distanze. La mafia usa la fede cristiana per diventare credibile agli occhi della gente, la mafia infiltra nelle confraternite persone ad essa vicine ed usa le processioni e le feste religiose facendole diventare non misura coerente della nostra fede e vocazione, ma momenti di folklore (cantanti, giochi d’artificio ed altro). Quindi riflettiamo profondamente sulla domanda che padre Puglisi ci ha lasciato: “Si ma verso dove”. Pino Martinez Filippo Mannino OTT12 ilvespro | 25 L'identikit del mafioso è proprio questa!! CINISI seconda parte Ci può illustrare come la mafia entra nel sistema edilizio e nel potere economico? “Fino a poco tempo fa, nella nostra zona, il sistema edilizio era un sistema economico nelle mani della mafia! Se noi andiamo a vedere tutti i progetti di speculazione intorno all’area urbana del nostro paese, appartenenti allo Z 10, in cui Peppino ha fatto una grande battaglia, partendo da alcune costruzioni che superavano i canoni urbanistici fino ad arrivare alla zona costiera marittima, piena di cementificato a causa dell’abusivismo, è chiaro che quella è tutta edilizia che è stata sotto il controllo della mafia! Certo vi sono persone che hanno costruito e non sono mafiosi, però è sempre stato un sistema illegale e praticamente è una forma di cultura mafiosa, che personalmente ritengo pure mafia! Allora il problema si risolve facendo funzionare i Piani Regolatori, incominciando a cementificare sempre meno, effettuando controlli per quanto riguarda tutto il sistema degli appalti delle imprese. Su questo gli amministratori possono fare tantissimo!! Non so se lo fanno!! A Cinisi da questo punto di vista c’è un miglioramento con un controllo maggiore rispetto a qualche anno fa. Certo non abbiamo vinto e non abbiamo risolto il problema, però alcuni segnali positivi sono evidenti”. Recentemente zona Magaggiari di Cinisi è stata posta sotto i riflettori evidenziando la non storicità di alcune costruzioni! Questo è un evidente sviluppo dell’illecito? “Certamente si!! Io userei delle maniere dure, soprattutto per salvaguardare il nostro territorio. Di questo ormai ci resta poco e da ogni parte vedo, ed è molto scoraggiante, forme di abusivismo forme sempre di cementificazione che sicuramente non ci danno neanche la possibilità di respirare. Il nostro è un territorio molto bello!! Ricordo ai tempi di Peppino la zona Mulinazzo e la zona Pozzillo. Oggi invece se noi andiamo a farci una passeggiata verso lo Z 10 ed anche dopo lì vediamo un degrado, da tutti i punti di vista, in cui vi sono catapecchie, costruzioni abusive vicino le coste ed è impossibile accedere al mare. Questa è una cosa davvero vergognosa!! Allora le amministrazioni potrebbero fare molto di più!!” OTT12 ilvespro | 27 Gestione dei rifiuti tra crisi, sprechi e mantenimento dello status quo PARTINICO Ci si è quasi abituati a vivere perennemente in crisi rifiuti. Il sacchetto della spazzatura è oramai entrato di diritto tra gli elementi costitutivi del paesaggio del comprensorio partinicese. Un'altra cosa alla quale forse ci si è abituati meno è una tassa sul servizio di smaltimento rifiuti alle stelle, con una tariffa che è tra le più alte d'Italia. Che poi questa mole di denaro presa dalle tasche dei contribuenti non garantisca una gestione degna dei costi che richiede, ciò importa poco sia agli amministratori che alle cosiddette società d'ambito. Partinico, ad esempio, ha conosciuto un progressivo aumento dei costi che gravano sul bilancio comunale. Nel 2005 il servizio ammontava a 3,1 milioni di euro. Nel 2011 i milioni sono diventati 4,8. In percentuale, un secco +54%. E la beffa maggiore è che attualmente i proventi della riscossione disponibilità di affari per terzi, quella attualmente in vigore, per cui portare in discarica una tonnellata di rifiuti può arrivare a costare 120 euro. Dall'altro, la possibilità di porre fine a questa storia, affiliarsi ad appositi consorzi esistenti e guadagnare anche molti soldi: 120 euro per una tonnellata di plastica, 14 per una di carta, 17 per una di vetro. E così via. E il guadagno per i comuni corrisponderebbe all’alleggerimento delle tasse per i cittadini. Invece, oggi, la raccolta differenziata è un miraggio a Partinico. Addirittura i dati sono un rebus. Si partì da un mortificante 1,9% nel 2005, si raggiunse un incoraggiante 10,1% nel 2007, poi l'inizio di una fase calante. I dati sugli ultimi due anni, li abbiamo cercati. Ma dagli uffici ci viene chiesta l'autorizzazione a fare domande da parte del commissario liquidatore della dei tributi non bastano a coprire le fatture che la Servizi Comunali Integrati presenta. Dunque per far quadrare i conti, il Comune attinge da altre entrate circa il 20% della somma dovuta, cioè quasi un milione di euro. Ma, alla fine, poco cambia: direttamente o indirettamente, sono sempre i cittadini a pagare. Per non parlare, di circa 10 milioni di euro di debiti accumulati negli anni dalle precedenti gestioni che il Comune non estingue in attesa che dai piani alti arrivi una grazia. Un residente partinicese potrebbe anche accettare questi esorbitanti costi se vedesse una città pulita, se potesse constatare degli investimenti nella raccolta differenziata, se ci fosse un piano industriale che, a lungo termine, prevedesse risparmi nelle bollette. Invece nulla di tutto questo. Nessuno pensa ad abbattere e ricostruire dalle fondamenta la struttura della gestione dei rifiuti. Pensare ad un moderno ciclo di trattamento che preveda il riciclo, addirittura la vendita delle tonnellate di materiale differenziato raccolto, la fine delle stagioni delle discariche che hanno costi di conferimento incredibili (oltre ad un impatto ambientale devastante). Da un lato una gestione che presuppone anche una grande società. La faremo per scrupolo, ma siamo convinti che l'attività di una società che noi paghiamo e che si occupa di un servizio pubblico, dovrebbe avvenire alla luce del sole. Forse i dati su una raccolta differenziata che evidentemente si è quasi azzerata sono così deprimenti che si teme quasi a fornirli al cittadino o al giornalista che ne fa richiesta. Intanto, i Comuni vanno nella direzione della costituzione di nuove società che mandino in pensione gli ATO (causa di un debito complessivo nella Regione di 1,5 miliardi di euro), le cosiddette SRR. Anche chi non le vuole ed esprime, per mezzo del consiglio comunale, un voto sfavorevole, ne subisce l'imposizione da parte della Regione che manda commissari a destra e a manca. Saranno 10 e non più 27, ossia una per ogni provincia più una per le isole minori. Nella legge varata nel 2010 si leggono tante belle intenzioni, come d'altronde si leggevano in quella che portò agli ATO. Ma siamo pronti a scommettere che di cambiamenti ne vedremo ben pochi. Perché in questa nostra terra deve sempre cambiare tutto affinché nulla cambi. Gianluca Ricupati Fabio Zerillo 28 | il vespro OTT12 Dalla Sicilia con dolore Lasciare quest’isola poteva essere un problema esistenziale. Un tempo, neanche tanto lontano, chi ne aveva vissuto profumi e colori durante l'infanzia, arrivati al giorno di partire per miglior fortuna, portava con se una mestizia senza paragoni. Un dolore dell'anima che non era solo dispiacere per congiunti o amici ma anche per le forme dei luoghi invero unici. Che si parlasse italiano o altro era indifferente, si restava privi di quel qualcosa che non si può riprodurre. Qualcosa che era fatto anche delle persone; un certo tipo di persona. Gente che sembrava vivere un romanzo infinito intriso di semplicità. Oggi tanto è cambiato. Sono cambiate quelle persone; ora avvolte da un'apatia profonda. Forse hanno smesso di adorare quella terra che amavano quando hanno smesso di incresparla del loro sudore, di lavorarla e sentirla loro. Oggi partire è più semplice. Una intera generazione adesso comprende che non ha più senso amare la propria terra, anzi non gliene importa più nulla. Hanno preso troppi schiaffi; han- no capito che li si sta illudendo e ne hanno avuto paura. Nessuno di loro troverà nemmeno il conforto di quella semplicità di cui gli hanno raccontato, con le lacrime agli occhi, chiunque abbia fatto ritorno a casa. Chi ha preceduto questa generazione è riuscito nella difficile impresa di annientare la speranza dei loro figli e tutt'ora persevera nell'errore. Si può amare delle rovine? Forse. Non si può vivere tra le rovine. Ed è quello che accade oggi. Manca qualcosa che tenga unita una comunità e che oggi non è più. Un legame, un appiglio anche per coloro che soffrono l'indifferenza del nostro tempo verso la comunità, verso l'essere cittadini. Una conquista che non deve essere smarrita nel limbo dell'abitudine ma riscoperta. Se qualcuno si lamenta, magari a ragione, è un buon segno. Ma quando anche le lamentele diventano un'abitudine possiamo solo constatare di aver perso la battaglia della civiltà nella grande indifferenza che solo chi non vuol cambiare è capace di esprimere. Un nuovo inizio Alla fine di un ciclo si tirano le somme. Dell’attività svolta, dei risultati raggiunti. In Sicilia è il momento della speranza; il momento in cui iniziamo a sperare che qualcosa cambi nelle vicissitudini di Trinacria. Il cambiamento in cui tutti sperano quasi da sempre; perché i siciliani sperano e basta, giusto per dare l’impressione di desiderare qualcosa di positivo. La Regione Siciliana che non cambia mai pelle tra poco avrà un nuovo governo; figlio della folle corsa al centro, dei salotti democratici e dei circoli parrocchiali. Non bisogna spaventare l’elettore, si dirà; non bisogna dimostrare astio agli amici, si penserà. La dignità di esporre le idee in modo inequivocabile, chiaro e trasparente passerà nuovamente in secondo piano. Un ragionamento ornato del fine pessimismo tutto siculo, capace di stravolgere le certezze di una vita solo attraversando lo stretto. Per favore non si parli di schieramenti; qui nessuno si schiera e nessuno ha intenzione di farlo. Chi vuol portare a compimento un progetto dovrà fare i conti con i tizi che vagano per le sale ovattate dell’A.R.S. ormai da vent’anni. Una generazione di fenomeni della politica o la solita, squallida storia di clientele tramandate? Una legge elettorale dovrebbe essere così chiara da non lasciare la possibilità a chi non va nemmeno a cercare i voti non è pensabile; chiunque governerà avrà bisogno del sostegno di gente fidata ( o con congrui interessi nella redistribuzione delle casse regionali). I siciliani non protestano. Chi dovrebbe protestare? Perché si dovrebbe votare a priori coalizioni i cui esponenti sono già stati fallimentari? La campagna elettorale scivola via tra stuzzichini e promesse buone a strappare sorrisi meschini. Eliminare le ideologie non è stato necessario in Sicilia; sono talmente poche le parti sane che non c’è nemmeno bisogno di preoccuparsi se fan rumore. Una capitale decaduta a rango di discarica a cielo aperto, davvero grande sol quando l’han governata uomini che non avevano natali siciliani, si appresta a fare festa. Giusto perché sarebbe brutto non fare festa con gli amici, che son tutti vincitori. OTT12 ilvespro | 29 DULCIS AL BACIO La frutta martorana Zucchero kg 1.100 Acqua g 250 Glucosio g 200 Mettere in una casseruola e portare ad ebollizione fino a 115° Farina di mandorle kg 1 Miele g 50 Olio essenziale di mandorla amara q.b. Vaniglia q.b. Impastare il tutto in una planetaria o impastatrice che non sia di plastica per lo zucchero che è troppo caldo a 115°,quindi fare molto attenzione e fare girare fino al raffreddamento, il giorno successivo modellare a piacere e poi dipingere con colori alimentari diluiti con acqua e alcool. BUON LAVORO! 30 | il vespro OTT12 Nonostante tutto continuano ad amarci piccole storie (amare) di randagismo a Raffadalli Diego Bello era un meticcio di Yorkshire abbandonato - in pieno inverno - insieme a due fratellini appena svezzati alle Colonie di Raffadali. I suoi fratellini sono morti di stenti pochi mesi dopo… Diego era il più forte ma l’inverno, la malnutrizione e la leishmaniosi l’hanno ucciso. Era un cane dolce, intelligente molto ubbidiente ma è stato abbandonato lo stesso ad una vita da randagio. Tuttopelo era un cane nero e peloso. Era stato chiamato Tuttopelo in onore del cane del protagonista del film Cattivissimo Me. Veramente bruttino ma timido e diffidente. Non si avvicinava mai a chi gli offriva del cibo e aspettava che l’ospite si allontanasse per andare a mangiare. E’ morto investito nel curvone d’ingresso di Raffadali. Solo e abbandonato nella cunetta. Senza alcuna attenzione per verificare se era ferito o morto. Anche lui un randagio. Sono due storie che ho vissuto di due cani che non sono nati randagi ma lo sono diventati per la cattiveria del padrone e il disinteresse delle Istituzioni. Ma di storie come queste ne possiamo raccontare tante. Tutte uguali come fine. Tragiche. Con la morte di chi è vittima due volte dell’abbandono e del non rispetto delle leggi. Eppure il randagismo è un fenomeno abbastanza facile da contrastare. Basterebbe innanzi tutto la buona volontà delle Amministrazioni nell’applicare e nel far applicare le norme vigenti, e nel pretenderne il rispetto, e poi un avanzamento culturale che faccia comprendere e rendere patrimonio comune il fatto che un cane, come qualsiasi altro animale, è un essere senziente e come tale va rispettato e tutelato. Facile a dirsi ma difficilissimo da realizzare. Generalmente le Amministrazioni non hanno una grande cultura ambientalista e animalista. Questo è un grave deficit perché non hanno sensibilità sul tema. Poi vi è l’annoso problema delle risorse - che in periodo di crisi - sono scarse. E allora perché spendere soldi per i randagi? Dopotutto “mica su cristiani su cani….”. Tranne poi ricordarsi che il randagismo è un problema, un’emergenza quando i cani diventano “troppi”. Specialmente se attaccano l’uomo. Eppure basterebbe poco: una campagna informativa, un periodo di moratoria per far mettere in regola i padroni dei cani e poi controllare che le leggi siano rispettate. Pena le sanzioni previste dalla legge e la diffida. Ma disinteressarsi al problema è più semplice. E più elettorale. Intollerabile diventa invece la soluzione alla sovrabbondanza dei cani con operazioni di sterminio di massa di solerti Cittadini (si fa per dire… sarebbe meglio chiamarli criminali) che con metodi dolorosissimi ammazzano i cani randagi e non solo. Non rari i casi di animali uccisi da esche avvelenate (proibite dalle norme vigenti ovviamente) che uccidono non solo i cani randagi ma anche quelli con padrone. La cosa benché proibita è tollerata dalle istituzioni che non perseguono il crimine nemmeno con denunce contro ignoti (ma a volte ben noti….) alla Procura. Figurarsi poi se le Autorità di Polizia iniziano gli accertamenti di rito per individuare i colpevoli. Pochissime le indagini, rarissime le condanne dei colpevoli. Eppure i Sindaci sono responsabili del benessere e della tutela dei randagi. Ma sembrano dimenticarlo impegnati come sono a risolvere i mille problemi quotidiani della gestione di una Città. Randagi compresi. Inoltre le autorità di Polizia dovrebbero perseguire d’ufficio TUTTI i reati anche quelli contro gli animali e non solo quelli contro le persone o i beni. Invece… Il problema si risolve solo investendo sulle nuove generazioni fornendo loro le corrette informazioni. Bisogna puntare alla conoscenza e sviluppare “quel” rispetto - che dovrebbe essere scontato - che si scontra con la dilagante ignoranza e l’ampiezza dei luoghi comuni che sono nella maggioranza dei casi solo maldicenze. Il problema del randagismo è vecchio. Una moderna società che si definisce civile non si misura con le strade che realizza, con i concerti in piazza che tiene, con i palazzi che costruisce. Una moderna e civile società si misura con il rispetto che ha per i minori e gli anziani, per la tutela dell’ambiente, per la conservazione della memoria e della propria identità, con lo sviluppo della cultura e della conoscenza con la crescita economica sostenibile ma si misura anche con il rapporto di rispetto e amore che abbiamo per i nostri amici animali. Non è poca cosa. dott. Salvatore Gabriele La Spisa Presidente Liberacqua Onlus Associazione Ambientalista Siciliana OTT12 ilvespro | 31 PESCE SCIABOLA di Pino Maranzano LEPIDOPUS CAUDATUS EUPHRASEN 1788 - SIC. SPATULA Il Pesce Sciabola o Spatola è appartenente alla famiglia dei Trichiuridae e al genere Lepidopus. Vive prevalentemente nel Mediterraneo occidentale, in Italia è presente lungo le coste del Tirreno, in Sardegna ed in Sicilia; è presente e pescato soprattutto lungo le coste del Lazio, del napoletano e nello Stretto di Messina, raro nell’Adriatico. Questo pesce vive ad una profondità compresa tra i 100 e i 600 metri su fondali fangosi, ma occasionalmente può risalire anche fino a 30 metri. E’ un pesce nastriforme che può raggiungere la lunghezza di 2 metri, largo 10 cm ed il peso di 8 chilogrammi; il corpo è piatto e assomiglia ad una lama dalla forma a sciabola, liscio e senza squame, di colore bianco argentato, metallizzato brillante; le pinne sono di color giallo, la pinna dorsale è unica dalla testa fino alla coda ed è munita di numerose spine flessibili. La coda è piccola e forcuta, ha la testa di forma allungata con bocca grande, munita sulle due mascelle di grossi denti, sulla mascella superiore ha denti lunghi a forma di pugnali. Ha occhi grandi sporgenti con pupilla nera cerchiata da l’iride bianca. Il pesce sciabola è un pesce carnivoro, predatore, aggressivo e si nutre di pesci anche più grandi della sua taglia. Si riproduce dalla primavera fino a tutta l’estate e maschi e femmine sono indistinguibili. Presso lo stretto di Messina questo pesce viene pescato quasi tutto l’anno in diversi modi: o con i ciancioli o con le reti a strascico o i palangari di fondo. Pesce conosciuto e apprez- Nelle foto: sopra, particolare di pesce spatola; sotto esemplari di pesce spatola. Foto di Pino Maranzano zato soprattutto in Sardegna, nel Lazio, nella Campania e nella provincia di Messina e di Reggio Calabria, ma anche a Palermo. Comprare questo pesce quando ha la pelle lucida e brillante. La Spatola è un pesce dalle carni rosate e gustose, è di buona qualità. A Carini da pochi anni viene venduto presso la pescheria di Giambanco, ad un prezzo modesto, dove viene già diliscato, tagliato, sfilettato, pulito e preparato per essere cucinato sia impanato a cotoletta o anche a forno con pomodoro, cipolla e origano. 32 | il vespro OTT12 SARAGO MAGGIORE DIPLODUS SARGUS L. 1758 - SIC. SARACU di Pino Maranzano Il Sarago Maggiore fa parte della famiglia degli Sparidae, genere Diplodus, specie sargus. E’ un pesce che vive in tutto il bacino del Mediterraneo, presente anche sulle coste italiane e sulle isole; sul nostro territorio è discretamente presente. Il Sarago ha corpo molto compresso ai lati di forma ovale, arcuato sul dorso e sul ventre, la livrea del corpo è di colore uniforme grigio argentato con sfumature gialle, il corpo è attraversato verticalmente da 8 bande strette e scure, ha testa piccola cuneiforme con bocca piuttosto piccola con 8 incisivi posizionati sulla mascella e 8 incisivi sulla mandibola, ha occhi scuri cerchiati di giallo, la pinna dorsale è unica e lunga, all’attaccatura della coda ha una macchia nera, le pinne e la coda, che è forcuta, sono di color grigio scuro. Il Sarago da giovane vive in gruppi più o meno numerosi, mentre da adulto vive solitario o anche in coppia; di solito vive in zone costiere con fondali rocciosi e in acque profonde da qualche metro fino a 50 metri di profondità. Questo pesce si nutre di echinodermi, di molluschi e anche di crostacei. Può arrivare a misurare 45 centimetri per 2,5 chilogrammi di peso. Il Sarago si riproduce tra il mese di marzo e il mese di giugno, è un pesce “ermafrodita sequenziale alternante” cioè alterna periodi in cui è femmina a periodi in cui è maschio, ovvero il sesso cambia periodicamente. Oltre al Sarago Maggiore nel Mediterraneo sono presenti altre 4 specie di saraghi: il Sarago sparaglione, il Sarago puntazzo (il più Nelle foto: sopra, esemplare di sarago fasciato; sotto, sarago maggiore. Foto di Pino Maranzano grosso ed anche il migliore), il Sarago fasciato e il Sarago faraone che è anche il più raro; un’altra specie di sparide simile ai saraghi, ma non è un sarago, è la tanuta in dialetto chiamata zippula. Tutte le specie di saraghi sono ottime da mangiare, per questo è un pesce molto conosciuto e ricercato per la qualità delle sue carni che sono bianche, sode e molto gustose. Comprare questo pesce quando ha la livrea iridescente e occhi sporgenti. Si può preparare in diversi modi, soprattutto i grossi esemplari, si possono arrostire nella griglia, anche cucinare al forno o al cartoccio, oppure al sale. OTT12 ilvespro | 33 Filippo Mannino I programmi chiari, sintetici e concreti della politica Le elezioni Regionali rappresentano un momento in cui individualmente sentiamo l’esigenza di comunicare le nostre preferenze con spirito consapevole delle odierne difficoltà. Certamente oggi la politica deve cambiare le coordinate che rappresentano la possibilità di comunicazione con l’elettorato, sempre più demotivato e demotivante. Devono essere superati i confini clientelari, che soffocano le democratiche ideologie che non trovano resistenza. La crisi della politica locale assume forme globali poiché non si riesce a dominare il buio della condizione economica. Eppure nonostante questo non sembra essere il periodo migliore è possibile individuare delle piattaforme di attracco per rimettere in sesto un processo di sviluppo che riparta dal carattere individuale delle forme per divenire sinergia di crescita economica. Occorre che la politica comprenda, con rapidità crescente, le invarianti del processo di crescita per mantenere lucidità e chiarezza. Il paese ha bisogno di essere indirizzato e per fare questo necessitano programmi chiari, sintetici e concreti. La politica non deve essere trainata dalla competizione ma deve sapere comunicare!! Recentemente ho avuto la possibilità di incontrare Francesco Cascio, un esponente politico che ha rivestito un ruolo, quello di Presidente dell’Assemblea Regionale, di notevole significato per la nostra Regione Sicilia. Egli nella sua presentazione dichiara: “In questi ultimi mesi di vita politica, ho vissuto da cittadino della Sicilia che ha contribuito a fare eleggere un Presidente della Regione, il quale ha tradito il mandato, mettendo al governo coloro che avevano perso e relegato all’opposizione coloro che avevano vinto. Questo sentimento si associa ad una amara riflessione fatta da componente di un partito politico, che si trova a vivere il disaggio di chi soffre doppiamente la crisi dei partiti politici. In quanto politico onesto, che non ha mai rubato i soldi dei gruppi poli- ELEZONI tici e che anzi partecipa con circa 8000 € l’anno alla vita del partito, questa mancanza generale di passione alla politica ha causato in me un momento di personale depressione politica, in questo ultimo mese di agosto”. All’incontro vi era anche Nello Musumeci, candidato alla Presidenza della Regione, al quale Cascio si rivolge serenamente dicendo: “….. Devo dire che negli anni ho visto il mio elettorato crescere e sinceramente in cuor mio ho nutrito anche l’ambizione di un giorno essere candidato alla Presidenza della Regione, credo che sia legittimo dato che ho vissuto tre legislature che mi hanno visto negli anni rivestire diversi ruoli come Vice Presidente della Regione o come Capo Gruppo. Il meccanismo della Politica lo conosciamo bene!! Personalmente ho sempre detto al mio partito che la mia disponibilità, la mia persona e la mia esperienza è a disposizione della causa!! Se si trova una persona migliore di me, non ho alcuna difficoltà a fare un passo indietro, in quanto la mia ambizione non è personale ma era un tentativo di portare avanti un progetto politico. … Quando mi fu proposto Nello Musumeci come candidato alla Presidenza della Regione risposi che lui è meglio di me ed in questa avventura mi imbarco!!” 34 | il vespro OTT12 PARTINICO L'altra Sicilia di Giovanna Marano e Claudio Fava Il passo indietro di Claudio Fava per un cavillo di forma legato alla questione della residenza in Sicilia e per quella che lui stesso definisce una situazione di “confusione politica ed istituzionale agitata ad arte a Roma due giorni prima della presentazione delle liste”, non ha messo fine al cosiddetto progetto “Libera Sicilia”, com’era stata denominata la sua campagna elettorale per le regionali del 28 ottobre 2012. Anzi, Fava stesso annuncia la scelta fatta parlando piuttosto di due passi avanti: non più un presidente ma una coppia di presidenti, una squadra, un uomo e una donna che intendono con ancor più forza portare avanti il progetto di Libera Sicilia. La nuova candidata Presidente, in ticket proprio con Claudio Fava, è Giovanna Marano, 53enne, sindacalista di lungo corso, prima nel pubblico impiego, poi segretaria regionale della FIOM-CGIL, di cui adesso è presidente del comitato nazionale. Entrambi hanno incontrato Partinico a 5 giorni di distanza l’uno dall’altra, per presentare la loro idea di Sicilia, un progetto di cui sottolineano costantemente la discontinuità e la rottura con gli schemi del passato, di Cuffaro, di Lombardo e di tutti i loro alleati. Abbiamo incontrato e intervistato Giovanna Marano durante la festa di Liberazione tenuta in città da Rifondazione Comunista. Perché i siciliani dovrebbero sostenerla? Cos'è “Libera Sicilia”? È un progetto di discontinuità. Tutti i go- verni che fino ad oggi hanno amministrato la Sicilia ci hanno portato al fallimento. L’ultima formula (l’asse MPA-PD, ndr) ha dimostrato che le asimmetrie politiche non sperimentano né laboratori produttivi, né formule particolarmente magiche: soltanto continuità col passato. Hanno lasciato una Regione piena di debiti, al default, in un’emergenza di tipo economico, finanziario e sociale che non ha precedenti. I due temi fondamentali affrontanti durante la presentazione della sua candidatura sono stati lavoro e giovani. Due punti ben precisi su cui fondare la sua campagna elettorale… Questa è una terra da cui i giovani vanno via. Abbiamo un tasso di disoccupazione giovanile e femminile che è tra i più alti d'Europa. Per questo abbiamo il dovere di sperimentare ricette nuove, proiettandoci in una dimensione di sviluppo che permetta loro di rimanere qui. È necessario innanzitutto liberare la regione dal malaffare, ripulire la spesa pubblica da tutti gli sprechi. A cominciare dai costi della politica: hanno avuto la furbizia di farci andare alle elezioni in modo da mantenere all’ARS 90 parlamentari, facendo finta di ritoccare il livello degli stipendi. Invece noi abbiamo bisogno che gli stipendi diventino delle cose dignitose, più simili a quelli delle persone che rappresentiamo, e abbiamo bisogno di togliere i mille rivoli dello sperpero della spesa pubblica regionale, a cominciare dalla la tua e r a v o r Dove t tuita de ra copia g inico a Part { moltiplicazione dei consigli d'amministrazione delle società miste, dall'uso sbagliato che si è fatto dei fondi europei. È necessario liberare risorse per il microcredito per permettere ai giovani di sperimentare investendo risorse, ripartire dall’energia pulita senza contaminazione del malaffare. Si è speculato pure su quello che doveva essere il nostro patrimonio energetico alternativo. In poche parole, rendere produttiva la Sicilia e fare ripartire il lavoro. E collegarci al mondo giovanile dell'università. Abbiamo tre strutture pubbliche (Palermo, Catania, Messina) che devono tornare ad avere una centralità nell'innovazione, nei processi produttivi. Un esempio nel settore energetico: non deve verificarsi più che venga la Sharp dal Giappone, invitata e finanziata con fondi pubblici grazie a Miccichè. Abbiamo una splendida università a Catania, con un dipartimento di energetica che avrebbe potuto creare un prototipo molto più avanzato di quello proposto dai giapponesi. Per leggere l’intervista integrale, dove si parla anche di gestione dei rifiuti e sanità, visita il nostro sito: www.ilvespro.it Edicole: - Sole Luna, Corso dei Mille 159 - L’ora, via Oldani 8 - Edicola di Salamone Filippo, Corso dei Mille 131 - Oltre le parole, via Matteotti 74 - Alfa e beta, via Genova 50 - Tabacchi-edicola di Cammarata Francesca, via Crispi 82 36 | il vespro OTT12 IL PAESE DEL MESE PRIZZI di G. Armetta Prizzi è uno dei 10 comuni più alti della Sicilia e si trova a quasi 1.100 metri sul mare. Il panorama che ci offre questo caratteristico paese spazia dal mare di Sciacca alle nevi dell'Etna. Il paese appartiene alla provincia di Palermo è dista dal capoluogo 80 Km.. Il centro storico è ben conservato. Le caratteristiche viuzze, i vicoli, i cortili e le ripide scalinate gli conferiscono un tipico aspetto medievale. Oggi Prizzi ha circa 6000 abitanti e conserva anche una economia di tipo artigiano, con produzione di lavori in legno, cuoio e ferro. Un tempo nota per i bellissimi ricami, Prizzi produceva specialmente nel quartiere del "Terrazzo" (dall'arabo "tiraz", laboratorio di stoffe), meravigliosi corredi nuziali ("carpituna", ancora oggi prodotti e reperibili) e bisacce. Nel territorio comunale vi è ubicata una stazione meteorologica ufficialmente riconosciuta dall'Organizzazione meteorologica mondiale. Alcuni cenni storici del paese Nel territorio di Prizzi nell'antichità si stanziarono molti diversi insediamenti umani, come dimostrano le stazioni preistoriche e protostoriche, i villaggi indigeni ellenizzati e punicizzati o le fattorie romane. Le origini del paese sembrano risalire dai superstiti della città sicana Hippana che, nel 258 a. C., originarono il Castello di Prixis. La città di Hippana è stata probabilmente fondata da Gerone, intorno al 480/476 a.C . Si narra che, in seguito ad un assalto dei Romani, gli Hyppani si rifugiarono sulla Montagna di fronte, denominata “Montagna dei Cavalli ” da qui la nascita del popolo di Prizzi. Nei secoli la cittadina, che ha conservato intatto il suo fascino medievale, ha subito innumerevoli dominazioni che ne hanno ampliato l'importanza. Poco alla volta e per un insieme di eventi favorevoli, Prizzi si costituisce capoluogo dei casali e villaggi vicini e si attribuisce un esteso entroterra che diviene la sua provincia. Questo territorio su cui Prizzi riesce ad imporsi, nel 1155 viene smembrato da Matteo Bonello, signore normanno di Prizzi, che ne assegna una parte al monastero di S. Angelo e una parte al monastero di San Cristoforo. La donazione di Matteo Bonello al monastero di Sant'Angelo fonda l'attuale territorio comunale di Prizzi. Personalità legate a Prizzi - Giuseppe Alongi: criminilogo, mafiologo. - Nicola Alongi: dirigente politico, intellettuale autodidatta, sindacalista, vittima della mafia. La sua storia si intreccia con quella del socialismo e dei movimenti popolari in Sicilia dalla fine dell’Ottocento al primo dopoguerra, legata inesorabilmente alla società del latifondo ed alle sue gerarchizzate figure di camperi, gabelloti, proprietari medi e agrari aristocratici proprietari di latifondi. - Vito Mercadante: poeta, scrittore, sindacalista e organizzatore attivo del movimento operaio - Ennio Pintacuda: religioso gesuita, sociologo, politologo. - Giuseppe Vaiana: ingegnere, fisico, astronomo. Le Chiese di Prizzi Prizzi è un paese ricco di tradizione e storia, con un immenso patrimonio culturale e artistico che trova la sua più alta espressione nelle innumerevoli chiese (Chiesa di San Nicolò - di Santa Rosalia di San Francesco - di Sant' Antonio - di San Giuseppe – di Sant' Anna – di San Calogero - di San Giovanni della Madonna del Soccorso (Crisiedda) - della Madonna del Carmelo ) che si possono vedere e apprezzare per le strade e i vicoli del paese. Tra le quali spicca la Chiesa Madre del XVI secolo che fu costruita sull'originaria Chiesa di San Giorgio. Citiamo anche la Chiesa del Crocifisso del 1706 di tipica fattura barocca. È una delle più antiche e maestose chiese di Prizzi, ad esse sono legate la storia e le tradizioni del paese. La storia di questa chiesa è legata alla "confraternita dei peccatori penitenti" già presenti nel nostro territorio fin dal 1910 e a cui è da attribuire l'istituzione della manifestazione folkloristica del "BALLO DEI DIAVOLI" che oggi rende Prizzi e le sue tradizioni celebri in tutto il mondo. I Murales Meritevoli di essere visti a Prizzi sono i murales che adornano le pareti di case in pieno centro storico. Sono stati commissionati dal comune - nel 1989 - a tre artisti siciliani: Totò Bonanno, Franco Nocera e Mario Bardi. I Murales oltre a essere il fiore all'occhiello di Prizzi, sono dei richiami per i OTT12 ilvespro | 37 ferno e sul viso un'ampia maschera di ferro con una larga bocca da dove fuoriescono una lingua e grossi denti, gli occhi sono rappresentatati da due piccoli fori che contrastano con un grande naso; due corna caprine sono trattenute da una pelle di caprone che ricopre le spalle di chi l'indossa; le due maschere si differenziano per il diverso colore del vello: uno nero e l'altro bianco; entrambi portano tranci di catene di ferro. Diverso il personaggio della morte: indossa anche un largo abito di tela di lana, tinta di un colore giallo ocra tipicamente chiamato “giallo morte di Pasqua”, la maschera di cuoio che simula un orrido teschio dalla cui bocca fuoriescono delle lunghe zanne. La morte con la mano agita uno strumento stilizzato che simula nella fattezza una balestra. I diavoli e la morte così abbigliati scorazzano per tutta la mattinata lungo le salite visitatori della cittadina prizzese. Il museo archeologico "Hippana" Il museo ospita due sezioni: una dedicata alle collezioni archeologiche ed una naturalistica. Nella sezione archeologica sono ospitati numerosi reperti provenienti dall'antico abitato posto sulla Montagna dei Cavalli, identificato con la città di Hippana che fu conquistata dai Romani nel 258 a .c. durante la prima guerra punica. I reperti danno un quadro storico ampio dalla nascita della città avvenuta intorno al VII secolo a. c. da parte di genti sicani, al suo periodo di grande splendore (ne è testimonianza il teatro) fino alla sua distruzione nel III sec. a. c. Molto interessante la sezione numismatica, con una collezione di monete della prima età ellenistica e monete quasi certamen- te provenienti dalla città di Hippana. L'altra area del museo è dedicata alle ere geologiche in Sicilia. Una prima sezione è dedicata ai fossili e minerali della Sicilia ordinati " stratigraficamente ", che testimoniano il periodo degli ultimi 250 milioni di anni. Nella seconda sono esposti più di 100 campioni di minerali con pannelli che ne illustrano le principali proprietà. "Ballo dei Diavoli" Esso si svolge nella Domenica di Pasqua e rappresenta la lotta fra il Bene ed il Male. L'iconografia della festa si basa su dei costumi e delle maschere particolari, i personaggi sono tre: due rappresentano “i diavoli”, ed una di statura più alta e snella, “la morte”. I diavoli indossano un largo abito di tela di lana, tinto di un colore rosso quasi a riprendere il colore del fuoco e dell'in- e le discese del paese. Nel pomeriggio si entra nella rappresentazione scenica principale “du ncontru” che si svolge in maniera sequenziale in vari punti del paese. Ad un capo all'altro della via si dispongono la statua dell'Addolorata e quella di Gesù Cristo. Accanto a quest'ultima, due angeli con la spada in mano. Ai piedi della Madonna e del Cristo si chinano a baciarli, i due diavoli e la morte “che prendono la pace prima du ncontru”. Al momento dell'incontro i tre cominciano ad agitarsi correndo da una statua all'altra saltando e ballando, i diavoli sbattendo la catena contro la maschera, la morte roteando la balestra. Questi movimenti che simulano il tentativo di impedire l'incontro tra Madre e Figlio, sono detti il ballo dei diavoli. Per tre volte le statue della Madonna e del Cristo, portate a spalla, si accostano precipitandosi l'una verso l'altra e rapidamente separandosi. La terza volta il manto nero cade di colpo dalle spalle dell'Addolorata e viene sostituito da quello azzurro. La Madonna ha incontrato il figlio, o come si dice, lo ha riconosciuto. Contemporaneamente gli angeli colpiscono i diavoli sconfiggendoli. Il significato profondo della manifestazione consiste nella vittoria del bene sulle forze del male. Oltre al Ballo dei diavoli durante l'anno vi sono altre feste che richiamano senza dubbio tanti turisti: 19 Marzo Tavolate di San Giuseppe – Marzo / Aprile La Settimana Santa e il Ballo dei Diavoli 23 Aprile Festa di S. Giorgio - Maggio Sagra Agro Pastorale Agosto La festa della Madonna del Carmelo o del Carmine ; Solenni Processioni 19 Marzo “S. Giuseppe”, Maggio “Ascensione del Signore”, Giugno “Corpus Domini”, Agosto “Maria del Carmelo”, 4 Settembre Santa Rosalia, 23 Settembre “Padre Pio” Ottobre “S. Maria del Soccorso”, 8 dicembre “S. Maria Immacolata” 38 | il vespro OTT12 SICILIA Il Centro Ufologico Siciliano seconda parte Dobbiamo tenere in forte considerazione il fatto che una testimonianza, a prescindere dal fatto che sia più o meno attendibile, va vista in chiave di lettura insieme alle altre prove, e viceversa le prove vanno vagliate anche attraverso le testimonianze. Se la persona che testimonia è dubbia; partono (anche se molto raramente) indagini sulla serietà del testimone stesso, poiché purtroppo una persona poco seria ed inaffidabile potrebbe minare la credibilità persino del video o del caso più realistico, e portare l’ufologo che ne segue il caso ad essere screditato di conseguenza. Una volta stabilito con software per il filtraggio foto-video ed altro, che non si tratta di oggetti conosciuti, si cerca di stabilire quella che è (almeno in teoria) la dinamica dell'evento visto in foto, nel video o raccontato dai testimoni, e questo si cerca di farlo proprio attraverso gli occhi di quest'ultimi, cercando quindi di ricostruire l'evento così come è stato visto e riportato. Quando tale ricostruzione è fattibile si presenta davanti l'ufologo uno scenario quasi preciso con traiettorie, dinamiche ecc.. Da lì si possono quindi elaborare tesi più specifiche, ed il ricercatore può a quel punto persino approfondire la propria opinione; quest'ultima dopo il lavoro di esclusione e di indagine che viene effettuato in modo meticoloso, sarà decisamente più obiettiva e meno fantasiosa. Voglio sottolineare che c'è una fondamentale importanza tra ciò che un ricercatore ufo- logico sostiene come dato, e ciò che è l'elaborazione di una propria tesi; come tutti gli uomini elaboriamo tesi personali, abbiamo quindi opinioni soggettive, e cerchiamo di dare manforte alle nostre idee; questo però non deve influenzare assolutamente il lavoro di indagine, e precludere quindi altre teorie o spiegazioni plausibili, soprattutto se lo studioso si prefigge di fare corretta informazione e divulgazione tecnico scientifica. Quindi in conclusione io stesso non dirò mai formalmente che un oggetto per me è extraterrestre, neanche se le prove lasciano pochi dubbi, ma userò sempre il condizionale che è imposto dal beneficio del dubbio. Lascio a voi lettori il giudizio finale su eventuali analisi da me esposte in pubblico in altre sedi o altri momenti, perché ognuno di noi con la propria coscienza, interpreta ogni dato tecnico-scientifico, racconto, o accadimento liberamente e personalmente nonostante esso rimanga sempre un dato identico per tutti. Ritengo importante che le risposte ad i quesiti o la divulgazione informativa, devono essere sempre e comunque corrette ed al di sopra delle parti in gioco (per quanto questo sia possibile). Nelle mie indagini, lascio sempre spazio aperto sia alle domande che alle risposte, ognuno di noi infatti dovrebbe essere svincolato da quei pregiudizio che riguardano i campi di studio e ricerca che non ci appartengono, o semplicemente di interessi e passioni a noi estranei, queste differenti opinioni ci daranno sicuramente una visione differente dei dati, delle notizie e dei fatti. Ritengo inoltre lo scambio di opinioni e dati (per quanto a volte ostico) essenziale e costruttivo. D'altra parte coloro che invece hanno una preparazione scientifica o parascientifica di un settore di studi e ricerche, dovrebbero avere anche l'umiltà di mettere in discussione le canoniche possibilità scientifiche, e le proprie conoscenze, in virtù del fatto che non siamo così vicini alle verità assolute, e non abbiamo di certo risposte a tutte le domande. Il più grande difetto delle materie parascientifiche, dell'ufologia e dell'esopolitica è la mancanza di collaborazione, confronto delle opinioni e coordinazione; ovviamente il tutto sarebbe opportuno ed utile se fatto sempre in modo corretto e senza doppi fini. Gabriele Lombardo Coordinatore e Responsabile del C.U.S. (Centro Ufologico Siciliano) OTT12 ilvespro | 39 CORSO FORMATIVO DI Disegno e Pittura Il Maestro Pippo Giambanco, a partire dal 25 settembre, ha iniziato il corso di preparazione per conoscere le basi tecniche del disegno e della pittura, nonché le nuove tendenze dell’arte contemporanea. Il corso, le cui iscrizioni sono aperte, si tiene presso il Castello La Grua Talamanca nella sala attigua all’aula multimediale. Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi al Castello dal martedì al sabato dalle 17:30 alle 19:00Progetto: Murales (abbellimento di una via della città), Estemporanea allievi con premiazione, Mostra di fine corso in una sala del Castello, un Totem per tutti, Arte del riciclaggio, Decorazione vasi e piatti, Mosaici di carta, Gita culturale d’arte. CARINI OTT12 ilvespro | 41 Filippo Mannino La LUP ed il ruolo formativo alla Politica La nostra terra di Sicilia è stata negli anni motivo di orgoglio ma anche territorio di scontro che ha sottomesso il cittadino, confinandolo alla dipendenza Regionale e Nazionale. Essa ha acquisito nel tempo una stratificazione di azioni che hanno donato carattere al suo patrimonio antropico e valore al suo territorio!! La Sicilia, per la sua strategica posizione sul Mediterraneo, storicamente ha determinato il ristabilimento degli equilibri democratici, sul piano socio-economico e politico. Sul piano Nazionale significativa e determinante è oggi l’assenza, nel mondo dei Partiti politici, delle scuole di formazione politica. L’esperienza nel partito, la così detta militanza, ha causato una fiducia che ha causato la destabilizzazione del sistema democratico. La politica ha l’esigenza di rideterminare, oggi più che mai, le coordinate per definire gli obbiettivi politici. Troppo spesso si assiste alla perdita di quei valori etici, che alimentano le passioni e ridanno slancio alle azioni. Il ruolo della Libera Università della Politica, oggi affiancata dall’Università degli Studi di Palermo dalla Camera di Commercio da Confindustria Sicilia e dal Distretto Rotary International 2110 Sicilia-Malta, assume sempre più carattere formativo a supporto dell’odierno ruolo della Politica.Ho voluto intervistare l’architetto Michelangelo Salamone e l’ingegnere Giacomo Greco rappresentanti e promotori della “Libera Università della Politica”, il cui fondatore fu Padre Ennio Pintacuda scomparso nel 2005. Come nasce la Scuola di Formazione Politica? Chi era Padre Ennio Pintacuda? Risponde Michelangelo Salamone “L’esigenza di una formazione dei rami politici, cioè dei uomini dedicati alla Politica, non è una cosa recente e neanche di nostra concezione. Padre Ennio Pintacuda già alla fine degli anni ’80 si pose quell’obbiettivo!! Alla base della storia di Padre Ennio Pintacuda vi era l’ISAS (Istituto di Scienze Amministrative e Socio-economiche), che i padri Gesuiti di Palermo, della Casa Professa, ad un certo punto capiscono essere necessario formare. Essi però questa la pensano non tanto per il mondo politico ma prevalentemente per il mondo amministrativo. Cioè siamo ancora nel pieno della creazione della Regione Siciliana e non solo. Ad un certo punto, secondo quella visione, l’approccio per cambiare, per portare la Sicilia a certi livelli, doveva partire dalla rivoluzione dell’apparato burocraticoamministrativo. In effetti essi fanno una serie di attività rivolte proprio in questo settore. Secondo il mio punto di vista Padre Ennio Pintacuda ad un certo punto si rese conto che partire soltanto dalla macchina amministrativa non era per nulla sufficiente, dato che le decisioni importanti venivano prese dal mondo politico!! Ancora di più a partire dall’omicidio Mattarella egli si rende conto che non era più possibile cambiare dall’interno la parte principale del mondo politico, che era la Democrazia Cristiana. Adottò allora uno strumentino che risultò essere il grimaldello che contribuì, anche a livello nazionale, a scardinare il sistema politico che faceva perno sulla Democrazia Cristiana. Questo piccolo giocattolino si chiamava Movimento Città per l’Uomo, ideato da Padre Ennio Pintacuda!! Cioè, egli capì che ad un certo punto c’era la possibilità di realizzare un movimento in ambito cattolico, che giocasse con una sua ambivalenza. Consisteva in un movimento che lavorava nei quartieri ed una volta formato, all’epoca da poco erano stati costituiti i Consigli di quartiere a Palermo ed in Sicilia, si partiva dalla piccola unità del Consiglio di quartiere per poi diventare non più una piccola cosa in ambito ristretto ma cominciò ad assumere una valenza politica maggiore, che diventò poi un esempio su scala nazionale. Successivamente fu costituito il gruppo politico della Rete, quindi si ebbe l’evoluzione di un certo sistema politico che vide la crisi del sistema politico nazionale, in cui saltano tutti gli equilibri. Nel nuovo che si affaccia ancora di più c’era l’esigenza di formare una classe politica adeguata ed idonea. All’epoca Padre Pintacuda si sa era molto vicino all’onorevole Orlando, quindi al gruppo politico della Rete, ed a quel punto, un po anche per caso ed un po capendone la necessità, agli inizi degli anni ‘90 comincia in questo borgo di Filaga lo stage di formazione politica che in realtà era molto elastico, rispetto all’odierna scuola di formazione che lei ha oggi conosciuto con la sua partecipazione. Ecco che in quel movimento nascente ci fu chi pensò concretamente al momento formativo, in un periodo di trambusto politico a livello nazionale, anche grazie alla partecipazione di giovani interessati che non avevano mai ricevuto alcuna formazione politica. Questa formula Padre Pintacuda la conosceva bene in quanto l’aveva già applicata al centro ARRUPE, dei padri Gesuiti dove lui operava!! Questo centro nel momento in cui si aggiunge Padre Sorge diventerà un centro di formazione politica vero e proprio. Quindi Padre Pintacuda, prima con il centro ARRUPE e poi con questa scuola di formazione di Filaga, mantiene una continuità formativa con l’unico obbiettivo alla politica. In questo processo formativo di continuità ad un certo punto la Libera Università, che nasce all’interno del gruppo politico della Rete, decise di affrancarsi da quel gruppo politico. Infatti esisteva l’incompatibilità tra l’obbiettivo di trasversalità politica, carattere essenziale della scuola, e l’appartenenza al gruppo politico della Rete. Quindi la LUP ad un certo punto intraprende un suo percorso formativo indipendente dai partiti politici!! L’evoluzione di 42 | il vespro OTT12 questo percorso portò Padre Pintacuda alla sua nomina di presidente del CERISDI al Castello Utveggio. A quel punto Padre Pintacuda decise che era inutile continuare a formare momentaneamente dei quadri politici, con l’esperienza di Filaga, avendo a disposizione uno strumento più forte. Anche da quella sua nuova posizione, da presidente del CERISDI, esiste una continuità formativa, in quanto tutta l’esperienza di Filaga torna utile. Infatti l’idea dell’EuroMediterraneo, nata al CERISDI, consente di ampliare l’orizzonte creando un Master e dialoga con i ragazzi del Mediterraneo, molti masterini vengono dal paese del Nord Africa. Quindi concretamente vi è, in tutto questo percorso, una continuità di azione!!” Quale è oggi il motore della Libera Università della Politica? “Sostanzialmente la Libera Università della Politica è legata ad un leader carismatico, quale è stato Padre Ennio Pintacuda. Oggi la LUP è strutturata obbligatoriamente sulla base di un dialogo tra i suoi componenti, cosa che prima non era. Dopo la sua morte, non essendoci più il leader massimo, ognuno di noi, con la propria esperienza e le proprie visioni, deve graziosamente dialogare per un confronto e portare avanti la scuola. È certamente una gestione completamente diversa!! Quello che noi abbiamo immediatamente capito è che questa esperienza di Filaga e la stessa figura di Padre Pintacuda, per quello che rappresentava, doveva servire come possibilità nel prendere il testimone. Devo dire con molto coraggio in modo particolare Giacomo Greco ed io, mentre i nostri ci prendevano per pazzi, abbiamo voluto riprendere i sentieri di Filaga, già circa tre anni fa. Con quest’ultima, che si è svolta a Palermo dal 27 agosto al 2 settembre 2012, siamo alla quarta edizione!! Con Padre Pintacuda lo stage non aveva l’impostazione di vera e propria scuola di formazione, quindi non era codificato e strutturato. Oggi, grazie a quelle esperienze, allo stage è stato dato una struttura e connotazione, ecco che è venuta fuori la Summer School. Devo dire le tre precedenti edizioni sono state più delle prove ed errore. Si è fatto più leva sugli argomenti giuridico-sociologici oppure sulla capacità di leadership, a volte con approcci meno politici e più da manager. È stata la messa a punto di un sistema formativo ovvero di un metodo, mettendo insieme persone diverse nel fare le cose!! Dalla morte di Padre Pintacuda, nel 2005, abbiamo costituito la scuola con sei soci e molti collaboratori, che per noi hanno il nostro stesso peso. Il nostro operato, privo di beneficio economico, è inteso come una missione che ha visto in voi corsiti la concretezza. Questa è la cosa più bella che va aldilà di ogni considerazione!! Quest’anno abbiamo capito che la scuola doveva avere una connotazione precisa e strutturata, con anche una scelta non abbiamo chiesto alcun aiuto ad enti Pubblici. Questo ci ha consentito di essere molto più liberi di fare le nostre scelte!! Oggi credo che l’obbiettivo principale è quello di non disperdere quel patrimonio umano, che è stato formato in questi anni!! Certo interessante sarebbe una condivisione nel tempo delle cose che facciamo, anche nei vostri territori!!” Risponde Giacomo Greco: “Vorrei cogliere l’occasione per rivolgermi alla futura classe dirigente!! Si assiste oggi, con grande amarezza, al silenzio sui programmi per il futuro della Sicilia da parte della maggioranza della classe politica. Si sente parlare di strategie e di apparentamenti, ma di programmi seri neanche l’ombra. Soltanto qualche dichiarazione verbale da parte di pochi candidati e niente più!! Ma per i giovani disoccupati, i padri di famiglia che hanno perso il lavoro per la chiusura dell’azienda in cui lavoravano, e sono tanti, a chi interessano questi Siciliani? Nei vostri programmi ricordatevi dei nostri giovani disoccupati, disperati, laureati e non. Pensate alla creazione di un Assessorato Regionale alle Politiche Giovanili, in cui tutti i giorni ci lavorino funzionari che pensino a cosa fare per creare lavoro e sviluppo “vero”. Ricordatevi che la Sicilia ha “vocazione” TURISTICA e che con il sole presente quasi tutto l’anno, si può puntare a tutti i tipi di turismo, compreso quello sociale. Per lo stesso motivo possiamo sviluppare il campo delle energie alternative, sfruttando il grande soleggiamento di cui godiamo tutto l’anno. L’energia pulita è occupazione, è salute e salvaguardia dell’ambiente! Non ci vuole molto per capire queste cose!! Perché non si sono sviluppate mai e si sono messi tutti i paletti per non andare avanti in questa direzione? Siamo autolesionisti!! Fate qualcosa per salvare i giovani, i meno giovani e tutti i siciliani che non arrivano alla terza settimana del mese!!” Grazie e buon lavoro. CIAO TOTò è trascorso già un mese, ma sembra ieri che ci siamo incontrati, come accadeva spesso la mattina quando ero alla ricerca di un posteggio. Tu sempre sorridente, nonostante tutto, sempre allegro e disponibile, così come ti avevo conosciuto circa 20 anni fa, quando lavoravi per il Comune di Carini all’ufficio tecnico comunale. Una persona gentile e sempre disponibile. Era una mattina di metà agosto e tu eri d’avanti casa, “ciao Totò, come va?”, e tu sempre con la tua risposta “tutto apposto…”. Sono partito per le vacanze e quando sono tornato l’amico Pino Maranzano mi ferma per strada: “nel prossimo numero del giornale mi devi lasciare uno spazio speciale per mio compare Totò Giunta”, pensavo a Giuseppe che sarebbe diventato papà per la seconda volta e tu nuovamente nonno, ma la faccia triste di Pino aveva un altro riferimento. Te ne sei andato quel pomeriggio d’estate… ciao Totò, persona gentile! Ambrogio Conigliaro OTT12 ilvespro | 43 44 | il vespro OTT12 CARINI OPERAZIONE CARINI PULITA Una discarica di 6000 mq accanto ad una chiesetta ed al cimitero Una vasta operazione di controllo del territorio a salvaguardia dell’ambiente per prevenire e reprimere eventuali violazioni alle norme sull’illecito conferimento dei rifiuti è stata effettuata stamane dagli uomini della polizia municipale di Carini del comandante del corpo, Marco Venuti, coordinate dalla procura della repubblica di Palermo. Nel rione SOFIA vicino al cimitero è stata sequestrata un’area di 5.000 mq contenente circa 6000 mc di rifiuti riversati tanto da far alzare il livello originario del terreno. La zona è particolarmente importante poiché insiste in un’area soggetta a vincolo cimiteriale e fluviale ( trovasi a ml 100 dal “pozzo Adragna”).Il toponimo di Sofia, nella cartografia carinese, è presente già nel XV secolo (nel 1546 è detta “contrada Sufia di Munti Tabor, dal monte Tabor di Gerusalemme dove avvenne la trasfigurazione di Gesù) dove venne realizzato nella metà del 1500 il Convento dei Cappuccini (a poche centinaia di metri di distanza). Il nome Sofia è di probabile origine bizantina, essendo il sito attraversato da un’antica strada di epoca romana (deverticula) che collegava la via Valeria (poi Regia Trazzera della Marina) ad un’altra strada montana tra San Martino delle Scale e Partinico. Lungo questa “deverticula”, che costeggia per buona parte il Vallone San Vincenzo, erano collocate chiese dedicate a santi venerati in epoca bizantina: San Giovanni Crisostomo, San Niccolò, Santa Sofia, Santa Venera e Santa Maria Maddalena. Proprio da Sofia-Monte Tabor la strada che saliva dall’antico insediamento di San Nicola si biforcava prendendo le direzioni di Montelepre (per la chiesa di Santa Venera) e Palermo via San Martino delle Scale (per la chiesa di Santa Maria Maddalena). L’attuale chiesetta presente sulla collina di Sofia è stata realizzata probabilmente sui re- sti della struttura precedente, di cui si è persa memoria. La collina sovrasta il Cimitero di Carini, il pozzo L’Atragna e l’antico ponte medievale di San Vincenzo. Sono in corso indagini per individuare i responsabili il reato ipotizzato è quello previsto dalle norme in materie ambientale contenute nel d.lgs 152/2006 e dal decreto ministeriale che ha esteso alla provincia di Palermo lo stato di emergenza nella gestione dei rifiuti già prevista per la città di Napoli. La pena può arrivare nei casi più gravi all’arresto da sei mesi a due anni e all’ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro se si tratta di rifiuti pericolosi. Dieci verbali da euro 50 sono stati redatti per violazione dell’ordinanza sui giorni ed orari di conferimento dei rifiuti. In via Conceria (Carini centro) sono stati accertati opere edili abusive consistenti nel consolidamento strutturale con cordoli in cemento armato in assenza del permesso del sindaco e del genio civile. è stato pertanto effettuato il sequestro preventivo dell’area, inviato alla Procura della Repubblica per la convalida. è stato denunciato R.G di anni 48, di Carini. Altri due sequestri sono stati effettuati a Villagrazia di Carini, in Via Dallas e in via Cangemi, sempre per immobili abusi- vi. Denunciati C.G di anni 32 di Palermo e R.G di anni 45 di Carini. “L’azione di controllo proseguirà incessantemente come disposto dal Sindaco che sul tema dei rifiuti è particolarmente sensibiledice Venuti- cambieremo sempre giorni ed orari delle operazioni per non dare punti di riferimento a questi veri e propri eco criminali”. A breve verranno installate delle telecamere collegate ad un sistema di videosorveglianza la ditta affidataria ha già iniziato i lavori. Non ci lasciamo scoraggiare su un tema così importante per la salute pubblica.” OTT12 ilvespro | 45 LEGALITà e turismo Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando incontra il Ministro Montaftchitysky Pietro Conigliaro, noto sportivo carinese nonché Arbitro Internazionale di Pesistica, ha promosso l’incontro. Sono stati ricevuti a Villa Niscemi, sede di rappresentanza del Comune di Palermo, dal sindaco Prof. Leoluca Orlando, l’Ambasciatore della Repubblica di San Marino a Sofia Dott. Marino Ercolani Casadei ed il Ministro plenipotenziario della Repubblica di Bulgaria Ing. Mladen Ivanov Montaftchitysky. Tema dell’incontro “Legalità e Turismo”. Dopo l’incontro, durato circa un ora, e lo scambio di doni tra le rappresentanze, il Ministro Ivanov ha invitato il sindaco Orlando a Sofia per tenere una conferenza sulla legalità ed iniziare scambi turistici e culturali con Palermo e la Sicilia, che lo hanno lasciato entusiasta per le sue bellezze naturali, storiche e culturali. OTT12 ilvespro | 47 FOTO NOTIZIE Nuovo utilizzo di Piazza Duomo a Carini: campeggio libero… Catacombe Paleocristiane di Villagrazia di Carini: il proprietario del terreno soprastante continua allegramente ad irrigare il suo praticello con energiche spruzzate d’acqua, nonostante i divieti. Gli affreschi dei primi cristiani (IV – V secolo dopo Cristo) ringraziano. Finalmente si cancelleranno dopo 1600 anni. Ingresso Scuola Materna "Ninni Cassarà" a Carini. Da sempre discarica di rifiuti tra l'indifferenza generale. Addirittura a volte sono gli stessi genitori che vi conferiscono i rifiuti. Eliminare il punto di racconta no??? Ingresso secondario Ist. “S. Calderone” Carini: bella educazione…. Come la precedente!!! Cimitero di Carini: visto che il comune ne ha previsto l'allargamento, qualcuno si sta portando avanti con i lavori. Da mesi rubano, tra l'indifferenza, i blocchi di pietra del muro perimetrale. Fra poco sarà il primo cimitero "open space" d'Italia. 48 | il vespro OTT12 LO ABBIAMO G. Finocchiaro LETTO PER VOI After Dark, Tra le “stranezze” di un lettore – quale può essere ciascuno di noi e quale diventa chi impara a frequentare le librerie senza sensi di colpa ma con viva curiosità – annovero anche quella forma di esplorazione preventiva che consiste nel cercare qualcosa di intrigante che però preceda un prodotto molto pubblicizzato. Mi spiego: quest’anno c’è una grande attenzione verso il nuovo romanzo di Haruki, quello dal titolo singolare, 1Q84, che pare rappresentare il capolavoro dell’autore giapponese famoso nel mondo. Personalmente non avevo letto niente di lui. Allora mi sono detto, vediamo cosa ha scritto prima. After dark mi ha posto subito una domanda: cosa c’è dopo il buio? Fidandomi della traduzione alla buona del titolo. Leggendo il bel lavoro di Haruki si scopre intanto che c’è un buio pesto che avvolge tutti noi, sopraffatti dal silenzio delle coscienze, dal vuoto etico, dal gigantismo urbano. In questa palude della solitudine intesa L'arte di correre, di Murakami Haruki, 2008 come un peccato originale, si muovono individui pur sempre animati da speranze, mordi dalle delusioni, agitati dai sentimenti. La storia che lo scrittore nipponico ci propone mette insieme alcuni destini che il caso e la contingenza fanno urtare, così, per vedere che cosa succede. Un esperto informatico che lavora di notte vive in serenità una doppia natura degna di Jekill e Hide; una ragazza introversa scopre che l’incomprensione è spesso la radice della solitudine come della disaffezione e contrae un debito con un giovane suonatore di trombone la cui salvifica ingenuità di artista si rivela scintilla di un sentimento più forte di ogni degrado. Intorno a loro tre un significativo gruppo di comprimari che completano il quadro di una realtà urbana contemporanea dove i cuori vivono sotto copertura ma sempre pronti a esplodere. A condire la vicenda il filo rosso di un crimine che evolverà secondo quel capriccio del caso che è diventata l’impossibilità di controllare le schegge impazzite della nostra nevrotica realtà. Originale il punto di vista narrativo che coincide con quello delle fredde telecamere sparse per le strade. Senza con ciò rinunciare a una profondità della riflessione sul nostro attuale destino: «qualunque persona può venire catturata da un polipo gigantesco e risucchiato nelle tenebre». Da leggere. di Murakami Haruki, 2009 Già che c’ero, mi ha incuriosito anche quest’altro testo di Haruki, a metà fra il saggio, il diario e il classico libro di memorie a cui approda ogni autore di successo dopo un certo numero di anni e di best seller. Scritto nel corso di alcuni anni sotto forma di appunti poi rivisti e organizzai per la pubblicazione, mette a fuoco due passioni dell’autore giapponese, la scrittura e la corsa. Questo libro, infatti, procede per accostamenti e similitudini, arricchiti dalle riflessioni dell’autore sulla propria personale visione del mondo, della vita e del ruolo che per lui vi hanno avuto appunto la scrittura e la corsa. Iniziando a trentatre anni, proseguendo con una costanza giornaliera lunga quasi venticinque anni, Haruki si è allenato con rego- larità tale da prendere parte ogni anno ad una maratona e ad alcune altre competizioni caratterizzate da spirito di sacrificio, capacità di sofferenza e compatibilità con la dimensione della solitudine. Ne viene fuori una autobiografia interessante e originale che non tralascia gli aspetti per così dire più quotidiani dello scrittore. Gradevole l’approccio che l’autore offre, condito di divertente autoironia e arricchito di quella saggezza che è propria di quanti riversano nei libri l’esperienza e l’amore per il sapere, con ciò contribuendo a comprendere natura e destino degli uomini. Il testo è anche una specie di breviario contenente riflessioni sull’arte di scrivere o, meglio, su come l’ha intesa Haruki che si definisce uno scrittore professionista, non dotato di un particolare talento e perciò obbligato a supportare con la capacità di concentrazione e la perseveranza, doti che si allenano alla stessa strenua di quanto accade per i maratoneti. «…spesso le cose che hanno veramente valore si ottengono attraverso gesti inutili. Le nostre azioni non saranno forse proficue, ma di sicuro nono sono stupide». OTT12 ilvespro | 49 LA FIABA Antonio Oliveri DEL MESE L'altalena Un tempo tra la gente Miao viveva un giovane cacciatore di nome Baguidare, tanto bello e coraggioso che le ragazze di novantanove villaggi lo amavano di tutto cuore e non avrebbero chiesto di meglio che sposarlo. Baguidare, però, non voleva una moglie qualunque: per piacergli, una ragazza doveva essere non solo bella, ma soprattutto intelligente e abile nel ricamo e nel cucito. Peccato, però, che fino ad allora non ne avesse mai incontrata una dotata di tutte e tre le virtù: le belle erano quasi sempre vanitose e sciocche, le intelligenti trascuravano il proprio aspetto, e quanto alle ricamatrici, non ce n'era nessuna che gli sembrasse abbastanza brava. Un giorno d'autunno, mentre il cacciatore se ne andava per boschi e montagne, un'enorme aquila volò bassa sopra di lui, e Baguidare, vedendo che stringeva qualcosa tra gli artigli, la abbatté con una freccia, convinto che avrebbe catturato due prede in un colpo. Ma tra le grinfie dell'uccello il giovane non trovò né una lepre né una pecora: l'aquila aveva portato sino a lui una graziosa scarpetta di stoffa ornata di ricami,rubata chissà dove. Baguidare la rigirò tra le mani, la osservò ben bene e alla fine disse: «Non ci sono dubbi, questa appartiene alla ragazza che sposerò. Sono certo che è fresca e sottile come un bambù e che ha i piedi piccoli e delicati, perché altrimenti la scarpa non sarebbe così fragile e minuscola; e deve essere anche intelligente, perché il dise- FILOSOFIA Sotto un ponte viveva una famiglia di mendicanti marito, moglie e figli. Un giorno la donna, tornando dalla questua, disse al marito: “oggi non mi hanno dato nulla. C’erano stati numerosi furti nelle case: la gente aveva paura”. All’udire queste parole, uno dei figli disse: “Papà noi siamo fortunati: nella nostra casa non entra mai nessun ladro”. “Certo”, disse il padre, “e devi ringraziare i tuoi genitori, che ti fanno vivere sotto questo ponte, dove non entrano i ladri”. Chiunque ricerca qualcosa, finisce per arrivare a questo punto: o dice che l’ha trovata, o che non si può trovare, o che ne è ancora in cerca. Tutta la filosofia è divisa in questi tre filoni. PROVERBIO Facci senza culuri o birbanti o tradituri !!! gno del ricamo è talmente complicato e fantasioso che una sciocca non avrebbe potuto crearlo. Quanto alla bravura, poi, non ho mai visto punti così leggeri e precisi! Sì, ecco la mia donna ideale: adesso non mi resta che trovarla». Allora costruì una grande altalena, dove si poteva star seduti anche in dieci alla volta, e invitò le ragazze di tutti i villaggi Miao a provarla. E quando loro cominciarono a dondolarsi, un gruppo dopo l'altro, lui controllò con attenzione le scarpette che si alzavano in aria, confrontandole con quella che teneva in mano. Ma i piedi erano sempre troppo grandi e troppo goffi, e il cacciatore cominciava a scoraggiarsi. Finalmente, proprio mentre l'ultimo gruppo di ragazze si dondolava sull'altalena, tra strilli e risate, ecco spuntare un piedino della misura giusta. Così Baguidare lo afferrò a mezz'aria, gli infilò la scarpetta ricamata e vide che calzava a meraviglia. «Dunque sei tu la mia sposa» gridò il cacciatore, tirando giù dall'altalena una bellissima ragazza. E lei, tutta rossa, fece segno di sì con la testa. Da quel giorno in poi, le grandi altalene sono uno dei divertimenti preferiti della gente Miao, e durante la Festa che Rincorre l'Autunno, celebrata ogni anno, grappoli di giovani si dondolano avanti e indietro, sempre più in alto, cantando canzoni che augurano buona fortuna a chi, come Baguidare, va a caccia sui monti. A PROPOSITO I fumatori di sigarette hanno quasi il 5 per cento in meno di ossigeno nel proprio sangue rispetto a chi non fuma. A ogni respiro (per un totale di 20.000 al giorno) arrivano fino ai polmoni in media circa otto microbi. CURIOSITà I Romani chiamavano “necropoli” (= città dei morti) i luoghi dove seppellivano i loro morti. I cristiani usarono invece il termine “cimitero” (= luogo del sonno ) per esprimere la loro fede nella risurrezione. GOLGOTA era una collinetta poco fuori le mura di Gerusalemme. Sulla croce di Gesù, generalmente c’è la scritta “I.N.R.I.”, le iniziali delle parole latine “ Iesus Nazarenus Rex ludaeorum”. SEMPRE LAVORATIVI 50 | il vespro OTT12 OTT12 ilvespro | 51