Una breve biografia di Laura Betti Nacque ad un

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Una breve biografia di Laura Betti Nacque ad un
Una breve biografia di Laura Betti
Nacque ad un certo punto e comunque, sia chiaro, nacque e visse al di fuori della storia.
Con queste parole Laura Betti apre un autoritratto umoristico, tracciato con pennellate graffianti.
Per l'anagrafe Laura Trombetti nasce a Casalecchio nel 1927. Debutta nel varietà popolare con Walter Chiari e Claudio
Villa, nella prosa con Squarzina e Visconti, in televisione con Paolo Poli. Interprete di grande caratura, attrice e
cantante, Betti ha inventato un varietà colto, Giro a Vuoto (1960), trasformando in parolieri scrittori come Moravia,
Pasolini, Buzzati, Fortini, Arbasino, Calvino. Con loro ha ideato gli atti unici di Potentissima Signora, per la regia di
Missiroli (1964). Partecipa a I sette peccati capitali di Weil-Brecht per la regia di Squarzina con Carla Fracci (1961) e
incide le canzoni di Kurt Weil per la direzione di Bruno Maderna (1963).
Nel 1968 affronta il contrastato debutto teatrale di Orgia di Pasolini e ottiene la Coppa Volpi al Festival di Venezia per
la sua interpretazione di Emila in Teorema, sempre di Pasolini.
Betti si dedica al cinema e la sua lunga filmografia d'attrice è costellata di capolavori di Fellini, Pasolini, Bertolucci,
Bellocchio, i Taviani, Bava, Jancsó, Amelio, Scola, Archibugi. Sapeva trasformarsi in personaggi opposti mantenendo la
propria unicità: una miscela esplosiva di aggressività e candore, di sottili raffinatezze e provocazioni blasfeme.
In teatro riprende Orgia per la regia di Missiroli (1984) e crea il recital Una disperata vitalità (1991) su versi di
Pasolini. È autrice del romanzo Teta veleta (1979).
Ha dedicato gli ultimi anni della vita a ricucire la memoria del poeta, in un’attività intensa di convegni, raccolta di
materiali e documenti, con la cura dei volumi Pasolini: cronaca giudiziaria, persecuzione, morte (1977) e Le regole di
un’illusione (1991), e la regia dei documentari Il silenzio è complicità (1976) e Pier Paolo Pasolini e la ragione di un
sogno (2001). Un lavoro coraggioso e tenace che ha portato alla creazione del fondo Pasolini a Bologna.
Nel 1984 è stata insignita in Francia dell’Ordine di “Commandeur des Arts et Lettres”.
È morta a Roma il 31 luglio 2004.
Della filmografia di Laura Betti riportiamo alcuni titoli tra i più significativi:
La ricotta (1963), La terra vista dalla luna (1966), Teorema (1968) I racconti di Canterbury (1972) di Pasolini; La dolce
vita (1960) di Federico Fellini; Paulina s'en va (1969) di André Téchiné; Il rosso segno della follia (1970) di Mario Bava;
Sbatti il mostro in prima pagina (1972) e Il gabbiano (1977) di Marco Bellocchio; Allonsanfan (1974) di Paolo e Vittorio
Taviani; Vizi privati, pubbliche virtù (1975) di Miklós Jancsó; Novecento (1976) di Bernardo Bertolucci; Morti
sospette (1978) di Jacques Deray; Il piccolo Archimede (1979) di Gianni Amelio; Il mondo nuovo (1982) di Ettore
Scola; Rapporti di classe (1984) di Jean-Marie Straub e Danièle Huillet; I cammelli (1988) di Giuseppe Bertolucci; Les
Champignon des Carpathes (1989) di Jean-Claude Biette; Il grande cocomero (1993) di Francesca Archibugi; A mia
sorella! (2001) di Catherine Breillat.