Immigrazione e “Primavera araba”

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Immigrazione e “Primavera araba”
Immigrazione e “Primavera araba”
Nel “Mediterraneo che cambia”, gli eventi della cosiddetta “Primavera araba”
e, in particolare, i problemi che accompagnano i flussi migratori hanno
riproposto all’attenzione quest’area che da sempre è considerata prioritaria
nella politica estera dell’Italia.
19-12-2011
C'è una crescente domanda di Italia nel Mediterraneo ma c'è anche l'esigenza che l'Italia avverte di
contribuire a risolvere i problemi connessi ai "cambiamenti" nella regione, come quello dei flussi migratori,
in un ambito europeo, promuovendo e rafforzando il dialogo euro-mediterraneo.
Il Ministro Giulio Terzi ha ricordato nei giorni scorsi, in occasione di un convegno in Sicilia, che il governo
italiano "è già impegnato a promuovere una Strategia dell'Unione Europea per la Macro Regione Adriatico
Ionica". Tale strategia potrà in futuro rappresentare un "modello di cooperazione con Paesi non membri
dell'Unione su temi comuni al nostro mare. Se si rivelerà vincente - ha sottolineato Terzi - lavoreremo per
estendere questo modello anche ai Paesi della sponda sud. Anche perché sono analoghi i temi in cui è
possibile approfondire la cooperazione intermediterranea: basti pensare a quello dell'ambiente, alla tutela
dell'ecosistema". Il Ministro ha anche indicato come necessario l'avvio, da parte dell'Unione Europea, di
negoziati per "accordi di partenariato" con la Libia e l'Algeria e ricordato"l'effetto di moltiplicatore di potenza
dei programmi finanziati dall'Ue nel quadro della politica di vicinato".
Nell'ambito del dialogo euro-mediterraneo vanno inquadrate le problematiche legate ai flussi migratori
verso l'Europa e verso l'Italia in particolare, riconducibili alla cosiddetta "primavera araba".
"In passato, la politica europea nei confronti dei Paesi della regione mediterraneaè risultata largamente
inadeguata", ha detto il Sottosegretario Marta Dassù nel suo intervento alla conferenza "Italia e
Mediterraneo nel contesto migratorio internazionale" svoltasi a Roma in occasione della celebrazione della
Giornata Mondiale del Migrante e del 60° anniversario dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni.
Il Consiglio europeo del giugno scorso ha riconosciuto la necessità, sostenuta più volte dall'Italia "di uno
sforzo europeo congiunto, chiedendo agli Stati membri un impegno concreto per affrontare la sfida".
Impegno che dovrebbe tradursi - ha ricordato il Sottosegretario - "nel rapido avvio di Partenariati di mobilità
e sicurezza" dell'Unione Europea con Tunisia, Egitto e Marocco (nonché con la Libia, in un momento
successivo), volti a contrastare efficacemente l'immigrazione irregolare, attraverso la promozione dello
sviluppo economico e della stabilità in loco, nonché la regolamentazione dei flussi regolari". A giudizio del
Sottosegretario "l'adozione di un equo sistema di ripartizione dell'onere dell'accoglienza e la definizione di
regole comuni per l'asilo costituiscono la cartina di tornasole del tipo di Europa nella quale vogliamo vivere".
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