Le regole della Costituzione e del lavoro

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Le regole della Costituzione e del lavoro
Le regole della Costituzione e del lavoro.
By Salvatore Verga
Consulente del Lavoro
Professionista
Tutto è cominciato, quasi per caso, nel lontano 1984.
Avevo terminato di frequentare, senza troppa convinzione, le aule della facoltà di Giurisprudenza di Palazzo Nuovo a Torino e non avevo la minima idea di quale fosse l’attività
professionale del Consulente del Lavoro e neanche del ruolo fondamentale che essa avrebbe
avuto nella mia vita.
Devo confessare che tra me e la professione di Consulente del Lavoro non c’è stato il classico “colpo di fulmine”, quanto, piuttosto, un progressivo, costante e forte “innamoramento”.
Il termine innamoramento nei confronti di una professione tecnico-giuridica apparentemente
fredda può sconcertare: nell’immaginario collettivo il concetto di passione o di vocazione richiama la figura del medico, dell’artista, o del sacerdote, non certamente quella del Consulente del Lavoro.
Tenterò di spiegare le motivazioni che, a distanza di ben 25 anni, mi inducono all’utilizzo del
termine “innamoramento” per definire il rapporto che mi lega alla professione.
Dopo aver superato l’esame di Stato, rivolsi la mia massima attenzione agli aspetti
tecnici, ben presto comprendendo, anche grazie agli insegnamenti del mio mentore, che
l’attività del Consulente del Lavoro non è solo tecnicismo giuridico e contabile. Essa ha, infatti,
valenza fortemente sociale.
Mi trovai così proiettato ad affrontare importanti questioni riguardanti la gestione delle risorse
umane ed i processi economici aziendali fondamentali per il mantenimento dei posti di lavoro
e lo sviluppo delle realtà produttive stesse.
Apprezzai le potenzialità della mia professione ed il ruolo sociale centrale che essa riveste nel mercato del lavoro, quale mezzo di collegamento tra datori di lavoro, lavoratori ed
istituzioni pubbliche.
Non è un caso se la Costituzione Italiana, all’art. 1, pone il lavoro quale fondamento della nostra Repubblica e non a caso il lavoro è il fulcro della mia attività, tanto da identificare il nome
della mia stessa categoria professionale: L’implementazione di relazioni sociali e industriali
basate sul rispetto dei valori costituzionali su cui si fonda la Repubblica Italiana e il rispetto
della dignità dei lavoratori costituiscono, infatti, l’impegno quotidiano della categoria dei Consulenti del Lavoro.
Poco per volta, acquistai, dunque, la consapevolezza dell’apporto che il Consulente del Lavoro può fornire a beneficio del mondo del lavoro e più in generale della società civile.
Ma la passione da sola non basta per affrontare e vincere le sfide quotidiane della mia
attività professionale. Ritengo indispensabili anche altre caratteristiche, quali l’etica, il metodo,
la costanza, l’organizzazione, la capacità di gestire le risorse umane e, tra esse, una si leva
sopra le altre a rappresentare il modo con cui cerco di affrontare le questioni che mi vengono
poste: faccio diventare miei i problemi dei clienti e con la giusta dose di impegno e di grinta,
do il massimo per risolverli.
Quella grinta che, nel mezzo della odierna crisi economica globale, mi permette di “vedere”
le difficoltà come una opportunità piuttosto che un problema, di guardare oltre e lavorare per
far sì che il mio Studio professionale possa essere ancora più forte quando verrà la ripresa.
Perché, anche quando le condizioni sembrano remare contro, è fondamentale non mollare
mai.
Pablo Picasso diceva, a proposito della differenza tra un pittore e un artista: “per fare
un sole, i pittori ci mettono il giallo. Io ci metto il sole”. Io, da artigiano della mia professione,
tento di svolgere la mia attività cercando di “metterci il sole”.
Certamente altri fattori hanno contribuito ad alimentare la passione chi mi lega alla
professione e tra questi, l’evidente considerazione che si tratta di un lavoro che è agli antipodi
della staticità.
Per garantire sempre un lavoro contraddistinto dalla qualità è necessario, infatti, che il professionista coscienzioso sia costantemente aggiornato e pronto ad affrontare i continui cambiamenti normativi e giurisprudenziali nell’ambito di una società sempre più dinamica e globalizzata. Anche se, negli ultimi anni, l’iperattività legislativa ed i continui apporti creativi, spesso
contraddittori, della giurisprudenza hanno trasformato la legislazione italiana in una inestricabile ragnatela di normative ed orientamenti.
Alla situazione normativa caotica si è aggiunta, nell’ultimo decennio, la tendenza della Pubblica Amministrazione a trasferire (o meglio, a scaricare) ai datori di lavoro privati -e
quindi ai Consulenti del Lavoro- ogni sorta di adempimento ed incombenza amministrativa e
burocratica al fine di sopperire alle gravi lacune esistenti nel settore pubblico.
L’intensità e la complessità degli adempimenti da assolvere è aumentata in maniera esponenziale ed ha reso molto difficile l’approfondimento e la riflessione sulla legislazione che, quotidianamente, viene prodotta.
Le scadenze si sovrappongono e spesso mi trovo a dover rincorrere le norme e a cambiare
all’ultimo minuto l’orientamento, le attività e le procedure. Cosicché, svolgere correttamente il
mio lavoro è diventata un’autentica azione acrobatica quotidiana.
Nonostante tutte le difficoltà, a distanza di 25 anni io sono ancora animato dalla passione per il mio lavoro. E siccome le passioni non si spiegano ma si percepiscono, sono ancora convinto che non avrei potuto fare un lavoro diverso.