Scheda di presentazione di Giuseppe Moffa in arte
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Scheda di presentazione di Giuseppe Moffa in arte
Scheda di presentazione di Giuseppe Moffa in arte “Spedino” Biografia. Spedino è nato a Riccia (CB) nel 1979. A 9 anni ha iniziato a studiare la fisarmonica e si è poi diplomato in chitarra classica al Conservatorio ”L. Perosi” di Campobasso. Proviene da una famiglia di musicisti legati alla tradizione: il padre Gaetano è uno dei pochi costruttori e suonatori di bufù (tamburo a frizione), il nonno Espedino (da cui il soprannome di famiglia) suonava l‟organetto e il bisnonno Gaetano era capocomitiva nei pellegrinaggi religiosi. Giuseppe ha suonato da ragazzo per anni nel gruppo folk di Riccia e ha preso parte a diversi cori polifonici. La passione per il blues e il rock lo ha portato negli anni ‟90 a creare il gruppo: Alti e bassi band. Negli ultimi anni è approdato alla world music grazie a un lavoro di ricerca sulla musica molisana e alla capacità di riproporre e reinventare questo materiale assieme a brani di sua composizione mescolando la tradizione, il jazz e la musica d‟autore. La ricerca. Assieme ad Antonio Fanelli (Università di Firenze – Istituto Ernesto de Martino) ha intrapreso una ricerca dedicata alla musica, i canti e le danze di Riccia e del Fortore molisano e sannita. Hanno collaborato al numero dedicato al Molise nella collana Tribù Italiche per la rivista “World Music Magazine” e preso parte a numerosi seminari e convegni dedicati alla musica e alla cultura popolare (tra cui la rassegna “Ieri, Oggi e domani. L‟Italia delle Tradizioni” organizzata dal Ministero dei beni culturali al Vittoriano a Roma, 1-2-3 febbraio 2008). La ricerca antropologica si fonde con la musica di Spedino e trova spazio negli spettacoli tematici dedicati ai “Cantastorie di Riccia”, alla “Zampogna molisana”, alle “Danze tradizionali e l‟organetto nel Fortore” e ai “Canti sociali, di lavoro e di guerra”. In concerto: Giuseppe si esibisce da solo come cantautore-cantastorie polistrumentista (voce, chitarra, zampogna, organetto, fisarmonica, chitarra battente, tamburo a cornice) e/o con un gruppo di „compari‟ musicisti che lo accompagnano: Salvatore de Iure : pianoforte / organo hammond, Felice Zaccheo: mandolino/mandola/chitarra battente / organetto, Domenico Mancini: violino, Guerino Taresco : contrabbasso, Gian Michele Montanaro: tamburi a cornice / percussioni / voce, Vincenzo Gagliani: tamburi a cornice / percussioni. L‟organico può mutare secondo le situazioni e le esigenze lo spettacolo varia indistintamente da tradizione a canzone d‟autore, da zampogna a organo hammond, uno spettacolo pieno di gusto, suoni ricercati e creatività. Crediti. Spedino apre nel 2006 la compilation “Quota Periscopica” prodotta dalla rivista “Il Bene Comune”, nel numero di giugno. Sempre nel 2006 partecipa al “MATESEFRIENDFESTIVAL” di Colle D‟Anchise (CB), al “PALEARIZA FESTIVAL” di Reggio Calabria e al "WORLD MUSIC from MOLISE" a Riccia (CB).Tra gli altri festival della scorsa stagione estiva (2007) partecipa alla XVIII edizione del "CARPINO FOLK FESTIVAL" a Carpino (FG) e al "BUSKERS FESTIVAL" di Carpineto Romano (RM). Nel dicembre 2007 pubblica "PRODUZIONE PROPRIA" un CD di sola zampogna, sei pezzi originali, sei motivi per suonarla. La tradizione del Natale e le danze popolari assieme a brani sperimentali creati da Giuseppe che uniscono alla zampogna molisana sonorità e suggestioni provenienti da altre musiche e da altre zone del mondo. Dicono di lui: “Un metro e novantaquattro di musica alla grande, ricca di memoria e di storia e di presente” come lo ha simpaticamente descritto Ivan Della Mea in una recensione sulle pagine de l‟Unità. “Il suo modo di trarre i materiali musicali, siano essi provenienti dalla tradizione scritta o orale, da quella folklorica o blues, è - come dire - ecologico. Il processo compositivo non produce scarti di lavorazione, tutto viene costruito o riutilizzato in modo musicalmente eco-compatibile, con misura e gusto, senza sprechi. E' come se abbinasse la qualità musicale della buona musica colta alla parsimoniosa modalità di trattamento della musica tradizionale”, Vincenzo Lombardi, in “Il Bene comune”,VII,2008.