casale monferrato, l`antica citta` romana di vardacate

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casale monferrato, l`antica citta` romana di vardacate
CASALE MONFERRATO, L’ANTICA CITTA’ ROMANA DI VARDACATE
La necessità di affrontare lo studio sulla città di Casale Monferrato è stata sollecitata dalla ipotesi
che Casale poteva essere effettivamente l‟antica città romana di Vardacate.
Del resto nel 1969 si tenne nella città l‟ultimo Congresso di Antichità e Arte. In quella occasione si
cercò di dare una prima risposta plausibile a questa ipotesi. Anche perché, precedentemente,
vennero fatti ritrovamenti di antichi resti di epoca romana. Durante gli scavi, effettuati nel 1967, per
la costruzione della nuova centrale ENEL, emersero, lungo la strada di Pozzo Sant‟Evasio delle
tombe romane con relativi corredi funerari ed anche numerose iscrizioni funerarie. Non solo, ma
venne ritrovata una Tavola Bronzea sul greto del Po dove è indicato il nome di Vardacate.
Nel 1977, l‟Assessorato alla Cultura del Comune di Casale organizzò una serie di conferenze
sull‟evoluzione urbana della città. I risultati ottenuti si concretizzarono successivamente in
un‟opera: “Casale: immagine di una città”, che costituisce un documento essenziale per la
conoscenza della città di Casale Monferrato. L‟opera, realizzata dall‟architetto Attilio Castelli e
dallo storico Dionigi Roggero, presenta la città dal punto di vista storico, architettonico, edilizio ed
urbanistico.
Questo fatto è stato fondamentale per stimolare la curiosità, di chi scrive, ad indagare sulle possibili
e probabili origini romane di Casale Monferrato. Possibili origini romane perché ciò può essere
vero e come tale non implica contraddizione; probabili perché ciò si considera vero in base a prove
attendibili ed argomenti relativi a ciò che è accaduto verosimilmente. Le prove e gli argomenti si
sono materializzati applicando una precisa metodologia scientifica che ha portato a risultati
soddisfacenti, basandosi sulla sistematicità tipologica presente nelle aree antropizzate differenti per
zona e nel tempo.
Il padre della suddetta Metodologia è stato Saverio Muratori, il quale negli anni „60 iniziò degli
studi specifici a livello urbanistico su Venezia e successivamente su Roma, dove insegnò presso la
facoltà di Architettura. I seguaci di S. Muratori hanno diffuso il suo pensiero approfondendolo, ed
hanno applicato la sua Metodologia per la lettura e la comprensione della evoluzione di città, come
ad esempio: Gianfranco Caniggia per Como, Maria Giovanna Figoli per Genova, ed altri.
La stessa Metodologia, applicata sulla città di Casale Monferrato e territorio limitrofo, consiste
nella lettura dell‟organismo territoriale in rapporto alla città e successivamente nella lettura
dell‟organismo urbano, edilizio ed architettonico.
Il “processo” seguito è finalizzato alla conoscenza più intima del territorio, inteso come rapporto
uomo-suolo, della città e sta alla base di un qualsiasi cosciente approccio progettuale. Conoscendo e
studiando approfonditamente la città si può capire come è meglio agire, per soddisfare le sue nuove
e mutate esigenze, senza interferire “brutalmente” nel tessuto urbano, di una città così ricca di storia
e con una sua precisa identità da rispettare.
Lo studio condotto ha portato all‟individuazione dell‟impianto romano di Vardacate.
Il metodo tecnico-scientifico applicato è basato sulla permanenza delle strutture, ovvero tutti quei
“segni” opera dell‟uomo presenti sul territorio che indicano la pianificazione dello stesso.
Il lavoro è consistito nell‟individuazione di tutti i “segni” paralleli ed ortogonali aventi una
determinata inclinazione che chiamiamo sistema di allineamenti. Attraverso la ricerca di
quest‟ultimi, attuata su diverse mappe catastali a diverse scale, si è arrivati ad individuare il disegno
pianificatorio romano.
Il lavoro è iniziato indagando su mappe della città in scala ridotta e riconoscendo tutti i sistemi
strutturali esistenti. Si è intervenuti, di volta in volta, su mappe in scala sempre più grande,
applicando la stessa metodologia tecnico-scientifica.
Fig. 1: Sistema centuriale romano inclinato di 12° a nord-est
L‟ordine in successione seguito ha portato all‟individuazione di un sistema di allineamenti,
inclinato di 4° a N-E, e interessante tutto il territorio di Casale, che denuncia la presenza di un unico
o comunque omogeneo momento pianificatorio, per l‟appunto quello romano. Per unico o
comunque omogeneo momento pianificatorio intendiamo che tutte le costanti territoriali, cioè i
“segni” considerati, appartengono ad una unitaria legge di ortogonalità e parallelismo.
Si è verificata la veridicità di quanto trovato affrontando il problema da un‟altra angolazione. E‟ per
questo motivo che si è indagato nell‟area territoriale tortonese-alessandrina, interessata dalla
centuriazione romana. Si è scoperto che lo stesso sistema di allineamenti, per intenderci quello
appartenente al territorio di Casale, è presente anche nella piana tortonese-alessandrina. Per contro
l‟orditura centuriale, avente una inclinazione di 12° a N-E, interessante la piana suddetta è presente
prepotentemente anche nel territorio casalese.
Inoltre leggendo le mappe è chiara ed evidente la presenza dell‟impianto romano a Casale
Monferrato. L‟area interessata dall‟insediamento di Casale corrisponde ad una centuria romana,
circa 710 x 710 metri, corrispondenti a 20 x 20 actus. Si ricorda che un actus è 35,52 x 35,52 metri,
corrispondenti a 120 x 120 piedi romani.
Tutta la pianura ad oriente di Casale Monferrato e a sud del Po, e precisamente l‟area territoriale
pianeggiante comprendente gli insediamenti di Frassineto Po, Ticineto e Borgo San Martino, con al
centro Santa Maria del Tempio, è interessata ampiamente dal sistema agrimensorio romano.
La maglia che si delinea ai nostri occhi è fitta ed è costituita da una suddivisione del territorio in
centuriae e in multipli della centuria, ad esempio 2130 x 2130 metri corrispondenti a 7200 x 7200
piedi romani circa.
Confrontando i due sistemi di allineamento, che variano di 8° l‟uno dall‟altro, si può affermare che
la centuriazione del territorio di Casale è avvenuta in un momento precedente la fondazione della
città stessa. Infatti le due griglie o meglio i due sistemi di allineamento presentano una differenza,
anche se pur minima, di orientamento. Vardacate quindi è sorta subito dopo la colonizzazione del
territorio attuata dai romani, di conseguenza è una città fondata ex novo con un disegno regolare,
conseguente alla centurazio.
A questo punto è lecita una considerazione. Casale Monferrato, attraverso questo studio di ricerca,
questo indagare nelle sue lontane origini, penetrando nella sua natura più intima attraverso la lettura
dei “segni” persistenti al tempo, ha ritrovato la sua vera identità cioè quella di essere l‟antica città
romana di Vardacate. Una città, di origine militare o civile, facente parte di un ampio disegno
pianificatorio attuato dai Romani nel momento della totale organizzazione del territorio da loro
conquistato. In sintesi Vardacate fu una città di colonizzazione, una delle tante colonie che i romani
diedero ai soldati congedati per fare fruttare il terreno coltivabile ripartito in centuriae, o per rendere
coltivabili terreni paludosi e acquitrinosi mediante la loro bonifica e un‟attenta opera di gestione
economica.
Con la caduta dell‟impero romano, l‟abbandono delle città, le invasioni barbariche che sconvolgono
la fisionomia dei territori, anche per Vardacate inizia un periodo oscuro nel quale la città si contrae
e si impoverisce.
E questo lo si legge chiaramente osservando le mappe della città. Un evento traumatico sostengono
gli studiosi, un dramma molto serio che Vardacate (Casale Monferrato) custodisce in sé
gelosamente e rivela solo a chi non si limita a viverla superficialmente ma vuole conoscerla nella
sua natura più intima.
Attraverso la lettura attenta delle mappe catastali, mediante l‟applicazione della metodologia
suddetta, si vede esplicitamente l‟inserimento dell‟impianto anulare nell‟impianto rettilineo. La
contrazione della città è esplicitata nella forma ovoidale, avvolta intorno alla chiesa di Sant‟Evasio,
corrispondente all‟impianto anulare. La sua rinascita è conforme alla ripresa dell‟antica tipologia
rettilinea.
Fig. 2: Sette sistemi di allineamento inclusi i due di epoca romana
Mediante l‟analisi del tessuto edilizio della città si sono individuati sette sistemi di allineamento
diversi, equivalenti a sette interventi progettuali avvenuti in momenti storici successivi.
I sette sistemi strutturali sono stati individuati, sulla mappa catastale pertinente, con colori diversi.
Con il rosso è stato rappresentato il sistema principale, quello che interessa maggiormente il
territorio urbano, e che ha una inclinazione di 4° rispetto al nord geografico, di cui si è già parlato.
Nelle aree di espansione, quattrocentesca “Largamento di Cantone Brignano” e cinque-seicentesca
“Ala Grande”, il suddetto sistema è stato rappresentato in verde smeraldo.
Questa differenziazione di colore all‟interno dello stesso sistema si è resa necessaria per sottolineare
il fatto che nelle aree di espansione è stato ripreso lo stesso sistema di allineamenti che impronta
tutto l‟organismo urbano.
Il sistema strutturale colorato in viola invece differisce di 1° rispetto al sistema principale, in rosso o
verde smeraldo, per cui potrebbe essere assimilato a quest‟ultimo. In realtà può essere visto come
un aggiustamento successivo nella pianificazione della città.
A questo punto entra in scena il sistema di allineamenti colorato in ocra, il quale differisce di circa
8° rispetto al sistema principale. E‟ presente in tutto il tessuto urbano, anche se non in maniera
evidente, alternandosi ad altri sistemi strutturali. La particolarità di questo sistema è che si presenta
sia bidirezionato che monodirezionato, come si può vedere nelle aree di espansione già citate
precedentemente.
In realtà questo sistema di allineamenti corrisponde alla centuriazione romana di cui abbiamo già
parlato. Infatti ha una inclinazione di circa 12° rispetto al nord geografico a N-E.
Possiamo dire senza remore che tutti i “segni” o “permanenze strutturali” appartenenti a questo
sistema corrispondono alla centuriazione o comunque a sottomultipli della stessa, che ha interessato
tutta la piana pertinente la città, sulla riva destra del Po.
Ed è proprio su questa riva che i Romani hanno fondato la città di Vardacate. Quindi in posizione
sicura, vicino al grande fiume, ai piedi del sistema collinare e sulla destra del Po perché è l‟area
territoriale più elevata rispetto alla sinistra, depressa e soggetta da sempre ad esondazioni.
Tornando ai sistemi di allineamento presenti nel tessuto urbano, ne sono stati evidenziati altri tre.
Quello colorato in blu che è presente in tutto il tessuto urbano, alternandosi agli altri sistemi,
presenta un orientamento in asse con il nord geografico. Per dove è localizzato e come si presenta,
cioè monodirezionato, ci fa pensare che appartenga ad un piano di recupero edilizio attuato nel
quattrocento ad opera dei Paleologi, signori del Monferrato. Infatti è strettamente connesso all‟area
occupata dell‟ex ospedale, che sappiamo essere stato fondato da Guglielmo VIII Paleologo nel
1478.
Gli ultimi due sistemi strutturali, colorati in giallo e verde chiaro sono entrambi monodirezionati e
presentano una consistenza minima all‟interno del tessuto urbano. Il giallo interessa sopratutto il
tessuto anulare quindi risale all‟epoca in cui si è costituito l‟agglomerato urbano di forma ovoidale
intorno alla chiesa di Sant‟Evasio.
Invece il sistema strutturale colorato in verde chiaro è presente soprattutto nell‟area occupata dal
complesso conventuale di San Domenico. Quindi risale anch‟esso al quattrocento e al periodo della
piena fioritura dell‟Umanesimo monferrino, che si manifesta sia in campo religioso, culturale,
artistico ed urbanistico, sia in quello politico ed amministrativo ad opera di una figura di spicco fra i
Paleologi: Guglielmo VIII, di cui abbiamo già parlato.
A questo punto l‟analisi, attuata sull‟organismo urbano di Casale, sopportata dall‟analisi appaiata
dei fatti storici, si è conclusa.
Il fatto che il sistema di allineamenti colorato in ocra corrisponda alla centuriazione romana, che
interessa tutta la pianura limitrofa a Casale Monferrato, e che una centuria corrisponda proprio
all‟impianto urbano della città, é una prova inconfutabile sulla veridicità che l‟antica città romana di
Vardacate ha continuato ad esistere, trasformandosi nel tempo e subendo una profonda metamorfosi
che l‟ha portata ad essere l‟attuale organismo urbano.
Roggero e Castelli, nel 1986, scrivevano: “Per ora Vardacate è ancora un mistero, ma il suo segreto
è riposto nella metamorfosi urbana che cela forse la remota identità di una suggestiva
gemmazione”.
Nel 1998 si può affermare che il mistero di Vardacate è stato svelato attraverso l‟applicazione di
uno studio scientifico preciso e così pure il segreto riposto nella metamorfosi urbana di Casale
Monferrato.
Città viva, con una sua precisa identità, che si prepara ad affrontare il terzo millennio con in serbo
molti progetti da realizzare per andare incontro al futuro.
Maria Grazia Dapuzzo, 1998