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NEWSLETTER 52-2016 Iscriviti QUI alla Newsletter del Biologico…e non solo! ...siamo anche in Facebook!! NOTIZIE DAL MONDO, DALL’EUROPA E… DAL TAMISO Questa settimana parliamo di: Salvare i semi antichi, o Una turbina super silenziosa per produrre energia, I benefici dell’irrigazione “goccia a goccia”, Vecchi container in città per produrre cibo: in Francia, o La Calabria ha vinto contro il glifosato!, Pasta: etichettatura di origine obbligatoria, ma Barilla non la vuole, o Lo zenzero è meglio di ibuprofene e cortisone, “Salva il verde” promosso da Legambiente Padova, Due pesi e due misure, o La Via della Rojava, Uno yoghurt di 40 anni ancora in mare…, o Wow! Ci ammaliamo come gli Americani!, I bambini di Aleppo non hanno più lacrime, Un anno di bio… sempre più forte, o Test pubblici sulla sicurezza dei pesticidi, Regolamento europeo sul bio: meglio il nulla di fatto, o Legge di Stabilità nel Veneto e problemi ambientali, Impatto positivo della Soda Tax, Buona lettura “SALVIAMO UN TESORO DI SEMI ANTICHI DI SECOLI” Nell’Ossola gli archeologi di ortaggi e verdure: Fagioli e zucche sono protagonisti di un prezioso lavoro di recupero. Nascosto in ogni seme c’è un valore inestimabile, essenza della continuità della vita. Lo sanno bene i «salvatori di semi» della valle Antrona, a pochi chilometri da Domodossola. Sono agricoltori e appassionati che, di generazione in generazione, hanno selezionato e conservato specie provenienti dagli orti di famiglia. È quello che ha fatto la comunità di Viganella, frazione di Borgomezzavalle, conosciuta nel mondo per lo specchio costruito sulla montagna per riflettere i raggi del sole che, altrimenti, da novembre a febbraio non raggiungerebbero il paese. In questo borgo di 70 abitanti in pochi mesi sono stati raccolti oltre 15 mila semi. Da qui l’idea di lanciare l’iniziativa «scambio semi Valle Antrona». «La parola chiave è condivisione - spiega Edith Steinbach, l’ideatrice del progetto -. I semi sono un tesoro che la natura ci ha donato e per questo vanno salvati e piantati per garantire la continuità della biodiversità. Abbiamo preparato 700 bustine da distribuire». Tredici le specie di ortaggi selezionate e catalogate, anche con nomi suggestivi. Come «la lattuga della mia nonna Maria», tramandata da oltre 100 anni. «Non ho conosciuto la nonna, ma piantando di anno in anno la sua lattuga ho mantenuto un legame importante con le mie origini», racconta Candida Mancini, un’altra delle promotrici del progetto. Durante i mercatini di Natale di Borgomezzavalle la lattuga è stata una delle qualità vendute o semplicemente scambiate insieme con diverse varietà di fagioli, zucche, zafferano, cetrioli, aneto e grano nero. SEMI CON UNA STORIA Anche tutti gli altri semi non hanno meno di 30 anni: la qualità dei fagioli «donne di campagna di Berna» è tramandata dal 1956, ma c’è l’aneto di 50 anni, originario dell’Austria, e portato a Viganella da amici di Edith. Quella della conservazione del seme è sempre stato un rituale nelle famiglie contadine. I nonni, con pazienza, conservavano una parte del raccolto maturo per farne semenza che garantisse così la continuazione della specie e il raccolto dell’anno successivo. Protetti dal freddo, i semi erano poi ripiantati in primavera o barattati per ottenere nuove varietà. «Un appassionato di Montescheno, altro paese della valle Antrona, ci ha portato i “migliaritt”, una qualità di peperoncini dolci verdi e ha preso dei fagioli arrivati dall’Austria», spiega Pier Franco Midali, presidente delle associazioni che hanno appoggiato l’iniziativa, la «Giovan Pietro Vanni» e l’«APAO», l’associazione produttori agricoli ossolani. E aggiunge: «L’usanza di scambiarsi i semi la notte di Natale ha scandito la tradizione della comunità. L’ho ritrovato in un documento del 1700. Oggi dobbiamo far sbocciare il futuro da questo passato». (da La Stampa – dicembre 2016) **torna al sommario** EOLICO RESIDENZIALE, ARRIVA DALL’OLANDA LA TURBINA SUPERSILENZIOSA CHE SI ISPIRA ALLA NATURA La startup olandese “The Archimedes” sta lavorando sulla turbina da tetto che risolve i due principali problemi del minieolico residenziale. Fino ad oggi questo settore delle rinnovabili è rimasto nell’ombra a causa dei tempi di ritorno sull’investimento iniziale dilatati dalla bassa efficienza e del rumore generato dalla turbina che può rendere fastidioso questo tipo di impianti. Alzare l’efficienza ed abbassare i rumori: questi sono i due obiettivi di “The Archimedes”, che ha realizzato la turbina Liam F1, che segnerà una svolta nel campo del minieolico residenziale. Il nome della startup è dedicato al famosissimo matematico dell’antica Grecia perché inventò la prima pompa a vite e la puleggia composita. Le caratteristiche del minieolico residenziale Liam F1: La startup afferma che con le sue pale a forma di nautilus la turbina Liam F1 riesce a convertire in energia elettrica l’80% dell’energia massima teorica che può essere sfruttata dal vento. Per avere un’idea delle quantità questo vorrebbe dire che con una velocità del vento media di 5 metri al secondo la piccola turbina da tetto in un anno sarebbe in grado di generare 1500 kWh di energia pulita. (guarda QUI il video illustrativo **in olandese**) Un aspetto interessante di questo minieolico ad asse orizzontale è nella capacità di ruotare come una banderuola in base alla direzione del vento, per catturarne la maggiore quantità possibile. La forma della lama a spirale conica è in grado di far girare il rotore anche quando il vento soffia con un angolo di 60°, questo si traduce in un aumento considerevole di efficienza. Questo tipo di turbina è pensato per le case che vogliono staccarsi dalla rete e i progettisti assicurano che se associato ad un buon impianto fotovoltaico il minieolico residenziale Liam F1 può coprire tutti i consumi energetici di una famiglia media. La giovane società sta lavorando su un prototipo direttamente collegato ai lampioni LED per rispondere alle esigenze di smart lightening delle città intelligenti. (da Il Mondo.it – dicembre 2016) **torna al sommario** “GROW MORE WITH LESS”, I BENEFICI DELL’IRRIGAZIONE A GOCCIA Dalla conservazione dell’acqua ad una riduzione dell’inquinamento, all’empowerment delle donne: ecco perché l’irrigazione a goccia può essere il futuro dell’agricoltura. Oggi vogliamo parlarvi di un’azienda israeliana leader nelle pratiche agricole smart, che attua progetti in diverse zone del mondo con il motto:”Grow more with less” - “Crescere di più con meno”. Si tratta della Netafim e vi illustriamo il progetto d’irrigazione a goccia, contro lo spreco di acqua, con la comunità del Negev, nel sud di Israele, ma che ormai è diffuso in tutto il mondo. L’acqua come risorsa. L’agricoltura è responsabile per il 70 per cento del consumo di acqua del mondo, in crescita le colture alimentari, il bio-carburante, i foraggi per il bestiame, e fibre per i vestiti (cioè il cotone). Solo il 20 per cento del settore agricolo irriga le sue coltivazioni, e tuttavia quel segmento è responsabile del 40 per cento del cibo del pianeta. L’irrigazione è fondamentale per il miglioramento della resa delle colture. Ci sono diverse forme di irrigazione. Solo il 4 per cento degli agricoltori, però, irrigano con il sistema a goccia. Il 12 per cento utilizza, invece, l’irrigazione a pivot, un’altra forma abbastanza efficiente di irrigazione, mentre il restante 84 per cento utilizza l’irrigazione delle inondazioni. Tale sistema, però, è inefficiente; richiede grandi quantità di acqua, mentre aumentano le emissioni di gas a effetto serra, che emettono metano, e contaminano le falde acquifere. Spesso si richiede a donne e bambini nei paesi colpiti dalla povertà di percorrere molta strada e trascorrere molte ore per trasportare acqua in secchi a mano, rendendo difficile per loro di proseguire gli studi o completare altri compiti. Questo è uno degli effetti distorti dei sistemi d’agricoltura utilizzati in un paese, non direttamente legati all’ambiente, ma ugualmente importanti. La Netafim ha promosso l’uso dell’irrigazione a goccia fin dal 1965. L’idea è di dare alla pianta tutto ciò di cui necessita al momento giusto e non attraverso il terreno. L’irrigazione avviene di fatto attraverso “linee gocciolanti” di plastica, che si trovano sia al di sopra del suolo o sotto la superficie. L’acqua è controllata alla fonte, ad esempio da un serbatoio, e il terreno attorno alla pianta riceve una piccola e costante quantità di acqua, solo quando la valvola è aperta. I vantaggi. Non solo utilizza dal 60 al 70 per cento in meno di acqua – una preziosa risorsa limitata sul nostro pianeta oggi – ma riduce anche le emissioni di gas a effetto serra attraverso un uso più preciso dei fertilizzanti, che sono premiscelati in acqua prima dell’irrigazione. Esso consente agli agricoltori di crescere colture su terreni collinari, cosa diversa per l’irrigazione a inondazioni che prevede, invece, un terreno su un unico livello. L’irrigazione a goccia riduce la lisciviazione dei nitrati e l’assorbimento di metalli pesanti nel suolo. Inoltre, aumenta la resa delle colture in modo significativo. Un esempio? Nelle serre nei Paesi Bassi e in Israele, i pomodori e le fragole sono coltivati con irrigazione a goccia e hanno rendimenti molto più elevati rispetto ai campi: il rendimento medio dei pomodori in una di queste serre è di 650 tonnellate per ettaro, rispetto a 100 tonnellate/ettaro in un campo con l’irrigazione a inondazioni. Lo sviluppo sostenibile. L’irrigazione a goccia può rompere il ciclo della povertà. Mentre Netafim è meglio conosciuto per la sua alta tecnologia, con sistemi di irrigazione controllati dal computer, in grado di fornire agli agricoltori su larga scala dati di campo in tempo reale, l’azienda vende anche dei sistemi a goccia utilizzabili per singole famiglie, che possono essere utilizzati in off-grid facendo affidamento sulla gravità per trasportare acqua da un serbatoio ai campi. Si tratta di un’opzione conveniente per 500 milioni di agricoltori di sussistenza del pianeta, che attualmente forniscono l’80 per cento del cibo del mondo in via di sviluppo. Molti di questi agricoltori sono donne, e ad essere meno legato al lavoro massacrante di colture irrigazione è incredibilmente abilita. Il lavoro di quest’azienda ben si lega agli obiettivi 2030 di sviluppo sostenibile (OSS) stabiliti lo scorso anno dalle Nazioni Unite. Ci sono 17 obiettivi globali nel complesso e ben 9 di questi sono soddisfatti da questo tipo di progetto a medio/lungo termine, tra cui porre fine alla povertà e la fame, raggiungere l’uguaglianza di genere, assicurare la disponibilità di acqua e l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri. §§§ **torna al sommario** AGRICOOL, LA START UP FRANCESE CHE RIUTILIZZA VECCHI CONTAINER PER PRODURRE CIBO La crescente urbanizzazione, l’enorme impatto di carbonio sulle coltivazioni, i cambiamenti climatici e il conseguente aumento dei prezzi alimentari ha spinto molte persone a cercare altre soluzioni per alimentare le nostra città in crescita. Molti si rivolgono agli orti urbani, quelli fatti in casa. La startup francese Agricool propone un’agricoltura urbana, con metodologia idroponica, utilizzando container riciclati. Cooltainers, questo il nome indicato per i nuovi container, produrrà cibo “superlocale con pesticidi zero, zero conservanti e zero OGM”. L’azienda è stata fondata nel 2015 da Gonzague Gru e Guillaume Fourdinier, figli di agricoltori che sono cresciuti mangiando frutta e verdura freschi di fattoria. Quando si trasferirono a Parigi, pochi anni fa, i due non erano in grado di riprodurre lo stesso gusto fresco dei cibi di casa propria, così hanno deciso di avviare una società che avrebbe letteralmente portato la fattoria in città. Non eravamo in grado di fornire cibo perfetto – dicono Gonzague Gru e Guillaume Fourdinier –. Bisognava assolutamente pensare fuori dagli schemi. Per ottenere buoni frutti e ortaggi in città, abbiamo bisogno di coltivare in città. Questa era l’unica soluzione. C’era un problema: non avevamo spazio. I nostri tetti e balconi non erano sufficienti per sfamare milioni di abitanti delle città con prodotti freschi e locali. Dopo mesi di ricerche, abbiamo scoperto il modo per far crescere l’equivalente di 4000 quadrati (1 acro) in un 30 quadrati (0.007 acri) da container riciclati. Secondo la società, i cooltainers saranno modificati in modo che le condizioni di crescita siano ottimizzate. Acqua, luce e aria saranno regolati in modo da creare un ambiente 120 volte più produttivo rispetto alla stessa metratura di terra e saranno alimentati da fonti di energia rinnovabili. Non verranno utilizzati pesticidi e l’uso di acqua sarà ridotto del 90 per cento. L’azienda ha appena finito di sviluppare un cooltainer che può essere posizionato in qualsiasi punto della città. La start up con una raccolta fondi ha raggiunto la cifra di 4,3 milioni di dollari. Con i proventi produrrà 75 cooltainers che produrranno 91 tonnellate di fragole – il loro primo raccolto di prova – nel 2017. Cooltainer rappresenta il prossimo futuro dell’agricoltura urbana. (da BioEcoGeo – dicembre 2016) **torna al sommario** CALABRIA, LA REGIONE CHE HA VINTO LA BATTAGLIA CONTRO IL GLIFOSATO La Calabria ha deciso di dire un no forte e chiaro al glifosato. Possiamo considerarla come la regione italiana che ha vinto la battaglia contro l’erbicida considerato cancerogeno con uno stratagemma molto semplice: non finanziare più le aziende che lo utilizzano. Per dire stop al glifosato, la Giunta calabrese ha deciso che le aziende che utilizzano il glifosato non riceveranno più nessuna sovvenzione dalla Regione, nemmeno un euro. Basta ai ‘premi’ alle aziende che utilizzano glifosato, un potente erbicida che lo IARC lo scorso anno ha classificato come cancerogeno. Questa regione vuole oltrepassare il concetto del ‘chi inquina viene pagato’. Sarà l’Europa a decidere, nel 2017, se mettere completamente al bando il glifosato dall’agricoltura e di conseguenza dagli alimenti che portiamo sulle nostre tavole. Ma nell’attesa della decisione europea si può già entrare in azione e questa regione ha deciso di scrivere alle altre perché facciano altrettanto. Perché mettere in atto una politica Glifosato Zero, smettendo di finanziare le aziende che lo utilizzano, è facile e importante. La lettera fornisce un esempio concreto di come le Regioni, in attesa della decisione sul glifosato a livello europeo, abbiano la possibilità di scegliere subito con i Piani di Sviluppo Rurale almeno d’interrompere immediatamente il finanziamento delle pratiche agronomiche che prevedono l’utilizzo di un prodotto cancerogeno per gli animali e probabile cancerogeno per l’uomo, oltre che principale inquinante delle acque superficiali e sotterranee come evidenziato dai dati ISPRA, così come sottolineato nella lettera firmata dalla portavoce Maria Grazia Mammuccini in qualità di portavoce della Coalizione Italiana #StopGlifosato. “Il glifosato è l’erbicida più utilizzato su scala globale. È presente in oltre 750 formulati, tra cui il Roundup®, marchio registrato dalla multinazionale Monsanto, dedicati alle colture intensive, agli orti e al giardinaggio. Nel 2014 la produzione mondiale di glifosato ha superato le 800.000 tonnellate; il trend purtroppo nei prossimi anni è destinato crescere e si stima che entro il 2020 la richiesta possa raggiungere il milione di tonnellate. Lo sviluppo del mercato è legato al crescente impiego delle colture geneticamente modificate (OGM) resistenti al glifosato” – come spiega la Coalizione Italiana #StopGlifosato. "La Calabria procede verso l’eliminazione del glifosato su tutto il suo territorio, escludendo le aziende agricole che utilizzano il diserbante a rischio cancro dai finanziamenti del PSR (piano di sviluppo rurale). È la prima regione italiana a eliminare dai disciplinari dell’agricoltura integrata il glifosato, un fitofarmaco il cui utilizzo è stato prorogato fino alla fine del 2017 dalla Commissione europea, dopo che l’opinione pubblica ne aveva richiesto la completa eliminazione" - aggiunge la Coalizione Italiana #StopGlifosato. Positiva la reazione dell'AIAB: "AIAB Calabria ringrazia la Giunta Regionale per aver accolto e messo in atto la proposta avanzata dall'associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica relativamente alla questione glifosato". La richiesta, partita da AIAB già nel 2015 e indirizzata a tutte le regioni italiane ha trovato poi una sua forza espressiva sempre crescente nella coalizione italiana StopGlifosato che, nata dietro la spinta di AIAB, ad oggi raccoglie 45 sigle di associazioni agricole, ambientali e di tutela della salute. “Siamo fiduciosi che sul solco della regione Calabria si muoveranno molte altre regioni. La scelta della Calabria, inoltre, rompe il fronte di omertà mantenuto da tutte le altre Regioni, che invece di tutelare consumatori e l’ambiente, si trincerano, per pavidità nei confronti della multinazionale Monsanto, dietro le scelte scellerate e piratesche dell'UE” – ha spiegato Vincenzo Vizioli, presidente di AIAB. La speranza è dunque che altre regioni italiane prendano la stessa decisione della Calabria e decidano di dire stop al glifosato prima ancora che lo imponga l’Europa. Leggi anche: GLIFOSATO: TRACCE DI VELENO NELLA PASTA E NEI CIBI CHE MANGIAMO TUTTI I GIORNI (LE MARCHE) CEREALI DA COLAZIONE: TRACCE DI GLIFOSATO E PESTICIDI, DAI CHEERIOS AL MUESLI GLIFOSATO, L’ERBICIDA CHE AVVELENA TUTTO IL MONDO (VIDEO) **torna al sommario** §§§ Pasta: arriva l'etichettatura di obbligatoria, ma Barilla non la vuole origine **torna al sommario** (da Greenme.it – dicembre 2016) STUDIO SCIENTIFICO: LO ZENZERO È MEGLIO DELL’IBUPROFENE E CORTISONE Studiosi concordi: lo zenzero è molto più efficace dell’ibuprofene e ha la stessa efficacia del cortisone, ma con una piccola differenza, non ha i devastanti effetti collaterali dei farmaci chimici. Un nuovo studio che ha comparato l’efficacia dello zenzero con i più comuni antidolorifici somministrati dai medici come l’ibuprofene e il cortisone ha dimostrato che questa spezia usata da millenni nella medicina Ayurvedica è molto più efficace dell’ibuprofene e ha la stessa efficacia del cortisone, con una differenza sostanziale: lo zenzero non produce i pesanti effetti collaterali dei farmaci chimici, ma anzi apporta benefici anche ad altri livelli. Lo studio pubblicato sulla rivista medica Arthritis rivela che lo zenzero contiene dei composti in grado di inibire la produzione di citochine, le molecole che causano infiammazione e quindi dolore. Questa capacità curativa è assente nell’ibuprofene (principio attivo di molti farmaci comuni) mentre invece è presente nel cortisone. I ricercatori hanno sottolineato che lo zenzero è migliore però anche del cortisone perché quest’ultimo può causare gonfiore, debolezza muscolare, aritmia cardiaca, pressione alta, ansia e problemi di insonnia. Lo zenzero è stato utilizzato per migliaia di anni nella medicina ayurvedica in India come un alimento antinfiammatorio naturale. Il Dr Krishna C. Srivastava, ricercatore di fama mondiale sugli effetti terapeutici delle spezie, ha condotto una ricerca approfondita su gli effetti antidolorifici dello zenzero all’Odense University in Danimarca. In uno studio, il dottor Srivastava ha somministrato a pazienti artritici piccole quantità di zenzero ogni giorno per tre mesi. Quasi tutte le persone coinvolte hanno avuto significativi miglioramenti nel dolore, gonfiore e rigidità mattutina mangiando zenzero quotidianamente. In un altro studio su pazienti affetti da osteoartrite ci sono stati notevoli miglioramenti rispetto al dolore alle ginocchia a seguito della somministrazione di zenzero in dosi giornaliere da 50 a 300 milligrammi per un periodo massimo di 36 settimane. Lo zenzero ha dimostrato effetti antinfiammatori e antidolorifici sia se mangiato fresco, scaldato oppure consumato in polvere. La quantità utilizzata nello studio del dottor Srivastava è stata di 5 grammi di zenzero fresco o 1 cucchiaino di zenzero in polvere, in dosi divise durante la giornata. COME ASSORBIRE I BENEFICI EFFETTI ANTIDOLORIFICI DELLO ZENZERO Aggiungere lo zenzero fresco tritato o lo zenzero in polvere nelle zuppe, stufati, fritti (al posto dell’aglio) e altre ricette. Lo zenzero è delizioso in molti piatti sia salati che dolci. Se hai una centrifuga o un estrattore puoi fare dei succhi di zenzero fresco, un concentrato di benessere che si abbina bene con altre verdure e frutta, come carote o mele. Capsule di Zenzero sono un modo semplice di assimilazione per chi è spesso fuori casa. **Segui le indicazioni sulla confezione. La Tisana di Zenzero fresco è un altro ottimo modo per assorbire tutte le proprietà dello zenzero. Tuttavia bisogna far bollire a lungo lo zenzero per far uscire tutti i principi attivi. Infatti è consigliato: prendi una radice di 5-6 centimetri ben lavata e tagliata a pezzettini, aggiungila ad un litro di acqua e fai bollire a fuoco bassa per 45 minuti o un’ora. La Tintura di Zenzero permette di assorbire facilmente i principi attivi resi disponibili dalla macerazione idroalcolica. Una dose tipica è di 30 gocce tre volte al giorno. Lo zenzero, come molti altri composti della natura, ha curato l’uomo per migliaia di anni ed è per questo che ha fatto parte dell’alimentazione. La vera cura è prevenzione e solamente adottando delle sane abitudini quotidiane possiamo mantenere e rafforzare il nostro benessere. (da Il Mondo.it – dicembre 2016) **torna al sommario** Carissimi Amici, a chi è in apprensione per il destino della zona Iris non sarà sfuggito che in questi mesi la nostra associazione è impegnata in un'importante, sentita e strategica campagna per tutelare una zona sensibile per le politiche urbanistiche della nostra città e dell'area metropolitana: il cuneo verde IRIS. Il Piano Attuativo favorisce gli interessi dei costruttori a danno dell'ambiente. E' stato presentato un ricorso al T.A.R. per evitare l'irreparabile: molte associazioni, comitati e gruppi si sono mobilitati e assieme stiamo cercando un aiuto per sostenere le spese legali di questo percorso. Bloccare la cementificazione è un segnale importante anche per tutte le future scelte urbanistiche della città. Vi chiediamo una mano per raggiungere questo importante traguardo: potete aiutarci diffondendo questa iniziativa tra i vostri contatti, le associazioni e a tutti quelli che possono essere interessati. Gli aggiornamenti sono pubblicati sul nostro sito, su Ecopolis e su questo gruppo Facebook: Sostieni il ricorso al TAR contro il cemento in zona IRIS- Salva il Verde, clicca su parteciperò! Potete ovviamente contribuire anche con una donazione, grazie! Ecco come: Tramite Paypal; Bonifico bancario a Legambiente Volontariato Padova: IBAN IT07Z0501812101000000100125 Banca Popolare Etica con causale "donazione Iris" Versamento sul conto corrente postale nr 36037091 intestato a Legambiente Padova, Piazza Caduti della Resistenza 6, 35138 Padova, con causale "donazione Iris". Nota: Le donazioni a Legambiente Padova ONLUS, si possono: • dedurre per un importo non superiore al 10% del reddito complessivo dichiarato. • detrarre nella misura del 26% di quanto donato. Potete anche fare un'offerta per un gadget fatto dal nostro laboratorio di riciclo: portachiavi ed addobbi natalizi, un buon Natale è assicurato! Vi saluto anticipandovi che stiamo preparando anche una giornata speciale per raccogliere fondi (è ancora una sorpresa in via di preparazione) intanto segnatevi in agenda un impegno: "domenica 15 Gennaio: concerto & risotto" - dettagli tra qualche giorno! Vi lasciamo augurandovi di passare delle bellissime vacanze! Buon Natale e Buon Anno da tutto lo staff di Legambiente. (da Legambiente Padova – dicembre 2016) **torna al sommario** Dei due pesi e due misure **torna al sommario** §§§ La via della Rojava. Reportage **torna al sommario** §§§ Lo yogurt di 40 anni fa ancora in mare **torna al sommario** §§§ Wow! Ci ammaliamo come gli Americani! **torna al sommario** (da comune-info – dicembre 2016) I bambini di Aleppo non hanno più lacrime….. **torna al sommario** … Noi, intanto, nel cosiddetto “Mondo civile” ci auguriamo Buon Natale!!!!!!!!! (da chemondostrano/Facebook – dicembre 2016) Un anno di bio… sempre più forte **torna al sommario** §§§ I test di sicurezza sui pesticidi saranno pubblici **torna al sommario** Regolamento europeo: meglio il nulla di fatto che il ‘quasi bio’ **torna al sommario** (da Bio@gricoltura Notizie di AIAB – dicembre 2016) La legge di stabilità del Veneto peggiorerà i problemi ambientali della nostra Regione **torna al sommario** §§§ L'impatto positivo della Soda Tax confermato da nuovi studi **torna al sommario** (da Ecopolis Newsletter di Legambiente Padova – dicembre 2016) §§§ Auguriamo a tutti i nostri – pazienti – lettori un felice Natale!!!