Panorama Maker - Fotografia.it
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Software Panorama Maker 4 Pro è un software per la giunzione panoramica degli scatti che unisce qualità e semplicità ad un costo contenuto. Esaminiamo la realizzazione di un panorama a partire dalla fase di ripresa. Panorama Maker Io sono uno di quelli a cui non basta scattare. Un po’ perché non sono così bravo a fotografare ed un po’ perché la mia ‘storia’ fotografica si mischia con la passione per tutto quello che è informatica e tecnologia legata alla ripresa. Insomma mi piace sfruttare il materiale che riprendo anche per farne ‘altro’. Mi piace tornare a ‘possedere’ un fotogramma, sapore perso da quando il digitale ci nega la possibilità di maneggiare il negativo. Condivido questa passione con molti che, pur amando la fotografia, in fin dei conti sono più abili a gestire un elaboratore più che la fotocamera; questo approccio ha il vantaggio di essere più ‘laico’ rispetto al dogmatismo di “esposizione - composizione - scatto - sviluppo” che caratterizza molti fotografi di tradizione analogica. Questo però non significa assenza di progettualità e ogniqualvolta premo il pulsante di scatto valuto sempre se quello che sto facendo sia opportuno ai fini che mi sono prefisso; montaggi, sovrapposizioni, scomposizioni, conversioni, trasformazioni… Il mio primo elaboratore per uso fotografico aveva installata ‘di serie’ una versione di Panorama Maker che, lo ricordo benissimo, mi fece capire l’importanza di due strumenti: il treppiedi con la testa micrometrica e lo scatto flessibile. distinguevadallaconcorrenza;Panorama Maker consentiva allora di posizionare manualmente i punti di controllo per la realizzazione della panoramica nel caso in cui il programma non fosse riuscito a posizionarli automaticamente nel modo migliore. Già questa possibilità mi fece passare nottate intere sul computer, del quale potete immaginare la ‘potenza’ di calcolo, alla ricerca del migliore allineamento dei fotogrammi di pur modesta risoluzione (3 Megapixel l’uno). Inutile dire come i risultati mi appagassero pienamente. Con lo sviluppo di sempre nuovi software misi però un po’ da parte Panorama Maker ed iniziai a sperimentare Photoshop, le scene ad Elevato Range Dinamico, i Fotomosaici e varie forme di elaborazione dell’immagine digitale. Testo compreso. Oggi però mi trovo di fronte ad una versione 4 di quel glorioso software e l’appellativo Pro mi incuriosisce e mi spinge a provarlo. Ancor più che oggi sono cresciuti molto i possessori di reflex digitali, strumento principe per realizzare delle buone panoramiche a giunzione di diversi scatti. Un ulteriore motivo di interesse è che i concorrenti di Arcsoft, il produttore di Panorama Maker, in questo specifico settore non sono molti e le loro soluzioni non riescono a essere altrettanto economiche, semplici e performanti. La creazione panoramica Le basi della fotografia panoramica Quella versione di Panorama Maker doveva essere una delle prime; ne rammento la meravigliosa semplicità operativa, unitamente alla funzione per la quale si 66 PC PHOTO Uno degli aspetti piacevoli della realizzazione di panorami digitali è la valorizzazione della competenza tecnica Una slitta micrometrica di Manfrotto. Questo accessorio si rivela indispensabile e quasi miracoloso per eseguire scatti panoramici privi dell’errore di parallasse, ponendo l’asse di rotazione sistema fotocamera / obiettivo sul punto nodale dell’obiettivo. L’uso della slitta micrometrica è facilitato da blocchi e cursori a vite senza fine, che consentono un posizionamento sicuro della fotocamera. che un fotografo deve possedere per ottenere una immagine di buona qualità, nelle diverse fasi di progettazione, scatto, elaborazione e stampa. In particolare quando alla ripresa panoramica andiamo ad assommare l’intervento di estensione del range dinamico dell’immagine, operazione che moltiplica di molto il numero dei fotogrammi da catturare e che rende il lavoro molto complesso, al punto che un solo scatto mal effettuato potrebbe compromettere tutto il lavoro. Una complessità che però aumenta la soddisfazione che si prova quando si riesce a padroneggiare le attrezzature e a portarle oltre il loro limite naturale, ovvero far fare loro quanto da sole non potrebbero. Penso che chiunque si sia trovato in questa situazione mi possa capire. Panorama Maker consente di svolgere il lavoro di giunzione dei fotogrammi in un modo che, se non è qualitativamente impeccabile (lo verificheremo), di certo ha una snellezza operativa impagabile. Almeno a quanto ricordo della versione PM3. Accennavo prima alla complessità della tecnica di ripresa; è innegabile, ma superare le difficoltà costituisce anche una fase di crescita personale. Per i primi panorami di solito si fanno tre o quattro scatti con una compatta, e basta questo per rendersi conto di come non sia proprio facile tenere la macchina ‘in bolla’. E’ naturale quindi dotarsi di un treppiedi, ma non è che il risultato sia subito granché meglio! Infatti il treppiede deve essere posizionato in bolla e la rotazione dellamacchinadeveessereeffettuatacon precisione. Il problema successivo nasce dal fatto che le immagini scattate in automatismo di esposizione e bilanciamento possono mostrare colori e densità diverse le une dalle altre, differenze immediatamente evidenti nei punti di fusione. Si impara quindi a usare solo parametri manuali, privilegiando l’esposizione sulla parte di immagine di maggiore interesse, proprio come si sceglie il soggetto principale di uno scatto singolo. Si regola in manuale anche il WB, così come la sensibilità Iso e la messa a fuoco. L’immagine però non è ancora perfetta, a causa della vignettatura, ovvero la caduta di luce ai bordi; è quanto accade se non si scelgono ottiche di pregio e diaframmi abbastanza chiusi, che consentono di eliminare anche i residui di aberrazioni e distorsioni che impediscono di ottenere un panorama di alta qualità. Un consiglio è anche quello di ampliare la zona comune dei fotogrammi da giuntare. Padroneggiando queste tecniche i risultati che si ottengono sono buoni, però ogni volta che c’è un dettaglio a distanza inferiore ai 10 metri qualche cosa si scompiglia all’interno della giunzione; dipende dal fatto che la rotazione della fotocamera andrebbe fatta non tanto sull’asse che passa per l’attacco filettato del treppiede, quanto sul punto nodale anteriore dell’obiettivo. Già, ma come PC PHOTO 67 La ripresa: consigli per la fotografia panoramica Quanto migliori sono gli scatti da montare poi con Panorama Maker 4 Pro, tanto superiori sono i risultati del lavoro finito. Vediamo quindi una serie di accorgimenti tecnico-pratici per realizzare al meglio la fase della ripresa. Prima di tutto il treppiedi, o cavalletto che dir si voglia, che consente di effettuare riprese che facilitano non poco il lavoro di allineamento del software. Un’accortezza è quella di scegliere un modello dotato di testa in grado di operare movimenti separati sui tre assi, in modo che sia possibile effettuare con facilità una corretta rotazione della fotocamera sull’asse orizzontale. Le teste a sfera in questo caso sono fortemente sconsigliate, sarebbe come lavorare a mano libera, mosso a parte! Utilissima la presenza di una livella a bolla sia sotto allo snodo di rotazione della testa, sia al di sopra (in genere sulla testa stessa). Questo consente di operare panoramiche perfettamente allineate anche su pendio o terreno irregolare. E’ infatti inutile fidarsi della bolla sulla macchina nel momento in cui il piano stesso di rotazione non è in bolla, o lo è solo per una specifica angolazione di scatto! In ogni caso una livella a bolla nella slitta a contatto caldo della nostra fotocamera (la slitta porta flash) mettiamocela pure! Un certo livellamento lo si trova anche variando per tentativi la lunghezza delle gambe e controllando la livella a bolla. Certo, ci vuole un po’ di tempo, ma è meglio di nulla. Fondamentalepoiunqualunquesistema di scatto a distanza, al limite anche l’autoscatto; occorre infatti evitare il mosso dovuto alla pressione sul pulsante di scatto. A questo proposito suggerisco anche di attivare il sollevamento volontario ed anticipato dello specchio. Veniamo ora ad aspetti più complessi. La rotazione del complesso fotocamera-obiettivo effettuata sull’asse del treppiedi non crea problemi nel caso di panorami ripresi da notevoli distanze, in particolare con ottiche di lunga focale. Diverso il caso in cui vogliamo includere all’interno dell’inquadratura soggetti vicini; in questo caso, ci possono esse- re delle differenze di collocazione di soggetti vicini e lontani nelle differenti fasi della rotazione. Come risolvere il problema? Pensandoci bene l’obiettivo, per quanto grandangolare, non presenta tali problemi in un singolo scatto, e dunque un modo ci dovrà pur essere per eliminare il fastidioso fenomeno. Infatti esiste. Occorre spostare l’asse di rotazione dall’attacco per il treppiede della fotocamera al punto nodale anteriore dell’obiettivo utilizzato. Per questo serve una slitta micrometrica (si può guardare nel catalogo Manfrotto) che consiste di un binario metallico che, grazie ad un sistema di viti senza fine, consente di spostare la reflex con assoluta precisione, riposizionandola rispetto al punto di attacco del treppiedi. Se però si usa una fotocamera compatta, spesso l’ottica è decentrata rispetto all’attacco per il treppiedi, il che renderebbe necessario usare due slitte, disposte a 90 gradi tra loro. Lo scopo è comunque sempre lo stesso: fare coincidere il punto nodale anteriore Spesso sono i particolari che consentono di ottenere uno scatto perfetto,come i movimenti di precisione e la bolla di livello sul treppiede; sonostrumenti che danno al fotografo la certezza di lavorare in modo controllato. Essenziale è poter contare su un treppiedi robusto e sufficientemente pesante, capace di garantire un appoggio stabile. Altrettanto importante è disporre di una testa dotata di movimenti micrometrici sui tre assi. 68 PC PHOTO dell’ottica (alla focale usata) con l’asse di rotazione. Lo troviamo facendo delle prove, mettendo la fotocamera su treppiedi e slitta ‘a filo tavolo’, sul quale collochiamo in verticale a circa un metro di distanza l’uno dall’altro due pennarelli, o delle matite sottili. Si veda l’immagine a lato. Disponiamo il sistema di ripresa (in asse orizzontale con i due pennarelli) in modo che, ruotando la fotocamera, il pennarello più vicino copra sempre quello più lontano. Nella pratica ruotiamo la fotocamera in modo che i pennarelli appaiano nella parte a destra dell’inquadratura, e facciamo in modo che quello più vicino copra con precisione il secondo; per essere certi conviene alzare un poco il treppiede per vederli leggermente dall’alto e scorgere quello dietro anche se coperto. A questo punto ruotiamo la macchina fotografica fino ad avere i pennarelli nella parte destra dell’inquadratura. Non si sovrappongono? In questo caso agiamo sulla slitta micrometrica spostando avanti o indietro (più spesso indietro) la fotocamera fino a quando il pennarello posteriore non ci appaia perfettamente coperto da quello anteriore, sotto tutte le angolazioni di ripresa. Avremo così trovato il punto nodale cercato! Spesso la sua posizione è così spostata in avanti da dover sfruttare a fondo la lunghezza della slitta micrometrica! Con una compatta il lavoro si complica dovendo, come detto, operare spesso con due slitte. In ultimo, la fotocamera. Conviene sceglierne una che disponga di comandi manuali: esposizione, bilanciamento del bianco, sensibilità, funzionalità di miglioramento. Scattiamo pure in Jpeg, il migliore a disposizione; scegliendo il Raw dovremo però stare attenti a effettuare sviluppi identici e coerenti per tutti i singoli scatti del panorama. Scattiamo sempre in manuale, impiegando di solito diaframmi chiusi e tempi di scatto lunghi, ma non lunghissimi. In questo teniamo conto del fatto che le nuvole e le ombre si spostano! Le nubi in particolare si muovono assai più in fretta di quanto potremmo pensare e per questo è importante realizzare il panorama ‘tutto d’un fiato’, il più rapidamente possibile; è preferibile perdere del tempo prima, facendo delle prove che ci diano certezza di quello che stiamo facendo, piuttosto che dover improvvisare poi durante la fase di scatto. Disattiviamo ogni automatismo di contrasto, saturazione e nitidezza, eliminiamo ogni funzionalità di incre- Trovare il punto nodale di un’ottica, quando si ha a disposizione una slitta micrometrica, non è difficile: si sposta in avanti o, più spesso, indietro la fotocamera sulla slitta fino a che i due riferimenti (in questo caso i pennarelli) sulla destra e sulla sinistra non appaiono perfettamente sovrapposti. mento della gamma dinamica; anche gli algoritmi di riduzione del rumore, di correzione della vignettatura, della distorsione e dell’aberrazione cromatica che potrebbero comportarsi in modo differente tra i vari scatti, per cui usiamoli solo se sono effettivamente stabili. Io comunque disattiverei tutto. Preferiamo ottiche di qualità, capaci di offrire buone prestazioni ai diaframmi intermedi. E poi scattiamo impostando la sensibilità minima possibile, ma non quella ‘estesa’ verso il basso che brucia le alte luci. Come risoluzione non sono necessarie le fotocamere sovrabbondanti di pixel, dato che il nostro lavoro unisce i pixel di diversi scatti. Ovviamente un dettaglio abbondante è sempre meglio, ma va tenuto conto che un’elaborazione a piena risoluzione di 10 o 12 fotogrammi potrebbe risultare molto impegnativa per elaboratori non recenti. Io ho usato una Sony Alpha A900 e qui potrei sentirmi dire che predico bene e razzolo male. Vero, ma l’ho fatto per usare un bellissimo Carl Zeiss VarioSonnar 24-70mm f/2.8, praticamente perfetto già a f/4. E poi ho individuato con cura il punto nodale, impiegando almeno 15 minuti, ho lavorato su un eccellente treppiede Manfrotto dotato di testa a 3 movimenti con slitta micrometrica e questo ha risparmiato molto lavoro al mio povero elaboratore! Ho scattato in Jpeg Super Fine, alla massima risoluzione di 24 Megapixel (!) e vi posso assicurare che i file di ben 100 Megapixel di risoluzione usciti da Panorama Maker 4 Pro sono qualche cosa di spettacolare! Analoghe le avvertenze per la ripresa verticale, ma il posizionamento corretto della strumentazione è decisamente più complesso, a meno di non ricorrere a treppiedi dotati di colonna riposizionabile a 90 gradi, la quale semplifica notevolmente il lavoro. PC PHOTO 69 La navigazione dei file in Panorama Maker 4 Pro è facilitata da un’interfaccia semplice anche per il fotografo alle prime armi. Dimensioni e modalità di fusione, sono questi i primi parametri da scegliere nel momento in cui ci si appresta a realizzare una fusione panoramica. Come modalità di fusione le possibilità sono Orizzontale, Verticale, 360 gradi e Tegola, mentre la scelta delle dimensioni è molto importante in quanto la fusione di diverse immagini può generare un file molto grande, addirittura ingestibile su un sito internet. fare a trovarlo? E, una volta trovato, come ruotare la fotocamera su questo? Lo spieghiamo in modo dettagliato nel box a parte, ma in breve si tratta di ruotare corpo e ottica su assi sempre più distanti dall’attacco del treppiede fino a che due soggetti (in asse con la lente frontale) leggermente distanti tra loro non appaiano costantemente 70 PC PHOTO sovrapposti ruotando l’apparecchio. Per fare questo occorre però una slitta, in genere micrometrica, che consenta di attaccarvi reflex e treppiede. In ultimo bisogna elaborare la mole di dati. Un esempio: per questa prova ho usato una Sony Alpha A900. Sono 24 Megapixel a scatto. Riuscite ad immaginare quanto sia faticoso per un ela- boratore gestire solo una decina di Jpeg a tale risoluzione nel momento in cui, per di più, gli chiediamo di ottimizzare giunzione, luminosità, orientamento e altro? Questo per dire che non si fatica ad accorgersi che una fusione panoramica di qualità richiede anche un elaboratore di elevata potenza per essere eseguita con relativo comfort. Ecco le prime fasi di lavoro, una volta stabilito il genere di panorama che desideriamo realizzare: la scelta dei file (possibile anche tramite un pregevole automatismo), il caricamento delle immagini ed il loro ordinamento. Nella maggior parte dei casi anche l’ordinamento automatico risulta molto efficace. Anche nel caso del ritaglio l’automatismo risulta efficace, ma si può intervenire manualmente per eliminare dall’inquadratura le parti scure prodotte dalla distorsione dei fotogrammi. PC PHOTO 71 L’interfaccia di PM4 Pro dispone di strumenti che, seppur minimali, consentono di migliorare la qualità dell’immagine: tra questi la rotazione e la correzione di luminosità e contrasto, con la possibilità di esaminare le immagini ad un adeguato livello di ingrandimento. Ed ora, se tutte queste considerazioni non vi hanno demotivato ma, anzi, sentite nascere in voi la voglia di sperimentare, in questo caso siete pronti ad affrontare il capitolo successivo. Panorama Maker Poniamo di avere eseguito al meglio tutti gli scatti e di averli già scaricati sul nostrocomputer.Poniamoanchediavere 72 PC PHOTO già installato il programma, scaricabile gratuitamente dal sito www.arcsoft.com e facile da trovare all’interno della sezione di Download; Panorama Maker è disponibile sia in versione Mac che Win, di peso diverso a seconda del sistema operativo, ma sempre in lingua italiana. La prima cosa che mi salta all’occhio è che la versione 4 Pro conserva la stessa sobrietà della versione che ebbi modo di utilizzare anni addietro; ora lavoro su uno schermo wide 16:9 e devo dire che il programma si adatta assolutamente bene al nuovo formato di schermo. Il suo sviluppo orizzontale infatti si presta egregiamente ai lavori panoramici classici, mentre sul verticale… qui ho sempre i miei 1200 pixel a disposizione! Il nuovo Panorama Maker 4 Pro (PM4P) ha un’interfaccia utente estremamente Se l’applicazione dell’automatismo non è soddisfacente, PM4 Pro consente di intervenire manualmente sui punti di controllo della giunzione (fino a tre) e sulle sfumature tra un fotogramma e l’altro. PC PHOTO 73 Il salvataggio del lavoro non è banale: scegliere dal principio il tipo di uso della nostra immagine panoramica ci consente di evitare di dover ripetere l’elaborazione. Ecco in sintesi le fasi di lavoro in PM4 Pro: selezione dei file, editing della fusione e salvataggio. In tutto i tempi non vanno oltre i 10 minuti a panorama, compatibilmente con la dimensione dei file, l’uscita selezionata e la potenza dell’elaboratore. 74 PC PHOTO chiara e comprensibile, persino da chi non è molto pratico di riprese panoramiche. A sinistra troviamo l’albero di navigazione del file-system, dal quale possiamo prelevare le fotografie da giuntare nell’immaginepanoramica,diqualunque natura essa sia. Eh già, perché PM4P consente di realizzare non soltanto scatti panoramici di tipo convenzionale (quelli orizzontali, per capirci) ma anche fusioni verticali,estremamentesuggestive,composizioni ‘a tegola’, al fine di ottenere da una serie di scatti a griglia un unico fotogrammadirisoluzioneincredibilmente maggiore rispetto agli originali, ed infine montaggi a 360° da visualizzare tramite strumenti come Apple Quick Time, ma anche come di Irfan View o simili. Il tutto potendo scegliere se il risultato finale dovrà avere le dimensioni complessive della singole parti sommate (enormi dunque), oppure se preferiamo una dimensione ridotta a 1/4 o a 1/16 della mole complessiva. La scelta non è da sottovalutare considerando i tempi di attesa di parecchi minuti richiesti dalle lavorazioni se non ridimensioniamo il file finale, soprattutto se le immagini di partenza sono di elevata risoluzione e l’elaboratore non eccessivamente potente. Ad esempio nel corso della sperimentazione abbiamo cercato di compattare un 360° ottenuto da una decina di scatti a 24 Megapixel in un file Mov da ‘proiettare’ tramite Quick Time; l’attesa snervante ci ha fatto desistere e abbiamo ripreso il lavoro scegliendo una dimensione pari a Alcune interessanti funzioni di gestione del testo consentono di introdurre scritte e cornici all’interno dei panorami. 1/4 dell’originale, comunque sufficientemente dettagliata da consentirci la sua navigazione e con un montaggio molto più rapido. Cose che si apprendono con l’esperienza. Dalla stessa interfaccia principale possiamo poi regolare l’eventuale rotazione degli scatti con orientamento non corretto, oltre che sfruttare l’utile funzione Selezione Automatica per Gruppo che riconosce in modo praticamente infallibile ed automatizzato gli scatti da usare per il montaggio tra quelli presenti all’interno della cartella. Non si è detto, ma la visione dei file viene favorita dalle anteprime all’interno del riquadro centrale, modificabile a tre livelli di ingrandimento. Una volta scelto dunque il ‘cosa’ ed il ‘come’, possiamo procedere nella lavorazione tramite il pulsante in basso a destra, etichettato con Avanti. PM4P carica i file selezionati ed effettua una loro prima disposizione in sequenza, non ancora giuntata correttamente, all’interno della quale possiamo intervenire trascinando le immagini; insomma è facile collocare al giusto posto gli scatti che, per un motivo o per l’altro, non lo siano. Sempre da qui vi è la possibilità di aggiungere o rimuovere fotogrammi tra quelli presenti (in alto), oppure di ricorrere nuovamente alla gestione automatizzata. Se soddisfatti possiamo proseguire con Congiungi, sempre in basso a destra. Il programma a questo punto entra nella sua fase operativa e il tempo necessario per la giunzione che gli abbiamo comandato sarà ovviamente proporzionale alle dimensioni scelte in principio. In generale devo ammettere che l’attesa non è poi tanto lunga anche nel caso di fusioni di un certo rilievo, il che mi fa pensare ad un deciso lavoro di riprogrammazione del software rispetto alle versioni che avevo precedentemente trovato. Il lavoro però non è finito. PM4P infatti non si limita ad allineare le immagini, ma consente all’utilizzatore di perfezionare le operazioni di giunzione come mai prima d’ora.Tenendo a schermo l’anteprima di quello che l’applicativo è stato capace di proporre in automatico possiamo giuPC PHOTO 75 Un panorama interessante è quello che si ottienefondendogradatamenteuncampolungo con un primo piano; la percezione della profondità di campo aumenta notevolmente. 76 PC PHOTO Unendo diversi file si ottengono immagini molto grandi, come questa di 6000 x 4000 pixel; anche se non si tratta di un panorama, è affascinante per la quantità di dettagli fini che contiene. Anche gli spazi stretti come quelli di una cantina possono essere interpretati in chiave di panorama; è sempre la definizione dei particolari fini a rendere interessante l’immagine. dicare se e come intervenire; tra le possibilità offerte possiamo scegliere se ritagliare l’immagine sopra e sotto per nascondere la struttura panoramica (dovuta alla deformazione sferica che gli scatti subiscono al fine della giunzione), se ingrandirla a vari livelli di zoom fino al 100% o 1:1, se raddrizzarla indicando al programma l’angolo di correzione (con il supporto di una utile griglia ortogonale sovrapposta al soggetto), se correggerne Luminosità e Contrasto mediante un apposito strumento, se visualizzarla in Anteprima a schermo intero, se inserirla in una cornice contenente testo e dati vari. Vediamo per ultima la funzionalità di ottimizzazione che da sola, e più delle altre già descritte, vale il programma grazie PC PHOTO 77 alla sua semplicità di impiego. E’ la correzione manuale dell’allineamento e della giunzione dei vari scatti, e si avvale di due strumenti principali: Allinea i punti e Regola la transizione. Questa seconda funzione è nata dopo la versione 3 del programmaeconsentedidefiniretramite una curva la zona di fusione in cui PM4P dovrà operare la transizione tra due immagini attigue. Questo strumento di controllo è estremamenteimportantedatochepoterdecidere i punti meno critici in cui calibrare il passaggio tra due scatti non perfettamente allineati solleva il fotografo da enormi problematiche sia a livello di ripresa, sia a livello di post-produzione. Va detto subito che in genere PM4P opera un’ottima scelta dei punti di aggancio (solo 3) e che eventuali errori derivano 78 PC PHOTO Un esempio di … panorama verticale! Dopo un po’ di pratica si comincerà a capire come usare PM4 Pro per realizzare immagini originali e personali. Usando una reflex come la Sony Alpha A900 da 24 Megapixel la fusione di diversi fotogrammi permette di ottenere un livello di accuratezza tale da competere con dorsi digitali per fotocamere di medio formato. essenzialmente dalla ripresa; infatti se gli scatti sono tecnicamente ineccepibili è impossibile che il programma sbagli in modo clamoroso. In ogni caso l’allineamento dei punti avviene sulle zone di giunzione evidenziate dal programma e lo si gestisce collocando nelle parti di immagine che verranno fusi i tre punti di aggancio; questi, come intuibile, andranno posti su particolari simili all’interno dei due diversi scatti. L’opzione di Corrispondenza Automatica può essere d’aiuto, ma ritengo preferibile, dato che siamo in fase di ottimizzazione, una gestione manuale. Scegliendo Applica, in basso a destra, il programma procederà ad aggiornare il montaggio con i nuovi dati raccolti. E’ chiaro che perfezionare passo passo tutte le coppie di fotogrammi può richiedere parecchio tempo, ma va anche ricordato che si tratta di una scelta a discrezione del fotografo che deciderà di volta in volta la soluzione che ritiene ottimale per qualità ed impegno delle risorse. Terminati anche gli affinamenti possiamo salvare il risultato delle nostre fatiche in formati che vanno dal Jpeg / Tiff / Bmp / Tga al Flash incapsulato all’interno di una pagina web Html, al PTViewer sempre da Web passando per il Mov delle panoramiche a 360 gradi. Web e stampa Circa l’utilizzo dei formati destinati ad un impiego sul Web devo dire che non sempre è facile approfittare della visione panoramica; il massimo in termini di flessibilità la si ha con il formato PTViewer, per il quale però occorre il supporto di un server Web che accetti Java e molto spesso fornisce errori di visualizzazione. Peccato, dato che la qualità della giunzione a 360 gradi e la facilità con cui è possibile editare tramite Photoshop le panoramiche da scorrere per mezzo dei ‘viewer’ è assai superiore alla rigidità del Mov di QuickTime o del Swf di Flash. E, per finire, non posso non ricordare le possibilità di eseguire una stampa pa- Quanto Costa Panorama Maker 4 Pro: euro 40 Aggiornamento euro 25 Windows e Mac, lingua italiana. http://www.arcsoft.com noramica; PM4P infatti offre eccellenti funzionalità di scomposizione dell’immagine in diverse parti da stampare nei formati gestiti dalla nostra stampante, ma anche di ordinare on-line la stampa sfruttando il sistema di selezione del formato più adatto e controllando la scelta tramite l’anteprima a monitor. Molto ben congeniato, peccato che i costi non siano proprio popolari. Il giudizio Ritengo che Panorama Maker 4 Pro sia il programmadigiunzionepanoramicadegliscattimegliocongeniatooggipresente sul mercato in quanto bilancia al meglio la qualità e la semplicità con il costo. Il risultato finale dipende ovviamente dalla qualità dei fotogrammi che gli daremo in pasto. Non è infatti possibile praticare un genere di ripresa complesso come la panoramica senza avere delle salde basi tecniche, indispensabili per eseguire scatti adeguati alle potenzialità di PMP4. E’ vero comunque che PM4P offre ampi margini di miglioramento grazie alle sue opzioni di allineamento, e che tali funzioni sono utilizzabili in modo ben più facile rispetto a quanto offrono i concorrenti, che vanno dall’estrema complessità dei prodotti più performanti e all’eccessiva rigidità dei software di livello base. Panorama Maker 4 Pro media il tutto, offrendo risultati buoni all’amatore ed eccellenti al fotografo che saprà eseguire al meglio le riprese da montare nella panoramica. Sicuramente merita ben oltre la semplice prova della versione dimostrativa. EGT PC PHOTO 79