Rassegna del 12/09/2016

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Rassegna del 12/09/2016
Rassegna del 12/09/2016
INDICE RASSEGNA STAMPA
Rassegna del 12/09/2016
SI PARLA DI NOI
Gazzetta Mantova
12/09/16 P. 16
Problemi dei quartieri Oggi la giunta visita Cittadella
1
Gazzetta Mantova
12/09/16 P. 22
Chiedo un posto in Tea per il parcheggio facile
2
Gazzetta Mantova
12/09/16 P. 23
È di Giulia la voce che si nota TE successo al nono tentativo
Mauro Pinotti
3
12/09/16 P. 6
"La spazzatura diventa energia" Brescia fa i soldi coi rifiuti romani
Giacomo Galeazzi
5
Abiti, semplificazione a metà
Vincenzo Dragami
7
9
COMPETITORS
Stampa
RIFIUTI: SCENARIO
Italia Oggi Sette
12/09/16 P. 19
ENERGIA: SCENARIO
Sole 24 Ore
12/09/16 P. 22
Addizionale all'accisa sull'energia elettrica: sì ai rimborsi 2010-12
Ferruccio Bogetti,
Gianni Rota
Sole 24 Ore - L'esperto
Risponde
12/09/16 P. 6
Le tariffe di luce e gas ampliano l'offerta
Adriano Lovera
Indice Rassegna Stampa
10
Pagina I
Proble del* quaftieri
Oggi la 91
í* mta visita Cittadella
Continuano le camminate Ti
vediamo nei quartieri" con il
sindaco e la giunta. La prossima tappa è oggi alle 18 a Cittadella. Gli amministratori comunali, i dirigenti, gli agenti
della polizia locale e i tecnici
Tea incontreranno i cittadini
per conoscere da loro i problemi del quartiere e per pianifi-
Si parla di noi
care i lavori in agenda. La passeggiata a Cittadella inizierà in
piazza Porta Giulia e proseguirà in strada Montata, via degli
Spalti, via Basevi, Parco Andreas Hofer, via Verona, via San
Giovanni Bono e via san Michele. Le camminate proseguiranno nelle prossime settimane negli altri quartieri.
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Chiedo posta i Tea
per il parcheggio facile
Caro direttore dei la Tea, sono
a chiederle se può assumermi in
una delle aziende che fanno parte dei mondo Tea.
Le spiego perché, oltre ad essere
un lavoratore instancabile e di
assoluta affidabi I ità sono anche
un residente della zona vicolo
Stretto piazza Gasometro.
In questo modo potrò recarmi
nei vostri uffici moltovelocemente ma soprattutto potrò finalmente smettere di cercare un
parcheggio, di pagare due pass
auto parcheggiando direttamente dentro da voi con parenti ed
anici al seguito.
Come fanno spesso molti vostri
dipendenti durante Festivaletteratura, feste natalizie e quando
la nostra città è fortunatamente
invasa dal turismo. Sentitamente ringrazio per l'attenzione.
Letterafirmata
Si parla di noi
Pagina 2
I
))
È di Giulia la voce che si nota
Il successo al nono tentativo
La 25enne modenese ha primeggiato con "Mercy on Me" di Christina Aguilera
Seconde ex aequo la 17enne Maria Luisa e la 19enne Irene. Agli Ape gli inediti
inalmente, dopo nove
edizioni ho vinto il
concorso. Chi la dura
la vince». Sono le prime parole
di Giulia Pellegrino, 25 anni di
Castelnuovo Rangone, in provincia di Modena, rappresentante l'Avis di Poggio Rusco, che
con il brano di Christina Aguilera Mercy on Me ha vinto la nona
edizione del concorso canoro
"Una voce che si nota", la cui finale si è svolta sabato alla fiera
"Millenaria" di Gonzaga, organizzato dall'Avis provinciale di
Mantova in collaborazione con
Radio Pico, il supporto di Tea
Energia e il patrocinio della Provincia.
6
Al secondo posto ex aequo, si
sono classificate Maria Luisa
Scrivano, 17 anni (Avis Pegognaga) che ha interpretato Caruso
di Lucio Dalla e Irene Lavato, 19
anni (Avis Mantova), che si è presentata scalza sul palco alla Sandie Shaw, la cantante degli anni
Sessanta che aveva l'abitudine
di esibirsi a piedi nudi, e che con
una vocina alla Kate Bush ha
cantato In punta di piedi di Nathalie. La sezione "inediti è stata
vinta dal gruppo Ape col brano
cantato a tre vociL'Opportunità.
La novità dell'edizione 2016
era il premio "Web Fan" pubblicato sulla pagina Youtube dell'
Avis provinciale che è stato aggiudicato al duo Salvatore lacomino e Giuseppe Vitiello di 25 e
22 anni (Avis Moglia e Suzzara),
con più di 7mila visualizzazioni
e che durante la serata hanno
Si parla di noi
II gruppo Ape, vincitore nella sezione inediti
cantato Piccola stella senza cielo
di Ligabue.
Premio speciale alla cantante
più giovane: Zoe Venturini, 16
anni (Avis San Michele in Bosco)
che ha cantato My heart will go
on di Celine Dion.
Meritano, quanto meno una
menzione, gli altri concorrenti
che hanno dato cuore e anima
sul palco come il gruppo "The
Secret London Project" (Avis
vivo grazie al supporto della
band formata da Stefano Zanon
(batteria), Samuele Benatti (tastiere), Lorenzo Valente (piano),
Paolo Turina (chitarra) e Franco
Martinelli (basso). Tra gli ospiti,
i ballerini di Garda Danze e le
bravissime e simpaticissime sorelle Federica, Ambra e Sara Baccaglini di Villanova del Ghebbo
(Rovigo) in arte "Foxy Ladies" reduci da "The Voice of Italy" il talent canoro di Raidue e che hanno fatto parte del team di Raffaella Carrà.
Prima della gara canora, consueta sfilata dei labari delle 93
sezioni Avis sparse in provincia
oltre ai saluti della presidente
dell'Avis provinciale Elisa Turrini, del vicepresidente vicario
Valter Belluzzi, del presidente
della Millenaria, Giovanni Sala e
del sindaco di Gonzaga Claudio
Terzi.
Mauro Pinotti
Salvatore laco mino
e Giuseppe Vitiello
si aggiudicano il premio
"Web fan" con oltre
settemila v is ual izzazioni
Mantova) che ha presentato
l'inedito Burn the bread; Alice
Torosani, 21 anni (Avis Cerlongo) "Sono come tu mi vuoi" di
Mina; Francesca Borgione, 24
anni (Avis Mantova), The Best di
Tina Turner; Utibe Joseph, 19
anni (Avis Casaloldo) Unbreak
my heart di Toni Braxton; Diletta Colombini, 27 anni (Avis
Quingentole) Angel di Within
Temptation e Giulia Cavagnoli,
18 anni (Avis Bancole) AmorMio
di Mina.
La serata è stata presentata da
Peter e Barbara di Radio Pico.
Tutti i cantanti si sono esibiti dal
Pagina 3
Giulia Pellegrino durante la sua esi bizione sul palco della mi Ilenaria di Gonzaga . A destra i I gruppo di premiati , presentatori e responsabili dell'Avis dopo l'annuncio dei vincitori
Si parla di noi
Pagina 4
"La spazzatura diventa energia"
Brescia fa i soldi coi rifiuti romani
Bollette più leggere sfruttando l'emergenza che tormenta le Giunte della capitale
Cinque alveari di api sotto
la ciminiera. «Li abbiamo
messi per dimostrare la
buona qualità dell'aria e il miele
è ottimo», spiega Lorenzo Zaniboni, direttore del termoutilizzatore più grande d'Italia. Mentre a Roma, Napoli, Palermo e in
decine di altri comuni i rifiuti sono un incubo, a Brescia sono una
ricchezza. La multiutility A2A,
di cui i comuni di Milano e Brescia hanno insieme la metà delle
azioni, ha chiuso il 2015 con ricavi per quasi 5 miliardi di euro.
Trasformando la spazzatura in
energia e calore ha reso Brescia
la città più teleriscaldata d'Italia e con la bolletta energetica e
la Tari più basse (-35% rispetto
alla media nazionale). Anche in
Lombardia tutto iniziò dall'emergenza: la discarica piena.
Come Malagrotta oggi a Roma,
così a Milano 20 anni fa il sito di
Cerro arrivò a saturazione. Fu
costruito l'inceneritore di Silla e
oggi Milano con il 55% è una delle metropoli europee con più
raccolta differenziata.
Cassonetto col bancomat
Nel '95 il comune di Brescia avviò
il termovalorizzatore e oggi per
aprire il cassonetto in cui gettare
la spazzature i cittadini hanno
una tessera. In pratica ogni rifiuto
è tracciato. «Senza responsabilità
individuale non può crescere la
raccolta differenziata», sostiene
Gianluigi Fondra, assessore alla
Tutela ambientale -. Abbiamo più
Competitors
isole ecologiche pro capite di qualunque altra città con l'obiettivo di
riciclare tutto ciò che non occorre
bruciare». Persino le polveri raccolte nelle strade dalle spazzatrici
automatiche diventano bitume.
«La filiera trasforma in una risorsa il problema dello smaltimento», evidenzia il presidente del gigante nato dalla fusione delle
aziende municipalizzate di Milano e Brescia. Un sistema a ciclo
completo che parte dalla raccolta
e, attraverso il trattamento, trasforma la spazzatura in energia.
Dal 2009 anche ad Acerra funziona un impianto gemello per
l'emergenza Napoli. Resta fuori
Roma che con 500 milioni potrebbe dotarsi di un suo termovalorizzatore ma né la Regione a
guida Pd né il Campidoglio in ma-
no ai Cinque stelle intendono fare
il passo. Non che a Brescia manchi chi vuole spegnere l'inceneritore per l'impatto ambientale.
«Inquiniamo 70 volte meno del
traffico automobilistico e 40 volte
meno del riscaldamento domestico - ribattono i tecnici alle centratine di rilevamento -. Ed è l'ultima tecnologia disponibile. Il Regno Unito ha avviato la costruzione di 10 impianti come questo per
la produzione di energia dai rifiuti e l'impatto sulla salute delle nostre emissioni nell'aria è meno di
un centesimo rispetto agli impianti industriali».
Deficit di incenerimento
Nei Paesi più virtuosi (Danimarca e Olanda) la quantità di energia prodotta dai rifiuti è sei volte
superiore all'Italia. Brescia e Milano con una mano pagano tariffe
agevolate per lo smaltimento e
con l'altra incassano dividendi
dalla spa nata dalla fusione delle
municipalizzate. Al Campidoglio
costa 40 euro a tonnellata trasportare i rifiuti fino a Brescia e
altri 90 farli bruciare. La discarica di Malagrotta è stata chiusa
senza che venisse individuato un
sito alternativo per le emergenze.
A Roma i rifiuti restano per terra,
in assenza del termovalorizzatore e di alternative. Il Lazio ha un
fabbisogno attuale di incenerimento di 773 mila tonnellate e, da
gennaio, la capacità degli impianti di Colleferro e San Vittore sarà
di 480 mila tonnellate: un deficit
di trattamento di 280 mila tonnellate. E così i rifiuti di Roma
continueranno aviaggiare, a caro
prezzo, verso Brescia e Nord Europa. Nella capitale una famiglia
di 3 persone in un appartamento
di 70 metri quadri paga 300 euro
all'anno di tassa sui rifiuti. A Brescia 238. Gli accordi di filiera industriale per la riduzione degli
imballaggi, a Roma sono utopia.
O BV NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Pagina 5
La gestione
i
dei rifiuti a
Roma è un affare come in nessun altro angolo
d'Europa. Un
capolavoro di
inefficienza che
fa della Capitale
la più costosa
macchina di
smaltimento
mai vista nel
settore
Quotata
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La multiutility
A2A, di cui i
comuni di
Milano e
Brescia hanno
insieme la
metà delle
azioni, ha
chiuso il 2015
con ricavi per
quasi 5
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LINtJ fß.'IICCI ILhLU.......
ta
Quando
L'itiehies ä`pübbliea l
domenica sul nostro giornale e firmata da Alessandro Barbera e Giacomo
Galeazzi ha svelato che i
rifiuti di Roma costano il
quadruplo di Milano. Una
spesa di due miliardi in
dieci anni
Competitors
E
I Liberarsi di
una tonnellata
di rifiuti romani
costa 200 euro.
A Parigi , Londra
i 198 per cento
dei ciclo dello
smaltimento
avviene dentro i
confini delle
aree metropolitane, a Roma la
percentuale è
de136%
G__ Lo smaltimento dei rifiuti romani promette di costare due miliardi
di euro nei
prossimi dieci
anni. Avantaggio di pochi e a
spese dei contribuenti.
Pagina 6
Nella legge atztisprechi anche le norme per il trattamento deï rifiuti da abbigliamento
A b it i , s ernp lificazione a rnetá
Operazioni di rec up ero alleggerite solo tecnicamente
Pagina a cura
DI VINCENZO DRAGANI
al 14 settembre 2016
semplificazioni tecniche ma non burocratiche per riabilitare
direttamente a beni i capi di
abbigliamento usati che, non
rispettando a monte determinate condizioni, sono da sottoporre a preventivo trattamento in quanto rifiuti. Con
l'entrata in vigore della legge
166/2016 sulla limitazione
degli sprechi, acquistano infatti operatività anche le neo
disposizioni sulla «distribuzione di articoli e accessori
di abbigliamento usati a fini
di solidarietà sociale», regole
che alleggeriscono in alcuni
casi le operazioni da effettuare per recuperare quelli
costituenti rifiuti senza però
parallelamente mitigare il
regime autorizzatorio necessario per condurle.
Cessione abiti in disuso:
beni o rifiuti. A fianco delle
norme sulla redistribuzione
di eccedenze alimentari e
farmaci inutilizzati (si veda
articolo a pagina 13), la legge
19 agosto 2016, n. 166 (G. U.
30 agosto 2016 n. 202) introduce con il suo articolo 14
una disciplina sulla cessione
degli abiti in disuso da parte
dei privati.
La nuova disciplina si
muove su due fronti:
- da un lato, tracciando il
confine tra l'abbigliamento
che all'atto del trasferimento
può continuare a sottostare
alle regole dei veri e propri
beni e gli articoli che invece
devono essere sottoposti al
severo regime dei rifiuti;
- dall'altro, riformulando
alcune norme tecniche per
Rifiuti: Scenario
il recupero di questi ultimi
abiti-rifiuto al fine del loro
successivo riutilizzo.
In relazione al confine beni/
rifiuti , dal combinato disposto dei commi 1 e 2 dell'articolo 14 della nuova legge
emerge che costituiscono
rifiuti gli articoli e gli accessori di abbigliamento usati
che hanno una delle seguenti caratteristiche: non sono
ceduti a titolo gratuito da
privati direttamente presso
le sedi operative dei «soggetti
donatari» ( soggetti coincidenti, nel tenore dell'articolo 2
della legge, sostanzialmente
con le organizzazioni onlus);
«non sono ritenuti idonei ad
un successivo utilizzo» (evidentemente, laddove tale
utilizzo non sia possibile «tal
quale », ossia senza ricorrere
ad un preventivo trattamento).
Tali ultimi abiti, specifica infatti espressamente la
legge 166/2016 in coerenza con il quadro normativo
preesistente, «sono gestiti in
conformità alla normativa
sui rifiuti di cui al decreto
legislativo 3 aprile 2006, n.
152».
Il recupero degli abiti costituenti rifiuto. La
nuova legge introduce alcune
semplificazioni tecniche sulle
operazioni minime di recupero cui devono essere sottoposti gli indumenti-rifiuto per
poter farli rientrare direttamente nel circuito dei beni
(invece di utilizzarli come
materie prime secondarie, cd.
«mps», nel settore tessile).
L'alleggerimento arriva con
una modifica dello storico dm
Ambiente 5 febbraio 1998,
laddove tra le due operazioni di trattamento finalizzate
a reimmettere direttamente
gli articoli tessili nel ciclo di
consumo quella dell'igienizzazione (che segue la selezione) diventa obbligatoria solo
ove si renda necessaria per
l'ottenimento degli standard
microbiologici previsti dallo
stesso regolamento.
Giuridicamente, la semplificazione arriva con la
riformulazione della lettera
a), punto 8 . 9.3 suballegato 1,
allegato 1, al dm Ambiente
5 febbraio 1998 ( recante le
norme tecniche per il recupero di materia dai rifiuti
non pericolosi ), incidendo nei
termini sopra esposti sulle
citate operazioni (da inquadrarsi come «R3», in base al
dlgs 152/2006 ) propedeutiche
all'ulteriore fase del deposito
degli abiti (la c.d. messa in riserva, «R13») finalizzato alla
loro diretta reimmissione nel
consumo.
Tale semplificazione tecnica , dalla legge 166/2016 finalizzata a «contribuire alla
sostenibilità economica delle attività di recupero», non
appare però essere sorretta
da parallelo alleggerimento
burocratico.
Il dm Ambiente 5 febbraio
1998 nasce infatti storicamente ( sotto il dlgs 22/1997,
c.d. «decreto Ronchi», e in
continuità sotto l ' attuale
dlgs 152/2006 ) per individuare i rifiuti non pericolosi
sottoponibili , nel rispetto di
Pagina 7
determinate condizioni tecniche, a «procedure semplificate di recupero», ossia ad
operazioni condizionate alla
semplice comunicazione preventiva agli Enti territoriali
di competenza in luogo della
titolarità della più onerosa
autorizzazione regionale.
Di fatto la portata derogatoria del dm Ambiente 5 febbraio 1998 è stata però erosa
dalla successiva modifica al
provvedimento apportata dal
dlgs 186/2006, che ha di fatto
escluso dalla suddetta procedura semplificata i rifiuti
per il cui recupero non sono
dallo stesso dm individuati
parametri quantitativi da
rispettare. E nel pertinente
allegato 4 del dm 5 febbraio
1998 non trovano infatti attualmente collocazione proprio i parametri quantitativi
(massimi) relativi alle attività di recupero «R3» effettuate su indumenti-rifiuto da
reimmettere direttamente
nel ciclo di consumo. E questo a differenza delle analoghe operazioni effettuate su
abiti-rifiuto da reimpiegare,
invece come «mps» nell'industria del tessile.
Alla luce di ciò appare che
le citate attività di recupero mirate alla immediata
destinazione al consumo
degli abiti potranno essere sì, ricorrendone le condizioni, eseguite in forma
tecnicamente «abbreviata»
(ossia prescindendo, ove
non ritenuta necessaria,
con evidente assunzione di
responsabilità, dalla igienizzazione) ma non potranno
comunque essere condotte
in forma burocraticamente
semplificata tramite mera
comunicazione.
© P=7roc'°zione risern-
Devono essere gestiti
come rifiuti
Articoli ed accessori di abbigliamento usati:
• non ceduti a titolo gratuito da privati direttamente
presso sedi operative di «soggetti donatari» ex
articolo 2 della legge, oppure
•
Operazioni minime
di recupero dei rifiuti
destinati a nuovi cicli
di consumo
Rifiuti: Scenario
non ritenuti idonei a un successivo utilizzo
Il deposito finalizzato al reimpiego (c.d. «messa in
riserva») deve essere preceduto da:
• «selezione» e
• solo ove si renda necessaria per ottenimento di
standard microbiologici, «igienizzazione»
Pagina 8
Per contrasto con le norme Ue
Addizionale all'accisa
sull'energia elettrica:
sì ai rimborsi 201012
Ferruccio Bogetti
Gianni Rota
L'imposta addizionale dell'accis a sull'energia elettrica riscossa dalle Province dal io
gennaio 2010 fino alla sua abrogazione deve essere rimborsata perché si pone in contrasto
con la direttiva comunitaria
2oo8/118/Ce. È quanto afferma
la Ctr Lombardia, sentenza
3839/65/2016 (presidente Brigoni, relatore Dell'Anna).
IL contenzioso
Una società cementiera versa
negli anni 2010 e 2011 l'addizionale provinciale dell'accisa
sull'energia elettrica per oltre
44mila euro e larichiede a rimborso per presunta incompatibilità tra la normativa italiana e
quella europea. Si tratta, inparticolare, dell'addizionale applicata dalle Province fino a
tutto il 2011, dovuta nella misura di 0,0093 euro al kWh per i
consumi mensili delle imprese
fino a 2oomila kWh.
Secondo la contribuente la
direttiva 2008/118/Ce prevede che gli Stati membri possano applicare «altre imposte
indirette» sui prodotti già da
loro gravati da accisa, a condizione che individuino specifiche finalità per la tassazione.
Mentre l'Italia, al momento
dell'introduzione dell'addizionale, avrebbe inteso unicamente perseguire finalità di
pareggio di bilancio delle Province, uniche destinatarie degli introiti.
Per il fisco non va concesso
nessun rimborso,perché iltributo è un «mero inasprimento delle aliquote dell'accisa» e
dunque non costituisce un tributo autonomo e nonpuò così
rientrare nelle «altre imposte
indirette» della direttiva.
Energia: Scenario
La decisione
La società presenta ricorso sostenendo che:
va disapplicata la normativa
italiana che ha istituito l'addizionale per contrasto con quella
Ue (quindi il tributo già pagato
varimborsato);
in caso contrario bisognerebbe chiedere alla Corte di giustizia Ue una pronuncia incidentale sull'inclusione o no dell'addizionale tra le «altre imposte indirette» e sulle finalità
specifiche, diverse da quelle di
bilancio, in grado di renderla legittima.
La Ctp dàragione all'amministrazione, ma la Ctr riforma la
sentenza e dà ragione alla società per questi motivi:
il legislatore aveva già abrogato nell'aprile 2012 con il D116
l'addizionale per evidente contrasto conla direttiva2oo8/118/
Ce, in quanto lo scopo di ripianare il bilancio delle Province
non poteva rappresentare la finalità specifica richiesta dalla
norma Ue;
il rimborso dell'imposta indebitamente versata va richiesto, a pena di decadenza, entro
due anni dalla data del pagamento e tale diritto è maturato a
favore della contribuente per
quanto versato dal 1o gennaio
2010, termine perentorio entro
cui la direttiva 2oo8/118/Ce sarebbe dovuta entrare in vigore
negli Statimembri, fino all'aprile 2012, data di abrogazione dell'addizionale:
l'Italia, essendo pervenuta
con il Dl 16/2012 al recepimento
della direttiva comunitaria attraverso l'abrogazione dell'imposta addizionale, ha legittimato il rimborso a favore dei contribuenti di quanto versato dal
lo gennaio 2010 all'aprile 2012.
® RIP RO DD ZION E RISERVATA
Pagina 9
USI & CONSUMI
Bollette
vista delle modifiche regime di maggior tutela
Sono tempestato di offerte
telefoniche per luce e gas. So che,
dal gennaio 2017, cambierà il
mercato. Èmeglio che mi attivi per
sottoscrivere un nuovo contratto?
di Adriano Lovera
1 regime di "maggior tutela",
quello che permette di pagare
tariffe definite dall'Authority e
non dalle società private (regime preferito ancora dal 70% delle
famiglie) finirà dal l' gennaio 2018.
Ma per rendere graduale il passaggio, l'Autorità per l'energia e il gas
ha deciso che da gennaio 2017 queste famiglie potranno entrare inuna
sorta di regime transitorio, detto
servizio di "maggior tutela riformato" (Smtr), dove una parte consistente del prezzo continuerà a essere determinata dall'Autorità e sarà
concesso agli operatori solo di apportare qualche modificanelle condizioni contrattuali, ad esempio su
diritto di recesso e rateizzazione.
In alternativa, si potrà anche aderire, su base volontaria, a tariffe di
Energia: Scenario
"Tutela simile", che ogni società sarà chiamata a offrire, con il vantaggio di uno sconto aggiuntivo rispetto al prezzo del Smtr.
E sempre dal 2017, scatta la riforma voluto dall'Autorità, per la gestione dei reclami tra consumatore
e venditore, strutturata ora su tre livelli. L'utente dovrà prima presentare il reclamo al proprio fornitore
e, se non si ottiene risposta o non è
soddisfacente, passerà al secondo
livello, cioè la conciliazione obbligatoria. Ma sui casi ancora non risolti - e questa è la novità - sarà
l'Autorità a intervenire e decidere
invia definitiva. Inoltre, nel tentativo di velocizzare i tempi in favore
della clientela, ci sono sanzioni un
po' più alte a carico dei venditori di
energia. Ad esempio, questi dovranno corrispondere al cliente 50
euro sia in caso di tardiva risposta
sia per la tardiva rettifica di fatturazione (25 euro per singolo indennizzo, prima era 20 euro).
Ma in attesa del nuovo anno, vale
la pena cambiare tariffa? Dipende
dai consumi. I principali siti di
comparazione online, ad esempio
facile.it a segugio.it, permettono
ormai di confrontare le offerte a seconda del profilo del proprio nucleo. Un rapido preventivo (effettuato il26 luglio), su una famiglia di
tre persone, residente a Milano,
con un consumo medio di 3mila
kWh annui, mostra ad esempio che
essere rimasti fedeli alla tariffa
elettrica "regolata" comporta ancora un vantaggio (di circa l'1,5%)
rispetto alla miglior tariffa del mer-
cato libero. In tema di gas, invece, si
potrebbe risparmiare circa il 5 per
cento. Poca cosa, insomma.
Eppure, gli operatori privati non
stanno perdendo tempo e, oltre a diversificare l'offerta tariffaria, inventano formule commerciali nuove ritagliate su particolari profili.
Inperiodo dipolemicheperladecisione dell'Esecutivo di includere
il canone Rai in bolletta, non potevano mancare le nuove tariffe "ammazza-canone", che promettono
cioè di scontarlo, inpresenza diparticolari condizioni. L' apripista è stato Ascotrade, operatore del Nord
Italia, seguito da Edison, Eni e Acea.
Quanto alle modalità di vendita,
da qualche mese è partito Wekiwi,
fornitore di elettricità è gas che promette la gestione del contratto interamente online, compresa la sottoscrizione del contratto, dal sito oppure tramite una App dedicata per
smartphone. Ma c'è anche chi sceglie una strada opposta, forse proprio per andare incontro ai prossimi mesi in cui i consumatori avranno più dubbi che certezze sul contratto da siglare. Il gruppo Europe
Energy, player italiano attivo anche
in Europa (ha appena acquisito due
operatori in Serbia e Croazia) sta
lanciando la sua rete di "boutique":
sportelli fisici dove il consumatore
potrà gestire ogni aspetto del contratto parlando di persona con un
addetto. Sono stati aperti tre sportelli (Padova, Modenae Verona) ma
l'obiettivo del gruppo è arrivare a40
in tutta Italia entro due anni.
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