programma di sala 1369 - Amici della Musica Verona
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programma di sala 1369 - Amici della Musica Verona
107ª Stagione PROGR AMMA realizzata con il contributo di PRIMA PARTE www.amicidellamusicavr.it CONCERTO n.1369 LAURA MARZADORI violino OLAF JOHN LANERI pianoforte Integrale “sonate per violino e pianoforte di Beethoven” (secondo concerto) LUDWIG VAN BEETHOVEN (1770-1827) Sonata n. 3 in Mi bemolle maggiore, op. 12 n. 3 Allegro con spirito Adagio con molt’espressione Rondo. Allegro molto ROCCO DE CIA (1982) Perdendosi Prima esecuzione assoluta. Brano commissionato dalla Società Amici della Musica di Verona e dagli Amici della Musica di Padova. SECONDA PARTE LUDWIG VAN BEETHOVEN Sonata n. 4 in La minore, op. 23 Presto Andante scherzoso, più Allegretto Allegro molto Sonata n. 7 in Do minore, op. 30 n. 2 Allegro con brio Adagio cantabile Scherzo. Allegro Allegro TEATRO RISTORI Lunedì 7 Novembre 2016 ore 20.30 PROSSIMO CONCERTO ELIAS STRING QUARTET Durante le esecuzioni sono vietati l’ingresso in sala e l’uso non autorizzato di registratori e macchine fotografiche Lunedí 21 Novembre 2016 ore 20.30 TEATRO RISTORI Benché votato soprattutto al pianoforte, Beethoven maneggiava con perizia anche gli strumenti ad arco. Accostatosi al violino sin da fanciullo, all’età di diciannove anni trovò impiego nell’orchestra del teatro di Bonn, come violista. Una volta giunto a Vienna (1792), entrò in contatto con alcuni dei più apprezzati concertisti dell’epoca come Baillot, Rode, Kreutzer e approfondì la tecnica dello strumento ad arco con Schuppanzigh (membro del quartetto del principe Lichnowsky) e Krumpholz, acquisendo così le cognizioni necessarie per esplorare le possibilità tecniche ed espressive del violino, non meno della tastiera. Dopo i primi approcci all’organico violino-pianoforte con le Variazioni su Se vuol ballare (WoO40) e il Rondò in Sol (WoO41), videro la luce le sonate op. 12 (1798), dedicate allo stimatissimo Antonio Salieri, dal quale il giovane Beethoven, in quegli anni, era stato introdotto ai segreti della composizione vocale e teatrale. A dispetto della prassi coeva che tendeva alla subordinazione del violino, ma col conforto dall’esempio mozartiano (K. 454, 481, 526), il genio di Bonn puntò da subito all’equiparazione dei due strumenti, coinvolgendo i loro differenti timbri in un confronto serrato, in grado di rivelare intime corrispondenze e di accendere la tensione drammatica. La carica innovativa dell’op. 12 lasciò spiazzati e perplessi i recensori coevi: sull’autorevole «Allgemeine Musikalische Zeitung» le prime tre sonate furono giudicate così «bizzarre» da portar l’ascoltatore a «smarrirsi nella foresta». Ciononostante, fatta eccezione per la cosiddetta ‘Kreutzer’, della quale la terza dell’op. 12 anticipa a livello embrionale la vena concertante, le sonate per violino e pianoforte appartengono alla produzione meno avanzata e sperimentale di Beethoven, con la loro aura da intrattenimento salottiero, piuttosto tradizionalista, che blandiva i gusti dell’ampio mercato dei dilettanti. Non è un caso se proprio per il minore tasso di difficoltà tecnica, per la limpidezza e per l’affabilità espressiva, dai critici dell’epoca vennero assai apprezzate le successive op. 23 e op. 24 (conosciuta come ‘Primavera’), nate assieme con dedica al conte Moritz von Fries, ma poi pubblicate separatamente. Secondo una logica sonatistica di stampo haydniano, nel Presto iniziale dell’op. 23 il tema secondario scaturisce da quello principale, pur perdendone il piglio nervoso, e il discorso musicale si basa essenzialmente su un fitto gioco di imitazioni tra segmenti melodici, che prosegue nel delizioso movimento centrale e nel rapsodico rondò finale. Nella raccolta op. 30 (1802), dedicata allo zar Alessandro I di Russia, dopo la prima Sonata in La, si compie il superamento definitivo dei modelli haydniani e mozartiani, con l’affermazione di una nuova dimensione patetica e concertante nella seconda, dove il compositore sonda originali formule percussive, declamatorie, in «staccato martellato» e sovrapposizioni di lunghe linee melodiche a brulicanti passaggi nel registro basso della tastiera: l’organico violino-pianoforte diventa così un’entità costituita da peculiari tinte sonore e da precise caratteristiche di scrittura. Il vigore drammatico della Sonata in Do min. ha la sua radice poetica nel gusto tipicamente romantico per i contrasti, a livello sia di organizzazione interna dei singoli movimenti sia di più generale strategia della loro successione: superata la tradizionale tripartizione in favore di un più ampio schema sinfonico in quattro tempi (peraltro già presente nell’op. 24), all’«eroica protervia», per dirla con Busoni, del primo si contrappone la tenerezza elegiaca del secondo e il saltellante brio dello Scherzo con i suoi spostamenti di accento, il tutto compendiato nel magnifico Allegro conclusivo con la sua geniale varietà di tinte espressive. Francesco Bissoli LAURA MARZADORI Laura Marzadori ha iniziato da piccola lo studio del violino con il metodo Suzuki, diplomandosi poi al Conservatorio di Bologna. Nel 2002 è stata premiata con menzione alla VII Rassegna Nazionale per Giovani Strumentisti ad Arco organizzata dall’European String Teachers Association ESTA-Italia e sempre nello stesso anno ha ricevuto la borsa di studio “Mario Benvenuti” alla Rassegna Nazionale di Vittorio Veneto. Nel 2005 è stata scelta da Niel DePonte, direttore dell’Oregon Ballet Theatre Orchestra, per rappresentare la città di Bologna al Young Artists a Portland e si è esibita al Festival “Uto Ughi per Roma”. Nello stesso anno ha vinto il primo premio assoluto in diversi concorsi tra i quali il Nuovi Orizzonti di Arezzo e il XXVII Concorso Città di Vittorio Veneto, il più importante concorso nazionale di violino. In quella occasione le è stato assegnato anche il premio speciale in memoria di Franco Gulli per la migliore esecuzione di Mozart. Laura Marzadori è la più giovane vincitrice del concorso dalla sua fondazione (1962), record detenuto fino a questa edizione da Cristiano Rossi, che era in giuria. Si è esibita in numerosi concerti, accompagnata da importanti orchestre e in duo con il pianista Roberto Arosio, in Italia e all’estero. Ha suonato come solista nel Concerto della Solidarietà, promosso dal Ministero per i Beni Culturali, tenutosi all’Auditorium Parco della Musica di Roma e ripreso dalla Rai. Ha inoltre suonato in formazioni cameristiche con musicisti come Salvatore Accardo, Pavel Berman, Bruno Giuranna, Rocco Filippini e Antonio Meneses. Ha studiato e continua a perfezionarsi con autorevoli e famosi insegnanti: Marco Fornaciari, Giuliano Carmignola, Pavel Berman, Salvatore Accardo. Suona un violino Giovanni Pressenda del 1830 concessole dalla Fondazione Pro Canale. OLAF JOHN LANERI Nasce a Catania da famiglia di origine svedese, termina brillantemente gli studi a Verona e quindi si perfeziona in Italia e all’estero per poi conseguire la qualifica di Master all’Accademia Pianistica di Imola. Dopo diverse vittorie in competizioni nazionali, risulta laureato ai concorsi internazionali di Monza, di Tokyo e di Hamamatsu; nell’estate del 1998 vince la cinquantesima edizione del prestigioso concorso “F. Busoni” di Bolzano (II premio con particolare distinzione, I premio non assegnato), e nel 2001 ottiene il II premio al World Music Piano Master di Montecarlo. È presente in rinomate stagioni in Italia e in Europa come solista e con orchestra (Pomeriggi Musicali di Milano, Orchestra dell’Arena di Verona, Symphony Orchestra di Tokyo, Filarmonica di Montecarlo). Ha suonato al Festival di Brescia e Bergamo, al Teatro Olimpico di Vicenza, al Teatro Bellini di Catania, alla Sagra Malatestiana di Rimini, al Tiroler Festspiele in Austria, alla Radio della Svizzera Italiana a Lugano, al Festival della Ruhr, alla Herkulessaal e al Gasteig di Monaco, per la Deutsche Rundfunk, alla Salle Gaveau e per Radio France a Parigi, in Salle Molière a Lione, al Festival Chopin in Polonia, all’Opéra di Montecarlo. Il suo repertorio comprende l’intero corpus delle 32 Sonate di Beethoven, che fanno costantemente parte dei suoi programmi. L’interpretazione del Concerto n. 2 di Brahms con i Berliner Symphoniker in tournée in Italia e il successo al debutto con lo stesso concerto alla Sala Grande della Philharmonie di Berlino gli hanno procurato l’invito dell’orchestra e del suo direttore L. Shambadal a tornare nel 2011 alla Philharmonie con il Concerto n. 2 di Tchaikovskij. www.amicidellamusicavr.it NEWSLETTER I Signori Soci che non dovessero ricevere regolarmente la Newsletter con i programmi dei concerti sono pregati di segnalarlo via mail all’indirizzo [email protected] ROCCO DE CIA Si perfeziona in Composizione con Ivan Fedele presso l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, diplomandosi con il massimo dei voti e lode e ottenendo la borsa di studio “G. Petrassi”, conferita dal Presidente della Repubblica. Vince il primo premio del concorso di composizione “Premio Trio di Trieste – Giampaolo Coral Award 2012”. Sue musiche sono programmate dal Teatro Comunale di Bologna (2009, 2010, 2011), Rondò 2011 (Milano), La semaine de Bologne à Toulouse (2011), ManiFeste-Académie-2013 (IRCAM, Parigi), Suona Francese (Lyon), Accademia Nazionale di Santa Cecilia (Parco della Musica, Roma), Accademia Chigiana di Siena, Internationalen Ferienkurse für Neue Musik 2014 (Darmstadt), Impuls 2015 (Graz), La Biennale Musica di Venezia 2015, e inoltre a Vienna, Budapest, Berna, eseguite dal Divertimento ensemble diretto da S. Gorli, ensemble ZeroCrediti diretto da F. La Licata, Coro femminile del Collegium Musicum Almae Matris, Domenico Melchiorre, Trio Eclettica (Italia), Munich ArtisTrio (Ucraina-Slovenia), Trio Frühstück (Austria-Olanda), ensemble Exaudi diretto da J. Weeks, Orchestre National d’Île-de-France diretta da J. Deroyer, ensemble Novecento diretto da C. Rizzari, Matteo Cesari e Francesco Dillon, Trio Josef Suk, Anna D’Errico, Ruben Mattia Santorsa, Michele Marco Rossi, Elena Gabbrielli e Aline Privitera. PARCHEGGIO Ricordiamo che gli abbonati alla stagione 2016-2017 della Società Amici della Musica di Verona possono usufruire gratuitamente del parcheggio messo gentilmente a disposizione dal Teatro Ristori. Il parcheggio (100 posti auto) sito in Vicolo Ognissanti (seconda traversa a sinistra di stradone Antonio Provolo) è disponibile, fino a esaurimento, da mezz’ora prima dell’inizio a mezz’ora dopo la fine del concerto.