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R E G - TR IBUNAL E DI PALE R MO N°22/2007 - ANNO VIII NUMERO 10 - OT TOB RE 2012
CARIN I - C A PA C I - C I N I S I - T E R R ASINI - TORRET TA- PARTINICO - ISOL A DELLE FEMMINE
CARINI:
INTERVISTA:
PARTINICO:
I REDDITI DEGLI
AMMINISTRATORI
GIANNI LEONE
PROVVEDITORE
AGLI STUDI DI
PA E TP
ENNESIMO
BIMBO MORTO
ALL'OSPEDALE
pag. 6
pag. 18
pag. 20
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PAESE DEL
MESE:
PRIZZI
pag. 36
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OTT12 ilvespro | 3
SOMMARIO
17
24
IN PRIMO PIANO
05 Editoriale
12 Elezioni Regionali
in Sicilia
CARINI
22
06 Situazione patrimoniale
di Sindaco, Assessori e
Consiglieri Comunali
16 Se puoi sognarlo...
puoi farlo
17 Inaugurazione camposi
calcetto ASI
24 Si ma verso dove
39 Corso di Disegno e
Pittura
44 Operazione Carini
pulita
34
PARTINICO
20 9 bambini morti
all'ospedale
27 Gestione dei rifiuti
34 L'altra Sicilia di Giovanna
Marano e Claudio Fava
FOTO DI COPERTINA
Leggete l'editoriale
del mese a pagina 3!
18
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GRAFICO
Micaela Candela
Le interviste di Flavia
Gianfranco Jannuzzo 13
Oroscopo
Poltergeist 14
Dulcis al Bacio
Frutta martorana 29
Che pesce è?
Pesce Sciabola 31
Sarago Maggiore 32
Il Paese del mese
Prizzi 36
Lo abbiamo letto per Voi
After Dark
L'arte di correre 48
La fiaba del mese
L'altalena49
CINISI
22 Lo spettro di essere un
paese virtuoso
25 L'identikit del mafioso (pt.2)
41
MARKETING E PUBBLICITà
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IN REDAZIONE
• Michele Santoro
• Filippo Mannino - Cinisi
338 9763840 - 091 8660056
• Fabio Zerillo
EDITORE
ICARO - Carini (PA)
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•Gianluca Ricupati - Partinico
Chiuso in redazione 10.10.2012
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via Mazzini, 5 - 091 8660056
STAMPA
Tipografia Priulla - Palermo
REDAZIONE
DIRETTORE RESPONSABILE
Ambrogio Conigliaro
36
RUBRICHE
OTT12 ilvespro | 5
EDITORIALE
Comu finiu? Comu a festa di...Carini!!
è un modo di dire dei nostri luoghi, quando un evento va
male. A Carini è uso dirsi: "Comu a feste di Cinisi", ma
ormai, dopo la disastrosa festa del Patrono 2012, Carini
è balzata in testa a tutti. Causa crisi finanziaria, questa
la scusa, non è stato possibile organizzare nulla se non
la parte strettamente religiosa. In realtà non è proprio
così, si è trattato solo di incapacità. Lo scorso anno, oltre
alle somme elargite generosamente come sempre dal
Comune di Carini, la Pro Loco di
Carini (che nell'arco del 2011 ha
avuto dal Comune oltre 50.000
euro…) è stata capace di racimolare oltre 60.000 euro tra raccolte e sorteggi. Quest'anno, visto
che il Comune non aveva fondi,
non si sono nemmeno impegnati
a farla una misera raccolta, abbandonando del tutto il campo. Ci
sono stati gruppi di giovani artisti
che si erano offerti per organizzare senza costi qualcosa, ma si
sono fermati soltanto alla fase interlocutoria, quando hanno avuto
detto da qualche amministratore
che non c'erano i soldi nemmeno
per montare il palco.
Arrivare in Piazza Duomo, la seconda sera della festa, quella di
solito deputata al "cantante importante", è trovarla totalmente
deserta è stato un vero colpo.
Tutti i negozi al buio, le "balate"
del Corso Umberto e di Piazza Duomo luccicanti sotto le
luminarie barocche (offerte insieme ai fuochi d'artificio
dalla So.R.I. di Totò Ruffino), uno sparuto gruppo di 1315 persone al centro della Piazza: la Polizia Municipale
e la Protezione Civile in servizio. C'erano praticamente
soltanto loro. La foto di copertina testimonia: ore 22:40,
piena serata d'estate di un giorno di festa. Pure le bancarelle avevano chiuso, dopo aver pagato 80 euro per il
suolo pubblico e la domanda in bollo…
Siamo in piena campagna elettorale, anche se si sente
meno che negli altri anni. I continui scandali, praticamente giornalieri, sulla malapolitica hanno ridotto di
molto la presenza di politici e galoppini tra la gente. Ai
classici comizi sui palchetti si preferiscono gli incontri al
chiuso, tra le mura amiche di una sala affittata per l'occasione, dove anche poca gente da l'impressione di una
folla. Nei prossimi giorni si alzerà il livello dello scontro
e sono convinto che ne vedremo delle belle, anche grazie
alla presenza in Sicilia di Beppe Grillo, che girerà in lungo e largo l'isola a supporto del M5S.
Abbiamo pubblicato i redditi degli amministratori di Carini. Come impone la legge, i redditi degli amministratori pubblici devono essere resi
pubblici mediante l'albo pretorio
comunale. Oggi che l'albo è online (più pubblico di così…) è curioso che il Segretario Comunale
di Carini disponga che l'affissione
sia limitata soltanto all'avviso
che è possibile recarsi al Palazzo Comunale per leggere l'atto.
Quindi ne abbiamo dedotto che
era meglio che pubblicassimo noi
i redditi dei nostri amministratori, così ognuno dei nostri lettori si
potesse fare un'idea. Li abbiamo
anticipati online, sul nostro sito,
e devo dire che i commenti non
sono stati tutti entusiastici …
Due importanti eventi legati alla
società civile: l'intitolazione di
una piazza a Don Pino Puglisi,
e l'inaugurazione di un campo di
calcetto dell'Ass. Amico Mio che
da anni opera nel territorio nel
recupero dello svantaggio sociale.
Roberto Di Bona, con Radio Carini Web, ha intervistato
Gianni Leone, provveditore agli studi delle province di
Palermo e Trapani. Una bella chiacchierata su dove va la
scuola, in questi tempi di crisi e di tagli.
Ennesimo bimbo morto all'Ospedale di Partinico, ci
siamo chiesti il perché ed aspettiamo che qualcuno ci
risponda; come tante risposte vorremmo sulla ormai stabile crisi della raccolta dei rifiuti, sempre più presenti
nel nostro paesaggio come elemento fisso…
E poi continuano le nostre rubriche e rientrano, dopo le
ferie, quelle sull’economia e il personaggio del mese.
Nei prossimi giorni troverete pure il nuovo sito de Il Vespro, ma questa sarà tutta una sorpresa … (a.c.)
6 | il vespro OTT12
CARINI
Ecco i redditi di
Sindaco, Giunta e Consiglieri Comunali
ANN0 2010
Il Segretario Comunale di Carini ha disposto la pubblicazione
nell’albo pretorio online del Comune di Carini soltanto dell’avviso dell’avvenuta pubblicazione cartacea dei redditi, relativi all’anno 2010 ma restiamo in attesa di quelli del 2011, di
Sindaco, Giunta e Consiglieri comunali di Carini. Si tratta dei
redditi lordi e non di quanto percepito dal Comune, come ha
equivocato qualcuno, ovvero di quanto guadagnato nel 2010
dai nostri amministratori. Non si capisce perché non siano stati
pubblicati online, come prescrive e obbliga la legge pena la
non validità dell’atto. Vista la lacuna informativa, siamo stati nell’ufficio dell’albo pretorio ed abbiamo trascritto i redditi
presentati dai singoli amministratori e consiglieri. Molti hanno
preferito, come dà possibilità la norma, non indicare i redditi
del coniuge o dei figli conviventi. Per qualcuno, al reddito proprio, sono sommati i redditi percepiti come assessore o consigliere comunale.
Aggiungiamo un dato statistico importante per avere un parametro di misura: il reddito che stabilisce la soglia di povertà
definito dall’ISTAT per il 2010, per 1 componente familiare
(single), per 2 componenti e per 3 o 4 componenti con 1 o 2
figli minori conviventi.
Di seguito i redditi dichiarati dai nostri amministratori:
Sindaco: Agrusa Giuseppe
1. proprietà villetta sita in Carini
2. comproprietà magazzino sito in Carini
3. proprietà terreno sito in Carini
4. comproprietà appartamento
5. proprietà 50% fabbricato rurale sito in Carini
6. proprietà 50% fabbricato rurale sito in Carini
7. autovettura Fiat Uno anno immatricolazione 2005
8. rottamata autovettura Fiat Punto anno immatricolazione
2000
Reddito proprio lordo 44.268 euro
Coniuge:
1. comproprietà 50% terreno sito in Carini
2. comproprietà 50% fabbricato rurale sito in Carini
3. proprietà appartamento sito in Carini
Reddito proprio lordo 15.443 euro
Figli: mancato assenso
Assessori:
Di Stefano Filippo
1. proprietà immobile sito in Carini
2. autovettura Peugeot 206 anno immatricolazione 2002
3. comproprietà 1/18 di n° 34 immobili siti in Carini
4. comproprietà 1/54 immobile sito in Carini
Reddito proprio lordo 26.235 euro
Coniuge: mancato assenso alla pubblicazione
Arizzi Monia
1. nuda proprietà cat. A7 sito in Palermo
2. partecipazione 33% Omnia srl società in liquidazione
Reddito proprio lordo 0 (zero)
OTT12 ilvespro | 7
Coniuge mancato assenso alla pubblicazione
Marcianò Vincenzo
1. Venduto appartamento sito in Carini
2. Proprietà box sito in Carini
3. Autovettura Mitsubishi anno 2006
Reddito proprio lordo 12.227 euro
Coniuge mancato assenso alla pubblicazione
Nazzarini Salvatore
1. Comproprietà 50% terreno con casa rurale sito in Carini
2. Comproprietà per 1/5 di un appartamento sito in Carini
3. Proprietà appartamento sito in Carini
4. Autovettura Mitsubishi Pajero
5. Azioni pari al 25% della Soc. Coop. Blaise Pascal
6. Componente del Consiglio di Amministrazione della Soc.
Coop. Blaise Pascal
Reddito proprio lordo 25.125 euro
Coniuge mancato assenso alla pubblicazione
Figlio mancato assenso alla pubblicazione
Non hanno ottemperato alla presentazione della situazione patrimoniale gli assessori in carica nel 2011: Brunetto Giuseppe
e Mileci Stefano.
Consiglieri Comunali:
Presidente:
Sgroi Salvatore
1. Proprietà villetta sita in Villagrazia di Carini
2. Proprietà terreno sito in Villagrazia di Carini
3. Comproprietà 1/5 di un fabbricato a Carini
4. Autovettura Ford Fiesta immatricolata nel 2009
5. Autovettura Lancia Y immatricolata nel 2005
Reddito proprio lordo 62.239 euro
Coniuge mancato assenso alla pubblicazione
Vice Presidente:
Giambanco Massimo
Reddito proprio lordo 18.280 euro
Coniuge nessun reddito
Armenio Pino
1. Proprietario studio dentistico a Carini
2. Proprietario garage a Carini
3. Comproprietario al 25% villetta sita a Cattolica Eraclea
Minoa (AG)
4. Autovettura Mercedes immatricolata nel 2001
Reddito proprio lordo 46.090 euro
Coniuge
1. Proprietaria villetta sita in Carini
2. Comproprietaria al 25% villetta sita a Cattolica Eraclea
Minoa (AG)
3. Autovettura Toyota Rav 4
Non ha percepito alcun reddito.
Armetta Claudio
1. Proprietario appartamento sito in Carini
2. Azioni per il 50% della “Tour Service snc” di Carini
3. Socio amministratore e lavoratore della “Tour Service snc”
Reddito proprio lordo 25.171 euro
Coniuge non ha percepito nessun reddito
8 | il vespro OTT12
Badalamenti Giuseppe
1. Comproprietà terreno sito in Carini
2. Autovettura Volkswagen Passat anno immatricolazione 2006
Reddito proprio lordo 20.384, 48 euro
Coniuge
1. Comproprietà terreno sito in Carini.
Nel 2010 non ha percepito nessun reddito
Bondì Giuseppe
1. Proprietà appartamento sito in Palermo
2. Autovettura Bmw anno immatricolazione 2001
Reddito proprio lordo 22.641 euro
Coniuge mancato assenso alla pubblicazione
Carollo Massimo
1. Amministratore unico della “Dolce Carollo”
2. Socio al 33% della “Carini Yacting Club”
Reddito proprio lordo 0 euro
Coniuge mancato assenso alla pubblicazione
Figlia mancato assenso alla pubblicazione
Cilluffo Giuseppe
1. Autovettura Volkswagen Polo immatricolata anno 2008
Reddito proprio lordo 11.956 euro
Coniuge mancato assenso alla pubblicazione
Conigliaro Antonio
1. Proprietà appartamento sito in Carini
2. Autovettura Nissan Micra anno immatricolazione 2003
3. Autovettura Ford Fiesta anno immatricolazione 2005
Reddito proprio lordo 31.386,49 euro
Coniuge nessun reddito
Conigliaro Vincenzo
1. Proprietà terreno sito in Carini
2. Proprietà fabbricato sito in Carini
3. Autovettura Land Rover immatricolata anno 2006
Reddito percepito lordo 23.110 euro
Fiorello Lorenzo
1. Proprietà 50% appartamento in Carini
2. Proprietà 50% box auto in Carini
3. Autovettura Fiat Idea anno immatricolazione 2008
4. Autovettura Fiat Idea anno immatricolazione 2009
5. Autovettura Fiat Punto anno immatricolazione 2006
6. Autovettura Fiat Croma anno immatricolazione 2006
Reddito proprio lordo 34.051 euro
Coniuge
1. Proprietà 50% appartamento in Carini
2. Proprietà 50% box in Carini
3. Comproprietà ¼ indiviso di una villetta in c.da Piraineto
Reddito lordo proprio 29.405 euro
Figli (3) non hanno percepito alcun reddito
Gambino Valeria
1. Proprietà appartamento sito in Carini
2. Quota azioni 37,5% della “Commerciale Siciliana srl”
3. Quota azioni 5% della “I.T.S. srl”
4. Quota azioni 50% della “P.S.T. Produzione Servizi Tecnici
srl”.
5. Legale rappresentante della “P.S.T. srl”
Reddito lordo proprio 0 euro
Coniuge
1. Villetta sita in Carini
Reddito proprio lordo 33.059 euro
Genova Gaspare
1. Proprietà terreni siti in Carini
2. Proprietà appartamento sito in Carini
3. Proprietà appartamento + Box sito in Carini
4. Comproprietà fabbricato sito in Carini
5. Proprietà appartamento sito in Palermo
6. Autovettura Mercedes immatricolata anno 2007
7. Autovettura Hyundai I10 immatricolata anno 2010
Reddito proprio lordo 11.841 euro
Giambanco Gaetano
1. Comproprietà pari al 25% di un terreno sito in Carini
2. Comproprietà pari al 50% di un fabbricato sito in Carini
3. Comproprietà pari al 50% di un fabbricato sito in Carini
4. Autovettura Fiat Punto immatricolata anno 2007
Reddito proprio lordo 23.884 euro
Coniuge mancato assenso alla pubblicazione
Lentini Marcello
1. Autovettura Fiat Doblò
2. Autovettura Fiat Panda Van
3. Motociclo Piaggio Beverly
Reddito proprio lordo 28.616 euro
Coniuge mancato assenso alla pubblicazione
Migliore Salvatore
1. Proprietà appartamento sito in Carini
2. Autovettura Lancia Y anno immatricolazione 2000
3. Piaggio Ape immatricolazione anno 1991
Reddito proprio lordo 15.153 euro
Palazzolo Rosolino
Reddito proprio lordo 0 euro (nel 2010 ancora non esercitava
la professione di avvocato)
Coniuge mancato assenso alla pubblicazione
Picone Maria Rita
1. Proprietà appartamento sito in Palermo
2) Proprietà box sito in Palermo
3) Proprietà villetta sita in Carini
4) Autovettura Suzuki Ignis anno immatricolazione 2003
5) Autovettura Alfa Mito anno immatricolazione 2009
Reddito proprio lordo 60.659 euro
Coniuge mancato assenso alla pubblicazione
Figlio non ha percepito alcun reddito
Savasta Cosimo
1. Comproprietà fabbricato sito in Carini – abitazione principale
2. Autovettura Mercedes immatricolata anno 2007
Reddito proprio lordo 22.176 euro
Coniuge
1. Comproprietà fabbricato sito in Carini – abitazione principale
Non ha percepito nessun reddito
Figlio: non ha percepito nessun reddito
Taormina Fabio
1. Autovettura Renault anno immatricolazione 1976
Reddito proprio lordo 18.632 euro
Coniuge nessun reddito
di Ambrogio Conigliaro
Pino Balsamo
OTT12 ilvespro | 9
730 INTEGRATIVO
C'è tempo sino al 25 ottobre
per rimediare agli errori
Dopo la pausa estiva ci ritroviamo a parlare di fisco e
adempimenti. Sono tante le novità per questo autunno
2012, che interesseranno piu' o meno tutti i contribuenti
italiani . Dall'Imu alle addizionali comunali, dal redditometro al nuovo modello isee, insomma ce ne saranno per
tutti i gusti, e per tutte le tasche. Ci occuperemo in questo numero di 730 integrativo , in scadenza nel mese di
ottobre 2012. Prima di tutto chi e' interessato a questo
adempimento?
Tutti i contribuenti che una volta presentato il Mod.
730/2012, hanno necessita' di correggere errori che hanno
generato un maggior credito o un minor debito o semplicemente errori di compilazione non influenzanti la determinazione delle imposte da versare ( esempio dati del frontespizio, sostituto d'imposta non corretto ecc.. ecc.. )
Entro quale data si presenta il modello 730 integrativo?
La Circolare dell'Agenzia delle entrate n. 15/E del
25/05/2012 precisa che il modello 730 integrativo deve
essere presentato entro il 25 ottobre 2012. Altresi', la Circolare n. 14/E precisa che quando si è verificata la cessazione del rapporto di lavoro nel periodo intercorrente tra la
presentazione del modello 730 originario e la data del 25
ottobre il contribuente potrà presentare il modello 730 integrativo ha condizione che vi sia un nuovo sostituto d'imposta
nel periodo dal 25 ottobre al 31dicembre 2012.
A chi si presenta il modello 730 integrativo?
Il modello 730 integrativo potrà essere presentato al caf o
professionista che originariamente ha elaborato il modello
ordinario. In questo caso sarà necessario esibire la documentazione integrativa (ad esempio nuovi oneri deducibili
o detraibili non comunicati precedentemente ecc.. ecc..) Se
invece si opta per un nuovo caf o professionista abilitato, il
contribuente dovrà portare con se l'intera documentazione
( ovvero il precedente modello 730 con tutti gli allegati,
nonché la nuova documentazione). Si ricorda inoltre che la
presentazione di una dichiarazione integrativa non sospende le procedure avviate con la consegna del modello 730
e, di conseguenza, non fa venir meno l’obbligo del sostituto
d’imposta di effettuare i rimborsi spettanti o trattenere le
somme dovute in base al modello 730 originario.
Quali sono le tipologie di 730 Integrativo ?
Ci sono tre tipi di modelli 730 Integrativi e si contraddistinguono con tre codici: 1, 2 e 3.
– Codice uno se l'integrazione o la rettifica comportano un
maggior credito o un minor debito rispetto alla dichiarazione originaria o un'imposta pari a quella determinata con il
modello 730 ordinario.
– Codice due se l'integrazione o la rettifica riguardano
esclusivamente i dati del sostituto d'imposta che effettuerà
il conguaglio;
– Codice tre se ricorrono entrambi i casi.
Il 730 integrativo può essere presentato pertanto solo per
i casi sopra descritti. Nel caso in cui l'integrativa sia effettuata per rettificare i dati del sostituto d'imposta (codice
tre), l'esito della nuova dichiarazione potrebbe implicare
anche un debito. La Circolare n. 15/E, al riguardo, dispone
quanto segue: «In tale ipotesi la modifica deve essere apportata dallo stesso soggetto che ha prestato assistenza per
la presentazione della dichiarazione originaria. Il sostituto
d'imposta effettua il conguaglio sulla retribuzione erogata
nel mese di dicembre, sulle eventuali somme a debito deve
essere applicato l'interesse dello 0,40 mensile a partire dal
mese di agosto, per i pensionati a partire dal mese di settembre.
Nel caso di dichiarazione a sfavore ?
In questo caso si dovrà ricorrere al modello Unico Pf. Eventuali errori od omissioni nella dichiarazione originaria, che
hanno generato l'omessa o errata indicazione di redditi o
l'esposizione di indebite detrazioni d'imposta, possono essere sanate, attraverso il cosiddetto ravvedimento, a condizione che non siano iniziati, ispezioni, verifiche o altre attività
amministrative di accertamento.
In caso di ravvedimento, il contribuente può usufruire della
riduzione della sanzione previste per il
tipo di violazione che intende regolarizzare. Affinché il ravvedimento sia valido, il pagamento della
sanzione ridotta deve essere eseguito contestualmente al
versamento della maggiore imposta,
nonché al pagamento degli interessi moratori calcolati al
tasso legale con maturazione giorno per
giorno.
Per chi dovesse accorgersi di errori che hanno generato
un maggior credito dopo la scadenza del 25/10/2012 (
termine ultimo per la presentazione del 730 integrativo),
cosa potrà fare per recuperare eventuali eccedenze?
L'agenzia delle Entrate sostiene che :
Se la rettifica avviene entro il termine di presentazione della dichiarazione dell’anno successivo sarà possibile utilizzare in compensazione il credito nascente. Di conseguenza la
dichiarazione
integrativa a favore del contribuente potrà essere presentata esclusivamente entro il termini che
consentono l’utilizzo del credito.
Di parere opposto è invece la Corte di Cassazione che nella
sentenza nr. 4776 del 28 febbraio 2001 afferma che le dichiarazioni integrative (sia a favore che a sfavore) possono
essere presentate entro il 31-12 del quarto anno successivo
a quello in cui la dichiarazione e' stata presentata.
Riepilogando:
• Se la dichiarazione è a favore del contribuente, non verranno applicate le sanzioni;
• In caso contrario, verranno applicate le sanzioni:
• In misura ridotta, se la presentazione avviene entro il
termine per la presentazione della dichiarazione dell’anno
successivo;
• In misura piena, se la presentazione avviene oltre il suddetto termine.
Dott. Giuseppe Balsamo
Commercialista – Revisore Legale
[email protected]
OTT12 ilvespro | 11
INTERVISTA AL
DOTT. VITO
PICONE
Flavia Fontana, intervista Il Dott. Vito
Picone per fornire a
tutti i lettori del periodico Il Vespro, consigli
utili per una corretta
igiene e cura del proprio sorriso.
Le mole del giudizio
in genere quando
compaiono? E’ possibile che crescano
prima del previsto o
in ritardo? Sono denti utili alla masticazione?
I denti del giudizio o terzi molari sono
gli ultimi denti che compaiono nella nostra bocca, in genere verso i 18/21 anni.
Per tale motivo vengono detti denti del
giudizio in quanto la persona raggiunge
a quell'età, la cosiddetta "età del giudizio". Ci sono anche casi di agenesia del
terzo molare ovvero mancanza dell’elemento dentario che è possibile diagnosticare solo radiograficamente già all’età
di 9 anni circa. E’ possibile anche che
rimangano inclusi nelle ossa mascellari
per diverso tempo e dopo compaiano in
bocca in età adulta in seguito a modifiche
del cavo orale. Non è infrequente vederli
spuntare anche oltre il 70 anni, magari in
pazienti portatori di protesi totali!
Probabilmente per cause legate allo sviluppo filogenetico dell’ essere umano,
oggi sono poche le persone che possiedono lo spazio sufficiente per accogliere
i denti del giudizio. In circa 9 persone su
10, almeno un dente del giudizio rimane
coperto parzialmente o totalmente dalla gengiva o da osso. In virtù della conformazione scheletrica degli individui di
razza caucasica, i denti del giudizio sono
sostanzialmente "in più". Non sono denti
indispensabili alla masticazione. Le arcate dentarie di popolazioni originarie
di altre razze, soprattutto africane, hanno maggiore disponibilità di spazio per
poter alloggiare correttamente anche il
dente del giudizio. Quando un dente del
giudizio viene bloccato nel suo cammino
di crescita nella bocca, si definisce dente
incluso.
Quando è necessaria l’estrazione ?
L’inclusione del dente del giudizio non
rappresenta necessariamente un’indicazione per l’estrazione. Un dente incluso
può anche rimanere tale per tutta la vita.
Quando il dente incluso non è a contatto con l’ambiente esterno (in questo
caso coi liquidi della cavità orale) ,non
provoca alterazioni alle strutture vicine
(come, ad esempio, a carico della radice
del molare che lo precede) e non degenera (cisti, tumori) ,l’estrazione non è
necessaria o è addirittura sconsigliata.
Diventa necessaria se si crea una continuità con l’ambiente orale, poiché, a
questo punto, i batteri hanno una strada
per colonizzare il dente sepolto e dunque
creare infezioni.
L’estrazione dell’ottavo può essere indicata anche per lesioni cariose importanti
a loro carico. Tali denti sono difficili da
pulire per il paziente a causa della loro
posizione nel cavo orale e per questo
sono più facilmente soggetti a carie.
La presenza di strutture anatomiche importanti in continuità con il dente può
ulteriormente complicare l’estrazione.
Fortunatamente le attuali procedure diagnostiche consentono di limitare al minimo i rischi connessi a questo intervento.
Il segreto del corretto trattamento sta
nell'esaminare attentamente le radiografie della bocca. Il dentista può capire
se il dente può causare problemi nello
sviluppo futuro e quindi consigliare la
rimozione anche prima che il dente sia
arrivato alla maturazione finale. L'estrazione nei pazienti giovani (prima dei 18
anni) è molto più facile perché le radici
del dente non sono ancora sviluppate e
perché l'osso attorno al dente è meno
denso. Quando i denti sono completamente estrusi sono più semplici da eliminare rispetto agli inclusi.
Una volta che i denti del giudizio appaiono, ogni quanto bisogna fare i dovuti
controlli?
Se il dente del giudizio è posto correttamente in arcata e non determina problemi non va assolutamente tolto. è da
considerarsi un dente come un altro.
E’ solo necessario che il paziente sia in
grado di mantenerlo pulito.
Che cosa succede dopo l'estrazione del
dente del giudizio?
E’ vero che ci possono essere importanti
complicazioni?
Di certo è vero che fa molto più clamore
la disgrazia rispetto alla normale routine
quotidiana. E presumibilmente per questo sono nate mirabili leggende sui denti
del giudizio e sulle loro estrazioni. Ovviamente ogni terapia contempla delle complicanze, ma queste non debbono essere
considerate una regola. La complicanza
è in relazione al caso specifico e al sito
chirurgico.
Sicuramente il dentista di fiducia saprà
dare le migliori informazioni in merito
al singolo caso specifico dopo un’attenta
analisi e valutazione radiografica.
Generalmente il paziente manifesta un
po' di dolore e di gonfiore nella zona
operata. La terapia post operatoria che
il dentista prescrive (analgesici e/o antibiotici) unitamente ai consigli dietetici
(cibi freddi riducono il gonfiore) possono
ridurre significativamente lo scomfort
che segue l'intervento.
Il tartaro cos’è? lo si può togliere soltanto dal dentista?
l tartaro, è formato dall'insieme dei depositi minerali che si annidano intorno
alla superficie del dente. La loro forza di
adesione è tale da renderli irremovibili
con le normali manovre di igiene orale
(spazzolino e filo interdentale ) dunque
solo l'intervento di appositi strumenti
manovrati dal dentista o dall'igienista
dentale ne garantisce la completa rimozione.
Quando mangiamo i residui alimentari
che rimangono nel cavo orale vengono
attaccati dai batteri; in particolare sulla
superficie dei denti si deposita una sottile patina incolore data dall'insieme di
batteri e residui di cibo che va a costituire la placca.
Se tale placca non viene completamente rimossa con le normali operazioni di
igiene orale, in 12-18 ore si calcifica
producendo i primi depositi di tartaro.
La placca batterica è infatti in grado di
associarsi ai sali calcarei e ai fosfati contenuti nella saliva formando una concrezione dura e particolarmente adesiva, il
tartaro. La composizione chimica e il ph
della saliva sono quindi due dei principali
fattori che predispongono il soggetto alla
formazione del tartaro .
Non a caso, i depositi maggiori si trovano nelle sedi orali dello sbocco delle
ghiandole salivari, ovvero sulla superficie
esterna dei molari superiori e sulla superficie linguale degli incisivi inferiori.
Purtroppo non esiste nessun prodotto chimico da utilizzare a casa poichè
danneggerebbe indirettamente anche la
superficie dei denti. Il tartaro si presenta solido e per eliminarlo è necessario
effettuare le normali manovre di igiene
orale professionale che competono a
personale qualificato.
Studio dentistico sas Dott. Vito Picone
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12 | il vespro OTT12
ELEZIONI
ELEZIONI REGIONALI IN SICILIA
L'alternativa si ripresenta:
continuità o cambiamento
Si dice spesso che la Sicilia sia un laboratorio politico di
rilevanza nazionale, si condivida o meno tale assunto è fuor
di dubbio che le prossime elezioni regionali rappresentino
un appuntamento non secondario per il destino dei Siciliani.
Inutile girarci intorno, la nostra è una terra in ginocchio!
La disoccupazione di quasi metà della popolazione in età
lavorativa, il progressivo e costante impoverimento delle
classi medie e lo stato di indigenza di migliaia di lavoratrici e lavoratori, spesso precari o in nero, soprattutto giovani… non sono il frutto di un castigo divino, ma, più terrenamente, il prodotto di scelte politiche ben precise fatte
dai governi Cuffaro e Lombardo che si sono avvicendati
negli ultimi 13 anni. Non starò qui a dilungarmi su Nello Musumeci, esponente della destra neofascista siciliana,
sostenuto da un partito, il Pdl siciliano, che ha responsabilità enormi per la situazione in cui ci troviamo, avendo
condiviso e sostenuto tutti i precedenti governi. Lo stesso
dicasi per l’altro candidato del centrodestra, di cui dirò ancor meno perché il suo nome, da solo, è rappresentativo di
una classe politica indecente, che ha fatto la propria fortuna economica, personale e politica sui bisogni di questa
martoriata terra, si tratta di Gianfranco Miccichè. Merita
più attenzione invece, la candidatura di Rosario Crocetta,
che oggi si candida alla Presidenza della Regione col sostegno, oltre che del Pd, anche dell’Udc. A voler essere più
precisi, Crocetta si è candidato “da solo”, il primo partito
a sostenerlo è stato l’Udc e solo dopo, i democratici, probabilmente onorati di tale prestigioso sostegno, ne hanno
sottoscritto la candidatura. Ma questi sono dettagli, ciò che
conta è che il Partito Democratico, dopo avere sostenuto
per anni, insieme al Mpa, il governo di Raffaele Lombardo
(anche dopo il rinvio a giudizio di quest’ultimo), spiegando
che solo così si sarebbe potuto disarticolare il sistema di
potere clientelare creato da Totò Cuffaro, decide ora, non
si capisce sulla base di cosa, di allearsi proprio con l’Udc,
il partito che portò l’ex governatore oggi recluso alla Presidenza della Regione. Per carità, non che Cuffaro sia mai
stato un vero avversario del Pd (anzi, quando il gruppo di
Rifondazione Comunista all’Ars presentava le mozioni di
sfiducia, Ds e Margherita, educatamente, si astenevano
dal votarle) però mai si era assistito ad un così repentino e apparentemente inspiegabile cambio di casacca. Per
intenderci, delle due l’una: o il governo Lombardo era
l’antidoto al sistema di potere clientelare messo in piedi
dall’Udc (e allora non si capisce perché il Pd abbia rotto
con Lombardo), oppure è l’Udc a rappresentare oggi l’alternativa al sistema di potere clientelare di Lombardo. In
quest’ultimo caso tuttavia, si dovrebbe ammettere che del
sistema di potere lombardiano il Pd è stato parte integrante. Anche accettando tale prospettiva però, non si capisce
cosa ci facciano gli ex assessori di Lombardo nelle liste di
Crocetta. Sembra un rompicapo da settimana enigmistica,
ma purtroppo è la politica siciliana. La politica di chi, pur
perdendo le elezioni si ritrova al governo con chi le vince,
quella dei patti più o meno noti, degli accordi, dei compromessi e delle menzogne (indimenticabile il cartellone
6x3 che diceva “l’acqua è tornata pubblica, grazie al Pd
Sicilia è legge”) che hanno come unico scopo la conservazione del potere e la sopravvivenza di un ceto politico.
In fine c’è la candidatura alla Presidenza della Regione
di Giovanna Marano, Presidente del Comitato Centrale
della Fiom-Cgil, già Segretaria regionale dei metalmeccanici siciliani; da decenni si trova in prima linea nelle più
importanti battaglie in difesa del mondo del lavoro e dei
suoi diritti. Giovanna Marano, ha sostituito in corsa Claudio Fava, (non candidabile per ragioni burocratiche legate
ad un ritardo nel trasferimento della sua residenza) che
comunque la affiancherà come Vice-Presidente. Sostengono questa candidatura Idv e la lista “Fava Presidente”
formata da Rifondazione, Sel, Verdi e Un’altra Storia di
Rita Borsellino. La candidatura della Marano, così come
quella di Claudio Fava, nasce dalla consapevolezza e dalla
convinzione che nessun cambiamento potrà mai realizzarsi
con coloro che hanno contribuito, in questi anni, a impoverire la Sicilia e a renderla terra di conquista dei soliti
predatori dal colletto bianco. E’ per questo che nelle liste
a sostegno di Giovanna Marano e di Claudio Fava non figurano personaggi che siano stati a qualsiasi titolo coinvolti
con i governi Cuffaro-Lombardo, ma solo protagonisti ed
esponenti riconosciuti delle lotte e delle vertenze che in
questi anni hanno contrastato questo modo di governare
e fare politica. Come ha scritto Marco Travaglio (che certamente non è un comunista), “la candidatura di Claudio
Fava offre per una volta ai Siciliani, la possibilità di votare
senza doversi turare il naso”. Ha ragione, chi è siciliano e
ha avuto modo di osservare i gattopardismi dei protagonisti della politica isolana, sa bene che votare senza doversi
turare il naso, in Sicilia, non è affatto cosa di poco conto. Soprattutto di fronte al puzzo nauseabondo di continuità e contiguità col passato che aleggia intorno al trio
Musumeci-Crocetta-Miccichè. Aggiungerei soltanto che la
candidatura di una donna come Giovanna Marano, onesta,
determinata e combattiva, seppure intervenuta per circostanze non prevedibili, rafforza ulteriormente il progetto di
discontinuità e cambiamento avviato da Claudio Fava. Non
se la prendano i tre continuatori dei governi Cuffaro-Lombardo, ma il dramma di chi è senza lavoro, di chi si laurea
e deve emigrare, di chi si confronta quotidianamente con
una sanità allo sfascio, con scuole che cadono a pezzi e con
una burocrazia asservita agli interessi meno trasparenti e
nobili di questa terra, non lascia margini di mediazione. O
si sta con chi vuole cambiare radicalmente le cose ed ha
le carte in regola per farlo perché non ha firmato cambiali
in bianco con nessuno, oppure si sta con i maestri del compromesso, dei diritti trasformati in favori, dello scambio.
Ancora una volta la storia consegna ai siciliani l’alternativa secca tra l’essere sudditi o cittadini, si può continuare a
mendicare favori e sperare nell’elemosina dei signori delle
preferenze, oppure possiamo alzare la testa, mandarli tutti
a casa e aprire una stagione di cambiamento reale. Volendo, dipende solo da noi.
Alessandro Gambino
Flavia Fontana
OTT12 ilvespro | 13
LE INTERVISTE DI FLAVIA
GIANFRANCO
JANNUZZO
Gianfranco Iannuzzo, dopo aver calcato per tantissimi anni i palcoscenici
dei più importanti teatri del mondo, ci
racconta le sue esperienze televisive
e l’amore per la sua terra nativa: la
Sicilia.
Gianfranco, sei un attore con radici
siciliane poi trapiantato nel cuore
romano. Da questo mix di radici sicule e romane è accaduto qualcosa
alla tua anima e alla tua verve artistica?
Senza dubbio si. Per fortuna il rapporto con la mia terra è
sempre lo stesso, sia nel cuore che fisicamente, nel senso che
spesso sono in Sicilia. Quando ci siamo trasferiti a Roma, ci
siamo sempre promessi, io e la mia famiglia, di ritornare tutte le volte che potevamo nel nostro paese e così è sempre
stato.
Come attore preferisci più lavorare in teatro o in tv?
In teatro. Anche se è meglio alternare le cose. Funziona di
più.
Ma se dovessi scegliere di interpretare un ruolo importante in teatro che ti darebbe più emozioni e meno visibilità
e uno in tv che ti darebbe proprio il contrario, cosa sceglieresti?
Prima avrei detto il teatro. Con i tempi di adesso, meglio la
televisione che poi ti aiuta molto in teatro. Più un attore fa
televisione, più ha visibilità e più lo si va a vedere a teatro.
Dimmi tra questi tre lavori teatrali e in tv sei più affezionato. Per il teatro: “Due ore sole ti vorrei”, “Bagna e
asciuga” e infine “Liola’”. Per la tv: “Bugie rosse”, Tornare
indietro”, “Io ricordo”?
Per quanto concerne il teatro, “Bagno e asciuga”, uno spettacolo che si è fatto al Sistina di Roma per diverso tempo
ed ha ottenuto un grande successo. Per la tv “Io ricordo”, in
quanto affronta un tema molto forte, quello della mafia, di cui
spesso si parla. In questo film si evidenzia molto il dolore per
la perdita di un proprio caro a causa della mafia.
Che mi dici di Gigi Proietti, visto che hai studiato presso
la sua scuola e hai anche lavorato insieme a lui? Per te
rappresenta un amico, un maestro o cos’altro?
Hai centrato. Rappresenta entrambe le cose per me! Gli devo
molto. Lo ammetto, mi ha dato tanto!
Cosa non tolleri che il pubblico faccia o non faccia in teatro?
Non tollero la gente ineducata. Mi innervosisco quando questo accade!!!
In una sola parola come ti definisci?
Ti posso dire ciò che dicono e pensano di me. Mi definiscono
un attore eclettico.
Grazie per queste due chiacchere piacevoli!
14 | il vespro OTT12
OROSCOPO
sviluppato da IL SENTIERO
ARIETE
In Amore intesa perfetta
su tutti i piani. Sul lavoro
lasciate passare i primi
giorni, poi fate subito un
esame della situazione
e portate avanti i vostri
progetti. La salute ottima.
TORO
In Amore i rapporti sono
tesi, cambiate i vostri
atteggiamenti, non siate
polemici. Sul lavoro siate
più disciplinati e diplomatici,
farete una cortesia al vostro
futuro. La salute spariranno
tanti piccoli acciacchi con
l’aiuto di Venere.
GEMELLI
LEONE
VERGINE
BILANCIA
In Amore la situazione è
più serena, grazie a Marte
avrete a disposizione la
passionalità che rende
più complice il rapporto.
Sul lavoro mantenete la
concentrazione su ciò che
è importante, evitate gli
atteggiamenti prepotenti. La
salute buona.
SAGITTARIO
In Amore Tenerezza,
sensualità, sono profuse
a piene mani, i rapporti
esistenti raggiungono
intensità impensabili.
Sul lavoro organizzate le
iniziative e correggete man
mano i progetti per evitare
mosse impulsive. La salute
buona, non indulgete ai
peccatucci di gola.
In Amore attenzione
alla scarsa sensibilità
nei confronti del partner,
la situazione può
precipitare. Sul lavoro
mantenete l’attenzione
concentrata su ciò che
fate, evitate di distrarvi
con troppi impegni. La
salute attenzione ai
movimenti bruschi.
In Amore c’è la
sensualità inserita da
Marte, puoi lasciarti
andare all’erotismo
senza…timore. Sul
lavoro siete pieni di
energia e non vi è
difficile dare slancio a
nuovi progetti. La salute
ottima.
In Amore attenzione al
desiderio di evasione,
potreste dare una scossa
definitiva al rapporto
in crisi. Sul lavoro siate
razionali poiché in genere
siete avventurosi, qualche
volta avventati. La salute
buona.
In Amore avete dialogo
e tenerezza, elementi
che aiutano il rapporto.
Sul lavoro Saturno
positivo indica che potete
fare un eccellente uso
dell’esperienza. La salute
ottima.
CAPRICORNO
ACQUARIO
CANCRO
SCORPIONE
PESCI
In Amore la situazione è
eccellente. L’intesa con il
partner raggiungerà l’apice
sia psicologicamente sia
sentimentalmente. Sul
lavoro potete ottenere
risultati soddisfacenti, date
corso ai vostri progetti. La
salute ottima.
In Amore il mese è
splendido sotto tutti i
punti di vista, qualunque
sia la vostra situazione
sentimentale. Sul lavoro
avrete la possibilità di
successo su quanto state
facendo e su nuovi progetti.
La salute ottima.
In Amore siate pazienti e
generosi, forse il partner
vi renderà la cortesia.
Sul lavoro impazienza,
incostanza potrebbero
allontanare i risultati.
La salute attenzione a
Mercurio negativo, occhio
a come vi muovete.
In Amore siate più
sensibili in confronto del
partner. Sul lavoro con
lo stato d’animo poco
sereno non riuscirete
a guardare le cose per
quello che sono e quindi
evitate di assumere
impegni che non potete
mantenere. La salute
avete bisogno di riposo.
OTT12 ilvespro | 15
Franco Cicala
Poltergeist e infestazione
Dalle e-mail che riceviamo, alcune con domande altre con
esperienze personali, ho riscontato un certo interesse alle
infestazioni di ambienti, purtroppo le informazioni ricevute
da chi scrive su queste interessanti manifestazioni, sono
sbagliate colpa delle trasmissioni televisive che pur di
fare audience trasmettono solo falsità. Oppure di quelle
spiegazioni date da fantomatici maghi o come altri che si
definiscono spiritualisti.
Sono denominati poltergeist (dal tedesco, spirito rumoroso
o burlone) quei fenomeni di varia natura che si manifestano
in ambienti chiusi, rappresentati da oggetti che si spostano
senza contatto, rumori nei mobili e nei muri, oggetti che
s’infrangono, quadri che si staccano dalle pareti, cassetti
che si svuotano, piogge di sassi, fuochi che si accendono, e
molto altro ancora, tutto spontaneamente. Sono gli stessi
fenomeni che avvengono nelle case infestate, ma fra di
essi esiste una netta differenza: quelli di poltergeist, che
sembrano legati a un ambiente, sono in realtà ricollegabili
alla presenza di una persona (generalmente di un ragazzo
o di una ragazza in età puberale) allontanando la quale
cessano, continuando magari nell’ambiente dove si reca.
L’energia psichica responsabile del fenomeno di poltergeist
da parte dei giovanetti, sarebbe da loro manifestata quando
i primi richiami sessuali si scontrano con inaspettate
inibizioni. Tuttavia, si è notato che il fenomeno può essere
raramente provocato da adulti portatori di turbe psichiche,
forse anche a seguito di atti di carattere sessuale, subiti
nell’infanzia.
Dopo alcuni interventi psicologici in base alla necessità,
operati nei confronti del fanciullo, presunto artefice dei
terribili fenomeni, in genere i medesimi scompaiono
completamente. Anche se qualche autorevole studioso
ha dichiarato che osservando un fenomeno di questo tipo
non si può dubitare che dietro di esso “stia infuriando una
tempesta inconscia”, per la maggioranza delle persone – e
soprattutto per i non addetti ai lavori – penso invece sia
facile confonderlo con l’infestazione, tanto scatenante e
strabiliante è la forza che emerge. Sono molti i casi che
si prestano a duplici interpretazioni e diventa piuttosto
difficile tracciare una linea di confine tra di essi.
In questi adolescenti, produttori inconsci di simili prodezze,
spesso si configura un’importante componente erotica, che
si trasforma in una forte aggressività, come succede quando
la fase edipica e le precedenti non sono bene superate e
risolte.
Quasi sempre, le manifestazioni di poltergeist hanno un
carattere intelligente come se fossero guidate da una
sorta di mente. Nonostante la violenza con la quale si
presentano, esibendo un aspetto malevolo e vendicativo, è
molto difficile che colpiscano le persone con conseguenze
dannose. I fantasmi che si manifestano nelle case infestate,
si comportano in vario modo. A volte sembra che non si
accorgano della presenza delle persone viventi. Ripetono
spesso le stesse azioni con gesti uguali. Altre volte, invece
di un fantasma può apparire addirittura una scena. In certe
case dove si sono verificati fatti di sangue e dove si presume
esista una cosiddetta infestazione, il sensitivo può udire dei
rumori di lotte, delle grida, come se si volessero ripetere
le stesse condizioni di avvenuti fatti drammatici e omicidi.
Perché questi fantasmi di vittime di uccisioni, antichi di
decenni o addirittura di secoli, sarebbero condannati a
restare o a ritornare sui luoghi dei delitti? Questi spiriti
non si sono ancora resi conto di essere defunti e continuano
per questo a vagabondare nei luoghi della loro vita passata.
Secondo la mia teoria è che non si tratti di corpi eterici di
defunti, ma di proiezioni dei loro corpi, perché sono convinto
che, tutto ciò che esiste e che avviene lascia un’impronta,
spiegando così alcuni fenomeni di retrocognizione e di
psicometria d’ambiente.
16 | il vespro OTT12
CARINI
Se puoi sognarlo...puoi farlo
Il Carini 2 al campo estivo E/G regionale 2012
Emozione grande….. vedere l’azzurro delle nostre camicie
coprire un’immensa distesa e sentire cantare da circa seimila persone il “ Signor tra le tende schierati” sotto un cielo
stellato, è stato uno spettacolo davvero emozionante.
Sono stati dieci giorni intensi, pieni di sorprese e di attività;
il 26 Luglio c.a. alle ore 6,30, eravamo già sul pullman
pronti a partire da Carini verso Bisacquino per vivere questa straordinaria avventura: 44 persone tra capi e ragazzi,
il reparto al completo. Quante aspettative, quanta fretta di
arrivare, conoscere gente nuova, c’era nell’aria la voglia di
giocarsi totalmente. Arrivati a Bisacquino il pullman ci ha
lasciati in un’enorme piazzale della forestale e dopo un’attesa di tre ore, un camion della protezione civile ha prelevato i
nostri zaini e il bus navetta ci ha portati su fino al santuario,
da lì un breve tratto di strada a piedi e finalmente eravamo
nel bosco, nel nostro sottocampo “ Cassiopea”, erano già
le ore 13, 00 circa. Che dire, organizzazione impeccabile: Protezione civile, ANAS, Vigili urbani, Corpo Forestale,
Croce Rossa, Capi Scout responsabili, tutti impegnati a fare
la spola dal posteggio al campo; arrivavano ragazzi da tutte
le parti della Sicilia fino a tarda sera. Primo giorno di campo, montiamo le tende, iniziamo a montare i tavoli, giorno
di fatica e cosi anche il secondo ma finalmente a pranzo del
secondo giorno riusciamo a cucinare, i ragazzi hanno fatto
la spesa al market e con grande soddisfazione ci sediamo
ai tavoli per il pranzo. La sera del venerdì, 27 Luglio, i
cinque sottocampi: Cassiopea, Pegaso, Andromeda, Orsa
Maggiore, Orsa Minore, al palco per l’apertura ufficiale del
campo e siamo in seimila circa, si balla, si canta, si fa l’issa
bandiera, si sventolano i guidoni , si sta insieme in allegria.
Il campo entra nel vivo, iniziano i laboratori che prevedono attività di recitazione, mani abili, cucina internazionale,
orientamento, comunicazione, attività ecosostenibili, attività libere con giochi, arrampicate, ponti, tiro con l’arco,
scalate, rotolamento dentro palle giganti etc… I cinque
sottocampi ruotavano nei laboratori in modo tale da poter
partecipare a tutti. La sera per il momento di animazione,
si alternavano fuochi di reparto, fuochi a reparti gemellati,
gioco serale, veglia di preghiera itinerante, serata sul palco
per sottocampo durante la quale il nostro reparto si è esibito in tre pezzi corali accompagnati dalle coreografie delle
nostre ballerine guidate da Simona M., che meraviglia!!!
Ultima sera di campo tutti i sottocampi nell’area palco per
la chiusura del campo, intervengono Don Ciotti, il vescovo
di Monreale sua Eccellenza S. Di Cristina, il sindaco di Bisacquino, i responsabili regionali AGESCI e altre autorità
scout e non; la seconda parte della serata ci scateniamo
con il concerto dei Qbeta, gruppo siracusano e con la partecipazione straordinaria di Lello dei Tinturia. Come se non
bastasse abbiamo avuto anche “ Il Camp in Camp”, nelle
giornate di sabato 28 e domenica 29 Luglio u.s. sono arrivate al campo altre squadriglie per partecipare all’evento dei
“ Guidoncini Verdi” evento che premia le squadriglie che
durante l’anno scout hanno lavorato per la conquista della
specialità di squadriglia e che eccezionalmente quest’anno
è stato inserito nel campo regionale; domenica 29 Luglio
i ragazzi hanno montato i loro stand mostrando il prodotto
delle loro imprese, ed è stata una festa di colori, una meravigliosa giornata in cui quattro nostre squadriglie su cinque,
sono state premiate ed hanno conquistato il “ Guidoncino
verde” che sventolerà nel guidone per un intero anno scout.
Siamo stati al campo in assoluta sicurezza, avevamo l’ospedale da campo gestito dalla CRI, la Protezione civile che
presidiava tutti i punti del campo con le vedette 24 ore su
24, le sentinelle in tre punti strategici del campo, eravamo
tutti registrati e dovevamo portare il pass sempre al collo,
nessuno poteva entrare o uscire in modo incontrollato, abbiamo fatto pure le prove di evacuazione generale, avevamo
gli estintori distribuiti in tutto il campo, enormi recipienti di
acqua, bagni chimici puliti tutte le notti, il market all’interno
del campo, tutto perfetto. è stata veramente un’esperienza
indimenticabile, pur con qualche critica e qualche difficoltà
logistica legata al numero elevato dei partecipanti, ma assolutamente straordinaria. Non c’è gioia più grande per chi
vive con i ragazzi, vedere come lo scoutismo riesca a monopolizzare ancora nel 2012, l’interesse di cinquemila ragazzi
e di circa mille capi nella grande impresa del campo estivo;
ci sarebbero tante cose ancora da scrivere, ma non riuscirei
lo stesso ad esaudire il racconto di questo fantastico campo
E/G 2012: “Se puoi sognarlo... Puoi farlo” ma per esaudire
i sogni bisogna essere svegli” Ragazzi allora…”SVEGLIA”
buone vacanze e….. GRAZIEEEEEE
Cecilia
OTT12 ilvespro | 17
Inaugurazione Campo di calcetto ASI
Inaugurato lo scorso 1 ottobre un campo di calcetto, limitrofo all’area dei servizi dell’ASI, realizzato dall’Associazione “Amico Mio” grazie al terreno messo a disposizione dalla stessa Asi, i fondi elargiti dallo Stato,
e la volontà, la determinazione e l’organizzazione di
Padre Angelo Inzerillo, fondatore e presidente dell’Associazione che da oltre un decennio si occupa di bambini che vivono in contesti sociali disagiati attraverso una
serie di servizi e progetti utili alla loro sana crescita.
Ad inaugurare la struttura è stato il Presidente del Senato Renato Schifani, insieme al Vescovo di Monreale
S.E. Mons. Salvatore Di Cristina, al Sindaco di Carini
Giuseppe Agrusa ed a don Angelo Inzerillo. Nonostante
la giornata nuvolosa e piovosa, come ha detto qualcuno,
non mancavano le “stelle”; erano infatti presenti numerose autorità militari nei massimi gradi, tra questi il
Generale Amato, comandante della Legione Carabinieri Sicilia. “Io credo” – ha detto Don Angelo Inzerillo
– “che per vincere bisogna impegnarsi, credo che per
ottenere risultati bisogna darsi da fare e sbracciarsi,
lasciare le comodità, le agiatezze e immergersi nel tessuto di un bisogno, di una necessità, che credo sia sotto
gli occhi di tutti. La mia grande gioia oggi non è stata
solo quella di veder inaugurata la struttura, ma di vedere i bambini ed i ragazzi dell'Associazione qui con noi”.
Dopo il taglio del nastro, dopo un temporale che aveva
fatto temere per il prosieguo della manifestazione, sì è
svolto un triangolare di calcio tra le rappresentative dei
giornalisti, dei magistrati e delle forze dell'ordine. Per
la cronaca, hanno vinto i giornalisti.
CARINI
18 | il vespro OTT12
SCUOLA
Gianni Leone
Provveditore agli studi di Palermo e Trapani
“…la scuola è uno straordinario crogiolo di idee ed energie. Ha i mezzi per poter ripartire, la
politica dovrebbe organizzare le cose in modo tale che possa farlo”.
Siamo all’inizio dell’anno scolastico, quindi un in bocca al
lupo a tutti: agli alunni, agli addetti ai lavori ma soprattutto all’ufficio che deve organizzare e far si che tutto si avvii
senza intoppi. Io intanto partirei col fare un augurio ai ragazzi, perché loro sono l’ubi consistam (il punto di sostegno)
della scuola, il motivo per cui la scuola vive, poi ai colleghi,
ai dirigenti scolastici, ai docenti ed a tutto il personale che
affronta un anno molto difficile, a partire dal fatto che stiamo
cominciando con ritardo. Di solito negli scorsi anni al primo
settembre avevamo già lanciato, come potremmo definirlo,
questo convoglio così articolato e così complesso che è la
nostra scuola. Non molti lo sanno ma, per esempio, la sola
scuola di Palermo è fatta da più di 200 istituzioni scolastiche
ci sono quasi 30.000 persone che ci lavorano e tantissimi
alunni. Nella sola Sicilia gli alunni sono circa 700.000, un
numero che non viene superato da moltissime città italiane, come abitanti. Una comunità straordinaria anche perché
presiede alla formazione dell’uomo, questa comunità straordinaria che al momento ha tante difficoltà; alcune dipendono
dal fatto che è stata fatta una riorganizzazione della rete
scolastica che ci ha fatto perdere un bel po’ di istituzioni che
c’erano da tanto tempo, ne dico due che qui a Palermo sono
tra le più conosciute: il “Duca degli Abruzzi” che ha perso
l’autonomia e l’Istituto d’Arte di Piazza Turba, che sono istituzioni di cui si ricordano tutti coloro che hanno i capelli bianchi come me, ma anche le persone che hanno qualche anno in
meno, istituzioni consolidate sul territorio. In tutta la Sicilia
si sono perse 278 scuole, un po’ troppe rispetto alla necessità
che avevamo di “dimagrire” un po’.
Lei diceva: siamo partiti con un po’ di ritardo. Dovuto a
che cosa?
Sicuramente non alle persone che operano. Noi siamo pochi
ormai, sempre meno. C’è una sparuta pattuglia negli uffici
che fanno l’organico e che fa le nomine, ma la verità è un’altra: il potere politico ed i sindacati sono stati li un po’ a perdere tempo in quelle operazioni di incontro, di discussione, di
contrattualizzazioni iniziali senza le quali non si può partire.
Il Ministero dell’Economia ci ha messo un po’ di più degli
altri anni a sapere quanti erano i posti che avevamo a disposizione per partire, ed invece di partire ad aprile o maggio,
siamo partiti il 2 agosto, con tutte le operazioni che sono
tante, complesse, e inutile stare qui tecnicamente a descriverle perché no ci serve. C’è però una fortuna, la scuola ha
una sua sostanziale energia che riesce a superare veramente
tutte le difficoltà; ovviamente però, quando la fanno partire
in ritardo, quando la Regione Siciliana non riesce a fare una
buona riorganizzazione, si chiama tecnicamente dimensionamento della rete scolastica, succede poi che i risultati sono
peggiori. Noi siamo purtroppo una scuola aggravata da alcune povertà, come una grande dispersione scolastica, dove
1 ragazzo su 5 non arriva a finire la scuola superiore e non
arriva a prendere il diploma e questo ci fa un po’ precipitare nelle classifiche. Abbiamo una discreta scuola elementare
ma molto in difficoltà perché gli enti locali non assicurano
le cose che dovrebbero: i locali scolastici spesso non sono
adeguati, sono di edilizia impropria con locali adattati e non
costruiti per la scuola. Questo accade un po’ in tutta la Sicilia
ed è una responsabilità della classe dirigente politica e non
solo quella attuale. La scuola ha a che fare con tutte queste
difficoltà e conta per superarle sulla voglia e sull’entusiasmo
e soprattutto su questo straordinario rapporto che c’è tra docente e allievo, potrei dire da quando la scuola esiste. Questo
certamente le da un’energia che altre istituzioni non possono
vantare per superare la crisi; la politica però dovrebbe fare
di più.
Come vede Gianni Leone la scuola del futuro, la scuola da
qui a qualche anno.
Intanto la scuola è molto cambiata anche solo dall’inizio
del nuovo secolo, è la scuola dell’autonomia in cui ciascuna
scuola prende un po’ della sua offerta formativa e l’adatta al
territorio. Certo la scuola del territorio carinese no né quella
dello ZEN di Palermo e dirò di più, all’interno dello stesso
territorio carinese ci possono essere zone diverse in cui la
scuola si deve atteggiare in modo diverso, quindi le indicazioni nazionali per il curricolo, cioè i contenuti che si devono
proporre ai ragazzi sono grosso modo gli stessi, il modo in cui
questo lo si fa deve essere diverso a secondo della diversità
dei bisogni formativi. Se si sta in un contesto dove le cose
vanno bene, le famiglie sono interessate è un conto, se si sta
in un contesto più povero dove ci sono anche nuove povertà
dove ci sono rischi per i ragazzi evidentemente ci si deve atteggiare in un modo diverso. Questo il grosso del problema,
poi in questo momento abbiamo due sfide molto importanti:
intanto la scuola sta diventando sempre più la scuola della
comunicazione digitale e non più della comunicazione analogica; nelle classi tra un po’ ci saranno soltanto lavagne interattive multimediali, che sono uno straordinario mezzo con
cui si può, per esempio, pescare un contenuto da internet e
proporlo ai ragazzi, lo si può ridurre, lo si può accantonare, lo
si può sottolineare, come facciamo con un normale ipertesto
sui nostri computer, ed i ragazzi non avranno più un quaderno
per rispondere all’input che darà il lavoro che devono fare,
ma avranno invece i tablet, come gli ipad, che cominciano
ad essere per il nostro lavoro continuamente tra le nostre
mani e li dentro ci sarà tutto: sarà conservata la lezione più
importante, la si potrà estrarre ogni volta che serve. Naturalmente per tutto questo occorre che le scuole siano attrezzate,
e spesso non lo sono, che i docenti siano preparati, e spesso
hanno bisogno di un opportuno rinforzo della loro formazione.
Ecco, sfide grandi e importantissime…
Ma non impossibili. Stiamo dando intanto un messaggio
di speranza alle mamme che vedono alleggeriti gli zaini
dei bambini in questo modo, si lamentano per i tantissimi
OTT12 ilvespro | 19
libri, troppo spesse volte. Corsi di formazione per i docenti
che dovrebbero entrare in questo nuovo mondo, ma già ci
siamo. Non manca tantissimo per realizzare tutto ciò…
No, oggi le modifiche al processo formativo, ma direi all’intero contesto comunicativo, avvengono in pochissimo tempo, con una accelerazione che potremmo dire esponenziale.
Spesso i ragazzi hanno una consapevolezza alla decodificazione dell’apprendimento digitale che è molto più veloce e
capace di adattarsi rispetto a quello dei docenti, che non sono
informatici nativi per esempio, dirò di più, una rivoluzione
ineludibile e inevitabile e quindi i nostri docenti lo stanno
comprendendo e fanno lo sforzo che hanno sempre fatto per
più importante, che non abbiamo ancora detto, c’è un processo di devolution, di spostamento del servizio verso enti
diversi, lo stato sta per abbandonare del tutto la governance
della scuola, lasciandola alle regioni. Non credo che la nostra
regione sia attrezzata oggi per caricarsi di questa enorme
responsabilità e le persone che hanno qualche competenza
nel settore oggi si sentono chiamate ad intervenire direttamente in politica proprio per questo motivo. Immaginate
cosa significa: chiudono i Provveditorati e la Regione li deve
riaprire e se il caso addirittura potenziare, perché in questo
momento hanno qualche difficoltà, la scuola deve essere riorganizzata tutta come rete scolastica e bisogna mettere delle
figure professionali nuove che sorreggano la rivoluzione digitale e chi più ne ha più ne metta. Potremmo parlare per ore
di questo… Una grande sfida, non impossibile certo, per chi
ha risorse soggettive così importanti come la scuola, per chi
ha i docenti, dentro la scuola noi abbiamo grandi intelligenze; 800 professionalità, pensate, ci sono: medici, ingegneri,
informatici, analisti di sistemi, filosofi, letterati, la scuola è
uno straordinario crogiolo di idee ed energie. Ha i mezzi per
poter ripartire, la politica dovrebbe organizzare le cose in
modo tale che possa farlo.
accettare le riforme. Anche quando queste, sempre per colpa
dei politici, sono state troppe e si sono accavallate in pochissimo tempo com’è avvenuto negli ultimi 12-13 anni.
Facciamo un ultimo riferimento: ha più volte nominato la
politica. La politica dovrebbe fare di più o dovrebbe intervenire in maniera diversa, secondo lei.
Dovrebbe essere più consapevole di ciò che accade, la cosa
Chiudiamo con un messaggio di speranza. Ce la facciamo,
insomma.
Certamente, la scuola ce l’ha sempre fatta. Diceva un certo ministro: “la scuola sopravvivrà a tutti i ministri, persino
a me…”, ed è stato un ministro abbastanza recente. Sono
d’accordo con lui.
Roberto Di Bona
20 | il vespro OTT12
PARTINICO
9 BAMBINI MORTI ALL'OSPEDALE
soltanto una tragica coincidenza?
Sembrava essersi arrestata la lunga scia di morti che aveva
travolto il reparto Ginecologia dell’Ospedale Civico di
Partinico. Una situazione inaccettabile che aveva portato
alla sua chiusura per 45 giorni nel 2011 e al riassetto
complessivo della struttura voluto dall’ASP di Palermo.
Ma qualche settimana fa, a rompere l’equilibrio
apparentemente ritrovato, è giunto un nuovo caso di presunta
malasanità, il nono dal 2008. è morto ancora prima di venire
alla luce, nel grembo della madre, Filippo Andrea. E anche
questa volta è scattata l'inchiesta della magistratura che
vuole vederci chiaro sulla negligenza denunciata dai familiari.
Eppure, le precedenti indagini non hanno portato ad
alcunché. Tutti scagionati, nessun responsabile, nessun
problema operativo e strutturale nell’ospedale di Partinico.
Non diciamo che si debbano necessariamente trovare degli
errori umani in questi tipo di indagini, ma riteniamo legittimo
dubitare del fatto che 9 morti sospette nello stesso reparto,
otto delle quali in un periodo brevissimo, siano soltanto una
tragica coincidenza. Si può pensare, ad esempio, a carenze
di organico? O a problemi strutturali che non consentano di
effettuare dei ricoveri preventivi?
Domande a cui qualcuno dovrebbe rispondere. Anche dallo
stesso reparto. Ci chiamino, ci scrivano, ci contattino per
raccontare una propria verità. Perché non è la prima volta
che delle pazienti lamentano problemi prima del tragico
evento, come in questo caso. La madre di Filippo Andrea,
infatti, da una settimana aveva alcune perdite di sangue e,
preoccupata, aveva allertato i medici che l'avrebbero invece
rassicurata, rispedendola a casa dopo alcuni accertamenti e
in vista di un successivo normale controllo di routine.
Il direttore generale dell'Asp di Palermo, Salvatore
Cirignotta, parlò nel febbraio del 2011, di un riassetto
generale del reparto, che da quel momento avrebbe
funzionato con un modello completamente diverso rispetto
al passato. Dunque, checché ne abbia detto e sia riuscita ad
accertare la Procura di Palermo, c'era qualcosa che non
andava nell'organizzazione della struttura sanitaria? Cosa?
Sono avvenute queste modifiche prospettate? Tante domande,
tanti sospetti. Ma finora nulla di più, se non la rabbia di 9
famiglie e dei cittadini che ritengono inammissibile quanto
è accaduto.
E altri dubbi sul funzionamento dell’ospedale di Partinico
sono arrivati da una denuncia in autotutela che i vertici dello
stesso nosocomio hanno presentato alle forze dell’ordine. Si
sospetta infatti che un dipendente abbia rilasciato certificati
falsi che documenterebbero i traumi provocati da incidenti,
realizzati ad hoc per truffare le compagnie assicurative. E, se
questa vicenda è vera, cioè se si riuscirà ad andare al di là di
una semplice denuncia, questo dipendente da quanto tempo
pratica questo hobby? Può aver fatto tutto da solo? Oppure
c'è una struttura di complicità, nella quale può essere entrata
la malavita partinicese? Altre domande. Altri sospetti. In
attesa, per una volta, della verità.
Gianluca Ricupati
22 | il vespro OTT12
CINISI
Lo spettro di essere
un paese virtuoso!
Il gruppo autonomo, che si è staccato in Consiglio Comunale
dal gruppo di maggioranza dell’amministrazione Palazzolo,
è oggi composto dai consiglieri: Antonino Vitale, Leonardo
Biundo, Vito Sollena e Ippolito Di Maggio.
Essi animati da concreti obbiettivi politici sottolineano
l’assenza di una direttiva che causa affanno politico
ricadente sulla cittadinanza!!
Procederemo l’intervista consentendo ad ogni membro del
gruppo di esprimere il punto di vista!!
Recentemente vi siete costituiti in Consiglio Comunale
come gruppo autonomo, divulgando una lettera
denominata “Il tempo è scaduto”. Quale è il motivo di
questa lettera?
Pres. del Cons. Nino Vitale: “Voglio fare una premessa, il
gruppo che lei ha citato denominato “gruppo indipendente
per Cinisi” è nato dal fatto che nell’arco di due anni e mezzo
circa di inizio legislatura abbiamo cercato di spronare il
sindaco sui temi di affidamento Tonnara dell’Orsa, P.R.G. ed
altre attività sociali. Abbiamo visto che si perdeva tempo ed
ogni qualvolta qualcuno voleva parlare fuori dal coro vigeva
una gestione monocratica della macchina amministrativa,
ad uso personalistico della cosa pubblica!!
Si è deciso pertanto di realizzare questo “gruppo
indipendente per Cinisi”, esclusivamente per cercare di
spronare l’amministrazione!! Il nostro ruolo sarà quello di
creare una opposizione costruttiva all’interno del Consiglio
Comunale. Oggi più che mai bisogna cercare di coinvolgere
più idee per collaborare nell’amministrare la cosa pubblica!!
Oggi tutto ciò il sindaco Palazzolo non lo ha permesso!! Noi,
in questi anni resici conto che le cose non andavano in un
certo modo, abbiamo realizzato questa lettera contestando
il fatto che: sindaco, si parla da otto anni di P.R.G. e non lo
porti in Consiglio Comunale; sindaco, da un anno e mezzo
la Tonnara dell’Orsa è in stato di degrado e non viene
fatto il bando per una gestione; sindaco, a Cinisi è stata
aumentata l’Irpef mettendo le mani in tasca dei cittadini e
non sono state valutate iniziative come quella di aumentare
la presenza dei chioschi a mare oppure la possibilità di fare
crescere le già presenti attività commerciali site in zona
spiaggia Magaggiari. Il tutto nel pieno rispetto del nuovo
P.R.G. viggente!!
La nostra lettera, rivolgendosi al sindaco, vuole
semplicemente fare riferimento ad una collaborazione
attiva e concreta con il messaggio che, dato il lungo periodo
di letargo, bisogna coinvolgere tutte le forze politiche.
Attualmente in Consiglio Comunale si ha una maggioranza
scarna 10 contro dieci, non ci vuole coinvolgere in niente,
OTT12 ilvespro | 23
oppure basta semplicemente vedere che il paese è sommerso
dai rifiuti, questa sera per l’appunto abbiamo una seduta
di Consiglio Comunale dove attaccheremo pesantemente
il Commissario, che si è insediato per l’emergenza rifiuti,
accolto dal sindaco come quello che risolverà i problemi.
Bisogna sapere che il Commissario designato costerà alle
casse comunali circa 1500 € per Cinisi e per Terrasini, per
due sole ore di delibera, ai sensi del Decreto Legg. 448
della Regione Sicilia (così ripartite: 350 € per la lettera
di intimazione che ha mandato al presidente del Consiglio
Comunale; 550 € se lui si sostituisce al Consiglio Comunale
per fare la delibera; più le spese varie per eventuale vitto
ed alloggio).
Queste per me sono le motivazioni della lettera!!”
Consig. Ippolito Di Maggio (presidente del gruppo
indipendente per Cinisi): “Nelle ultime elezioni Comunali
l’amministrazione Palazzolo si era posta un programma
che 14 consiglieri di maggioranza hanno approvato.
Fare parte di un gruppo di maggioranza vuol dire che
una proposta avanzata da un consigliere del gruppo deve
diventare interesse di tutti i componenti del gruppo.
Questo programma è stato del tutto disatteso, prova ne è
il fatto che noi abbiamo portato avanti delle proposte e
successivamente delle interpellanze. Si è parlato della
spiaggia Magaggiari, fiore all’occhiello del nostro paese,
e del problema cassonetti dei rifiuti chiedendo di farli
spostare. Nonostante l’argomento fu affrontato prima della
stagione estiva è stato risolto nell’arco di tre mesi, a causa
di lungaggini amministrative terribili che hanno causato
danni al nostro territorio in termini di immagine turistica.
Noi del gruppo indipendente per Cinisi stiamo cercando di
portare avanti, in qualche modo, ciò che era l’obbiettivo del
movimento per Cinisi. Questo progetto lo stiamo portando
avanti da tutti i punti di vista. Recentemente è stata fatta
una riunione di tutti i capi gruppo del Consiglio Comunale,
dove è stato emesso un verbale in cui si è riconosciuto il
ruolo istituzionale, dei capigruppo, ed è stato smascherato un
comportamento del sindaco, dove egli qualche mese a dietro
cercava di presentare il P.R.G. fingendo palesemente!! In
quell’occasione egli invitò dei tecnici ma di fatto non vi era
niente di ufficiale e nulla di verbalizzato! Della serie quattro
amici al bar, per discutere il problema!!
Il problema del P.R.G. è serio in quanto bisogna dare delle
risposte ai cittadini!! Sono di fatto decaduti i vincoli!!
Altro problema è il Regolamento Edilizio. Personalmente
faccio parte della Commissione Lavori Pubblici, ho cercato
di portare avanti questo regolamento e ci siamo riusciti in tre
mesi, quindi vuol dire che si è lavorato bene nel rispetto dei
tempi ma di fatto è stato bocciato dalla Regione Siciliana.
Il problema della bocciatura in questo caso è stato il fatto
che il Capo Area all’Urbanistica non essendo laureato non
può assumere quel ruolo. Pertanto in questo caso è mancata
una supervisione dell’Assessore all’Urbanistica dell’epoca!!
Tutto questo per la cittadinanza è un problema, l’economia
poteva cominciare a muoversi!! L’approvazione del R.E.
poteva essere da spunto per presentare dei progetti, in cui si
sarebbe anche combattuto l’abusivismo. Il quel Regolamento
Edilizio vi era anche la possibilità di non commettere gli
abusi.
Questi tre anni sono andati perduti con anche la possibilità di
rilanciare il R.E.!! Ancora oggi non si vede nulla in tal senso.
Abbiamo proposto un tavolo tecnico, nell’ultima riunione
fatta, dove si chiede in particolare, data la situazione di
scarsa disponibilità economica, di dare un incarico ai nostri
tecnici interni al Comune. Bisogna ammettere inoltre che
Cinisi gode di un patrimonio di tecnici all’avanguardia,
capaci e consapevoli che senza compenso economico
vogliono dare delle direttive, magari anche delle linee guida
sul P.R.G., per dare slancio al paese!!
Personalmente per la massima trasparenza ho proposto una
commissione di tecnici che verranno sorteggiati in Consiglio
Comunale, a contatto con l’opinione pubblica. Questi sono
argomenti importanti per il futuro del nostro paese!!”
Consig. Leonardo Biundo: “Il tempo è scaduto perché è da
tre anni che cerchiamo di portare avanti dei progetti per il
bene del paese. Personalmente al sindaco ho cercato di fare
capire che abbiamo a che fare con diverse esigenze della
collettività, il paese è completamente abbandonato!! Non si
riesce a discutere di nulla, si parla di privatizzare e tagliare
i rami secchi invece si continua a discutere sempre delle
stesse cose. Si continua a discutere sempre di nomine!!
Questo gruppo si è creato semplicemente per cercare di dare
un segnale chiaro alla cittadinanza e per comunicare tutto
ciò che noi abbiamo detto in campagna elettorale e che ad
oggi non è stato fatto nulla. In questa legislatura, che per
me è la prima, sto vedendo solamente interessi personali
e forme di dittatura vera e propria!! Ad oggi si sono fatte
soltanto fumo e chiacchiere!! Si parla che Cinisi è un comune
virtuoso, personalmente non lo vedo assolutamente virtuoso.
Mi impegno affinché quei rami secchi vengano certamente
tagliati come: mattatoio comunale, campo sportivo
comunale (ad oggi il campo è assolutamente abbandonato e
stiamo facendo una convocazione di Consiglio Comunale per
discutere questo tema. Nello specifico il Comune non è stato
in grado di controllare l’operato di questa Associazione.
All’inizio si è parlato tanto dell’Associazione Calcio
Taibi ed oggi l’ufficio tecnico rilascia un parere negativo
relativamente al campo sportivo, quindi viene revocata la
convenzione)”.
Quindi Cinisi ha investito in qualcosa su cui oggi non
si riesce a raccogliere i frutti? Un notevole sperpero di
denaro per mantenere questa realtà? “Non sto dicendo
questo!! Voglio dire che gli uffici non si adoperano e
rimangono bloccati, non vigilano sulle convenzioni ed il
sindaco non fa altro che fare assistenza sociale sempre
ai soliti noti dietro la sua porta, lasciando una struttura
abbandonata!! Allo stato attuale c’è una relazione tecnica,
un sopralluogo fatto dai tecnici dell’ufficio tecnico, che
dice che il campo sportivo non è idoneo!! Ritornando
sull’argomento della lettera, “il gruppo indipendente per
Cinisi” ha deciso di portare avanti i progetti e le promesse
fatte in campagna elettorale. Si è parlato di centro
commerciale il quale argomento è rimasto in balia delle
onde!! Sono stati promessi 1000 posti di lavoro che ad oggi
non ci sono. Le chiacchiere della campagna elettorale sono
rimaste tali!! Noi nel nostro piccolo cercheremo di fare i
fatti”.
Consig. Vito Sollena: “Personalmente il motivo della
lettera che il gruppo indipendente per Cinisi ha voluto
pubblicare è ricollegabile al fatto di cercare di spronare
l’amministrazione sulle varie attività, per essere coinvolti in
qualsiasi forma gestionale della cosa pubblica.
Ad oggi tutto questo l’amministrazione Palazzolo non lo ha
fatto!
di Filippo Mannino
24 | il vespro OTT12
CARINI
Si ma verso dove
Padre Puglisi quando portò a Brancaccio la mostra itinerante
“Si ma verso dove” ci tenne tanto a spiegarmi il significato di
ciascun pannello. Io, uno dei suoi più stretti collaboratori, ero
felice di ascoltarlo e lo facevo con interesse. Qual’è il senso
che vogliamo dare alla nostra vita; che direzione dare alla
nostra esistenza. Queste erano le domande che mi venivano
poste attraverso la visione di quei pannelli, ed io, che avevo
cominciato con questo sacerdote un percorso di attenzione e
di impegno sociale per tentare di risolvere, insieme ai miei
amici del Comitato Intercondominiale i problemi del quartiere Brancaccio, non potevo che essere concorde con questo
slogan tanto amato da padre Pino Puglisi. Un altro slogan
ho condiviso: “E se ognuno fa qualcosa, allora si può fare
molto”. Senza dubbio mi sento di dire che abbiamo cominciato a buttare quei primi semi tra i palazzoni di Brancaccio,
semi che cominciavano a germogliare e a svegliare la gente
del territorio. Una nuova coscienza religiosa e civile stava
per nascere là dove la mafia dei boss Graviano, della politica
collusa rappresentata dal senatore Vincenzo Inzerillo e dagli
imprenditori disonesti l’avevano fatta sempre da padrone. È
per questo che comincia la stagione delle intimidazione con
le porte di casa date a fuoco a tre componenti del Comitato
Intercondominiale nella notte del 29 giugno 1993 e due mesi
e mezzo più tardi, il 15 settembre 1993, l’omicidio di padre
Puglisi. I capi mafia Filippo e Giuseppe Graviano e gli esecutori Salvatore Grigoli e Gaspare Spatuzza sono stati riconosciuti colpevoli di entrambi gli atti criminali. A Carini il 24
settembre 2012, finalmente è stata inaugurata la piazza Don
Giuseppe Puglisi. La grande rotonda all’uscita dell’autostrada A29, accanto al centro commerciale “Poseidon”, è stata
intitolata al sacerdote morto per mano mafiosa e ha visto la
partecipazione del Sindaco e di alcuni componenti della giun-
ta, del Presidente del Consiglio Comunale e di alcuni Consiglieri, di tanta gente comune, di tutte le scuole di Carini,
delle tante associazioni giovanili del territorio carinese che
si sono impegnate in questa impresa, delle Autorità Militari,
della Polizia Municipale, della Protezione Civile, dell’Associazione Carabinieri in congedo, dell’Associazione Marinai
d’Italia, del Vicario Generale della Diocesi di Monreale, di
padre Luca Leone e padre Giuseppe Billeci ai quali va il ringraziamento dell’Associazione Intercondominiale Quartiere
Brancaccio che si è fatta carico dell’organizzazione della
cerimonia. L’imminente Beatificazione di padre Puglisi, prevista per il 25 maggio 2013, deve fare riflettere tutti. Papa
Benedetto XVI il 28 giugno ha firmato il decreto che stabilisce che il prete palermitano, il mio padre spirituale, diventerà
beato in odio alla fede perché ucciso dalla mafia. Ciò significa
che nonostante le sottovalutazioni di alcuni pezzi della Chiesa sul problema mafioso ancora una volta lo Spirito Santo
ha illuminato i Vescovi. La beatificazione di padre Puglisi
sancisce definitivamente che mafia e Vangelo sono incompatibili e quindi preti, laici, il mondo politico, imprenditoriale
ed ogni forma di potere riconosciuto non possono mantenere
rapporti con i mafiosi. E’ compito della Chiesa capire che ci
sia una sincera volontà di conversione da parte del mafioso o
di chi agisce secondo quella cultura che proviene dal sentire
mafioso che porta a calpestare la dignità del prossimo. Ma
se sincera conversione non c’è, se questo invito alla conversione viene rifiutato, il prete deve prendere le distanze. La
mafia usa la fede cristiana per diventare credibile agli occhi
della gente, la mafia infiltra nelle confraternite persone ad
essa vicine ed usa le processioni e le feste religiose facendole
diventare non misura coerente della nostra fede e vocazione,
ma momenti di folklore (cantanti, giochi d’artificio ed altro).
Quindi riflettiamo profondamente sulla domanda che padre
Puglisi ci ha lasciato: “Si ma verso dove”.
Pino Martinez
Filippo Mannino
OTT12 ilvespro | 25
L'identikit del mafioso
è proprio questa!!
CINISI
seconda parte
Ci può illustrare come la mafia entra nel sistema edilizio e
nel potere economico?
“Fino a poco tempo fa, nella nostra zona, il sistema edilizio
era un sistema economico nelle mani della mafia! Se noi
andiamo a vedere tutti i progetti di speculazione intorno
all’area urbana del nostro paese, appartenenti allo Z 10,
in cui Peppino ha fatto una grande battaglia, partendo da
alcune costruzioni che superavano i canoni urbanistici fino ad
arrivare alla zona costiera marittima, piena di cementificato
a causa dell’abusivismo, è chiaro che quella è tutta edilizia che
è stata sotto il controllo della mafia! Certo vi sono persone
che hanno costruito e non sono mafiosi, però è sempre stato
un sistema illegale e praticamente è una forma di cultura
mafiosa, che personalmente ritengo pure mafia! Allora il
problema si risolve facendo funzionare i Piani Regolatori,
incominciando a cementificare sempre meno, effettuando
controlli per quanto riguarda tutto il sistema degli appalti
delle imprese. Su questo gli amministratori possono fare
tantissimo!! Non so se lo fanno!! A Cinisi da questo punto
di vista c’è un miglioramento con un controllo maggiore
rispetto a qualche anno fa. Certo non abbiamo vinto e non
abbiamo risolto il problema, però alcuni segnali positivi sono
evidenti”.
Recentemente zona Magaggiari di Cinisi è stata posta
sotto i riflettori evidenziando la non storicità di alcune
costruzioni! Questo è un evidente sviluppo dell’illecito?
“Certamente si!! Io userei delle maniere dure, soprattutto
per salvaguardare il nostro territorio. Di questo ormai ci
resta poco e da ogni parte vedo, ed è molto scoraggiante,
forme di abusivismo forme sempre di cementificazione che
sicuramente non ci danno neanche la possibilità di respirare.
Il nostro è un territorio molto bello!! Ricordo ai tempi di
Peppino la zona Mulinazzo e la zona Pozzillo. Oggi invece se
noi andiamo a farci una passeggiata verso lo Z 10 ed anche
dopo lì vediamo un degrado, da tutti i punti di vista, in cui
vi sono catapecchie, costruzioni abusive vicino le coste ed
è impossibile accedere al mare. Questa è una cosa davvero
vergognosa!! Allora le amministrazioni potrebbero fare
molto di più!!”
OTT12 ilvespro | 27
Gestione dei rifiuti tra crisi,
sprechi e mantenimento dello status quo
PARTINICO
Ci si è quasi abituati a vivere perennemente in crisi rifiuti.
Il sacchetto della spazzatura è oramai entrato di diritto
tra gli elementi costitutivi del paesaggio del comprensorio
partinicese. Un'altra cosa alla quale forse ci si è abituati meno
è una tassa sul servizio di smaltimento rifiuti alle stelle, con
una tariffa che è tra le più alte d'Italia. Che poi questa mole
di denaro presa dalle tasche dei contribuenti non garantisca
una gestione degna dei costi che richiede, ciò importa poco
sia agli amministratori che alle cosiddette società d'ambito.
Partinico, ad esempio, ha conosciuto un progressivo aumento
dei costi che gravano sul bilancio comunale. Nel 2005 il
servizio ammontava a 3,1 milioni di euro. Nel 2011 i milioni
sono diventati 4,8. In percentuale, un secco +54%. E la
beffa maggiore è che attualmente i proventi della riscossione
disponibilità di affari per terzi, quella attualmente in vigore,
per cui portare in discarica una tonnellata di rifiuti può
arrivare a costare 120 euro. Dall'altro, la possibilità di porre
fine a questa storia, affiliarsi ad appositi consorzi esistenti e
guadagnare anche molti soldi: 120 euro per una tonnellata
di plastica, 14 per una di carta, 17 per una di vetro. E
così via. E il guadagno per i comuni corrisponderebbe
all’alleggerimento delle tasse per i cittadini. Invece, oggi, la
raccolta differenziata è un miraggio a Partinico. Addirittura i
dati sono un rebus. Si partì da un mortificante 1,9% nel 2005,
si raggiunse un incoraggiante 10,1% nel 2007, poi l'inizio
di una fase calante. I dati sugli ultimi due anni, li abbiamo
cercati. Ma dagli uffici ci viene chiesta l'autorizzazione a
fare domande da parte del commissario liquidatore della
dei tributi non bastano a coprire le fatture che la Servizi
Comunali Integrati presenta. Dunque per far quadrare i
conti, il Comune attinge da altre entrate circa il 20% della
somma dovuta, cioè quasi un milione di euro. Ma, alla fine,
poco cambia: direttamente o indirettamente, sono sempre i
cittadini a pagare. Per non parlare, di circa 10 milioni di euro
di debiti accumulati negli anni dalle precedenti gestioni che
il Comune non estingue in attesa che dai piani alti arrivi una
grazia. Un residente partinicese potrebbe anche accettare
questi esorbitanti costi se vedesse una città pulita, se potesse
constatare degli investimenti nella raccolta differenziata, se
ci fosse un piano industriale che, a lungo termine, prevedesse
risparmi nelle bollette. Invece nulla di tutto questo. Nessuno
pensa ad abbattere e ricostruire dalle fondamenta la struttura
della gestione dei rifiuti. Pensare ad un moderno ciclo di
trattamento che preveda il riciclo, addirittura la vendita delle
tonnellate di materiale differenziato raccolto, la fine delle
stagioni delle discariche che hanno costi di conferimento
incredibili (oltre ad un impatto ambientale devastante).
Da un lato una gestione che presuppone anche una grande
società. La faremo per scrupolo, ma siamo convinti che
l'attività di una società che noi paghiamo e che si occupa
di un servizio pubblico, dovrebbe avvenire alla luce del sole.
Forse i dati su una raccolta differenziata che evidentemente
si è quasi azzerata sono così deprimenti che si teme quasi
a fornirli al cittadino o al giornalista che ne fa richiesta.
Intanto, i Comuni vanno nella direzione della costituzione
di nuove società che mandino in pensione gli ATO (causa di
un debito complessivo nella Regione di 1,5 miliardi di euro),
le cosiddette SRR. Anche chi non le vuole ed esprime, per
mezzo del consiglio comunale, un voto sfavorevole, ne subisce
l'imposizione da parte della Regione che manda commissari
a destra e a manca. Saranno 10 e non più 27, ossia una per
ogni provincia più una per le isole minori. Nella legge varata
nel 2010 si leggono tante belle intenzioni, come d'altronde
si leggevano in quella che portò agli ATO. Ma siamo pronti
a scommettere che di cambiamenti ne vedremo ben pochi.
Perché in questa nostra terra deve sempre cambiare tutto
affinché nulla cambi.
Gianluca Ricupati
Fabio Zerillo
28 | il vespro OTT12
Dalla Sicilia con dolore
Lasciare quest’isola poteva essere un problema esistenziale. Un tempo, neanche tanto lontano, chi ne aveva vissuto profumi e colori durante l'infanzia, arrivati al giorno
di partire per miglior fortuna, portava con se una mestizia
senza paragoni. Un dolore dell'anima che non era solo
dispiacere per congiunti o amici ma anche per le forme
dei luoghi invero unici. Che si parlasse italiano o altro era
indifferente, si restava privi di quel qualcosa che non si
può riprodurre. Qualcosa che era fatto anche delle persone; un certo tipo di persona. Gente che sembrava vivere un romanzo infinito intriso di semplicità. Oggi tanto è
cambiato. Sono cambiate quelle persone; ora avvolte da
un'apatia profonda. Forse hanno smesso di adorare quella
terra che amavano quando hanno smesso di incresparla
del loro sudore, di lavorarla e sentirla loro. Oggi partire è
più semplice. Una intera generazione adesso comprende
che non ha più senso amare la propria terra, anzi non
gliene importa più nulla. Hanno preso troppi schiaffi; han-
no capito che li si sta illudendo e ne hanno avuto paura.
Nessuno di loro troverà nemmeno il conforto di quella
semplicità di cui gli hanno raccontato, con le lacrime agli
occhi, chiunque abbia fatto ritorno a casa. Chi ha preceduto questa generazione è riuscito nella difficile impresa di
annientare la speranza dei loro figli e tutt'ora persevera
nell'errore. Si può amare delle rovine? Forse. Non si può
vivere tra le rovine. Ed è quello che accade oggi. Manca
qualcosa che tenga unita una comunità e che oggi non è
più. Un legame, un appiglio anche per coloro che soffrono
l'indifferenza del nostro tempo verso la comunità, verso l'essere cittadini. Una conquista che non deve essere
smarrita nel limbo dell'abitudine ma riscoperta. Se qualcuno si lamenta, magari a ragione, è un buon segno. Ma
quando anche le lamentele diventano un'abitudine possiamo solo constatare di aver perso la battaglia della civiltà
nella grande indifferenza che solo chi non vuol cambiare
è capace di esprimere.
Un nuovo inizio
Alla fine di un ciclo si tirano le somme. Dell’attività svolta, dei risultati raggiunti. In Sicilia è il momento della
speranza; il momento in cui iniziamo a sperare che qualcosa cambi nelle vicissitudini di Trinacria. Il cambiamento
in cui tutti sperano quasi da sempre; perché i siciliani sperano e basta, giusto per dare l’impressione di desiderare
qualcosa di positivo. La Regione Siciliana che non cambia mai pelle tra poco avrà un nuovo governo; figlio della
folle corsa al centro, dei salotti democratici e dei circoli
parrocchiali. Non bisogna spaventare l’elettore, si dirà;
non bisogna dimostrare astio agli amici, si penserà. La
dignità di esporre le idee in modo inequivocabile, chiaro
e trasparente passerà nuovamente in secondo piano. Un
ragionamento ornato del fine pessimismo tutto siculo, capace di stravolgere le certezze di una vita solo attraversando lo stretto. Per favore non si parli di schieramenti;
qui nessuno si schiera e nessuno ha intenzione di farlo.
Chi vuol portare a compimento un progetto dovrà fare i
conti con i tizi che vagano per le sale ovattate dell’A.R.S.
ormai da vent’anni. Una generazione di fenomeni della
politica o la solita, squallida storia di clientele tramandate? Una legge elettorale dovrebbe essere così chiara da
non lasciare la possibilità a chi non va nemmeno a cercare
i voti non è pensabile; chiunque governerà avrà bisogno
del sostegno di gente fidata ( o con congrui interessi nella redistribuzione delle casse regionali). I siciliani non
protestano. Chi dovrebbe protestare? Perché si dovrebbe
votare a priori coalizioni i cui esponenti sono già stati
fallimentari? La campagna elettorale scivola via tra stuzzichini e promesse buone a strappare sorrisi meschini.
Eliminare le ideologie non è stato necessario in Sicilia;
sono talmente poche le parti sane che non c’è nemmeno
bisogno di preoccuparsi se fan rumore. Una capitale decaduta a rango di discarica a cielo aperto, davvero grande
sol quando l’han governata uomini che non avevano natali
siciliani, si appresta a fare festa. Giusto perché sarebbe
brutto non fare festa con gli amici, che son tutti vincitori.
OTT12 ilvespro | 29
DULCIS AL BACIO
La frutta martorana
Zucchero kg 1.100
Acqua g 250
Glucosio g 200
Mettere in una casseruola e portare ad ebollizione fino a 115°
Farina di mandorle kg 1
Miele g 50
Olio essenziale di mandorla amara q.b.
Vaniglia q.b.
Impastare il tutto in una planetaria o impastatrice che non sia di plastica per lo zucchero che è
troppo caldo a 115°,quindi fare molto attenzione e fare girare fino al raffreddamento, il giorno
successivo modellare a piacere e poi dipingere
con colori alimentari diluiti con acqua e alcool.
BUON LAVORO!
30 | il vespro OTT12
Nonostante tutto
continuano ad amarci
piccole storie (amare) di randagismo a Raffadalli
Diego Bello era un meticcio di Yorkshire abbandonato - in
pieno inverno - insieme a due fratellini appena svezzati alle
Colonie di Raffadali. I suoi fratellini sono morti di stenti
pochi mesi dopo… Diego era il più forte ma l’inverno, la
malnutrizione e la leishmaniosi l’hanno ucciso. Era un cane
dolce, intelligente molto ubbidiente ma è stato abbandonato
lo stesso ad una vita da randagio. Tuttopelo era un cane nero
e peloso. Era stato chiamato Tuttopelo in onore del cane del
protagonista del film Cattivissimo Me. Veramente bruttino
ma timido e diffidente. Non si avvicinava mai a chi gli offriva del cibo e aspettava che l’ospite si allontanasse per andare a mangiare. E’ morto investito nel curvone d’ingresso di
Raffadali. Solo e abbandonato nella cunetta. Senza alcuna
attenzione per verificare se era ferito o morto. Anche lui un
randagio. Sono due storie che ho vissuto di due cani che non
sono nati randagi ma lo sono diventati per la cattiveria del
padrone e il disinteresse delle Istituzioni. Ma di storie come
queste ne possiamo raccontare tante. Tutte uguali come fine.
Tragiche. Con la morte di chi è vittima due volte dell’abbandono e del non rispetto delle leggi. Eppure il randagismo
è un fenomeno abbastanza facile da contrastare. Basterebbe innanzi tutto la buona volontà delle Amministrazioni
nell’applicare e nel far applicare le norme vigenti, e nel pretenderne il rispetto, e poi un avanzamento culturale che faccia comprendere e rendere patrimonio comune il fatto che
un cane, come qualsiasi altro animale, è un essere senziente
e come tale va rispettato e tutelato. Facile a dirsi ma difficilissimo da realizzare. Generalmente le Amministrazioni non
hanno una grande cultura ambientalista e animalista. Questo è un grave deficit perché non hanno sensibilità sul tema.
Poi vi è l’annoso problema delle risorse - che in periodo di
crisi - sono scarse. E allora perché spendere soldi per i randagi? Dopotutto “mica su cristiani su cani….”. Tranne poi
ricordarsi che il randagismo è un problema, un’emergenza
quando i cani diventano “troppi”. Specialmente se attaccano l’uomo. Eppure basterebbe
poco: una campagna informativa, un periodo di moratoria per
far mettere in regola i padroni
dei cani e poi controllare che
le leggi siano rispettate. Pena
le sanzioni previste dalla legge
e la diffida. Ma disinteressarsi al problema è più semplice.
E più elettorale. Intollerabile diventa invece la soluzione
alla sovrabbondanza dei cani
con operazioni di sterminio di
massa di solerti Cittadini (si fa
per dire… sarebbe meglio chiamarli criminali) che con metodi
dolorosissimi ammazzano i cani randagi e non solo. Non rari
i casi di animali uccisi da esche avvelenate (proibite dalle norme vigenti ovviamente) che uccidono non solo i cani
randagi ma anche quelli con padrone. La cosa benché proibita è tollerata dalle istituzioni che non perseguono il crimine nemmeno con denunce contro ignoti (ma a volte ben
noti….) alla Procura. Figurarsi poi se le Autorità di Polizia
iniziano gli accertamenti di rito per individuare i colpevoli.
Pochissime le indagini, rarissime le condanne dei colpevoli.
Eppure i Sindaci sono responsabili del benessere e della
tutela dei randagi. Ma sembrano dimenticarlo impegnati
come sono a risolvere i mille problemi quotidiani della gestione di una Città. Randagi compresi. Inoltre le autorità di
Polizia dovrebbero perseguire d’ufficio TUTTI i reati anche
quelli contro gli animali e non solo quelli contro le persone o i beni. Invece… Il problema si risolve solo investendo
sulle nuove generazioni fornendo loro le corrette informazioni. Bisogna puntare alla conoscenza e sviluppare “quel”
rispetto - che dovrebbe essere scontato - che si scontra con
la dilagante ignoranza e l’ampiezza dei luoghi comuni che
sono nella maggioranza dei casi solo maldicenze. Il problema del randagismo è vecchio. Una moderna società che si
definisce civile non si misura con le strade che realizza, con
i concerti in piazza che tiene, con i palazzi che costruisce.
Una moderna e civile società si misura con il rispetto che ha
per i minori e gli anziani, per la tutela dell’ambiente, per la
conservazione della memoria e della propria identità, con lo
sviluppo della cultura e della conoscenza con la crescita
economica sostenibile ma si misura anche con il rapporto
di rispetto e amore che abbiamo per i nostri amici animali.
Non è poca cosa.
dott. Salvatore Gabriele La Spisa
Presidente Liberacqua Onlus
Associazione Ambientalista Siciliana
OTT12 ilvespro | 31
PESCE SCIABOLA
di Pino Maranzano
LEPIDOPUS CAUDATUS EUPHRASEN
1788 - SIC. SPATULA
Il Pesce Sciabola o Spatola è appartenente alla famiglia dei
Trichiuridae e al genere Lepidopus. Vive prevalentemente
nel Mediterraneo occidentale, in Italia è presente lungo le
coste del Tirreno, in Sardegna ed in Sicilia; è presente e
pescato soprattutto lungo le coste del Lazio, del napoletano
e nello Stretto di Messina, raro nell’Adriatico.
Questo pesce vive ad una profondità compresa tra i 100 e i
600 metri su fondali fangosi, ma occasionalmente può risalire anche fino a 30 metri. E’ un pesce nastriforme che può
raggiungere la lunghezza di 2 metri, largo 10 cm ed il peso
di 8 chilogrammi; il corpo è piatto e assomiglia ad una lama
dalla forma a sciabola, liscio e senza squame, di colore bianco argentato, metallizzato brillante; le pinne sono di color
giallo, la pinna dorsale è unica dalla testa fino alla coda ed
è munita di numerose spine flessibili. La coda è piccola e
forcuta, ha la testa di forma allungata con bocca grande,
munita sulle due mascelle di grossi denti, sulla mascella superiore ha denti lunghi a forma di pugnali. Ha occhi grandi
sporgenti con pupilla nera cerchiata da l’iride bianca.
Il pesce sciabola è un pesce carnivoro, predatore, aggressivo e si nutre di pesci anche più grandi della sua taglia. Si
riproduce dalla primavera fino a tutta l’estate e maschi e
femmine sono indistinguibili.
Presso lo stretto di Messina questo pesce viene pescato quasi tutto l’anno in diversi modi: o con i ciancioli o con le reti
a strascico o i palangari di fondo. Pesce conosciuto e apprez-
Nelle foto: sopra, particolare di pesce spatola; sotto esemplari di pesce
spatola. Foto di Pino Maranzano
zato soprattutto in Sardegna, nel Lazio, nella Campania e
nella provincia di Messina e di Reggio Calabria, ma anche a
Palermo. Comprare questo pesce quando ha la pelle lucida e
brillante. La Spatola è un pesce dalle carni rosate e gustose,
è di buona qualità. A Carini da pochi anni viene venduto
presso la pescheria di Giambanco, ad un prezzo modesto,
dove viene già diliscato, tagliato, sfilettato, pulito e preparato per essere cucinato sia impanato a cotoletta o anche a
forno con pomodoro, cipolla e origano.
32 | il vespro OTT12
SARAGO MAGGIORE
DIPLODUS SARGUS L. 1758 - SIC.
SARACU
di Pino Maranzano
Il Sarago Maggiore fa parte della famiglia degli Sparidae,
genere Diplodus, specie sargus. E’ un pesce che vive in tutto il bacino del Mediterraneo, presente anche sulle coste
italiane e sulle isole; sul nostro territorio è discretamente
presente.
Il Sarago ha corpo molto compresso ai lati di forma ovale,
arcuato sul dorso e sul ventre, la livrea del corpo è di colore
uniforme grigio argentato con sfumature gialle, il corpo è
attraversato verticalmente da 8 bande strette e scure, ha
testa piccola cuneiforme con bocca piuttosto piccola con 8
incisivi posizionati sulla mascella e 8 incisivi sulla mandibola, ha occhi scuri cerchiati di giallo, la pinna dorsale è unica
e lunga, all’attaccatura della coda ha una macchia nera, le
pinne e la coda, che è forcuta, sono di color grigio scuro. Il
Sarago da giovane vive in gruppi più o meno numerosi, mentre da adulto vive solitario o anche in coppia; di solito vive
in zone costiere con fondali rocciosi e in acque profonde da
qualche metro fino a 50 metri di profondità. Questo pesce si
nutre di echinodermi, di molluschi e anche di crostacei. Può
arrivare a misurare 45 centimetri per 2,5 chilogrammi di
peso. Il Sarago si riproduce tra il mese di marzo e il mese
di giugno, è un pesce “ermafrodita sequenziale alternante”
cioè alterna periodi in cui è femmina a periodi in cui è maschio, ovvero il sesso cambia periodicamente. Oltre al Sarago Maggiore nel Mediterraneo sono presenti altre 4 specie
di saraghi: il Sarago sparaglione, il Sarago puntazzo (il più
Nelle foto: sopra, esemplare di sarago fasciato; sotto, sarago maggiore. Foto di Pino Maranzano
grosso ed anche il migliore), il Sarago fasciato e il Sarago
faraone che è anche il più raro; un’altra specie di sparide
simile ai saraghi, ma non è un sarago, è la tanuta in dialetto
chiamata zippula.
Tutte le specie di saraghi sono ottime da mangiare, per questo è un pesce molto conosciuto e ricercato per la qualità
delle sue carni che sono bianche, sode e molto gustose. Comprare questo pesce quando ha la livrea iridescente e occhi
sporgenti. Si può preparare in diversi modi, soprattutto i
grossi esemplari, si possono arrostire nella griglia, anche
cucinare al forno o al cartoccio, oppure al sale.
OTT12 ilvespro | 33
Filippo Mannino
I programmi chiari, sintetici
e concreti della politica
Le elezioni Regionali rappresentano un momento in cui individualmente sentiamo l’esigenza di comunicare le nostre
preferenze con spirito consapevole delle odierne difficoltà.
Certamente oggi la politica deve cambiare le coordinate che
rappresentano la possibilità di comunicazione con l’elettorato, sempre più demotivato e demotivante. Devono essere
superati i confini clientelari, che soffocano le democratiche
ideologie che non trovano resistenza. La crisi della politica
locale assume forme globali poiché non si riesce a dominare
il buio della condizione economica. Eppure nonostante questo non sembra essere il periodo migliore è possibile individuare delle piattaforme di attracco per rimettere in sesto un
processo di sviluppo che riparta dal carattere individuale delle forme per divenire sinergia di crescita economica. Occorre
che la politica comprenda, con rapidità crescente, le invarianti del processo di crescita per mantenere lucidità e chiarezza.
Il paese ha bisogno di essere indirizzato e per fare questo
necessitano programmi chiari, sintetici e concreti. La politica
non deve essere trainata dalla competizione ma deve sapere
comunicare!! Recentemente ho avuto la possibilità di incontrare Francesco Cascio, un esponente politico che ha rivestito
un ruolo, quello di Presidente dell’Assemblea Regionale, di
notevole significato per la nostra Regione Sicilia. Egli nella
sua presentazione dichiara: “In questi ultimi mesi di vita politica, ho vissuto da cittadino della Sicilia che ha contribuito a
fare eleggere un Presidente della Regione, il quale ha tradito
il mandato, mettendo al governo coloro che avevano perso
e relegato all’opposizione coloro che avevano vinto. Questo
sentimento si associa ad una amara riflessione fatta da componente di un partito politico, che si trova a vivere il disaggio
di chi soffre doppiamente la crisi dei partiti politici. In quanto
politico onesto, che non ha mai rubato i soldi dei gruppi poli-
ELEZONI
tici e che anzi partecipa con circa 8000 € l’anno alla vita del
partito, questa mancanza generale di passione alla politica
ha causato in me un momento di personale depressione politica, in questo ultimo mese di agosto”. All’incontro vi era
anche Nello Musumeci, candidato alla Presidenza della Regione, al quale Cascio si rivolge serenamente dicendo: “…..
Devo dire che negli anni ho visto il mio elettorato crescere e
sinceramente in cuor mio ho nutrito anche l’ambizione di un
giorno essere candidato alla Presidenza della Regione, credo
che sia legittimo dato che ho vissuto tre legislature che mi
hanno visto negli anni rivestire diversi ruoli come Vice Presidente della Regione o come Capo Gruppo. Il meccanismo della Politica lo conosciamo bene!! Personalmente ho sempre
detto al mio partito che la mia disponibilità, la mia persona
e la mia esperienza è a disposizione della causa!! Se si trova
una persona migliore di me, non ho alcuna difficoltà a fare
un passo indietro, in quanto la mia ambizione non è personale
ma era un tentativo di portare avanti un progetto politico. …
Quando mi fu proposto Nello Musumeci come candidato alla
Presidenza della Regione risposi che lui è meglio di me ed in
questa avventura mi imbarco!!”
34 | il vespro OTT12
PARTINICO
L'altra Sicilia di
Giovanna Marano e Claudio Fava
Il passo indietro di Claudio Fava per un
cavillo di forma legato alla questione della
residenza in Sicilia e per quella che lui stesso definisce una situazione di “confusione
politica ed istituzionale agitata ad arte a
Roma due giorni prima della presentazione delle liste”, non ha messo fine al cosiddetto progetto “Libera Sicilia”, com’era
stata denominata la sua campagna elettorale per le regionali del 28 ottobre 2012.
Anzi, Fava stesso annuncia la scelta fatta
parlando piuttosto di due passi avanti: non
più un presidente ma una coppia di presidenti, una squadra, un uomo e una donna
che intendono con ancor più forza portare
avanti il progetto di Libera Sicilia. La nuova
candidata Presidente, in ticket proprio con
Claudio Fava, è Giovanna Marano, 53enne,
sindacalista di lungo corso, prima nel pubblico impiego, poi segretaria regionale della FIOM-CGIL, di cui adesso è presidente
del comitato nazionale. Entrambi hanno
incontrato Partinico a 5 giorni di distanza
l’uno dall’altra, per presentare la loro idea
di Sicilia, un progetto di cui sottolineano
costantemente la discontinuità e la rottura
con gli schemi del passato, di Cuffaro, di
Lombardo e di tutti i loro alleati.
Abbiamo incontrato e intervistato Giovanna Marano durante la festa di Liberazione
tenuta in città da Rifondazione Comunista.
Perché i siciliani dovrebbero sostenerla?
Cos'è “Libera Sicilia”?
È un progetto di discontinuità. Tutti i go-
verni che fino ad oggi hanno amministrato
la Sicilia ci hanno portato al fallimento.
L’ultima formula (l’asse MPA-PD, ndr) ha
dimostrato che le asimmetrie politiche non
sperimentano né laboratori produttivi, né
formule particolarmente magiche: soltanto continuità col passato. Hanno lasciato
una Regione piena di debiti, al default, in
un’emergenza di tipo economico, finanziario e sociale che non ha precedenti.
I due temi fondamentali affrontanti durante la presentazione della sua candidatura sono stati lavoro e giovani. Due punti
ben precisi su cui fondare la sua campagna elettorale…
Questa è una terra da cui i giovani vanno
via. Abbiamo un tasso di disoccupazione
giovanile e femminile che è tra i più alti
d'Europa. Per questo abbiamo il dovere di
sperimentare ricette nuove, proiettandoci
in una dimensione di sviluppo che permetta
loro di rimanere qui. È necessario innanzitutto liberare la regione dal malaffare, ripulire la spesa pubblica da tutti gli sprechi.
A cominciare dai costi della politica: hanno
avuto la furbizia di farci andare alle elezioni in modo da mantenere all’ARS 90 parlamentari, facendo finta di ritoccare il livello
degli stipendi. Invece noi abbiamo bisogno
che gli stipendi diventino delle cose dignitose, più simili a quelli delle persone che
rappresentiamo, e abbiamo bisogno di togliere i mille rivoli dello sperpero della spesa pubblica regionale, a cominciare dalla
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moltiplicazione dei consigli d'amministrazione delle società miste, dall'uso sbagliato
che si è fatto dei fondi europei. È necessario liberare risorse per il microcredito per
permettere ai giovani di sperimentare investendo risorse, ripartire dall’energia pulita
senza contaminazione del malaffare. Si è
speculato pure su quello che doveva essere
il nostro patrimonio energetico alternativo.
In poche parole, rendere produttiva la Sicilia e fare ripartire il lavoro. E collegarci
al mondo giovanile dell'università. Abbiamo
tre strutture pubbliche (Palermo, Catania,
Messina) che devono tornare ad avere una
centralità nell'innovazione, nei processi
produttivi. Un esempio nel settore energetico: non deve verificarsi più che venga la
Sharp dal Giappone, invitata e finanziata
con fondi pubblici grazie a Miccichè. Abbiamo una splendida università a Catania, con
un dipartimento di energetica che avrebbe
potuto creare un prototipo molto più avanzato di quello proposto dai giapponesi.
Per leggere l’intervista integrale, dove si
parla anche di gestione dei rifiuti e sanità,
visita il nostro sito: www.ilvespro.it
Edicole:
- Sole Luna, Corso dei Mille 159
- L’ora, via Oldani 8
- Edicola di Salamone Filippo, Corso
dei Mille 131
- Oltre le parole, via Matteotti 74
- Alfa e beta, via Genova 50
- Tabacchi-edicola di Cammarata
Francesca, via Crispi 82
36 | il vespro OTT12
IL PAESE DEL MESE
PRIZZI
di G. Armetta
Prizzi è uno dei 10 comuni più alti della Sicilia e si trova a
quasi 1.100 metri sul mare. Il panorama che ci offre questo caratteristico paese spazia dal mare di Sciacca alle
nevi dell'Etna. Il paese appartiene alla provincia di Palermo è dista dal capoluogo 80 Km.. Il centro storico è
ben conservato. Le caratteristiche viuzze, i vicoli, i cortili e
le ripide scalinate gli conferiscono un tipico aspetto medievale. Oggi Prizzi ha circa 6000 abitanti e conserva anche
una economia di tipo artigiano, con produzione di lavori in
legno, cuoio e ferro. Un tempo nota per i bellissimi ricami,
Prizzi produceva specialmente nel quartiere del "Terrazzo"
(dall'arabo "tiraz", laboratorio di stoffe), meravigliosi corredi nuziali ("carpituna", ancora oggi prodotti e reperibili) e
bisacce. Nel territorio comunale vi è ubicata una stazione
meteorologica ufficialmente riconosciuta dall'Organizzazione meteorologica mondiale.
Alcuni cenni storici del paese
Nel territorio di Prizzi nell'antichità si stanziarono molti
diversi insediamenti umani, come dimostrano le stazioni
preistoriche e protostoriche, i villaggi indigeni ellenizzati e
punicizzati o le fattorie romane. Le origini del paese sembrano risalire dai superstiti della città sicana Hippana che,
nel 258 a. C., originarono il Castello di Prixis. La città di
Hippana è stata probabilmente fondata da Gerone, intorno
al 480/476 a.C . Si narra che, in seguito ad un assalto dei
Romani, gli Hyppani si rifugiarono sulla Montagna di fronte, denominata “Montagna dei Cavalli ” da qui la nascita
del popolo di Prizzi. Nei secoli la cittadina, che ha conservato
intatto il suo fascino medievale, ha subito innumerevoli dominazioni che ne hanno ampliato l'importanza. Poco alla volta e per un insieme di eventi favorevoli, Prizzi si costituisce
capoluogo dei casali e villaggi vicini e si attribuisce un esteso
entroterra che diviene la sua provincia. Questo territorio
su cui Prizzi riesce ad imporsi, nel 1155 viene smembrato
da Matteo Bonello, signore normanno di Prizzi, che ne
assegna una parte al monastero di S. Angelo e una parte al
monastero di San Cristoforo. La donazione di Matteo Bonello al monastero di Sant'Angelo fonda l'attuale territorio
comunale di Prizzi.
Personalità legate a Prizzi
- Giuseppe Alongi: criminilogo, mafiologo.
- Nicola Alongi: dirigente politico, intellettuale autodidatta,
sindacalista, vittima della mafia.
La sua storia si intreccia con quella del socialismo e dei
movimenti popolari in Sicilia dalla fine dell’Ottocento al
primo dopoguerra, legata inesorabilmente alla società del
latifondo ed alle sue gerarchizzate figure di camperi, gabelloti, proprietari medi e agrari aristocratici proprietari di
latifondi.
- Vito Mercadante: poeta, scrittore, sindacalista e organizzatore attivo del movimento operaio
- Ennio Pintacuda: religioso gesuita, sociologo, politologo.
- Giuseppe Vaiana: ingegnere, fisico, astronomo.
Le Chiese di Prizzi
Prizzi è un paese ricco di tradizione e storia, con un immenso patrimonio culturale e artistico che trova la sua più alta
espressione nelle innumerevoli chiese (Chiesa di San Nicolò
- di Santa Rosalia di San Francesco - di Sant' Antonio - di
San Giuseppe – di Sant' Anna – di San Calogero - di San
Giovanni della Madonna del Soccorso (Crisiedda) - della
Madonna del Carmelo ) che si possono vedere e apprezzare per le strade e i vicoli del paese. Tra le quali spicca la
Chiesa Madre del XVI secolo che fu costruita sull'originaria
Chiesa di San Giorgio. Citiamo anche la Chiesa del Crocifisso
del 1706 di tipica fattura barocca. È una delle più antiche
e maestose chiese di Prizzi, ad esse sono legate la storia e
le tradizioni del paese. La storia di questa chiesa è legata
alla "confraternita dei peccatori penitenti" già presenti nel
nostro territorio fin dal 1910 e a cui è da attribuire
l'istituzione della manifestazione folkloristica del "BALLO
DEI DIAVOLI" che oggi rende Prizzi e le sue tradizioni celebri in tutto il mondo.
I Murales
Meritevoli di essere visti a Prizzi sono i murales che adornano le pareti di case in pieno centro storico. Sono stati commissionati dal comune - nel 1989 - a tre artisti siciliani: Totò
Bonanno, Franco Nocera e Mario Bardi. I Murales oltre a
essere il fiore all'occhiello di Prizzi, sono dei richiami per i
OTT12 ilvespro | 37
ferno e sul viso un'ampia maschera di ferro con una larga
bocca da dove fuoriescono una lingua e grossi denti, gli occhi
sono rappresentatati da due piccoli fori che contrastano
con un grande naso; due corna caprine sono trattenute da
una pelle di caprone che ricopre le spalle di chi l'indossa; le
due maschere si differenziano per il diverso colore del vello:
uno nero e l'altro bianco; entrambi portano tranci di catene
di ferro. Diverso il personaggio della morte: indossa anche
un largo abito di tela di lana, tinta di un colore giallo ocra
tipicamente chiamato “giallo morte di Pasqua”, la maschera
di cuoio che simula un orrido teschio dalla cui bocca fuoriescono delle lunghe zanne.
La morte con la mano agita uno strumento stilizzato che simula nella fattezza una balestra. I diavoli e la morte così
abbigliati scorazzano per tutta la mattinata lungo le salite
visitatori della cittadina prizzese.
Il museo archeologico "Hippana"
Il museo ospita due sezioni: una dedicata alle collezioni archeologiche ed una naturalistica.
Nella sezione archeologica sono ospitati numerosi reperti
provenienti dall'antico abitato posto sulla Montagna dei
Cavalli, identificato con la città di Hippana che fu conquistata dai Romani nel 258 a .c. durante la prima guerra punica.
I reperti danno un quadro storico ampio dalla nascita della
città avvenuta intorno al VII secolo a. c. da parte di genti
sicani, al suo periodo di grande splendore (ne è testimonianza
il teatro) fino alla sua distruzione nel III sec. a. c. Molto
interessante la sezione numismatica, con una collezione di
monete della prima età ellenistica e monete quasi certamen-
te provenienti dalla città di Hippana. L'altra area del museo
è dedicata alle ere geologiche in Sicilia.
Una prima sezione è dedicata ai fossili e minerali della
Sicilia ordinati " stratigraficamente ", che testimoniano il
periodo degli ultimi 250 milioni di anni. Nella seconda
sono esposti più di 100 campioni di minerali con pannelli che
ne illustrano le principali proprietà.
"Ballo dei Diavoli"
Esso si svolge nella Domenica di Pasqua e rappresenta la
lotta fra il Bene ed il Male.
L'iconografia della festa si basa su dei costumi e delle maschere particolari, i personaggi sono tre: due rappresentano
“i diavoli”, ed una di statura più alta e snella, “la morte”. I
diavoli indossano un largo abito di tela di lana, tinto di un
colore rosso quasi a riprendere il colore del fuoco e dell'in-
e le discese del paese. Nel pomeriggio si entra nella rappresentazione scenica principale “du ncontru” che si svolge in
maniera sequenziale in vari punti del paese. Ad un capo
all'altro della via si dispongono la statua dell'Addolorata e quella di Gesù Cristo. Accanto a quest'ultima,
due angeli con la spada in mano. Ai piedi della Madonna
e del Cristo si chinano a baciarli, i due diavoli e la morte
“che prendono la pace prima du ncontru”. Al momento
dell'incontro i tre cominciano ad agitarsi correndo da una
statua all'altra saltando e ballando, i diavoli sbattendo la
catena contro la maschera, la morte roteando la balestra.
Questi movimenti che simulano il tentativo di impedire l'incontro tra Madre e Figlio, sono detti il ballo dei diavoli. Per
tre volte le statue della Madonna e del Cristo, portate a
spalla, si accostano precipitandosi l'una verso l'altra e
rapidamente separandosi. La terza volta il manto nero cade
di colpo dalle spalle dell'Addolorata e viene sostituito
da quello azzurro. La Madonna ha incontrato il figlio, o
come si dice, lo ha riconosciuto.
Contemporaneamente gli angeli colpiscono i diavoli sconfiggendoli. Il significato profondo della manifestazione consiste
nella vittoria del bene sulle forze del male. Oltre al Ballo
dei diavoli durante l'anno vi sono altre feste che richiamano
senza dubbio tanti turisti:
19 Marzo Tavolate di San Giuseppe – Marzo / Aprile La
Settimana Santa e il Ballo dei Diavoli
23 Aprile Festa di S. Giorgio - Maggio Sagra Agro Pastorale
Agosto La festa della Madonna del Carmelo o del Carmine ;
Solenni Processioni 19 Marzo “S. Giuseppe”, Maggio
“Ascensione del Signore”, Giugno “Corpus Domini”, Agosto
“Maria del Carmelo”, 4 Settembre Santa Rosalia, 23 Settembre “Padre Pio” Ottobre “S. Maria del Soccorso”, 8 dicembre “S. Maria Immacolata”
38 | il vespro OTT12
SICILIA
Il Centro Ufologico Siciliano
seconda parte
Dobbiamo tenere in forte considerazione il
fatto che una testimonianza, a prescindere
dal fatto che sia più o meno attendibile, va
vista in chiave di lettura insieme alle altre
prove, e viceversa le prove vanno vagliate
anche attraverso le testimonianze. Se la
persona che testimonia è dubbia; partono
(anche se molto raramente) indagini sulla
serietà del testimone stesso, poiché purtroppo una persona poco seria ed inaffidabile potrebbe minare la credibilità persino
del video o del caso più realistico, e portare
l’ufologo che ne segue il caso ad essere screditato di conseguenza. Una volta stabilito
con software per il filtraggio foto-video ed
altro, che non si tratta di oggetti conosciuti,
si cerca di stabilire quella che è (almeno
in teoria) la dinamica dell'evento visto in
foto, nel video o raccontato dai testimoni,
e questo si cerca di farlo proprio attraverso
gli occhi di quest'ultimi, cercando quindi di
ricostruire l'evento così come è stato visto
e riportato. Quando tale ricostruzione è
fattibile si presenta davanti l'ufologo uno
scenario quasi preciso con traiettorie, dinamiche ecc.. Da lì si possono quindi elaborare tesi più specifiche, ed il ricercatore
può a quel punto persino approfondire la
propria opinione; quest'ultima dopo il lavoro di esclusione e di indagine che viene
effettuato in modo meticoloso, sarà decisamente più obiettiva e meno fantasiosa. Voglio sottolineare che c'è una fondamentale
importanza tra ciò che un ricercatore ufo-
logico sostiene come dato, e ciò che è l'elaborazione di una propria tesi; come tutti gli
uomini elaboriamo tesi personali, abbiamo
quindi opinioni soggettive, e cerchiamo di
dare manforte alle nostre idee; questo però
non deve influenzare assolutamente il lavoro di indagine, e precludere quindi altre
teorie o spiegazioni plausibili, soprattutto
se lo studioso si prefigge di fare corretta
informazione e divulgazione tecnico scientifica. Quindi in conclusione io stesso non
dirò mai formalmente che un oggetto per
me è extraterrestre, neanche se le prove
lasciano pochi dubbi, ma userò sempre il
condizionale che è imposto dal beneficio
del dubbio. Lascio a voi lettori il giudizio
finale su eventuali analisi da me esposte in
pubblico in altre sedi o altri momenti, perché ognuno di noi con la propria coscienza, interpreta ogni dato tecnico-scientifico,
racconto, o accadimento liberamente e
personalmente nonostante esso rimanga
sempre un dato identico per tutti. Ritengo
importante che le risposte ad i quesiti o la
divulgazione informativa, devono essere
sempre e comunque corrette ed al di sopra delle parti in gioco (per quanto questo
sia possibile). Nelle mie indagini, lascio
sempre spazio aperto sia alle domande che
alle risposte, ognuno di noi infatti dovrebbe
essere svincolato da quei pregiudizio che
riguardano i campi di studio e ricerca che
non ci appartengono, o semplicemente di
interessi e passioni a noi estranei, queste
differenti opinioni ci daranno sicuramente
una visione differente dei dati, delle notizie e dei fatti. Ritengo inoltre lo scambio
di opinioni e dati (per quanto a volte ostico) essenziale e costruttivo. D'altra parte
coloro che invece hanno una preparazione
scientifica o parascientifica di un settore di
studi e ricerche, dovrebbero avere anche
l'umiltà di mettere in discussione le canoniche possibilità scientifiche, e le proprie
conoscenze, in virtù del fatto che non siamo
così vicini alle verità assolute, e non abbiamo di certo risposte a tutte le domande.
Il più grande difetto delle materie parascientifiche, dell'ufologia e dell'esopolitica
è la mancanza di collaborazione, confronto
delle opinioni e coordinazione; ovviamente
il tutto sarebbe opportuno ed utile se fatto
sempre in modo corretto e senza doppi fini.
Gabriele Lombardo
Coordinatore e Responsabile del C.U.S.
(Centro Ufologico Siciliano)
OTT12 ilvespro | 39
CORSO FORMATIVO DI
Disegno e Pittura
Il Maestro Pippo Giambanco, a partire dal 25 settembre, ha iniziato il corso di preparazione per conoscere le basi tecniche del
disegno e della pittura, nonché le nuove tendenze dell’arte contemporanea. Il corso, le cui iscrizioni sono aperte, si tiene presso
il Castello La Grua Talamanca nella sala attigua all’aula multimediale.
Per informazioni ed iscrizioni rivolgersi al Castello dal martedì al
sabato dalle 17:30 alle 19:00Progetto: Murales (abbellimento di una via della città), Estemporanea allievi con premiazione, Mostra di fine corso in una sala del
Castello, un Totem per tutti, Arte del riciclaggio, Decorazione vasi
e piatti, Mosaici di carta, Gita culturale d’arte.
CARINI
OTT12 ilvespro | 41
Filippo Mannino
La LUP ed il ruolo
formativo alla Politica
La nostra terra di Sicilia è stata negli anni motivo di orgoglio
ma anche territorio di scontro che ha sottomesso il cittadino,
confinandolo alla dipendenza Regionale e Nazionale. Essa
ha acquisito nel tempo una stratificazione di azioni che hanno
donato carattere al suo patrimonio antropico e valore al suo
territorio!!
La Sicilia, per la sua strategica posizione sul Mediterraneo,
storicamente ha determinato il ristabilimento degli equilibri
democratici, sul piano socio-economico e politico.
Sul piano Nazionale significativa e determinante è oggi
l’assenza, nel mondo dei Partiti politici, delle scuole
di formazione politica. L’esperienza nel partito, la così
detta militanza, ha causato una fiducia che ha causato la
destabilizzazione del sistema democratico.
La politica ha l’esigenza di rideterminare, oggi più che mai,
le coordinate per definire gli obbiettivi politici. Troppo spesso
si assiste alla perdita di quei valori etici, che alimentano le
passioni e ridanno slancio alle azioni.
Il ruolo della Libera Università della Politica, oggi affiancata
dall’Università degli Studi di Palermo dalla Camera di
Commercio da Confindustria Sicilia e dal Distretto Rotary
International 2110 Sicilia-Malta, assume sempre più
carattere formativo a supporto dell’odierno ruolo della
Politica.Ho voluto intervistare l’architetto Michelangelo
Salamone e l’ingegnere Giacomo Greco rappresentanti e
promotori della “Libera Università della Politica”, il cui
fondatore fu Padre Ennio Pintacuda scomparso nel 2005.
Come nasce la Scuola di Formazione Politica? Chi era
Padre Ennio Pintacuda?
Risponde Michelangelo Salamone “L’esigenza di una
formazione dei rami politici, cioè dei uomini dedicati
alla Politica, non è una cosa recente e neanche di nostra
concezione. Padre Ennio Pintacuda già alla fine degli anni
’80 si pose quell’obbiettivo!!
Alla base della storia di Padre Ennio Pintacuda vi era l’ISAS
(Istituto di Scienze Amministrative e Socio-economiche),
che i padri Gesuiti di Palermo, della Casa Professa, ad un
certo punto capiscono essere necessario formare. Essi
però questa la pensano non tanto per il mondo politico ma
prevalentemente per il mondo amministrativo. Cioè siamo
ancora nel pieno della creazione della Regione Siciliana
e non solo. Ad un certo punto, secondo quella visione,
l’approccio per cambiare, per portare la Sicilia a certi livelli,
doveva partire dalla rivoluzione dell’apparato burocraticoamministrativo. In effetti essi fanno una serie di attività
rivolte proprio in questo settore.
Secondo il mio punto di vista Padre Ennio Pintacuda ad un
certo punto si rese conto che partire soltanto dalla macchina
amministrativa non era per nulla sufficiente, dato che le
decisioni importanti venivano prese dal mondo politico!!
Ancora di più a partire dall’omicidio Mattarella egli si rende
conto che non era più possibile cambiare dall’interno la parte
principale del mondo politico, che era la Democrazia Cristiana.
Adottò allora uno strumentino che risultò essere il grimaldello
che contribuì, anche a livello nazionale, a scardinare il
sistema politico che faceva perno sulla Democrazia Cristiana.
Questo piccolo giocattolino si chiamava Movimento Città per
l’Uomo, ideato da Padre Ennio Pintacuda!!
Cioè, egli
capì che ad un certo punto c’era la possibilità di realizzare
un movimento in ambito cattolico, che giocasse con una sua
ambivalenza. Consisteva in un movimento che lavorava nei
quartieri ed una volta formato, all’epoca da poco erano stati
costituiti i Consigli di quartiere a Palermo ed in Sicilia, si
partiva dalla piccola unità del Consiglio di quartiere per poi
diventare non più una piccola cosa in ambito ristretto ma
cominciò ad assumere una valenza politica maggiore, che
diventò poi un esempio su scala nazionale.
Successivamente fu costituito il gruppo politico della Rete,
quindi si ebbe l’evoluzione di un certo sistema politico che
vide la crisi del sistema politico nazionale, in cui saltano
tutti gli equilibri. Nel nuovo che si affaccia ancora di più
c’era l’esigenza di formare una classe politica adeguata ed
idonea. All’epoca Padre Pintacuda si sa era molto vicino
all’onorevole Orlando, quindi al gruppo politico della Rete,
ed a quel punto, un po anche per caso ed un po capendone la
necessità, agli inizi degli anni ‘90 comincia in questo borgo di
Filaga lo stage di formazione politica che in realtà era molto
elastico, rispetto all’odierna scuola di formazione che lei ha
oggi conosciuto con la sua partecipazione.
Ecco che in quel movimento nascente ci fu chi pensò
concretamente al momento formativo, in un periodo di
trambusto politico a livello nazionale, anche grazie alla
partecipazione di giovani interessati che non avevano mai
ricevuto alcuna formazione politica.
Questa formula Padre Pintacuda la conosceva bene in
quanto l’aveva già applicata al centro ARRUPE, dei padri
Gesuiti dove lui operava!! Questo centro nel momento in cui
si aggiunge Padre Sorge diventerà un centro di formazione
politica vero e proprio. Quindi Padre Pintacuda, prima con
il centro ARRUPE e poi con questa scuola di formazione
di Filaga, mantiene una continuità formativa con l’unico
obbiettivo alla politica.
In questo processo formativo di continuità ad un certo
punto la Libera Università, che nasce all’interno del gruppo
politico della Rete, decise di affrancarsi da quel gruppo
politico. Infatti esisteva l’incompatibilità tra l’obbiettivo di
trasversalità politica, carattere essenziale della scuola, e
l’appartenenza al gruppo politico della Rete.
Quindi la LUP ad un certo punto intraprende un suo percorso
formativo indipendente dai partiti politici!! L’evoluzione di
42 | il vespro OTT12
questo percorso portò Padre Pintacuda alla sua nomina di
presidente del CERISDI al Castello Utveggio. A quel punto
Padre Pintacuda decise che era inutile continuare a formare
momentaneamente dei quadri politici, con l’esperienza di
Filaga, avendo a disposizione uno strumento più forte. Anche
da quella sua nuova posizione, da presidente del CERISDI,
esiste una continuità formativa, in quanto tutta l’esperienza
di Filaga torna utile. Infatti l’idea dell’EuroMediterraneo,
nata al CERISDI, consente di ampliare l’orizzonte creando
un Master e dialoga con i ragazzi del Mediterraneo, molti
masterini vengono dal paese del Nord Africa. Quindi
concretamente vi è, in tutto questo percorso, una continuità
di azione!!”
Quale è oggi il motore della Libera Università della Politica?
“Sostanzialmente la Libera Università della Politica è
legata ad un leader carismatico, quale è stato Padre Ennio
Pintacuda. Oggi la LUP è strutturata obbligatoriamente sulla
base di un dialogo tra i suoi componenti, cosa che prima non
era. Dopo la sua morte, non essendoci più il leader massimo,
ognuno di noi, con la propria esperienza e le proprie visioni,
deve graziosamente dialogare per un confronto e portare
avanti la scuola. È certamente una gestione completamente
diversa!! Quello che noi abbiamo immediatamente capito è
che questa esperienza di Filaga e la stessa figura di Padre
Pintacuda, per quello che rappresentava, doveva servire
come possibilità nel prendere il testimone. Devo dire con
molto coraggio in modo particolare Giacomo Greco ed io,
mentre i nostri ci prendevano per pazzi, abbiamo voluto
riprendere i sentieri di Filaga, già circa tre anni fa. Con
quest’ultima, che si è svolta a Palermo dal 27 agosto al 2
settembre 2012, siamo alla quarta edizione!! Con Padre
Pintacuda lo stage non aveva l’impostazione di vera e propria
scuola di formazione, quindi non era codificato e strutturato.
Oggi, grazie a quelle esperienze, allo stage è stato dato una
struttura e connotazione, ecco che è venuta fuori la Summer
School. Devo dire le tre precedenti edizioni sono state più
delle prove ed errore. Si è fatto più leva sugli argomenti
giuridico-sociologici oppure sulla capacità di leadership, a
volte con approcci meno politici e più da manager. È stata la
messa a punto di un sistema formativo ovvero di un metodo,
mettendo insieme persone diverse nel fare le cose!! Dalla
morte di Padre Pintacuda, nel 2005, abbiamo costituito la
scuola con sei soci e molti collaboratori, che per noi hanno il
nostro stesso peso.
Il nostro operato, privo di beneficio economico, è inteso come
una missione che ha visto in voi corsiti la concretezza. Questa
è la cosa più bella che va aldilà di ogni considerazione!!
Quest’anno abbiamo capito che la scuola doveva avere una
connotazione precisa e strutturata, con anche una scelta non
abbiamo chiesto alcun aiuto ad enti Pubblici. Questo ci ha
consentito di essere molto più liberi di fare le nostre scelte!!
Oggi credo che l’obbiettivo principale è quello di non
disperdere quel patrimonio umano, che è stato formato in
questi anni!! Certo interessante sarebbe una condivisione nel
tempo delle cose che facciamo, anche nei vostri territori!!”
Risponde Giacomo Greco: “Vorrei cogliere l’occasione per
rivolgermi alla futura classe dirigente!! Si assiste oggi, con
grande amarezza, al silenzio sui programmi per il futuro
della Sicilia da parte della maggioranza della classe politica.
Si sente parlare di strategie e di apparentamenti, ma
di programmi seri neanche l’ombra. Soltanto qualche
dichiarazione verbale da parte di pochi candidati e niente
più!! Ma per i giovani disoccupati, i padri di famiglia che
hanno perso il lavoro per la chiusura dell’azienda in cui
lavoravano, e sono tanti, a chi interessano questi Siciliani?
Nei vostri programmi ricordatevi dei nostri giovani
disoccupati, disperati, laureati e non. Pensate alla
creazione di un Assessorato Regionale alle Politiche
Giovanili, in cui tutti i giorni ci lavorino funzionari che
pensino a cosa fare per creare lavoro e sviluppo “vero”.
Ricordatevi che la Sicilia ha “vocazione” TURISTICA e che
con il sole presente quasi tutto l’anno, si può puntare a tutti i
tipi di turismo, compreso quello sociale. Per lo stesso motivo
possiamo sviluppare il campo delle energie alternative,
sfruttando il grande soleggiamento di cui godiamo tutto
l’anno. L’energia pulita è occupazione, è salute e salvaguardia
dell’ambiente! Non ci vuole molto per capire queste cose!!
Perché non si sono sviluppate mai e si sono messi tutti i
paletti per non andare avanti in questa direzione? Siamo
autolesionisti!! Fate qualcosa per salvare i giovani, i meno
giovani e tutti i siciliani che non arrivano alla terza settimana
del mese!!”
Grazie e buon lavoro.
CIAO TOTò
è trascorso già un mese, ma sembra ieri che ci siamo incontrati,
come accadeva spesso la mattina quando ero alla ricerca di un
posteggio. Tu sempre sorridente,
nonostante tutto, sempre allegro
e disponibile, così come ti avevo
conosciuto circa 20 anni fa, quando lavoravi per il Comune di Carini all’ufficio tecnico comunale.
Una persona gentile e sempre
disponibile. Era una mattina di
metà agosto e tu eri d’avanti
casa, “ciao Totò, come va?”, e tu
sempre con la tua risposta “tutto
apposto…”. Sono partito per le
vacanze e quando sono tornato
l’amico Pino Maranzano mi ferma per strada: “nel prossimo numero del giornale mi devi lasciare uno spazio speciale per mio
compare Totò Giunta”, pensavo
a Giuseppe che sarebbe diventato papà per la seconda volta e tu
nuovamente nonno, ma la faccia
triste di Pino aveva un altro riferimento. Te ne sei andato quel
pomeriggio d’estate… ciao Totò,
persona gentile!
Ambrogio Conigliaro
OTT12 ilvespro | 43
44 | il vespro OTT12
CARINI
OPERAZIONE CARINI PULITA
Una discarica di 6000 mq accanto ad
una chiesetta ed al cimitero
Una vasta operazione di controllo del
territorio a salvaguardia dell’ambiente per prevenire e reprimere eventuali
violazioni alle norme sull’illecito conferimento dei rifiuti è stata effettuata stamane dagli uomini della polizia municipale di Carini del comandante del corpo,
Marco Venuti, coordinate dalla procura
della repubblica di Palermo. Nel rione
SOFIA vicino al cimitero è stata sequestrata un’area di 5.000 mq contenente
circa 6000 mc di rifiuti riversati tanto
da far alzare il livello originario del terreno. La zona è particolarmente importante poiché insiste in un’area soggetta
a vincolo cimiteriale e fluviale ( trovasi
a ml 100 dal “pozzo Adragna”).Il toponimo di Sofia, nella cartografia carinese,
è presente già nel XV secolo (nel 1546
è detta “contrada Sufia di Munti Tabor,
dal monte Tabor di Gerusalemme dove
avvenne la trasfigurazione di Gesù) dove
venne realizzato nella metà del 1500 il
Convento dei Cappuccini (a poche centinaia di metri di distanza). Il nome Sofia
è di probabile origine bizantina, essendo
il sito attraversato da un’antica strada di
epoca romana (deverticula) che collegava la via Valeria (poi Regia Trazzera della Marina) ad un’altra strada montana
tra San Martino delle Scale e Partinico.
Lungo questa “deverticula”, che costeggia per buona parte il Vallone San Vincenzo, erano collocate chiese dedicate
a santi venerati in epoca bizantina: San
Giovanni Crisostomo, San Niccolò, Santa
Sofia, Santa Venera e Santa Maria Maddalena. Proprio da Sofia-Monte Tabor
la strada che saliva dall’antico insediamento di San Nicola si biforcava prendendo le direzioni di Montelepre (per la
chiesa di Santa Venera) e Palermo via
San Martino delle Scale (per la chiesa
di Santa Maria Maddalena). L’attuale
chiesetta presente sulla collina di Sofia
è stata realizzata probabilmente sui re-
sti della struttura precedente, di cui si
è persa memoria. La collina sovrasta il
Cimitero di Carini, il pozzo L’Atragna e
l’antico ponte medievale di San Vincenzo. Sono in corso indagini per individuare
i responsabili il reato ipotizzato è quello previsto dalle norme in materie ambientale contenute nel d.lgs 152/2006
e dal decreto ministeriale che ha esteso alla provincia di Palermo lo stato di
emergenza nella gestione dei rifiuti già
prevista per la città di Napoli. La pena
può arrivare nei casi più gravi all’arresto da sei mesi a due anni e all’ammenda
da duemilaseicento euro a ventiseimila
euro se si tratta di rifiuti pericolosi. Dieci verbali da euro 50 sono stati redatti
per violazione dell’ordinanza sui giorni
ed orari di conferimento dei rifiuti. In
via Conceria (Carini centro) sono stati
accertati opere edili abusive consistenti
nel consolidamento strutturale con cordoli in cemento armato in assenza del
permesso del sindaco e del genio civile.
è stato pertanto effettuato il sequestro
preventivo dell’area, inviato alla Procura
della Repubblica per la convalida. è stato denunciato R.G di anni 48, di Carini.
Altri due sequestri sono stati effettuati
a Villagrazia di Carini, in Via Dallas e in
via Cangemi, sempre per immobili abusi-
vi. Denunciati C.G di anni 32 di Palermo
e R.G di anni 45 di Carini. “L’azione di
controllo proseguirà incessantemente
come disposto dal Sindaco che sul tema
dei rifiuti è particolarmente sensibiledice Venuti- cambieremo sempre giorni
ed orari delle operazioni per non dare
punti di riferimento a questi veri e propri
eco criminali”. A breve verranno installate delle telecamere collegate ad un
sistema di videosorveglianza la ditta
affidataria ha già iniziato i lavori. Non
ci lasciamo scoraggiare su un tema così
importante per la salute pubblica.”
OTT12 ilvespro | 45
LEGALITà e turismo
Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando
incontra il Ministro Montaftchitysky
Pietro Conigliaro, noto sportivo
carinese nonché Arbitro Internazionale di Pesistica, ha promosso
l’incontro. Sono stati ricevuti a
Villa Niscemi, sede di rappresentanza del Comune di Palermo,
dal sindaco Prof. Leoluca Orlando, l’Ambasciatore della Repubblica di San Marino a Sofia
Dott. Marino Ercolani Casadei
ed il Ministro plenipotenziario
della Repubblica di Bulgaria Ing.
Mladen Ivanov Montaftchitysky.
Tema dell’incontro “Legalità e
Turismo”.
Dopo l’incontro, durato circa un
ora, e lo scambio di doni tra le
rappresentanze, il Ministro Ivanov ha invitato il sindaco Orlando
a Sofia per tenere una conferenza
sulla legalità ed iniziare scambi
turistici e culturali con Palermo
e la Sicilia, che lo hanno lasciato
entusiasta per le sue bellezze naturali, storiche e culturali.
OTT12 ilvespro | 47
FOTO
NOTIZIE
Nuovo utilizzo di Piazza Duomo a Carini:
campeggio libero…
Catacombe Paleocristiane di Villagrazia di Carini:
il proprietario del terreno soprastante continua
allegramente ad irrigare il suo praticello con
energiche spruzzate d’acqua, nonostante i divieti.
Gli affreschi dei primi cristiani (IV – V secolo dopo
Cristo) ringraziano. Finalmente si cancelleranno
dopo 1600 anni.
Ingresso Scuola Materna "Ninni Cassarà"
a Carini. Da sempre discarica di rifiuti tra
l'indifferenza generale. Addirittura a volte
sono gli stessi genitori che vi conferiscono i
rifiuti. Eliminare il punto di racconta no???
Ingresso secondario Ist. “S. Calderone” Carini:
bella educazione…. Come la precedente!!!
Cimitero di Carini: visto che il comune
ne ha previsto l'allargamento, qualcuno si
sta portando avanti con i lavori. Da mesi
rubano, tra l'indifferenza, i blocchi di pietra
del muro perimetrale. Fra poco sarà il
primo cimitero "open space" d'Italia.
48 | il vespro OTT12
LO ABBIAMO
G. Finocchiaro
LETTO PER VOI
After Dark,
Tra le “stranezze” di un lettore
– quale può essere ciascuno di
noi e quale diventa chi impara a
frequentare le librerie senza sensi di colpa ma con viva curiosità
– annovero anche quella forma
di esplorazione preventiva che
consiste nel cercare qualcosa di
intrigante che però preceda un
prodotto molto pubblicizzato. Mi
spiego: quest’anno c’è una grande attenzione verso il nuovo romanzo di Haruki, quello dal titolo
singolare, 1Q84, che pare rappresentare il capolavoro dell’autore
giapponese famoso nel mondo.
Personalmente non avevo letto
niente di lui. Allora mi sono detto,
vediamo cosa ha scritto prima. After dark mi ha posto subito
una domanda: cosa c’è dopo il buio? Fidandomi della traduzione alla buona del titolo. Leggendo il bel lavoro di Haruki
si scopre intanto che c’è un buio pesto che avvolge tutti noi,
sopraffatti dal silenzio delle coscienze, dal vuoto etico, dal
gigantismo urbano. In questa palude della solitudine intesa
L'arte di correre,
di Murakami Haruki, 2008
come un peccato originale, si muovono individui pur sempre animati da speranze, mordi dalle delusioni, agitati dai
sentimenti. La storia che lo scrittore nipponico ci propone
mette insieme alcuni destini che il caso e la contingenza
fanno urtare, così, per vedere che cosa succede. Un esperto
informatico che lavora di notte vive in serenità una doppia
natura degna di Jekill e Hide; una ragazza introversa scopre che l’incomprensione è spesso la radice della solitudine
come della disaffezione e contrae un debito con un giovane
suonatore di trombone la cui salvifica ingenuità di artista
si rivela scintilla di un sentimento più forte di ogni degrado. Intorno a loro tre un significativo gruppo di comprimari
che completano il quadro di una realtà urbana contemporanea dove i cuori vivono sotto copertura ma sempre pronti
a esplodere. A condire la vicenda il filo rosso di un crimine
che evolverà secondo quel capriccio del caso che è diventata l’impossibilità di controllare le schegge impazzite della
nostra nevrotica realtà. Originale il punto di vista narrativo
che coincide con quello delle fredde telecamere sparse per
le strade. Senza con ciò rinunciare a una profondità della
riflessione sul nostro attuale destino: «qualunque persona
può venire catturata da un polipo gigantesco e risucchiato
nelle tenebre». Da leggere.
di Murakami Haruki, 2009
Già che c’ero, mi ha incuriosito
anche quest’altro testo di Haruki, a metà fra il saggio, il diario
e il classico libro di memorie a
cui approda ogni autore di successo dopo un certo numero di
anni e di best seller.
Scritto nel corso di alcuni anni
sotto forma di appunti poi rivisti
e organizzai per la pubblicazione, mette a fuoco due passioni
dell’autore giapponese, la scrittura e la corsa. Questo libro, infatti, procede per accostamenti
e similitudini, arricchiti dalle
riflessioni dell’autore sulla propria personale visione del mondo, della vita e del ruolo che
per lui vi hanno avuto appunto
la scrittura e la corsa. Iniziando
a trentatre anni, proseguendo con una costanza giornaliera
lunga quasi venticinque anni, Haruki si è allenato con rego-
larità tale da prendere parte ogni anno ad una maratona
e ad alcune altre competizioni caratterizzate da spirito di
sacrificio, capacità di sofferenza e compatibilità con la dimensione della solitudine. Ne viene fuori una autobiografia
interessante e originale che non tralascia gli aspetti per così
dire più quotidiani dello scrittore.
Gradevole l’approccio che l’autore offre, condito di divertente autoironia e arricchito di quella saggezza che è propria di quanti riversano nei libri l’esperienza e l’amore per
il sapere, con ciò contribuendo a comprendere natura e destino degli uomini. Il testo è anche una specie di breviario
contenente riflessioni sull’arte di scrivere o, meglio, su come
l’ha intesa Haruki che si definisce uno scrittore professionista, non dotato di un particolare talento e perciò obbligato
a supportare con la capacità di concentrazione e la perseveranza, doti che si allenano alla stessa strenua di quanto
accade per i maratoneti. «…spesso le cose che hanno veramente valore si ottengono attraverso gesti inutili. Le nostre
azioni non saranno forse proficue, ma di sicuro nono sono
stupide».
OTT12 ilvespro | 49
LA FIABA
Antonio Oliveri
DEL MESE
L'altalena
Un tempo tra la gente Miao viveva un giovane cacciatore di
nome Baguidare, tanto bello e coraggioso che le ragazze di
novantanove villaggi lo amavano di tutto cuore e non avrebbero chiesto di meglio che sposarlo. Baguidare, però, non voleva una moglie qualunque: per piacergli, una ragazza doveva essere non solo bella, ma soprattutto intelligente e abile
nel ricamo e nel cucito. Peccato, però, che fino ad allora non
ne avesse mai incontrata una dotata di tutte e tre le virtù: le
belle erano quasi sempre vanitose e sciocche, le intelligenti
trascuravano il proprio aspetto, e quanto alle ricamatrici,
non ce n'era nessuna che gli sembrasse abbastanza brava.
Un giorno d'autunno, mentre il cacciatore se ne andava per
boschi e montagne, un'enorme aquila volò bassa sopra di lui,
e Baguidare, vedendo che stringeva qualcosa tra gli artigli,
la abbatté con una freccia, convinto che avrebbe catturato
due prede in un colpo. Ma tra le grinfie dell'uccello il giovane non trovò né una lepre né una pecora: l'aquila aveva
portato sino a lui una graziosa scarpetta di stoffa ornata di
ricami,rubata chissà dove. Baguidare la rigirò tra le mani,
la osservò ben bene e alla fine disse: «Non ci sono dubbi,
questa appartiene alla ragazza che sposerò. Sono certo che
è fresca e sottile come un bambù e che ha i piedi piccoli e
delicati, perché altrimenti la scarpa non sarebbe così fragile
e minuscola; e deve essere anche intelligente, perché il dise-
FILOSOFIA
Sotto un ponte viveva una famiglia di
mendicanti marito, moglie e figli. Un
giorno la donna, tornando dalla questua,
disse al marito: “oggi non mi hanno dato
nulla. C’erano stati numerosi furti nelle
case: la gente aveva paura”. All’udire
queste parole, uno dei figli disse: “Papà
noi siamo fortunati: nella nostra casa
non entra mai nessun ladro”. “Certo”,
disse il padre, “e devi ringraziare i
tuoi genitori, che ti fanno vivere sotto
questo ponte, dove non entrano i ladri”.
Chiunque ricerca qualcosa, finisce per
arrivare a questo punto: o dice che l’ha
trovata, o che non si può trovare, o che
ne è ancora in cerca. Tutta la filosofia è
divisa in questi tre filoni.
PROVERBIO
Facci senza culuri o birbanti o
tradituri !!!
gno del ricamo è talmente complicato e fantasioso che una
sciocca non avrebbe potuto crearlo. Quanto alla bravura, poi,
non ho mai visto punti così leggeri e precisi! Sì, ecco la mia
donna ideale: adesso non mi resta che trovarla». Allora costruì una grande altalena, dove si poteva star seduti anche in
dieci alla volta, e invitò le ragazze di tutti i villaggi Miao a
provarla. E quando loro cominciarono a dondolarsi, un gruppo dopo l'altro, lui controllò con attenzione le scarpette che
si alzavano in aria, confrontandole con quella che teneva
in mano. Ma i piedi erano sempre troppo grandi e troppo
goffi, e il cacciatore cominciava a scoraggiarsi. Finalmente, proprio mentre l'ultimo gruppo di ragazze si dondolava
sull'altalena, tra strilli e risate, ecco spuntare un piedino
della misura giusta. Così Baguidare lo afferrò a mezz'aria,
gli infilò la scarpetta ricamata e vide che calzava a meraviglia. «Dunque sei tu la mia sposa» gridò il cacciatore,
tirando giù dall'altalena una bellissima ragazza. E lei, tutta
rossa, fece segno di sì con la testa. Da quel giorno in poi,
le grandi altalene sono uno dei divertimenti preferiti della
gente Miao, e durante la Festa che Rincorre l'Autunno, celebrata ogni anno, grappoli di giovani si dondolano avanti e
indietro, sempre più in alto, cantando canzoni che augurano
buona fortuna a chi, come Baguidare, va a caccia sui monti.
A PROPOSITO
I fumatori di sigarette hanno quasi
il 5 per cento in meno di ossigeno
nel proprio sangue rispetto a chi non
fuma. A ogni respiro (per un totale
di 20.000 al giorno) arrivano fino ai
polmoni in media circa otto microbi.
CURIOSITà
I Romani chiamavano “necropoli”
(= città dei morti) i luoghi dove
seppellivano i loro morti. I cristiani
usarono invece il termine “cimitero”
(= luogo del sonno ) per esprimere la
loro fede nella risurrezione. GOLGOTA
era una collinetta poco fuori le mura
di Gerusalemme. Sulla croce di Gesù,
generalmente c’è la scritta “I.N.R.I.”,
le iniziali delle parole latine “ Iesus
Nazarenus Rex ludaeorum”.
SEMPRE
LAVORATIVI
50 | il vespro OTT12
OTT12 ilvespro | 51