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teatro comunale claudio abbado - ferrara sabato 18 ottobre, ore 21 foto Rikimaru Hotta con orchestre, né con altri musicisti. Cerco di respirare con la danza di Saburo e Rihoko dando con la mia musica quello che vedo e sento in palcoscenico». Saburo e Rihoko danzano insieme da molti anni. Le loro energie, magicamente complementari, sono il frutto di un lavoro unico sulla presenza, la libertà e l’ascolto. «Ciò che rende possibile la comunità di visione tra me e Rihoko – spiega Saburo – è la presenza di una sensibilità individuale. Qualcosa di necessario per sviluppare una corrispondenza spontanea. L’ abilità a creare una forma di movimento e di tempo, da cui il momento successivo prenda vita. Questo crea la libertà di una spontanea riorganizzazione». Landscape deriva il suo titolo da In a Landscape di John Cage, una delle composizioni su cui si centra lo spettacolo. Ma la parola è anche qualcosa di evocativo in sé. Se per Francesco Tristano, pensando alla relazione con la danza di Saburo e Rihoko, “landscape” è non solo un paesaggio sonoro, ma un viaggio dei sensi fuori dal tempo, Teshigawara porta l’ accento sul moto: «landscape va oltre l’immagine di paesaggio terreno, fermo. È qualcosa in movimento, come il vento, come la luce. Qualcosa di universale, che può anche essere molto personale o fisico. Essenzialmente Landscape è il corpo». we associates nuove nella mia musica. Da loro ho imparato molto sulle pause, sul silenzio tra le note, su quelle transizioni che sembrano silenziose, ma che sono vestite in realtà di un passo. Nel movimento staccato di Saburo, ritrovo poi la vicinanza a una delle mie fonti di ispirazione, la musica elettronica, come la Detroit techno, minimalista, in Rihoko ho scoperto un lirismo che mi affascina e a cui ho riservato uno dei miei due pezzi, Nach Wasser Noch Erde». In Landscape i tre artisti hanno lavorato su vari elementi. Uno è lo spazio, con il pianoforte posizionato lontano dal centro per dare a Saburo e Rihoko tutta la libertà possibile nella danza. Tristano suona su un pianoforte nudo, senza elettronica o monitor, con i microfoni posti all’interno. Insieme a Edoardo Pietrogrande, che lavora in regia, Tristano cerca di dare al pubblico la sensazione dell’interiore del pianoforte, un suono intimo, quasi da camera, a fianco di una sorta di postproduzione in tempo reale con effetti elettronici in grado di sviluppare una quadrifonia del suono. La luce è un altro elemento chiave dello spettacolo, importantissimo per la danza di Saburo e Rihoko e per definire i passaggi da una musica all’ altra nello spettacolo. E poi c’è il respiro comune sul palcoscenico: «qualcosa che mi fa vibrare – segnala Francesco Tristano – , qualcosa di molto fisico, di unico che non provo né quando suono Il prossimo spettacolo martedì 4 novembre, ore 21 MISHIMA L’ANGELO DEL NULLA coreografia SAYOKO ONISHI INFO E VENDITA Biglietteria T 0532 202675 [email protected] www.teatrocomunaleferrara.it TESHIGAWARA_Libretto sala.indd 1-2 con il sostegno di Comune di Ferrara Regione Emilia Romagna Ministero per i Beni e le Attività Culturali 10/10/14 12:16 SABURO TESHIGAWARA / KARAS LANDSCAPE coreografia, scene, luci, costumi, selezione musicale Saburo Teshigawara pianoforte Francesco Tristano estratti da J. S. Bach, Goldberg Variations, Il clavicembalo ben temperato John Cage, In a Landscape Francesco Tristano, Hello, Nach Wasser noch Erde, Higashi danza Saburo Teshigawara, Rihoko Sato assistente alle luci Sergio Pessanha durata dello spettacolo 60 minuti produzione Karas distribuzione International Music and Arts Ups and downs of the surface Bulges and dents High, low, and deep Long or short curves Landscape of sound Landscape of body Forms and invisible Music and dance carving new landscape in the void space Saburo Teshigawara TESHIGAWARA_Libretto sala.indd 3-4 di Francesca Pedroni Un corpo minuto si muove nello spazio, che dall’incontro con la danza sembra mutare, di attimo in attimo, consistenza. Sono tracce silenziose eppure incandescenti, disegni che nell’aria appaiono e si dissolvono, la sensazione di essere attratti da un moto dinamico che rende vitale il territorio in cui prende forma. Se pensiamo a Saburo Teshigawara, giapponese, classe 1953, artista che da un background iniziale nutrito di arti plastiche e balletto ha sviluppato un linguaggio personale e contemporaneo, è questa l’immagine che si staglia prima di ogni altra nella nostra mente. Un’ arte che si lega all’istante – per usare le parole di Saburo –, «un fluire di felicità, eccitazione, tristezza, che non si riposa in un unico stato», «la danza come accadimento fenomenologico, tra ciò che sta fuori di noi e la nostra interiorità». È un lungo percorso, quello di Teshigawara, compiuto dal 1985 con la sua compagnia Karas (corvo), un cammino che non affonda le proprie radici nella danza Butoh, ma vive di una sua speciale autonomia. Lo abbiamo visto danzare sui vetri, ballare nel buio, comunicare la bellezza di attraversare spazi inconsueti, portarci dentro la sensazione di un moto incom- fisico. La qualità della musica viaggia sullo stesso piano della qualità della danza». «Abbiamo gusti musicali molto simili, Saburo e io – racconta Francesco Tristano –. Quando ho visto il primo spettacolo di Saburo al festival Grec, a Barcellona, mi sono sentito a casa. Io lavoro sulla musica barocca e contemporanea e la presenza nel lavoro di Saburo di Buxtehude, un compositore barocco un po’ oscuro che pochi conoscono, mi colpì molto. Uno spettacolo sorprendente. Saburo conosceva il mio lavoro su Bach e Cage e decidendo di collaborare abbiamo scelto di proseguire su Bach e Cage e su alcune mie composizioni. Cage ha un potere meditativo grandissimo, che si accosta perfettamente alla danza di Saburo». A Ferrara oltre ad alcune Variazioni Goldberg sarà suonato qualche Preludio di Bach, qualcosa di nuovo nella collaborazione tra i tre artisti. La relazione tra musica e danza vive di suggestioni reciproche. «Francesco Tristano – prosegue Saburo – è fedele allo spartito, ma contemporaneamente ha la leggerezza e l’ energia di andare al di là di esso. La musica è qualcosa di soggettivo, il corpo è oggettivo, questo comporta che il corpo sia sotto l’ influenza della musica, non esiste come effetto catabolico che si sviluppa in contrasto con la musica». «Suonare, mentre Saburo e Rihoko danzano – aggiunge Tristano –, mi ha fatto scoprire sensazioni foto Aya Sakaguchi Prima italiana esclusiva un viaggio nel movimento e nella musica piuto, dare corpo alle ossessioni della mente. Il confronto del suo lavoro con quello di Sayoko Onishi e dello storico gruppo Sankai Juku, coprotagonisti con Teshigawara dell’articolato Focus sul Giappone che il Teatro Comunale di Ferrara ha in serbo fino a dicembre, sarà fecondo per mettere a fuoco la storia e il volto sfaccettato della relazione tra la danza e le altre arti nel paese del Sol Levante. Landscape è una nuova produzione nata dall’incontro speciale tra Saburo Teshigawara e Francesco Tristano, anno di nascita 1981, strepitoso pianista di origine lussemburghese, uscito dalla Juillard School di New York, un’ agenda di concerti fittissima con escursioni che spaziano dall’ amato Bach alla musica techno, passando per John Cage. Il suo ultimo Cd, prodotto dalla Deutsche Grammophon, si intitola Scandale, ed è un affondo a quattro mani con la pianista Alice Sara Ott nella Sagra della primavera di Stravinskij, curiosamente anche titolo di culto della rivoluzione della danza di inizio Novecento. In Landscape in scena con Tristano e Teshigawara c’è Rihoko Sato, danzatrice cardine di Karas, alter ego femminile di Saburo, una qualità di movimento di magnetica fluidità, una capacità di dare forma allo spazio con un dinamismo del corpo dal segno stupefacente. Il primo incontro tra i tre artisti è nel 2010, al festival pianistico internazionale di La Roque d’ Anthéron in Provenza, nel 2012 la collaborazione prosegue a Tokyo, poi altre due serate in Lussemburgo, da cui partire per approdare, quest’anno, a un vero e proprio progetto concepito insieme. «Per parlare del corpo di un danzatore – riflette Teshigawara – si usa a volte l’immagine di uno strumento musicale. Quando Francesco Tristano tocca il pianoforte, è come se lo strumento diventasse un’estensione del corpo. È la prima impressione che ho avuto vedendolo al pianoforte. La musica risuona attraverso gli strumenti, eppure in essa c’è qualcosa di molto 10/10/14 12:16