scheda paese - Mercato Globale

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scheda paese - Mercato Globale
SCHEDA PAESE
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Abstract strategico…………………………………………………………………………………………..2
2) CLIMA POLITICO – SOCIALE………………………………………………………………………....2
2.1) Vincoli culturali e libertà civili e politiche…………………………………………………..2
2.2) Stabilità politica e rischio politico………………………………………………………………3
2.3) Sicurezza interna……………………………………………………………………………………....3
3) CLIMA ECONOMICO……………………………………………………………………………..........4
3.1) Business Freedom………………………………………………………………………………….....4
3.2) Politiche economiche…………………………………………………………………………………4
3.3) Politiche commerciali: dazi, barriere e vincoli non tariffari…………………………4
3.4) Zone di libero scambio……………………………………………………………………………….5
3.5) Creazione, acquisizione, cessazione di un’attività………………………………………5
3.6) Sistema di tassazione per le imprese sul commercio………………………………….6
3.7) Composizione e analisi del mercato del lavoro…………………………………………..6
3.8) Stipendi e regolamentazione del lavoro……………………………………………………..6
3.9) Accesso al credito……………………………………………………………………………………….7
3.10) Stimoli e protezione investimenti……………………………………………………………..7
3.11) Tutela della proprietà intellettuale……………………………………………………………7
4) CLIMA GEOPOLITICO E GEOECONOMICO………………………………………………………8
4.1) Sicurezza regionale……………………………………………………………………………….......8
4.2) Commercio regionale………………………………………………………………………………….8
4.3) Infrastrutture e trasporti regionali……………………………………………………………...9
5) ANALISI DELL’ECONOMIA…………………………………………………………………………....10
5.1) Struttura dell’economia…….…………………………………………………………………………10
5.2) Bilancia commerciale………………………………………………………………………………...10
5.3) Le relazioni commerciali…………………………………………………………………………….11
5.4) Gli investimenti diretti esteri………………………………………………………………………11
6) IL SETTORE DELL’AUTOMOTIVE……………………………………………………………………..12
7) IL SETTORE DEI MACCHINARI.………………………………………………………………………..14
8) IL SETTORE DELLE ENERGIE RINNOVABILI …………………………………………………….15
Riepilogo fonti…………………………………………………………………………………………………..19
1
Indice
1) ABSTRACT STRATEGICO
Descrizione dei Contenuti della sezione
Il Canada è il paese del G7 che meno ha sofferto l'impatto della crisi economico‐finanziaria iniziata nel 2008. A livello macroeconomico la solidità
del sistema è portata ad esempio nei confronti delle altre grandi economie internazionali. Il rigido controllo sul settore bancario e finanziario ha permesso di ridurre le perdite legate ad investimenti a rischio ed a tutelare e garantire i canali di erogazione dei crediti a famiglie e imprese, a tutto vantaggio della rapida ripresa dei consumi e della produzione in quasi tutti i settori. La stabilità politica e un buon livello di rischio paese, le politiche federali e locali volte ad incentivare lo sviluppo tecnologico e a ridurre le barriere al business, nonché un ambiente formativo tra i più
sviluppati al mondo in campo scolastico e universitario, fanno del Canada uno dei paesi in cui orientare le scelte di investimento o dove indirizzare le proprie strategie di esportazione. La particolare attenzione allo sviluppo di prodotti e processi a forte contenuto tecnologico e innovativo e la disponibilità di una forza lavoro altamente qualificata, non solo a livello manageriale, sembrano rappresentare il vero punto di forza del Canada dal punto di vista delle opportunità di business nel prossimo futuro. Altro elemento determinante sono i bassi costi legati all'energia, di cui il Canada può disporre grazie alla sua posizione internazionale nella produzione di idrocarburi e quella di futuro leader nella produzione di energie alternative. La vicinanza ed il livello di integrazione con gli Stati Uniti nonché lo sviluppo di accordi commerciali con diverse economie dell'area centro e sudamericana, fanno del Canada un possibile ingresso preferenziale all'interno del macro continente americano. Tra i settori maggiormente interessanti per le aziende italiane, PMI comprese vi sono: l'automotive, i macchinari, l'abbigliamento e il tessile, l'agroalimentare, il farmaceutico e le applicazioni sanitarie e mediche, l'ICT, le bevande, il chimico. Tra i settori a maggior prospettiva va citato quello delle energie rinnovabili e delle tecnologie ambientali.
Fonti
Modalità e tempistiche di aggiornamento
Fonti Istituzionali:
Ministero del commercio cinese, ICE, Ministero degli Affari Esteri.
Uffici di statistica, Media internazionali (www.economist.com, www.affariinternazionali.it,
www.internazionale.it), ILO
2) CLIMA POLITICO – SOCIALE
2.1)
VINCOLI CULTURALI E LIBERTÀ CIVILI E POLITICHE
La popolazione canadese è di 34,6 milioni di abitanti. La popolazione canadese cresce a livelli bassi, simili a quelli di altri paesi industrializzati. Il gap demografico viene compensato con una robusta immigrazione, che fa del Canada uno dei paesi al mondo con il più alto tasso di immigrazione per capita al mondo. Circa 4/5 della popolazione canadese vive a meno di 150 chilometri dal confine con gli Stati Uniti, con circa l'80% della popolazione che vive in centri urbani. Toronto (2,6 milioni di abitanti), Montreal (1,6 milioni) e Calgary (1,1 milioni) sono le maggiori città per numero di abitanti. Gran parte del territorio canadese è scarsamente popolato. L'età media della popolazione è di quasi 40 anni, con una ampia fascia di persone anziane.
Il 32% della popolazione è di origine canadese, mentre la gran parte della popolazione è di origine europea: inglesi (21%), francesi (15.8%), scozzesi (15.1%), Irlandesi (13.9%), tedeschi (10.2%), Italiani (4.6%). Il 4,3% della popolazione è di origine cinese, mentre il 4% della popolazione è aborigena (riconducibile ai gruppi Inuit e Métis). La componente aborigena della popolazione cresce ad un tasso doppio rispetto alla media nazionale, che è di poco inferiore al 2%.
Le lingue ufficiali sono l'Inglese e il Francese, l'Inglese è parlato dal 67,6% della popolazione, mentre il Francese dal 13,3%. Circa il 18% della popolazione è bilingue, franco‐anglofono, mentre meno del 2% della popolazione parla altre lingue o dialetti.
Dal punto di vista religioso, 3/4 della popolazione canadese è cristiana, di cui la componente cattolica è circa il 45%). Il 17% della popolazione canadese non dichiara nessuna appartenenza religiosa, mentre la componente islamica ed ebraica sono minoritarie (rispettivamente 2% e 1% della popolazione). Il Canada è un paese storicamente multiculturale, dove il rispetto per le diversità e le minoranze è una componente che accomuna gran parte della popolazione. L'elevato individualismo è tuttavia limitato da un forte rispetto per le istituzioni e la cosa pubblica. Il rispetto dei diritti civili e delle libertà politiche è ai più alti livelli delle classifiche mondiali.
Istituti di ricerca: ISPI (Milano), IAI (Roma), Chatham House (Londra), Carnegie (New York), CEPS (Bruxelles), Heritage Foundation (New York)
TRIMESTRALE
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2.2) STABILITÀ POLITICA – RISCHIO POLITICO
Il Canada è uno Stato federale, composto da 10 Province e 3 Territori. Il Canada è una monarchia costituzionale di tipo parlamentare. Capo dello Stato è la Regina del Canada, Elisabetta II, che nominalmente è a capo dell'Esecutivo. Nella pratica, il potere esecutivo è esercitato dal Consiglio dei ministri (Cabinet) presieduto da un Primo Ministro. Formalmente, il Consiglio dei ministri è retto dal rappresentante della Regina, il Governatore Generale. Il reale detentore del potere esecutivo è il Primo Ministro, carica di solito attribuita al leader del partito politico che vince le elezioni ed ottiene la fiducia della Camera dei Comuni, il ramo del Parlamento federale che viene eletto dal popolo, mentre l'altro ramo, il Senato, è composto da membri nominati e non eletti.
Dal 2006 il Primo Ministro è John Harper, leader del partito conservatore che, a seguito delle elezioni del maggio 2011, ha ottenuto il suo terzo mandato consecutivo. All'opposizione vi sono il Partito liberale, storico antagonista del Partito conservatore, il Nuovo Partito democratico, che nel 2011 ha scavalcato il Partito liberale come seconda forza politica del paese, e il Blocco del Quebec, rappresentante la provincia autonoma francofona del Quebec e fautore dell'indipendenza della stessa.
Se storicamente entrambe le principali formazioni politiche sono state a favore di un ruolo determinante dello Stato nell'economia, dagli anni Ottanta del secolo scorso il Partito conservatore si è fatto promotore di una svolta in senso liberista. Generalmente, vige una sorta di alternanza al governo tra le due principali formazioni politiche, anche se ciò dipende dagli esiti delle elezioni per il Parlamento, che negli anni passati ha prodotto anche fasi di incertezza e crisi politiche, che si sono ripercosse sul clima economico interno. L'attuale maggioranza goduta dal Partito conservatore in Parlamento, con il 53,9% dei seggi, sembra poter garantire una certa stabilità politico‐istituzionale al paese per i prossimi anni.
2.3) SICUREZZA INTERNA
Il Canada si presenta attualmente come un paese dal basso livello medio di criminalità e con le statistiche sui crimini in costante declino. Dopo i picchi raggiunti tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta del secolo scorso, il livello di criminalità in Canada è notevolmente diminuito, tornando ai livelli degli anni Settanta, mentre il numero di omicidi registrato nel 2010 è il più basso dalla metà degli anni Sessanta. Stesso discorso per rapine ed effrazioni alle abitazioni e tentativi di furto di autoveicoli.
Il numero di crimini è minore nelle regioni orientali e centro‐orientali, dove si trovano le principali città e attività di business. Un caso d'eccezione, ma sempre su livelli non elevati, è costituito dal Territorio autonomo di Nunavut. Per quanto concerne la sicurezza interna, la presenza del Canada nella missione NATO in Afghanistan è diminuita notevolmente nel corso degli ultimi mesi e questo dovrebbe ridurre il rischio di attentati legati alle rivendicazioni islamiste. Rimane molto basso ma potenzialmente possibile un rischio attentati legati al sostegno del governo canadese a Israele.
Organizzazioni Internazionali: ILO, Banca Mondiale, Organizzazione Mondiale per il Commercio
TRIMESTRALE
Fonti governative, istituti di ricerca e organizzazioni internazionali, Transparency International, World Economic Forum
TRIMESTRALE
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Indice
Descrizione dei Contenuti della sezione
Fonti
Modalità e tempistiche di aggiornamento
3) CLIMA ECONOMICO
3.1)
BUSINESS FREEDOM
Heritage Foundation, The Wall Street Journal, Doing Business Report
ANNUALE: questo indice è
pubblicato con cadenza annuale dalla Heritage Foundation che mette a disposizione i suoi report nel mese di dicembre.
Riviste specializzate: Euromonitor, Datamonitor, Economist Intelligence Unit Reports
SEMESTRALE: le politiche economiche verranno aggiornate semestralmente poiché è possibile che, in seguito ad un cambio al vertice del potere piuttosto che in seguito ad eventi che coinvolgano la società, vengano apportate modifiche se non addirittura nuove direttive strategiche. Il Canada è uno dei paesi al mondo con il maggior livello di libertà economica e di competitività. L'Economist Intelligence Unit pone il Canada al primo posto nei paesi G‐7 ed al quarto posto al mondo tra i migliori paesi dove sviluppare business nel periodo 2010 – 2014.
Nel ranking del “Ease of doing business” del Report della Banca Mondiale Business Freedom 2012 il Canada occupa il 13° posto su 183 Paesi analizzati (l'Italia è all'83° posto), un posto in meno rispetto al 2011. Il report mette in evidenza alcuni fattori particolari, quali l'assenza di barriere all'avviamento di un'attività economica. In media, per avviare un attività di business in Canada serve una sola procedura, 5 giorni di tempo ed i costi sono molto bassi. Anche il livello di protezione degli investimenti risulta tra i migliori al mondo. Peggioramenti rispetto al passato sono stati registrati nell'accesso al credito e nella registrazione delle proprietà.
Il Rapporto sulla competitività del World Economic Forum per il 2011‐2012 posiziona il Canada al 12° posto del ranking mondiale (l'Italia occupa il 43° posto) con un punteggio di 5,33 (Italia 4,43), con un indietreggiamento di 5 posizioni rispetto al ranking 2010‐2011. Il report mette in evidenza l'efficienza del mercato dei beni e dei servizi, istituzioni trasparenti ed efficienti, un eccellente livello di infrastrutture, un alto livello di istruzione superiore, ed un elevato livello di innovazione, basato su forti investimenti privati in R&S.
3.2) POLITICHE ECONOMICHE
L'economia canadese è la decima per PIL al mondo. Il recente rallentamento dell'economia in Canada, insieme con il peggioramento delle prospettive per il suo principale partner commerciale, gli Stati Uniti, ha complicato le scelte economiche del governo, anche se la crescita dell'economia è prevista a livelli compresi tra il 1,8% e il 2,3% nei prossimi cinque anni. L'economia canadese è altamente integrata con quella statunitense, che assorbe il 75% delle sue esportazioni di merci, ed è la fonte del 50% delle importazioni di merci. La manovra adottata dal governo per far fronte alla crisi iniziata nel 2008 ("Economic Action Plan") ha svolto un grande ruolo nel contenere gli effetti negativi della crisi ed allontanare il rischio di una recessione prolungata. Il valore totale delle misure di stimolo nel biennio 2009/10 e 2010/11 è stato pari a circa 60 miliardi di dollari canadesi (45,7 miliardi di euro), principalmente destinati a investimenti in infrastrutture, sostegno alle industrie ed alle comunità. L'industria dell'automotive è stato uno dei principali beneficiari. Aiuti sono stati stanziati anche per il sistema finanziario: 200 miliardi di dollari canadesi, tuttavia non completamente elargiti.
Negli ultimi tre decenni, il governo canadese ha ridotto la sua partecipazione diretta nell'economia vendendo un gran numero di "società
della corona” (di proprietà dello stato). Ha anche incoraggiato la concorrenza in alcuni settori che una volta erano serviti esclusivamente dal governo o da monopoli privati. Nei prossimi anni, il governo della nuova maggioranza conservatrice dovrebbe perseguire una politica ancora più orientata alle privatizzazioni. E' il caso della vendita della compagnia statale Atomic Energy of Canada Ltd alla azienda SNC‐Lavlin,
A livello provinciale, il livello di intervento nell'economia locale varia. Il Québec, più di ogni altra provincia o territorio canadese, sostiene con interventi diretti lo sviluppo economico, soprattutto attraverso la Caisse de dépôt et placement du Québec e la Société générale de financement du Québec (SGF). Una costante nelle politiche economiche canadesi riguarda la protezione di alcuni settori strategici dell'economia dagli investimenti esteri (in particolare, il settore bancario, dei trasporti aerei, l'industria estrattiva, agropecuaria e quella culturale). Il governo canadese è
attualmente impegnato nell'assunzione di provvedimenti per una maggior liberalizzazione del mercato. Esempi recenti riguardano il taglio di alcune imposte sulle imprese e la fine del monopolio sulle esportazioni di cereali. Da segnalare che nel dicembre 2011 è stato depositato in Parlamento un disegno di legge per permettere alle imprese estere di detenere il controllo delle miniere di uranio del Canada. Attualmente la legislazione limita la proprietà estera nell'uranio al 49%. Se trasformata in legge, tale iniziativa garantirebbe l'apertura ad un settore strategico dell'economia federale: il Canada detiene il 10% delle riserve di uranio al mondo ed è il secondo produttore al mondo (19% del totale). Il Saskatchewan è la provincia canadese più ricca in giacimenti di uranio, seguita da Québec, Ontario e Nunavut.
La Banca del Canada (BOC) ha mantenuto i tassi di interesse invariati all'1% dal 2010, quando in un anno aveva aumentato i tassi per tre volte, un quarto di punto alla volta. Nel 2012 non si prevedono nuovi aumenti del tasso di interesse, principalmente a causa delle difficoltà
nella ripresa dell'economia ed agli alti prezzi delle materie prime.
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Indice
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Fonti
Modalità e tempistiche di aggiornamento
3) CLIMA ECONOMICO
3.3)
POLITICHE COMMERCIALI: DAZI, BARRIERE, VINCOLI NON TARIFFARI
L'economia canadese è fortemente basata sul commercio. Il Canada è membro dell'Organizzazione Mondiale per il Commercio (OMC) dal gennaio 1995. Negli ultimi anni i governi canadesi hanno adottato misure per migliorare ulteriormente la produttività e la competitività dell'economia, anche attraverso liberalizzazioni unilaterali. I settori che mostrano minor grado di apertura a scambi e investimenti sono l'agricoltura e la cultura. Per quanto concerne il mercato interno, esistono alcuni ostacoli, caratterizzati da una certa frammentazione e dai vincoli normativi esistenti tra il Governo Federale e i governi provinciali, anche se si sta andando verso una fase di progressiva eliminazione di tali ostacoli. Le istituzioni pubbliche, a livello federale e provinciale sono ancora coinvolte in attività economiche (anche commerciale), in particolare attraverso le aziende della "Corona", marketing boards e il controllo sugli investimenti esteri.
L'area di libero commercio con Stati Uniti e Messico (NAFTA) rappresenta il principale mercato canadese e interessa la maggior parte dei suoi settori produttivi e commerciali. Nel 2004 gran parte delle tariffe doganali tra i tre Paesi del NAFTA sono state eliminate, garantendo anche per il futuro che questa area continui a giocare un ruolo fondamentale per lo sviluppo economico del Canada.
Tra le ultime iniziative prese dal governo per aprire l'economia canadese va segnalato l'avvio dei negoziati (febbraio 2012) per un accordo di libero scambio con la Cina, nonché la firma dell’Accordo sulla promozione e la protezione degli investimenti esteri (FIPE), le cui negoziazioni erano cominciate nel lontano 1994.
Tra le misure per stimolare la crescita economica ed aumentare la produttività e competitività delle proprie intraprese, di recente dal governo canadese (2010) vi è l’eliminazione completa dei dazi doganali applicabili alle importazioni manifatturiere delle imprese. Questi provvedimenti, che verranno progressivamente applicati entro il 2015, hanno fatto del Canada il primo paese del G20 a sgravare l’industria manifatturiera da costi aggiuntivi su macchinari, attrezzature e materiali utilizzati per la produzione di beni. L’intenzione del Governo è di aiutare l’industria manifatturiera canadese ad essere più competitiva. Delle 1.541 tariffe doganali coperte dal provvedimento, che si situano tra il 2% e il 15,5%, 1.160 sono state abolite a partire dal 5 marzo 2010, mentre le restanti lo saranno gradualmente fino alla completa soppressione entro il 2015.
Heritage Foundation, The Wall Street Journal, Doing Business Report
ANNUALE: questo indice è
pubblicato con cadenza annuale dalla Heritage Foundation che mette a disposizione i suoi report nel mese di dicembre.
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3.4) ZONE DI LIBERO SCAMBIO
3.5) CREAZIONE, ACQUISIZIONE, DISMISSIONE DI UN’ATTIVITÀ O DI UN’AZIENDA
In Canada non ci sono attualmente vere e proprie aree di libero scambio o porti "free". Tuttavia esistono programmi che pospongono il pagamento dei dazi come il Duties Relief Programme, Drawback Programme e il Customs Bonded Warehouse Programme. Inoltre, come parte della sua campagna per ridurre il carico fiscale sulle imprese, il governo canadese ha attuato, a partire dal 2010, una nuova iniziativa che vedrà
le tariffe di beni e materiali manufatti ridotti a zero entro il 2015, facendone il primo paese del G‐20 ad offrire una zona franca per i produttori industriali. Tale iniziativa si applica in tutto il paese. Tra i prodotti interessati: prodotti chimici e fibre sintetiche; manufatti di pietra, vetro e metalli; strumenti, macchinari e attrezzature.
Esistono inoltre “distretti” che accorpano le imprese che operano nei settori dell'alta tecnologia (la “Silicon Valley” di Ottawa e la Greater Toronto Area – GTA, e l’Ontario Technology Triangle), dell'aerospace (il Mirabel Aerospace center, in Québec) e dell'informatica e applicazioni multimediali (a Montreal e Laval). In questi distretti sono in vigore facilitazioni fiscali e tariffarie.
Legislazione societaria
Le più importanti e diffuse forme societarie previste dal diritto canadese sono le seguenti:
• Società Individuale (Sole Proprietorship) ‐ è la forma societaria ideale per piccoli commerci, con norme semplici e bassi costi organizzativi che essa richiede. Tra gli svantaggi: i profitti vengono sommati al reddito personale del proprietario e tassati in maniera crescente in proporzione al reddito; la responsabilità personale del proprietario per i debiti dell'azienda.
• Società in Nome Collettivo (Partnership) ‐ ogni socio è responsabile delle azioni della società e dei soci. Tra i vantaggi: una gestione contabile semplificata.
• Società a Responsabilità Limitata (Limited Partnership) ‐ i soci contribuiscono con capitale e lavoro ma non possono essere ritenuti responsabili oltre l’importo versato. Possono operare solo nei limiti territoriali della provincia dove è avvenuta la registrazione.
• Società per Azioni (Corporation) – è la forma di impresa estera più diffusa in Canada. Diversamente dalle forme societarie precedenti, che sono regolate dal diritto provinciale, può essere costituita anche sotto giurisdizione federale (in questo caso, almeno uno degli amministratori deve essere di nazionalità canadese). Ha personalità giuridica propria e responsabilità limitata. Tra gli svantaggi vanno annoverati costi elevati di organizzazione e mantenimento e la non deducibilità delle perdite. Non esiste l’obbligo di versare un capitale sociale minimo, anche se vi sono requisiti che variano da provincia a provincia in materia di residenza.
Joint ventures o imprese in partecipazione possono essere costituite per progetti particolari e per un periodo limitato di tempo. Non vi è alcuna legislazione particolare che gestisce i contratti di imprese in
partecipazione.
Organizzazione Mondiale per il Commercio, Commissione Europea, Banca Mondiale, Ministero degli Affari Esteri.
Doing Business Report, Banca Mondiale, Economist Intelligence Unit. Fonti governative varie.
ANNUALE: la creazione di aree di libero scambio è un processo abbastanza lungo, pertanto questa voce non richiede un aggiornamento frequente.
ANNUALE: solitamente la legislazione per il percorso di apertura e chiusura di un'attività
segue un iter preciso che, a meno che non si verifichino particolari stravolgimenti alla normativa, rimane fisso per lunghi periodi.
Aprire una filiale Una filiale di ditta estera può essere registrata in Canada come “subsidiary”, al pari delle società canadesi residenti, oppure come “branch”
(società non residente). Per l'apertura delle “branches” viene richiesta una licenza provinciale per ogni provincia di attività. Le “branches” sono soggette alla “branch tax”, pari al 25% o 15% ( se esistono particolari convenzioni fiscali) e non possono beneficiare delle eventuali agevolazioni fiscali concesse alle società canadesi residenti. Il regime particolare richiesto per l'apertura di una branch porta la maggior parte delle società
estere in Canada a scegliere di istituire una "subsidiary".
Acquisire una società
Non vi sono restrizioni federali alla proprietà straniera di terreni e beni immobili. Alcune province, tuttavia, impongono controlli sull'acquisto di terra da parte di stranieri. In media, per la registrazione dell'acquisto di una proprietà ci vogliono circa 17 giorni e 6 procedure diverse (negli Stati Uniti la media è di 12 giorni e 4 procedure). Una particolare attenzione a livello federale e provinciale è data al controllo dell'impatto ambientale delle attività economiche.
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3.6) SISTEMA DI TASSAZIONE PER LE IMPRESE E SUL COMMERCIO
3.7) COMPOSIZIONE E ANALISI DEL MERCATO DEL LAVORO
Il sistema tributario canadese prevede tre livelli d'imposizione fiscale: federale, provinciale e municipale. Le principali fonti di entrate sono:
• Federale: imposte sui redditi, diritti doganali, tasse d'accisa, tassa sui beni e servizi, e tasse su oli combustibili e benzina;
• Provinciale: imposte sui redditi, tassa di vendita al dettaglio, tasse sulle risorse naturali, redditi di capitale;
• Municipale: imposte sui patrimoni immobiliari, tasse di esercizio, licenze.
Non sono percepite in Canada tasse sulla successione né sulle vincite alla lotteria. I residenti in Canada sono tassati sul totale dei redditi percepiti in Canada ed all'estero, mentre i non residenti sono tassati unicamente sui redditi generati dalla loro attività in Canada. L’aliquota d'imposizione fiscale sulle persone fisiche è proporzionale al reddito e varia secondo la provincia di residenza. Aliquote più
basse si applicano a dividendi e capital gain. Né il governo federale né i governi provinciali percepiscono tasse sul capitale. Il Canada ha concluso degli accordi sulla doppia imposizione fiscale con la maggior parte dei Paesi industrializzati, tra cui l'Italia, con la quale il 25 novembre 2011 è entrata in vigore una nuova convenzione. Per i dividendi infra‐societari, l’aliquota massima di ritenuta fiscale è stata abbassata dal 15% al 5%, per gli interessi dal 15% al 10%, mentre per i diritti su software, brevetti e know‐how, è scesa dal 10% al 5%. La Convenzione ha introdotto un provvedimento per evitare la doppia imposizione sulle plusvalenze latenti da parte dello Stato che si lascia al momento di un cambio di residenza permanente.
L’aliquota combinata (federale e provinciale) per le imprese, nel 2011, è stata tra il 26,5% e il 32,5% a seconda della provincia.
Al 1 ° gennaio 2012, l’aliquota federale dell'imposta sul reddito è stata ridotta dal 16.5% al 15%. Nel 2012, l’aliquota media combinata (federale‐provinciale) dell'imposta sul reddito sarà del 26.2%, oltre 13 punti percentuali inferiore a quella degli Stati Uniti (39,2%).
Il tasso di disoccupazione in Canda è attorno al 7%, con una popolazione attiva di 19 milioni di persone. Il 65% degli occupati in Canada lavora in PMI. Il 49% della popolazione compresa tra i 25 e 65 anni di età ha un livello di educazione di tipo universitario o simile (in ambito OECD la media è del 28%) mentre nella stessa fascia di età l'87% ha un livello di scolarizzazione fino al diploma di scuola secondaria (la media OECD è del 71%). Da questo punto di vista, iI Canada vanta la spesa maggiore tra i paesi del G‐7 per quanto riguarda l'istruzione superiore e R&S. Ciò permette di disporre di una forza lavoro competitiva e qualificata. Secondo il World Economic Forum, il Canada è il primo paese nel G‐7 e il terzo nel mondo per qualità delle Scuole di Management. Un canadese su cinque parla una lingua diversa dall’inglese e dal francese.
Le aziende pubblicizzano le offerte di lavoro utilizzando i media o propri strumenti di comunicazione. La ricerca di quadri e dirigenti avviene spesso attraverso agenzie di collocamento.
WTO, Banche Centrali, Camere di Commercio, Desk Canada ‐ Promos
ANNUALE: per lo stesso motivo della voce precedente, anche il sistema delle tassazioni rimane piuttosto invariato nel tempo.
Uffici di statistica, Media internazionali (www.economist.com, www.affariinternazionali.it,
www.internazionale.it), ILO
ANNUALE: il mercato del lavoro raramente conosce improvvise modifiche. Per questo l'aggiornamento sarà
annuale.
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3.8) STIPENDI E REGOLAMENTAZIONE DEL LAVORO
La settimana lavorativa media nell’industria è di quaranta ore (trentacinque negli uffici). Gli straordinari retribuiti vengono conteggiati a partire dalla quarantaquattresima ora. Le vacanze annuali minime sono di due settimane (tre dopo qualche anno di servizio). La busta paga viene pagata ogni due settimane, anche se in molti casi è ancora in uso la paga settimanalmente.
Le imposte e la parte dei contributi a carico dei dipendenti, sono trattenuti alla fonte dal datore di lavoro che prende a suo carico, oltre ai contributi obbligatori, anche i premi per assicurazioni vita di gruppo, assicurazioni malattia supplementari per le spese non
coperte dal piano pubblico (dentista, medicine, camere private in ospedale) e pensioni integrative aziendali. La maggior parte dei canadesi contribuisce anche a piani pensionistici integrativi per i quali si ricevono agevolazioni fiscali dal governo federale e da quelli federali. L’età pensionabile è attualmente fissata a 65 anni, anche se nei prossimi anni è probabile che possa venire alzata di qualche anno. Oltre un terzo dei lavoratori canadesi è iscritto ad un sindacato (l'adesione al sindacato è a discrezione del lavoratore).
sono sindacalizzati. Il ricorso a scioperi o serrate è limitato ed ha uno scarso impatto nel limitare la produttività.
Nel 2011 il minimo salariale stabilito dai vari governi provinciali variava da 8,75 dollari canadesi, nella British Columbia, a 11 dollari canadesi di Nunavut.
Il salario medio orario per lavoratori della fascia 25‐54 anni è di 24,65 dollari canadesi, con una minima differenza tra il salario maschile e quello femminile. Il salario di un lavoratore a tempo pieno può arrivare ad essere più alto dell'80% di quello di uno in part‐time.
Il salario medio mensile di alcune categorie per la città di Toronto: un operaio generico da 800 a 1.600 euro;
un operaio specializzato attorno ai 1.900 euro
un impiegato da 1.400 a 1.800 euro
un quadro attorno ai 2.000 euro
un dirigente 2.700 euro
Il governo federale e quelli provinciali condividono la responsabilità in materia di diritto del lavoro. La legislazione federale si applica ai trasporti ferroviari e aerei, al settore radiotelevisivo, ai servizi bancari ed alla maggior parte delle attività delle società della Corona. Inoltre, le leggi fedrali sul lavoro prevalgono anche nelle zone scarsamente popolate del nordi: Territori del Nord‐Ovest, Yukon e Nunavut.
Di giurisdizione federale è anche l’Employment Equity Act che stabilisce la quota minima di dipendenti appartenenti a gruppi particolari
(autoctoni, donne, handicappati, minoranze etniche) che le imprese con più di 100 dipendenti sono obbligate ad assumere. Leggi federali prevedono tutele e provvedimenti contro la discriminazione razziale, etnica, religiosa, di genere, etc... Simili leggi o convenzioni a tutela dei diritti della persona esistono anche a livello provinciale. Per la maggior parte delle società, le Province sono responsabili per la regolamentazione delle più importanti norme in materia di occupazione, come il salario minimo, le vacanze e i trattamenti di fine rapporto. Anche la sicurezza sul lavoro e i programmi assicurativi ricadono sotto la giurisdizione provinciale, nonché le norme e i regolamenti che riguardano la maggior parte delle attività produttive e dei servizi.
In Québec,viene protetta per legge la diversità linguistica e culturale della Provincia. La lingua ufficiale è il francese e ne viene incoraggiato l’uso come lingua di lavoro, di istruzione, di comunicazione, di commercio e d’affari. Alle imprese che operano in Québec con più di cinquanta dipendenti viene richiesto un certificato di “francesizzazione” che attesti la capacità dell'azienda di lavorare quotidianamente in francese.
Tra i limiti relativi al mercato del lavoro che possono costituire una barriera indiretta agli investimenti italiani, vanno segnalate le norme che prevedono restrizioni riguardanti l’ammissione in regime temporaneo di manodopera specializzata straniera.
La normativa federale e provinciale in materia di ingressi di lavoratori stranieri impedisce o limita l’accesso di manodopera specializzata estera sul territorio canadese, subordinando l’ingresso di lavoratori stranieri alla assenza di simili professionalità sul territorio.
Uffici di statistica,
www.ilo.org, Banca Mondiale ANNUALE: gli stipendi, così come il mercato del lavoro, sono variabili che tendono a rimanere fissi durante l'anno.
3.9) ACCESSO AL CREDITO
3.10) STIMOLI E PROTEZIONE INVESTIMENTI
La capacità del sistema canadese di garantire l'accesso al credito per lo sviluppo di attività produttive e commerciali è elevata. Le banche canadesi sono considerate tra le più solidi al mondo, come dimostrato anche dalla recente crisi finanziaria internazionale, dove non si sono verificate situazioni fallimentari e le banche non hanno dovuto fare ricorso all'aiuto dello Stato. Le banche canadesi registrano una delle più alte capitalizzazioni al mondo, con un livello di solvibilità intorno al 10%, superiore sia a quello degli Stati Uniti che dei paesi europei. Ciò si deve ad un approccio generalmente conservatore e prudente del sistema bancario canadese, che vede una gestione oculata dei prestiti, evitando situazioni ad alto rischio o investimenti in strumenti complessi. Il mantenimento di un numero limitato di istituti (ad es. attraverso le limitazioni poste alla proprietà di una banca canadese, al fine di proteggerle da acquisizioni estere e quindi garantirne un maggiore controllo), e l'applicazione del Bank Act, la severa normativa che regola le attività delle banche canadesi e che viene aggiornata ogni 5 anni, sono ulteriori testimonianze a favore della solidità del sistema. Quello canadese è un modello di banca al dettaglio tradizionale, che ha come principale attività quella di raccogliere depositi per trasformarli in crediti alle imprese ed alle persone.
Per quanto concerne gli strumenti creditizi e finanziari a favore delle imprese, il governo federale e quelli provinciali offrono una gamma di incentivi. Obiettivi principali sono il sostegno agli investimenti, l'aumento dell'occupazione, l'incremento della competitività e lo sviluppo delle esportazioni. I principali programmi di sostegno disponibili in Canada includono garanzie sui prestiti, finanziamenti per la ricerca e lo sviluppo, alcuni specifici programmi di incentivazione regionale.
Il governo federale sostiene le PMI mettendo a disposizione garanzie finanziarie regolate dallo Small Business Financing Act (SBFA). Per poter beneficiare di questo programma, le aziende devono avere un fatturato annuale che non superi i 5 milioni di dollari canadesi. I prestiti vengono erogati e amministrati da banche o altri istituti finanziari, mentre le autorità federali garantiscono la copertura fino al 90% dei prestiti, nell'arco di un decennio. I prestiti regolati dallo SBFA non possono essere utilizzati per acquistare azioni, riparare i debiti o aumentare il capitale lavorativo. Il settore agricolo non rientra nelle garanzie concesse dallo SBFA ma viene sostenuto da un altro programma: il Farm Improvement and Marketing Co‐operatives Loans Programme.
Altri strumenti di sostegno finanziario a livello federale per le PMI, sotto forma di venture capital e servizi di consulenza, vengono messi a disposizione dalla banca pubblica Business Development Bank of Canada (BDC). Durante il periodo più acuto della crisi finanziaria, tra il 2008 e il 2009, la BDC ha elargito numerosi prestiti per sopperire alla contrazione dei prestiti da parte delle banche commerciali.
Esistono inoltre strumenti particolari legati a determinati settori o attività. E' il caso degli incentivi federali per sostenere le aziende in campo scientifico e tecnologico, come la Strategic Aerospace and Defence Initiative (SADI), attiva a partire dal 2007 e gestita dal ministero dell'Industria canadese. La SADI ha come obiettivo quello di investire quasi 900 milioni di dollari canadesi entro il 2013‐14 per sostenere la ricerca del settore privato in campo tecnologico.
Esistono, infine, programmi particolari a livello federale per incentivare le aziende ad investire nelle regioni meno sviluppate: Atlantic Canada Opportunities Agency (ACOA); Canada Economic Development Québec Regions; Western Economic Diversification Canada; e
Federal Economic Development Initiative in Northern Ontario.
Questi programmi sostengono lo sviluppo di nuovi prodotti e processi con l'obiettivo di: migliorare produttività e competitività a livello globale; realizzare nuovi impianti e sviluppare o ammodernare quelli esistenti; identificare e sviluppare nuovi mercati a livello domestico e internazionale. A questi programmi possono accedere sia aziende canadesi che straniere. Anche i ministeri provinciali responsabili dello sviluppo industriale mettono a disposizione forme di sostegno finanziario, in particolar modo per il settore manifatturiero.
Il governo federale ed i governi provinciali offrono un ampio ventaglio di programmi di incentivazione per gli investimenti. L'obiettivo principale perseguito è la creazione di posti di lavoro attraverso programmi tesi a stimolare l'espansione industriale (soprattutto in regioni periferiche e meno sviluppate), incrementare le esportazioni, facilitare la ricerca e lo sviluppo e migliorare la formazione della manodopera. Gli incentivi possono prendere la forma di agevolazioni fiscali o incentivi di ordine non fiscale come sovvenzioni, agevolazioni di credito, contributi ai salari e programmi di formazione della manodopera.
A questi fini sono stati creati vari programmi regionali.
Agricoltura, energia, esportazione, estrazione mineraria, R&D, turismo, difesa e alta tecnologia sono i settori che beneficiano maggiormente dei programmi di incentivazione.
Oltre agli incentivi federali, ogni provincia sviluppa proprie politiche volte a favorire lo sviluppo locale, con una particolare attenzione alla creazione di posti di lavoro. I programmi per incentivare gli investimenti riguardano agevolazioni fiscali o la riduzione dei costi di locazione nei centri e parchi industriali. Esistono inoltre servizi di sostegno finanziario, consulenza ed informazione.
Il Canada è uno dei paesi al mondo con il più alto livello di protezione degli investimenti: il World Competitiveness Report 2010 – 2011
dell'International Institute for Management Development (IMD) pone il Canada al primo posto tra i G‐7 ed al secondo nei Paesi OECD per il livello di regolamentazione nella protezione degli investimenti.
Banche Centrali, Doing Business Report
Doing Business Report, Banca Mondiale
ANNUALE: il grado di fiducia normalmente non subisce improvvise variazioni nel corso dell'anno. Da qui la possibilità di aggiornare questa voce annualmente.
ANNUALE
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3.11) TUTELA PROPRIETÀ
INTELLETTUALE
06/03/12
Il Canada ha una spesa in ricerca e sviluppo relativamente bassa rispetto agli altri paesi OECD, anche se è rivolta a specifici settori (telecomunicazioni, biotecnologie, trasporti e sviluppo risorse). Da questo punto di vista, il Canada è fortemente dipendente dalle tecnologie estere: il 90% delle domande per patenti e marchi proviene da compagnie straniere, gran parte delle quali sono statunitensi.
La legislazione canadese non ha particolari restrizioni sul trasferimento delle tecnologie, anche in ambito manifatturiero.
Le patenti durano 20 anni dal momento della domanda. I costi variano a seconda delle dimensioni dell'azienda richiedente e possono andare dai 250 ai 700 dollari canadesi (da 190 a 530 euro circa), con costi più alti nel caso sia richiesta una ricerca a livello internazionale). Il costo annuale per il mantenimento della patente varia a seconda del numero di anni della stessa (da 100 a 450 dollari canadesi, da 75 a 340 euro).
Registrare una licenza per un disegno industriale o di design costa 400 dollari canadesi (circa 300 euro) per un periodo di 5 anni. Il rinnovo, valido per altri 5 anni, costa circa 270 euro.
Il governo federale sta lavorando ad una serie di emendamenti ad una delle principali leggi in materia di proprietà intellettuale, il Copyright Act del 1985. Questa proposta di legge che ha per oggetto il ribilanciamento degli interessi di produttori e utilizzatori, è
tuttavia oggetto di diverse dispute tra chi opta per una maggior adesione del Canada ai parametri internazionali (World Intellectual Property Office Copyright Treaty e del WIPO Performances and Phonograms Treaty, e chi difende i diritti delle case produttrici e distributrici. Va segnalato che il Canada è tra i Paesi sotto osservazione dell'International Piracy Watch List del Congresso statunitense per l'elevato livello di pirateria audiovisiva e informatica assieme a Cina, Russia e Ucraina.
Organizzazioni Internazionali: ILO, Banca Mondiale, Organizzazione Mondiale per il Commercio.
ANNUALE
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Descrizione dei Contenuti della sezione
Fonti
Modalità e tempistiche di aggiornamento
Istituti di ricerca: ISPI (Milano), IAI (Roma), Chatam House (Londra), Carnegie (New York), CEPS (Bruxelles), Heritage Foundation (New York)
SEMESTRALE: l'aggiornamento semestrale si rende necessario poiché in caso di eventi significativi, come ad esempio gravi disordini politici o sociali, la voce deve essere immediatamente aggiornata pena l'invalidità dell'analisi.
Organizzazione Mondiale per il Commercio, Banca Mondiale.
ANNUALE: l'annualità
dell'aggiornamento è
giustificata dal fatto che difficilmente nel corso di un anno un Paese cambierà
drasticamente i propri partner commerciali.
4) CLIMA GEOPOLITICO E GEO‐ECONOMICO
4.1)
SICUREZZA REGIONALE
4.2) COMMERCIO REGIONALE
La regione nordamericana è una delle aree più stabili al mondo dal punto di vista politico ed economico. L'unico stato confinante con il Canada sono gli Stati Uniti, con i quali il Canada può vantare il più lungo confine territoriale al mondo. I rapporti tra Canada e Stati Uniti sono ottimi, sia a livello politico che economico‐commerciale. Controversie di natura commerciale che periodicamente coinvolgono i due paesi e alcune dispute territoriali riguardanti soprattutto lo sfruttamento di alcune risorse naturali in aree di confine non rappresentano motivi di tensione che possono sfociare in conflitti Dagli anni Novanta del secolo scorso e soprattutto a seguito dell'11 settembre, il Canada condivide in parte con gli Stati Uniti rischi di possibili attentati di matrice islamico‐fondamentalista. Il Canada è membro di varie organizzazioni internazionali e regionali: APEC, Commonwealth, EBRD, NATO, OAS, OCDE, OMC, ONU, OSCE, ed è membro osservatore del Consiglio d'Europa .
Dal 1994, il Canada è membro del NAFTA (North American Free Trade Agreement), l'accordo per la creazione di una grande area di libero scambio tra Canada, Messico e Stati Uniti che coinvolge attualmente 460 milioni di persone e che, in termini di PIL aggregato, rappresenta la principale area di libero scambio al mondo. Accordi di libero scambio bilaterali e multilaterali sono in vigore con vari paesi del continente americano e a livello mondiale. Dal 2001 il Canada sta trattando una serie di accordi commerciali multilaterali con i cosiddetti "Central American Four" (C4): El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua. Con l'Honduras è in vigore un accordo bilaterale dall'agosto del 2011, mentre con Panama dal 2010. Simili accordi sono in fase di definizione con la principale economia centroamericana, il Costa Rica e con la Repubblica dominicana, mentre nel 2009 sono stati lanciati i negoziati per un accordo di libero commercio con i 15 membri della Comunità dei Caraibi (Caricom). Per quanto riguarda il Sudamerica, accordi commerciali sono in vigore con Cile, Colombia e Perù.
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4.3) INFRASTRUTTURE E TRASPORTI REGIONALI
Le infrastrutture e le reti di trasporto canadesi sono prevalentemente collegate con il principale mercato di riferimento del paese, gli Stati Uniti. La rete stradale canadese copre circa 900.000 km2, quella ferroviaria ha si estende su 120.000 km2. I principali aeroporti del Paese sono quelli di Toronto, Vancouver, Montreal, Ottawa, Winnipeg, Victoria e Calgary. Il Lester B. Pearson International Airport di Toronto ha una capacità di oltre 30 milioni di passeggeri l’anno con più di quaranta destinazioni negli Stati Uniti e altrettante nel resto del mondo. Nel settore cargo, dall'aeroporto di Toronto passa il 44% delle merci che transitano via aerea in Canada, seguito dal Vancouver International Airport con il 25% del traffico di merci.
Il sistema di trasporto marittimo canadese è sviluppato lungo le coste degli Oceani Atlantico e Pacifico e del Mare
Glaciale Artico e i porti sono situati vicino ai grandi mercati statunitensi.
Montréal è il principale porto canadese per traffico di container e Vancouver è il più grande porto canadese con capacità di gestire merci, container e navi da crociera. Altri porti rilevanti e dotati di infrastrutture moderne sono Moderni porti quali Halifax, Saint John, Tutti questi terminali si appoggiano al sistema ferroviario interno.
Enti Governativi: Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, Organizzazione Mondiale per il Commercio.
ANNUALE
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Descrizione dei Contenuti della sezione
Fonti
Modalità e tempistiche di aggiornamento
Ministeri e ambasciate: Ministero del Commercio Cinese, Ministero degli Affari Esteri, Ministero, Ambasciata Cinese.
ANNUALE: questa sezione ha cadenza di aggiornamento annuale poiché i dati di solito vengono pubblicati dagli uffici di statistica ogni 12 mesi sulla base dello storico dell'anno in chiusura.
5) ANALISI DELL’ECONOMIA
5.1) STRUTTURA DELL’ECONOMIA
Nel 2011 il PIL canadese ha raggiunto quota 1.777 miliardi di US$. Il Canada è la decima potenza economica mondiale ed è il 14mo paese per PIL pro capite (40.457 US$ a parità di potere d'acquisto).
L'economia canadese è prevalentemente basata sui servizi, che riguardano il 77,0% del PIL, mentre l'industria è responsabile del 27,1% del PIL e l'agricoltura del 1,9%. Il Canada è tra i paesi al mondo con la maggior dotazione di risorse naturali e minerarie. Il Canda è il secondo produttore al mondo di energia idroelettrica, il terzo produttore al mondo di gas naturale e il sesto di petrolio. Tra le principali: oro, minerale di ferro, carbone, rame, zinco, diamanti, fosfati, potassio, uranio e legname.
Agricoltura:
Il Canada è uno dei principali fornitori al mondo di prodotti agricoli, prevalentemente diretti agli Stati Uniti ed al continente asiatico. In termini di fatturato, cereali e semi oleiferi e carni rosse costituiscono il 60% dei ricavi del settore agropecuario, e sostengono le esportazioni. Seguono i prodotti caseari (12%), gli ortaggi (9%) e pollame e uova (8%), prevalentemente destinati al mercato domestico.
Così come per altri Paesi industrializzati, la percentuale di popolazione che lavora nel settore agropecuario è costantemente diminuita nel corso degli ultimi decenni, ed oggi si aggira attorno al 2%. Agricoltura e allevamento ricevono sussidi e sostegno dal governo canadese. Tuttavia, circa il 50% di questi aiuti sono destinati al sostegno post calamità o alla R&S e quindi non vanno in contrasto con le relative norme dell'Organizzazione Mondiale del Commercio e quindi non alterano il mercato.
Industria: Nel complesso l'industria manifatturiera è responsabile del 12% del PIL. Le principali industrie canadesi sono quelle meccaniche (in particolare nel comparto automotive), tessili, alimentari, per la produzione di carta, la lavorazione del ferro e dell'acciaio, la fabbricazione di macchinari ad alta tecnologia e di macchine utensili. Importante è anche l'industria elettronica, collegata ai settori militare,aerospaziale, e quella dei trasporti e delle telecomunicazioni. La produzione industriale in relazione al PIL è calata costantemente dalla seconda guerra mondiale ad oggi, perdendo 2 punti percentuali tra il 2005 e il 2010. In particolare, il comparto manifatturiero è stato particolarmente colpito dalla crisi economica degli ultimi 4 anni. Gran parte della industria manifatturiera canadese è costituita da stabilimenti e impianti statunitensi, anche se vi sono alcuni importanti produttori nazionali. Le regioni centrali del Canada ospitano le principali filiali delle case automobilistiche americane e giapponesi e molte fabbriche canadesi di componentistica e ricambi. La produzione automobilistica di quest'area ha superato quella dello stato del Michigan, nei vicini Stati Uniti.
Servizi:
Il principale comparto del settore dei servizi è il commercio al dettaglio, che occupa quasi il 12% della forza lavoro. Il settore del commercio al dettaglio è principalmente basato su un piccolo numero di catene di negozi, prevalentemente concentrati in centri commerciali. Negli ultimi
anni, c'è stato un aumento del numero dei grandi magazzini, come la catena statunitense Wal‐Mart. Il secondo comparto è quello dei servizi commerciali: servizi finanziari, immobiliari, industria delle comunicazioni. Questa parte dell'economia ha vissuto una rapida crescita negli ultimi anni. Anche istruzione e sanità sono comparti rilevanti nell'economia canadese dei servizi, anche se sono prevalentemente gestite da governo ed amministrazioni locali. Nello specifico, l'industria sanitaria è la terza più grande del Canada. Il Canada può vantare anche un'importante industria tecnologica e dell'intrattenimento multimediale. Il turismo riveste un'importanza sempre crescente: la stragrande maggioranza dei visitatori internazionali proviene dagli Stati Uniti, mentre la Cina rappresenta una fonte di turisti crescente. 13
5.2) BILANCIA COMMERCIALE
Le esportazioni principali del Canada sono i prodotti energetici (23,7% del totale), motori e componenti per l'industria nucleare (7,2%) autoveicoli (12,6%), metalli e pietre preziose (5,2%), materiali ed equipaggiamenti elettrici (3,8%). Rilevanti sono anche i prodotti agricoli e forestali e quelli dell'alta tecnologia. I maggiori partner commerciali del Paese sono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Cina e il Giappone.
Per quanto riguarda le importazioni, automobili (15%), motori e componenti per l'industria nucleare (14,1%), materiali ed equipaggiamenti elettrici (10,6%), prodotti energetici (10,1%), materie plastiche (3,3%).
Principali fornitori del Canada sono gli Stati Uniti (50,4% del totale), Cina (11%), Messico (5,5%) e Giappone (3,3).
Negli ultimi anni è notevolmente cresciuto l'interscambio con la Cina, che nel 2011è stato di 65 miliardi di dollari canadesi (49,5 miliardi di euro), in aumento del 12% sul 2010.
Il Canada è l'undicesimo partner commerciale dell'UE, mentre l'UE è il secondo partner commerciale del Canada dietro agli Stati Uniti. La bilancia commerciale con l'UE nei primi 9 mesi del 2011 ha raggiunto quota 48,8 miliardi di euro. Nel 2010 l'interscambio commerciale è stato di 46,8 miliardi di euro, con un saldo positivo per l'UE di 6,4 miliardi di euro. Le esportazioni dell'UE in Canada sono state di 26,6 miliardi (1,3% dell'export dell'UE nel mondo), mentre le importazioni dal Canada sono state di 20,2 miliardi di euro (2% dell'import dell'UE dal mondo). L'UE importa dal Canada principalmente macchinari, carburanti, prodotti energetici e minerali, prodotti agricoli e d'allevamento. Il Canada imposta dall'UE prevalentemente macchinari, prodotti chimici, carburanti e minerali.
06/03/12
5.3) LE RELAZIONI COMMERCIALI
Interscambio commerciale con Italia
Dopo una flessione dovuta alla crisi economica internazionale, nel 2010 e nei primi mesi del 2011, l'interscambio commerciale tra il Canada e l'Italia ha vissuto una fase di miglioramento, raggiungendo 4,3 miliardi di euro nel 2011, con un saldo positivo per l'Italia pari a 1,04 miliardi di euro. L'Italia è l'undicesimo partner commerciale al mondo e il quinto più importante nell'UE. Per quanto concerne le importazioni, l'Italia si colloca al decimo posto nel mondo e al quarto in Europa. Le importazioni canadesi dall'Italia hanno raggiunto quota 2,7 miliardi di euro nel 2011 (2,37 miliardi di euro nel 2010). Macchinari, bevande, prodotti farmaceutici, ricambi e materiali per l'automotive e macchinari elettrici sono tra i primi 5 prodotti italiani importati dal Canada, per un importo pari al 50% del totale delle importazioni dall'Italia. In termini disaggregati, le bevande sono la tipologia di prodotti che trainano l'export italiano (l'11,1% del totale).
Nel 2011, l'Italia è stato il quindicesimo mercato al mondo di destinazione delle esportazioni canadesi e il sesto più grande in Europa. Le esportazioni canadesi in Italia hanno raggiunto quota 1,65 miliardi di euro nel 2011 (1,5 miliardi di euro nel 2010). Negli ultimi dieci anni le esportazioni canadesi sono cresciute del 19,3% con un aumento del 1,9& all'anno. I prodotti primari continuano ad essere la principale fonte di esportazioni verso l'Italia (67% del totale). Cereali, cellulosa e carburanti sono ai primi 3 posti dell'export canadese verso l'Italia, (il 56% del totale delle esportazioni verso l'Italia). Un ruolo importante rivestono i i prodotti finiti: macchinari, strumenti medici e aeroplani rappresentano il 33% delle esportazioni totali verso l'Italia. Enti Governativi: Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, Organizzazione Mondiale per il Commercio.
Uffici di Statistica, Associazioni di Categoria, Banche Centrali
Interscambio commerciale con Lombardia
Nel 2011 la Lombardia ha registrato un saldo commerciale positivo pari a 360 milioni di euro. Le esportazioni lombarde verso il Canada sono crescite del 14,2% tra il 2010 e il 2011 e sono costituite prevalentemente da macchinari, medicinali, abbigliamento, tubi e componenti affini, bevande. Le importazioni della Lombardia dal Canada sono cresciute del 52,7% tra il 2010 e il 2011 e riguardano il settore dell'aeronautica e e spaziale, i rifiuti, i medicinali e preparati farmaceutici, metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi, combustibili. 5.4) GLI INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI
Nel 2011, le imprese canadesi hanno partecipato a oltre tremila transazioni di fusione e acquisizione. Il valore totale ammonta a 189 miliardi di dollari canadesi (circa 144 miliardi di euro, in aumento del 22% sul 2010) e rappresenta il 10% del mercato mondiale delle fusioni e acquisizioni.
Solo il 51% delle acquisizioni effettuate da imprese canadesi sono state fatte in Canada (nel 2006 la quota era del 81%) e che, per la prima volta nella storia, le acquisizioni canadesi negli Stati Uniti hanno superato le transazioni americane in Canada.
I settori più importanti sono stati: miniere e metalli (19%), immobiliare (16%), energia (16%) e servizi finanziari (12%).
Le prospettive per il 2012 sono,positive e dovrebbero rispecchiare la tendenza registrata nel 2011, nonostante le tensioni finanziarie e una crescita economica debole. Le risorse naturali continueranno ad attirare in Canada i capitali esteri, in particolare petrolio e gas nell’Ovest canadese (Alberta) e miniere e metalli nell’Est (Québec e Ontario).
Gli investimenti diretti esteri svolgono un ruolo fondamentale nella crescita economica del Canada. La politica commerciale canadese ha tra i suoi principali obiettivi l’attrazione di IDE.
Il totale dei flussi di IDE in entrata ed in uscita nel 2010 è stato rispettivamente di 23,4 miliardi di dollari statunitensi (in aumento del 9,4% rispetto al 2009) e di 38,6 miliardi miliardi (in diminuzione del 7,4%) per uno stock totale di 561,1 miliardi di dollari in entrata e 616,1 miliardi di dollari in uscita. Va sottolineata la crescita degli IDE cinesi in Canada, che nel 2010 hanno raggiunto quota 4,3 miliardi di euro.
Gli IDE in stock dal Canada verso l'Italia nel 2010 ammontavano 1 miliardo di dollari canadesi (la trentacinquesima destinazione al mondo degli IDE canadesi), mentre gli IDE in stock dall'Italia verso il Canada ammontavano a 1,1 miliardi di dollari canadesi (diciannovesimo paese di provenienza).
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DATI STRATEGICI DEL SETTORE
6.2) MODALITÀ DI PENETRAZIONE DEL SETTORE E DEL MERCATO
6.3) INFORMAZIONI E OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE ITALIANE
6.4) PROSPETTIVE DEL MERCATO
Il Canada è parte integrale del sistema industriale automobilistico nordamericano con una vendita annuale di circa 14 milioni di autoveicoli ed un fatturato di 260 miliardi di dollari. L'80% della produzione canadese è destinata all'export, la maggior parte verso il mercato statunitense. Il Canada rappresenta il 17% della produzione totale nordamericana ed è l'ottavo più importante produttore di autoveicoli al mondo, con una capacità produttiva di 2,5 milioni di autoveicoli all'anno. Cinque delle più importanti case mondiali (Chrysler, Ford, GM, Honda e Toyota) insieme ad alcune delle più importanti case di veicoli da trasporto (Hino, Motor Coach Industries, PACCAR e Volvo Bus) mantengono degli impianti di produzione in Canada. Con 14 stabilimenti per l'assemblaggio di vetture passeggeri e di veicoli commerciali e 350 fabbriche per la produzione di parti, componenti ed accessori, l'Ontario è la principale regione del settore in Nord America.
Quello automobilistico è il più importante settore manifatturiero del Paese e rappresenta una grande fetta degli scambi commerciali e degli investimenti. Nel 2010 il settore rappresentava il 12% del PIL con un fatturato di 68 miliardi di dollari canadesi e 49,7 miliardi di dollari canadesi di export. Nel primo semestre 2011, la produzione di autoveicoli (auto, furgoni e camion) in Canada è stata di 1.085.221 (1.085.226 nel primo semestre 2010), a fronte delle 4.260.097 unità prodotte negli USA. Sempre nel primo semestre 2011, le vendite di autoveicoli hanno raggiunto le 823.338 unità.
L'indotto è composto da 1.300 imprese con un'occupazione totale di 500.000 dipendenti. Gli investimenti in R&D ammontano annualmente a 3,5 miliardi di dollari canadesi l'anno. Tra le società di componentistica si annoverano: Denso, Continental, Aisin Seiki, Kjohnson Controls,TRW, Magna, Martinrea, Linamar, ABC Group, Woodbridge e Westcast.
L'ingresso di Fiat nel mercato canadese attraverso il progressivo controllo della Chrysler sembra poter garantire un canale di penetrazione preferenziale per le aziende italiane. Fiat, che attualmente detiene circa il 58,5% delle azioni della Chrysler, controlla 3 fabbriche del gruppo americano, in Ontario. L'alleanza Fiat‐
Chrysler ha aperto nuove opportunità di collaborazione fra Italia e Canada.
Nel 2011 il gruppo italo‐americano ha venduto 4 milioni di veicoli. L'utile è stato di 2,4 miliardi di euro su un fatturato di 59,6 miliardi di euro. La Chrysler ha registrato profitti per la prima volta dal 1997. Le previsioni per il 2012 danno un'ulteriore crescita, con ricavi stimati superiori ai 77 miliardi di euro ed utili tra i 3,8 e 4,5 miliardi di euro.
Non esistono particolari vincoli all’ingresso nel mercato canadese dell’automotive e la progressiva abolizione dei dazi commerciali per le importazioni di beni manifatturieri pone nuove opportunità. La stabilità macroeconomica del Canada e del suo sistema finanziario e creditizio, nonché i notevoli investimenti in ambito di ricerca e sviluppo, uniti agli sgravi fiscali e doganali recentemente introdotti in Canada nel comparto manifatturiero e industriale, rappresentano uno stimolo allo sviluppo degli investimenti nei settori strategici dell'economia canadese. Il comparto dell'automotive è uno di quei settori in cui esistono solide opportunità per le aziende italiane, con possibilità di incremento delle relazioni già esistenti e l'apertura di nuovi spazi.
Il calo delle immatricolazioni a livello europeo causato da un prolungato periodo di rallentamento delle vendite ai privati e i dati positivi del mercato nordamericano e canadese in particolare testimoniano del momento particolarmente positivo per investimenti in Canada.
La concorrenza nell'automotive canadese è molto forte: se da un lato ciò può rappresentare un ostacolo alla penetrazione del mercato, costituisce allo stesso tempo un fattore potenzialmente positivo per quelle aziende che sono in grado attualmente, o lo saranno nel breve futuro, di sviluppare innovazione e competitività. Gli spazi disponibili vanno dal sostegno alla presenza e sviluppo del gruppo Fiat‐Chrysler, alla conquista di commesse per le altri case produttrici.
La produzione totale di autoveicoli in Nord America è destinata a crescere a livelli record nei prossimi 5‐10 anni. Dopo il periodo di grave crisi attraversato dal settore, i produttori di autoveicoli raggiungeranno, nel primo semestre 2012, l'80% del livello di capacità produttiva dei lori impianti di produzione e assemblaggio, tornando per la prima volta ai livelli del secondo trimestre 2006. Alcune stime danno entro il 2018 il raggiungimento di 18 milioni di unità prodotte, superando il record stabilito nel 2000 con oltre 17,5 milioni di autoveicoli prodotti. Questi livelli di produzione saranno guidati da un aumento della domanda che si prevede subirà costanti incrementi almeno fino al 2015. Le principali compagnie automobilistiche operanti in Canada hanno già dichiarato il raggiungimento di livelli record nei primi mesi del 2012. E' il caso della Mercedes‐Benz Canada che solo nel mese di febbraio 2012 ha consegnato 2.393 Mercedes‐Benz e Smart, un risultato che rappresenta un record assoluto per il periodo considerato, con un incremento del 16,8% rispetto al periodo precedente. Per rispondere al previsto aumento della domanda interna ed internazionale, nei prossimi anni i principali costruttori procederanno ad un maggiore utilizzo delle capacità produttive già installate ed alla creazione di nuovi stabilimenti.
Associazioni di Categoria, Banche Centrali
sezione ha cadenza di aggiornamento annuale poiché i dati di solito vengono pubblicati dagli uffici di statistica ogni 12 mesi sulla base dello storico dell'anno in chiusura.
Camere di Commercio nazionali, Società di Consulenza per l'Internazionalizzazione, Banche d'Affari.
ANNUALE: anche in questa voce l'aggiornamento è
annuale poiché vengono date delle informazioni strategiche di massima che non cambiano nel corso dell'anno.
Fonti specialistiche: Agenzie di Stampa specializzate, Servizi di Informazioni alle Imprese, Sistemi informativi delle Fiere ed eventi commerciali, Desk Esteri Promos.
ANNUALE: le informazioni che vengono date sono di tipo strategico e quindi valide durante l'anno in esame.
Rielaborazioni ed analisi degli esperti del Progetto New Deal.
Questa sezione verrà
aggiornata in funzione delle altre informazioni fornite e delle modalità
di erogazione delle informazione del database.
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Indice
Descrizione dei Contenuti della sezione
Fonti
Modalità e tempistiche di aggiornamento
7) SETTORE DEI MACCHINARI
7.1) DATI STRATEGICI DEL SETTORE
7.2)
MODALITÀ DI PENETRAZIONE DEL SETTORE E DEL MERCATO Il Mercato dei macchinari in Canada è uno dei più interessanti nelle economie avanzate.
Molti dei macchinari usati in Canada sono importati dagli Stati Uniti, dalla Germania, dall’Italia e da Taiwan, mentre negli ultimi anni ha acquisito un peso crescente la Cina. Molte aziende canadesi, anche a seguito del superamento della fase di crisi produttiva, sono in procinto di rinnovare il parco di macchinari obsoleti con uno più recente ed efficiente. Il prezzo è uno dei fattori decisivi nelle scelte d'acquisto, benché qualità ed affidabilità del macchinario e il servizio post vendita rappresentano fattori determinanti. Molte industrie canadesi nutrono perplessità nei confronti delle aziende produttrici italiane a causa dei problemi affrontati in passato per quanto concerne assistenza e approvvigionamento di pezzi e parti di ricambio.
Il mercato canadese guarda sempre più all'innovazione ed alla affidabilità dei prodotti acquistati. In generale, i macchinari provenienti dalla Germania godono di ottima reputazione per la qualità di costruzione e la solidità dell’insieme, anche se sono considerati tra i più costosi. I macchinari italiani godono anch’essi (per i settori della lavorazione legno, dell’imballaggio, della plastica e del metallo) di una buona reputazione. Nello specifico, i produttori italiani sono apprezzati per la capacità di adattare i macchinari alle esigenze particolari del cliente finale canadese. I macchinari provenienti dall'Asia orientale sono molto competitivi in termini di minori prezzi ma sono generalmente considerati di qualità inferiore rispetto a quelli europei.
Il Canada offre una forza lavoro molto qualificata e un elevato numero di ingegneri insieme ad uno dei più bassi costi di manodopera. Ulteriori vantaggi derivano dalla vicinanza al mercato statunitense e, a livello fiscale e finanziario, dai crediti di imposta e dai finanziamenti o relative garanzie offerti dal governo federale e dalle Province. Numerose aziende italiane si sono inserite nel mercato attraverso contratti di fornitura o attraverso l'apertura di sussidiarie create direttamente in loco. Per le aziende interessate esclusivamente alle opportunità commerciali, il canale d'ingresso privilegiato rimane l'utilizzo di un distributore che sia anche in grado di fornire assistenza all'utente anche successivamente alla vendita. Generalmente, le industrie canadesi preferiscono fare affari con fornitori che abbiano una presenza stabile sul territorio, e, in alternativa, con i distributori locali. Molte aziende italiane hanno aperto in Canada delle filiali con esposizioni e servizi di assistenza. In alternativa, alcune aziende italiane coprono il mercato canadese attraverso le proprie filiali negli Stati Uniti.
Uffici di Statistica, Associazioni di Categoria, Banche Centrali
Fonti specialistiche: Agenzie di Stampa specializzate, Servizi di Informazioni alle Imprese, Sistemi informativi delle Fiere ed eventi commerciali, Desk Esteri Promos.
ANNUALE: anche in questa voce l'aggiornamento è
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7.3) INFORMAZIONI ED OPPORTUNITÀ
PER LE IMPRESE ITALIANE
L'Italia è il quarto produttore mondiale di macchinari, ma in Canada risulta al settimo posto superato ormai anche dalla Cina e dalla Corea del Sud. Nel corso degli anni l'offerta italiana non ha mantenuto il ritmo di crescita della domanda canadese. Per esempio nel 2010 le importazioni canadesi di macchinari è cresciuta del 25,6% mentre le esportazioni italiane solo del 13,6% calando al settimo posto della graduatoria dei principali Paesi fornitori (era sesta nel 2009) con una flessione anche del peso percentuale sul totale, passata da 2,8% a 2,5%. A livello di comparto, le principali opportunità per le aziende italiane sono nei macchinari per il settore alimentare, la lavorazione di metallo, legno e plastica.
I prodotti più importanti del settore esportati in Canada sono:
‐ macchine edili e movimento terra
‐ macchine utensili lavorazione metallo
‐ macchine lavorazione legno
‐ macchine per la plastica e stampi
‐ macchine alimentari
‐ macchine agricole
‐ macchine imballaggio
‐ valvolame e rubinetteria.
Rielaborazioni ed analisi degli esperti del Progetto New Deal.
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Per la maggior parte dei settori, appare strategica una presenza in Ontario e nel Québec (province dove sono localizzate la maggior parte delle industrie canadesi). Nel settore delle macchine per il legno è fondamentale una presenza anche nel British Columbia.
La meccanica rappresenta per valore complessivo il primo settore dell'export italiano nelle provincie della British Columbia e dell'Alberta. I macchinari italiani godono dell'apprezzamento del mercato perché ritenuti di qualità e affidabili. Questi elementi garantiscono ai prodotti italiani competitività sia nei confronti delle produzioni europee concorrenti, sia delle produzioni a basso costo provenienti dall'Estremo Oriente, che negli ultimi anni hanno costantemente acquisito peso nel mercato nordamericano, e canadese in particolare. Di fondamentale importanza è la cura del cliente nella fase post vendita.
Non vi sono restrizioni particolari per l'esportazione di macchinari italiani in Canada, molti dei quali sono importati in esenzione di dazi doganali. Tuttavia, si deve tenere presente che è richiesta la conformità alle norme canadesi del CSA (Canadian Standards Association), particolarmente per parti e componenti elettrici. Anche il macchinario nel suo insieme deve essere certificato. Gli stabilimenti che fanno uso di macchinari non conformi alle norme di sicurezza possono essere chiusi dal Ministero del Lavoro.
7.4) PROSPETTIVE DEL MERCATO
Le prospettive del mercato canadese dei macchinari appaiono buone date le aspettative di crescita dell'industria canadese in molti comparti strategici per l'export italiano. Il rapido superamento della fase di crisi produttiva del paese e i costanti investimenti in ricerca e sviluppo fanno del Canada un mercato interessante per tutte quelle aziende che stanno puntando sull’innovazione tecnologica della loro produzione e sulla cura dei rapporti commerciali e di assistenza post vendita all'utente finale.
I settori sui cui puntare sono quelli dove già le aziende italiane operano ma che vedono spazi ulteriori di espansione, nonostante la sempre più
aggressiva presenza della Cina e di altre aziende produttrici dell'area asiatica. I dati post crisi mostrano infatti una costante crescita dell'export in Canada, in vari comparti. Le esportazioni di macchinari e accessori per l'industria del legno verso l’area Nafta hanno avuto un incremento del 33,1% nel 2010 (pari ad un totale di 61 milioni di euro). Nello specifico, l’export verso il Canada è aumentato del 46%. Anche il settore dei macchinari utensili e a conteggio numerico hanno visto un aumento sensibile dell'export verso il Canada (+45,6%, pari a 20,9 milioni di euro). Un dato significativo se si considera il parallelo calo di oltre il 30% registrato nei vicini Stati Uniti. Infine, prospettive sembrano emergere anche dall’industria delle macchine tessili, che vede l’Italia al terzo posto su scala mondiale per quanto riguarda la produzione, con livello tecnologici considerati di standard elevato. Sebbene l'area nordamericana non rappresenti una parte rilevante dell'export italiano di settore (solo il 4%, rispetto al 50% dell'Asia), negli ultimi anni il Canada ha costantemente investito nello sviluppo tecnologico del suo settore tessile, con una programmazione a lungo periodo per l'innovazione e lo sviluppo di nuove tecnologie e processi.
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Indice
Descrizione dei Contenuti della sezione
Fonti
Modalità e tempistiche di aggiornamento
Uffici di Statistica, Associazioni di Categoria, Banche Centrali
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8) SETTORE DELLE ENERGIE RINNOVABILI
8.1) DATI STRATEGICI DEL SETTORE
8.2)
MODALITÀ DI PENETRAZIONE DEL SETTORE E DEL MERCATO Pur essendo tra i primi paesi al mondo per produzione ed export di fonti energetiche di origine fossile, il Canada gode di un ingente potenziale di fonti energetiche rinnovabili. Le numerose e varie risorse naturali di cui il paese è ricco, unite alle eccellenti infrastrutture in campo energetico e dei
trasporti, rappresentano fattori strategici per lo sviluppo di questo settore. Le politiche governative in campo ambientale e gli elevati incentivi fiscali e di supporto alle attività di ricerca e sviluppo hanno permesso negli ultimi anni numerosi investimenti nel mercato delle energie rinnovabili, creando numerose opportunità anche per aziende e investitori internazionali.
Tra le economie sviluppate, il Canada rappresenta il secondo paese per generazione di elettricità da fonti rinnovabili e rifiuti, e il secondo produttore a livello mondiale di energia idroelettrica (dietro alla Cina) con 535 TeraWatt all'anno. L'integrazione con la rete elettrica statunitense continua a garantire l'accesso al maggio mercato mondiale dell'energia, anche se il governo canadese punta a sviluppare le risorse energetiche rinnovabili anche per l'export.
Nel prossimo futuro il Canada ambisce a diventare il maggior produttore a livello mondiale di energia eolica e oceanica. Attualmente, tre quarti dell'elettricità canadese provengono da fonti pulite (idriche, nucleari, eoliche, solari, biomasse e biocarburanti) e il governo canadese ha fissato l'obiettivo del 90% dell'elettricità prodotta da fonti pulite entro il 2020.
Il settore delle energie rinnovabili, così come quello delle tecnologie per l'ambiente, sono due dei comparti in cui il governo canadese e le amministrazioni provinciali stanno puntando con maggior forza, mettendo a disposizione strumenti di sostegno finanziario e agevolazioni fiscali alle aziende del settore.
I principali programmi di incentivazione e sostegno al settore delle risorse rinnovabili in Canada sono:
• i fondi messi a disposizione dal Scientific Research and Experimental Development Program per la ricerca e lo sviluppo di nuove e migliori prodotti e processi ad alto contenuto tecnologico
• il Sustainable Development Technology Canada (SDTC) mette a disposizione finanziamenti per stimolare lo sviluppo, il collaudo e la commercializzazione di tecnologie per le energie rinnovabili. • il programma NextGen Biofuels Fund and SD Tech Fund sostiene progetti di sviluppo di tecnologie per la generazione di energia pulita.
• il Canadian Clean Energy Fund sta investendo circa 800 milioni di dollari canadesi in cinque anni per la ricerca, lo sviluppo e il collaudo di tecnologie "green", con particolare attenzione a quelle che riguardano la cattura e lo stoccaggio delle emissioni di CO2
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8.3)
INFORMAZIONI ED OPPORTUNITÀ
PER LE IMPRESE ITALIANE
Le aziende italiane che operano nel campo dello sviluppo di tecnologie e processi per la generazione di energie rinnovabili trovano in Canada un ambiente tra i più sviluppati al mondo e con numerosi incentivi messi a disposizione sia a livello federale che provinciale. L'area nordamericana offre già un elevato livello di competenze, prodotti e servizi di cui il mercato canadese può beneficiare ma la costante ricerca di sviluppo tecnologico apre numerose strade a quelle aziende che sono in grado di offrire alternative altrettanto valide a costi più
vantaggiosi e con un servizio migliore.
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ANNUALE: le informazioni che vengono date sono di tipo strategico e quindi valide durante l'anno in esame.
8.4) PROSPETTIVE DEL MERCATO Il mercato delle energie rinnovabili e delle tecnologie ad esse associate sta attraversando una fase di grande crescita ed espansione con programmi governativi ed investimenti internazionali di lungo periodo. Quasi tutti i settori della “green energy” sono interessati da questa dinamica. Il settore dell'energia solare ha visto decuplicare la produzione negli ultimi anni. Vi operano circa 350 aziende in tutta la filiera produttiva con oltre 3.000 addetti. Il settore eolico vede impegnati ha visto aumentare la sua produzione di oltre il 40% dal 2005 e si prevede che entro il 2015 il Canada riesca ad avere una capacità installata di 12 GigaWatt. Nei prossimi 4‐5 anni si stimano investimenti nel settore eolico per circa 4 miliardi di dollari canadesi l'anno con un costante aumento dell'occupazione, fino a raggiungere i 15.000 occupati. Grazie alle scelte effettuate dal governo canadese in materia di sviluppo dei biocarburanti, il Canada continua il suo percorso di ricerca, sviluppo e commercializzazione di carburanti ecologici, inclusi bioetanolo, etanolo da cellulosa e olio pirolitico. Attualmente vengono prodotti oltre 200 milioni di litri di carburante da etanolo e oltre 1.000 distributori vendono biocarburanti. Oltre alla definizione dei livelli relative alla percentuale di biocarburanti nelle benzine, nel luglio 2011il Canada ha introdotto la quota del 2% di biocarburanti nel gasolio.
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RIEPILOGO FONTI
∙ Ambasciata del Canada di Roma (http://www.canadainternational.gc.ca/italy‐italie/offices‐bureaux/embassy‐ambassade.aspx?lang=ita&view=d)
∙ Bank of Canada (www.bankofcanada.ca)
∙ Canadian Trade Commissioner Service (www.tradecommissioner.gc.ca)
∙ Euromonitor (www.euromonitor.com)
∙ Foreign Affairs and International Trade Canada (http://www.international.gc.ca/international/index.aspx?view=d)
∙ Heritage Foundation (www.heritage.org)
∙ Industry Canada (http://www.ic.gc.ca)
∙ Invest in Canada (www.investincanada.gc.ca)
∙ Oxford Analytica (www.oxan.com)
∙ The Economist (www.economist.com)
∙ United Nations Conference on Trade and Development (www.unctad.org)
•Economist Intelligence Unit (www.eiu.com)
•European Commission Trade (http://ec.europa.eu/trade/creating‐opportunities/bilateral‐relations/countries/morocco/)
•Fondo Monetario Internazionale (http://www.imf.org/external/data.htm)
•Freedom House (www.freedomhouse.org)
•Istituto per il Commercio Estero (www.ice.it)
•Transparency International (www.transparency.org)
•UNICEF (www.unicef.org)
•World Bank (www.worldbank.org)
•World Economic Forum (www.weforum.org)
•WTO – World Trade Organization ( www.wto.org)
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