anno 11 - numero 1 - maggio 2013
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anno 11 - numero 1 - maggio 2013
DELL’ISIS “LINO ZANUSSI” PORDENONE OFFERTA LIBERA Sommario Come partecipare al blog? 2 Gli altri ed io 3- La storia di satiro 4 Intervista al Preside 5 giornali no del l’IPSIA “Li no Zanussi” POR DE NONE Il gioco del calcio 6-7 Sì, viaggiare 8 La posta; dare un nome la giornalino 9 Chi dice che non ha paura è poco furbo 10 Versi e spigolature 11 Accettare se stessi 12 Quale futuro per noi giovani... 13-14 Il rapporto tra mia sorella e me 14-15 Fumetti di chimica, la sfilata 16-17 Facile dire cos’è la musica 18-19 La mia esperienza con gli UFO 19-20 Intervista al prof Bubbola 21 Quando smetti di essere un bambino 22-23 Redazione : Rilind Polozani, Grewal Harmanpreet Singh, Adriana Mazreku, Pol Andrei Pavel, Pol Gabriel Petru, Belinda Baniba, Lisa Venier, Giorgia Menegon, Davide Noviello. Collaboratrici esterne: allieve della IIA SM e della III A SM Responsabile: : prof.ssa Lidia Curto A destra una schermata del nostro blog Anno 11 Numero 1 il cui ricavato andrà a vantaggio dell’iniziativa: proposta da voi allievi sul blog Maggio 2013 Pordenone Ragazzi.. Si va sul blog! Come si fa???? Pagina 2 Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco) Come partecipare al blog? Cari Ipsiaci, condividere con noi della redazione i materiali del blog, del forum e del giornalino è molto semplice! E’ sufficiente che vi connettiate col sito del nostro Istituto www.isiszanussi.pn.it, si può cliccare il box in basso a destra, “pagine più lette”, la terza voce: blog e forum; oppure nella fascia verde in alto sotto la testata cliccare” studenti”, quindi, nel box a sinistra cliccare sulla cartella Mu-Me-Ma e si apriranno tutti i link del blog e del forum. Inoltre potete postare i vostri messaggi per gli amici e per non amici dell’ISIS_IPSIA nelle scatole postali disposte nel reparto B (ex Bozzato) e nel reparto F (ex Flora). Anno 11 Pagina 3 GLI ALTRI ED IO Siamo tutti diversi, ognuno con propri pensieri ed emozioni. Spesso le persone danno più importanza a loro stesse che agli altri, per orgoglio, autostima, ottimismo? Non lo so il perché lo fanno, lo sanno solo “loro”. A me piace di più pensare agli altri, perché quello che mi accade nella giornata, quello che vivo, quello che sento dipende anche da loro. Mi piace esserci per gli altri perché spero che anche loro ci siano per me. L’anno scorso una mia prof. ssa ha raccontato alla classe perché è diventata professoressa e ci ha detto che ognuno ha un obbiettivo nella vita. All’inizio sembrava assurdo, ma poi ci ho pensato e ho realizzato qual è il mio obbiettivo. Il mio obbiettivo è il sorriso delle persone a cui voglio bene, a cui tengo, mi piace vederle sorridere e, se stanno male, mi preoccupo di tirare su il morale a loro; ma la cosa che più mi rende felice è che ci riesco. Questo mio obbiettivo probabilmente può sembrare stupido, ma per me è un motivo per andare avanti, e per donare il sorriso agli altri. Tutti i giorni faccio la “finta stupida” e mi faccio credere pazza solo per far divertire amici e amiche, per farli sorridere; però mi dispiace il fatto che, facendo così, spesso vengo sottovalutata. Voglio molto bene ai miei amici, perché loro sono la mia forza e farei di tutto per loro; sono la parte più importante della mia esistenza. Con ciò non voglio sembrare una “modesta” ma voglio solo far sapere che la felicità spesso dipende dalle persone e non dalle cose materiali. Se sono la persona che sono oggi è solo grazie a delle persone speciali; grazie alla mia classe ( 2°A S.M. forever !), alla mia classe preferita, la 2°B IMT, ma soprattutto ad Adriana, Dario, Vlady, Luca, Michele e Kevin, le migliori persone che ho conosciuto in questa scuola! Ci sarò sempre per voi! Vi voglio bene! Anonimo della II A SM La nostra scuola si rinnova: i docenti dell’ISIS-Itis-Ipsia si sono dati da fare per aggiungere valore a questo titolo di studio che si consegue, sì, in cinque anni, ma continuerà a garantire un adeguato livello di conoscenze e competenze nei settori tradizionali (termico-meccanico; elettrico-elettronico). Infatti la riforma “Gelmini” prevede la creazione della figura del “Manutentore” , una specie di esperto multi competente, con abilità e conoscenze forse più generali ma non sempre abbastanza approfondite, comunque spendibili e richieste nel mondo del lavoro. Il nostro Istituto, utilizzando le prerogative della cosiddetta “autonomia”, pone una particolare attenzione a tutte le attività formative professionalizzanti, dando rilievo alle discipline che prevedono un congruo e significativo numero di ore di laboratorio e di officina , perché vengano sfruttate al massimo utilizzando le risorse provenienti dalla Provincia, aprendosi a corsi con carattere di indirizzo (quegli indirizzi che abbiamo già ricordato). Quanto alla “Moda”, sapete tutti che già da un biennio si è trasformato in un Istituto Tecnico, offrendo agli iscritti prospettive interessanti di professionalità. Anno 11 Pagina 4 Un Satiro che non era un satiro ma un eroe a cura di Antonio Scupola della II B IMT C’era una volta, in un paese lontano, un uomo molto povero chiamato Satiro. Egli viveva per strada chiedendo l’elemosina, ma non guadagnava neanche un soldo. Possedeva soltanto una fionda e indossava vestiti logori e rattoppati. Aveva pantaloni blu che gli arrivavano alle ginocchia, una maglietta rosa che si fermava a metà petto e le maniche arrivavano al gomito. Aveva i capelli castani e girava per il paese scalzo. Ogni giorno passava davanti a lui un signore ricco e potente, di nome Olat e, ogni volta, Satiro gli chiedeva la carità. Un giorno Olat si stancò di vedere sempre Sativo chiedergli l’elemosina, allora chiamò una guardia e disse: <<Quell’uomo mi ha rubato un sacco di monete! Arrestatelo!>>. Allora la guardia lo prese e lo mise in prigione. Era una stanza grigia, con una sola finestra, che rendeva il suo animo ancora più triste. Ad un tratto Satiro sentì una voce che diceva: <<Se vuoi uscire da questa prigione guarda in basso>>. Così egli guardò in basso e vide due ragnetti completamente neri. Quindi disse loro, impaurito<<Chi siete? Che cosa volete?>>,. Il primo rispose: <<Io mi chiamo Albert>> e il secondo disse <<Io sono Ercole>>, poi aggiunse: <<Noi ti possiamo aiutare ad uscire di prigione>>. Satiro a quel punto cominciò a rallegrarsi e chiese: <<E come potreste fare?>>. Albert rispose: <<Noi siamo magici, e potremmo aprire un tombino, questo è l’unico metodo per scappare, soltanto che nel viaggio incontreremo un orco alto 20 metri>>. Satiro ci pensò poi accettò e scesero giù per il tombino. Dal tombino, si trovarono in un tunnel sotterraneo tutto rosso, non c’era proprio niente di un altro colore. Il suolo era ricoperto da una corta erbetta, anche questa rossa. Si misero in viaggio e camminarono per molti giorni finché trovarono l’arco. Satiro ci pensò un po’, poi accettò e scesero giù per il tombino. Si trovava in un tunnel sotterraneo tutto rosso, non c’era proprio niente di altro colore. Il suolo era ricoperto di una corta erbettsa, anche questa rossa. I tre si misero in viaggio e camminarono per molti giorni finchè trovarono l’orco. Era tutto verde con i vestiti marroni. Egli disse rivolto a Satiro: <<tu, per uscire da questa prigione dovrai sconfiggermi>>. Satiro cominciò a pensare a cosa fare poi gli venne un’idea. Nell’erba vide luccicare qualcosa: era una collana dell’orco; così prese la fionda e sparò il medaglione dritto negli occhi dell’orco che cadde, sbatté la testa e morì. Guardandosi intorno, Satiro vide una porta, la aprì ed uscì dalla prigione, rivedendo finalmente la luce. Quindi disse ai due amici ragni: <<Evviva, siamo liberi dalla prigione!>> A quel punto, li vide trasformarsi in due principi che dissero: <<Grazie, ci hai liberato da un crudele incantesimo! Eravamo stati trasformati in ragni e saremmo tornati alla nostra figura solo se fossimo usciti da quella prigione.>>. Poi aggiunsero: <<Ti ricompenseremo con dieci sacchi di monete d’oro>>. Così Satiro divenne ricco. Poi però andò dalla guardia che l’aveva arrestato e denunciò Olat perchè lo aveva accusato ingiustamente. Così Olat finì in prigione mentre il povero Satiro fu finalmente felice. Anno 11 Pagina 5 INTERVISTA AL PRESIDE GIOVANNI DALLA TORRE Che cosa ne pensa della scuola in cui è capitato? Ho ricevuto una buona impressione, soprattutto ho trovato tanti insegnanti pieni di buona volontà ed attrezzature che dimostrano l'impegno posto da ingegneri e tecnici, negli anni passati, per fornire dotazioni ed elementi di base in una scuola dove i finanziamenti non bastano mai. Ci dice qualcosa di Lei? Com'è diventato Preside? Ho raggiunto la venerabile età di 57 anni e sono nato a Udine. Ho frequentato il liceo classico e la facoltà Lettere e Filosofia, ho completato il Corso di laurea in Teologia, inoltre ho conseguito tre master (percorsi specialistici post laurea di primo e secondo livello). Per giungere ad oggi, ho superato un concorso a cattedra sostenendo varie prove. Dopo che, per 16 anni sono stato Vice-Preside dell’istituto “FLORA”, ho vinto il concorso per Dirigente scolastico. Quali sono le cose che secondo lei sono da migliorare? Sono soprattutto scontento dell’architettura interna (disposizione e caratteristiche dei locali) ed esterna (aule distribuite in tre diversi edifici) che non risponde alle esigenze didattiche e rende anche al sottoscritto raggiungere le varie parti in un tempo ragionevole quando desidero fare un sopralluogo. Possiamo farle alcune proposte? a) Abbassare il livello della sufficienza dal 6 al 5 Non è legalmente possibile e non è neanche praticamente utile. Già in passato sono stati introdotti metodi diversi di valutazione come i giudizi sintetici o analitici, alle scuole medie in particolare o alle elementari. Non è detto che non si modifichino ancora le modalità: la docimologia (è un ramo della pedagogia che si può collocare specificamente tra le tecniche sperimentali che si occupano dello studio dei sistemi di valutazione delle prove di verifica, dove la valutazione rappresenta uno snodo fondamentale, in quanto il voto non viene più inteso in ambito strettamente numerico) è una scienza complessa. b) Allungare l'intervallo di minimo 5 minuti Il problema della durata dell’intervallo è strettamente legato agli accordi con l’ATAP, cioè con la compagnie delle corriere di Pordenone, che deve tener conto degli orari di tutte le scuole del comprensorio, per cui non è stato finora possibile regolarsi diversamente c) Avere il permesso di poter fare nell'istituto una festa di fine anno. Sono d'accordo, ma dovrete prendere l'iniziativa con Il preside attende preoccupato….. La redazione scarmigliata che sta per fare l’intervista gli studenti rappresentanti di Istituto e coinvolgere i vostri compagni, affrontando e risolvendo i problemi organizzativi. d) Introdurre nel regolamento la possibilità di gite di più di un giorno anche per le classi non terminali Se il regolamento lo consentisse, tenendo conto anche delle spese e della responsabilità che dovrebbero assumersi i docenti accompagnatori, mi trovereste anche d’accordo, ma vedo la cosa difficoltosa soprattutto per gli allievi più giovani e) Dimostrare maggiore comprensione nei confronti degli alunni che fanno ritardo a causa delle corriere Già esistono disposizioni che consentono ai familiari di richiedere permessi di qualche minuto di ritardo all’andata o di anticipo all’uscita, quando si devono prendere linee di corriera svantaggiate. Inoltre l’Istituto è informato ed informa voi quando ci sono scioperi, agitazioni o motivi di disguidi ad esempio per il maltempo. Il nostro gruppetto ringrazia il Preside per la sua disponibilità e, a malincuore, ritorna alle rispettive classi. Pagina 6 Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco) Il Calcio a cura di Rilind Polozani, II B IMT Avevo cinque anni quando ho iniziato a giocare a calcio. Me l’ha insegnato un amico che era più grande di me. A lui piaceva il calcio perché, diceva, quando giocava dimenticava tutti i problemi e tutte le altre cose che lo facevano star male e si divertiva tantissimo. Mi succede la stessa cosa che succedeva a lui: anche a me piace questo sport e mi fa dimenticare tutti i problemi, ciò che mi fa star male e mi diverto tantissimo. Il mio amico faceva l’attaccante perché gli piaceva ed era bravissimo, invece io faccio il portiere per gli stessi motivi. Mi diceva sempre che quando fossi stato grande avrei fatto il portiere. Ma io gli rispondevo di no, che non avrei fatto il portiere. Aveva ragione lui, adesso copro questo ruolo e mi piace tantissimo. Il mio sogno è fare il portiere della squadra del Milan, però so che è difficile perché la selezione è severa e non è detto, anche se vieni scelto, che ti prendano nella loro squadra come portiere; io lo vorrei tantissimo però, se ciò avvenisse, la mia vita cambierebbe per sem- pre, dovrei lasciare la mia famiglia a Pordenone ed io non vorrei allontanarmi da loro. E’ un sogno impossibile da realizzare, sarebbe più facile se la mia famiglia si trasferisse a Milano: sarebbe bello se i desideri si realizzassero! Condivido la passione del calcio con due amici gemelli, Andrei e Gabriel che seguono che si chiama Steaua Bucarest, una forte squadra rumena. Come vorrei che nel futuro giocassimo nella stessa squadra e vorrei fosse quella del Milan. Tengo strette le dita! Che cos’è il calcio ?! Il calcio è uno sport di squadra nel quale si affrontano due squadre composte ciascuna da undici giocatori usando un pallone sferico all'interno di un campo di gioco rettangolare con due porte. lone fra i pali della porta avversaria. Una partita di calcio, che dura 90 minuti e si disputa in due tempi di 45 minuti ciascuno, si svolge sotto il controllo di un arbitro (figura introdotta per la prima volta nel 1891), che ha «tutta l'autorità necessaria per far osservare le Regole del Gioco nell'ambito della gara che è chiamato a dirigere» e le cui decisioni sono inappellabili. L'arbitro è coadiuvato da due assistenti arbitrali e in alcune partite anche da un quarto ufficiale, che, qualora se ne presenti la necessità, può anche sostituire l'arbitro, e da un assistente di riserva, atto a sostituire uno dei due assistenti in caso di necessità E allora? È anche uno sport olimpico: dalla Il Olimpiade moderna in E voi direte: lo sapevamo già! poi; e la semplicità delle sue Allora aggiungo che il gioco è regole, Di origine arcaica, cioè antica, la sua affermazione moregolamentato da una serie di norme codificate e il suo obiet- derna e codificata (cioè con le regole tuttora in vigore) si ebbe tivo è quello di segnare più punti (detti goal o reti) dell'av- in Inghilterra, nella seconda versario, facendo passare il pal- metà del XIX secolo e da allora si diffuse dapprima nel resto (Continua a pagina 7) Pagina 7 Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco) a segno in tutte tranne nel 1990. I suoi 91 match e 34 reti con la Nazionale argentina co(Continua da pagina 6) stituirono un red'Europa e in Sud America e poi in tutto il cord, successivamondo. mente battuto da Javier Zanetti, RoMa perché ci interessa tanto? berto Ayala, Diego Il fatto che non richieda attrezzature speciali Simeone e Oscar e l'estrema adattabilità a ogni situazione lo Ruggeri per le prehanno reso lo sport più popolare al mondo senze e da Gabriel in termini di praticanti e spettatori. Infatti tra Omar Batistuta e i più grandi campioni ci sono stati ragazzi Hernán Crespo per i goal. La Federazione calciche hanno imparato a giocare nelle periferie stica dell'Argentina (AFA) gli ha inoltre assepiù povere di tutto il mondo e hanno riscat- gnato il titolo di Miglior Calciatore Argentino di tato così il loro paesi, per esempio i campio- sempre, nel 1993. ni da Paesi ricchi e poveri. CALCIO Wikipedia ci insegna che: <<Il campionato mondiale di calcio (in lingua inglese FIFA World Cup, Coppa del Mondo FIFA), è il massimo torneo calcistico per squadre nazionali maschili.>> La coppa è chiamata Rimet dal nome di Jules Rimet, un direttore sportivo francese nato nel 1930, che ebbe un'idea, disputare il campionato ogni 4 anni sotto l’insegna della FIFA . La squadra vincente è proclamata "campione del mondo". L'attuale detentrice è la Spagna, vincitrice dell'edizione 2012. Diego Armando Maradona è nato in un quartiere poverissimo di Buenos Aires, il 30 ottobre 1960. La sua famiglia era disastrata e Diego passava tutto il tempo per strada e nei campetti improvvisati a tirare calci a un pallone. Venne subito notato e a soli 16 anni cominciò a ruotare attorno alla Nazionale: ruolo da centrocampista e attaccante. Diventò capitano della Nazionale dell’Argentina vincitrice del Mondiale del 1986. Partecipò a quattro diverse edizioni dei Mondiali: 1982, 1986, 1990, 1994, andando Noto anche come El Pibe de Oro (Il Ragazzo d'Oro), considerato tra i più talentuosi calciatori di tutti i tempi, ha militato nell'Argentinos Juniors, nel Boca Juniors, nel Barcellona, nel Napoli, nel Siviglia e nel Newell's Old Boys in una carriera da professionista più che ventennale. Alla fine del 2000 è stato eletto da un sondaggio popolare indetto dalla FIFA miglior calciatore di tutti i tempi. Diego Armando Maratona è stato il giocatore più bravo del Mondo .Il calcio era, è, e sarà lo sport più famoso del Mondo. Pagina 8 Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco) Sì, viaggiare! A cura di VITALINA FRANKOVA, 2° A SM Direi che è passato parecchio tempo dalla gita di terza media… e pensare che sono già in prima, in una nuova classe e in una nuova scuola! Mi sembra incredibile come siano volati i tre anni delle medie. La gita di terza è stata uno dei momenti che mi è rimasto più impresso nella mente; non mi ricordo tutto, di sicuro, ma solo che è stata una bella esperienza e che ci è servita a rafforzare il rapporto fra tutti noi. Per questo ritengo giusto, ora, parlare di questa gita. Non sono mai stata quel tipo di persona che si affeziona molto facilmente alla propria classe e fa qualsiasi cosa per avere un buon rapporto. Infatti l’idea di andare in gita per tre giorni con la mia classe sinceramente mi Se potessi definirla con un aggettivo direi piuttosto “falsa”. Figuriamoci stare assieme tre giorni… era un incubo per me, solo l’idea mi faceva passare la voglia di partecipare a quella gita. Invece alla fine si rivelò tutt’altro, tutto è andato esattamente al contrario di come me lo aspettavo. Non sono mai stata così bene assieme alla mia classe in tutti quegli anni come in quei tre giorni… Sul serio: non me lo sarei mai aspettato né da me che un giorno avrei potuto stare bene assieme alla 3° A, né dai miei compagni che sono stati come neanche una volta in quegli anni passati assieme… Ancora adesso non posso credere di aver passato delle belle giornate con una classe che ho sempre odiato. Sono stati tre giorni in cui abbiamo tirato fuori i veri “noi stessi”: alcuni hanno tirato fuori i propri lati migliori mentre altri hanno tirato fuori quelli peggiori, ma l’importante è che tutti siamo stati noi stessi. spaventava un po’. Non è da tutti i giorni fare colazione, pranzo, cena e passare tutto il resto del giorno insieme ai propri compagni: era proprio questo il mio problema… Avevo paura di impazzire; già: impazzire solo a stare in classe per qualche ora; e che classe, poi! Non avevo mai visto prima d’ora persone in classe mia con il proprio carattere, la propria personalità: erano tutti come dei soldatini che si seguivano a vicenda, uno sparlava dietro all’altro… si imitavano, etc… In quei giorni, però, ognuno è stato se stesso e direi che li ho preferiti così… Per questo mi è dispiaciuto che siamo andati in gita quasi alla fine dell’anno: se fossimo andati un po’ prima avrei potuto stabilire tutto un altro rapporto con loro. Oltre a tutto questo che credo che sia stato lo scopo principale della gita, vorrei dire anche qualcosa delle destinazioni. Dirò che di Milano non ho visto poi così tanto, a parte il Duomo; mi sarebbe piaciuto avere un po’ di più tempo per guardare almeno qualche vetrina. Infatti Milano è la città della Moda! Per quanto riguarda il lago Maggiore non saprei che dire; di sicuro esso non è il mio posto ideale anche se è molto bello e tranquillo; direi che forse è anche fin troppo tranquillo: avrei preferito visitare qualche città molto più movimentata perché vivere qui a Valdifrina dove abito adesso, nel mezzo della montagna, non è poi così bello dopo un po’ e andare al lago Maggiore direi che è stato un po’ come visitare Valdifrina; quindi sarebbe stato meglio andare in qualche altra città. D’altro canto non saprei che dire: non sono state il massimo le destinazioni della gita, ma quello che conta è che abbiamo passato delle belle giornate insieme. Questo mi rimarrà per sempre! Pagina 9 Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco) La posta del MultiMediaMagazine ex l’Ornitorinco Questo spazio non compilato serve a mandarvi un messaggio, cari Ipsiaci folli! Perchè non avete imbucato nulla nelle cassette della posta del giornalino che ci sono all’ex Flora (repartp F) e all’ex Bozzato (reparto B)? Facendolo potevate comunicare con quallcuno che vi interessa o mandare un “messaggio” al prof con cui avete avuto una discussione (nei limiti della buona educazione). Potete comunque farlo nel mese che ci resta e usare anche d’estate i Sapevate che il vecchio nome del giornalino era L’Ornitorinco? A molti di voi non piaceva e la coordinatrice ha utilizzato come nome transitorio MultiMedia Magazine, abbreviato nella sigòa Mu-Me-Ma. Proponiamo a voi ragazzi, per il mese di settembre prossimo, di ideare il nome che preferite e di farlo pervenire alla prof.ssa Lidia Curto. In seguito, la redazione voterà la scelta migliore e l’autore riceverà un piccolo dono (simbolico, perchè è a spese nostre!) Attendiamo con ansia le vostre proposte! Soluzioni del cruciverba di pagina 24 CRUCICALCIO: LE STAR Pagina 10 Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco) Chi dice che non ha paura è poco furbo! A cura di Anonimo della II B IMT Un anno fa ho organizzato un’uscita con alcuni amici; dovevamo incontrarci al centro in Pordenone nel tardo pomeriggio, ero così felice di rivedere i miei amici che non vedevo da qualche mese, per cui speravo che andasse tutto per il meglio. Decidemmo di andare a fare un giro per il centro e poi, passando davanti ad una pizzeria, decidemmo di entrare. Intanto che aspettavamo che arrivasse la pizza, parlammo delle nostre paure, ognuno di noi ne aveva una: chi del buio, chi degli insetti, ma Jack non aveva paura di niente, o così diceva perché si vergognava di raccontarlo. Finito di mangiare, uscimmo dal locale e mentre camminavamo Jack continuava a percorrere con la mano la ringhiera metallica che costeggiava la strada; un altro amico ed io eravamo più avanti e parlavamo del fatto che Jack avrebbe negato di avere paura di qualcosa perché temeva di essere preso in giro da noi; all’improvviso abbiamo sentito un urlo provenire dalle nostre spalle, Jack si era tagliato profondamente il palmo della mano, continuava ad urlare e faceva fatica a respirare, fin quando non svenne. I miei amici ed io cercammo di restare calmi, mentre la sua mano continuava a sanguinare e noi cercavamo di tenerlo sveglio; si svegliò dopo pochi secondi e nel frattempo io SPIGOLATURE A CURA DI tamponai il taglio con un fazzoletto. Quando il nostro amico fu cosciente lo portammo all’ospedale più vicino che era distante qualche centinaio di metri. Una volta arrivati, egli ebbe la precedenza sugli altri che aspettavano in sala d’attesa. Gli fu iniettata una dose di antitetanica, nel caso fosse necessaria, gli fu disinfettata la ferita e furono avvertiti i genitori che arrivarono poco dopo. Abbiamo saputo poi dai suoi genitori che Jack aveva paura del sangue e che questo fatto aveva contribuito nel farlo agitare in quel modo. Per me fu doloroso vedere il mio amico soffrire così e non provai soddisfazione nello scoprire che avevamo ragione: tutti abbiamo paura di qualcosa! ADRIANA MAZREKU, II A SM Lo sapevate che le persone più forti di solito sono le più sensibili? lo sapevate che le persone gentili sono le prime ad essere maltrattate? lo sapevate che coloro che si prendono cura degli altri per tutto il tempo sono di solito quelli che ne hanno più bisogno? lo sapevi che le 3 cose più difficili da dire sono: ti amo, mi dispiace e aiutami….peccato che queste parole sembrano dimenticate da molti…. LO SAPEVATE CHE…. Pubblicato: in Riflessioni, Nel sito http:// lunafrancescastefanelli.wordpress.com/2013/02/04/. Che questo non vi spi nga ad essere egoisti ma ad apprezzare di più chi non lo è.. Ed ancora, incredibile ma vero! Dal sito: http://www.absurdityisnothing.net/2009/11/ •Un alveare di 7 metri in una casa abbandonata nelle Canarie… le api si danno da fare quando gli uomini non ci sono! (Continua a pagina 11) Pagina 11 Anno 11 VERSI PROVENIENTI DAL CUORE DI….AMINATA KEBE ,I A SM…. YEAH!, Nero e fiero Gente che ti giudica per il colore della pelle Senza rendersi conto che veniamo tutti dalle stelle ma ormai niente ha più importanza Possiamo solo credere nella speranza Lasciandoli alla loro ignoranza Dimostrando di non avere paura Davanti a qualsiasi questura Che potrebbe mettere ogni cosa in chiusura Se mi guardi in faccia vedrai un nero Nato e cresciuto fiero Che sente il tuo stesso sentimento ma che vorrebbe un cambiamento RIT. Black and proud , i was born black and proud….Yeah! SPIGOLATURE DI ADRIANA (Continua da pagina 10) Il bambino che vede nel buio soprannominato Cat-boy •un piccione fu insignito di una medaglia per aver salvato 194 persone nella Prima Guerra Mondiale? Riuscendo a consegnare un messaggio di vitale importanza, nonostante essere stata ripetutamente colpita dal fuoco nemico, Cher Ami è diventata una vera e propria eroina! •-In Giappone l’obesità è illegale •In Corea del Nord, dai parrucchieri, si può scegliere solo tra i 18 tagli consentiti dal regime •Un utilissimo studio ha dimostrato come l’orario più comune in cui ci si sveglia la notte sono le 3:44. •-Secondo uno studio, le bibite dietetiche sono più pericolose delle sigarette. •-Secondo uno studio, ogni sigaretta riduce la vita di 11 minuti. •Artista neozelandese produce fucili AK-47 fatti completamente di ossa animali. • •Negli ultimi anni, in Cina, si sono misteriosamente prosciugati 28.000 fiumi: sarà stata una migrazione di cammelli? •In Germania una ragazza ha addestrato una mucca a saltare come un cavallo: chissà che splendido yogurt! •a Gibilterra gli aerei atterrano sulle strade della città… chissà che traffico! •Padre denuncia il figlio 13enne: ha speso 4300€ in giochi sul suo iPad!. •Un uomo è sopravvissuto al Titanic perché era ubriaco (cercate di scoprire come). •Un uomo ha sposato la fidanzata defunta in un matrimonio-funerale. •Le scarpe con i tacchi all’inizio furono create per gli uomini, ecco perchè Berlu… •Nel 1925 un cane attese il ritorno del padrone alla stazione per 9 anni (soggetto di un film… recente) •Altre strane notizie le trovate al sito: •http://notizie.delmondo.info/2013/03/ Pagina 12 Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco) Accettare se stessi da Anonima della II ASM Sono una ragazza di 15 anni e frequento il secondo anno di scuola superiore. Sono una ragazza normale, come tutti, ma con un piccolo problema: porto l’apparecchio acustico. Quando ero una bambina, mi rendevo conto di vivere un‘esperienza insolita toccata solo a me: ero sorda e non mi accettavo così com’ero, non mi piacevo e non mi volevo bene. Non accettavo me stessa per colpa della mia malattia che mi aveva tolto l’udito. Crescendo, mia madre mi disse: “ Vuoi bene a te stessa?” Io rimasi senza parole, ma ri- sposi: “No, non mi voglio bene e non mi accetto così come sono” . E aggiunsi: “Non sopporto l’idea che dovrò portare l’apparecchio acustico per sempre, perché voglio qualcosa di più” . Mia madre, dopo aver sentito le mie parole, mi disse che aveva letto un libro, in cui era scritto: “Se non tratti te stesso nel modo in cui vorresti essere trattato dagli altri, non potrai mai cambiare le cose. Le tue azioni sono i tuoi potenti pensieri, ragion per cui, se non ti tratti con rispetto, emetti il segnale di non essere abbastanza importante. Il segnale continuerà ad essere trasmesso e tu vivrai sempre più situazioni in cui le persone non ti trattano bene. Le persone sono l’effetto, i tuoi pensieri sono le cause. Devi cominciare a trattarti con rispetto e amore, ad emettere quel segnale e a sintonizzarti su quella frequenza. Allora la legge di attrazione metterà in moto l’intero universo e la tua vita sarà piena di persone che ti vogliono bene e ti rispettano”. Poi, mia madre aggiunse: “Devi accettarti così come sei e sappi che noi tutti siamo uguali”. Io, dopo aver sentito queste frasi, ero rimasta stupita, senza parole e le dissi che aveva ragione. Così, pian piano, sono riuscita ad accettarmi così come sono e mi voglio bene. Ora, continuo la mia bella vita e sono felice di aver fatto questo passo per accettare me stessa. Pagina 13 Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco) Quale futuro lavorativo per gli allievi della II B IMT? a cura di Filippo PICCOLO e Matteo ROMAN Un giorno, quando concluderò gli studi presso le scuole superiori, vorrei intraprendere il mestiere che svolge mio padre. Vorrei diventare progettista meccanico, ovvero progettare impianti di depurazione delle acque di scarico delle industrie. Questo lavoro consiste nel realizzare la depurazione dell’acqua impiegata da macchinari industriali nel corso delle lavorazioni. L’acqua, dopo l’utilizzo da parte dei macchinari, viene sottoposta ad analisi chimica da cui potrebbe risultare la presenza di piccole tracce di sostanze pericolose per l’ambiente, per la salute dell’essere umano e per l’ecosistema. Più precisamente mi piacerebbe progettare, con software idonei per il disegno tecnico, delle macchine che siano in grado di depurare l’acqua, che altrimenti inquinerebbe Le falde acquifere e di conseguenza ogni specie vegetale che necessita di acqua per la sopravvivenza. Il percorso di studi che ha intrapreso mi è molto utile per imparare a utilizzare il programma ‘’autocad’’, che utilizzerò quest’anno in meccanica e che mi servirà per progettare gli impianti. Oltre a frequentare il quinquennio, vorrei seguire qualche corso di specializzazione. Ho deciso di intraprendere questa strada perché anche quando ero piccolo mi piaceva molto il disegno tecnico, e con il passare degli anni ha iniziato a piacermi sempre di più. Non ha la certezza se sarà possibile realizzare questo progetto, vista la situazione politico-economica del nostro paese, ma se il compimento del mio progetto avrà un esito positivo, sono sicuro che avrà una vita felice e normale come ogni persona . Sono molto felice e non vedo l’ora di dimostrare le mie abilità pratiche che migliorerà con il tempo. PICCOLI MECCANICI CRESCONO Mi sono sempre piaciuti i mestieri normali, tra questi soprattutto la meccanica. Per questo, quando dovevo iscrivermi ad una scuola superiore ho scelto di venire a studiare qui all’IPSIA, per diventare un diplomato (che col vecchio ordinamento si definiva Tecnico delle Industrie Meccaniche) il quale, oltre a realizzare disegni tecnici utilizzando i computer, altra mia passione, costruisce concretamente ciò che vuole fare, modificando in un certo senso la materia per creare qualcosa di utile a tutti. Questo è un lavoro a volte duro ma dà molte soddisfazioni e rende chi lo fa indispensabile per la società, proprio perché i suoi manufatti sono utili a tutti. Per fare questo mestiere ci vuole molto impegno, attenzione e soprattutto il completamento del percorso di studi, anche attraverso il tirocinio sul posto di lavoro, per pren(Continua a pagina 15) Anno 11 Pagina 14 IL RAPPORTO TRA MIA SORELLA E ME A cura di Vitalina Frankova, II A SM Mia sorella ed io abbiamo un rapporto davvero molto speciale. Credo che un rapporto come il nostro ce l’abbiano poche persone. Non da sempre, però, è stato così, anzi. Circa dieci anni fa litigavamo sempre. Mi ricordo che un giorno, dopo due settimane in cui mia sorella mi diceva di buttare via l’acqua che avevo usato per dipingere con le tempere, non ne poté più tanto che prese quel bicchiere con l’acqua, ormai verde, con dentro ancora le tempere, e me lo rovesciò in testa; io mi misi a piangere come una matta urlando : “No, i miei capelli! Mamma sono verdi!!!” . Quella volta piansi tutto il giorno, nonostante due lavaggi ai capelli me li vedevo ancora verdi. Così succedeva quasi ogni giorno. Mia sorella era quella che puliva sempre , non facevamo nemmeno in tempo a finire di mangiare che lei già sparecchiava la tavola, io invece, come tutti i giorni, ero quella che, quando cominciava a disegnare, tirava su un caos, Lasciavo pastelli, tempere, fogli ovunque e lei mi stava sempre dietro. Una volta sempre perché non avevo messo via le mie cose ì, dopo una litigata, mi prese per i capelli e mi sbatte contro l’armadio e poi per finire mi lasciò mi lascio in camera e chiuse la porta a chiave. Mia mamma non ci diceva mai niente, anzi, la accompagnavo ovunque andava mia sorella io dovevo assolutamente andare con lei. Doveva sempre trascinarmi dietro perché altrimenti non la lasciavano andare da nessuna parte. Ogni volta facevo le solite scenate perché non volevo muovermi da casa e non mi importava nulla se poi ci rimetteva lei. Anzi a me piaceva quando non la lasciavano uscire. Credo proprio che lei non mi sopportasse a quei tempi. Ero una bambina perfida, quando venivano le sue amiche io stavo sempre con loro per romperle le scatole. Quante sgridate mi prendevo! Più lei urlava e più io mi divertivo. Eppure già a quei tempi eravamo unite. D’altronde non avevamo molte scelte, eravamo sempre sole a casa ed eravamo obbligate ad andare d’accordo anche se io la facevo sempre arrabbiare. Quando ero ancora più piccola, però, ero molto carina con lei. MI ricordo che quando lei andava il prima elementare io mentre aspettavo che tornasse a casa andavo nell’orto e le raccoglievo i lamponi, oppure le sbucciavo le noci e poi ci mettevo sopra lo zucchero. Anche a scuola quando ci davano le caramelle io non le mangiavo mai e quando tornavo a casa le davo a lei. Le volevo molto bene anche se litigavamo spesso. Questo vedo che accade a tutti i fratelli più piccoli. Oggi invece è tutt’altro. Praticamente non litighiamo quasi mai, e questo è dovuto anche alla maturità di entrambe, di sicuro non ci mettiamo più a rovesciarci le cose in testa e a prenderci per i capelli. Io e lei siamo molto legate. Per me lei è come una migliore amica, almeno sono sicura che di lei mi potrò sempre fidare e che sicuramente rimarremo sempre unite. (Continua a pagina 15) Pagina 15 Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco) IL RAPPORTO TRA MIA SORELLA E ME A cura di Vitalina Frankova, II A SM (Continua da pagina 14) Ringrazio sempre mia mamma per avermi fatto mia sorella. Senza di lei non so cosa farei. Siamo sempre da sole a casa e riusciamo sempre a raccontarci tutto. Ogni volta va a finire che rimaniamo amiche tutte e due e in fine ci diciamo entrambe: “Per fortuna che ci sei tu” E davvero una bella cosa avere una sorella, quando sento le altre persone parlare male dei propri fratelli mi chiedo come sia possibile non andare d’accordo con le persone che più dovrebbero essere care. Mi chiedo sempre se il nostro forte legame sia dovuto al fatto che fin da piccole siamo state obbligate a stare insieme oppure semplicemente perché siamo sorelle. Mi chiedo anche se non fossi- mo state sorelle se saremmo state amiche. Io e lei abbiamo due caratteri molto diversi ma abbiamo la stessa mentalità nonostante lei sia più grande di me di quattro anni. Avere una sorella più grande è un vantaggio perché si cresce allo stesso modo, infatti spesso non mi trovo molto bene con le ragazze della mia età perché a volte hanno ancora la mentalità da bambina. E grazie a mia sorella se sono cresciuta più in fretta rispetto ai miei coetanei. Sono davvero fiera di avere una sorella come lei. Le voglio un mondo di bene. Insieme riusciremo sempre a superare i nostri ostacoli. Mestiere preferiti da allievi della II B IMT Filippo PICCOLO e Matteo ROMAN (Continua da pagina 13) dere confidenza con i macchinari e con l’ambiente. Nel mio caso la scelta di questa scuola è stata autonoma : nessuno mi ha obbligato ad iscrivermi a questo piuttosto che in un altro istituto. Forse sono stato solo influenzato da due persone: mio cugino, che ha frequentato la stessa scuola e che mi raccontava sempre dei pezzi che faceva con le macchine a controllo numerico; e mio padre, il quale, anche se non lavora in questo settore, ha sempre dato molto importanza al lavoro manuale e ha sempre assecondato la mia inclinazione. Infatti, fin da quando ero piccolo, ogni volta che c’era qualche oggetto che non funzionava, mi è sempre piaciu- to smontare pezzo a pezzo e riutilizzare i vari pezzi per costruire qualcosa di nuovo e utile, utilizzando la mia fantasia. In un certo senso, anche ora che studio per diventare tecnico, faccio la stessa cosa, solo, partendo dal materiale che non è ancora stato lavorato, attraverso il lavoro manuale e con un programma che riesca a “costruire” qualcosa di nuovo e finito da quella che altrimenti sarebbe inutile, cosa che mi ha sempre affascinato. Quando riuscirò a fare questo lavoro, sarò felice perché non lavorerò solo per me, ma anche per gli altri e avrò realizzato quel sogno che avevo coltivato fin da piccolo. Pagina 16 Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco) Fumetti di chimica A CURA DEL PROF. ANTONIO DE ANGELIS CON LA CLASSE III A SM Pagina 17 Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco) LA SFILATA DELLA III A SM Pagina 18 Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco) Facile dire cos’è la musica! A cura di Grewal Harmanpreet Singh , Pol Andrei Pavel , Pol Gabriel Petru La musica Che cos'è la musica? Nessuno può darne una definizione concreta, perché ognuno di noi assegna alla musica una diversa definizione. Sin dai tempi antichi, la musica era presente nella vita delle persone, sia come arte e sia come un modo di comunicare, essa è ovunque in natura, si manifesta in vari modi: dal fruscio rallentato delle foglie ai trilli melodiosi di uccelli. Se siete in uno spazio aperto, se siete a casa, in un club o in qualsiasi altro luogo la musica è sempre presente nella vostra vita. E 'come una chiave che apre la porta a un altro mondo. Qualunque sia il tipo di musica che si ascolta, sia classica o moderna, aggressiva o di relax, la cosa più importante è che abbiamo il potere e la capacità di scegliere noi stessi ciò che ci piace, ciò che ci rappresenta di più. Abbiamo cercato sulla rete tanti bei modi per esprimere ciò che è musica. “Musica è quello che ho letto, che mi sveglia, che mi incoraggia, mi riempie di amore, che mi rende felice o triste.” “La musica ci aiuta a connettersi con noi, a sentirsi liberi dal peso di una dura giornata e a rilassarsi con l'aiuto di suoni di cui godano le orecchie. Cresce alla fine e si sviluppa con noi ed è una parte importante della nostra vita.” “C’è un detto che dice che quando sei felice ti piace ascoltare la musica, quando sei triste capisci quello che stai ascoltando.” “Per me, la musica è l'unico modo in cui posso scaricare l'energia che ricevo ogni giorno. Senza musica, come quando non posso ascoltarla tutti i giorni, mi sento inutile perché solo ascoltandola è l'unico modo in cui posso immaginare di creare qualcosa dal nulla, di costruire. E’ come un confessore, ma anche il tempo, il cibo e le parole ma non ancora sufficienti per capire che cosa è la musica, forse è solo un mistero che non sarà mai risolto” “La musica per me è come una nuvola soffice che galleggia sulla differenza dei tassi. Aprite l’anima alla musica, la mente, il cuore e, se amate la musica, si può arrivare ad armonizzare con essa il ritmo del proprio battito cardiaco.” Quindi la musica è un vero amico: lei è calma, capisce i tuoi sentimenti, ci si trova attraverso di essa, si manifesta in vari modi. La musica è in me e la Musica sono io. Pagina 19 Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco) La mia esperienza con gli ufo Di Vitalina, Frankova , II A SM Da quasi un anno e mezzo, ormai, non riesco più a prendere sonno facilmente, il buio per me è diventato un vero e proprio incubo e tutto questo è dovuto a quella sera del 24 giugno 2011. Mentre chiudevo le persiane delle finestre, mi accorsi di una strana luce che stava proprio sopra le montagne che si trovano di fronte alla finestra, all’inizio pensai che fosse una stella oppure un satellite, poi però rimasi li a guardarla ancora per un po’ e vidi che non si trattava di una semplice stella ma era una luce strana. Sembrava quasi che girasse su stessa e nello stesso tempo si spostava verso destra. Continuai a fissarla per ancora qualche minuto, non riuscivo più a distogliere lo sguardo, volevo smettere ma era come se qualcosa mi tenesse li a fissarla e basta. Tra me e me pensavo : “Basta! Devo smettere di guardarla, altrimenti sta notte non dormirò”. Dalla paura non riuscii a fermarmi, anzi, più paura cominciai ad avere e più la fissavo. Poi ad un certo momento la paura è stata talmente forte che cominciai ad urlare e subito arrivarono mia madre e mia sorella, ma nel momento in cui arrivarono, questa luce scomparve. Mia mamma mi disse: “ Dai, non sarà niente… chiudi le persiane e mettiti a dormire”. Non finì nemmeno la frase che una fastidiosissima luce come un laser di colore verde penetrò nella stanza illuminandola internamente. Lì fu veramente un momento di puro panico per tutte e tre. Non avevo mai visto una cosa del genere in vita mia e non potevo nemmeno immaginare che cosa potesse essere, poi cominciai a pensare che potevano essere gli UFO. La paura aumentava sempre di più ma ancora ero li come immobilizzata a fissare fuori dalla finestra, nessuno delle tre riusciva a smettere di guardare. Intanto la luce aumentava a girare e a girare su se stessa illuminando tutta la montagna sottostante. Lì capimmo che bisognava fare qualcosa e mia mamma chiamò la protezione civile perché venissero a vedere anche loro. Mia sorella intanto tentava di fare un video, ma purtroppo non si vedeva niente (Continua a pagina 20) Pagina 20 Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco) La mia esperienza con gli ufo di Vitalina Frankova , II A SM (Continua da pagina 19) solo una piccola luce nel buio. Mia mamma spiegò alla protezione civile che cosa stesse succedendo, ma loro non la presero sul serio e dissero che sarebbero venuti il giorno seguente a dare un’occhiata. Allora noi rimanemmo ancora li a guardarla ed ad un certo punto questa luce si suddivise in tre sfere e una di essa si diresse verso di noi con tale velocità che quasi non ci accorgemmo. Nonostante la paura non ci decidevamo a chiudere la finestra e continuavamo a guardare. Nella mia testa stava cadendo di tutto, ormai credevo che non saremmo rimaste vive, avevo paura che quella luce potesse atterrare o addirittura entrare nella nostra camera. La mia mente funzionava ma il corpo sembrava si fosse paralizzato e anche gli occhi, credo che anche se mi si fosse presentato davanti un ufo non sarei riuscita a scappare. Tutto successe così in fretta che non mi accorsi che una delle tre luci passò proprio sopra il tetto della nostra casa e scomparve nel nulla. Le altre due luci, intanto continuavano a girare e a girare e a spostarsi sempre di più verso il basso quasi come se volessero atterrare nella montagna. Rimanemmo a guardare per circa 40 minuti e poi finalmente decidemmo di chiudere la finestra. Non dormii tutta la notte, anzi tutto il mese, ancora oggi ho paura di chiudere le persiane di sera. Credo che questa orribile esperienza purtroppo non me la dimenticherò mai e non saprò mai esattamente che cosa è stata con la luce. Non auguro davvero a nessuno un esperienza di questo genere. Nonostante molte testimonianze di persone che hanno visto questo fenomeno ci sono molte persone che non ci credono. Anche io non ci credevo molto una volta, ma dopo questa esperienza ci credo e come. Posso soltanto sperare che non mi ricapiti più nella mia vita. Potrò raccontarla quanto voglio e a chiunque ma mai riuscirò a spiegare le sensazioni che ho provato in quel momento, posso solo dire che è stato davvero spaventoso. Vitalina Pagina 21 Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco) INTERVISTA AL PROF. LUCIANO BUBBOLA ( insegnate di italiano) La redazione del giornalino non ha resistito alla tentazione di intervistare il prof più “estroverso” della nostra scuola. Si tratta di LUCIANO BUBBOLA , insegnante di Italiano e Storia nel nostro Istituto.. Intervistatore: da quanto tempo insegna in questa scuola? Cosa pensa delle classi dove insegna?? Prof - Sono qui dal 1996. Sotto l’aspetto umano penso di avere un buon rapporto con gli allievi, invece, sotto l’aspetto dell’impegno scolastico, secondo me si può ancora migliorare... ma ci sono anche tante persone molto valide; voi ragazzi sbagliate perché non credete in quello che fate, ed inoltre partite già rassegnati, che è la cosa peggiore. Intervistatore: preferisce le classi maschili o femminili? prof: preferisco quelle maschili, perché mi accorgo di avere più libertà nell’esprimermi , a dire la verità, ho avuto anche una classe femminile della Moda, ed era una bella classe, penso anche che le ragazze maturino prima. Intervistatore: da dove prende spunto per le sue battute? prof: credo di essere così, fondamentalmente sono timido e quindi cerco di combattere la mia timidezza con estroversione. Intervistatore: perché ironizza sempre su sua moglie? prof: proprio perché le voglio bene, perché se le dicessi che tengo a lei, si monterebbe la testa, lei deve sempre conquistare la mia fiducia, ed inoltre credo che lei non sia bella come me. Preferisco avere la moglie non insidiabile e quindi fedele. Intervistatore: con questo lei vorrebbe dire che non esiste una donna bella e fedele? prof: no, ma io intendevo dire che preferisco non tanto che sia bella ma fedele perché così nessuno me la può insidiare . Intervistatore: fare l’insegnante per lei è come avere un lavoro qualsiasi o lo ha scelto perché le piace? prof: all’inizio perché a me piace, adesso invece faccio fatica a capire dove la scuola vuole andare, credo infatti ingiusto ridurre le opportunità culturali degli studenti a causa delle pseudo riforme. Intervistatore: è mai stato in paesi europei e in paesi extraeuropei? prof: sono stato in paesi europei ed extra-europei, quello extra-europeo che mi è piaciuto di più è stata la Thailandia, lì ho visto delle cose molto belle, l’Europa mi piace quasi tutta, soprattutto le capitali Intervistatore: cosa pensa dei docenti della scuola? Come si trova con loro? prof: con loro mi trovo bene, però preferisco fare un'ora di lezione che un'ora di assemblea con i docenti. Intervistatore: Non pensa che la Storia sia noiosa? prof: secondo me, la storia è una parte della nostra esistenza, che viene resa noiosa , dovrebbe essere trasmessa in modo diverso, non dovrebbe essere nozionistica. Intervistatore: secondo lei di cosa avrebbe ancora bisogno la scuola? prof: ha bisogno di una biblioteca vera, perché attualmente questo spazio viene utilizzato anche per riunioni e per altre cose, in questo caso per fare l’intervista a me. Intervistatore: Pensa che sia utile il giornalino per la scuola? prof: sì, molto utile, credo che il giornalino abbia sostituito le assemblee di istituto, perché ce ne sono state troppo poche e questa è una mia nota polemica; secondo me dovete cercare di allargare questo progetto in modo che partecipino più persone. Intervistatori: Rilind Polozhani , Adriana Mazreku, Andrei Pol Davide Noviello,, Gabriel Pol, Giorgia Menegon, Belinda Baniba, Zalia Kebe Pagina 22 Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco) Quando smetti di essere un bambino: Un nonno prezioso e affettuoso a cura di un allievo della II B IMT Sin da piccolo, quando ero a casa da scuola, andavo in giro col mio nonno materno perchè con lui mi trovavo e tutt’ora mi trovo bene, è una persona speciale piena di idee e con u na voglia di vivere la vita come nessuno. Con lui sono sempre andato a caccia e a pesca, in ferie e al lavoro, insomma, in qualsiasi posto andava io lo seguivo, mi ha tramandato tanti hobbies ma la cosa che mi ha più colpito è il suo lavoro, l’idraulico. E’ un mestiere semplice che lui mi ha insegnato con molta calma e quando non capivo mi spiegava per bene; è da quando avevo cinque anni che “lavoro” con lui e devo proprio dire che adesso mi arrangio in tutto e per tutto. <ho scelto questa scuola perchè mi possa dare delle altre informazioni più specifiche di quelle che possiedo, studiando e apprendendo i nuovi metodi di installazione di caldaie, condizionatori, ecc… Con l’esperienza che già ho potrei benissimo smettere la scuola ed iniziare a lavorare con iul nonno nella sua attività. Ma senza un diploma in mano concluderei poco: intendo perciò finire questi cinque anni di Istituto professionale per poi frequentarne altri due per specializzarmi nel settore termoidraulico nelle fabbriche, realizzando impianti antincendio o di riscaldamento, arrivare, insomma, al massimo degli studi di settore, senza contare tutti gli altri corsi di formazione e aggiornamento che dovrò seguire quando sarò più grande, perchè le nuove tecnologie avanzano e, se non ci si tiene al corrente, si resta ignoranti. Intendo portare avanti il mio sogno perchè ho già avuto la fortuna di ricevere l’attrezzatura completa, i furgoncini, l’officina, e tutto ciò non capita a tutti. Sono anche fortunato perchè il giorno che mi diplomerà potrò subito iniziare a lavorare. Il rimpianto di una cara nonna e delle proprie radici A cura di Pol Andrei Pavel, II B IMT Nel 2010 a dicembre ero in Romania e frequentavo lì la scuola. Avevo una nonna che si chiamava Ana, ma io la chiamavoMama Ami. Lei era ammalata e cominciava a dimenticare tutto, i figli, i nipoti, il marito, tutto. Era come un bambino piccolo, non si ricordava chi fossero le persone vicino a lei e neanche chi fosse (Continua a pagina 23) Pagina 23 Il Multi-Media Magazine (ex l’Ornitorinco) Quando smetti di essere un bambino (Continua da pagina 22) lei. Un giorno le sorelle di mia madre, Angela e Anda, hanno chiamato l’ambulanza, quando è arrivata io e mio fratello Gabriel eravamo a casa e ci hanno detto che la nonna non aveva molto da vivere, poi la zia mi ha detto di andare a scuola. Quando sono tornato a casa non c’era nessuno, tranne mio nonno che era in cucina e piangeva. Ho chiesto cosa fosse successo e lui me l’ha detto. Da quel momento ero triste e non volevo fare niente. Il secondo giorno, quando sono andato a scuola, i compagni mi chiedevano cosa avessi, quindi è arri- vata la coordinatrice a cui ho spiegato tutto: lei ha mandato mio fratello e me a casa. Tornato a casa ho ricevuto la telefonata di mia madre che mi ha detto che mi avrebbe fatto finire quell’anno scolastico e poi mi avrebbe portato in Italia. Finita la scuola, mia madre mi ha portato via in Italia. I primi tre mesi non mi piaceva stare qui, volevo tornare in Romania ma la mia mamma mi ha spiegato che era meglio per noi: ho ragionato un po’ e ho visto la verità. Alla fine mi sono detto che era meglio andare in Romania per le vacanze. Questo grande cambiamento mi ha fatto ragionare e diventare più maturo, più serio di quando ero in Romania, nell’affrontare le cose che succedono nella vita. La redazione del Multi-Media-Magazine al lavoro con il professor Bubbola! Anno 11 Pagina 24 CRUCI VERBA CRUCICALCIO: LE STAR DEL PALLONE Con il programma free: Hotpotatoes, potete realizzare cruciverba, prove scolastiche e tante altre cose divertenti Orizzontali Verticali 1. Nome slavo, dalla Svizzera, fece grande rovesciata contro l'UK. 4. Il Principe del Milan. 6: Tedesco ma è turco e gioca nel Real Madrid. 9: Ha lo stesso nome ma lui ha molta fede: inizia con C, gioca nel Real Madrid. 12: Ha dato una testata a Materazzi. 14: Giocatore della Juventus che e' andato in Australia. 15: Giocatore del Milan, e riserva. 16: E' il portiere del Real Madrid. 19: Gioca nel Milan, ha avuto i problemi per razismo. 21: E' la statuetta che si vince negli USA con i migliori film. Ma il giocatore del Chelsea è molto meglio. 22: Quattro volte ha vinto il pallone d'oro. 23: Non si fa nel WC ma calcia cannoni da grande attaccante 2. Ha giocato nel Milan e adesso gioca nella squadra di Flamengo, Brasil. 3. Ha preso una testata da Zidane... ma su di loro si riposa bene! 5: Coon l'accento sulla E, era la perla nera del Brasile 7: Era il piu grande giocatore del mondo e adesso è allenatore. 8: Come lui c'era il telefilm delle macchine pazze. Gioca nel Chelsea. 10: Gioca nel Barcelona, insieme a Messi e Iniesta. 11: Gioca nel Barcellona, insieme a Messi e Xavi. 13: Era un giocatore del Real Madrid che pochi mesi fa ha perso 30 Kg. 17: Ballava in campo la canzone "Ai Se Eu Tu Pego", gioca nel Santos. 18: E' considerato il miglior calciatore rumeno. 20: Giocava nel Milan, ma e andato a giocare nel Brasil. Le soluzioni sono a pagina 9 CI TROVATE E CI POTETE CONSULTATE ANCHE SUL SITO DELL’IPSIA: www.isis.it