musei torino 2011

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musei torino 2011
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
e Etnoantropologici del Piemonte
MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Paolo Carafa
Paolo Carafa insegna Archeologia e Storia del’Arte Greca e Romana presso Sapienza Università di Roma. La sua
attività scientifica si è concentrata sulla topografia di Roma in diverse epoche, sulla documentazione archeologica
e sulla tradizione storiografica relativa alla fondazione della città, sull'Etruria di età etrusca e romana, sulla Basilicata di età romana e sull'analisi di complessi monumentali urbani in varie città dell'Italia antica (Roma, Volterra, Pompei, Veio). Ha coordinato progetti di ricerca archeologica nel Suburbio di Roma e nella bassa valle del
Tevere (ager Romanus e ager Veientanus) in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Roma e la Sovraintendenza Comunale di Roma e nella Sibaritide in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della
Calabria. Si è inoltre occupato di artigianato artistico di età ellenistica, di epigrafia latina, di architettura arcaica
dell'Italia medio tirrenica, della romanizzazione della Campania, della ricostruzione dei paesaggi rurali della
Magna Grecia. Più di recente ha sviluppato strumenti informatici per la gestione e l’elaborazione della documentazione archeologica, per la catalogazione del patrimonio archeologico mobile e immobile, con particolare
riferimento alle strutture di banche dati interattive e di Sistemi Informativi per la catalogazione del patrimonio
archeologico e culturale delle città e dei territori dell’Italia Antica. Dal 2010 coordina un progetto di ricerca
nell’area del Palazzo Imperiale sul Palatino.
Ha pubblicato sette monografie e saggi monografici e oltre sessanta saggi in riviste scientifiche nazionali ed internazionali, in atti di convegni e congressi nazionali e internazionali, in volumi miscellanei, in cataloghi di
mostre, ha tenuto conferenze in diverse Università e Istituti di Ricerca in Italia e all’Estero ed è titolare di un
brevetto (Carafa P., Carandini A. (2006). Procedimento e prodotto informatico per generare una mappa archeologica consultabile tramite navigazione. RM2006A000552).
Membro di Commissioni presso il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali (Commissione paritetica per la
realizzazione del sistema informativo archeologico delle città italiane e dei loro territori, 2007-2008, e
Commissione paritetica per la realizzazione del sistema informativo territoriale del patrimonio archeologico
italiano, 2009-2010), ha ricoperto incarichi di consulente per la definizione e la gestione delle problematiche
archeologiche relative alla costruzione delle nuove linee ferroviarie ad Alta Capacità per conto della T.A.V. Treno
Alta Velocità s.p.a. (1996-2007) e di Archaeological and Cultural Heritage specialist, per l’Environmental Advisory
Services for East-West Oil and Gas Corridor per conto della World Bank (2004-2005).
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
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MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Paolo Carafa
Il Museo racconta: archeologia, città e territorio
Roma, Atene e gran parte dei centri urbani in Occidente non possiedono un proprio museo dove il trasformarsi
di città e territori possa essere illustrato e compreso sia nel dettaglio sia nel suo insieme. Questi musei
delle città e dei loro territori potrebbero incoraggiare il pubblico a visitare i siti e i musei tradizionali, anche
al di fuori del percorsi standardizzati.
Per realizzare tutto ciò occorre uno strumento che fino ad oggi mancava: uno strumento conoscitivo globale
che contenga tutta la documentazione scientifica necessaria, filtrata dalla filologia e dalla critica storica,
adeguata per quanto riguarda l’esattezza dei dati, capace di offrire immagini e racconti significativi agli
studiosi e al largo pubblico.
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali
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Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
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da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Paolo Coen
Paolo Coen (Bienne, Svizzera, 1967), sposato con due figli, è ricercatore in Storia dell’arte moderna presso
l’Università della Calabria. Dopo avere tenuto per alcuni anni l’insegnamento di Storia e teoria del Museo
(Museologia), è attualmente titolare nell’Ateneo calabrese degli insegnamenti di Storia dell’arte moderna al
Corso di laurea Triennale e di Storia sociale dell’arte al Corso di laurea Magistrale. Dal 2007 è uno degli organizzatori della Giornata della Memoria dell’Università della Calabria e dal 2009 direttore scientifico del
Corso in storia e didattica della Shoah per insegnanti delle scuole medie e superiori. Nel 2007 ha compiuto
un viaggio in bicicletta da Roma a Cosenza, coprendo in quattro giorni circa cinquecento chilometri; nel
2011, sempre in bicicletta, ha in programma un viaggio di circa tremila chilometri attraverso otto paesi,
con destinazione finale Gerusalemme.
Specialista negli studi di iconologia, di museologia e di sociologia dell’arte, Paolo Coen ha al suo attivo alcune decine fra libri, saggi e articoli, pubblicati in Italia e all’estero. Se ne ricordano i contributi sul Trattato
di architettura di Antonio Averlino, detto il Filarete, e la cultura milanese di secondo Quattrocento; sull’incisione a Roma del diciottesimo secolo, fra l’altro con interventi di taglio monografico su Giovanni Battista
Piranesi e Giuseppe Vasi (Le Magnificenze di Roma di Giuseppe Vasi, Newton and Compton, Roma 1996); su
numerosi e diversi protagonisti del sistema artistico capitolino dal Barocco al Neoclassicismo, da Caravaggio,
Francesco Cozza e Carlo Maratti al cardinale Silvio Valenti Gonzaga; sugli scambi artistici dal Medioevo all’epoca del Grand Tour, di recente confluiti in un’esaustiva monografia (Il mercato dell’arte a Roma nel diciottesimo secolo. La domanda, l’offerta e la circolazione delle opere in un grande centro artistico europeo,
con una prefazione di Enrico Castelnuovo, Leo S. Olschki, Firenze 2010); su Jakob Burckhardt, Alfredo Barsanti, Pietro Toesca e il mondo della critica d’arte fra Italia e Stati Uniti a cavallo fra diciannovesimo e ventesimo secolo, con particolare enfasi sul ruolo della documentazione fotografica; infine, su Peter Eisenman,
Richard Serra, Daniel Liebeskind, Moshe Safdie e altre figure centrali nella trasmissione della memoria della
Shoah attraverso l’arte e il Museo nell’età contemporanea, condensati fra l’altro nel volume La Memoria e la
Storia. Auschwitz, 27 gennaio 1945: temi, riflessioni, contesti, Rubbettino, Soveria Mannelli 2010.
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da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Paolo Coen
I musei della Shoah ieri ed oggi, fra identità sottaciute e politiche
di riparazione
Gli istituti legati in via esclusiva alla conservazione e alla divulgazione della memoria della Shoah costituiscono, di fatto, una delle realtà di maggiore rilievo nell’odierno panorama del Museo. Ai modelli riconosciuti
della categoria, entrambi concepiti a ridosso del 1948 in Israele – vale a dire Beit Lohamei Hagetaot a nord
di Akko e ancor più Yad Vashem a Gerusalemme – si è aggiunto dopo il 1989 un congruo numero di esempi,
che hanno chiamato in causa alcune città guida: parlano chiaro in tal senso gli edifici già costruiti a Washington, Los Angeles, New York e Berlino, la vasta Holocaust Permanent Exhibition all’interno dello Imperial
Museum di Londra, come pure altri progetti di futura ultimazione, compreso quello di Villa Torlonia a Roma.
Un fenomeno perciò di vaste proporzioni sociali e culturali, che in coincidenza della progressiva scomparsa
biologica degli ultimi testimoni oculari dello sterminio nazista – ma anche, ben più concretamente, dei
nuovi assetti geo-politici determinati dal crollo del Muro di Berlino – vede l’Occidente europeo e statunitense
appropriarsi di una fiaccola tenuta viva fino allora soltanto in Israele. Anche per questo si è spesso parlato
e scritto – quasi sempre in termini negativi - di un’”americanizzazione”, di un’”occidentalizzazione” della
Shoah.
La relazione intende ricostruire i percorsi guida dei musei della Shoah attraverso una serie di passaggi nodali,
valutandone gli elementi comuni e soprattutto – come da titolo – una serie di discrepanze in termini di
contenitore, contenuto, percorsi e allestimento. Discrepanze che hanno fra l’altro costituito e in qualche
modo tuttora costituiscono materia per una nutrita quanto dolorosa catena di equivoci, polemiche e fraintendimenti.
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Direzione Regionale per i Beni Culturali
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Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Andrew Lockwood McClellan
Office:
Dean’s Office
Ballou Hall/3rd Floor
Tufts University
Medord, MA 02155
(617) 627-3416
email: [email protected]
EDUCATION
1987
Ph.D Art History, Courtauld Institute of Art, University of London.
(Advisor: Anita Brookner).
1980
M.A. Art History, University of East Anglia.
1978
B.A.
Philosophy and History of Art, University College London.
EMPLOYMENT
2006Dean of Academic Affairs for Arts & Sciences, Tufts University
2007Professor of Art History, Tufts University
2006-7
Director of Museum Studies, Tufts University
1995-2002 Chair of the Department of Art & Art History, Tufts University
1993-2007 Associate Professor, Department of Art History, Tufts University
1986-93 Assistant Professor, Department of Art History, Tufts University.
1985-86 Lecturer in History of Art, University of Sussex (U.K.).
FELLOWSHIPS AND GRANTS
2009
Research Fellowship, Clark Art Institute, Williamstown, MA.
2009
J. Paul Getty Research Fellowship (declined)
2005-7
Tisch College Faculty Fellowship, Tufts University
2002
Research Fellowship, Clark Art Institute, Williamstown, MA.
2000
Faculty Research Awards Committee Senior Sabbatical Award, Tufts University
2000
NEH Fellowship (alternate)
1999
Faculty Research Award, Tufts University
1993
Faculty Research Award, Tufts University
1992
Samuel H. Kress Foundation Grant
1990
Samuel H. Kress Foundation Grant
1989
Fellow, Institute of European Studies Fellow, Université de Nantes, France.
1988-89
1985
1982
1980-82
1980
1979-80
J. Paul Getty Postdoctoral Fellowship in the History of Art and Humanities, The Johns
Hopkins University.
University of London Central Research Fund Grant
French Government Research Grant.
Department of Education Major State Fellowship (U.K.).
Sir Philip Reckitt Educational Trust Award.
Department of Education Minor State Fellowship (U.K.).
PUBLICATIONS
Books
The Art Museum From Boullée to Bilbao, University of California Press, 2008
Art and its Publics, editor, Oxford: Blackwell Press, 2003 (second printing 2004)
Inventing the Louvre: Art, Politics, and the Creation of the Modern Museum in Eighteenth-Century Paris,
Cambridge University Press, 1994 (Paperback Edition, University of California Press, 1999)
Articles
“Private Collecting in an Age of Museums,” in The Collector’s Choice: Art on Display in American Private Collections” (forthcoming, Frick Collection)
“Art for All, Palace of the People: The Louvre,” in Museums in the Modern World. Carole Paul, ed. (in press,
Getty Publications)
“P.T. Barnum, Jumbo the Elephant, and the Barnum Museum of Natural History Museum at Tufts University,”
Journal
of
the
History
of
Collections,
(2011),
available
online
at:
http://jhc.oxfordjournals.org/cgi/content/full/fhr001? ijkey=o20yyGd3ZMa23cf&keytype=ref
“For and Against the Universal Museum in and after the Age of Napoleon,” in Napoleon’s Legacy: The Rise
of National Museums in Europe, 1794-1830, Ellinoor Bergvelt, Debora Meijers Lieske Tibbe, and Elsa van
Wezel, eds., Berliner Schriften zur Museumsforschung (Berlin: G + H Verlag, 2009), 91-100
“Art Museums and Commonality: A History of High Ideals,” in Museums and Difference, Daniel J. Sherman,
ed., (Bloomington: Indiana University Press, 2008), 25-59
“Museums Studies Now,” Art History 30 (September 2007), 564-68
“’This grand assemblage of all that is most exquisite in the fine arts’: The Early Louvre and its Legacy,” in
Kings as Collectors: Paintings, Sculptures, and Decorative Arts from the Musée du Louvre, High Museum of
Art in collaboration with the Louvre, Paris (2006), 8-25
“A Brief History of the Art Museum Public,” in McClellan, ed., Art and its Publics (2003), 1-49
“From Boullée to Bilbao: The Museum as Utopian Space,” in Art History and its Institutions, Elizabeth Mansfield, ed., (London & New York: Routledge Press, 2002), 46-64
“The Life and Death of a Royal Monument: Bouchardon’s Louis XV,” Oxford Art Journal (Fall 2000), 1-26
"Watteau's Dealer: Edme Gersaint and the Marketing of Art in Eighteenth-Century Paris," The Art Bulletin 78
(1996), 439-53
(Reprinted with revisions in Antoine Watteau: Perspectives on the Artist and the Culture of his Time, Mary
Sheriff, ed., University of Delaware Press, 2006, 41-50; and in abbreviated form as "Edme Gersaint and the
Marketing of Art in Eighteenth-Century Paris," Eighteenth-Century Studies, 29 (Winter 1995-96), 218-22
"Nationalism and the Origins of the Museum in France," in The Formation of National Collections of Art and
Archaeology, Gwendolyn Wright, ed., Studies in the History of art, no 47 (Washington DC: National Gallery
of Art, 1996), 29-39
"Raphael's Foligno Madonna at the Louvre in 1800: Restoration and Reaction at the Dawn of the Museum
Age," Art Journal 54 (Summer 1995), 80-85
"Rapports entre la théorie de l'art et la disposition des tableaux au XVIIIe siècle," in Les Musées en Europe
à la veille de l'ouverture du Louvre, Edouard Pommier, ed., (Paris: Klincksieck, 1995), 565-89
"The Museum and its Public in Eighteenth-Century France," Nationalmusei Skriftserie 12 (Stockholm: Nationalmuseum, 1993), 61-80
"Mobilité et fortunes critiques. La mort de Charles Lebrun dans les galeries de la Révolution," in Les Collections - Fables et Programmes, Jacques Guillerme, ed., (Paris: Editions Champ Vallon, 1993), 341-49
"Lebrun's Almanach historique et raisonné, reattributed" Burlington Magazine 134 (November 1992), 726
"D'Angiviller's 'Great Men' of France and the Politics of the Parlements," Art History 13 (June 1990), 174-91
(Reprinted with modifications [in French] in Clodion et la sculpture de la fin du XVIIIe siècle, actes du colloque Clodion, Louvre Museum, Guilhem Scherf, ed., (Paris: La Documentation française, 1993), 223-49)
"The Responsible Republic: Art, Conservation, and the Museum during the French Revolution," Apollo 130
(July 1989), 5-8
"The Musée du Louvre as Revolutionary Metaphor during the Terror," The Art Bulletin 70 (June 1988), 300-13
(Reprinted in Readings in Nineteenth-Century Art, Janis Tomlinson, ed., (New York: Prentice Hall, 1996), 1-24)
"Two Neo-Classical Designs for a Bourbon Chapel in Saint-Denis," The Burlington Magazine 130 (May 1988),
340-45
"The Politics and Aesthetics of Display: Museums in Paris, 1750-1800," Art History 7 (Dec 1984), 438-64
Entries for the Macmillan Dictionary of Art on Comte d'Angiviller, La Font de Saint-Yenne, F.-B. Lépicié, A.J. Paillet
Reviews
Charlotte Klonk Spaces of Experience: Art Gallery Interiors from 1800 to 2000 (Yale UP, 2009); Kristina
Wilson The Modern Eye: Steiglitz, MoMA, and the Art of Exhibition, 1925-1934 (Yale UP, 2009), Curator: The
Museum Journal, 53, no. 4 (October 2010)
“Cosmocharlatanism,” review essay of James Cuno, Who Owns Antiquity? (Princeton UP, 2008), Oxford Art
Journal 32 (2009), 167-71
Arthur MacGregor, Curiosity and Enlightenment: Collectors and Collections from the Sixteenth to the Nineteenth Century (Yale UP, 2007); Jonah Siegel, The Emergence of the Modern Museum: An Anthology of Nineteenth-Century Sources (Oxford UP, 2008), Curator: The Museum Journal, 51, no. 4 (October 2008), 423-25
David Carrier, Museum Skepticism: A History of the Display of Art in Public Galleries (Duke UP, 2006), Curator:
The Museum Journal, 50, no. 4 (October 2007), 461-64
Dominique Poulot, Musée, nation, patrimoine 1789-1815 (Paris: Gallimard, 1997), Journal of Modern History
71 (Sept. 1999), 713-15
David Bindman & Malcolm Baker, Roubiliac and the Eighteenth-Century Monument, Sculpture as Theatre
(Yale U.P.), 1995, Eighteenth-Century Studies 29 (Summer 1996), 436-38
Richard Wrigley, The Origins of Art Criticism from the Ancien Régime to the Restoration (Oxford: Clarendon
Press), 1993, Burlington Magazine 136 (Nov 1994) 770-71
Iain Pears, The Discovery of Painting: The Growth of Interest in the Arts in England, 1680-1768 (New Haven:
Yale U.P.), 1988, Journal of Interdisciplinary History 21 (Spring 1991), 670-72
R.F. Ovenell, The Ashmoleon Museum, 1683-1894 (Oxford: Clarendon Press) 1986, Oxford Art Journal 10
(1987), 122-24
EXHIBITIONS/PROFESSIONAL ENGAGEMENTS
Discussant, “The Americas Wing at the Boston MFA,” On Point (WBUR/NPR), November 2010
Moderator, Cambridge Forum discussion with Sharon Waxman about Loot: The Battle over the Stolen Treasures
of the Ancient World, 2008 (WGBH webcast; NPR broadcast)
Panelist, Emily Rooney’s Greater Boston (on museums and looted antiquities), WGBH TV, February 2006
Curator of photographs, Rosamond Purcell: Two Rooms, Tufts University Gallery/Mount Holyoke College, Fall
2003-Spring 2004
SYMPOSIA, CONFERENCES, SERVICE
Chair, “New Scholars in Eighteenth-Century Art,” College Art Association, Boston, 2006
Chair, “The Challenges of Curating Contemporary Art,” School of the Museum of Fine Arts, Boston, March,
2005
Chair, “A Public Conversation” with Katharine Park, Harriet Ritvo, and Rosamond Purcell, Rosamond Purcell:
Two Rooms, Tufts University, 2003
Chair, “The Museums of Philadelphia,” College Art Association, Philadelphia, 2002.
President, “Special Occasions,” Congrès International de l’histoire de l’art, London, 2000
Session Chair & Steering Committee, “Ideals and Ideology: The Art Museum from 1851 to 2001,” Museum of
Fine Arts, Boston, 1998
Chair, "Objects and their Display," College Art Association, Boston, 1996
Chair, "Vision, Venue and Power," American Society for Eighteenth-Century Studies, Providence, 1993
Chair, "Paris and the Arts in the Revolution," International Congress for the Bicentennial of the French Revolution, Georgetown University, Washington, D.C., 1989
Chair, "Art and the French State, 1750-1850," Symposium, The Johns Hopkins University, 1989
Editorial Board, Curator: The Museum Journal, 2009-2012
Editorial Board, Journal of Curatorial Studies, 2011Advisory Editor, Eighteenth-Century Studies (1999-2002)
Prize Jury, Sotheby’s Prize for a Distinguished Publication on the History of Collecting in America, given by
the Center for the History of Collecting in America, Frick Collection, NYC, 2009
Clifford Prize Committee, American Society for Eighteenth-Century Studies, 2002
External reviewer, J. Paul Getty Postdoctoral Grant Program, 2003-09
LECTURES/PANELS
“Vive l’Amateur: The Goncourt House Revisited,” The Display of Art in Eighteenth-Century France, Getty Research Institute, February 2011
“A Public Conversation with Philippe de Montebello on the Future of Museums,” Tufts University, December
2010
“Museum Expansion in the Global 21st Century: The Case of Abu Dhabi,” Seton Hall University, November
2010
“The Museum as Good Citizen,” Opening Gala for the Art of the Americas Wing at the Museum of Fine Arts,
Boston, November 2010
“From Private Collection to Public Museum in the Age of Enlightenment,” Smith College, September 2010
The Louvre Abu Dhabi in Context, “Art Museums Here and Now,” New York University Abu Dhabi, Abu Dhabi,
UAE, April 2010
“Private Collecting in an Age of Museums,” Keynote Address, “The Collector’s Choice: Art on Display in Ame-
rican Private Collections,” Center for the History of Collecting in America, Frick Collection, NY, March 2010
“Private Collecting in an Age of Museums,” University of Michigan, March 2011
Panelist, “Art Museums, Private Collectors, and the Public,” The New Museum, NY, March 2010
Panelist, “The Work of Art in The Age of Economic Meltdown,” CAA, Chicago, Feb 2010
“Issues in the Display of Art,” J. Paul Getty Center, October 2009
Panelist, “Exporting Cultural Goods: Moving Art Collections and Academic Institutions Around the Globe,”
CAA, Los Angeles, 2009
“History of Museum Architecture: From Palazzo to Piazza,” Columbus Museum of Art, Columbus, OH, February,
2009
Panelist, “Training the Next Generation,” Annual Meeting, Association of Art Museum Curators, May 2007
Panelist, “Built Space,” Research Center for Urban Cultural History, UMass/Boston, March 2007
“The Museum as Mausoleum, Revisited,” Plenary address, conference on “Display & Spectacle,” sponsored
by the Association of Art Historians, University of Nottingham, January 2007
Plenary roundtable panelist, “Why the Eighteenth Century Matters,” Northeast American Society for Eighteenth-Century Studies (NEASECS), Salem, November 2006
“The Louvre and its Legacy,” High Museum of Art, Atlanta, November 2006
Panelist, “The House Museum: An Intersection of Public and Private Art and Collecting,” The Frick Collection,
New York, May 2006
Book panel discussion featuring my Art and its Publics and Stephen Weil’s Making Museums Matter, American
Association of Museums Annual Meeting, Indianapolis, May 2005
“Mourning Rome in Paris, c. 1800,” American Society for Eighteenth-Century Studies, Las Vegas, March 2005
“After Critique?” in After Critique: Art Museums in the World, Clark Art Institute Colloquium, October 2004
“Art Museums, Commonality, Trauma: Baghdad Through a Veil of Tears,” Museums and Difference Conference,
Center for 21st Century Studies & Milwaukee Art Museum, November 2003
“What’s the matter with Bilbao? Historical reflections on museum architecture,” Amherst College, October
2003; MIT, October 2002; University of California, Davis, April, 2002
“From Boullée to Bilbao: The Museum as Utopian Space,” Brown University, 2000; Connecticut College, 2001;
Harvard University, February, 2002
“Benjamin Gilman and Museum Aesthetics Between the Wars,” Institutionalizing the Aesthetic, Clark Art
Institute, Williamstown, MA, 2000
“The Museum as Utopian Space,” NEASECS, Durham, New Hampshire, 1999; Rice University, 1999; University
of Maryland, 1998
Respondent, “The Dawn of the Museum Age,” American Society for Eighteenth-Century Studies, South Bend,
1998
“The Life and Death of a Royal Monument: Bouchardon’s Louis XV,” College Art Association, Toronto, 1998;
University of Washington, Seattle, 1997
"Watteau's Enseigne de Gersaint: the Sign of the Dealer," College Art Association, San Antonio, 1995; Harvard
University, 1995
"Rapports entre la théorie de l'art et la disposition des tableaux au XVIIIe siècle," Musée du Louvre, Paris,
1993 (Bicentennial celebration of the Louvre)
"The Museum and its Public in Eighteenth-Century France," Nationalmuseum, Stockholm, 1992
"Clodion's Montesquieu and the Commemoration of the Great Man in Eighteenth-Century France," Clodion
Colloquium, Louvre Museum, 1992
"Art Theory and Modes of Pictorial Display in Early Modern France," College Art Association, Chicago, 1992
"Nationalism and the Origins of The Museum in France," CASVA Symposium in honor of the National Gallery's
50th Anniversary, 1991
"Judgement, Connoisseurship and Modes of Pictorial Display in Eighteenth-Century France," Conference of
the Association of Art Historians, London, 1991
"Display Strategies at the Dawn of the Museum Age: From the Bourbons to Bonaparte," Getty Center for the
History of Art and Humanities, Santa Monica, CA, 1990
Hanging the Old Masters at the Musée Napoléon," College Art Association, New York, 1990; Conference of
the Association of Art Historians, Dublin, Ireland, 1990
"Les transformations dans la Galerie de Peinture en Europe au XVIIIe siécle," Musée du Louvre, Paris, 1989
(in the series "L'Idée de musée en Europe avant 1789)
"The Revolutionary Louvre Museum," University of Michigan; U Mass/Boston; Brandeis University, 1989;
Walters Art Gallery, 2004
"The Museum and the French Revolution," IES Seminar on the French Revolution, Université de Nantes,
France, 1989
"From Darkness to Light: The Louvre as Symbol of Republican Enlightenment in the Eyes of Europe," American
Society for Eighteenth-Century Studies Meeting, New Orleans, 1989; International Congress for the Bicentennial of the French Revolution, Georgetown University, 1989
"Alexandre Lenoir's Salle du dix-septiéme siécle: Revolutionary Ideology and the History of Art," College
Art Association, Boston, 1987
"The Musée du Louvre as Revolutionary metaphor during the Terror," Conference of the Association of Art
Historians Meeting, Brighton, England, 1986
Discussant in the session "The Politics of Display," College Art Association, New York, 1986
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
e Etnoantropologici del Piemonte
MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Andrew Lockwood McClellan
Museum expansion in the 21st century: Abu Dhabi
The Emirate of Abu Dhabi has embarked on a highly ambitious project to build five new world-class museums
in the next five years, and to make Abu Dhabi one of the five top world cities by the year 2030. This paper
will explain why Abu Dhabi is investing so heavily in museums and it will explore the challenges it faces if
it is to succeed
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e Paesaggistici del Piemonte
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MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Mario Epifani
Ha conseguito nel 2008 il dottorato di ricerca presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” con una
tesi sui disegni napoletani dal Cinque al Settecento. Nel corso dei suoi studi si è occupato di collezionismo
(con particolare riferimento alla famiglia romana dei Santacroce) e di pittura e disegno del Seicento tra
Roma e Napoli (Mario de’ Fiori, Michele e Giovan Battista Pace, Jusepe de Ribera, Micco Spadaro). Specializzato all’Università di Roma “La Sapienza” nel 2009, è stato stagiaire presso il Département des Arts Graphiques del Louvre (2002), borsista della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte “Roberto Longhi”
(2003-2004) e infine post-doc fellow al Getty Research Institute di Los Angeles (2009-2010). Dal 2010 è
in servizio presso la Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte in qualità
di funzionario storico dell’arte.
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e Paesaggistici del Piemonte
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
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MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Mario Epifani
Musei Italiani E Musei Americani: Il Caso Del Getty
L’inaugurazione (1997) della nuova sede del Getty Center nel complesso di edifici disegnati da Richard Meier,
che dominano Los Angeles dalla collina di Brentwood, ha rivoluzionato l’assetto delle collezioni donate da
J. Paul Getty alla sua morte (1976) e fino ad allora riunite nella villa affacciata sull’oceano a Malibu. Il trasferimento di parte delle raccolte ha comportato una riorganizzazione dell’allestimento, in parallelo a una
costante campagna di acquisti e con l’estensione degli ambiti d’azione dell’istituzione, che comprende anche
il Getty Research Institute e il Getty Conservation Institute. Ripercorrere la storia del Getty offre l’occasione
di analizzare la politica culturale dei musei americani, dai rapporti col mercato alla forte vocazione didattica,
dai modelli gestionali al ruolo cardine del pubblico.
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
e Etnoantropologici del Piemonte
MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Donata Pesenti Campagnoni
Donata Pesenti Campagnoni sovrintende l'area Collezioni e Attività del Museo Nazionale del Cinema di Torino
(Archivio, Bibliomediateca, Cineteca, Fototeca, Collezione Manifesti, Collezione Apparecchi, Collezione Oggetti d’Arte, Servizi Educativi).
E’ stata membro del Comitato Scientifico che ha predisposto il progetto di riallestimento del Museo Nazionale
del Cinema presso la sede espositiva della Mole Antonelliana e ne ha coordinato la fase di realizzazione. E’
stata membro della Commission d’orientation del nuovo Musée du cinéma Henri Langlois – Cinémathèque
française di Parigi.
Nel 2002 ha ricevuto il premio Jean Mitry per l’opera di salvaguardia e diffusione del patrimonio cinematografico.
Ha curato numerose mostre e pubblicazioni, tra cui: Lanterna magica e film dipinto. 400 anni di cinema (coautore: Laurent Mannoni, Il Castoro, 2009); Il Museo Nazionale del Cinema (Allemandi, 2008); Quando il cinema non c'era: storie di mirabili visioni, illusioni ottiche e fotografie animate (Utet, 2007); Tracce: documenti
del cinema muto torinese nelle collezioni del Museo Nazionale del Cinema (curato con Carla Ceresa, Castoro,
2007); La magia dell’immagine (curato con Paolo Bertetto, Electa, 1996); Verso il cinema. Macchine spettacoli
e mirabili visioni (Utet, 1995).
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
e Etnoantropologici del Piemonte
MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Donata Pesenti Campagnoni
IL MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA: UNA SCOMMESSA VINTA
Inaugurato il 19 luglio 2000, il Museo Nazionale del Cinema ha avuto dalla sua apertura quasi 5.000.000 di
visitatori, diventando uno dei luoghi più visitati in Piemonte e ottenendo numerosi consensi a livello internazionale.
In realtà, pochi scommettevano sulle sue possibilità di successo: la scelta dell’edificio, il monumento simbolo
di Torino che rischiava di schiacciare un museo privo di una consolidata tradizione museologica, e la particolare cifra stilistica dell’allestimento data dallo scenografo François Confino, potevano risultare due fattori
di rischio per lo sviluppo futuro del Museo del Cinema. La storia ha invece dimostrato che il binomio MoleMuseo si è rivelato una scelta vincente, favorita anche da un contesto da sempre recettivo verso il cinema
(Torino è stata culla della Settima Arte e ha una forte tradizione fotografica) che non a caso, nel 1941,
aveva già accolto con entusiasmo il progetto della fondatrice del Museo, Maria Adriana Prolo.
Ciò che tuttavia ha determinato la continua crescita del Museo è stata la pianificazione di un’oculata strategia
culturale che ha disegnato la fisionomia di un luogo dinamico e in continuo cambiamento, di un attivo
centro di sperimentazione di metodologie e pratiche; oltre al fatto che ha saputo trasformare l’impossibilità
di accentrare le sue diverse articolazioni (Cinema Massimo, Bibliomediateca, Archivio …) in un’ottima opportunità di radicamento allargato nella città. D’altro canto, il Museo è diventato polo di aggregazione dei
Festival e delle molteplici attività che hanno rilanciato il ‘sistema cinema’ a Torino nel corso degli anni. Una
scelta che ha contribuito a raggiungere l’altro obiettivo centrale dell’istituzione: il suo posizionamento a livello internazionale, un traguardo oramai ampiamente superato.
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
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MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Bruno Toscano
Professore ordinario di Storia della critica d’arte e poi di Storia dell’arte moderna presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Roma “La Sapienza”, dal 1992 al 2002 ha insegnato la stessa disciplina presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Roma Tre. Dal 1992 al 1998 direttore del Dipartimento di “Studi
storico-artistici, archeologici e sulla conservazione” della stessa Università. Dal 1998 al 2005 coordinatore
del Dottorato di ricerca in “Storia e conservazione dell’oggetto d’arte e di architettura”.
Attualmente professore Emerito dell’Università Roma Tre.
Ha partecipato a convegni e tenuto corsi e lezioni presso Università italiane e straniere.
Dal 1974 ha svolto attività di organizzazione culturale di corsi di formazione professionale per la manutenzione e il restauro dei beni culturali, d’intesa fra la Regione Umbria e l’Istituto Centrale del Restauro, che
hanno conseguito risultati unanimemente riconosciuti.
Ha diretto la ricerca Presenze e assenze: il calcolo delle opere non conservate per la conoscenza storica del
patrimonio artistico (Roma e il Patrimonio di S.Pietro), accolta nel “Progetto Finalizzato del Consiglio Nazionale delle Ricerche per i Beni Culturali”.
Nel decennio ’80 ha fatto parte per due legislature del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali e ha presieduto
la Commissione di Alta Vigilanza dei Progetti F.I.O. (Ministero per i Beni Culturali-Ministero del Bilancio).
Consigliere nazionale di “Italia Nostra” dal 1980 al 1990.
Presidente del Consorzio economico-urbanistico e per i beni culturali del comprensorio spoletino dal 1980
al 1985.
Consigliere regionale dell’Umbria dal 1985 al 1990.
Socio della Deputazione di storia patria dell’Umbria.
Socio dell’Accademia Clementina di Bologna, dell’Accademia Valdarnese del Poggio, dell’Accademia Sperelliana
di Gubbio, dell’Istituto Storico Artistico Orvietano, dell’Accademia di San Luca di Roma; novemviro dell’Accademia Spoletina.
Membro del Consiglio direttivo dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte.
Presidente della commissione scientifica della Fondazione Longhi, Firenze.
Presidente della Fondazione Camillo Caetani, Roma.
Membro del Consiglio direttivo del Centro per la Storia e l’Immagine di Roma
Redattore delle riviste “Paragone”, “Roma moderna e contemporanea”, “Spoletium”, “Rivista dell’Istituto
Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte”.
Dal 2007 fa parte dell’Organo di Indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno.
Dal 2007 presidente dell’Associazione Rocca Albornoziana
Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica italiana per i benemeriti della cultura, 2003.
Nella sua produzione scientifica, che comprende numerosi studi di storia dell’arte medievale, moderna e contemporanea, apparsi in volumi e in periodici italiani e stranieri, una parte significativa è dedicata alla definizione di criteri per la conoscenza sistematica del patrimonio storico-artistico italiano al fine di aprire
nuove prospettive alla conservazione e alla tutela. Spesso in diretta correlazione con questi, altri suoi studi
hanno affrontato aspetti metodologici della storia dell’arte, con particolare attenzione alla geografia artistica
e ai problemi suscitati dal rapporto tra conservato e perduto.
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MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Daniele Jalla
Daniele Jalla
Storico di formazione, funzionario e dirigente della Regione Piemonte dal 1980 al 1994, dal 1994 lavora
presso la Città di Torino, di cui coordina attualmente i servizi museali. Docente a contratto di museologia
presso l’Università di Torino, è stato presidente di ICOM Italia dal 2004 al 2009 e dal 2010 fa parte dell’Executive Council dell’ICOM. Membro del Consiglio superiore per i beni culturali, è autore di numerosi saggi e
monografie di argomento storico e museologico.
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e Etnoantropologici del Piemonte
MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Daniele Jalla
Dai musei al patrimonio, dall’accoglienza alla partecipazione
Da più punti di vista il 2011 e il 150° dell’Unità d’Italia rappresentano un traguardo di fase per i musei torinesi,
l’occasione per portare a compimento il processo iniziato nei primi anni Novanta e per dare avvio, al tempo
stesso nuove prospettive nell’ambito dei musei e del patrimonio culturale.
Già alcuni anni fa ci è parso che gli esiti positivi della fase 1990-2000 dovessero integrarsi con gli stimoli innovativi del periodo 2000-2008, e che le conquiste ottenute dovessero assolutamente fare i conti con i segnali
di difficoltà, economica, ma non solo, che ci avevano stimolato a ricercare nuove soluzioni e modelli nelle politiche per i musei e il patrimonio culturale.
Gli anni Novanta ci hanno visto impegnati in un’attività volta soprattutto a promuovere la frequentazione dei
musei e a migliorarne l’accessibilità fisica e culturale. Molta parte delle nostre energie sono andate in questa direzione e, se anche i risultati ottenuti non dipendono solo da quanto ha fatto la Città, non possiamo non rilevare
il contributo che essa ha dato a questo obiettivo.
L’Abbonamento Musei è forse l’esempio migliore per illustrare gli obiettivi che ci eravamo posti agli inizi degli
anni Novanta e che ci pare non solo raggiunto, ma ampiamente superato dai fatti: promuovere la frequentazione
dei musei innanzitutto da parte del pubblico di prossimità; stimolare l’attività dei musei nei suoi confronti;
creare una nuova, più positiva immagine dei musei; incentivare la partecipazione del pubblico alla gestione dei
musei… Promosso dalla Città nel 1996 con 1000 abbonati, ne conta oggi più di 65.000, destinati a crescere in
questo anno per tanti versi eccezionale.
I visitatori dei musei torinesi, che nel 1990 erano circa 640.000, nel 2008 sono stati più di 3.500.00. Erano
stati 1.000.000 nel 1995, 1.785.000 nel 2000, 2.200.000 nel 2004, in una crescita che ha coinciso con l’apertura
di nuovi musei e il rinnovamento della quasi totalità di quelli esistenti. Torino è giunta ad avere, tra le città italiane, forse la miglior immagine per quanto riguarda non solo i musei, ma l’intero patrimonio culturale cittadino.
Siamo stati fra i primi a raccogliere e utilizzare i dati sul pubblico, a compiere indagini qualitative sulla soddisfazione dei visitatori, sul pubblico potenziale e su fasce particolari di utenti. Abbiamo sistematicamente indagato
le barriere, fisiche e culturali, che ne ostacolano la frequentazione e sperimentato nuove formule di visita rivolte
a pubblici distanti e svantaggiati.
Il nostro impegno a favore del pubblico scolastico ci ha portato a percorrere tutte le fasi del lavoro educativo,
dalla sua ideazione in partenariato fra scuola e museo sino alla creazione del sito Museiscuol@. Siamo intervenuti
sugli standard di qualità nei musei, partecipando alla loro definizione sul piano nazionale sino a farne materia
di un «Atto di indirizzo» comunale e partecipando tra i primi all’accreditamento sperimentale promosso dalla
Regione Piemonte.
Dall’impegno a favore del cittadino-utente abbiamo tratto impulso ad andare oltre, nella direzione di affidare ai
cittadini il ruolo di protagonisti delle attività museali. Non considerandoli soltanto come i destinatari delle politiche museali, ma, a diversi gradi e livelli di impegno, come attori nell’opera di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.
La più esplicita traduzione pratica di questa prospettiva è costituita dal progetto dell’Ecomuseo urbano che, da
sfida e scommessa qual era stato alle origini, quando, nel 2003-4 lo abbiamo formulato e posto in atto, si è affermato, oltre le nostre stesse aspettative, come strumento di decentramento e allargamento della politiche patrimoniali e museali della Città, di coinvolgimento e di partecipazione dei cittadini alla loro ideazione e gestione.
La partecipazione assume, nella pratica dell’Ecomuseo, il valore di una forma di cittadinanza attiva e allargata,
creando momenti di aggregazione attorno a obiettivi che non riguardano solo il patrimonio materiale, ma anche
quello immateriale al centro della «Carta per il patrimonio culturale urbano» approvata nel 2008.
Nel momento stesso in cui nasceva l’Ecomuseo Urbano, è nata l’idea di MuseoTorino, ne e stata avviata e via via
articolata la progettazione fino alla fase di decollo dei lavori, nel 2009, e la sua recente apertura nello scorso
mese di marzo, in occasione dell’apertura delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
MuseoTorino non è un nuovo museo, ma un museo nuovo. Un museo diffuso, reale e virtuale allo stesso tempo,
partecipato, in progress, che si propone di presentare Torino e il suo patrimonio culturale e ambientale ai suoi
abitanti e ai suoi ospiti. Che guarda al passato con un occhio rivolto al futuro.
MuseoTorino è un progetto di museo di storia della città che, nel riprendere un’oramai secolare ambizione della
Città, abbiamo voluto realizzare in forme nuove e diverse dal passato.
Museo Torino è infatti un museo diffuso che nel coinvolgere in un sistema i musei in cui la storia della città è,
a gradi e in forme diverse, già presentata, si estende tendenzialmente a tutti i luoghi e ai siti che sono o possono
essere segnalati, resi accessibili, comunicati. MuseoTorino propone un approccio complessivo e unitario al patrimonio culturale, che, insieme ai musei, agli archivi e alle biblioteche, in stretta collaborazione con gli enti
statali di tutela e ricerca, dalle Soprintendenze all’Università, e soprattutto con la partecipazione dei cittadini,
promuove una nuova forma di istituto della cultura.
MuseoTorino è per questo un progetto di tutela attiva del patrimonio culturale, esteso all’insieme dei beni che
ne fanno parte, dentro e fuori i musei: integra la loro conservazione, valorizzazione e fruizione e coinvolge in
quest’opera i cittadini, in forma singola e associata.
MuseoTorino si propone infine come strumento di cittadinanza che, nel rendere gli abitanti della Città consapevoli
dei valori del suo patrimonio culturale e partecipi della sua salvaguardia, crei le condizioni per presentarla e
farla apprezzare anche ai suoi ospiti.
Nuove prospettive e nuove sfide ci si pongono oggi, in una prospettiva che per essere realistica non può essere
di breve termine, ma guardare a un orizzonte più lontano. Un “Orizzonte 2025” che è al centro di una riflessione
dell’ICOM, ma anche di AIB e ANAI che vorremmo avviare insieme a tutti i professionisti del patrimonio già nei
prossimi mesi.
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
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MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Sara Abram
Compiuti gli studi presso l'Università degli Studi di Torino con una tesi di laurea sul museo di storia della
città, ha conseguito il titolo di Perfezionamento in discipline storico artistiche presso la Scuola Normale
Superiore di Pisa con una progetto dedicato ai musei civici del Piemonte.
Sul tema di musei e archivi del Novecento ha svolto attività di ricerca su incarico dell’Istituto Piemontese
Antonio Gramsci (2000-2002); nel 2003 ha collaborato con il Comune di Torino per l’allestimento del Museo
della Frutta “Francesco Garnier-Valletti”; tra il 2008 e il 2009, per la Fondazione Torino Musei, ha coordinato
le ricerche sulla storia dei Musei Civici di Torino e sulla figura di Vittorio Viale; tra il 2009 e il 2010 ha fatto
parte del gruppo di lavoro che, su incarico del Comune di Torino, si è occupato della progettazione di MuseoTorino (museo di storia della città, inaugurato a marzo 2011).
Dal 2002 fa parte dell'unità di ricerca torinese sul tema “Fonti e strumenti per la storia dei restauratori in
Piemonte” nell'ambito del progetto interuniversitario RESI (Restauratori Italiani) finanziato dal MIUR e dall’Università degli studi di Torino (PRIN), dedicandosi in particolare alla cultura del restauro e della tutela in
Piemonte tra ‘800 e ‘900.
Attualmente lavora presso il Centro di Documentazione del Centro Conservazione e Restauro "La Venaria
Reale".
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Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
e Etnoantropologici del Piemonte
MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Sara Abram
Per una mappa delle identità misconosciute: origini dei musei civici piemontesi
I tentativi di aggiornamento della museografia locale negli ultimi due decenni sono andati incontro ad assestamenti rischiosi: le amministrazioni, sempre più impegnate a soddisfare strategie di promozione territoriale (più o meno intese), sembrano aver rinunciato alla costruzione di politiche culturali di più ampio
respiro.
Nonostante il riconoscimento dei musei non statali sancito dalla Commissione Franceschini negli anni ’60
del ‘900 e, immediatamente a ridosso, la felice stagione di studi territoriali (che su rinnovate basi metodologiche aveva riabilitato la dimensione delle “periferie” e aveva infittito le possibilità di lettura e di interpretazione delle testimonianze di arte e storia), la riorganizzazione e l’attualizzazione delle raccolte civiche
hanno incontrato considerevoli difficoltà. Lasciando sullo sfondo la vicenda dei Musei Civici di Torino, il destino degli istituti civici dei principali centri della regione ha sofferto di chiusure prolungate, di una rigida
e spesso semplificata selezione dei materiali e ha lasciato immancabilmente irrisolta la ridefinizione della
missione.
Le conseguenze conducono non solo a una consistente amputazione delle funzioni del museo, ma anche all’impossibilità di stabilire un rapporto stabile e duraturo con le comunità di riferimento.
A partire da queste considerazioni, è emersa la necessità di tentare una ridefinizione del quadro storico in
cui sono nati e si sono sviluppati i musei civici del Piemonte. Il progetto di ricerca ha restituito un tassello
significativo all’interno del panorama nazionale, aggiungendo ad analisi già condotte su altri stati preunitari la variante dello Stato divenuto Nazione.
Una ripresa aggiornata dei primi passi della tutela nei territori delle province, una lettura critica dei momenti
e dei "monumenti" che hanno segnato la crescita (o la paralisi) delle collezioni civiche, la fisionomia delle
raccolte in rapporto con l’affermarsi e/o l’aggiornarsi delle discipline, l'emergere di occasioni di spinta verso
la difesa e la riabilitazione del territorio, o ancora il ruolo dei soggetti privati nella vita culturale cittadina
sono alcuni degli elementi che hanno guidato la lettura del fenomeno secondo un’ottica di confronto e di
verifica. Accanto alle matrici costitutive dei diversi istituti regionali, sono stati presi in esame anche alcuni
aspetti legati alla loro crescita e alla loro attività nel tempo, con uno sguardo particolare verso l’aggiornamento della missione e il funzionamento dei musei.
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e Paesaggistici del Piemonte
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MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Gian Luca Kannes
E', attualmente, funzionario del Settore Musei e Patrimonio Culturale della Regione Piemonte. Laureato nel
1975 a Milano in Storia dell'Arte con Annamaria Brizio, perfezionato presso l'Università Cattolica di Milano,
ha articolato la propria attività di studio su tre filoni principali: il Neoclassicismo milanese, con pubblicazioni
su Luigi Cagnola, Luigi Canonica e Giovanni Antonio Antolini; la museografia fra Ottocento e primo Novecento
e i protagonisti della storia della tutela (voci su Giuseppe Fiorelli e Gustavo Frizzoni per il Dizionario Biografico degli Italiani); la scultura nella seconda metà dell'Ottocento (Giulio Monteverde).
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da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Gian Luca Kannes
"Architettura per i musei in Italia, dall'Unità agli anni del Fascismo"
L'intervento parte da ricerche effettuate principalmente nei fondi del Ministero della Pubblica Istruzione
presso l'Archivio Centrale dello Stato. Come noto, quasi tutti i musei italiani del periodo hanno trovato sede
in edifici storici preesistenti. Questo, da un certo punto di vista, si è risolto in un'opportunità mancata
perché ha tagliato fuori il nostro paese da sperimentazioni su una tipologia architettonica che altrove conosceva notevoli evoluzioni. D'altra parte però soprattutto negli anni del Fascismo l'Italia cercherà di trasformare tale politica di forzato accordo tra contenuto ed atmosfera d'epoca del contenitore in una vera e
propria linea museologica identificativa a livello nazionale, proponibile come modello autorevole a livello
internazionale.
Viene seguito il formarsi di questa ideologia fino al Congresso di Museografia di Madrid del '34, che è il momento in cui trova formulazione più esplicita. A contrappunto, vengono esaminati i pochi esempi di musei
progettati ex novo prima di allora in Italia dando spazio soprattutto alle due proposte di maggior ambizione:
il Museo nazionale di Messina, la cui realizzazione fu bloccata dalla Guerra di Libia nel 1911, e quello di
Reggio Calabria di Marcello Piacentini, 1930 - 35.
Questa linea di intelligente riadattamento di edifici antichi ha mantenuto, fino ad oggi, una presenza sostanziale nella museografia italiana. Ma quali mediazioni esistono ancora per sostenerla, dato il divario crescente da un lato tra nuove esigenze di impiantistica e climatizzazione, dall'altro di conservazione filologica
del monumento antico proposto come contenitore?
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da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Lucetta Levi Momigliano
Laureata in Lettere con una tesi in Storia dell’Arte Moderna presso l’Università degli Studi di Torino, ha insegnato Storia dell’Arte nei Licei Classici e Artistici. E’ stata anche assistente alla cattedra di Storia dell’Arte
presso l’Accademia Albertina di Torino.
Ha tenuto un corso propedeutico di Storia dell’Arte Moderna con un contratto della durata di tre anni presso
la Facoltà di Lettere dell’Università di Torino. Dal 1991 è curatrice degli arredi e delle collezioni del Castello
di Masino e del Castello della Manta per il Fondo Ambiente Italiano. Si occupa di problemi legati alla letteratura artistica in Piemonte tra Sette e Ottocento con contributi raccolti in parte nel volume Giuseppe Vernazza e la nascita della Soria dell’Arte in Piemonte, pubblicato nel 2004 per la Fondazione Ferrero di Alba.
Ha collaborato al V volume della Storia di Torino, edita da Einaudi (Torino 1997-1999). Ha partecipato inoltre
a mostre e convegni con ricerche sulle istituzioni culturali addette alla conservazione dei beni storici e artistici del Piemonte e sui numerosi protagonisti del dibattito sulle arti del disegno negli Stati del Re di Sardegna nel XVIII e XIX secolo. Fa parte del comitato consultivo dell’Archivio Ebraico Benvenuto e Alessandro
Terracini presso la Comunità Ebraica di Torino.
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Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Lucetta Levi Momigliano
Le proprietà piemontesi del FAI Fondo Ambiente Italiano e la Convenzione con la Soprintendenza per i Beni
Storici Artistici e Etnoantropologici
del Piemonte.
Il Convegno di Villa della Regina cade esattamente venti anni dopo la mia nomina a Conservatore del Castello
di Masino e del Castello della Manta, le due proprietà piemontesi del FAI. E’ giusto fare un bilancio e ripercorrere la varie fasi di questo interessante esperimento. Sarà il castello di Masino a proporci gli aspetti più
significativi della vicenda. L’antica residenza dei Valperga di Masino fu abitata dalla famiglia fino al 1987,
anno della morte della marchesa Vittoria Leumann moglie di Cesare Valperga conte di Masino. L’erede, il
conte Luigi, rinunciò ad ereditare la grande ed importante residenza e individuò nel FAI l’istituzione a cui
affidare la tutela del castello. Nel frattempo la Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici, allora guidata
dalla mano decisa e autorevole di Sandra Pinto, aveva in tempi veloci redatto il vincolo per i quasi 4000
arredi del castello. E, ancora, le altre istituzioni piemontesi addette alla tutela, concordarono di lasciare
alla proprietà del FAI anche l’Archivio Storico e le due Biblioteche di circa 20.000 volumi. Un bene di grande
portata, aperto al pubblico e agli studiosi, bisognoso di imponenti restauri, e di un approccio conoscitivo
assai impegnativo, venne così affidato al FAI: la cura e la sorveglianza dei beni mobili ad una figura che
avrebbe tenuto i rapporti tra la proprietà e gli istituti di tutela dello stato e della Regione Piemonte. Sono
stati vent’anni di impegnativo lavoro per la conoscenza, il restauro, la manutenzione e la tutela delle testimonianze di una delle più antiche famiglie aristocratiche del Piemonte: è il caso di trarre un bilancio da una
esperienze, nuova in quegli anni, di collaborazione tra una fondazione privata ed i pubblici uffici della tutela.
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da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
CHRISTA CLARKE
Senior Curator, Arts of Africa and the Americas, and Curator, Arts of Africa
Newark Museum, 49 Washington St., Newark, NJ 07102
(973)596-6663 (973)596-6666-fax [email protected]
EDUCATION:
1998
1990
1987
Doctor of Philosophy, African Art History, University of Maryland
Dissertation: “Defining Taste; Albert Barnes and the Promotion of African Art in
the United States during the 1920s,” directed by Dr. Ekpo Eyo and Dr. Roy Sieber
Master of Arts, African Art History (with distinction), University of Maryland
Thesis: “Styles and Symbolism of the Nnam Carved Monoliths of Cross River State, Nigeria,”
directed by Dr. Ekpo Eyo
Bachelor of Arts, Art History and English, University of Virginia
PROFESSIONAL EXPERIENCE (select):
2008 – pres.
Senior Curator, Arts of Africa and the Americas/Curator, Arts of Africa, Newark Museum, NJ
2002 – 2008
Curator, Africa, Americas and the Pacific, Newark Museum, NJ
2002 – 2003
Advisor, Collections Assessment Project, Barnes Foundation, Merion, PA
1999 - 2002
Curator of African Art, Neuberger Museum of Art, and Adjunct Professor,
Art Department, SUNY-Purchase, NY
1998
Visiting Professor, Dept. of Art History, Rutgers University, New Brunswick, NJ
1994-1997
Visiting Lecturer, Art Department, George Washington University, Washington DC
1994
Visiting Lecturer, Academic Studies, Corcoran School of Art, Washington DC
1991
Curatorial Assistant, Metropolitan Museum of Art, NY
FELLOWSHIPS/GRANTS/AWARDS:
2011
National Endowment for the Humanities Challenge Grant ($500,000 awarded
for renovation/expansion of African art galleries & endowment at Newark Museum)
2010
Acadia Summer Arts Program (“Kamp Kippy”), Bar Harbor, ME
2009
Mellon Museum Fellow, Clark Art Institute, Williamstown, MA
2008
National Endowment for the Humanities (NEH) Planning Grant ($40,000 awarded
for planning of reinstallation of African art galleries at Newark Museum)
2001
National Endowment for the Arts (NEA) Creativity Grant ($20,000 for exhibition
and related symposium at Neuberger Museum of Art, SUNY - Purchase)
1998-99
1996-97
1995-96, 93-94
Whitney Post-Doctoral Fellow, Metropolitan Museum of Art
(Arts of Africa, Oceania and the Americas)
Samuel H. Kress Dissertation Fellowship
Museum Fellow, Curatorial Dept., National Museum of African Art
PUBLICATIONS (select):
2010
Representing Africa in American Art Museums: A Century of Collecting and Display.
Co-edited with Kathleen Bickford Berzock. Seattle: University of Washington Press.
2009
Newark Museum: Selected Works (overview, Arts of Africa and 20 entries). London: Scala.
2007
“Uche Okeke and Chinua Achebe: Artist and Author in Conversation,”
Critical Interventions, Number 1, July 2007.
The Art of Africa: A Resource for Educators. New York:
2006
Metropolitan Museum in association with Yale University Press.
2003
“Defining African Art: Primitive Negro Sculpture and the Aesthetic Philosophy of
Albert Barnes,” African Arts, Spring 2003.
2003
“From Theory to Practice: Exhibiting African Art in the 21st Century,” Art and Its Publics:
Museum Studies at the Millenium, Andrew McClellan, ed. Oxford: Blackwell.
2001
A Personal Journey: Central African Art from the Lawrence Gussman Collection
(lead author). Purchase, NY: Neuberger Museum of Art.
1998
“African Art and the Modernist Eye: Earl Horter and Collecting of African Art in the United
States,” Mad for Modernism: Earl Horter and his Collection. Philadelphia Museum of Art.
1996
“John Graham and the Crowninshield Collection of African Art," Winterthur Portfolio 30/1.
EXHIBITIONS (select):
2011
The Global Art of Patchwork: Africa, America, Asia (co-curated with Ulysses Dietz and
Katherine Paul), Newark Museum
2009
Party Time: Re-Imagine America, a Centennial Commission by Yinka Shonibare MBE,
Newark Museum
Unbounded: New Art for a New Century (co-curated with Ulysses Dietz, Katherine Paul,
and Beth Venn). Newark Museum.
2008
Embodying the Sacred in Yoruba Art: featuring the Bernard and Patricia Wagner Collection
(co-curated with Carol Thompson). High Museum of Art and Newark Museum.
Glass Beads of Ghana (co-curated with Suzanne Gott). Newark Museum
2006
Expanding Africa: New Art, New Directions. Newark Museum.
Another Modernity: Works on Paper by Uche Okeke. Newark Museum. Additional venue:
Boston University Art Gallery.
2005
Power Dressing: Men’s Fashion and Prestige in Africa. Newark Museum. Additional venues:
Parrish Art Museum, NY; Museum of International Folk Art, NM; and Brooks Museum of
Art, TN.
2004
Earthen Elegance: African Ceramic Vessels. Newark Museum.
2003
My Ethiopia: Recent Paintings by Wosene Worke Kosrof. Neuberger Museum of Art and
Newark Museum.
2002
African Shields: Art, Power, and Identity. Neuberger Museum of Art. Additional venues:
Newark Museum and the Birmingham Museum of Art.
2001
A Personal Journey: Central African Art from the Lawrence Gussman Collection. Neuberger
Museum of Art. Additional venues: Philbrook Museum, OK and National Museum
of African Art, DC.
CONFERENCES AND SYMPOSIA (select):
2011
“Unbounded: Contemporary Arts of Africa in Global Dialogue,” Museum Day, 15th Arts
Council of the African Studies Association (ACASA) Symposium on African Art, UCLA
2011
“Collecting Africa: American Explorer Delia Akeley and the Art of Daily Life,” 15th Arts
Council of the African Studies Association (ACASA) Symposium on African Art, UCLA
2010
Invited speaker, “Ways of Showing/Ways of Knowing: African/Diaspora Arts in a Museum,”
University of Wisconsin, Madison
2010
“Autobiography in the Work of Lalla Essaydi and Senzeni Marasela,” David C. Driskell
Center Symposium, University of Maryland, College Park, MD.
2008
Invited speaker, Clark/Mellon Workshop on Contemporary African Art, Clark Art Institute,
Williamstown, MA
2007
“Making African Art Matter: Power Dressing at the Newark Museum,” American Association
of Museums Annual Conference, Chicago
2007
2007
2004
2004
2002
2002
2001
1996
1995
Co-chair and presenter, “Contemporary Practices in Traditional Spaces: Creating
or Challenging the Canon,” 14th Arts Council of the African Studies Association (ACASA)
Symposium on African Art, Gainesville, FL
Co-chair and presenter, “African Art and Visual Culture: Pedagogical Perspectives
from Classroom to Museum,” College Art Association Annual Conference, NY.
“Contemporary Art and African Identity: A Curator’s Perspective,” 13th Arts Council of
the African Studies Association (ACASA) Symposium on African Art, Boston, MA.
Co-chair, “Women, Art and Leadership in Africa,” College Art Association Annual
Conference, Seattle, WA
“Exhibiting Permanent Collections of African Art: Strategies and Lessons Learned,” African
Studies Association Annual Meeting, Washington, DC
“The Barnes Foundation and African Sculpture: Uncovering a Photographic Legacy,”
College Art Association Annual Conference, Philadelphia.
Co-chair, “Reevaluating the Canon: African Art Studies in Historical Perspective,” 12th
Arts Council of the African Studies Association (ACASA) Triennial Symposium on African
Art, St. Thomas, USVI
“African Art at the Barnes Foundation: The Triumph of l’Art Nègre,” College Art Association
Annual Conference, Boston, MA
“The `Aesthetic Argumentation’ of African Sculpture: John Graham and the Crown in shield
Collection,” Tenth Arts Council of the African Studies Association (ACASA)
Triennial Symposium on African Art, New York, NY
FIELD EXPERIENCE:
2007
Mali. Attended Photography Biennale in Bamako, Mali.
2005
Ghana. Textile study tour in southern Ghana sponsored by Textile Society of America.
1990
Nigeria. Field research related to master’s thesis in Ikom, Cross River State.
SERVICE (select):
2011-2014
2009-2011
2002-pres.
2005-08
2005-08
2003-07
2002-07
Museum Committee, College Art Association (CAA)
Co-chair and Chair, Membership Committee, Association of Art Museum Curators
Consulting Editor, African Arts (quarterly journal published by UCLA)
Board Member, Arts Council of the African Studies Association (ACASA)
Board Member and Member of Exhibition Review Panel, Visual Arts Center of NJ
Committee on Professional Standards, Association of Art Museum Curators
Exhibition Reviews Editor (North America), African Arts (published by UCLA)
PROFESSIONAL AFFILIATIONS:
Arts Council of the African Studies Association (ACASA)
ArtTable (New York chapter)
Association of Art Museum Curators
College Art Association
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
e Etnoantropologici del Piemonte
MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Christa Clarke
Art and Audience: Engaging Immigrant Communities at the Newark Museum
Founded in 1909, at the height of the European immigration into the United States, the Newark Museum in
Newark, New Jersey has a long history of engaging the ethnically diverse population of the city it serves.
This paper will look at the museum’s strategies for engaging immigrant groups over the course of a century,
beginning with historical antecedents then focusing on two recent exhibitions targeting specific ethnic
communities. It will conclude by comparing the museum’s efforts then and now, offering some observations
on their differing motivations and goals as well as the challenges and opportunities presented.
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
e Etnoantropologici del Piemonte
MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Giacomo Giacobini
E' professore ordinario di Anatomia Umana all’Università di Torino e socio dell'Accademia delle Scienze e
dell'Accademia di Medicina di Torino.
La sua attività di ricerca riguarda temi paleoantropologici (popolazioni del Paleolitico medio e superiore);
in campo museologico è relativa alla storia di collezioni scientifiche torinesi e ad aspetti di comunicazione
museale.
E' Presidente dell'Associazione Nazionale Musei Scientifici, Direttore del Museo di Anatomia Umana e Coordinatore del progetto "Museo dell'Uomo" di Torino, sviluppato in convenzione tra l'Università, la Regione
Piemonte e la Città di Torino. E' membro del Gruppo di lavoro per il riallestimento del Musée de l'Homme di
Parigi e del Comité des Travaux Historiques et Scientifiques (Ministère de la Recherche).
E' inoltre Segretario Generale dell’International Association for the Study of Human Paleontology e Rappresentante per l’Italia nel Comitato di Perfezionamento dell’Institut de Paléontologie Humaine di Parigi.
E' stato Presidente dell'Associazioni Italiana di Archeozoologia.
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Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
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MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Giacomo Giacobini
Un nuovo polo museale torinese, il Palazzo degli Istituti Anatomici. Tutela e valorizzazione di collezioni storiche, comunicazione scientifica, educazione museale
La collaborazione dell'Università di Torino con la Regione Piemonte e la Città di Torino ha permesso la realizzazione di un nuovo polo museale nel Palazzo degli Istituti Anatomici al Valentino. Il progetto, tuttora
in corso di sviluppo, ha già visto l'apertura al pubblico, nel febbraio 2007, del Museo di Anatomia Umana
"Luigi Rolando" e del Museo della Frutta "Francesco Garnier Valletti". A questi si è aggiunto, nel novembre
2009, il Museo di Antropologia Criminale "Cesare Lombroso". Nel complesso, il polo museale accoglie oggi
quasi 200 visitatori al giorno.
Queste collezioni, di grande importanza storico-scientifica, rappresentano un rilevante patrimonio in beni
culturali di differente tipologia, caratterizzati da strette interazioni: dalle collezioni museali propriamente
dette agli ambienti in cui sono ospitate, a fondi archivistici e librari. La collaborazione con le Soprintendenze
competenti per queste diverse tipologie è stata preziosa per le operazioni di riordino, catalogazione e restauro.
I tre settori espositivi attualmente fruibili sono stati realizzati con un forte impegno nella comunicazione
museale. Nel caso del Museo di Anatomia si è cercato di evitare che la sua efficacia interferisse con la museografia storica, ritenendo prioritaria la valorizzazione dell'allestimento ottocentesco che ci è pervenuto
quasi inalterato. I tre musei sono anche impegnati in attività di educazione museale. Si può citare come
esempio il il progetto "A ciascuno la sua faccia. Verso una cittadinanza tollerante e aperta alle diversità"
che utilizza il Museo Lombroso e il Museo di Anatomia per trasmettere un efficace messaggio antirazzista
rivolto alle scuole primarie.
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e Paesaggistici del Piemonte
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MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Giovanna Cattaneo Incisa
Nata a Torino il 4 novembre 1942
Vedova, tre figli
Maturità Classica
Ha svolto attività di ricerca presso il CEEP, Centro Studi di Politica Economica.
Dal 1990 al 1997 è stata Consigliere Comunale della Città di Torino.
Ha ricoperto la carica di Assessore alla Polizia Urbana e Viabilità nel 1991, di Sindaco nel 1992, di Presidente
della Commissione Cultura della Città di Torino nel 1990 e dal 1993 al 1997.
Dal 1997 al 2002 è stata Presidente dell’Istituzione Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea.
Dal 2002 è Presidente della Fondazione Torino Musei.
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MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Marcella Pralormo
Marcella Pralormo è nata a Torino.
Si è laureata in Storia dell’arte moderna presso l’Università degli studi di Torino e ha conseguito la specializzazione in Storia dell’arte a Firenze. Ha lavorato alla Gam – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea
di Torino, a Palazzo Grassi (Venezia) e a Palazzo Bricherasio ( Torino).
Ha tenuto lezioni presso l’UIA Università Internazionale dell’Arte di Venezia e per il Master in Beni Culturali,
Università di Genova.
Dal 2002 è direttrice della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli.
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da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Patrizia Sandretto Re Rebaudengo
Laureata in Economia e Commercio, si avvicina all’arte contemporanea come collezionista all’inizio degli
anni ’90. La passione per l’arte si trasforma in attività organizzata nel 1995 quando dà vita alla Fondazione
Sandretto Re Rebaudengo di cui è presidente.
Nel 1997 viene inaugurata la prima sede della Fondazione a Guarene d’Alba, Palazzo Re Rebaudengo.
Nel 2002 inaugura la sede di Torino, uno spazio museale per mostre di arte contemporanea e progetti di
tutte le discipline.
E' Ufficiale della Repubblica Italiana, Chevalier de l'ordre des Arts et des Lettres della Repubblica Francese,
fa parte della Commissione Cultura di Confindustria e della Giuria del Premio Campiello.
È inoltre membro dell’International Council e del Friends of Contemporary Drawing del MoMA di New York,
dell’International Council della Tate Gallery di Londra, del Leadership Council del New Museum di New York,
dell'Advisory Committee for Modern and Contemporary Art del Philadelphia Museum of Art.
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MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Fiorenzo Alfieri
Laureato in pedagogia, è stato insegnante elementare, fondatore del gruppo piemontese del Movimento di
Cooperazione Educativa, dirigente scolastico dal 1979, membro del Consiglio Direttivo dell’IRRSAE Piemonte
dal 1985 al 1995, cultore della materia in psicologia evolutiva presso la Facoltà di Psicologia e successivamente docente presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Torino. E’ autore di numerosi
libri e articoli di argomento psico-pedagogico. Ha una lunga esperienza di amministratore presso il Comune
di Torino che lo ha visto assessore con diverse deleghe, dal 1976 al 1985 alla gioventù e allo sport, e dal
1995 al 2000 prima al sistema educativo poi alla promozione della città; dal 2001 è Assessore alla Cultura
e dal 2006 anche al 150° dell’Unità d’Italia. E’ inoltre presidente di CIDAC, l’Associazione delle Città d’Arte
e di Cultura italiane e del GAI, Circuito dei Giovani Artisti.
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da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
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Enrico Castelnuovo
Nato a Roma nel 1929 ha studiato a Torino con Anna Maria Brizio e a Firenze con Roberto Longhi. Ha insegnato nelle università di Lausanne, di Torino,, alla Scuola Normale Superiore di Pisa e all’Ecole Normale Supérieure di Parigi
Si è occupato di problemi e aspetti dell'arte romanica e gotica in Europa e di storia delle tecniche artistiche
medievali Ha lavorato anche in altri campi e su altri periodi, indagando i problemi del ritratto e della sua
funzione sociale nella storia italiana, i metodi e le tendenze della storia dell'arte nonché la storia dell’Industrial Design Ha dimostrato particolare interesse per le situazioni di frontiera, dove differenti culture artistiche hanno avuto modo di incrociarsi e ha dedicato alcuni saggi ai problemi della geo¬grafia
E’ membro dell’Accademia di san Luca, dell’Accademia del Disegno, dell’Accademia delle Scienze di Torino e
socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei
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Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Marcello Tagliente
Marcello Tagliente, nato a Martina Franca (Taranto) il 3-5-1955 è laureato e specializzato in Archeologia
Classica. Dal 1980, in qualità di archeologo, è funzionario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
In Basilicata ha allestito e diretto il Museo Archeologico Nazionale di Melfi e di Potenza. Ha coordinato numerose campagne di scavo archeologico, sempre in Basilicata. E’ stato Soprintendente Reggente per i Beni
Archeologici della Basilicata. Ha coordinato con la Presidenza della Giunta Regionale della Basilicata un
progetto di valorizzazione del patrimonio culturale lucano con programmi coordinati di eventi organizzati
in ambito nazionale e internazionale
Attualmente lavora, come archeologo, a Roma presso la Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale e si occupa di valorizzazione dei musei statali e di servizi al pubblico.
Ha fatto parte del comitato scientifico e organizzatore di numerose mostre archeologiche tenute in Italia e
all’estero, anche in collaborazione con il Ministero per gli Affari Esteri. Si citano le più importanti: “Trésors
de l’Italie du Sud. Grécs et indigènes en Basilicate” (Strasburgo –in collaborazione con il Parlamento Europeo
e con una sezione presso lo stesso Parlamento-, Saint Romain en Gaule – Lione-, Montreal), “Il sacro e l’acqua. Culti indigeni della Basilicata” (Roma, Sassari), “Il vino di Dioniso. Dei e uomini a banchetto in Basilicata” (Roma, Colonia, New Jork), “Ornamenti e lusso. La donna nella Basilicata antica” (Roma, Torino),
“Coralli segreti. Immagini e miti dal mare tra Oriente e Occidente” (Potenza), “Magie d’Ambra. Amuleti e
gioielli della Basilicata antica” (Potenza, Tunisi, Bucarest, Salonicco),
E’ stato titolare di progetti di ricerca presso la Scuola Francese di Roma e presso l'Istituto Archeologico Germanico di Berlino. Ha tenuto numerose conferenze, lezioni e seminari sia in Italia (le più importanti presso
le Università di Lecce, Milano, Napoli, Torino e Roma-La Sapienza, presso la Scuola Francese- Accademia di
Francia - Roma), sia all’estero (le più importanti presso le Università di Tubingen, Parigi I , Granata, Sofia
e importanti istituzioni culturali di Helsinky, Zurigo e Costanza). Ha partecipato, con relazioni, a numerosi
convegni scientifici internazionali in Italia, Francia, Spagna, Romania. Ha curato alcuni volumi e prodotto
numerose pubblicazioni scientifiche su riviste italiane, francesi, belghe, spagnole e rumene.
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
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Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
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MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Marcello Tagliente
Progetti strategici di valorizzazione per il sistema museale statale
“La cultura è l'insieme dei sogni e delle opere tesi alla piena realizzazione dell'uomo” Denis de Rougemont
«E’ l'arte a poter strutturare la personalità dei giovani cittadini nel senso dell'apertura dello spirito, del rispetto dell'altro, del desiderio di pace.» Yehudi Menuhin
«La cultura non è un lusso ma una necessità.» Gao Xingjian
Questi brani fortemente comunicativi costituiscono il filo conduttore e la principale chiave di lettura dell'Agenda europea per la cultura del 2007 trasmessa dalla Commissione europea a tutti gli organi istituzionali
della Comunità.
Si tratta di un rapporto di estrema importanza per tutte le nazioni che hanno aderito all’Unione, in quanto
declina i principi generali, che dovrebbero costituire i presupposti fondanti delle attività di valorizzazione
del patrimonio culturale in Europa.
Nel suo articolato l’Agenda europea per la Cultura del 2007 enuncia alcuni importanti elementi di riflessione,
che devono costituire i presupposti fondanti dell’azione degli operatori culturali:
“In Europa il settore culturale europeo imprime un impulso molto dinamico all'attività economica e all'occupazione in tutta l'UE (nel 2004 più di 5 milioni di persone, pari al 3,1% del totale degli occupati dell'UE
a 25). Le attività culturali possono contribuire a promuovere una società inclusiva, nonché a prevenire e ridurre la povertà e l'esclusione sociale. Gli imprenditori creativi e un'industria culturale vivace costituiscono
una straordinaria fonte di innovazione per il futuro.”
In Italia, come nelle altre nazioni europee, la valorizzazione del patrimonio culturale può rappresentare uno
degli elementi fondanti di uno sviluppo compatibile con le risorse culturali e ambientali del territorio e soprattutto condiviso dalle comunità locali, nel rispetto dei principi della Convenzione di Faro sul valore del
patrimonio culturale per la società; convenzione che l’Italia si appresta a sottoscrivere. La richiesta diffusa
di partecipazione delle comunità locali ai processi di valorizzazione (e preliminarmente di tutela) ha determinato significative innovazioni anche nelle strategie del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Prova
tangibile è l’istituzione, nel 2009, della Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale,
con il mandato istituzionale di promuovere, attraverso un coordinamento strategico con tutti gli Istituti del
Ministero, lo sviluppo della cultura secondo i dettati dell’articolo 6 del Codice dei beni culturali e del paesaggio,che definisce la valorizzazione come “l'esercizio delle funzioni e la disciplina delle attività dirette a
promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori condizioni di utilizzazione e
fruizione pubblica del patrimonio stesso, anche da parte delle persone diversamente abili”.
Lo scenario di riferimento, con cui la Direzione Generale si è dovuta confrontare per adempiere al suo mandato istituzionale di valorizzazione del patrimonio culturale statale, contestualmente ad una drammatica riduzione delle risorse disponibili, è stato un trend negativo per quanto riguarda le presenze di visitatori nei
“luoghi della cultura” statali in gran parte derivante dalla congiuntura economica in atto, ma anche da una
serie di criticità del sistema.:
La Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale, sulla base di queste criticità, per migliorare la qualità dell’offerta nei luoghi della cultura statali e consolidare il ruolo della cultura quale asset
strategico della nazione, ha definito un progetto strategico che si declina attraverso una serie di azioni
contestuali a carattere conoscitivo, di comunicazione coordinata (ad impatto immediato) e di sistema (strutturali). In estrema sintesi, i progetti, assolutamente convergenti, che la Direzione Generale ha definito per
supportare l’attività delle Direzioni Regionali e le Soprintendenze riguardano il miglioramento della qualità
dell’offerta e dei servizi nei luoghi della cultura statali e la promozione, in Italia e all’estero, delle iniziative
culturali e i grandi eventi organizzati dal Ministero.
Ad un anno di distanza dall’istituzione della Direzione Generale, un primo bilancio, del tutto provvisorio
che non può tener ancora conto delle azioni strutturali di sistema appena attivate, ha come dato incontrovertibile di riferimento la crescita del numero dei visitatori nei “luoghi della cultura” statali (fonti interne
Sistan). Rispetto ad un obiettivo, più volte reso pubblico nel corso di conferenze stampa, di un incremento
del 3 % nel 2010 rispetto all’anno precedente, i dati ufficiali Sistan, disponibili per il periodo gennaio-novembre indicano un incremento del 15,54% di visitatori e dell’8,46% di incassi: un risultato assolutamente
straordinario, reso possibile solo grazie all’azione congiunta di tutte le strutture centrali e periferiche del
Ministero.
Al di là dei dati numerici, che, in ogni caso, riferiscono un interesse rinnovato e ampliato per la cultura e
richiamando la frase citata in premessa di Denis de Rougemont, se la Direzione Generale riuscirà ad assicurare
un contributo efficace per rendere i cittadini italiani ed europei pienamente partecipi del proprio patrimonio
culturale, avrà pienamente assolto alla propria missione. “La cultura è l'insieme dei sogni e delle opere tesi
alla piena realizzazione dell'uomo”.
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
e Etnoantropologici del Piemonte
MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Austėja Brasiūnaitė (1988):
I am a student of Vilnius Art Academy‘s Humanities and social scienses faculty - Art history graduate. I gave
priority to arts, culture, historical topics, closely related to heritage and cultural heritage policy. For the
last few years I consistently explore Rokiškio Estate (Lithuania) - history from the 16 to 21 century. I am
exploring historiography, architecture, landscape, artistic and cultural heritage, the subtleties of the estate
and its conservation problems.
I use my spare time to write reviews, surveys of cultural and artistic themes. I intensely study foreign languages: I speak fluently in English, study Italian and Russian languages, and have basics of Polish and
French.
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
e Etnoantropologici del Piemonte
MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Austėja Brasiūnaitė
Rokiškis Manor: Grand Duchy’s of Lithuania noble residence – region museum, from historical monument to
heritage object (16-21 centuries)
History of present Rokiškis manor reaches 16th century, times of Sigismund I the Old – Grand Duke of Lithuania
and King of Poland, who gave this estate with land and town to noble family Krošinskiai. For centuries manor
was ruled by 3 well known families of Grand Duchy of Lithuania: Krošinskiai, Tyzenhauzai, Pšezdzeckiai. Only
in the end of 18th century Tyzenhauzai family choose it as their permanent residence and initiate the recreation
of the manor and town.
In the 19th century, when the estate was ruled by famous scientist count Konstantinas Tyzenhauzas, it became
an important political, economical, cultural and scientifical center.
Major changes to the estate of Rokiškis were brought by 20th century. His owner young count Jonas Pšezdzieckis decided to reconstruct the central palace. Exterior in accordance with fashion of those times changed,
from reserved classical forms has become quite smug. However, the construction work was interrupted by
World War I, and during World War II palace was ravaged by the occupying forces located in the estate.
All manner of composition properties, the maturity of architectural forms and originality, leads to the conclusion that Rokiškis is one of the most valuable homestead ensembles of historical period.
Since 1933 Rokiškis museum have been settled in the main palace and in the southern and northern residential
buildings of servants. Today museum has over 85 thousands exhibits, here is kept a unique material of Rokiškis
region culture and history: rich archeological finds, old rare books, documents and prints, exhibits of numismatics, manor culture, figurative and applied arts, an authentic count’s clothing collection, historical archival
material, collection of folk art. Palace hall is used for celebrations, exhibitions, conferences and concerts.
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
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e Paesaggistici del Piemonte
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MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Paola Nicita
Paola Nicita si è formata in Storia dell’Arte all’Università di Roma La Sapienza, dove si è laureata, e all’Università di Pisa, dove ha conseguito il Dottorato di Ricerca. Il suo percorso di ricerca è stato orientato allo
studio dei musei romani nel loro sviluppo individuale e nelle loro relazioni dal periodo post-unitario al secondo dopoguerra, ai temi della critica d’arte in rapporto alle istituzioni della tutela e alla storia del restauro.
Questi temi sono stati approfonditi in saggi e articoli pubblicati in Italia e all’estero e nel volume Musei e
storia dell’arte a Roma. Palazzo Corsini, Palazzo Venezia, Castel Sant’Angelo e Palazzo Corsini tra XIX e XX
secolo (Roma, Campisano editore, 2009). Ha lavorato inoltre a progetti di studio, campagne di catalogazione
e pubblicazioni per la Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo
Museale della città di Roma. Attualmente è docente a contratto di Museologia presso l’Università di Roma
La Sapienza.
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e Paesaggistici del Piemonte
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MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Paola Nicita
Elogio delle gallerie nazionali. L’identità difficile ma vitale della Galleria d’Arte Antica di Roma
Al momento dell’unificazione del paese, nel 1870, Roma era l’unica città italiana senza musei statali. A differenza
delle altre città del Regno, dove lo Stato aveva ereditato le istituzioni culturali dei governi preunitari, nella capitale i musei erano rimasti di pertinenza del Vaticano e del Comune. Fino alla fine del secolo, non vi saranno
musei e pinacoteche statali dedicati a opere di pittura e scultura dell’età medievale e moderna. I progetti in tal
senso rifletteranno la svolta culturale avviata in Italia da Adolfo Venturi, dal 1888 al ministero della Pubblica
Istruzione a ricoprire il ruolo di Ispettore generale delle belle arti.
L’interpretazione del passato e il ruolo che era chiamato ad assolvere l’istituto del museo nell’Italia post-risorgimentale era per quelle prime generazioni di italiani uno strumento vitale per la costruzione di una cultura
unitaria. Nella geografia culturale del paese, frammentato ma anche sconosciuto per gli stessi italiani, musei e
gallerie nazionali esprimevano simbolicamente il desiderio di conoscersi e di comporre le divisioni, assumendo
nel passato un’eredità comune, da difendere e trasmettere alle generazioni future. Se è vero che un territorio
esiste solo dal momento in cui è rappresentato, possiamo dire che per l’Italia della fine del XIX secolo la storia
dell’arte italiana con le sue ramificazioni regionali diventava tangibile anche perché era visibile nel museo. Il
museo era una mappa con sentieri concettuali e visivi che rappresentavano uno spazio virtuale di viaggio. E per
un’Italia ancora sconosciuta alla maggioranza degli stessi italiani, offriva la possibilità di conoscere la produzione
artistica del loro paese.
La Roma capitale del Regno d’Italia non ereditò alcuna collezione dinastica, ma la città era uno dei principali
centri al mondo del collezionismo. È da questa valutazione che partì il progetto della Galleria nazionale di Roma.
La strategia di Venturi negli anni Ottanta e Novanta del XIX secolo fu l’acquisizione pubblica delle storiche
gallerie principesche della città. La prima a passare sotto la tutela dello Stato, insieme al suo prestigioso palazzo,
fu la collezione Corsini, a cui fece seguito la raccolta Torlonia. La Galleria nazionale con sede a Palazzo Corsini
fu inaugurata nel 1895 e affidata alle cure di Venturi. Nell’Italia post-unitaria, l’apertura al pubblico segnò la
radicale mutazione di status giuridico e istituzionale delle grandi collezioni dinastiche. Da quel momento le gallerie incarnano una cultura originale, non solo diversa, ma radicalmente opposta a quella del collezionismo. Da
istituti aristocratici diventano patrimonio di tutti. Lo Stato laico si fa garante della loro conservazione, conoscenza e diffusione.
Era perciò necessario riorganizzare i criteri di esposizione delle collezioni storiche perché fossero visibili e sensibili all'occhio moderno. Per Venturi, l'insieme confuso con cui era organizzata la pinacoteca a Palazzo Corsini
doveva essere riordinata secondo le categorie di una nuova scienza che stava definendo in quel tempo i propri
statuti disciplinari: la storia dell’arte. I rapporti fra le opere dovevano far riferimento allo stile, all’età, alle
scuole, non più alla proprietà dell'opera. Il museo, inoltre, poteva essere uno spazio in cui le barriere si dissolvevano e le conoscenze potevano essere unificate. Nel progetto di Venturi e del direttore successivo, il suo
allievo Federico Hermanin, non vengono negate le diversità delle culture figurative. Non c’è mito nazionale, né
occupazione culturale del centro sugli altri territori, ma l’idea di un museo universale di storia dell'arte. Se
questo era il progetto iniziale, Venturi rilevò da subito i limiti dell’operazione. La composizione delle raccolte,
con la prevalenza di esemplari sei e settecenteschi, deludeva la speranza di farne il punto di partenza per una
vera galleria nazionale con i migliori esempi delle scuole pittoriche regionali. Con Hermanin (1904-1936) il
museo si specializzerà proprio nella pittura del Seicento e del Settecento, anche attraverso il confronto con le
opere degli artisti stranieri che avevano soggiornato in Italia. La sua idea di museo discendeva dalla coscienza
dell’esistenza di un patrimonio artistico europeo avvertito come territorio comune e dalla consapevolezza del
valore universale, quindi sovranazionale, delle opere d’arte.
I progetti per la Galleria di Roma furono ostacolati da una serie di difficoltà. La prima e più drammatica fu
quella dello spazio espositivo, messa in rilevo già da Adolfo Venturi. La Galleria della capitale d’Italia era ospitata
in soli dieci sale del palazzo alla Lungara: ambienti talmente ridotti e ristretti da renderla assimilabile - scrisse
Venturi - a “un semplice appartamento signorile, costruito per uso di abitazione” così che “le opere d’arte ci
stanno a gran disagio”.
La soluzione al problema dello spazio espositivo e dello sviluppo della pinacoteca giungerà nel secondo dopoguerra quando lo Stato acquistò Palazzo Barberini, come nuova sede della Galleria nazionale d’Arte Antica. Il
nuovo istituto fu inaugurato nel 1953. Una lunga stagione del dibattito sul museo si è purtroppo consumata
negli strenui tentativi di ottenere la disponibilità dell’intero Palazzo Barberini, liberandolo dall’occupazione del
circolo ufficiali delle Forze Armate. Tale obiettivo, essenziale per la vita stessa del museo, ha finito tuttavia per
oscurare l’indispensabile riflessione sul progetto culturale che avrebbe dovuto sostenere e orientare l’allestimento
della pinacoteca. L’ordinamento delle collezioni fu organizzato, ancora una volta, per età e per scuole, accogliendo anche le opere scelte della collezione Corsini. Non si mise in discussione l’idea di una galleria di stampo
universalistico, sebbene quel progetto fosse stato concepito quasi un secolo prima, dunque in una stagione
lontanissima dalle trasformazioni sociali e culturali dell’Italia del dopoguerra.
Recentemente le due sedi delle Galleria nazionale d’Arte Antica sono state entrambe coinvolte da un complessivo
piano di riallestimento. A Palazzo Barberini, nel 2010, come già nel 1953, è stato scelto un ordinamento per
scuole ed età, dal Trecento al Settecento, che intende illustrare il pantheon artistico della nazione. Tuttavia,
come indicava l’intera vicenda della storia della pinacoteca nazionale di Roma, conseguire la rappresentatività
per exempla delle scuole pittoriche regionali era un’impresa impraticabile. Al contrario, la Galleria nazionale
conserva superbi esemplari del gusto collezionistico romano sei-settecentesco e un grande museo del Barocco
sarebbe stato un unicum che proprio a Roma e in Palazzo Barberini avrebbe avuto una sua specifica ragione di
esistenza.
Più convincente, invece, il recentissimo ordinamento di Palazzo Corsini. Riallestito sulla base degli inventari
della collezione del cardinale Neri Maria Corsini e del cardinale Andrea Corsini, cristallizzato quindi al momento
del suo massimo splendore - l’ultimo quarto del XVIII secolo - permette di comprendere gli oggetti nella cultura
storica che li aveva prodotti e negli ambienti in cui la collezione era collocata sin dalle originicon una stringente
associazione tra fruizione estetica e comprensione storica. L’allestimento non pretende di essere la ricostruzione
filologica dell’allestimento settecentesco, ma restituisce lo “sguardo d’epoca”: quello della trasformazione del
gusto fiorentino della seconda metà del Settecento a contatto con la cultura classicista romana contemporanea.
La stessa consapevolezza dell’intrinseco valore storico della collezione Corsini avevano avuto Giulio Carlo Argan
e Cesare Brandi nel 1941, quando erano stati incaricati dal ministro dell’Educazione nazionale Bottai di esprimere
il loro parere rispetto all’ipotesi di trasferimento della Galleria nazionale da Palazzo Corsini. I due studiosi
avevano messo in rilievo che delle gallerie principesche romane, la Corsini era la sola a presentare “un carattere
di sistematicità e di unità”. Lo smembramento della collezione sarebbe stato perciò un danno irreparabile al patrimonio artistico italiano. Pretendere l’omogeneità dei modelli museografici europei sarebbe stato, allora come
oggi, un grave errore culturale.
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
e Etnoantropologici del Piemonte
MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Paola Astrua
Dopo la laurea in storia dell’arte presso l’Università degli studi di Torino (1970) è stata assistente alla cattedra di storia dell’arte presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino (1970-1976). Dal novembre 1976
funzionario storico dell’arte presso la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici del Piemonte
con funzioni di conservatore delle collezioni d’arte del Palazzo Reale di Torino e delle Residenze di Aglié e
di Moncalieri. Dall’ottobre 1978 trasferita presso la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici del Piemonte con attribuzione di incarichi di tutela territoriale e museale (provincie di Biella e Vercelli e collezioni reali e di grafica della Galleria Sabauda). Dal novembre 1993 incarico a direzione della
Galleria Sabauda, del Laboratorio e Archivio restauri della Soprintendenza.
Studi e ricerche sulla storia dell’arte piemontese e lombarda del XV e XVI secolo, sul collezionismo reale sabaudo del XVIII° secolo e di prima restaurazione.
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Direzione Regionale per i Beni Culturali
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MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Johann Kräftner
Johann Kräftner studied architecture, specialising in the history of art and conservation. He became head
of the Department of Architectural Design at the Technical University of Vienna in 1998. For many years he
was responsible for the design of numerous exhibitions at the Kunsthistorisches Museum, the Bank Austria
Kunstforum, the Österreichische Galerie at the Belvedere and the Galleria Borghese in Rome.
In 2002 he began to devote himself entirely to his new duties as director of the LIECHTENSTEIN MUSEUM
and of the Princely Collections in Vaduz. In addition to selecting the exhibits, works for restoration and
new acquisitions, Johann Kräftner was also responsible for the overall management of the renovation programme of the Liechtenstein palace and its adaptation as a museum. Here the main concern was to carefully
restore the historic fabric as nearly as possible to its original condition while also creating a museum that
would meet the very latest aesthetic and technical standards.
He describes the essential aim of his activities as the preservation, maintenance, enlargement and appropriate presentation of the art collections of the Prince of Liechtenstein.
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Direzione Regionale per i Beni Culturali
e Paesaggistici del Piemonte
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da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Maria Beatrice Failla
Maria Beatrice Failla è ricercatore presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Torino,
dove insegna museologia e storia del restauro. Dopo la laurea in storia della critica d’arte con una tesi sulle
collezioni del principe Emanuele Filiberto di Savoia, viceré di Sicilia negli anni venti del Seicento, ha conseguito il diploma di specializzazione con una tesi in storia del restauro e il dottorato di ricerca con uno
studio sulle collezioni sabaude nella prima metà del Seicento.
Ha collaborato con la Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed etnoantropologico del Piemonte
e con la Soprintendenza per il Patrimonio Artistico della Regione Valle d’Aosta in progetti di studio, catalogazione e indagine museologica su alcune residenze sabaude, tra cui il Palazzo Reale di Torino, il Castello
Reale di Sarre e la Palazzina di Caccia di Stupinigi. E’ inoltre impegnata nella realizzazione del progetto di
ordinamento per il costituendo museo del Priorato di Sant’Orso ad Aosta. Ha partecipato come consulente
scientifico a diverse mostre sulla cultura figurativa del XVII secolo in Piemonte. Quale responsabile dell’unità
di ricerca dell’Università degli Studi di Torino coordina dal 2006 un progetto PRIN sulla storia del restauro
in Piemonte tra il XVII e il XX secolo e dal 2008 il progetto “Cultura del restauro e scelte museologiche a
Torino tra XIX e XX secolo” sostenuto dalla Compagnia di San Paolo e dell’Associazione Giovanni Secco
Suardo.
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Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
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MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Maria Beatrice Failla
Storia delle collezioni e storia dell’arte. Ordinamenti museali in Italia tra gli anni Settanta e gli anni Novanta del
Novecento: Firenze, Torino, Napoli.
Tra gli anni Settanta e i primi anni Novanta del secolo scorso il dibattito museologico italiano, ormai oltrepassata
la stagione dei “Musei della Ricostruzione”, si avvia verso nuove riflessioni. Parallelamente al configurarsi dell’asse museo-territorio, sostenuto dalle aperture verso gli studi dedicati al contesto geografico inteso come riferimento indispensabile per la comprensione dei fatti artistici e sviluppato dalle ricerche di Bruno Toscano in
Umbria, di Andrea Emiliani a Bologna e dal lavoro di Giovanni Romano in Piemonte, il museo intensifica le riflessioni sulla storia delle sue collezioni e del suo percorso identitario e istituzionale. La serie di mostre inaugurate
a Palazzo Pitti da Sandra Pinto rappresenta, come intuì lucidamente Adalgisa Lugli, un primo esempio di perfetta
coincidenza tra analisi storica dedicata alle collezioni e proposta museografica. Direttore della Galleria d’Arte
Moderna e di Palazzo Pitti dal 1970, la Pinto dà inizio a uno strutturato lavoro di ricognizione filologica sulle
collezioni ottocentesche in gran parte emigrate dal complesso museale di Palazzo Pitti. Le esposizioni Cultura
neoclassica e romantica nella Toscana granducale, Sfortuna dell’Accademia (1972) e Curiosità di Una Reggia
(1974), propongono le basi metodologiche per il riallestimento e il riaccorpamento delle collezioni, inaugurando
un rigoroso processo di rivalutazione di un contesto fortemente segnato dai pregiudizi novecenteschi sulla
cultura figurativa legata all’Accademia granducale che avevano generato rigidi criteri di selezione e di epurazione
nella presentazione delle raccolte. L’esigenza di ripensare ai criteri di ordinamento dei grandi musei d’arte sulla
base di nuovi percorsi suggeriti dalla storia del collezionismo, che trovava nel frattempo nuovi spunti in Italia
grazie alla diffusione dei testi di Francis Haskell e agli studi di Paola Barocchi, emerge tra i temi di dibattito del
convegno dedicato nel 1982 alla ricorrenza del quarto centenario degli Uffizi. Le sollecitazioni che derivavano
dallo studio più approfondito della provenienza collezionistica delle opere, del variare delle modalità espositive
e di fruizione, degli interventi di conservazione succedutisi nel tempo, alimentano la consapevolezza che la tradizionale tassonomia per epoche e per scuole non fosse l’unica alternativa di ordinamento possibile all’interno
dei musei. Il progetto museologico di “ripercorrere nell’itinerario di visita le origini e lo sviluppo delle collezioni
secondo un binario storico che corre in parallelo sfalsato rispetto alla storia dell’arte” (Pinto, 1990) trova un
esito significativo a Torino in occasione del riordinamento delle raccolte della Galleria Sabauda, promosso da
Giovanni Romano, progettato da Sandra Pinto e attuato da Cristina Mossetti e Paola Astrua in un primo segmento,
da Michela di Macco in tre successivi segmenti negli anni della sua direzione e concluso dal direttore Paola
Astrua negli anni della soprintendenza di Carla Enrica Spantigati. Il progetto, messo in opera tra il 1987 e il
1996, poneva in sequenza nell’itinerario del museo la storia delle collezioni e lo sviluppo dell’istituzione e ridefiniva il percorso delle collezioni sabaude restituendo le anime identitarie della Galleria, dall’origine delle raccolte come costola del collezionismo dinastico, all’identità ottocentesca di pinacoteca nazionale, conservando
come nucleo a sé stante il lascito novecentesco di Riccardo Gualino. In dialogo e in successione con l’ordinamento
torinese Nicola Spinosa presenta inoltre nel 1995 le raccolte di Capodimonte ricomponendo il nucleo della collezione Farnese e rievocando le diverse identità dell’istituzione, dal Reale Museo Borbonico ottocentesco alla
Galleria Nazionale dedicata alla pittura napoletana degli anni cinquanta del novecento. Si presentava di conseguenza negli anni novanta una nuova forma museale che associava in maniera sincronica gli sviluppi della storia
dell’arte e le diverse anime del museo e che può costituire un modello di riflessione metodologica. Analizzato
dal punto di vista della storia collezionistica, della sua identità istituzionale, dell’interazione tra il sedimentarsi
degli ordinamenti storici e la sede architettonica, il museo diviene infatti un documento storico da preservare
filologicamente e da presentare sovrapponendo la visione contemporanea delle raccolte e della storia dell’arte
a quelle precedenti, con la previsione di aggiungere in futuro, in maniera stratigrafica, nuovi livelli di lettura.
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Direzione Regionale per i Beni Culturali
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Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
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da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Pietro Petraroia
Nato a Roma nel 1953, è Direttore Generale del Consorzio Villa Reale e Parco di Monza dal 1° ottobre 2009.
Storico dell’arte, allievo di Cesare Brandi e Giovanni Urbani, è sposato e ha due figli.
Assistente di Storia dell’Arte moderna presso l’Università “La Sapienza” di Roma (1977-’80), è stato funzionario storico-dell’arte del Ministero per i Beni culturali e ambientali dal 1980 al 1991, in Abruzzo, all’Ufficio
Studi del Ministero ed all’Istituto Centrale del Restauro.
Soprintendente per i Beni artistici e storici dal 1991 al 1997 per la Lombardia occidentale e la Pinacoteca
di Brera è poi stato Direttore generale per la Cultura presso la Regione Lombardia dal 1997 al 2007; successivamente ha avviato la valorizzazione del patrimonio artistico degli enti re-gionali (incluse le storiche collezioni ospedaliere).
E’ stato membro del Consiglio Nazionale dei Beni culturali. E’ dal 1995 professore a contratto di Legislazione
dei beni culturali presso la Scuola di Specializzazione in beni culturali dell’Università del sacro Cuore - Milano
e collabora con altre università milanesi.
Membro dell’ICOM, è socio di Italia Nostra edal 1975 dal 2009 ne è Consigliere nazionale.
Scrive su temi di storia dell’arte, museologia, teoria e metodologia della conservazione pro-grammata e del
restauro, gestione e legislazione di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale.
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Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Pietro Petraroia
Musei e valorizzazione del patrimonio culturale: la sfida della gestione quotidiana nell'assenza
di standard di qualità
L’Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard i funzionamento e sviluppo dei musei del 2001 ha
segnato un punto di arrivo e soprattutto un punto di partenza molto importante per la qualificazione della gestione dei musei come servizio pubblico. Si trattava di uno strumento straordinario non soltanto per la ricchezza
dei contenuti, ma soprattutto per la novità di essere nato con un percorso molto condiviso fra Stato, Regioni,
Autonomie locali, Associazioni professionali (in particolare ICOM Italia ed ANMLI).
Numerose le ricadute negli ordinamenti regionali, a partire dalla Lombardia; ma anche lo Stato1, pur nei limiti
dovuti a gravi carenze organizzative e di bilancio, ha assunto iniziative per l’approfondimento e l’attuazione del
decreto nei musei gestiti direttamente dal Ministero per i Beni e le Attività culturali.
Peccato però che, mediante l’aggiornamento del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio, l’Atto di indirizzo sia
stato cancellato dall’ordinamento giuridico italiano; sembrava allora (2006) possibile sostituirlo velocemente
con una nuova normativa, indirizzata dall’art. 114 del Codice BCP; ma la Commissione Montella, istituita il 1°
dicembre del 2006 allo scopo, non ha potuto concludere i lavori2. Così, mentre le Regioni, nonostante l’art. 117
della Costituzione riformato nel 2001, non hanno finora legiferato sulla valorizzazione, lo Stato, da parte sua,
ha cancellato l’Atto di indirizzo e si è poi disinteressato di sostituirlo con norma equivalente, coerente con il
Codice BCP. Diviene ora urgente reintrodurre i contenuti dell’Atto di indirizzo nella normativa statale, anche a
costo di non perfezionarne subito il necessario aggiornamento: su proposta ministeriale o delle Regioni può
sancirlo la Conferenza Unificata Stato - Regioni - Autonomie locali. Ciò è necessario per dare subito un riferimento
ai contratti di servizio ovvero ai contratti di sponsorizzazione previsti dal codice rispettivamente all’art. 115
comma 5 e all’art. 120. Il nuovo contesto normativo può nondimeno consentire di associare al meglio i contenuti
e soprattutto la sistematica dell’Atto di indirizzo del 2001 ad una più compiuta comprensione degli obiettivi
della valorizzazione, soprattutto specificandone lo stretto legame con la qualificazione di quegli aspetti della
gestione della quotidianità nei musei, che molto hanno a che fare sia con il gradimento dei visitatori, sia con
la conservazione preventiva e programmata del patrimonio culturale, rendendo coerente tutela e valorizzazione
(cfr. art. 6 del Codice BCP). Il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza (nato nel 2009) - attraverso un sistema di
accordi bilaterali sottoscritti e in itinere con il Ministero, Enti di ricerca (quali ENEA e SiTI) e CONSIP, nonché
mediante la promozione di attività interdisciplinari a contenuto sperimentale finalizzate anche alla partecipazione
a bandi europei, con il sostegno di Fondazione CARIPLO - vuole promuovere l’applicazione della ricerca scientifica
alla qualificazione della gestione quotidiana degli istituti culturali, a partire dai musei e dai complessi monumentali, legando fra loro sinergicamente tre problematiche (fruizione pubblica, conservazione, gestione dell’energia) con quattro linee di attività che vanno tenute strettamente correlate: conservazione programmata,
ottimale impiego delle risorse energetiche, gestione delle pulizie, gestione della sicurezza (safety / security).
L’obiettivo più concreto è la promozione di un approccio organico a queste attività, mediante la messa a punto
di idonei capitolati di facility management integrato, sulla base di un adeguato security assessment, prendendo
a caso di studio proprio la Villa Reale di Monza.
1. A. Maresca Compagna, S. C. Di Marco, E. Bucci, “Museo, pubblico, territorio. Verifica degli standard nei musei
statali”, Roma , Gangemi, 2008.
2. “Standard nazionali di qualità per le professioni nei musei [...] - Atti del Convegno, Padova, 18 febbraio 2008”,
a cura di I. Colpo, A. Di Mauro, F. Ghedini, Roma, Edizioni Quasar, 2010; AA. VV., “Musei e valorizzazione dei
beni culturali. Atti della Commissione per la definzione dei livelli minimi di qualità delle attività di valorizzazione”, a cura di M. Montella e P. Dragoni, Bologna, CLUEB, 2010; “Il capitale culturale - Journal of the Department
of Cultural Heritage, University of Macerata”, vol. 1 - 2010, Macerata, 2011
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Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici
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MUSEI TORINO 2011
da crisi a opportunità
Convegno internazionale di studi
a cura di Edith Gabrielli
Torino, Villa della Regina 5-6 maggio 2011
Cristina Mossetti
Cristina Mossetti, direttore di Villa della Regina, Soprintenden¬za per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte
Laurea in Lettere con indirizzo Storico artistico, e Perfezionamento in Storia dell’Arte, Università degli Studi
di Torino,
Diploma di archivistica, paleografia e diplomatica, Archivio di Stato di Torino
Dottorato di Ricerca in Storia e critica dei Beni Culturali, Università degli Studi di Milano
Dal 1980 Storico dell’arte presso la Soprintenden¬za per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del
Piemonte con successive responsabilità di tutela territoriale e d’Ufficio
dal 1992 a febbraio 2011: tutela della città di Torino con responsabilità di complessi cantieri di restauro
(Castello del Valentino, Palazzo Barolo, Santuario della Consolata, Santi Martiri).
dal 1994: direttore di Villa della Regina, in consegna alla Soprintendenza, di cui coordina il progetto di studio, restauro e riapertura al pubblico presentato nel 2010 al Convegno ICOM-CC, Roma
Nel 2008-2010 è stata Professore a contratto in Storia e tecnica del restauro, Laurea specialistica in Storia
del Patrimonio Architettonico e storico Artistico,Università di Torino, e membro della Commissione Scientifica
Residenze Reali del Piemonte
Ha pubblicato ricerche sulle committenze e il patrimonio piemontese fra Sei e Settecento e sui restauri, con
particolare riferimento agli aspetti metodologici, e promosso con Lucia Caterina, Università l’Orientale di
Napoli, il progetto sui Gabinetti “alla China” e il patrimonio settecentesco di arredi orientali e “chinoiserie”
in Piemonte (Villa della Regina. Il Riflesso dell’Oriente nel Piemonte del Settecento, Torino 2005)
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Cristina Mossetti
Identità per residenze e palazzi aperti al pubblico: Torino e Villa della Regina
Critico e delicato è il tema della apertura al pubblico di complessi nati per la magnificenza della corte, per
usi cerimoniali e di loisir, aggiornati nel tempo non solo per esigenze di gusto ma anche in vista di trasformazioni per usi istituzionali diversi dalla disponibilità aulica, collezionistica, museale o governativa, e che,
consolidandosi, ne hanno significativamente aggiornato l’identità.
La riflessione è stata sollecitata a Torino dalla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici del Piemonte a
partire dal dibattito promosso nel 1993 da Sandra Pinto sui Musei d’Arte a Torino e dall’approfondimento
sulle “Identità smarrite” di molte residenze della corte da parte di Michela di Macco che sottolineava la importanza di allargare la ricerca storico artistica alle vicende delle variazioni d’uso per fondare un progetto
di restauro anche delle funzioni.
Il lungo riscatto di Villa della Regina, complesso demaniale costituito dalla Villa con giardini all’italiana e
teatro d’acque e parti agricole, si colloca pertanto all’interno della attività di conoscenza, tutela e fruizione
che ha caratterizzato la attività della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del
Piemonte, cui è stata consegnata nel 1994 in uno stato di degrado prossimo al collasso.
Una impostazione che ha guidato contestualmente, e d’intesa con la Soprintendenza per i Beni Architettonici
e Paesaggistici delle Province di Torino, Asti, Cuneo, Biella, Vercelli, la attività istituzionale di indirizzo e
tutela di alcune residenze e palazzi torinesi, nella consapevolezza della stretta interdipendenza ed interferenza fra progetto di restauro come intervento di conservazione dell’edificio, e del suo contesto, e progetto
d’uso pubblico. Per mantenere e comunicare quella specificità sollecitata dal convengo genovese del 1997
“Abitare la Storia. Le dimore storiche/museo. Restauro, sicurezza didattica comunicazione”, palazzi e residenze sono stati considerati come musei agli effetti dell’accesso del pubblico (quindi con tutte le prescrizioni
di legge in ordine alla sicurezza, vigilanza, impiantistica) ma gli interventi sono stati supportati, indirizzati
e calibrati dalla individuazione della identità storica, spesso frammentaria, giunta fino a noi, nella peculiare
declinazione restituita dalla ricerca ed approfondita dal cantiere e da comunicare a studiosi e visitatori.