HERMES 2009-10.01

Transcript

HERMES 2009-10.01
DI BOCCA IN BOCCA
All’interno:
• Intervista al Sindaco
• Tatiana Guderzo
• Inizia la scuola
• Obama per la Pace
• Articoli, fumetti, giochi, hipse dixit...
Herpes n° 1
Ottobre/Novembre 2009
Anno XIII
Indice
Pag.
➼
➼
➼
➼
➼
WE WANT YOU
La copertina di questo nuovo HERPES
è di tutti. In questo numero abbiamo
scelto una foto di uno di noi: Marco
Glerean.
Vuoi che la prossima sia la tua?
Cerchiamo spunti di creatività
fotografica.
Usa la digitale, la macchina del
nonno, il cellulare quello che vuoi,
ma soprattutto la testa.
Spedisci il tuo scatto a:
[email protected]
e potrai sognare la copertina!
Grazie già da ora
Stripssssss
HPS DI BOCCA IN BOCCA
Redazione
3
Editoriale
3
Tatiana Guderzo
4
Obama per la Pace
5
La Rubrica della Musica
6
La Voce del Dissidente
6
Il Muro di Berlino
7
Roma, 24 Settembre
7
Messaggi subliminali
8
Hipse Dixit
8
Il Sindaco Cimatti
9
Pimp my Comic
10
La Rubrica di Cucina
11
Svago mentale
11
Storie: Primo di Prima
12
In & Out Voices
13
La Rubrica del Cinema
14
Brokkcity
15
di Silvia Sabatti
2
V bst
L’Editoriale del Direttore
di Francesca Barco
IV bl
Domani
Ricordiamoci di sbagliare fin che
siamo in tempo.
Per tutto il resto ascoltiamo una
canzone.
È
Direttore:
Vicedirettore:
Impaginazione:
Redazione:
Disegnatori:
Francesca Barco
IV bl
Filippo Campagnolo
III bs
Francesca Barco
IV bl
Noemi Bellò
Gloria Bordignon
Sara Bourahla
Allegra Cerantola
Maria Diandra Cristache
Martino Guidolin
Claudia Husdup
Rebecca Luisetto
Elisabetta Mezzalira
Cristina Mottin
Stefania Neglia
Giulia Pagan
Giulia Pellizzer
Andrea Pianezzola
Matteo Scalco
Gloria Serraduta
Luca Strapazzon
Giulia Zanin
I bca
V bs
IV dso
I aca
I bca
V ast
IV cs
I bca
V bst
I bca
I aca
I bl
V bs
V bs
I bl
I dl
IV aca
IV bs
Giacomo Bertollo
Silvia Sabatti
Daniele Trentin
IV dl
V bst
V ast
Foto di Copertina:
Marco Glerean
cominciato un nuovo anno scolastico. Non
che la cosa ci entusiasmi, vero? Quindi,
non vi va di parlarne. Ok! Parliamo piuttosto
di Domani. A quanti è capitato di ascoltare
più e più volte la canzone per l’Abruzzo? Vi
siete mai auto-convinti che domani si può?
Poi arriva il giorno dopo e ci si chiede: -Si può
che cosa?!- Così si aspetta di nuovo il domani,
e via dicendo. Del resto, se domani è un altro
giorno, è perché oggi decido che lo sarà, lo
decido con il coraggio di chi volta pagina e stop.
Pensiamola con un esempio: per accendere la
luce, serve premere l’interruttore. Mettiamo che
l’interruttore sia lontano da noi, per arrivarci
occorre attraversare il buio, un buio non solo
visivo, ma che è anche dentro di noi, una paura,
una debolezza, un’umiliazione... Il problema
in sè non è accendere la luce, il problema è
attraversare il buio!
Finchè non succede, finché non rischiamo,
finchè non abbattiamo i nostri limiti, nessuna
lampadina ce la può fare, neanche domani!
Perciò, se Domani è già qui, significa che lo si
può costruire solo Oggi.
Bene, torniamo alla nostra bella dimensione
scolastica da cui abbiamo iniziato il discorso.
Se oggi siamo a scuola, è perché siamo arrivati
per sbagliare, poi per eccellere. Noi a scuola
possiamo sbagliare quanto vogliamo, perché
è questo il momento. È tra i banchi, davanti
la cattedra, alla lavagna, che impariamo ad
eludere il buio. Domani avremo solo un secondo
per farlo e non potremo concederci dubbi,
solo oggi possiamo esercitarli. Solo Oggi
possiamo decidere di stravolgere un giornalino
già ben avviato e cambiarlo da capo a piedi,
impaginazione, grafica... perché Domani sarà il
Giornalino che tutti conosceranno!
Quindi non facciamo facce tristi se è
ricominciato l’anno, piuttosto congratuliamoci
con noi stessi per gli errori che ci saranno
concessi.
O perlomeno, pensiamoci.
IV dl
3
HPS DI BOCCA IN BOCCA
Storie
di Luca Strapazzon
Tatiana Guderzo: semplicemente
Campionessa
_ Come si è avvicinata a questo sport?
Ero una bambina molto molto vivace e praticavo
un po’ tutti gli sport l’importante era non fare
i compiti. Il ciclismo l’ho iniziato perché mio
cugino l’aveva iniziato e io dovevo imitare lui e
mia sorella. Quando l’ho visto partire ho iniziato
ad insistere con i miei, che non erano contenti
che iniziassi questo sport. Però sono più testarda
di loro e per un anno ho rotto le scatole a tutti:
mamma, papà, zii, nonni e alla fine sono riuscita
a convincerli
A
rrivando a casa di Tatiana Guderzo la
prima cosa che colpisce sono gli striscioni
che ancora sventolano fuori casa, segno della
festa che si è consumata dopo l’entusiasmante
vittoria al mondiale di ciclismo di Mendrisio.
Tatiana è a casa tranquilla che si gode un po’ di
meritato relax e acconsente a lasciarci una breve
intervista.
_Allora Tatiana come ci si sente ad essere la
miglior ciclista al mondo?
Sinceramente non ci penso ancora. Non esco
con l’abbigliamento iridato perché non mi sembra ancora vero. Ogni tanto qualcuno mi dice “
ma ti rendi conto di essere la numero uno” e io
rispondo sempre “ mi rendo conto di essere sempre uguale”, però, le emozioni sono state tante;
forse devo ancora concretizzare la vittoria e un
po’ alla volta mi sto abituando a questa cosa ma
ancora non me ne rendo conto completamente.
_ È stato più emozionante vincere il bronzo a
Pechino o l’oro a Mendrisio?
Sono due cose diverse nel senso che con le
olimpiadi entri nella storia perché lì tutto il
mondo ti vede: le olimpiadi sono una cosa
unica, immensa. Indossare la maglia iridata,
però, per un ciclista è una cosa più sentita. Nulla
da togliere alle olimpiadi che per una sportiva è
l’apice della carriera però per un ciclista portare
la maglia iridata è il sogno di una vita.
_ Cosa serve per vincere un campionato del
mondo?
Tanta determinazione, tanta voglia di soffrire
e di rinunciare per un obbiettivo ben preciso.
Nello stesso tempo divertirsi perché, comunque,
ho iniziato questo sport per gioco, l’ho continuato per passione, che non deve mancare mai. Ho
notato che quando non mi divertivo in bici i risultati non venivano mentre quando mi divertivo
negli allenamenti e nella gara stessa poi arrivava
il risultato perché ci metti quel qualcosa in più.
HPS DI BOCCA IN BOCCA
_ È stato difficile unire scuola e sport?
Abbastanza perché il ciclismo ti porta via da
casa, non tanto per gli allenamenti, perché
ritengo che un’atleta se si organizza riesce a fare
tutto, quanto per le trasferte o i ritiri di una due
settimane, dunque si dovevano saltare giorni di
scuola.
Il problema principale è che i professori non
capivano questa cosa, non la accettavano e ti
penalizzavano: fortunatamente non tutti!
_ Secondo lei il modello scolastico Italiano si
concilia bene con lo sport o dovrebbe essere
modificato per dare opportunità a chi ha
talento di esprimerlo al meglio ottenendo nel
contempo buoni risultati a scuola?
Nelle scuola che ho frequentato ( Istituto
Einaudi ndr) non c’era questa idea di aiutare gli
sportivi. Non si credeva negli alunni sportivi,
anzi, negli alunni in generale. Si pensava che
non avessero voglia di studiare, che preferissero
andare a praticare uno sport per non farlo. Io subito ero quella che non voleva studiare, invece,
quando ho iniziato ad andare all’estero, ho cominciato a capire quant’era importante l’inglese
e da allora lo studio e mi interesso. Sfortunatamente, però, in Italia non c’è ancora la mentalità
di aiutare gli sportivi a conciliare scuola e sport.
Nel mio caso ho avuto alcuni insegnanti che mi
aiutavano, mi spingevano nell’arrivare al mio
obiettivo di gareggiare in un mondiale, ma altri
non mi aiutavano e anche il preside era sfavorevole quindi ho trovato molte difficoltà.
_ Quando ha iniziato la sua carriera avrebbe mai
pensato di diventare campionessa del mondo?
No, sicuramente no. Non credevo di diventarlo,
di provare a raggiungere il sogno si perché,
comunque, mi sono sempre distinta per la
determinazione: quando mi ponevo un obiettivo
era dura farmi cambiare idea. Poi logicamente in
una gara di ciclismo di un giorno può succedere
di tutto. Ho iniziato a crederci tantissimo l’anno
scorso quando ho sbagliato il mondiale a Varese,
lì ho incominciato a pensare di raggiungere
quella maglia che avevo perso per errori e ancora poca esperienza.
4
IV aca
Storie d’Attualità
_ Che consiglio dà a chi vorrebbe iniziare una
carriera nel ciclismo?
Di avere tanta determinazione come anche nella
vita. Le difficoltà si trovano sempre, di momenti
critici ce ne sono ogni giorno, di sconfitte ne
arrivano una settimana si e una no. Devi essere
l’artefice del tuo sogno, devi crederci in primis
tu, poi farlo credere alla tua famiglia e poi quando hai il sostegno della famiglia non ti ferma più
nessuno.
_ Cos’è il ciclismo per lei?
Il ciclismo per adesso è la parte più importante
della mia vita senza nascondere che ho degli
altri sogni quali formare una famiglia. Però,
adesso come adesso è il mio lavoro, il mio
divertimento e la mia sofferenza.
_ La vittoria al mondiale è arrivata anche
grazie ad un’ottima strategia e organizzazione di squadra secondo lei il ciclismo è più
sport di squadra o individuale?
Entrambi! Perché devi avere una condizione
individuale ottimale e ogni componente della
squadra deve essere nelle condizioni migliori e
nello stesso tempo devi avere una squadra dietro
che ti possa appoggiare. Nell’ultimo mondiale
io e Noemi (Cantele medaglia di bronzo ndr)
dovevamo stare tranquille i primi giri ed avere
sempre qualcuno che ci sosteneva in caso di
forature. Poi, in ultima, dovevamo avere l’abilità
di fare la gara in modo da poter raggiungere il
risultato più importante. Il ciclismo è proprio
uno sport sia individuale sia di squadra, secondo
il mio punto di vista una persona non può vincere da sola a meno che non sia una gara in salita
o una cronometro.
_ Perché il ciclismo è diventato così popolare
e praticato nonostante non abbia lo stesso
seguito e la stessa struttura organizzativa di
uno sport come il calcio?
Perché il ciclismo è uno sport povero, tutti
vanno in bici, prima della macchina c’era la
bicicletta, il mezzo più usato per spostarsi era
la bici, dunque è una cultura che si ha radicata
negli anni. Il problema è che come sport povero
il ciclismo non vive dei biglietti dello stadio
e tantomeno non bisogna pagare il canale per
andare a vedere la partita e quello penalizza
gli sport inferiori come il ciclismo. È uno sport
troppo povero! Politicamente non valiamo nulla,
questa è la realtà della cosa. Ma a livello di
appassionati è il più seguito, mettendo da parte
il Veneto dove c’è proprio una cultura delle due
ruote. È uno sport antico, che non ha mai seguito il progresso, è sempre stato sport povero, è lo
sport dei poveri.
di Noemi Bellò
I bca
Obama per la Pace
I
l Nobel per la Pace a Barack Obama nessuno
mai se lo poteva aspettare, o per lo meno a
così pochi mesi dal suo insediamento alla Casa
Bianca. Il suo staff e lo stesso Obama sono
rimasti senza parole (anzi no, mi correggo, sono
riusciti nell’ardua impresa di spiaccicare un
corposo e americano: “Wow!”) quando sono
venuti a conoscenza della meravigliosa notizia:
dopotutto, non capita spesso e a tutti di essere
svegliati nel pieno della notte da un assonnato
ed emozionato portavoce (Robert Gibbs, ndr)
e prendere coscienza di aver appena ricevuto
uno dei più prestigiosi riconoscimenti a livello
mondiale a favore della Pace nel mondo, ma
soprattutto, tra gli “abitanti” di questo mondo.
Dopo un inizio di giornata a dir poco indimenticabile, con Malia e Sasha che, oltre al Nobel,
hanno fatto notare al padre altri due avvenimenti
“importantissimi” (il compleanno di Bo il cane
e l’arrivo di un fine settimana lungo), Obama ha
parlato davanti ai giornalisti, dicendo di essere
onorato, sorpreso e profondamente commosso
dell’assegnazione di questo premio. Anche se
non del tutto sicuro di meritarlo, Obama ha
aggiunto di accettarlo umilmente ed interpretarlo come uno stimolo a darsi da fare, a continuare
ad affrontare i problemi del mondo e a portare
avanti la cooperazione tra Nazioni. Obama
precisa che nel passato, la Storia lo dimostra, il
Nobel non è stato assegnato solo per lodare degli obbiettivi raggiunti ma anche per evidenziare
un giusto ideale che deve continuare ad essere
sostenuto.
Il Premio sarà consegnato al primo presidente
afro-americano degli Stati Uniti il 10 dicembre
2009 a Oslo dal presidente del Comitato Norvegese del Nobel, Thorbjoern Jagland. Consisterà
in una medaglia, un diploma e un assegno da
10 milioni di corone (somma che equivale ad
un milione di euro), che sarà, parola di Mr.
President, interamente devoluto in beneficenza.
Barack Obama è il quarto presidente Usa ad
ottenere il Nobel per la pace: prima di lui, anche
gli ex-presidenti Theodore Roosevelt, Woodrow
Wilson e Jimmy Carter.
La Commissione norvegese, dopo aver analizzato le schede di oltre 200 candidati, ha preso
l’importante decisione in assoluta unanimità,
riconoscendo e apprezzando gli straordinari
sforzi del presidente statunitense nel rafforzare
la diplomazia internazionale per la cooperazione
e il dialogo tra i popoli, le culture e le religioni.
Inoltre, grande importanza per la conquista del
premio l’ha avuta la sua “visione-sogno-speranza” di un mondo senza armi nucleari.
Gli Stati Uniti hanno fatto sapere di essere
pronti a lavorare assieme agli organismi internazionali in maniera più stretta e trasparente del
passato. Durante questi primi 10 mesi trascorsi
nello studio ovale, Obama è riuscito ad ottenere
il ritiro graduale delle truppe dall’Iraq e adesso
sta lavorando per proseguire la lotta al terrorismo, per superare le difficoltà “di casa” (come
la crisi economica, l’istruzione, la sanità, i
cambiamenti climatici) e anche per spianare la
situazione in Medio Oriente. I suoi più importanti obbiettivi futuri sono quello di sbloccare la
situazione di stasi nella guerra contro i Talebani
in Afghanistan; quello di trovare un accordo
“condiviso” con Teheran riguardo la crisi nucleare iraniana, riavviando le trattative di pace;
quello di risolvere (necessariamente) il conflitto
israelo-palestinese.
Noi tutti studenti del Brocchi auguriamo al
Presidente Barack Obama di proseguire, e
soprattutto di riuscire a portare a termine, gli
impegni presi, ma non possiamo assolutamente
dimenticarci, tra le altre cose, di fare gli auguri
ad un altro inquilino della Casa Bianca, questa
volta non per un Nobel ma per un compleanno,
quindi... TANTI AUGURI A BO IL CANE!!!
_ Per concludere è più dura andare in bici o
studiare?
Dipende. Per me è più dura studiare però per
tanti altri è più dura andare in bici, dipende da
qual è la passione più grande. La mia passione
è andare in bici e mi viene più facile allenarmi, per uno studioso è più difficile il ciclismo.
Ogni cosa è difficile se si vuole raggiungere
un obiettivo senza scorciatoie, di facile non c’è
niente, nessuno ti regala nulla. Chi raggiunge le
cose con facilità o ha preso una scorciatoia o ha
qualche aiuto. Sicuramente sia nello studio che
nella bici non è una strada in discesa.
5
HPS DI BOCCA IN BOCCA
La Rubrica della Musica
di Allegra Cerantola
I aca
Canzoni contro la guerra
L
a musica è un qualcosa di fantastico, e lo sappiamo tutti. Ma è ancora più bello fare della musica il proprio “lavoro”. Per riuscirci, molti di noi cominciano già da piccoli ad imparare a suonare uno strumento, o a seguire corsi di canto. Naturalmente, anche all’interno della nostra scuola, ci sono
ragazzi e ragazze che inseguono questo tipo di sogno. In questo numero, vi presentiamo la canzone scritta da un ragazzo della nostra scuola, Serafino
Monaco. E’ un testo “antiguerra” molto bello. Eccolo:
I’m asking why
So many people die
Joining causes
That they don’t know
You pass off a hero
But you are used as a slave
Your soul will burn
Your heart will die
Non voglio più sentire
Inni alla Guerra
Non voglio più vedere
Soldati morire
Your life is worth nothing
You are only a killer
But their hands
Are totally clean
So stop your hand
Please don’t kill them
Don’t close your eyes
From seeing a future
Of peace
And stop, you can
The war...
Now
Non voglio nuovi Hitler
E nemmeno Che Guevara
Basta rivoluzioni
Basta a questi inutili massacri
[bass – drums]
The final scene is important
The rest is just dirt
And the TV-spectators
Don’t have to care
-solo-
E la fermerò
Giuro che la fermerò
A costo di suonare
Di fronte ai carro armati
Giuro che
La fermerò...
E tu? Vorresti veder pubblicata la tua canzone? Non c’è problema! Non devi far altro che mandare una mail con il tuo testo a questo indirizzo:
[email protected]. E, se lo riterremo opportuno, la pubblicheremo. A questo indirizzo potete anche semplicemente inviare le vostre
opinioni su questa canzone.
La Rubrica del Dissidente
di Rebecca Luisetto
I bca
Il registro elettronico
Q
uest’ anno scolastico è iniziato con un
pieno di novità , tanto per iniziare la nostra
scuola ha avuto “ l’onore” di sperimentare
l’ultima innovazione voluta dal ministero: il
registro elettronico, che manda in pensione il
caro vecchio registro cartaceo.
La decisione di usare questa novità tecnologica
è stata presa dal Consiglio d’Istituto a favore
degli alunni delle sedici classi prime del Liceo
Ginnasio Statale “G. B. Brocchi”, (parliamo di
circa 400 alunni), i quali si sono confrontati con
l’utilità di questo piccolo computer che ha per
lo più funzioni di base simili a quello presente
ormai in tutte le abitazioni, ma è destinato ad un
altro uso.
In questo nuovo registro è certificato se siamo
presenti in classe oppure no, in tal caso i professori o invieranno delle e-mail alle famiglie
oppure verranno mandati sms ai genitori, i quali
verranno a sapere se i propri figli e figlie si tro-
HPS DI BOCCA IN BOCCA
vano a scuola o al di fuori i essa. Oltre a sapere
tutto questo, le famiglie avranno una password
con cui potranno accedere al server scolastico
dal computer di casa propria per controllare
eventuali note.
Come tutte le cose che ci circondano, anche
questa ha i suoi pro e i suoi contro:
I PRO. Si favoriscono i genitori, che riescono a
sapere tutto quel che avviene dentro le aule dalla
propria abitazione, creando così un costante dialogo scuola-famiglia. Ora più che mai potranno
seguire personalmente e quotidianamente la vita
scolastica dei propri figli.
I CONTRO. Sono dettati per la maggior parte
dagli studenti ma anche qualche professore si
è lamentato del nuovo sistema, in primo luogo,
è stato detto da alcuni ex studenti nei blog,
che non è il caso che la nostra generazione sia
controllata come nella casa del “Grande Fratello”, ora che tutto è diventato più complicato,
6
la mattinata “bruciata” in compagnia è solo un
bello, ma lontano ricordo. Dopodichè, si perde
molto tempo, perché i professori non hanno fatto un corso preparatorio per utilizzare il registro
elettronico e minimo 15 minuti sono passati per
capire come salvare le proprie ore o eventualmente cancellare degli sbagli effettuati; dopo
inutili sforzi, incitando il registro a far quello
che cercano di fare da parecchi minuti escono e
chiamano il tecnico che turbato dai continui spostamenti tra una sede e l’altra che ogni mattina
è costretto ad effettuare, entra in classe e con un
“CLIC” risolve l’intrigo che il professore si è
creato da solo.
I professori continuano a dirci che prima o poi
prenderanno confidenza con questa tecnologia,
e quando ciò avverrà, si perderà molto meno
tempo, ma per ora nessuno sviluppo, vi faremo
sapere. Ciao e al prossimo numero!
Storie d’Attualità
di Giulia Pagan
I bl
1989-2009: Vent’anni di Liberta’
Q
uest’anno, il 9 Novembre, si festeggerà il
ventesimo anniversario della caduta del
Muro di Berlino. Vent’anni, nei quali gli abitanti
di Berlino sono stati orgogliosi di definirsi
“cittadini Liberi”.
La storia del Muro comincia nel 1961, come
diretta conseguenza della Seconda Guerra
Mondiale e della successiva Guerra Fredda tra
i due blocchi, sovietico e occidentale. Mentre
nella repubblica federale tedesca, grazie anche
agli aiuti americani, migliorano le condizioni
di vita, nella repubblica democratica tedesca
cresce invece l’insoddisfazione della gente.
La mattina del 13 agosto 1961 i berlinesi
scoprono che nel cuore della loro città sta
nascendo una divisione fatta di filo spinato,
blocchi di cemento e barricate. I collegamenti
fra la zona est, sotto il controllo sovietico, e
quella ovest, sotto il controllo americano, sono
bloccati e i cittadini della prima non possono
più entrare nella seconda. Sono le prime pietre
del famigerato Muro, che si trasformerà presto
in centosessantasei chilometri di cemento, che
tagliano 192 strade di Berlino, dividendola
definitivamente in due blocchi. Passare il Muro
diventa un’impresa impossibile, tanto che un
centinaio di berlinesi dell’est moriranno nel
tentativo di scavalcarlo, uccisi dai poliziotti di
guardia: l’ultima vittima è Chris Gueffroy, il 6
febbraio del 1989. Chris Gueffroy non poteva
saperlo: gli sarebbe bastato pazientare ancora
pochi mesi e lui sarebbe ancora vivo. Ma
soprattutto sarebbe stato Libero. Il 9 novembre
di quell’anno, Günther Schabowski, leader del
partito comunista di Berlino est, annuncia infatti
che il muro verrà aperto per permettere viaggi
personali all’estero. Sono le sette di sera, poco
dopo scoppia una festa spontanea alla porta di
Brandeburgo di Berlino ovest. Il Muro viene
fatto a pezzi proprio dalle persone che ne sono
state prigioniere per quasi trent’anni.
La caduta di quel muro ha segnato la fine di
una tragedia, di un’epoca, ma ha segnato anche
l’inizio di un’altra era, basata sull’abbattimento
delle frontiere, l’integrazione dei mercati, il
libero scambio dell’informazione; nell’insieme,
il processo a cui diamo attualmente il nome di
“globalizzazione”. Ora, molti di noi penseranno
che per quanto possa essere importante come
ricorrenza, possiamo classificarla unicamente
come un evento della storia, un capitolo
chiuso. La storia però, evidentemente, non ci
ha insegnato nulla. Come possiamo infatti
spiegare il «muro di sicurezza» che il governo
israeliano ha costruito attorno alla Cisgiordania
e a Gerusalemme? Si tratta di una chiusura tra
volte più alta e due volte più larga del muro di
Attualmente
Berlino; 95 km che aumentano ogni giorno
di più. Molto probabilmente ora penserete che
comunque quello è territorio di guerra e che
è abbastanza distante da noi da permetterci di
dormire sonni tranquilli Ma stiamo veramente
parlando unicamente di situazioni così lontane
da noi? Anche solo aprendo un giornale ci
possiamo rendere conto di quanto sbagliamo.
Infatti, sono circostanze che sono divenute
ormai parte della quotidianità alle quali
noi non facciamo più caso. Alcuni esempi
particolarmente recenti potrebbero essere i
respingimenti in mare degli immigrati africani,
i frequenti scontri religiosi o sociali, la crisi
economica. Sono questi i veri muri con i quali
anche noi dovremo imparare a convivere finiti
i nostri anni di istruzione scolastica. Non è
però necessario guardare così lontano. Basta
un piccolo esame di coscienza per rendercene
conto. Quante volte, anche nella nostra vita di
tutti i giorni ci troviamo a fronteggiare Muri che
ci impediscono di guardare avanti? E davanti a
questi, noi come rispondiamo? Lottiamo come
Chris Gueffroy, o lasciamo che il muro continui
a crescere? Pensiamoci, perché se impareremo
a fronteggiare la realtà e le paure nel nostro
piccolo, forse, un giorno riusciremo a essere dei
cittadini realmente liberi e orgogliosi di portare
tale nome.
di Martino Guidolin
V ast
Anche noi a Roma il 24 settembre
Il Brocchi al Quirinale per l’Apertuna dell’Anno Scolastico 2009/10.
È
stata sicuramente un’esperienza emozionante quella degli studenti del liceo “G. B. Brocchi” scelti per intervenire alla cerimonia ufficiale
di inizio anno scolastico.
Il gruppo, composto da alcuni studenti che avevano partecipato al M.E.P. (Model European Parliament) e al “Progetto Legalità”, è partito da
Bassano il 23 settembre accompagnato dalla docente Vilma Rodeghiero. La cerimonia ha avuto luogo il giorno successivo al Quirinale, dove il
Presidente della Repubblica e il Ministro dell’Istruzione hanno tenuto un discorso sull’importanza dell’educazione scolastica e sull’impegno
costante da mantenere durante tutto l’anno per ottenere i risultati sperati; in particolar modo è stato toccante il discorso del presidente
Giorgio Napolitano quando ha menzionato i soldati della Folgore caduti a Kabul.
Durante la cerimonia sono state proposte varie esperienze e attività didattiche: un’interpretazione teatralizzata a cura di alcuni bambini delle
elementari sulla Costituzione, una “particolare” danza ritmata realizzata da alcuni studenti che battevano su banchi e sedie, interviste ai
ragazzi protagonisti di alcune proposte educative di particolare interesse e altro ancora.
Gli studenti del Brocchi intervistati sono stati scelti in quanto partecipanti al “Progetto Legalità” che si è svolto l’anno precedente a Palermo
e nelle zone contigue.
“Quello che certamente ci ha più colpiti durante la cerimonia – affermano i partecipanti - è stata la presenza di tantissimi studenti
provenienti da tutta Italia e il fatto che ognuno di essi poteva contribuire a vivacizzare la giornata, anche se le attività da proporre erano
tantissime e sfortunatamente il tempo a disposizione era troppo poco perché si parlasse sufficientemente di ognuna di esse. Comunque,
l’esperienza è stata intensa. In quelle due ore si sono concentrate molte esperienze degli studenti italiani, facendoci sentire parte di un grande
e bellissimo universo”.
7
HPS DI BOCCA IN BOCCA
Storie
di Elisabetta Mezzalira
V bst
Infiltrati nelle nostre menti
I
messaggi subliminali (dal latino “sotto la
soglia”, in riferimento al confine del pensiero
cosciente) sono nati con la pubblicità negli
anni ’60, ma nel linguaggio psicologico si
riferiscono a messaggi e informazioni che il
cervello assimilerebbe inconsciamente.
Possono essere trasmessi tramite scritte, suoni
o immagini che trattano un qualsiasi argomento
che al suo interno nasconde ulteriori frasi
o fotogrammi senza riferimenti al contesto
iniziale che rimarrebbero inconsapevolmente
nella memoria dell’osservatore.
Per esempio in uno spot pubblicitario lo scopo
di questi messaggi sarebbe quello di invogliare
il consumatore ad acquistare lo specifico
prodotto. Invece immagini o suoni potrebbero
servire per fare propaganda ad alcune correnti
di pensiero, a ideologia di qualsiasi natura
compresa quella politico-elettorale.
Tra la ricezione di un segnale visivo o sonoro
e la sua rielaborazione celebrale intercorre
un tempo brevissimo ma comunque finito, i
messaggi subliminali sfruttano questo tempo
mandando impulsi di piccola durata che
l’occhio o l’orecchio riescono a percepire, ma il
cervello non riesce a rielaborare.
Quindi il messaggio resta nell’inconscio
restando estraneo alla coscienza.
I più numerosi sono quelli a sfondo sessuale e
pornografico e si riscontrano frequentemente nei
cartoni animati, entrando così nella testa dei più
piccoli e nelle pubblicità.
LE AVVENTURE DI BIANCA E BERNIE
Invece in questo cartone animato in una scena
i due simpatici roditori planano tra i grattacieli
in una scatola di sardine allacciata al dorso
del gabbiano Orville, in due fotogrammi
non consecutivi ,in una delle finestre, appare
l’immagine fotografica di una donna in topless.
Non è provata, fino ad oggi, alcuna efficacia
di questo tipo di messaggi, ai nostri giorni
quasi nessuno si affida più a tali metodi per
influenzare le persone, anche se rimangono
numerose le teorie su questo fenomeno.
IL RE LEONE
In questo cartone Disney, nel momento in
cui Simba, sconsolato per la morte del padre
Muphasa, si lascia cadere a terra, dalla polvere
che si solleva si può intravedere nel cielo la
scritta “SEX”.
Hipse Dixit
Gazzola: Se mi metto sotto la luce,
il mio volto illumina la luce!
Tessarollo: A Milano ho trovato un
uomo che chiedeva l’elemosina per
pagare la rata del Cayenne!
Stud: Prof, ma in scambio devo
portarmi il pigiama?
Mezzalira: Mah, non so, vedi tu.
Dormi nature?
Tessarollo: Ma fame un discorso
sprint... sport... spriss... fritz.... ginger... no acqua de stagno verde!
Rossi: La fiaba aiuta ad allontanarsi
dalla realtà meglio della cocaina!
HPS DI BOCCA IN BOCCA
Stud: Prof, lei faceva atletica?
Lanzarini: Un pò di tempo fa!
Stud: Mi sembrava di averla vista
alle olimpiadi, quando erano in
bianco e nero.
Rossi: Leggete “la Notte tra Ginevra e Lancilotto” per casa. Mi
raccomando ragazzi, tenete le mani
sopra la scrivania perchè è alquanto
erotica!
Betto: Chi di voi aveva l’influenza?
Stud: Anche a me l’hanno petata!
Betto: Sì? Ma lo sai che in italiano
avresti detto: “Me l’hanno scoreggiata!”
Tessarollo: E l’insegnante di inglese
gli ha detto di imparare l’Infinito di
Leopardi: TO LEOPARD.
Tessarollo: Ma no se poe rottamare
la moglie, per cui Enrico VIII va
dal Papa, centro di rottamazione... Il
Papa dice: mi no tea rottamo, tientea
parché a xe bona, la funsiona ancora
ben
8
Torelli: ...un’acca sola!
Stud: Na cassoea?
[email protected]
Manda anche tu il tuo Hipse Dixit!
Storie
di Francesca Barco
e di Filippo Campagnolo
IV bl
III bs
Stefano Cimatti, il nostro Sindaco
I
l Municipio di Bassano del Grappa
è maestoso e, per due semplici
studenti, può sembrare una montagna.
Ma “sembrare” non significa “essere”.
Giovedì 8 Ottobre, alle 17, l’ufficio del
Sindaco Stefano Cimatti si è aperto al
Liceo G. B. Brocchi e al suo giornalino.
_ Come sono stati i primi mesi da
Sindaco?
Ci sono entusiasmo e preoccupazione
di fronte alle difficoltà, ma poi ci
si abitua. Tuttavia, ho trovato una
situazione a mio avviso strana, o
perlomeno totalmente differente da
quella da dove vengo, il Comune di
Bassano conta 325 dipendenti e il
dialogo scarseggia.
_ Perché candidarsi?
L’idea di candidarmi è nata nel 1999,
quando ero uno dei candidati per la
carica che ora ricorpro. Ho capito
che quella del sindaco è una figura
significativa per realizzare in prima
persona obiettivi importanti, cosa che
ad una parlamentare risulta più difficile,
perché non può scendere in campo
direttamente, deve seguire una trafila
più lunga.
_ Pensa di salvare qualcosa della
vecchia amministrazione?
Non voglio parlare ne’ bene, ne’ male
del passato, è molto facile criticare.
Preferisco guardare avanti. Per il primo
anno dovremo seguire la precedente
impostazione, ma non al 100%,
infatti il progetto “Torri Portoghesi”
non verrà portato avanti. Per il resto,
vanno chiesti pareri, fatte indagini,
l’impostazione del lavoro futuro viene
prima di qualsiasi tipo di visibilità.
_ Quali sono i progetti per le
politiche giovanili?
La responsabile per le politiche
giovanili è l’assessore Toniolo, ma
comunque la nostra linea si può
sintetizzare in “divertimento con
servizi”. Ci sono i Cantieri Giovani,
servono nuove zone di aggregazione,
stiamo pensando ad eventi musicali e
teatrali, c’è in programma una nuova
pista per lo skateboard e vogliamo
rispolverare la scherma, che è un
gran bello sport. I giovani sono una
risorsa straordinaria, anche per la città.
Bisogna coinvolgerli nelle scelte e nella
politica, iniziando col creare interesse,
migliorano il servizio di podcasting del
Consiglio Comunale, ma soprattutto
occorre trovare una maniera per
educare i giovani, bilanciare le esigenze
con quelle di esercenti e residenti.
_ Verranno intraprese attività con le
scuole?
Ci saranno presto iniziative specifiche
con le scuole, come l’introduzione
al progetto Slow Food. Ho delegato
questo compito alla prof.ssa Toniolo,
comunque credo nel creare un buon
rapporto con docenti e studenti,
l’amministrazione degli istituti
superiori è della provincia, ma ciò non
toglie che avere contatti frequenti è un
dovere amministrativo.
_ Cosa pensa del nostro Liceo, il
Brocchi?
Lo conosco poco, mio figlio ha
frequentato il Da Ponte, ma mi
ha sempre dato un’impressione
positiva,anzi più che positiva, lo trovo
straordinario. Deve però fare i conti col
9
gran numero di studenti che affollano
le aule ogni giorno e poi mi chiedo una
cosa: come mai un liceo di impronta
classica ha aperto due indirizzi
scientifici? Ad ogni modo, le scuole
bassanesi sono un grande servizio che
la città rende al comprensorio, Bassano
deve cercare di essere leader per quei
paesi limitrofi, anche nel Trevigiano
e nel Padovano, che non hanno altre
scuole superiori vicine.
_ Avete in mente progetti
architettonici rivolti ai giovani?
Ci sarebbe molto da fare, trasformare
il centro studi in un piccolo campus
e poi abbiamo bisogno di nuove piste
ciclabili, ma occorre pensarle nella
loro completezza, con un piano urbano
e con organicità, in parole povere,
serve un progetto di città: conoscere
il traffico, i parcheggi, il verde, le
ciclabili, le scuole… Serve tempo per
ragionare il tutto.
Il Municipio di Bassano del Grappa è
maestoso e, per due semplici studenti,
può sembrare una montagna. Ma
“sembrare” non significa “essere”, ce lo
ha dimostrato il Sindaco stesso.
HPS DI BOCCA IN BOCCA
Pimp my Comic... Thor e i Nuovi Vendicatori
HPS DI BOCCA IN BOCCA
di Daniele Trentin
10
V ast
La Rubrica di Cucina
di Giulia Zanin
IV bs
McDonald’s contro l’alta cucina
M
amma cosa c’è per cena?...quante volte facciamo questa domanda e spesso la risposta sarà
qualcosa che non soddisfa il nostro palato. Ovviamente non si può sempre essere accontentati
perchè nella stessa famiglia convivono gusti e desideri diversi. Prendiamo un esempio classico: i
genitori mangerebbero volentieri un pasto raffinato ed equilibrato mentre i loro figli si fermerebbero
in qualche fast food.
Ma noi siamo ciò che scegliamo di mangiare e perciò viene da chiedersi... meglio il ristorante o il Mc
Donald?
Se c’intrufolassimo nella cucina di un ristorante vedremmo qualche chef intento nella crezione di
piatti vivaci e dalla composizione invitante, cucinati con l’accostamenro di ingredienti che a casa non
avremmo mai pentaso di unire. Mette curiosità questa preparazione perchè non sai proprio che gusto
avrà ciò mangerai. C’è anche da dire però che non tutti i piatti che escono dalle cucine dei ristoranti
sono apprezzati. Alle volte ci lasciamo troppo ingannare dall’ invitante composizione del piatto che
alla fine il sapore può anche non lasciarci soddisfatti. Questo è il rischio che si corre quando gli
esperimenti culinari diventano troppo “estremi”.Al contrario, se abbiamo fretta e siamo per strada
e lo stomaco reclama “sostanze” nutrienti e il cervello le vuole appettitose: andiamo a mangiare?
Ma naturalmente al Mc Donald! Siamo bombardati dalle pubblicità di questa catena di fast food che
associa immagini di panini e patatine stuzzicanti, a basso costo, buonissimi ed equilibrati!
Stupisce, a dire il vero, l’ultimo l’aggettivo, ma c’è la furbata! Nel loro sito è infatti scritto che si
può mangiare pure tutto ciò che trovi nel loro menù, a avvertono: “quello che introduci deve essere
(per l’appunto) equilibrato rispetto a ciò che consumi!” Informano inoltre che un uomo sui 20 anni
dovrebbe consumare in media 2000 calorie al giorno per soddisfare il suo fa bisogno nutrizionale,
(un giorno che è diviso in tre pasti principali). Il “mac menù classico”, in media il più consumato,
conta 1135 calorie. Ora se qualcuno riesce a smaltire 1135 calorie in un pomeriggio svolgendo un
attività “normale” è superman! In ogni prodotto di fast food non è permessa una dieta equilibrata.
Ma anche se tutto ciò lo sapevamo già, continueremo comunque a fermarci lì... chissà perchè... In
fondo la cucina italiana è invidiata in tutto il mondo: basta cambiare regione per tuffarsi in sapori
tradizionale prelibati che solo qui nel Bel Paese possono trovare.
Ma c’è solo un solo vero modo per assaporare un piatto locale, con tutte le sue particolarità, quali
spezie, tempi di cottura giusti e quel tocco che nemmeno un ristorante o una trattoria sanno offrire.
È la cucina di una nonna! L’esperienza insegna, ma ci vuole la passione, il legame con le proprie
origini, toccare con mano gli ingredienti che andranno a comporre quel piatto speciale. Di certo non
sofisticato ed elaborato come quello del ristorante e senza tutta la pubblicità del fast food, ma avrà la
“magia” di essere unico perchè come lo prepara la nonna non lo fa nessuno!
Svago mentale
FACILE
DIFFICILE
11
HPS DI BOCCA IN BOCCA
Storie
di Maria Diandra Cristache I bca
e di Matteo Scalco
I bl
Primo di Prima, secondo Lei
0
6.00 : sveglia maledetta! Quanto vorrei
avere un martello in mano in questo
momento!
06.30 : sono sveglia (relativamente) e tutto
è connesso, a parte che piove e che ho perso
l’autobus.
Torniamo un attimo indietro e vediamo quei
pensieri...
“Ma proprio stamattina l’autobus doveva
darmi buca? Per fortuna mi porta la mamma
di un’amica, altrimenti ero fritta in 4 salti in
Padella. Ed eccoci a scuola! L’ombrello c’è,
ma ovviamente non ho voglia di aprirlo e mi
rifugio sotto quello della mia suddetta amica,
fino a quando non ci chiamano e ci fanno
entrare in palestra. Là c’è la Preside... la mia
statura gnomica non mi permette di vederla
completamente, riconosco solo la sua testa che
spunta dalle ragazze che mi stanno davanti. Sta
parlando del nostro studio, il quale dev’essere
costante (mhhmmmsssìì) e del nostro futuro.
Mi guardo in giro, e noto che pochi stanno
ascoltando. Ci sono ragazzi che parlano...
ragazze che guardano quello bello lì in fondo...
Le parole della Preside (o vice? Boh!) saranno
utili finchè vuoi, ma vedi che quasi nessuno
sta ascoltando! Ora c’è lo smistamento, tutti
tacciono per sentire il proprio nome (il mio l’ho
sentito benissimo perché l’hanno pronunciato
male)...
Ecco la mia classe! Sono la number three.
Diciannove in classe. Solo un maschio. La
prof di mate ci porta alla Chiocciola. Siamo
silenziosi e spaventati come anatroccoli appena
nati (questa è la trovata di una mia compagna,
ed è proprio trovata!). In classe non vola mezza
mosca, e parliamo solo se interrogati...
La prof non è così malefica come pensavo alla
fine! (da premettere, alle medie ci avevano
accolti con un “Siamo cattivi, gente)”. E poi
niente, tutto fila liscio come l’olio, come ti
chiami, di dove sei... quali sono i tuoi pregi.
The end. È andata così, nulla di più.
Peace&love!
Primo di Prima, secondo Lui
E
’ uno scherzo, vero!? Per la quinta volta nell’arco di un’ora suona una sveglia! Prima mio papà, poi mia mamma e ora mi fratello, che per essere
sicuro di svegliarsi ne aveva impostate tre…Cominciamo bene!!! Mi preparo ed esco. Esattamente due minuti dopo inzia a piovere: perfino il cielo
piange per l’inizio della scuola! Per fortuna arriva subito la macchina della mia amica: si parte. Il cuore mi batte forte…Ve l’ho detto che sono in classe
con 26 femmine? Appena l’ho saputo ho avuto un colpo al cuore! Siamo a scuola. Varco la soglia del cancello e, come mi aspettavo, un enorme folla
di ragazze appare davanti ai miei occhi. La prima cosa che noto è che sono tutte truccate (è una scuola o un salone di bellezza!?!). Me ne sto zitto zitto
dietro alle mie compagne delle medie ed entro in palestra. Un ragazzo (finalmente!!!) mi chiede in che classe sono e scopro che è proprio l’unico maschio
presente nella mia. Sembra simpatico, per fortuna!!! La preside prende la parola e comincia già a dare le prime raccomandazioni (tanto per cambiare),
ma, naturalmente, nessuno sta ascoltando. Comincia lo smistamento e tutto tace… suspance! Arriva il turno della mia classe e comincia la mia missione.
Tutti i miei amici mi avevano detto “Avvisami se ne hai di carine, così me le presenti!!!”, ed io dovevo pur dare qualcosa in risposta! Tocca a me e mi
unisco al gruppo: la notizia dell’ultima ora è che ci sono tre ragazze in più (vogliono proprio rendermi la vita un inferno)! Andiamo nella nostra classe
alla Chiocciola (che strano nome!) e, con mia grande soddisfazione, vedo che il mio posto è all’angolo dell’aula, nell’ultima fila…il sogno di ogni
studente! Non so perché, ma ho pauraaaaaaaaa!!!!!!!! Son passati solo 5 minuti da quando sono dentro e ho già voglia di scappare via e non farmi vedere
mai più. Almeno la prof sembra simpatica, ma non voglio giudicarla troppo prima delle interrogazioni! Comincia a parlare, ma la mia attenzione è rivolta
all’orologio che provo a mandare avanti con la sola forza del pensiero. Finalmente suona la campanella: un giorno è passato, ne mancano più o meno 200!
Stripssssss
HPS DI BOCCA IN BOCCA
di Silvia Sabatti
12
V bst
Attualmente
di Claudia Husdup
IV cs
In & Out Voices
Perchè le parole non
siano soltanto rumore
G
iovani lavativi, inetti e ignavi,
maleducati e incoscienti. Autori
d’innumerevoli danni e cronaca nera.
Giovani che si drogano e si ubriacano
andando poi a schiantarsi a folle
velocità contro un platano. Esagitati
che sfasciano tutto ciò che capita loro
tra le mani fuori e dentro gli stadi.
Delirati che imbrattano i monumenti o
che distruggono le scuole.
Così ci dipingono i mass media. Come
si sa, non fa notizia il numero ma ciò
che esula dalla norma. Ma è arrivata
l’ora di dire basta, di dimostrare il
contrario. Di urlare i nostri pensieri,
i nostri messaggi positivi. Partecipa
anche tu all’iniziativa “In&out voices”.
Le nostre Voci, voci di giovani
dentro la scuola e nelle associazioni
che vogliono risuonare anche fuori
dal proprio istituto e gruppo, voci
che hanno da dire in merito a ciò
che accade: dentro e fuori, nella
realtà in cui vivono e nel mondo
che li circonda. Voci di giovani che
smettono di aspettarsi qualcosa dagli
altri, dagli adulti e dai politici. Voci
che hanno voglia di dire e dimostrare
quanto valgono. “In&out voices” è un
gruppo di giovani bassanesi, studenti
degli istituti Einaudi, Remondini,
Scotton, dei Licei Brocchi e Da Ponte,
accomunati da uno stesso obiettivo:
esprimere il lato positivo dei giovani.
Vogliono raggiungere questa meta
attraverso una grande festa in piazza
che è diventata un centro stampa per
un nuovo giornale giovanile bassanese,
giornale che unirà le redazione dei licei
e degli istituti bassanesi, eliminando
astio e competitività. Questa festa si
è tenuta Sabato 24 Ottobre 2009 in
Piazza Libertà a Bassano del Grappa
dalle ore 15.00 alle ore 22.00 circa.
Tutti sono stati invitati a parteciparvi,
Pensieri diversi uniti in un unico
obiettivo. Perché non siamo tutti come
gli adulti sono soliti considerare:
rifiuti umani e scarti della società.
Perché quando ci togliamo le cuffie o
spegniamo il computer, magari prima
di addormentarci o quando le batterie
sono scariche, a qualcosa dovremmo
pur pensare. Nuotiamo nei nostri
habitat come degli astronauti dentro le
capsule senza gravità: c’è di tutto nel
loro ambiente ma non c’è alcuna scala
di merito, non ci sono sostegni cui
aggrapparsi, pedane su cui sostare per
ripartire.
Certo è che al posto dei valori e delle
ideologie non è subentrato il vuoto
che, come si sa, non esiste neppure in
natura, ma si sono imposti altri metri di
giudizio, diversi termini di paragone,
altri punti di riferimento. Certo è anche
che non si può vivere di soli surrogati:
un mondo fatto di miraggi alla lunga
stravolge la mente. La speranza, la
fiducia, la consapevolezza della propria
identità, la certezza del proprio destino
non si acquistano nei megastore né
si respirano con l’aria. Pertanto se
hai veramente voglia di dire la tua e
di modificare, per quanto possibile,
l’opinione pubblica sui giovani,
partecipa a questa iniziativa. Perché le
parole non siano soltanto rumore.
Perché le parole non
siano soltanto rumore.
13
HPS DI BOCCA IN BOCCA
La Rubrica del Cinema
di Gloria Bordignon
V bs
Inglorius Basterds, male al Male
T
ITOLO: Bastardi senza Gloria
TITOLO ORIGINALE:
Inglorius Basterds
REGIA: Quentin Tarantino
SCENEGGIATURA: Quentin
Tarantino
INTERPRETI: Brad Pitt, Diane
Kruger, Mélanie Laurent,
Christoph Waltz
NAZIONALITA’: USA 2009
Capitolo 1: C’era una volta nella
Francia occupata dai nazisti
Nel primo anno dell’occupazione
tedesca in Francia, dopo un
bicchiere di latte e una fumata
di pipa, il Colonnello Hans
Landa, compie il suo dovere di
“Cacciatore di ebrei” sterminando
l’ultima famiglia ebraica rimasta,
lasciando però in vita una
ragazzina di 19 anni, Shosanna
Dreyfus, che scappa dall’omicida
dei suoi cari ancora sporca del loro
sangue.
Capitolo 2: Bastardi senza gloria
Quattro anni dopo, una unità
del servizio segreto americano,
comandata dal tenente Aldo Raine,
penetra nelle linee nemiche. I
tedeschi li chiamano i “Bastardi” e
chiunque ne abbia sentito parlare,
sa che il loro lavoro non è fare
prigionieri, ma uccidere i nazisti.
Capitolo 3: Nazisti a Parigi
Shosanna, miracolosamente
sfuggita alla morte, si è rifugia a
Parigi, dove ha assunto una nuova
identità ed è divenuta proprietaria
di un cinema. Un soldato tedesco,
Fredrik Zoller, infatuato di lei,
le chiede di presentare nel suo
cinema la prima del film dove è
protagonista, ospitando così tutte le
giornalino tutti avranno già visto
grazie attraverso vari mezzi?
La mia risposta è questa: perché
voglio parlare non solo del film
e della sua trama, della genialità
del regista, dell’attore, del
sceneggiatore, ecc, ma magari
andare al di là del solo scopo
ricreativo e cercare qualcosa che ci
porta alla riflessione.
Riscrivere la storia: inciampo così
in questa frase sentita in uno dei
tanti programmi televisivi “Se
avessi una macchina del tempo,
tornerei indietro e ucciderei
Hitler…”
Dubito che Quentin Tarantino si sia
ispirato alla televisione italiana per
più alte cariche delle Terzo Reich,
Hitler compreso.
Capitolo 4: Operazione kino
Shosanna all’invito di Zoller
medita vendetta, ma non è l’unica
a pensare di uccidere tutti i nazisti
in una sola volta, gli inglesi e i
Bastardi hanno lo stesso piano:
“Avere tutte le uova marce in
un cesto, obiettivo: far saltare il
cesto”.
Capitolo 5: La vendetta della
faccia gigante
Un volto enorme compare sullo
schermo cinematografico durante
la prima e annuncia la morte di
tutte le persone in sala per mano
di una donna che urla vendetta a
nome di tutti gli ebrei.
Questo Inglorius Basterds è un
film di nazismo, di ebrei e di
attentati, tutto mescolato con
l’ironia e le battute scritte da
Quentin Tarantino, che caratterizza
il suo film con una pellicola che
supera le due ore, con lunghi
dialoghi e monologhi, con
violenza, e, come in “Kill Bill”,
con la divisione in capitoli. Mi
è stato spiegato che questo è un
giornalino studentesco e che la
cosa che gli da valore è proprio
la circolazione esclusivamente
interna alle mura scolastiche
e quindi a rigor di logica deve
parlare di studenti e non magari
di cose che ogni singola persona
può andare in cerca in Internet… e
qui i dubbi sorgono, perché questo
ragionamento è correttamente
giusto, no? Perchè scrivere di
un film che ormai all’uscita del
Beautiful Brocchi
➼
➼
➼
HPS DI BOCCA IN BOCCA
fare questo film, però l’idea non
è del tutto fuoriasse… “Bastardi
senza gloria” è un film non storico,
perché stravolge la realtà: ci fa
pensare che esita proprio una
macchina del tempo che possa
invertire gli avvenimenti… tutto
questo è possibile grazie alla
settima arte: il cinema, che tutto
permette e concede.
Ecco la mia riflessione, perché ve
l’ho promessa: per quanto Hitler e
tutti i nazisti abbiano compiuto le
atrocità che noi tutti sappiamo, è
giusto sfoderare così tanta violenza
e brutalità nei loro confronti?
È giusto quindi fare del male al
Male?
di Gloria Serradura
S
I dl
tudente del tecnologico cerca il grande amore. Possibilmente del sociale. Cercatemi nei corridoi, avrò una
camicia azzurra.
Studentessa del linguistico cerca l’anima gemella. Possibilmente: ricco, bello, con molti amici, comprensivo,
sempre disponibile… Cercatemi, mi troverete sempre in presidenza.
Bidella della Chiocciola cerca un compagno di vita in ex sede centrale.Attenti bidelli, state all’erta, il vostro
amore potrebbe arrivare da un momento all’altro!
Per il tuo annuncio d’Amore, scrivi a [email protected] lo pubblicheremo!
14
Brokkcity
di Giulia Pellizzer
V bs
Brokkfield: ci sei dentro anche tu!
O
gni giorno andiamo a scuola, entriamo e
non ci rendiamo conto che stiamo facendo
un salto in un mondo parallelo. Varcando
le porte di questo edificio apparentemente
normale entriamo in una dimensione a
parte, una vera e propria città nella città, una
fabbrica di cervelli, una realtà sociale ma
anche amministrativa con ferree regole da
rispettare, permessi da regolarizzare, assenze
da giustificare. Compiamo questi riti in
maniera automatica; quando vivi dentro ad un
meccanismo prendi i suoi ritmi anche senza
accorgertene. Se qualcuno ci osservasse da
fuori ci vedrebbe come pazzi, bizzarri, e invece
siamo semplicemente il riflesso della società: un
prototipo di personalità, caratteri e stereotipi...
siamo una Springfield in miniatura. Sicuramente
anche voi avrete incontrato nei corridoi il nostro
immancabile Homer, quello studente che segue
fedelmente la filosofia del “sono nato stanco
e vivo per riposare”. Lo si riconosce subito
dalla sua attrazione per le macchinette o per
qualsiasi altra forma di distribuzione di cibo.
Mangia a ciclo continuo, o quasi. E’ un esperto
nel dormire sui banchi e un grande estimatore di
birra (nelle ore extra scolastiche chiaramente!).
Due passi più in là avrete il piacere di
chiacchierare con Lisa, la secondogenita di
casa Simpson. Studentessa modello, adora
leggere e battersi per i diritti delle donne. A
scuola ha voti ottimi, anche se ciò le causa una
notorietà non troppo alta. È la tipica ragazza
che un giorno sarà qualcuno di importante, una
di quelle da cui si copiano i compiti cinque
microsecondi prima del suono della campanella,
che ha hobby nascosti e un mondo sconosciuto
dentro di se che custodisce gelosamente.
Restando nell’universo femminile troviamo il
sogno proibito della situazione Jessica, ragazza
disciplinata e santa agli occhi di professori
e genitori, ma stuzzicante e provocatrice
con i ragazzi. Attenzione se vi trovate nei
paraggi del tipo Lisa e del tipo Jessica
contemporaneamente consiglio di allontanarsi
dalla zona perchè potrebbe diventare pericolosa
a causa della costante competizione che porta
a coloriti scambi di opinioni. Se dopo questi
incontri necessitate di un po’ di compagnia
spensierata consiglio Otto, rockettaro e grande
chitarrista. Adora ascoltare “musica a palla”, è
ricoperto da tatuaggi, e uno dei sui passatempi
preferiti è frequentare rave. Non sapete come
trovarlo? Semplice: gira sempre con le cuffie
nell’orecchie e il suo ipod pulsa di vita propria,
ha la musica nel sangue e ignora perfino le
ragazze per questa. Gironzolando ancora con
occhio attento e critico potrete stanare molti altri
personaggi dell’universo Brocchi/Springfield.
Naturalmente riconoscerete subito i bulli
Nelson, Spada, Secco e Patata che si divertono a
fare i teppisti per la scuola, Krusty, il pagliaccio
della situazione che vive principalmente per
fumare, bere alcool, giocare alle corse, a dadi o
un Montgomery Burns, disonesto come pochi.
È così semplice ragionare per stereotipi che
quasi spaventa. Noi quando ci sediamo sul
nostro bel divano comodo e guardiamo con
interesse questo surreale cartone animato
ridiamo di tutte le strane vicende che capitano,
delle reazioni che hanno i protagonisti, dei
pasticci o dei colpi di testa che sconvolgono
gli episodi e non ci rendiamo conto che tutto
questo già ci circonda. Viviamo in un mondo
15
comico in cui ci sentiamo liberi di essere unici
nei limiti dei confini tracciati, in cui siamo
attori di qualche copione già visto, in cui siamo
protetti da identità già testate e già approvate.
La famiglia Simpson ormai è classificata come
divertente, è amata, è un po’ amica di tutti ed è
accolta in molte case... è forse per questo che
così tanti ragazzi vogliono farne parte? Il nostro
liceo sta diventando Brokkfield.
HPS DI BOCCA IN BOCCA
Informazione Pubblicitaria
Il nostro nuovo Bar!
BAR PANINOTECA
“IL GRIFONE”
NUOVA GESTIONE
RICCO ASSORTIMENTO DI
PANINI CALDI FARCITI
PANINI CON COTOLETTA,
SPECK, PORCHETTA,
PROSCIUTTO E MOLTI
ALTRI
FARCITI CON FUNGHI O
VERDURE GRIGLIATE
IN VICOLO PAROLINI
NELLA PALESTRA DEL
LICEO BROCCHI
DALLE 7.00 ALLE 14.30
PREZZI SCONTATI PER IL
LICEO BROCCHI
PANINI VEGETARIANI CON
INSALATE, POMODORI E
VERDURE GRIGLIATE
TOSTONI E TRAMEZZINI
HPS DI BOCCA IN BOCCA
16