Il dilettante esperto - Restauro Laccatura e doratura

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Il dilettante esperto - Restauro Laccatura e doratura
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Il dilettante esperto - Restauro
Laccatura e doratura
martedi 20 ottobre 2009/0:33:12
SETTIMA FASE : Laccatura e doratura.
Per poter eseguire interventi di restauro su mobili o oggetti laccati e/o dorati e' necessario
conoscere le seguenti procedure.
Laccatura
Fra le lacche prodotte in Italia, quella veneziana e la piu' nota ed anche quella che piu' facilmente
troviamo sui nostri mobili o oggetti.
Si presenta normalmente in tinte pastello, a volte giallo ambrato, a volte giallo un po' piu' scuro, altre
volte con il colore della tempera di base.
Queste diversita' di toni sono dovute ai diversi tipi di lucidatura:
Colore giallo ambrato - lucidatura a s andra'cca.
Colore giallo un po piu' scuro - lucidatura a gommalacca.
Colore base della tempera: lucidatura o con cera o solo tramite sfregamento effettuato con pietra d'agata.
Naturalmente esistono anche delle laccature effettuate con vernici moderne, il modo per
riconoscerle e il seguente:
Passare un batuffolo di cotone impregnato di alcool in una parte nascosta del mobile; l'alcool scioglie
o imbianca le vernici naturali, mentre, non causa alcun mutamento sulle vernici moderne, che sono
infatti insolubili.
Un'altra tecnica utilizzata dai veneti fu la "lacca povera" in cui si sostituiva la decorazione pittorica
con stampe.
Le stampe venivano ritagliate, incollate e poi ricoperte di s andra'cca, l'effetto che si riscontra
osservandole e quello descritto: figurine ritagliate e incollate.
La Doratura
Attrezzi specifici
Cuscino d'appoggio o guancialino.
Coltello da doratore.
Paletta da doratore.
Pietra d'agata.
Raschietto ben affilato.
Pennelli di vaio o di martora.
Occorre saper riconoscere i vari tipi di doratura che sono:
A guazzo o ad acqua.
A mixione o mistione o missione.
A mecca
Effettuata con le porporine.
Fatto questo, altra osservazione da fare e' capire se la foglia e' oro, argento, cioe' se sono foglie di
questi materiali nobili oppure di prodotti similari (oro finto e alluminio).
Laccature e dorature che tendono a staccarsi dal supporto ligneo.
Prima di effettuare qualsiasi altra operazione e necessario cercare di non perdere, per quanto sia
possibile. anche piccole parti originali del nostro mobile o oggetto.
Quindi se abbiamo parti che tendono a staccarsi bisogna provvedere al loro consolidamento.
Per fare questo occorrono: due siringhe, un prodotto di nome Primal (liquido biancastro venduto
gia'diluito al 47%) e dell'alcool 95/99.
Il Primal va, ulteriormente diluito con acqua al 2.50%.
In una siringa si mette l'alcool, nell'altra il Primal.
Con l'ago si iniettano, sotto le parti che tendono a staccarsi, prima l'alcool (funge da vaso dilatatore)
poi il Primal. Usare il solvente nitro per pulire le fuoriuscite del Primal (essendo una colla lascerebbe
un velo che poi non ci permetterebbe di far aderire altre sostanze).
Finita questa operazione e prima di cominciare quella successiva devono trascorrere almeno 24 ore.
Preparazione del fondo e successiva integrazione di parti mancanti.
Superfici lisce o che non necessitano riproduzioni con stampo. La laccatura, la doratura e, in genere,
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la pittura su legno devono essere eseguite sopra una preparazione che ha lo scopo di rendere
perfettamente liscia la superficie sottostante.
Questo significa che dopo aver consolidato le parti che tendevano a staccarsi, si deve provvedere ad
integrare le stesse in modo corretto.
La preparazione del fondo e' costituita da diversi strati, stesi a pennello. di gesso di Bologna e colla
di coniglio.
Le dosi per la preparazione sono le seguenti:
Colla di coniglio gr. 5o
Acqua lt. 1
Gesso di Bologna gr. 55o
Per la preparazione del gesso - colla si mette a bagno in acqua fredda la dose di colla di coniglio
necessaria e la si lascia gonfiare per alcune ore, dopo la si fa sciogliere completamente scaldandola a
bagnomaria.
Quando la colla e' sciolta si aggiunge la dose di gesso di Bologna, si mescola e si lascia scaldare per
alcuni minuti.
Il gesso-colla va sempre usato a caldo dato che a temperatura ambiente si solidifica in una pasta
gelatinosa.
Si stende a pennello avendo cura di non fare colature e di seguire attentamente il supporto.
Prima di iniziare la stesura del gesso-colla occorre stendere una mano di colla sul legno o sulla
superficie da cui lo stucco si e staccato. La colla di coniglio deve essere diluita e ben calda in modo
da penetrare in profondita' . Le dosi per la preparazione della colla di coniglio diluita sono le
seguenti:
Colla di coniglio gr. 50
Acqua lt. 1 l 4
Dopo aver atteso che si asciughi perfettamente si liscia con un pezzetto di carta vetrata tit. 220.
La stesura del gesso-colla deve essere condotta in modo molto accurato per rendere poi piu' agevole
la lisciatura.
La diluizione deve mantenere costantemente una consistenza simile alla densita del latte o poco
superiore, si debbono usare pennelli, di pelo di bue, della forma e della dimensione piu' idonee a
seconda della superficie da gessare.
Le mani di gesso devono essere sufficienti a coprire i difetti e ad ottenere una superficie
perfettamente regolare, fra una mano e l'altra bisogna aspettare circa 20 minuti per far si che la
mano stesa precedentemente sia quasi asciutta (non rispettare questo tempo significa asportare cio'
che precedentemente si e' steso).
Molto spesso si deve comunque far uso di stucco per regolarizzare imperfezioni troppo marcate.
ln questo caso si usera' lo stesso gesso colla lasciato raffreddare in frigorifero e lo si stendera con
normali spatole.
Durante l'esecuzione della preparazione occorre, ogni tanto, lisciare dopo l'essiccazione e prima di
continuare la stesura delle mani successive in modo da avvicinarsi sempre piu' al risultato che
vogliamo ottenere, in modo anche da evidenziare eventuali difetti e di evitare che gli accumuli
alterino la sagoma del supporto.
La lisciatura finale si puo' eseguire con raschietti sagomati o con carta abrasiva molto fine (200/220
e superiori). Questa operazione e di importanza fondamentale per le dorature e per le lacche lucide,
dato che poi, alla fine del lavoro, la superficie perfettamente lucida che si otterra' mettera' in
evidenza tutti i minimi difetti senza possibilita di rimedio (se non rifare il lavoro).
N. B. il gesso-colla conservato al fresco dura qualche giorno (non piu' di una settimana; poi perde le
sue proprieta')
Se la parte mancante e minima si puo' sostituire il gesso-colla con lo stucco classico (vedi fase
stuccatura mobili legno) o con lo stucco francese al quale va, comunque, aggiunta qualche goccia di
colla (anche vinavil).
Superfici che necessitano la riproduzione con stampo
L esempio classico riguarda parti mancanti di cornici lavorate, i materiali di cui bisogna disporre per
effettuare questa operazione sono i seguenti:
Distaccante per stampi o grasso di vaselina.
Plastilina o stucchi per dentisti.
Amido di patate o di riso.
Gesso scagliola.
Colla di coniglio.
Preparare lo stampo eseguendo la seguente operazione:
Spruzzare sulla parte che vogliamo riprodurre il distaccante per stampi o spalmare il grasso di vaselina;
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Prendere l'impronta usando la plastilina o lo stucco per dentisti (questo riproduce in modo piu' preciso);
Sciogliere l'amido di patate o di riso in acqua: una parte in peso di amido e dieci parti di acqua.
A bagnomaria si porta il tutto ad ebollizione fino a quando l'impasto non
diventa traslucido come l'alabastro.
A questo impasto si mischia, poi, qualche goccia di colla di coniglio e il gesso
scagliola fino ad ottenere la consistenza di una stucco morbido che possa
colare nello stampo ed entrare nei dettagli del motivo da riprodurre.
Si lascia seccare e poi si lavora fino a ricavare la giusta decorazione.
La decorazione ottenuta si incollera , la dove manca, con colla di coniglio o
vinavil (in questo caso e forse preferibile il vinavil)
In alternativa a questa preparazione si puo' usare:
Gesso scagliola .
Colla di coniglio o vinavil
Frammenti di fili di canapa o segatura.
Anche in questo caso si deve ottenere, naturalmente con aggiunta di acqua, uno stucco morbido che
possa colarsi nello stampo. Le rimanenti operazioni sono invariate.
Laccatura ; ritocchi di colore con uso delle tempere e rilucidatura
Ricetta per la preparazione della tempera
1 uovo
Due gusci c mezzo di aceto bianco
Un guscio e mezzo di acqua
Battere bene e a lungo gli ingredienti poi filtrare il composto con garza o con colini da the a trama
fitta (mantenuto in un vasetto di vetro chiuso bene ed in frigorifero dura anche una settimana).
Prendere il pigmento del colore necessario, metterlo in una ciotolina, aggiungere la tempera all'uovo e
ritoccare la zona interessata del nostro mobile o oggetto, procedendo per velature.
Dopo completare l'operazione con la lucidatura che, come detto precedentemente puo' essere a
vernice s andra'cca, a gommalacca, a cera o tramite sfregamento con la pietra d'agata.
Per quanto concerne la gommalacca (va solo piu' diluita) e la cera ci si comporta come gia' detto nella
fase lucidatura.
E' consentito, se la laccatura non riguarda un mobile o un oggetto che abbia particolare valore
antiquariale, usare la tempera per belle arti.
Questa si trova in commercio in tubetti gia' pronti (acquistarla sempre di buona qualita ).
Preparazione della vernice s andra'cca
In un recipiente introdurre la vernice s andra'cca, coprirla con alcool 95/99°, attendere che si sia
ben sciolta (ci vuole qualche giorno) prima di usarla (anche questa vernice, come la gommalacca, piu' e
vecchia piu' e buona).
Oppure: in un recipiente atto al bagnomaria introdurre la vernice s andra'cca, aggiungere trementina
e scaldare il composto fino a liquefazione della vernice.
Quando la si usa deve avere la consistenza ed il colore del cognac. Si stende con il pennello avendo
l'accortezza di attendere fra una mano e l'altra che la precedente si sia asciugata, se possibile
carteggiare leggermente prima di stendere la mano successiva (gli strati possono arrivare anche a
venti).
L'operazione va terminata pulendo e levigando la superficie con un tampone intriso di olio paglierino,
Doratura
Doratura a guazzo o ad acqua Il bolo una volta finita la lisciatura del gesso colla o dello stucco occorre
stendere il bolo.
Il bolo viene commercializzato in pasta gia' pronta all uso o in coni.
In quest ultimo caso occorre grattugiare il cono, mettere a bagno in abbondante acqua fredda e
stemperare con il macinino da colori fino a renderlo finissimo ed impalpabile.
Prima di essere usato sia a quello in pasta che a quello in coni e opportuno aggiungere una piccola
quantita di chiara d uovo battuta.
La chiara d uovo si prepara separando l'albume e battendolo fino a montarlo a neve, lo si lascia poi
riposare per un giorno.
A questo punto l'albume sara' ridiventato liquido e si potra quindi aggiungere al bolo.
Molti preferiscono aggiungere al bolo piccole percentuali di colla di coniglio o di colla di pesce ma
questa pratica puo' causare danni alle dorature nella fase della brunitura producendo rigature nere
sulla superficie. Per stendere regolarmente il bolo occorre iniziare con la prima mano molto diluita ed
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aumentare via via la concentrazione nelle mani successive.
Occorre stendere tante mani fino ad ottenere una superficie perfettamente regolare ed e bene
attendere qualche tempo tra una stesura e l'altra per non rimuovere quella appena posata.
La posa della foglia metallica
Dopo aver atteso la perfetta essiccazione del bolo si puo' procedere alla posa della foglia metallica.
Per farlo occorre prepararsi un vasetto con acqua alla quale si aggiunge un po' di quella chiara d uovo
battuta usata per il bolo.
Le foglie d'oro e d'argento sono estremamente delicate e vengono conservate e vendute in libretti,
devono essere quindi manipolate con grande cura, si posano sopra un cuscinetto di pelle scamosciata
e. con un apposito coltello, si tagliano nelle dimensioni richieste dal lavoro avendo cura di evitare gli
sprechi.
Per prelevare i pezzi dal cuscinetto ci si serve di una spatola di peli di tasso.
Prima di iniziare a posare le foglioline ci si spalma sul dorso della mano un po'' di grasso di vaselina
sul quale si passera' la spatola di tasso in modo che questa possa trattenere la lamina.
Durante tutte le operazioni occorre evitare di toccare con le mani sia le lamine metalliche che gli
attrezzi (il coltello da doratore va preventivamente pulito con un batuffolo di cotone intriso di alcool)
ed anche i pezzi da dorare per non sporcare con il naturale grasso della pelle.
Con un pennello di pelo di bue, si bagna con l'acqua preparata anche con chiara d'uovo la parte da
dorare in modo abbondante ma senza ripassare per non rimuovere il bolo.
Dopo pochi minuti l'acqua sara' stata assorbita ed allora, con un batuffolo ben asciutto e pulito si
fara' aderire bene la foglia: il lavoro deve procedere con molto ordine e cura in modo da ridurre gli
interventi di "rammendo" necessari quando piccole porzioni di bolo rimangono in vista.
La brunitura
A questo punto occorre attendere che l'umidita apportata sia evaporata ma che i il lavoro non sia
ancora perfettamente asciutto (un ora d'estate, tre o quattro d'inverno) prima di passare alla
brunitura eseguendo piccoli saggi per individuare il momento opportuno.
Per brunitura si intende una operazione di lisciatura eseguita con attrezzi in pietra d'agata sagomati
in diverse forme.
Doratura a mixione o mistione o missione
La doratura a missione e cosi' chiamata perche' l'adesione della foglia metallica non si ottiene piu'
con leganti a base acquosa ma con una vernice resinosa detta appunto "mixione".
La differenza con il sistema classico consiste nel fatto che ln foglia metallica non puo essere brunita
e quindi nell'impossibilita di ottenere quella lucentezza tipica della doratura a guazzo.
Per eseguirla si stende, a pennello, una mano di mistione sopra la superficie da dorare e dopo aver
atteso il tempo giusto, quando la mistione diventa appiccicosa, si posa la foglia metallica facendola
aderire con un batuffolo bagnato.
Esistono in commercio diverse mistioni che impiegano tempi differenti prima di essere pronte a
ricevere la doratura (mistione 2 ore, 4 ore, ecc.).
Generalmente questo sistema viene applicato per la decorazione di grandi superfici, come cornici e
decorazioni in stucco, dato che e velocemente eseguibile.
E' chiaro che questo sistema sopporta finiture meno curate ma fornisce anche risultati certamente
inferiori.
Consiglio: sotto la mistione stendere una mano di colore, meglio se rosso mattone, quindi usare o il
bolo o un pigmento rosso stemperato nella tempera all uovo.
La doratura a mecca
Per mecca si intende generalmente una vernice trasparente di colore giallo che stesa su una
superficie argentata simula la doratura.
Si conoscono diverse "ricette" per questa vernice; quasi tutte sono preparate in alcool.
Fra le piu usate e conosciute se ne segnalano due:
1. Prima vernice
aloe 5%
gomma lacca 10%
gomma gotta 5%
sangue di drago 5%
trementina veneta 8%
alcool 95/99° 67%
2. Seconda vernice
gomma lacca 10%
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mastice 5% ,
gomma gotta 5%
sangue di drago 4%
trementina veneta 10% 1
essenza di lavanda ,6% .
alcool 95/99° 60%
Per la preparazione di queste ricette occorre sciogliere le resine in alcool (senza la trementina
veneta) lasciarle macerare per alcuni giorni, aggiungere la trementina veneta. scaldare leggermente
ponendo il recipiente in acqua calda, lasciare depositare e filtrare.
Per ritoccare i colori di una cornice d'epoca con finitura a mecca e' meglio sciogliere, in alcool, gli
ingredienti separatamente, ln questo caso sciogliere anche la trementina veneta.
Lasciare in fusione per un paio di giorni, scaldare ponendo i recipienti in acqua calda, lasciare
depositare e filtrare.
Mescolando le varie soluzioni cercare la tonalita di cui abbiamo bisogno provando su piccole parti.
Un'altra ricetta per la preparazione della vernice colore oro e' la seguente:
Vernice Zapon o gommalacca
Aniline ad alcool di colore giallo o arancio
Terra ocra
Terra ombra
Introdurre in una bottiglia di vetro un bicchiere di vernice Zapon o di gommalacca, un cucchiaino di
anilina all alcool colore giallo e una punta di arancio, una punta di terra d'ocra e d'ombra.
Scuotere il composto per emulsionarlo bene.
Le gradazioni mutano variando le quantita di anilina e di terra.
Doratura con le porporine
Non c'e' molto da dire, esistono in commercio vari prodotti di questa natura che possono essere in
polvere, tipo vernice, in pasta.
Evitare di usarle se il mobile o oggetto ha valore antiquariale, e soprattutto se la doratura e'
effettuata a foglia.
Meglio usare le tempere colore oro, anche in tubetti gia' preparati.
Fra i prodotti moderni il
mio personale suggerimento e quello di acquistare la pasta d'oro (Liberon), ed e anche quello di non
acquistare mai le porporine tipo vernice (col tempo diventano verdi).
Pulizia di superfici laccate alla veneziana In genere la loro pulitura avviene con:
Acqua e sapone
Trementina
Mista (trementina 50% - alcool 50%)
Alcool
Pulizia di superfici dorate
A) preparare una soluzione sciogliendo in essenza di trementina un poco di cera d'api
Pennellare con pennello di vaio o di martora, la miscela ottenuta, sulla parte
dorata
Lasciare agire
Asportare con un tampone l'imbratto che nel frattempo si e' ammorbidito.
B) Balsamo Amati - si opera come gia' precedentemente detto
C) Soda caustica
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Diluire mezzo cucchiaino di soda caustica in un bicchiere di acqua fredda
Inumidire un batuffolo di cotone idrofilo in questo solvente e, dopo averlo ben
strizzato, farlo scorrere. una sola volta, sulla parte da pulire.
D) qualora la doratura risultasse imbrattata da sovrapposizioni di colore procedere utilizzando lo
sverniciatore.
Consiglio: eseguire le operazioni C e D con molta cautela, il rischio e' di "pelare la foglia metallica".
Fare una prova, prima dell'applicazione, su una parte nascosta.
Turapori eseguito con pomice o tripolo
Materiali occorrenti:
Pomice o tripolo
Tampone (quello della lucidatura a gommalacca)
Alcool 95/99°
Spargere sulla superficie un pizzico di pomice o di tripolo, sfregare con la mano in modo che la
polvere possa penetrare nei pori, soffiare l'eccedenza.
Aprire il tampone sporco di gommalacca ed inumidirlo con qualche goccia di alcool, richiudere e
scaricare il tampone in modo da far fuoriuscire il liquido eccedente.
Passare il tampone sulla superficie comportandosi come gia' detto nella fase della lucidatura a
gommalacca.
Ripetere l'operazione di spolvero, della pomice o del tripolo, piu' volte fino ad ottenimento del
risultato desiderato.
Inumidire ogni tanto il tampone con qualche goccia di gommalacca (la pezzuola che ricopre il tampone
assume un colore bianco).
Questa operazione puo' essere effettuata se abbiamo del legno nuovo su superfici abbastanza
consistenti (ad esempio impiallacciatura rimessa sul piano di un tavolino), su un mobile o oggetto con il
legno gia'stagionato non e' necessaria in quanto i pori sono naturalmente chiusi (vedi fase della
lucidatura a gommalacca: sgrossatura e riempimento dei pori).
Normalmente si compie prima della fase della coloritura in quanto le polveri, soprattutto la pomice,
fungono da abrasivo.
Quando il lavoro e ben asciutto si carteggia leggermente con lo scopo di creare delle microfessure
utili per l'adesione del mordente.