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Il mondo in cifre Canada-Usa 22 Il Mondo nel 2008 LA STAMPA MERCOLEDÌ 19 DICEMBRE 2007 Canada Messico Stati Uniti Crescita del Pil: 2,2% Crescita del Pil: 3,1% Crescita del Pil: 1,2% Pil: 1030 miliardi di dollari Pil: 900 miliardi di dollari Pil: 14.400 miliardi di dollari Inflazione: 2% Inflazione: 3,8% Inflazione: 2,1% Popolazione: 33,2 milioni Popolazione: 110 milioni Popolazione: 304,8 milioni La minoranza governo conservatore guidato dal primo ministro, Stephen Harper, può cercare la maggioranza alle elezioni anticipate. Il governo è sotto pressione per la politica ambientale, e la presenza di truppe canadesi in Afghanistan. I Questo è un anno importante per il presidente, Felipe Calderón, che deve persuadere l’opposizione del Partido Revolucionario Istituzionale (PRI) a sostenere il suo Partido de Acción Nacional al governo per spingere il congresso ad approvare le riforme. I Messico. Calderon (a sinistra) con il premier spagnolo Zapatero Molti si aspettano che la casa bianca vada alla Democratica Hillary Clinton: sarebbe la prima donna presidente. Il paese, stanco della guerra, volge le spalle ai repubblicani dopo i dolorosi anni di Bush. Fino a novembre, l'anno sarà dominato alla campa- I gna elettorale: in qualche stato le primarie partono a gennaio. Lo stallo tra il presidente e il Congresso porterà ad un arresto dell’azione di Bush. L'economia rallenta sensibilmente e la crisi dei mutui potrebbe portare anche alla recessione. Parte delle truppe lasceranno gli Stati Uniti: i repubblicani cercano in questo modo di recuperare almeno parte del consenso perduto. L’economia sarà orientata a tendenze protezioniste. Usa, lo spettro della recessione Il trend negativo del settore immobiliare proseguirà anche nel 2008 Il 2009 risentirà dei postumi della «sbornia» ZANNY MINTON BEDDOES 2 milioni Il numero di americani che si trova a dover fronteggiare rate più pesanti per i propri mutui a tasso variabile, a causa dell’aumento dei tassi 40 per cento La frenata del ritmo di costruzione di nuove abitazioni negli Usa Il crollo della domanda si traduce in un punto in meno del tasso di crescita 20 mila miliardi Il valore totale in dollari delle abitazioni negli Usa: rappresenta più o meno un terzo dell’intero patrimonio di tutte le famiglie di cittadini La percentuale record di famiglie che non riescono a pagare i mutui e di pignoramenti costituisce il simbolo più evidente della profonda crisi del settore immobiliare. Lo scoppio della bolla immobiliare trascinerà in una spirale negativa l'intera economia. Quanto in basso arriverà la caduta dipende dai banchieri centrali degli Usa e dalla forza residua del resto dell’economia mondiale. Il trend negativo del settore immobiliare aumenterà nel 2008. Il ritmo di costruzione di nuove abitazioni è sceso di circa il 40% dal suo picco del gennaio 2006. Nel corso dell'ultimo anno, il collasso della domanda immobiliare si è tradotto nella perdita di almeno un punto percentuale nel tasso di crescita del pil. A dispetto de- I prezzi delle abitazioni scenderà in picchiata Si dimezzeranno in California e Florida gli sconti praticati dai costruttori, l’ulteriore caduta della domanda ha provocato un fortissimo incremento della «riserva» di abitazioni invendute.Nel corso del prossimo anno le cose non potranno che peggiorare. A causa dell’aumento dei tassi di interesse, circa 2 milioni di americani si trovano a fronteggiare rate più pesanti per i propri mutui a tasso variabile. Una grande parte di questi sarà costretta a ricorrere a procedure di insolvenza, andando ad incrementare ulteriormente la riserva di abitazioni in vendita. Ancora più importante: la stretta creditizia sta creando condizioni sfavorevoli alla domanda di abitazioni. Tutto questo implica che il prezzo delle abitazioni scenderà in picchiata. Nelle aree caratterizzate da una maggiore espansione della bolla immobi- Il mondo in lutto La scomparsa di Luciano Pavarotti ha colpito tutto il pianeta Nella foto: lutto a Bologna Elezioni presidenziali, escalation di costi Sarà la prima campagna da 3 miliardi di dollari La competizione presidenziale del 2008 è ancora ben lungi dall'essere iniziata, ma due cose appaiono già certe. In primo luogo, sarà l'elezione più costosa di tutti i tempi. In secondo luogo, questo fatto provocherà un netto aumento delle lamentele e delle recriminazioni da parte degli opinionisti. I due candidati nominati dai principali partiti bruceranno ciascuno circa 500 milioni di dollari prima di novembre. I candidati perdenti delle nomination Democratica e Re- I liare - California e Florida -, i prezzi potrebbero dimezzarsi nel giro di pochi anni. Su scala nazionale il declino sarà più graduale: a differenza delle quote azionarie, infatti, i prezzi delle abitazioni sono meno volatili. Anche così, il prezzo medio nazionale delle abitazioni alla fine del 2008 sarà del 10% inferiore al suo massimo. Si tratta di notizie cupissime per i costruttori. Tuttavia, la considerazione più importante è: quale impatto avrà un simile declino dei prezzi sulle abitudini di spesa dei consumatori? Ricordiamo che le costruzioni pubblicana ne bruceranno altre centinaia. I due comitati nazionali dei partiti spenderanno almeno 800 milioni di dollari (cumulativi), sebbene una parte di questa cifra sia da destinare al supporto dei candidati al congresso. I comitati di azione politica e i gruppi di appoggio indipendenti spenderanno pressappoco la stessa cifra. La rivista Fortune prevede che, tutto considerato, il 2008 vedrà la prima campagna elettorale da 3 miliardi di dollari della storia degli USA. residenziali rappresentano circa il 5% del pil degli Usa, mentre le spese dei consumatori contribuiscono per circa il 70%. Ci sono moltissime ragioni per preoccuparsi. L’America ha già subito momenti di boom e crisi del mercato degli abitazioni su scala regionale ma da tempo non sperimenta una simile crisi a livello nazionale. Il valore complessivo delle abitazioni è pari a circa 20mila miliardi di dollari e rappresenta più o meno un terzo dell’intero patrimonio delle famiglie dei cittadini statunitensi. Negli anni recenti il credito al consumo si è dilata- Occhio alla Fed Il presidente della Banca centrale Usa Ben Bernanke ha tagliato i tassi a medio termine di mezzo punto to a dismisura, spinto dalla possibilità di attingere al crescente valore delle abitazioni. Le ricerche più recenti suggeriscono che la ricchezza prodotta dalla bolla immobiliare può aver avuto un effetto maggiore sulle abitudini di spesa di altre fonti di ricchezza finanziaria. Questo è dovuto anche alla possibilità di sfruttare attivamente la crescita del valore immobiliare grazie a ipoteche e altri strumenti di credito. Una stretta creditizia e la caduta dei prezzi delle abitazioni si dimostreranno una combinazione davvero letale. I più deboli tra i debitori saranno semplicemente impossibilitati a disporre di denaro e a spendere come prima. Anche chi non si troverà direttamente a fronteggiare simili problemi finirà per sentirsi più povero e per limitare le spese. Lo spettro di una minore spesa dei consumatori e di una stretta creditizia peserà sulla volontà delle aziende di creare posti di lavoro ed investimenti. In altri termini, ci sono tutti gli ingredienti per una recessione.La recessione non è ancora certa, tuttavia, a causa di due possibili fattori di bilanciamento. Il più importante è rappresentato dalla politica monetaria. A settembre del 2007, la banca centrale degli Usa ha ridotto i tassi di interesse a breve termine in modo molto aggressivo (mezzo punto percentuale) portandoli a 4,75%. L'operazione è stata eseguita per "prevenire" il possibile impatto negativo della turbolenza finanziaria sull'economia. Altri tagli dei tassi seguiranno e durante il 2008 il tasso di interesse scenderà sotto il Il tasso d’interesse il prossimo anno sarà tagliato ancora e calerà sotto il 4% 4%. Ma con il tasso di inflazione, attualmente al 2%, ovvero nella fascia alta della banda di inflazione ideale secondo la banca centrale, i tassi a breve termine non potranno essere ridotti con la stessa rapidità di quanto è avvenuto nel periodo 2001 - 2003, quando arrivarono all'1%. Tutto considerato, con un po' di buona fortuna, l'economia dell'America potrebbe sopravvivere al 2008 senza una recessione. Ma le difficoltà non si limiteranno al prossimo anno. I postumi della sbornia immobiliare continueranno a manifestarsi anche nel 2009.