Opportunità e limiti per il sistema-regione, in

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Opportunità e limiti per il sistema-regione, in
LUGLIO
AGOSTO
2006
E C O N O M I A
E M I L I A - R O M A G N A
Settori
Salute, il polo
bolognese in terapia
S p e d i z i o n e i n A . P.
P. - 4 5 % - A r t . 2 c o m m a 2 0 / b L . 6 6 2 / 9 6 , f i l i a l e d i B o l o g n a
Obiettivo
Cina
Opportunità e limiti
per il sistema-regione,
in pole position
oltre la Grande Muraglia
Inchiesta
Responsabilità sociale,
il business ringrazia
Rapporto
Macchine ceramiche,
sprint dell'export
Aziende
Ortofrutta, il Centro
della competitività
Internazionalizzazione
Da Unioncamere
l'analisi del trend
Pubb
EDITORIALE
Basilea 2, la sfida
dei nuovi Confidi
di Andrea Zanlari*
Più capitalizzazione ed efficienza sono gli obiettivi
per fornire alle Pmi servizi sempre più qualificati
* Presidente Unioncamere
Emilia-Romagna
U
n ruolo fondamentale nel
facilitare i rapporti tra istituti bancari e imprenditori è
stato storicamente svolto,
anche in Emilia-Romagna, dal sistema dei Confidi. Sorti dalla volontà
delle associazioni di categoria, supportati dalle Camere di Commercio
del territorio, i Confidi hanno assolto
una funzione di solidarietà economica, di “ancora di salvezza” per le esigenze creditizie delle pmi, garantendo
accesso ai finanziamenti bancari a
condizioni agevolate. Per le banche, il
ruolo di garanti collettivi dei singoli
affidamenti, esercitato dai Confidi, è
servito a rafforzare il merito complessivo del credito erogato. Per le aziende, l’affiancamento di un soggetto
collettivo credibile ha migliorato la
possibilità di ricevere flussi di credito
coerenti, per quantità e costo, ai propri progetti di sviluppo. La validità
dell’esperienza dei Confidi, e la sua
prossimità alle imprese, è provata da
costi di gestione ed insolvenze assai
bassi. Ora il sistema si sta confrontando sui modelli organizzativi da
adottare per rispondere agli effetti
della legge quadro e degli accordi di
Basilea 2. I Confidi sono chiamati a
raggiungere nuovi livelli di efficienza e
di efficacia, diventando più solidi,
capitalizzati e professionalizzati, per
fornire alle pmi un supporto qualificato ed offrire una garanzia modulata in base al rischio del finanziamento, rispondendo all’esigenza delle
banche di collegare i processi commerciali a quelli di valutazione del
rischio e di assorbimento patrimoniale. L’obiettivo va perseguito senza perdere di vista i punti di forza che
hanno consentito la crescita dei
Confidi e i circuiti virtuosi determinati nel rapporto con le banche e gli enti
pubblici. Vanno adottate soluzioni
che consentano un punto di equilibrio
tra le esigenze di specializzazione e di
crescita dimensionale e le ragioni del
radicamento territoriale. La qualità
territoriale non è messa in discussione
e deve rimanere il punto di riferimento del sistema, fornendo un primo
livello di servizio alle imprese. Un
secondo livello è quello regionale per
il quale la funzione di accompagnamento delle imprese può essere svolta
dai Confidi sia che rimangano intermediari non vigilati o che evolvano in
soggetti vigilati, senza però arrivare, a
mio avviso, alla trasformazione in
banca di garanzia, possibile ma non
in linea con la propria natura e background. Anche gli enti pubblici, in
particolare le Camere di commercio,
principali erogatori di contributi in
abbattimento tasso a sostegno del
sistema produttivo, chiedono di interloquire con Confidi di
primo e secondo grado,
per agire a sostegno degli
interventi di promozione
dello sviluppo locale
delle province. La complessità e l’onerosità di
questo passaggio evolutivo implica il proseguimento del tradizionale
coinvolgimento costruttivo degli enti locali ed
una maggiore attenzione alle scelte
commerciali, pur rimanendo coerenti
alle logiche mutualistiche e territoriali
della realtà dei Confidi.
Le Camere di commercio, promuovendo la costituzione dei primi
Confidi provinciali e dal 1981 del
livello regionale, hanno svolto un prezioso ruolo di supporto alla crescita,
ed ora pongono attenzione al loro
adeguamento e perciò sono a fianco
degli operatori in questo momento di
trasformazione.
Su questa consapevolezza, Unioncamere Emilia-Romagna è impegnata
strategicamente per stimolare i processi di aggregazione secondo una
crescente connotazione intersettoriale
che si è espressa con la nascita della
Confidi Emilia-Romagna Servizi srl,
struttura unitaria di servizio per i settori dell’industria (Fidindustria), terziario (Cofiter) e cooperazione
(Cooperfidi). La ricerca di sinergie
non esclude comparti come l’agricoltura e soprattutto l’artigianato: con
Artigiancredit la collaborazione resta
infatti intensa e può essere
migliorata
L’efficacia di Consorzi
e Cooperative
di garanzia grazie
a costi ridotti
e bassa insolvenza
LUG–AGO 2006
1
Pubb
SOMMARIO
1
EDITORIALE
Basilea 2, la sfida
dei nuovi Confidi
Mensile dell’Unione regionale
delle Camere di commercio
dell’Emilia-Romagna
e della Regione Emilia-Romagna
Anno XIII - n. 7-8
Luglio-Agosto 2005
Fuori commercio
Direttore responsabile
Andrea Zanlari
Coordinamento editoriale
Roberto Franchini (vicedirettore)
Ugo Girardi
Morena Diazzi
Coordinamento redazionale
Contesto srl
Giuseppe Sangiorgi
DI
30 FINANZA
IN BREVE
6
VANNO E VENGONO
8
PRIMO PIANO
Responsabilità sociale,
il business ringrazia
DI
Foto
Paolo Righi e Andrea Samaritani
Meridiana Immagini,Voli Soc.Coop
Progetto grafico e impaginazione
Contesto S.r.l.
via Zucconi, 90
41100 Modena
Tel. 059-34.66.41
Fax 059-29.23.126
e.mail [email protected]
Concessionaria per la pubblicità
Afc Associati S.n.c.
via Rosaspina n. 5
40129 Bologna
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Stampa
Labanti e Nanni
Industrie grafiche
via Parini 10
40033 Casalecchio di Reno (BO);
tel. 051-6133555 - fax 051-6142247;
e - mail: [email protected];
Autorizzazione
del Tribunale di Bologna
n° 6285 del 27 aprile 1994
Spedizione A.P. - 45%
art. 2 comma 20/b P. 662/96
Filiale di Bologna
in copertina: Elaborazione su foto
Meridiana Immagini, Voli Soc.Coop
MICHELA SUGLIA
13 INNOVAZIONE
L’acchiappapolveri
che piace alla Nasa
DI
c/o Unioncamere
viale Aldo Moro, 62
40127 Bologna
Tel. 051-637.70.26
Fax 051-637.70.50
La congiuntura
regionale 1° trimestre
ANDREA ZANLARI
4
Segreteria di redazione
Piera Falcone
QUADERNI&DOCUMENTI
RITA BIGONI
14 RAPPORTO
Salute, un tonificante
per il distretto bolognese
DI
STEFANO ASPREA
16 FOCUS
L’Emilia-Romagna
oltre la Grande muraglia
DI
ANTONIO APRUZZESE
21 ANALISI
Export: Unioncamere
analizza il trend
DI
GIUSEPPE SANGIORGI
25 STORIE
L’arte dell’intimo
che nasce a Bologna
DI
DEBORAH DIRANI
27 CINQUE DOMANDE
Giuseppe Parenti
risponde
DI
GIUSEPPE SANGIORGI
Trevi, le fondamenta
del business globale
DI THOMAS FOSCHINI
33 INDAGINE
Macchine ceramiche,
sprint dell’export
DI SERENA INCHINGOLO
36 ARCHITETTURA
Incastri pieni e vuoti
nella pianura d’acqua
DI
MICHELA SUGLIA
38 SETTORI
Romagna, come cambia
il polo del divertimento
DI THOMAS FOSCHINI
40 TURISMO
Ecoturismo, la moda
invade i parchi regionali
DI
GIOVANNI SCALAMBRA
43 LIBRI
Strategie di leadership
in un mondo che cambia
DI
BENEDETTA BOLDRIN
45 SPECIALE ENERGIA
51 AZIENDE
Ortofrutta, il Centro
della competitività
DI
MADDALENA VICCHI
54 FLASH EUROPA
A CURA DI STEFANO LENZI
53 CREDITO
Un nuovo ruolo
per i Confidi
DI
GIUSEPPE SANGIORGI
LUG–AGO 2006
3
IN BREVE
Due nuove misure regionali a sostegno degli investimenti
Artigianato, 21 milioni di fondi per le Pmi
Dopo la crisi aviaria
Settore avicolo
in ripresa con
l’aiuto regionale
D
ue nuovi strumenti in
arrivo a sostegno del credito artigiano attivati dalla
Regione Emilia-Romagna. A
beneficio delle aziende artigiane regionali, che possono
presentare le domande a partire dal 1° luglio, sono due gli
interventi previsti: un fondo
per l’abbattimento dei tassi di
interesse su finanziamenti per
investimenti e un fondo di
“controgaranzia”
della
Regione per accompagnare le
C
rescono i prezzi e i consumi
di carni bianche in regione, e
il settore avicolo si sta avvicinando (con circa l'85% della produzione) ai livelli precedenti alla
crisi scatenata dalla paura dell'influenza aviaria. Questa la valutazione degli operatori avicoli, che
si sono incontrati a Bologna con
l'assessore regionale all'Agricoltura Tiberio Rabboni.
Senza nascondere, però, la preoccupazione che i problemi irrisolti durante la crisi possano
vanificare la ripresa. Rabboni
ha assicurato di intervenire nei
confronti del sistema bancario
regionale – per consentire alle
imprese di graduare maggiormente il consolidamento del
debito – e nei confronti del
governo, perché intervenga in
vista della scadenza del 31
ottobre, termine di pagamento
dei ratei finanziari dei mutui e
degli oneri previdenziali e assistenziali.
ISTITUTO TRASPORTI
COSTI RIDOTTI
DEL 30% NELLE
AZIENDE
Riduzione del 30% dei
costi per il trasporto delle
merci, abbattimento del
90% del numero dei
mezzi in entrata-uscita da
un’azienda, innalzamento
4
Premiata dalla "World Investment Conference"
La Regione del buon governo
Emília-Romagna esempio di buon governo. In occasione della
quarta edizione della "World Investment Conference", che si è
tenuta ai primi di giugno a La Baule, nella Regione Pays de la Loire
in Francia, la Regione Emilia-Romagna è stata selezionata assieme
alla Regione Paris-Ile-de-France e alla Romania dell'Ovest, per la
buona governance territoriale, al servizio di un equilibrato sviluppo socio-economico. A rappresentare la Regione all’appuntamento internazionale, che si propone di aumentare la competitività
europea e di accelerare l’attuazione dell’Agenda di Lisbona, il vice
presidente regionale Flavio Delbono, accompagnato dai vertici di
Ervet, Unioncamere Emilia-Romagna e CNA.
della media di “riempimento” dei camion dal
40% al 70 per cento.
Questi i risultati raggiunti
dalle aziende emilianoromagnole grazie alla consulenza dell’Istituto sui trasporti e la logistica, nato
nel 2003 per iniziativa della
Regione, che ha coinvolto
circa 300 imprese.
LUG–AGO 2006
ALIMENTARE
EUROPASS,
PRIMO PORTALE
SULLA SICUREZZA
Il primo portale Internet
italiano dedicato alla sicurezza alimentare. È stato
realizzato da Europass,
struttura-ponte tra istituzioni (tra cui Regione e
Provincia di Parma),
imprese agroalimentari,
associazioni di categoria
regionali e l’Agenzia
europea per la sicurezza
alimentare (Efsa), che ha
sede a Parma. Il sito
(www.europass.parma.it)
propone le tematiche più
garanzie prestate dai Consorzi
Fidi. In questo modo, le piccole imprese potranno “misurarsi al pari delle altre con le
nuove regole del credito europeo”, ha spiegato l’assessore
regionale alle Attività produttive, Duccio Campagnoli.
Il programma per questi
finanziamenti agevolati prevede un investimento di 21
milioni di euro da parte della
Regione, che ha concluso
una convenzione con gli istituti di credito emilianoromagnoli per ottenere tassi
particolarmente convenienti
(da euribor +0,75 per interventi coperti da garanzia
fino all’80%, a euribor
+1,25 per interventi senza
garanzia).
Su questi tassi convenzionati
si applicherà un abbattimento, per l’intervento di sostegno della Regione, di quasi
due punti. L’artigianato
potrà quindi contare su tassi
di interesse significativamente più bassi rispetto alle condizioni di mercato, con ulteriori agevolazioni a giovani e
donne. (vedi pag 56)
attuali in tema di sicurezza e qualità alimentare, e
sintetizza i pareri scientifici dell’Efsa.
PRODOTTI TIPICI
A TAVOLA
IN SCANDINAVIA
E DANIMARCA
Eccellenze enogastronomiche emiliano-romagnole in Scandinavia.
I prodotti tipici regionali
sono stati protagonisti di
azioni promozionali estere
con il Progetto Nord
Europa. L’iniziativa rientra
nelle attività di promozione previste dagli Accordi
di
Programma
tra
Regione Emilia-Romagna,
I.C.E., Ministero Attività
Produttive, in collaborazione con Unioncamere,
sistema camerale regionale, Consorzi di Tutela,
Enoteca Regionale E.R. e
la Scuola Alberghiera di
Serramazzoni.
IN BREVE
Obiettivo 2
Indagine
Emilia-Romagna
prima in Italia
per efficienza di spesa
Investimenti
in aumento
nell’industria
L
a Regione Emilia-Romagna ha tagliato il traguardo di spesa previsto per l’Obiettivo 2, in
ampio anticipo rispetto alla scadenza del 31
dicembre 2006. Si tratta di risorse messe a
disposizione da Unione europea, Stato e dalla
stessa Regione, per favorire lo sviluppo dei territori con maggiori difficoltà strutturali. Sono
130 i Comuni dell’Emili-Romagna, per un totale di 387 mila persone, ad aver beneficiato, nel
periodo 2000-2006, di risorse Obiettivo 2 pari
a circa 250 milioni di euro, tra finanziamenti alle
imprese e progetti di sviluppo locale.
Grazie a una puntuale attuazione del programma comunitario, nella certificazione di spesa
dello scorso maggio sono stati iscritti gli ultimi 6
milioni di euro che hanno permesso di raggiungere il tetto dei 44 milioni di spesa che la
Regione doveva certificare entro la fine di quest’anno. "Una dimostrazione di efficienza – ha
commentato l'assessore regionale alle Attività
produttive Duccio Campagnoli – consentita dall'impegno di Regione ed Enti locali con le nuove
procedure di programmazione negoziata".
L’Emilia-Romagna si colloca così al primo posto
in ambito nazionale per capacità di spesa, con
un risultato che la pone “tra le più performanti
dell'Unione”, come ha affermato Alberto
Piazzi, rappresentante della Commissione europea.
CAMERA DI RIMINI
ANTALYA (TURCHIA)
ACCORDO
BILATERALE
La Camera di commercio
di Antalya, settima città
per importanza della
Turchia, e quella di Rimini, hanno sottoscritto un
accordo bilaterale per la
promozione della cooperazione e lo sviluppo
dinamico di commercio e
relazioni economiche tra i
due territori. L’intesa rientra all’interno delle iniziative nate nell’ambito del
Forum del Turismo nel
Mediterraneo, che la
Camera di Commercio di
Rimini organizza dal 2000.
BOLOGNA
COOP
COSTRUZIONI,
+13% NEL 2005
Bilancio positivo per
Coop Costruzioni. La
storica impresa di costru-
C
Congiuntura
Ervet prevede
una crescita all’1,5%
nel 2006-2008
P
revisioni di crescita per l’economia emilianoromagnola. Dopo un 2005 già in lieve recupero, le previsioni per il triennio 2006-2008 vedono
tassi di crescita attorno all’1,5%, superiori alle
medie nazionali e a quelle del Nord-est. Questi i
dati che emergono dallo studio “Economia regionale, congiuntura e previsioni” realizzato da Ervet.
Per quanto riguarda lo scorso anno, a trainare il
recupero è intervenuta quasi esclusivamente la
forte crescita delle esportazioni (+7%). Ancora
negativo, invece, l’apporto della domanda interna: i consumi delle famiglie sono stagnanti e gli
investimenti fissi lordi in flessione. Positiva invece
l’occupazione, che cresce dell’1,4% rispetto al
2004. Un trend positivo che le previsioni confermano anche per il 2007 e per il 2008.
zioni bolognese nel 2005
ha raggiunto un valore
della produzione di
140,6 milioni di euro,
incrementando in modo
sensibile le previsioni di
budget e superando del
13,4% il risultato sull’anno precedente. L’utile
netto si attesta su tre
milioni di euro e il patrimonio netto della cooperativa cresce del 5% e si
porta a 63,3 milioni.
resce la voglia di investimento nell’industra regionale. Secondo un’indagine di
Confindustria Emilia-Romagna,
l’87,2% delle imprese ha effettuato investimenti nel corso del
2005, una percentuale in crescita rispetto al 2004 (82,5%).
La ricerca ha coinvolto quasi
700 aziende del settore manifatturiero, che hanno concentrato gli investimenti soprattutto nel settore Ict (il 54,6% delle
imprese), in nuove linee di produzione (52,5%), in R&S
(40,4%), mentre il 36,1% delle
aziende ha dichiarato di aver
investito nella formazione.
Tiene anche la propensione
all'internazionalizzazione del
sistema industriale regionale: il
5,9% delle imprese intervistate
ha dichiarato di avere effettuato
investimenti produttivi all’estero
nel corso del 2005.
garanzia che Unipol offre
ai propri assicurati con
R.C. Auto. Si tratta di una
vera novità nel mondo
delle polizze automobilistiche, ed è la prima
copertura assicurativa in
Europa che offre questo
tipo di prestazione.
ASSICURAZIONI
DA UNIPOL
L’AIUTO
PSICOLOGICO
Una protezione davvero
completa, che prevede
l’assistenza anche di tipo
psicologico in circostanze
critiche, come un incidente stradale di particolare gravità.
Si chiama “Ti vogliamo
bene” ed è la nuova
LUG–AGO 2006
5
VANNO E VENGONO
UNIONCAMERE
Andrea Mondello
presidente nazionale
Dopo sei anni Carlo Sangalli, alla guida della
Camera di commercio di Milano, cede la poltrona di presidente nazionale di Unioncamere
ad Andrea Mondello, al vertice dell’ente
camerale di Roma e di Unioncamere Lazio.
È stato eletto all’unanimità dai 103 presidenti delle Camere di commercio italiane in occasione della 123° assemblea di Unioncamere.
Il nuovo presidente è il numero uno della
Fiera di Roma spa e il vicepresidente della
Fondazione Musica per Roma Spa (Auditorium), siede nei consigli di amministrazio-
FORLÌ-CESENA
6
ne di Banca di Roma spa, Fondazione
Censis e Società per il polo tecnologico
industriale romano. Mondello è inoltre
componente di giunta di Confindustria
Lazio e dell’Unione industriali di Roma e
in passato ha svolto l’attività imprenditoriale come azionista e amministratore delegato della Birra Peroni spa. Negli ultimi sei
anni Unioncamere ha ampliato la rete della
alleanze con i ministeri delle Attività produttive, degli Esteri, della Giustizia, delle
Politiche agricole, dell’Istruzione e innovazione e ha stretto accordi di collaborazione con
Regioni, Province e Comuni, con l’Ice, con gli
ordini professionali e le associazioni di categoria.
UNICREDIT BANCA
ISTITUTI RIZZOLI
Nannini, segretario
generale della CCA
Giovanni Baldi
nuovo direttore
Cambio della guardia alla segreteria generale della Camera di
Commercio di Forlì-Cesena.
Antonio Nannini raccoglie il
testimone da Giuseppe Sansoni
che è andato in pensione. Dopo
40 anni di lavoro ed una lunga
carriera nell’ente forlivese (con
una breve parentesi alla Camera
di Ferrara), Sansoni avrebbe potuto proseguire fino al 2008, ma ha
voluto favorire il ricambio
generazionale. Antonio Nannini
è stato direttore dell’Azienda
Speciale S.I.D.I. Eurosportello
della Camera di Commercio di
Ravenna. Quindi è stato per un
anno vicesegretario della Camera
di Rimini. Dal giugno 2001 era
dirigente dell’area
promozionale
nell’ente camerale
di Forlì-Cesena e
nell’ultimo periodo vicesegretario.
Maria Giovanna
Briganti è stata
nominata
Conservatore del
Registro Imprese
camerale e vicesegretario vicario.
La Giunta regionale ha nominato
Giovanni Baldi nuovo direttore
generale degli Istituti Ortopedici
Rizzoli di Bologna che in seguito
alla legge 29/200 sono parte
integrante del servizio sanitario
dell’Emilia-Romagna. Baldi, che
entrerà in servizio il prossimo 10
settembre, prende il posto di
Danilo Morini che ha diretto
l’Istituto durante la fase
commissariale. Il nuovo direttore
è medico specialista in malattie
dell’apparato cardiovascolare,
medicina interna ed ematologia,
è stato docente all’Università di
Parma e ha ricoperto incarichi
dirigenziali in Liguria.
In Emilia-Romagna è stato
direttore del dipartimento
emergenza urgenza interaziendale
a Reggio Emilia e responsabile
dell’area ospedaliera della
direzione generale dell’Azienda
Usl di Bologna. Attualmente Baldi
è vicedirettore sanitario con
delega all’organizzazione
ospedaliera dell’Azienda.
LUG-AGO 2006
Canosani confermato
alla presidenza
Aristide Canosani è stato
confermato alla presidenza di
Unicredit Banca che ha rinnovato
il consiglio di amministrazione
per il nuovo mandato. Canosani
ha iniziato la propria attività come
funzionario dell’Iacp di Ravenna
e sempre nella città romagnola ha
ricoperto prima il ruolo di
assessore comunale all’Edilizia
privata e allo sviluppo industriale,
poi di sindaco dal 1969 al 1980.
Ha fatto parte del consiglio di
amministrazione della Banca
Del Monte di Bologna e Ravenna,
diventandone presidente ed è stato
consigliere di Abi e Acri.
Canosani è presidente di Unicredit
Banca, e di altre società collegate
e partecipate, dal 1991 e sarà
affiancato nel nuovo mandato
da Francesco Benedetti, Emilio
Lombardi e Dino Piacentini, eletti
vicepresidenti e Roberto Nicastro
amministratore delegato.
AUSL
Nuovo direttore
sanitario a Modena
Andrea Guerzoni è il nuovo
direttore sanitario dell’azienda
Ausl di Modena e subentra a
Stefano Cencetti che va a dirigere
il Policlinico, l’azienda ospedaliero
universitaria di Modena.
Guerzoni assume l’incarico di
direttore sanitario forte di una
lunga esperienza di tipo gestionale
e manageriale all’interno di Ausl.
Tra gli incarichi ricoperti, quello
di direttore sanitario dell’ospedale
e del distretto di Vignola e direttore del distretto di Modena e
coordinatore della rete dei distretti
dell’Azienda Usl. Guerzoni è
specializzato in nefrologia e igiene
e medicina preventiva con
indirizzo in organizzazione
dei servizi sanitari.
CEPIM
CONFINDUSTRIA
Johann Sebastiano
Marzani alla presidenza
Al via le nuove presidenze
È Johann Sebastiano Marzani
il nuovo presidente di CePIM SpA,
la società realizzatrice dell’
interporto di Parma. Marzani,
nato a Bardi nel 1951, con
esperienze di amministratore
in enti pubblici, è stato eletto
nel corso della prima riunione del
nuovo Consiglio di amministrazione della società, ha raccolto
il testimone da Francesco Meduri,
che ha lasciato la carica dopo 12
anni e il quadriennio precedente
alla vicepresidenza, ma rimarrà
nel settore come presidente del
Consorzio dei servizi del Cepim.
Accanto a Marzani sono stati
riconfermati Silvano Milioli,
nel ruolo di vicepresidente, e
Salvatore Senese in quello di
amministratore delegato, alla guida
della società che svolge il ruolo
di interfaccia, tra le
aziende del perimetro
e le istituzioni
per lo sviluppo
dell’infrastruttura,
e di logistic services
provider.
UNIPOL
Cambiano i vertici di alcune associazioni di industriali della regione.
A Ferrara Gianni Negrini cede la poltrona di presidente di Confindustria,
nuovo nome dell’Unione industriali, a
Piero Puglioli che ricoprirà l’incarico
per i prossimi due anni. Puglioli,
amministratore unico della Omp, era già vice
presidente e coordinatore della Commissione piccola e media industria.
A guidare gli imprenditori reggiani
per i prossimi quattro anni sarà invece Gianni Borghi, amministratore
delegato del gruppo Lombardini spa,
storica azienda produttrice di motori. Il nuovo numero uno, che prende
il posto di Fabio Storchi, era già
membro del consiglio direttivo dell’associazione
e anche, tra altri incarichi, presidente della
Commissione internazionalizzazione di Confindustria Emilia-Romagna.
Anche l’Unione parmense industriali
ha un nuovo presidente. Si chiama
Daniele Pezzoni, 53 anni fidentino
ed è presidente operativo di Siuram
spa. Pezzoni prende il posto di
Marco Rosi, presidente della Parmacotto.
Alessandro Pesaresi invece
è il nuovo presidente del Gruppo giovani Industriali di Rimini. Pesaresi,
consigliere di amministrazione dell’azienda di famiglia, la Pesaresi Giuseppe
spa, raccoglie il testimone da Linda
Gemmani.
Salvatori nuovo amministratore delegato
Carlo Salvatori è il nuovo amministratore delegato di Unipol Assicurazioni,
eletto dal consiglio di amministrazione sotto la presidenza di Stefanini.
Il nuovo a.d. ha una lunga esperienza nel settore finanziario dove ha ricoperto incarichi al vertice di alcuni tra i maggiori istituti di credito italiani ed
europei. Laurea in economia e commercio all’università di Bologna, laurea
in scienze bancarie all’università di Siena e laurea Honoris Causa in Scienze
politiche all’università degli studi di Macerata, Salvatori inizia la sua carriera nella direzione generale di Bnl. Ha ricoperto i ruoli di vicedirettore generale della Banca emiliana e in seguito della Cassa di risparmio di Parma,
direttore generale di Bnl, direttore generale del Banco ambrosiano veneto e
amministratore delegato della stessa banca. Tra i numerosi incarichi,
Salvatori è stato inoltre direttore generale di Cariplo – Cassa di risparmio
delle province lombarde, in cui ha ricoperto anche il ruolo di vicepresidente,
amministratore delegato di Banca Intesa, presidente di CreditRas
Assicurazioni e presidente di CreditRas Vita. Attualmente è vicepresidente
del gruppo UniCredito Italiano, di cui è stato anche presidente.
LUG-AGO 2006
7
PRIMO PIANO
di Michela Suglia
Ma restano ancora troppi ostacoli: eccessiva burocrazia e costi
Imprese responsabili,
il business ringrazia
A
l di là della definizione
ufficiale espressa nel Libro
verde della Commissione
europea del 2001, agire in
modo socialmente responsabile
significa per un’azienda tenere conto
delle ricadute della propria attività
nei confronti dell’ambiente e nei rapporti con il personale, la comunità
locale, i partner commerciali, i clienti, le istituzioni, e in virtù di questo
orientare la produzione.
Ovvero, la responsabilità
sociale di impresa (Rsi)
riguarda tutta una serie
di scelte, iniziative e attività che l’azienda realizza
in modo volontario, indipendentemente
dagli
obblighi di legge.
Dunque, non basta a un’impresa
destinare, per esempio, l’1% dei
propri profitti in beneficenza per
poter essere definita azienda socialmente responsabile, se poi il restante
99% non tiene conto di tutti i fattori della Rsi.
Le aziende
puntano soprattutto
sugli investimenti
per i dipendenti
e sulla beneficenza
E per essere un’azienda sostenibile
sul piano sociale, le azioni da metter
in atto sono molteplici. Si va dalle
donazioni a favore della comunità
fino alle certificazioni di prodotti o
servizi, dagli investimenti per il trattamento dei rifiuti o la riciclabilità
degli imballaggi, all’introduzione di
orari flessibili nell’organizzazione
aziendale, e poi corsi di formazione,
servizi di welfare per i lavoratori.
A misurarsi con questo mare
magnum di iniziative sono pure le
imprese dell’Emilia-Romagna, dove
la Rsi sta gradualmente mettendo
radici, anche se il numero di imprese
che la pratica (un centinaio, si veda
box) è ancora limitato. Se la Rsi
avanza è anche merito degli interventi promossi dalle istituzioni locali in materia. Tra questi, la legge
regionale 17/2005 sulla promozione
dell’occupazione, qualità, sicurezza
e regolarità del lavoro che dedica
alla Rsi un capitolo specifico.
Insieme alle varie Province emilianoromagnole, la Regione si è impegnata non solo a incentivare la forma-
La Rsi in ordine di importanza
6
5
4
3
2
1
LUG–AGO 2006
Fare filantropia
Aziende con meno di 20 dipendenti
Fonte: Fondazione Nomisma
8
Uno strumento di
marketing
Finanziare il Terzo
settore
Aziende con più di 20 dipendenti
leva competitiva e
uno strumento di
innovazione
Trattare bene
i dipendenti
Un modo innovativo
di fare impresa
0
zione sulla Rsi, ma anche l’adozione,
da parte delle imprese, di bilanci
sociali e ambientali, oltre alla diffusione della conoscenza delle buone
prassi svolte finora sul territorio.
Obiettivi non da poco, se si guarda
ai risultati di una ricerca condotta a
livello nazionale nel 2003 da
Unioncamere e Istituto per i valori
d’impresa. Tranne che nelle aziende
maggiori, nelle altre la conoscenza
della Rsi era ancora limitata (il
7,4% delle aziende). In particolare,
tre anni fa in Emilia-Romagna lo
strumento più noto era il bilancio
ambientale (18,9% contro una media
nazionale del 16,1%) seguito dalle
certificazioni Emas e Iso14001
(17,4%) e dal bilancio sociale (14%).
Tra i vari ambiti l’Emilia-Romagna si
distingueva per le misure a favore dei
dipendenti: prima in Italia sia nella
formazione (32,2%) sia nelle attività
ricreative e di svago dei lavoratori
(12,4%).
Scenario diverso un anno e mezzo
dopo. In un’indagine commissionata
dalla Camera di commercio di
>>
Bologna alla Fondazione per il Terzo
settore di Nomisma, si legge che non
solo gli imprenditori del bolognese
la conoscono ma, in ordine di
importanza, la considerano un
modo innovativo di fare impresa, un
modo per trattare bene i dipendenti
e in ultimo uno strumento di beneficienza. Più in dettaglio, un terzo
delle aziende intervistate punta sugli
investimenti per i dipendenti; meno
della metà adotta programmi di riciclo dei materiali, e il 29% realizza
azioni per ridurre le emissioni inquinanti; tre imprese su quattro hanno
una certificazione di qualità, un
quarto quella ambientale mentre
sono meno diffuse le SA8000 sulla
qualità del lavoro. Il 27% delle
imprese bolognesi, inoltre, pubblica
un bilancio sociale e meno del 5%
quello ambientale.
Ma quali sono i maggiori ostacoli a
un ulteriore sviluppo della Rsi?
Secondo la ricerca della Fondazione
Nomisma, per il 62,3% delle imprese il problema è la scarsa informazione insieme all’eccessiva burocrazia (57,6%) e all’aumento dei costi
(55,2%), mentre il 71,2% delle
aziende auspica incentivi fiscali e
sistemi premianti. Significative
anche le risposte sui benefici, che
spesso sono il vero tallone d’Achille
in quanto poco tangibili in particolar modo nel breve termine. Per gli
imprenditori bolognesi investire in
Rsi può servire ad avere personale
più motivato (59,3%), a rafforzare il
rapporto con gli stakeholder
(58,1%) e a godere di una reputazione migliore (55,8%).
Molto comunque possono fare le istituzioni alle quali gli imprenditori chiedono uno sportello informativo
(58,5%), corsi di formazione (52,4%)
e convegni ad hoc (50%).
Ma secondo l’assessore regionale
alle Attività produttive, Duccio
Campagnoli, si può fare molto di
più: “Le Nazioni Unite hanno definito l’impresa come un’istituzione
della società e quindi un luogo di
democrazia e responsabilità sociale.
Alla luce di questa nozione nel 2005
abbiamo deliberato il primo bando
sulla Rsi. È un’elaborazione, una
sorta di gara di idee per spiegare che
cos’è la Rsi al di là dei modelli noti.
Abbiamo stanziato 350 mila euro e
selezionato cinque aziende, e il progetto è in corso”. Inoltre, nella
nuova legge regionale sulla cooperazione, approvata il 31 maggio, sono
stati inseriti i cosiddetti “contratti di
Rsi”.
“Chiediamo alle associazioni cooperative di realizzare accordi verso
il territorio che contengano azioni
di Rsi – spiega Campagnoli –. Ad
esempio creare nuove imprese cooperative o fare proposte nel campo
dei servizi sociali, ambientali e per
la promozione dell’occupazione
qualificata”.
Molto attiva nell’ambito della sostenibilità delle imprese anche la
Camera di commercio di Rimini. Il
primo passo nel 2004, con un percorso formativo per le aziende nel-
IL PUNTO
Luca Valli, direttore del forlivese Cise
“Occorre sostenere le Pmi
nella responsabilità sociale”
È uno degli 11 organismi al mondo
accreditati per attribuire la certificazione
SA8000, il “bollino blu” delle imprese con
un'organizzazione del lavoro eticamente
corretta, e si trova nel centro della
Romagna.
È il Cise (Centro per l'innovazione e lo sviluppo economico), azienda speciale della
Camera di commercio di Forlì-Cesena, che si
occupa di responsabilità sociale di impresa,
ambiente, lavoro etico. Attivo anche a livello locale, il centro ha sperimentato progetti
per l'attribuzione di un marchio di qualità
etica alle aziende nei settori dell'artigianato,
agricoltura e commercio. L'ultima creatura si
chiama “Club delle imprese sostenibili” e
riunisce le aziende “virtuose” del forlivese. Il
direttore del Cise, Luca Valli, fa il punto sullo
stato di realizzazione della responsabilità
sociale d’impresa (Rsi) in regione.
Qual è lo stato di salute attuale della Rsi in
Emilia-Romagna?
Oggi le imprese emiliano-romagnole che
hanno adottato modelli di sviluppo ispirati
alla Rsi – certificazioni, bilancio sociale,
codici etici ecc. – sono inferiori al centinaio.
Siamo ancora in uno stadio primordiale.
Inoltre, alcune sono consapevoli delle loro
azioni, altre meno, specie le più piccole.
Quali sono le principali reticenze degli
imprenditori?
La Rsi è una materia ancora nuova, serve
tempo per diffondersi. Inoltre, in questo
momento, la competitività passa attraverso
il taglio dei costi. Molte aziende si chiedono:
se già abbiamo difficoltà a esportare, l'euro
debole, poche risorse energetiche, come
facciamo a essere anche socialmente
responsabili? Insomma è una questione di
“
mentalità, di cultura aziendale. Come sempre, le piccole imprese possono essere
costrette a subire o decidere di anticipare i
tempi.
Allora bisogna puntare sui benefici della
Rsi: quali sono i più attesi?
Prima di tutto ci si aspetta di migliorare l'immagine aziendale, cosa che effettivamente
accade. Ma ogni beneficio è proporzionale
all'investimento fatto. Ad esempio la certificazione SA8000 oggi è lo strumento più diffuso ma il rischio è che sia una misura solo
di facciata o insufficiente. In EmiliaRomagna, le imprese con la SA8000 sono
meno di 50 rispetto alle 300 nazionali.
Come vede il futuro della Rsi in regione?
Credo che valga la pena continuare in questa direzione. E guardare con più attenzione
alle piccole e medie imprese, che sono la
peculiarità della nostra regione. Va ricordato
che una norma sul lavoro applicata in imprese piccole rischia di essere esagerata, difficile da attuare, dispendiosa. Servono strumenti
calibrati sulle piccole
aziende in modo da
far rispettare anche
al loro interno i principi adottati nelle
grandi
Luca Valli
LUG–AGO 2006
9
PRIMO PIANO
l’ambito del progetto Equal, poi un
centro di ascolto. Più tardi l’apertura dello sportello Rsi previsto dall’accordo tra ministero del Welfare e
Unioncamere. Uno sportello senza
costi né limiti di settore, che offre
informazioni e permette di fare
un’autovalutazione per capire il
livello di impegno sul tema. “Nel
riminese la Rsi è a un livello avanzato, – commenta Manlio Maggioli,
presidente della Camera di commercio di Rimini – anche se quando
abbiamo iniziato non pensavamo di
poter fare tante cose. Ogni azienda
che si impegna in questa direzione
costituisce un testimone. La metodologia ideale per diffonderla è pro-
prio questa: fare di ogni imprenditore un testimonial verso altri
imprenditori”.
“Ritengo che la responsabilità
sociale costituisca per l’impresa un
elemento che, al pari della qualità,
la rende maggiormente competitiva.
E questo è il principio che vogliamo
diffondere, aumentare i nostri standard qualitativi, per poter competere con determinati paesi”, aggiunge
il presidente della Camera di commercio di Forlì-Cesena, Sergio
Mazzi.
Sul fronte della diffusione della Rsi
nel tessuto economico regionale, va
segnalato anche l’impegno dei
Giovani industriali della provincia
di Modena. È dello scorso giugno il
loro primo convegno sul tema che,
sulla base di casi concreti e ricerche
(tra cui quella di Focus Lab nei
distretti modenesi), ha analizzato la
Rsi come fattore competitivo per le
imprese. “Abbiamo notato che
spesso c’è una cultura del fare e del
non dire – sottolinea Rossella Po,
presidente Giovani di Confindustria
Modena –. Ovvero le aziende sono
socialmente responsabili senza
accorgersene, soprattutto nell’organizzazione del lavoro o nelle azioni
verso la comunità. Insomma, a volte
l’impresa non comunica quello che
fa oppure non ne percepisce l’importanza”
Le imprese bolognese e i bilanci
36,59%
40,00
35,00
30,00
25,00
19,05%
20,00
15,00
10,00
6,98%
2,63%
5,00
0,00
Bilancio ambientale
più di 20 dipendenti
Bilancio sociale
meno di 20 dipendenti
Fonte: Fondazione Nomisma
I CASI
Dai bambini all’ambiente, nuove iniziative crescono
Alcune esperienze di responsabilità sociale tra le aziende regionali
alla teoria alla pratica, in questo caso il passo è d'obbligo. A parole la responsabilità sociale è un concetto
coraggioso ma insufficiente. Perché sia comprensibile ed
esportabile occorre pescare nella realtà. E nelle imprese emiliano-romagnole gli esempi positivi non mancano.
L'ultimo in ordine di tempo è Mazzali armadi di Sorbolo
(Parma) che ha appena vinto il premio ‘Sodalitas’ per avere
deciso di investire lo 0,75% del fatturato in iniziative sociali
che riguardano i bambini. In particolare il progetto vincitore,
denominato “Ho visto i bimbi volare”, comprende un laboratorio di educazione ambientale svolto con la Lipu nelle
scuole elementari dei Comuni limitrofi allo stabilimento, un
parco giochi costruito a Sorbolo, fondi alle squadre di rugby
under 7 e 9 anni di Sorbolo e Mezzani, e un sistema di pan-
D
10
LUG-AGO 2006
nelli fotovoltaici installati in un orfanotrofio del Ghana. Per
trovare altri esempi basta sfogliare il primo rapporto del ministero del Lavoro sulle buone attività etiche che vede otto
aziende regionali fra le trenta nazionali.
Accanto alle più note (Coop, Ferrari, Granarolo, Technogym)
figurano altre come il gruppo Scm di Rimini, leader mondiale nella produzione di macchine per lavorare il legno e
Petroltecnica di Coriano (Rn), che da 50 anni si occupa di
messa in sicurezza e bonifica di siti industriali. La prima, oltre
alla formazione interna, ha creato training center in Africa e
Sudamerica e ha donato una falegnameria in Bolivia. La
seconda ha ideato Bruco, uno strumento che, teleguidato
dall'esterno, permette la pulizia dei serbatoi senza più rischi
di intossicazioni o esplosioni
Pubb
LUG-AGO 2006
11
Pubb
12
LUG-AGO 2006
INNOVAZIONE
L’acchiappa-polveri
che piace alla Nasa
di Rita Bigoni
È ferrarese il software per rilevare i Pm 10,
che usa i dati provenienti dai satelliti americani
I
l monitoraggio delle polveri sottili, fino a oggi affidato esclusivamente ai “nasi” delle centraline di rilevamento terrestri,
dispone finalmente anche di un paio
di “occhi” satellitari. Grazie a Pm
mapper, un software rivoluzionario,
messo a punto da tre giovani fisici
ferraresi, che utilizza i dati provenienti dai satelliti statunitensi Terra e
Aqua.
Monitorando aree geografiche anche
molto ampie, il software è in grado
di mappare la dispersione atmosferica delle polveri sottili, le famose e
famigerate Pm 10, e anche di quelle
più pericolose, le Pm 2.5. In pratica,
permette di tenere sotto controllo
intere province e regioni poiché non
dipende dalla posizione delle centraline. “Fornisce una mappa reale –
spiega Marco Folegani, uno dei tre
autori –, basata su parametri fisici,
della presenza delle polveri in ogni
punto di una certa zona. Il sistema
terrestre, al contrario, misura i dati
reali solo dove sono dislocate le centraline, in un numero limitato di
punti, e produce, sulla base di un
modello matematico, una mappa
ipotetica della concentrazione delle
polveri negli altri punti”.
Le centraline dunque possono non
accorgersi che l’innalzamento dell’inquinamento in una certa zona
dipende da polveri provenienti da un
impianto industriale trasportate dal vento per
diversi chilometri, attribuendo al traffico della
zona i valori eccessivi
registrati. Come, per
esempio, può accadere a
Ferrara, Padova, Rovigo
e addirittura Parma con
le polveri prodotte dalla
centrale termoelettrica di
Porto Tolle, collocata nel
Delta del Po. Mentre integrando i dati rilevati a
terra con quelli elaborati da Pm
mapper si può ottenere sia la situazione generale di un’area molto estesa sia il valore di polveri sottili presente in una singola strada o piazza.
Il sistema di rilevamento satellitare,
pertanto, non è da considerare
“sostitutivo delle centraline a terra –
spiega ancora Folegani – quanto
piuttosto complementare ed integrabile”.
Alla base di questo software, si trova
un innovativo sistema satellitare elaborato, testato e utilizzato dalla Nasa
dal 2003. Una ricerca cui ha preso
parte anche un gruppo di studiosi
dell’Università del Wisconsin, tra i
quali figurava uno dei tre creatori di
Pm mapper. Che i dati forniti dai
satelliti fossero coerenti con quelli
misurati a terra lo
ha dimostrato anche
una ricerca sperimentale condotta
dall’Università dell’Alabama.
Sulla base del sistema sviluppato dalla
Nasa dunque, Pm
mapper combina 36
diverse bande di radiazione captate
dai sensori Modis (Moderate resolution imaging spectroradiometer)
installati, appunto, sui satelliti
Statunitensi.
Altro vantaggio non trascurabile è
che le informazioni raccolte da Terra
e Aqua sono gratuite e a disposizione della comunità scientifica internazionale e delle autorità pubbliche.
Così, facendo riferimento alle classificazione di pericolosità delle Agenzie di protezione ambientale, quasi
ogni giorno Pm mapper è in grado di
produrre mappe tematiche del Pm
2.5 con l’identificazione cromatica
delle categorie di pericolosità per la
salute umana delle concentrazioni
rilevate.
I tre ferraresi, per mettere a frutto il
loro lavoro commercializzando il
software, hanno costituito Meeo
snc, acronimo di Meteorological and
environmental earth observation,
impresa hi-tech sostenuta dal programma d’incubazione I Tech Off
coordinato da Aster, il consorzio per
lo sviluppo tecnologico dell’EmiliaRomagna
Integrando le centraline
a terra, Pm Mapper
rileva gli inquinanti
su aree molto ampie,
come provincie o regioni
LUG–AGO 2006
13
SETTORI
di Stefano Asprea
I risultati di uno studio sul polo medicale emiliano, leader in Italia
Salute, un tonificante
per il distretto emiliano
R
aggruppa l’8% del totale
delle aziende italiane dell’elettromedicale e il 5%
del biomedicale. Esporta
per oltre 105 milioni di euro l’anno,
anche se negli ultimi anni ha fatto
registrare un calo di addetti, con la
quota di Bologna sulla regione che
si riduce dal 36,7% del 1991 al
28,1% del 2001. Un
comparto solido, dunque, pur in presenza di
qualche difficoltà, ma
ancora in grado di
riprendersi ed espandersi.
È il settore della salute, che a Bologna e
provincia rappresenta
uno dei distretti italiani più significativi del
settore. Un fenomeno di decine di
Pmi e aziende di medie dimensioni
che, oltre al bolognese, riguarda
anche altre provincie dell’EmiliaRomagna dove sono presenti
numerose eccellenze. Ma sotto le
Due Torri esiste soprattutto un’intera filiera di settore che può consolidare e rilanciare lo sviluppo del
territorio.
Sono queste, in sintesi, le indicazioni che emergono da “Salute &
Wellness, una filiera strategica per
lo sviluppo del territorio”, lo stu-
Promobologna
propone un progetto
integrato di filiera
per valorizzare le
potenzialità del settore
Identikit del comparto bolognese
Export
105 milioni di euro
Quota export/tot.nazionale
6%
Aziende elettromedicali su tot. nazionale
8%
Addetti elettromedicale su tot. nazionale
5,5%
Aziende biomedicali su tot. nazionale
5%
Addetti biomedicali su tot. nazionale
10%
Fonte: Promobologna
14
LUG–AGO 2006
dio sul comparto bolognese condotto da Promobologna, agenzia di
marketing territoriale della città
felsinea.
“Abbiamo verificato – spiega Giuseppina Gualtieri, direttore di
Promobologna – l’esistenza di una
peculiarità locale del distretto bolognese, che richiede però azioni mirate per valorizzare questo sistema sia
a livello nazionale che internazionale. La proposta che abbiamo fatto ai
nostri soci è quella di costruire un
progetto strategico di filiera che agisca con politiche integrate; questo
per portare a sistema e mettere in
rete la ricerca, l’istruzione, la formazione, le politiche per le imprese
produttive e di servizio, gli interventi infrastrutturali e scelte urbanistiche mirate. L’obiettivo è quello di
rilanciare il sistema per non perdere i risultati positivi acquisiti”.
Pur descrivendo un settore solido, i
numeri dell’indagine raccontano di
come il distretto bolognese abbia
bisogno di una scossa.
L’export, per esempio, mantiene le
posizioni ma non decolla, con la
quota di Bologna sulla media
regionale di poco superiore al 20%
e su quello nazionale intorno al 6
per cento. I mercati sono differenziati, ma se al primo posto resta la
Francia, subito dopo arriva
l’Europa Centro orientale con oltre
22 milioni di euro di export nel
2004, area seguita da Germania,
Spagna, Russia e Usa.
Secondo Promobologna sono molte
le opportunità per rilanciare il settore, favorite anche dalle conseguenze sul sistema della salute delle
caratteristiche socio-demografiche
dell’ambito bolognese.
Il progressivo aumento delle nascite degli ultimi anni, infatti, è stato
affiancato dal costante allungamen-
Giuseppina Gualtieri
to della durata della
con strutture ospedadirettore Promobologna
vita, con un significatiliere dotate di servizi
vo incremento della
ad alta specializzaziopopolazione anziana in
Abbiamo verificato
ne. A Bologna vi sono
provincia di Bologna.
l’esistenza di una
centri ospedalieri di
Sotto le Due Torri,
peculiarità locale del
alta specialità nelle
infatti, il 23% ha più di
distretto bolognese, che
seguenti aree cliniche:
64 anni (rispetto al
richiede però azioni mirate raccolta e trasfusioni
18% nazionale e al
per valorizzare questo
di sangue, prelievo e
22% regionale).
sistema sia a livello naziotrapianto di organi,
Ci sono poi altri due
nale che internazionale.
cardiologia e cardiodati significativi: il
La proposta che abbiamo
chirurgia, neuroscien4,26% della popolafatto ai nostri soci è quella
ze, terapia dei grandi
zione è colpita da disadi costruire un progetto
traumi, riabilitazione,
bilità totale e sono in
strategico di filiera che
assistenza pediatrica.
crescita i flussi migraagisca con politiche inteUn quadro che costitori. Tutto questo
grate; questo per portare
tuisce una buona base
lascia presumere un
a sistema e mettere in
per uno sviluppo ulteaumento della domanrete la ricerca, l’istruzione,
riore del settore.
da di servizi e prodotti
la formazione, le politiche
Secondo la ricerca di
collegati alla salute.
per le imprese produttive
Promobologna, esistoe di servizio, gli interventi
Bologna è poi inserita
no sul territorio alcuni
infrastrutturali e scelte
nel servizio sanitario
cluster – come quello
urbanistiche mirate.
dell’Emilia-Romagna,
della protesica – su cui
L’obiettivo è quello di
uno dei poli sanitari
è possibile lavorare già
rilanciare il sistema per
pubblici più imporda subito per accelerartanti d’Italia. Diverse
non perdere i risultati
ne la crescita. A partire
anche le strutture, fra
positivi acquisiti
dal tavolo già avviato
cui cinque aziende
dalla Provincia, dalle
ospedaliere, un Irccs e
sensibilità di tutte le
una diffusa compreistituzioni e i soggetti
senza di presidi ospedalieri e di
locali, si potrebbe lanciare Bologna
privato accreditato. Infine, è signicome la “Prostethic, orthotic and
ficativa la copertura territoriale,
rehabilitation valley” (“Valle dell’ortoprotesica e della riabilitazione”),
come propone l’agenzia diretta da
Gualtieri.
E che il settore goda di buone prospettive lo confermano diverse
fonti internazionali, che considerano i principali distretti europei nel
settore delle scienze della vita tra le
destinazioni privilegiate degli investimenti diretti esteri e di finanziamenti internazionali.
Aree quali il Baden Württenberg, il
South Easth England, l’Île de
France, la “Medicon Valley” localizzata tra la Danimarca e la
Svezia, stanno investendo cifre
importanti nel settore salute.
Questi territori si caratterizzano
per una concentrazione di imprese,
centri di ricerca e strutture sanitarie che ha accresciuto notevolmente lo sviluppo economico della
filiera e del territorio stesso.
Obiettivi, questi ultimi, assolutamente alla portata anche di
Bologna
Fabio Marangoni
“
”
L’AZIENDA
Mortara Rangoni,
medicale hi tech
n settore che prosegue negli investimenti
in alta tecnologia: è questa una delle
caratteristiche del comparto medicale bolognese.
Lo dimostrano iniziative come quelle di
Mortara Rangoni Europe, colonna europea del
Gruppo Mortara, leader nel settore medicale
per la produzione di apparecchiature diagnostiche ad alta tecnologia per la cardiologia e
sistemi di telemedicina.
Di recente, la società italo-americana, con sede
a Casalecchio di Reno, ha annunciato l’introduzione nella diagnostica elettrocardiografica
dello standard Dicom (Digital imaging and
communication in medicine), finora riservato
alle sole immagini.
“Applicare un unico standard agli esami diagnostici – sottolinea Fabio Rangoni, presidente
di Mortara Rangoni Europe – significa per il
medico la possibilità di scambiare dati con i colleghi, di confrontare risultati provenienti da
apparecchiature diverse, archiviare e ritrovare
in maniera agevole e rapida i referti. Tutto questo per il medico significa, insomma, parlare
una lingua comune a tutti gli altri colleghi ed
operatori del settore”.
Scelta delle apparecchiature più idonee, senza
vincoli di marca; integrazione dei dati clinici dai
vari reparti ospedalieri; semplificazione dell’infrastruttura informatica: grazie alle apparecchiature prodotte dal Gruppo Mortara (50
milioni di euro di fatturato nel mondo) con lo
standard Dicom, tutto questo è possibile anche
per i dati elettrocardiografici, che possono dunque essere integrati con altre immagini diagnostiche.
Negli ultimi quindici anni Mortara Rangoni
Europe ha sviluppato una vocazione per la
telemedicina, varando dispositivi all’avanguardia che coprono varie esigenze e campi d’azione: dall’unità coronarica al reparto ospedaliero,
dalla diagnosi in ambulatorio al monitoraggio
domiciliare.
U
LUG–AGO 2006
15
di Antonio Apruzzese
FOCUS
Missioni, fiere e investimenti: il sistema regionale accelera verso la Cina
L’Emilia-Romagna
oltre la Grande muraglia
L
a “grande muraglia” cinese
apre le sue porte all’EmiliaRomagna. Economia dei
record mondiali, la Cina non
finisce mai di stupire.
Soprattutto per i suoi tassi di crescita
sia produttiva sia della domanda,
anche verso l’estero. È anche per questo che la Cina rappresenta da tempo
per la Regione EmiliaRomagna un target di
primo piano dove indirizzare le azioni di internazionalizzazione. La
forte crescita dell’economia cinese continua a
orientare su quel mercato un numero sempre
crescente di imprese italiane e regionali: lo
dimostrano le cifre dell’interscambio commerciale tra Emilia-Romagna e Cina (si veda box),
che ora è il sesto partner commerciale regionale extra-Ue per esportazioni
e il primo per importazioni.
Per le aziende regionali un punto di
riferimento è costituito dal Centro
Servizi di Shanghai, che compie quest’anno cinque anni di attività sul territorio cinese offrendo assistenza a
quasi 700 imprese regionali, di cui
oltre 150 nel solo 2005 attraverso
l’organizzazione di incontri business,
ricerca partner, missioni imprenditoriali e l’erogazione di informazioni di
primo accesso al mercato cinese. Il
Centro rappresenta una straordinaria
iniziativa di concertazione e raccordo
Il gigante asiatico
è il primo importatore
e sesto partner
commerciale
per le esportazioni
La regione in Cina
Aziende italiane in Cina
1461
Aziende emiliano-romagnole
183
Percentuale su nazionale
12,5%
Attività manifatturiere di società con capitale italiano 537
Province regionali più presenti
BO-RE-MO-PR
Fonte: Osservatorio Asia
16
LUG–AGO 2006
che vede coinvolte nella partnership
di progetto, oltre alla Regione e il
sistema camerale regionale, soprattutto gli enti fieristici della regione
(Bologna Fiere, Rimini Fiera e Fiere
di Parma) e APT Servizi attraverso la
presenza nel centro di tour operator
regionali. Il Centro ha ulteriormente
ampliato la sua offerta di servizi a
imprese e istituzioni regionali diven-
tando, dal 2006, la sede operativa in
Cina dell’Associazione Collegio di
Cina. L’attenzione del Centro sarà
pertanto anche rivolta alle esigenze
delle imprese regionali che intendono
avvalersi di risorse umane cinesi qualificate e da inserire all’interno di iniziative di tirocini formativi e stage
presso le proprie sedi operative in
Cina.
LA SCHEDA
Là dove il Pil corre al 10 per cento
a leggera flessione (0,2%) registrata
dall’economia cinese nella prima parte
dello scorso anno sul 2004 non aveva
ingannato gli osservatori più smaliziati. E
infatti la crescita si è attestata sul 9.5%,
con il settore industriale a fare da locomotore del Pil (812 miliardi di dollari, in
aumento dell’11,3%), seguito dal terziario.
Se qualche rallentamento si è verificato, è
stato comunque in linea con gli assetti dei
mercati mondiali, e il Paese asiatico cresce
a velocità doppia rispetto ad altre realtà.
Nella produzione industriale, per esempio,
il segno positivo è stato del 16,4% che
compensa i minori profitti delle imprese
(-15,4% contro oltre il 40% del periodo
L
precedente). Anche gli altri indici sorprendono: dall’inflazione (anch’essa in diminuzione, sul 2,3%) all’occupazione, dove
sono stati creati 5,9 milioni di nuovi posti di
lavoro.
Nel periodo in esame, secondo le stime
dell’Ice, l’interscambio commerciale è stato
di 645 miliardi di dollari: qui la crescita è
stata di oltre 23% con un saldo attivo di
poco inferiore ai 40 miliardi di dollari. Ma
l’export avanza su valori doppi rispetto
all’import, complice la contrazione verso il
mercato interno di materie prime ferrose e
prodotti energetici. Dalla Cina verso altri
Paesi escono soprattutto (93%) prodotti
manufatti, con il comparto dei macchinari
>>
“In questi anni i contatti delle nostre
aziende verso la Cina sono cresciuti
in modo esponenziale. Altro discorso
è se questo interesse si sia tradotto o
meno in numeri”, dice Alberto
Forchielli, presidente di Osservatorio
Asia, associazione che riunisce
mondo accademico e imprenditoriale per favorire la conoscenza del
fenomeno asiatico. “La Cina vuole
materie prime e tecnologie importanti e noi non ne disponiamo in misura
significativa. E poi investiamo poco:
un quinto della Germania e un terzo
della Francia. L’Emilia-Romagna,
però, dovrebbe tenere le posizioni,
grazie all’industria meccanica” .
È un tasto dolente quello degli investimenti italiani in Cina. Ma è proprio per superare questa difficoltà
che si muove il Fondo Mandarin
Capital Partners, sostenuto da San
Paolo Imi con un terzo del capitale
(250 milioni di euro), all’interno del
quale sono presenti varie società tra
cui Ssg, con sede in Italia (anche a
Imola) oltre che in Asia. Il Fondo è
uno strumento a doppio canale: non
solo per aziende italiane che puntano
all’Asia, assicurando loro un’operatività che altrimenti non potrebbero
avere, ma anche per le imprese cinesi
che vogliono investire nel Belpaese,
delle quali il Fondo potrebbe orientare e dirigere i capitali.
Gli operatori economici regionali
sono sempre più sensibili al tema
della ricerca di professionalità da
impiegare in unità commerciali e
produttive sul mercato asiatico.
a fare la parte del leone come voce merceologica. Se rapportiamo l’intescambio
all’Italia, il disavanzo commerciale del
Belpaese verso la Cina è stato di quasi 4
mila milioni di dollari, in aumento del 40%.
Nel complesso sono circa 700 le imprese
italiane in Cina. I tre quarti degli investimenti sono riconducibili a grandi gruppi e
solo il 10% sono Pmi. Aziende italiane
sono attive in 25 province (su 31), anche
se il 75% degli investimenti riguarda solo
cinque province, tutte sulla fascia costiera.
Sono necessarie – è il giudizio dell’Ice strategie di internazionalizzazione con la
realizzazione di capitalizzazioni produttive
e di assemblaggio che consentono di operare nel mercato interno e a prezzi competitivi.
L’INTERVISTA
Le priorità della strategia regionale secondo Campagnoli
“Aumentare il nostro know how
in commercio internazionale”
“
La piena affermazione del sistemaregione nel più ampio scenario del
commercio mondiale è la sfida da
affrontare, e non le relazioni commerciali con la Cina, il cui peso economico nel
nuovo contesto internazionale ha fatto,
anzi, scoprire più rapidamente gli effetti
della globalizzazione. Con la Cina ci
sono tutte le condizioni per parlare di
opportunità, ma occorrono regole internazionali che devono essere osservate
anche dal gigante asiatico".
Per l’assessore regionale alle Attività
produttive, Duccio Campagnoli, le
nostre imprese devono dunque stare su
quel mercato e portare a casa risultati.
“I problemi commerciali esistono,
l’Unione Europea dovrà farsi valere sul
piano della reciprocità. Dal canto nostro,
chiediamo una maggiore attenzione alla
realtà delle piccole e medie imprese,
cosa che in parte già sta avvenendo. La
richiesta che ci proviene è di sicurezza e
di garanzie”.
Sul piano degli scambi, dove è possibile
intervenire?
Occorre incrementare l’export, portando verso quel mercato impianti, tecnologie e investimenti pregiati e, soprattutto,
il nostro made in Italy. Oltre alla meccanica, si possono esplorare anche altri settori, come l’agroalimentare, rispetto al
quale si è sbloccata la questione delle
esportazioni del prosciutto. In particolare, credo che sia stata una debolezza la
rinuncia delle imprese del comparto
ceramico a “combattere” direttamente
sul mercato cinese. Se avessimo fatto
valere i nostri materiali avanzati, avremmo potuto partecipare alla costruzione
delle nuove città cinesi.
Qual è l’atteggiamento dei nostri
imprenditori verso quel mercato?
Sono attivi, come dimostrano i dati dell’interscambio; cercano di capire il contesto e fiutare il terreno. La Cina è un
partner ideale per l'Emilia-Romagna,
con forte sviluppo industriale e, dunque,
bisognoso di servizi per il territorio e
l’ambiente e di tecnologie, soprattutto
del costruire. Ho constatato una grande
crescita soprattutto nell’area di
Shanghai, dove si sono insediate una
trentina di imprese produttive e di servizi. Naturalmente si può fare di più, ma la
sensazione è che gli imprenditori hanno
compreso che in Cina occorre andarci e
fare sul serio perché quello è il grande
mercato del futuro. Sarebbe come non
occuparci dell’America nel ’600 o degli
Stati Uniti nel Dopoguerra.
L’iniziativa su cui puntate di più?
Il Forum permanente della cooperazione: è un'esperienza originale, all'interno
del Collegio di Cina, per aumentare la
conoscenza reciproca dei sistemi industriali e le rispettive opportunità. Per le
imprese che vogliono capire e saggiare
possibilità e spazi di manovra, questo è
un punto fondamentale soprattutto perché scontiamo una forte barriera, quella
linguistica, che ostacola il rapporto con i
tecnici a cui è chiesto un sostegno a progetti e azioni. In Emilia-Romagna abbiamo moltissimi esperti in nuove tecnologie, ma dobbiamo alzare di molto il
know how per quanto riguarda la capacità di stare nel commercio internazionale. È qui che dobbiamo indirizzare la formazione, ai diversi livelli”
LUG–AGO 2006
17
FOCUS
Import-export Emilia Romagna - Emilia-Romagna,
Cina
1999-2005
Import-export
1999–2005
(dal 1999 al 2005: export = + 111,5%
import: = + 172,6%)
1.400.000.000
1.200.897.327
1.200.000.000
Alberto Forchielli
presidente Osservatorio Asia
1.046.848.175
“
1.000.000.000
768.074.694
670.598.348
800.000.000
635.580.091
618.351.677
600.000.000
544.504.290
511.713.810
440.584.383
422.075.925
397.988.823
377.358.966
338.187.878
400.000.000
257.462.374
200.000.000
0
1999
import dalla Cina
2000
2001
2002
2003
export vs Cina
2004
2005
In questi anni i contatti delle nostre
aziende verso la Cina sono
cresciuti in modo esponenziale.
Altro discorso è se questo interesse
si sia tradotto o meno in numeri.
La Cina vuole materie prime e tecnologie
importanti e noi non ne disponiamo
in misura significativa. E poi investiamo
poco: un quinto della Germania e un
terzo della Francia. L’Emilia-Romagna,
però, dovrebbe tenere le posizioni,
grazie all’industria meccanica
(Fonte Istat)
L’Associazione Collegio di Cina, che
ha lo scopo di promuovere la formazione di studenti cinesi di alto profilo
indirizzandoli verso corsi di laurea
specialistici in Italia, ha promosso un
bando per 15 borse di studio per la
frequenza di stage nelle aziende emiliano-romagnole nella primavera del
2007. Sulla promozione delle relazioni industriali tra Italia e Cina avrà
inizio in autunno l’offerta formativa
e di approfondimento tematico, che
riguarderà aspetti tecnici delle relazioni economiche, proposta dal
Forum permanente per la collaborazione industriale tra Italia e Cina (di
cui parliamo in un’altra sezione).
“Con i suoi 1,3 miliardi di abitanti,
un centinaio di milioni dei quali con
capacità di spesa di poco inferiori ai
consumatori occidentali, il mercato
cinese va considerato strategico
anche per la filiera agroalimentare
del nostro Paese”, ha spiegato Ugo
Girardi, segretario generale di
Unioncamere regionale, che con le
Camere di Ferrara, Modena, Parma,
Forlì-Cesena, ha sostenuto un progetto di promozione dell’ agroalimentare “Sapori d’Italia in Cina 2”.
Maturata nell’ambito di un’intesa
operativa nazionale tra sistema
”
camerale, Ice e ministero dello
Sviluppo economico, l’iniziativa ha
portato a maggio nelle quattro province alcuni giornalisti cinesi, poi 8
aziende emiliano-romagnole hanno
partecipato ad un evento a Qindao
ed alla fiera Sial a Shanghai. In luglio
una missione multisettoriale, promossa da Unioncamere regionale e
nazionale ha coinvolto 23 aziende, di
cui 5 emiliano-romagnole a Pechino
e Canton, con il supporto delle
Camere di Modena (con Promec),
Rimini e Forlì-Cesena. E proprio sull’agroalimentare, il confronto con il
mercato cinese non è stato privo di
IL PUNTO
La meccanica e l’elettronica sono i settori industriali più presenti
Export regionale, un balzo del 20% l’anno
el 2005 sono state censite in Cina 183 aziende emilianoromagnole, pari al 12,5% del totale, una stima di
Confindustria regionale su dati dell’Osservatorio Asia.
Una presenza che, però, va ritoccata verso l’alto dato che le
“case madri” contano spesso più location produttive. In ogni
caso, è il terzo miglior risultato su scala nazionale, dopo
Lombardia (450 imprese, 30,8% del dato nazionale) e
Veneto (197, pari al 13,5%).Balzo in avanti anche nell’import-export: dal 1999 al 2005 l’export regionale è aumentato del 111,5%, mentre le importazioni hanno segnato un +
172,6%. Bologna, Reggio Emilia, Modena e Parma le province più operative in Cina. Per quanto concerne gli investimenti, tra il 2003 e il 2005 hanno superato i 26 milioni di
N
18
LUG–AGO 2006
euro, cinque volte in più rispetto al triennio precedente.
L’Emilia-Romagna partecipa attivamente all’industrializzazione del mercato cinese, vendendo soprattutto macchine strumentali e attrezzature elettriche ed elettroniche. Un caso per
tutti è quello della centese Vm, che monterà i propri motori
diesel sulle auto della Jiangling Motor Company Group con
un investimento di 89 milioni di euro. Anche la reggiana
Comer Industries, leader nella progettazione e nella produzione di sistemi avanzati destinati ai costruttori di macchine
agricole e industriali (ricavi di oltre 207 milioni di euro nel
2005), ha in programma di testare il mercato cinese attraverso una nuova consorziata estera per la distribuzione e la
vendita. L’azienda è tra quelle che ha preso parte alla missio-
LE INIZIATIVE
La Regione è partner delle nuove rassegne
Fiere regionali, obiettivo Cina
a terza edizione della “China Small
and Medium Enterprises Fair”
(Csmef) di Canton, in programma dal 15
al 18 settembre, è l’evento di maggior
rilievo nel quadro delle manifestazione
per l’"Anno dell’Italia in Cina". È solo un
esempio dello sforzo prodotto dal nostro
sistema fieristico nel Paese asiatico. A
Canton, la Regione avrà un padiglione
per presentare il suo modello di sviluppo
economico.
Dopo l’Expò Build China dell’aprile scorso, vetrina del settore delle costruzioni,
organizzata da Bologna Fiere in collaborazione con Federlegno-Arredo sempre a
Shanghai (27-30 giugno) su impulso di
Rimini Fiera, si è svolta la seconda edizione di Ecomondo China, collettiva di
aziende sulle opportunità di business nel
comparto ambientale, importante banco
di prova in vista delle grandi opere programmate per Pechino 2008 e l’Expò di
Shanghai 2010.
Durante l’estate si concentreranno le
iniziative nel campo della formazione
con la promozione in Cina dell’attività
dell’Associazione Collegio di Cina, fondata nell’ottobre 2005 tra Regione
Emilia-Romagna, Università di Bologna,
Comune e Provincia di Bologna e le principali associazioni economiche del territorio regionale. Nel mese di luglio, in particolare, l’associazione effettuerà la prima
preselezione dei candidati cinesi per l’assegnazione delle borse di studio per favorire l’iscrizione ai corsi di laurea offerti
dall’Università di Bologna.
L
qualche asprezza negli ultimi anni.
Ma di recente un’importante battaglia è stata vinta: il caso del pomodoro, che vede l’Emilia Romagna al
terzo posto nella produzione nazionale con 1,6 milioni di tonnellate.
Dalla Cina sono arrivati in Italia ben
cento milioni di chili di concentrato
nel 2005 destinato a essere “mischiato” con quello italiano. Con la
nuova normativa (in vigore dallo
scorso 15 giugno) sarà finalmente
possibile riconoscere la vera passata
italiana grazie all’obbligatorietà di
indicare in etichetta la provenienza
del pomodoro utilizzato
ne di Shanghai del marzo scorso, nell’ambito del progetto
“China Mec”, promosso dal Club meccanotronica degli
industriali di Reggio Emilia e Confindustria regionale, finanziato dalla Regione con il contributo di Capitalia. Lo scopo
dell’iniziativa è rafforzare gli scambi commerciali di nove Pmi
e sette grandi imprese, tra cui Bell, Brevini Riduttori e Corghi.
Alle spalle del comparto meccanico (che rappresenta oltre i
tre quarti dell’export), le altre voci merceologiche sono polverizzate e, di fatto, poco significative. Dal canto loro, invece, i produttori cinesi puntano sulla diversificazione dei prodotti, anche in comparti che da sempre sono all’avanguardia
dell’export regionale: è il caso del tessile e dei mezzi di trasporto.
In prospettiva potrebbero aprirsi interessanti spazi nel settore
ceramico: uno studio commissionato da Assopiastrelle a
Osservatorio Asia ha stimato il mercato sui 2,5 miliardi di metri
quadrati (mq) di piastrelle, con un segmento aggredibile da
L’associazione è affiancata su temi più
direttamente connessi con le esigenze
del sistema produttivo (ricerca, formazione, cultura e sviluppo d’impresa) dal
Forum Permanente per la Collaborazione
Industriale fra Italia e Cina. Per l'autunno
sono in calendario sessioni di formazione
su tematiche specifiche, seminari, workshop e conferenze settoriali, nonché la
possibilità per le imprese regionali di ospitare studenti e tecnici cinesi per stage e
tirocini formativi. A fine
anno (23-25 novembre),
avrà luogo a Shanghai la
prima edizione di CibusVinitaly, concept che combina la promozione del
cibo, del vino italiano e del
turismo per la valorizzazione dell'Italian way of life in
Cina.
L’organizzazione è di Fiere
di Parma, Verona Fiere,
Federalimentare, Ice, con il contributo
delle Regioni Emilia-Romagna e Veneto,
ministero Attività produttive. Dal 31 gennaio al 3 febbraio 2007, infine, si inaugurerà “Progetto Wellness: Cosmoprof
Shanghai”, la nuova manifestazione del
polo Cosmoprof, organizzata da Bologna
Fiere e da Cmp Asia, in collaborazione
con Ice-Ministero e Rimini Fiera.
Appuntamento strategico, visto che
cosmesi e fitness rappresentano i due
principali macro-settori del wellness, di
cui l'Emilia-Romagna detiene la leadership a livello internazionale
L’Emilia-Romagna
partecipa
ad iniziative
anche nel campo
della formazione
parte della produzione made in Italy di 20-30 milioni di mq:
solo in minima parte, infatti, la ceramica cinese è di buon livello e quindi incontra i gusti dei consumatori locali ed esteri.
Tra le aree economiche cinesi, dove si concentra maggiormente la presenza dell’industria emiliano-romagnola, vi è la
regione di Shanghai, dove sono oltre 30 le imprese regionali
già insediate e altre sono quelle che si apprestano ad aprire
nuovi stabilimenti. Non si tratta di delocalizzazioni, ma di veri
e propri investimenti, soprattutto nel settore meccanico,
finalizzati alla penetrazione nel vastissimo e dinamicissimo
mercato cinese. Ecco i nomi: Annovi Riverberi, Arcotronics
Nissei Group, Bonfiglioli, Brevini Riduttori, Comer Industries,
FAAC, Globe International, IMA, Italcamel, Italia Salumi,
Landini, Larus Viaggi, Magneti Marelli, Marposs, New
Holland, Nuovo Mondo International, Rossi Motoriduttori,
Sacmi, Sampsistemi, Sea Utensili Diamantati, Spal, Starlite,
System, Teddy, Vortex Hydra, Wam
LUG–AGO 2006
19
Pubb
Internazionalizzazione al centro di una ricerca su mille imprese emiliano-romagnole
Export, da Unioncamere
una bussola per le Pmi
L’
Emilia-Romagna spinge
l’acceleratore delle esportazioni. Dopo aver chiuso il
2005 con un aumento dell’export a livelli quasi doppi della
media nazionale (7,7% contro 4%),
l’economia regionale ha proseguito
anche nel 2006 la sua corsa sui mercati internazionali, facendo segnare
nei primi tre mesi dell’anno un
+9,5% di vendite estere.
Un trend sostenuto che vede in prima
fila 13 mila imprese esportatrici, pari al
2,7 % del totale regionale. Tuttavia il
dato è ancora inferiore alla media
nazionale (3,1%), e riguarda soprattutto le aziende di maggiori dimensioni:
sono ancora troppo poche le piccole e
medie imprese presenti sui mercati
mondiali. È quanto emerge dall’indagine “Percorsi di internazionalizzazione
delle imprese dell’Emilia-Romagna”,
realizzata da Unioncamere EmiliaRomagna con il contributo delle nove
Camere di Commercio. E proprio le
possibili strategie di sviluppo nell’affrontare i mercati esteri, focalizzando
gli interventi a supporto all’internazionalizzazione sulla base delle nuove problematiche indicate dalle imprese, sono
gli obiettivi della ricerca.
“L’indagine vuole ricostruire lo stato
dell’arte rispetto alle possibilità offerte dalla crescente apertura dei mercati internazionali – spiega il presidente
di Unioncamere Emilia-Romagna,
Andrea Zanlari –. L’analisi dei fabbisogni delle imprese resta un elemento
fondamentale di conoscenza su cui
devono incentrarsi le strategie di
accompagnamento delle aziende. Il
sistema camerale anche in EmiliaRomagna vuole esercitare un ruolo di
collegamento da un lato con le imprese, rappresentate dalle associazioni, e
dall’altro con le istituzioni che assolvono un compito di governo del territorio. Si tratta di intensificare i servizi esistenti, coordinarli, avviarne di
nuovi, e ricercare maggiori sinergie
per incrementare le potenzialità delle
imprese emiliano-romagnole all’estero”.
Lo studio è stato condotto in due fasi:
prima attraverso interviste telefoniche a un campione di 1000 imprese
esportatrici, quindi con un approfondimento realizzato con interviste
dirette a un numero selezionato di
aziende per provincia.
Dall’indagine emerge che in EmiliaRomagna, poco più del 20% di
imprese manifatturiere esporta, a
indicare come l’attività di commercio
con l’estero sia praticata da un numero ancora contenuto di imprese e
limitata soprattutto a quelle di più
grandi dimensioni. Nel 2005, il 44%
delle società con oltre 50 addetti ha
incrementato il proprio volume d’affari all’estero. Oltre due terzi del fatturato export dell’Emilia-Romagna è
realizzato da poco più del 16% delle
imprese esportatrici, indice di una
forte concentrazione dell’attività
commerciale.
Il salto di qualità può essere possibile,
sia aiutando le imprese più strutturate a consolidare le loro posizioni sui
mercati esteri, sia stimolando quelle
più piccole a una maggiore partecipazione, anche attraverso forme di
aggregazione e alleanze attraverso le
quali elevare la competitività pur
senza raggiungere una dimensione
elevata.
Per quanto riguarda i mercati di
riferimento, l’Unione europea assorbe oltre la metà delle
produzioni dirette all’estero. La Francia rappresenta quello principale, con il 50 %,
seguita dalla Germania
con il 46 %. Emergenti
sono Spagna, Turchia e
Russia.
Ancora inesplorato il
mercato cinese, dove le
aziende che esportano
sono meno del 4,2 % del totale. Un
quarto delle aziende esportatrici commercializza con al massimo due
Paesi, mentre la metà si orienta verso
almeno sei mercati di riferimento differenti.
Tra le imprese più piccole, solo il
16% presenta un portafoglio export
di Giuseppe Sangiorgi
>>
ANALISI
La strategia:
stimolare forme
di aggregazione
per elevare
la competitività
LUG–AGO 2006
Un momento
della presentazione
dell’indagine
sull’export regionale
21
ANALISI
composto da almeno dieci Paesi,
quota che raggiunge il 70% per le
grandi imprese: la prossimità geografica gioca un ruolo determinante
e la dimensione diventa quindi leva
decisiva per affrontare Paesi meno
accessibili.
Ecco allora la necessità di offrire un
ventaglio diversificato di servizi che
tenga conto sia del ciclo di vita del-
Le imprese che esportano
Dimensione
medie
24,7%
grandi
16,4%
piccole
58,9%
Fatturato
piccole
11,9%
medie
19,7%
Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna
grandi
68,4%
IL PUNTO
Andrea Zanlari, presidente
l’impresa sia della filiemix di strumentazioni,
Unioncamere regionale
ra e del contesto territosviluppando sia un’ofriale di riferimento, al
ferta integrata sia
fine di accompagnare
Il sistema camerale
un’attività di accompal’operatore non solo nei
anche in Emiliagnamento personalizprimi passi verso l’esteRomagna vuole esercitare zata sulle diversificate
ro ma anche nei percorun ruolo di collegamento
esigenze degli operatori
si di internazionalizzada un lato con le imprese, e dei sistemi territoriazione più impegnativi,
rappresentate dalle
li di imprese, ha riceoffrendo consulenza e
associazioni, e dall’altro
vuto una spinta dalla
assistenza mirata per
con le istituzioni che
sottoscrizione,
nel
penetrare i mercati più
assolvono un compito
dicembre 2005, dell’
difficili.
di governo del territorio.
Accordo operativo tra
“Prendendo a riferiSi tratta di intensificare
Regione e Unioncamemento la stella polare
i servizi esistenti,
re Emilia-Romagna che
rappresentata dalle esicoordinarli, avviarne
ha sancito il ruolo delle
genze di competitività
di nuovi, e ricercare
Camere di Commercio
delle imprese, il sistemaggiori sinergie
come articolazione proma camerale ha semper incrementare le
vinciale dello sportello
pre ricercato la collapotenzialità delle imprese
regionale per l’internaborazione con altri
emiliano-romagnole
zionalizzazione.
all’estero
soggetti istituzionali e
L’Accordo integra le
associativi – spiega
precedenti intese tra la
Alberto Mantovani,
Regione e il Ministero
vice presidente Uniondel Commercio intercamere Emilia-Romagna – al fine di
nazionale, l’Ice, la Sace e Simest ed
contribuire a costruire una rete
è aperto alle collaborazioni delle
integrata di servizi di informazione,
associazioni di categoria e delle banassistenza tecnica ed orientamento ai
che. Anche il successivo Accordo
mercati. E ciò con la chiara visione
quadro siglato nello scorso aprile da
di un disegno comune nel cui ambiRegione e Unioncamere Emiliato ogni soggetto coinvolto offra uno
Romagna conferma e potenzia la
specifico apporto, sulla base della
ricerca di collaborazioni ad ampio
propria peculiare identità e missioraggio per costruire una nuova fase
ne”.
di sviluppo.
L’esigenza di sviluppare servizi di
“L’obiettivo dell’indagine sui fabbibase di qualità avvalendosi di un
sogni di servizi per l’internazionalizzazione è progettare insieme agli
altri attori pubblici e associativi un
insieme articolato di interventi partendo dalle diversificate esigenze
degli operatori – conclude Ugo
Girardi, segretario generale di
Unioncamere Emilia-Romagna.
Rilanciare su grande scala esperienze innovative come il manager tem(13,5%) e Stati Uniti (10,5%) sono i principali
poraneo per l’export può diventare
Paesi nei quali sono stati aperti stabilimenti.
un terreno prioritario di collaboraNel 2006, un terzo delle imprese intervistate
zione tra sistema camerale e assoprevede di affrontare nuovi mercati e sono
ciazioni di categoria. Vanno in altre
quelle di dimensioni maggiori a mostrare una
parole concordati itinerari comuni
maggiore volontà di ampliare il proprio portafoper coagulare coalizioni territoriali
glio export. Sia in mercati tradizionali come
al fine di elevare la competitività
Germania e Stati Uniti, sia in quelli meno condelle imprese. Le Camere di comvenzionali come Russia, Cina, Bulgaria, Polonia
mercio, con le loro ramificazioni
e Romania. Il dato significa però che due impresul territorio, possono insieme alle
se su tre non hanno intenzioni di investire su
associazioni proporsi come una
nuovi mercati: una scelta che, mentre il contesorta di “medico di base” per indisto internazionale sta mutando profondamente,
rizzare le imprese verso le soluzioni
potrebbe rivelarsi rischiosa
specialistiche più adeguate”
All’estero in partnership è meglio
Il 25% delle aziende stringe accordi con società straniere
empre più partnership e joint venture con
società estere. È questa la strategia seguita
sui mercati internazionali dalle imprese emiliano-romagnole, che tendono a proporsi attraverso accordi con aziende estere: un quarto lo
ha già fatto e tra quelle che ne sono prive, il
39% prevede di compierlo nel 2006.
Nella maggior parte dei casi le partnership sono
legate alla commercializzazione, come evidenzia
la ricerca di Unioncamere regionale. La delocalizzazione, cioè l’apertura di stabilimenti produttivi fuori dai confini nazionali, riguarda per ora il
2,6% delle imprese esportatrici, ma il 4% prevede di farlo nel 2006. Romania (26,2%), Cina
S
22
LUG–AGO 2006
“
”
LUG-AGO 2006
23
Pubb
>>
di Deborah Dirani
STORIE
Masotti e Borgomanero, le famiglie che controllano il gruppo La Perla
Gli artisti dell’intimo
che parlano bolognese
N
egli anni ’80, quelli del
lusso sopra ogni altra
cosa, la sua lingerie, i suoi
costumi e le sue camice
da notte, preziose come gioielli,
erano il simbolo di una classe senza
pari.
Un intimo famoso, allora e adesso, in
tutto il mondo occidentale e, c’è da
scommetterci, nell’armadio di ogni
diva, da Hollywood a Cinecittà, si
può trovare un capo a marchio La
Perla. E quindi made in Bologna.
La storia di questo gruppo però
risale a molto tempo prima: e precisamente negli anni ’50, quando si
incontrano due persone eccezionali,
diverse e per questo perfettamente
compatibili. Da una parte c’è una
modista di busti, Ada Masotti, dall’altra Ubaldo Borgomanero.
Lei, la signora Masotti, è una creativa, conosce i gusti delle donne e
sa come renderle attraenti anche
sotto il vestito, con bustini e reggiseni preziosi. Lui, Borgomanero, si
è fermato in Emilia per amore, e ha
iniziato a lavorare come rappresentante di commercio: è bravo, rac-
conta Paolo uno dei suoi tre figli,
tanto che il titolare dell’azienda di
cui è dipendente gli affida incarichi
e ruoli sempre più importanti.
Borgomanero è sempre in giro e
proprio così incontra la signora
Masotti. Nasce il sodalizio e, lentamente la fama di un gruppo destinato, negli anni Ottanta, a essere ai
primi posti delle aziende del settore
per redditività.
Un passo alla volta, però. Gli anni
’60 vedono un primo sviluppo del
marchio e l’entrata in azienda di
Alberto Masotti, figlio di Ada che,
dopo aver conseguito una laurea in
medicina, decide di dedicarsi completamente all’azienda di famiglia,
fino ad arrivare alla carica di presidente, incarico che ricopre tuttora.
A lui si affiancano la moglie Olga,
prima stilista delle linee di moda
mare e oggi supervisor della collezione La Perla Prêt-à-porter, e la
figlia Anna, membro del consiglio
di amministrazione e responsabile
comunicazione. Anna Masotti, che
rappresenta la terza generazione
del mondo La Perla, si occupa
anche di una serie di iniziative speciali che vanno dall’organizzazione
di eventi e mostre fotografiche fino
all’esplorazione di nuovi ambiti di
intervento.
Dalla parte dei Borgomanero, invece, fanno il loro ingresso in azienda
i tre figli di Ubaldo: Paolo, che
lascia il gruppo nel
1992 per dedicarsi ad
altri progetti, Daniele,
ancora oggi presente
nel Cda, pur con una
quota che non è più
quella di un tempo, e
Manu, così la chiamano i suoi fratelli, che si
è occupata della linea
per bambini.
Dopo il successo planetario degli anni dell’edonismo
più sfrenato, in cui la seduzione
giocava molto su quanto le donne
sapevano (o potevano) indossare
nell’intimo, lentamente il sodalizio
tra le due famiglie si scioglie e, allo
stato attuale, la quota azionaria di
maggioranza è detenuta dai discendenti di Ada Masotti.
Da tempo
leader mondiale,
il successo arriva
con la corsa
all’edonismo anni ’80
LUG–AGO 2006
25
STORIE
Si arriva così alla storia recente, ai
giorni nostri. Il gruppo La Perla,
che nel 2004 ha celebrato i suoi
primi cinquanta anni di attività, ha
progressivamente allargato il suo
sguardo indirizzando la produzione in diversi settori merceologici,
collocandosi sulla fascia più alta
del mercato e puntando a una
diversificazione delle proprie proposte attraverso una molteplicità
di marchi. La Perla, marchio top
class che continua a vantare un
prestigio e una notorietà ben oltre
i confini nazionali, propone una
molteplicità di collezioni che spaziano dall’underwear alla lingerie
da notte, dal beachwear all’abbigliamento. Non solo alta moda
però, perché da qualche tempo è
nato anche il marchio La Perla
Prêt-a-porter. Se il “sotto”, dunque, è ormai a posto è ora di pensare al “sopra”: è così che, nell’ambito dell’abbigliamento femminile, viene prodotta anche la
linea Marvel Eveningwear.
Ubaldo
Borgomanero
fondatore
di La Perla
con la figlia
Anna
IL PERSONAGGIO
Il figlio del fondatore del gruppo si dedica al rilancio di brand internazionali
Borgomanero e la passione dei profumi
na passione per i profumi, una passione, più in generale, per tutto ciò che è di classe, di grande gusto e ha
una storia da raccontare, da recuperare.
Paolo Borgomanero è l'uomo che sta dietro il successo di
un marchio che, per un decennio, è stato uno dei massimi
simboli del lusso: Acqua di Parma. “È iniziato tutto quasi
per gioco – racconta ora, dopo la cessione nel 2003 del
brand a Bernard Arnaud, ovvero “monsieur” Louis
Vuitton – perché volevo rilanciare quel profumo, che era
stato il profumo di mio padre, e che era ormai diventato
introvabile”.
Così ne parla con i suoi due amici di sempre: Luca Cordero
di Montezemolo e Diego Della Valle. I tre si uniscono, rilevano Acqua di Parma e creano un mito.
Non c'è boutique, o profumeria di un certo livello, che
non abbia esposta sui suoi scaffali la confezione gialla, su
cui campeggia una semplice etichetta bianca con la scritta nera, del profumo, ormai destinato a diventare un
must. La storia di Acqua di Parma, targata Borgomanero,
Della Valle e Montezemolo, dura 10 anni: dal 1993 al
U
26
LUG–AGO 2006
2003. Dieci anni eccezionali, dieci anni di successi. E poi,
nell'estate di tre anni fa l'annuncio: Acqua di Parma diventa francese, va in mano ad Arnaud, aggiungendosi così
agli altri marchi che l’imprenditore francese ha accumulato negli anni (Mont Blanc e Veuve Cliquot, solo per citarne un paio).
Borgomanero però non si ferma, inizia a importare dagli
Stati Uniti, suo Paese d'adozione, visto che passa a Miami
diversi mesi all'anno, abiti da lavoro col marchio Smith's.
Nel presente di Paolo Borgomanero c'è un nuovo “vecchio” profumo made in Usa che in Italia è arrivato col
nome di “The Party”. Lo ha scoperto per caso, perché si
tratta di un'essenza ormai quasi dimenticata Oltreoceano.
Ora questo nuovo profumo, destinato – e c'è da scommetterci – a un grande successo, inizia a farsi strada sempre in quelle profumerie, selezionatissime, che vennero
scelte 13 anni fa anche per Acqua di Parma.
La storia continua – e mai come in questo caso la metafora pare azzeccata! –, lasciandosi dietro una distinguibilissima scia profumata
CINQUE DOMANDE
di Giuseppe Sangiorgi
La Perla Studio, Malizia, Occhiverdi, marchi storici e consolidati
del gruppo, continuano a essere
riconoscibili nella produzione di
collezioni underwear, nightwear e
beachwear. Solo underwear, invece, per La Perla Glamour e La
Perla Black Label, una linea, quest’ultima definita dalla casa bolognese come “sexy-chic”, con un
mix di trasgressione e ironia.
E poi, vista la stagione estiva, non si
può non ricordare altre collezioni e
marchi del gruppo emiliano, come i
costumi da bagno delle linee
Annaclub, Oceano e Aquasuit. Se si
pensa che tutto è partito da un
laboratorio di busti – e vaglielo a
spiegare alle nuove generazioni che
cos’erano quei capolavori di ingegneria che sostenevano e modellavano le curve di procaci signore!
–non si può far altro che rimanere
sbalorditi davanti a quello che oggi
è un colosso di pizzi e tessuti preziosi capaci di rendere bellissima
ogni donna
Giuseppe Parenti, presidente della Camera di Piacenza
“Il rilancio? Più aziende grandi
per stimolare anche quelle piccole”
a superato il traguardo dei 40 anni come
imprenditore, con lo stesso entusiasmo
degli inizi di una carriera professionale, in parte
mettendosi al servizio dell’economia del territorio. Prima, per sei anni alla guida della locale
Associazione industriali, e da un biennio della
Camera di Commercio di Piacenza. Un impegno appassionato, quello di Giuseppe Parenti,
premiato con l’onorificenza di Cavaliere del
lavoro.
Presidente, cosa significa questo riconoscimento?
“È gratificante per il lavoro svolto. Lo considero un punto di partenza per la mia attività
aziendale e per il ruolo istituzionale di servizio
alla collettività”.
L’economia piacentina vanta peculiarità
importanti, ma accusa qualche ritardo rispetto
alla media regionale. Come cambiare?
“Il modello basato sulla Pmi manifatturiere sta
segnando una fase di stasi. Regge la meccanica soprattutto grazie all’esportazione. Soffre
l’artigianato e accusa difficoltà l’agricoltura.
Questo deve farci meditare e cercare stimoli. Il
futuro va affrontato guardando avanti, lavorando sodo per rendere più competitivo il territorio, facendo squadra con uno sforzo coordinato di tutti gli attori, e compattezza sui problemi. C’è ancora voglia di fare impresa sul territorio, ma la piccola dimensione funziona se si
hanno anche grandi aziende. Per favorire ciò, si
può pensare a convenzionare ad un prezzo
adeguato aree destinate all’insediamento di
imprese manifatturiere ad alto valore aggiunto.
Per invertire un trend che vede ancora le
importazioni superare le esportazioni nella
nostra provincia, si può ancora puntare di più,
per esempio nell’agroalimentare, sulla qualità
riconosciuta dei nostri prodotti. La Camera ha
H
aperto un bando per un marchio unico per tutti
i prodotti certificati della provincia in modo da
riuscire a fare massa critica nella comunicazione
di queste eccellenze”.
Le infrastrutture sono tra gli aspetti di attrazione degli investimenti in un territorio...
“Secondo dati dell’Istituto Tagliacarne, a
Piacenza rete stradale e ferroviaria sono sopra
la media nazionale, la vicinanza agli aereoporti
gioca a favore, la dotazione di impianti e reti
energetico ambientali risponde alla domanda
potenziale. Punti deboli sono invece le infrastrutture per telefonia e telematica. È necessario impegnarsi ancora perché un territorio è
competitivo se ha infrastrutture moderne: con il
venir meno dei fondi pubblici, occorre utilizzare
risorse private attraverso lo strumento del
project financing”.
Per infrastrutture si intendono anche quelle
sociali: come sta Piacenza da questo punto di
vista?
“Dall’indagine, le strutture culturali, ricreative,
per l’istruzione e sanitarie risultano inferiori alla
media regionali. La sanità non è di competenza
delle Camere di Commercio, in cui peraltro
sono rappresentati i consumatori, quindi gli
utenti, ma è un aspetto centrale. I dati del
Tagliacarne si basano su valori per stanziamenti fatti prima del 2004: i piacentini possono
essere tranquilli per l’alta qualità del servizio
sanitario erogato, il problema è di quantità.
Questo chiude il cerchio: per innalzare il livello
di benessere complessivo a cui tutti aspiriamo,
occorre rafforzare il sistema economico, renderlo capace di produrre occupazione e reddito,
migliorando il contesto in cui si muovono le
imprese. L’aumento della ricchezza diffusa
significa incrementare gli investimenti in campo
sociale, culturale e assistenziale”.
Una leva fondamentale per crescere è la conoscenza...
“
Un ambiente come quello di Piacenza dove esistono università
quali Cattolica e Politecnico, prossime al territorio e centri di ricerca, rappresenta un contesto ideale per avvicinare le imprese. La Camera
di Commercio sta dando un apporto per la nascita di uno sportello ricerca presso l’Università Cattolica per favorire il dialogo tra imprenditori e
ricercatori e il trasferimento di competenze e tecnologie, collaborazioni su
temi, finanziamenti per progetti comuni. Nella ricerca bisogna investire,
ma anche misurare i risultati per le imprese. Così, per ogni finanziamento, la Camera di Commercio chiede un report sui risultati di ricaduta sulle
imprese sul territorio
”
LUG–AGO 2006
27
Pubb
28
LUG–AGO 2006
Pubb
di Thomas Foschini
SETTORI
Tutti i numeri da record del gruppo cesenate, leader mondiale di settore
Trevi, le fondamenta
del business globale
U
n portafoglio ordini da
record di 578 milioni di
euro, saliti del 53% in un
solo esercizio. Poi, debiti
finanziari netti in calo del 12% e un
fatturato in crescita del 92,5.
Sono i numeri del gruppo Trevi di
Cesena, una delle imprese leader a
livello mondiale nelle perforazioni e
nella costruzione e consolidamento di fondamenta, che è quotata
alla Borsa di Milano.
E proprio dai listini,
recentemente,
sono
arrivate nuove perfomance record di questo
titolo tutto romagnolo.
A cominciare dalla
chiusura dell’anno scorso, quando “le Trevi”
sono risultate il miglior titolo di
Borsa avendo segnato un +245 per
cento. Per arrivare poi alla prima trimestrale 2006, quando l’Ebit
(+373,5%) ha raggiunto i 16,1 milioni di euro e l’Ebitda (+192,9%) si è
attestato a quota 24,6. Potrà continuare a questi ritmi la corsa del titolo?
Le previsioni borsistiche vanno
lasciate “agli analisti e agli esperti
di mercati finanziari”, ha dichiarato il presidente del gruppo Davide
Trevisani. “Noi – ha precisato – ci
limitiamo a fare il nostro mestiere
meglio che possiamo: perforare e
fare le fondazioni”.
Un mestiere che evidentemente a
Cesena sanno fare bene, se l’utile
netto di Trevi è balzato tra il 2004
e il 2005 da 2,6 a 12,8 milioni e
l’assemblea ordinaria, approvando
i conti 2005, ha staccato il 10 luglio
un dividendo di 0,025 euro: +67%
sul 2004. Quindi sonni tranquilli,
per gli investitori, visto anche che
Trevi ha commesse in opera per
milioni di euro. Qualche esempio:
settembre 2005, il gruppo acquisisce la più grande commessa della
Ordini per oltre
mezzo miliardo
con commesse
in tutto il mondo
E il titolo vola
30
LUG–AGO 2006
sua storia, consolidare le fondamenta della diga di Tuttle Creek,
vicino a Kansas City. Committente,
il genio militare delle forze armate
americane. Lavori fino al 2012,
incassi per 200 milioni di dollari.
Sull’altro fronte delle attività di
Trevi, la perforazione, in marzo di
quest’anno le ultime due importanti commesse: tramite la controllata
Petreven Ute (Argentina) l’azienda
di Cesena fornirà per tre anni alla
Chevron San Jorge servizi di perforazione petrolifera per 16,1 milioni
di dollari (che potrebbero diventare
26,8 per ulteriori due anni di contratto, in caso di silenzio-assenso
delle parti); anche per Repsol-Ypf,
30,3 milioni per perforazioni petrolifere, estendibili a 50,6.
Un settore, quello energetico, dalle
grandi potenzialità di business, ma
molto esposto alla variazioni dei
prezzi. Che possono avere anche
ripercussioni negative sui titoli di
aziende come Trevi, che in maggio ha
segnato alcuni ribassi. “Tra mille
variabili – spiega l’economista Renzo
Baccolini, partner della società di
consulenza finanziaria Area di
Bologna – per un titolo come questo
vi è quella macrostrutturale, che
risente degli strappi del prezzo del
greggio”. Infatti, Trevi si occupa, tra
l’altro, di perforazioni. Col petrolio
alle stelle, il gioco è fatto: “Se il settore va bene – continua Baccolini –
un gruppo come Trevi diventa appetibile per le aziende che vogliono
posizionarsi su questa filiera”.
Oltre il settore energetico, sono
molte altre le attività che vedono il
gruppo romagnolo impegnato in
tutto il mondo: dall’impermeabilizzazione dei suoli, alla realizzazione
di ponti e porti, fino alla costruzione
di gallerie. Tra le novità, un progetto di ricerca specializzata nell’ambito della bonifica di siti inquinati e
dello smaltimento dei rifiuti urbani
e industriali responsabili dell’inquinamento delle falde acquifere.
Obiettivo di Trevi, isolare queste
falde dalle sorgenti inquinanti.
Oltre a questi business, recentemente Trevi è entrata con determinazione in quello dei parcheggi sotterranei automatici. Il sistema
messo a punto dal gruppo prevede
che l’automobilista parcheggi su
una comoda piattaforma in superficie, scenda dall’auto, inserisca la
tessera magnetica personale in una
fessura, e via: l’auto sparisce automaticamente tra le viscere della terra.
Al ritorno, stessa procedura: tessera inserita, l’auto ritorna in superficie. Se perde la tessera, basta premere un pulsante per contattare il
servizio di emergenza. Addio
La corsa dei numeri
(in milioni di euro)
Fatturato
Ebit (risultato operativo)
Ebitda
Utile netto
Perdite finanziarie nette
Patrimonio netto
2005
496,6
28,7
55,3
12,8
-126
97,2
2004
366,4
18,4
41,6
2,6
-148
77,2
Variazione percentuale
35,5 %
56 %
32,9 %
392,3 %
14,9 %
25,9
manovre complicate, paraurti sfregati, torcicollo. E sono già sei gli
impianti realizzati, da Cesena a
Roma, fino a Stoccolma.
I parcheggi computerizzati, secondo il presidente Trevisani, “hanno
un grande futuro”. E sono la dimostrazione, ha spiegato, “che abbiamo in casa la competenza e la creatività per inventare nuovi prodotti
senza dover far ricorso a nessuno”.
“Core business”, “idee”, “competenze”: concetti cari alla dirigenza
del gruppo. Un esempio da seguire
per tutti quegli imprenditori che
soccombono di fronte alla concorrenza estera
LA STORIA
Dalle palificazioni al mega-ponte sul Tago
Nato nel 1957, ora il gruppo realizza all’estero l’83 per cento del fatturato
aldamente in mano alla famiglia
Trevisani, che ne detiene il 65%, Trevi
nasce a Cesena nel 1957 come “Impresa
Palificazioni Trevisani Geom. Davide”, dal
nome del fondatore e attuale presidente
del gruppo.
Attività iniziale, costruzione di pali trivellati di piccolo diametro. Nel 1962 il primo
brevetto: un’attrezzatura semovente per
l’esecuzione di pali battuti, seguita dalla
“Rotary a tre rulli” (1967), a tuttora uno
degli strumenti più adatti per lo scavo di
pali trivellati di grande diametro. Per il
gruppo, il 1967 è anche l’anno della prima
commessa estera: realizzare le fondazioni
dell’Apapa Road a Lagos in Nigeria.
L’azienda cresce, le “controllate” proliferano: dalla Soilmec spa, attrezzature per fondazioni, alla Tecnosol, sede a Roma, che si
occupa di indagini geognostiche. Il mondo,
intanto, chiama: nasce così l’argentina
S
Pilotes Trevi (1971) che pianterà i pali di fondazione dei ponti sul Paranà; quindi la Trevi
Foundations Nigeria ltd (1977), che costruirà
il “Third Mainland Bridge” di Lagos. Poi Trevi
Hong Kong (1980), Trevi Philippines Branch
(1981) e Italthai-Trevi Company (1982).
Lavori su commissione in tutto il mondo: dal
porto di Bandar Abbas, in Iran, a quello di
Gioia Tauro, fino alle dighe di Khao Laem
(Thailandia), Stratos (Grecia), Corumana e
Pequenos Limombos (Mozambico), Alicura
e Yacyretà (Argentina).
Le attività si diversificano: importanti le realizzazioni di tunnel, compresi quelli delle
metropolitane di Roma, Milano, Manila,
Algeri, fino alle perforazioni per conto delle
maggiori società petrolifere mondiali.
Sempre più marcata la vocazione internazionale del gruppo: a oggi solo il 17% del
fatturato di Trevi, 496,6 milioni di euro nel
2005, si produce in Italia. Il restante 83%
spazia per i cinque continenti, Europa (19
milioni), Medio Oriente (6), Africa (16,5),
Sud (5,8) e Nord America (24,5), Estremo
Oriente (12).
Negli ultimi anni, l’azienda guidata da
Trevisani si lancia nelle opere più impressionanti: il ponte Vasco de Gama a
Lisbona, Portogallo, che dal 1998 unisce le
due rive del Tago. Quindi le fondazioni del
“Four Season Hotel”, il più alto edificio di
Miami. Poi ancora dighe, come a Ertan, in
Cina, sullo Yalong: 3300 megawatt di
energia idroelettrica. Seguono Ait Youb,
Marocco, e W.F George, Alabama, Stati
Uniti. Per quest’ultima commessa il Genio
militare delle forze armate americane ha
premiato l’azienda romagnola come
miglior contrattista del 2003 per sicurezza
sul lavoro e tutela dell’ambiente. Ben
500mila ore-uomo di lavoro per completare la diga, mai un incidente
LUG–AGO 2006
31
Pubb
32
LUG-AGO 2006
>>
di Serena Inchingolo
RAPPORTO
Corrono anche nel 2005 le esportazioni di uno dei poli leader mondiali
Macchinari ceramici,
l’export continua lo sprint
C
ontinua la corsa delle macchine per ceramica, trainata
dalle esportazioni sui mercati esteri.
Il settore meccanico, che vede nelle
province di Reggio Emilia e Modena
uno dei poli produttivi più importanti a livello mondiale, continua così il
trend positivo iniziato nel 2004.
L’aumento del fatturato registrato nel
2005 è stato dell’11,5%, grazie al
massiccio contributo dell’export che
ha messo a segno un +15,3 per cento.
Il quadro del comparto è stato presentato da Acimac, l’Associazione
degli industriali di settore (con sede a
Modena) con la quattordicesima edi-
zione dell’Indagine statistica nazionale sull’industria italiana delle macchine e attrezzature per ceramica.
L’anno si è chiuso per il settore con
un volume d’affari complessivo pari
a 1777,4 milioni di euro (+11,5% sul
2004, come detto) con un incremento in valori assoluti di 184 milioni di
euro. Continua il recupero del mercato italiano con un incremento del
2% (457,1 milioni), indice di investimenti in ricerca e sviluppo su macchinari e tecnologie. I valori delle
esportazioni sono passati invece dai
1145,4 del 2004 ai 1320,3 milioni di
euro (+15,3%). L’incidenza dell’export sul fatturato totale del settore
Il settore in cifre
N. Aziende
Fatturato totale
(in milioni di euro)
Fatturato Italia
(in milioni di euro)
% sul totale
Fatturato estero
(in milioni di euro)
% sul totale
Fonte: Acimac
Anno 2005
156
1777,4
Anno 2004
175
1593,4
Var. %
- 10,9 %
+ 11,5%
457,1
448,0
+ 2,0%
25,7%
1320,3
28,1%
1145,4
+ 15,3 %
74,3%
71,9%
sale pertanto dal 71,9% al 74,3%.
Continua su buoni livelli di domanda il mercato mediorientale con un
+3,3% e vendite per 289,5 milioni di
euro, così come quello europeo con
un +17,9% e quello dell’Est Europa
con un +32%. Registrano inoltre
un’impennata le vendite dell’Asia
(esclusa la Cina) di +54,8%. E riprendono quota le esportazioni verso l’Africa con un
+16,8% mentre Cina,
Hong Kong e Taiwan
registrano un calo del
33,7% dovuto essenzialmente all’accresciuta
capacità di penetrazione
dei prodotti made in
China. È cresciuto infine l’export di quasi il
30% verso i Paesi del
Centro e Sud America.
Le imprese protagoniste dell’indagine sono state 156 e sono distribuite tra l’Emilia Romagna e la
Lombardia con circa 6000 addetti,
numeri importanti per l’industria
della meccanica strumentale poiché
Acimac si è distinta per l’incremento
del fatturato in netta controtendenza
Vendite estere +15%
e +2% in Italia:
la crescita del settore
nell’indagine annuale
realizzata da Acimac
LUG–AGO 2006
33
RAPPORTO
con altre categorie di beni strumentali, che hanno raggiunto in alcuni
casi decrementi pari quasi al 19 per
cento.
Quest’anno sono state 19 le unità
in meno rispetto alle 175 aziende
della scorsa indagine statistica. “Il
dato rappresenta il naturale processo di fusioni e accorpamenti di
aziende, o di diversificazione del-
Dove va l’export (anno 2005)
4,9
11,4
7,7
21,9
0,6
9,2
21,4
Paolo Gambuli,
l’attività”, commenta
processo di aggregaziodirettore Acimac
Paolo Gambuli, diretne delle industrie italiatore
di
Acimac.
ne potrebbe essere una
“Questo non ha ostaLe previsioni
risposta a questo fenocolato in alcun modo
macroeconomiche
meno sfavorevole”.
il volume delle vendite
per il settore indicano
La composizione del
del settore, che anzi –
un anno che difficilmente
fatturato vede primegcontinua Gambuli –
potrà ripetere gli
giare la vendita di macregistra una crescita. Il
andamenti produttivi di
chine per piastrelle con
mercato medio oriencrescita degli ultimi due.
quasi l’80% sul fatturatale, per esempio, proQuindi, ci attendiamo
to totale a seguire quelle
segue la sua ascesa
un 2006 riflessivo
per laterizi (9,3%), i
ininterrottamente dal
e di stabilizzazione con
sanitari (5,2%), la stovi1999 e continua ad
alcuni mercati che hanno glieria (3,3%), i refratavere il primato come
completamente fermato
tari (3,2%) dell’intero
prima area geografica
gli investimenti ed altre
fatturato; infine la ceraper esportazione di
aree che stanno
mica varia mantiene la
tecnologia ceramica
riorganizzando le loro
sua fetta di fatturato
italiana, raggiungendo
politiche di espansione
sullo 0,1 per cento.
vendite vicine ai 300
commerciale
I pronostici per il
milioni di euro.
2006 sono molto pruL’Unione europea invedenti, poiché, spiega
ce si colloca al secondo posto, sepancora Gambuli, “le previsioni
pur di poco, con vendite di quasi
macroeconomiche per il settore
290 milioni di euro. Il terzo posto è
indicano un anno che difficilmente
detenuto dai Paesi dell’Europa
potrà ripetere gli andamenti proorientale con poco più di 198 milioduttivi di crescita degli ultimi
ni di euro di vendite”.
due”. “Quindi, ci attendiamo un
“La controtendenza del mercato di
2006 riflessivo e di stabilizzazione
Cina, Hong Kong e Taiwan (con alcuni mercati che hanno com33,7%, ndr) – prosegue il direttore
pletamente fermato gli investimenAcimac - è il risultato della concorti ed altre aree che stanno riorgarenza internazionale, in particolare
nizzando le loro politiche di espancinese, che si sta consolidando. Il
sione commerciale”
“
”
7,8
Unione europea
Est Europa
Nord America
Centro Sud America
Medio Oriente
Cina-HK-Taiwan
Resto Asia
Africa
Oceania
15
Fonte: Acimac
LA STORIA
Tecnargilla, la vetrina internazionale del comparto
Aziende e tecnologie in mostra a Rimini Fiera dal 28 settembre al 2 ottobre
arà Tecnargilla 2006, la mostra biennale internazionale dedicata al comparto dei macchinari per la ceramica –
organizzata da Rimini Fiera in collaborazione con Acimac dal 28 settembre al 2
ottobre – la migliore vetrina per le aziende del comparto.
Il settore presenterà tutte le novità tecnologiche, cogliendo anche l’opportunità della
manifestazione come punto di incontro tra
domanda, offerta e mondo della ricerca.
Quest’anno a Tecnargilla sono attesi più di
30.000 visitatori, e particolare attenzione
verrà dedicata all’organizzazione di convegni tecnici per fornire un ampio supporto
informativo a un pubblico sempre più
S
34
LUG–AGO 2006
attento ed esigente. Oltre alle consolidate
sezioni del Calytech, dedicata al laterizio e
il Kromatach (dedicata al colore), la novità
di quest’anno sarà la sezione del Kermat,
l’area dedicata ai prodotti ceramici avanzati. La creazione di questa area specializzata
permetterà ai visitatori di aggiornarsi sulle
innovazioni tecniche e sui nuovi campi
d’applicazione del materiale ceramico, confrontandosi con i massimi esponenti della
ricerca tecnologica del comparto.
“L’innovazione è una possibile soluzione
alla crescente concorrenza – spiega Paolo
Gambuli, direttore Acimac –. Per questo al
Tecnargilla abbiamo voluto far convogliare
in modo significativo anche il mondo della
ricerca. In linea con questo aspetto è il
Ceramic TTD Technology Transfer Day su
materiali ceramici, processi e impianti,
dedicato alla ricerca scientifica e al trasferimento tecnologico nel settore ceramico”.
Il TTD offre a ricercatori, imprese, enti di
ricerca, università che hanno proposte o
richieste tecnologiche innovative, la possibilità di entrare in contatto con tutti gli
operatori mondiali del settore ceramico con
cui sviluppare collaborazioni business
oriented, cooperazioni tecnologiche, studi
ed approfondimenti di nuove tecnologie o
applicazioni, partnership finalizzate all’implementazione delle ricerche e degli studi
in corso
Pubb
ARCHITETTURA
Incastri pieni e vuoti
nella pianura d’acqua
di Michela Suglia
Smeg, la nuova sede dell’azienda reggiana
premiata alla Triennale di Milano
U
na sorpresa in mezzo al
verde della pianura padana.
Un incastro di volumi realizzati in acciaio, vetro e
mattoni a vista circondati dai classici
canali d’acqua, masserie e filari di
pioppi della Bassa emiliana. Sono i
nuovi uffici della Smeg a Guastalla
(Reggio Emilia) progettati dall’architetto parmense Guido
Canali.
Un esempio riuscito
del sodalizio tra industria e architettura di
qualità che lentamente
sta prendendo piede in
Italia e che ha valso a
Canali la menzione
d’onore al premio
Medaglia d’oro all’architettura italiana 2006
della Triennale di Milano. Quello realizzato dal 2001 al 2004, è un edificio
costruito ex novo di fianco allo stabilimento che da decenni produce
elettrodomestici. Destinata a ospitare gli uffici e una sala convegni da
100 posti, l’opera è articolata in sei
padiglioni rettangolari che sono
disposti, su un unico piano, a spina
rispetto alla galleria centrale. Vi si
accede tramite un passaggio adiacente al lago che circonda gran
parte della costruzione, che si
affaccia sia sulla campagna circostante sia su giardini formati da
tappeti geometrici di edera ed eleganti bambù. Insomma un gioco di
pieni e vuoti (ispirati, quest’ultimi,
dalle aie delle cascine emiliane) che
rappresenta una sorta di isola
Il progetto
dell’architetto
parmense Canali
ispirato dalle
cascine emiliane
36
LUG–AGO 2006
“produttiva” tra gli argini, in continuità con il paesaggio.
Una soluzione pensata soprattutto
per riorganizzare al meglio lo spazio.
Storica azienda di elettrodomestici, la
Smeg – che nel reggiano conta all’incirca 600 dipendenti e 1700 nel gruppo – è a Guastalla dal 1948. All’epoca
la sede era nel centro del paese. Poi
l’aumento dell’attività e la necessità di
allontanarsi da lì per ovvi motivi
ambientali, hanno portato al trasferimento nella vicina località di San
Girolamo. Più tardi, di fronte a problemi di spazio, si è deciso di creare
nuovi uffici ma senza separarli dal
resto della produzione e affidandone
il progetto direttamente a Canali.
Già docente alle Università di Parma,
Venezia e Ferrara, Guido Canali è
uno dei più importanti esperti italiani
nel restauro di edifici storici (a lui si
deve il rifacimento del palazzo della
Pilotta a Parma e il recupero dell’ex
ospedale di santa Maria della scala a
Siena) e nell’interpretazione degli
spazi abitativi e di lavoro (un esempio
sono gli stabilimenti e uffici realizzati
per Prada in Toscana). Ma il designer
emiliano aveva già lavorato anche per
la stessa Smeg a partire dagli anni ’80
quando, dalla sua matita, sono nati
forni, piani cottura, lavatrici e lavastoviglie. Una fiducia ripagata visto
che la giuria del premio della
Triennale milanese lo ha premiato
con la menzione d’onore “Attività
produttive e per il pubblico”, in quanto opera giudicata di grande “eleganza e rilievo”. Un progetto molto
apprezzato anche dal committente.
“Per noi investire in architettura di
qualità è una diretta conseguenza dei
valori aziendali – fanno sapere al
quartiere generale dell’azienda reggiana –. Da sempre la Smeg si connota
per la qualità dei suoi prodotti e delle
sue linee, concetto che oggi passa
anche attraverso il design della sede. È
la dimostrazione che Smeg crede in
certi valori e li mette in pratica”
Pubb
LUG–AGO 2006
37
di Thomas Foschini
SCENARI
Come cambia il polo del divertimento estivo più grande d’Europa
Benvenuti sulla Riviera
delle nuove meraviglie
N
ell’East Coast siamo in
piena estate. Sono migliaia,
decine di migliaia, in fila
su quella rovente striscia
di asfalto che divide la collina dalla
pianura, la via Emilia “dal West”.
Anzi dall’Est, dalla “California” di
casa nostra, dove la “fabbrica del
desiderio”, per citare il sociologo
Aldo Bonomi, funziona
sempre a pieno regime.
La
Romagna,
un
“distretto del piacere”,
come dice Bonomi, un
vero e proprio “laboratorio in cui si impara,
prima che altrove, a
trattare i desideri, le
informazioni, i comportamenti dei soggetti”.
Loro, i soggetti, sono il
popolo delle vacanze, quelli che
aspettano una nuova estate prima
ancora che finisca la vecchia.
Un polo produttivo poderoso, la
Romagna, costituito da 3450 alberghi, 46 tra campeggi e villaggi turistici, 1426 stabilimenti balneari (per
138.700 ombrelloni e 252.800 tra
lettini e sdrai) di cui 800 attrezzati
per sport da spiaggia. E poi, 145 tra
discoteche, dancing e disco bar, 200
sale giochi, 580 impianti sportivi
pubblici, 13 porti turistici (5200
posti barca), 2250 tra pizzerie, ristoranti e trattorie, 3700 tra bar, caffetterie, birrerie ed enoteche. Pronti per
accogliere il popolo della notte, giovani rampanti, alternativi, alla moda
e non, e il popolo del giorno, famiglie e bambini in cerca del paese
Tra mordiefuggi
e tendenze stagionali,
corre a pieno ritmo
il sistema romagnolo
dell’entertainment
delle meraviglie. In Romagna c’è
posto per tutti.
Le discoteche sono l’emblema del
divertimentificio romagnolo: è in
questi luoghi che, per primi, si diffondono gli atteggiamenti “radicali ed
estremi che invadono lo spazio della
notte”, come dice Bonomi, atteggiamenti che “poi si ritrovano come
comportamenti nelle aree urbane”.
Sempre di tendenza la Baia Imperiale
di Gabicce, Marche già un poco
Romagna, quindi Rimini la regina,
dove, tra città e dintorni, le discoteche sono 62: dal Cocoricò di
Riccione, tempio della “techno”, al
Pascià di Rimini, quindi il Peter Pan
di Misano Adriatico; oppure, ancora
a Riccione, il Byblos. Quindi il Velvet,
Rimini, tempio del rock. A Rimini,
I numeri del divertimento
(Visitatori medi annuali dei primi sette parchi romagnoli)
Mirabilandia Italia in Miniatura
Aquafan
Fiabilandia
Delfinario
Oltremare
Le Navi
1.500.000
500.000
250.000
250.000
250.000
240.000
600.000
Fonte: Parksmania.it
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LUG-AGO 2006
del resto, si fa tendenza sempre e
comunque: il primato resiste e si
rinforza. Intanto, però, alcune discoteche famose sono passate di mano,
ma le nuove gestioni non sempre
sono riuscite a fare fatturato: dal
tonfo del 2003 (meno 20%) al -10%
del 2005, come rileva il Silb (sindacato locali da ballo), che organizza,
ovviamente a Rimini, la fiera del settore. Eppure, delle 3500 discoteche
italiane, bel l’11,5% si trovano in
Emilia-Romagna, e quest’anno a “Sib
International 2006” erano coinvolti
ben 63.585 operatori (più 2,3% sul
2004) e 8950 visitatori stranieri. Sì,
perché nonostante la crisi le discoteche della riviera continuano a investire: in nuove soluzioni in materia
di luci, audio e video, ma anche in
design e arredamento.
Contenti a metà della trasformazione
delle abitudini turistiche sono i
“bagnini”: “Il cosiddetto turismo
mordi e fuggi è diventato una realtà
ed il tutto esaurito si registra solo in
alcuni rari weekend”, si lamenta il
sindacato balneari. Meno 10%, sotto
l’ombrellone, tra il 2004 e il 2005: un
calo, negli anni, parzialmente compensato con la leva del prezzo, grazie
alla quale i fatturati hanno “tenuto”.
Sarà che la vacanza, quella “operaia” di agosto, complici le ferie “atipiche”, ormai non è più la regola.
Sarà che, in fondo, cambiano le tendenze, perché cambiano le persone.
O forse è la Romagna che fa cambiare le persone. Il fatto è che l’ultima moda sono le feste in spiaggia, di
sera: è qui che si è spostata, ultimamente, una consistente fetta di clienti delle discoteche, ed è proprio per
questo che le discoteche soffrono,
mentre in spiaggia si fa (tanto) fatturato solo nei weekend, e solo in certi
stabilimenti, quelli alla moda. Sulla
cresta dell’onda, adesso, c’è la Duna
degli orsi di Marina di Ravenna. Un
po’ in tutta la Riviera, nel terzo millenio le presenze (straniere) hanno
cominciato a contrarsi d’estate.
Allora, la risposta è stata rilevare
“la messa in moto di un’importante spinta innovativa determinata
dalla capacità di attrarre visitatori
al di fuori del periodo estivo”,
come rileva il presidente della
Camera di Commercio di Rimini,
Manlio Maggioli.
Ma è forse sui parchi di divertimento che la possente “fabbrica del desiderio” romagnola dà il massimo: da
Ravenna a Cattolica ce ne sono ben
17, con la più alta concentrazione
dell’intero continente. Oltre 100
milioni di fatturato, il 40% del tota-
le nazionale, trend positivo (più 7%
nel 2004, quando tutti perdevano o
rimanevano stabili), quattro milioni
e passa di visitatori l’anno. I più gettonati, Mirabilandia, l’Italia in
Miniatura, e naturalmente Aquafan,
il parco acquatico più visitato
d’Italia con le sue 500 mila presenze
l’anno, dove, quando il sole picchia
forte, i turisti possono tuffarsi in torrenti e piscine a onde, o provare
acquascivoli mozzafiato: nel parco
di Riccione lavorano 350 persone, il
30% delle quali stabilmente e full
time. Molto bene anche gli altri
parchi, grandi e piccoli, disseminati
per la riviera: Atlantica, Cesenatico,
Aquabell, Bellaria, La Perla,
Marebello, Arenas, Rivazzurra,
Beach Village, Riccione, fino a
quelli dell’entroterra, Acquamania,
Morciano di Romagna, Auai Auai,
Ravenna, e Acquajoss, Conselice.
Ma alla prima giornata di nuvole,
tutti di corsa a Mirabilandia, nata nel
1992 e, dopo i primi anni difficili,
passata a nuova gestione nel 1997:
con i suoi 850 mila metri quadrati è
uno dei parchi più grandi d’Italia, dà
lavoro a quasi 900 persone (140 dei
quali fissi per tutto l’anno) e conta
oltre un milione e mezzo di visitatori
all’anno, che possono provare le
“montagne russe” più alte d’Europa,
tutte di legno.
Per le famiglie, poi, quale migliore
occasione che approfittare del cielo
velato portando i bambini nel
mondo incantato di Fiabilandia?
Qui, a Rivazzurra di Rimini, dal
1966, ad accogliere i più piccoli ci
sono la “Valle degli gnomi”, la
“Baia di Peter Pan”, il “Lago del
sogno”. Oppure alla classica Italia in
Miniatura di Viserba, che accoglie
600 mila persone l’anno. Fino ai
luoghi del divertimento “intelligente”, “l’edutainment”, come dice
Bonomi: il parco Oltremare a
Riccione, che propone un viaggio
nel tempo tra alligatori, piante primitive, delfini, cavallucci marini, ma
anche animali di casa nostra, quelle
galline e quei maiali così “strani”
per chi è nato in città. E poi Le Navi
di Cattolica, per vedere gli squali, e
addirittura fare il bagno con loro, o
il classico Delfinario di Rimini, e
l’Eden Park di Torre Pedrera, 35
mila metri quadri animati da stupendi pavoni. Giocatori di golf,
all’Indiana Golf di Riccione, esperti
di trekking, allo Skypark di Monte
della Perticara. Esperti per un giorno,
si capisce
IL CASO
C’è lavoro per tutti. Ma atipico
Sono il 14 per cento degli “occupati”. Il record a Rimini
Il precario lavora nel call center, ma fa anche
l’artista e l’istruttore di sport”.
E il barman, il deejay, la cubista, il cameriere.
Ogni tanto, poi, fa anche il turista. Nella sua
terra, l’Emilia-Romagna, dove la disoccupazione,
sotto il 4%, è tra le più basse d’Italia e praticamente fisiologica, ma dove ormai i lavoratori
“atipici” sono il 14% del totale, 256 mila su un
milione e 850 mila occupati. Almeno il doppio,
sempre rispetto a dieci anni fa, il numero di
aziende che richiede collaboratori occasionali.
A tracciare i contorni del lavoro atipico in riviera
è la Nidil Cgil, il sindacato dei lavoratori precari.
«In provincia di Rimini – continua la Cgil – i con-
“
tribuenti atipici, secondo i dati Inps, sono oltre
15 mila». Il triplo rispetto a una decina di anni fa.
Un precariato che nel riminese è, secondo la
Cgil, sia un “male strutturale” sia “un male” di
stagione.
Alla maggior parte dei lavoratori stagionali
romagnoli non è richiesta una particolare esperienza: “In genere basta avere buone doti relazionali”, spiegano i direttori di alcuni tra i maggiori parchi divertimento della costa, dove si
ricercano animatori, certo, ma anche diversi
addetti alla ristorazione. E reperire manodopera
tra l’esercito di studenti universitari a casa per le
vacanze estive non è certo difficile
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di Giovanni Scalambra
AMBIENTE
Oltre 10 milioni di presenze nelle aree protette dei 13 enti
Ecoturismo, la moda
invade i parchi regionali
E
coturismo in crescita costante in Emilia-Romagna.
Questa forma di vacanza sta
uscendo rapidamente dalla
condizione di “nicchia di mercato”
per raggiungere in regione un numero sempre maggiore di vacanzieri,
complice anche la frenata generalizzata del turismo più tradizionale.
Amore e rispetto dell’ambiente: queste leparole d’ordine di questo
nuovo approccio alla
vacanza che ha come
destinazioni “obbligate” i parchi regionali e
nazionali della regione.
Sono sufficienti i numeri del Parco del Delta
del Po, la più grande
area protetta regionale
(53.653 ettari di superficie distribuiti
sulle province di Ferrara e Ravenna)
per capire le potenzialità del fenomeno chiamato ecoturismo: dai 120
mila visitatori del 1999 si è passati ai
627 mila del 2005, con una crescita
complessiva del 423 per cento. E le
principali entrate registrate nel 2005
dal Parco hanno superato gli 813
mila euro, suddivise principalmente
in proventi da attività venatoria,
pesca e turismo.
“La legge quadro 394/91 sulle aree
protette – spiega Monica Palazzini
del servizio Parchi della Regione –
ha portato a una svolta decisiva nella
concezione stessa di parco naturale,
con il passaggio da una visione esclusivamente protezionistica delle “bellezze naturali” a un’altra che unisce
conservazione e sviluppo economico-sociale dei territori. Oggi l’aumento del flusso turistico si deve
soprattutto al fatto che le aree protette vengono vissute come un sistema integrato di funzioni, all’interno
del quale la componente naturale è
una delle esperienze possibili, assieme alla scoperta dei beni storico-
Ma rimangono
difficoltà finanziarie
e gestionali
per cui la Regione
ha stanziato 6 milioni
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architettonici, delle tradizioni locali e
dei prodotti enogastronomici tipici”.
Anche se la domanda è in forte crescita, infatti, occorre segnalare le difficoltà finanziarie dei parchi regionali: appena un anno fa, su 23 aree protette, ben otto non avevano il presidente, sei erano commissariate, e
altre sei non avevano il consiglio
direttivo, mentre quasi tutte erano
senza direttore e soprattutto faticavano a trovare finanziamenti.
Per affrontare questa situazione, nel
triennio 2003/2005 la Regione ha
stanziato risorse per 3,7 milioni di
euro per le spese di gestione annue e
2,3 milioni di euro per le spese di
investimento, ma le cifre non sono
ancora sufficienti per valorizzare un
business in così netta crescita.
Qualcosa si può e si deve fare, e le
parole dell’assessore regionale
all’Ambiente e sviluppo sostenibile
Lino Zanichelli in una recente tavola
rotonda sul tema “Gli elementi di
una politica nazionale per le aree
protette”, indicano una chiara
volontà in questa direzione: “È giunto il momento di rovesciare il metodo che ha caratterizzato l'azione del
passato governo nazionale, che per
cinque anni ha lasciato i Parchi
nazionali delle Foreste Casentinesi
e dell’Appennino Tosco-Emiliano
senza presidente. Vogliamo dare in
tempi rapidi una guida ai parchi con
la partecipazione delle comunità
locali”.
Il bisogno di una politica forte in
grado di valorizzare le aree protette è
Lino Zanichelli, assessore
evidente anche dall’anasotto la soglia dell’uno
regionale Ambiente
lisi dei dati sui flussi
per cento.
turistici dei 13 parchi
Ancora insufficiente
regionali e del parco
È giunto il momento però, il numero di pernazionale, raccolti nel
di rovesciare il
sone che in ogni area
2003 da un’indagine
metodo che ha caratterizprotetta si occupano di
sulle loro potenzialità
zato l'azione del passato
turismo o di attività ad
ecoturistiche realizzata
governo nazionale, che
esse legate: secondo l’indal Servizio regionale. Il
per cinque anni ha lascia- dagine, nei parchi presi
maggior movimento si
to i Parchi nazionali delle
in considerazione lavoregistra come prevedibiForeste Casentinesi e
rano, tra addetti impele nel Parco del Delta
dell'Appennino Toscognati saltuariamente e in
del Po, con arrivi e preEmiliano senza presidenmaniera esclusiva, appesenze che rappresentate. Vogliamo dare in tempi na 208 persone, la magno più di tre quarti del
rapidi una guida ai parchi
gior parte delle quali utimovimento ecoturistico
con la partecipazione delle lizzate per più mansioni.
regionale (rispettivacomunità locali
I Parchi regionali,
mente 1,1 e 8,1 miliocomunque, offrono non
ni). Al secondo posto il
solo turismo ecologico
Parco dei Gessi Boloma anche progetti di
gnesi (arrivi 789.809, presenze 1,7
educazione ambientale. Un ambito
milioni), seguito dal Parco dello
in cui il Parco dei Gessi Bolognesi e
Stirone (151.377 e 637.155), del
Calanchi dell’Abbadessa ha segnato
Taro (231.527 e 491.295) e dal
in questi ultimi anni eccellenti risulParco Nazionale settore romagnolo
tati, con 287 corsi di educazione
(58.872 e 311.589).
ambientale alle scuole nell’anno scoGli altri nove parchi esaminati
lastico 2005-06 e le visite guidate,
mostrano flussi inferiori al 2% del
che nel 2005 hanno visto la partecimovimento complessivo, e tra questi,
pazione di quasi 10 mila visitatori (in
ben sette sono quelli che restano
calo però rispetto agli anni preceden-
“
”
ti).“Dopo una crescita del 40%
all’anno dei corsi di educazione
ambientale – spiega il responsabile
Infea Nicola Zanini – il Parco ha
dovuto limitare le sue offerte per
mancanza di finanziamenti. Nel
2005 abbiamo investito in educazione ambientale e visite guidate intorno ai 110 mila euro, ma ne sono
rientrati non più di 30 mila”
LA STORIA
Lupi e aquile, nuovi amici dell’uomo
Conservare la biodiversità è l’obiettivo dei progetti di protezione in corso
onservazione e sviluppo della biodiversità. È questo uno degli obiettivi più
importanti che le aree protette devono perseguire, attraverso azioni di tutela delle specie e degli habitat minacciati. Sono cosi
molto numerose le iniziative portate avanti
in questi anni dai Parchi emiliano-romagnoli, e altrettanto numerosi gli animali seguiti e
protetti. Due di questi, il lupo e l’aquila,
accomunati da una storia comune (entrambi, sino a qualche decennio addietro, erano
considerati una minaccia per l’uomo, e
lasciati alla mercè di lupai e bracconieri) e da
un fascino capace di stimolare da sempre
l’immaginario collettivo, sono stati protagonisti di due importanti progetti di conservazione.
Nel 2001, i Parchi regionali Alta Val Parma e
Cedra, Alto Appennino Reggiano e Alto
Appennino Modenese hanno avviato
un’iniziativa, finanziata da Life-Natura
C
2000, che aveva l’obiettivo di contribuire
alla conservazione del lupo in un’ottica di
convivenza possibile con l’uomo e di concreta soluzione dei conflitti legati alla presenza del predatore.
Grazie al lavoro coordinato dei Parchi, che
ha comportato la tracciatura di circa 600 km
di piste di lupi, e all’implementazione di altre
tecniche di rilevamento, è stato possibile stimare la consistenza numerica dei lupi (circa
due ogni 100 chilometri quadrati, la composizione e la coesione dei branchi locali (il
numero massimo di lupi rilevati è stato di 6
elementi, ma nel 90% delle tracciature eseguite non sono stati trovati più di tre lupi), la
definizione della dieta, l’individuazione dei
siti di allevamento dei cuccioli e la determinazione del grado di parentela dei
diversi individui della popolazione.
Altrettanto importate è stato lo studio dell’aquila reale nel tratto di Appennino emiliano che ospita il Parco Regionale delle
Valli del Cedra e del Parma (Parco dei
Cento Laghi), il Parco Regionale dell’Alto
Appennino Reggiano e il Parco Regionale
dell’Alto Appennino Modenese.
Attraverso azioni di monitoraggio che
hanno comportato l’individuazione dei
nidi, il controllo da punti fissi e quello da un
preciso reticolo di itinerari, è stato possibile
valutare l’uso e le preferenze della specie
per quanto riguarda le aree di caccia o le
altre attività.
Nel periodo tra dicembre 2003 e gennaio
2005 sono state 1382 le ore di osservazioni sistematiche, durante le quali l’aquila è
stata tenuta sotto contatto visivo per
oltre 43 ore. Le coppie di aquila individuate sono state tre, con altrettanti siti
di nidificazione
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LIBRI
Strategie di leadership
in un mondo che cambia
di Benedetta Boldrin
Il libro di Allari sulle sfide della Cna regionale
alla ricerca di nuova identità
Giorgio Allari
segretario della Cna
di Reggio Emilia
S
trategie d’azione per un dirigente associativo alle prese con
un mondo che cambia. Per non
restare indietro, ma anche per
inserirsi nelle trasformazioni sfruttandone i vantaggi.
Ogni leader d’azienda o di un’associazione imprenditoriale deve fare i
conti con il mondo in cui opera. Non
solo quello interno, della struttura
che ha il compito di gestire, ma anche
quello generale, della situazione economica, sociale e politico-istituzionale in cui si inserisce. E in questi anni,
in cui la velocità dei cambiamenti si
percepisce quasi ogni giorno, occorre
saper cogliere tempestivamente nuovi
problemi e necessità e saper modulare l’azione sulla base di questi fattori.
Degli interrogativi che un’associazione di categoria, così come un’azienda, si pone di fronte a un contesto in trasformazione, si è occupato
Giorgio Allari nel suo ultimo libro,
appena uscito, dal titolo “Nuovi
modi di rappresentare. La Cna
Emilia-Romagna alla ricerca di una
nuova identità”. Un testo (edito da
Guerini e Associati), con la presentazione di Quinto Galassi e la postfazione di Francesco Varanini, che propone un’approfondita analisi e una
riflessione sulla nuova identità,
appunto, assunta dalla Cna regionale
alla luce dei mutamenti avvenuti,
negli ultimi quattro anni nel sistema
di imprese e nella base associativa. E
Giorgio Allari, che ora è segretario
della Cna di Reggio Emilia e che dal
1994 fino al 2005 ha guidato la
Confederazione dell’artigianato e
della piccola e media impresa come
segretario regionale, può guardare
questo tema da un punto di vista privilegiato.
Attraverso un vasto repertorio di
documenti e analisi economiche
che hanno contraddistinto gli
anni dal 2001 al 2005, il libro
traccia un quadro d’insieme
della nuova strategia dell’associazione artigiana. Che si basa su innovativi modi di fare rappresentanza per
far nascere nei soci un nuovo senso di
identità e di appartenenza, verso un
progetto generale di sviluppo, potenziando così il ruolo dell’associazione nel mondo dell’associazionismo
generale d’impresa.
Allari nel libro racconta la vita della
federazione regionale degli artigiani
emiliano-romagnoli: episodi e aneddoti autobiografici, insieme a dati e
documenti, forniscono al lettore un
quadro dei cambiamenti. La fotografia di ciò che è accaduto, ma anche di
ciò che accadrà. In particolare, Allari
propone una riflessione su temi
quali l’orientamento all’innovazione, il passaggio
dalla strategia alla
pratica, la costruzione di modelli
organizzativi adeguati e di infrastrutture
tecnologiche coerenti. Ambiti all’interno
dei quali bisogna
agire con determinazione, per essere in
linea con il nuovo
sistema competitivo italiano, con la
struttura industriale e con le caratteristiche necessarie a garantirsi un ruolo
importante nel futuro.
Un prezioso manuale di leadership,
dunque, utile a chi si trova a dirigere
un’associazione, un’istituzione pubblica, un’impresa
Documenti e analisi
economiche
sui mutamenti
di base associativa
e sistema di imprese
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SPECIALE
Inserto pubbliredazionale
Energia e ambiente
risorse per lo sviluppo
Come coniugare forniture energetiche e sostenibilità ambientale? E ancora, come garantire
qualità del servizio e prezzi competitivi per i clienti finali del mondo privato e aziendale?
Un agguerrito drappello di imprese del settore è pronto alla sfida, proponendo tecnologie
innovative e soluzioni mirate alle esigenze in evoluzione della clientela emiliano-romagnola
I
l fabbisogno energetico è in costante crescita, mentre le fonti tradizionali si impoveriscono. Dove cercare e trovare i watt mancanti? Quali possono essere le alternative più
interessanti alla dipendenza dal petrolio per
produrre energia? Sono domande a cui occorre dare presto risposta soprattutto in Italia,
paese caratterizzato da alto fabbisogno energetico, ma anche da insufficienti materie
Marvel, manager energetici
per migliorare la vivibilità
A
ssicurare condizioni ottimali di vivibilità a chi lavora in ambienti industriali è per le aziende un obiettivo per conseguire il
migliore rendimento delle risorse umane.
Al di là delle caratteristiche dei locali e dei processi produttivi, un fattore determinante è quello della temperatura e dell’igrometria nelle
zone di lavorazione, specie in condizioni climatiche estreme come
freddo intenso e caldo torrido.
Per risolvere il problema si ricorre nella stagione invernale, ad impianti termici per riscaldare correttamente gli ambienti. Tuttavia per il fenomeno naturale della convezione, il calore tende a stratificare nella
parte alta dei locali dove la temperatura raggiunge valori superiori.
L’uso del sistema di destratificazione consente una riduzione del gradiente termico fra zona operativa di lavoro e parte alta dei locali, con
conseguente risparmio nei costi di riscaldamento.
Una soluzione ideale arriva da Marvel, azienda parmense che, anche
sulla base di positive esperienze sperimentate, opera con la competenza e l’efficacia che le derivano da oltre 15 anni di specializzazione
nel trattamento dell’aria e nell’assicurare risparmio energetico e vivibilità ambientale.“L’esperienza nelle più svariate problematiche è assicurata dall’installazione di numerosi impianti realizzati in vari settori produttivi di tutto il nord Italia. – spiega Carlo Bottiglieri, fondatore e presidente della Marvel - Sono gli stessi risultati ottenuti da chi ha operato questa scelta che parlano: sono risparmi consistenti nelle spese di
riscaldamento, valutate dagli utilizzatori nel 25-30%, con limitati
periodi di ammortamento.”
Negli ultimi anni si è manifestata la necessità di migliorare, nel periodo estivo, la vivibilità ambientale, con una corretta e naturale ventilazione e la corrispondente riduzione dell’umidità relativa nelle zone
prime. Si moltiplicano le proposte per trovare
fonti alternative e dare una risposta adeguata
al contemporaneo problema della tutela
ambientale, messa a rischio dall’aumento del
riscaldamento globale e dai limiti imposti dal
protocollo di Kyoto alle emissioni in atmosfera. Ecco alcuni casi di aziende che operano, a
vario titolo, nel settore dell’energia e studiano
soluzioni nuove.
operative dei locali. “I risultati ottenuti sono molto soddisfacenti –
aggiunge Bottiglieri - e sono stati conseguiti con investimenti economici contenuti per la spesa di impianto e per quella di esercizio.”
Quali nuovi campi sta sperimentando Marvel?
“Il miglioramento ambientale con l’abbattimento delle polveri di varia
natura in sospensione nell’aria è risultato già conseguito. Da alcuni
mesi, inoltre, è in corso di studio e avanzata sperimentazione (e di
attenzione dell’Università di Parma), un sistema, particolarmente
adatto ad ambienti industriali ad elevata concentrazione di polveri
generate dai cicli di produzione, che ne permette l’abbattimento,
attraverso il lavaggio in acqua, migliorando drasticamente la qualità
dell’aria.”
Marvel mette a disposizione delle aziende interessate studi personalizzati per
la soluzione dei singoli problemi, in relazione alla tipologia ed alle caratteristiche dei locali da trattare
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SPECIALE ENERGIA
Inserto pubbliredazionale
Sinergas, energia
a misura di cliente
U
na lunga storia verso il futuro. E’ quella di Sinergas Srl, azienda
che nel 2005 ha raggiunto un fatturato di 82 milioni di euro.
Ogni anno consegna ai propri 93.0000 clienti gas metano per
260 milioni di metri cubi ed energia elettrica per 120 milioni di
kilowatt/ora. Il capitale sociale ammonta a 1.297.000 euro. Il suo azionariato è composto da AIMAG Mirandola, Banca Popolare dell'EmiliaRomagna (tramite Em.Ro Popolare), SoSel Srl, Modena e Consorzio
Grandi Impianti di Modena.
“Sinergas si fonda su una grande tradizione –dice il presidente Lauro
Coronati-Nata nel 1989 in forma di consorzio, dal 1997 ha subìto
profonde trasformazioni della struttura, culminate nel 2002 nell’acquisizione del ramo aziendale della vendita del gas dalla società controllante AIMAG. Dal 2004 è sul mercato come fornitore integrato di gas
metano ed energia elettrica per le
imprese ed il commercio. E’ presente soprattutto in EmiliaRomagna, Lombardia e Veneto.”
In quali aree di intervento?
“Sinergas si propone come partner per la fornitura di energia in
modo integrato: gas ed energia
elettrica da unico fornitore. I vantaggi per i clienti sono numerosi: oltre ad una consistente semplificazione amministrativa, si definisce un rapporto immediato con un partner capace di consigliare le tariffe più convenienti e di affiancare l’impresa sulla gestione degli aspetti fiscali, con personale qualificato.
Inoltre, per la possibilità di accedere a sconti vantaggiosi, e la fatturazione unica e “personalizzata”, Sinergas è interlocutore ideale per un
intelligente approccio al mercato dell’energia.”
Come si pone Sinergas verso la produzione di energia da fonti rinnovabili?
“La partnership può essere ancora più interessante: Sinergas Srl, in
stretta collaborazione con Sinergas Impianti, progetta, realizza e finanzia impianti per la produzione di energia alternativa, utilizzando tecnologie d’avanguardia mediante l’impiego di biogas e biomasse, fotovoltaico, cogenerazione e teleriscaldamento.”
Qual è la strategia complessiva di Sinergas?
“La visione d’impresa si basa sulla convinzione che dimensione relativamente contenuta, storicità, vicinanza, capacità di ascolto e soluzione dei problemi del cliente siano elementi fondamentali e premianti.
Un punto di forza è il far parte di un gruppo, Aimag che è un insieme
integrato di aziende. Attraverso un’ efficiente rete societaria costruita
nel tempo, all’esperienza ed al know-how maturato Aimag ha tradotto questo in una gamma ampia di servizi studiati per le imprese, gli enti
locali e le aziende di pubblica utilità nel settore energetico, idrico ed
ambientale.”
Abaco, energia pulita per aziende e famiglie
A
nche in Italia è partito il conto energia per il solare fotovoltaico. L’avvio
delle procedure di inoltro al gestore
della rete nazionale (GRTN) delle domande
di riconoscimento delle tariffe incentivanti
(appunto il conto energia) rappresenta l’avvio di un criterio che valorizza il kwh fotovoltaico ceduto alla rete o utilizzato per
autoconsumo. Gli impianti che possono
ottenere le tariffe incentivanti sono distinti
secondo tre differenti taglie di potenza. Con
le tariffe incentivanti, gli impianti di generazione fotovoltaici consentono una buona
redditività economica (superiore all’8%) e
tempi di ritorno inferiori ai 10 anni. Gli
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LUG–AGO 2006
incentivi, riconosciuti per 20 anni, si differenziano a seconda della taglia dell’impianto. Abaco Energia Pulita, società di
Pievesestina di Cesena, è a disposizione di
chi intende inoltrare domanda sul conto
energia per predisporre la progettazione
preliminare, l’analisi economica e tutta la
documentazione necessaria per l’inoltro
della domanda al Grtn. “Tutto questo senza
alcun costo – sottolinea l’ingegner Riccardo
Tenti - Abaco Energia Pulita è una società
specializzata nella progettazione, realizzazione e gestione di impianti per la generazione d’energia da fonti rinnovabili. Da oltre
10 anni si distingue sul mercato per l’alta
qualità e per l’attenzione alle esigenze dei
clienti.”
Con quali prodotti si propone Abaco?
“Installa e gestisce per conto dei clienti e
quindi di aziende e famiglie impianti fotovoltaici, eolici, solari – termici, microturbine
ad acqua, centrali di cogenerazione. Tutto
con ampia possibilità di scelta per il cliente
grazie al miglioramento continuo delle
nostre proposte. Abaco è attenta all’evoluzione delle tecnologie disponibili. Punta
sulla ricerca, aggiornando costantemente la
gamma dei suoi prodotti, in linea con le crescenti esigenze di sviluppo sostenibile.”
Abaco energia pulita srl
Via Kuliscioff 171 – 47020 Pievesestina (Cesena)
Telefono 0547 415787 – Fax 0547 415072
email: [email protected]
Pubb
SPECIALE ENERGIA
Cpl Concordia, esperienza
e innovazione energetica
I
l bilancio 2005 del gruppo cooperativo modenese, operante nell’energia, registra utili e fatturato in crescita, con un patrimonio
netto ad oltre 80 milioni di euro. Le nuove sfide del gruppo nell’intervista al presidente Roberto Casari e al nuovo vicepresidente
Mario Guarnieri
Presidente Casari, quali sono i numeri del bilancio 2005 per la
vostra azienda?
CPL Concordia Group ha presentato all’assemblea dei soci un bilancio 2005 nel quale portiamo a consuntivo un utile netto consolidato di 5,6 milioni di euro, cui vanno sommati 3,7 milioni di tasse
pagate, tanto per smentire chi pensa che noi cooperative siamo
esenti. L’attività del Gruppo CPL ha migliorato tutti gli indici principali, evidenziando un mol a 16,2 milioni (6,70%) e un risultato operativo a 5,56 milioni (2,30%), in netto miglioramento rispetto al
2004. Il valore della produzione nel 2005 ha sfiorato quota 242
milioni di euro, mentre l’indebitamento del gruppo si è ridotto dai
circa 130 milioni del 2004 agli 80 milioni del 2005. Ciò ha consentito un rilancio degli investimenti, grazie anche alla fiducia degli investitori testimoniata dal finanziamento di 33 milioni di euro perfezionato con un pool di sei istituti di credito guidato dal gruppo
Unicredit.
Come si posiziona il Gruppo CPL nel panorama energetico italiano
e quali sono i vostri punti di forza?
CPL Concordia si sta affermando come leader riconosciuto nella
gestione dei servizi gas, acqua, gestione calore, cogenerazione.
Guardiamo al futuro con un patrimonio di oltre 130 Comuni di cui
gestiamo le reti gas in concessione. Anche grazie alle ultime acquisizioni di 11 Comuni in Calabria e Campania, abbiamo superato quota
44.000 utenti gas, sui 190.000 potenziali, in un ambito strategico
come l’energia nel quale proponiamo esperienza ed innovazione
tecnologica nei software di gestione utenti, nell’odorizzazione gas,
nella building automation.
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C’è un’opera o un’attività che meglio vi rappresenta?
L’opera è il Project financing da oltre 18 milioni di euro per la metanizzazione di Ischia, la prima isola dopo la Sicilia a ricevere il combustibile attualmente più ecologico. Abbiamo progettato, stiamo
costruendo e gestiremo 14 chilometri di condotta marina e oltre 45
di condotte urbane, rispettando pienamente l’ambiente e promuovendo le opportunità commerciali e turistiche del territorio ischitano.
L’attività è la Gestione Calore, nelle modalità di Global Service o
Servizio Energia, che CPL esercita a Roma in oltre 800 immobili
dell’ATER, nell’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano, nelle
Amministrazioni Provinciali (Modena, Mantova, Asti, Pesaro) e in
importanti contesti sanitari, fra cui cito l’intera sanità ligure (414
milioni di euro per 10 anni) e la Ausl 5 di Pisa, un contratto da 12,5
milioni di euro.
Qual è il vostro impegno per il risparmio energetico?
Si incentra nella scelta di attività che riducano le emissioni e migliorino l’efficienza energetica: parliamo del teleriscaldamento, nel
quale dopo gli Aeroporti di Malpensa e di Linate, CPL si è aggiudicata la manutenzione e costruzione reti per oltre 16 milioni di euro
nelle città di Parma e Mantova. E poi di pubblica illuminazione, dove
abbiamo introdotto nuovi dispositivi ad alta efficienza nei 10
Comuni gestiti in Italia (con migliaia di punti luce), a cui si sono
aggiunti di recente Isernia e Pescara. Infine di cogenerazione, con
oltre 5000 impianti attivi in Italia, e vari record di durata riconosciuti (ad esempio il Prosciuttificio Pio Tosini di Langhirano).
Mario Guarnieri, 38 anni, laurea in Economia, è stato designato dal
CdA alla vicepresidenza. Come ci si prepara a dirigere un’azienda
con 107 anni di vita e 980 dipendenti?
Sono subentrato a Severo Barotto, che da 23 anni ricopriva questo
ruolo e che rimarrà come direttore del personale e consigliere delegato. Credo che la mia designazione sia nell’ottica del ricambio
generazionale, un punto cruciale per lo sviluppo della cooperativa
insieme alla riorganizzazione aziendale. Anche il piano triennale che
ci prepariamo ad affrontare è impegnativo, in quanto si prevede di
consolidare l’azienda intorno al suo core business con l’obiettivo di
migliorare tutti gli indici economico-patrimoniali e finanziari. Il fatto
che io sia attualmente responsabile del controllo di gestione ha favorito questa decisione di cui ringrazio i rappresentanti dei 400 soci che
sento come miei “datori di fiducia” oltre che colleghi.
SPECIALE AZIENDE
Inserto pubbliredazionale
Specialisti in team
per la qualità aziendale
I
l mondo in cui opera un’impresa è sempre più complesso. Se da un
lato deve riuscire a rimanere competitiva in un mercato aperto, ma
per questo ricco di insidie, dall’altro si trova a dover gestire al proprio interno una serie di normative nate per garantire gli adempimenti legati alla sicurezza sui luoghi di lavoro, ma anche per portarla
a maturare un “percorso qualità” utile ad ottimizzare i processi organizzativi.
Dinamiche non facili da affrontare eppure indifferibili, in cui è fondamentale affidarsi a chi professionalmente sa gestire questi aspetti.
Sulla base di un’esperienza quasi trentennale e di una continua crescita che l’ha portata ad essere leader, NIER Ingegneria, opera nel
campo delle analisi di rischio, sicurezza e prevenzione.
Dall’originaria attività nel settore nucleare (tuttora
in essere), la società bolognese, che ha uffici
anche nella vicina Castelmaggiore e a Milano, ha
ampliato l’operatività alle industrie a rischio di incidente rilevante e a tutto il “variegato mondo”
della legge 626/94. Questa normativa prescrive il
“miglioramento continuo della sicurezza e della
salute dei lavoratori”, tramite una costante opera
di valutazione dei rischi ed attuazione di misure di
prevenzione e protezione.
La legge opera il passaggio da dimensione della
sicurezza incentrata sulle macchine e impianti e sul
rispetto di requisiti minimi di vivibilità degli
ambienti di lavoro, ad una che si fonda sulla
responsabilizzazione della direzione aziendale e la
maturazione culturale dei lavoratori. E’ un’innovativa filosofia di fondo che vuole condurre l’impresa da un rispetto formale degli adempimenti previsti dalle normative vigenti alla implementazione
di un Sistema di Gestione della Sicurezza in grado
di realizzare progressi significativi (e misurabili) in
termini di riduzione degli infortuni di personale
interno e di terzisti, di miglioramento delle condizioni di lavoro, di diminuzione di conflittualità con
organi di controllo. Il passaggio raramente però è
stato compiuto nei fatti, nonostante le aziende si
siano comunque sobbarcate l’onere di redigere
piani di sicurezza, di organizzare corsi di formazione, di addestrare parte del personale a interventi
antincendio e di Pronto Soccorso.
NIER Ingegneria è il partner ideale per le aziende
nel curare queste problematiche che richiedono
grande attenzione e precisione.
“La nostra società propone una serie di soluzioni
“chiavi in mano” per gestire questi aspetti – dice
l’ingegner Giovanni Zappellini, responsabile del
settore affidabilità e rischio - I servizi comprendo-
no la fornitura, a seguito di opportuna progettazione, di elaborati e
documentazione tecnica e l’assistenza al cliente per le diverse applicazioni operative comprese attività di formazione.”
NIER Ingegneria propone assistenza diretta nell’ espletamento di tutti
gli adempimenti previsti dalle normative relative alla sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, ma anche soluzioni ad hoc nel settore dei cantieri temporanei o mobili coinvolto in questi aspetti innovativi con
l’entrata in vigore del D.Lgs. 494/96 che recepisce la cosiddetta
Direttiva Cantieri 92/57/CEE, legge di vastissima portata che prevede, già in fase di progettazione, l’adozione di misure rivolte alla sicurezza ed alla salute dei lavoratori.
LUG-AGO 2006
49
SPECIALE AZIENDE
Inserto pubbliredazionale
“NIER Ingegneria opera nel settore avvalendosi di figure professionali
specializzate – aggiunge l’ingegner Giuseppe Cavallone, responsabile sicurezza - garantendo l’adeguato supporto alle realtà specifiche e
fornendo consulenza e servizi in merito all’elaborazione del piano di
sicurezza e coordinamento, che richiede la perfetta conoscenza dell’opera e del progetto che si andrà a realizzare, le lavorazioni da eseguire, la conoscenza e l’applicazione della normativa e soprattutto l’
analisi dei rischi ovvero l' individuazione di "tutti" i pericoli connessi
alle lavorazioni, i rischi e le misure necessarie e possibili per l'eliminazione e la riduzione delle loro conseguenze. Si collegano a questo la
stesura di un documento di valutazione dei rischi e programmi di
sicurezza per le imprese, indagini fonometriche, ambientali, analisi di
rispondenza alla normativa vigente delle macchine di cantiere e corsi
di formazione ed informazione per tutte le maestranze coinvolte.”
L’analisi strumentale della salubrità e del comfort degli ambienti costituisce naturale completamento ed integrazione alla valutazione globale dei rischi per i lavoratori.
La società bolognese può intervenire con un team esperto per la progettazione ed esecuzione di analisi strumentali, per la valutazione
dell’ esposizione ad agenti fisici, chimici, microbiologici.
Nel campo dei trasporti, NIER Ingegneria ha maturato importanti
esperienze con amministrazioni locali e aziende che hanno condotto
a rilevanti risultati sia in termini di strumenti informatici per la simulazione e la valutazione, sia di approfondimento di problematiche connesse alla pianificazione di reti di trasporto pubblico e privato.
“NIER Ingegneria è in grado di offrire competenze relative a modellistica per la simulazione o l’ottimizzazione di fenomeni di traffico e
mobilità e pianificazione dei trasporti - precisa il dottor Giuseppe
Fangiamone - Fornisce strumenti software per la pianificazione e per
la valutazione degli impatti economici ed ambientali di ipotesi di pianificazione alternative. Progetta inoltre politiche tariffarie zonali per il
trasporto pubblico e servizi di trasporto pubblico integrati.”
NIER Ingegneria rappresenta una vera e propria squadra di consulenti
altamente specializzati e di provata professionalità, in grado di risolvere le diverse problematiche in altri settori strategici per l’attività
aziendale, a cominciare dall’ambiente e dalla qualità.
“Forniamo assistenza ad aziende ed enti per la miglior gestione delle
implicazioni ambientali delle proprie attività, prodotti e servizi. –
sostiene l’ingegner Roberto Colzani, responsabile del settore ambiente e qualità– Disponiamo delle competenze utili a realizzare un
Sistema di Gestione ambientale certificato che costituisce un vantaggio competitivo per le imprese e lo strumento più efficace per il con50
LUG-AGO 2006
trollo della conformità alle leggi e delle prestazioni ambientali. A questo fine, mettiamo a disposizione check-up aziendali, studi di fattibilità, progettazione di sistemi qualità conformi alla normativa della
serie UNI EN ISO 9000, assistenza alla redazione di Manuali
Qualità.”
Un'altra competenza di lunga esperienza per NIER Ingegneria è nel
campo della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)
che, mira ad introdurre, nella prassi tecnica ed amministrativa ed in
una fase precoce della progettazione, una valutazione sistematica
degli effetti prodotti da determinate tipologie di opere pubbliche e
private sull'ambiente, con l’obiettivo di raggiungere un elevato grado
di sostenibilità. “La nostra struttura redige lo Studio di Impatto
Ambientale (SIA) e assiste il proponente nell’iter procedurale della
VIA - prosegue Colzani - avvalendosi di professionisti esperti per le
singole componenti ambientali (atmosfera, acqua, suolo e sottosuolo, vegetazione-flora-fauna, ecosistemi, rumore e vibrazioni, radiazioni ionizzanti e non-ionizzanti, paesaggio, salute pubblica) e di
appropriate metodologie di valutazione e modelli matematici.”
Nel settore affidabilità e rischio, NIER Ingegneria svolge tutte le attività legate agli adempimenti previsti dal d.lgs. 334/99 (seveso 2) ma
anche analisi affidabilistiche e di conformità CE.
Realizza quindi studi affidabilistici oltre che su impianti industriali
anche su sistemi automatici di comando/controllo oppure su singole
apparecchiature elettroniche attraverso analisi di affidabilità e sicurezza di impianti e sistemi di controllo.
Lo studio professionale bolognese rimane però attivo anche nella
progettazione e impiantistica e nella direzione dei lavori in vari altri
come l’edilizia civile e sociale, di tipo sanitario e scolastico.
“Per ognuna delle attività – conclude Cavallone- possiamo offrire il
“pacchetto progettuale”, dal livello preliminare a quello esecutivo,
completo non solo nella parte architettonica, ma anche nella parte di
impianti tecnologici, elettrici e speciali di rilevazione incendi, di sicurezza, nella parte strutturale anche antisismica ove necessario.”
>>
di Maddalena Vicchi
AZIENDE
Sotto,
Paolo Bruni
presidente
del Cso
Promozione, statistica e logistica i servizi del Cso al settore nazionale
Ortofrutta, fare Centro
sulla competitività
Q
uello ortofrutticolo è un
comparto strategico non
solo per l’agricoltura ma
per tutta l’economia
dell’Emilia-Romagna, in
grado di produrre ricchezza e occupazione per migliaia di persone.
E proprio con l’obiettivo della valorizzazione di risorse, aziende e competitività del settore, è nato il
Centro servizi ortofrutticoli (Cso):
con sede a Ferrara produce servizi e
assistenza nelle aree della promozione, statistica e logistica.
Fondato nel 1998, oggi conta 46
associati rappresentativi delle più
importanti realtà produttive frutticole nazionali, sei dei quali, provenienti dalla nostra regione oltre che
da Veneto e Campania, si sono
aggiunti nel corso del solo 2006.
Con un fatturato complessivo
espresso dall’insieme dei soci che
supera ogni anno il miliardo e 200
milioni di euro, il Centro è presieduto da Paolo Bruni, attualmente
al suo terzo mandato. Nato a
Portomaggiore, in provincia di
Ferrara, Bruni si è occupato fin da
giovane dell’azienda agricola di
famiglia e a soli 21 anni è divenuto
presidente di Deltafrutta. E poi via
via gli altri incarici di rilievo: presidente nazionale di Fedagri,
(Federazione delle cooperative
agricole e agroalimentari), di Apo
Conerpo e vice presidente di
Conserve Italia, limitandosi a citare alcuni dei ruoli che ricopre solo
in Italia.
“La presidenza di Cso
– spiega Bruni – mi offre
l’opportunità di concretizzare quella visione di
“sistema” che da sempre sostengo per la
nostra
agricoltura.
Fare sistema oggi a
mio parere rappresenta un imperativo dal
momento che ci troviamo di fronte a sfide
sempre più ardue e difficili. Le ultime due
annate di crisi del settore ortofrutta, soprattutto per il prodotto estivo, ci
hanno dato il segno delle difficoltà
che ci sono e ci hanno chiaramente
indicato la necessità di creare le
Fondata nel 1998,
la struttura ferrarese
ha 46 imprese socie
che fatturano
1,2 miliardi l’anno
LUG-AGO 2006
51
AZIENDE
giuste sinergie. Ritengo quindi che
il Cso, come tavolo comune dell’ortofrutta italiana, sia uno strumento realmente importante”.
Il Centro servizi ortofrutticoli è
una realtà a dimensione nazionale,
ma è nata ed è stata fortemente
voluta dal sistema produttivo emiliano-romagnolo.
Al suo interno, infatti, come soci
fondatori si annoverano i principali operatori regionali sia cooperativi sia privati.
Fin dalla sua nascita il Cso, ha
sempre operato con la filosofia di
fornire servizi alle imprese associate, sviluppandosi su tre aree di servizio che comprendono una sezione statistica e osservatorio di mercato, una sezione logistica e una di
valorizzazione. Da questa ripartizione, nel corso degli otto anni di
vita, si sono sviluppati progetti e
iniziative che rappresentano oggi
un modello anche a livello nazionale. È il caso di CPR System, la
cooperativa nata dalla sezione
logistica di Cso, per promuovere
l’utilizzo di imballaggi in plastica a
sponde abbattibili e riciclabili.
LA CAMPAGNA
Le nuove iniziative del Centro a sostegno del settore
La frutta? “Un gioco da ragazzi”
cofinaziato dall’Unione Europea
U
n nuovo progetto europeo del Cso
per la promozione ha ottenuto il via
libera al finanziamento.
Si chiama “La frutta un gioco da ragazzi”, e potrà contare su un sostegno di
quattro milioni di euro, cofinaziato dagli
associati dell’Emilia-Romagna. Il progetto prevede la realizzazione di un piano
di comunicazione e promozione triennale sulla frutta – in particolare pesche e
nettarine, pere e kiwi – in Germania,
Inghilterra, Austria, Polonia e Svezia. Il
piano è rivolto a bambini e adolescenti e
si pone l’obiettivo di favorire i consumi di
frutta in alternativa a snack e merendine.
Un’ottima iniziativa poiché unisce l’educazione al mangiar sano alla promozione
dei prodotti della nostra terra che non
sempre, in altri Paesi d’Europa, i consumatori conoscono.
Intanto, ancora per la promozione del
kiwi, è partita a febbraio un’iniziativa di
promozione e comunicazione su questo
frutto sia per il mercato tedesco sia per
quello italiano. Si tratta di un’azione
messa a punto da Cso con il sostegno
della Regione Emilia-Romagna e volta a
favorire le conoscenze dei requisiti del
prodotto e il suo utilizzo.
Con il logo “La salute è frutta” i produttori dell’Emilia-Romagna hanno “firmato” i kiwi indirizzati al mercato tedesco
inserendo nelle confezioni pieghevoli
informativi di sicuro appeal per il consu-
52
LUG-AGO 2006
matore. L’iniziativa nasce dalla necessità
di rafforzare con progetti di comunicazione-divulgazione la conoscenza dei
valori positivi associati al consumo di
frutta in Europa. Nell’ambito inoltre di
una logica di valorizzazione delle produzioni stagionali emiliano-romagnole si
focalizza l’attenzione sul kiwi che rappresenta uno dei prodotti strategici dell’offerta regionale.
L’Emilia-Romagna, infatti, è una delle
regioni leader in Italia per la produzione
di questo importante frutto invernale
che viene coltivato con tecniche di produzione integrata
Oggi CPR System vanta un fatturato di 25 milioni di euro e rappresenta un modello importante a
livello nazionale. Sul fronte della
valorizzazione, Cso è titolare dei
progetti di promozione annuale
sulla pesca di Romagna e sulla
pera dell’Emilia Romagna, due
prodotti che hanno ottenuto per
primi già dal 1998 il riconoscimento europeo d’origine territoriale (Igp) insieme all’arancia rossa
di Sicilia. Pesca e pera regionali
Igp, grazie al sostegno della
Regione Emila-Romagna e dei
produttori associati hanno raggiunto una buona notorietà e sono
identificabili nei punti vendita e
sono stati i primi prodotti a indicazione geografica protetta in
Italia a essere oggetto di campagne
pubblicitarie sulla stampa femminile e famigliare, e sulla televisione
nazionale, sia in italia sia all’estero
(si veda box). Nel settore statistico, poi, Cso offre servizi di monitoraggio, previsione di produzione
e rilevamento dei prezzi, che rappresentano nel loro insieme uno
strumento strategico di conoscenza per far fronte alle sfide di mercato.
Guardando al recente passato, in
particolare per quanto riguarda l’area della valorizzazione del prodotto, il Centro ha realizzato e coordinato importanti progetti nazionali e
internazionali tra cui quelli rivolti a
pesche e nettarine di Romagna e
pera dell’Emilia Romagna
FLASH EUROPA
Notizie
dall’Unione europea
story_page/057-9077-163-06-24-90920060615STO09076-2006-12-062006/default_it.htm )
SETTIMO PROGRAMMA QUADRO
COMUNITARIO DI RICERCA
LA COMMISSIONE PROCEDE
NEI CONFRONTI DELL’ITALIA
PER VIOLAZIONI
DELLA LEGISLAZIONE AMBIENTALE
Con il prossimo Programma quadro, l'UE
spenderà per la ricerca una quota maggiore del suo bilancio. Il Parlamento ha
approvato un importo di circa 50 miliardi
di euro per il periodo 2007-2013, che corrisponde a un raddoppio della spesa
annuale rispetto al precedente Programma. L'Aula ha adottato la relazione di
Jerzy Buzek (PPE/DE, PL) sulla proposta di
decisione relativa al Settimo programma
quadro di attività comunitarie di ricerca,
sviluppo tecnologico e dimostrazione per
il periodo 2007-2013. Alla luce dell'accordo raggiunto con il Consiglio, il
Parlamento ha allineato la dotazione del
Programma alle nuove prospettive finanziarie che coprono lo stesso periodo.
Il programma quadro si articolerà in quattro programmi specifici:
• il programma Cooperazione, che promuoverà la collaborazione tra l’industria e la ricerca accademica in tutta
Europa per conseguire la leadership nei
settori chiave della tecnologia. E' suddiviso nei seguenti temi prioritari: Salute,
Prodotti alimentari, agricoltura e biotecnologie; Tecnologie dell'informazione e della comunicazione; Nanoscienze
e nanotecnologie; Energia, Ambiente,
Trasporti, Scienze socioeconomiche,
Sicurezza e spazio;
• il programma Idee, da realizzare sotto la
guida del Consiglio europeo per la
ricerca, che sosterrà la ricerca di frontiera tenendo conto unicamente del criterio dell’eccellenza scientifica;
• il programma Persone, che offrirà un
sostegno significativo alla mobilità e
allo sviluppo di carriera dei ricercatori
sia in Europa sia su scala mondiale;
• il programma Capacità, destinato a
contribuire allo sviluppo delle capacità
di cui l’Europa ha bisogno per essere
un’economia fondata sulla conoscenza,
e che per la prima volta sosterrà infrastrutture di ricerca su larga scala a livello europeo. Tale programma è così suddiviso: Infrastrutture di ricerca; Ricerca a
favore delle PMI, Regioni della conoscenza; Potenziale di ricerca, Scienza e
società; Attività di cooperazione internazionale.
(Rif.: www.europarl.europa.eu/news/public/
La Commissione europea ha deciso di
procedere nei confronti dell'Italia per
quattro infrazioni della normativa comunitaria riguardante la tutela della salute
umana e dell'ambiente. In tre casi l’addebito contestato riguarda la mancata
conformità alla direttiva comunitaria del
1999, relativa alle discariche di rifiuti, che
stabilisce le norme applicabili alle discariche nell’intento di tutelare la salute
umana e l'ambiente. La denuncia della
Commissione riguarda il fatto che, mentre
la direttiva definisce le discariche esistenti
come quelle in attività il 16 luglio 2001 o
prima di questa data, la legislazione italiana sposta questo termine al 27 marzo
2003. Ciò significa che le discariche italiane autorizzate tra queste due date non
sono state obbligate a rispettare le norme
più rigorose previste dalla direttiva per le
discariche nuove, come avrebbe dovuto
essere. Al contrario, queste avranno
tempo fino al luglio 2009 per soddisfare le
disposizioni applicabili alle discariche esistenti.
Nel quarto caso, invece, le autorità italiane non hanno preso in esame la necessità
di realizzare valutazioni d'impatto
ambientale per due nuovi tratti stradali a
Milano. In due casi la Commissione intende deferire l'Italia alla Corte di giustizia
europea, mentre negli altri due è in procinto di inviare un parere motivato
(seconda fase del procedimento di infrazione) per informare l’Italia che, se il problema delle infrazioni non verrà risolto al
più presto, sarà adita la Corte di giustizia.
(Rif.: banca dati Scad plus, IP/06/908)
Bandi di gara
e appuntamenti
PROGRAMMA COMUNITARIO
ASIA –INVEST: INVITO
A PRESENTARE PROPOSTE
Sul sito di EuropAid è stato pubblicato
l'invito a presentare proposte a valere sul
programma Asia-invest, programma di
sostegno alla collaborazione commerciale
tra Europa e Asia, e in particolare all’in-
ternazionalizzazione delle piccole e medie
imprese (PMI) europee ed asiatiche. Il
bando finanzia le seguenti attività:
• organizzazione di incontri tra imprese
europee e asiatiche
• sviluppo delle competenze
Il programma si rivolge ai seguenti soggetti: persone giuridiche senza fini di
lucro che operano quali intermediari
d'affari, ovvero organismi del settore
pubblico e privato rappresentanti di
PMI, operanti per la promozione del
commercio e degli investimenti fra
Europa e Asia e in particolare: camere di
commercio, dipartimenti governativi,
associazioni industriali e professionali
settoriali, federazioni dei datori di lavoro
e agenzie locali che operano per la promozione del commercio e degli investimenti, ONG, dipartimenti universitari e
agenzie settoriali che operano a favore
delle PMI.
I paesi asiatici ammissbili sono: Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Cambogia,
Cina, India, Indonesia, Laos, Malesia,
Maldive, Mongolia, Nepal, Corea del
Nord, Pakistan, Filippine, Sri Lanka,
Tailandia, Vietnam.
I termini per la presentazione delle
domande sono i seguenti:
06/10/2006 ore 16.00 di Bruxelles
09/03/2007 ore 16.00 di Bruxelles
Le istanze dovranno essere presentate al
seguente indirizzo: Commissione europea - Ufficio di cooperazione EuropeAid,
Directorate D, Asia, Unit D3, Finances,
Contracts and Audit, Office J-54, 8/16
B-1049 Brussels, Belgio
(Rif.: banca dati Merlino
http://www.mondimpresa.it/Pagine.aspx?idM
enu=90 )
a cura di Stefano Lenzi
Unione regionale delle camere di commercio dell’Emilia-Romagna
in collaborazione con la rete Eurosportelli delle Cciaa dell’Emilia-Romagna
INVITO A PRESENTARE PROPOSTE
SUB 02-2006 – TRASPORTI
È stato pubblicato il bando comunitario
per la concessione di sovvenzioni nel settore dei trasporti.
Il budget disponibile è di 13.950.000 ed
è così ripartito:
Euro 10.394.000 per la sicurezza stradale
Euro 3 556 000 per il mercato interno ed
ottimizzazione dei sistemi di trasporto.
Le sovvenzioni possono coprire dal 10 al
50% del totale dei costi ammissibili.
I principali temi selezionati riguardano la
sicurezza stradale nonché gli aspetti relativi alla logistica dei trasporti e all’ottimizzazione dell’utilizzo delle infrastrutture destinate agli operatori del settore aereo, ferroLUG-AGO 2006
53
FLASH EUROPA
Rete degli Eurosportelli
delle Camere di Commercio I.A.A.
dell’Emilia-Romagna relais EIC IT 369
Eurosportello Ufficiale EIC IT 369
CCIAA Ravenna
Viale L.C. Farini 14 - 48100 RAVENNA
Tel. 0544 481443 - Fax 0544 218731
Posta elettronica: [email protected]
C.I.S.E. CCIAA Forlì-Cesena
EIC RELAIS
C.so della Repubblica 5 - 47100 FORLI'
Tel. 0543 38213 - Fax 0543 38219
Posta elettronica: [email protected]
PROMEC CCIAA Modena
EIC RELAIS
Via Ganaceto 134 - 41100 MODENA
Tel. 059 208270 - Fax 059 218750
Posta elettronica: [email protected]
Eurosportello CCIAA Parma
EIC RELAIS
Via Verdi 2 - 43100 PARMA
Tel. 0521 210241 - Fax 0521 282168
Posta elettronica: [email protected]
I.D.D. Ufficio l'Internazionalizzazione
CCIAA Reggio Emilia
EIC RELAIS
Piazza Vittoria 1 - 42100 REGGIO EMILIA
Tel. 0522 796236-796242 - Fax 0522 796300
Posta elettronica: [email protected]
Ufficio Internazionalizzazione delle imprese
CCIAA Rimini - EIC RELAIS
Via Sigismondo, 28 - 47900 RIMINI
Tel. 0541 363735 - Fax 0541 363747
Posta elettronica: [email protected]
Eurosportello CCIAA Bologna
P.zza della Costituzione 8
40128 Bologna
Tel. 051 6093286 - Fax 051 6093225
Posta elettronica: [email protected]
Eurosportello Ferrara
EIC RELAIS
Via Darsena,79 Ferrara 44100
Tel. 0532 783813 – Fax 0532 783814
[email protected]
viario e marittimo. I temi per il 2006 sono
i seguenti:
A. Sicurezza stradale
B. Aspetti di logistica dei trasporti o ottimizzazione nell’uso delle infrastrutture al
servizio degli operatori e degli utenti
Le domande dovranno essere presentate
entro il 16 agosto 2006.
(Rif.: G.U.U.E. 145/06)
QUALITÀ NELLA FORMAZIONE
PROFESSIONALE: INVITO
A PRESENTARE PROPOSTE
È stato pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale della UE un invito a presentare proposte per la promozione del
quadro comune di garanzia della qualità (CQAF) in VET (Vocational
Education and Training). L’obiettivo è
di promuovere l'impiego di CQAF
assieme all'istituzione di solidi partenariati transnazionali.
A tali partenariati devono partecipare
organismi interessati con competenze
istituzionali ed una capacità di sviluppo di politiche e di attuazione pratica
di iniziative nel campo della garanzia
della qualità in VET .
Tali partnership dovranno eseguire
progetti pratici specifici e trattare
almeno una delle seguenti tematiche:
• strumenti per garantire e sviluppare
la qualità di fornitori VET ,
• strumenti che consentano una corrispondenza maggiore tra domanda
di qualificazione e offerta di formazione: approcci per settore,
• operatività dell'insieme di riferimento di indicatori della qualità.
I partnership possono includere:
organismi/autorità pubbliche nazionali,
regionali, locali responsabili dei sistemi
di garanzia della qualità in VET, organismi privati /semiprivati con una capacità
riconosciuta nel settore di garanzia della
qualità (ad esempio organismi settoriali),
organi di ispezione, approvazione, valutazione e accreditamento, organizzazioni delle parti sociali , organizzazioni dei
fornitori di formazione, istituti/organismi/centri di ricerca .
Ogni sovvenzione può corrispondere ad
un massimo di 100.000 EUR; il finanziamento comunitario non può superare il
75 % delle spese rimborsabili dei singoli progetti.
Le domande devono essere inviate entro
il 16 agosto 2006.
(Rif.: G.U.U.E. C 144 /06)
54
LUG-AGO 2006
Finanziamenti
alle imprese
CRITERI PER LA CONCESSIONE DI
AIUTI ALL'INTERMODALITÀ
Con DPR 11 aprile 2006 n. 205 è stata
data attuazione all'art. 3 comma 2ter della
legge 265/2002 con cui è stato disposto lo
stanziamento di risorse per favorire l'innovazione del sistema dell'autotrasporto e il
potenziamento
dell'intermodalità.
L'intervento agevolativo si propone due
finalità:
• innovazione del sistema dell'autotrasporto merci, sviluppo delle catene logistiche e potenziamento dell'intermodalità tramite l'utilizzo della modalità
marittima, sviluppo del cabotaggio
marittimo, miglioramento ambientale
• ristrutturazione aziendale e innovazione
tecnologica connessa agli obiettivi di cui
sopra (tramite interventi di aggregazione tra imprese, formazione e acquisto di
attrezzature e dispositivi per il miglioramento della sicurezza).
Le imprese di autotrasporto, anche in
forma di raggruppamenti, permanenti o
temporanei, o società di operatori del trasporto che imbarchino su navi destinate
prevalentemente al trasporto merci i propri veicoli possono godere di un contributo diretto alla compensazione dei costi
eccedenti rispetto al trasporto su strada.
L'importo massimo verrà definito con successivo decreto che dovrà altresì indicare le
tratte interessate; in ogni caso l'importo
del contributo non può superare il 20%
delle tariffe praticate sulle tratte esistenti e
il 30% su quelle nuove. E' richiesto un
numero minimo di 80 viaggi all'anno per
ciascuna tratta. E' previsto un ulteriore
contributo per le aggregazioni di imprese
che raggiungano i 1.600 viaggi annuali su
ogni rotta. Le imprese devono inoltre
impegnarsi a mantenere per il triennio successivo a quello per il quale hanno ricevuto il contributo, lo stesso numero di viaggi
o lo stesso quantitativo di merci trasportate nel triennio precedente. Per gli interventi di ristrutturazione e innovazione il
contributo copre il 30% delle spese
ammissibili per le aggregazioni tra imprese, il 50% per la formazione e il 30% per
gli interventi volti al miglioramento dalla
sicurezza. I criteri e le modalità di accesso
dovranno essere definiti con successivo
decreto del Ministero dei Trasporti
(Rif.: G.U.R.I. n. 130 del 7/06/06)
CREDITO
Un nuovo ruolo
per i Confidi
di Giuseppe Sangiorgi
La legge quadro e gli accordi di Basilea2
impongono alle strutture di garanzia una svolta
Sulle strategie di sviluppo
si è tenuto un convegno
a Riccione, sotto i relatori
al termine dei lavori
U
n ruolo fondamentale nel
facilitare i rapporti tra istituti di credito e imprenditori è svolto dal sistema dei
Confidi, che in Emilia-Romagna
interessa tutti i comparti economici
per un totale di 69 confidi territoriali, che garantiscono annualmente
circa 1 miliardo e mezzo di Euro di
finanziamenti erogati dalle banche
convenzionate, pari a circa il 20%
degli impieghi bancari per le pmi.
Il sistema è di fronte ad una svolta,
dovendo adeguarsi, in termini
dimensionali e procedurali, al contesto regolamentare e di mercato che
deriva dall’applicazione degli accordi
di Basilea 2 e dalle implicazioni della
legge quadro 326 del 2003: il raggiungimento di adeguate masse critiche è un passaggio necessario per reggere il mercato. Questo significa
risolvere alcune problematiche:
estensione della base associativa,
diversificazione dei settori economici
e di operatività; trasformazione in
società di capitali o cooperativa;
migliore gestione e istruttoria delle
pratiche di finanziamento; incremento del Fondo di garanzia per dare alle
imprese socie la possibilità di ottenere un rating alto e quindi una riduzione del costo del denaro. Un nodo
fondamentale da sciogliere su cui si
sta riflettendo è sul modello di
Confidi più idoneo a rilasciare una
garanzia cosiddetta “eligibile” cioè
considerata dalle banche
come strumento per la
riduzione dei propri
costi, oltre che dei propri
rischi. La scelta per dare
risposte consapevoli al
mercato della garanzia, è
tra rimanere intermediari
non vigilati ex art. 106
Testo unico Bancario, o
divenire soggetti vigilati
ex art. 107. Il sistema
regionale dei Confidi che
ha sede presso Unioncamere
(Cooperfidi per la cooperazione,
Fidindustria per le aziende industriali
e di produzione, Cofiter per il terziario) ha già effettuato scelte in questa
direzione, costituendo un organismo,
la Confidi E.R. Servizi srl, in grado di
dare i servizi richiesti dalla Banca
d’Italia a tutte le strutture di garanzia
regionali, e a quelle esterne che riterranno di utilizzarli.
“I Confidi dovranno saper rilasciare
garanzie più appetibili, diversificare
l’attività svolta con operazioni innovative, accrescere la quantità e la
qualità dei servizi alle imprese e fornire informazioni alle banche – spiega Ottavio Righini, presidente di
Cofiter–La realizzazione di ciò passa
innanzitutto dallo
sviluppo ulteriore di
operazioni di aggregazione.”
L’obiettivo è che gli
accordi di Basilea 2
diventino un’opportunità e venga ridotto il costo del denaro. “I Confidi sono
in prima linea per
combattere questa
sfida- dice Daniele Passini, presidente
di Cooperfidi – ma è necessario che
siano affiancati da altri soggetti sensibili al mantenimento dello sviluppo
delle imprese in Emilia-Romagna
quali Camere di Commercio,
Comuni, Province, Unioncamere,
Regione, banche e associazioni di
categoria. Occorre fare squadra per
gestire al meglio questa situazione di
straordinarietà.”
Unioncamere e Regione EmiliaRomagna sono tra i principali sovventori dei Confidi: da molti anni
gran parte del sostegno alle pmi emiliano-romagnole passa attraverso
varie forme di supporto all’attività di
garanzia. “Potremo essere ancor di
più, soggetti attraverso cui è possibile svolgere una efficace ed efficiente
politica industriale. – dice Elio
Bagnari, presidente di Fidindustria Dovremo essere innovativi. Basilea,
legge quadro e i vincoli di finanza
pubblica, ci impongono di costruire
una “catena della garanzia” che non
disperda risorse e conduca il massimo dell’agevolazione possibile alle
imprese.”
Per meglio svolgere
la missione di ‘ponte’
tra intermediari
creditizi ed imprese
e diversificare l’attività
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FINANZA D’IMPRESA
di Giuseppe Sangiorgi
DAI CONFIDI
ARTIGIANATO CRESCE IN INNOVAZIONE NEL 2005
C
redono nella ripresa le aziende artigiane
dell’EmiliaRomagna, che hanno
investito nel 2005
(+5%), soprattutto in
tecnologie (60%), in ristrutturazioni di immobili e capannoni e
avvio di nuove imprese. Questi
alcuni degli elementi più significativi che emergono dall’assemblea di bilancio di Artigiancredit,
il Consorzio fidi dell’Emilia
Romagna, che si è svolta ieri a
Bologna. “Il Consorzio, nato da
una comune iniziativa di CNA e
Confartigianato regionali – ha
sottolineato il presidente Enrico
Barbi – continua a rappresentare
uno strumento importante per il
credito all’artigianato.” Nel 2005
sono stati garantiti alle imprese
socie 633milioni di euro, per un
volume di finanziamenti pari a 1
miliardo e 800 milioni di euro.
Nei primi quattro mesi del 2006,
il Consorzio regionale fidi ha
incrementato la propria attività di
garanzia dell’1,04% in totale,
mentre la garanzia destinata solo
ad investimenti ha registrato una
crescita dell’8,29%. “Questo
dimotra- ha commentato il consigliere delegato di Artigiancredit,
Glauco Cavassini - che gli
imprenditori artigiani valutano
positivamente i primi segnali di
recupero mostrati dalla nostra
economia”. Sulla competitività
del sistema di piccole imprese
emiliano romagnole punta l’assessore regionale alle attività produttive, Duccio Campagnoli.
“L’artigianato – ha affermato
Campagnoli – ha sempre fornito
un contributo determinante per
la tenuta competitiva
del sistema economico
con politiche per rafforzare le imprese. Un
esempio è l’ insieme di
interventi finalizzati a
sostenere gli investimenti innovativi dell’artigianato attraverso l’agevolazione nell’ accesso al credito e nella capitalizzazione delle
imprese che sono stati previsti nel
Programma Triennale per le
Attività Produttive. Ora la Giunta
Regionale ha approvato un
nuovo bando a favore delle
imprese artigiane sia di produzione che di servizio per l’erogazione di contributi che consisteranno
nell’abbattimento del tasso di
interesse ufficiale praticato da
banche e/o società di leasing a
fronte di un finanziamento bancario o della sottoscrizione di un
contratto di locazione finanziaria”.
I finanziamenti e i contratti di
locazione finanziaria per effettuare investimenti previsti nel
bando regionale, potranno
essere assistiti o meno da
garanzia. In questo caso, la
sinergia tra lo strumento previsto nel bando appena emanato
e il fondo regionale di controgaranzia affidato ad Artigiancredit, permetterà alle imprese
artigiane di beneficiare di una
garanzia massima fino all’80%
del finanziamento. Per attuare
l’intervento, la Regione ha
messo a disposizione del bando
10 milioni di euro, mentre il
Fondo regionale di controgaranzia può disporre di una dotazione iniziale di oltre 11milioni
di euro.
FINANZIAMENTI PER LA SICUREZZA
C
ome noto l’INAIL ha emanato un nuovo bando
per la presentazione delle domande dirette ad
ottenere finanziamenti, a supporto di programmi di
adeguamento delle strutture e dell’organizzazione
alle normative di sicurezza e igiene del lavoro, da
parte delle PMI appartenenti a tutti i settori economici e di tutte le imprese agricole e artigianali, in attuazione del D. Lgs. 626194 e successive modificazioni.
Gli istituti di credito aggiudicatari della gara, (indicati
sul sito www.inail.it), relativa alla concessione dei
predetti finanziamenti, hanno preso contatto con le
associazioni di categoria interessate per comunicare la
propria idoneità.
Gli aventi diritto potranno usufruire, come da disposizioni di legge, di mutui agevolati con copertura totale degli interessi da parte dell’INAIL.
In caso di presentazione di programmi di particolare
valenza e qualità, ai fini di prevenzione, l’INAIL potrà
concedere, ad integrazione dei precedenti, ulteriori
benefici in conto capitale.
Le imprese, pertanto, potranno godere di mutui a
tasso zero, con eventuale decurtazione di parte del
capitale.
Il bando considera, fra le garanzie da acquisire, quelle accordate da Fondi di Garanzia. Pertanto
Fidindustria ha ritenuto di fornire un servizio di interesse per le pmi emiliano-romagnole, convenzionandosi con i seguenti istituti di credito:
Banca Monte Parma Spa , Federazione della banche
di credito cooperativo, Banca Agricola Mantovana.
Fidindustria ha così dato la propria disponibilità a
concedere fideiussione a fronte delle predette operazioni che, come da sottostante normativa, saranno
caratterizzate da:
• un minimo finanziabile pari a 10.329,14 euro
• un massimo pari a 154.937,07 euro
• una durata massima pari a 60 mesi
• una garanzia pari al 50%.
Il tasso di interesse applicato sarà pari a zero, mentre
Fidindustria percepirà una commissione una tantum
pari all’1% dell’importo finanziato.
Inoltre, poiché i tempi di erogazione dei finanziamenti saranno soggetti ad adempimenti da parte dell’
INAIL, Fidindustria dà la possibilità di prolungare il
periodo di validità delle delibere e di assumere delibere successive in relazione ai tempi di erogazione,
nonché a prolungare la durata prevista per i programmi dì intervento fino a due anni dalla data di comunicazione e approvazione del programma.
Invitiamo tutti gli interessati a rivolgerci domande di
approfondimento al nostro indirizzo di posta elettronica fidindustria@consorzifidi .it
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