HERMES 2009-10.01
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HERMES 2009-10.01
DI BOCCA IN BOCCA All’interno: • Intervista al Sindaco • Tatiana Guderzo • Inizia la scuola • Obama per la Pace • Articoli, fumetti, giochi, hipse dixit... Herpes n° 1 Ottobre/Novembre 2009 Anno XIII Indice Pag. ➼ ➼ ➼ ➼ ➼ WE WANT YOU La copertina di questo nuovo HERPES è di tutti. In questo numero abbiamo scelto una foto di uno di noi: Marco Glerean. Vuoi che la prossima sia la tua? Cerchiamo spunti di creatività fotografica. Usa la digitale, la macchina del nonno, il cellulare quello che vuoi, ma soprattutto la testa. Spedisci il tuo scatto a: [email protected] e potrai sognare la copertina! Grazie già da ora Stripssssss HPS DI BOCCA IN BOCCA Redazione 3 Editoriale 3 Tatiana Guderzo 4 Obama per la Pace 5 La Rubrica della Musica 6 La Voce del Dissidente 6 Il Muro di Berlino 7 Roma, 24 Settembre 7 Messaggi subliminali 8 Hipse Dixit 8 Il Sindaco Cimatti 9 Pimp my Comic 10 La Rubrica di Cucina 11 Svago mentale 11 Storie: Primo di Prima 12 In & Out Voices 13 La Rubrica del Cinema 14 Brokkcity 15 di Silvia Sabatti 2 V bst L’Editoriale del Direttore di Francesca Barco IV bl Domani Ricordiamoci di sbagliare fin che siamo in tempo. Per tutto il resto ascoltiamo una canzone. È Direttore: Vicedirettore: Impaginazione: Redazione: Disegnatori: Francesca Barco IV bl Filippo Campagnolo III bs Francesca Barco IV bl Noemi Bellò Gloria Bordignon Sara Bourahla Allegra Cerantola Maria Diandra Cristache Martino Guidolin Claudia Husdup Rebecca Luisetto Elisabetta Mezzalira Cristina Mottin Stefania Neglia Giulia Pagan Giulia Pellizzer Andrea Pianezzola Matteo Scalco Gloria Serraduta Luca Strapazzon Giulia Zanin I bca V bs IV dso I aca I bca V ast IV cs I bca V bst I bca I aca I bl V bs V bs I bl I dl IV aca IV bs Giacomo Bertollo Silvia Sabatti Daniele Trentin IV dl V bst V ast Foto di Copertina: Marco Glerean cominciato un nuovo anno scolastico. Non che la cosa ci entusiasmi, vero? Quindi, non vi va di parlarne. Ok! Parliamo piuttosto di Domani. A quanti è capitato di ascoltare più e più volte la canzone per l’Abruzzo? Vi siete mai auto-convinti che domani si può? Poi arriva il giorno dopo e ci si chiede: -Si può che cosa?!- Così si aspetta di nuovo il domani, e via dicendo. Del resto, se domani è un altro giorno, è perché oggi decido che lo sarà, lo decido con il coraggio di chi volta pagina e stop. Pensiamola con un esempio: per accendere la luce, serve premere l’interruttore. Mettiamo che l’interruttore sia lontano da noi, per arrivarci occorre attraversare il buio, un buio non solo visivo, ma che è anche dentro di noi, una paura, una debolezza, un’umiliazione... Il problema in sè non è accendere la luce, il problema è attraversare il buio! Finchè non succede, finché non rischiamo, finchè non abbattiamo i nostri limiti, nessuna lampadina ce la può fare, neanche domani! Perciò, se Domani è già qui, significa che lo si può costruire solo Oggi. Bene, torniamo alla nostra bella dimensione scolastica da cui abbiamo iniziato il discorso. Se oggi siamo a scuola, è perché siamo arrivati per sbagliare, poi per eccellere. Noi a scuola possiamo sbagliare quanto vogliamo, perché è questo il momento. È tra i banchi, davanti la cattedra, alla lavagna, che impariamo ad eludere il buio. Domani avremo solo un secondo per farlo e non potremo concederci dubbi, solo oggi possiamo esercitarli. Solo Oggi possiamo decidere di stravolgere un giornalino già ben avviato e cambiarlo da capo a piedi, impaginazione, grafica... perché Domani sarà il Giornalino che tutti conosceranno! Quindi non facciamo facce tristi se è ricominciato l’anno, piuttosto congratuliamoci con noi stessi per gli errori che ci saranno concessi. O perlomeno, pensiamoci. IV dl 3 HPS DI BOCCA IN BOCCA Storie di Luca Strapazzon Tatiana Guderzo: semplicemente Campionessa _ Come si è avvicinata a questo sport? Ero una bambina molto molto vivace e praticavo un po’ tutti gli sport l’importante era non fare i compiti. Il ciclismo l’ho iniziato perché mio cugino l’aveva iniziato e io dovevo imitare lui e mia sorella. Quando l’ho visto partire ho iniziato ad insistere con i miei, che non erano contenti che iniziassi questo sport. Però sono più testarda di loro e per un anno ho rotto le scatole a tutti: mamma, papà, zii, nonni e alla fine sono riuscita a convincerli A rrivando a casa di Tatiana Guderzo la prima cosa che colpisce sono gli striscioni che ancora sventolano fuori casa, segno della festa che si è consumata dopo l’entusiasmante vittoria al mondiale di ciclismo di Mendrisio. Tatiana è a casa tranquilla che si gode un po’ di meritato relax e acconsente a lasciarci una breve intervista. _Allora Tatiana come ci si sente ad essere la miglior ciclista al mondo? Sinceramente non ci penso ancora. Non esco con l’abbigliamento iridato perché non mi sembra ancora vero. Ogni tanto qualcuno mi dice “ ma ti rendi conto di essere la numero uno” e io rispondo sempre “ mi rendo conto di essere sempre uguale”, però, le emozioni sono state tante; forse devo ancora concretizzare la vittoria e un po’ alla volta mi sto abituando a questa cosa ma ancora non me ne rendo conto completamente. _ È stato più emozionante vincere il bronzo a Pechino o l’oro a Mendrisio? Sono due cose diverse nel senso che con le olimpiadi entri nella storia perché lì tutto il mondo ti vede: le olimpiadi sono una cosa unica, immensa. Indossare la maglia iridata, però, per un ciclista è una cosa più sentita. Nulla da togliere alle olimpiadi che per una sportiva è l’apice della carriera però per un ciclista portare la maglia iridata è il sogno di una vita. _ Cosa serve per vincere un campionato del mondo? Tanta determinazione, tanta voglia di soffrire e di rinunciare per un obbiettivo ben preciso. Nello stesso tempo divertirsi perché, comunque, ho iniziato questo sport per gioco, l’ho continuato per passione, che non deve mancare mai. Ho notato che quando non mi divertivo in bici i risultati non venivano mentre quando mi divertivo negli allenamenti e nella gara stessa poi arrivava il risultato perché ci metti quel qualcosa in più. HPS DI BOCCA IN BOCCA _ È stato difficile unire scuola e sport? Abbastanza perché il ciclismo ti porta via da casa, non tanto per gli allenamenti, perché ritengo che un’atleta se si organizza riesce a fare tutto, quanto per le trasferte o i ritiri di una due settimane, dunque si dovevano saltare giorni di scuola. Il problema principale è che i professori non capivano questa cosa, non la accettavano e ti penalizzavano: fortunatamente non tutti! _ Secondo lei il modello scolastico Italiano si concilia bene con lo sport o dovrebbe essere modificato per dare opportunità a chi ha talento di esprimerlo al meglio ottenendo nel contempo buoni risultati a scuola? Nelle scuola che ho frequentato ( Istituto Einaudi ndr) non c’era questa idea di aiutare gli sportivi. Non si credeva negli alunni sportivi, anzi, negli alunni in generale. Si pensava che non avessero voglia di studiare, che preferissero andare a praticare uno sport per non farlo. Io subito ero quella che non voleva studiare, invece, quando ho iniziato ad andare all’estero, ho cominciato a capire quant’era importante l’inglese e da allora lo studio e mi interesso. Sfortunatamente, però, in Italia non c’è ancora la mentalità di aiutare gli sportivi a conciliare scuola e sport. Nel mio caso ho avuto alcuni insegnanti che mi aiutavano, mi spingevano nell’arrivare al mio obiettivo di gareggiare in un mondiale, ma altri non mi aiutavano e anche il preside era sfavorevole quindi ho trovato molte difficoltà. _ Quando ha iniziato la sua carriera avrebbe mai pensato di diventare campionessa del mondo? No, sicuramente no. Non credevo di diventarlo, di provare a raggiungere il sogno si perché, comunque, mi sono sempre distinta per la determinazione: quando mi ponevo un obiettivo era dura farmi cambiare idea. Poi logicamente in una gara di ciclismo di un giorno può succedere di tutto. Ho iniziato a crederci tantissimo l’anno scorso quando ho sbagliato il mondiale a Varese, lì ho incominciato a pensare di raggiungere quella maglia che avevo perso per errori e ancora poca esperienza. 4 IV aca Storie d’Attualità _ Che consiglio dà a chi vorrebbe iniziare una carriera nel ciclismo? Di avere tanta determinazione come anche nella vita. Le difficoltà si trovano sempre, di momenti critici ce ne sono ogni giorno, di sconfitte ne arrivano una settimana si e una no. Devi essere l’artefice del tuo sogno, devi crederci in primis tu, poi farlo credere alla tua famiglia e poi quando hai il sostegno della famiglia non ti ferma più nessuno. _ Cos’è il ciclismo per lei? Il ciclismo per adesso è la parte più importante della mia vita senza nascondere che ho degli altri sogni quali formare una famiglia. Però, adesso come adesso è il mio lavoro, il mio divertimento e la mia sofferenza. _ La vittoria al mondiale è arrivata anche grazie ad un’ottima strategia e organizzazione di squadra secondo lei il ciclismo è più sport di squadra o individuale? Entrambi! Perché devi avere una condizione individuale ottimale e ogni componente della squadra deve essere nelle condizioni migliori e nello stesso tempo devi avere una squadra dietro che ti possa appoggiare. Nell’ultimo mondiale io e Noemi (Cantele medaglia di bronzo ndr) dovevamo stare tranquille i primi giri ed avere sempre qualcuno che ci sosteneva in caso di forature. Poi, in ultima, dovevamo avere l’abilità di fare la gara in modo da poter raggiungere il risultato più importante. Il ciclismo è proprio uno sport sia individuale sia di squadra, secondo il mio punto di vista una persona non può vincere da sola a meno che non sia una gara in salita o una cronometro. _ Perché il ciclismo è diventato così popolare e praticato nonostante non abbia lo stesso seguito e la stessa struttura organizzativa di uno sport come il calcio? Perché il ciclismo è uno sport povero, tutti vanno in bici, prima della macchina c’era la bicicletta, il mezzo più usato per spostarsi era la bici, dunque è una cultura che si ha radicata negli anni. Il problema è che come sport povero il ciclismo non vive dei biglietti dello stadio e tantomeno non bisogna pagare il canale per andare a vedere la partita e quello penalizza gli sport inferiori come il ciclismo. È uno sport troppo povero! Politicamente non valiamo nulla, questa è la realtà della cosa. Ma a livello di appassionati è il più seguito, mettendo da parte il Veneto dove c’è proprio una cultura delle due ruote. È uno sport antico, che non ha mai seguito il progresso, è sempre stato sport povero, è lo sport dei poveri. di Noemi Bellò I bca Obama per la Pace I l Nobel per la Pace a Barack Obama nessuno mai se lo poteva aspettare, o per lo meno a così pochi mesi dal suo insediamento alla Casa Bianca. Il suo staff e lo stesso Obama sono rimasti senza parole (anzi no, mi correggo, sono riusciti nell’ardua impresa di spiaccicare un corposo e americano: “Wow!”) quando sono venuti a conoscenza della meravigliosa notizia: dopotutto, non capita spesso e a tutti di essere svegliati nel pieno della notte da un assonnato ed emozionato portavoce (Robert Gibbs, ndr) e prendere coscienza di aver appena ricevuto uno dei più prestigiosi riconoscimenti a livello mondiale a favore della Pace nel mondo, ma soprattutto, tra gli “abitanti” di questo mondo. Dopo un inizio di giornata a dir poco indimenticabile, con Malia e Sasha che, oltre al Nobel, hanno fatto notare al padre altri due avvenimenti “importantissimi” (il compleanno di Bo il cane e l’arrivo di un fine settimana lungo), Obama ha parlato davanti ai giornalisti, dicendo di essere onorato, sorpreso e profondamente commosso dell’assegnazione di questo premio. Anche se non del tutto sicuro di meritarlo, Obama ha aggiunto di accettarlo umilmente ed interpretarlo come uno stimolo a darsi da fare, a continuare ad affrontare i problemi del mondo e a portare avanti la cooperazione tra Nazioni. Obama precisa che nel passato, la Storia lo dimostra, il Nobel non è stato assegnato solo per lodare degli obbiettivi raggiunti ma anche per evidenziare un giusto ideale che deve continuare ad essere sostenuto. Il Premio sarà consegnato al primo presidente afro-americano degli Stati Uniti il 10 dicembre 2009 a Oslo dal presidente del Comitato Norvegese del Nobel, Thorbjoern Jagland. Consisterà in una medaglia, un diploma e un assegno da 10 milioni di corone (somma che equivale ad un milione di euro), che sarà, parola di Mr. President, interamente devoluto in beneficenza. Barack Obama è il quarto presidente Usa ad ottenere il Nobel per la pace: prima di lui, anche gli ex-presidenti Theodore Roosevelt, Woodrow Wilson e Jimmy Carter. La Commissione norvegese, dopo aver analizzato le schede di oltre 200 candidati, ha preso l’importante decisione in assoluta unanimità, riconoscendo e apprezzando gli straordinari sforzi del presidente statunitense nel rafforzare la diplomazia internazionale per la cooperazione e il dialogo tra i popoli, le culture e le religioni. Inoltre, grande importanza per la conquista del premio l’ha avuta la sua “visione-sogno-speranza” di un mondo senza armi nucleari. Gli Stati Uniti hanno fatto sapere di essere pronti a lavorare assieme agli organismi internazionali in maniera più stretta e trasparente del passato. Durante questi primi 10 mesi trascorsi nello studio ovale, Obama è riuscito ad ottenere il ritiro graduale delle truppe dall’Iraq e adesso sta lavorando per proseguire la lotta al terrorismo, per superare le difficoltà “di casa” (come la crisi economica, l’istruzione, la sanità, i cambiamenti climatici) e anche per spianare la situazione in Medio Oriente. I suoi più importanti obbiettivi futuri sono quello di sbloccare la situazione di stasi nella guerra contro i Talebani in Afghanistan; quello di trovare un accordo “condiviso” con Teheran riguardo la crisi nucleare iraniana, riavviando le trattative di pace; quello di risolvere (necessariamente) il conflitto israelo-palestinese. Noi tutti studenti del Brocchi auguriamo al Presidente Barack Obama di proseguire, e soprattutto di riuscire a portare a termine, gli impegni presi, ma non possiamo assolutamente dimenticarci, tra le altre cose, di fare gli auguri ad un altro inquilino della Casa Bianca, questa volta non per un Nobel ma per un compleanno, quindi... TANTI AUGURI A BO IL CANE!!! _ Per concludere è più dura andare in bici o studiare? Dipende. Per me è più dura studiare però per tanti altri è più dura andare in bici, dipende da qual è la passione più grande. La mia passione è andare in bici e mi viene più facile allenarmi, per uno studioso è più difficile il ciclismo. Ogni cosa è difficile se si vuole raggiungere un obiettivo senza scorciatoie, di facile non c’è niente, nessuno ti regala nulla. Chi raggiunge le cose con facilità o ha preso una scorciatoia o ha qualche aiuto. Sicuramente sia nello studio che nella bici non è una strada in discesa. 5 HPS DI BOCCA IN BOCCA La Rubrica della Musica di Allegra Cerantola I aca Canzoni contro la guerra L a musica è un qualcosa di fantastico, e lo sappiamo tutti. Ma è ancora più bello fare della musica il proprio “lavoro”. Per riuscirci, molti di noi cominciano già da piccoli ad imparare a suonare uno strumento, o a seguire corsi di canto. Naturalmente, anche all’interno della nostra scuola, ci sono ragazzi e ragazze che inseguono questo tipo di sogno. In questo numero, vi presentiamo la canzone scritta da un ragazzo della nostra scuola, Serafino Monaco. E’ un testo “antiguerra” molto bello. Eccolo: I’m asking why So many people die Joining causes That they don’t know You pass off a hero But you are used as a slave Your soul will burn Your heart will die Non voglio più sentire Inni alla Guerra Non voglio più vedere Soldati morire Your life is worth nothing You are only a killer But their hands Are totally clean So stop your hand Please don’t kill them Don’t close your eyes From seeing a future Of peace And stop, you can The war... Now Non voglio nuovi Hitler E nemmeno Che Guevara Basta rivoluzioni Basta a questi inutili massacri [bass – drums] The final scene is important The rest is just dirt And the TV-spectators Don’t have to care -solo- E la fermerò Giuro che la fermerò A costo di suonare Di fronte ai carro armati Giuro che La fermerò... E tu? Vorresti veder pubblicata la tua canzone? Non c’è problema! Non devi far altro che mandare una mail con il tuo testo a questo indirizzo: [email protected]. E, se lo riterremo opportuno, la pubblicheremo. A questo indirizzo potete anche semplicemente inviare le vostre opinioni su questa canzone. La Rubrica del Dissidente di Rebecca Luisetto I bca Il registro elettronico Q uest’ anno scolastico è iniziato con un pieno di novità , tanto per iniziare la nostra scuola ha avuto “ l’onore” di sperimentare l’ultima innovazione voluta dal ministero: il registro elettronico, che manda in pensione il caro vecchio registro cartaceo. La decisione di usare questa novità tecnologica è stata presa dal Consiglio d’Istituto a favore degli alunni delle sedici classi prime del Liceo Ginnasio Statale “G. B. Brocchi”, (parliamo di circa 400 alunni), i quali si sono confrontati con l’utilità di questo piccolo computer che ha per lo più funzioni di base simili a quello presente ormai in tutte le abitazioni, ma è destinato ad un altro uso. In questo nuovo registro è certificato se siamo presenti in classe oppure no, in tal caso i professori o invieranno delle e-mail alle famiglie oppure verranno mandati sms ai genitori, i quali verranno a sapere se i propri figli e figlie si tro- HPS DI BOCCA IN BOCCA vano a scuola o al di fuori i essa. Oltre a sapere tutto questo, le famiglie avranno una password con cui potranno accedere al server scolastico dal computer di casa propria per controllare eventuali note. Come tutte le cose che ci circondano, anche questa ha i suoi pro e i suoi contro: I PRO. Si favoriscono i genitori, che riescono a sapere tutto quel che avviene dentro le aule dalla propria abitazione, creando così un costante dialogo scuola-famiglia. Ora più che mai potranno seguire personalmente e quotidianamente la vita scolastica dei propri figli. I CONTRO. Sono dettati per la maggior parte dagli studenti ma anche qualche professore si è lamentato del nuovo sistema, in primo luogo, è stato detto da alcuni ex studenti nei blog, che non è il caso che la nostra generazione sia controllata come nella casa del “Grande Fratello”, ora che tutto è diventato più complicato, 6 la mattinata “bruciata” in compagnia è solo un bello, ma lontano ricordo. Dopodichè, si perde molto tempo, perché i professori non hanno fatto un corso preparatorio per utilizzare il registro elettronico e minimo 15 minuti sono passati per capire come salvare le proprie ore o eventualmente cancellare degli sbagli effettuati; dopo inutili sforzi, incitando il registro a far quello che cercano di fare da parecchi minuti escono e chiamano il tecnico che turbato dai continui spostamenti tra una sede e l’altra che ogni mattina è costretto ad effettuare, entra in classe e con un “CLIC” risolve l’intrigo che il professore si è creato da solo. I professori continuano a dirci che prima o poi prenderanno confidenza con questa tecnologia, e quando ciò avverrà, si perderà molto meno tempo, ma per ora nessuno sviluppo, vi faremo sapere. Ciao e al prossimo numero! Storie d’Attualità di Giulia Pagan I bl 1989-2009: Vent’anni di Liberta’ Q uest’anno, il 9 Novembre, si festeggerà il ventesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino. Vent’anni, nei quali gli abitanti di Berlino sono stati orgogliosi di definirsi “cittadini Liberi”. La storia del Muro comincia nel 1961, come diretta conseguenza della Seconda Guerra Mondiale e della successiva Guerra Fredda tra i due blocchi, sovietico e occidentale. Mentre nella repubblica federale tedesca, grazie anche agli aiuti americani, migliorano le condizioni di vita, nella repubblica democratica tedesca cresce invece l’insoddisfazione della gente. La mattina del 13 agosto 1961 i berlinesi scoprono che nel cuore della loro città sta nascendo una divisione fatta di filo spinato, blocchi di cemento e barricate. I collegamenti fra la zona est, sotto il controllo sovietico, e quella ovest, sotto il controllo americano, sono bloccati e i cittadini della prima non possono più entrare nella seconda. Sono le prime pietre del famigerato Muro, che si trasformerà presto in centosessantasei chilometri di cemento, che tagliano 192 strade di Berlino, dividendola definitivamente in due blocchi. Passare il Muro diventa un’impresa impossibile, tanto che un centinaio di berlinesi dell’est moriranno nel tentativo di scavalcarlo, uccisi dai poliziotti di guardia: l’ultima vittima è Chris Gueffroy, il 6 febbraio del 1989. Chris Gueffroy non poteva saperlo: gli sarebbe bastato pazientare ancora pochi mesi e lui sarebbe ancora vivo. Ma soprattutto sarebbe stato Libero. Il 9 novembre di quell’anno, Günther Schabowski, leader del partito comunista di Berlino est, annuncia infatti che il muro verrà aperto per permettere viaggi personali all’estero. Sono le sette di sera, poco dopo scoppia una festa spontanea alla porta di Brandeburgo di Berlino ovest. Il Muro viene fatto a pezzi proprio dalle persone che ne sono state prigioniere per quasi trent’anni. La caduta di quel muro ha segnato la fine di una tragedia, di un’epoca, ma ha segnato anche l’inizio di un’altra era, basata sull’abbattimento delle frontiere, l’integrazione dei mercati, il libero scambio dell’informazione; nell’insieme, il processo a cui diamo attualmente il nome di “globalizzazione”. Ora, molti di noi penseranno che per quanto possa essere importante come ricorrenza, possiamo classificarla unicamente come un evento della storia, un capitolo chiuso. La storia però, evidentemente, non ci ha insegnato nulla. Come possiamo infatti spiegare il «muro di sicurezza» che il governo israeliano ha costruito attorno alla Cisgiordania e a Gerusalemme? Si tratta di una chiusura tra volte più alta e due volte più larga del muro di Attualmente Berlino; 95 km che aumentano ogni giorno di più. Molto probabilmente ora penserete che comunque quello è territorio di guerra e che è abbastanza distante da noi da permetterci di dormire sonni tranquilli Ma stiamo veramente parlando unicamente di situazioni così lontane da noi? Anche solo aprendo un giornale ci possiamo rendere conto di quanto sbagliamo. Infatti, sono circostanze che sono divenute ormai parte della quotidianità alle quali noi non facciamo più caso. Alcuni esempi particolarmente recenti potrebbero essere i respingimenti in mare degli immigrati africani, i frequenti scontri religiosi o sociali, la crisi economica. Sono questi i veri muri con i quali anche noi dovremo imparare a convivere finiti i nostri anni di istruzione scolastica. Non è però necessario guardare così lontano. Basta un piccolo esame di coscienza per rendercene conto. Quante volte, anche nella nostra vita di tutti i giorni ci troviamo a fronteggiare Muri che ci impediscono di guardare avanti? E davanti a questi, noi come rispondiamo? Lottiamo come Chris Gueffroy, o lasciamo che il muro continui a crescere? Pensiamoci, perché se impareremo a fronteggiare la realtà e le paure nel nostro piccolo, forse, un giorno riusciremo a essere dei cittadini realmente liberi e orgogliosi di portare tale nome. di Martino Guidolin V ast Anche noi a Roma il 24 settembre Il Brocchi al Quirinale per l’Apertuna dell’Anno Scolastico 2009/10. È stata sicuramente un’esperienza emozionante quella degli studenti del liceo “G. B. Brocchi” scelti per intervenire alla cerimonia ufficiale di inizio anno scolastico. Il gruppo, composto da alcuni studenti che avevano partecipato al M.E.P. (Model European Parliament) e al “Progetto Legalità”, è partito da Bassano il 23 settembre accompagnato dalla docente Vilma Rodeghiero. La cerimonia ha avuto luogo il giorno successivo al Quirinale, dove il Presidente della Repubblica e il Ministro dell’Istruzione hanno tenuto un discorso sull’importanza dell’educazione scolastica e sull’impegno costante da mantenere durante tutto l’anno per ottenere i risultati sperati; in particolar modo è stato toccante il discorso del presidente Giorgio Napolitano quando ha menzionato i soldati della Folgore caduti a Kabul. Durante la cerimonia sono state proposte varie esperienze e attività didattiche: un’interpretazione teatralizzata a cura di alcuni bambini delle elementari sulla Costituzione, una “particolare” danza ritmata realizzata da alcuni studenti che battevano su banchi e sedie, interviste ai ragazzi protagonisti di alcune proposte educative di particolare interesse e altro ancora. Gli studenti del Brocchi intervistati sono stati scelti in quanto partecipanti al “Progetto Legalità” che si è svolto l’anno precedente a Palermo e nelle zone contigue. “Quello che certamente ci ha più colpiti durante la cerimonia – affermano i partecipanti - è stata la presenza di tantissimi studenti provenienti da tutta Italia e il fatto che ognuno di essi poteva contribuire a vivacizzare la giornata, anche se le attività da proporre erano tantissime e sfortunatamente il tempo a disposizione era troppo poco perché si parlasse sufficientemente di ognuna di esse. Comunque, l’esperienza è stata intensa. In quelle due ore si sono concentrate molte esperienze degli studenti italiani, facendoci sentire parte di un grande e bellissimo universo”. 7 HPS DI BOCCA IN BOCCA Storie di Elisabetta Mezzalira V bst Infiltrati nelle nostre menti I messaggi subliminali (dal latino “sotto la soglia”, in riferimento al confine del pensiero cosciente) sono nati con la pubblicità negli anni ’60, ma nel linguaggio psicologico si riferiscono a messaggi e informazioni che il cervello assimilerebbe inconsciamente. Possono essere trasmessi tramite scritte, suoni o immagini che trattano un qualsiasi argomento che al suo interno nasconde ulteriori frasi o fotogrammi senza riferimenti al contesto iniziale che rimarrebbero inconsapevolmente nella memoria dell’osservatore. Per esempio in uno spot pubblicitario lo scopo di questi messaggi sarebbe quello di invogliare il consumatore ad acquistare lo specifico prodotto. Invece immagini o suoni potrebbero servire per fare propaganda ad alcune correnti di pensiero, a ideologia di qualsiasi natura compresa quella politico-elettorale. Tra la ricezione di un segnale visivo o sonoro e la sua rielaborazione celebrale intercorre un tempo brevissimo ma comunque finito, i messaggi subliminali sfruttano questo tempo mandando impulsi di piccola durata che l’occhio o l’orecchio riescono a percepire, ma il cervello non riesce a rielaborare. Quindi il messaggio resta nell’inconscio restando estraneo alla coscienza. I più numerosi sono quelli a sfondo sessuale e pornografico e si riscontrano frequentemente nei cartoni animati, entrando così nella testa dei più piccoli e nelle pubblicità. LE AVVENTURE DI BIANCA E BERNIE Invece in questo cartone animato in una scena i due simpatici roditori planano tra i grattacieli in una scatola di sardine allacciata al dorso del gabbiano Orville, in due fotogrammi non consecutivi ,in una delle finestre, appare l’immagine fotografica di una donna in topless. Non è provata, fino ad oggi, alcuna efficacia di questo tipo di messaggi, ai nostri giorni quasi nessuno si affida più a tali metodi per influenzare le persone, anche se rimangono numerose le teorie su questo fenomeno. IL RE LEONE In questo cartone Disney, nel momento in cui Simba, sconsolato per la morte del padre Muphasa, si lascia cadere a terra, dalla polvere che si solleva si può intravedere nel cielo la scritta “SEX”. Hipse Dixit Gazzola: Se mi metto sotto la luce, il mio volto illumina la luce! Tessarollo: A Milano ho trovato un uomo che chiedeva l’elemosina per pagare la rata del Cayenne! Stud: Prof, ma in scambio devo portarmi il pigiama? Mezzalira: Mah, non so, vedi tu. Dormi nature? Tessarollo: Ma fame un discorso sprint... sport... spriss... fritz.... ginger... no acqua de stagno verde! Rossi: La fiaba aiuta ad allontanarsi dalla realtà meglio della cocaina! HPS DI BOCCA IN BOCCA Stud: Prof, lei faceva atletica? Lanzarini: Un pò di tempo fa! Stud: Mi sembrava di averla vista alle olimpiadi, quando erano in bianco e nero. Rossi: Leggete “la Notte tra Ginevra e Lancilotto” per casa. Mi raccomando ragazzi, tenete le mani sopra la scrivania perchè è alquanto erotica! Betto: Chi di voi aveva l’influenza? Stud: Anche a me l’hanno petata! Betto: Sì? Ma lo sai che in italiano avresti detto: “Me l’hanno scoreggiata!” Tessarollo: E l’insegnante di inglese gli ha detto di imparare l’Infinito di Leopardi: TO LEOPARD. Tessarollo: Ma no se poe rottamare la moglie, per cui Enrico VIII va dal Papa, centro di rottamazione... Il Papa dice: mi no tea rottamo, tientea parché a xe bona, la funsiona ancora ben 8 Torelli: ...un’acca sola! Stud: Na cassoea? [email protected] Manda anche tu il tuo Hipse Dixit! Storie di Francesca Barco e di Filippo Campagnolo IV bl III bs Stefano Cimatti, il nostro Sindaco I l Municipio di Bassano del Grappa è maestoso e, per due semplici studenti, può sembrare una montagna. Ma “sembrare” non significa “essere”. Giovedì 8 Ottobre, alle 17, l’ufficio del Sindaco Stefano Cimatti si è aperto al Liceo G. B. Brocchi e al suo giornalino. _ Come sono stati i primi mesi da Sindaco? Ci sono entusiasmo e preoccupazione di fronte alle difficoltà, ma poi ci si abitua. Tuttavia, ho trovato una situazione a mio avviso strana, o perlomeno totalmente differente da quella da dove vengo, il Comune di Bassano conta 325 dipendenti e il dialogo scarseggia. _ Perché candidarsi? L’idea di candidarmi è nata nel 1999, quando ero uno dei candidati per la carica che ora ricorpro. Ho capito che quella del sindaco è una figura significativa per realizzare in prima persona obiettivi importanti, cosa che ad una parlamentare risulta più difficile, perché non può scendere in campo direttamente, deve seguire una trafila più lunga. _ Pensa di salvare qualcosa della vecchia amministrazione? Non voglio parlare ne’ bene, ne’ male del passato, è molto facile criticare. Preferisco guardare avanti. Per il primo anno dovremo seguire la precedente impostazione, ma non al 100%, infatti il progetto “Torri Portoghesi” non verrà portato avanti. Per il resto, vanno chiesti pareri, fatte indagini, l’impostazione del lavoro futuro viene prima di qualsiasi tipo di visibilità. _ Quali sono i progetti per le politiche giovanili? La responsabile per le politiche giovanili è l’assessore Toniolo, ma comunque la nostra linea si può sintetizzare in “divertimento con servizi”. Ci sono i Cantieri Giovani, servono nuove zone di aggregazione, stiamo pensando ad eventi musicali e teatrali, c’è in programma una nuova pista per lo skateboard e vogliamo rispolverare la scherma, che è un gran bello sport. I giovani sono una risorsa straordinaria, anche per la città. Bisogna coinvolgerli nelle scelte e nella politica, iniziando col creare interesse, migliorano il servizio di podcasting del Consiglio Comunale, ma soprattutto occorre trovare una maniera per educare i giovani, bilanciare le esigenze con quelle di esercenti e residenti. _ Verranno intraprese attività con le scuole? Ci saranno presto iniziative specifiche con le scuole, come l’introduzione al progetto Slow Food. Ho delegato questo compito alla prof.ssa Toniolo, comunque credo nel creare un buon rapporto con docenti e studenti, l’amministrazione degli istituti superiori è della provincia, ma ciò non toglie che avere contatti frequenti è un dovere amministrativo. _ Cosa pensa del nostro Liceo, il Brocchi? Lo conosco poco, mio figlio ha frequentato il Da Ponte, ma mi ha sempre dato un’impressione positiva,anzi più che positiva, lo trovo straordinario. Deve però fare i conti col 9 gran numero di studenti che affollano le aule ogni giorno e poi mi chiedo una cosa: come mai un liceo di impronta classica ha aperto due indirizzi scientifici? Ad ogni modo, le scuole bassanesi sono un grande servizio che la città rende al comprensorio, Bassano deve cercare di essere leader per quei paesi limitrofi, anche nel Trevigiano e nel Padovano, che non hanno altre scuole superiori vicine. _ Avete in mente progetti architettonici rivolti ai giovani? Ci sarebbe molto da fare, trasformare il centro studi in un piccolo campus e poi abbiamo bisogno di nuove piste ciclabili, ma occorre pensarle nella loro completezza, con un piano urbano e con organicità, in parole povere, serve un progetto di città: conoscere il traffico, i parcheggi, il verde, le ciclabili, le scuole… Serve tempo per ragionare il tutto. Il Municipio di Bassano del Grappa è maestoso e, per due semplici studenti, può sembrare una montagna. Ma “sembrare” non significa “essere”, ce lo ha dimostrato il Sindaco stesso. HPS DI BOCCA IN BOCCA Pimp my Comic... Thor e i Nuovi Vendicatori HPS DI BOCCA IN BOCCA di Daniele Trentin 10 V ast La Rubrica di Cucina di Giulia Zanin IV bs McDonald’s contro l’alta cucina M amma cosa c’è per cena?...quante volte facciamo questa domanda e spesso la risposta sarà qualcosa che non soddisfa il nostro palato. Ovviamente non si può sempre essere accontentati perchè nella stessa famiglia convivono gusti e desideri diversi. Prendiamo un esempio classico: i genitori mangerebbero volentieri un pasto raffinato ed equilibrato mentre i loro figli si fermerebbero in qualche fast food. Ma noi siamo ciò che scegliamo di mangiare e perciò viene da chiedersi... meglio il ristorante o il Mc Donald? Se c’intrufolassimo nella cucina di un ristorante vedremmo qualche chef intento nella crezione di piatti vivaci e dalla composizione invitante, cucinati con l’accostamenro di ingredienti che a casa non avremmo mai pentaso di unire. Mette curiosità questa preparazione perchè non sai proprio che gusto avrà ciò mangerai. C’è anche da dire però che non tutti i piatti che escono dalle cucine dei ristoranti sono apprezzati. Alle volte ci lasciamo troppo ingannare dall’ invitante composizione del piatto che alla fine il sapore può anche non lasciarci soddisfatti. Questo è il rischio che si corre quando gli esperimenti culinari diventano troppo “estremi”.Al contrario, se abbiamo fretta e siamo per strada e lo stomaco reclama “sostanze” nutrienti e il cervello le vuole appettitose: andiamo a mangiare? Ma naturalmente al Mc Donald! Siamo bombardati dalle pubblicità di questa catena di fast food che associa immagini di panini e patatine stuzzicanti, a basso costo, buonissimi ed equilibrati! Stupisce, a dire il vero, l’ultimo l’aggettivo, ma c’è la furbata! Nel loro sito è infatti scritto che si può mangiare pure tutto ciò che trovi nel loro menù, a avvertono: “quello che introduci deve essere (per l’appunto) equilibrato rispetto a ciò che consumi!” Informano inoltre che un uomo sui 20 anni dovrebbe consumare in media 2000 calorie al giorno per soddisfare il suo fa bisogno nutrizionale, (un giorno che è diviso in tre pasti principali). Il “mac menù classico”, in media il più consumato, conta 1135 calorie. Ora se qualcuno riesce a smaltire 1135 calorie in un pomeriggio svolgendo un attività “normale” è superman! In ogni prodotto di fast food non è permessa una dieta equilibrata. Ma anche se tutto ciò lo sapevamo già, continueremo comunque a fermarci lì... chissà perchè... In fondo la cucina italiana è invidiata in tutto il mondo: basta cambiare regione per tuffarsi in sapori tradizionale prelibati che solo qui nel Bel Paese possono trovare. Ma c’è solo un solo vero modo per assaporare un piatto locale, con tutte le sue particolarità, quali spezie, tempi di cottura giusti e quel tocco che nemmeno un ristorante o una trattoria sanno offrire. È la cucina di una nonna! L’esperienza insegna, ma ci vuole la passione, il legame con le proprie origini, toccare con mano gli ingredienti che andranno a comporre quel piatto speciale. Di certo non sofisticato ed elaborato come quello del ristorante e senza tutta la pubblicità del fast food, ma avrà la “magia” di essere unico perchè come lo prepara la nonna non lo fa nessuno! Svago mentale FACILE DIFFICILE 11 HPS DI BOCCA IN BOCCA Storie di Maria Diandra Cristache I bca e di Matteo Scalco I bl Primo di Prima, secondo Lei 0 6.00 : sveglia maledetta! Quanto vorrei avere un martello in mano in questo momento! 06.30 : sono sveglia (relativamente) e tutto è connesso, a parte che piove e che ho perso l’autobus. Torniamo un attimo indietro e vediamo quei pensieri... “Ma proprio stamattina l’autobus doveva darmi buca? Per fortuna mi porta la mamma di un’amica, altrimenti ero fritta in 4 salti in Padella. Ed eccoci a scuola! L’ombrello c’è, ma ovviamente non ho voglia di aprirlo e mi rifugio sotto quello della mia suddetta amica, fino a quando non ci chiamano e ci fanno entrare in palestra. Là c’è la Preside... la mia statura gnomica non mi permette di vederla completamente, riconosco solo la sua testa che spunta dalle ragazze che mi stanno davanti. Sta parlando del nostro studio, il quale dev’essere costante (mhhmmmsssìì) e del nostro futuro. Mi guardo in giro, e noto che pochi stanno ascoltando. Ci sono ragazzi che parlano... ragazze che guardano quello bello lì in fondo... Le parole della Preside (o vice? Boh!) saranno utili finchè vuoi, ma vedi che quasi nessuno sta ascoltando! Ora c’è lo smistamento, tutti tacciono per sentire il proprio nome (il mio l’ho sentito benissimo perché l’hanno pronunciato male)... Ecco la mia classe! Sono la number three. Diciannove in classe. Solo un maschio. La prof di mate ci porta alla Chiocciola. Siamo silenziosi e spaventati come anatroccoli appena nati (questa è la trovata di una mia compagna, ed è proprio trovata!). In classe non vola mezza mosca, e parliamo solo se interrogati... La prof non è così malefica come pensavo alla fine! (da premettere, alle medie ci avevano accolti con un “Siamo cattivi, gente)”. E poi niente, tutto fila liscio come l’olio, come ti chiami, di dove sei... quali sono i tuoi pregi. The end. È andata così, nulla di più. Peace&love! Primo di Prima, secondo Lui E ’ uno scherzo, vero!? Per la quinta volta nell’arco di un’ora suona una sveglia! Prima mio papà, poi mia mamma e ora mi fratello, che per essere sicuro di svegliarsi ne aveva impostate tre…Cominciamo bene!!! Mi preparo ed esco. Esattamente due minuti dopo inzia a piovere: perfino il cielo piange per l’inizio della scuola! Per fortuna arriva subito la macchina della mia amica: si parte. Il cuore mi batte forte…Ve l’ho detto che sono in classe con 26 femmine? Appena l’ho saputo ho avuto un colpo al cuore! Siamo a scuola. Varco la soglia del cancello e, come mi aspettavo, un enorme folla di ragazze appare davanti ai miei occhi. La prima cosa che noto è che sono tutte truccate (è una scuola o un salone di bellezza!?!). Me ne sto zitto zitto dietro alle mie compagne delle medie ed entro in palestra. Un ragazzo (finalmente!!!) mi chiede in che classe sono e scopro che è proprio l’unico maschio presente nella mia. Sembra simpatico, per fortuna!!! La preside prende la parola e comincia già a dare le prime raccomandazioni (tanto per cambiare), ma, naturalmente, nessuno sta ascoltando. Comincia lo smistamento e tutto tace… suspance! Arriva il turno della mia classe e comincia la mia missione. Tutti i miei amici mi avevano detto “Avvisami se ne hai di carine, così me le presenti!!!”, ed io dovevo pur dare qualcosa in risposta! Tocca a me e mi unisco al gruppo: la notizia dell’ultima ora è che ci sono tre ragazze in più (vogliono proprio rendermi la vita un inferno)! Andiamo nella nostra classe alla Chiocciola (che strano nome!) e, con mia grande soddisfazione, vedo che il mio posto è all’angolo dell’aula, nell’ultima fila…il sogno di ogni studente! Non so perché, ma ho pauraaaaaaaaa!!!!!!!! Son passati solo 5 minuti da quando sono dentro e ho già voglia di scappare via e non farmi vedere mai più. Almeno la prof sembra simpatica, ma non voglio giudicarla troppo prima delle interrogazioni! Comincia a parlare, ma la mia attenzione è rivolta all’orologio che provo a mandare avanti con la sola forza del pensiero. Finalmente suona la campanella: un giorno è passato, ne mancano più o meno 200! Stripssssss HPS DI BOCCA IN BOCCA di Silvia Sabatti 12 V bst Attualmente di Claudia Husdup IV cs In & Out Voices Perchè le parole non siano soltanto rumore G iovani lavativi, inetti e ignavi, maleducati e incoscienti. Autori d’innumerevoli danni e cronaca nera. Giovani che si drogano e si ubriacano andando poi a schiantarsi a folle velocità contro un platano. Esagitati che sfasciano tutto ciò che capita loro tra le mani fuori e dentro gli stadi. Delirati che imbrattano i monumenti o che distruggono le scuole. Così ci dipingono i mass media. Come si sa, non fa notizia il numero ma ciò che esula dalla norma. Ma è arrivata l’ora di dire basta, di dimostrare il contrario. Di urlare i nostri pensieri, i nostri messaggi positivi. Partecipa anche tu all’iniziativa “In&out voices”. Le nostre Voci, voci di giovani dentro la scuola e nelle associazioni che vogliono risuonare anche fuori dal proprio istituto e gruppo, voci che hanno da dire in merito a ciò che accade: dentro e fuori, nella realtà in cui vivono e nel mondo che li circonda. Voci di giovani che smettono di aspettarsi qualcosa dagli altri, dagli adulti e dai politici. Voci che hanno voglia di dire e dimostrare quanto valgono. “In&out voices” è un gruppo di giovani bassanesi, studenti degli istituti Einaudi, Remondini, Scotton, dei Licei Brocchi e Da Ponte, accomunati da uno stesso obiettivo: esprimere il lato positivo dei giovani. Vogliono raggiungere questa meta attraverso una grande festa in piazza che è diventata un centro stampa per un nuovo giornale giovanile bassanese, giornale che unirà le redazione dei licei e degli istituti bassanesi, eliminando astio e competitività. Questa festa si è tenuta Sabato 24 Ottobre 2009 in Piazza Libertà a Bassano del Grappa dalle ore 15.00 alle ore 22.00 circa. Tutti sono stati invitati a parteciparvi, Pensieri diversi uniti in un unico obiettivo. Perché non siamo tutti come gli adulti sono soliti considerare: rifiuti umani e scarti della società. Perché quando ci togliamo le cuffie o spegniamo il computer, magari prima di addormentarci o quando le batterie sono scariche, a qualcosa dovremmo pur pensare. Nuotiamo nei nostri habitat come degli astronauti dentro le capsule senza gravità: c’è di tutto nel loro ambiente ma non c’è alcuna scala di merito, non ci sono sostegni cui aggrapparsi, pedane su cui sostare per ripartire. Certo è che al posto dei valori e delle ideologie non è subentrato il vuoto che, come si sa, non esiste neppure in natura, ma si sono imposti altri metri di giudizio, diversi termini di paragone, altri punti di riferimento. Certo è anche che non si può vivere di soli surrogati: un mondo fatto di miraggi alla lunga stravolge la mente. La speranza, la fiducia, la consapevolezza della propria identità, la certezza del proprio destino non si acquistano nei megastore né si respirano con l’aria. Pertanto se hai veramente voglia di dire la tua e di modificare, per quanto possibile, l’opinione pubblica sui giovani, partecipa a questa iniziativa. Perché le parole non siano soltanto rumore. Perché le parole non siano soltanto rumore. 13 HPS DI BOCCA IN BOCCA La Rubrica del Cinema di Gloria Bordignon V bs Inglorius Basterds, male al Male T ITOLO: Bastardi senza Gloria TITOLO ORIGINALE: Inglorius Basterds REGIA: Quentin Tarantino SCENEGGIATURA: Quentin Tarantino INTERPRETI: Brad Pitt, Diane Kruger, Mélanie Laurent, Christoph Waltz NAZIONALITA’: USA 2009 Capitolo 1: C’era una volta nella Francia occupata dai nazisti Nel primo anno dell’occupazione tedesca in Francia, dopo un bicchiere di latte e una fumata di pipa, il Colonnello Hans Landa, compie il suo dovere di “Cacciatore di ebrei” sterminando l’ultima famiglia ebraica rimasta, lasciando però in vita una ragazzina di 19 anni, Shosanna Dreyfus, che scappa dall’omicida dei suoi cari ancora sporca del loro sangue. Capitolo 2: Bastardi senza gloria Quattro anni dopo, una unità del servizio segreto americano, comandata dal tenente Aldo Raine, penetra nelle linee nemiche. I tedeschi li chiamano i “Bastardi” e chiunque ne abbia sentito parlare, sa che il loro lavoro non è fare prigionieri, ma uccidere i nazisti. Capitolo 3: Nazisti a Parigi Shosanna, miracolosamente sfuggita alla morte, si è rifugia a Parigi, dove ha assunto una nuova identità ed è divenuta proprietaria di un cinema. Un soldato tedesco, Fredrik Zoller, infatuato di lei, le chiede di presentare nel suo cinema la prima del film dove è protagonista, ospitando così tutte le giornalino tutti avranno già visto grazie attraverso vari mezzi? La mia risposta è questa: perché voglio parlare non solo del film e della sua trama, della genialità del regista, dell’attore, del sceneggiatore, ecc, ma magari andare al di là del solo scopo ricreativo e cercare qualcosa che ci porta alla riflessione. Riscrivere la storia: inciampo così in questa frase sentita in uno dei tanti programmi televisivi “Se avessi una macchina del tempo, tornerei indietro e ucciderei Hitler…” Dubito che Quentin Tarantino si sia ispirato alla televisione italiana per più alte cariche delle Terzo Reich, Hitler compreso. Capitolo 4: Operazione kino Shosanna all’invito di Zoller medita vendetta, ma non è l’unica a pensare di uccidere tutti i nazisti in una sola volta, gli inglesi e i Bastardi hanno lo stesso piano: “Avere tutte le uova marce in un cesto, obiettivo: far saltare il cesto”. Capitolo 5: La vendetta della faccia gigante Un volto enorme compare sullo schermo cinematografico durante la prima e annuncia la morte di tutte le persone in sala per mano di una donna che urla vendetta a nome di tutti gli ebrei. Questo Inglorius Basterds è un film di nazismo, di ebrei e di attentati, tutto mescolato con l’ironia e le battute scritte da Quentin Tarantino, che caratterizza il suo film con una pellicola che supera le due ore, con lunghi dialoghi e monologhi, con violenza, e, come in “Kill Bill”, con la divisione in capitoli. Mi è stato spiegato che questo è un giornalino studentesco e che la cosa che gli da valore è proprio la circolazione esclusivamente interna alle mura scolastiche e quindi a rigor di logica deve parlare di studenti e non magari di cose che ogni singola persona può andare in cerca in Internet… e qui i dubbi sorgono, perché questo ragionamento è correttamente giusto, no? Perchè scrivere di un film che ormai all’uscita del Beautiful Brocchi ➼ ➼ ➼ HPS DI BOCCA IN BOCCA fare questo film, però l’idea non è del tutto fuoriasse… “Bastardi senza gloria” è un film non storico, perché stravolge la realtà: ci fa pensare che esita proprio una macchina del tempo che possa invertire gli avvenimenti… tutto questo è possibile grazie alla settima arte: il cinema, che tutto permette e concede. Ecco la mia riflessione, perché ve l’ho promessa: per quanto Hitler e tutti i nazisti abbiano compiuto le atrocità che noi tutti sappiamo, è giusto sfoderare così tanta violenza e brutalità nei loro confronti? È giusto quindi fare del male al Male? di Gloria Serradura S I dl tudente del tecnologico cerca il grande amore. Possibilmente del sociale. Cercatemi nei corridoi, avrò una camicia azzurra. Studentessa del linguistico cerca l’anima gemella. Possibilmente: ricco, bello, con molti amici, comprensivo, sempre disponibile… Cercatemi, mi troverete sempre in presidenza. Bidella della Chiocciola cerca un compagno di vita in ex sede centrale.Attenti bidelli, state all’erta, il vostro amore potrebbe arrivare da un momento all’altro! Per il tuo annuncio d’Amore, scrivi a [email protected] lo pubblicheremo! 14 Brokkcity di Giulia Pellizzer V bs Brokkfield: ci sei dentro anche tu! O gni giorno andiamo a scuola, entriamo e non ci rendiamo conto che stiamo facendo un salto in un mondo parallelo. Varcando le porte di questo edificio apparentemente normale entriamo in una dimensione a parte, una vera e propria città nella città, una fabbrica di cervelli, una realtà sociale ma anche amministrativa con ferree regole da rispettare, permessi da regolarizzare, assenze da giustificare. Compiamo questi riti in maniera automatica; quando vivi dentro ad un meccanismo prendi i suoi ritmi anche senza accorgertene. Se qualcuno ci osservasse da fuori ci vedrebbe come pazzi, bizzarri, e invece siamo semplicemente il riflesso della società: un prototipo di personalità, caratteri e stereotipi... siamo una Springfield in miniatura. Sicuramente anche voi avrete incontrato nei corridoi il nostro immancabile Homer, quello studente che segue fedelmente la filosofia del “sono nato stanco e vivo per riposare”. Lo si riconosce subito dalla sua attrazione per le macchinette o per qualsiasi altra forma di distribuzione di cibo. Mangia a ciclo continuo, o quasi. E’ un esperto nel dormire sui banchi e un grande estimatore di birra (nelle ore extra scolastiche chiaramente!). Due passi più in là avrete il piacere di chiacchierare con Lisa, la secondogenita di casa Simpson. Studentessa modello, adora leggere e battersi per i diritti delle donne. A scuola ha voti ottimi, anche se ciò le causa una notorietà non troppo alta. È la tipica ragazza che un giorno sarà qualcuno di importante, una di quelle da cui si copiano i compiti cinque microsecondi prima del suono della campanella, che ha hobby nascosti e un mondo sconosciuto dentro di se che custodisce gelosamente. Restando nell’universo femminile troviamo il sogno proibito della situazione Jessica, ragazza disciplinata e santa agli occhi di professori e genitori, ma stuzzicante e provocatrice con i ragazzi. Attenzione se vi trovate nei paraggi del tipo Lisa e del tipo Jessica contemporaneamente consiglio di allontanarsi dalla zona perchè potrebbe diventare pericolosa a causa della costante competizione che porta a coloriti scambi di opinioni. Se dopo questi incontri necessitate di un po’ di compagnia spensierata consiglio Otto, rockettaro e grande chitarrista. Adora ascoltare “musica a palla”, è ricoperto da tatuaggi, e uno dei sui passatempi preferiti è frequentare rave. Non sapete come trovarlo? Semplice: gira sempre con le cuffie nell’orecchie e il suo ipod pulsa di vita propria, ha la musica nel sangue e ignora perfino le ragazze per questa. Gironzolando ancora con occhio attento e critico potrete stanare molti altri personaggi dell’universo Brocchi/Springfield. Naturalmente riconoscerete subito i bulli Nelson, Spada, Secco e Patata che si divertono a fare i teppisti per la scuola, Krusty, il pagliaccio della situazione che vive principalmente per fumare, bere alcool, giocare alle corse, a dadi o un Montgomery Burns, disonesto come pochi. È così semplice ragionare per stereotipi che quasi spaventa. Noi quando ci sediamo sul nostro bel divano comodo e guardiamo con interesse questo surreale cartone animato ridiamo di tutte le strane vicende che capitano, delle reazioni che hanno i protagonisti, dei pasticci o dei colpi di testa che sconvolgono gli episodi e non ci rendiamo conto che tutto questo già ci circonda. Viviamo in un mondo 15 comico in cui ci sentiamo liberi di essere unici nei limiti dei confini tracciati, in cui siamo attori di qualche copione già visto, in cui siamo protetti da identità già testate e già approvate. La famiglia Simpson ormai è classificata come divertente, è amata, è un po’ amica di tutti ed è accolta in molte case... è forse per questo che così tanti ragazzi vogliono farne parte? Il nostro liceo sta diventando Brokkfield. HPS DI BOCCA IN BOCCA Informazione Pubblicitaria Il nostro nuovo Bar! BAR PANINOTECA “IL GRIFONE” NUOVA GESTIONE RICCO ASSORTIMENTO DI PANINI CALDI FARCITI PANINI CON COTOLETTA, SPECK, PORCHETTA, PROSCIUTTO E MOLTI ALTRI FARCITI CON FUNGHI O VERDURE GRIGLIATE IN VICOLO PAROLINI NELLA PALESTRA DEL LICEO BROCCHI DALLE 7.00 ALLE 14.30 PREZZI SCONTATI PER IL LICEO BROCCHI PANINI VEGETARIANI CON INSALATE, POMODORI E VERDURE GRIGLIATE TOSTONI E TRAMEZZINI HPS DI BOCCA IN BOCCA 16