La qualità dell`acqua potabile: che cos`è e da cosa dipende?
Transcript
La qualità dell`acqua potabile: che cos`è e da cosa dipende?
ACQUA COGEME 50 La qualità dell’acqua potabile: che cos’è e da cosa dipende? Un percorso informativo insieme ad AOB2 A OB2, società nata da Cogeme e da altre società pubbliche sul territorio, sta effettuando rilevanti investimenti per garantire la qualità dell’acqua e l’efficienza di depurazione e fognatura negli oltre 50 Comuni serviti. A partire da questo numero della rivista, ha deciso di dedicare uno spazio fisso sul tema dell’acqua e della sua qualità, che rappresenta un argomento non ancora conosciuto dalla gran parte della popolazione. Il problema della qualità delle acque destinate al consumo umano cresce ogni giorno di più nella sua importanza, soprattutto a causa dell’inquinamento, derivato perlopiù dalle attività umane. Prima di addentrarci in questa questione, però è opportuno sgombrare il campo da un equivoco che fatica ad essere evitato: un conto è la bontà e un conto è la qualità dell’acqua. Sono due concetti totalmente differenti. La qualità dell’acqua è stabilita dalla legge ed è legata al rispetto di una serie parametri, che la rendono potabile e, pertanto, adeguata per il consumo umano. La bontà dell’acqua, invece, è legata al nostro gusto personale, e cioè ai nostri sensi organolettici (odore, sapore, colore). Un semplice esempio servirà a capire. Se un’acqua è disinfettata, sentiamo spesso un odore sgradevole, che è l’odore di cloro; quello stesso odore, tuttavia, ci garantisce che quell’acqua non presenta problemi dal punto di vista microbiologico. Anche la temperatura dell’acqua, al momento dell’utilizzo, influisce molto sul giudizio della sua bontà, in quanto un’acqua fresca, soprattutto nei mesi caldi, ci sembra subito più buona. La qualità dell’acqua dipende da numerosi fattori, che riguardano la sua origine (da dove viene), il trattamento (come viene trattata), le condizioni di stoccaggio (come viene conservata) e la distribuzione (come viene erogata). 16 a) Origine. L’origine idrogeologica del bacino acquifero influisce sulla qualità, perché comporta una variazione della composizione chimica e, di conseguenza, assegna all’acqua un sapore diverso. La prima distinzione che possiamo fare è tra le acque del sottosuolo (falde acquifere sotterranee come pozzi, sorgive e acque di filtrazione attraverso argini) e acque superficiali (fiumi, laghi corsi d’acqua naturali e artificiali, mare). Ad esempio, un’acqua è dura, cioè ricca di calcio e magnesio, quando, prima di essere erogata, ha passato strati di rocce calcaree, mentre un’acqua dolce, conte- nente poco calcio e magnesio, si trova più facilmente nelle sorgenti di alta montagna o negli acquiferi che sfruttano la filtrazione naturale, attraverso gli argini dei fiumi o laghi. b) Trattamento. Un’acqua va trattata per essere potabile a seconda della delicatezza (vulnerabilità) in cui il bacino di provenienza è collocato. Un’acqua superficiale, ad esempio di fiume, è molto soggetta a influenze ambientali e a fonti inquinanti e dovrà essere oggetto di trattamenti sofisticati per renderla potabile. Un’acqua sotterranea erogata da pozzi con profilo geologico protetto, invece, potrebbe non aver bisogno di nessun trattamento, nemmeno quello della disinfezione. c) Stoccaggio. Anche la conservazione dell’acqua ha la sua importanza. Infatti, i contenitori in cui viene conservata dai consumatori quando viene raccolta da fontane, punti acqua o dal rubinetto stesso (in bottiglie o taniche, di plastica o di vetro) non possono garantire assoluta igienicità, se non previa sterilizzazione (come si fa con il biberon), così come non vanno esposti a sole o luce. Quindi, meglio consumare l’acqua direttamente dal rubinetto e limitarsi a stoccarla, se possibile, non oltre 48 ore nel frigorifero, per impedirne la proliferazione batterica. d) Distribuzione. Per arrivare nelle abitazioni, l’acqua deve percorrere un sistema di tubazioni che, nel caso di reti idriche vecchie, possono essere fonte di proliferazione batterica. Nelle acque del nostro territorio, inoltre, naturalmente ricche di calcio, magnesio o ferro, subentra il naturale fenomeno di calcificazione nel tempo, il cosiddetto “calcare”, che si deposita su tutte le tubazioni. L’apertura e chiusura di saracinesche e rubinetti, o lavori in rete, provocano il distacco di particelle sotto forma di “scaglie” o “sassolini” nei filtri. Questi “corpi estranei” non sono un inquinamento dell’acqua, quanto la naturale decomposizione dei minerali. Che, tuttavia, non ci è particolarmente gradita. n