Opportunità e limiti per il sistema-regione, in
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Opportunità e limiti per il sistema-regione, in
LUGLIO AGOSTO 2006 E C O N O M I A E M I L I A - R O M A G N A Settori Salute, il polo bolognese in terapia S p e d i z i o n e i n A . P. P. - 4 5 % - A r t . 2 c o m m a 2 0 / b L . 6 6 2 / 9 6 , f i l i a l e d i B o l o g n a Obiettivo Cina Opportunità e limiti per il sistema-regione, in pole position oltre la Grande Muraglia Inchiesta Responsabilità sociale, il business ringrazia Rapporto Macchine ceramiche, sprint dell'export Aziende Ortofrutta, il Centro della competitività Internazionalizzazione Da Unioncamere l'analisi del trend Pubb EDITORIALE Basilea 2, la sfida dei nuovi Confidi di Andrea Zanlari* Più capitalizzazione ed efficienza sono gli obiettivi per fornire alle Pmi servizi sempre più qualificati * Presidente Unioncamere Emilia-Romagna U n ruolo fondamentale nel facilitare i rapporti tra istituti bancari e imprenditori è stato storicamente svolto, anche in Emilia-Romagna, dal sistema dei Confidi. Sorti dalla volontà delle associazioni di categoria, supportati dalle Camere di Commercio del territorio, i Confidi hanno assolto una funzione di solidarietà economica, di “ancora di salvezza” per le esigenze creditizie delle pmi, garantendo accesso ai finanziamenti bancari a condizioni agevolate. Per le banche, il ruolo di garanti collettivi dei singoli affidamenti, esercitato dai Confidi, è servito a rafforzare il merito complessivo del credito erogato. Per le aziende, l’affiancamento di un soggetto collettivo credibile ha migliorato la possibilità di ricevere flussi di credito coerenti, per quantità e costo, ai propri progetti di sviluppo. La validità dell’esperienza dei Confidi, e la sua prossimità alle imprese, è provata da costi di gestione ed insolvenze assai bassi. Ora il sistema si sta confrontando sui modelli organizzativi da adottare per rispondere agli effetti della legge quadro e degli accordi di Basilea 2. I Confidi sono chiamati a raggiungere nuovi livelli di efficienza e di efficacia, diventando più solidi, capitalizzati e professionalizzati, per fornire alle pmi un supporto qualificato ed offrire una garanzia modulata in base al rischio del finanziamento, rispondendo all’esigenza delle banche di collegare i processi commerciali a quelli di valutazione del rischio e di assorbimento patrimoniale. L’obiettivo va perseguito senza perdere di vista i punti di forza che hanno consentito la crescita dei Confidi e i circuiti virtuosi determinati nel rapporto con le banche e gli enti pubblici. Vanno adottate soluzioni che consentano un punto di equilibrio tra le esigenze di specializzazione e di crescita dimensionale e le ragioni del radicamento territoriale. La qualità territoriale non è messa in discussione e deve rimanere il punto di riferimento del sistema, fornendo un primo livello di servizio alle imprese. Un secondo livello è quello regionale per il quale la funzione di accompagnamento delle imprese può essere svolta dai Confidi sia che rimangano intermediari non vigilati o che evolvano in soggetti vigilati, senza però arrivare, a mio avviso, alla trasformazione in banca di garanzia, possibile ma non in linea con la propria natura e background. Anche gli enti pubblici, in particolare le Camere di commercio, principali erogatori di contributi in abbattimento tasso a sostegno del sistema produttivo, chiedono di interloquire con Confidi di primo e secondo grado, per agire a sostegno degli interventi di promozione dello sviluppo locale delle province. La complessità e l’onerosità di questo passaggio evolutivo implica il proseguimento del tradizionale coinvolgimento costruttivo degli enti locali ed una maggiore attenzione alle scelte commerciali, pur rimanendo coerenti alle logiche mutualistiche e territoriali della realtà dei Confidi. Le Camere di commercio, promuovendo la costituzione dei primi Confidi provinciali e dal 1981 del livello regionale, hanno svolto un prezioso ruolo di supporto alla crescita, ed ora pongono attenzione al loro adeguamento e perciò sono a fianco degli operatori in questo momento di trasformazione. Su questa consapevolezza, Unioncamere Emilia-Romagna è impegnata strategicamente per stimolare i processi di aggregazione secondo una crescente connotazione intersettoriale che si è espressa con la nascita della Confidi Emilia-Romagna Servizi srl, struttura unitaria di servizio per i settori dell’industria (Fidindustria), terziario (Cofiter) e cooperazione (Cooperfidi). La ricerca di sinergie non esclude comparti come l’agricoltura e soprattutto l’artigianato: con Artigiancredit la collaborazione resta infatti intensa e può essere migliorata L’efficacia di Consorzi e Cooperative di garanzia grazie a costi ridotti e bassa insolvenza LUG–AGO 2006 1 Pubb SOMMARIO 1 EDITORIALE Basilea 2, la sfida dei nuovi Confidi Mensile dell’Unione regionale delle Camere di commercio dell’Emilia-Romagna e della Regione Emilia-Romagna Anno XIII - n. 7-8 Luglio-Agosto 2005 Fuori commercio Direttore responsabile Andrea Zanlari Coordinamento editoriale Roberto Franchini (vicedirettore) Ugo Girardi Morena Diazzi Coordinamento redazionale Contesto srl Giuseppe Sangiorgi DI 30 FINANZA IN BREVE 6 VANNO E VENGONO 8 PRIMO PIANO Responsabilità sociale, il business ringrazia DI Foto Paolo Righi e Andrea Samaritani Meridiana Immagini,Voli Soc.Coop Progetto grafico e impaginazione Contesto S.r.l. via Zucconi, 90 41100 Modena Tel. 059-34.66.41 Fax 059-29.23.126 e.mail [email protected] Concessionaria per la pubblicità Afc Associati S.n.c. via Rosaspina n. 5 40129 Bologna Tel.- Fax 051-359933 Stampa Labanti e Nanni Industrie grafiche via Parini 10 40033 Casalecchio di Reno (BO); tel. 051-6133555 - fax 051-6142247; e - mail: [email protected]; Autorizzazione del Tribunale di Bologna n° 6285 del 27 aprile 1994 Spedizione A.P. - 45% art. 2 comma 20/b P. 662/96 Filiale di Bologna in copertina: Elaborazione su foto Meridiana Immagini, Voli Soc.Coop MICHELA SUGLIA 13 INNOVAZIONE L’acchiappapolveri che piace alla Nasa DI c/o Unioncamere viale Aldo Moro, 62 40127 Bologna Tel. 051-637.70.26 Fax 051-637.70.50 La congiuntura regionale 1° trimestre ANDREA ZANLARI 4 Segreteria di redazione Piera Falcone QUADERNI&DOCUMENTI RITA BIGONI 14 RAPPORTO Salute, un tonificante per il distretto bolognese DI STEFANO ASPREA 16 FOCUS L’Emilia-Romagna oltre la Grande muraglia DI ANTONIO APRUZZESE 21 ANALISI Export: Unioncamere analizza il trend DI GIUSEPPE SANGIORGI 25 STORIE L’arte dell’intimo che nasce a Bologna DI DEBORAH DIRANI 27 CINQUE DOMANDE Giuseppe Parenti risponde DI GIUSEPPE SANGIORGI Trevi, le fondamenta del business globale DI THOMAS FOSCHINI 33 INDAGINE Macchine ceramiche, sprint dell’export DI SERENA INCHINGOLO 36 ARCHITETTURA Incastri pieni e vuoti nella pianura d’acqua DI MICHELA SUGLIA 38 SETTORI Romagna, come cambia il polo del divertimento DI THOMAS FOSCHINI 40 TURISMO Ecoturismo, la moda invade i parchi regionali DI GIOVANNI SCALAMBRA 43 LIBRI Strategie di leadership in un mondo che cambia DI BENEDETTA BOLDRIN 45 SPECIALE ENERGIA 51 AZIENDE Ortofrutta, il Centro della competitività DI MADDALENA VICCHI 54 FLASH EUROPA A CURA DI STEFANO LENZI 53 CREDITO Un nuovo ruolo per i Confidi DI GIUSEPPE SANGIORGI LUG–AGO 2006 3 IN BREVE Due nuove misure regionali a sostegno degli investimenti Artigianato, 21 milioni di fondi per le Pmi Dopo la crisi aviaria Settore avicolo in ripresa con l’aiuto regionale D ue nuovi strumenti in arrivo a sostegno del credito artigiano attivati dalla Regione Emilia-Romagna. A beneficio delle aziende artigiane regionali, che possono presentare le domande a partire dal 1° luglio, sono due gli interventi previsti: un fondo per l’abbattimento dei tassi di interesse su finanziamenti per investimenti e un fondo di “controgaranzia” della Regione per accompagnare le C rescono i prezzi e i consumi di carni bianche in regione, e il settore avicolo si sta avvicinando (con circa l'85% della produzione) ai livelli precedenti alla crisi scatenata dalla paura dell'influenza aviaria. Questa la valutazione degli operatori avicoli, che si sono incontrati a Bologna con l'assessore regionale all'Agricoltura Tiberio Rabboni. Senza nascondere, però, la preoccupazione che i problemi irrisolti durante la crisi possano vanificare la ripresa. Rabboni ha assicurato di intervenire nei confronti del sistema bancario regionale – per consentire alle imprese di graduare maggiormente il consolidamento del debito – e nei confronti del governo, perché intervenga in vista della scadenza del 31 ottobre, termine di pagamento dei ratei finanziari dei mutui e degli oneri previdenziali e assistenziali. ISTITUTO TRASPORTI COSTI RIDOTTI DEL 30% NELLE AZIENDE Riduzione del 30% dei costi per il trasporto delle merci, abbattimento del 90% del numero dei mezzi in entrata-uscita da un’azienda, innalzamento 4 Premiata dalla "World Investment Conference" La Regione del buon governo Emília-Romagna esempio di buon governo. In occasione della quarta edizione della "World Investment Conference", che si è tenuta ai primi di giugno a La Baule, nella Regione Pays de la Loire in Francia, la Regione Emilia-Romagna è stata selezionata assieme alla Regione Paris-Ile-de-France e alla Romania dell'Ovest, per la buona governance territoriale, al servizio di un equilibrato sviluppo socio-economico. A rappresentare la Regione all’appuntamento internazionale, che si propone di aumentare la competitività europea e di accelerare l’attuazione dell’Agenda di Lisbona, il vice presidente regionale Flavio Delbono, accompagnato dai vertici di Ervet, Unioncamere Emilia-Romagna e CNA. della media di “riempimento” dei camion dal 40% al 70 per cento. Questi i risultati raggiunti dalle aziende emilianoromagnole grazie alla consulenza dell’Istituto sui trasporti e la logistica, nato nel 2003 per iniziativa della Regione, che ha coinvolto circa 300 imprese. LUG–AGO 2006 ALIMENTARE EUROPASS, PRIMO PORTALE SULLA SICUREZZA Il primo portale Internet italiano dedicato alla sicurezza alimentare. È stato realizzato da Europass, struttura-ponte tra istituzioni (tra cui Regione e Provincia di Parma), imprese agroalimentari, associazioni di categoria regionali e l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che ha sede a Parma. Il sito (www.europass.parma.it) propone le tematiche più garanzie prestate dai Consorzi Fidi. In questo modo, le piccole imprese potranno “misurarsi al pari delle altre con le nuove regole del credito europeo”, ha spiegato l’assessore regionale alle Attività produttive, Duccio Campagnoli. Il programma per questi finanziamenti agevolati prevede un investimento di 21 milioni di euro da parte della Regione, che ha concluso una convenzione con gli istituti di credito emilianoromagnoli per ottenere tassi particolarmente convenienti (da euribor +0,75 per interventi coperti da garanzia fino all’80%, a euribor +1,25 per interventi senza garanzia). Su questi tassi convenzionati si applicherà un abbattimento, per l’intervento di sostegno della Regione, di quasi due punti. L’artigianato potrà quindi contare su tassi di interesse significativamente più bassi rispetto alle condizioni di mercato, con ulteriori agevolazioni a giovani e donne. (vedi pag 56) attuali in tema di sicurezza e qualità alimentare, e sintetizza i pareri scientifici dell’Efsa. PRODOTTI TIPICI A TAVOLA IN SCANDINAVIA E DANIMARCA Eccellenze enogastronomiche emiliano-romagnole in Scandinavia. I prodotti tipici regionali sono stati protagonisti di azioni promozionali estere con il Progetto Nord Europa. L’iniziativa rientra nelle attività di promozione previste dagli Accordi di Programma tra Regione Emilia-Romagna, I.C.E., Ministero Attività Produttive, in collaborazione con Unioncamere, sistema camerale regionale, Consorzi di Tutela, Enoteca Regionale E.R. e la Scuola Alberghiera di Serramazzoni. IN BREVE Obiettivo 2 Indagine Emilia-Romagna prima in Italia per efficienza di spesa Investimenti in aumento nell’industria L a Regione Emilia-Romagna ha tagliato il traguardo di spesa previsto per l’Obiettivo 2, in ampio anticipo rispetto alla scadenza del 31 dicembre 2006. Si tratta di risorse messe a disposizione da Unione europea, Stato e dalla stessa Regione, per favorire lo sviluppo dei territori con maggiori difficoltà strutturali. Sono 130 i Comuni dell’Emili-Romagna, per un totale di 387 mila persone, ad aver beneficiato, nel periodo 2000-2006, di risorse Obiettivo 2 pari a circa 250 milioni di euro, tra finanziamenti alle imprese e progetti di sviluppo locale. Grazie a una puntuale attuazione del programma comunitario, nella certificazione di spesa dello scorso maggio sono stati iscritti gli ultimi 6 milioni di euro che hanno permesso di raggiungere il tetto dei 44 milioni di spesa che la Regione doveva certificare entro la fine di quest’anno. "Una dimostrazione di efficienza – ha commentato l'assessore regionale alle Attività produttive Duccio Campagnoli – consentita dall'impegno di Regione ed Enti locali con le nuove procedure di programmazione negoziata". L’Emilia-Romagna si colloca così al primo posto in ambito nazionale per capacità di spesa, con un risultato che la pone “tra le più performanti dell'Unione”, come ha affermato Alberto Piazzi, rappresentante della Commissione europea. CAMERA DI RIMINI ANTALYA (TURCHIA) ACCORDO BILATERALE La Camera di commercio di Antalya, settima città per importanza della Turchia, e quella di Rimini, hanno sottoscritto un accordo bilaterale per la promozione della cooperazione e lo sviluppo dinamico di commercio e relazioni economiche tra i due territori. L’intesa rientra all’interno delle iniziative nate nell’ambito del Forum del Turismo nel Mediterraneo, che la Camera di Commercio di Rimini organizza dal 2000. BOLOGNA COOP COSTRUZIONI, +13% NEL 2005 Bilancio positivo per Coop Costruzioni. La storica impresa di costru- C Congiuntura Ervet prevede una crescita all’1,5% nel 2006-2008 P revisioni di crescita per l’economia emilianoromagnola. Dopo un 2005 già in lieve recupero, le previsioni per il triennio 2006-2008 vedono tassi di crescita attorno all’1,5%, superiori alle medie nazionali e a quelle del Nord-est. Questi i dati che emergono dallo studio “Economia regionale, congiuntura e previsioni” realizzato da Ervet. Per quanto riguarda lo scorso anno, a trainare il recupero è intervenuta quasi esclusivamente la forte crescita delle esportazioni (+7%). Ancora negativo, invece, l’apporto della domanda interna: i consumi delle famiglie sono stagnanti e gli investimenti fissi lordi in flessione. Positiva invece l’occupazione, che cresce dell’1,4% rispetto al 2004. Un trend positivo che le previsioni confermano anche per il 2007 e per il 2008. zioni bolognese nel 2005 ha raggiunto un valore della produzione di 140,6 milioni di euro, incrementando in modo sensibile le previsioni di budget e superando del 13,4% il risultato sull’anno precedente. L’utile netto si attesta su tre milioni di euro e il patrimonio netto della cooperativa cresce del 5% e si porta a 63,3 milioni. resce la voglia di investimento nell’industra regionale. Secondo un’indagine di Confindustria Emilia-Romagna, l’87,2% delle imprese ha effettuato investimenti nel corso del 2005, una percentuale in crescita rispetto al 2004 (82,5%). La ricerca ha coinvolto quasi 700 aziende del settore manifatturiero, che hanno concentrato gli investimenti soprattutto nel settore Ict (il 54,6% delle imprese), in nuove linee di produzione (52,5%), in R&S (40,4%), mentre il 36,1% delle aziende ha dichiarato di aver investito nella formazione. Tiene anche la propensione all'internazionalizzazione del sistema industriale regionale: il 5,9% delle imprese intervistate ha dichiarato di avere effettuato investimenti produttivi all’estero nel corso del 2005. garanzia che Unipol offre ai propri assicurati con R.C. Auto. Si tratta di una vera novità nel mondo delle polizze automobilistiche, ed è la prima copertura assicurativa in Europa che offre questo tipo di prestazione. ASSICURAZIONI DA UNIPOL L’AIUTO PSICOLOGICO Una protezione davvero completa, che prevede l’assistenza anche di tipo psicologico in circostanze critiche, come un incidente stradale di particolare gravità. Si chiama “Ti vogliamo bene” ed è la nuova LUG–AGO 2006 5 VANNO E VENGONO UNIONCAMERE Andrea Mondello presidente nazionale Dopo sei anni Carlo Sangalli, alla guida della Camera di commercio di Milano, cede la poltrona di presidente nazionale di Unioncamere ad Andrea Mondello, al vertice dell’ente camerale di Roma e di Unioncamere Lazio. È stato eletto all’unanimità dai 103 presidenti delle Camere di commercio italiane in occasione della 123° assemblea di Unioncamere. Il nuovo presidente è il numero uno della Fiera di Roma spa e il vicepresidente della Fondazione Musica per Roma Spa (Auditorium), siede nei consigli di amministrazio- FORLÌ-CESENA 6 ne di Banca di Roma spa, Fondazione Censis e Società per il polo tecnologico industriale romano. Mondello è inoltre componente di giunta di Confindustria Lazio e dell’Unione industriali di Roma e in passato ha svolto l’attività imprenditoriale come azionista e amministratore delegato della Birra Peroni spa. Negli ultimi sei anni Unioncamere ha ampliato la rete della alleanze con i ministeri delle Attività produttive, degli Esteri, della Giustizia, delle Politiche agricole, dell’Istruzione e innovazione e ha stretto accordi di collaborazione con Regioni, Province e Comuni, con l’Ice, con gli ordini professionali e le associazioni di categoria. UNICREDIT BANCA ISTITUTI RIZZOLI Nannini, segretario generale della CCA Giovanni Baldi nuovo direttore Cambio della guardia alla segreteria generale della Camera di Commercio di Forlì-Cesena. Antonio Nannini raccoglie il testimone da Giuseppe Sansoni che è andato in pensione. Dopo 40 anni di lavoro ed una lunga carriera nell’ente forlivese (con una breve parentesi alla Camera di Ferrara), Sansoni avrebbe potuto proseguire fino al 2008, ma ha voluto favorire il ricambio generazionale. Antonio Nannini è stato direttore dell’Azienda Speciale S.I.D.I. Eurosportello della Camera di Commercio di Ravenna. Quindi è stato per un anno vicesegretario della Camera di Rimini. Dal giugno 2001 era dirigente dell’area promozionale nell’ente camerale di Forlì-Cesena e nell’ultimo periodo vicesegretario. Maria Giovanna Briganti è stata nominata Conservatore del Registro Imprese camerale e vicesegretario vicario. La Giunta regionale ha nominato Giovanni Baldi nuovo direttore generale degli Istituti Ortopedici Rizzoli di Bologna che in seguito alla legge 29/200 sono parte integrante del servizio sanitario dell’Emilia-Romagna. Baldi, che entrerà in servizio il prossimo 10 settembre, prende il posto di Danilo Morini che ha diretto l’Istituto durante la fase commissariale. Il nuovo direttore è medico specialista in malattie dell’apparato cardiovascolare, medicina interna ed ematologia, è stato docente all’Università di Parma e ha ricoperto incarichi dirigenziali in Liguria. In Emilia-Romagna è stato direttore del dipartimento emergenza urgenza interaziendale a Reggio Emilia e responsabile dell’area ospedaliera della direzione generale dell’Azienda Usl di Bologna. Attualmente Baldi è vicedirettore sanitario con delega all’organizzazione ospedaliera dell’Azienda. LUG-AGO 2006 Canosani confermato alla presidenza Aristide Canosani è stato confermato alla presidenza di Unicredit Banca che ha rinnovato il consiglio di amministrazione per il nuovo mandato. Canosani ha iniziato la propria attività come funzionario dell’Iacp di Ravenna e sempre nella città romagnola ha ricoperto prima il ruolo di assessore comunale all’Edilizia privata e allo sviluppo industriale, poi di sindaco dal 1969 al 1980. Ha fatto parte del consiglio di amministrazione della Banca Del Monte di Bologna e Ravenna, diventandone presidente ed è stato consigliere di Abi e Acri. Canosani è presidente di Unicredit Banca, e di altre società collegate e partecipate, dal 1991 e sarà affiancato nel nuovo mandato da Francesco Benedetti, Emilio Lombardi e Dino Piacentini, eletti vicepresidenti e Roberto Nicastro amministratore delegato. AUSL Nuovo direttore sanitario a Modena Andrea Guerzoni è il nuovo direttore sanitario dell’azienda Ausl di Modena e subentra a Stefano Cencetti che va a dirigere il Policlinico, l’azienda ospedaliero universitaria di Modena. Guerzoni assume l’incarico di direttore sanitario forte di una lunga esperienza di tipo gestionale e manageriale all’interno di Ausl. Tra gli incarichi ricoperti, quello di direttore sanitario dell’ospedale e del distretto di Vignola e direttore del distretto di Modena e coordinatore della rete dei distretti dell’Azienda Usl. Guerzoni è specializzato in nefrologia e igiene e medicina preventiva con indirizzo in organizzazione dei servizi sanitari. CEPIM CONFINDUSTRIA Johann Sebastiano Marzani alla presidenza Al via le nuove presidenze È Johann Sebastiano Marzani il nuovo presidente di CePIM SpA, la società realizzatrice dell’ interporto di Parma. Marzani, nato a Bardi nel 1951, con esperienze di amministratore in enti pubblici, è stato eletto nel corso della prima riunione del nuovo Consiglio di amministrazione della società, ha raccolto il testimone da Francesco Meduri, che ha lasciato la carica dopo 12 anni e il quadriennio precedente alla vicepresidenza, ma rimarrà nel settore come presidente del Consorzio dei servizi del Cepim. Accanto a Marzani sono stati riconfermati Silvano Milioli, nel ruolo di vicepresidente, e Salvatore Senese in quello di amministratore delegato, alla guida della società che svolge il ruolo di interfaccia, tra le aziende del perimetro e le istituzioni per lo sviluppo dell’infrastruttura, e di logistic services provider. UNIPOL Cambiano i vertici di alcune associazioni di industriali della regione. A Ferrara Gianni Negrini cede la poltrona di presidente di Confindustria, nuovo nome dell’Unione industriali, a Piero Puglioli che ricoprirà l’incarico per i prossimi due anni. Puglioli, amministratore unico della Omp, era già vice presidente e coordinatore della Commissione piccola e media industria. A guidare gli imprenditori reggiani per i prossimi quattro anni sarà invece Gianni Borghi, amministratore delegato del gruppo Lombardini spa, storica azienda produttrice di motori. Il nuovo numero uno, che prende il posto di Fabio Storchi, era già membro del consiglio direttivo dell’associazione e anche, tra altri incarichi, presidente della Commissione internazionalizzazione di Confindustria Emilia-Romagna. Anche l’Unione parmense industriali ha un nuovo presidente. Si chiama Daniele Pezzoni, 53 anni fidentino ed è presidente operativo di Siuram spa. Pezzoni prende il posto di Marco Rosi, presidente della Parmacotto. Alessandro Pesaresi invece è il nuovo presidente del Gruppo giovani Industriali di Rimini. Pesaresi, consigliere di amministrazione dell’azienda di famiglia, la Pesaresi Giuseppe spa, raccoglie il testimone da Linda Gemmani. Salvatori nuovo amministratore delegato Carlo Salvatori è il nuovo amministratore delegato di Unipol Assicurazioni, eletto dal consiglio di amministrazione sotto la presidenza di Stefanini. Il nuovo a.d. ha una lunga esperienza nel settore finanziario dove ha ricoperto incarichi al vertice di alcuni tra i maggiori istituti di credito italiani ed europei. Laurea in economia e commercio all’università di Bologna, laurea in scienze bancarie all’università di Siena e laurea Honoris Causa in Scienze politiche all’università degli studi di Macerata, Salvatori inizia la sua carriera nella direzione generale di Bnl. Ha ricoperto i ruoli di vicedirettore generale della Banca emiliana e in seguito della Cassa di risparmio di Parma, direttore generale di Bnl, direttore generale del Banco ambrosiano veneto e amministratore delegato della stessa banca. Tra i numerosi incarichi, Salvatori è stato inoltre direttore generale di Cariplo – Cassa di risparmio delle province lombarde, in cui ha ricoperto anche il ruolo di vicepresidente, amministratore delegato di Banca Intesa, presidente di CreditRas Assicurazioni e presidente di CreditRas Vita. Attualmente è vicepresidente del gruppo UniCredito Italiano, di cui è stato anche presidente. LUG-AGO 2006 7 PRIMO PIANO di Michela Suglia Ma restano ancora troppi ostacoli: eccessiva burocrazia e costi Imprese responsabili, il business ringrazia A l di là della definizione ufficiale espressa nel Libro verde della Commissione europea del 2001, agire in modo socialmente responsabile significa per un’azienda tenere conto delle ricadute della propria attività nei confronti dell’ambiente e nei rapporti con il personale, la comunità locale, i partner commerciali, i clienti, le istituzioni, e in virtù di questo orientare la produzione. Ovvero, la responsabilità sociale di impresa (Rsi) riguarda tutta una serie di scelte, iniziative e attività che l’azienda realizza in modo volontario, indipendentemente dagli obblighi di legge. Dunque, non basta a un’impresa destinare, per esempio, l’1% dei propri profitti in beneficenza per poter essere definita azienda socialmente responsabile, se poi il restante 99% non tiene conto di tutti i fattori della Rsi. Le aziende puntano soprattutto sugli investimenti per i dipendenti e sulla beneficenza E per essere un’azienda sostenibile sul piano sociale, le azioni da metter in atto sono molteplici. Si va dalle donazioni a favore della comunità fino alle certificazioni di prodotti o servizi, dagli investimenti per il trattamento dei rifiuti o la riciclabilità degli imballaggi, all’introduzione di orari flessibili nell’organizzazione aziendale, e poi corsi di formazione, servizi di welfare per i lavoratori. A misurarsi con questo mare magnum di iniziative sono pure le imprese dell’Emilia-Romagna, dove la Rsi sta gradualmente mettendo radici, anche se il numero di imprese che la pratica (un centinaio, si veda box) è ancora limitato. Se la Rsi avanza è anche merito degli interventi promossi dalle istituzioni locali in materia. Tra questi, la legge regionale 17/2005 sulla promozione dell’occupazione, qualità, sicurezza e regolarità del lavoro che dedica alla Rsi un capitolo specifico. Insieme alle varie Province emilianoromagnole, la Regione si è impegnata non solo a incentivare la forma- La Rsi in ordine di importanza 6 5 4 3 2 1 LUG–AGO 2006 Fare filantropia Aziende con meno di 20 dipendenti Fonte: Fondazione Nomisma 8 Uno strumento di marketing Finanziare il Terzo settore Aziende con più di 20 dipendenti leva competitiva e uno strumento di innovazione Trattare bene i dipendenti Un modo innovativo di fare impresa 0 zione sulla Rsi, ma anche l’adozione, da parte delle imprese, di bilanci sociali e ambientali, oltre alla diffusione della conoscenza delle buone prassi svolte finora sul territorio. Obiettivi non da poco, se si guarda ai risultati di una ricerca condotta a livello nazionale nel 2003 da Unioncamere e Istituto per i valori d’impresa. Tranne che nelle aziende maggiori, nelle altre la conoscenza della Rsi era ancora limitata (il 7,4% delle aziende). In particolare, tre anni fa in Emilia-Romagna lo strumento più noto era il bilancio ambientale (18,9% contro una media nazionale del 16,1%) seguito dalle certificazioni Emas e Iso14001 (17,4%) e dal bilancio sociale (14%). Tra i vari ambiti l’Emilia-Romagna si distingueva per le misure a favore dei dipendenti: prima in Italia sia nella formazione (32,2%) sia nelle attività ricreative e di svago dei lavoratori (12,4%). Scenario diverso un anno e mezzo dopo. In un’indagine commissionata dalla Camera di commercio di >> Bologna alla Fondazione per il Terzo settore di Nomisma, si legge che non solo gli imprenditori del bolognese la conoscono ma, in ordine di importanza, la considerano un modo innovativo di fare impresa, un modo per trattare bene i dipendenti e in ultimo uno strumento di beneficienza. Più in dettaglio, un terzo delle aziende intervistate punta sugli investimenti per i dipendenti; meno della metà adotta programmi di riciclo dei materiali, e il 29% realizza azioni per ridurre le emissioni inquinanti; tre imprese su quattro hanno una certificazione di qualità, un quarto quella ambientale mentre sono meno diffuse le SA8000 sulla qualità del lavoro. Il 27% delle imprese bolognesi, inoltre, pubblica un bilancio sociale e meno del 5% quello ambientale. Ma quali sono i maggiori ostacoli a un ulteriore sviluppo della Rsi? Secondo la ricerca della Fondazione Nomisma, per il 62,3% delle imprese il problema è la scarsa informazione insieme all’eccessiva burocrazia (57,6%) e all’aumento dei costi (55,2%), mentre il 71,2% delle aziende auspica incentivi fiscali e sistemi premianti. Significative anche le risposte sui benefici, che spesso sono il vero tallone d’Achille in quanto poco tangibili in particolar modo nel breve termine. Per gli imprenditori bolognesi investire in Rsi può servire ad avere personale più motivato (59,3%), a rafforzare il rapporto con gli stakeholder (58,1%) e a godere di una reputazione migliore (55,8%). Molto comunque possono fare le istituzioni alle quali gli imprenditori chiedono uno sportello informativo (58,5%), corsi di formazione (52,4%) e convegni ad hoc (50%). Ma secondo l’assessore regionale alle Attività produttive, Duccio Campagnoli, si può fare molto di più: “Le Nazioni Unite hanno definito l’impresa come un’istituzione della società e quindi un luogo di democrazia e responsabilità sociale. Alla luce di questa nozione nel 2005 abbiamo deliberato il primo bando sulla Rsi. È un’elaborazione, una sorta di gara di idee per spiegare che cos’è la Rsi al di là dei modelli noti. Abbiamo stanziato 350 mila euro e selezionato cinque aziende, e il progetto è in corso”. Inoltre, nella nuova legge regionale sulla cooperazione, approvata il 31 maggio, sono stati inseriti i cosiddetti “contratti di Rsi”. “Chiediamo alle associazioni cooperative di realizzare accordi verso il territorio che contengano azioni di Rsi – spiega Campagnoli –. Ad esempio creare nuove imprese cooperative o fare proposte nel campo dei servizi sociali, ambientali e per la promozione dell’occupazione qualificata”. Molto attiva nell’ambito della sostenibilità delle imprese anche la Camera di commercio di Rimini. Il primo passo nel 2004, con un percorso formativo per le aziende nel- IL PUNTO Luca Valli, direttore del forlivese Cise “Occorre sostenere le Pmi nella responsabilità sociale” È uno degli 11 organismi al mondo accreditati per attribuire la certificazione SA8000, il “bollino blu” delle imprese con un'organizzazione del lavoro eticamente corretta, e si trova nel centro della Romagna. È il Cise (Centro per l'innovazione e lo sviluppo economico), azienda speciale della Camera di commercio di Forlì-Cesena, che si occupa di responsabilità sociale di impresa, ambiente, lavoro etico. Attivo anche a livello locale, il centro ha sperimentato progetti per l'attribuzione di un marchio di qualità etica alle aziende nei settori dell'artigianato, agricoltura e commercio. L'ultima creatura si chiama “Club delle imprese sostenibili” e riunisce le aziende “virtuose” del forlivese. Il direttore del Cise, Luca Valli, fa il punto sullo stato di realizzazione della responsabilità sociale d’impresa (Rsi) in regione. Qual è lo stato di salute attuale della Rsi in Emilia-Romagna? Oggi le imprese emiliano-romagnole che hanno adottato modelli di sviluppo ispirati alla Rsi – certificazioni, bilancio sociale, codici etici ecc. – sono inferiori al centinaio. Siamo ancora in uno stadio primordiale. Inoltre, alcune sono consapevoli delle loro azioni, altre meno, specie le più piccole. Quali sono le principali reticenze degli imprenditori? La Rsi è una materia ancora nuova, serve tempo per diffondersi. Inoltre, in questo momento, la competitività passa attraverso il taglio dei costi. Molte aziende si chiedono: se già abbiamo difficoltà a esportare, l'euro debole, poche risorse energetiche, come facciamo a essere anche socialmente responsabili? Insomma è una questione di “ mentalità, di cultura aziendale. Come sempre, le piccole imprese possono essere costrette a subire o decidere di anticipare i tempi. Allora bisogna puntare sui benefici della Rsi: quali sono i più attesi? Prima di tutto ci si aspetta di migliorare l'immagine aziendale, cosa che effettivamente accade. Ma ogni beneficio è proporzionale all'investimento fatto. Ad esempio la certificazione SA8000 oggi è lo strumento più diffuso ma il rischio è che sia una misura solo di facciata o insufficiente. In EmiliaRomagna, le imprese con la SA8000 sono meno di 50 rispetto alle 300 nazionali. Come vede il futuro della Rsi in regione? Credo che valga la pena continuare in questa direzione. E guardare con più attenzione alle piccole e medie imprese, che sono la peculiarità della nostra regione. Va ricordato che una norma sul lavoro applicata in imprese piccole rischia di essere esagerata, difficile da attuare, dispendiosa. Servono strumenti calibrati sulle piccole aziende in modo da far rispettare anche al loro interno i principi adottati nelle grandi Luca Valli LUG–AGO 2006 9 PRIMO PIANO l’ambito del progetto Equal, poi un centro di ascolto. Più tardi l’apertura dello sportello Rsi previsto dall’accordo tra ministero del Welfare e Unioncamere. Uno sportello senza costi né limiti di settore, che offre informazioni e permette di fare un’autovalutazione per capire il livello di impegno sul tema. “Nel riminese la Rsi è a un livello avanzato, – commenta Manlio Maggioli, presidente della Camera di commercio di Rimini – anche se quando abbiamo iniziato non pensavamo di poter fare tante cose. Ogni azienda che si impegna in questa direzione costituisce un testimone. La metodologia ideale per diffonderla è pro- prio questa: fare di ogni imprenditore un testimonial verso altri imprenditori”. “Ritengo che la responsabilità sociale costituisca per l’impresa un elemento che, al pari della qualità, la rende maggiormente competitiva. E questo è il principio che vogliamo diffondere, aumentare i nostri standard qualitativi, per poter competere con determinati paesi”, aggiunge il presidente della Camera di commercio di Forlì-Cesena, Sergio Mazzi. Sul fronte della diffusione della Rsi nel tessuto economico regionale, va segnalato anche l’impegno dei Giovani industriali della provincia di Modena. È dello scorso giugno il loro primo convegno sul tema che, sulla base di casi concreti e ricerche (tra cui quella di Focus Lab nei distretti modenesi), ha analizzato la Rsi come fattore competitivo per le imprese. “Abbiamo notato che spesso c’è una cultura del fare e del non dire – sottolinea Rossella Po, presidente Giovani di Confindustria Modena –. Ovvero le aziende sono socialmente responsabili senza accorgersene, soprattutto nell’organizzazione del lavoro o nelle azioni verso la comunità. Insomma, a volte l’impresa non comunica quello che fa oppure non ne percepisce l’importanza” Le imprese bolognese e i bilanci 36,59% 40,00 35,00 30,00 25,00 19,05% 20,00 15,00 10,00 6,98% 2,63% 5,00 0,00 Bilancio ambientale più di 20 dipendenti Bilancio sociale meno di 20 dipendenti Fonte: Fondazione Nomisma I CASI Dai bambini all’ambiente, nuove iniziative crescono Alcune esperienze di responsabilità sociale tra le aziende regionali alla teoria alla pratica, in questo caso il passo è d'obbligo. A parole la responsabilità sociale è un concetto coraggioso ma insufficiente. Perché sia comprensibile ed esportabile occorre pescare nella realtà. E nelle imprese emiliano-romagnole gli esempi positivi non mancano. L'ultimo in ordine di tempo è Mazzali armadi di Sorbolo (Parma) che ha appena vinto il premio ‘Sodalitas’ per avere deciso di investire lo 0,75% del fatturato in iniziative sociali che riguardano i bambini. In particolare il progetto vincitore, denominato “Ho visto i bimbi volare”, comprende un laboratorio di educazione ambientale svolto con la Lipu nelle scuole elementari dei Comuni limitrofi allo stabilimento, un parco giochi costruito a Sorbolo, fondi alle squadre di rugby under 7 e 9 anni di Sorbolo e Mezzani, e un sistema di pan- D 10 LUG-AGO 2006 nelli fotovoltaici installati in un orfanotrofio del Ghana. Per trovare altri esempi basta sfogliare il primo rapporto del ministero del Lavoro sulle buone attività etiche che vede otto aziende regionali fra le trenta nazionali. Accanto alle più note (Coop, Ferrari, Granarolo, Technogym) figurano altre come il gruppo Scm di Rimini, leader mondiale nella produzione di macchine per lavorare il legno e Petroltecnica di Coriano (Rn), che da 50 anni si occupa di messa in sicurezza e bonifica di siti industriali. La prima, oltre alla formazione interna, ha creato training center in Africa e Sudamerica e ha donato una falegnameria in Bolivia. La seconda ha ideato Bruco, uno strumento che, teleguidato dall'esterno, permette la pulizia dei serbatoi senza più rischi di intossicazioni o esplosioni Pubb LUG-AGO 2006 11 Pubb 12 LUG-AGO 2006 INNOVAZIONE L’acchiappa-polveri che piace alla Nasa di Rita Bigoni È ferrarese il software per rilevare i Pm 10, che usa i dati provenienti dai satelliti americani I l monitoraggio delle polveri sottili, fino a oggi affidato esclusivamente ai “nasi” delle centraline di rilevamento terrestri, dispone finalmente anche di un paio di “occhi” satellitari. Grazie a Pm mapper, un software rivoluzionario, messo a punto da tre giovani fisici ferraresi, che utilizza i dati provenienti dai satelliti statunitensi Terra e Aqua. Monitorando aree geografiche anche molto ampie, il software è in grado di mappare la dispersione atmosferica delle polveri sottili, le famose e famigerate Pm 10, e anche di quelle più pericolose, le Pm 2.5. In pratica, permette di tenere sotto controllo intere province e regioni poiché non dipende dalla posizione delle centraline. “Fornisce una mappa reale – spiega Marco Folegani, uno dei tre autori –, basata su parametri fisici, della presenza delle polveri in ogni punto di una certa zona. Il sistema terrestre, al contrario, misura i dati reali solo dove sono dislocate le centraline, in un numero limitato di punti, e produce, sulla base di un modello matematico, una mappa ipotetica della concentrazione delle polveri negli altri punti”. Le centraline dunque possono non accorgersi che l’innalzamento dell’inquinamento in una certa zona dipende da polveri provenienti da un impianto industriale trasportate dal vento per diversi chilometri, attribuendo al traffico della zona i valori eccessivi registrati. Come, per esempio, può accadere a Ferrara, Padova, Rovigo e addirittura Parma con le polveri prodotte dalla centrale termoelettrica di Porto Tolle, collocata nel Delta del Po. Mentre integrando i dati rilevati a terra con quelli elaborati da Pm mapper si può ottenere sia la situazione generale di un’area molto estesa sia il valore di polveri sottili presente in una singola strada o piazza. Il sistema di rilevamento satellitare, pertanto, non è da considerare “sostitutivo delle centraline a terra – spiega ancora Folegani – quanto piuttosto complementare ed integrabile”. Alla base di questo software, si trova un innovativo sistema satellitare elaborato, testato e utilizzato dalla Nasa dal 2003. Una ricerca cui ha preso parte anche un gruppo di studiosi dell’Università del Wisconsin, tra i quali figurava uno dei tre creatori di Pm mapper. Che i dati forniti dai satelliti fossero coerenti con quelli misurati a terra lo ha dimostrato anche una ricerca sperimentale condotta dall’Università dell’Alabama. Sulla base del sistema sviluppato dalla Nasa dunque, Pm mapper combina 36 diverse bande di radiazione captate dai sensori Modis (Moderate resolution imaging spectroradiometer) installati, appunto, sui satelliti Statunitensi. Altro vantaggio non trascurabile è che le informazioni raccolte da Terra e Aqua sono gratuite e a disposizione della comunità scientifica internazionale e delle autorità pubbliche. Così, facendo riferimento alle classificazione di pericolosità delle Agenzie di protezione ambientale, quasi ogni giorno Pm mapper è in grado di produrre mappe tematiche del Pm 2.5 con l’identificazione cromatica delle categorie di pericolosità per la salute umana delle concentrazioni rilevate. I tre ferraresi, per mettere a frutto il loro lavoro commercializzando il software, hanno costituito Meeo snc, acronimo di Meteorological and environmental earth observation, impresa hi-tech sostenuta dal programma d’incubazione I Tech Off coordinato da Aster, il consorzio per lo sviluppo tecnologico dell’EmiliaRomagna Integrando le centraline a terra, Pm Mapper rileva gli inquinanti su aree molto ampie, come provincie o regioni LUG–AGO 2006 13 SETTORI di Stefano Asprea I risultati di uno studio sul polo medicale emiliano, leader in Italia Salute, un tonificante per il distretto emiliano R aggruppa l’8% del totale delle aziende italiane dell’elettromedicale e il 5% del biomedicale. Esporta per oltre 105 milioni di euro l’anno, anche se negli ultimi anni ha fatto registrare un calo di addetti, con la quota di Bologna sulla regione che si riduce dal 36,7% del 1991 al 28,1% del 2001. Un comparto solido, dunque, pur in presenza di qualche difficoltà, ma ancora in grado di riprendersi ed espandersi. È il settore della salute, che a Bologna e provincia rappresenta uno dei distretti italiani più significativi del settore. Un fenomeno di decine di Pmi e aziende di medie dimensioni che, oltre al bolognese, riguarda anche altre provincie dell’EmiliaRomagna dove sono presenti numerose eccellenze. Ma sotto le Due Torri esiste soprattutto un’intera filiera di settore che può consolidare e rilanciare lo sviluppo del territorio. Sono queste, in sintesi, le indicazioni che emergono da “Salute & Wellness, una filiera strategica per lo sviluppo del territorio”, lo stu- Promobologna propone un progetto integrato di filiera per valorizzare le potenzialità del settore Identikit del comparto bolognese Export 105 milioni di euro Quota export/tot.nazionale 6% Aziende elettromedicali su tot. nazionale 8% Addetti elettromedicale su tot. nazionale 5,5% Aziende biomedicali su tot. nazionale 5% Addetti biomedicali su tot. nazionale 10% Fonte: Promobologna 14 LUG–AGO 2006 dio sul comparto bolognese condotto da Promobologna, agenzia di marketing territoriale della città felsinea. “Abbiamo verificato – spiega Giuseppina Gualtieri, direttore di Promobologna – l’esistenza di una peculiarità locale del distretto bolognese, che richiede però azioni mirate per valorizzare questo sistema sia a livello nazionale che internazionale. La proposta che abbiamo fatto ai nostri soci è quella di costruire un progetto strategico di filiera che agisca con politiche integrate; questo per portare a sistema e mettere in rete la ricerca, l’istruzione, la formazione, le politiche per le imprese produttive e di servizio, gli interventi infrastrutturali e scelte urbanistiche mirate. L’obiettivo è quello di rilanciare il sistema per non perdere i risultati positivi acquisiti”. Pur descrivendo un settore solido, i numeri dell’indagine raccontano di come il distretto bolognese abbia bisogno di una scossa. L’export, per esempio, mantiene le posizioni ma non decolla, con la quota di Bologna sulla media regionale di poco superiore al 20% e su quello nazionale intorno al 6 per cento. I mercati sono differenziati, ma se al primo posto resta la Francia, subito dopo arriva l’Europa Centro orientale con oltre 22 milioni di euro di export nel 2004, area seguita da Germania, Spagna, Russia e Usa. Secondo Promobologna sono molte le opportunità per rilanciare il settore, favorite anche dalle conseguenze sul sistema della salute delle caratteristiche socio-demografiche dell’ambito bolognese. Il progressivo aumento delle nascite degli ultimi anni, infatti, è stato affiancato dal costante allungamen- Giuseppina Gualtieri to della durata della con strutture ospedadirettore Promobologna vita, con un significatiliere dotate di servizi vo incremento della ad alta specializzaziopopolazione anziana in Abbiamo verificato ne. A Bologna vi sono provincia di Bologna. l’esistenza di una centri ospedalieri di Sotto le Due Torri, peculiarità locale del alta specialità nelle infatti, il 23% ha più di distretto bolognese, che seguenti aree cliniche: 64 anni (rispetto al richiede però azioni mirate raccolta e trasfusioni 18% nazionale e al per valorizzare questo di sangue, prelievo e 22% regionale). sistema sia a livello naziotrapianto di organi, Ci sono poi altri due nale che internazionale. cardiologia e cardiodati significativi: il La proposta che abbiamo chirurgia, neuroscien4,26% della popolafatto ai nostri soci è quella ze, terapia dei grandi zione è colpita da disadi costruire un progetto traumi, riabilitazione, bilità totale e sono in strategico di filiera che assistenza pediatrica. crescita i flussi migraagisca con politiche inteUn quadro che costitori. Tutto questo grate; questo per portare tuisce una buona base lascia presumere un a sistema e mettere in per uno sviluppo ulteaumento della domanrete la ricerca, l’istruzione, riore del settore. da di servizi e prodotti la formazione, le politiche Secondo la ricerca di collegati alla salute. per le imprese produttive Promobologna, esistoe di servizio, gli interventi Bologna è poi inserita no sul territorio alcuni infrastrutturali e scelte nel servizio sanitario cluster – come quello urbanistiche mirate. dell’Emilia-Romagna, della protesica – su cui L’obiettivo è quello di uno dei poli sanitari è possibile lavorare già rilanciare il sistema per pubblici più imporda subito per accelerartanti d’Italia. Diverse non perdere i risultati ne la crescita. A partire anche le strutture, fra positivi acquisiti dal tavolo già avviato cui cinque aziende dalla Provincia, dalle ospedaliere, un Irccs e sensibilità di tutte le una diffusa compreistituzioni e i soggetti senza di presidi ospedalieri e di locali, si potrebbe lanciare Bologna privato accreditato. Infine, è signicome la “Prostethic, orthotic and ficativa la copertura territoriale, rehabilitation valley” (“Valle dell’ortoprotesica e della riabilitazione”), come propone l’agenzia diretta da Gualtieri. E che il settore goda di buone prospettive lo confermano diverse fonti internazionali, che considerano i principali distretti europei nel settore delle scienze della vita tra le destinazioni privilegiate degli investimenti diretti esteri e di finanziamenti internazionali. Aree quali il Baden Württenberg, il South Easth England, l’Île de France, la “Medicon Valley” localizzata tra la Danimarca e la Svezia, stanno investendo cifre importanti nel settore salute. Questi territori si caratterizzano per una concentrazione di imprese, centri di ricerca e strutture sanitarie che ha accresciuto notevolmente lo sviluppo economico della filiera e del territorio stesso. Obiettivi, questi ultimi, assolutamente alla portata anche di Bologna Fabio Marangoni “ ” L’AZIENDA Mortara Rangoni, medicale hi tech n settore che prosegue negli investimenti in alta tecnologia: è questa una delle caratteristiche del comparto medicale bolognese. Lo dimostrano iniziative come quelle di Mortara Rangoni Europe, colonna europea del Gruppo Mortara, leader nel settore medicale per la produzione di apparecchiature diagnostiche ad alta tecnologia per la cardiologia e sistemi di telemedicina. Di recente, la società italo-americana, con sede a Casalecchio di Reno, ha annunciato l’introduzione nella diagnostica elettrocardiografica dello standard Dicom (Digital imaging and communication in medicine), finora riservato alle sole immagini. “Applicare un unico standard agli esami diagnostici – sottolinea Fabio Rangoni, presidente di Mortara Rangoni Europe – significa per il medico la possibilità di scambiare dati con i colleghi, di confrontare risultati provenienti da apparecchiature diverse, archiviare e ritrovare in maniera agevole e rapida i referti. Tutto questo per il medico significa, insomma, parlare una lingua comune a tutti gli altri colleghi ed operatori del settore”. Scelta delle apparecchiature più idonee, senza vincoli di marca; integrazione dei dati clinici dai vari reparti ospedalieri; semplificazione dell’infrastruttura informatica: grazie alle apparecchiature prodotte dal Gruppo Mortara (50 milioni di euro di fatturato nel mondo) con lo standard Dicom, tutto questo è possibile anche per i dati elettrocardiografici, che possono dunque essere integrati con altre immagini diagnostiche. Negli ultimi quindici anni Mortara Rangoni Europe ha sviluppato una vocazione per la telemedicina, varando dispositivi all’avanguardia che coprono varie esigenze e campi d’azione: dall’unità coronarica al reparto ospedaliero, dalla diagnosi in ambulatorio al monitoraggio domiciliare. U LUG–AGO 2006 15 di Antonio Apruzzese FOCUS Missioni, fiere e investimenti: il sistema regionale accelera verso la Cina L’Emilia-Romagna oltre la Grande muraglia L a “grande muraglia” cinese apre le sue porte all’EmiliaRomagna. Economia dei record mondiali, la Cina non finisce mai di stupire. Soprattutto per i suoi tassi di crescita sia produttiva sia della domanda, anche verso l’estero. È anche per questo che la Cina rappresenta da tempo per la Regione EmiliaRomagna un target di primo piano dove indirizzare le azioni di internazionalizzazione. La forte crescita dell’economia cinese continua a orientare su quel mercato un numero sempre crescente di imprese italiane e regionali: lo dimostrano le cifre dell’interscambio commerciale tra Emilia-Romagna e Cina (si veda box), che ora è il sesto partner commerciale regionale extra-Ue per esportazioni e il primo per importazioni. Per le aziende regionali un punto di riferimento è costituito dal Centro Servizi di Shanghai, che compie quest’anno cinque anni di attività sul territorio cinese offrendo assistenza a quasi 700 imprese regionali, di cui oltre 150 nel solo 2005 attraverso l’organizzazione di incontri business, ricerca partner, missioni imprenditoriali e l’erogazione di informazioni di primo accesso al mercato cinese. Il Centro rappresenta una straordinaria iniziativa di concertazione e raccordo Il gigante asiatico è il primo importatore e sesto partner commerciale per le esportazioni La regione in Cina Aziende italiane in Cina 1461 Aziende emiliano-romagnole 183 Percentuale su nazionale 12,5% Attività manifatturiere di società con capitale italiano 537 Province regionali più presenti BO-RE-MO-PR Fonte: Osservatorio Asia 16 LUG–AGO 2006 che vede coinvolte nella partnership di progetto, oltre alla Regione e il sistema camerale regionale, soprattutto gli enti fieristici della regione (Bologna Fiere, Rimini Fiera e Fiere di Parma) e APT Servizi attraverso la presenza nel centro di tour operator regionali. Il Centro ha ulteriormente ampliato la sua offerta di servizi a imprese e istituzioni regionali diven- tando, dal 2006, la sede operativa in Cina dell’Associazione Collegio di Cina. L’attenzione del Centro sarà pertanto anche rivolta alle esigenze delle imprese regionali che intendono avvalersi di risorse umane cinesi qualificate e da inserire all’interno di iniziative di tirocini formativi e stage presso le proprie sedi operative in Cina. LA SCHEDA Là dove il Pil corre al 10 per cento a leggera flessione (0,2%) registrata dall’economia cinese nella prima parte dello scorso anno sul 2004 non aveva ingannato gli osservatori più smaliziati. E infatti la crescita si è attestata sul 9.5%, con il settore industriale a fare da locomotore del Pil (812 miliardi di dollari, in aumento dell’11,3%), seguito dal terziario. Se qualche rallentamento si è verificato, è stato comunque in linea con gli assetti dei mercati mondiali, e il Paese asiatico cresce a velocità doppia rispetto ad altre realtà. Nella produzione industriale, per esempio, il segno positivo è stato del 16,4% che compensa i minori profitti delle imprese (-15,4% contro oltre il 40% del periodo L precedente). Anche gli altri indici sorprendono: dall’inflazione (anch’essa in diminuzione, sul 2,3%) all’occupazione, dove sono stati creati 5,9 milioni di nuovi posti di lavoro. Nel periodo in esame, secondo le stime dell’Ice, l’interscambio commerciale è stato di 645 miliardi di dollari: qui la crescita è stata di oltre 23% con un saldo attivo di poco inferiore ai 40 miliardi di dollari. Ma l’export avanza su valori doppi rispetto all’import, complice la contrazione verso il mercato interno di materie prime ferrose e prodotti energetici. Dalla Cina verso altri Paesi escono soprattutto (93%) prodotti manufatti, con il comparto dei macchinari >> “In questi anni i contatti delle nostre aziende verso la Cina sono cresciuti in modo esponenziale. Altro discorso è se questo interesse si sia tradotto o meno in numeri”, dice Alberto Forchielli, presidente di Osservatorio Asia, associazione che riunisce mondo accademico e imprenditoriale per favorire la conoscenza del fenomeno asiatico. “La Cina vuole materie prime e tecnologie importanti e noi non ne disponiamo in misura significativa. E poi investiamo poco: un quinto della Germania e un terzo della Francia. L’Emilia-Romagna, però, dovrebbe tenere le posizioni, grazie all’industria meccanica” . È un tasto dolente quello degli investimenti italiani in Cina. Ma è proprio per superare questa difficoltà che si muove il Fondo Mandarin Capital Partners, sostenuto da San Paolo Imi con un terzo del capitale (250 milioni di euro), all’interno del quale sono presenti varie società tra cui Ssg, con sede in Italia (anche a Imola) oltre che in Asia. Il Fondo è uno strumento a doppio canale: non solo per aziende italiane che puntano all’Asia, assicurando loro un’operatività che altrimenti non potrebbero avere, ma anche per le imprese cinesi che vogliono investire nel Belpaese, delle quali il Fondo potrebbe orientare e dirigere i capitali. Gli operatori economici regionali sono sempre più sensibili al tema della ricerca di professionalità da impiegare in unità commerciali e produttive sul mercato asiatico. a fare la parte del leone come voce merceologica. Se rapportiamo l’intescambio all’Italia, il disavanzo commerciale del Belpaese verso la Cina è stato di quasi 4 mila milioni di dollari, in aumento del 40%. Nel complesso sono circa 700 le imprese italiane in Cina. I tre quarti degli investimenti sono riconducibili a grandi gruppi e solo il 10% sono Pmi. Aziende italiane sono attive in 25 province (su 31), anche se il 75% degli investimenti riguarda solo cinque province, tutte sulla fascia costiera. Sono necessarie – è il giudizio dell’Ice strategie di internazionalizzazione con la realizzazione di capitalizzazioni produttive e di assemblaggio che consentono di operare nel mercato interno e a prezzi competitivi. L’INTERVISTA Le priorità della strategia regionale secondo Campagnoli “Aumentare il nostro know how in commercio internazionale” “ La piena affermazione del sistemaregione nel più ampio scenario del commercio mondiale è la sfida da affrontare, e non le relazioni commerciali con la Cina, il cui peso economico nel nuovo contesto internazionale ha fatto, anzi, scoprire più rapidamente gli effetti della globalizzazione. Con la Cina ci sono tutte le condizioni per parlare di opportunità, ma occorrono regole internazionali che devono essere osservate anche dal gigante asiatico". Per l’assessore regionale alle Attività produttive, Duccio Campagnoli, le nostre imprese devono dunque stare su quel mercato e portare a casa risultati. “I problemi commerciali esistono, l’Unione Europea dovrà farsi valere sul piano della reciprocità. Dal canto nostro, chiediamo una maggiore attenzione alla realtà delle piccole e medie imprese, cosa che in parte già sta avvenendo. La richiesta che ci proviene è di sicurezza e di garanzie”. Sul piano degli scambi, dove è possibile intervenire? Occorre incrementare l’export, portando verso quel mercato impianti, tecnologie e investimenti pregiati e, soprattutto, il nostro made in Italy. Oltre alla meccanica, si possono esplorare anche altri settori, come l’agroalimentare, rispetto al quale si è sbloccata la questione delle esportazioni del prosciutto. In particolare, credo che sia stata una debolezza la rinuncia delle imprese del comparto ceramico a “combattere” direttamente sul mercato cinese. Se avessimo fatto valere i nostri materiali avanzati, avremmo potuto partecipare alla costruzione delle nuove città cinesi. Qual è l’atteggiamento dei nostri imprenditori verso quel mercato? Sono attivi, come dimostrano i dati dell’interscambio; cercano di capire il contesto e fiutare il terreno. La Cina è un partner ideale per l'Emilia-Romagna, con forte sviluppo industriale e, dunque, bisognoso di servizi per il territorio e l’ambiente e di tecnologie, soprattutto del costruire. Ho constatato una grande crescita soprattutto nell’area di Shanghai, dove si sono insediate una trentina di imprese produttive e di servizi. Naturalmente si può fare di più, ma la sensazione è che gli imprenditori hanno compreso che in Cina occorre andarci e fare sul serio perché quello è il grande mercato del futuro. Sarebbe come non occuparci dell’America nel ’600 o degli Stati Uniti nel Dopoguerra. L’iniziativa su cui puntate di più? Il Forum permanente della cooperazione: è un'esperienza originale, all'interno del Collegio di Cina, per aumentare la conoscenza reciproca dei sistemi industriali e le rispettive opportunità. Per le imprese che vogliono capire e saggiare possibilità e spazi di manovra, questo è un punto fondamentale soprattutto perché scontiamo una forte barriera, quella linguistica, che ostacola il rapporto con i tecnici a cui è chiesto un sostegno a progetti e azioni. In Emilia-Romagna abbiamo moltissimi esperti in nuove tecnologie, ma dobbiamo alzare di molto il know how per quanto riguarda la capacità di stare nel commercio internazionale. È qui che dobbiamo indirizzare la formazione, ai diversi livelli” LUG–AGO 2006 17 FOCUS Import-export Emilia Romagna - Emilia-Romagna, Cina 1999-2005 Import-export 1999–2005 (dal 1999 al 2005: export = + 111,5% import: = + 172,6%) 1.400.000.000 1.200.897.327 1.200.000.000 Alberto Forchielli presidente Osservatorio Asia 1.046.848.175 “ 1.000.000.000 768.074.694 670.598.348 800.000.000 635.580.091 618.351.677 600.000.000 544.504.290 511.713.810 440.584.383 422.075.925 397.988.823 377.358.966 338.187.878 400.000.000 257.462.374 200.000.000 0 1999 import dalla Cina 2000 2001 2002 2003 export vs Cina 2004 2005 In questi anni i contatti delle nostre aziende verso la Cina sono cresciuti in modo esponenziale. Altro discorso è se questo interesse si sia tradotto o meno in numeri. La Cina vuole materie prime e tecnologie importanti e noi non ne disponiamo in misura significativa. E poi investiamo poco: un quinto della Germania e un terzo della Francia. L’Emilia-Romagna, però, dovrebbe tenere le posizioni, grazie all’industria meccanica (Fonte Istat) L’Associazione Collegio di Cina, che ha lo scopo di promuovere la formazione di studenti cinesi di alto profilo indirizzandoli verso corsi di laurea specialistici in Italia, ha promosso un bando per 15 borse di studio per la frequenza di stage nelle aziende emiliano-romagnole nella primavera del 2007. Sulla promozione delle relazioni industriali tra Italia e Cina avrà inizio in autunno l’offerta formativa e di approfondimento tematico, che riguarderà aspetti tecnici delle relazioni economiche, proposta dal Forum permanente per la collaborazione industriale tra Italia e Cina (di cui parliamo in un’altra sezione). “Con i suoi 1,3 miliardi di abitanti, un centinaio di milioni dei quali con capacità di spesa di poco inferiori ai consumatori occidentali, il mercato cinese va considerato strategico anche per la filiera agroalimentare del nostro Paese”, ha spiegato Ugo Girardi, segretario generale di Unioncamere regionale, che con le Camere di Ferrara, Modena, Parma, Forlì-Cesena, ha sostenuto un progetto di promozione dell’ agroalimentare “Sapori d’Italia in Cina 2”. Maturata nell’ambito di un’intesa operativa nazionale tra sistema ” camerale, Ice e ministero dello Sviluppo economico, l’iniziativa ha portato a maggio nelle quattro province alcuni giornalisti cinesi, poi 8 aziende emiliano-romagnole hanno partecipato ad un evento a Qindao ed alla fiera Sial a Shanghai. In luglio una missione multisettoriale, promossa da Unioncamere regionale e nazionale ha coinvolto 23 aziende, di cui 5 emiliano-romagnole a Pechino e Canton, con il supporto delle Camere di Modena (con Promec), Rimini e Forlì-Cesena. E proprio sull’agroalimentare, il confronto con il mercato cinese non è stato privo di IL PUNTO La meccanica e l’elettronica sono i settori industriali più presenti Export regionale, un balzo del 20% l’anno el 2005 sono state censite in Cina 183 aziende emilianoromagnole, pari al 12,5% del totale, una stima di Confindustria regionale su dati dell’Osservatorio Asia. Una presenza che, però, va ritoccata verso l’alto dato che le “case madri” contano spesso più location produttive. In ogni caso, è il terzo miglior risultato su scala nazionale, dopo Lombardia (450 imprese, 30,8% del dato nazionale) e Veneto (197, pari al 13,5%).Balzo in avanti anche nell’import-export: dal 1999 al 2005 l’export regionale è aumentato del 111,5%, mentre le importazioni hanno segnato un + 172,6%. Bologna, Reggio Emilia, Modena e Parma le province più operative in Cina. Per quanto concerne gli investimenti, tra il 2003 e il 2005 hanno superato i 26 milioni di N 18 LUG–AGO 2006 euro, cinque volte in più rispetto al triennio precedente. L’Emilia-Romagna partecipa attivamente all’industrializzazione del mercato cinese, vendendo soprattutto macchine strumentali e attrezzature elettriche ed elettroniche. Un caso per tutti è quello della centese Vm, che monterà i propri motori diesel sulle auto della Jiangling Motor Company Group con un investimento di 89 milioni di euro. Anche la reggiana Comer Industries, leader nella progettazione e nella produzione di sistemi avanzati destinati ai costruttori di macchine agricole e industriali (ricavi di oltre 207 milioni di euro nel 2005), ha in programma di testare il mercato cinese attraverso una nuova consorziata estera per la distribuzione e la vendita. L’azienda è tra quelle che ha preso parte alla missio- LE INIZIATIVE La Regione è partner delle nuove rassegne Fiere regionali, obiettivo Cina a terza edizione della “China Small and Medium Enterprises Fair” (Csmef) di Canton, in programma dal 15 al 18 settembre, è l’evento di maggior rilievo nel quadro delle manifestazione per l’"Anno dell’Italia in Cina". È solo un esempio dello sforzo prodotto dal nostro sistema fieristico nel Paese asiatico. A Canton, la Regione avrà un padiglione per presentare il suo modello di sviluppo economico. Dopo l’Expò Build China dell’aprile scorso, vetrina del settore delle costruzioni, organizzata da Bologna Fiere in collaborazione con Federlegno-Arredo sempre a Shanghai (27-30 giugno) su impulso di Rimini Fiera, si è svolta la seconda edizione di Ecomondo China, collettiva di aziende sulle opportunità di business nel comparto ambientale, importante banco di prova in vista delle grandi opere programmate per Pechino 2008 e l’Expò di Shanghai 2010. Durante l’estate si concentreranno le iniziative nel campo della formazione con la promozione in Cina dell’attività dell’Associazione Collegio di Cina, fondata nell’ottobre 2005 tra Regione Emilia-Romagna, Università di Bologna, Comune e Provincia di Bologna e le principali associazioni economiche del territorio regionale. Nel mese di luglio, in particolare, l’associazione effettuerà la prima preselezione dei candidati cinesi per l’assegnazione delle borse di studio per favorire l’iscrizione ai corsi di laurea offerti dall’Università di Bologna. L qualche asprezza negli ultimi anni. Ma di recente un’importante battaglia è stata vinta: il caso del pomodoro, che vede l’Emilia Romagna al terzo posto nella produzione nazionale con 1,6 milioni di tonnellate. Dalla Cina sono arrivati in Italia ben cento milioni di chili di concentrato nel 2005 destinato a essere “mischiato” con quello italiano. Con la nuova normativa (in vigore dallo scorso 15 giugno) sarà finalmente possibile riconoscere la vera passata italiana grazie all’obbligatorietà di indicare in etichetta la provenienza del pomodoro utilizzato ne di Shanghai del marzo scorso, nell’ambito del progetto “China Mec”, promosso dal Club meccanotronica degli industriali di Reggio Emilia e Confindustria regionale, finanziato dalla Regione con il contributo di Capitalia. Lo scopo dell’iniziativa è rafforzare gli scambi commerciali di nove Pmi e sette grandi imprese, tra cui Bell, Brevini Riduttori e Corghi. Alle spalle del comparto meccanico (che rappresenta oltre i tre quarti dell’export), le altre voci merceologiche sono polverizzate e, di fatto, poco significative. Dal canto loro, invece, i produttori cinesi puntano sulla diversificazione dei prodotti, anche in comparti che da sempre sono all’avanguardia dell’export regionale: è il caso del tessile e dei mezzi di trasporto. In prospettiva potrebbero aprirsi interessanti spazi nel settore ceramico: uno studio commissionato da Assopiastrelle a Osservatorio Asia ha stimato il mercato sui 2,5 miliardi di metri quadrati (mq) di piastrelle, con un segmento aggredibile da L’associazione è affiancata su temi più direttamente connessi con le esigenze del sistema produttivo (ricerca, formazione, cultura e sviluppo d’impresa) dal Forum Permanente per la Collaborazione Industriale fra Italia e Cina. Per l'autunno sono in calendario sessioni di formazione su tematiche specifiche, seminari, workshop e conferenze settoriali, nonché la possibilità per le imprese regionali di ospitare studenti e tecnici cinesi per stage e tirocini formativi. A fine anno (23-25 novembre), avrà luogo a Shanghai la prima edizione di CibusVinitaly, concept che combina la promozione del cibo, del vino italiano e del turismo per la valorizzazione dell'Italian way of life in Cina. L’organizzazione è di Fiere di Parma, Verona Fiere, Federalimentare, Ice, con il contributo delle Regioni Emilia-Romagna e Veneto, ministero Attività produttive. Dal 31 gennaio al 3 febbraio 2007, infine, si inaugurerà “Progetto Wellness: Cosmoprof Shanghai”, la nuova manifestazione del polo Cosmoprof, organizzata da Bologna Fiere e da Cmp Asia, in collaborazione con Ice-Ministero e Rimini Fiera. Appuntamento strategico, visto che cosmesi e fitness rappresentano i due principali macro-settori del wellness, di cui l'Emilia-Romagna detiene la leadership a livello internazionale L’Emilia-Romagna partecipa ad iniziative anche nel campo della formazione parte della produzione made in Italy di 20-30 milioni di mq: solo in minima parte, infatti, la ceramica cinese è di buon livello e quindi incontra i gusti dei consumatori locali ed esteri. Tra le aree economiche cinesi, dove si concentra maggiormente la presenza dell’industria emiliano-romagnola, vi è la regione di Shanghai, dove sono oltre 30 le imprese regionali già insediate e altre sono quelle che si apprestano ad aprire nuovi stabilimenti. Non si tratta di delocalizzazioni, ma di veri e propri investimenti, soprattutto nel settore meccanico, finalizzati alla penetrazione nel vastissimo e dinamicissimo mercato cinese. Ecco i nomi: Annovi Riverberi, Arcotronics Nissei Group, Bonfiglioli, Brevini Riduttori, Comer Industries, FAAC, Globe International, IMA, Italcamel, Italia Salumi, Landini, Larus Viaggi, Magneti Marelli, Marposs, New Holland, Nuovo Mondo International, Rossi Motoriduttori, Sacmi, Sampsistemi, Sea Utensili Diamantati, Spal, Starlite, System, Teddy, Vortex Hydra, Wam LUG–AGO 2006 19 Pubb Internazionalizzazione al centro di una ricerca su mille imprese emiliano-romagnole Export, da Unioncamere una bussola per le Pmi L’ Emilia-Romagna spinge l’acceleratore delle esportazioni. Dopo aver chiuso il 2005 con un aumento dell’export a livelli quasi doppi della media nazionale (7,7% contro 4%), l’economia regionale ha proseguito anche nel 2006 la sua corsa sui mercati internazionali, facendo segnare nei primi tre mesi dell’anno un +9,5% di vendite estere. Un trend sostenuto che vede in prima fila 13 mila imprese esportatrici, pari al 2,7 % del totale regionale. Tuttavia il dato è ancora inferiore alla media nazionale (3,1%), e riguarda soprattutto le aziende di maggiori dimensioni: sono ancora troppo poche le piccole e medie imprese presenti sui mercati mondiali. È quanto emerge dall’indagine “Percorsi di internazionalizzazione delle imprese dell’Emilia-Romagna”, realizzata da Unioncamere EmiliaRomagna con il contributo delle nove Camere di Commercio. E proprio le possibili strategie di sviluppo nell’affrontare i mercati esteri, focalizzando gli interventi a supporto all’internazionalizzazione sulla base delle nuove problematiche indicate dalle imprese, sono gli obiettivi della ricerca. “L’indagine vuole ricostruire lo stato dell’arte rispetto alle possibilità offerte dalla crescente apertura dei mercati internazionali – spiega il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Andrea Zanlari –. L’analisi dei fabbisogni delle imprese resta un elemento fondamentale di conoscenza su cui devono incentrarsi le strategie di accompagnamento delle aziende. Il sistema camerale anche in EmiliaRomagna vuole esercitare un ruolo di collegamento da un lato con le imprese, rappresentate dalle associazioni, e dall’altro con le istituzioni che assolvono un compito di governo del territorio. Si tratta di intensificare i servizi esistenti, coordinarli, avviarne di nuovi, e ricercare maggiori sinergie per incrementare le potenzialità delle imprese emiliano-romagnole all’estero”. Lo studio è stato condotto in due fasi: prima attraverso interviste telefoniche a un campione di 1000 imprese esportatrici, quindi con un approfondimento realizzato con interviste dirette a un numero selezionato di aziende per provincia. Dall’indagine emerge che in EmiliaRomagna, poco più del 20% di imprese manifatturiere esporta, a indicare come l’attività di commercio con l’estero sia praticata da un numero ancora contenuto di imprese e limitata soprattutto a quelle di più grandi dimensioni. Nel 2005, il 44% delle società con oltre 50 addetti ha incrementato il proprio volume d’affari all’estero. Oltre due terzi del fatturato export dell’Emilia-Romagna è realizzato da poco più del 16% delle imprese esportatrici, indice di una forte concentrazione dell’attività commerciale. Il salto di qualità può essere possibile, sia aiutando le imprese più strutturate a consolidare le loro posizioni sui mercati esteri, sia stimolando quelle più piccole a una maggiore partecipazione, anche attraverso forme di aggregazione e alleanze attraverso le quali elevare la competitività pur senza raggiungere una dimensione elevata. Per quanto riguarda i mercati di riferimento, l’Unione europea assorbe oltre la metà delle produzioni dirette all’estero. La Francia rappresenta quello principale, con il 50 %, seguita dalla Germania con il 46 %. Emergenti sono Spagna, Turchia e Russia. Ancora inesplorato il mercato cinese, dove le aziende che esportano sono meno del 4,2 % del totale. Un quarto delle aziende esportatrici commercializza con al massimo due Paesi, mentre la metà si orienta verso almeno sei mercati di riferimento differenti. Tra le imprese più piccole, solo il 16% presenta un portafoglio export di Giuseppe Sangiorgi >> ANALISI La strategia: stimolare forme di aggregazione per elevare la competitività LUG–AGO 2006 Un momento della presentazione dell’indagine sull’export regionale 21 ANALISI composto da almeno dieci Paesi, quota che raggiunge il 70% per le grandi imprese: la prossimità geografica gioca un ruolo determinante e la dimensione diventa quindi leva decisiva per affrontare Paesi meno accessibili. Ecco allora la necessità di offrire un ventaglio diversificato di servizi che tenga conto sia del ciclo di vita del- Le imprese che esportano Dimensione medie 24,7% grandi 16,4% piccole 58,9% Fatturato piccole 11,9% medie 19,7% Fonte: Unioncamere Emilia-Romagna grandi 68,4% IL PUNTO Andrea Zanlari, presidente l’impresa sia della filiemix di strumentazioni, Unioncamere regionale ra e del contesto territosviluppando sia un’ofriale di riferimento, al ferta integrata sia fine di accompagnare Il sistema camerale un’attività di accompal’operatore non solo nei anche in Emiliagnamento personalizprimi passi verso l’esteRomagna vuole esercitare zata sulle diversificate ro ma anche nei percorun ruolo di collegamento esigenze degli operatori si di internazionalizzada un lato con le imprese, e dei sistemi territoriazione più impegnativi, rappresentate dalle li di imprese, ha riceoffrendo consulenza e associazioni, e dall’altro vuto una spinta dalla assistenza mirata per con le istituzioni che sottoscrizione, nel penetrare i mercati più assolvono un compito dicembre 2005, dell’ difficili. di governo del territorio. Accordo operativo tra “Prendendo a riferiSi tratta di intensificare Regione e Unioncamemento la stella polare i servizi esistenti, re Emilia-Romagna che rappresentata dalle esicoordinarli, avviarne ha sancito il ruolo delle genze di competitività di nuovi, e ricercare Camere di Commercio delle imprese, il sistemaggiori sinergie come articolazione proma camerale ha semper incrementare le vinciale dello sportello pre ricercato la collapotenzialità delle imprese regionale per l’internaborazione con altri emiliano-romagnole zionalizzazione. all’estero soggetti istituzionali e L’Accordo integra le associativi – spiega precedenti intese tra la Alberto Mantovani, Regione e il Ministero vice presidente Uniondel Commercio intercamere Emilia-Romagna – al fine di nazionale, l’Ice, la Sace e Simest ed contribuire a costruire una rete è aperto alle collaborazioni delle integrata di servizi di informazione, associazioni di categoria e delle banassistenza tecnica ed orientamento ai che. Anche il successivo Accordo mercati. E ciò con la chiara visione quadro siglato nello scorso aprile da di un disegno comune nel cui ambiRegione e Unioncamere Emiliato ogni soggetto coinvolto offra uno Romagna conferma e potenzia la specifico apporto, sulla base della ricerca di collaborazioni ad ampio propria peculiare identità e missioraggio per costruire una nuova fase ne”. di sviluppo. L’esigenza di sviluppare servizi di “L’obiettivo dell’indagine sui fabbibase di qualità avvalendosi di un sogni di servizi per l’internazionalizzazione è progettare insieme agli altri attori pubblici e associativi un insieme articolato di interventi partendo dalle diversificate esigenze degli operatori – conclude Ugo Girardi, segretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna. Rilanciare su grande scala esperienze innovative come il manager tem(13,5%) e Stati Uniti (10,5%) sono i principali poraneo per l’export può diventare Paesi nei quali sono stati aperti stabilimenti. un terreno prioritario di collaboraNel 2006, un terzo delle imprese intervistate zione tra sistema camerale e assoprevede di affrontare nuovi mercati e sono ciazioni di categoria. Vanno in altre quelle di dimensioni maggiori a mostrare una parole concordati itinerari comuni maggiore volontà di ampliare il proprio portafoper coagulare coalizioni territoriali glio export. Sia in mercati tradizionali come al fine di elevare la competitività Germania e Stati Uniti, sia in quelli meno condelle imprese. Le Camere di comvenzionali come Russia, Cina, Bulgaria, Polonia mercio, con le loro ramificazioni e Romania. Il dato significa però che due impresul territorio, possono insieme alle se su tre non hanno intenzioni di investire su associazioni proporsi come una nuovi mercati: una scelta che, mentre il contesorta di “medico di base” per indisto internazionale sta mutando profondamente, rizzare le imprese verso le soluzioni potrebbe rivelarsi rischiosa specialistiche più adeguate” All’estero in partnership è meglio Il 25% delle aziende stringe accordi con società straniere empre più partnership e joint venture con società estere. È questa la strategia seguita sui mercati internazionali dalle imprese emiliano-romagnole, che tendono a proporsi attraverso accordi con aziende estere: un quarto lo ha già fatto e tra quelle che ne sono prive, il 39% prevede di compierlo nel 2006. Nella maggior parte dei casi le partnership sono legate alla commercializzazione, come evidenzia la ricerca di Unioncamere regionale. La delocalizzazione, cioè l’apertura di stabilimenti produttivi fuori dai confini nazionali, riguarda per ora il 2,6% delle imprese esportatrici, ma il 4% prevede di farlo nel 2006. Romania (26,2%), Cina S 22 LUG–AGO 2006 “ ” LUG-AGO 2006 23 Pubb >> di Deborah Dirani STORIE Masotti e Borgomanero, le famiglie che controllano il gruppo La Perla Gli artisti dell’intimo che parlano bolognese N egli anni ’80, quelli del lusso sopra ogni altra cosa, la sua lingerie, i suoi costumi e le sue camice da notte, preziose come gioielli, erano il simbolo di una classe senza pari. Un intimo famoso, allora e adesso, in tutto il mondo occidentale e, c’è da scommetterci, nell’armadio di ogni diva, da Hollywood a Cinecittà, si può trovare un capo a marchio La Perla. E quindi made in Bologna. La storia di questo gruppo però risale a molto tempo prima: e precisamente negli anni ’50, quando si incontrano due persone eccezionali, diverse e per questo perfettamente compatibili. Da una parte c’è una modista di busti, Ada Masotti, dall’altra Ubaldo Borgomanero. Lei, la signora Masotti, è una creativa, conosce i gusti delle donne e sa come renderle attraenti anche sotto il vestito, con bustini e reggiseni preziosi. Lui, Borgomanero, si è fermato in Emilia per amore, e ha iniziato a lavorare come rappresentante di commercio: è bravo, rac- conta Paolo uno dei suoi tre figli, tanto che il titolare dell’azienda di cui è dipendente gli affida incarichi e ruoli sempre più importanti. Borgomanero è sempre in giro e proprio così incontra la signora Masotti. Nasce il sodalizio e, lentamente la fama di un gruppo destinato, negli anni Ottanta, a essere ai primi posti delle aziende del settore per redditività. Un passo alla volta, però. Gli anni ’60 vedono un primo sviluppo del marchio e l’entrata in azienda di Alberto Masotti, figlio di Ada che, dopo aver conseguito una laurea in medicina, decide di dedicarsi completamente all’azienda di famiglia, fino ad arrivare alla carica di presidente, incarico che ricopre tuttora. A lui si affiancano la moglie Olga, prima stilista delle linee di moda mare e oggi supervisor della collezione La Perla Prêt-à-porter, e la figlia Anna, membro del consiglio di amministrazione e responsabile comunicazione. Anna Masotti, che rappresenta la terza generazione del mondo La Perla, si occupa anche di una serie di iniziative speciali che vanno dall’organizzazione di eventi e mostre fotografiche fino all’esplorazione di nuovi ambiti di intervento. Dalla parte dei Borgomanero, invece, fanno il loro ingresso in azienda i tre figli di Ubaldo: Paolo, che lascia il gruppo nel 1992 per dedicarsi ad altri progetti, Daniele, ancora oggi presente nel Cda, pur con una quota che non è più quella di un tempo, e Manu, così la chiamano i suoi fratelli, che si è occupata della linea per bambini. Dopo il successo planetario degli anni dell’edonismo più sfrenato, in cui la seduzione giocava molto su quanto le donne sapevano (o potevano) indossare nell’intimo, lentamente il sodalizio tra le due famiglie si scioglie e, allo stato attuale, la quota azionaria di maggioranza è detenuta dai discendenti di Ada Masotti. Da tempo leader mondiale, il successo arriva con la corsa all’edonismo anni ’80 LUG–AGO 2006 25 STORIE Si arriva così alla storia recente, ai giorni nostri. Il gruppo La Perla, che nel 2004 ha celebrato i suoi primi cinquanta anni di attività, ha progressivamente allargato il suo sguardo indirizzando la produzione in diversi settori merceologici, collocandosi sulla fascia più alta del mercato e puntando a una diversificazione delle proprie proposte attraverso una molteplicità di marchi. La Perla, marchio top class che continua a vantare un prestigio e una notorietà ben oltre i confini nazionali, propone una molteplicità di collezioni che spaziano dall’underwear alla lingerie da notte, dal beachwear all’abbigliamento. Non solo alta moda però, perché da qualche tempo è nato anche il marchio La Perla Prêt-a-porter. Se il “sotto”, dunque, è ormai a posto è ora di pensare al “sopra”: è così che, nell’ambito dell’abbigliamento femminile, viene prodotta anche la linea Marvel Eveningwear. Ubaldo Borgomanero fondatore di La Perla con la figlia Anna IL PERSONAGGIO Il figlio del fondatore del gruppo si dedica al rilancio di brand internazionali Borgomanero e la passione dei profumi na passione per i profumi, una passione, più in generale, per tutto ciò che è di classe, di grande gusto e ha una storia da raccontare, da recuperare. Paolo Borgomanero è l'uomo che sta dietro il successo di un marchio che, per un decennio, è stato uno dei massimi simboli del lusso: Acqua di Parma. “È iniziato tutto quasi per gioco – racconta ora, dopo la cessione nel 2003 del brand a Bernard Arnaud, ovvero “monsieur” Louis Vuitton – perché volevo rilanciare quel profumo, che era stato il profumo di mio padre, e che era ormai diventato introvabile”. Così ne parla con i suoi due amici di sempre: Luca Cordero di Montezemolo e Diego Della Valle. I tre si uniscono, rilevano Acqua di Parma e creano un mito. Non c'è boutique, o profumeria di un certo livello, che non abbia esposta sui suoi scaffali la confezione gialla, su cui campeggia una semplice etichetta bianca con la scritta nera, del profumo, ormai destinato a diventare un must. La storia di Acqua di Parma, targata Borgomanero, Della Valle e Montezemolo, dura 10 anni: dal 1993 al U 26 LUG–AGO 2006 2003. Dieci anni eccezionali, dieci anni di successi. E poi, nell'estate di tre anni fa l'annuncio: Acqua di Parma diventa francese, va in mano ad Arnaud, aggiungendosi così agli altri marchi che l’imprenditore francese ha accumulato negli anni (Mont Blanc e Veuve Cliquot, solo per citarne un paio). Borgomanero però non si ferma, inizia a importare dagli Stati Uniti, suo Paese d'adozione, visto che passa a Miami diversi mesi all'anno, abiti da lavoro col marchio Smith's. Nel presente di Paolo Borgomanero c'è un nuovo “vecchio” profumo made in Usa che in Italia è arrivato col nome di “The Party”. Lo ha scoperto per caso, perché si tratta di un'essenza ormai quasi dimenticata Oltreoceano. Ora questo nuovo profumo, destinato – e c'è da scommetterci – a un grande successo, inizia a farsi strada sempre in quelle profumerie, selezionatissime, che vennero scelte 13 anni fa anche per Acqua di Parma. La storia continua – e mai come in questo caso la metafora pare azzeccata! –, lasciandosi dietro una distinguibilissima scia profumata CINQUE DOMANDE di Giuseppe Sangiorgi La Perla Studio, Malizia, Occhiverdi, marchi storici e consolidati del gruppo, continuano a essere riconoscibili nella produzione di collezioni underwear, nightwear e beachwear. Solo underwear, invece, per La Perla Glamour e La Perla Black Label, una linea, quest’ultima definita dalla casa bolognese come “sexy-chic”, con un mix di trasgressione e ironia. E poi, vista la stagione estiva, non si può non ricordare altre collezioni e marchi del gruppo emiliano, come i costumi da bagno delle linee Annaclub, Oceano e Aquasuit. Se si pensa che tutto è partito da un laboratorio di busti – e vaglielo a spiegare alle nuove generazioni che cos’erano quei capolavori di ingegneria che sostenevano e modellavano le curve di procaci signore! –non si può far altro che rimanere sbalorditi davanti a quello che oggi è un colosso di pizzi e tessuti preziosi capaci di rendere bellissima ogni donna Giuseppe Parenti, presidente della Camera di Piacenza “Il rilancio? Più aziende grandi per stimolare anche quelle piccole” a superato il traguardo dei 40 anni come imprenditore, con lo stesso entusiasmo degli inizi di una carriera professionale, in parte mettendosi al servizio dell’economia del territorio. Prima, per sei anni alla guida della locale Associazione industriali, e da un biennio della Camera di Commercio di Piacenza. Un impegno appassionato, quello di Giuseppe Parenti, premiato con l’onorificenza di Cavaliere del lavoro. Presidente, cosa significa questo riconoscimento? “È gratificante per il lavoro svolto. Lo considero un punto di partenza per la mia attività aziendale e per il ruolo istituzionale di servizio alla collettività”. L’economia piacentina vanta peculiarità importanti, ma accusa qualche ritardo rispetto alla media regionale. Come cambiare? “Il modello basato sulla Pmi manifatturiere sta segnando una fase di stasi. Regge la meccanica soprattutto grazie all’esportazione. Soffre l’artigianato e accusa difficoltà l’agricoltura. Questo deve farci meditare e cercare stimoli. Il futuro va affrontato guardando avanti, lavorando sodo per rendere più competitivo il territorio, facendo squadra con uno sforzo coordinato di tutti gli attori, e compattezza sui problemi. C’è ancora voglia di fare impresa sul territorio, ma la piccola dimensione funziona se si hanno anche grandi aziende. Per favorire ciò, si può pensare a convenzionare ad un prezzo adeguato aree destinate all’insediamento di imprese manifatturiere ad alto valore aggiunto. Per invertire un trend che vede ancora le importazioni superare le esportazioni nella nostra provincia, si può ancora puntare di più, per esempio nell’agroalimentare, sulla qualità riconosciuta dei nostri prodotti. La Camera ha H aperto un bando per un marchio unico per tutti i prodotti certificati della provincia in modo da riuscire a fare massa critica nella comunicazione di queste eccellenze”. Le infrastrutture sono tra gli aspetti di attrazione degli investimenti in un territorio... “Secondo dati dell’Istituto Tagliacarne, a Piacenza rete stradale e ferroviaria sono sopra la media nazionale, la vicinanza agli aereoporti gioca a favore, la dotazione di impianti e reti energetico ambientali risponde alla domanda potenziale. Punti deboli sono invece le infrastrutture per telefonia e telematica. È necessario impegnarsi ancora perché un territorio è competitivo se ha infrastrutture moderne: con il venir meno dei fondi pubblici, occorre utilizzare risorse private attraverso lo strumento del project financing”. Per infrastrutture si intendono anche quelle sociali: come sta Piacenza da questo punto di vista? “Dall’indagine, le strutture culturali, ricreative, per l’istruzione e sanitarie risultano inferiori alla media regionali. La sanità non è di competenza delle Camere di Commercio, in cui peraltro sono rappresentati i consumatori, quindi gli utenti, ma è un aspetto centrale. I dati del Tagliacarne si basano su valori per stanziamenti fatti prima del 2004: i piacentini possono essere tranquilli per l’alta qualità del servizio sanitario erogato, il problema è di quantità. Questo chiude il cerchio: per innalzare il livello di benessere complessivo a cui tutti aspiriamo, occorre rafforzare il sistema economico, renderlo capace di produrre occupazione e reddito, migliorando il contesto in cui si muovono le imprese. L’aumento della ricchezza diffusa significa incrementare gli investimenti in campo sociale, culturale e assistenziale”. Una leva fondamentale per crescere è la conoscenza... “ Un ambiente come quello di Piacenza dove esistono università quali Cattolica e Politecnico, prossime al territorio e centri di ricerca, rappresenta un contesto ideale per avvicinare le imprese. La Camera di Commercio sta dando un apporto per la nascita di uno sportello ricerca presso l’Università Cattolica per favorire il dialogo tra imprenditori e ricercatori e il trasferimento di competenze e tecnologie, collaborazioni su temi, finanziamenti per progetti comuni. Nella ricerca bisogna investire, ma anche misurare i risultati per le imprese. Così, per ogni finanziamento, la Camera di Commercio chiede un report sui risultati di ricaduta sulle imprese sul territorio ” LUG–AGO 2006 27 Pubb 28 LUG–AGO 2006 Pubb di Thomas Foschini SETTORI Tutti i numeri da record del gruppo cesenate, leader mondiale di settore Trevi, le fondamenta del business globale U n portafoglio ordini da record di 578 milioni di euro, saliti del 53% in un solo esercizio. Poi, debiti finanziari netti in calo del 12% e un fatturato in crescita del 92,5. Sono i numeri del gruppo Trevi di Cesena, una delle imprese leader a livello mondiale nelle perforazioni e nella costruzione e consolidamento di fondamenta, che è quotata alla Borsa di Milano. E proprio dai listini, recentemente, sono arrivate nuove perfomance record di questo titolo tutto romagnolo. A cominciare dalla chiusura dell’anno scorso, quando “le Trevi” sono risultate il miglior titolo di Borsa avendo segnato un +245 per cento. Per arrivare poi alla prima trimestrale 2006, quando l’Ebit (+373,5%) ha raggiunto i 16,1 milioni di euro e l’Ebitda (+192,9%) si è attestato a quota 24,6. Potrà continuare a questi ritmi la corsa del titolo? Le previsioni borsistiche vanno lasciate “agli analisti e agli esperti di mercati finanziari”, ha dichiarato il presidente del gruppo Davide Trevisani. “Noi – ha precisato – ci limitiamo a fare il nostro mestiere meglio che possiamo: perforare e fare le fondazioni”. Un mestiere che evidentemente a Cesena sanno fare bene, se l’utile netto di Trevi è balzato tra il 2004 e il 2005 da 2,6 a 12,8 milioni e l’assemblea ordinaria, approvando i conti 2005, ha staccato il 10 luglio un dividendo di 0,025 euro: +67% sul 2004. Quindi sonni tranquilli, per gli investitori, visto anche che Trevi ha commesse in opera per milioni di euro. Qualche esempio: settembre 2005, il gruppo acquisisce la più grande commessa della Ordini per oltre mezzo miliardo con commesse in tutto il mondo E il titolo vola 30 LUG–AGO 2006 sua storia, consolidare le fondamenta della diga di Tuttle Creek, vicino a Kansas City. Committente, il genio militare delle forze armate americane. Lavori fino al 2012, incassi per 200 milioni di dollari. Sull’altro fronte delle attività di Trevi, la perforazione, in marzo di quest’anno le ultime due importanti commesse: tramite la controllata Petreven Ute (Argentina) l’azienda di Cesena fornirà per tre anni alla Chevron San Jorge servizi di perforazione petrolifera per 16,1 milioni di dollari (che potrebbero diventare 26,8 per ulteriori due anni di contratto, in caso di silenzio-assenso delle parti); anche per Repsol-Ypf, 30,3 milioni per perforazioni petrolifere, estendibili a 50,6. Un settore, quello energetico, dalle grandi potenzialità di business, ma molto esposto alla variazioni dei prezzi. Che possono avere anche ripercussioni negative sui titoli di aziende come Trevi, che in maggio ha segnato alcuni ribassi. “Tra mille variabili – spiega l’economista Renzo Baccolini, partner della società di consulenza finanziaria Area di Bologna – per un titolo come questo vi è quella macrostrutturale, che risente degli strappi del prezzo del greggio”. Infatti, Trevi si occupa, tra l’altro, di perforazioni. Col petrolio alle stelle, il gioco è fatto: “Se il settore va bene – continua Baccolini – un gruppo come Trevi diventa appetibile per le aziende che vogliono posizionarsi su questa filiera”. Oltre il settore energetico, sono molte altre le attività che vedono il gruppo romagnolo impegnato in tutto il mondo: dall’impermeabilizzazione dei suoli, alla realizzazione di ponti e porti, fino alla costruzione di gallerie. Tra le novità, un progetto di ricerca specializzata nell’ambito della bonifica di siti inquinati e dello smaltimento dei rifiuti urbani e industriali responsabili dell’inquinamento delle falde acquifere. Obiettivo di Trevi, isolare queste falde dalle sorgenti inquinanti. Oltre a questi business, recentemente Trevi è entrata con determinazione in quello dei parcheggi sotterranei automatici. Il sistema messo a punto dal gruppo prevede che l’automobilista parcheggi su una comoda piattaforma in superficie, scenda dall’auto, inserisca la tessera magnetica personale in una fessura, e via: l’auto sparisce automaticamente tra le viscere della terra. Al ritorno, stessa procedura: tessera inserita, l’auto ritorna in superficie. Se perde la tessera, basta premere un pulsante per contattare il servizio di emergenza. Addio La corsa dei numeri (in milioni di euro) Fatturato Ebit (risultato operativo) Ebitda Utile netto Perdite finanziarie nette Patrimonio netto 2005 496,6 28,7 55,3 12,8 -126 97,2 2004 366,4 18,4 41,6 2,6 -148 77,2 Variazione percentuale 35,5 % 56 % 32,9 % 392,3 % 14,9 % 25,9 manovre complicate, paraurti sfregati, torcicollo. E sono già sei gli impianti realizzati, da Cesena a Roma, fino a Stoccolma. I parcheggi computerizzati, secondo il presidente Trevisani, “hanno un grande futuro”. E sono la dimostrazione, ha spiegato, “che abbiamo in casa la competenza e la creatività per inventare nuovi prodotti senza dover far ricorso a nessuno”. “Core business”, “idee”, “competenze”: concetti cari alla dirigenza del gruppo. Un esempio da seguire per tutti quegli imprenditori che soccombono di fronte alla concorrenza estera LA STORIA Dalle palificazioni al mega-ponte sul Tago Nato nel 1957, ora il gruppo realizza all’estero l’83 per cento del fatturato aldamente in mano alla famiglia Trevisani, che ne detiene il 65%, Trevi nasce a Cesena nel 1957 come “Impresa Palificazioni Trevisani Geom. Davide”, dal nome del fondatore e attuale presidente del gruppo. Attività iniziale, costruzione di pali trivellati di piccolo diametro. Nel 1962 il primo brevetto: un’attrezzatura semovente per l’esecuzione di pali battuti, seguita dalla “Rotary a tre rulli” (1967), a tuttora uno degli strumenti più adatti per lo scavo di pali trivellati di grande diametro. Per il gruppo, il 1967 è anche l’anno della prima commessa estera: realizzare le fondazioni dell’Apapa Road a Lagos in Nigeria. L’azienda cresce, le “controllate” proliferano: dalla Soilmec spa, attrezzature per fondazioni, alla Tecnosol, sede a Roma, che si occupa di indagini geognostiche. Il mondo, intanto, chiama: nasce così l’argentina S Pilotes Trevi (1971) che pianterà i pali di fondazione dei ponti sul Paranà; quindi la Trevi Foundations Nigeria ltd (1977), che costruirà il “Third Mainland Bridge” di Lagos. Poi Trevi Hong Kong (1980), Trevi Philippines Branch (1981) e Italthai-Trevi Company (1982). Lavori su commissione in tutto il mondo: dal porto di Bandar Abbas, in Iran, a quello di Gioia Tauro, fino alle dighe di Khao Laem (Thailandia), Stratos (Grecia), Corumana e Pequenos Limombos (Mozambico), Alicura e Yacyretà (Argentina). Le attività si diversificano: importanti le realizzazioni di tunnel, compresi quelli delle metropolitane di Roma, Milano, Manila, Algeri, fino alle perforazioni per conto delle maggiori società petrolifere mondiali. Sempre più marcata la vocazione internazionale del gruppo: a oggi solo il 17% del fatturato di Trevi, 496,6 milioni di euro nel 2005, si produce in Italia. Il restante 83% spazia per i cinque continenti, Europa (19 milioni), Medio Oriente (6), Africa (16,5), Sud (5,8) e Nord America (24,5), Estremo Oriente (12). Negli ultimi anni, l’azienda guidata da Trevisani si lancia nelle opere più impressionanti: il ponte Vasco de Gama a Lisbona, Portogallo, che dal 1998 unisce le due rive del Tago. Quindi le fondazioni del “Four Season Hotel”, il più alto edificio di Miami. Poi ancora dighe, come a Ertan, in Cina, sullo Yalong: 3300 megawatt di energia idroelettrica. Seguono Ait Youb, Marocco, e W.F George, Alabama, Stati Uniti. Per quest’ultima commessa il Genio militare delle forze armate americane ha premiato l’azienda romagnola come miglior contrattista del 2003 per sicurezza sul lavoro e tutela dell’ambiente. Ben 500mila ore-uomo di lavoro per completare la diga, mai un incidente LUG–AGO 2006 31 Pubb 32 LUG-AGO 2006 >> di Serena Inchingolo RAPPORTO Corrono anche nel 2005 le esportazioni di uno dei poli leader mondiali Macchinari ceramici, l’export continua lo sprint C ontinua la corsa delle macchine per ceramica, trainata dalle esportazioni sui mercati esteri. Il settore meccanico, che vede nelle province di Reggio Emilia e Modena uno dei poli produttivi più importanti a livello mondiale, continua così il trend positivo iniziato nel 2004. L’aumento del fatturato registrato nel 2005 è stato dell’11,5%, grazie al massiccio contributo dell’export che ha messo a segno un +15,3 per cento. Il quadro del comparto è stato presentato da Acimac, l’Associazione degli industriali di settore (con sede a Modena) con la quattordicesima edi- zione dell’Indagine statistica nazionale sull’industria italiana delle macchine e attrezzature per ceramica. L’anno si è chiuso per il settore con un volume d’affari complessivo pari a 1777,4 milioni di euro (+11,5% sul 2004, come detto) con un incremento in valori assoluti di 184 milioni di euro. Continua il recupero del mercato italiano con un incremento del 2% (457,1 milioni), indice di investimenti in ricerca e sviluppo su macchinari e tecnologie. I valori delle esportazioni sono passati invece dai 1145,4 del 2004 ai 1320,3 milioni di euro (+15,3%). L’incidenza dell’export sul fatturato totale del settore Il settore in cifre N. Aziende Fatturato totale (in milioni di euro) Fatturato Italia (in milioni di euro) % sul totale Fatturato estero (in milioni di euro) % sul totale Fonte: Acimac Anno 2005 156 1777,4 Anno 2004 175 1593,4 Var. % - 10,9 % + 11,5% 457,1 448,0 + 2,0% 25,7% 1320,3 28,1% 1145,4 + 15,3 % 74,3% 71,9% sale pertanto dal 71,9% al 74,3%. Continua su buoni livelli di domanda il mercato mediorientale con un +3,3% e vendite per 289,5 milioni di euro, così come quello europeo con un +17,9% e quello dell’Est Europa con un +32%. Registrano inoltre un’impennata le vendite dell’Asia (esclusa la Cina) di +54,8%. E riprendono quota le esportazioni verso l’Africa con un +16,8% mentre Cina, Hong Kong e Taiwan registrano un calo del 33,7% dovuto essenzialmente all’accresciuta capacità di penetrazione dei prodotti made in China. È cresciuto infine l’export di quasi il 30% verso i Paesi del Centro e Sud America. Le imprese protagoniste dell’indagine sono state 156 e sono distribuite tra l’Emilia Romagna e la Lombardia con circa 6000 addetti, numeri importanti per l’industria della meccanica strumentale poiché Acimac si è distinta per l’incremento del fatturato in netta controtendenza Vendite estere +15% e +2% in Italia: la crescita del settore nell’indagine annuale realizzata da Acimac LUG–AGO 2006 33 RAPPORTO con altre categorie di beni strumentali, che hanno raggiunto in alcuni casi decrementi pari quasi al 19 per cento. Quest’anno sono state 19 le unità in meno rispetto alle 175 aziende della scorsa indagine statistica. “Il dato rappresenta il naturale processo di fusioni e accorpamenti di aziende, o di diversificazione del- Dove va l’export (anno 2005) 4,9 11,4 7,7 21,9 0,6 9,2 21,4 Paolo Gambuli, l’attività”, commenta processo di aggregaziodirettore Acimac Paolo Gambuli, diretne delle industrie italiatore di Acimac. ne potrebbe essere una “Questo non ha ostaLe previsioni risposta a questo fenocolato in alcun modo macroeconomiche meno sfavorevole”. il volume delle vendite per il settore indicano La composizione del del settore, che anzi – un anno che difficilmente fatturato vede primegcontinua Gambuli – potrà ripetere gli giare la vendita di macregistra una crescita. Il andamenti produttivi di chine per piastrelle con mercato medio oriencrescita degli ultimi due. quasi l’80% sul fatturatale, per esempio, proQuindi, ci attendiamo to totale a seguire quelle segue la sua ascesa un 2006 riflessivo per laterizi (9,3%), i ininterrottamente dal e di stabilizzazione con sanitari (5,2%), la stovi1999 e continua ad alcuni mercati che hanno glieria (3,3%), i refratavere il primato come completamente fermato tari (3,2%) dell’intero prima area geografica gli investimenti ed altre fatturato; infine la ceraper esportazione di aree che stanno mica varia mantiene la tecnologia ceramica riorganizzando le loro sua fetta di fatturato italiana, raggiungendo politiche di espansione sullo 0,1 per cento. vendite vicine ai 300 commerciale I pronostici per il milioni di euro. 2006 sono molto pruL’Unione europea invedenti, poiché, spiega ce si colloca al secondo posto, sepancora Gambuli, “le previsioni pur di poco, con vendite di quasi macroeconomiche per il settore 290 milioni di euro. Il terzo posto è indicano un anno che difficilmente detenuto dai Paesi dell’Europa potrà ripetere gli andamenti proorientale con poco più di 198 milioduttivi di crescita degli ultimi ni di euro di vendite”. due”. “Quindi, ci attendiamo un “La controtendenza del mercato di 2006 riflessivo e di stabilizzazione Cina, Hong Kong e Taiwan (con alcuni mercati che hanno com33,7%, ndr) – prosegue il direttore pletamente fermato gli investimenAcimac - è il risultato della concorti ed altre aree che stanno riorgarenza internazionale, in particolare nizzando le loro politiche di espancinese, che si sta consolidando. Il sione commerciale” “ ” 7,8 Unione europea Est Europa Nord America Centro Sud America Medio Oriente Cina-HK-Taiwan Resto Asia Africa Oceania 15 Fonte: Acimac LA STORIA Tecnargilla, la vetrina internazionale del comparto Aziende e tecnologie in mostra a Rimini Fiera dal 28 settembre al 2 ottobre arà Tecnargilla 2006, la mostra biennale internazionale dedicata al comparto dei macchinari per la ceramica – organizzata da Rimini Fiera in collaborazione con Acimac dal 28 settembre al 2 ottobre – la migliore vetrina per le aziende del comparto. Il settore presenterà tutte le novità tecnologiche, cogliendo anche l’opportunità della manifestazione come punto di incontro tra domanda, offerta e mondo della ricerca. Quest’anno a Tecnargilla sono attesi più di 30.000 visitatori, e particolare attenzione verrà dedicata all’organizzazione di convegni tecnici per fornire un ampio supporto informativo a un pubblico sempre più S 34 LUG–AGO 2006 attento ed esigente. Oltre alle consolidate sezioni del Calytech, dedicata al laterizio e il Kromatach (dedicata al colore), la novità di quest’anno sarà la sezione del Kermat, l’area dedicata ai prodotti ceramici avanzati. La creazione di questa area specializzata permetterà ai visitatori di aggiornarsi sulle innovazioni tecniche e sui nuovi campi d’applicazione del materiale ceramico, confrontandosi con i massimi esponenti della ricerca tecnologica del comparto. “L’innovazione è una possibile soluzione alla crescente concorrenza – spiega Paolo Gambuli, direttore Acimac –. Per questo al Tecnargilla abbiamo voluto far convogliare in modo significativo anche il mondo della ricerca. In linea con questo aspetto è il Ceramic TTD Technology Transfer Day su materiali ceramici, processi e impianti, dedicato alla ricerca scientifica e al trasferimento tecnologico nel settore ceramico”. Il TTD offre a ricercatori, imprese, enti di ricerca, università che hanno proposte o richieste tecnologiche innovative, la possibilità di entrare in contatto con tutti gli operatori mondiali del settore ceramico con cui sviluppare collaborazioni business oriented, cooperazioni tecnologiche, studi ed approfondimenti di nuove tecnologie o applicazioni, partnership finalizzate all’implementazione delle ricerche e degli studi in corso Pubb ARCHITETTURA Incastri pieni e vuoti nella pianura d’acqua di Michela Suglia Smeg, la nuova sede dell’azienda reggiana premiata alla Triennale di Milano U na sorpresa in mezzo al verde della pianura padana. Un incastro di volumi realizzati in acciaio, vetro e mattoni a vista circondati dai classici canali d’acqua, masserie e filari di pioppi della Bassa emiliana. Sono i nuovi uffici della Smeg a Guastalla (Reggio Emilia) progettati dall’architetto parmense Guido Canali. Un esempio riuscito del sodalizio tra industria e architettura di qualità che lentamente sta prendendo piede in Italia e che ha valso a Canali la menzione d’onore al premio Medaglia d’oro all’architettura italiana 2006 della Triennale di Milano. Quello realizzato dal 2001 al 2004, è un edificio costruito ex novo di fianco allo stabilimento che da decenni produce elettrodomestici. Destinata a ospitare gli uffici e una sala convegni da 100 posti, l’opera è articolata in sei padiglioni rettangolari che sono disposti, su un unico piano, a spina rispetto alla galleria centrale. Vi si accede tramite un passaggio adiacente al lago che circonda gran parte della costruzione, che si affaccia sia sulla campagna circostante sia su giardini formati da tappeti geometrici di edera ed eleganti bambù. Insomma un gioco di pieni e vuoti (ispirati, quest’ultimi, dalle aie delle cascine emiliane) che rappresenta una sorta di isola Il progetto dell’architetto parmense Canali ispirato dalle cascine emiliane 36 LUG–AGO 2006 “produttiva” tra gli argini, in continuità con il paesaggio. Una soluzione pensata soprattutto per riorganizzare al meglio lo spazio. Storica azienda di elettrodomestici, la Smeg – che nel reggiano conta all’incirca 600 dipendenti e 1700 nel gruppo – è a Guastalla dal 1948. All’epoca la sede era nel centro del paese. Poi l’aumento dell’attività e la necessità di allontanarsi da lì per ovvi motivi ambientali, hanno portato al trasferimento nella vicina località di San Girolamo. Più tardi, di fronte a problemi di spazio, si è deciso di creare nuovi uffici ma senza separarli dal resto della produzione e affidandone il progetto direttamente a Canali. Già docente alle Università di Parma, Venezia e Ferrara, Guido Canali è uno dei più importanti esperti italiani nel restauro di edifici storici (a lui si deve il rifacimento del palazzo della Pilotta a Parma e il recupero dell’ex ospedale di santa Maria della scala a Siena) e nell’interpretazione degli spazi abitativi e di lavoro (un esempio sono gli stabilimenti e uffici realizzati per Prada in Toscana). Ma il designer emiliano aveva già lavorato anche per la stessa Smeg a partire dagli anni ’80 quando, dalla sua matita, sono nati forni, piani cottura, lavatrici e lavastoviglie. Una fiducia ripagata visto che la giuria del premio della Triennale milanese lo ha premiato con la menzione d’onore “Attività produttive e per il pubblico”, in quanto opera giudicata di grande “eleganza e rilievo”. Un progetto molto apprezzato anche dal committente. “Per noi investire in architettura di qualità è una diretta conseguenza dei valori aziendali – fanno sapere al quartiere generale dell’azienda reggiana –. Da sempre la Smeg si connota per la qualità dei suoi prodotti e delle sue linee, concetto che oggi passa anche attraverso il design della sede. È la dimostrazione che Smeg crede in certi valori e li mette in pratica” Pubb LUG–AGO 2006 37 di Thomas Foschini SCENARI Come cambia il polo del divertimento estivo più grande d’Europa Benvenuti sulla Riviera delle nuove meraviglie N ell’East Coast siamo in piena estate. Sono migliaia, decine di migliaia, in fila su quella rovente striscia di asfalto che divide la collina dalla pianura, la via Emilia “dal West”. Anzi dall’Est, dalla “California” di casa nostra, dove la “fabbrica del desiderio”, per citare il sociologo Aldo Bonomi, funziona sempre a pieno regime. La Romagna, un “distretto del piacere”, come dice Bonomi, un vero e proprio “laboratorio in cui si impara, prima che altrove, a trattare i desideri, le informazioni, i comportamenti dei soggetti”. Loro, i soggetti, sono il popolo delle vacanze, quelli che aspettano una nuova estate prima ancora che finisca la vecchia. Un polo produttivo poderoso, la Romagna, costituito da 3450 alberghi, 46 tra campeggi e villaggi turistici, 1426 stabilimenti balneari (per 138.700 ombrelloni e 252.800 tra lettini e sdrai) di cui 800 attrezzati per sport da spiaggia. E poi, 145 tra discoteche, dancing e disco bar, 200 sale giochi, 580 impianti sportivi pubblici, 13 porti turistici (5200 posti barca), 2250 tra pizzerie, ristoranti e trattorie, 3700 tra bar, caffetterie, birrerie ed enoteche. Pronti per accogliere il popolo della notte, giovani rampanti, alternativi, alla moda e non, e il popolo del giorno, famiglie e bambini in cerca del paese Tra mordiefuggi e tendenze stagionali, corre a pieno ritmo il sistema romagnolo dell’entertainment delle meraviglie. In Romagna c’è posto per tutti. Le discoteche sono l’emblema del divertimentificio romagnolo: è in questi luoghi che, per primi, si diffondono gli atteggiamenti “radicali ed estremi che invadono lo spazio della notte”, come dice Bonomi, atteggiamenti che “poi si ritrovano come comportamenti nelle aree urbane”. Sempre di tendenza la Baia Imperiale di Gabicce, Marche già un poco Romagna, quindi Rimini la regina, dove, tra città e dintorni, le discoteche sono 62: dal Cocoricò di Riccione, tempio della “techno”, al Pascià di Rimini, quindi il Peter Pan di Misano Adriatico; oppure, ancora a Riccione, il Byblos. Quindi il Velvet, Rimini, tempio del rock. A Rimini, I numeri del divertimento (Visitatori medi annuali dei primi sette parchi romagnoli) Mirabilandia Italia in Miniatura Aquafan Fiabilandia Delfinario Oltremare Le Navi 1.500.000 500.000 250.000 250.000 250.000 240.000 600.000 Fonte: Parksmania.it 38 LUG-AGO 2006 del resto, si fa tendenza sempre e comunque: il primato resiste e si rinforza. Intanto, però, alcune discoteche famose sono passate di mano, ma le nuove gestioni non sempre sono riuscite a fare fatturato: dal tonfo del 2003 (meno 20%) al -10% del 2005, come rileva il Silb (sindacato locali da ballo), che organizza, ovviamente a Rimini, la fiera del settore. Eppure, delle 3500 discoteche italiane, bel l’11,5% si trovano in Emilia-Romagna, e quest’anno a “Sib International 2006” erano coinvolti ben 63.585 operatori (più 2,3% sul 2004) e 8950 visitatori stranieri. Sì, perché nonostante la crisi le discoteche della riviera continuano a investire: in nuove soluzioni in materia di luci, audio e video, ma anche in design e arredamento. Contenti a metà della trasformazione delle abitudini turistiche sono i “bagnini”: “Il cosiddetto turismo mordi e fuggi è diventato una realtà ed il tutto esaurito si registra solo in alcuni rari weekend”, si lamenta il sindacato balneari. Meno 10%, sotto l’ombrellone, tra il 2004 e il 2005: un calo, negli anni, parzialmente compensato con la leva del prezzo, grazie alla quale i fatturati hanno “tenuto”. Sarà che la vacanza, quella “operaia” di agosto, complici le ferie “atipiche”, ormai non è più la regola. Sarà che, in fondo, cambiano le tendenze, perché cambiano le persone. O forse è la Romagna che fa cambiare le persone. Il fatto è che l’ultima moda sono le feste in spiaggia, di sera: è qui che si è spostata, ultimamente, una consistente fetta di clienti delle discoteche, ed è proprio per questo che le discoteche soffrono, mentre in spiaggia si fa (tanto) fatturato solo nei weekend, e solo in certi stabilimenti, quelli alla moda. Sulla cresta dell’onda, adesso, c’è la Duna degli orsi di Marina di Ravenna. Un po’ in tutta la Riviera, nel terzo millenio le presenze (straniere) hanno cominciato a contrarsi d’estate. Allora, la risposta è stata rilevare “la messa in moto di un’importante spinta innovativa determinata dalla capacità di attrarre visitatori al di fuori del periodo estivo”, come rileva il presidente della Camera di Commercio di Rimini, Manlio Maggioli. Ma è forse sui parchi di divertimento che la possente “fabbrica del desiderio” romagnola dà il massimo: da Ravenna a Cattolica ce ne sono ben 17, con la più alta concentrazione dell’intero continente. Oltre 100 milioni di fatturato, il 40% del tota- le nazionale, trend positivo (più 7% nel 2004, quando tutti perdevano o rimanevano stabili), quattro milioni e passa di visitatori l’anno. I più gettonati, Mirabilandia, l’Italia in Miniatura, e naturalmente Aquafan, il parco acquatico più visitato d’Italia con le sue 500 mila presenze l’anno, dove, quando il sole picchia forte, i turisti possono tuffarsi in torrenti e piscine a onde, o provare acquascivoli mozzafiato: nel parco di Riccione lavorano 350 persone, il 30% delle quali stabilmente e full time. Molto bene anche gli altri parchi, grandi e piccoli, disseminati per la riviera: Atlantica, Cesenatico, Aquabell, Bellaria, La Perla, Marebello, Arenas, Rivazzurra, Beach Village, Riccione, fino a quelli dell’entroterra, Acquamania, Morciano di Romagna, Auai Auai, Ravenna, e Acquajoss, Conselice. Ma alla prima giornata di nuvole, tutti di corsa a Mirabilandia, nata nel 1992 e, dopo i primi anni difficili, passata a nuova gestione nel 1997: con i suoi 850 mila metri quadrati è uno dei parchi più grandi d’Italia, dà lavoro a quasi 900 persone (140 dei quali fissi per tutto l’anno) e conta oltre un milione e mezzo di visitatori all’anno, che possono provare le “montagne russe” più alte d’Europa, tutte di legno. Per le famiglie, poi, quale migliore occasione che approfittare del cielo velato portando i bambini nel mondo incantato di Fiabilandia? Qui, a Rivazzurra di Rimini, dal 1966, ad accogliere i più piccoli ci sono la “Valle degli gnomi”, la “Baia di Peter Pan”, il “Lago del sogno”. Oppure alla classica Italia in Miniatura di Viserba, che accoglie 600 mila persone l’anno. Fino ai luoghi del divertimento “intelligente”, “l’edutainment”, come dice Bonomi: il parco Oltremare a Riccione, che propone un viaggio nel tempo tra alligatori, piante primitive, delfini, cavallucci marini, ma anche animali di casa nostra, quelle galline e quei maiali così “strani” per chi è nato in città. E poi Le Navi di Cattolica, per vedere gli squali, e addirittura fare il bagno con loro, o il classico Delfinario di Rimini, e l’Eden Park di Torre Pedrera, 35 mila metri quadri animati da stupendi pavoni. Giocatori di golf, all’Indiana Golf di Riccione, esperti di trekking, allo Skypark di Monte della Perticara. Esperti per un giorno, si capisce IL CASO C’è lavoro per tutti. Ma atipico Sono il 14 per cento degli “occupati”. Il record a Rimini Il precario lavora nel call center, ma fa anche l’artista e l’istruttore di sport”. E il barman, il deejay, la cubista, il cameriere. Ogni tanto, poi, fa anche il turista. Nella sua terra, l’Emilia-Romagna, dove la disoccupazione, sotto il 4%, è tra le più basse d’Italia e praticamente fisiologica, ma dove ormai i lavoratori “atipici” sono il 14% del totale, 256 mila su un milione e 850 mila occupati. Almeno il doppio, sempre rispetto a dieci anni fa, il numero di aziende che richiede collaboratori occasionali. A tracciare i contorni del lavoro atipico in riviera è la Nidil Cgil, il sindacato dei lavoratori precari. «In provincia di Rimini – continua la Cgil – i con- “ tribuenti atipici, secondo i dati Inps, sono oltre 15 mila». Il triplo rispetto a una decina di anni fa. Un precariato che nel riminese è, secondo la Cgil, sia un “male strutturale” sia “un male” di stagione. Alla maggior parte dei lavoratori stagionali romagnoli non è richiesta una particolare esperienza: “In genere basta avere buone doti relazionali”, spiegano i direttori di alcuni tra i maggiori parchi divertimento della costa, dove si ricercano animatori, certo, ma anche diversi addetti alla ristorazione. E reperire manodopera tra l’esercito di studenti universitari a casa per le vacanze estive non è certo difficile LUG-AGO 2006 39 di Giovanni Scalambra AMBIENTE Oltre 10 milioni di presenze nelle aree protette dei 13 enti Ecoturismo, la moda invade i parchi regionali E coturismo in crescita costante in Emilia-Romagna. Questa forma di vacanza sta uscendo rapidamente dalla condizione di “nicchia di mercato” per raggiungere in regione un numero sempre maggiore di vacanzieri, complice anche la frenata generalizzata del turismo più tradizionale. Amore e rispetto dell’ambiente: queste leparole d’ordine di questo nuovo approccio alla vacanza che ha come destinazioni “obbligate” i parchi regionali e nazionali della regione. Sono sufficienti i numeri del Parco del Delta del Po, la più grande area protetta regionale (53.653 ettari di superficie distribuiti sulle province di Ferrara e Ravenna) per capire le potenzialità del fenomeno chiamato ecoturismo: dai 120 mila visitatori del 1999 si è passati ai 627 mila del 2005, con una crescita complessiva del 423 per cento. E le principali entrate registrate nel 2005 dal Parco hanno superato gli 813 mila euro, suddivise principalmente in proventi da attività venatoria, pesca e turismo. “La legge quadro 394/91 sulle aree protette – spiega Monica Palazzini del servizio Parchi della Regione – ha portato a una svolta decisiva nella concezione stessa di parco naturale, con il passaggio da una visione esclusivamente protezionistica delle “bellezze naturali” a un’altra che unisce conservazione e sviluppo economico-sociale dei territori. Oggi l’aumento del flusso turistico si deve soprattutto al fatto che le aree protette vengono vissute come un sistema integrato di funzioni, all’interno del quale la componente naturale è una delle esperienze possibili, assieme alla scoperta dei beni storico- Ma rimangono difficoltà finanziarie e gestionali per cui la Regione ha stanziato 6 milioni 40 LUG-AGO 2006 architettonici, delle tradizioni locali e dei prodotti enogastronomici tipici”. Anche se la domanda è in forte crescita, infatti, occorre segnalare le difficoltà finanziarie dei parchi regionali: appena un anno fa, su 23 aree protette, ben otto non avevano il presidente, sei erano commissariate, e altre sei non avevano il consiglio direttivo, mentre quasi tutte erano senza direttore e soprattutto faticavano a trovare finanziamenti. Per affrontare questa situazione, nel triennio 2003/2005 la Regione ha stanziato risorse per 3,7 milioni di euro per le spese di gestione annue e 2,3 milioni di euro per le spese di investimento, ma le cifre non sono ancora sufficienti per valorizzare un business in così netta crescita. Qualcosa si può e si deve fare, e le parole dell’assessore regionale all’Ambiente e sviluppo sostenibile Lino Zanichelli in una recente tavola rotonda sul tema “Gli elementi di una politica nazionale per le aree protette”, indicano una chiara volontà in questa direzione: “È giunto il momento di rovesciare il metodo che ha caratterizzato l'azione del passato governo nazionale, che per cinque anni ha lasciato i Parchi nazionali delle Foreste Casentinesi e dell’Appennino Tosco-Emiliano senza presidente. Vogliamo dare in tempi rapidi una guida ai parchi con la partecipazione delle comunità locali”. Il bisogno di una politica forte in grado di valorizzare le aree protette è Lino Zanichelli, assessore evidente anche dall’anasotto la soglia dell’uno regionale Ambiente lisi dei dati sui flussi per cento. turistici dei 13 parchi Ancora insufficiente regionali e del parco È giunto il momento però, il numero di pernazionale, raccolti nel di rovesciare il sone che in ogni area 2003 da un’indagine metodo che ha caratterizprotetta si occupano di sulle loro potenzialità zato l'azione del passato turismo o di attività ad ecoturistiche realizzata governo nazionale, che esse legate: secondo l’indal Servizio regionale. Il per cinque anni ha lascia- dagine, nei parchi presi maggior movimento si to i Parchi nazionali delle in considerazione lavoregistra come prevedibiForeste Casentinesi e rano, tra addetti impele nel Parco del Delta dell'Appennino Toscognati saltuariamente e in del Po, con arrivi e preEmiliano senza presidenmaniera esclusiva, appesenze che rappresentate. Vogliamo dare in tempi na 208 persone, la magno più di tre quarti del rapidi una guida ai parchi gior parte delle quali utimovimento ecoturistico con la partecipazione delle lizzate per più mansioni. regionale (rispettivacomunità locali I Parchi regionali, mente 1,1 e 8,1 miliocomunque, offrono non ni). Al secondo posto il solo turismo ecologico Parco dei Gessi Boloma anche progetti di gnesi (arrivi 789.809, presenze 1,7 educazione ambientale. Un ambito milioni), seguito dal Parco dello in cui il Parco dei Gessi Bolognesi e Stirone (151.377 e 637.155), del Calanchi dell’Abbadessa ha segnato Taro (231.527 e 491.295) e dal in questi ultimi anni eccellenti risulParco Nazionale settore romagnolo tati, con 287 corsi di educazione (58.872 e 311.589). ambientale alle scuole nell’anno scoGli altri nove parchi esaminati lastico 2005-06 e le visite guidate, mostrano flussi inferiori al 2% del che nel 2005 hanno visto la partecimovimento complessivo, e tra questi, pazione di quasi 10 mila visitatori (in ben sette sono quelli che restano calo però rispetto agli anni preceden- “ ” ti).“Dopo una crescita del 40% all’anno dei corsi di educazione ambientale – spiega il responsabile Infea Nicola Zanini – il Parco ha dovuto limitare le sue offerte per mancanza di finanziamenti. Nel 2005 abbiamo investito in educazione ambientale e visite guidate intorno ai 110 mila euro, ma ne sono rientrati non più di 30 mila” LA STORIA Lupi e aquile, nuovi amici dell’uomo Conservare la biodiversità è l’obiettivo dei progetti di protezione in corso onservazione e sviluppo della biodiversità. È questo uno degli obiettivi più importanti che le aree protette devono perseguire, attraverso azioni di tutela delle specie e degli habitat minacciati. Sono cosi molto numerose le iniziative portate avanti in questi anni dai Parchi emiliano-romagnoli, e altrettanto numerosi gli animali seguiti e protetti. Due di questi, il lupo e l’aquila, accomunati da una storia comune (entrambi, sino a qualche decennio addietro, erano considerati una minaccia per l’uomo, e lasciati alla mercè di lupai e bracconieri) e da un fascino capace di stimolare da sempre l’immaginario collettivo, sono stati protagonisti di due importanti progetti di conservazione. Nel 2001, i Parchi regionali Alta Val Parma e Cedra, Alto Appennino Reggiano e Alto Appennino Modenese hanno avviato un’iniziativa, finanziata da Life-Natura C 2000, che aveva l’obiettivo di contribuire alla conservazione del lupo in un’ottica di convivenza possibile con l’uomo e di concreta soluzione dei conflitti legati alla presenza del predatore. Grazie al lavoro coordinato dei Parchi, che ha comportato la tracciatura di circa 600 km di piste di lupi, e all’implementazione di altre tecniche di rilevamento, è stato possibile stimare la consistenza numerica dei lupi (circa due ogni 100 chilometri quadrati, la composizione e la coesione dei branchi locali (il numero massimo di lupi rilevati è stato di 6 elementi, ma nel 90% delle tracciature eseguite non sono stati trovati più di tre lupi), la definizione della dieta, l’individuazione dei siti di allevamento dei cuccioli e la determinazione del grado di parentela dei diversi individui della popolazione. Altrettanto importate è stato lo studio dell’aquila reale nel tratto di Appennino emiliano che ospita il Parco Regionale delle Valli del Cedra e del Parma (Parco dei Cento Laghi), il Parco Regionale dell’Alto Appennino Reggiano e il Parco Regionale dell’Alto Appennino Modenese. Attraverso azioni di monitoraggio che hanno comportato l’individuazione dei nidi, il controllo da punti fissi e quello da un preciso reticolo di itinerari, è stato possibile valutare l’uso e le preferenze della specie per quanto riguarda le aree di caccia o le altre attività. Nel periodo tra dicembre 2003 e gennaio 2005 sono state 1382 le ore di osservazioni sistematiche, durante le quali l’aquila è stata tenuta sotto contatto visivo per oltre 43 ore. Le coppie di aquila individuate sono state tre, con altrettanti siti di nidificazione LUG-AGO 2006 41 42 LUG-AGO 2006 LIBRI Strategie di leadership in un mondo che cambia di Benedetta Boldrin Il libro di Allari sulle sfide della Cna regionale alla ricerca di nuova identità Giorgio Allari segretario della Cna di Reggio Emilia S trategie d’azione per un dirigente associativo alle prese con un mondo che cambia. Per non restare indietro, ma anche per inserirsi nelle trasformazioni sfruttandone i vantaggi. Ogni leader d’azienda o di un’associazione imprenditoriale deve fare i conti con il mondo in cui opera. Non solo quello interno, della struttura che ha il compito di gestire, ma anche quello generale, della situazione economica, sociale e politico-istituzionale in cui si inserisce. E in questi anni, in cui la velocità dei cambiamenti si percepisce quasi ogni giorno, occorre saper cogliere tempestivamente nuovi problemi e necessità e saper modulare l’azione sulla base di questi fattori. Degli interrogativi che un’associazione di categoria, così come un’azienda, si pone di fronte a un contesto in trasformazione, si è occupato Giorgio Allari nel suo ultimo libro, appena uscito, dal titolo “Nuovi modi di rappresentare. La Cna Emilia-Romagna alla ricerca di una nuova identità”. Un testo (edito da Guerini e Associati), con la presentazione di Quinto Galassi e la postfazione di Francesco Varanini, che propone un’approfondita analisi e una riflessione sulla nuova identità, appunto, assunta dalla Cna regionale alla luce dei mutamenti avvenuti, negli ultimi quattro anni nel sistema di imprese e nella base associativa. E Giorgio Allari, che ora è segretario della Cna di Reggio Emilia e che dal 1994 fino al 2005 ha guidato la Confederazione dell’artigianato e della piccola e media impresa come segretario regionale, può guardare questo tema da un punto di vista privilegiato. Attraverso un vasto repertorio di documenti e analisi economiche che hanno contraddistinto gli anni dal 2001 al 2005, il libro traccia un quadro d’insieme della nuova strategia dell’associazione artigiana. Che si basa su innovativi modi di fare rappresentanza per far nascere nei soci un nuovo senso di identità e di appartenenza, verso un progetto generale di sviluppo, potenziando così il ruolo dell’associazione nel mondo dell’associazionismo generale d’impresa. Allari nel libro racconta la vita della federazione regionale degli artigiani emiliano-romagnoli: episodi e aneddoti autobiografici, insieme a dati e documenti, forniscono al lettore un quadro dei cambiamenti. La fotografia di ciò che è accaduto, ma anche di ciò che accadrà. In particolare, Allari propone una riflessione su temi quali l’orientamento all’innovazione, il passaggio dalla strategia alla pratica, la costruzione di modelli organizzativi adeguati e di infrastrutture tecnologiche coerenti. Ambiti all’interno dei quali bisogna agire con determinazione, per essere in linea con il nuovo sistema competitivo italiano, con la struttura industriale e con le caratteristiche necessarie a garantirsi un ruolo importante nel futuro. Un prezioso manuale di leadership, dunque, utile a chi si trova a dirigere un’associazione, un’istituzione pubblica, un’impresa Documenti e analisi economiche sui mutamenti di base associativa e sistema di imprese LUG-AGO 2006 43 44 LUG-AGO 2006 SPECIALE Inserto pubbliredazionale Energia e ambiente risorse per lo sviluppo Come coniugare forniture energetiche e sostenibilità ambientale? E ancora, come garantire qualità del servizio e prezzi competitivi per i clienti finali del mondo privato e aziendale? Un agguerrito drappello di imprese del settore è pronto alla sfida, proponendo tecnologie innovative e soluzioni mirate alle esigenze in evoluzione della clientela emiliano-romagnola I l fabbisogno energetico è in costante crescita, mentre le fonti tradizionali si impoveriscono. Dove cercare e trovare i watt mancanti? Quali possono essere le alternative più interessanti alla dipendenza dal petrolio per produrre energia? Sono domande a cui occorre dare presto risposta soprattutto in Italia, paese caratterizzato da alto fabbisogno energetico, ma anche da insufficienti materie Marvel, manager energetici per migliorare la vivibilità A ssicurare condizioni ottimali di vivibilità a chi lavora in ambienti industriali è per le aziende un obiettivo per conseguire il migliore rendimento delle risorse umane. Al di là delle caratteristiche dei locali e dei processi produttivi, un fattore determinante è quello della temperatura e dell’igrometria nelle zone di lavorazione, specie in condizioni climatiche estreme come freddo intenso e caldo torrido. Per risolvere il problema si ricorre nella stagione invernale, ad impianti termici per riscaldare correttamente gli ambienti. Tuttavia per il fenomeno naturale della convezione, il calore tende a stratificare nella parte alta dei locali dove la temperatura raggiunge valori superiori. L’uso del sistema di destratificazione consente una riduzione del gradiente termico fra zona operativa di lavoro e parte alta dei locali, con conseguente risparmio nei costi di riscaldamento. Una soluzione ideale arriva da Marvel, azienda parmense che, anche sulla base di positive esperienze sperimentate, opera con la competenza e l’efficacia che le derivano da oltre 15 anni di specializzazione nel trattamento dell’aria e nell’assicurare risparmio energetico e vivibilità ambientale.“L’esperienza nelle più svariate problematiche è assicurata dall’installazione di numerosi impianti realizzati in vari settori produttivi di tutto il nord Italia. – spiega Carlo Bottiglieri, fondatore e presidente della Marvel - Sono gli stessi risultati ottenuti da chi ha operato questa scelta che parlano: sono risparmi consistenti nelle spese di riscaldamento, valutate dagli utilizzatori nel 25-30%, con limitati periodi di ammortamento.” Negli ultimi anni si è manifestata la necessità di migliorare, nel periodo estivo, la vivibilità ambientale, con una corretta e naturale ventilazione e la corrispondente riduzione dell’umidità relativa nelle zone prime. Si moltiplicano le proposte per trovare fonti alternative e dare una risposta adeguata al contemporaneo problema della tutela ambientale, messa a rischio dall’aumento del riscaldamento globale e dai limiti imposti dal protocollo di Kyoto alle emissioni in atmosfera. Ecco alcuni casi di aziende che operano, a vario titolo, nel settore dell’energia e studiano soluzioni nuove. operative dei locali. “I risultati ottenuti sono molto soddisfacenti – aggiunge Bottiglieri - e sono stati conseguiti con investimenti economici contenuti per la spesa di impianto e per quella di esercizio.” Quali nuovi campi sta sperimentando Marvel? “Il miglioramento ambientale con l’abbattimento delle polveri di varia natura in sospensione nell’aria è risultato già conseguito. Da alcuni mesi, inoltre, è in corso di studio e avanzata sperimentazione (e di attenzione dell’Università di Parma), un sistema, particolarmente adatto ad ambienti industriali ad elevata concentrazione di polveri generate dai cicli di produzione, che ne permette l’abbattimento, attraverso il lavaggio in acqua, migliorando drasticamente la qualità dell’aria.” Marvel mette a disposizione delle aziende interessate studi personalizzati per la soluzione dei singoli problemi, in relazione alla tipologia ed alle caratteristiche dei locali da trattare LUG–AGO 2006 45 SPECIALE ENERGIA Inserto pubbliredazionale Sinergas, energia a misura di cliente U na lunga storia verso il futuro. E’ quella di Sinergas Srl, azienda che nel 2005 ha raggiunto un fatturato di 82 milioni di euro. Ogni anno consegna ai propri 93.0000 clienti gas metano per 260 milioni di metri cubi ed energia elettrica per 120 milioni di kilowatt/ora. Il capitale sociale ammonta a 1.297.000 euro. Il suo azionariato è composto da AIMAG Mirandola, Banca Popolare dell'EmiliaRomagna (tramite Em.Ro Popolare), SoSel Srl, Modena e Consorzio Grandi Impianti di Modena. “Sinergas si fonda su una grande tradizione –dice il presidente Lauro Coronati-Nata nel 1989 in forma di consorzio, dal 1997 ha subìto profonde trasformazioni della struttura, culminate nel 2002 nell’acquisizione del ramo aziendale della vendita del gas dalla società controllante AIMAG. Dal 2004 è sul mercato come fornitore integrato di gas metano ed energia elettrica per le imprese ed il commercio. E’ presente soprattutto in EmiliaRomagna, Lombardia e Veneto.” In quali aree di intervento? “Sinergas si propone come partner per la fornitura di energia in modo integrato: gas ed energia elettrica da unico fornitore. I vantaggi per i clienti sono numerosi: oltre ad una consistente semplificazione amministrativa, si definisce un rapporto immediato con un partner capace di consigliare le tariffe più convenienti e di affiancare l’impresa sulla gestione degli aspetti fiscali, con personale qualificato. Inoltre, per la possibilità di accedere a sconti vantaggiosi, e la fatturazione unica e “personalizzata”, Sinergas è interlocutore ideale per un intelligente approccio al mercato dell’energia.” Come si pone Sinergas verso la produzione di energia da fonti rinnovabili? “La partnership può essere ancora più interessante: Sinergas Srl, in stretta collaborazione con Sinergas Impianti, progetta, realizza e finanzia impianti per la produzione di energia alternativa, utilizzando tecnologie d’avanguardia mediante l’impiego di biogas e biomasse, fotovoltaico, cogenerazione e teleriscaldamento.” Qual è la strategia complessiva di Sinergas? “La visione d’impresa si basa sulla convinzione che dimensione relativamente contenuta, storicità, vicinanza, capacità di ascolto e soluzione dei problemi del cliente siano elementi fondamentali e premianti. Un punto di forza è il far parte di un gruppo, Aimag che è un insieme integrato di aziende. Attraverso un’ efficiente rete societaria costruita nel tempo, all’esperienza ed al know-how maturato Aimag ha tradotto questo in una gamma ampia di servizi studiati per le imprese, gli enti locali e le aziende di pubblica utilità nel settore energetico, idrico ed ambientale.” Abaco, energia pulita per aziende e famiglie A nche in Italia è partito il conto energia per il solare fotovoltaico. L’avvio delle procedure di inoltro al gestore della rete nazionale (GRTN) delle domande di riconoscimento delle tariffe incentivanti (appunto il conto energia) rappresenta l’avvio di un criterio che valorizza il kwh fotovoltaico ceduto alla rete o utilizzato per autoconsumo. Gli impianti che possono ottenere le tariffe incentivanti sono distinti secondo tre differenti taglie di potenza. Con le tariffe incentivanti, gli impianti di generazione fotovoltaici consentono una buona redditività economica (superiore all’8%) e tempi di ritorno inferiori ai 10 anni. Gli 46 LUG–AGO 2006 incentivi, riconosciuti per 20 anni, si differenziano a seconda della taglia dell’impianto. Abaco Energia Pulita, società di Pievesestina di Cesena, è a disposizione di chi intende inoltrare domanda sul conto energia per predisporre la progettazione preliminare, l’analisi economica e tutta la documentazione necessaria per l’inoltro della domanda al Grtn. “Tutto questo senza alcun costo – sottolinea l’ingegner Riccardo Tenti - Abaco Energia Pulita è una società specializzata nella progettazione, realizzazione e gestione di impianti per la generazione d’energia da fonti rinnovabili. Da oltre 10 anni si distingue sul mercato per l’alta qualità e per l’attenzione alle esigenze dei clienti.” Con quali prodotti si propone Abaco? “Installa e gestisce per conto dei clienti e quindi di aziende e famiglie impianti fotovoltaici, eolici, solari – termici, microturbine ad acqua, centrali di cogenerazione. Tutto con ampia possibilità di scelta per il cliente grazie al miglioramento continuo delle nostre proposte. Abaco è attenta all’evoluzione delle tecnologie disponibili. Punta sulla ricerca, aggiornando costantemente la gamma dei suoi prodotti, in linea con le crescenti esigenze di sviluppo sostenibile.” Abaco energia pulita srl Via Kuliscioff 171 – 47020 Pievesestina (Cesena) Telefono 0547 415787 – Fax 0547 415072 email: [email protected] Pubb SPECIALE ENERGIA Cpl Concordia, esperienza e innovazione energetica I l bilancio 2005 del gruppo cooperativo modenese, operante nell’energia, registra utili e fatturato in crescita, con un patrimonio netto ad oltre 80 milioni di euro. Le nuove sfide del gruppo nell’intervista al presidente Roberto Casari e al nuovo vicepresidente Mario Guarnieri Presidente Casari, quali sono i numeri del bilancio 2005 per la vostra azienda? CPL Concordia Group ha presentato all’assemblea dei soci un bilancio 2005 nel quale portiamo a consuntivo un utile netto consolidato di 5,6 milioni di euro, cui vanno sommati 3,7 milioni di tasse pagate, tanto per smentire chi pensa che noi cooperative siamo esenti. L’attività del Gruppo CPL ha migliorato tutti gli indici principali, evidenziando un mol a 16,2 milioni (6,70%) e un risultato operativo a 5,56 milioni (2,30%), in netto miglioramento rispetto al 2004. Il valore della produzione nel 2005 ha sfiorato quota 242 milioni di euro, mentre l’indebitamento del gruppo si è ridotto dai circa 130 milioni del 2004 agli 80 milioni del 2005. Ciò ha consentito un rilancio degli investimenti, grazie anche alla fiducia degli investitori testimoniata dal finanziamento di 33 milioni di euro perfezionato con un pool di sei istituti di credito guidato dal gruppo Unicredit. Come si posiziona il Gruppo CPL nel panorama energetico italiano e quali sono i vostri punti di forza? CPL Concordia si sta affermando come leader riconosciuto nella gestione dei servizi gas, acqua, gestione calore, cogenerazione. Guardiamo al futuro con un patrimonio di oltre 130 Comuni di cui gestiamo le reti gas in concessione. Anche grazie alle ultime acquisizioni di 11 Comuni in Calabria e Campania, abbiamo superato quota 44.000 utenti gas, sui 190.000 potenziali, in un ambito strategico come l’energia nel quale proponiamo esperienza ed innovazione tecnologica nei software di gestione utenti, nell’odorizzazione gas, nella building automation. 48 LUG-AGO 2006 C’è un’opera o un’attività che meglio vi rappresenta? L’opera è il Project financing da oltre 18 milioni di euro per la metanizzazione di Ischia, la prima isola dopo la Sicilia a ricevere il combustibile attualmente più ecologico. Abbiamo progettato, stiamo costruendo e gestiremo 14 chilometri di condotta marina e oltre 45 di condotte urbane, rispettando pienamente l’ambiente e promuovendo le opportunità commerciali e turistiche del territorio ischitano. L’attività è la Gestione Calore, nelle modalità di Global Service o Servizio Energia, che CPL esercita a Roma in oltre 800 immobili dell’ATER, nell’Auditorium Parco della Musica di Renzo Piano, nelle Amministrazioni Provinciali (Modena, Mantova, Asti, Pesaro) e in importanti contesti sanitari, fra cui cito l’intera sanità ligure (414 milioni di euro per 10 anni) e la Ausl 5 di Pisa, un contratto da 12,5 milioni di euro. Qual è il vostro impegno per il risparmio energetico? Si incentra nella scelta di attività che riducano le emissioni e migliorino l’efficienza energetica: parliamo del teleriscaldamento, nel quale dopo gli Aeroporti di Malpensa e di Linate, CPL si è aggiudicata la manutenzione e costruzione reti per oltre 16 milioni di euro nelle città di Parma e Mantova. E poi di pubblica illuminazione, dove abbiamo introdotto nuovi dispositivi ad alta efficienza nei 10 Comuni gestiti in Italia (con migliaia di punti luce), a cui si sono aggiunti di recente Isernia e Pescara. Infine di cogenerazione, con oltre 5000 impianti attivi in Italia, e vari record di durata riconosciuti (ad esempio il Prosciuttificio Pio Tosini di Langhirano). Mario Guarnieri, 38 anni, laurea in Economia, è stato designato dal CdA alla vicepresidenza. Come ci si prepara a dirigere un’azienda con 107 anni di vita e 980 dipendenti? Sono subentrato a Severo Barotto, che da 23 anni ricopriva questo ruolo e che rimarrà come direttore del personale e consigliere delegato. Credo che la mia designazione sia nell’ottica del ricambio generazionale, un punto cruciale per lo sviluppo della cooperativa insieme alla riorganizzazione aziendale. Anche il piano triennale che ci prepariamo ad affrontare è impegnativo, in quanto si prevede di consolidare l’azienda intorno al suo core business con l’obiettivo di migliorare tutti gli indici economico-patrimoniali e finanziari. Il fatto che io sia attualmente responsabile del controllo di gestione ha favorito questa decisione di cui ringrazio i rappresentanti dei 400 soci che sento come miei “datori di fiducia” oltre che colleghi. SPECIALE AZIENDE Inserto pubbliredazionale Specialisti in team per la qualità aziendale I l mondo in cui opera un’impresa è sempre più complesso. Se da un lato deve riuscire a rimanere competitiva in un mercato aperto, ma per questo ricco di insidie, dall’altro si trova a dover gestire al proprio interno una serie di normative nate per garantire gli adempimenti legati alla sicurezza sui luoghi di lavoro, ma anche per portarla a maturare un “percorso qualità” utile ad ottimizzare i processi organizzativi. Dinamiche non facili da affrontare eppure indifferibili, in cui è fondamentale affidarsi a chi professionalmente sa gestire questi aspetti. Sulla base di un’esperienza quasi trentennale e di una continua crescita che l’ha portata ad essere leader, NIER Ingegneria, opera nel campo delle analisi di rischio, sicurezza e prevenzione. Dall’originaria attività nel settore nucleare (tuttora in essere), la società bolognese, che ha uffici anche nella vicina Castelmaggiore e a Milano, ha ampliato l’operatività alle industrie a rischio di incidente rilevante e a tutto il “variegato mondo” della legge 626/94. Questa normativa prescrive il “miglioramento continuo della sicurezza e della salute dei lavoratori”, tramite una costante opera di valutazione dei rischi ed attuazione di misure di prevenzione e protezione. La legge opera il passaggio da dimensione della sicurezza incentrata sulle macchine e impianti e sul rispetto di requisiti minimi di vivibilità degli ambienti di lavoro, ad una che si fonda sulla responsabilizzazione della direzione aziendale e la maturazione culturale dei lavoratori. E’ un’innovativa filosofia di fondo che vuole condurre l’impresa da un rispetto formale degli adempimenti previsti dalle normative vigenti alla implementazione di un Sistema di Gestione della Sicurezza in grado di realizzare progressi significativi (e misurabili) in termini di riduzione degli infortuni di personale interno e di terzisti, di miglioramento delle condizioni di lavoro, di diminuzione di conflittualità con organi di controllo. Il passaggio raramente però è stato compiuto nei fatti, nonostante le aziende si siano comunque sobbarcate l’onere di redigere piani di sicurezza, di organizzare corsi di formazione, di addestrare parte del personale a interventi antincendio e di Pronto Soccorso. NIER Ingegneria è il partner ideale per le aziende nel curare queste problematiche che richiedono grande attenzione e precisione. “La nostra società propone una serie di soluzioni “chiavi in mano” per gestire questi aspetti – dice l’ingegner Giovanni Zappellini, responsabile del settore affidabilità e rischio - I servizi comprendo- no la fornitura, a seguito di opportuna progettazione, di elaborati e documentazione tecnica e l’assistenza al cliente per le diverse applicazioni operative comprese attività di formazione.” NIER Ingegneria propone assistenza diretta nell’ espletamento di tutti gli adempimenti previsti dalle normative relative alla sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, ma anche soluzioni ad hoc nel settore dei cantieri temporanei o mobili coinvolto in questi aspetti innovativi con l’entrata in vigore del D.Lgs. 494/96 che recepisce la cosiddetta Direttiva Cantieri 92/57/CEE, legge di vastissima portata che prevede, già in fase di progettazione, l’adozione di misure rivolte alla sicurezza ed alla salute dei lavoratori. LUG-AGO 2006 49 SPECIALE AZIENDE Inserto pubbliredazionale “NIER Ingegneria opera nel settore avvalendosi di figure professionali specializzate – aggiunge l’ingegner Giuseppe Cavallone, responsabile sicurezza - garantendo l’adeguato supporto alle realtà specifiche e fornendo consulenza e servizi in merito all’elaborazione del piano di sicurezza e coordinamento, che richiede la perfetta conoscenza dell’opera e del progetto che si andrà a realizzare, le lavorazioni da eseguire, la conoscenza e l’applicazione della normativa e soprattutto l’ analisi dei rischi ovvero l' individuazione di "tutti" i pericoli connessi alle lavorazioni, i rischi e le misure necessarie e possibili per l'eliminazione e la riduzione delle loro conseguenze. Si collegano a questo la stesura di un documento di valutazione dei rischi e programmi di sicurezza per le imprese, indagini fonometriche, ambientali, analisi di rispondenza alla normativa vigente delle macchine di cantiere e corsi di formazione ed informazione per tutte le maestranze coinvolte.” L’analisi strumentale della salubrità e del comfort degli ambienti costituisce naturale completamento ed integrazione alla valutazione globale dei rischi per i lavoratori. La società bolognese può intervenire con un team esperto per la progettazione ed esecuzione di analisi strumentali, per la valutazione dell’ esposizione ad agenti fisici, chimici, microbiologici. Nel campo dei trasporti, NIER Ingegneria ha maturato importanti esperienze con amministrazioni locali e aziende che hanno condotto a rilevanti risultati sia in termini di strumenti informatici per la simulazione e la valutazione, sia di approfondimento di problematiche connesse alla pianificazione di reti di trasporto pubblico e privato. “NIER Ingegneria è in grado di offrire competenze relative a modellistica per la simulazione o l’ottimizzazione di fenomeni di traffico e mobilità e pianificazione dei trasporti - precisa il dottor Giuseppe Fangiamone - Fornisce strumenti software per la pianificazione e per la valutazione degli impatti economici ed ambientali di ipotesi di pianificazione alternative. Progetta inoltre politiche tariffarie zonali per il trasporto pubblico e servizi di trasporto pubblico integrati.” NIER Ingegneria rappresenta una vera e propria squadra di consulenti altamente specializzati e di provata professionalità, in grado di risolvere le diverse problematiche in altri settori strategici per l’attività aziendale, a cominciare dall’ambiente e dalla qualità. “Forniamo assistenza ad aziende ed enti per la miglior gestione delle implicazioni ambientali delle proprie attività, prodotti e servizi. – sostiene l’ingegner Roberto Colzani, responsabile del settore ambiente e qualità– Disponiamo delle competenze utili a realizzare un Sistema di Gestione ambientale certificato che costituisce un vantaggio competitivo per le imprese e lo strumento più efficace per il con50 LUG-AGO 2006 trollo della conformità alle leggi e delle prestazioni ambientali. A questo fine, mettiamo a disposizione check-up aziendali, studi di fattibilità, progettazione di sistemi qualità conformi alla normativa della serie UNI EN ISO 9000, assistenza alla redazione di Manuali Qualità.” Un'altra competenza di lunga esperienza per NIER Ingegneria è nel campo della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) che, mira ad introdurre, nella prassi tecnica ed amministrativa ed in una fase precoce della progettazione, una valutazione sistematica degli effetti prodotti da determinate tipologie di opere pubbliche e private sull'ambiente, con l’obiettivo di raggiungere un elevato grado di sostenibilità. “La nostra struttura redige lo Studio di Impatto Ambientale (SIA) e assiste il proponente nell’iter procedurale della VIA - prosegue Colzani - avvalendosi di professionisti esperti per le singole componenti ambientali (atmosfera, acqua, suolo e sottosuolo, vegetazione-flora-fauna, ecosistemi, rumore e vibrazioni, radiazioni ionizzanti e non-ionizzanti, paesaggio, salute pubblica) e di appropriate metodologie di valutazione e modelli matematici.” Nel settore affidabilità e rischio, NIER Ingegneria svolge tutte le attività legate agli adempimenti previsti dal d.lgs. 334/99 (seveso 2) ma anche analisi affidabilistiche e di conformità CE. Realizza quindi studi affidabilistici oltre che su impianti industriali anche su sistemi automatici di comando/controllo oppure su singole apparecchiature elettroniche attraverso analisi di affidabilità e sicurezza di impianti e sistemi di controllo. Lo studio professionale bolognese rimane però attivo anche nella progettazione e impiantistica e nella direzione dei lavori in vari altri come l’edilizia civile e sociale, di tipo sanitario e scolastico. “Per ognuna delle attività – conclude Cavallone- possiamo offrire il “pacchetto progettuale”, dal livello preliminare a quello esecutivo, completo non solo nella parte architettonica, ma anche nella parte di impianti tecnologici, elettrici e speciali di rilevazione incendi, di sicurezza, nella parte strutturale anche antisismica ove necessario.” >> di Maddalena Vicchi AZIENDE Sotto, Paolo Bruni presidente del Cso Promozione, statistica e logistica i servizi del Cso al settore nazionale Ortofrutta, fare Centro sulla competitività Q uello ortofrutticolo è un comparto strategico non solo per l’agricoltura ma per tutta l’economia dell’Emilia-Romagna, in grado di produrre ricchezza e occupazione per migliaia di persone. E proprio con l’obiettivo della valorizzazione di risorse, aziende e competitività del settore, è nato il Centro servizi ortofrutticoli (Cso): con sede a Ferrara produce servizi e assistenza nelle aree della promozione, statistica e logistica. Fondato nel 1998, oggi conta 46 associati rappresentativi delle più importanti realtà produttive frutticole nazionali, sei dei quali, provenienti dalla nostra regione oltre che da Veneto e Campania, si sono aggiunti nel corso del solo 2006. Con un fatturato complessivo espresso dall’insieme dei soci che supera ogni anno il miliardo e 200 milioni di euro, il Centro è presieduto da Paolo Bruni, attualmente al suo terzo mandato. Nato a Portomaggiore, in provincia di Ferrara, Bruni si è occupato fin da giovane dell’azienda agricola di famiglia e a soli 21 anni è divenuto presidente di Deltafrutta. E poi via via gli altri incarici di rilievo: presidente nazionale di Fedagri, (Federazione delle cooperative agricole e agroalimentari), di Apo Conerpo e vice presidente di Conserve Italia, limitandosi a citare alcuni dei ruoli che ricopre solo in Italia. “La presidenza di Cso – spiega Bruni – mi offre l’opportunità di concretizzare quella visione di “sistema” che da sempre sostengo per la nostra agricoltura. Fare sistema oggi a mio parere rappresenta un imperativo dal momento che ci troviamo di fronte a sfide sempre più ardue e difficili. Le ultime due annate di crisi del settore ortofrutta, soprattutto per il prodotto estivo, ci hanno dato il segno delle difficoltà che ci sono e ci hanno chiaramente indicato la necessità di creare le Fondata nel 1998, la struttura ferrarese ha 46 imprese socie che fatturano 1,2 miliardi l’anno LUG-AGO 2006 51 AZIENDE giuste sinergie. Ritengo quindi che il Cso, come tavolo comune dell’ortofrutta italiana, sia uno strumento realmente importante”. Il Centro servizi ortofrutticoli è una realtà a dimensione nazionale, ma è nata ed è stata fortemente voluta dal sistema produttivo emiliano-romagnolo. Al suo interno, infatti, come soci fondatori si annoverano i principali operatori regionali sia cooperativi sia privati. Fin dalla sua nascita il Cso, ha sempre operato con la filosofia di fornire servizi alle imprese associate, sviluppandosi su tre aree di servizio che comprendono una sezione statistica e osservatorio di mercato, una sezione logistica e una di valorizzazione. Da questa ripartizione, nel corso degli otto anni di vita, si sono sviluppati progetti e iniziative che rappresentano oggi un modello anche a livello nazionale. È il caso di CPR System, la cooperativa nata dalla sezione logistica di Cso, per promuovere l’utilizzo di imballaggi in plastica a sponde abbattibili e riciclabili. LA CAMPAGNA Le nuove iniziative del Centro a sostegno del settore La frutta? “Un gioco da ragazzi” cofinaziato dall’Unione Europea U n nuovo progetto europeo del Cso per la promozione ha ottenuto il via libera al finanziamento. Si chiama “La frutta un gioco da ragazzi”, e potrà contare su un sostegno di quattro milioni di euro, cofinaziato dagli associati dell’Emilia-Romagna. Il progetto prevede la realizzazione di un piano di comunicazione e promozione triennale sulla frutta – in particolare pesche e nettarine, pere e kiwi – in Germania, Inghilterra, Austria, Polonia e Svezia. Il piano è rivolto a bambini e adolescenti e si pone l’obiettivo di favorire i consumi di frutta in alternativa a snack e merendine. Un’ottima iniziativa poiché unisce l’educazione al mangiar sano alla promozione dei prodotti della nostra terra che non sempre, in altri Paesi d’Europa, i consumatori conoscono. Intanto, ancora per la promozione del kiwi, è partita a febbraio un’iniziativa di promozione e comunicazione su questo frutto sia per il mercato tedesco sia per quello italiano. Si tratta di un’azione messa a punto da Cso con il sostegno della Regione Emilia-Romagna e volta a favorire le conoscenze dei requisiti del prodotto e il suo utilizzo. Con il logo “La salute è frutta” i produttori dell’Emilia-Romagna hanno “firmato” i kiwi indirizzati al mercato tedesco inserendo nelle confezioni pieghevoli informativi di sicuro appeal per il consu- 52 LUG-AGO 2006 matore. L’iniziativa nasce dalla necessità di rafforzare con progetti di comunicazione-divulgazione la conoscenza dei valori positivi associati al consumo di frutta in Europa. Nell’ambito inoltre di una logica di valorizzazione delle produzioni stagionali emiliano-romagnole si focalizza l’attenzione sul kiwi che rappresenta uno dei prodotti strategici dell’offerta regionale. L’Emilia-Romagna, infatti, è una delle regioni leader in Italia per la produzione di questo importante frutto invernale che viene coltivato con tecniche di produzione integrata Oggi CPR System vanta un fatturato di 25 milioni di euro e rappresenta un modello importante a livello nazionale. Sul fronte della valorizzazione, Cso è titolare dei progetti di promozione annuale sulla pesca di Romagna e sulla pera dell’Emilia Romagna, due prodotti che hanno ottenuto per primi già dal 1998 il riconoscimento europeo d’origine territoriale (Igp) insieme all’arancia rossa di Sicilia. Pesca e pera regionali Igp, grazie al sostegno della Regione Emila-Romagna e dei produttori associati hanno raggiunto una buona notorietà e sono identificabili nei punti vendita e sono stati i primi prodotti a indicazione geografica protetta in Italia a essere oggetto di campagne pubblicitarie sulla stampa femminile e famigliare, e sulla televisione nazionale, sia in italia sia all’estero (si veda box). Nel settore statistico, poi, Cso offre servizi di monitoraggio, previsione di produzione e rilevamento dei prezzi, che rappresentano nel loro insieme uno strumento strategico di conoscenza per far fronte alle sfide di mercato. Guardando al recente passato, in particolare per quanto riguarda l’area della valorizzazione del prodotto, il Centro ha realizzato e coordinato importanti progetti nazionali e internazionali tra cui quelli rivolti a pesche e nettarine di Romagna e pera dell’Emilia Romagna FLASH EUROPA Notizie dall’Unione europea story_page/057-9077-163-06-24-90920060615STO09076-2006-12-062006/default_it.htm ) SETTIMO PROGRAMMA QUADRO COMUNITARIO DI RICERCA LA COMMISSIONE PROCEDE NEI CONFRONTI DELL’ITALIA PER VIOLAZIONI DELLA LEGISLAZIONE AMBIENTALE Con il prossimo Programma quadro, l'UE spenderà per la ricerca una quota maggiore del suo bilancio. Il Parlamento ha approvato un importo di circa 50 miliardi di euro per il periodo 2007-2013, che corrisponde a un raddoppio della spesa annuale rispetto al precedente Programma. L'Aula ha adottato la relazione di Jerzy Buzek (PPE/DE, PL) sulla proposta di decisione relativa al Settimo programma quadro di attività comunitarie di ricerca, sviluppo tecnologico e dimostrazione per il periodo 2007-2013. Alla luce dell'accordo raggiunto con il Consiglio, il Parlamento ha allineato la dotazione del Programma alle nuove prospettive finanziarie che coprono lo stesso periodo. Il programma quadro si articolerà in quattro programmi specifici: • il programma Cooperazione, che promuoverà la collaborazione tra l’industria e la ricerca accademica in tutta Europa per conseguire la leadership nei settori chiave della tecnologia. E' suddiviso nei seguenti temi prioritari: Salute, Prodotti alimentari, agricoltura e biotecnologie; Tecnologie dell'informazione e della comunicazione; Nanoscienze e nanotecnologie; Energia, Ambiente, Trasporti, Scienze socioeconomiche, Sicurezza e spazio; • il programma Idee, da realizzare sotto la guida del Consiglio europeo per la ricerca, che sosterrà la ricerca di frontiera tenendo conto unicamente del criterio dell’eccellenza scientifica; • il programma Persone, che offrirà un sostegno significativo alla mobilità e allo sviluppo di carriera dei ricercatori sia in Europa sia su scala mondiale; • il programma Capacità, destinato a contribuire allo sviluppo delle capacità di cui l’Europa ha bisogno per essere un’economia fondata sulla conoscenza, e che per la prima volta sosterrà infrastrutture di ricerca su larga scala a livello europeo. Tale programma è così suddiviso: Infrastrutture di ricerca; Ricerca a favore delle PMI, Regioni della conoscenza; Potenziale di ricerca, Scienza e società; Attività di cooperazione internazionale. (Rif.: www.europarl.europa.eu/news/public/ La Commissione europea ha deciso di procedere nei confronti dell'Italia per quattro infrazioni della normativa comunitaria riguardante la tutela della salute umana e dell'ambiente. In tre casi l’addebito contestato riguarda la mancata conformità alla direttiva comunitaria del 1999, relativa alle discariche di rifiuti, che stabilisce le norme applicabili alle discariche nell’intento di tutelare la salute umana e l'ambiente. La denuncia della Commissione riguarda il fatto che, mentre la direttiva definisce le discariche esistenti come quelle in attività il 16 luglio 2001 o prima di questa data, la legislazione italiana sposta questo termine al 27 marzo 2003. Ciò significa che le discariche italiane autorizzate tra queste due date non sono state obbligate a rispettare le norme più rigorose previste dalla direttiva per le discariche nuove, come avrebbe dovuto essere. Al contrario, queste avranno tempo fino al luglio 2009 per soddisfare le disposizioni applicabili alle discariche esistenti. Nel quarto caso, invece, le autorità italiane non hanno preso in esame la necessità di realizzare valutazioni d'impatto ambientale per due nuovi tratti stradali a Milano. In due casi la Commissione intende deferire l'Italia alla Corte di giustizia europea, mentre negli altri due è in procinto di inviare un parere motivato (seconda fase del procedimento di infrazione) per informare l’Italia che, se il problema delle infrazioni non verrà risolto al più presto, sarà adita la Corte di giustizia. (Rif.: banca dati Scad plus, IP/06/908) Bandi di gara e appuntamenti PROGRAMMA COMUNITARIO ASIA –INVEST: INVITO A PRESENTARE PROPOSTE Sul sito di EuropAid è stato pubblicato l'invito a presentare proposte a valere sul programma Asia-invest, programma di sostegno alla collaborazione commerciale tra Europa e Asia, e in particolare all’in- ternazionalizzazione delle piccole e medie imprese (PMI) europee ed asiatiche. Il bando finanzia le seguenti attività: • organizzazione di incontri tra imprese europee e asiatiche • sviluppo delle competenze Il programma si rivolge ai seguenti soggetti: persone giuridiche senza fini di lucro che operano quali intermediari d'affari, ovvero organismi del settore pubblico e privato rappresentanti di PMI, operanti per la promozione del commercio e degli investimenti fra Europa e Asia e in particolare: camere di commercio, dipartimenti governativi, associazioni industriali e professionali settoriali, federazioni dei datori di lavoro e agenzie locali che operano per la promozione del commercio e degli investimenti, ONG, dipartimenti universitari e agenzie settoriali che operano a favore delle PMI. I paesi asiatici ammissbili sono: Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Laos, Malesia, Maldive, Mongolia, Nepal, Corea del Nord, Pakistan, Filippine, Sri Lanka, Tailandia, Vietnam. I termini per la presentazione delle domande sono i seguenti: 06/10/2006 ore 16.00 di Bruxelles 09/03/2007 ore 16.00 di Bruxelles Le istanze dovranno essere presentate al seguente indirizzo: Commissione europea - Ufficio di cooperazione EuropeAid, Directorate D, Asia, Unit D3, Finances, Contracts and Audit, Office J-54, 8/16 B-1049 Brussels, Belgio (Rif.: banca dati Merlino http://www.mondimpresa.it/Pagine.aspx?idM enu=90 ) a cura di Stefano Lenzi Unione regionale delle camere di commercio dell’Emilia-Romagna in collaborazione con la rete Eurosportelli delle Cciaa dell’Emilia-Romagna INVITO A PRESENTARE PROPOSTE SUB 02-2006 – TRASPORTI È stato pubblicato il bando comunitario per la concessione di sovvenzioni nel settore dei trasporti. Il budget disponibile è di 13.950.000 ed è così ripartito: Euro 10.394.000 per la sicurezza stradale Euro 3 556 000 per il mercato interno ed ottimizzazione dei sistemi di trasporto. Le sovvenzioni possono coprire dal 10 al 50% del totale dei costi ammissibili. I principali temi selezionati riguardano la sicurezza stradale nonché gli aspetti relativi alla logistica dei trasporti e all’ottimizzazione dell’utilizzo delle infrastrutture destinate agli operatori del settore aereo, ferroLUG-AGO 2006 53 FLASH EUROPA Rete degli Eurosportelli delle Camere di Commercio I.A.A. dell’Emilia-Romagna relais EIC IT 369 Eurosportello Ufficiale EIC IT 369 CCIAA Ravenna Viale L.C. Farini 14 - 48100 RAVENNA Tel. 0544 481443 - Fax 0544 218731 Posta elettronica: [email protected] C.I.S.E. CCIAA Forlì-Cesena EIC RELAIS C.so della Repubblica 5 - 47100 FORLI' Tel. 0543 38213 - Fax 0543 38219 Posta elettronica: [email protected] PROMEC CCIAA Modena EIC RELAIS Via Ganaceto 134 - 41100 MODENA Tel. 059 208270 - Fax 059 218750 Posta elettronica: [email protected] Eurosportello CCIAA Parma EIC RELAIS Via Verdi 2 - 43100 PARMA Tel. 0521 210241 - Fax 0521 282168 Posta elettronica: [email protected] I.D.D. Ufficio l'Internazionalizzazione CCIAA Reggio Emilia EIC RELAIS Piazza Vittoria 1 - 42100 REGGIO EMILIA Tel. 0522 796236-796242 - Fax 0522 796300 Posta elettronica: [email protected] Ufficio Internazionalizzazione delle imprese CCIAA Rimini - EIC RELAIS Via Sigismondo, 28 - 47900 RIMINI Tel. 0541 363735 - Fax 0541 363747 Posta elettronica: [email protected] Eurosportello CCIAA Bologna P.zza della Costituzione 8 40128 Bologna Tel. 051 6093286 - Fax 051 6093225 Posta elettronica: [email protected] Eurosportello Ferrara EIC RELAIS Via Darsena,79 Ferrara 44100 Tel. 0532 783813 – Fax 0532 783814 [email protected] viario e marittimo. I temi per il 2006 sono i seguenti: A. Sicurezza stradale B. Aspetti di logistica dei trasporti o ottimizzazione nell’uso delle infrastrutture al servizio degli operatori e degli utenti Le domande dovranno essere presentate entro il 16 agosto 2006. (Rif.: G.U.U.E. 145/06) QUALITÀ NELLA FORMAZIONE PROFESSIONALE: INVITO A PRESENTARE PROPOSTE È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della UE un invito a presentare proposte per la promozione del quadro comune di garanzia della qualità (CQAF) in VET (Vocational Education and Training). L’obiettivo è di promuovere l'impiego di CQAF assieme all'istituzione di solidi partenariati transnazionali. A tali partenariati devono partecipare organismi interessati con competenze istituzionali ed una capacità di sviluppo di politiche e di attuazione pratica di iniziative nel campo della garanzia della qualità in VET . Tali partnership dovranno eseguire progetti pratici specifici e trattare almeno una delle seguenti tematiche: • strumenti per garantire e sviluppare la qualità di fornitori VET , • strumenti che consentano una corrispondenza maggiore tra domanda di qualificazione e offerta di formazione: approcci per settore, • operatività dell'insieme di riferimento di indicatori della qualità. I partnership possono includere: organismi/autorità pubbliche nazionali, regionali, locali responsabili dei sistemi di garanzia della qualità in VET, organismi privati /semiprivati con una capacità riconosciuta nel settore di garanzia della qualità (ad esempio organismi settoriali), organi di ispezione, approvazione, valutazione e accreditamento, organizzazioni delle parti sociali , organizzazioni dei fornitori di formazione, istituti/organismi/centri di ricerca . Ogni sovvenzione può corrispondere ad un massimo di 100.000 EUR; il finanziamento comunitario non può superare il 75 % delle spese rimborsabili dei singoli progetti. Le domande devono essere inviate entro il 16 agosto 2006. (Rif.: G.U.U.E. C 144 /06) 54 LUG-AGO 2006 Finanziamenti alle imprese CRITERI PER LA CONCESSIONE DI AIUTI ALL'INTERMODALITÀ Con DPR 11 aprile 2006 n. 205 è stata data attuazione all'art. 3 comma 2ter della legge 265/2002 con cui è stato disposto lo stanziamento di risorse per favorire l'innovazione del sistema dell'autotrasporto e il potenziamento dell'intermodalità. L'intervento agevolativo si propone due finalità: • innovazione del sistema dell'autotrasporto merci, sviluppo delle catene logistiche e potenziamento dell'intermodalità tramite l'utilizzo della modalità marittima, sviluppo del cabotaggio marittimo, miglioramento ambientale • ristrutturazione aziendale e innovazione tecnologica connessa agli obiettivi di cui sopra (tramite interventi di aggregazione tra imprese, formazione e acquisto di attrezzature e dispositivi per il miglioramento della sicurezza). Le imprese di autotrasporto, anche in forma di raggruppamenti, permanenti o temporanei, o società di operatori del trasporto che imbarchino su navi destinate prevalentemente al trasporto merci i propri veicoli possono godere di un contributo diretto alla compensazione dei costi eccedenti rispetto al trasporto su strada. L'importo massimo verrà definito con successivo decreto che dovrà altresì indicare le tratte interessate; in ogni caso l'importo del contributo non può superare il 20% delle tariffe praticate sulle tratte esistenti e il 30% su quelle nuove. E' richiesto un numero minimo di 80 viaggi all'anno per ciascuna tratta. E' previsto un ulteriore contributo per le aggregazioni di imprese che raggiungano i 1.600 viaggi annuali su ogni rotta. Le imprese devono inoltre impegnarsi a mantenere per il triennio successivo a quello per il quale hanno ricevuto il contributo, lo stesso numero di viaggi o lo stesso quantitativo di merci trasportate nel triennio precedente. Per gli interventi di ristrutturazione e innovazione il contributo copre il 30% delle spese ammissibili per le aggregazioni tra imprese, il 50% per la formazione e il 30% per gli interventi volti al miglioramento dalla sicurezza. I criteri e le modalità di accesso dovranno essere definiti con successivo decreto del Ministero dei Trasporti (Rif.: G.U.R.I. n. 130 del 7/06/06) CREDITO Un nuovo ruolo per i Confidi di Giuseppe Sangiorgi La legge quadro e gli accordi di Basilea2 impongono alle strutture di garanzia una svolta Sulle strategie di sviluppo si è tenuto un convegno a Riccione, sotto i relatori al termine dei lavori U n ruolo fondamentale nel facilitare i rapporti tra istituti di credito e imprenditori è svolto dal sistema dei Confidi, che in Emilia-Romagna interessa tutti i comparti economici per un totale di 69 confidi territoriali, che garantiscono annualmente circa 1 miliardo e mezzo di Euro di finanziamenti erogati dalle banche convenzionate, pari a circa il 20% degli impieghi bancari per le pmi. Il sistema è di fronte ad una svolta, dovendo adeguarsi, in termini dimensionali e procedurali, al contesto regolamentare e di mercato che deriva dall’applicazione degli accordi di Basilea 2 e dalle implicazioni della legge quadro 326 del 2003: il raggiungimento di adeguate masse critiche è un passaggio necessario per reggere il mercato. Questo significa risolvere alcune problematiche: estensione della base associativa, diversificazione dei settori economici e di operatività; trasformazione in società di capitali o cooperativa; migliore gestione e istruttoria delle pratiche di finanziamento; incremento del Fondo di garanzia per dare alle imprese socie la possibilità di ottenere un rating alto e quindi una riduzione del costo del denaro. Un nodo fondamentale da sciogliere su cui si sta riflettendo è sul modello di Confidi più idoneo a rilasciare una garanzia cosiddetta “eligibile” cioè considerata dalle banche come strumento per la riduzione dei propri costi, oltre che dei propri rischi. La scelta per dare risposte consapevoli al mercato della garanzia, è tra rimanere intermediari non vigilati ex art. 106 Testo unico Bancario, o divenire soggetti vigilati ex art. 107. Il sistema regionale dei Confidi che ha sede presso Unioncamere (Cooperfidi per la cooperazione, Fidindustria per le aziende industriali e di produzione, Cofiter per il terziario) ha già effettuato scelte in questa direzione, costituendo un organismo, la Confidi E.R. Servizi srl, in grado di dare i servizi richiesti dalla Banca d’Italia a tutte le strutture di garanzia regionali, e a quelle esterne che riterranno di utilizzarli. “I Confidi dovranno saper rilasciare garanzie più appetibili, diversificare l’attività svolta con operazioni innovative, accrescere la quantità e la qualità dei servizi alle imprese e fornire informazioni alle banche – spiega Ottavio Righini, presidente di Cofiter–La realizzazione di ciò passa innanzitutto dallo sviluppo ulteriore di operazioni di aggregazione.” L’obiettivo è che gli accordi di Basilea 2 diventino un’opportunità e venga ridotto il costo del denaro. “I Confidi sono in prima linea per combattere questa sfida- dice Daniele Passini, presidente di Cooperfidi – ma è necessario che siano affiancati da altri soggetti sensibili al mantenimento dello sviluppo delle imprese in Emilia-Romagna quali Camere di Commercio, Comuni, Province, Unioncamere, Regione, banche e associazioni di categoria. Occorre fare squadra per gestire al meglio questa situazione di straordinarietà.” Unioncamere e Regione EmiliaRomagna sono tra i principali sovventori dei Confidi: da molti anni gran parte del sostegno alle pmi emiliano-romagnole passa attraverso varie forme di supporto all’attività di garanzia. “Potremo essere ancor di più, soggetti attraverso cui è possibile svolgere una efficace ed efficiente politica industriale. – dice Elio Bagnari, presidente di Fidindustria Dovremo essere innovativi. Basilea, legge quadro e i vincoli di finanza pubblica, ci impongono di costruire una “catena della garanzia” che non disperda risorse e conduca il massimo dell’agevolazione possibile alle imprese.” Per meglio svolgere la missione di ‘ponte’ tra intermediari creditizi ed imprese e diversificare l’attività LUG-AGO 2006 55 FINANZA D’IMPRESA di Giuseppe Sangiorgi DAI CONFIDI ARTIGIANATO CRESCE IN INNOVAZIONE NEL 2005 C redono nella ripresa le aziende artigiane dell’EmiliaRomagna, che hanno investito nel 2005 (+5%), soprattutto in tecnologie (60%), in ristrutturazioni di immobili e capannoni e avvio di nuove imprese. Questi alcuni degli elementi più significativi che emergono dall’assemblea di bilancio di Artigiancredit, il Consorzio fidi dell’Emilia Romagna, che si è svolta ieri a Bologna. “Il Consorzio, nato da una comune iniziativa di CNA e Confartigianato regionali – ha sottolineato il presidente Enrico Barbi – continua a rappresentare uno strumento importante per il credito all’artigianato.” Nel 2005 sono stati garantiti alle imprese socie 633milioni di euro, per un volume di finanziamenti pari a 1 miliardo e 800 milioni di euro. Nei primi quattro mesi del 2006, il Consorzio regionale fidi ha incrementato la propria attività di garanzia dell’1,04% in totale, mentre la garanzia destinata solo ad investimenti ha registrato una crescita dell’8,29%. “Questo dimotra- ha commentato il consigliere delegato di Artigiancredit, Glauco Cavassini - che gli imprenditori artigiani valutano positivamente i primi segnali di recupero mostrati dalla nostra economia”. Sulla competitività del sistema di piccole imprese emiliano romagnole punta l’assessore regionale alle attività produttive, Duccio Campagnoli. “L’artigianato – ha affermato Campagnoli – ha sempre fornito un contributo determinante per la tenuta competitiva del sistema economico con politiche per rafforzare le imprese. Un esempio è l’ insieme di interventi finalizzati a sostenere gli investimenti innovativi dell’artigianato attraverso l’agevolazione nell’ accesso al credito e nella capitalizzazione delle imprese che sono stati previsti nel Programma Triennale per le Attività Produttive. Ora la Giunta Regionale ha approvato un nuovo bando a favore delle imprese artigiane sia di produzione che di servizio per l’erogazione di contributi che consisteranno nell’abbattimento del tasso di interesse ufficiale praticato da banche e/o società di leasing a fronte di un finanziamento bancario o della sottoscrizione di un contratto di locazione finanziaria”. I finanziamenti e i contratti di locazione finanziaria per effettuare investimenti previsti nel bando regionale, potranno essere assistiti o meno da garanzia. In questo caso, la sinergia tra lo strumento previsto nel bando appena emanato e il fondo regionale di controgaranzia affidato ad Artigiancredit, permetterà alle imprese artigiane di beneficiare di una garanzia massima fino all’80% del finanziamento. Per attuare l’intervento, la Regione ha messo a disposizione del bando 10 milioni di euro, mentre il Fondo regionale di controgaranzia può disporre di una dotazione iniziale di oltre 11milioni di euro. FINANZIAMENTI PER LA SICUREZZA C ome noto l’INAIL ha emanato un nuovo bando per la presentazione delle domande dirette ad ottenere finanziamenti, a supporto di programmi di adeguamento delle strutture e dell’organizzazione alle normative di sicurezza e igiene del lavoro, da parte delle PMI appartenenti a tutti i settori economici e di tutte le imprese agricole e artigianali, in attuazione del D. Lgs. 626194 e successive modificazioni. Gli istituti di credito aggiudicatari della gara, (indicati sul sito www.inail.it), relativa alla concessione dei predetti finanziamenti, hanno preso contatto con le associazioni di categoria interessate per comunicare la propria idoneità. Gli aventi diritto potranno usufruire, come da disposizioni di legge, di mutui agevolati con copertura totale degli interessi da parte dell’INAIL. In caso di presentazione di programmi di particolare valenza e qualità, ai fini di prevenzione, l’INAIL potrà concedere, ad integrazione dei precedenti, ulteriori benefici in conto capitale. Le imprese, pertanto, potranno godere di mutui a tasso zero, con eventuale decurtazione di parte del capitale. Il bando considera, fra le garanzie da acquisire, quelle accordate da Fondi di Garanzia. Pertanto Fidindustria ha ritenuto di fornire un servizio di interesse per le pmi emiliano-romagnole, convenzionandosi con i seguenti istituti di credito: Banca Monte Parma Spa , Federazione della banche di credito cooperativo, Banca Agricola Mantovana. Fidindustria ha così dato la propria disponibilità a concedere fideiussione a fronte delle predette operazioni che, come da sottostante normativa, saranno caratterizzate da: • un minimo finanziabile pari a 10.329,14 euro • un massimo pari a 154.937,07 euro • una durata massima pari a 60 mesi • una garanzia pari al 50%. Il tasso di interesse applicato sarà pari a zero, mentre Fidindustria percepirà una commissione una tantum pari all’1% dell’importo finanziato. Inoltre, poiché i tempi di erogazione dei finanziamenti saranno soggetti ad adempimenti da parte dell’ INAIL, Fidindustria dà la possibilità di prolungare il periodo di validità delle delibere e di assumere delibere successive in relazione ai tempi di erogazione, nonché a prolungare la durata prevista per i programmi dì intervento fino a due anni dalla data di comunicazione e approvazione del programma. Invitiamo tutti gli interessati a rivolgerci domande di approfondimento al nostro indirizzo di posta elettronica fidindustria@consorzifidi .it a cura di: 56 LUG-AGO 2006