Il futuro è nella banda larga
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Il futuro è nella banda larga
Nella “carta dell’Innovazione digitale” le proposte di Confindustria per l’abbattimento del “digital divide” Gabriele Galateri uno dei più potenti motori di crescita del Paese” “ È fondamentale disseminare la “cultura digitale” tra i cittadini e le imprese” L'intervista “ La banda larga è Il futuro è nella banda larga “ Occorre sensibilizzare gli imprenditori sui vantaggi e le potenzialità delle tecnologie digitali per competere in un contesto globalizzato” PAOLO CORRADI Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha affidato a Gabriele Galateri la delega in materia di “Comunicazioni e Sviluppo della banda larga” nel luglio 2008, immediatamente a valle del suo insediamento in via dell’Astronomia. A circa un anno dall’avvio delle attività incontriamo il presidente Galateri per conoscere il percorso che sta compiendo. Il presidente Berlusconi nel contesto dell’Assemblea Generale di Confindustria ha invocato grandi investimenti pubblici in banda larga È il ministro Scajola ha parlato di accelerazione nella digitalizzazione del Paese: ci spiega tutta 6 7 questa enfasi sulla banda larga e sui relativi servizi? La banda larga è oggi senza dubbio uno tra i più potenti motori di crescita del paese. Vi riporto un solo dato per comprendere l’importanza e l’impatto, tratto da un recente studio del professor Leonard Waverman: nei Paesi caratterizzati da una diffusione dell’ICT medio alta, una linea a banda larga in più per ogni 100 abitanti produce un aumento della produttività pari allo 0.1%. Questo, tradotto in cifre, per l’Italia significherebbe un aumento del PIL di circa 2 miliardi di euro. Inoltre ricordiamoci che la banda larga è una tecnologia che consente di annullare le distanze attraverso la dematerializzazione di beni e servizi, avvicinandoli alla gente e generando ricadute positive sull’ambiente attraverso la razionalizzazione dei consumi energetici. Le tecnologie digitali sono, inoltre, alla base di nuovi modelli di business che consentono agli imprenditori di elaborare nuove strategie nelle quali la disponibilità di una tempestiva “informazione” può generare un rilevante vantaggio competitivo. Allo stesso tempo tali tecnologie e i servizi a essa associati permettono di conseguire consistenti aumenti di produttività e riduzione dei costi nelle imprese e nella Pubblica Amministrazione. Basti pensare ai risparmi che possono derivare dallo “switch off” di alcuni processi che oggi sono svolti su supporto cartaceo ma che con le nuove tecnologie possono essere trasformati in digitale. Mi riferisco, ad esempio, alla fatturazione elettronica o alla dematerializzazione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Anche qui qualche numero è utile per comprendere l’entità dei risparmi in gioco. Un recente studio della Helsinky School of Economics ha calcolato che la ricezione di una fattura elettronica comporta, per il ricevente, un risparmio economico compreso tra l’80% e il 90% e un risparmio di tempo di circa il 90% rispetto a una fattura cartacea; inoltre l’emissione di una fattura elettronica comporta per il fornitore un risparmio economico fino all’80% e un risparmio di tempo di circa il 40%. I nuovi modelli di business che possono nascere adottando le nuove tecnologie, la banda larga e i servizi ad essa connessi e le opportunità di efficientamento e di riduzione dei costi sono tanto più importanti in quanto contestualizzati nel periodo di crisi economica che ci troviamo a vivere. La stessa scelta del presidente Marcegaglia di assegnare una delega diretta allo sviluppo della banda larga rappresenta il chiaro riconoscimento dell’importanza che è attribuita alla tematica da parte di Confindustria nell’ambito della strategia di rilancio della competitività nazionale. piccole e micro imprese che non mostrano particolarmente recettività all’innovazione digitale. In un panorama così frammentato, poco meno della metà delle imprese risulta esser collegata in banda larga. E questo a fronte di una copertura della banda larga di prima generazione, vale a dire con velocità fino a 7 Mbit/s, del 95% e quindi assolutamente in linea con la media dell’Unione europea. Chiaramente il problema che ci si pone davanti non è infrastrutturale ma connesso a un basso livello di domanda esercitato da parte dei cittadini e delle stesse imprese che spesso non hanno sufficienti skill ICT per cogliere le opportunità rese disponibili da queste tecnologie; ricordiamo, infatti, che solo il 50% della popolazione utilizza internet. Se a questo aggiungiamo che l’incidenza della spesa in ICT rispetto al PIL in Italia è pari al 4,8%, più bassa della media europea pari al 5,6% ci rendiamo conto come - allo stato attuale - una buona fetta del sistema Paese non sia in grado di percepire il valore aggiunto dell’“innovazione digitale”. Che strategia propone Confindustria per recuperare questo ritardo? Abbiamo una strategia ambiziosa, ci proponiamo non solo di recuperare il gap rispetto agli altri Paesi, ma di incrementare significativamente la produttività e la competitività del Paese, grazie all’utilizzo pervasivo dei servizi digitali resi possibili dalla banda larga. Il principale obiettivo che abbiamo individuato è di sviluppare la domanda di servizi on line da parte delle imprese e dei cittadini, stimolando la Pubblica Amministrazione ad aumentare significativamente la numerosità dei servizi disponibili sul web, rendendoli sempre più fruibili da parte delle aziende e delle famiglie. Parallelamente dobbiamo garantire a tutti la possibilità di beneficiare effettivamente dei nuovi servizi: il superamento del digital divide diventa quindi una missione imprescindibile. Direi quasi un must che per essere portato a compimento necessita di un intervento forte delle Istituzioni, le quali attraverso le risorse disponibili e il coordinamento attento delle iniziative già in corso possono traghettare il Paese al di fuori del digital divide entro il 2011. Nel percorso di consolidamento di questi traguardi lavoreremo con le Istituzioni e con tutti gli stakeholder anche per la promozione di un grande progetto di sistema per la realizzazione delle reti di nuova generazione, ovvero le reti in fibra ottica, che consentiranno il passaggio di quantità di informazioni molto elevate a supporto dello sviluppo e della nascita di soluzioni applicative e modelli di business innovativi. Alla luce delle potenzialità della banda larga - in particolar modo in questo periodo di crisi - come si pone l’Italia rispetto agli altri Paesi? Purtroppo l’Italia - come recentemente osservato anche dalla Commissione Europea - non esce benissimo dal confronto con gli altri Paesi. In Italia abbiamo una penetrazione della banda larga che si attesta sul 19% della popolazione ben al di sotto della media dell’Europa a 27 Paesi che si attesta sul 23% e a fronte del 28% circa di Regno Unito, Francia e Germania. La situazione si riflette quasi fedelmente a livello di imprese, complice anche il tessuto produttivo italiano costituito in massima parte da Come siete giunti alla definizione della strategia? Ci sono delle azioni che possono essere messe in campo da subito? Concretezza e velocità sono stati fattori essenziali del nostro lavoro e le azioni che abbiamo individuato ne sono la testimonianza autentica. Innanzitutto ho formato una squadra di eccellenza, costituita da esponenti delle Associazioni di settore più rappresentative, quali ANIE, Asstel, Assinform ecc. Abbiamo lavorato molto anche con Alberto Tripi, il quale, oltre essere presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, è anche delegato di 8 Confindustria per il “Coordinamento Servizi e Tecnologie”. Dalla forte intesa con Alberto è nata una sinergica collaborazione, ci siamo confrontati continuamente e proprio lo scorso 27 maggio abbiamo presentato il risultato del nostro lavoro al Consiglio direttivo (di Confindustria, ndr). Partendo dal benchmarking internazionale e dall’esame delle best practices di settore siamo giunti alla stesura di una“Carta dell’Innovazione Digitale” costituita da 12 proposte di policy e ben 68 azioni. La “Carta” costituisce il nostro strumento di dialogo con le Istituzioni e racchiude la posizione e le proposte del sistema Confindustria sul tema dei “Servizi e Infrastrutture per l’Innovazione Digitale”. A titolo esemplificativo, chiediamo la completa digitalizzazione degli adempimenti amministrativi e fiscali tra imprese e Pubblica Amministrazione, sia a livello centrale che locale e siamo convinti che gli Sportelli Unici per le Attività Produttive possano giocare un ruolo rilevante in questo processo. Chiediamo anche che la firma digitale e la PEC - Posta Elettronica Certificata diventino strumenti di uso quotidiano in tutto il settore pubblico allargato per dialogare sia con le imprese che con i cittadini. Per l’abbattimento del "digital divide" ribadiamo la necessità di realizzare una forma di coordinamento efficace delle risorse di provenienza comunitaria, nazionale e regionale al fine di massimizzare i risultati e di procedere con efficienza. telefonia cellulare ne è un chiaro esempio. Oggi, dopo aver elaborato in Confindustria una prima “guida” alla digitalizzazione del Paese, dobbiamo diffondere nella società civile e nel mondo imprenditoriale i presupposti, le best practice internazionali e le conclusioni di tale documento affinché divengano patrimonio comune e favoriscano il superamento di quel “divide” culturale che attualmente ci vede svantaggiati rispetto agli altri paesi europei. A tal fine, come Confindustria, abbiamo programmato una serie di incontri territoriali preceduti da una survey locale, con l’obiettivo di far emergere i fabbisogni delle imprese in termini di ICT e di illustrare concretamente agli imprenditori i vantaggi e le potenzialità delle tecnologie digitali evidenziandone l’essenzialità per competere in un contesto globalizzato. I Quali sono i grandi ostacoli da superare? Il principale problema che come Paese dobbiamo riconoscere e risolvere è quello di una modestissima alfabetizzazione digitale. Certamente l’età media della popolazione italiana, che è tra le maggiori in Europa, costituisce un vincolo notevole, ma riteniamo che molto si possa fare per permettere a cittadini e famiglie di apprezzare l’utilità dei servizi veicolabili su banda larga. Anche a livello di imprese, soprattutto nelle medie e piccole, la “cultura digitale” stenta a penetrare. Manca ancora una chiara conoscenza delle applicazioni che scaturiscono dall’utilizzo della rete e questo comporta che in sede di pianificazione organizzativa, quando si dispongono i tasselli per raggiungere i propri obiettivi di business, si faccia ancora uno scarso ricorso all’impiego delle tecnologie dell’informatica e delle comunicazioni. Per abbattere questa barriera è fondamentale disseminare la “cultura digitale” attraverso azioni di sensibilizzazione e formazione sul territorio. Solo incrementando significativamente il livello di alfabetizzazione digitale del Paese potremo assistere ad una diffusione massiva dei servizi digitali e a quel punto saremo chiamati a vincere una nuova sfida: soddisfare la domanda di “banda larga”. Come coinvolgere le imprese in questo importante percorso? La banda larga è sicuramente una grande sfida per il sistema Paese ma anche un’eclatante opportunità alla portata di chiunque sappia e abbia il coraggio di coglierla. Tuttavia, il Paese va guidato davanti a questa sfida/opportunità. Abbiamo chiare riprove di come il Paese non si tiri certamente indietro quando è messo in grado di comprendere la portata dell’innovazione e l’esperienza della 11