Analisi 04 03 – Spettrofotometria Ass. Molecolare
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Analisi 04 03 – Spettrofotometria Ass. Molecolare
SPETTROFOTOMETRIA DI ASSORBIMENTO MOLECOLARE UV/VIS Aspetti teorici La spettrofotometria UV/VIS si basa sull’assorbimento selettivo, da parte di molecole, delle radiazioni con lunghezza d’onda compresa tra 10 nm e 780 nm che corrispondono alle regioni spettrali: UV lontano (10 – 200 nm) UV vicino (200 – 380 nm) Visibile (380 – 780 nm) Dal punto di vista analitico le regioni più interessanti sono l’UV vicino e il visibile. Quando viene fornita energia alle molecole si provoca l’eccitazione degli elettroni di valenza che può provocare delle transizioni elettroniche che avvengono a partire da orbitali molecolari di legame (σ o π) o di non legame (n). La lunghezza d’onda necessaria alle diverse transizioni è tanto maggiore quanto minore è il dislivello di energia. Queste transizioni sono caratteristiche sia dei composti organici sia dei composti inorganici che possiedono elettroni di valenza di tipo s e p. Legge dell’assorbimento La legge sperimentale che descrive i fenomeni di assorbimento di radiazioni elettromagnetiche è la legge di BEER, che nel caso di radiazioni monocromatiche assume la forma: A = ε * b * C dove A = Assorbenza b = cammino ottico (cm), cioè lo spessore della soluzione attraversata dal raggio C = concentrazione della specie assorbente (moli/l) ε = coefficiente di assorbimento molare Fissando un valore costante del cammino ottico, la legge di Beer diventa A = K*C che in pratica non è altro che l’equazione di una retta passante per l’origine di cui K è il coefficiente angolare. Nel caso di b = 1 cm, tale coefficiente angolare diviene uguale al coefficiente di assorbimento molare. Un’altra grandezza utile per esprimere l’assorbimento di radiazioni in termini quantitativi è la Trasmittanza (T): T = I/Io dove I = intensità della radiazione in uscita dal campione Io = Intensità della radiazione incidente. Trasmittanza e assorbenza sono legate tra di loro dalla relazione : A log 1 I log T I0 In genere la trasmittanza viene espressa come trasmittanza percentuale T% = T * 100 e sostituendo: A log 100 2 log T % T % 10 2 A 100 % Strumentazione Gli strumenti usati per misurare l’assorbimento di radiazioni da parte di soluzioni sono dette spettrofotometri. Schematicamente uno spettrofotometro è costituito da : Sorgente Monocromatore Comparto celle rivelatore Elaborazione dati Sorgente Sono lampade che possono emettere nel campo UV o Visibile. Si usano lampade a filamento di tungsteno e lampade a deuterio e per particolari impieghi analitici lampade a vapori di mercurio o di cadmio. Monocromatore Il dispositivo scompone la radiazione in bande monocromatiche. La qualità di un monocromatore è definita da due parametri 1. l’ampiezza della banda passante che è l’intervallo di lunghezza d’onda del fascio che emerge dalla fenditura con una energia superiore al 50% dell’energia della radiazione nominale 2. il potere risolvente ( R ) che esprime la capacità del monocromatore di separare tra loro due diverse lunghezze d’onda. Il potere risolvente è quindi, la differenza di lunghezza d’onda fra due radiazioni che sono separate da 1 mm sul piano della fenditura di uscita. I monocromatori sono di due tipi, secondo il principio su cui si basano: a) FILTRI che assorbono una parte delle componenti spettrali della radiazione incidente e ne trasmettono una gamma più o meno ampia e che possono essere di assorbimento, a interferenza, di diffusione; b) PRISMI che diffrangono la luce policromatica separandola nelle diverse componenti cromatiche Rivelatore I rivelatori trasformano l’energia radiante in un segnale elettrico che viene trasferito ad un indicatore analogico o digitale e a un registratore. I rivelatori di uso più comune sono detti celle fotoelettriche. Questi dispositivi si basano sulla proprietà dei semiconduttori i cui elettroni più esterni possono essere facilmente eccitati. Le radiazioni dell’UV/VIS hanno sufficiente energia per procurare queste transizioni elettroniche che, a loro volta, generano una corrente elettrica; la d.d.p. prodotta è direttamente proporzionale al numero di fotoni che raggiunge il rivelatore e quindi, in ultima analisi, alla quantità di sostanza presente. Sistema di lettura Il sistema di lettura converte il segnale che proviene dal rivelatore in una forma che può essere usata dall’analista. In generale gli strumenti sono interfacciati ad un PC che provvede, tramite apposito software, all’elaborazione dei dati, ma anche alla gestione del funzionamento dello strumento stesso e delle procedure di controllo. Tipologie di strumento Le misure di assorbanza per essere attendibili devono tener conto degli assorbimenti dovuti al solvente, alla matrice in cui l’analita è disperso e alle pareti del contenitore. Ciò significa che lo strumento deve essere azzerato prima di ogni serie di misure; lo strumento, cioè, deve essere informato su ciò che si considera come assorbimento nullo. Questa esigenza ha portato alla realizzazione di diversi tipi di spettrofotometri per UV/VIS tra cui i più importanti sono: 1. Strumenti monoraggio: il raggio di luce emesso dalla sorgente raggiunge il campione dopo essere stato selezionato dal monocromatore. La sorgente comprende due lampade, una al DEUTERIO per l’analisi nell’UV ed una a filamento di TUNGSTENO per l’analisi nel visibile. Uno specchio focalizzatore mobile consente di focalizzare sulla fenditura di entrata del monocromatore la radiazione emessa dalla lampada. La radiazione colpisce l’elemento disperdente e viene separata nelle sue componenti monocromatiche; di queste quella di interesse analitico viene selezionata tramite un filtro ottico, fatta passare attraverso la fenditura di uscita ed inviata verso la cuvetta che contiene l’analita. La radiazione attraversa la soluzione con l’analita, viene rilevata e misurata dal rivelatore, in genere a fototubo, e trasformata in segnale che viene inviato al sistema di elaborazione segnali che provvede a decodificarlo e a trasformarlo in un dato analitico. 2. Strumenti a doppio raggio. A differenza dello spettrofotometro a singolo raggio, il raggio uscente dal monocromatore viene sdoppiato; i due raggi così ottenuti vengono inviati, rispettivamente, uno al campione ed uno al bianco posti in due cuvette uguali. Il dispositivo di lettura calcola il rapporto tra le intensità dei due segnali ottenuti. Le prestazioni degli spettrofotometri a doppio raggio variano secondo i modelli, in ogni caso lo schema a doppio raggio consente di compensare automaticamente le fluttuazioni della lampada e quindi consente analisi più accurate anche nel caso di singole misure di assorbanza Celle o cuvette Le celle o cuvette sono di vario tipo secondo l’uso ed il tipo dello strumento. In genere vengono utilizzate micro celle con cammino ottico di 1 cm per piccoli volumi (0,5 ml), costruite in vetro o in quarzo, ma anche in poliestere (monouso). METODI DI ANALISI 1. Analisi qualitativa Lo spettro di assorbimento molecolare ottenuto nell’UV/VIS dipende dalla struttura elettronica della molecola che assorbe e quindi dalle possibili transizioni; esso corrisponde all’inviluppo di tutte le bande elettronico – vibrazionali (e anche rotazionali in alcuni casi) centrate in corrispondenza della lunghezza d’onda che corrisponde alla transizione più probabile (e quindi più intensa). In genere di queste bande si indica la lunghezza d’onda di massimo assorbimento (λmax) e il relativo coefficiente di estinzione molare (εmax). Per sfruttare tale spettro nell’analisi quantitativa occorre innanzitutto la presenza nella molecola di un gruppo cromoforo e successivamente occorre conoscere i fattori da cui dipendono i valori di εmax e la posizione di λmax per le principali porzioni strutturali delle molecole. Per quanto riguarda la posizione di λmax i fattori principali che ne influenzano la posizione sono: effetto Batacromo (o Red Shift) che consiste nello spostamento verso il rosso cioè a lunghezze d’onda maggiori di λmax , per la presenza di gruppi funzionali batacromi (doppi legami in alfa ad un carbonile) effetto Ipsocromo (o blue shift) che consiste nello spostamento di λmax verso lunghezze d’onda minori, per la presenza di gruppi funzionali ipsocromi vicino al gruppo cromoforo; effetto Auxocromo dovuto alla presenza di un gruppo funzionale saturo detto auxocromo (-OH; -Cl;..) legato ad un cromoforo; l’effetto, in genere, comporta un aumento sia di λmax che di εmax effetto solvente. Il solvente può provocare una significativa variazione nei livelli energetici di una molecola. In particolare, un solvente polare, quando solvata una molecola, abbassa l’energia dello stato elettronico eccitato più di quella dello stato fondamentale, perché lo stato eccitato è più polare e quindi si solvata di più. Per quanto riguarda il valore del coefficiente molare di assorbimento (ε ) di un cromoforo, questo dipende da quattro fattori: 1. probabilità della transizione elettronica; 2. variazione del momento di dipolo che essa comporta; 3. natura del solvente 4. tipo di sostituenti. In generale gli spettri UV/VIS non sono particolarmente adatti all’analisi qualitativa, perché in genere sono poco dettagliati e quindi possono essere usati ben poco per identificare le molecole; comunque lo spettro UV/VIS è utile per escludere la presenza di particolari strutture nella molecola in esame. È possibile comunque identificare alcune molecole ricorrendo a particolari elaborazioni dei segnali e precisamente: analisi differenziale degli spettri in derivata tracciando la derivata della funzione A/λ che esalta la differenza tra bande sovrapposte; metodi dei quozienti di assorbanza che vengono calcolati dividendo l’assorbanza ad una lunghezza d’onda vicino a λmax per le lunghezze d’onda vicino ai punti a metà altezza della banda. I valori così ottenuti sono caratteristici per le diverse specie chimiche, ma dipendono anche dalla precisione dello strumento usato. 2. Analisi quantitativa La legge di Beer esprime una relazione di proporzionalità diretta tra la concentrazione di una specie in soluzione e l’assorbimento di una radiazione ad una determinata lunghezza d’onda. Essa, quindi, può essere sfruttata per l’analisi quantitativa, purché siano rispettate alcune condizioni; anzitutto la specie in soluzione deve assorbire in modo rilevabile da 200 a 900 nm e in secondo luogo la relazione fra Assorbanza (A) e lunghezza d’onda (λ) di assorbimento deve essere effettivamente lineare. Questo perché diversi fattori possono provocare deviazioni dalla linearità della funzione A/C, nello specifico: Fattori fisici e chimici quali associazioni tra molecole per formare dimeri, polimeri o aggregati con il solvente; variazioni del pH che influenzano l’equilibrio tra due specie con diverso ε; variazioni di temperatura ed altri; Fattori strumentali quali l’ampiezza della banda passante decisiva ai fini della accuratezza e della precisione dell’analisi; la presenza di luce diffusa che sommandosi alla radiazione monocromatica in uscita dalla fenditura del monocromatore, attraversa il campione e ne altera l’assorbanza, specie se è molto concentrato; Fattori operativi quali errori nella pesata e nella preparazione delle soluzioni; perdita di sensibilità degli strumenti di misura; pulizia inadeguata delle cuvette; errore nella scelta della λ con cui operare; presenza di sostanze interferenti nel campione. In conclusione, una specie chimica può essere determinata quantitativamente per via spettrofotometrica nell’UV/VIS solo se assorbe in questo campo e quindi se la specie è di per se un cromoforo o può essere trasformata in un cromoforo. La soluzione sottoposta ad analisi deve essere limpida e la scelta della λ con cui effettuare le misure di assorbanza viene fatta in modo da lavorare in corrispondenza dei punti di massimo, dove è migliore la soglia di rivelabilità e quindi un errore nella misura di assorbanza che diventa il minimo possibile. I metodi analitici più usati in spettrofotometria UV/VIS sono due: Metodo della retta di taratura Metodo dell’aggiunta multipla