rassegna stampa
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Lunedì 24 Ottobre 2011 Roma ne Salute ws Anno IV - N° 76 QUINDICINALE DI INFORMAZIONE Direttore editoriale Tiziano Battisti Piano regolatore sociale, nuove regole dal Comune Dalla Giunta Alemanno via libera al provvedimento. Obiettivo: abbattimento dei tempi d’attesa. Novità nell’erogazione dei servizi per i prossimi 5 anni Ma arrivano critiche da parte delle Associazioni. Pag. 2 All’interno SCREENING Pochi fondi e coinvolgimento insufficiente a pag. 4 L’INIZIATIVA Ictus cerebrale, la prevenzione in farmacia a pag. 5 CEFALEA E il Santa Lucia torna in trincea con assemblee e manifestazioni. E di nuovo incontri con la Regione con promesse, accordi e nuovi impegni. Pag. 23 Le cause, i rimedi la superstizione a pag. 8 Medicina Salute Alimentazione OPINIONI Un nuovo pacemaker per i casi più gravi Cataratta, un laser ‘bisturi di luce’ Italia, argine culturale ai prodotti ogm Battisti & Ordine dei medici a pag. 10 a pag. 11 a pag. 15 a pag. 23 2 Roma Salute news 24 Ottobre 2011 Primo piano L’inchiesta 102 Sono le azioni ispirate da alcuni principi previste dal nuovo Piano regolatore sociale Approvata dalla Giunta capitolina la norma quadro che regolerà il settore del sociale per i prossimi cinque anni ROMA, NUOVO PIANO REGOLATORE SOCIALE Il documento sarà ora sottoposto all’esame dei municipi. ‘Riforma della mobilità’ e dell’assistenza domiciliare Dipartimento dei Servizi Sociali, rappresentanti dei cittadini assipprovato il 12 ottobre stiti, sindacati e scorso il Piano centrali cooperaRegolatore Sociale. Il tive: durante l’innuovo Prs andrà a contro verrà verisostituire quello del ficato il funziona2004. Il documento verrà ora mento del nuovo trasmesso ai vari municipi Prs, apportate della capitale ai quali spetterà eventuali modifiuna valutazione in vista delche e dal 1 l’approvazione ed estensione marzo la riforma definitiva delle novità da esso partirà concretaintrodotte a tutta la città di mente su tutto il Roma. La riforma, che vanta territorio della ben 102 azioni che andranno capitale. a dare nuova regolamentazioTra le varie novine a temi delicati come l’assità e riforme Il sindaco stenza domiciliare ai disabili e introdotte con il nuovo Piano agli anziani, presenta delle Regolatore Sociale - che non novità. Il nuovo documento ha tardato ad attirare su di sé resterà in vigore per i prossimi numerose polemiche - molti cinque anni e – assicura la Vicesindaco Sveva Belviso – saranno a detta della Giunta i ad esso seguiranno molti vantaggi per tutti coloro che miglioramenti: “I benefici beneficiano dell’assistenza saranno molti: l’abbattimento domiciliare, sia per l’assistendelle liste e dei tempi d’attesa za ai disabili come anche per del 20-30%, la semquella agli anziani. plificazione dell’acTra le azioni principacesso ai servizi li del piano: realizza“Le 102 azioni cambieranno il secondo il principio re delle fattorie dell’equità sociale, sociali nelle aree volto della città e porteranno l’abbattimento delle agricole di Roma, la barriere burocratiche, riforma della mobilità molto benefici, primo tra tutti la tracciabilità dell’asper i disabili, l’aml’abbattimento delle liste d’attesa sistenza sociale e pliamento della Casa l’informatizzazione.” dei Papà (una vera e per accedere ai servizi sociali Ecco l’iter che seguipropria casa che rà il nuovo piano: accoglie papà separesi più facili anche dalla tracciadopo un primo periorati, residenti nel terbilità che renderà più semplice do di sperimentazioritorio capitolino e in ne, durante il quale difficoltà economiprogrammare gli interventi” esso sarà in vigore che), agevolazioni solo nei municipi II, tariffarie per le famiIV, VIII, e XIII, le nuove glie più numerose, la si riunirà una riorganizzazione del sistema norme verranno introdotte sari nell’intero territorio capitolino Commissione speciale com- delle case di riposo per gli da Municipi, anziani, il protocollo d’Intesa a partire dal 1 marzo 2012. posta di Anna Paola Tortora A Per il momento quindi nei municipi cosiddetti ‘pilota’ verrà compiuta un’indagine sugli utenti (sia in carico che in attesa di prestazione); questi dati serviranno poi a stilare un piano di intervento individuale e diventeranno importanti per riuscire a costituire unità di assistenza adeguate alla domanda. Il termine di quest’operazione è il 31 gennaio del 2012, data entro la quale anche gli altri municipi dovranno verificare la richiesta di assistenza sul loro territorio. A febbraio si svolgeranno gli Stati Generali del Sociale che verteranno su 4 temi: l’attuazione del Prs, le politiche per la famiglia, il funzionamento della nuova Fondazione Roma Capitale e la verifica degli effetti dei tagli, il tutto, spiega il sindaco Alemanno, “grazie all’ausilio di un rapporto del Censis sul sociale a Roma, una base solida su cui discutere”. Una volta raccolti tutti i dati neces- Abbattimento delle liste e dei tempi d’attesa del 20-30% tracciabilità dell’assistenza sociale e informatizzazione di Roma Gianni Alemanno tra il centro di Giustizia minorile e il Tribunale dei minori, la riqualificazione del sistema di accoglienza residenziale per i bambini con disagio, l’integrazione socio-sanitaria e un Piano per le emergenze sociali oltre alla riforma dell’assistenza domiciliare già citata. Uno dei punti fondamentali del programma - ma anche uno dei più colpiti dalle polemiche - è la riduzione delle liste d’attesa per l’accesso alle prestazioni domiciliari a fronte di un aumento del numero degli assistiti (1700): le 102 azioni – secondo la Belviso – cambieranno il volto della città e porteranno molto benefici, primo tra tutti “l’abbattimento delle liste d’attesa per accedere ai servizi sociali resi più facili anche dalla tracciabilità che renderà più semplice programmare gli interventi”; il tutto senza aumentare né ridurre la spesa com- plessiva per il sociale che rimarrà invariata. Il Piano Regolatore Sociale costerà 6 milioni di euro ogni anno e 2 milioni una tantum, dice il sindaco, Gianni Alemanno che durante la presentazione della riforma ha aggiunto: “questo provvedimento non serve a ridurre la spesa complessiva per il sociale, che resterà invariata, ma a ridurre le liste d'attesa e a rendere il servizio più efficiente. L'assistenza domiciliare è alla base dell'integrazione socio-sanitaria, obiettivo prioritario per l’Amministrazione”. Il piano, sostiene la Belviso, “vuole migliorare la qualità degli interventi attraverso il monitoraggio di valutazione e l’ampliamento dell’offerta”. Si vogliono combattere gli sprechi e uniformare la spesa perché, continua il vicesindaco, “non è possibile che lo stesso servizio abbia costi diversi in due differenti municipi”. Roma Salute news 24 Ottobre 2011 Le ultime notizie su www.rom asalutenews.it 3 “Perplessità sulla sostenibilità del Piano” La riforma non convince il mondo delle associazioni. Critiche da Agenzia per la Vita indipendente e Fish I l nuovo Piano Regolatore Sociale approvato il 12 ottobre scorso dalla giunta capitolina non ha tardato ad attirare su di sé polemiche ancor prima di essere attuato. La riforma, che dall’amministrazione capitolina è stata presentata come un superamento del concetto di emergenza e assistenzialismo e come un servizio basato sulle persone che porterà con sé un ampliamento e un miglioramento dell’offerta, non convince invece il mondo delle associazioni. Da queste ultime infatti sono già arrivate le prime critiche: “forti perplessità sulla sostenibilità del piano”, sono queste le parole con cui il presidente della Onlus Agenzia per la Vita Indipendente Dino Barlaam ha salutato la decisione della Giunta di approvare il nuovo Prs, in sostituzione del vecchio che risale al 2004, il quale ha aggiunto: “I nostri dubbi riguardano soprattutto la riforma dell’assistenza domiciliare e della mobilità per le persone disabili”. Una situazione, quella stabilita dal nuovo Piano regolatore sociale, secondo Barlaam, inaccettabile. Molta è la fiducia nel nuovo Prs da parte della giunta capitolina e numerose le novità e i miglioramenti che a parere di quest’ultima il nuovo Piano introdurrà. Porterà – dicono dal comune - ad un miglioramento delle prestazioni e un’ottimizzazione delle risorse: “questo piano si inserisce in un particolare momento di trasformazione sociale dovuta anche agli effetti della crisi economica che hanno determinato un aumento dei bisogni sociali e riduzione delle risorse” ha sottolineato il sindaco Gianni Alemanno. Decisamente diverso è il parere della Onlus Agenzia per la Vita Indipendente e della Fish (Federazione Superamento Handicap Roma) che in più di un’occasione hanno mostrato perplessità a riguardo. Dino Barlaam spiega infatti che “la riforma dell’assistenza prevede da un lato l’aumento del 20% della tariffa oraria (che passa da 18,44 a 22,50), dall’altro l’incremento del numero di utenti: tutto “I nostri dubbi riguardano soprattutto la riforma dell’assistenza domiciliare e della mobilità per le persone disabili” questo, senza aumentare le risorse da spendere. Questo significherà un taglio delle prestazioni di circa il 33%, con l’assistenza ridotta a una sorta di macelleria sociale”. Anche Barlaam sostiene con forza la necessità di una riforma del sistema – ad esempio per quanto riguarda il servizio dei trasporti dei disabili - ma il presidente della Onlus non vede nel nuovo Piano Regolatore Sanitario la risposta agli attuali problemi, denunciando già i primi disagi che la riforma ha portato con sé: “è effettivamente necessaria una razionalizzazione del servizio, attualmente affidato a pulmini e taxi, su cui grava una lunga lista d’attesa, che non riesce a scorrere. L’amministrazione, però, è partita male, realizzando un monitoraggio tramite due questionari, in cui si richiedevano Isee e certificato del medico legale: questo comporta, per i cittadini disabili, una spesa e un disagio. Si tratta di una richiesta inutile e superflua, visto che l’amministrazione dovrebbe già disporre di questi dati. Tutto questo – conclude Barlaam – allo scopo di aumentare il numero degli utenti senza incrementare la spesa”. La Onlus era già scesa in piazza il 21 settembre scorso per opporsi all’approvazione di un Piano che a suo avviso era “camuffata come sperimentale, ma rappresenta un vero e proprio attacco nei Il vicesindaco Sveva Belviso confronti delle persone disabili non autosufficienti.” Successivamente all’approvazione del Prs in un comunicato della Onlus dove viene espressa preoccupa- “Significherà un taglio delle prestazioni di circa il 33%, con l’assistenza ridotta a una sorta di macelleria sociale” zione per la situazione, si leggono ancora accuse nei confronti di una manovra che – nonostante le promesse - non porterà ad altro che a tagli delle prestazioni: si tratta solo – secondo Barlaam – di operazioni di taglio e di riordino da parte del comune di Roma. Abbattere del 20-30% le liste d’attesa mantenendo la stessa spesa e aumentando il numero dei pazienti – conclude il presidente - sarà possibile solo grazie al fatto che verrà effettuato un taglio medio del 33% delle prestazioni, taglio che – sottolinea il presidente della Onlus – graverà soprattutto sui pazienti più gravi e quelli di media intensità. Anna Paola Tortora 4 Roma Salute news 24 Ottobre 2011 Si stima che colpisca nel Lazio oltre un milione e mezzo di persone NON SI ARRIVA AL 5% DEI FONDI Dolore cronico non oncologico, IN ITALIA una patologia sottovalutata POCA PREVENZIONE di Luciana Riva I l dolore cronico è una patologia spesso sottovalutata. In Italia, si stima che il dolore cronico non oncologico colpisca oltre 15 milioni di persone (il 26% della popolazione). Nel Lazio circa un milione e mezzo. Spesso però non è riconosciuto e trattato adeguatamente con conseguenze negative sulla qualità di vita dei pazienti e alti costi sociali. Il dolore, infatti, è una tra le principali cause di assenza dal lavoro per ragioni mediche e, secondo dati Istat, al 20% dei pazienti con dolore cronico è diagnosticata una forma di depressione reattiva; al 40% disturbi ansiosi. In seguito all’emanazione della Legge 38/2010, una legge innovativa che regola l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza e che pone l’Italia all’avanguardia in Europa, la battaglia al dolore in tutte le regioni deve seguire specifiche linee guida nazionali. La Regione Lazio è stata tra le prime ad avviare un modello organizzativo dedicato alla Medicina del dolore con un coordinamento integrato delle reti del dolore cronico non oncologico e delle cure palliative. Sono più di tre mesi prima di chiedere una visita e non sanno nati nel territorio due centri di che è un loro diritto la giusta riferimento: Policlinico Umberto I (Hub che coordina terapia: la Legge 38/2010, la Asl Roma A, la D, la G, infatti, sancisce l’assoluto parte della H con Anzio e diritto del malato ad essere Pomezia, Latina e Frosinone) curato per il dolore cronico e Tor Vergata (referente per la così come per qualsiasi altra Asl Roma B, Rm C, E, F, parte malattia. “Nell’attuale modeldella H, Viterbo e Rieti). Tra gli lo del Lazio c'è un'attenzione obiettivi principali la forma- forte al dolore - ha dichiarato zione continua, l’aggiorna- la responsabile dell' Hub del mento degli operatori sanitari Policlinico Umberto I e l’informazione ai cittadini. Rosanna Cerbo - non solo a “Nel Lazio sono stati raggiun- quello oncologico, ma anche ti obiettivi importanti” - ha a quello neuropatico legato dichiarato Antonio Gatti, refe- ad esempio al diabete, all'arrente Hub del Policlinico Tor trite reumatoide o alle malatVergata nel corso della tie pediatriche”. Nell’ambito Conferenza presso la direzio- della Conferenza sono stati ne Generale del Policlinico presentati i progetti che sono Umberto I ‘Rete Regione Spesso i malati sono rassegnati Lazio: dolore cronico non al dolore, aspettano più di tre oncologico'. “Nel 2010 la mesi prima di chiedere prescrizione di analgesici una visita e non sanno che oppiodi in è un loro diritto la giusta terapia Italia è cresciuta del 18% rispetto al 2009 e nel Lazio si è registra- in attesa di finanziamento da to un aumento del 25%, una parte della Regione: la formacrescita che pone la Regione zione di medici specializzati tra le più virtuose. Si è regi- nella lotta al dolore (Asl Rm A strata inoltre una tendenza e Latina), un riconoscimento all’aumento della prescrizio- del legame della patologia ne della via di somministra- con la depressione zione orale, come previsto da (Frosinone), estensione del Linee guida internazionali. trattamento anche a Ostia e Ma ci sono ancora ostacoli Fiumicino (Asl D) oggi scoda superare, perte, creazione di codici come ad identificativi per conteggiare esempio l’im- il numero delle prestazioni patto con i eseguite legate alle patologie farmacisti: le dolorose (Rm G). Infine è iniziative di stata lanciata la proposta di f o r m a z i o n e istituire due Centri di sono fonda- Riferimento Regionale: quello mentali in per il Dolore nelle urgenze e questa rivolu- nelle Emergenze presso il zione”. E poi Policlinico Umberto I – a tal l’informazio- proposito esiste già un protone. Spesso, collo d’Intesa con il corpo infatti, i mala- militare CRI- e uno per il ti sono rasse- Dolore da parto presso gnati al dolo- l’Ospedale S.G. Calibita re, aspettano Fatebenefratelli. L a prevenzione è l’arma migliore nella lotta alle malattie ma in Italia se ne fa ancora troppo poca. E’ quanto emerso nel corso della dodicesima Conferenza Nazionale organizzata dalla Siti, Società Italiana di Igiene. Durante i quattro giorni sono stati approfonditi temi attuali e complessi che riguardano la Sanità Pubblica alla luce di tre parole chiave: globalizzazione, nuove esigenze di salute e sostenibilità economica. In un momento di forte crisi, secondo i professionisti della salute, una buona politica di prevenzione servirebbe, fra l’altro, a contribuire allo sviluppo. “Se tagliassimo la prevenzione, avremmo epidemie, ricoveri e altri effetti che porterebbero a maggiori spese dell’ordine di 20-30 miliardi di euro, quanto vale una finanziaria” ha dichiarato Sandro Cinquetti, vicepresidente Siti. Eppure le iniziative di prevenzione a livello regionale sono carenti. In teoria il 5% dei fondi dovrebbe essere speso per quest’area della sanità ma, secondo i dati riportati dalla Siti, nessuna Regione raggiunge questa quota. “Il valore reale è del 3,5% – ha spiegato Vittorio Carreri, membro del comitato scientifico del congresso – quando il minimo indispensabile sarebbe che almeno questo 5% fosse garantito e controllato”. In molte regioni ancora non si effettuano in maniera sufficiente screening contro i tumori e non soltanto al Sud, ma anche in alcune zone del nord. Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale screening, sia per i tumori al seno che per quelli del colon la percentuale di adesione ai programmi non supera il 56%. Tra gli elementi critici evidenziati nel corso delle relazioni, anche la particolare situazione italiana riguardo alle vaccinazioni. Nel nostro paese, infatti, manca da diversi anni un Piano Nazionale Vaccini. L'ultimo risale al 2005-2007 e al momento coesistono 21 piani vaccinali diversi, uno per ogni regione. “Solo in Italia i vaccini somministrati variano da regione a regione – ha dichiarato Carlo Signorelli della Siti - gli altri paesi ne hanno uno unico, in USA addirittura ce n’è uno solo per gli oltre 330 milioni di abitanti. Da un punto di vista della prevenzione delle malattie, una situazione a macchia di leopardo è insostenibile”. Ma sono stati SCREENING ANCORA PER POCHI Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale screening, sia per i tumori al seno che per quelli del colon la percentuale di adesione ai programmi non supera il 56% fatti dei passi avanti. Una nuova bozza di Piano nazionale vaccini è, infatti, attualmente in discussione. Come annunciato al termine dei lavori della Conferenza, questa versione è stata approvata dal Coordinamento Interregionale per la Prevenzione e deve passare ora al vaglio della Conferenza Stato-Regioni. Il Ministro della Salute Fazio, intervenuto alla Cerimonia inaugurale del congresso, ha riassunto le attività per la prevenzione svolte dal Ministero con l’emanazione del Piano Sanitario Nazionale e del Piano Nazionale per la Prevenzione auspicando la tempestiva approvazione del Piano Nazionale Vaccini. Luciana Riva 5 Roma Salute news 24 Ottobre 2011 Dal 24 al 29 ottobre screening della pressione arteriosa e della fibrillazione atriale promosso da A.L.I.Ce. Italia Onlus Giornata mondiale contro l’ictus cerebrale, iniziative in 3000 farmacie italiane di Laura Gilardi I n tutto il mondo, il prossimo 29 ottobre, si celebra la VII Giornata Mondiale contro l’Ictus Cerebrale, promossa dalla World Stroke Organization che, anche quest’anno, utilizza la parola d’ordine ‘ONE IN SIX’ per spiegare che ogni sei secondi, in una parte qualsiasi del mondo, indipendentemente dall’età o dal sesso, una persona viene colpita da ictus. Inoltre dal 24 al 29 ottobre, A.L.I.Ce. Italia Onlus promuove, presso oltre 3000 farmacie nelle principali città italiane, il controllo della pressione arteriosa e della fibrillazione atriale, anomalia del ritmo cardiaco che colpisce un ultracinquantacinquenne su quattro. Grazie ad una costante prevenzione e ad una attenta diagnosi precoce, infatti, si possono evitare ben 3 ictus su 4 causati proprio da fibrillazione atriale “L’obiettivo delle nostre iniziative è quello di far emergere informazioni chiare e approfondite su questa patologia. Ciò che emerge nella popolazione, infatti, è la scarsa conoscenza di cosa sia un ictus, come si manifesti e quanto sia importante il ricovero in ospe- La prevenzione può evitare 3 casi su quattro dale il prima possibile – afferma la professoressa Maria Luisa Sacchetti – Presidente Onorario della Federazione A.L.I.Ce. Italia Onlus e neurologa vascolare presso l’Azienda Ospedaliera del Policlinico Umberto I di Roma - E’ quindi molto importante realizzare campagne informative, che coinvolgano anche le fasce più giovani della popolazione e che veicolino le informazioni sull’ictus nella maniera più DAL 1 NOVEMBRE UN SITO TUTTO NUOVO corretta, mettendo le persone in grado di gestire questo aspetto della propria salute senza inutili allarmismi, ma anche con la necessaria serietà”. Alcuni fattori di rischio infatti non sono modificabili come ad esempio l’età, il sesso o la familiarità, ma altri, come l’ipertensione arteriosa, le malattie cardiache, il diabete, il fumo e l’obesità possono essere neutralizzati con un più corretto stile di vita e un www. controllo costante. L’Ictus è una malattia che colpisce il cervello quando improvvisamente una parte di questo viene danneggiata o distrutta. E’ il risultato di un’interruzione di sangue ai tessuti cerebrali, dovuta alla chiusura o alla rottura di un’arteria. Nel mondo, ogni anno, 15 milioni di persone sono colpite da ictus, di queste quasi 6 milioni muoiono. Non è soltanto una malattia dell’anziano (negli anziani di 85 anni ed oltre l'incidenza dell'Ictus è fra il 20 ed il 35%): infatti, dei 200.000 nuovi casi di ictus che si verificano ogni anno nel nostro Paese, circa 10.000 riguardano soggetti con età inferiore ai 54 anni. I sintomi più comuni sono paralisi o debolezza o formicolio al viso, al braccio e alla gamba, visione annebbiata o diminuita in uno o entrambi gli occhi e difficoltà a pronunciare o comprendere semplici frasi. Inoltre può presentarsi una perdita di equilibrio, vertigine e mancanza di coordinazione. La persona con sospetto Ictus deve recarsi immediatamente in ospedali organizzati per questa emergenza, fare una tac cerebrale per fare una diagnosi precisa e ricevere i trattamenti adeguati. L’ictus è responsabile di più morti ogni anno di quelli attribuiti all’Aids, tubercolosi e malaria messi insieme e costituisce la seconda causa di morte a livello mondiale e la terza causa di morte nei Paesi del G8, preceduto soltanto dalle malattie cardiovascolari e dai tumori. Per la sua elevata incidenza, rappresenta un problema assistenziale, riabilitativo e sociale di enormi dimensioni. .it 6 Roma Salute news 24 Ottobre 2011 Le ultime notizie su www.rom asalutenews.it Ricerca Una tecnica innovativa permetterà di ricostruire il codice genetico dei microrganismi patogeni del passato Psicologia La mappa del Dna della 'Morte Nera'. Scoperti i segreti del batterio della peste Allattamento e aggressività I dati dimostrano che questo ceppo batterico è l'antenato di tutte le pestilenze presenti oggi nel mondo di Chiara Addei E’ ormai cosa nota che le cifre del nostro essere, l’essere alti piuttosto che bassi, castani piuttosto che biondi e così via sono racchiuse in quella molecola di acido desossiribonucleico comunemente nota come Dna. Ma se il Dna riesce a racchiudere nelle maglie della sua doppia elica tutto quello che siamo può anche offrire uno scorcio sul passato su quello che era per iniettare nuova conoscenza nella tortuosa documentazione dell’evoluzione. Evoluzione non solo di noi esseri umani ma anche di tutto ciò che è strettamente correlato alla vita umana e che alle volte la condiziona in modi tristemente drammatici. Parliamo di malattie, di epidemie che Sarà possibile studiare il genoma di ogni patogeno del passato hanno rappresentato il centro della ricerca coordinata dai genetisti canadesi della McMaster University insieme ai colleghi tedeschi dell'università di Tubinga. I ricercatori sono, nello specifico, riusciti a mettere a punto una tecnica innovativa che permetterà di ricostruire il codice genetico dei microrganismi patogeni del passato e quindi di studiarne l'evo- luzione nei secoli. Proprio grazie a questa tecnica, è stato possibile recuperare il Dna del batterio della Peste Nera (chiamata Yersinia pestis) partendo dalla polpa dei denti di cinque scheletri rinvenuti nel cimitero londinese di East Smithfield. ''I dati del Dna dimostrano che questo ceppo batterico è l'antenato di tutte le pestilenze presenti oggi nel mondo e che ogni attuale focolaio di infezione deriva da un discendente della peste medievale'', spiega Hendrik Poinar, genetista della McMaster University tra gli autori dello studio. Collegando la datazione dei resti umani londinesi ai dati emersi dall'analisi del Dna, i ricercatori sono riusciti a calcolare l'età del primo antenato del batterio Yersinia pestis, che ha causato l'epidemia medievale. Hanno così scoperto che questo è comparso tra il XII e il XIII secolo: tutte le pestilenze sarebbero state quindi provocate da altri batteri. ''Grazie ad una più approfondita conoscenza dell'evoluzione di questo patogeno letale aggiunge Poinar - si apre una nuova era per la ricerca sull'infezione''. Secondo Johannes Krause, dell'Università di Tubinga, ''usando questa nuova metodologia sarà possibile studiare il genoma di ogni patogeno del passato. Questo ci darà una visone più dettagliata dell'evoluzione dei patogeni umani e delle pandemie storiche''. L’istinto materno non è definibile in una manciata di parole, come non è assimilabile a una sola accezione in quanto riassume nella sua primitività un crogiolo eterogeneo di sentimenti e inclinazioni che tutt’ora vengono sondate e studiate. Comune e facilmente riscontrabile è sicuramente il desiderio da parte della madre di proteggere il proprio piccolo ma meno scontato è il fatto che le mamme sono più aggressive quando allattano, e anche più coraggiose in caso sentano la necessità di ingaggiare una reazione verso una potenziale minaccia. A documentare questo particolare aspetto è stata Jennifer HahnHolbrook della University of California a Los Angeles. Le donne, spiega la psicologa, sono anche più coraggiose mentre allattano. Infatti durante l'allattamento si registra un calo di pressione sanguigna che si deve interpretare come riduzione dello stress e della paura. La psicologa ha misurato l'aggressività di tre gruppi di donne: mamme che allattano al seno, mamme che usano il latte artificiale, donne che non allattano. Le prime risultano più tendenti all'aggressività durante l'allattamento e parimenti la loro pressione sanguigna decresce (segno di minore stress) durante la poppata. Le madri che nutrono il proprio piccolo esclusivamente al seno sono quasi il doppio più aggressive di quelle che usano il latte artificiale e delle donne che non allattano''. Chiara Addei Roma Salute news 24 Ottobre 2011 7 Le interviste di “Basta parlare di sprechi! Valorizzare quel che si è fatto” Intervista a Vitaliano De Salazar, D.G. dello Spallanzani e Antonino Annetta, Federfarma Lazio di Tiziano Battisti I n sanità sono anni ormai che si parla di tagli agli sprechi. Ci può fare qualche esempio concreto, nella sua attività dove si può ancora tagliare? De Salazar: Penso sia intanto un problema di terminologia. Ci vuole un po’ di buon senso e cominciare a usare termini più appropriati senza definirli sempre ‘sprechi’. Dobbiamo parlare più di cultura organizzativa e di esigenze reali per gli ospedali. Mi rifiuto di considerarli sprechi, perché già la parola stessa mette tutti sulla difensiva: nessuno definirebbe se stesso con la parola “sprecone”. Ciò non toglie che sia necessario ottimizzare le risorse. A cominciare dagli appalti. Ogni gara in più che si fa è un risparmio per definizione. Questo è un primo punto. Il secondo punto è l’organizzazione e quando parliamo di organizzazione in sanità ci sono due elementi peculiari da valutare: un primo elemento è interno e su quello si può intervenire. L’altro riguarda il contratto della sanità e la giungla normativa di carattere nazionale che esiste. E su quello un direttore poco può fare. Dottor Annetta, ci sono stati dei problemi ultimamente tra Federfarma e la Regione, in particolare sull’erogazione di prodotti per diabetici. Li avete risolti? Annetta: Ci siamo seduti di nuovo al tavolo delle trattative. Il Prefetto ha invitato la Regione a tornare sui propri passi e a riconvocare Federfarma per rivalutare la situazione che riguarda l’assistenza di pazienti diabetici. Noi abbiamo messo a disposizione un sistema informati- Vitaliano De Salazar, D.G. dello Spallanzani co che funziona da circa due anni. Web Care è un sistema talmente complesso nella sua interezza da essere un sistema estremamente fruibile dalle istituzioni. La Regione in qualsiasi momento può sapere quale prodotto utilizza quel determinato paziente diabetico, chi gliel’ha prescritto e quale farmacia lo sta erogando e, quindi, può controllare la spesa in tempo reale. La Regione risparmia e non lo diciamo noi, ma il primo decreto commissariale del presidente Polverini. Nel primo anno di introduzione il sistema Web Care ha prodotto un risparmio di circa 20 milioni di euro rispetto alla gestione precedente, quando questi prodotti venivano erogati in maniera poco controllata. Abbiamo dato un taglio agli sprechi e anche il paziente ne ha avuto un giovamento immediato, perché non è più costretto ad andare nelle Asl a orari prestabiliti, perché le strisce per misurare la glicemia le trova nella farmacia sotto casa. Mi piace inoltre ricorda- re che un paio di anni fa abbiamo messo su un sistema che consente a circa 200 farmacie del Lazio di avere i defibrillatori. Il servizio, purtroppo, è poco pubblicizzato, ma un cittadino che ha un’evenienza tragica può correre in farmacia dove c’è non solo il defibrillatore ma anche il personale formato per usarlo. Questo tipo di iniziative fanno sì che la farmacia diventi un presidio sanitario vero e proprio al servizio dei cittadini. Rapporto tra pubblico e privato: cosa vuol dire per una struttura di eccellenza come lo Spallanzani? De Salazar: Il rapporto con i privati è ottimo. Noi forniamo, per esempio, consulenza nel settore dell’infettivologia e molti privati e case di cura vengono da noi per chiederci pareri. È un rapporto fluido facilitato dall’autorevolezza dei professionisti che l’ospedale mette a disposizione e che non può che tornare a vantaggio di tutti i cittadini. Ma lo Spallanzani è anche un presidio di eccellenza ricono- Antonino Annetta, Federfarma Lazio sciuto a livello mondiale ed è bene ricordarlo sempre, perché si tende a dimenticare che le eccellenze che abbiamo in questa regione sono tante, sono pubbliche e il pubblico costa. E spesso la spesa non si annida negli ospedali che sono il punto di arrivo, ma sul territorio. Anche rinvigorire il rapporto con i medici di famiglia può produrre risparmio. Non ho io la ricetta ma sappiamo che in altri paesi stanno sperimentando vie diverse. Per esempio in Inghilterra i medici hanno un budget per paziente, si responsabilizzano così i medici di famiglia ma anche i cittadini. Lo spreco nel consumo dei farmaci esiste o prevale l’appropriatezza? Annetta: E’ un discorso complesso, forse bisognerebbe girare la domanda al direttore generale, almeno per quanto riguarda la spesa ospedaliera perché la spesa farmaceutica territoriale è in calo e sotto controllo mentre quella farmaceutica ospedaliera sfora totalmente il budget ogni anno. C’è da dire che molti brevetti sono scaduti sostituiti sul mercato da generici che hanno ridotto il prezzo. Il problema è l’appropriatezza prescrittiva, è un problema serio e difficile da risolvere. Ricordiamo che la spesa farmaceutica nelle Asl è aumentata anche perché è aumentata la distribuzione diretta dei farmaci. Ma la spesa dei farmaci resta una voce di bilancio importante nello Spallanzani proprio per il tipo di malattie che vengono trattate. De Salazar: Basta un dato per esemplificare. Lo Spallanzani ha un budget di 105 milioni di euro l’anno, di questi circa 50 milioni destinati ai farmaci. Sono farmaci retro virali e salvavita. Abbiamo abbassato la spesa da un trend del 10% a un 4,5%, usando generici ed altro, però il dato rimane perché quella è una spesa incomprimibile. Quei farmaci salvano la vita e senza quella spesa non c’è sanità. 8 Roma Salute news 24 Ottobre 2011 La Sisc elabora le nuove linee guida per il disturbo che colpisce 12 milioni di italiani Cefalea, tra le cause tacchi sesso e odori. E in 500mila cercano aiuto dai maghi di Laura Gilardi D urante l’ultimo congresso della Sisc, Società italiana per lo studio delle cefalee, sono state elaborate le nuove linee guida per il trattamento della cefalea, un disturbo che colpisce 12 milioni di italiani, di cui un milione sotto i 14 anni. Tacchi alti, sesso e odori, ma anche frequenti visite dal parrucchiere per la messa in piega, poco sonno e stress sono alcuni degli 'insospettabili' fattori scatenanti delle cefalee e, pur di trovare una speranza di sollievo, in mezzo milione, addirittura, si rivolgono ai maghi. In particolare è emerso che due pazienti su tre hanno almeno due odori ai quali sono ipersensibili durante un attacco di emicrania e altrettanti possono indicare una fragranza specifica che da sola scatena la crisi. ''Nel 75% dei casi, l'elemento che scatena il mal di testa è lo stress quotidiano - afferma Luigi Alberto Pini, presidente della Sisc - in una percen- darsi ai maghi: almeno la metà prova anche questa strada afferma Pini ma dopo aver verificato l'inefficacia dei guaritori, ritorna alla terapia medica''. Affidandosi ai maghi si aggiunge il rischio di ''assumere, attraverso intrugli e pozioni, sostanze non controllate aggiunge Pini che potrebbero interagire coi farmaci, dando Nel 75% dei casi, l'elemento che scatena il mal di testa è lo stress quotidiano luogo a reazioni avverse, anche tuale analoga, soprattutto freddo estremi. Anche l'ali- pericolose''. Secondo i dati quando la cefalea è di tipo mentazione ha il suo ruolo: Sisc, il mal di testa è la tensivo, la causa è una saltare i pasti o esagerare col prima causa di rinuncia alla postura scorretta. Seguono cibo può far scoppiare il mal vita sociale, incide pesantela privazione di sonno e il di testa, per le oscillazioni mente sulle assenze lavoraticiclo mestruale''. Nella clas- della glicemia. Per quanto ve (5 giorni in media a trisifica dei fattori scatenanti riguarda le cure 'miracolo- mestre) e nell'11% dei casi, ci sono anche le condizioni se', ''sono soprattutto i chi ne soffre si rivolge al atmosferiche: cambiamenti pazienti con cefalea cronica Pronto Soccorso. Nella magrepentini della pressione in cura presso i Centri per le gior parte dei casi però, la atmosferica, vento, caldo o cefalee che scelgono di affi- cefalea è una malattia “fan- tasma”: una persona su quattro non va dal medico e si cura da sola con analgesici e antinfiammatori assunti spesso in maniera eccessiva e che, in alcuni casi tuttavia, come durante la gravidanza e l’allattamento, non possono essere somministrati per gli effetti collaterali che ne derivano. Le principali novità dunque, presentate al congresso della Sisc, arrivano dai trattamenti non farmacologici, L’osteopatia e l’elettrostimolazione transcutanea ad esempio si sono rivelate terapie molto efficaci nel 50 – 70% dei casi, mentre l’agopuntura non ha mostrato significativi risultati. Sui pazienti con cefalea cronica, inoltre, che non rispondono ad altri trattamenti, ha una buona efficacia (nell’80% dei casi) la tossina botulinica iniettata nei muscoli della testa e del collo ogni tre mesi. Lo Yoga e le tecniche di rilassamento poi sono efficaci nel caso di cefalee tensive, nelle quale è importante la componente psicologica e la contrazione dei muscoli. Il settore gioco rastrella 70 miliardi di euro in un anno e inaugura una nuova forma di dipendenza Il divertimento diventa pericoloso, cresce l’allarme per le ludopatie Popolo di poeti, santi, navigatori ed è il caso di aggiungere: giocatori. Si perché secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sono addirittura il 3% della popolazione adulta, circa 1 milione e mezzo, gli italiani vittime della passione per il gioco che sfocia nella dipendenza. Dal semplice divertimento all’esagerazione, il passo è breve e tante sono le tentazioni dal bingo, alle corse, ai gratta e vinci, alle slot fino al lotto, per non parlare del gioco on line. Ludopatie, così le chiamano gli esperti preoccupati non solo dal crescente aumento dei malati di gioco ma soprattutto dalla travolgente impennata verso l’alto che sta conoscendo il settore del gioco in generale con una raccolta di 48,3 miliardi registrata solo nei primi otto mesi dell’anno. Tra il 2003 e il 2010 la raccolta è stata di 309 miliardi, con una proiezione per il solo 2011 di ben 70 miliardi di euro finali. Se le donne tra i 25 e i 45 anni sono a rischio dipendenza (40%) anche l’antimafia lancia l’allarme legato ai costi sociali definiti ‘devastanti’ di queste nuove forme di dipendenza: “Questo gioco compulsivo – spiegano in una nota – sfrutta ampie aree di disagio sociale. E’ stato verificato che nei giorni di riscossione delle pensioni la partecipazione ai giochi registra un'impennata significativa. La ludopatia è una vera e propria forma di dipendenza patologica che mette in discussione la sopravvivenza economica delle famiglie e non è inserita nell'elenco delle malattie riconosciute dal Servizio sanitario nazionale. Appartamenti ipotecati, gente che perde il lavoro, negozi che passano di mano, famiglie distrutte – prosegue l’Antimafia - le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e ad aggravare il bilancio ci pensano delle forme pubblicitarie che presentano il giocatore come un vincitore e indicano nel gioco la soluzione ai problemi economici”. In testa alla hit dei giochi più gettonati tra gli uomini ci sono le partite, seguite dalle corse dal lotto e dal bingo, mentre il gentil sesso preferisce il poker on line, le slot e altri giochi. Cinzia Rossi Roma Salute news 24 Ottobre 2011 OFFICINA ORTOPEDICA & SANITARIA AZIENDA CON SISTEMA QUALITA’ CERTIFICATA ISO 9001-2008 CONVENZIONATA con il S.S.N. e l’INAIL Via Cividale del Friuli 7/a Roma Tel 06.7017788 Via dei castani 194 Roma Tel. 06 2570970 [email protected] Gruppo Fantauzzi 9 CONSEGNE A DOMICILIO GRATUITE Qualunque sia l'entità e la frequenza del disturbo, il dolore deve essere considerato un segnale Mal di schiena: come curarsi con l’aiuto del computer di Cinzia Rossi S tatistiche americane dicono che riguarda il 15-20% della popolazione adulta ed è la più comune causa di assenza dal lavoro sotto i 45 anni. Spesso si manifesta al risveglio, coi primi movimenti della colonna, o la sera alla fine della giornata lavorativa. La definizione generica del famigerato “mal di schiena” raggruppa in realtà una molteplicità di squilibri biomeccanici e/o bioenergetici che vanno affrontati attraverso un approccio multidisciplinare, perché solo un’equipe di specialisti può individuare le diverse cause che sostengono il sintomo ed elaborare la terapia più efficace e personalizzata. L'errore, molto comune, consiste infatti in una carenza diagnostica: ci si ferma al trattamen- to del sintomo quando è indispensabile risolvere l'eziologia cioè l'origine del male. Il sintomo doloroso può derivare da cause meccaniche, come squilibri statici che determinano contratture della muscolatura che sostiene le vertebre, e trae origine da artrosi delle articolazioni, traumi lombari, ernie del disco. Anche la riduzione della densità ossea derivante dall’età avanzata, da un’immobilizzazione prolungata o da squilibri ormonali (osteoporosi tipica della menopausa) possono essere alla base delle manifestazioni dolorose a carico del tronco. Non ultima una condizione di ‘surmenage psichico’, ovvero una condizione di stress protratta nel tempo, può scaricare sulla colonna il ‘peso’ del carico emotivo. Quindi quello che occorre è un adeguato inquadramento diagnostico e la capa- cità del medico di individuare il corretto approccio terapeutico. Oggi gli specialisti della riabilitazione, medici e tecnici, si giovano di strumenti innovativi che mirano a perfezione i trattamenti adeguandoli alle diverse esigenze. Le strumentazioni computerizzate, in particolare, sono in grado di fornire le informazioni necessarie per trattamenti sempre più mirati. Tra questi la pedana propriocettiva, o Pro-Kin Line, dotata di una serie di sensori che consentono di effettuare valutazioni computerizzate e interventi riabilitativi personalizzati, e il Multi-Joint System, che utilizza indicatori di sensibilità e mobilità articolare, consentendo un corretto intervento a livello locale. Infine a disposizione degli specialisti uno strumento di ultima generazione come il Postural Bench, si rivela fondamentale per lo studio Mal di schiena per il 20% della popolazione della postura e per l’individuazione degli squilibri muscolari, garantendo una valutazione computerizzata di tutte le patologie muscolo scheletriche e un processo riabilitativo immediato e completo. E “i risultati si vedono” non è solo una garanzia pubblicitaria, ma i progressi riabilitativi possono effettivamente essere visualizzati sul macchinario dal paziente stesso. FISIO MICHELMARIA s.r.l. MULTI-JOINT SYSTEM - GINNASTICA MEDICA - POSTURAL BENCH MASSAGGI GINNASTICA POSTURALE RIABILITAZIONE MOTORIA - VISITE SPECIALISTICHE DI CONTROLLO CENTRO DI FISIOTERAPIA Gruppo Fantauzzi SERVIZIO NAVETTA GRATUITO FISIO MICHELMARIA s.r.l Via del Forte Tiburtino, 98/100 - 00159 ROMA - Tel 06 40.800.235 10 Roma Salute news 24 Ottobre 2011 Medicina La macchina consente di eseguire interventi di grande precisione IN Robot asporta utero primo intervento, BREVE gli strumenti introdotti dall’ombelico Il Robot Da Vinci opera paziente 60enne colpita da tumore di Simona Barbato L a chirurgia robotica sta compiendo passi da gigante e a dimoè oggi, strarlo, l ’ O s p e d a l e Universitario di Pisa. Grazie ai "prodigi" di questa tecnica chirurgica, ad una donna di sessant’ anni, malata di tumore, è stato asportato l'utero attraverso un’incisione di appena due centimetri all'altezza dell'ombelico. Il robot Da Vinci, utilizzato durante l’intervento, è dotato di arti meccanici su cui sono montate forbici, bisturi e sistemi di presa che il chirurgo comanda a distanza da una consolle operativa. La macchina consente di eseguire interventi di grande eliminando precisione anche problemi quali il “tremore”, inevitabile quando ad operare sono le mani dell’uomo. Il “chirurgo- Passi da gigante per la chirurgia robotica robot” è anche dotato di una telecamera tridimensionale che offre profondità di campo e può muoversi a 360° all’interno della cavità addominale. Il team del Centro interdipartimentale dell’Ospedale Universitario di Pisa, guidato da Vito Celi, ha dunque eseguito per la prima volta al mondo un’isterectomia con una tecnica denominata single port, utilizzando cioè una sola via d’accesso: l’ombelico. I microscopici strumenti chirurgici spessi solo 5 millimetri, sono stati introdotti nell'addome della paziente sessantenne affetta da tumore dell’endometrio, praticando un’incisione di soli due centimetri. I vantaggi dell’operazione sono davvero innumerevoli se si considera che alla precisione dell’intervento, si unisce la mancanza di cicatrici ed un rapido recupero postoperatorio per l’esiguità delle incisioni. “Già utilizzata in laparoscopia, questa tecnica però ha spiegato l’equipe di medici della chirurgia robotica dell'Aoup - finora era di uso limitato per le notevoli difficoltà dovute ai limitati movimenti per la singola porta di entrata e alla collisione degli strumenti per lo spazio di azione ridotto, mentre l'utilizzo del robot ha permesso di superare tutti i limiti della chirurgia laparoscopica aggiungendo i vantaggi propri della chirurgia robotica come la visione tridimensionale e il controllo degli strumenti, che non rischiano più di urtarsi fra loro''. Le complicanze più frequenti dopo un intervento di isterectomia sono le alterazioni della funzione della vescica in seguito al danno alle fibre nervose pelviche che sono a stretto contatto con i tessuti che è necessario asportare. Ciò può compromettere la funzionalità intestinale e, in alcuni casi, interessare anche la sfera sessuale. La chirurgia robotica in campo ginecologico tenta di salvaguardare al massimo le strutture funzionali che non sono coinvolte nell’intervento. La buona riuscita dell'intervento del team pisano è un passo avanti in questa direzione. Inoltre l’utilizzo del robot, attraverso la micro-incisione dell'ombelico, potrebbe in futuro garantire risultati di efficacia sia clinica che estetica anche per il trattamento di altre patologie ginecologiche. Staminali dal sangue per sanare cartilagine Un nuovo trattamento a base di staminali e fattori di crescita, è stato messo a punto per la cura delle lesioni cartilaginee del ginocchio. La notizia emerge da uno studio condotto da Alberto Gobbi, presidente della Fondazione Orthopaedic Arthroscopic Surgery International. La tecnica, sperimentata su 25 pazienti, stimola la capacità rigenerativa delle cellule dei tessuti cartilaginei. Malattie genetiche curate in laboratorio Cresce la possibilità di curare le malattie in provetta. A dimostrarlo è uno studio del Sanger Institute. Le cellule cutanee di pazienti con malattia genetica del fegato sono state trasformate in staminali, 'curate' e ritrasformate in cellule del fegato trapiantate con successo in topi. Cuore: networks per info immediate Tra le novità annunciate al 32° Congresso GISE, c’è il database che informa in tempo reale su interventi cardiovascolari. Il progetto Stent for life invece, intende offrire ai pazienti con infarto accesso rapido alle procedure. E’ 100 volte più potente rispetto agli standard ed offre nuove prospettive di cura Pacemaker nuovo per casi gravi di Simona Barbato Un pacemaker 100 volte più potente rispetto agli standard, offre nuove prospettive di cura ai pazienti con scompenso cardiaco grave. Il dispositivo in uso da 12-18 mesi, è stato presentato al congresso internazionale sulle aritmie Venice Arrhythmias 2011. In Italia, secondo i dati del Ministero della Salute, un milione di persone soffre di scom- penso cardiaco, con una maggiore prevalenza tra gli ultra 65enni, questo disturbo è responsabile di più di 170 mila ricoveri ogni anno. Oggi le terapie comprendono sempre più spesso cure farmacologiche e dispositivi che stimolano elettricamente la contrazione del cuore. I pazienti con scompenso avanzato però, non rispondono più ai farmaci e agli interventi di resincronizzazione. Dal momento che le terapie non hanno esiti positivi, l’aspettati- va e la qualità di vita di queste persone è molto ridotta. Il pacemaker presentato a Venezia, ha caratteristiche peculiari, utili proprio per i pazienti che soffrono di scompenso grave, poiché fa arrivare al cuore un impulso elettrico 100 volte più potente rispetto a quello erogato da un pacemaker standard. Questo meccanismo modifica l'espressione genica delle cellule cardiache e stimola la ricostituzione di proteine importanti per la contrazione del muscolo cardiaco. “Il pacemaker che modula la contrattilità cardiaca è un apparecchio impiantabile simile ai pacemaker standard, ma invia impulsi elettrici al cuore nel periodo in cui non è eccitabile- spiega Antonio Raviele, presidente del congresso Dopo la contrazione cardiaca infatti il cuore ha una breve fase in cui si rilassa e non è eccitabile per la contrazione. In questo modo può riempirsi di sangue da pompare in circolo al battito successivo''. “Nel mondo - prosegue l’esperto - sono stati trattati circa 1.000 pazienti con scompenso, di cui una ventina in Italia, e i risultati ottenuti finora sono molto positivi, perché si riducono le dimensioni delle cavità cardiache, aumenta il consumo di ossigeno, diminuisce l'affanno e migliora la qualità della vita in generale''. Roma Salute news 24 Ottobre 2011 Salute 11 Si tratta di un ‘bisturi di luce’ ed è l’ultima innovazione tecnologica che arriva dagli Usa Due di lato La cataratta e il laser femtosecondi, il futuro è nella sua precisione Inquinamento e danni al cervello Lo strumento prende il nome dalla sua frequenza d’emissione di Giada Chicca V iene dagli USA l’ultima innovazione tecnologica con cui, in America, sono già state operate oltre cinquemila persone alla cataratta. Si tratta di un laser che prende il nome dalla sua frequenza d’emissione, emana infatti 10.000 impulsi al secondo di luce monocromatica attraverso un raggio luminoso che ha un diametro di solo 3 millesimi di millimetro; consente infatti una maggiore precisione rispetto al bisturi o agli ultrasuoni (già utilizzati in Italia per eseguire circa 450mila interventi alla cataratta). In Europa, fino ad ora, il ‘bisturi di luce’ era stato utilizzato solo nella chirurgia refrattiva, ma grazie al chirurgo oftalmico Lucio Buratto, attualmente sono già state eseguite con successo una cinquantina di operazioni (il primo strumento del genere è stato installato a Milano). Buratto è anche stato il primo chirurgo oftalmico in tutto il mondo ad effettuare, nel 1996, un intervento di correzione della miopia con il Lasik Down Up. “Con questa tecnica – spiega -l’intervento è diviso in due fasi: la prima vede in una pre-sala l’utilizzo del laser, dotato di un sistema di analisi capace di eseguire una sorta di Tac delle strutture anatomiche, misurando diametro della pupilla, spessore del cristallino e tutti gli altri parametri necessari per eseguire l’intervento con la precisione di millesimi di millimetro. Sempre nella prima fase, il laser ammorbidisce la cataratta, la incide e la frantuma in varie porzioni”. È nella seconda fase dell’intervento, però, che il paziente si sposta Il vantaggio del laser sta nella precisione del taglio in sala operatoria per l’introduzione del cristallino artificiale dopo la precedente asportazione del cristallino frammentato. Precisa ancora Buratto: “Il vantaggio del laser sta nella precisione del taglio e nella maggior possibilità di pianificare l’intero intervento, soprattutto in funzione dell’impianto di lenti multifocali e accomodative (per correggere miopia, astigmatismo, presbiopia) che possono essere centrate con più accuratezza, Inoltre, con questo tipo di intervento si riduce il tempo in cui il chirurgo opera all’interno dell’occhio (seconda fase), con meno traumi dei tessuti oculari”. Ovviamente la tecnologia e l’innovazione hanno un costo che si ripercuote sui pazienti. Al momento l’unica struttura ad avere uno strumento del genere è una clinica privata, in cui l’intervento con il laser a femtosecondi ha un costo minimo di 4000 euro. Per questo ci auguriamo che tale operazione arrivi presto ad avere un prezzo più contenuto, sostenibile da chi vorrà usufruirne. Sono due milioni giovani dediti al vizio del fumo. La prima sigaretta in media a 12-13 anni Vietare la vendita di sigarette ai minori di 18 anni di Giada Chicca Si riaccende una polemica iniziata nel 2007 da Livia Turco, allora Ministro della Sanità: vietare l’acquisto di sigarette ai minori di 18 anni. Al momento, in Italia, è in vigore la normativa relativa al Regio decreto del 1934, che prevede il divieto di vendita e somministrazione del tabacco ai minori di 16 anni (art. 25). Il dibattito è stato riacceso da Alberto Giorgetti, sottosegretario all’Economia, durante un convegno incentrato sulla questione della regolamentazione del settore tabacco: “Sono favorevole all’innalzamento a 18 anni del limite minimo per l’acquisto di sigarette”, ha asserito Giorgetti, evidenziando anche come aumenti di prezzo spesso corrispondano ad un aumento del contrabbando e della contraffazione. Considerando anche l’esistenza dell’art. 16 della Convenzione Quadro dell’OMS per il controllo del tabacco, ratificata dall’Italia nel 2008, che recita: “Ogni Paese è tenuto a adottare misure legislative, esecutive e amministrative per vietare la vendita a chi non ha raggiunto l’età prevista nel diritto interno o fissata dalla legislazione nazionale, o l’età di 18 anni”, appare chiara la necessità di una modifica al quadro legislativo. Sorge spontanea una domanda: servirebbe davvero a risolvere un problema ormai diffuso, come quello del fumo, che sta prendendo piede di anno in anno tra ragazzi sempre più giovani o costituirebbe solo un palliativo? I numeri sono chiari: la prima sigaretta in media a 12-13 anni, 32,6% la percentuale di giovani fumatori (tra 15 e 24 anni), 80mila le vittime del fumo ogni anno; e queste sono stime che riguardano solo il nostro Paese. A livello mondiale abbiamo 650mila morti l’anno a causa del fumo, ma si continua a vederne il lato economico: il tabacco assicura un gettito di 14 miliardi di euro annui alle casse dello Stato. Un recente studio pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives prova che quando si è esposti per molto tempo a zone altamente inquinate, si indeboliscono le capacità cognitive del nostro cervello. In particolare, il rischio si ha per gli uomini al di sopra dei 50 anni. L’analisi è stata condotta da Melinda Power, dell’Harvard School of Public Health di Boston, su un campione di 680 uomini tra 51 e 97 anni, a cui è stato richiesto di effettuare, tra il 1996 ed il 2007, una serie di test cognitivi. Secondo gli esperti lo stress ossidativo nei neuroni, causato dallo smog, accelera l’invecchiamento delle cellule cerebrali. Dai risultati è, infatti, emerso che lo scarso rendimento nei test era connesso alla durata dell’esposizione a zone ‘trafficate’, cioè più ricche di nerofumo o carbon black, articolato della combustione di benzine (parametro usato per valutare la percentuale di smog nell’aria). Per troppo stress si ricorre all’alcol Fino a qualche tempo fa sembrava che la crisi economica portasse le persone a ridurre il consumo di alcolici, non essendo questi una merce di prima necessità, invece le ultime ricerche hanno messo in luce quanto al complicarsi della situazione economica del Paese e al crescere della disoccupazione, si diffondano i casi di binge-drinking (assumere, in una sola sera, 4/5 bevande alcoliche diverse), guida in stato di ebbrezza e dipendenza da alcol. Lo studio, pubblicato sulla rivista Health Economics, è stato condotto da Maria Davolos e Michael French dell’Università di Miami ed indica, tra l’altro, che il problema non riguarda solo i disoccupati. E’ più grave di quanto sembri, dunque, che l’aumento della pressione psicologica conduca sempre più persone a rifugiarsi nell’alcool, dal momento che lo stress aumenta in correlazione alla crescita della disoccupazione e la disoccupazione non sembra voler diminuire. 12 Roma Salute news 24 Ottobre 2011 PUBBLICITA’ 13 Roma Salute news 24 Ottobre 2011 Open day per l’osteoporosi al Regina Elena Il 29 ottobre l’Istituto apre le porte alla prevenzione per le donne affette da malattia oncologica di Arianna Ugolini C olpisce tre donne per ogni uomo ed è sempre più insidiosa dopo la menopausa e in seguito a cure ormonali: parliamo dell’osteoporosi che sta assumendo la dimensione di una patologia sociale. Ecco perché l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, in occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi, ha voluto aderire alla campagna di sensibilizzazione promossa da O.N.Da, aprendo le porte il 29 ottobre alle donne, affette da malattia oncologica, che desiderano effettuare l’esame di densitometria ossea ad ultrasuoni. L’esame diagnostico, che rientra nel percorso di cura delle pazienti degli Istituti, consente di valutare il livello di osteoporosi, che può raggiungere anche una certa gravità a causa di particolari terapie. Gli Istituti, sempre attenti al benessere femminile, sono tra i 95 ospedali italiani a misura di donna premiati con i Bollini Rosa dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna O.N.Da.. L’Istituto Regina Elena pone una particolare attenzione alle osteoporosi giovanili e secondarie alla malattia oncologica, causate anche dall’uso prolungato di alcuni farmaci. I pazienti oncologici, infatti, a seguito dei trattamenti terapeutici, possono andare incontro, se donne, a menopausa precoce con frequente insorgenza di problematiche legate al metabolismo osseo, oppure subire gli effetti demineralizzanti di farmaci quali gli steroidi. “Il trattamento della malattia metabolica ossea – spiega la Prof.ssa Appetecchia, Responsabile dell’Endocrinologia IRE - si rende ancor più necessaria nel paziente oncologico per un miglioramento complessivo della sua compliance. Il percorso di cura delle pazienti dell’Istituto Regina Elena prevede in alcuni protocolli la esecuzioni di esami di laboratorio e strumentali per la valutazione dello stato metabolico dell’osso (per esempio la Densitometria Ossea ad A.E.O. La sede dell’ Istituto Nazionale Tumori Regina Elena Ultrasuoni e la Mineralometria Ossea Computerizzata a raggi X) per stabilire la eventuale presenza di osteopenia/osteoporosi e programmare adeguate terapie ricalcificanti. Il loro trattamento infatti può basarsi su indicatori diversi da quelli di pazienti con malattia osteoporotica non oncologici”. Da non sottovalutare l’impatto generale SRL dell’osteoporosi non solo sulla popolazione femminile ma anche sulla società, questa patologia infatti negli anni ha assunto la forma di un problema sanitario e sociale. Ogni anno in Italia si verificano più di ottantamila fratture al femore da osteoporosi e per il 72% interessano le donne che, se over 50, presentano un rischio di morte a seguito della frattura al femore uguale a quello legato al carcinoma mammario e addirittura di 4 volte superiore rispetto al tumore all’endometrio. Una corretta alimentazione e una regolare attività fisica possono aiutare a combattere l’osteoporosi ma la prevenzione resta il passaggio più importante per tutelare la salute delle ossa. ASSISTENZA TECNICA IN GIORNATA CO DO NS M A EG N IC IL E IO Tel 06.72.67.74.48 AUSILI-ELETTROMEDICALI-OSPEDALIERI A R T I C O L I O R TO P E D I C I PRODUZIONE - COMMERCIALIZZAZIONE - NOLEGGIO - BAGNI PER DISABILI AUSILI - APPARECCHI PER FISIOTERAPIA - DISPOSITIVI MEDICI PER DIAGNOSTICA - MONOUSO ATTREZZATURE PER PALESTRE - ARREDAMENTO - MANUTENZIONE MENSILI Negozio: Viale Galvano della Volpe, 17/17a - Laboratorio: Viale Galvano della Volpe, 45/47 - 00133 ROMA Tel. 06-72.67.32.06 - Fax 06-72.67.04.25 [email protected] - www.aeosrl.com ZONA TOR VERGATA 14 Roma Salute news 24 Ottobre 2011 Ambiente La Campagna Abiti Puliti: la sabbiatura dei tessuti danneggia la salute e inquina l’ambiente Abbasso i jeans scoloriti e gli stilisti irresponsabili Anche i marchi di lusso italiani non investono in tecniche più sicure di Yari Ricci L ’argomento non è nuovo e dopo il servizio delle Iene ha assunto ancor più popolarità. Stiamo parlando della campagna Abiti Puliti che da tempo lotta affinché le aziende di moda mettano sul mercato jeans e pantaloni privi del processo di sabbiatura, ovvero lo scolorimento dei tessuti effettuato con sostanze che entrano nei polmoni dei lavoratori, con il rischio di provocare loro gravi e incurabili malattie professionali come la silicosi. Vale la pena tornarci su, perché le nostre scelte di consumatori diventino sempre più consapevoli. I rischi per la salute causati dal cosiddetto “sandblasting” non riguardano soltanto i processi di produzione e non danneggiano soltanto i lavoratori coinvolti, ma anche l’ambiente paga un prezzo molto alto. Una bella inchiesta dell’associazio- ne Altroconsumo ne ha rilevato tutte le implicazioni. Perché il ciclo del denim richiede consumi d’acqua impensabili e l’utilizzo di tantissime sostanze chimiche nelle diverse fasi di produzione, dalla coltivazione del cotone fino ai trattamenti per ottenere effetti particolari sui jeans. Chimica che poi si riversa nell’ecosistema o entra direttamente in contatto con il nostro corpo. Insomma, il problema coinvolge tutti: aziende e consumatori, enti di controllo e lavoratori. Deborah Lucchetti, portavoce della campagna Abiti Puliti e presidente di Fair, chiama direttamente in causa il mondo della moda. «Quando c’è di mezzo la salute delle persone non ci sono gusti e tendenze che reggano. Se i jeans schiariti piacciono tanto dipende anche dagli stilisti. È la moda che detta ai consumatori gusti e IN BREVE Sai quel che mangi? Considerato che le nostre scelte alimentari hanno implicazioni ambientali, sociali ed economiche, perché non affidarsi alle quattro guide della collana Mangiamoli Giusti, sul pesce, sulla carne,sull'acquacoltura e sui legumi per fare la spesa in modo sostenibile, stagionale, di qualità. Le guide le trovate sul sito di Slow Food. Fa il passo giusto Il manifesto dell’iniziativa preferenze, è arrivato il momento di responsabilizzare i designer. Alcuni si sono impegnati a farlo, altri ancora hanno già stabilito con quali tempi e garanzie lo faranno. L’elenco completo lo si può consultare sul nostro sito (www.abitipuliti.org). Ma accanto a questi, ci sono quelli che rifiutano di eliminare la tecnica oppure non I numeri Solo il 60% delle aziende ha annunciato la messa al bando del sandblasting dai loro stabilimenti forniscono informazioni sulle politiche aziendali che riguardano la sabbiatura. Si tratta guarda caso di marchi del lusso, come Armani, Dolce&Gabbana, Roberto Cavalli, Versace. Eppure, considerato il prezzo dei loro capi, avrebbero margini più ampi e tutto l’interesse, anche reputazionale, a investire in tecniche più sicure. I marchi del lusso italiani, tranne Gucci, che applica il controllo responsabile sull’intera filiera, si sono rivelati irresponsabili. E insensibili ai nostri appelli». Aspettando che le case di moda si convincano a rispettare la vita e la salute di operai e consumatori, si potrebbe tranquillamente boicottare questi prodotti, evitando di acquistare jeans scoloriti. Prendendo spunto dalle argentine espadrillas, l’americano Blake Mycoskie ha creato TOMS, un marchio equo e solidale di scarpe. Ce ne sono di tutti i gusti e le stagioni, dai Wrap Boots, stivali in fascia avvolgente alla linea vegan. La formula è “one for one”, per ogni paio acquistate uno va a un bambino che non ne ha. Aromatiche nel lampadario Con Glasshouse, la lampada pendente formata da un bulbo a vetro per agevolare il passaggio della luce proveniente dalla lampadina, ma che dispone di un’apertura nella parte inferiore che permette di infilare il braccio e raccogliere le erbe. E’ una creazione della designer ceca Krstyna Pojerova che consente di avere una mini-serra in cucina. Il nuovo servizio promosso da Roma Capitale a cui si accede soltanto se in possesso della carta Metrebus Con WiParking il parcheggio si prenota da casa Se chiedete a un romano quale è il più grosso problema che affligge la capitale, nove su dieci vi risponderanno il parcheggio. Un po’ perché a Roma il numero delle automobili sembra crescere di anno in anno in maniera esponenziale, grazie anche alla diffusione delle famigerate minicar che hanno invaso strade e marciapiedi, e perciò di romani appiedati se ne trovano sempre meno. Un po’ perché evidentemente le politiche di gestione del traffico urbano stentano a decollare. Trovare parcheggio a Roma è una chimera, spesso una vana speranza, un mangia tempo e un corrosivo di pazienza e serenità, nonchè fattore scatenante di aggressività e intolleranza. Ma forse le cose cambieranno, se avrà successo l’iniziativa messa in campo da numerosi soggetti pubblici e privati: ’Assessorato alla mobilità, la società Renova, l’istituto universitario di ricerca Cattid, l’Aga (Associazione Gestori Autorimesse) e AtacRoma Capitale. Si tratta della possibilità di prenotare da casa con il computer il proprio posto auto all'interno di una delle 110 autorimesse che partecipano all'iniziativa. Per ora il privilegio è riservato a soli cento fortunati cittadini, ma l’assessore capitolino Aurigemma assicura che presto verrà estesa. La sperimentazio- ne, partita il 17 ottobre, durerà tre mesi e al costo di 1 € l'ora si potrà parcheggiare dalle 6.00 di mattina all'1.00 di notte. Collegandosi al sito www.wiparkingroma.it, si conosce quali sono le autorimesse disponibili e di quali mezzi usufruire per spostarsi in città. Per accedere al servizio all'autorimessa va esibita la carta metrebus. Le zone coinvolte nella fase sperimentale sono Balduina, Trionfale, Nomentano, Appio Latino, Prenestino Labicano, Gianicolense, Ardeatino, Ostiense, Della Vittoria.Yari Ricci Roma Salute news 24 Ottobre 2011 Alimentazione 15 Pubblicato il rapporto globale dei cittadini sugli organismi geneticamente modificati Tutto e .... L’ Italia argine culturale ai prodotti ogm e alle colture transgeniche La giusta dieta per la fertilità Associazioni e Fondazioni chiedono più controlli sui sementi importati dall’estero di Gianluca D’Eramo S iamo sulla buona strada, ma c’è ancora molto da fare. È questo il risultato del ’Rapporto globale dei cittadini sugli Organismi Geneticamente Modificati’ curato da Vandana Shiva che raccoglie la situazione del pianeta terra in relazione all’impatto delle colture transgeniche. Dalla ricerca emerge che il nostro paese, all’interno di un quadro confuso in continuo mutamento socio - economico e normativo, si mostra culturalmente ostile agli OGM. “L’Italia – spiega Andrea Ferrante, presidente dei AIAB – ha finora agito da argine al transgenico grazie alla massiccia, estesa e diffusa opposizione di agricoltori e consumatori, che è stata capace di imporre alle istituzioni centrali e territoriali una politica ispirata alla precauzione”. Questo, secondo l’associazione, non basta. Dovrebbero essere predisposte con urgenza iniziative Ogm, diffusa l’opposizione di agricoltori e consumatori Il rapporto “The OGM Emperor Has no Clothes” è il Rapporto Globale dei cittadini sugli Ogm stilato da Vandana Shiva. La sezione italiana è in collaborazione con AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) e FIRAB (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica) legislative e di sviluppo e tutela dell’agricoltura nazionale, partendo da quella biologica. Sono emerse in tutta Europa situazioni che dimostrano la “insostenibilità” della vicenda OGM, hanno chiarito Maria Grazia Mammucchi e Luca Colombo di FIRAB. L’abbandono delle coltivazioni di mais bio in Spagna, la positività ai test effettuati dall’Arsial sul mais nel Lazio, e le sanzioni sui coltivatori che importano sementi acquistati all’estero dimostrano l’impossibile convivenza con il paesaggio agricolo e il “rischio di contaminazione” grazie all’opera dell’industria sementiera biotech, le cui responsabilità penali e civili non sono “ben definite”. Poco rilevante può essere, quindi, la sentenza della Corte di Giustizia Europea che ha obbligato l’etichettatura come OGM del miele e prodotti derivati se contaminati. Una goccia in un quadro legislativo e giuridico che “non da certezze” ai consumatori italiani. Le associazioni chiedono l’applicazione del ‘principio di salvaguardia’ per vietare tutte le coltivazioni, l’adozione di un piano che faccia leva sulle risorse autoctone di ogni paese e l’applicazione delle rotazioni previste dalla PAC. Un modello di sviluppo sostenibile, di qualità e biodiverso. L’iniziativa è della Fondazione Campagna Amica promossa da Coldiretti Un personal trainer per coltivare il nostro orto di casa di Gianluca D’Eramo All’inizio era una semplice piantina di fiori in terrazzo o sul balcone. Poi qualche vaso dedicato alle erbe aromatiche. Negli ultimi anni quello che poteva apparire un passatempo si è trasformato in un vero e proprio hobby, per allontanarci dal caos delle metropoli. Dalle mura domestiche all’aria aperta con il proliferare di piccoli orti cittadini, e per venire in aiuto dei meno esperti c’è ora “il personal trainer della zappa”. Sono sempre più gli italiani, uno su quattro secondo l’istituto Ipr marketing, che non si accontentano di avere piccoli orti in casa ma che diventano veri e propri “hobby farmer” al lavoro su piccoli appezzamenti di terreno, in media un ettaro circa, dove coltivano ortaggi, frutta ed in alcuni casi vino ed olio. Secondo Coldiretti sono circa un milione, soprattutto anziani, memori di un passato vissuto in campagna, tra questi molti giovani a digiuno di qualsiasi nozione agricola su come coltivare, ad esempio, una piccola pianta di pomodori o zucchine. Questo ha favorito la pubblicazione di riviste specializzate e la nascita di una nuova figura professionale, il personal trainer della zappa. Il suo compito è quello di offrire una consulenza a domicilio su tutto il territorio nazionale per guidare alla realizzazione e alla gestione di un piccolo orto: dalla preparazione del terreno alla raccolta, passando per la piantumazione delle sementi e per la gestione quotidiana dell’orto. La rete ‘orti urbani’ di Campagna Amica è composta da aziende vivaistiche che forniscono a chi ne chieda l’intervento i mezzi tecnici di produzione necessari. Tutto a condizioni vantaggiose. Dal semplice rimborso spese per pic- cola assistenza a somme contenute per specialisti su particolari piantagioni. Per orti ‘portatili’, ‘da terrazzo’, ‘riciclabili’ o ‘verticali’, dipende dallo spazio disponibile. In particolare è molto diffusa la ‘guerrilla gardening’, un’azione non violenta destinata a recuperare un appezzamento di terra, generalmente pubblica, in condizioni di abbandono, per seminare ortaggi, piante e alberi. Pesce fresco, frutta e verdura aumentano la qualità del nostro sperma. Che l’attività fisica accrescesse le possibilità di una normale fertilità maschile era noto. Ora un nuovo studio chiarisce che anche la dieta mediterranea influisce sulle possibilità maschili di concepimento. La notizia arriva dal convegno annuale dell’American Society of Reproductive Medicine. Tre diverse ricerche rilevano che il nostro stile di vita determina la motilità e la concentrazione dello sperma. Una sana alimentazione e una attività fisica moderata possono produrre una piccola crescita della fertilità, spiega Audrey Gaskins dell’Università di Harvard, necessaria e, a volte, sufficiente affinché le coppie possano concepire i propri figli in modo naturale. ....ancor di più Educazione alimentare a scuola Partirà nei primi mesi del 2012, la campagna informativa che coinvolgerà gran parte delle scuole italiane. Gli alunni degli istituti medi impareranno come mangiare sano e le regole per seguire una corretta alimentazione, particolarmente importante negli anni dello sviluppo. Sotto accusa, infatti, sono le abitudini dei più giovani che preferiscono sempre più spesso snack, cibi grassi e bibite gassate, anche in famiglia. Le lezioni spiegheranno i tempi e i modi di assunzione dei cibi: mai saltare la colazione, tre pasti al giorno e due piccoli spuntini, uno la mattina, l’altro a metà pomeriggio, meglio se con frutta di stagione. In seguito saranno chiariti i processi agricoli e la filiera che porta i prodotti dalla terra alle nostre tavole. 16 Roma Salute news 24 Ottobre 2011 Via libera a maggioranza, dalla commissione presieduta da Olimpia Tarzia, a due schemi di delibera di Giunta Scuola, oltre 1,5 milioni per assegni di studio e fondi per nuove sezioni di scuola d'infanzia V ia libera a maggioranza, dalla commissione Scuola presieduta da Olimpia Tarzia (Per), a due schemi di delibera di Giunta che riguardano gli assegni di studio ed i fondi per l'istituzione di nuove sezioni di scuola d'infanzia. Voto contrario del vicepresidente Fabio Nobile (Fds), astenuto il consigliere Marco Di Stefano (Pd). Il primo schema di delibera individua i criteri di riparto per l'erogazione degli assegni di studio, da parte dei Comuni, a favore degli alunni meno abbienti per l'anno scolastico 2011/2012. Vengono assegnati complessivamente 1.528.000 euro, di cui 1.242.400 per gli studenti che si iscrivono al primo anno di scuola secondaria di secondo grado e i restanti 285.600 per gli studenti che si iscrivono al terzo anno di scuola secondaria di secondo grado. Il contributo - di L'assessore all'Istruzione della Regione Lazio Gabriella Sentinelli 500 euro - può essere richiesto dagli studenti residenti nel territorio regionale che abbiano almeno la media dell'8 ed il cui nucleo familiare abbia un reddito ISEE non superiore a 15.000 euro. "Si tratta di borse di studio - ha commentato l'assessore all'Istruzione Gabriella Sentinelli - che vanno alle famiglie più svantaggiate e che premiano gli studenti meritevoli". Il secondo schema di delibera integra i criteri per l'erogazione ai Comuni dei contributi destinati all'apertura di nuove sezioni di infanzia (per bambini tra i tre e i cin- que anni), intervenendo sulla precedente determinazione del 2009 che assegnava complessivamente ai Comuni 3 milioni di euro per ciascuna annualità 2009/2010, 2010/2011 e 2011/2012. Inoltre autorizza i Comuni che non hanno totalmente utilizzato le spese assegnate nella precedente annualità ad impiegarle per l'anno scolastico 2011/2012: "In questo modo diamo la possibilità di portare a compimento un percorso attivato con il precedente impegno", ha detto l'assessore Sentinelli ricordando che per l'annualità 2011/2012 sono stati stanziati altri 2 milioni di euro. Due i criteri per l'attribuzione dei finanziamenti: assenza totale del servizio e, in via secondaria, utilizzo per intero dei fondi per l'annualità 2010/2011. Qualora si realizzino delle economie, potranno essere prese in esame le richieste di prolungamen- to dell'orario di funzionamento fino a 40 ore settimanali delle sezioni già esistenti e funzionanti a tempo ridotto (25 ore). Successivamente potranno essere prese in esame le richieste di contributo per l'iscrizione dei bambini presenti nelle liste di attesa comunali presso scuole dell'infanzia paritarie in regime di convenzione. "Oggi abbiamo approvato due schemi di delibera importanti - ha commentato a conclusione dei lavori la presidente Tarzia che vanno nella direzione di aiutare i bambini ed i ragazzi che hanno più bisogno. Certamente dispiace dover ridurre il numero dei soggetti destinatari dell'aiuto, ma dobbiamo comunque apprezzare il lavoro dell'assessore che, in un momento di crisi economica come quello attuale, ha comunque trovato la strada per assegnare fondi alle famiglie con maggiori problemi". Dopo un'estate contrassegnata da una lunga serie di incendi dolosi e atti intimidatori all'interno delle aree protette Commissione Sicurezza: "Giù le mani dal Parco del Circeo" Si è svolta presso la sede del Parco nazionale del Circeo la seduta della commissione Sicurezza, integrazione sociale e lotta alla criminalità del Consiglio regionale del Lazio. Un atto di vicinanza alle istituzioni e ai cittadini locali dopo un'estate contrassegnata da una lunga serie di incendi dolosi e atti intimidatori proprio all'interno delle aree protette a ridosso dei comuni di Sabaudia, San Felice al Circeo, Latina e Ponza. Il presidente della Commissione, Filiberto Zaratti (Sel), ha spie- gato così il senso dell'iniziativa: "E' la prima volta che ci riuniamo lontano dagli uffici regionali, con il chiaro intento di favorire al massimo la partecipazione ai lavori da parte di associazioni, cittadini e amministratori locali. Gli incendi dolosi - ha continuato - sono le spie più preoccupanti in assoluto della presenza della criminalità su un territorio. E quando si parla di un'area pregiata come quella del Circeo si rende indispensabile la presa netta di posizione da parte dell'istituzione regionale, al fine di ribadire che il Parco non si tocca e non sarà mai preda del potere criminale e della speculazione edilizia". Presenti i consiglieri regionali: Rocco Berardo (lista Bonino-Pannella), Gina Cetrone (Pdl), Giancarlo Miele (Pdl), Pino Palmieri (Lista Polverini), Isabella Rauti (Pdl), tutti d'accordo a potenziare le attività di monitoraggio così come le politiche di sviluppo economico e turistico. Al termine della seduta, infatti, la Commissione ha annunciato una mozione da far approvare in Consiglio per assegnare più risorse ai Parchi nazionali sul versante del controllo del territorio e per istituire una banca dati delle aziende vinci- trici di appalti pubblici nel Lazio. La consigliera Rauti ha rivendicato il ruolo dinamico della Commissione, in un'ottica di massima apertura e di attento ascolto: "Non devono esserci tentennamenti quando si parla di l o t t a all'abusivismo e la Regione, a tutti i livelli, è pronta a dare consistenza a questa politica di salvaguardia del territorio e della legalità". Convinta adesione anche alle recenti proposte, avanzate in Parlamento, di istituire a Latina una sede distaccata della Direzione investigativa antimafia. Roma Salute news 24 Ottobre 2011 Accade in città Everyone Campagna di Save the Children contro la mortalità infantile. Fino al 6 novembre sms solidale al 45509. In cammino, il concorso Si apre quest’anno anche alla musica Il volo di Pegaso, il concorso per raccontare le malattie rare, promosso dal Centro Nazionale Malattie Rare. Dopo disegno, pittura, scultura, fotografia e sport, nell’edizione 2011 si potrà raccontare la patologia anche attraverso una canzone o una melodia. Tutte le opere devono essere ispirate al tema “in cammino”, inteso come viaggio nel non luogo della malattia, e inviate unitamente alla scheda di partecipazione. Le opere di narrativa e poesia devono essere inviate esclusivamente via posta elettronica a: [email protected]. Le opere delle sezioni disegno, pittura, scultura, fotografia, spot, devono essere inviate,unitamente alla scheda di partecipazione, esclusivamente per porta ordinaria o corriere espresso a: Stefania Razeto e Stefano Diemoz, Segreteria del Concorso “Il Volo di Pègaso”, Centro Nazionale Malattie Rare Istituto Superiore di Sanità - Via Giano Della Bella, 3400162 – Roma. Il termine per l'invio delle opere è il 30 ottobre 2011. Tempo Libero Audrey Hepburn a Roma Una mostra di oltre cento fotografie, video e oggetti personali appartenuti alla diva che ha vissuto per oltre venti anni a Roma. Al Museo dell’Ara Pacis dal 26 ottobre al 4 dicembre, anche la raccolta di fondi per il progetto di lotta alla malnutrizione infantile, sostenuto dal Club Amici di Audrey per Unicef. Turismo senza barriere La redazione di DISABILI.COM ha recensito una serie di servizi, agenzie, strutture alberghiere, agriturismi e associazioni, specializzate in turismo senza barriere. Sul sito è possibile consultare e scaricare numerose e utili guide. Dall’elenco delle strutture invernali e delle spiagge accessibili, alle Editoria sociale a Porta Futuro Sarà Porta Futuro, il nuovo spazio di Testaccio creato dalla Provincia di Roma e dedicato alla formazione e all'orientamento, a ospitare la terza edizione del Salone dell'Editoria Sociale sul tema "Etica e responsabilità pubblica" (28 ottobre/1 novembre). Al centro dei dibattiti con oltre 120 ospiti internazionali e stranieri i nodi cruciali dell'attualità: la crisi economica, la responsabilità sociale ed il ruolo della politica, la legalità e la lotta alle mafie, la chiesa e le istituzioni formative di fronte al disagio dei giovani, la comunicazione e il giornalismo sociale, la lotta al razzismo e l'integrazione dei migranti, il contrasto alle nuove povertà ed emarginazioni, il ruolo dell'arte nella formazione della coscienza pubblica. Tra gli ospiti nazionali ed internazionali: Zygmunt Bauman e Susan George, il premio Nobel per l'economia Elinor Ostrom; gli eventi culturali con Ermanno Olmi, Carlo Verdone, Moni Ovadia, Ascanio Celestini. La magia del legno A Palazzo Valentini la mostra retrospettiva del maestro Ferdinando Codognotto, dal titolo “Magia del legno di Codognotto”. La mostra, che si compone di una trentina di opere, è ospitata nelle sale Stampa e Peppino Impastato e rimane aperta fino al 4 novembre ad ingresso gratuito. 17 guide turistiche vere e proprie per visitare parchi, musei e luoghi di interesse. Anche se l’intenzione è quella di trascorrere le vacanze all’estero il sito offre la possibilità di consultazione di numeri speciali su diversi paesi europei e anche Australia e America. Un bibliobar speciale Ospedale a misura di bambino Nell'ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma c’è la ludoTac, la Tac giocattolo che riproduce in scala un apparecchio per la tomografia assiale computerizzata. I piccoli pazienti dell'ospedale possono utilizzare la versione gioco dello strumento diagnostico per prendere confidenza con il macchinario e provare così a ridurre lo stress e la paura. Lo scopo è evidentemente quello di alleggerire la tensione sia nei bambini che nei familiari durante la permanenza in ospedale o nel corso di accertamenti medici. L’importanza di disporre di ambienti a misura di bambino favorisce anche l’intervento di cura e soprattutto riduce il ricorso alla sedazione, che è uno degli obiettivi più importanti nella radiologia pediatrica. Secondo uno studio dell’Associazione Culturale Pediatri e della Società Italiana di Scienze Infermieristiche Pediatriche (Sisip), in oltre il 90% degli ospedali nei reparti pediatrici, gli interventi riguardano solo la parte strutturale (pareti colorate, arredi per l’infanzia, camici colorati), ma solo un reparto su tre propone attività ludico-creative ai piccoli degenti. C.R. È il nuovo spazio di incontro inaugurato all'interno dell'Istituto Leonarda Vaccari, in XVII municipio, che da 70 anni si occupa di rieducazione, riabilitazione e reinserimento delle persone disabili. Lo spazioper ora all’aperto, è allestito in un cortile con tavolinetti e scaffali pieni di libri a disposizione. Con l’arrivo dell’inverno è prevista la copertura con una tensostruttura. A gestirlo saranno gli ospiti dell'Istituto Vaccari. Nella biblioteca- bar sono previsti poi una serie di incontri a tema in particolare gli appuntamenti di "Quando la cultura è terapia". Lo spazio Bibliobar è la prima tappa del progetto "Le vie dell'integrazione" che l'Istituto sta realizzando con l'aiuto della fondazione Bnc. L'i s t i t u t o , come dice esattamente la dicitura, «per la rieducazione dei fanciulli minorati psico-fisici» è nato come ente morale nel 1936, nel 1954 ha ottenuto la medaglia d'oro della scuola, della cultura e dell'arte e nel 2007 un'altra medaglia d'oro, questa volta al merito della sanità pubblica. Roma salute news quindicinale di informazione Registrazione presso il tribunale di Roma n. 542/2007 del 4/12/2007 Società Editare 2000 S.r.l. Sede legale Via Casale Lumbroso 62 00166 Roma Tel. 348.4925556 Direttore Responsabile Arianna Ugolini Direttore Editoriale Tiziano Battisti Stampa New Poligraf Rome S.r.l. Via della Mola Saracena snc 00065 Fiano Romano (RM) Chiuso in redazione il 21 Ottobre 2011 18 Roma Salute news 24 Ottobre 2011 60% TERZO SETTORE delle prestazioni erogate nel Lazio non sono prenotate Federalismo, Regione che vai sanità che trovi L’indagine dell’Osservatorio civico realizzata dal Tribunale per i diritti del malato - Cittadinanzattiva di Federico D'Ambrosi E’ stata presentata a Roma l ’ i n d a g i n e dell’Osservatorio civico sul federalismo in sanità, realizzata dal Tribunale per i diritti del malato Cittadinanzattiva. Il rapporto rappresenta una sperimentazione di valutazione delle Regioni dal punto di vista civico, che non guarda solo alla qualità dell'assistenza sanitaria erogata, ma anche alla qualità delle politiche messe in campo. Il quadro che ne emerge è poco confortante e la frammentazione del sistema sanitario è sempre più evidente in aree quali la rete oncologica, il percorso nascita ma soprattutto riguardo i tempi di attesa. “Se si guarda al tema delle liste d'attesa – spiega Cittadinanzattiva - ci si accorge che i cittadini aspettano, come pure la legge”. Di fatto, ogni regione si organizza come vuole e come può e tardano a mettersi in regola con quanto prevedono le normative nazionali rispetto alle liste di attesa. Sette regioni sono ancora inadempienti sull'istituzione dei Cup regionali, i centri unici di prenotazione che dovrebbero semplificare il rapporto tra la sanità e i cittadini e che sono ancora lettera morta in alcune aree della penisola: si tratta di Abruzzo, Campania, Calabria, Liguria, Piemonte, Sicilia e Veneto. Inoltre, le Regioni si differenziano anche per il numero di prestazioni per le quali hanno stabilito tempi massimi d'attesa: si va dalle 125 prestazioni del Piemonte, le 101 della Provincia autonoma di Bolzano e le 100 di Lombardia e Provincia Autonoma di Trento, alle situazioni negative di Abruzzo, Calabria, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Toscana e Umbria che ne hanno definito 33. Undici regioni su 21 hanno attivato, nella maggior parte delle aziende (superiore al 90%), un servizio di prenotazione delle prestazioni che distingue il canale pubblicoistituzionale da quello intramurario. Si tratta di Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Molise, Apprezzamenti al Re.Cup da parte di Cittadinanzattiva Puglia, Toscana, Umbria, Veneto e P.A. Trento. In Abruzzo, Liguria, Piemonte e Sardegna, la per- ReCup, non solo un centro unico di prenotazione Il centro unico di prenotazione sanitaria regionale sin dal 2000 - anno in cui è stato avviato - si prefigge non solo il compito di mettere a fattor comune l’offerta delle prestazioni razionalizzandone l’accesso rispetto alla capacità produttiva e alla disponibilità delle diverse unità erogatrici ma è anche in grado di indirizzare l’utenza rispetto ai diversi fattori che entrano in gioco nella scelta come territorialità, i livelli di specializzazione, la priorità nel bisogno e la continuità tera- peutica. Proprio l’estensione territoriale - che, di fatto, ne fa il centro di prenotazione più grande d’Italia - rende ancora più efficiente e performante il ser vizio, permettendo all’amministrazione regionale il controllo della spesa sanitaria in riferimento alla prenotazione delle prestazioni sanitarie. Il ReCup permette di realizzare economie e di rendere efficiente il sistema: un vero e proprio cruscotto operativo in grado di fornire all’Amministrazione i dati per la programmazione del servizio e per evitare le prestazioni improprie e controllare da vicino il rispetto dei tetti stabiliti. Il sistema, infatti, permette di restituire dati essenziali atti a governare e controllare la spesa sanitaria mettendo a confronto la produttività delle diverse unità erogatrici, individuando anomalie, rendendo trasparente il sistema di gestione delle prestazioni, quello degli incassi dei ticket e delle esenzioni. centuale delle aziende che hanno attivato questo tipo di servizio è tra il 50 e il 90%. Le altre, invece, rispondono con una percentuale di aziende inferiore al 50%, una percentuale bassissima che contribuisce ad allungare notevolmente i tempi di attesa. È il caso del Lazio. “L’ottimo lavoro del ReCup – ha sottolineato Scaramuzza, segretario regionale di Cittadinanzattiva – è in gran parte vanificato dal fatto che solo poche aziende forniscono una percentuale significativa delle agende. Il risultato è che oltre il 60% delle prestazioni erogate nel Lazio non sono prenotate. Un dato che si colloca fuori da ogni controllo del Servizio regionale di prenotazione, e che non fa che alimentare in tanti cittadini un comune senso di ingiu- stizia”. Insomma da una parte liste d'attesa lunghissime, talvolta bloccate da parte di alcune strutture che non mettono a disposizione del ReCup le proprie agende per permettere ai cittadini la prenotazione di esami diagnostici o visite specialistiche e dall’altra un servizio di eccellenza. Gli utenti, infatti, possono scegliere gli ambulatori più vicini alle loro esigenze, quelli in cui l’attesa è minore o anche altre ASL o Ospedali collegati al circuito ReCup. Ma c’è di più. Il servizio Recall da la possibilità di confermare gli appuntamenti a rischio abbandono e il servizio Dottor Cup permette di prenotare direttamente al medico di famiglia visite ed esami da erogare entro 72 ore, senza aspettare i tempi di attesa previsti normalmente. Roma Salute news 24 Ottobre 2011 19 Il livello di rischio infortunistico resta basso rispetto ad altre attività produttive. Aumentate le denunce delle malattie professionali Operatori sanitari, infortuni e malattie. Qualifiche più a rischio: i dati del Lazio Tutti i lavoratori del settore devono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria L a Sanità è un settore che impiega 815.583 unità in Italia e 78.286 unità nel Lazio; tra gli addetti il sesso femminile è maggiormente rappresentato rispetto a quello maschile e anche gli infortuni risultano più frequenti tra gli operatori donne. La maggior parte dei casi mortali avviene in itinere, cioè durante il percorso lavoro casa e viceversa. Circa il 50% dei lavoratori che subiscono un infortunio, maschi e femmine, ha un’età compresa tra i 35 e i 49 anni. Tra i lavoratori più colpiti ci sono gli infermieri, gli operatori tecnici, gli operatori sanitari e, per ultimo, i medici. Il livello di rischio infortunistico resta basso rispetto ad altre attività produttive; per quanto riguarda le malattie professionali i rischi I dati riguardanti il settore sanitario sono correlati alle mansioni svolte e tra essi compaiono: la movimentazione manuale dei carichi, specie in alcuni reparti di degenza dove i pazienti devono essere mobilizzati manualmente; i rischi chimici, presenti ad esempio nei reparti in cui vengono somministrati ai pazienti chemioterapici, o dove vengono usati disinfettanti per strumenti chirurgici; il rischio biologico, che di regola coinvolge la maggior parte del personale sanitario, e che risulta particolarmente alto nei reparti di malattie infettive; lo stress da lavoro ricollegabile a diversi fattori tra cui il contenuto del lavoro e la sua organizzazione. Nel comparto della sanità, come nella maggior parte dei settori produttivi, sono aumentate le denunce delle malattie professionali sia per effetto dell’ampliamento della tutela assicurativa con l’inserimento di ulterio- ri patologie con presunzione legale di origine nelle Tabelle delle malattie professionali nell’industria e nell’agricoltura, di cui al Decreto Ministeriale del 09/04/2008, sia per la maggiore consapevolezza da parte di tutti i soggetti coinvolti negli interventi di prevenzione. Tutti i lavoratori del settore infatti devono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria, per gli specifici rischi cui sono esposti e in ragione delle mansioni svolte. Tra le malattie professionali denunciate e riconosciute emergono analogamente ad altri settori quelle a carico dell’apparato muscoloscheletrico, che trovano la loro origine nel sovraccarico biomeccanico, nei movimenti ripetuti e posture incongrue; tra esse prevalgono nell’ordine le ernie discali lombari, le tendiniti e la sindrome del tunnel carpale. Nel Lazio l’aumento percentuale rispetto all’anno precedente ha subito un incremento del 6,2% Lavoratori stranieri, infortuni sul lavoro I lavoratori stranieri in Italia rappresentano per il nostro paese una risorsa. Nell’anno 2010 il numero totale degli infortuni sul lavoro occorsi a stranieri ha subito un aumento percentuale dello 0,8% rispetto al 2009. Nella Regione Lazio nell’anno 2010 l’au- mento percentuale della totalità degli infortuni rispetto all’anno precedente ha subito un incremento maggiore rispetto all’Italia, attestandosi intorno al + 6,2%, con una riduzione dei casi di infortuni solo nel settore dell’Agricoltura dove il fenomeno infortuni- stico nel 2010 ha subito rispetto al 2009 un decremento percentuale di circa – 4 %. Il numero dei casi mortali nella popolazione studiata si è ridotto nel 2010 rispetto al 2009 sia in Italia che nella Regione Lazio. Il fenomeno infortunistico tra i lavoratori stranieri deve far riflettere sul tipo di formazione e sulla cultura della sicurezza che tutte le istituzioni coinvolte nelle attività di prevenzione, tra cui non ultima l’INAIL, hanno il dovere di trasmettere a questi lavoratori, che rispetto ai nostri connazionali presentano indubbiamente maggiori difficoltà nel recepire le informazioni, spesso per motivi attinenti la comprensione della lingua italiana, e che tendono a sottovalutare i rischi connessi con l’attività lavorativa svolta anche per le inevitabili differenze culturali. Infortuni occorsi a lavoratori stranieri negli anni 2009-2010 20 Roma Salute news 24 Ottobre 2011 Echi dal sociale Secondo i dati dell’O.M.S. 37 milioni in Europa subiscono una qualche forma di sopruso Società Anziani vittime di maltrattamenti e troppo spesso succede in famiglia Donne sotto stress tra lavoro e famiglia di Marco De Santis D ietro la parola anziano c’è un mondo. Un mondo fatto di sapere arcaico, storie da raccontare e, a volte, abusi. E’ questa la triste realtà che emerge dai dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che stima in 37 milioni il numero di anziani vittime, in Europa, di una qualche forma di sopruso. La maggior parte di loro, 29 milioni , è vittima di maltrattamenti fisici, sei milioni di abusi finanziari, un milione di abusi sessuali mentre 2500 muoiono per mano dei familiari. In prevalenza, vista la maggior fragilità, sono donne con un’età media di 79 anni. Il dato è ancor più allarmante se si considera che, secondo le stime dell’Eurostat, nel 2050 la popolazione europea sarà composta al 30% da over 65 e le istituzioni europee e nazionali sembrano impreparate a contrastare il fenomeno degli abusi. Ed è da questa constatazione che nasce l’iniziativa della francese Fiapa (Federazione internazionale delle associazioni delle persone anziane) e dell’Anap, Associazione nazionale anziani e pensionati di Confartigianato che si incontreranno i prossimi 27 e 28 ottobre a Roma in un convegno dal tema “Protezione degli anziani vulnerabili: aspetti economici e giuridici della fragilità” per definire una “carta della tutela e della protezione degli anziani” e creare un osservatorio sul fenomeno. Particolare attenzione è quella riservata ai maltrattamenti finanziari che rappresentano il 25% del totale e non sono ancora ben documentati, soprattutto per la reticenza degli anziani a denunciare gli abusi spesso subiti da familiari. “I maltrattamenti finanziari spiega Jean Claude Roglian, presidente di Fiapa - colpiscono soprattutto gli anziani che hanno perso autonomia e indipendenza e non sanno a chi rivolgersi.” Dello stesso avviso anche Fabio Menicacci, segretario nazionale Anap, per il quale si deve individuare anche una soluzione al problema delle pensioni, spesso non più in grado di resistere alla crisi economica. In quest’ottica, la Carta per i diritti degli anziani, la prima d’Europa, potrebbe rappresentare una risposta al bisogno di sicurezza e tutela di questa fascia di cittadini. Ma per far questo, il primo passo è Sono le donne le vittime principali quello di tracciare un quadro esaustivo del fenomeno degli abusi che, ad oggi, risulta incompleto. Per Vincenzo Marigliano, direttore del Dipartimento di geriatria della Sapienza, è di fondamentale importanza la creazione, sulla scorta dell’esempio tedesco e olandese, di un fondo per la disabilità che coinvolga tutti i cittadini. In Germania, spiega Marigliano - si danno due giorni di lavoro l’anno e il 2% dello stipendio per questo, in Olanda si finanzia il fondo con due giorni di lavoro.” Un atto dovuto se si considera che, in Italia, Il 10% delle famiglie è sostenuto economicamente dai soldi dei nonni, il 30% delle famiglie ha i nonni che badano ai nipoti, il 40% gli affida compiti come il pagamento delle bollette mentre i figli lavorano. Questo senza tener conto di quanto è stato già fatto da queste persone prima di raggiungere l’anzianità. Un’iniziativa lodevole quindi, come sottolineato anche da monsignor Corbellini, vescovo di Abula e presidente dell’Ufficio del lavoro della sede apostolica che, rimarcando il ruolo di collante sociale svolto dagli anziani, spiega come, in una fase dominata da meri indici economici e borsistici, l’iniziativa di Fiapa proponga un’Europa migliore, un continente che ha a cuore i suoi cittadini più fragili, considerati una risorsa insostituibile e non un conto sulla spesa. Istat, Caritas e Fiopsd promuovono un censimento dei senzatetto Un volto agli invisibili C’è una parte d’Italia che non troverà la scheda del censimento Istat tra la posta, quella parte d’Italia che non ha casa e spesso non ha nome. E proprio da questo assunto che nasce lo studio “Dai un nome agli invisibili”, promosso da Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, Caritas, Istat e Fiopsd e che si propone di tracciare un nuovo quadro degli homeless in Italia a distanza di 11 anni da quello tracciato dalla Fondazione Zancan di Padova che, al tempo, contò 17 mila senzatetto. Un dato sottostimato spiega Paolo Pezzana, Presidente di Fiopsd - visto che dalle informazioni, seppur imprecise, in nostro possesso si stima che i senza dimora in Italia possano essere 50-60 mila.” La prima fase dello studio, già conclusa, è stata condotta in 12 aree metropolitane, nei comuni sopra i 100 mila abitanti e in tutti i capoluoghi di provincia per censire i servizi che in Italia si occupano di senza dimora e ottenere una stima accurata del numero di persone che li frequentano. Questo dovrebbe permettere di inserire tra i dati Istat la categoria della povertà estrema, sinora assente. In una seconda fase la ricerca, che prevede 5.500 interviste a persone senza fissa dimora, servirà a tracciare un profilo qualitativamente più dettagliato degli homeless in Italia. I rilevatori, infatti, dovranno compilare un “diario degli ultimi sette giorni”, riportando per ogni giornata dove l’intervistato ha mangiato e ha dormito. Per le interviste, oltre ai soci Fiopsd e agli operatori dei servizi, si cercano anche volontari: tutte le indicazioni per partecipare all’indirizzo: www.ricercasenzadimora.it/. Marco De Santis Lo stress da lavoro è spesso donna. E’ quanto rivelato da uno studio pubblicato sulla rivista “European neuropsychopharmacology” che su 9 milioni di lavoratori affetti da stress da lavoro ha stimato che le donne sono il 70% del totale. Le motivazioni principali sono ansia (45%), sindrome pre-mestruale (43%), irritabilità (41%), insonnia (39%) e depressione (20%). A queste si aggiungano l’aggravio costituito dagli incarichi familiari e da remunerazioni più basse rispetto ai colleghi uomini. Ad essere colpite di più sono le donne in gravidanza e, in generale, quelle in età fertile, ma anche quelle che svolgono mansioni a diretto contatto col pubblico, più inclini agli stati d'ansia anche se meno esposte alla depressione. A risentirne non è solo la persona , ma la stessa produttività delle aziende con un costo, a livello europeo, pari all’1% del Pil. Aiuti Crisi e solidarietà, l’Italia taglia La crisi non risparmia nulla, neanche l’impegno per la lotta alla fame nel mondo. La denuncia di Arturo Alberti, presidente di Link 2007, avanzata nel corso della presentazione del Global hunger index a Milano non lascia adito a dubbi: nell’ultimo triennio fondi destinati alla cooperazione internazionale sono calati del 78%, con uno stanziamento, quest’anno, di soli 158 milioni di euro da parte del nostro Paese. Un grave danno per le ong impegnate nella causa che si trovano nell’impossibilità di aiutare le popolazioni più povere nel loro percorso verso lo sviluppo. Presente anche Roberto Formigoni, , governatore della Regione Lombardia, che spiega:”alla crisi economica si somma una crisi morale dell’Occidente che, sempre più indifferente verso i popoli che soffrono la fame, è incapace di reagire agli appelli dell'Onu, della Chiesa e delle ong". Roma Salute news 24 Ottobre 2011 Pets in the city L’appuntamento Dal 3 al 4 novembre 2011 "M’ammalia 2011" al Museo Civico di Zoologia. Crudeli e non punibili Gattini sepolti vivi, cani di piccola taglia impiccati o bruciati vivi, altri affogati per gioco, sono solo alcuni esempi di maltrattamenti compiuti, e spesso filmati, da bambini su animali indifesi. L’AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente) dichiara che sono tantissime le segnalazioni di maltrattamenti almeno 400 i casi di animali che vengono uccisi da bambini di età compresa tra gli 8 e i 14 anni. «La quasi totalità dei casi spiega l'Aidaa - vede coinvolti cani o gatti e le segnalazioni arrivano dal centrosud Italia ma non mancano segnalazioni di cani seviziati nelle regioni del cento-nord. I casi di cui stiamo parlando riguardano atti di crudeltà efferata che nella stragrande maggioranza dei casi portano alla morte tra atroci sofferenze dell'animale e riguardano cani e gatti, mentre per quanto riguarda la statistica degli autori dei reati, sono commessi da bimbi e ragazzi in età compresa tra gli 8 ed i 14 anni e quindi non punibili». Addestramento sul web Nell’era di internet i video in stile “how to” vanno per la maggiore e ultimamente stanno spopolando le videolezioni di Angelo Vaira, educatore cinofilo, nonché autore del metodo Think Dog. Il videocorso, che prende il nome di “L’Educazione del Cane 2.0″, comprende 15 lezioni in tutto. L’autore, infatti, in breve tempo for- Otto ore al massimo Ogni anno milioni di animali sono trasportati per migliaia di chilometri sulle strade europee in condizioni inaccettabili. La legislazione attuale consente che i trasporti durino più giorni e per migliaia di chilometri, moltiplicando la sofferenza degli animali coinvolti. Nel 2002 il Comitato Scientifico della Commissione Europea ha pubblicato un rapporto sulla protezione degli animali durante il trasporto, che recita: ”Come regola generale, i trasporti degli animali dovrebbero durare meno possibile”.Ora la Commissione Europea ha in programma la revisione del regolamento entro la fine del 2011. Per questo la Lav (Lega Anti Vivisezione) ha dato il via a una raccolta firme, “La nostra ultima e unica possibilità di migliorare le condizioni degli animali è di ricevere abbastanza supporto dai cittadini europei per imporre un limite temporale al trasporto degli animali.8 ore, al massimo. Lo chiediamo da anni insieme alle altre associazioni animaliste”. Per aderire sul sito della Lav. 21 nisce alcuni piccoli ma importanti suggerimenti che risultano molto preziosi. Le puntate, sono raccolte sul sito di Angelo Vaira e sono totalmente gratuite. Il metodo Think Dog nasce dalla decennale esperienza di Vaira oggi consulente della relazione con il cane e direttore di un’organizzazione cinofila. Nel Lazio veterinaria forense Pet-therapy a Happy Valley “Un sorriso accorcia le distanze e allunga la vita”. Con questo slogan ANTAS Onlus (Associazione Nazionale Terapie Alternative e Solidali) presenta Happy Valley, il primo Centro in Italia di Coterapie inaugurato a San Polo dei Cavalieri a pochi chilometri da Roma. Il progetto si avvale del sostegno di Fondazione Roma e del patrocinio del Policlinico Umberto I e della Provincia di Roma. La pet-therapy, l’onoterapia, la musicoterapia, la clownterapia saranno, per la prima volta in un unico luogo e con personale qualificato, a disposizione dei bambini e delle loro famiglie e di tutti coloro che, vorranno beneficiare della terapia del buon umore e delle terapie con gli animali. Happy Valley comprende un asineggio per l’onoterapia, un’area per sviluppare il beneficio del contatto con gli animali domestici; un'area dove effettuare pet therapy, diversi laboratori dove stimolare gli utenti verso esperienze di musicoterapia e arte terapia. Il Lazio e' la prima regione italiana ed europea a dotarsi dell'Unita' specialistica di medicina forense veterinaria. Con la conclusione del corso per la formazione dei guardiaparco, risultato della convenzione triennale tra la Regione Lazio e l'Istituto zooprofilattico sperimentale di Lazio e Toscana si e' dato il via a una struttura unica nel suo genere che potra' funzionare anche da modello per tutti quei reati sugli animali riconducibili non solo a bracconaggio e frodo ma anche per monitorare gli indici di avvelenamento della fauna locale. Sia di mammiferi che ovipari. Sono stati formati oltre un centinaio di operatori forestali che per primi prestano servizio direttamente sui territori delle nostre aree naturali. Gli operatori saranno impegnati contro i crimini ambientali e contribuiranno alle attività di controllo e di indagine nei reati contro le specie animali presenti. Si realizzerà anche una banca dati e mappatura nelle aree naturali dei decessi. Lifting, l’ultima follia Trovati sul web Il tapis roulant Un gelato nel parco Trovate il vostro cane un po’ appesantito? Con ‘soli’ 1.000 dollari potete regalargli un attrezzo sportivo che gli consentirà di tornare in forma: si tratta un tapis roulant simile a quelli che si trovano nelle palestre. L’attrezzo si chiama “Jog a dog” e pesa circa 1,8 chili ed è inclinato di 11 gradi per aumentare lo sforzo. E’ servito all’interno del Regents Park il famoso parco londinese grazie ad una gelateria itinerante. Il servizio si chiama K99 e offre due deliziosi gusti: prosciutto affumicato e pollo. Sono disponibili sia la cialda biologica, rigorosamente senza zucchero nocivo ai cani, e il cono. I gelati sono fatti con prodotti naturali e adatti ai cani di tutte le taglie. Occhi troppo sporgenti, palpebre cascanti, orecchie rilassate? C’è il lifting per gli animali. Una pratica assurda e crudele che però sta diventando un business. Al primo posto il botox anti rughe, seguito dalla rinoplastica ma la chirurgia estetica sugli animali è un fenomeno in continua crescita: solo nello scorso anno sono state 425.000 in tutto il mondo le vittime di questa atrocità. 22 Roma Salute news 24 Ottobre 2011 Sessualità A stabilirlo una ricerca condotta da Ipsos, parte di una campagna di educazione promossa con Anlaids Donne Giovani più precoci ma meno assidui. E i genitori lo facevano il doppio Pillola e uomo fedele Un terzo dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni ha già avuto un rapporto sessuale (28%) di Rita Moscatelli L a prima volta? Adesso si fa a 15 anni. A stabilire questo dato è una ricerca condotta da Ipsos e commissionata da Durex, combinata a una campagna di educazione promossa in collaborazione con Anlaids. Secondo la ricerca, l'età media del primo rapporto sessuale oggi è infatti a 15 anni, più bassa rispetto a quella dei genitori (17 anni). Un terzo dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni ha già avuto un rapporto sessuale (28%), quota che però è meno della metà rispetto a quella di mamme e papà (65%). La conoscenza dei metodi contraccettivi, preservativo e pillola sopra tutti, è invece piuttosto limitata: il 65% dei ragazzi si dice bene informato, contro il 40% dei genitori; le percentuali sono identiche per quanto riguarda le malattie sessualmente trasmesse. Ma da chi si impara l'educazione sessuale? Sia giovani che adulti attingono o hanno attinto informazioni soprattutto da amici e compagni di scuola (rispettivamente 78% e 74%). Il primo Un terzo dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni ha già avuto un rapporto sessuale segno che i tempi sono davvero cambiati, invece, viene dalle altre fonti di informazione: se i genitori 'imparavano' grazie a riviste e giornali, i giovani si affidano soprattutto a internet. Dove però si sviluppano i primi paradossi: i filmati trovati in rete portano i ragazzi a trascurare l'uso del preservativo (nei film a luci rosse sono usati molto poco), e addirittura qualche ragazzo è convinto che vada indossato solo tre giorni prima delle mestruazioni della partner. Il vero stacco positivo, infine, lo fanno le mamme: oggi sono loro una buona fonte d'informazione sessuale per i ragazzi (52%), mentre per i genitori non c'era all'epoca nessun famigliare a cui ci si poteva rivolgere. Il confronto, però, rimane molto generale: si parla di sesso, ma non della vita sessuale dei ragazzi o dei loro bisogni. E' anche per questo che è stata organizzata la campagna'Think Safe': l'obiettivo è coinvolgere 12 mila classi scolastiche di tutta Italia (per un totale di circa 300 mila alunni). Gli Istituti che vogliono aderire ricevono un kit contenente materiale informati- vo per approfondire in aula l'educazione sessuale, ma anche gli aspetti psicologici e le malattie trasmissibili sessualmente. Gli studenti potranno poi partecipare a un concorso realizzando disegni, slogan, video e immagini sui valori positivi della protezione e della prevenzione. I vincitori avranno borse di studio, fotocamere digitali e tanti altri premi. Infine, la campagna educativa farà massiccio uso di internet, con un sito dedicato (www.thinksafeproject.com) e pagine sui social network, come Facebook, Twitter e Youtube. Le donne che prendono il contraccettivo orale, quando scelgono un compagno, finiscono per avere una relazione lunga, ma non sessualmente soddisfacente. Lo dimostra uno studio dell'università scozzese di Stirling. Le ricerche mostrano che le donne che prendono la pillola sono attratte da uomini diversi rispetto a quando non la prendono. La spiegazione ipotizzata è che, poiché la pillola simula la gravidanza, le donne tendono a innamorarsi di chi ha i tratti associati alla fedeltà. Per la prima volta però sono stati testati gli effetti di questa scelta sul sesso femminile, in particolare su 1000 donne che stavano assumendo la pillola quando hanno incontrato il loro partner, e 1500 che invece non la usavano. I ricercatori quindi hanno misurato i livelli di soddisfazione, generale e sessuale, della donna sulla relazione, e anche quanto questa è durata. Così hanno visto che le donne che assumevano la pillola, quando incontravano il loro partner erano molto meno soddisfatte sotto le lenzuola, ma più felici a livello generale della loro relazione, ad esempio per la lealtà del partner e il suo supporto finanziario. Ed erano più propense a rimanerci a lungo. Durante il periodo fertile, spiegano gli scienziati, le donne cercano l’uomo virile, caratteristica associata a geni buoni ma anche all'infedeltà. Poiché le donne assumendo la pillola non hanno cambiamenti ormonali, è probabile che siano più sensibili a tratti e caratteristiche del compagno che portano a relazioni stabili e durature. Roma Salute news 24 Ottobre 2011 il punto Tiziano Battisti Direttore editoriale Roma Salute News Se non ora quando? C he la situazione economica sia grave ormai non ne dubita più nessuno, neanche quelli che hanno tentano di rassicurare gli italiani per mesi dicendo che non c’era nessun problema e rinviando perciò provvedimenti necessari. E del resto le misure prese nei mesi scorsi con tagli e nuove tasse per miliardi di euro stanno lì a dimostrarlo. Ma per la sanità arrivano nuovi provvedimenti. La legge sulla stabilità approvata dal Consiglio dei ministri ad esempio ha tagliato un miliardo di euro per l’edilizia sanitaria. E questo peserà in maniera rilevante in una situazione già grave, rischiando di pagare doppio domani quello che si risparmia oggi e sapendo che la mancata modernizzazione delle strutture porta con se costi oggi non quantificabili. Bastano due dati a rendere chiaro lo stato attuale: il 60% degli ospedali italiani ha più di 40 anni, il 50% ha meno di 120 posti letto. Questo comporta chiaramente delle diseconomie, delle difficoltà di intervento per razionalizzare le spese. Poi ci sono circa cento cantieri aperti per ristrutturazione, ampliamento o costruzione ex-novo di strutture ospedaliere, mentre più di 100 ospedali risultano incompiuti, l'80% al sud. Insomma un sistema, per dirla con una terminologia medica, già in ‘prognosi riservata’. A questo vanno aggiunti i 20 milioni di euro tagliati alla voce che riguarda i progetti di ricerca specifici a disposizione del servizio sanitario nazionale. Insomma tagli e ancora tagli che mettono a rischio non soltanto la qualità del sistema sanitario oggi ma possono seriamente pregiudicarne il futuro. In una situazione in cui gli ospedali necessiterebbero di interventi incisivi per una loro modernizzazione, si sceglie la strada opposta. A tutto questo va aggiunta la situazione nella nostra regione che si fa di giorno in giorno più grave. Nello scorso numero vi abbiamo parlato dei licenziamenti alla San Raffaele di Velletri, oggi torniamo a parlare di quella vertenza infinita che riguarda il Santa Lucia. Accordi sottoscritti più volte che diventano carta straccia, sentenze dei tribunali favorevoli alla Fondazione che restano senza conseguenze: quando deve durare ancora questa situazione? Quante manifestazioni dovranno organizzare ancora lavoratori e pazienti prima di arrivare al punto di non ritorno? Del resto il Piano di rientro della Polverini sta ricevendo sonore bocciature da vari tribunali. L’ultima in ordine di tempo riguarda Frascati: il Consiglio di Stato ha bocciato la chiusura del pronto soccorso dando ragione a diversi comuni di orientamento politico bipartisan. Decisione che si aggiunge a quelle riguardanti Bracciano e Anagni. Non è il caso di riaprire un confronto sull’intera manovra, sul Piano complessivo per capire da subito le cose che si possono modificare, partendo chiaramente dal Consiglio regionale ma allargando il confronto alle forze sociali interessate? Insomma convocare gli Stati generali che abbiamo invocato nelle nostre ultime uscite. Se non ora quando? 23 Presentato alla Procura della Repubblica del Tribunale della Capitale Esposto dell’Ordine dei Medici sui disservizi nella sanità C ome deliberato nel suo ultimo Consiglio straordinario, l’Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri di Roma ha proceduto nei giorni scorsi a presentare un espostodenuncia alla Procura della Repubblica del Tribunale di Roma, con lo scopo di informare la Magistratura delle condizioni non idonee in cui, con sempre maggiore frequenza, si trovano a operare i medici della Capitale. Nell’esposto presentato dal Presidente dell’Ordine, Mario Falconi, viene denunciato che, all’interno del sistema sanitario, ormai “si verificano situazioni, con particolare riferimento alle strutture ospedaliere, di allarmanti ed inammissibili disservizi”. Le cause di questi disservizi, secondo l’Ordine, sono da ricercare principalmente nel perdurante blocco del turn-over, nel dilagare del precariato e negli orari di lavoro procrastinati oltre la soglia della fatica e della lucidità, come pure nelle carenze strutturali e organizzative in cui i medici spesso si trovano costretti a operare. Tali situazioni si legge nell’esposto – “hanno superato di gran lunga i limiti della tollerabilità, della sicurezza sul posto di lavoro, del rispetto della dignità degli operatori della sanità, con conseguente ricaduta sugli interessi dei pazienti”. Ciò può generare possibili errori medici, snervanti attese di pazienti e parenti, una crescente esasperazione che, sempre più, sfocia anche in aggressioni verbali e fisiche al personale sanitario. “Siamo ben consapevoli che la responsabilità penale è sempre individuale – precisa Falconi – ma la categoria medica è stanca di pagare da sola, in prima persona, colpe e carenze che invece molto spesso dipendono da scelte politi- che e aziendali. Pertanto, d’ora in poi l’Ordine chiamerà in causa, come corresponsabili, tutti coloro che determinano condizioni inadatte al corretto e sereno svolgimento dell’atto medico. Ciò nell’interesse primario della salute collettiva e del cittadino paziente, oltre che dei nostri iscritti.” L’esposto presentato alla Procura segue le altre recenti iniziative prese dall’Ordine di Roma per garantire maggiore sicurezza ed efficienza nelle strutture sanitarie della Capitale: l’istituzione dell’Osservatorio sugli atti di violenza ai medici, cui hanno aderito il Ministero della Salute e la Questura di Roma, il Tribunale dei Diritti del Medico e il progetto di un Pronto Soccorso Legale per dare assistenza immediata ai propri iscritti, soprattutto quelli aggrediti o oggetto di denunce palesemente infondate. Santa Lucia, manifestazione e nuovo incontro I l giorno in cui Roma è stata sconvolta da un nubifragio con pochi precedenti, pazienti e lavoratori del S. Lucia tornavano davanti alla Regione per protestare contro il mancato rispetto degli accordi sottoscritti, a sostegno della Fondazione. Una delegazione composta dal Coordinamento Salviamo l’Ospedale Santa Lucia e i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali Aziendali è stata ricevuta poi dai tecnici della regione, durante l’incontro si è avuto da parte della regione l’assicurazione di un’immediata liquidità per superare le difficoltà economiche più prossime e si è ottenuto un ulteriore incontro martedì 25 ottobre alle ore 16.00 presso l’Assessorato alla Salute per definire lo stato di attuazione dell’accordo di remunerazione 2011 e risolvere il contenzioso pregresso, all’incontro saranno presenti i vertici della Fondazione, i rappresentanti sindacali e il Coordinamento. Dure le prese di posizione di vari esponenti politici. Per Giulia Rodano dell’Idv “La Regione Lazio deve chiarire pubblicamente i motivi che impediscono la soluzione positiva della vertenza del Santa Lucia. La Regione dica se esiste un accordo e soprattutto perché non viene onorato”. Nel suo comunicato la Rodano fa anche riferimento ad una dichiarazione del Ministro Fazio: “Per quanto mi risulta un accordo c'e' e mi auguro che adesso non ci siano intoppi burocratici o di altro genere a livello di regione o di ministero dell'Economia. L'accordo e' stato trovato e non vero perché non debba essere rispettato". Chiede il rispetto dell’accordo anche Francesco Pasquali, Capogruppo di Futuro e Libertà alla Regione “Nel ribadire completa vicinanza a chi, giustamente, protesta per il mancato rispetto di quanto sottoscritto più volte, senza ulteriori indugi, va richiesta a chi ne ha responsabilità una parola definitiva per ridare speranza e slancio a tutti coloro che contribuiscono a fare del S. Lucia un eccellenza sanitaria della nostra Regione. Le parole del ministro Fazio fanno cadere qualsiasi alibi e fanno sperare che la trattativa abbia un esito positivo. Per il bene dei lavoratori, degli assistiti e delle loro famiglie". 24 Roma Salute news 24 Ottobre 2011 PUBBLICITA’