anno 11 - numero 1 - maggio 2013

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anno 11 - numero 1 - maggio 2013
DELL’ISIS
“LINO ZANUSSI” PORDENONE
OFFERTA LIBERA
Sommario
Come partecipare al blog?
2
Gli altri ed io
3-
La storia di satiro
4
Intervista al Preside
5
giornali no del l’IPSIA “Li no Zanussi”
POR DE NONE
Il gioco del calcio
6-7
Sì, viaggiare
8
La posta; dare un nome la giornalino
9
Chi dice che non ha paura è poco furbo
10
Versi e spigolature
11
Accettare se stessi
12
Quale futuro per noi giovani...
13-14
Il rapporto tra mia sorella e me
14-15
Fumetti di chimica, la sfilata
16-17
Facile dire cos’è la musica
18-19
La mia esperienza con gli UFO
19-20
Intervista al prof Bubbola
21
Quando smetti di essere un bambino
22-23
Redazione : Rilind Polozani, Grewal
Harmanpreet Singh, Adriana Mazreku,
Pol Andrei Pavel, Pol Gabriel Petru, Belinda Baniba, Lisa Venier, Giorgia Menegon, Davide Noviello. Collaboratrici esterne: allieve della IIA SM e della III A SM
Responsabile: : prof.ssa Lidia Curto
A destra una schermata
del nostro blog
Anno 11
Numero 1
il cui ricavato andrà a vantaggio
dell’iniziativa:
proposta da voi allievi sul blog
Maggio 2013
Pordenone
Ragazzi.. Si va sul blog! Come si fa????
Pagina 2
Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco)
Come partecipare al blog?
Cari Ipsiaci, condividere con noi della redazione i materiali del blog, del forum e del
giornalino è molto semplice!
E’ sufficiente che vi connettiate col sito del
nostro Istituto www.isiszanussi.pn.it, si può
cliccare il box in basso a destra, “pagine più
lette”, la terza voce: blog e forum; oppure
nella fascia verde in alto sotto la testata cliccare” studenti”, quindi, nel box a sinistra
cliccare sulla cartella Mu-Me-Ma e si apriranno tutti i link del blog e del forum.
Inoltre potete postare i vostri messaggi per
gli amici e per non amici dell’ISIS_IPSIA
nelle scatole postali disposte nel reparto B
(ex Bozzato) e nel reparto F (ex Flora).
Anno 11
Pagina 3
GLI ALTRI ED IO
Siamo tutti diversi, ognuno con propri pensieri
ed emozioni. Spesso le persone danno più importanza a loro stesse che agli altri, per orgoglio, autostima, ottimismo? Non lo so il perché
lo fanno, lo sanno solo “loro”. A me piace di
più pensare agli altri, perché quello che mi accade nella giornata, quello che vivo, quello che
sento dipende anche da loro. Mi piace esserci
per gli altri perché spero che anche loro ci siano per me. L’anno scorso una mia prof. ssa ha
raccontato alla classe perché è diventata professoressa e ci ha detto che ognuno ha un obbiettivo nella vita. All’inizio sembrava assurdo,
ma poi ci ho pensato e ho realizzato qual è il
mio obbiettivo. Il mio obbiettivo è il sorriso
delle persone a cui voglio bene, a cui tengo, mi
piace vederle sorridere e, se stanno male, mi
preoccupo di tirare su il morale a loro; ma la
cosa che più mi rende felice è che ci riesco.
Questo mio obbiettivo probabilmente può
sembrare stupido, ma per me è un motivo per
andare avanti, e per donare il sorriso agli altri.
Tutti i giorni faccio la “finta stupida” e mi faccio credere pazza solo per far divertire amici e
amiche, per farli sorridere; però mi dispiace il
fatto che, facendo così, spesso vengo sottovalutata. Voglio molto bene ai miei amici, perché
loro sono la mia forza e farei di tutto per loro;
sono la parte più importante della mia esistenza. Con ciò non voglio sembrare una
“modesta” ma voglio solo far sapere che la
felicità spesso dipende dalle persone e non
dalle cose materiali. Se sono la persona che
sono oggi è solo grazie a delle persone speciali; grazie alla mia classe ( 2°A S.M. forever !), alla mia classe preferita, la 2°B IMT,
ma soprattutto ad Adriana, Dario, Vlady, Luca, Michele e Kevin, le migliori persone che
ho conosciuto in questa scuola! Ci sarò sempre per voi! Vi voglio bene!
Anonimo della II A SM
La nostra scuola si rinnova: i docenti dell’ISIS-Itis-Ipsia si sono dati da fare per aggiungere
valore a questo titolo di studio che si consegue, sì, in cinque anni, ma continuerà a garantire
un adeguato livello di conoscenze e competenze nei settori tradizionali (termico-meccanico;
elettrico-elettronico). Infatti la riforma “Gelmini” prevede la creazione della figura del
“Manutentore” , una specie di esperto multi competente, con abilità e conoscenze forse più
generali ma non sempre abbastanza approfondite, comunque spendibili e richieste nel mondo
del lavoro. Il nostro Istituto, utilizzando le prerogative della cosiddetta “autonomia”, pone una
particolare attenzione a tutte le attività formative professionalizzanti, dando rilievo alle discipline che prevedono un congruo e significativo numero di ore di laboratorio e di officina , perché vengano sfruttate al massimo utilizzando le risorse provenienti dalla Provincia, aprendosi a
corsi con carattere di indirizzo (quegli indirizzi che abbiamo già ricordato). Quanto alla
“Moda”, sapete tutti che già da un biennio si è trasformato in un Istituto Tecnico, offrendo agli
iscritti prospettive interessanti di professionalità.
Anno 11
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Un Satiro che non era un satiro ma un eroe
a cura di Antonio Scupola della II B IMT
C’era una volta, in un paese lontano, un uomo
molto povero chiamato Satiro.
Egli viveva per strada chiedendo l’elemosina, ma
non guadagnava neanche un soldo. Possedeva
soltanto una fionda e indossava vestiti logori e
rattoppati.
Aveva pantaloni blu che gli arrivavano alle ginocchia, una maglietta rosa che si fermava a metà
petto e le maniche arrivavano al gomito. Aveva i
capelli castani e girava per il paese scalzo. Ogni
giorno passava davanti a lui un signore ricco e
potente, di nome Olat e, ogni volta, Satiro gli
chiedeva la carità.
Un giorno Olat si stancò di vedere sempre Sativo
chiedergli l’elemosina, allora chiamò una guardia
e disse: <<Quell’uomo mi ha rubato un sacco di
monete! Arrestatelo!>>. Allora la guardia lo prese e lo mise in prigione.
Era una stanza grigia, con una sola finestra, che
rendeva il suo animo ancora più triste.
Ad un tratto Satiro sentì una voce che diceva:
<<Se vuoi uscire da questa prigione guarda in
basso>>.
Così egli guardò in basso e vide due ragnetti
completamente neri. Quindi disse loro, impaurito<<Chi siete? Che cosa volete?>>,. Il primo rispose: <<Io mi chiamo
Albert>> e il secondo
disse <<Io sono Ercole>>, poi aggiunse:
<<Noi ti possiamo aiutare ad uscire di prigione>>. Satiro a quel punto cominciò a rallegrarsi
e chiese: <<E come potreste fare?>>. Albert
rispose: <<Noi siamo magici, e potremmo aprire
un tombino, questo è l’unico metodo per scappare, soltanto che nel viaggio incontreremo un orco
alto 20 metri>>. Satiro ci pensò poi accettò e scesero giù per il tombino. Dal tombino, si trovarono
in un tunnel sotterraneo tutto rosso, non c’era
proprio niente di un altro colore. Il suolo era ricoperto da una corta erbetta, anche questa rossa. Si
misero in viaggio e camminarono per molti giorni
finché trovarono
l’arco. Satiro ci pensò un po’, poi accettò
e scesero giù per il
tombino. Si trovava
in un tunnel sotterraneo tutto rosso, non c’era proprio niente di altro
colore. Il suolo era ricoperto di una corta erbettsa, anche questa rossa. I tre si misero in viaggio
e camminarono per molti giorni finchè trovarono
l’orco. Era tutto verde con i vestiti marroni. Egli
disse rivolto a Satiro: <<tu, per uscire da questa
prigione dovrai sconfiggermi>>.
Satiro cominciò a pensare a cosa fare poi gli venne un’idea. Nell’erba vide luccicare qualcosa: era
una collana dell’orco; così prese la fionda e sparò
il medaglione dritto negli occhi dell’orco che
cadde, sbatté la testa e morì.
Guardandosi intorno, Satiro vide una porta, la
aprì ed uscì dalla prigione, rivedendo finalmente
la luce. Quindi disse ai due amici ragni:
<<Evviva, siamo liberi dalla prigione!>>
A quel punto, li vide trasformarsi in due principi
che dissero: <<Grazie, ci hai liberato da un crudele incantesimo! Eravamo stati trasformati in
ragni e saremmo tornati alla nostra figura solo se
fossimo usciti da quella prigione.>>. Poi aggiunsero: <<Ti ricompenseremo con dieci sacchi di
monete d’oro>>. Così Satiro divenne ricco.
Poi però andò dalla guardia che l’aveva arrestato
e denunciò Olat perchè lo aveva accusato ingiustamente. Così Olat finì in prigione mentre il povero Satiro fu finalmente felice.
Anno 11
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INTERVISTA AL PRESIDE GIOVANNI DALLA TORRE
Che cosa ne pensa della scuola in cui è capitato?
Ho ricevuto una buona impressione, soprattutto ho
trovato tanti insegnanti pieni di buona volontà ed attrezzature che dimostrano l'impegno posto da ingegneri e tecnici, negli anni passati, per fornire dotazioni ed
elementi di base in una scuola dove i finanziamenti
non bastano mai.
Ci dice qualcosa di Lei? Com'è diventato Preside?
Ho raggiunto la venerabile età di 57 anni e sono nato a
Udine. Ho frequentato il liceo classico e la facoltà
Lettere e Filosofia, ho completato il Corso di laurea in
Teologia, inoltre ho conseguito tre master (percorsi
specialistici post laurea di primo e secondo livello).
Per giungere ad oggi, ho superato un concorso a cattedra sostenendo varie prove. Dopo che, per 16 anni
sono stato Vice-Preside dell’istituto “FLORA”, ho
vinto il concorso per Dirigente scolastico.
Quali sono le cose che secondo lei sono da migliorare?
Sono soprattutto scontento dell’architettura interna
(disposizione e caratteristiche dei locali) ed esterna
(aule distribuite in tre diversi edifici) che non risponde alle esigenze didattiche e rende anche al sottoscritto raggiungere le varie parti in un tempo ragionevole
quando desidero fare un sopralluogo.
Possiamo farle alcune proposte?
a) Abbassare il livello della sufficienza dal 6 al 5
Non è legalmente possibile e non è neanche praticamente utile. Già in passato sono stati introdotti metodi
diversi di valutazione come i giudizi sintetici o analitici, alle scuole medie in particolare o alle elementari.
Non è detto che non si modifichino ancora le modalità: la docimologia (è un ramo della pedagogia che si
può collocare specificamente tra le tecniche sperimentali che si occupano dello studio dei sistemi di valutazione delle prove di verifica, dove la valutazione rappresenta uno snodo fondamentale, in quanto il voto
non viene più inteso in ambito strettamente numerico)
è una scienza complessa.
b) Allungare l'intervallo di minimo 5 minuti
Il problema della durata dell’intervallo è strettamente
legato agli accordi con l’ATAP, cioè con la compagnie
delle corriere di Pordenone, che deve tener conto degli
orari di tutte le scuole del comprensorio, per cui non è
stato finora possibile regolarsi diversamente
c) Avere il permesso di poter fare nell'istituto una
festa di fine anno.
Sono d'accordo, ma dovrete prendere l'iniziativa con
Il preside attende preoccupato…..
La redazione scarmigliata che
sta per fare l’intervista
gli studenti rappresentanti di Istituto e coinvolgere i
vostri compagni, affrontando e risolvendo i problemi organizzativi.
d) Introdurre nel regolamento la possibilità di
gite di più di un giorno anche per le classi non
terminali
Se il regolamento lo consentisse, tenendo conto
anche delle spese e della responsabilità che dovrebbero assumersi i docenti accompagnatori, mi trovereste anche d’accordo, ma vedo la cosa difficoltosa
soprattutto per gli allievi più giovani
e) Dimostrare maggiore comprensione nei confronti degli alunni che fanno ritardo a causa delle corriere
Già esistono disposizioni che consentono ai familiari di richiedere permessi di qualche minuto di
ritardo all’andata o di anticipo all’uscita, quando si
devono prendere linee di corriera svantaggiate. Inoltre l’Istituto è informato ed informa voi quando
ci sono scioperi, agitazioni o motivi di disguidi ad
esempio per il maltempo.
Il nostro gruppetto ringrazia il Preside per la sua
disponibilità e, a malincuore, ritorna alle rispettive
classi.
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Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco)
Il Calcio a cura di Rilind Polozani, II B IMT
Avevo cinque anni quando ho
iniziato a giocare a calcio. Me
l’ha insegnato un amico che era
più grande di me.
A lui piaceva il calcio perché,
diceva, quando giocava dimenticava tutti i problemi e tutte le
altre cose che lo facevano star
male e si divertiva tantissimo.
Mi succede la stessa cosa che
succedeva a lui: anche a me
piace questo sport e mi fa dimenticare tutti i problemi, ciò
che mi fa star male e mi diverto
tantissimo.
Il mio amico faceva
l’attaccante perché
gli piaceva ed era
bravissimo, invece
io faccio il portiere
per gli stessi motivi.
Mi diceva sempre
che quando fossi
stato grande avrei
fatto il portiere. Ma
io gli rispondevo di
no, che non avrei
fatto il portiere. Aveva ragione
lui, adesso copro questo ruolo e
mi piace tantissimo.
Il mio sogno è fare il portiere
della squadra del Milan, però
so che è difficile perché la selezione è severa e non è detto,
anche se vieni scelto, che ti
prendano nella loro squadra come portiere; io lo vorrei tantissimo però, se ciò avvenisse, la
mia vita cambierebbe per sem-
pre, dovrei lasciare la mia famiglia a Pordenone ed io non vorrei allontanarmi da loro.
E’ un sogno impossibile da realizzare, sarebbe più facile se la
mia famiglia si trasferisse a Milano: sarebbe bello se i desideri
si realizzassero!
Condivido la passione del calcio con due amici gemelli, Andrei e Gabriel che seguono che
si chiama Steaua Bucarest, una
forte squadra rumena. Come
vorrei che nel futuro giocassimo nella stessa squadra e vorrei
fosse quella del Milan. Tengo
strette le dita!
Che cos’è il calcio ?!
Il calcio è uno sport di squadra
nel quale si affrontano due
squadre composte ciascuna da
undici giocatori usando un pallone sferico all'interno di un
campo di gioco rettangolare
con due porte.
lone fra i pali della porta avversaria.
Una partita di calcio, che dura
90 minuti e si disputa in due
tempi di 45 minuti ciascuno, si
svolge sotto il controllo di un
arbitro (figura introdotta per la
prima volta nel 1891), che ha
«tutta l'autorità necessaria per
far osservare le Regole del
Gioco nell'ambito della gara
che è chiamato a dirigere» e le
cui decisioni sono inappellabili. L'arbitro è coadiuvato da due assistenti arbitrali e in alcune
partite anche da un quarto ufficiale, che, qualora se ne presenti la necessità, può anche
sostituire l'arbitro, e da un assistente di riserva, atto a sostituire uno dei due assistenti in caso
di necessità
E allora?
È anche uno sport olimpico:
dalla Il Olimpiade moderna in
E voi direte: lo sapevamo già! poi; e la semplicità delle sue
Allora aggiungo che il gioco è regole, Di origine arcaica, cioè
antica, la sua affermazione moregolamentato da una serie di
norme codificate e il suo obiet- derna e codificata (cioè con le
regole tuttora in vigore) si ebbe
tivo è quello di segnare più
punti (detti goal o reti) dell'av- in Inghilterra, nella seconda
versario, facendo passare il pal- metà del XIX secolo e da allora
si diffuse dapprima nel resto
(Continua a pagina 7)
Pagina 7
Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco)
a segno in tutte
tranne nel 1990. I
suoi 91 match e 34
reti con la Nazionale argentina co(Continua da pagina 6)
stituirono un red'Europa e in Sud America e poi in tutto il
cord, successivamondo.
mente battuto da
Javier Zanetti, RoMa perché ci interessa tanto?
berto Ayala, Diego
Il fatto che non richieda attrezzature speciali Simeone e Oscar
e l'estrema adattabilità a ogni situazione lo
Ruggeri per le prehanno reso lo sport più popolare al mondo
senze e da Gabriel
in termini di praticanti e spettatori. Infatti tra Omar Batistuta e
i più grandi campioni ci sono stati ragazzi
Hernán Crespo per i goal. La Federazione calciche hanno imparato a giocare nelle periferie stica dell'Argentina (AFA) gli ha inoltre assepiù povere di tutto il mondo e hanno riscat- gnato il titolo di Miglior Calciatore Argentino di
tato così il loro paesi, per esempio i campio- sempre, nel 1993.
ni da Paesi ricchi e poveri.
CALCIO
Wikipedia ci insegna che:
<<Il campionato mondiale di calcio (in lingua inglese FIFA World Cup, Coppa del
Mondo FIFA), è il massimo torneo calcistico per squadre nazionali maschili.>>
La coppa è chiamata Rimet dal nome di Jules Rimet, un direttore sportivo francese nato nel 1930, che ebbe un'idea, disputare il
campionato ogni 4 anni sotto l’insegna della
FIFA . La squadra vincente è proclamata
"campione del mondo". L'attuale detentrice
è la Spagna, vincitrice dell'edizione 2012.
Diego Armando Maradona è nato in un
quartiere poverissimo di Buenos Aires, il 30
ottobre 1960. La sua famiglia era disastrata
e Diego passava tutto il tempo per strada e
nei campetti improvvisati a tirare calci a un
pallone. Venne subito notato e a soli 16 anni
cominciò a ruotare attorno alla Nazionale:
ruolo da centrocampista e attaccante.
Diventò capitano della Nazionale
dell’Argentina vincitrice del Mondiale del
1986.
Partecipò a quattro diverse edizioni dei
Mondiali: 1982, 1986, 1990, 1994, andando
Noto anche come El Pibe de Oro (Il Ragazzo
d'Oro), considerato tra i più talentuosi calciatori
di tutti i tempi, ha militato nell'Argentinos Juniors, nel Boca Juniors, nel Barcellona, nel Napoli, nel Siviglia e nel Newell's Old Boys in una
carriera da professionista più che ventennale.
Alla fine del 2000 è stato eletto da un sondaggio
popolare indetto dalla FIFA miglior calciatore di
tutti i tempi.
Diego Armando Maratona è stato il giocatore
più bravo del Mondo .Il calcio era, è, e sarà lo
sport più famoso del Mondo.
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Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco)
Sì, viaggiare!
A cura di VITALINA FRANKOVA, 2° A SM
Direi che è passato parecchio
tempo dalla gita di terza media… e pensare che sono già in
prima, in una nuova classe e in
una nuova scuola!
Mi sembra incredibile come
siano volati i tre anni delle medie. La gita di terza è stata uno
dei momenti che mi è rimasto
più impresso nella mente; non
mi ricordo tutto, di sicuro, ma
solo che è stata una bella esperienza e che ci è servita a rafforzare il rapporto fra tutti noi. Per
questo ritengo giusto, ora, parlare di questa gita.
Non sono mai stata quel tipo di
persona che si affeziona molto
facilmente alla propria classe e
fa qualsiasi cosa per avere un
buon rapporto. Infatti l’idea di
andare in gita per tre giorni con
la mia classe sinceramente mi
Se potessi definirla con un
aggettivo direi piuttosto
“falsa”. Figuriamoci stare
assieme tre giorni… era un
incubo per me, solo l’idea
mi faceva passare la voglia
di partecipare a quella gita.
Invece alla fine si rivelò
tutt’altro, tutto è andato esattamente al contrario di come me
lo aspettavo.
Non sono mai stata così bene
assieme alla mia classe in tutti
quegli anni come in quei tre
giorni… Sul serio: non me lo
sarei mai aspettato né da me che
un giorno avrei potuto stare bene assieme alla 3° A, né dai
miei compagni che sono stati
come neanche una volta in quegli anni passati assieme…
Ancora adesso non posso credere di aver passato delle belle
giornate con una classe che ho
sempre odiato.
Sono stati tre giorni in cui abbiamo tirato fuori i veri “noi
stessi”: alcuni hanno tirato fuori
i propri lati migliori mentre altri
hanno tirato fuori quelli peggiori, ma l’importante è che tutti
siamo stati noi stessi.
spaventava un po’.
Non è da tutti i giorni fare colazione, pranzo, cena e passare
tutto il resto del giorno insieme
ai propri compagni: era proprio
questo il mio problema…
Avevo paura di impazzire; già:
impazzire solo a stare in classe
per qualche ora; e che classe,
poi!
Non avevo mai visto prima
d’ora persone in classe mia con
il proprio carattere, la propria
personalità: erano tutti come dei
soldatini che si seguivano a vicenda, uno sparlava dietro
all’altro… si imitavano, etc…
In quei giorni, però, ognuno è
stato se stesso e direi che li ho
preferiti così…
Per questo mi è dispiaciuto che
siamo andati in gita quasi alla
fine dell’anno: se fossimo andati
un po’ prima avrei potuto stabilire tutto un altro rapporto con
loro.
Oltre a tutto questo che credo
che sia stato lo scopo principale
della gita, vorrei dire anche
qualcosa delle destinazioni.
Dirò che di Milano non ho visto
poi così tanto, a parte il Duomo;
mi sarebbe piaciuto avere un po’
di più tempo per guardare almeno qualche vetrina. Infatti Milano è la città della Moda!
Per quanto riguarda il lago Maggiore non saprei che dire; di sicuro esso non è il mio posto ideale anche se è molto bello e tranquillo; direi che forse è anche fin
troppo tranquillo: avrei preferito
visitare qualche città molto più
movimentata perché vivere qui a
Valdifrina dove abito adesso, nel
mezzo della montagna, non è poi
così bello dopo un po’ e andare
al lago Maggiore direi che è stato un po’ come visitare Valdifrina; quindi sarebbe stato meglio
andare in qualche altra città.
D’altro canto non saprei che dire: non sono state il massimo le
destinazioni della gita, ma quello che conta è che abbiamo passato delle belle giornate insieme.
Questo mi rimarrà per sempre!
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Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco)
La posta del MultiMediaMagazine
ex l’Ornitorinco
Questo spazio non compilato serve a mandarvi un messaggio, cari Ipsiaci
folli! Perchè non avete imbucato nulla nelle cassette della posta del giornalino che ci
sono all’ex Flora (repartp F) e all’ex Bozzato (reparto B)?
Facendolo potevate comunicare con
quallcuno che vi interessa o mandare un
“messaggio” al prof con cui avete avuto una
discussione (nei limiti della buona
educazione). Potete comunque farlo nel
mese che ci resta e usare anche d’estate i
Sapevate che il vecchio nome del giornalino era L’Ornitorinco?
A molti di voi non piaceva e la coordinatrice ha utilizzato come nome transitorio
MultiMedia Magazine, abbreviato nella sigòa Mu-Me-Ma. Proponiamo a voi ragazzi,
per il mese di settembre prossimo, di ideare il nome che preferite e di farlo pervenire alla prof.ssa Lidia Curto. In seguito, la redazione voterà la scelta migliore e
l’autore riceverà un piccolo dono (simbolico, perchè è a spese nostre!)
Attendiamo con ansia le vostre proposte!
Soluzioni del cruciverba di pagina 24
CRUCICALCIO: LE STAR
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Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco)
Chi dice che non ha paura è poco furbo!
A cura di Anonimo della II B IMT
Un anno fa ho organizzato
un’uscita con alcuni amici; dovevamo incontrarci al centro in
Pordenone nel tardo pomeriggio, ero così felice
di rivedere i miei amici che non vedevo da qualche mese, per cui speravo che andasse tutto per
il meglio. Decidemmo di andare a fare un giro
per il centro e poi, passando davanti ad una pizzeria, decidemmo di entrare. Intanto che aspettavamo che arrivasse la pizza, parlammo delle
nostre paure, ognuno di noi ne aveva una: chi
del buio, chi degli insetti, ma Jack non aveva
paura di niente, o così diceva perché si vergognava di raccontarlo. Finito di mangiare, uscimmo dal locale e mentre camminavamo Jack continuava a percorrere con la mano la ringhiera
metallica che costeggiava la strada; un altro amico ed io eravamo più avanti e parlavamo del
fatto che Jack avrebbe negato di avere paura di
qualcosa perché temeva di essere preso in giro
da noi; all’improvviso abbiamo sentito un urlo
provenire dalle nostre spalle, Jack si era tagliato
profondamente il palmo della mano, continuava
ad urlare e faceva fatica a respirare, fin quando
non svenne. I miei amici ed io cercammo di restare calmi, mentre la sua mano continuava a
sanguinare e noi cercavamo di tenerlo sveglio;
si svegliò dopo pochi secondi e nel frattempo io
SPIGOLATURE
A CURA DI
tamponai il taglio con un fazzoletto. Quando
il nostro amico fu cosciente lo portammo
all’ospedale più vicino che era distante qualche centinaio di metri. Una volta arrivati, egli
ebbe la precedenza sugli altri che aspettavano
in sala d’attesa. Gli fu iniettata una dose di
antitetanica, nel caso fosse necessaria, gli fu
disinfettata la ferita e furono avvertiti i genitori che arrivarono
poco dopo.
Abbiamo
saputo poi
dai suoi genitori che
Jack aveva
paura del
sangue e
che questo
fatto aveva
contribuito
nel farlo
agitare in quel modo.
Per me fu doloroso vedere il mio amico soffrire così e non provai soddisfazione nello
scoprire che avevamo ragione: tutti abbiamo
paura di qualcosa!
ADRIANA MAZREKU, II A SM
Lo sapevate che le persone più forti di solito
sono le più sensibili? lo sapevate che le persone gentili sono le prime ad essere maltrattate?
lo sapevate che coloro che si prendono cura
degli altri per tutto il tempo sono di solito
quelli che ne hanno più bisogno? lo sapevi
che le 3 cose più difficili da dire sono: ti amo,
mi dispiace e aiutami….peccato che queste
parole sembrano dimenticate da molti….
LO SAPEVATE CHE….
Pubblicato: in Riflessioni, Nel sito http://
lunafrancescastefanelli.wordpress.com/2013/02/04/.
Che questo non vi spi nga ad essere egoisti ma
ad apprezzare di più chi non lo è..
Ed ancora, incredibile ma vero! Dal sito:
http://www.absurdityisnothing.net/2009/11/
•Un alveare di 7 metri in una casa abbandonata
nelle Canarie… le api si danno da fare quando
gli uomini non ci sono!
(Continua a pagina 11)
Pagina 11
Anno 11
VERSI PROVENIENTI DAL CUORE DI….AMINATA KEBE ,I A SM…. YEAH!,
Nero e fiero
Gente che ti giudica per il colore della pelle
Senza rendersi conto che veniamo tutti dalle stelle
ma ormai niente ha più importanza
Possiamo solo credere nella speranza
Lasciandoli alla loro ignoranza
Dimostrando di non avere paura
Davanti a qualsiasi questura
Che potrebbe mettere ogni cosa in chiusura
Se mi guardi in faccia vedrai un nero
Nato e cresciuto fiero
Che sente il tuo stesso sentimento
ma che vorrebbe un cambiamento
RIT. Black and proud , i was born black and proud….Yeah!
SPIGOLATURE DI ADRIANA
(Continua da pagina 10)
Il bambino che vede nel buio soprannominato Cat-boy
•un piccione fu insignito di una medaglia per
aver salvato 194 persone nella Prima Guerra
Mondiale? Riuscendo a consegnare un messaggio di vitale importanza, nonostante essere
stata ripetutamente colpita dal fuoco nemico,
Cher Ami è diventata una vera e propria eroina!
•-In Giappone l’obesità è illegale
•In Corea del Nord, dai parrucchieri, si può
scegliere solo tra i 18 tagli consentiti dal regime
•Un utilissimo studio ha dimostrato come
l’orario più comune in cui ci si sveglia la notte sono le 3:44.
•-Secondo uno studio, le bibite dietetiche sono
più pericolose delle sigarette.
•-Secondo uno studio, ogni sigaretta riduce la
vita di 11 minuti.
•Artista neozelandese produce fucili AK-47
fatti completamente di ossa animali.
•
•Negli
ultimi anni, in Cina, si sono misteriosamente prosciugati 28.000
fiumi: sarà stata una migrazione di cammelli?
•In Germania una ragazza
ha addestrato una mucca
a saltare come un cavallo:
chissà che splendido yogurt!
•a Gibilterra gli aerei atterrano sulle strade della
città… chissà che traffico!
•Padre denuncia il figlio 13enne: ha speso
4300€ in giochi sul suo iPad!.
•Un uomo è sopravvissuto al Titanic perché era
ubriaco (cercate di scoprire come).
•Un uomo ha sposato la fidanzata defunta in un
matrimonio-funerale.
•Le scarpe con i tacchi all’inizio furono create
per gli uomini, ecco perchè Berlu…
•Nel 1925 un cane attese il ritorno del padrone
alla stazione per 9 anni (soggetto di un film…
recente)
•Altre strane notizie le trovate al sito:
•http://notizie.delmondo.info/2013/03/
Pagina 12
Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco)
Accettare se stessi
da Anonima della II ASM
Sono una ragazza di 15 anni e
frequento il secondo anno di
scuola superiore. Sono una
ragazza normale, come tutti,
ma con un piccolo problema:
porto l’apparecchio acustico.
Quando ero una bambina, mi
rendevo conto di vivere
un‘esperienza insolita toccata
solo a me: ero sorda e non mi
accettavo così com’ero, non
mi piacevo e non mi volevo
bene. Non accettavo me stessa
per colpa della mia malattia
che mi aveva tolto l’udito.
Crescendo, mia madre mi disse: “ Vuoi bene a te stessa?”
Io rimasi senza parole, ma ri-
sposi: “No, non mi voglio bene
e non mi accetto così come sono” . E aggiunsi: “Non sopporto l’idea che dovrò portare
l’apparecchio acustico per sempre, perché voglio qualcosa di
più” . Mia madre, dopo aver
sentito le mie parole, mi disse
che aveva letto un libro, in cui
era scritto: “Se non tratti te
stesso nel modo in cui vorresti
essere trattato dagli altri, non
potrai mai cambiare le cose. Le
tue azioni sono i tuoi potenti
pensieri, ragion per cui, se non
ti tratti con rispetto, emetti il
segnale di non essere abbastanza importante. Il segnale continuerà ad essere trasmesso e tu
vivrai sempre più situazioni in
cui le persone non ti trattano
bene. Le persone sono
l’effetto, i tuoi pensieri sono le
cause. Devi cominciare a trattarti con rispetto e amore, ad
emettere quel segnale e a sintonizzarti su quella frequenza.
Allora la legge di attrazione
metterà in moto l’intero universo e la tua vita sarà piena di
persone che ti vogliono bene e
ti rispettano”. Poi, mia madre
aggiunse: “Devi accettarti così
come sei e sappi che noi tutti
siamo uguali”. Io, dopo aver
sentito queste frasi, ero rimasta stupita, senza parole e le
dissi che aveva ragione. Così,
pian piano, sono riuscita ad
accettarmi così come sono e
mi voglio bene. Ora, continuo
la mia bella vita e sono felice
di aver fatto questo passo per
accettare me stessa.
Pagina 13
Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco)
Quale futuro lavorativo per gli allievi della II B IMT?
a cura di Filippo PICCOLO e Matteo ROMAN
Un giorno, quando concluderò gli studi presso le
scuole superiori, vorrei
intraprendere il mestiere
che svolge mio padre.
Vorrei diventare progettista meccanico, ovvero
progettare impianti di depurazione delle acque di scarico delle industrie. Questo lavoro consiste nel realizzare la
depurazione dell’acqua impiegata da macchinari industriali nel corso
delle lavorazioni.
L’acqua, dopo l’utilizzo da
parte dei macchinari, viene
sottoposta ad analisi chimica da cui potrebbe risultare la presenza di piccole
tracce di sostanze pericolose per l’ambiente, per la
salute dell’essere umano e per l’ecosistema.
Più precisamente mi piacerebbe progettare,
con software idonei per il disegno tecnico,
delle macchine che siano in grado di depurare
l’acqua, che altrimenti inquinerebbe
Le falde acquifere e di conseguenza ogni specie vegetale che necessita di acqua per la sopravvivenza.
Il percorso di studi che ha intrapreso mi è molto utile per imparare a utilizzare il programma
‘’autocad’’, che utilizzerò quest’anno in meccanica e che mi servirà per progettare gli impianti.
Oltre a frequentare il quinquennio, vorrei seguire qualche corso di specializzazione.
Ho deciso di intraprendere questa strada perché anche quando ero piccolo mi piaceva molto il disegno tecnico, e con il passare degli anni ha iniziato a piacermi sempre di più.
Non ha la certezza se sarà possibile realizzare questo progetto, vista la situazione
politico-economica del nostro paese, ma
se il compimento del mio progetto avrà un
esito positivo, sono sicuro che avrà una
vita felice e normale come ogni persona .
Sono molto felice e non vedo l’ora di dimostrare le mie abilità pratiche che migliorerà con il tempo.
PICCOLI MECCANICI
CRESCONO
Mi sono sempre piaciuti i
mestieri normali, tra questi soprattutto la meccanica.
Per questo, quando dovevo iscrivermi ad una scuola superiore ho scelto di
venire a studiare qui
all’IPSIA, per diventare un diplomato (che col
vecchio ordinamento si definiva Tecnico delle
Industrie Meccaniche) il quale, oltre a realizzare disegni tecnici utilizzando i computer,
altra mia passione, costruisce concretamente
ciò che vuole fare, modificando in un certo
senso la materia per creare qualcosa di utile a
tutti.
Questo è un lavoro a volte duro ma dà molte
soddisfazioni e rende chi lo fa indispensabile
per la società, proprio
perché i suoi manufatti
sono utili a tutti.
Per fare questo mestiere
ci vuole molto impegno,
attenzione e soprattutto il
completamento del percorso di studi, anche attraverso il tirocinio sul
posto di lavoro, per pren(Continua a pagina 15)
Anno 11
Pagina 14
IL RAPPORTO TRA
MIA SORELLA E ME
A cura di Vitalina Frankova, II A SM
Mia sorella ed io abbiamo un rapporto davvero molto speciale. Credo che un rapporto
come il nostro ce l’abbiano poche persone.
Non da sempre, però, è stato così, anzi. Circa dieci anni fa litigavamo sempre. Mi ricordo che un giorno, dopo due settimane in
cui mia sorella mi diceva di buttare via
l’acqua che avevo usato per dipingere con
le tempere, non ne poté più tanto che prese
quel bicchiere con l’acqua, ormai verde,
con dentro ancora le tempere, e me lo rovesciò in testa; io mi misi a piangere come
una matta urlando : “No, i miei capelli!
Mamma sono verdi!!!” . Quella volta piansi
tutto il giorno, nonostante due lavaggi ai
capelli me li vedevo ancora verdi. Così succedeva quasi ogni giorno. Mia sorella era
quella che puliva sempre , non facevamo
nemmeno in tempo a finire di mangiare che
lei già sparecchiava la tavola, io invece, come tutti i giorni, ero quella che, quando cominciava a disegnare, tirava su un caos,
Lasciavo pastelli, tempere, fogli ovunque e
lei mi stava sempre dietro. Una volta sempre perché non avevo messo via le mie cose
ì, dopo una litigata, mi prese per i capelli e
mi sbatte contro l’armadio e poi per finire
mi lasciò mi lascio in camera e chiuse la
porta a chiave. Mia mamma non ci diceva
mai niente, anzi, la accompagnavo ovunque
andava mia sorella io dovevo assolutamente
andare con lei. Doveva sempre trascinarmi
dietro perché altrimenti non la lasciavano
andare da nessuna parte. Ogni volta facevo
le solite scenate perché non volevo muovermi da casa e non mi importava nulla se poi
ci rimetteva lei. Anzi a me piaceva quando
non la lasciavano uscire. Credo proprio che
lei non mi sopportasse a quei tempi. Ero una
bambina perfida, quando venivano le sue
amiche io stavo sempre con loro per romperle le scatole. Quante sgridate mi prendevo! Più lei urlava e più io mi divertivo. Eppure già a quei tempi eravamo unite.
D’altronde non avevamo molte scelte, eravamo sempre sole a casa ed eravamo obbligate ad andare d’accordo anche se io la facevo sempre arrabbiare. Quando ero ancora
più piccola, però, ero molto carina con lei.
MI ricordo che quando lei andava il prima
elementare io mentre aspettavo che tornasse
a casa andavo nell’orto e le raccoglievo i
lamponi, oppure le sbucciavo le noci e poi
ci mettevo sopra lo zucchero. Anche a scuola quando ci davano le caramelle io non le
mangiavo mai e quando tornavo a casa le
davo a lei. Le volevo molto bene anche se
litigavamo spesso. Questo vedo che accade
a tutti i fratelli più piccoli. Oggi invece è
tutt’altro. Praticamente non litighiamo quasi
mai, e questo è dovuto anche alla maturità
di entrambe, di sicuro non ci mettiamo più a
rovesciarci le cose in testa e a prenderci per
i capelli. Io e lei siamo molto legate. Per me
lei è come una migliore amica, almeno sono
sicura che di lei mi potrò sempre fidare e
che sicuramente rimarremo sempre unite.
(Continua a pagina 15)
Pagina 15
Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco)
IL RAPPORTO TRA MIA SORELLA E ME
A cura di Vitalina Frankova, II A SM
(Continua da pagina 14)
Ringrazio sempre mia mamma per avermi
fatto mia sorella. Senza di lei non so cosa
farei. Siamo sempre da sole a casa e riusciamo sempre a raccontarci tutto. Ogni
volta va a finire che rimaniamo amiche tutte e due e in fine ci diciamo entrambe: “Per
fortuna che ci sei tu” E davvero una bella
cosa avere una sorella, quando sento le altre persone parlare male dei propri fratelli
mi chiedo come sia possibile non andare
d’accordo con le persone che più dovrebbero essere care. Mi chiedo sempre se il
nostro forte legame sia dovuto al fatto che
fin da piccole siamo state obbligate a stare
insieme oppure semplicemente perché siamo sorelle. Mi chiedo anche se non fossi-
mo state sorelle se
saremmo state amiche. Io e lei abbiamo due caratteri
molto diversi ma
abbiamo la stessa mentalità nonostante lei
sia più grande di me di quattro anni. Avere una sorella più grande è un vantaggio
perché si cresce allo stesso modo, infatti
spesso non mi trovo molto bene con le ragazze della mia età perché a volte hanno
ancora la mentalità da bambina. E grazie a
mia sorella se sono cresciuta più in fretta
rispetto ai miei coetanei. Sono davvero
fiera di avere una sorella come lei. Le voglio un mondo di bene. Insieme riusciremo sempre a superare i nostri ostacoli.
Mestiere preferiti da allievi della II B IMT
Filippo PICCOLO e Matteo ROMAN
(Continua da pagina 13)
dere confidenza con i macchinari e con
l’ambiente.
Nel mio caso la scelta di
questa scuola è stata autonoma : nessuno mi ha obbligato ad iscrivermi a questo piuttosto che in un altro istituto. Forse sono stato solo influenzato da due
persone: mio cugino, che
ha frequentato la stessa
scuola e che mi raccontava
sempre dei pezzi che faceva con le macchine a
controllo numerico; e mio padre, il quale, anche
se non lavora in questo settore, ha sempre dato
molto importanza al lavoro manuale e ha sempre
assecondato la mia inclinazione. Infatti, fin da
quando ero piccolo, ogni volta che c’era qualche
oggetto che non funzionava, mi è sempre piaciu-
to smontare pezzo a
pezzo e riutilizzare i
vari pezzi per costruire qualcosa di nuovo e
utile, utilizzando la mia fantasia. In un certo
senso, anche ora che studio per diventare tecnico, faccio la stessa cosa, solo,
partendo dal materiale che non è ancora
stato lavorato, attraverso il lavoro manuale e con un programma che riesca a
“costruire” qualcosa di nuovo e finito
da quella che altrimenti sarebbe inutile,
cosa che mi ha sempre affascinato.
Quando riuscirò a fare questo lavoro,
sarò felice perché non lavorerò solo per
me, ma anche per gli altri e avrò realizzato quel sogno che avevo coltivato fin
da piccolo.
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Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco)
Fumetti di chimica
A CURA DEL PROF. ANTONIO DE ANGELIS CON LA CLASSE III A SM
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Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco)
LA SFILATA DELLA III A SM
Pagina 18
Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco)
Facile dire cos’è la musica! A cura di
Grewal Harmanpreet Singh , Pol Andrei Pavel , Pol Gabriel Petru
La musica
Che cos'è la musica? Nessuno può
darne una definizione concreta,
perché ognuno di
noi assegna alla
musica una diversa
definizione.
Sin dai tempi antichi, la musica era presente nella
vita delle persone, sia come arte e sia come un
modo di comunicare, essa è ovunque in natura, si
manifesta in vari modi: dal fruscio rallentato delle
foglie ai trilli melodiosi di uccelli. Se siete in uno
spazio aperto, se siete a casa, in un club o in qualsiasi altro luogo la musica è sempre presente nella
vostra vita.
E 'come una chiave che apre la porta a un altro
mondo. Qualunque sia il tipo di musica che si ascolta, sia classica o moderna, aggressiva o di relax, la cosa più importante è che abbiamo il potere e la capacità di scegliere noi stessi ciò che ci
piace, ciò che ci rappresenta di più.
Abbiamo cercato sulla rete tanti bei modi per esprimere ciò che è musica.
“Musica è quello che ho letto, che
mi sveglia, che mi incoraggia, mi
riempie di amore, che mi rende
felice o triste.”
“La musica ci aiuta a connettersi con noi, a sentirsi liberi dal peso di una dura giornata e a rilassarsi
con l'aiuto di suoni di cui godano le orecchie. Cresce alla fine e si sviluppa con noi ed è una parte
importante della nostra vita.”
“C’è un detto che dice che quando sei felice ti
piace ascoltare la musica, quando sei triste capisci
quello che stai ascoltando.”
“Per me, la musica è l'unico modo in cui posso
scaricare l'energia che ricevo ogni giorno. Senza
musica, come quando non posso ascoltarla tutti i giorni, mi
sento inutile perché
solo ascoltandola è
l'unico modo in cui
posso immaginare di
creare qualcosa dal
nulla, di costruire. E’
come un confessore,
ma anche il tempo, il
cibo e le parole ma non ancora sufficienti per capire che cosa è la musica, forse è solo un mistero
che non sarà mai risolto”
“La musica per me è come una nuvola soffice
che galleggia sulla differenza dei tassi. Aprite
l’anima alla musica, la mente, il cuore e, se amate la musica, si può arrivare ad armonizzare con
essa il ritmo del proprio battito cardiaco.”
Quindi la musica è un vero amico: lei è calma,
capisce i tuoi sentimenti, ci si trova attraverso di
essa, si manifesta in vari modi.
La musica è in me e la Musica sono io.
Pagina 19
Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco)
La mia esperienza con gli ufo
Di Vitalina, Frankova , II A SM
Da quasi un
anno e mezzo, ormai,
non riesco
più a prendere sonno
facilmente,
il buio per
me è diventato un vero e proprio incubo e
tutto questo è dovuto a quella sera del 24
giugno 2011. Mentre chiudevo le persiane
delle finestre, mi accorsi di una strana luce
che stava proprio sopra le montagne che si
trovano di fronte alla finestra, all’inizio
pensai che fosse una stella oppure un satellite, poi però rimasi li a guardarla ancora
per un po’ e vidi che non si trattava di una
semplice stella ma era una luce strana.
Sembrava quasi che girasse su stessa e nello stesso tempo si spostava verso destra.
Continuai a fissarla per ancora qualche minuto, non riuscivo più a distogliere lo
sguardo, volevo smettere ma era come se
qualcosa mi tenesse li a fissarla e basta. Tra
me e me pensavo : “Basta!
Devo smettere di guardarla,
altrimenti sta notte non dormirò”. Dalla paura non riuscii a
fermarmi, anzi, più paura cominciai ad avere e più la fissavo. Poi ad un certo momento
la paura è stata talmente forte
che cominciai ad urlare e subito arrivarono mia madre e mia sorella, ma nel
momento in cui arrivarono, questa luce
scomparve. Mia mamma mi disse: “
Dai, non sarà niente… chiudi le persiane e mettiti a dormire”. Non finì nemmeno la frase che una fastidiosissima
luce come un laser di colore verde penetrò nella stanza illuminandola internamente. Lì fu veramente un momento
di puro panico per tutte e tre. Non avevo mai visto una cosa del genere in vita
mia e non potevo nemmeno immaginare che cosa potesse essere, poi cominciai a pensare che potevano essere gli
UFO. La paura aumentava sempre di
più ma ancora ero li come immobilizzata a fissare fuori dalla finestra, nessuno delle tre riusciva a smettere di guardare. Intanto la luce aumentava a girare e a girare su se stessa illuminando
tutta la montagna sottostante. Lì capimmo che bisognava fare qualcosa e
mia mamma chiamò la protezione civile perché venissero a
vedere anche loro.
Mia sorella intanto
tentava di fare un video, ma purtroppo
non si vedeva niente
(Continua a pagina 20)
Pagina 20
Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco)
La mia esperienza con gli ufo di Vitalina Frankova , II A SM
(Continua da pagina 19)
solo una piccola luce nel buio. Mia
mamma spiegò alla protezione civile
che cosa stesse succedendo, ma loro non
la presero sul serio e dissero che sarebbero venuti il giorno seguente a dare
un’occhiata. Allora noi rimanemmo ancora li a guardarla ed ad un certo punto
questa luce si suddivise in tre sfere e una di essa si diresse verso di noi con tale
velocità che quasi non ci accorgemmo.
Nonostante la paura non ci decidevamo
a chiudere la finestra e continuavamo a
guardare. Nella mia testa stava cadendo
di tutto, ormai credevo che non saremmo rimaste vive, avevo paura che quella
luce potesse atterrare o addirittura entrare nella nostra camera. La mia mente
funzionava ma il corpo sembrava si fosse paralizzato e anche gli occhi, credo
che anche se mi si fosse presentato davanti un ufo non sarei riuscita a scappare. Tutto successe così in fretta che non
mi accorsi che una delle tre luci passò
proprio sopra il tetto della nostra casa e
scomparve nel nulla. Le altre due luci,
intanto continuavano a girare e a girare
e a spostarsi sempre di più verso il basso quasi come se volessero atterrare nella montagna. Rimanemmo a guardare
per circa 40 minuti e poi finalmente decidemmo di chiudere la finestra. Non
dormii tutta la notte, anzi tutto il mese,
ancora oggi ho paura di chiudere le
persiane di sera. Credo che questa orribile esperienza purtroppo non me la
dimenticherò mai e non saprò mai esattamente che cosa è stata con la luce. Non auguro davvero a nessuno un
esperienza di questo genere. Nonostante molte testimonianze di persone
che hanno visto questo fenomeno ci
sono molte persone che non ci credono. Anche io non ci credevo molto
una volta, ma dopo questa esperienza
ci credo e come. Posso soltanto sperare che non mi ricapiti più nella mia
vita. Potrò raccontarla quanto voglio
e a chiunque ma mai riuscirò a spiegare le sensazioni che ho provato in
quel momento, posso solo dire che è
stato davvero spaventoso.
Vitalina
Pagina 21
Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco)
INTERVISTA AL PROF. LUCIANO BUBBOLA ( insegnate di italiano)
La redazione del giornalino non ha resistito
alla tentazione di intervistare il prof più
“estroverso” della nostra scuola. Si tratta di
LUCIANO BUBBOLA , insegnante di Italiano
e Storia nel nostro Istituto..
Intervistatore: da quanto tempo insegna in questa scuola? Cosa pensa delle classi dove insegna??
Prof - Sono qui dal 1996. Sotto l’aspetto umano
penso di avere un buon rapporto con gli allievi,
invece, sotto l’aspetto dell’impegno scolastico,
secondo me si può ancora migliorare... ma ci sono anche tante persone molto valide; voi ragazzi
sbagliate perché non credete in quello che fate, ed
inoltre partite già rassegnati, che è la cosa peggiore.
Intervistatore: preferisce le classi maschili o
femminili?
prof: preferisco quelle maschili, perché mi accorgo di avere più libertà nell’esprimermi , a dire la
verità, ho avuto anche una classe femminile della
Moda, ed era una bella classe, penso anche che le
ragazze maturino prima.
Intervistatore: da dove prende spunto per le sue
battute?
prof: credo di essere così, fondamentalmente sono timido e quindi cerco di combattere la mia timidezza con estroversione.
Intervistatore: perché ironizza sempre su sua
moglie?
prof: proprio perché le voglio bene, perché se le
dicessi che tengo a lei, si monterebbe la testa, lei
deve sempre conquistare la mia fiducia, ed inoltre
credo che lei non sia bella come me. Preferisco
avere la moglie non insidiabile e quindi fedele.
Intervistatore: con questo lei vorrebbe dire che
non esiste una donna bella e fedele?
prof: no, ma io intendevo dire che preferisco non
tanto che sia bella ma fedele perché così nessuno
me la può insidiare .
Intervistatore: fare l’insegnante per lei è come
avere un lavoro qualsiasi o lo ha scelto perché le
piace?
prof: all’inizio perché a me piace, adesso invece
faccio fatica a capire dove la scuola vuole andare,
credo infatti ingiusto ridurre le opportunità culturali degli studenti a causa delle pseudo riforme.
Intervistatore: è mai stato in paesi europei e in paesi extraeuropei?
prof: sono stato in paesi europei ed extra-europei,
quello extra-europeo che mi è piaciuto di più è stata
la Thailandia, lì ho visto delle cose molto belle,
l’Europa mi piace quasi tutta, soprattutto le capitali
Intervistatore: cosa pensa dei docenti della scuola?
Come si trova con loro?
prof: con loro mi trovo bene, però preferisco fare
un'ora di lezione che un'ora di assemblea con i docenti.
Intervistatore: Non pensa che la Storia sia noiosa?
prof: secondo me, la storia è una parte della nostra
esistenza, che viene resa noiosa , dovrebbe essere
trasmessa in modo diverso, non dovrebbe essere
nozionistica.
Intervistatore: secondo lei di cosa avrebbe ancora
bisogno la scuola?
prof: ha bisogno di una biblioteca vera, perché attualmente questo spazio viene utilizzato anche per
riunioni e per altre cose, in questo caso per fare
l’intervista a me.
Intervistatore: Pensa che sia utile il giornalino per
la scuola?
prof: sì, molto utile, credo che il giornalino abbia
sostituito le assemblee di istituto, perché ce ne sono
state troppo poche e questa è una mia nota polemica; secondo me dovete cercare di allargare questo
progetto in modo che partecipino più persone.
Intervistatori: Rilind Polozhani , Adriana Mazreku,
Andrei Pol Davide Noviello,, Gabriel Pol, Giorgia
Menegon, Belinda Baniba, Zalia Kebe
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Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco)
Quando smetti di essere un
bambino:
Un nonno prezioso e affettuoso
a cura di un allievo della II B IMT
Sin da piccolo, quando ero a casa da scuola,
andavo in giro col mio nonno materno perchè con lui mi trovavo e tutt’ora mi trovo
bene, è una persona speciale piena di idee e
con u na voglia di vivere la vita come nessuno.
Con lui sono sempre andato a caccia e a pesca, in ferie e al lavoro, insomma, in qualsiasi posto andava io lo seguivo, mi ha tramandato tanti hobbies ma la cosa che mi ha più
colpito è il suo lavoro, l’idraulico. E’ un mestiere semplice che lui mi ha insegnato con
molta calma e quando non capivo mi spiegava per bene; è da quando avevo cinque anni
che “lavoro” con lui e
devo proprio dire che
adesso mi arrangio in
tutto e per tutto.
<ho scelto questa scuola perchè mi possa dare
delle altre informazioni
più specifiche di quelle che possiedo, studiando e apprendendo i nuovi metodi di installazione di caldaie, condizionatori, ecc…
Con l’esperienza
che già ho potrei
benissimo smettere la scuola ed iniziare a lavorare con iul nonno nella sua attività.
Ma senza un diploma in mano concluderei poco: intendo perciò finire questi cinque anni di
Istituto professionale per poi frequentarne altri
due per specializzarmi nel settore termoidraulico nelle fabbriche, realizzando impianti antincendio o di riscaldamento, arrivare, insomma,
al massimo degli studi di settore, senza contare
tutti gli altri corsi di formazione e aggiornamento che dovrò seguire quando sarò più grande, perchè le nuove tecnologie avanzano e, se
non ci si tiene al corrente, si resta ignoranti.
Intendo portare avanti il mio sogno perchè ho
già avuto la fortuna di ricevere l’attrezzatura
completa, i furgoncini, l’officina, e tutto ciò
non capita a tutti. Sono anche fortunato perchè
il giorno che mi diplomerà potrò subito iniziare
a lavorare.
Il rimpianto di una cara nonna e delle proprie radici
A cura di Pol Andrei Pavel, II B IMT
Nel 2010 a dicembre ero in Romania e frequentavo lì la scuola. Avevo una nonna che
si chiamava Ana, ma io la chiamavoMama
Ami. Lei era ammalata e cominciava a dimenticare tutto, i figli, i nipoti, il marito,
tutto.
Era come un bambino piccolo, non
si ricordava chi
fossero le persone
vicino a lei e neanche chi fosse
(Continua a pagina 23)
Pagina 23
Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco)
Quando smetti di essere un bambino
(Continua da pagina 22)
lei. Un giorno le
sorelle di mia madre, Angela e Anda, hanno chiamato
l’ambulanza, quando è arrivata io e
mio fratello Gabriel eravamo a
casa e ci hanno detto che la nonna non aveva
molto da vivere, poi la zia mi ha detto di andare a scuola. Quando sono tornato a casa non
c’era nessuno, tranne mio nonno che era in
cucina e piangeva. Ho chiesto cosa fosse successo e lui me l’ha detto. Da quel momento
ero triste e non volevo fare niente. Il secondo
giorno, quando sono andato a scuola, i compagni mi chiedevano cosa avessi, quindi è arri-
vata la coordinatrice a cui ho spiegato tutto: lei ha mandato mio fratello e me a casa.
Tornato a casa ho ricevuto la telefonata di
mia madre che mi ha detto che mi avrebbe
fatto finire quell’anno scolastico e poi mi
avrebbe portato in Italia. Finita la scuola,
mia madre mi ha portato via in Italia. I primi tre mesi non mi piaceva stare qui, volevo tornare in Romania ma la mia mamma
mi ha spiegato che era meglio per noi: ho
ragionato un po’ e ho visto la verità. Alla
fine mi sono detto che era meglio andare in
Romania per le vacanze.
Questo grande cambiamento mi ha fatto
ragionare e diventare più maturo, più serio
di quando ero in Romania, nell’affrontare
le cose che succedono nella vita.
La redazione
del Multi-Media-Magazine
al lavoro con il professor Bubbola!
Anno 11
Pagina 24
CRUCI
VERBA
CRUCICALCIO:
LE STAR DEL
PALLONE
Con il programma free:
Hotpotatoes, potete realizzare cruciverba, prove scolastiche e tante altre cose
divertenti
Orizzontali
Verticali
1. Nome slavo, dalla Svizzera, fece grande rovesciata contro l'UK.
4. Il Principe del Milan.
6: Tedesco ma è turco e gioca nel Real Madrid.
9: Ha lo stesso nome ma lui ha molta fede: inizia
con C, gioca nel Real Madrid.
12: Ha dato una testata a Materazzi.
14: Giocatore della Juventus che e' andato in Australia.
15: Giocatore del Milan, e riserva.
16: E' il portiere del Real Madrid.
19: Gioca nel Milan, ha avuto i problemi per razismo.
21: E' la statuetta che si vince negli USA con i migliori film. Ma il giocatore del Chelsea è molto
meglio.
22: Quattro volte ha vinto il pallone d'oro.
23: Non si fa nel WC ma calcia cannoni da grande
attaccante
2. Ha giocato nel Milan e adesso gioca nella squadra di Flamengo, Brasil.
3. Ha preso una testata da Zidane... ma su di loro si
riposa bene!
5: Coon l'accento sulla E, era la perla nera del Brasile
7: Era il piu grande giocatore del mondo e adesso è
allenatore.
8: Come lui c'era il telefilm delle macchine pazze.
Gioca nel Chelsea.
10: Gioca nel Barcelona, insieme a Messi e Iniesta.
11: Gioca nel Barcellona, insieme a Messi e Xavi.
13: Era un giocatore del Real Madrid che pochi
mesi fa ha perso 30 Kg.
17: Ballava in campo la canzone "Ai Se Eu Tu Pego", gioca nel Santos.
18: E' considerato il miglior calciatore rumeno.
20: Giocava nel Milan, ma e andato a giocare nel
Brasil.
Le soluzioni sono a pagina 9
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