Scopri lo speciale Crespi Cup 2008 on-line

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Scopri lo speciale Crespi Cup 2008 on-line
Raduno Internazionale
del Bonsai & Suiseki
Al cuore della cultura orientale…
CRESPI BONSAI
RESPI Cup 2008
Domenica
21 settembre si è concluso, dopo 10 intense
giornate, l’8° Raduno Internazionale del Bonsai & Suiseki,
superando il pur ottimo successo delle precedenti edizioni.
La manifestazione, che si è tenuta negli splendidi spazi e
giardini di Crespi Bonsai, è stata inaugurata da Luigi Crespi,
alla presenza del Console Generale del Giappone il Signor
Hiroshi Azuma, con un discorso particolarmente significativo:
“L’arte, che ha conosciuto modi di espressione diversi nelle
diverse regioni del mondo e nelle diverse epoche, ha trovato
con il bonsai un connubio affascinante. La natura e la vita
stessa si elevano in arte nel bonsai, avvicinando l’uomo
all’armonia della natura, affermando il rispetto per la vita,
attraverso un’opera dall’intenso valore evocativo, capace di
trasportare l’osservatore in un paesaggio lontano, scatenando emozioni e sensazioni, portando serenità e pace nel
cuore.
L’8° Raduno Internazionale del Bonsai & Suiseki dà l’occasione di mettere a confronto le nostre esperienze per
continuare a migliorare le nostre conoscenze e affinare la
nostra sensibilità, affinché anche da noi, come in Giappone, si
possa arrivare a pensare al bonsai come un bene prezioso che
passi di generazione in generazione.”
Oltre alla massiccia partecipazione alle mostre concorso
bonsai, shohin, suiseki e pot, con più di 230 concorrenti giunti
da tutta Europa e non solo, che ha consentito ai visitatori di
ammirare opere di livello qualitativo in costante ascesa, sono
stati apprezzati le numerose conferenze, le dimostrazioni e i
laboratori di gruppo, che hanno avuto un eccezionale
riscontro di partecipazione.
A sottolineare il carattere internazionale della
manifestazione, quest’anno sono state presenti
anche alcune delegazioni a rappresentanza del
mondo bonsaistico giapponese con l’autorevole
presenza di Daizo Iwasaki, americano con la presidente del W.B.F.F. Solita D.T. Rosade, indiano, indonesiano, cinese, taiwanese e ovviamente europeo.
Da sinistra, il Console Generale del
Giappone Hiroshi Azuma, il maestro
Ebihara e Luigi Crespi all’inaugurazione
della Crespi Cup 2008.
© Sergio Gentile
Raduno Internazionale del Bonsai & Suiseki
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CRESPI BONSAI CUP
La Crespi Bonsai Cup, dedicata a collezionisti e professionisti, ha ospitato ottanta espositori provenienti da Italia, Svizzera, Spagna, Portogallo, Francia e Germania.
Giuria e visitatori della manifestazione
hanno constatato con ammirazione l’altissimo livello qualitativo degli esemplari esposti,
ben rifiniti e curati nei più minuti dettagli.
“Forse il piccolo passo che ancora manca agli
esemplari coltivati in Occidente è la maturità
di coltivazione in vaso, che aumenta la forza
evocativa del bonsai rendendo più intensa
l’ammirazione e il rispetto per l’aspetto vene-
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rando dell’albero secolare…”, ha commentato la giuria riunita per decretare il vincitore.
Dopo aver giudicato dal punto di vista tecnico, estetico e del
mantenimento ogni bonsai esposto, è stato dichiarato vincitore il Rhododendron indicum Kinsai di Fabio Mantovani di
Cavezzo, in provincia di Modena. La giuria, composta da
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Un sorridente Lorenzo
Agnoletti vincitore della
Coppa Kaneko Memory.
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Il Cupressus sempervirens di
Agnoletti.
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Lo Juniperus chinensis Itoigawa di Enrico Savini.
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Il Pinus mugo Uncinata di
Sandro Segneri.
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Lo Juniperus rigida di
Matteo Caldiero.
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Claudio Cermelli con la sua
Vite.
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L’affascinante Vitis vinifera.
Luigi Crespi, Nobuyuki Kajiwara e Tsau Shing Wong, ha assegnato all’esemplare 86 punti e il vincitore ha ricevuto la
prestigiosa coppa Crespi Bonsai e un
assegno di 5.000,00 €.
Al Cupressus sempervirens di Lorenzo
Agnoletti è stata assegnata la coppa Kaneko Memory come miglior bonsai per
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naturalezza e artisticità, mentre le
menzioni di merito sono state date al Pinus mugo Uncinata di Sandro Segneri,
allo Juniperus rigida di Matteo Caldiero,
allo Juniperus chinensis Itoi-gawa di
Enrico Savini e alla Vitis vinifera di
Claudio Cermelli.
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RESPI Cup 2008
Come si sente il vincitore?
È difficile spiegare cosa si prova quando si ha la notizia di aver vinto un
concorso di alto livello
come questo.
È stato un mix di sensazioni, adrenalina, euforia, gratitudine verso
le persone che ho avuto
accanto lungo il mio
cammino bonsaistico.
Sicuramente una bellissima sensazione che mi
dà stimoli per continuare a fare del mio meglio
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nei prossimi anni.
Ci racconta il primo incontro tra lei e la sua pianta?
Durante una visita ad un centro bonsai sono riuscito ad accedere all’area riservata che racchiude i pezzi della collezione personale del proprietario, ricca di esemplari di grandissimo pregio e quando vidi questa
Satsuki dissi: “è lei, l’ho sempre sognata…”. Nulla di questa pianta
stonava davanti al mio sguardo. Era una pianta che andava al di fuori
dei canoni tradizionali delle Satsuki giapponesi, spesso molto simili tra
loro e come spesso accade fu proprio questa unicità a colpirmi.
Quale difficoltà di coltivazione e mantenimento ha un
esemplare così rifinito?
Ho sempre amato le Satsuki e pur non considerandomi un vero esperto
devo dire di aver accumulato una buona esperienza sulla coltivazione di
questa splendida, quanto difficile essenza. Anche il microclima dove
mantengo i miei alberi mi aiuta non poco, potendo contare su di un buon
tasso di umidità; buon riparo dal vento, ma con una buona esposizione
all’aria e alla luce, nonché acqua poco calcarea derivante da impianto ad
osmosi inversa. Certamente mantenere un albero così maturo non è
semplice, anzi è l’albero che più mi impegna, nulla va lasciato al caso ed
in questo ho il continuo supporto del mio istruttore, anche sotto il profilo conservativo di un esemplare così maturo come questo.
Quando ha cominciato a pensare che fosse arrivato il
momento del “debutto in società” per il suo esemplare?
Beh, questa pianta era già piuttosto conosciuta nell’ambiente professionistico, era stata esposta al Kokufu anni fa ed è apparsa anche su
due numeri della rivista Kinbon, dove si poteva vedere la sua evoluzione negli anni. Arrivò poi in Europa attraverso un importatore che ne
ha curato il mantenimento per alcuni anni. Quando si aprì lo spiraglio
per poterla acquistare non ci ho pensato due volte, era da tempo che
la seguivo e la desideravo. Avevo temuto di non riuscire ad esporla al
massimo della forma in quanto, dopo la fioritura della primavera scorsa, la pianta aveva reagito con un’esplosione vegetativa e pertanto è
stato necessario potarla drasticamente. Tuttavia nei mesi successivi
attraverso un costante e mirato mochi-komi la pianta è tornata ad un
buon grado di rifinitura e perciò ho deciso di esporla.
vole gap tra Occidente e Oriente in questo, ma il tempo non si compra
in nessun bonsai shop.
Fabio Mantovani bonsaista: come è nata e si è sviluppata la
sua passione per l’arte delle piccole grandi piante in vaso?
Come per tanti appassionati tutto è nato con un regalo di un piccolo
bonsai otto anni fa. All’inizio mi incuriosì e cercai di capirne maggiormente documentandomi il più possibile su questo mondo, poi l’interesse si è tramutato in vera passione, prima da autodidatta e con un
corso base organizzato in una serra del luogo e poi entrando in una
scuola italiana grazie alla quale sto accrescendo molto il mio livello
tecnico, che era alquanto deficitario, ma non mi reputo ancora bonsaista, sono uno studente felice di esserlo, conscio di essere solo e
sempre all’inizio del mio percorso bonsaistico. È giusto e bello che sia
così, una continua sfida con me stesso, del resto non ci si improvvisa
bonsaisti, lo si diventa con il tempo e con il costante e continuo miglioramento tecnico ed artistico.
Cosa rappresenta per lei il bonsai?
Il mio lavoro occupa gran parte delle mie giornate e delle mie energie,
ma riesco sempre a ritagliare il tempo per quella che ora è una parte
importante della mia vita. Grazie al bonsai ho incontrato persone fantastiche, un gruppo forte con valori tecnici e umani davvero unici,
amici con la mia stessa passione ai quali desidero dedicare questo importante riconoscimento che non sento solo mio. Un grazie di cuore a
tutti voi ragazzi!
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Luca e Luigi Crespi
consegnano la
prestigiosa Crespi
Cup e l’assegno di
5.000,00 € a Fabio
Mantovani, vincitore
dell’edizione 2008
della Crespi Bonsai
Cup.
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La Satsuki nel 2004
ancora in Giappone.
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L’albero in fioritura
nella primavera del
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2007, appena giunto
in Italia.
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La splendida
fioritura di
quest’anno.
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Durante
l’esposizione alla
Crespi Bonsai Cup.
© Sergio Gentile
È Fabio Mantovani, collezionista della provincia di
Modena, ad aggiudicarsi questa edizione della
Crespi Bonsai Cup. Lo abbiamo intervistato, ecco
cosa ci ha raccontato della sua bellissima Azalea.
Come le è sembrato il livello delle piante esposte?
Davvero molto, molto alto… È cosa arcinota che negli ultimi anni i
professionisti italiani ed europei hanno dimostrato nei fatti di essersi
avvicinati davvero tanto al Giappone in termini di qualità del lavoro e
della tecnica. Il loro lavoro quotidiano ha contribuito ad innalzare il livello del bonsaismo occidentale e questo si nota anche osservando le
piante degli amatori che hanno fatto passi da gigante. Penso che di
strada da percorrere ce ne sia ancora tanta, soprattutto in termini di
coltivazione, un aspetto questo che spesso viene ancora trascurato,
ma ci vuole tempo, del resto la nostra storia bonsaistica è giovane rispetto a quella orientale. È fisiologico quindi che ci sia ancora un note-
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Raduno Internazionale del Bonsai & Suiseki
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CRESPI SHOHIN CUP
Si può esprimere in un’altezza di soli 21 centimetri tutto il fascino e la bellezza di un albero secolare in natura?
Rispondono esaurientemente le immagini della Crespi Shohin Cup, che ha ospitato quest’anno 25 espositori provenienti da Italia, Svizzera, Spagna e Francia. Sono piccoli alberi in grado di sprigionare una forza evocativa ineguagliabile.
La giuria, composta da Luigi Crespi, Nobuyuki
Kajiwara e Tsau Shing Wong, ha decretato vincitore
lo Juniperus chinensis di Nicola Crivelli di Manno
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(Svizzera), con 84 punti. Al vincitore è stata affidata la Coppa Shohin ed è stato consegnato un assegno del valore di
1.300,00 €. Hanno ricevuto le menzioni di merito il Pinus
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© Proietti Tocca Bruno
parviflora di Bruno Beltrame, lo Juniperus chinensis di Aurelio De Capitani ed il Pinus pentaphylla di Fabio Mazzeo.
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Il Pinus parviflora di
Bruno Beltrame.
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La consegna
dell’attestato di merito a
Bruno Beltrame.
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Lo Juniperus chinensis di
Aurelio De Capitani.
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Aurelio De Capitani
con il suo shohin di Juniperus
chinensis.
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Durante la consegna
dell’attestato di merito a
Fabio Mazzeo.
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Il Pinus pentaphylla di Fabio
Mazzeo.
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Considera i bonsai Shohin come poesie Nicola Crivelli, vincitore della Shohin Cup 2008. Lo abbiamo
incontrato nella sua casa di Manno per scambiare
due parole con lui.
Signor Crivelli, grande soddisfazione per questo successo…
Certamente, sono alle stelle. Io fisso l’inizio della mia “Bonsai-Do”
nel 1988 e sin dal principio ho sempre seguito la vostra rivista che ci
portava notizie sui bonsai e le tecniche usate in Giappone, un paese
lontano ed enigmatico.
Ho sempre seguito la Crespi Cup, prima come visitatore e poi più
recentemente come espositore, anche nelle sue edizioni Svizzere a
Lugano e finalmente, questo premio.
Sono molto soddisfatto.
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Vuole raccontarci la storia del suo esemplare?
Volentieri, io da anni fotografo i cambiamenti dei miei bonsai. Ho
acquistato questo Ginepro presso il giardino di Saburo Kato ad
Omiya.
Mi ha colpito per i bellissimi shari e il bel movimento della prima parte
del tronco. Pur essendo di piccole dimensioni, questo bonsai non poteva rientrare nella categoria degli shohin a causa della sua altezza superiore ai 20 cm.
Nella primavera del 2006, per renderlo più compatto, ho deciso
di cambiargli inclinazione trasformandolo in un esemplare a semi-cascata e collocandolo in un vaso adeguato al nuovo disegno dell’albero.
Ovviamente il lavoro sul mio bonsai non è finito e proseguirà anche
con la ricerca di un vaso più prezioso.
RESPI Cup 2008
Quale il fascino degli uni e degli altri?
Sì, io coltivo bonsai di dimensioni tradizionali, anche se in generale
preferisco quelli di medie dimensioni, in giapponese si chiamano
chuhin.
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Nicola Crivelli,
vincitore della
Crespi Shohin Cup
2008.
20-21
Lo Juniperus
chinensis vincitore
della
Shohin Cup nel 2005,
a distanza di un anno
dall’acquisto.
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Nel novembre 2006
dopo la nuova
impostazione a
semi-cascata e il
trapianto in un vaso
adeguato al nuovo
stile.
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Nicola Crivelli
durante
l’applicazione del
filo.
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Dopo l’applicazione
del filo sono stati
selezionati i rami
principali e lo shari
sul fronte è stato
allargato, inoltre
l’apice è stato
abbassato.
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Lo scorso anno
durante una mostra
del Bonsai Club
Ticino.
Questo Ginepro è
I bonsai shohin e chuhin sicuramente necessitano di un’attenzione
particolare nella loro coltivazione, dovendo vivere in un vaso di
dimensioni ridotte sono più a rischio agli sbalzi atmosferici. Una giornata di vento può essere a loro fatale. Però il fascino che trasmette
un bonsai che ti sta in una mano è impareggiabile.
Il bonsai è la sintesi di un albero. Io uso spesso questa similitudine
paragonando una pianta ad un testo scritto, un libro o un racconto.
Una pianta e un bonsai si possono leggere come un libro, tutta la sua
storia, dal seme in avanti è impressa nel suo tronco, nelle radici e nei
rami.
Nel bonsai, anche se di grandi dimensioni, si cerca di sintetizzare
questo racconto, diciamo in una novella, nello shohin si sintetizza
ancora di più, perciò io vedo lo shohin come una poesia di pochi versi
ben calibrati. Realizzare uno shohin non è facile, tutto deve essere
perfetto ed al posto giusto, è praticamente impossibile mascherare
un difetto.
Uno shohin, come una poesia, deve incantare per la sua semplicità,
essenzialità e forza.
La rivedremo anche alla prossima edizione?
Sicuramente, la Crespi Cup è un evento da non perdere, e solo ad
un’ora di auto da dove vivo.
L’esposizione di un bonsai è sempre un momento di crescita e di verifica del lavoro svolto anni dopo anni sulla propria pianta. Noi siamo
abituati a vedere le nostre piante ogni giorno nel nostro giardino e
spesso l’occhio si dimentica dei difetti presenti sull’albero. In vista di
portarlo ad una mostra, però, si devono programmare dei lavori per
rendere il nostro gioiellino ancora più bello, cercare il vaso adatto,
preparare il muschio, pulire la corteccia, trovare il tavolino giusto e
l’adeguato elemento d’accompagnamento.
Anche questo è bonsai. Sto già programmando i lavori da fare alla
pianta che porterò alla prossima edizione fra due anni.
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stato esposto come
elemento
d’accompagnamento
per un bosco di
Carpini.
© Sergio Gentile
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Lei ha
partecipato
anche alla
Crespi Bonsai
Cup, quindi
colleziona anche
bonsai di
maggiori
dimensioni;
quale differenza
nota nella
coltivazione dei
bonsai di piccole
e maggiori
dimensioni?
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Il suo aspetto
quest’anno durante
la Crespi Shohin Cup.
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© Sergio Gentile
Raduno Internazionale del Bonsai & Suiseki
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AMATORI
A
CONFRONTO
Cresce la partecipazione alla mostra dedicata agli amatori, che
ha contato quest’anno 75 espositori contro i 57 della precedente edizione, provenienti principalmente dall’Italia. Il maestro
Ebihara, al quale è stato affidato il compito di selezionare i vincitori insieme a Luigi Crespi, ha dichiarato di essere rimasto sorpreso per il livello qualitativo degli esemplari esposti. Cresce anche l’attenzione per gli accessori e la ricerca di una gradevole armonia tra protagonista ed elemento di accompagnamento, segno che anche gli amatori occidentali cominciano a
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sperimentare ed apprezzare l’esposizione.
La giuria ha dichiarato 1° classificato l’esemplare di Quercus suber di Angelo Fontana di Pozzuolo Martesana (Mi), dal fascino imponente. In premio ha ricevuto una pianta proveniente
dal vivaio del maestro Miura. Si è classificato 2° il Pinus thun33
bergii di Alberto Vigoni di Milano, che ha ricevuto in premio
un vaso tokoname, e 3° il Pinus parviflora Zuisho di Massimo
Verri sempre di Milano, che si è aggiudicato un attrezzo Masakuni. La coppa Yokohama, dedicata al miglior esemplare
sempreverde, è stata assegnata al Chamaecyparis obtusa di
Paolo Morbiato di Martellago (Ve), mentre la coppa Masakuni, per il miglior esemplare di latifoglia, è stata assegnata al Rosmarinus officinalis di Andrea Albergo di Spoltore (Pe).
La giuria popolare, che si è espressa attraverso un’apposita
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scheda, ha dato la preferenza al bosco di Olea europaea di
Giuseppe Trudi di Lamezia Terme (Cz), al quale è stato offerto un bonsai di Juniperus chinensis.
Tra tutto il pubblico votante, ha vinto un bonsai
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Susanna Crespi e Angelo
Fontana, vincitore con un
Quercus suber nella mostra
concorso “Amatori a
Confronto”, durante la
premiazione.
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Il bellissimo Quercus suber di
Angelo Fontana.
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Il Pinus thunbergii 2°
classificato.
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Il suo autore: Alberto Vigoni.
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Il Pinus pentaphylla Zuisho di
Massimo Verri, 3°
classificato nella categoria
Amatori.
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Il suo autore: Massimo Verri.
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Il maestro Kajiwara premia
Andrea Albergo, vincitore
della Coppa Masakuni con
un Rosmarinus officinalis.
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Il Rosmarinus officinalis.
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Paolo Morbiato, vincitore
della Coppa Yokohama.
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Il Chamaecyparis obtusa
premiato.
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Il bonsai più votato dal
pubblico, il bosco
di Olea europaea di
Giuseppe Trudi.
il Signor Luca Arosio.
Infine, anche quest’anno è stato
estratto a sorte, tra tutti i partecipanti espositori in questa categoria, il vincitore di un bonsai che è risultato
Ivano Del Giudice.
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RESPI Cup 2008
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La pietra di Carlo Gori
che con 94 punti si è
aggiudicata la Suiseki Cup.
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A sinistra Claudio Villa,
vincitore dell’edizione 2006,
passa il testimone a Carlo
Gori, vincitore della Suiseki
Cup 2008.
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LaYadori di Ezio Piovanelli
a cui è andata una menzione
di merito.
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Ezio Piovanelli.
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La pietra presentata da
Andrea Schenone, una Takiishi premiata con una
menzione di merito.
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CRESPI SUISEKI CUP
Trentotto sono state le pietre esposte alla Crespi Suiseki Cup,
cui hanno partecipato espositori italiani e svizzeri.
L’arte del suiseki, che ammira la vastità e la bellezza dei paesaggi della natura espressi attraverso le forme essenziali di pietre
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naturali, incontra estimatori sempre più numerosi e non solo
nel mondo del bonsai. Tra le belle pietre esposte Martin Pauli,
esperto di fama internazionale, ha selezionato il vincitore Carlo Gori, con un Kinzan-seki, il quale ha totalizzato un punteggio di 94 punti, aggiudicandosi la coppa Suiseki e un assegno di
1.000,00 €. Menzioni di merito sono state assegnate a Ezio
Piovanelli di Limbiate, con una Yadori, e Andrea Schenone di
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Lumarzo, con una Taki-ishi.
L’arte del suiseki affascina e coinvolge numerosi
collezionisti, Carlo Gori, vincitore della Suiseki
Cup, è uno di questi. Lo abbiamo incontrato per
conoscere la storia della sua beniamina…
Una bella soddisfazione, crediamo…
Sì veramente, la vostra telefonata con la quale mi comunicavate l’esito della giuria mi ha sorpreso, non mi aspettavo certo di aggiudicarmi il vostro ambitissimo trofeo in quanto gareggiavo con i più
grossi collezionisti italiani di suiseki, le pietre erano tante ed esteticamente valide, veramente un bel fine settimana!
Ci racconta qualcosa della pietra che l’ha decretata
vincitore del concorso?
Durante le mie uscite “per sassi” ho trovato diverse pietre ma non belle abbastanza da partecipare ad un concorso, così sono finite a far
compagnia ai bonsai… Ma l’appetito viene mangiando ed ho deciso
di iniziare la ricerca su internet fino a che non ho trovato una pietra
che mi ha colpito per la sua drammaticità, dopo un mese è arrivata a
casa, ma aveva una base che non la valorizzava per niente, così ho
chiesto consiglio all’amica Luciana Queirolo e lei prontamente si è offerta di farmi un daiza degno di tale nome come solo lei sa fare… ed il
risultato è stato ottimo! Tra qualche collezionista di suiseki c’è la convinzione a non dare abbastanza importanza ad una pietra comprata
rispetto ad una trovata, pulita, patinata, ecc. però mi sento di confutare questa teoria poiché se una persona non ha la possibilità di andare a cercare, oppure non conosce giacimenti particolari, non significa
che non abbia la sensibilità ed il buon gusto di scegliere una pietra tra
decine e decine trovate da un ricercatore all’altro capo del mondo.
Come si è avvicinato all’arte dei suiseki?
Sono arrivato ai suiseki solamente da 3 anni, dopo che avevo visto
delle ambientazioni e abbinamenti con i bonsai e, considerando che
mi occupo anche di quelli a livello amatoriale, ho voluto saperne di più
in materia. Ho conosciuto Luciana Queirolo che mi ha portato per
mano alla scoperta di questo fantastico mondo, sono divenuto socio
dell’A.I.A.S. (Associazione Italiana Amatori Suiseki), ho conosciuto
altri appassionati e collezionisti con le cui “dritte” e consigli sto crescendo, e ovviamente ho iniziato anche a costruirmi i daiza.
È un’arte che richiede una sensibilità particolare: riesce a
condividere questa passione con la sua famiglia, con i suoi amici?
Certo, come ho detto, la sensibilità è una componente importante per la scelta e forse occupandomi già di bonsai ne ho acquisita abbastanza. Anche mia moglie è rimasta affascinata da subito e mi segue nelle ricerche sul campo, addirittura riesce a dare delle interpretazioni a dei “sassi” per me abbastanza anonimi; d’altra parte da una persona che ha sempre fatto dell’arte la sua passione primaria (restauro, scultura, pittura) non si poteva aspettare di meglio e di questo la ringrazio di cuore. La rendo partecipe di
una pietra pulita o di un daiza appena finito, magari non troppo bene, come lei mi mostra con orgoglio una sua ultima scultura. Anche
gli amici, che già mi conoscevano per i bonsai sono rimasti colpiti dai
“sassi” e da quello che evocano, così ogni tanto regalo qualche pezzo
trovato perché so di lasciare una traccia di me unitamente a fare cosa
molto gradita.
La pietra più inaspettata che ha trovato?
Sfortunatamente non posso dire di avere trovato pietre eccezionali
e tra l’altro c’è un concetto generale che gira tra noi suisekisti e cioè
che nella nostra vita di ricercatori forse riusciremo a trovare una pietra che rispetti tutti i parametri codificati centinaia e centinaia di
anni fa, che abbia il titolo per essere chiamata “IL SUISEKI” o forse
no, dobbiamo solo avere l’umiltà di accettare quello che la natura ci
offre e percepire in ogni pietra, pur banale che sia, il messaggio che
la natura ci ha lasciato con il passare degli anni.
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Raduno Internazionale del Bonsai & Suiseki
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CRESPI POT CUP
Il vaso è ben più di una cornice per il bonsai: nella sua armonia,
con le forme dell’albero il vaso enfatizza il paesaggio espresso
attraverso il suo abbinamento al bonsai.
Forse il sogno di ogni bonsaista è quello di poter creare per ogni
propria pianta il contenitore ideale, ma anche questa è un’arte
complessa, per quanto affascinante. Alla Crespi Pot Cup un
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piccolo assaggio della creatività, oltre all’abilità, di 14 espositori
da Italia, Belgio e Stati Uniti.
© Proietti Tocca Bruno
Si è aggiudicato la Crespi Pot Cup l’artista belga
Renè Lecocq, con l’esposizione di una coppia di
vasi tondi, totalizzando 76 punti
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La coppia di vasi premiati nella
Crespi Pot Cup realizzati dal
belga Renè Lecocq.
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Lecocq nel suo laboratorio.
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Al lavoro sul tornio.
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Il vaso di Gianpaolo Scoglio
premiato con una menzione di
merito.
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Luigi Crespi consegna a
Gianpaolo Scoglio l’attestato
di merito.
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Alcuni dei particolarissimi vasi
presentati nella Crespi Pot Cup.
secondo il giudizio della giuria
composta da Luigi Crespi,
Shigeo Ebihara e Martin
Pauli. Una menzione di merito è stata assegnata all’opera di Gianpaolo Scoglio di Lodi.
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È un artista belga il vincitore della Crespi Pot Cup
2008; René Lecocq, che ha presentato un coppia di
vasi da lui creati e ideati.
Renè Lecocq è orgoglioso del suo premio. Lei non era
presente alla manifestazione, come ha ricevuto la notizia?
Sono stato molto sorpreso e non potevo credere di essere il vincitore,
un “piccolo” vasaio belga; non l’avrei mai potuto né immaginare, né
sperare!
Cosa l’ha spinta a partecipare alla Crespi Cup?
Il mio amico: Daan Giphart, mi ha convinto a partecipare alla Crespi
Cup, perché da tempo ha grande stima per i miei lavori, giudicandoli di
buon livello.
Come ha cominciato a creare vasi per bonsai? Cosa ha
messo in moto la sua passione?
Sono appassionato di bonsai da circa 30 anni e il mio maestro vasaio è
Andreas Van de Kerckhove un insegnante, appassionato anch’egli di ceramica. L’ho conosciuto durante un incontro in un bonsai club locale,
una volta appreso della mia passione, mi ha suggerito di cominciare a
coltivarla prendendo lezioni sul tornio da vasaio. È stato questo il mio
debutto nella realizzazione di vasi per uso personale. La mia passione
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per il fuoco però è scaturita molto tempo prima, grazie alla mia professione, che mi ha visto occupato per una vita nelle acciaierie di Gent.
Quello che mi piace veramente fare è curare direttamente tutto il processo che comporta la realizzazione delle mie opere: dalla cottura in forno fino al creazione finita. Questa è la mia più grande passione.
Usa normalmente vasi di sua creazione per i suoi bonsai?
Sì, ma amo anche acquistare opere di altri vasai, perché apprezzo il
lavoro anche degli altri, rivolgendo a volte la mia attenzione verso un
vaso specifico di loro realizzazione.
Qual è la maggiore difficoltà nella creazione di vasi a mano?
Un buon vaso bonsai deve possedere un “buon tocco finale”, ciò significa che solo dopo averlo avuto tra le mani, si può esprimere un giudizio
circa la sua qualità. Ciò che considero veramente importante è che la
superficie smaltata esterna risulti al tatto realizzata a regola d’arte, ed è
proprio ottenere questo risultato a costituire la parte più difficile di tutta
l’opera! Trovare un buon smalto per un vaso bonsai non è facile come
sembrerebbe, perché è indispensabile per il bonsai essere collocato nel
suo vaso ideale: bonsai per definizione è uguale a pianta e vaso in perfetta armonia. I miei vasi bonsai sono diversi dagli altri, perché li cuocio nei
forni di mia realizzazione: a gas e a legna. In questi forni la temperatura
raggiunge i 1280-1300 gradi e i colori acquistano una patina particolare.
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UNA SERATA PIENA DI EMOZIONI
La serata di gala tenutasi sabato 20 settembre ha riservato diverse sorprese. Le atlete della società Arte Ritmica di Parabiago (Mi) hanno aperto la serata con una rappresentazione di
ginnastica ritmica dedicata alla natura, un momento speciale
dove danza, musica e natura si sono mescolate con grande armonia e bellezza. La festa è proseguita con le premiazioni dei
concorsi Bonsai - Shohin - Suiseki e Pot Cup e la consegna di un
premio, una targa e un certificato a Luigi Crespi, da parte della
presidente della World Bonsai Friendship Federation - la Si53
gnora Solita - e dal vice presidente - il Signor Daizo Iwasaki così come anche dalla Signora Frieda Joris - responsabile pubbliche relazioni EBA - European Bonsai Association, a riconoscimento del suo grandissimo lavoro di diffusione svolto in oltre 30 anni di attività nel bonsai.
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La consegna della targa che
Luigi Crespi ha voluto
donare a Daizo Iwasaki
per il grande impegno
profuso nel promuovere
il bonsai nel mondo.
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Fra i premiati anche il più
giovane bonsaista presente alla
serata: Antonio Gesualdi.
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Un meritato riconoscimento
anche a Maria Simoes
proveniente da Sobreda
(Portogallo), che per
raggiungere Parabiago
ha intrapreso un viaggio di
oltre 2000 km!
A destra Luca Crespi.
“Sono stato particolarmente felice di vedere tanti amici, tante
persone che hanno fatto migliaia di chilometri per venire a trovarci. È un’emozione grandissima ricevere questi riconoscimen54
ti e vi ringrazio davvero di cuore”, ha commentato a caldo il
fondatore di Crespi Bonsai, Luigi Crespi. “La Crespi Cup è un
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Un momento della
rappresentazione del gruppo
“Arte Ritmica” di Parabiago
dedicata alla natura.
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La Signora Solita e il Signor
Iwasaki, accompagnato
dalla moglie, durante la
presentazione del premio e
della targa WBFF conferiti a
Luigi Crespi.
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La consegna del premio e della
targa.
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La Signora Frieda Joris responsabile pubbliche relazioni
EBA - European Bonsai
Association durante la
presentazione del Certificato
EBA dedicato a Luigi Crespi.
grande impegno, ma è sempre un’occasione speciale, per incontrare vecchi e nuovi amici, per condividere insieme il bonsai
anche se per poco tempo. Sono momenti irripetibili che rendono grande e unico il nostro mondo”, ha proseguito Luigi
Crespi.
La serata si è conclusa con la consegna di alcuni li-
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bri - catalogo che il signor Iwasaki ha voluto
omaggiare non solo ai vincitori dei concorsi, ma
anche al più giovane bonsaista presente, che con i
suoi 33 anni è risultato Antonio Gesualdi, e al
concorrente giunto fisicamente da più lontano:
Maria Simoes proveniente da Sobreda - Portogallo, che per raggiungere Parabiago ha intrapreso un
viaggio di oltre 2000 km, attraversando in automobile la Spagna e la Francia.
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© Sergio Gentile
Raduno Internazionale del Bonsai & Suiseki
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GLI
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Il maestro Ebihara
accompagna il console
Azuma alla mostra dei vasi.
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Durante l’interessantissima
conferenza tenuta dal
maestro Ebihara.
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I nuovi fans italiani
assediamo il maestro per un
autografo.
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Il Maestro Wong durante il
taglio del nastro delle
mostre Crespi Bonsai e
Shohin Cup.
OSPITI
Shigeo Ebihara
Il primo week-end, dedicato alla mostra concorso Amatori a
Confronto, ai vasi ed ai suiseki, è stato caratterizzato dalla presenza del maestro Shigeo Ebihara, artista giapponese di indiscusso valore. Con le sue dimostrazioni ha sensibilizzato i visitatori sull’importanza della fase di mochi-komi (maturità di
coltivazione) che consente al bonsai di raggiungere la forza
evocativa di un albero maestoso e secolare nel suo paesaggio
naturale. La tecnica, secondo Ebihara, è importante per raggiungere il miglioramento qualitativo ottimale, ma è valida soltanto se non lascia traccia sull’albero, che altrimenti perderebbe completamente la sua forza di suggestione. Un nuovo stile
di dimostrazione nel mondo del bonsai, quello proposto da
Ebihara, attraverso diapositive e disegni animati, per vedere le
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tecniche applicate con i risultati effettivi ottenuti in un periodo di dieci o più anni, in modo da cogliere la reale efficacia
degli interventi e lo stato attuale degli alberi trattati. Non
dimostrazione fine a se stessa, quindi, ma un vero impegno
61
La dimostrazione
dedicata al penjing scuola Lingnan - del
maestro Wong, che ha
realizzato un Ficus
formosanum a cascata
su roccia.
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I soddisfatissimi
partecipanti al
workshop del maestro
Wong dedicato al
penjing.
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La consegna della targa
a Martin Pauli, come
ringraziamento per aver
partecipato alla
manifestazione, a cura
di Luigi Crespi.
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Durante la conferenza
dedicata al Giappone e
alla natura di Martin
Pauli.
didattico che è stato apprezzato e ricompensato da un’ampia partecipazione di pubblico.
Tsao Shing Wong
Il secondo week-end ha riunito collezionisti e professio-
nisti espositori alla Crespi Cup e ha accolto la delegazione cinese che accompagnava il maestro Wong Tsao
Shing, che ha tenuto dimostrazioni di penjing nello stile
della scuola di Lingnan. Stile accessibile e sugge61
63
stivo, quello del maestro Wong, che ha riunito
numerosi allievi anche per il suo workshop, tutti
soddisfatti delle proprie creazioni.
Martin Pauli
Esperto di suiseki di fama internazionale, ha te-
nuto un’affascinante videoconferenza sul Giap-
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pone, la natura e il suiseki, un viaggio introspettivo
nel cuore della cultura giapponese.
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RESPI Cup 2008
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Adriano Nalon
Oltre ad un workshop d’introduzione all’arte bonsai, Adriano
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Nalon ha curato un corso bonsai per bambini. I bambini hanno di-
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I rappresentanti del Bonsai
Club Novara.
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I rappresentanti del Club
Bonsai Rivalta, Progetto
Futuro Lombardia, Bonsai
Club Ticino, Ass. Arte e
Cultura Bergamo Bonsai,
Ass. Bonsai il Moro, Valleè
D’Aoste Bonsai Club,
insieme a Gianpaolo Scoglio,
presidente del Coord.
Piemonte-Lombardia
(primo a destra) e Daizo
Iwasaki e moglie.
mostrato di avere una sensibilità accentuata verso le piante, oltre
a quella spiccata fantasia che rende l’esposizione del bonsai, tan69
to difficile da comprendere per gli adulti, un modo naturale di godere le piccole, grandi piante in vaso.
Lorenzo Sonzini
Una mostra inedita dal titolo “Il bonsai nelle schede telefoniche”,
che ha visto in esposizione schede telefoniche emesse prevalentemente in Cina e Giappone legate al mondo bonsai, è stata cura70
ta da Lorenzo Sonzini, appassionato bonsaista, ricercatore e collezionista di tutto ciò che è legato al bonsai!
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Il workshop curato da
Adriano Nalon.
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Il corso di introduzione al
bonsai dedicato ai bambini.
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Le giovani promesse del
bonsai di domani.
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La mostra ideata da Lorenzo
Sonzini dedicata alle carte
telefoniche bonsai.
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Gianandrea Zangherini.
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Alberto Lavazza.
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I rappresentanti del club
Amici del Bonsai
Castellanza.
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I rappresentanti
dell’Associazione Bonsai il
Moro.
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I rappresentanti dello Studio
Bonsarte.
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I rappresentanti del Bonsai
Club Amici Del Verde.
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I rappresentanti del Valleè
D’Aoste Bonsai Club.
Gianandrea Zangherini e Alberto Lavazza
Entrambi esperti di arte bonsai hanno tenuto i laboratori di-
dattici gratuiti organizzati durante la manifestazione, aperti a
tutti coloro che desideravano avere informazioni e suggerimenti sui propri bonsai.
71
Coordinamento Piemonte-Lombardia
Durante il raduno alcuni dei soci del Coordinamento Piemonte-
Lombardia, guidati dall’attivissimo presidente Gianpaolo Scoglio,
hanno curato una dimostrazione in contemporanea dal titolo “5 stili
per 5 bonsai”, catturando l’attenzione degli appassionati presenti. I
club che hanno partecipato all’iniziativa sono stati: Arte Bonsai Club
72
Novara, Valleè D’Aoste Bonsai Club, Bonsai Club Amici del
Verde, Studio Bonsarte, Amici del Bonsai Castellanza, Associazione Bonsai Il Moro, Bonsai Club Rivalta, Progetto Futuro
Lombardia, Bonsai Club Ticino, Associazione Arte e Cultura
Bergamo Bonsai, Associazione Bonsai il Moro.
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Raduno Internazionale del Bonsai & Suiseki
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LE
DIMOSTRAZIONI, I LABORATORI,
I WORKSHOP DEDICATI
ALLA
CINA
E AL
GIAPPONE
Hanno fatto da cornice alle mostre di bonsai, suiseki e vasi, diverse iniziative legate alla cultura e all’arte giapponese e cinese.
Il laboratorio per l’uso creativo della carta giapponese
washi con Miyako Kato, la cucina giapponese trattata
ampiamente da Graziana Canova Tura e da Michiyo
80
Murakami, e la cerimonia del tè della maestra Wakita
Makiko della Scuola Omote-senke hanno raggiunto il
massimo delle iscrizioni possibili e i visitatori hanno
potuto portare con sé un piccolo ricordo e nuove e
curiose conoscenze su questi aspetti particolari dell’arte giapponese.
Dal pennello del professor Mao Wen sono scaturiti i trat-
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ti eleganti ed aggraziati della calligrafia cinese e
molti visitatori si sono cimentati con lui nella
scrittura degli ideogrammi con il pennello.
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La sempre affascinante
cerimonia del tè con Makiko
Wakita.
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Il professor Mao Wen che ha
introdotto la calligrafia
cinese.
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Uno dei momenti dedicato ai
bambini: il laboratorio di
origami curato da Agnès
Paganelli. Agnès Paganelli
aiuta Daizo Iwasaki a
distribuire in regalo un
caleidoscopio, ai bambini
partecipanti al laboratorio di
origami, portato direttamente
dal Giappone!
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La pittura su kimono della
maestra Kataoka Kazuko.
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Alessandra Bonecchi in uno
dei preziosi kimoni realizzati
dalla maestra Kazuko.
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Le voci festose dei bambini, che hanno
partecipato al laboratorio di origami di
Agnès Paganelli, hanno fatto da sfondo
alla conferenza sul kimono e l’arte di pittura yuzen, con la dimostrazione pratica
82
di Kazuko Kataoka, coadiuvata da Alessandra Bonecchi la quale, per mostrare la bellezza del tradizionale abito giapponese fatto e
dipinto a mano, ha avuto l’opportunità di sperimentare la vestizione del kimono, che ha com-
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Il laboratorio di carta washi,
curato da Kato Miyako.
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La cucina giapponese
proposta da Graziana
Canova Tura e Michiyo
Murakami.
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mentato in questo modo: “è affascinante comprendere la sensazione di compostezza fisica ed interiore nel
vestire quest’abito complesso, di incredibile grazia e femminilità”.
Ampia la partecipazione alla conferenza di Francesco Bondani con la degustazione del sakè giapponese, bevanda di
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RESPI Cup 2008
riso fermentato che grazie a questa occasione ha certo trovato nuovi estimatori.
La Cina delle arti marziali tradizionali è stata egregiamente rappresentata con la sorprendente dimostrazione di kung-fu shaolin e taichi, delle cinture bianche ed avanzate della Federazione Europea Scuola Kung-
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Fu Fong Ttai, guidata dal maestro Gianluigi
Bestetti.
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Sullo sfondo dei gigaposter di giardini giapponesi e zen si sono alternate forme a mani nude, combattimenti prestabiliti e forme di armi, che hanno offerto una
© Sergio Gentile
panoramica del vasto programma lasciato dal
maestro Chang Tsu Yao, prima della sua scomparsa.
Il Qi Gong e il massaggio cinese TuiNa sono stati
trattati rispettivamente da Michele Rubino e dal
professor Davide Ottolini, quest’ultimo coadiuvato da alcuni allievi avanzati della scuola IOME di
Milano. Oltre alla conferenza i visitatori hanno po-
© Sergio Gentile
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tuto sperimentare direttamente gli effetti
della respirazione e del massaggio, grazie all’attenta guida degli organizzatori.
La manifestazione è stata una piacevole occasione di incontro anche per allievi ed ex-allievi dell’Università del Bonsai Crespi, che
hanno salutato il loro maestro, Nobuyuki
Kajiwara, impegnato con la sessione autunnale del corso per allievi avanzati.
© Proietti Tocca Bruno
© Proietti Tocca Bruno
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Francesco Bondani di Alto
Gusto ha fatto conoscere
meglio una delle bevande più
antiche: il sakè.
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Il kung-fu shaolin e il taichi
presentati dalla Federazione
Europea Scuola Kung-Fu
Fong Ttai.
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Il pubblico ha avuto modo di
partecipare ad una sessione di
Qi Gong con Michele Rubino.
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Un massaggio di benessere
quello proposto da Davide
Ottolini della Scuola IOME:
il TuiNa.
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Alcuni spazi di Crespi Bonsai.
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I visitatori sono stati invitati
ad abbracciare il grande
Ippocastano presente nel
giardino Crespi, per assorbire
la sua energia positiva!
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