Il ricordo e la memoria legati alla guerra

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Il ricordo e la memoria legati alla guerra
ISIS G.Natta
Bergamo
ESAME DI STATO 2013-2014
Giacinti Federica 5^D lst
Indice
1. Filosofia: Freud e Einstein
2. Italiano: Poeti e la guerra: Ungaretti
2.1. Raccolte poetiche
2.2. La poetica
2.3. Poesia
3. Italiano: Poeti e la guerra: Nazim Hikmet
3.1. Raccolte poetiche
3.2. Biografia
3.3. Poesia
4. Inglese: Virginia Woolf e Mrs Dalloway
4.1. Mrs Dalloway
4.2. Main characters
4.3. Style
5. Scienze della terra: Energia nucleare e le scorie radiottive
5.1. Fonti energetiche non rinnovabili
5.2. La fissione nucleare
5.3. La fusione nucleare
5.4. Le scorie radioattive
5.5. Conseguenze sulla salute
6. Fisica: La bomba nucleare
6.1. Equazione relativistica per l'energia
7. Chimica: Il fenolo
7.1. Il fenolo nei campi di concentramento
7.2. Il fenolo e gli alcoli
7.3. Il legame ad idrogeno
8. Storia: La strage di Marzabotto
8.1. La strage
9. Mappa Concettuale
10. Sitografia Bibliografia
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1. Freud-Einstein
-.Nell'ambito del Comitato permanente delle lettere e delle arti della Società delle Nazioni si svolse
nel 1932 uno scambio epistolare tra Einstein e Freud sul tema della guerra.
La corrispondenza tra Einstein e Freud viene pubblicata a Parigi nel 1933; la sua diffusione venne
proibita in Germania. I due corrispondenti, grandi scienziati, negli anni successivi avrebbero
dovuto abbandonare il loro paese per le persecuzioni razziali.
Lo scambio di lettere tra Einstein e Freud si apre con una domanda chiave posta da Einstein:
“C'è un modo per liberare gli uomini dalla fatalità della guerra? È ormai risaputo che, col
progredire della scienza moderna, rispondere a questa domanda è divenuto una questione di
vita o di morte per la civiltà da noi conosciuta, eppure, nonostante tutta la buona volontà,
nessun tentativo di soluzione è purtroppo approdato a qualcosa.”
Si tratta sicuramente di un quesito di vitale importanza e di notevole difficoltà risolutiva. La
soluzione proposta da Einstein consiste nella creazione di un'autorità sovranazionale,
finalizzata al raggiungimento e al mantenimento della pace; ogni Nazione dovrebbe
rispettare questa autorità e riconoscerne decisioni e potere. Questo è necessario in quanto
“legge e potere sono inscindibili”; d'altro canto Einstein stesso comprende la difficoltà di
vedere attuata la propria proposta, in quanto: “ la ricerca della sicurezza internazionale
implica che ogni Stato rinunci, entro certi limiti, alla sua libertà d'azione, vale a dire alla sua
sovranità”.
Ad aumentare la difficoltà per la risoluzione di questo problema sono i fattori psicologici
che agiscono sulla gente: la classe dominante non accetta una limitazione del proprio potere
e della sovranità nazionale; il piccolo gruppo dei proprietari industriali trova nella guerra
una fonte di guadagno. Impressionante l'influenza che questi due ristretti gruppi di persone
hanno sulla grande massa popolare, che, dalla guerra, non trae altro che dolore e sofferenza.
Tale influenza è data dal monopolio del controllo su istruzione e stampa, e talvolta anche
delle organizzazioni religiose. In questo modo la massa diviene strumento di politica nelle
mani dei più ricchi.
Fondamentale è la domanda posta successivamente: “com'è possibile che la massa si lasci
infiammare con i mezzi suddetti fino al furore e all'olocausto di sé? È possibile dare una
sola risposta. Perché l'uomo ha dentro di sé il piacere di odiare e di distruggere. In tempi
normali la sua passione rimane latente, emerge solo in circostanze eccezionali; ma è
abbastanza facile attizzarla e portarla alle altezze di una psicosi collettiva.”. Einstein chiede
infine se ci sia un modo, secondo Freud, per portare gli uomini al controllo dei loro impulsi
di odio e distruzione. Alla fine della prima lettera viene specificato che l'analisi del conflitto
Stato-Stato rappresenta in realtà ogni tipo di conflitto uomo-uomo.
Freud sostiene che alla base dei conflitti di interesse vi sia la violenza, dapprima incarnata
dalla forza muscolare e col tempo identificata col possesso delle armi più potenti e
pericolose. Alla violenza si è contrapposta la potenza dell'unione di un gruppo di tanti
uomini “deboli”, si è così formato il diritto, si tratta di violenza di comunità; unica
condizione: un'unione stabile. Nel momento in cui si vengono però a rafforzare le differenze
sostanziali che caratterizzano il gruppo (uomo-donna, genitore-figlio, vincitore-vinto) i più
potenti tendono a volersi imporre maggiormente per tornare alla situazione iniziale di
violenza esercitata dal singolo su una moltitudine. Nel corso della storia non tutti i conflitti
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avvenuti tra diverse popolazioni sono da considerarsi negativi, per esempio i Romani
conquistando i paesi mediterranei assicurarono la pax romana.
La guerra potrebbe perciò essere vista come lo strumento per arrivare alla “pace eterna”,
creando vaste unità guidate da un forte potere centrale che blocca il rischio di nuovi
conflitti. Il problema è che alla conquista non segue un dominio durevole, non vi è una base
unita che permetta di governare e lo Stato, che si è appena formato, è già destinato a
disintegrarsi. Le unificazioni sono solo parziali, seguono così poche grandi guerre altamente
distruttive.
Freud concorda con Einstein sul fatto che sarebbe necessaria l'istituzione di un'autorità
centrale per evitare lo sviluppo di nuove guerre, necessario sarebbe il riconoscimento del
suo potere. Gli ideali nazionali che guidano i popoli non spingono ovviamente verso
un'opzione di pace; non si è ancora trovato un modo efficace per sostituire alla forza della
violenza, la forza delle idee. È necessario ricordare sempre che il diritto in primis è nato
dalla violenza e grazie alla violenza è riuscito ad ottenere l'importanza che noi oggi
automaticamente gli riconosciamo.
Il passo successivo è analizzare l'idea di Einstein per cui nell'uomo siano presenti impulsi di
odio e distruzione; Freud concorda con lui e in merito espone la sua teoria delle pulsioni,
elaborata grazie alla psicoanalisi. Sono stati individuati due tipi di pulsioni: Eros e
Thanatos. Eros indica tutte le “pulsioni di vita”, la ricerca del piacere e la spinta alla
sopravvivenza. Thanatos indica la spinta a tornare allo stato inorganico, in una condizione
di assenza di qualsiasi tensione; le “pulsioni di morte” quindi sono innanzitutto
autodistruttive, ma stanno alla base di ogni comportamento aggressivo, perché, per
salvaguardare la propria integrità, l'uomo tende a convogliare questa energia aggressiva
all'esterno, sugli altri.
Entrambi i tipi di pulsione sono fondamentali, sul loro contrasto si basa l'equilibrio della
nostra vita; le pulsioni di vita, per raggiungere il loro obbiettivo, si intrecciano con quelle
aggressive, da cui mutuano la tenacia e la forza necessarie. (es. autoconservazione ↔
aggressività)
La difficoltà dell'isolare ciascuna specie di pulsione ne ha reso impossibile per lungo tempo
il riconoscimento.
Quando un gruppo viene sollecitato alla guerra, Eros e Thanatos agiscono sui singoli,
istigandoli ad un'azione violenta. La combinazione di impulsi distruttivi, erotici e ideali
fornisce una spinta alla guerra; molte volte nel corso della storia gli ideali sono stati
identificati come “maschere” per consentire la distruzione. Altre volte sono sembrati il
motivo per cui si agisce, ma in tal caso sono stati affiancati e opportunamente “sostenuti”
dalla violenza.
Le pulsioni di morte vorrebbero ricondurre la vita allo stato di materia inanimata; quando
vengono convogliate verso l'esterno ci portano a distruggere qualcuno per non distruggere
noi stessi. Sfogare i propri impulsi distruttivi all'esterno è benefico; queste pulsioni sono
molto più vicine alla natura rispetto a quanto lo sia la nostra resistenza nel volerli
contrastare.
Da queste considerazioni risulta impossibile sopprimere le tendenze aggressive che
caratterizzano l'uomo. Freud cita l'esempio dei bolscevichi che sperano di eliminare
l'aggressività umana, assicurando la disponibilità di mezzi materiali e l'uguaglianza dei vari
membri della comunità. Il modo con cui perseguono però quest'obbiettivo è contraddittorio:
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con l'uso delle armi, della violenza, istigando all'odio nei confronti di coloro che non
condividono tali idee.
Einstein non chiede però un modo per sopprimere l'aggressività, bensì una soluzione che
permetta di deviarla, evitando di sfociare nelle guerre. Considerando, quindi, la guerra come
il prodotto di pulsioni distruttive, è necessario ricorrere all'Eros per contrastarla, ai legami
emotivi che legano gli uomini. Questi legami possono essere principalmente di due tipi:
relazioni d'amore (anche se prive di meta sessuale) o d'identificazione (alla base della
società vi sono uomini legati da un sentimento di solidarietà).
È ineliminabile la distinzione che si genera tra le persone: capi e seguaci. I seguaci, la
maggioranza della popolazione, necessita di una figura di riferimento che prenda le
decisioni; sarebbe utile educare una categoria superiore di persone indipendenti dal
pensiero. Queste avrebbero il compito di guidare la massa. Nella società reale ciò risulta
impossibile a causa delle intrusioni di Stato e Chiesa; la situazione ideale si avrebbe in una
società in cui le pulsioni distruttive di ciascun uomo sono comandate dalla dittatura della
ragione. Questo creerebbe un gruppo perfettamente unito, anche senza il bisogno di legami
emotivi. Si tratta probabilmente di una visione utopistica.
Ci sono ovviamente altre soluzioni, ma il tempo per vederne i risultati è particolarmente
lungo.
Freud pone una domanda nuova, non toccata da Einstein: Perché ci indigniamo di fronte alla
guerra? Risulta qualcosa di “naturale”, giustificata dal punto di vista biologico e necessaria.
La risposta è semplice: perché ognuno ha diritto alla propria vita e nessuno si dovrebbe
sentire giustificato ad uccidere, a distruggere. Un tempo la guerra era strettamente legata ai
valori eroici, oggi porterebbe allo sterminio di una o anche di entrambe le parti. La
meraviglia e il disgusto sono suscitati dall'umanità, che ancora non è stata in grado di
rettificare un accordo generale contro la guerra.
Freud fornisce anche una spiegazione diversa del perché siamo così inorriditi dalla guerra.
L'umanità è soggetta da secoli al processo di civilizzazione (da lui definito di incivilimento),
a questo dobbiamo tutto ciò che siamo e tutto ciò per cui soffriamo; le cause e le origini di
questo processo sono oscure e il suo esito è incerto.
Potrebbe condurre all'estinzione del genere umano, poiché influenza il carattere sessuale e
non a caso le “razze più arretrate” sono quelle che risultano in crescita numerica
esponenziale. Gli uomini che vengono “addomesticati” subiscono modifiche a livello della
psiche, gli impulsi e le necessità vengono ridimensionati. Ci sono due caratteri che hanno
acquisito man mano un'importanza maggiore: l'intelletto (fondamentale in quanto domina le
pulsioni) e l'aggressività che viene interiorizzata.
Per i pacifisti la guerra è quindi qualcosa in totale contrasto con l'atteggiamento psichico che
viene imposto dal processo di civilizzazione, qualcosa a cui bisogna ribellarsi, qualcosa a
cui si è diventati altamente intolleranti.
Per riuscire a combattere contro la guerra non resta, a detta di Freud, che attendere che il
processo di civilizzazione segua il proprio corso, combinandosi con il timore per gli effetti
catastrofici che una guerra potrebbe avere ( a causa delle armi impiegate).
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2. Poeti e la guerra: Ungaretti
2.1 Raccolte poetiche
L'intera raccolta poetica di Ungaretti è intitolata: “Vita d'un uomo”, è suddivisa in varie
tappe, la prima è “Allegria”. In questa prima raccolta ritroviamo la maggior parte dei testi
del Porto Sepolto, confluiti inizialmente nella raccolta Allegria di naufragi, e
successivamente in Allegria.
Allegria di naufragi e Il porto Sepolto sono anche i titoli di due liriche; la prima esprime la
concezione della vita di Ungaretti:
• i naufragi sono i tragici eventi storici (la guerra) e individuali (dolore, insuccessi)
• l'allegria corrisponde allo slancio vitale, alla forza dell'uomo di superare
positivamente le delusioni senza demordere mai.
La seconda lirica è una dichiarazione di poetica: il porto sepolto indica il mistero
dell'esistenza, di ciò che, essendo presente in noi, rimane indecifrabile.
2.2 La poetica
Ungaretti considerava la poesia come un'indagine per raggiungere la verità della vita: si
tratta di una rivelazione, di un attimo di epifania; il poeta ne diventa il depositario e ha il
compito di comunicare agli altri uomini quanto scopre.
Il poeta può cogliere, scavando dentro di sé, una scintilla di verità, un frammento legato ad
una momentanea illuminazione. I frammenti di verità, rivelati appunto nelle liriche, sono
espressi attraverso dei simboli.
Ungaretti fu profondamente influenzato dall'esperienza della guerra, sia per quanto concerne
le tematiche delle liriche in sé, sia per il linguaggio poetico utilizzato.
Per quanto riguarda quest'ultimo, il poeta, aveva la tendenza a condensare in poche parole
tutto ciò che voleva esprimere, in quanto sul fronte non vi è tempo per pensare ed elaborare.
Riflessioni sulla vita, dolore, sofferenza, venivano espresse con termini “scavati”.
Le sue liriche affrontano temi universali dell'uomo e, nel contempo, esperienze personali
dell'autore, ricercando sempre un'integrazione con la realtà. Le parole intense e dense di
significato sono alternate con spazi bianchi, usati come pausa. La punteggiatura è quasi
completamente assente.
Quando il poeta entra in sintonia con il mistero ne scaturisce una parola essenziale, priva di
interpretazioni retoriche. Il linguaggio da lui utilizzato esprime la necessità e possibilità di
comunicazione tra particolare e universale, tra uomo e assoluto.
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2.3 Poesia
San Martino del Carso
Valloncello dell'Albero Isolato, il 27 agosto 1916
Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
È il mio cuore
il paese più straziato
3. Poeti e la guerra: Nazim Hikmet
3.1 Raccolte poetiche
Nazim Hikmet (Salonicco, 20 novembre 1901 – Mosca, 3 giugno 1963), è stato un poeta,
drammaturgo e scrittore turco naturalizzato polacco.
Tra le più note delle sue numerosissime opere pubblicate in Turchia emergono le raccolte
poetiche: “835 Righe”(1929), “La città che ha perduto la voce” (1931), “Telegramma
notturno” (1932), “L'epopea della guerra di liberazione” (1965), “Da quattro carceri”
(1966), “Quartine” (1966), “Paesaggi umani dal mio paese” (1966-67).
3.2 Biografia
Hikmet nasce a Salonicco nel 1901, è una delle più importanti figure della letteratura turca
del Novecento e uno dei primi poeti turchi ad usare i versi liberi.
Diventa, ancora da vivo, uno dei poeti turchi più conosciuti in Occidente e i suoi scritti sono
stati rapidamente tradotti in diverse lingue.
Condannato per marxismo è il solo scrittore d'importanza ad evocare i massacri armeni del
1915 e 1922. Studia in un liceo francese e nell'Accademia della Marina militare, che deve
però lasciare per ragioni di salute. Studia poi sociologia presso l'università di Mosca (19211928) e diventa membro del partito comunista turco negli anni venti.
Dopo il suo ritorno in Turchia nel 1928, senza visto, Hikmet scrive articoli, scenari ed altri
scritti. E' condannato alla prigione per il suo ritorno irregolare, ma amnistiato nel 1935.
Nel 1938, è condannato a 28 anni e 4 mesi di prigione per le sue attività anti-naziste e anti7
franchiste e per essersi opposto alla dittatura di Kemal Ataturk. Grazie all'intervento di una
commissione internazionale sconta "solo" 12 anni e nel 1950 viene liberato.
Si sposa con Münevver Andaç, una bravissima traduttrice in francese e polacco.
Nel 1951, a causa delle costanti pressioni, è costretto a ritornare a Mosca, ma la moglie e il
figlio non possono seguirlo ed egli trascorre il suo esilio in tutta Europa, perdendo la
cittadinanza turca per diventare poi polacco.
Nel 1960 si innamora della giovane Vera Tuljakova e la sposa. Muore il 3 giugno 1963 a
causa di una crisi cardiaca mentre si trova in esilio a Mosca.
Come Hikmet stesso confessa, nella poesia "Autobiografia" (1962), comincia a fare il poeta
a soli quattordici anni, introducendo per la prima volta il verso libero nella lingua poetica
turca.
Ciascun romanzo, poesia o testo teatrale è influenzata dall'ambiente in cui vive e dalle
condizioni in cui si trova.
3.3 Poesia
La bambina di Hiroshima
Apritemi sono io…
busso alla porta di tutte le scale
ma nessuno mi vede
perché i bambini morti nessuno riesce a vederli.
Sono di Hiroshima e là sono morta
tanti anni fa. Tanti anni passeranno.
Ne avevo sette, allora: anche adesso ne ho sette
perché i bambini morti non diventano grandi.
Avevo dei lucidi capelli, il fuoco li ha strinati,
avevo dei begli occhi limpidi, il fuoco li ha fatti di vetro.
Un pugno di cenere, quella sono io
poi il vento ha disperso anche la cenere.
Apritemi; vi prego non per me
perché a me non occorre né il pane né il riso:
non chiedo neanche lo zucchero, io:
a un bambino bruciato come una foglia secca non serve.
Per piacere mettete una firma,
per favore, uomini di tutta la terra...
Firmate, vi prego, perché il fuoco non bruci i bambini
e possano sempre mangiare lo zucchero.
(Poesie, trad. I. Ambrogio, Editori Riuniti, Milano, 1960)
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Il 6 agosto 1945 la città giapponese di Hiroshima fu letteralmente rasa al suolo dalla prima
bomba atomica lanciata dagli Americani: 90.000 persone furono uccise e oltre 80.000
furono contaminate dalle radiazioni. Tre giorni dopo, il 9 agosto, la stessa sorte toccò alla
città di Nagasaki.
La bambina protagonista di questa bellissima e struggente poesia, uccisa dall'esplosione
della bomba su Hiroshima, chiede agli uomini di tutta la terra di sottoscrivere una petizione
per il disarmo delle armi nucleari affinché il fuoco non bruci più i bambini e possano vivere
felici in un mondo di pace.
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4. Virginia Woolf and Mrs Dalloway
Adeline Virginia Woolf (1882-1941) was an English writer, and one of the foremost modernists of the twentieth
century.
4.1 Mrs Dalloway
Plot Summary
Clarissa Dalloway goes around London in the morning, getting ready to host a party that
evening. The nice day reminds her of her youth spent in the countryside in Bourton and
makes her wonder about her choice of husband; she married the reliable Richard Dalloway
instead of the enigmatic and demanding Peter Walsh, and she "had not the option" to be
with Sally Seton. Peter reintroduces these conflicts by paying a visit that morning.
Septimus Warren Smith, a First World War veteran suffering from deferred traumatic stress,
spends his day in the park with his Italian-born wife Lucrezia, where Peter Walsh observes
them. Septimus is visited by frequent and indecipherable hallucinations, mostly concerning
his dear friend Evans who died in the war. Later that day, after he is prescribed involuntary
commitment to a psychiatric hospital, he commits suicide by jumping out of a window.
Clarissa's party in the evening is a slow success. It is attended by most of the characters she
has met in the book, including people from her past. She hears about Septimus' suicide at
the party and gradually comes to admire this stranger's act, which she considers an effort to
preserve the purity of his happiness.
4.2 Main characters
Clarissa Dalloway
Clarissa Dalloway is the 52-year-old protagonist of the novel. She is Richard's wife and
Elizabeth's mother, and, while reminiscing about her past, spends the day organising a party
that will be held that night. She is self-conscious about her role in London high society.
Septimus Warren Smith
Septimus Warren Smith is a World War I veteran who suffers from "shell shock" and
hallucinations of his deceased friend, Evans. Educated and decorated in the war, he is
detached from society. He is married to Lucrezia, from whom he has grown distant.
4.3 Style
In Mrs Dalloway, all of the action, aside from the flashbacks, takes place on a day in June. It
is an example of stream of consciousness storytelling: every scene closely tracks the
momentary thoughts of a particular character. Woolf blurs the distinction between direct
and indirect speech throughout the novel, freely alternating her mode of narration between
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omniscient description, indirect interior monologue, and soliloquy. The narration follows at
least twenty characters in this way, but the bulk of the novel is spent with Clarissa Dalloway
and Septimus Smith.
Because of structural and stylistic similarities, Mrs Dalloway is commonly thought to be a
response to James Joyce's Ulysses, a text that is often considered one of the greatest novels
of the twentieth century
The novel has two main narrative lines involving two separate characters (Clarissa
Dalloway and Septimus Smith); within each narrative there is a particular time and place in
the past that the main characters keep returning to in their minds. Throughout the course of
the novel Clarissa does not meet Septimus. Clarissa's reality is vastly different from that of
Septimus; his presence in London is unknown to Clarissa until his death becomes the
subject of idle chatter at her party. By never having these characters meet.
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5. Energia nucleare e le scorie radioattive
5.1 Fonti energetiche non rinnovabili
Con il termine non rinnovabili indichiamo tutte le fonti che forniscono energia, ma sono
presenti in quantità limitata sulla Terra e sono destinate, quindi, ad esaurirsi. Si dividono in
combustibili fossili ed energia nucleare. I combustibili fossili racchiudono petrolio, gas
naturale e carbone.
Queste risorse, una volta bruciate, producono calore; questo calore è trasformato in energia
nelle centrali termoelettriche. Il petrolio viene in parte raffinato e utilizzato per alimentare i
mezzi di trasporto. Petrolio e gas naturale sono definiti combustibili fossili in quanto
derivano dalla lenta decomposizione di minuscoli organismi animali e vegetali.
L'altra grande parte delle fonti non rinnovabili è costituita dall'energia nucleare.
Questa è in grado di fornire una quantità di energia di gran lunga superiore a quella
ricavabile dall'utilizzo dei combustibili fossili. Le centrali termonucleari sono altamente
pericolose, soprattutto perché generano le scorie radioattive.
5.2 La fissione nucleare
Per questa reazione viene utilizzato l'isotopo 235 dell'uranio; l'atomo viene bombardato con
un neutrone, così il nucleo si divide e libera altri neutroni, questi a loro volta provocano
altre fissioni. Da questa reazione a catena viene liberata una quantità enorme di energia.
La fissione nucleare si svolge all'interno di dispositivi che prendono il nome di reattori
nucleari. Alcune barre di uranio vengono immerse in un flusso di neutroni. Per controllare
che il numero di neutroni prodotti sia sufficiente a mantenere costante il numero di reazioni
di fissione nell'unità di tempo vengono utilizzate delle barre di elementi chimici che
assorbono i neutroni.
Quando vengono inserite queste barre nel reattore nucleare le reazioni si bloccano, mentre
quando vengono rimosse le reazioni procedono. In questo modo la fissione nucleare è
rigidamente controllata.
I prodotti di questa reazione sono, oltre all'energia termica, le scorie radioattive, questi
rifiuti rimangono radioattivi per tempi lunghissimi, talvolta anche secoli.
Un altro problema è legato ai costi per la costruzione che sono parecchio elevati; vengono
impiegate grosse quantità di cemento armato e calcestruzzo. Le centrali devono essere
sempre attrezzate per gestire il contenimento di materiali radioattivi in caso di emergenza.
5.3 La fusione nucleare
Si tratta di una reazione che avviene spontaneamente nel Sole e nelle stelle; viene generata
un'enorme quantità di energia termica e luminosa. Il lato positivo è che non si generano
scorie radioattive.
Il problema è sostanzialmente legato alle altissime temperature che sono necessarie per
innescare e condurre la reazione. Sulla Terra non abbiamo materiali per costruire dei reattori
in grado di resistere a temperature simili (milioni di gradi).
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5.4 Le scorie radioattive
Una minima parte delle scorie sono normalmente disperse nell'ambiente senza provocare
danni per l'uomo. Ad esempio, i reflui del raffreddamento sono scaricati direttamente nelle
acque dei fiumi poiché considerati non pericolosi per l'ambiente.
Per scorie nucleari si intendono soprattutto quei materiali che, trovandosi nel reattore o nei
pressi, sono soggetti a una continua emissione di radiazioni. Dal semplice bullone alle
componenti metalliche più grandi (pareti, contenitori ecc.). Al termine del ciclo di vita della
centrale nucleare, questi oggetti devono essere considerati come rifiuti speciali da trattare
con molta attenzione, in quanto fortemente radioattivi, e quindi pericolosi. Sono definiti per
semplicità "scorie nucleari" ma occorre fare delle distinzioni. Le scorie nucleari non sono
tutte uguali.
Le scorie nucleari si distinguono in base al grado di radioattività da cui dipende anche la
durata del decadimento e la loro pericolosità:
1. Alta attività (scorie di 3° grado): il grado di radioattività elevato in queste scorie
implica un lungo periodo di decadimento, fino a 100.000 anni. Le scorie di terza
categoria sono, in particolar modo, le ceneri prodotte dalla combustione dell'uranio e
gli oggetti vicini al reattore (es. pareti metalliche).
In tutto il mondo è stato identificato soltanto un sito "sicuro" per ospitare in
profondità le scorie (deposito geologico) per migliaia di anni. Si trova in una zona
desertica nel New Mexico (Usa) e ha richiesto oltre 25 anni di studio.
2. Media attività (scorie di 2° grado)
3. Bassa attività (scorie di 1° grado)
Queste ultime due categorie hanno una vita radioattiva inferiore. Necessitano soltanto
di poche centinaia di anni per decadere. Queste scorie provengono, in gran parte,
dagli ospedali (es. residui della medicina nucleare).
In Europa le scorie sono generalmente depositate nei pressi delle centrali nucleari o in centri
di stoccaggio ingegneristici di superficie.
Tutti i centri di stoccaggio europei hanno natura "temporanea", non conoscendo con
precisione le conseguenze dello stoccaggio delle scorie radioattive nel tempo, si rende così
possibile un loro futuro trasferimento in altri luoghi. Nel caso dei siti geologici questo non
sarebbe possibile, i materiali ospitati in cavità sotterranee dovranno restarci definitivamente
anche nel caso in cui la scelta del sito si riveli sbagliata.
In alcuni casi, ad esempio in Francia, le scorie nucleari sono riprocessate all'interno delle
stesse centrali nucleari per produrre nuovo combustibile rigenerato da riutilizzare nel
reattore.
La UE si è posta come obiettivo la costruzione e lo studio di depositi geologici comunitari
per trovare una soluzione definitiva alle scorie europee. L'argomento è ancora aperto e
controverso. La UE auspica quindi la costruzione dei depositi geologici nei paesi dove siano
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presenti e attive molte centrali nucleari. Per quanto riguarda l'Italia, il referendum del 1987
ha definitivamente bloccato la produzione di energia dal nucleare nel nostro paese.
5.5 Conseguenze sulla salute
La fuoriuscita ordinaria o accidentale di radiazioni dalle centrali nucleari, così come
l’inevitabile dispersione di scorie nucleari, sono eventi in grado di inquinare l’acqua e la
catena alimentare, esponendo a rischio contaminazione uomini e animali, oggi e per le
generazioni a venire.
I vari elementi radioattivi che si generano dalla reazione di fissione nucleare determinano
mutazioni nei geni contenuti nelle cellule riproduttive, causando malattie e morte nella
generazione nascente, o trasmettendo un disturbo genetico nascosto a progenie distanti sulla
linea del tempo.
L'assorbimento di radiazioni produce sempre effetti lesivi sull'organismo, dipendenti da
fattori come: il tipo di radiazione coinvolta, la sua capacità di penetrazione, la porzione di
corpo esposta, la durata dell'esposizione, la dose totale di irradiazione, ecc. Generalmente i
tessuti e gli organi più colpiti sono quelli caratterizzati da cellule a rapida proliferazione
come per esempio la pelle, il rivestimento del tratto gastrointestinale e il midollo osseo,
dove le cellule si moltiplicano continuamente per sostituire le cellule mature a loro volta
perse con l'invecchiamento. Gli effetti patologici delle radiazioni si dividono in: effetti
somatici che colpiscono il corpo degli individui esposti e effetti genetici o ereditari che
colpiscono la prole degli individui esposti. Gli effetti somatici possono essere ulteriormente
distinti in effetti immediati sull'individuo irradiato, che si manifestano quando viene
superato un valore soglia di dose, ed effetti tardivi.
Le radiazioni, emesse a causa dell'esplosione del reattore nucleare di Chernobyl, penetrando
profondamente nel corpo umano, danneggiarono cellule e organi, diminuirono la funzione
di generazione del sangue e lo alterarono. I danni da radiazioni variavano a seconda della
lontananza dall'ipocentro o dalla presenza di alti corpi di riparo. Le radiazioni iniziali
emesse entro il primo minuto furono letali fino alla distanza di un chilometro. La maggior
parte delle persone in quell'area morirono in pochi giorni. Molti di coloro che sembravano
rimasti indenni ebbero conseguenze di vario genere e morirono pochi giorni o mesi dopo.
Sintomi da radiazioni, onda d'urto e calore apparivano inesorabilmente subito dopo
l'esplosione. Questi comprendevano, oltre alle lesioni esterne, vomito e perdita dell'appetito,
insonnia, perdita dei capelli, vomito di sangue, sangue nelle urine, febbre, disordini
mestruali.
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6. La bomba nucleare
Quando una bomba nucleare esplode, l'energia si libera in 3 principali forme:
• circa la metà si libera sotto forma di energia meccanica
• un terzo sotto forma di energia termica,
• il rimanente sotto forma di radiazioni ionizzanti.
L'energia meccanica si propaga dal punto dell'esplosione come un'onda trasportata dall'aria;
entro una certa zona tutto intorno al luogo dell'esplosione qualunque costruzione rasa al
suolo. La distanza entro cui la distruzione completa dipende dalla potenza della bomba ma
anche dalla quota a cui viene fatta esplodere. L'onda d'urto è accompagnata da un fortissimo
vento che completa l'opera di distruzione. L'altro effetto immediato dell'esplosione è quello
termico, provocato dalle altissime temperature che si generano nella zona dell'esplosione,
che sono paragonabili a quelle presenti all'interno del sole. Tutto ciò che è incendiabile nel
giro di una decina di chilometri, prende fuoco.
Circa un sesto dell'energia liberata nell'esplosione viene emessa sotto forma di "radiazione
ionizzante", cioè di particelle a, b, o raggi g. Queste particelle provocano sugli esseri viventi
effetti ritardati che possono manifestarsi anche dopo decenni dall'esplosione. L'esposizione
a irragimento modifica la struttura delle cellule degli esseri viventi procurando danni la cui
gravità dipende dall'intensità della radiazione stessa. Anche quando un soggetto irraggiato
non muore nella fase acuta della malattia, nè viene ucciso da una qualsiasi malattia cui il
fisico indebolito non sa reagire, egli porta con sè un segno nascosto non meno terribile:
l'alterazione del patrimonio genetico, la mutazione genetica o cromosomica, l'alterazione
del patrimonio ereditario.
La prima bomba atomica viene fatta esplodere il 16 luglio 1945 nel deserto del Nuovo
Messico, ad Alamogrado. Verso la fine della seconda guerra mondiale, il 6 Agosto del 1945
viene lanciata la bomba atomica sulla città giapponese di Hiroshima . L'esplosione rase al
suolo circa il 60% della città (oltre 10 km2) l'ordigno causò 129.558 tra morti, feriti e
dispersi, e 176.987 senzatetto (nel 1940 a Hiroshima risiedevano 343.698 persone).
Il 9 agosto 1945, tre giorni dopo la distruzione di Hiroshima, un aeroplano dell'aviazione
statunitense sganciò una bomba atomica sulla città di Nagasaki, distruggendo un terzo
dell'abitato e provocando circa 66.000 vittime tra morti e feriti.
6.1 Equazione relativistica per l'energia
Questa, che prende il nome di Equazione relativistica per l'energia, rappresenta una nuova
legge per l'energia cinetica di una particella che si muove con velocità v.
Sviluppando l'equazione otteniamo:
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L'espressione risulta così costituita da due termini. Il primo dipende dalla velocità v del
corpo mentre il secondo è indipendente da essa e pertanto prende il nome di energia di
riposo o di quiete.
Questa legge sembra discostarsi molto dalla classica equazione per l'energia cinetica ma in
realtà, quando v è molto minore di c, le due equazioni si assomigliano. Possiamo ottenere la
seguente approssimazione per 1/β
Con una semplice sostituzione otteniamo l'equazione classica per l'energia cinetica
L'identificazione del termine
come energia di riposo non è solo una convenzione. Gli studi e gli esperimenti odierni
hanno mostrato che la conversione dell'energia di riposo in energia cinetica, con una
corrispondente perdita di massa, è un fenomeno che si verifica comunemente e
continuamente nel decadimento radioattivo e nelle reazioni nucleari.
Tale scoperta determinò l'inizio del periodo nucleare e furono proprio gli studi svolti dallo
scienziato Albert Einstein, in America, che permisero la realizzazione delle prime bombe
nucleari che furono utilizzate dagli stessi americani per determinare le sorti del secondo
conflitto mondiale.
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7. Il fenolo
7.1 Il fenolo nei campi di concentramento
Il fenolo venne utilizzato anche come composto per eseguire condanne a morte. In
particolare, il fenolo è stato utilizzato nello sterminio nazista durante la seconda guerra
mondiale. Iniezioni di fenolo sono state somministrate a migliaia di persone nei campi di
concentramento, specialmente a Auschwitz. L'esecuzione delle iniezioni veniva effettuata
da medici e dai loro assistenti; inizialmente il fenolo era introdotto per endovena,
solitamente nel braccio, ma successivamente le iniezioni vennero eseguite direttamente nel
cuore della vittima in modo da provocare un morte più rapida e quasi istantanea, entro 15
secondi. Questo sistema venne introdotto nelle fasi iniziali, a partire dal 1941 in Auschwitz,
dove dalle 30 alle 60 persone vennero uccise ogni giorno in questa modalità.
7.2 Il fenolo e gli alcoli
Gli alcoli sono composti di formula generale R-OH, strutturalmente simili all'acqua, dato
che al posto di uno dei due atomi di idrogeno dell'acqua portano un gruppo alchilico. Il
gruppo funzionale degli alcoli è il gruppo ossidrilico, -OH. I fenoli hanno lo stesso gruppo
funzionale, ma l'ossidrile, in questo caso, è legato direttamente a un anello aromatico.
Per quanto riguarda gli alcoli, nel sistema IUPAC la desinenza -olo indica la presenza del
gruppo ossidrilico; nella nomenclatura corrente, invece, si premette la parola alcol al nome
del gruppo alchilico.
Es. CH3OH metanolo (o alcol metilico)
CH3CH CH2CH3 2-butanolo (o alcol sec-butilico)
│
OH
I fenoli prendono appunto il nome dal composto base: il fenolo.
L'ossidrile viene considerato come un sostituente tutte le volte che è presente in una
molecola assieme a gruppi che abbiano priorità ai fini della nomenclatura, come il
carbossile, il gruppo aldeidico o chetonico.
Es.
acido o-idrossibenzoico
(detto anche acido salicilico)
p-idrossibenzaldeide
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Gli alcoli vengono distinti in primari, secondari e terziari a seconda che uno, due o tre
gruppi organici siano legati all'atomo di carbonio che reca il gruppo ossidrilico.
Es.
R-CH2OH
R
│
R-CHOH
(1°)
R
│
R-C-OH
(2°)
│
R
(3°)
7.3 Il legame ad idrogeno
I punti di ebollizione degli alcoli sono molto più elevati di quelli degli eteri e degli
idrocarburi aventi pesi molecolari simili. Gli alcoli formano tra di loro dei legami idrogeno.
Il legame O-H è polarizzato a causa dell'elevata elettronegatività dell'atomo di ossigeno.
Sull'atomo di idrogeno si trova una parziale carica positiva, mentre sull'atomo di ossigeno
una parziale negativa.
La presenza di questa parziale carica positiva e delle piccole dimensioni dell'idrogeno,
consentono di formare legami con due atomi di ossigeno elettronegativi.
I legami ad idrogeno sono molto più deboli dei comuni legami covalenti.
Alcoli e fenoli hanno punti di ebollizione elevati perché bisogna fornire calore, non solo per
portare ogni singola molecola allo stato di vapore, ma anche per rompere i legami idrogeno
prima della vaporizzazione delle molecole.
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8. Strage di Marzabotto
“Auschwitz: Solo quando nel mondo a tutti gli uomini sarà riconosciuta la
dignità umana, solo allora potrete dimenticarci”
Questa è la frase incisa su una delle diverse lapidi di “città martiri”che, come Marzabotto,
hanno subito la violenza e la distruzione della guerra sulle persone civili. Marzabotto è una
città che dista circa 25 Km da Bologna, durante la Seconda guerra mondiale, il paese fu
teatro e vittima della Strage di Marzabotto (29 settembre 1944), perpetrata dai nazisti.
Marzabotto è quindi tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione.
8.1 La strage
L’eccidio di Monte Sole (più noto come strage di Marzabotto, dal maggiore dei comuni
colpiti) fu un insieme di stragi compiute dalle truppe naziste in Italia tra il 29 settembre e il
5 ottobre 1944, nel territorio di Marzabotto e nelle colline di Monte Sole in provincia di
Bologna, nel quadro di un’operazione di rastrellamento di vaste proporzioni diretta contro la
formazione partigiana Stella Rossa. La strage di Marzabotto è uno dei più gravi crimini di
guerra contro la popolazione civile perpetrati dalle forze armate tedesche in Europa
occidentale durante la Seconda guerra mondiale
Dopo il Massacro di Sant’Anna di Stazzema commesso il 12 agosto 1944, gli eccidi
nazifascisti contro i civili sembravano essersi momentaneamente fermati. Ma il
feldmaresciallo Albert Kesselring aveva scoperto che a Marzabotto agiva con successo la
brigata Stella Rossa, e voleva dare un duro colpo a questa organizzazione e ai civili che la
appoggiavano. Già in precedenza Marzabotto aveva subito rappresaglie, ma mai così gravi
come quella dell’autunno 1944.
Capo dell’operazione fu nominato il maggiore Walter Reder, comandante del 16°
battaglione corazzato ricognitori della 16. SS-Panzergrenadier-Division Reichsführer SS,
sospettato a suo tempo di essere uno tra gli assassini del cancelliere austriaco Engelbert
Dollfuss. La mattina del 29 settembre, prima di muovere all’attacco dei partigiani, quattro
reparti delle truppe naziste, comprendenti sia SS che soldati della Wehrmacht,
accerchiarono e rastrellarono una vasta area di territorio compresa tra le valli del Setta e del
Reno, utilizzando anche armamenti pesanti. «Quindi – ricorda lo scrittore bolognese
Federico Zardi – dalle frazioni di Panico, di Vado, di Quercia, di Grizzana, di Pioppe di
Salvaro e della periferia del capoluogo le truppe si mossero all’assalto delle abitazioni, delle
cascine, delle scuole», e fecero terra bruciata di tutto e di tutti.
Nella frazione di Casaglia di Monte Sole, la popolazione atterrita si rifugiò nella chiesa di
Santa Maria Assunta, raccogliendosi in preghiera. Irruppero i tedeschi, uccidendo con una
raffica di mitragliatrice il sacerdote, don Ubaldo Marchioni, e tre anziani. Le altre persone,
raccolte nel cimitero, furono mitragliate: 195 vittime, di 28 famiglie diverse tra le quali 50
bambini. Fu l’inizio della strage. Ogni località, ogni frazione, ogni casolare fu setacciato dai
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soldati nazisti e non fu risparmiato nessuno. La violenza dell’eccidio fu inusitata: alla fine
dell’inverno fu ritrovato sotto la neve il corpo decapitato del parroco Giovanni Fornasini.
Fra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, dopo sei giorni di violenze, il bilancio delle vittime
civili si presentava spaventoso: oltre 800 morti. Le voci che immediatamente cominciarono
a circolare relative all’eccidio furono negate dalle autorità fasciste della zona e dalla stampa
locale (Il Resto del Carlino), indicandole come diffamatorie; furono minimizzate anche
presso Mussolini che chiedeva conferme (e che protestò per l’inaudita crudeltà tedesca);
solo dopo la Liberazione lentamente cominciò a delinearsi l’entità del massacro.
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9. Mappa concettuale
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10. Sitografia e bibliografia
Freud
www.liceomeda.it/carteggio_einstein_freud.doc
Ungaretti e Hikmet
“Letterautori” Panebianco, Gineprini, Seminara, Zanichelli editore, 2011
“Il quadrato magico”, Rosetta Zordan, Fabbri editori, 2010
http://www.treccani.it
http://www.poesieracconti.it
http://sv.wikipedia.org
http://parolefiori.blogspot.it/2011/04/la-bambina-di-hiroshima-di-nazim-hikmet.html
Virginia Woolf e Mrs Dalloway
http://sv.wikipedia.org
Energia nucleare e scorie radioattive
“Temi di geografia generale”, edizione mista, Tramontana
http://www.ecoage.it/scorie-nucleari.htm
http://sv.wikipedia.org
http://www.eniscuola.net/it/energia/contenuti/nucleare/left/ambiente-e-territorio/il-problema-dellescorie-nucleari/
Bomba nucleare
http://www.mateliber.it/relativita/AULA/TEORIA/Lateoria.html
http://cronologia.leonardo.it/storia/tabello/tabe1509.htm
http://www.focus.it/cultura/storia/Come_era_fatta_la_bomba_atomica_di_Hiroshima_C39.aspx
Fenolo
“Chimica organica”, Zanichelli editore,2013
Strage di Marzabotto
http://www.anpireggioemilia.it/agenda-della-resistenza/1944-strage-di-marzabotto/
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