italien : option specifique - Lycée cantonal de Porrentruy
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italien : option specifique - Lycée cantonal de Porrentruy
Lycée Cantonal de Porrentruy Examens de maturité 2003 Classes 301,302,305,306,307 et 308 ITALIEN : OPTION SPECIFIQUE Temps à disposition : 2 heures Matériel autorisé : aucun Traduzione (1/3 del voto finale) Dans un des derniers livres de Nicolas Bouvier1, une journaliste demande à l’écrivain de lui préciser ce qui l’a particulièrement frappé durant un de ses nombreux séjours en Orient. Il explique : « C’était le Japon d’autrefois. Et j’ai un souvenir extrêmement heureux de cette longue marche. Je ne me tuais pas. Je faisais une vingtaine de kilomètres par jour. 5 Quelquefois, si un village me plaisait, je restais un peu plus longtemps ». A travers son récit, on s’aperçoit que le rythme du voyageur dépend de ces événements, des différentes rencontres, et sans doute aussi des maladies et autres difficultés. A l’âge de seize ans déjà, ce poète (également photographe !) savait, quoi qu’il 2 arrive, qu’il consacrerait sa vie à voyager, poussé par un très grand désir de découvrir le monde, auquel s’ajoutera le long 10 travail d’écriture : « Si les moments d’extrême bonheur, d’extrême danger ou d’extrême malheur sont si difficiles à décrire, c’est précisément parce que le langage s’arrête à un certain point ». Plus loin, avec la modestie qui le caractérise, il conclut : « J’ai peut-être fait passer un petit quelque chose de frais ou de cruel avec ces mots qui ont traîné 3 dans toutes les bouches, comme de vieilles cuillers ». 1 Routes et déroutes, Entretiens avec Irène Lichtenstein – Fall, 1998 2 3 quoi qu’il : qualunque cosa traîner : trascinarsi -1- Commento personale (2/3 del voto finale) Leggete l’intervista ( pag.3 ) con l’alpinista Evelyn Binsack e rispondete alle domande seguenti: Evelyn Binsack 1. Quali sono le qualità morali che si possono intravvedere nelle risposte dell’ alpinista ? 60 parole 6 punti 2. Assistiamo in questi ultimi tempi ad una grande diffusione degli sport 120 parole degli sport estremi. Quali potrebbero essere le ragioni 12 punti (individuali e sociali) di tale tendenza? 3. Commentate,a scelta, due di queste citazioni : a )«La libertà è possibile solo se si può rinunciare il più possibile alle apparenze » b) «Il lusso e altri orpelli creano la dipendenza » 60 parole 6 punti ciascuna totale: 12 punti c) Andare in Himalaya alla « ricerca della semplicità e dell’autentico » ------------------totale: 30 punti N.B. Nella valutazione si terrà conto - dell’ uso di parole proprie : le citazioni non contano nel numero minimo delle parole della correttezza e della complessità della lingua della coerenza del contenuto -2- La felicità a 8850 metri La bernese Evelyne Binsack, trentacinquenne, è alpinista, guida alpina, pilota di elicottero; pratica anche la scalata sportiva. Il 23 maggio 2001 è diventata la prima svizzera ad aver scalato l’Everest. Ha scelto l’ itinerario affrontando il colle nord e la cresta nord-est. Ha anche partecipato all’ascensione della parete nord dell’ Eiger trasmessa dalla televisione svizzera. (...) È fiera di essere la prima svizzera ad aver raggiunto la vetta dell'Everest? - Fiera? No. L'Everest era una sfida personale. Quando l' ho realizzata mi sono sentita appagata. Avevo vissuto un evento incomparabile, e per me è stata un’autentica realizzazione. Si può capirlo meglio se si conoscono gli antecedenti di una simile impresa,tutti i sacrifici che essa comporta: una spedizione si svolge in “terra incognita”,in zone aride,inospitali, e raggiunge altezze pericolose. Sopportare condizioni estreme esige che ci si distacchi interiormente dalle comodità del quotidiano e dalle meravigliose possibilità offerte dall’alpinismo in Svizzera. Lei ha salito l’ Everest dalla parte nord , dal Tibet. La via meridionale era troppo pericolosa? - L’itinerario da parte nepalese presenta grandi pericoli obiettivi. I seracchi del Kumbu - li conosco per averli visti in fotografia e nei film - mi hanno fatto un’ impressione indescrivibile, tinta di paura. Ma ci sono altri posti pericolosi su quell’itinerario sud. Ne sono certa: all’Everest la catastrofe è programmata! Quali rischi si è autorizzata a prendere? Fino a dove era pronta ad andare? - I miei limiti sono chiari: non vado oltre quello che posso prevedere e dominare. Cerco sempre di minimizzare i rischi. Uno dei pericoli propri dell’Everest risiede nel gran numero di persone che vogliono salirlo e contano su un aiuto esterno perché non sono capaci di prendersi le proprie responsabilità. Ha avuto problemi respiratori durante l’ascensione all ’Everest? - Sì,addirittura grandi difficoltà! Ma a partire da 8000 metri ho utilizzato la bombola di ossigeno e allora è andato tutto bene, tenendo conto dell’altezza, naturalmente! Come ha sopportato l’intenso sforzo muscolare? - I buoni alpinisti hanno una grande resistenza fisica e sono in grado di spostare avanti i loro limiti. Tuttavia , durante le mie conferenze incontro spesso persone che si lasciano ingannare dall’effetto appiattente delle fotografie e pensano che i pendii non siano poi così ripidi. E mi fanno riflessioni del genere: “ Alla fin fine, l’Everest non pare poi tanto difficile, tecnicamente parlando!” In genere sono troppo educata per risponder loro: “Forse, ma è certamente troppo difficile per lei!”. L’ altezza smisurata di quella montagna, il suo ambiente inumano sono elementi che mettono a dura prova la nostra resistenza. La prossima volta tenterà l’ascensione dell’ Everest senza ossigeno? - Forse... Ho un grande rispetto degli alpinisti che criticano l’uso dei mezzi artificiali. E sono -3- curiosa di sapere se sono in grado di riuscire a salire sulla vetta senza ossigeno. Jürg Marmet, uno dei pionieri svizzeri dell’ Everest, dice che chi rifiuta i mezzi artificiali dovrebbe logicamente scalare la montagna in costume adamitico. Che cosa ne pensa ? -Questa riflessione di Jürg Marmet mi piace molto. Lui stesso ha contribuito allo sviluppo delle bombole di ossigeno. Ma ha vinto l’ Everest in un’epoca in cui la responsabilità individuale aveva un ruolo più importante.Oggi questa montagna è diventata per molta gente un bene di consumo. Vogliono approfittare il più rapidamente possibile facendo ricorso ad aiuti e a mezzi ausiliari. Che cosa la attira in Himalaya, la ricerca della semplicità e dell’autentico? - Sì, enormemente. Perché tutto ciò che è complicato è di troppo. Cerco di vivere la mia vita nel modo più semplice possibile. Il lusso e altri orpelli creano la dipendenza. La libertà è possibile solo se si può rinunciare alle apparenze. Lei è un modello per le donne? - No. Sono qualcuno di molto intraprendente e in genere ho riscontri positivi. Quando racconto come ho realizzato i miei sogni, le mie parole vanno dritte al cuore di molte persone.Chi mi ascolta sente il bisogno di realizzare le sue proprie aspirazioni. Sono proprio questi sogni che svaniscono quando si ha paura o non si vuole rinunciare a un certo confort. da AZIONE, 14 maggio 2003 appagato: soddisfatto orpelli: gioielli d’oro falso, senza valore; ornamenti superflui