sur-Reali contesti - Liceo Scientifico "Galileo Galilei" Macerata

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sur-Reali contesti - Liceo Scientifico "Galileo Galilei" Macerata
“sur-Reali contesti”
Sirio Reali a Palazzo Buonaccorsi di Macerata
11 gennaio – 9 febbraio 2014
Recensioni del Liceo Galileo Galilei di Macerata - Classe 5°A
A cura del prof. Nalli Claudio
“Macerata, provincia amante della cultura, si è dimostrata ancora una volta attenta promotrice dell’arte locale,
ospitando, dall’11 gennaio al 9 febbraio, nelle stanze di Palazzo Buonaccorsi, una mostra interamente dedicata a
Sirio Reali, professore di disegno dal vero che cominciò il proprio iter di studi proprio dalla piccola cittadina delle
Marche. Il percorso ad anello lungo il quale si snoda la mostra sembra voler simboleggiare una crescita continua,
o ciclica; così le opere più recenti riconducono alle primissime e sono un’evoluzione della medesima estetica
dolorosa della realtà.” (Alessia Guidi)
“Assurdo potrebbe essere la parola chiave con la quale definire il suo ampio mondo figurativo: strutture
labirintiche, balconi impossibili, macchine improbabili, giocattoli ansiosi, finestre murate...” (Agnese Pisani)
“[…] richiama i pittori metafisici, primo tra tutti De Chirico, per la plasticità delle figure, l’uso inusuale
dell’ombreggiatura e della prospettiva che evocano una tridimensionalità surrealista.” (Caterina Di Simone)
“Meccanicità. Ripetizione. L’uomo è alienato, reificato, divorato dalle sue stesse creature. […] Oggetti plastici.
Volumi. Prodotti di una quotidianità malsana che ha inglobato l’Uomo fino a farlo soccombere.” (Alice Tartari)
“Al cospetto delle sue opere, l’osservatore si trova catapultato in un tumulto di sensazioni. Si immagini il senso
dell’attesa, il vuoto interiore riempito di tensione. Si immagini un eterno movimento statico o l’inquietante calma
di una quiete ostentata, né viva né morta. Si immagini la desolazione di un paesaggio urbano dove non ci sia più
l’impronta dell’Uomo. È una mostra per chi sa immaginare!” (Giulia Cicarilli)
“Nonostante la poetica postcontemporanea, è evidente la formazione accademica dell’autore, precisa e solida
nelle linee, nelle forme e nei colori dal denso valore simbolico. Mostra affascinante e ben strutturata, utile per
ripercorrere l’evoluzione dell’artista e per più di una riflessione sulla società moderna e futura. Mai scontata né
monotona, la raccolta di opere appare al contrario ben articolata e profonda.” (Francesco Melchiorri)
“Reali rimanda alla paura derivante dall’ignoto e a una continua presenza del memento mori, in particolare quando
dipinge blocchi di balconi con finestre murate, quasi tombe inaccessibili di un’umanità morta dentro. Nel
continuo contrasto postmoderno tra linee morbide e taglienti, macchine impossibili e case inabitabili, Sirio Reali
si impone come pittore contemporaneo di grande spessore e di penetrante introspezione.” (Nadia Mengoni)
“Forme sinuose e morbide convivono con spigoli offensivi nelle macchine impossibili e teatrali che solo a tratti
sembrano riscaldate da guizzi di colore vivace, dal rosa al celeste, dal giallo all’arancio, dal verde al turchese, per
poi lasciar spazio all’inquietante monocromia.” (Ilenia Gentili)
“Che Sfinge di cemento e alluminio ha spaccato loro il cranio e ne ha mangiato cervelli e immaginazione…, esordiva così, nel
’55, Allen Ginsberg nella sua accusa contro Moloch, l’emblema di una società fredda, spietata, disumana. Oggi,
nel 2014, Sirio Reali attribuisce a Moloch il nuovo epiteto di Montagna schiacciatutto, ponendo nuovamente lo
spettatore di fronte all’imminente minaccia. […] I soggetti si ripetono, come se il pittore profeta non riuscisse del
tutto a spiegarsi, a indicare con esattezza la direzione verso cui tutti ci dirigiamo; […] un procedere come
funambolo inclinandosi ora verso la dolcezza, ora verso l'aggressività, puntando sempre verso la rivelazione di un
tragicomico futuro. […] L’impressione generale, assistendo alla mostra, è quella di aggirarsi in una sterminata
necropoli cittadina, dove enormi edifici-sarcofagi nascondono i segreti errori dell’Umanità.” (Anita Merlini)
“Reali ricorda a tratti le geometrie di Carrà, le nature morte di Morandi e pure quel gusto un po’ arcaico alla
Mario Sironi. Prendiamo allora il caso di Passaggi D, labirintico memento di un’umanità scomparsa, di una
dimensione che è fuori da ogni tempo vissuto, forse già alla fine della Storia, in uno spazio dominato da un
freddo grigio alienante.” (Giada Fratini)