Di - Voce della Vallesina
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Di - Voce della Vallesina
Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi Grande festa alle Grazie Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi ANNO LIII- N. 2 Archivio della Pretura Euro 1 DIREZIONE E REDAZIONE: JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX. 0731.208145 a san giovanni battista benedetto XVI Le tele restaurate dell’Aquilini Resistere È da anni che l’avv. Marcello Pentericci, nella sua qualità di presidente dell’Associazione Forense di Jesi, richiama l’attenzione dei cittadini e, in particolare dell’amministrazione comunale, sul grave problema della sistemazione del prezioso archivio della pretura, ricco di storia e di notizie che risalgono, almeno, a quattro secoli fa. E, quando ormai stanno terminando i lavori di restauro del palazzo Carotti per offrire una sede veramente degna al potere giudiziario della nostra zona, dando noi per scontato che il progetto avrebbe compreso la soluzione dell’annoso problema, giunge la doccia fredda di un lungo comunicato dell’assessore alla cultura, Leonardo Animali, che toglie ogni illusione di sistemazione del delicato materiale, oggi malmesso in uno scantinato. Anzi, dice di più: trattasi sì, di uno straordinario Bene Culturale, ma proprietario non è il comune di Jesi, bensì il tribunale di Ancona, il quale, non da oggi insiste per il trasferimento di tutto il materiale in Ancona. Inoltre il Comune non ha né locali idonei né soldi per una adeguata sistemazione. Così sembra chiuso definitivamente il discorso. Male. Anzi, malissimo. Se è proprio l’assessore a scrivere che il nostro archivio “ha un’importante rilevanza storica e un’enorme consistenza” – 250 mq occupabili - la città deve fare del tutto per tenerlo e custodirlo. Mancano i soldi? Ma se nel recente passato il giovane Marco Pieralisi si è offerto, a proprie spese, di sistemare i due storici orologi di piazza della repubblica e del palazzo della Signoria, possibile che non si trova un altro mecenate – o più mecenati – che possano venirci incontro? Abbiamo, grazie ai nostri antenati, una Fondazione della Cassa di Risparmio, che può prendere a cuore il problema. Bussate e vi sarà aperto. E’ vero presidente Tardioli? Mancano i locali? Jesi non può trovare 250 mq? Non scherziamo! E la chiesa di Sant’Agostino? E la scuola San Martino che si vuol vendere? Insomma: spendiamo tanto per i corsi universitari e poi ci lasciamo sfuggire tesori culturali che, proprio per gli studenti, costituiscono una miniera di studi e di ricerca. Assessore, deve rivedere tutta la sua posizione. Pentericci ha ragione da vendere. Settimanale d’informazione . DOMENICA 22 GENNAIO 2006 settimana di preghiera atto sacrilego Matrimonio e famiglia 2 L’orologio elettronico 3 La bella statua vandalizzata di fr. Ludovico Albanesi Unità dei cristiani 4 I La fiamma di Olimpia l tema della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, quest’anno dal 18 al 25 gennaio, ci propone la promessa di Gesù che si situa nel contesto: “Se due o tre si riuniscono per invocare il mio nome, lo sono in mezzo a loro”. È più ciò che ci unisce di ciò che ci divide. Il fulcro di quanto ci unisce è la presenza del Cristo Risorto, che ha promesso ai suoi discepoli di essere con loro fino alla fine dei tempi. I vangeli ci presentano i diversi modi in cui Gesù, il nostro Signore Risorto, è in mezzo a noi: quando la sua parola è proclamata e vissuta, quando il pane e il vino eucaristici sono presentati in sua memoria; nella presenza dei piccoli, degli affamati, dei prigionieri, degli ultimi fra noi; nel nostro prossimo, in coloro che ne perpetuano la missione e il ministero nel mondo. La fiamma olimpica accende Jesi La Vezzali tedofora d’oro a pagina 7 foto Gino Candolfi Durante la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani siamo invitati a prendere coscienza nel profondo che l’unità è una grazia e che dobbiamo chiedere incessantemente questo dono. Nel nostro sforzo per promuovere l’unità delle nostre comunità e di tutti i cristiani, dobbiamo essere sensibili all’importanza di radunarci ecumenicamente per pregare nel nome di Gesù. Ogni volta che agiamo cosi, siamo invitati a credere nella potenza della preghiera offerta alla presenza di Gesù. sport Crisi della serie A Il calcio finisce sul pallone? D a ragazzo giocavo lungo la mia via con palloni di stracci. Da grande ho tentato di fare il portiere per difendere la squadra dei docenti contro gli alunni del liceo. Partite sempre perse per colpa mia. Oggi seguo quasi solo la nazionale. Mai allo stadio. Insomma: sono il cittadino qualunque ideale per dire la mia sulla crisi della serie A (anche se neppure la B naviga in acque calme). C’è chi afferma che ormai il calcio è diventato solo potere, spettacolo e, più ancora, mero interesse economico-finanziario. Perché il giochetto è semplice: avere molti soldi vuol dire pagare bene i giocatori, che vuol dire essere in testa alla classifica, che vuol dire fare man bassa di tutte le coppe nazionali e internazionali. Così soldi fanno soldi e il giro si chiude. Inoltre, per averne tanti, le squadre di testa – Juventus, Milan e Inter – contrattano direttamente con i padroni dei canali televisivi i loro diritti per avere ciascuna il massimo di euro. Esempio: Mediaset, di gran lunga la più furba, ha acquistato i diritti della Juve per 248 milioni, ma li ha rivenduti al satellitare della Sky per 157 milioni. Ed ha ancora altri diritti sulla Juve da poter giostrare. Insomma, alla fine avrà il monopolio delle partite digitali della Signora senza spendere un soldo e incassando fior di quattrini dalla pubblicità. Naturalmente anche la Juve è soddisfattissima e dice: merito tanti soldi perché sono brava e perché tutti mi vogliono vedere in tv. E così le altre grandi. D i conseguenza le varie Tv pagano poi pochissimo tutte le altre squadre perché “non fanno spettacolo”. E le quindici minori si stanno ribellando. Gridano: “La Juve, il Milan e l’Inter giochino da sole. Come possono realizzare lo spettacolo senza di noi? Non scenderemo in campo o faremo giocare i nostri allievi. E vedrete che spetta- colo verrà fuori! Il 18 per cento degli incassi che riceviamo è una miseria rispetto agli affari delle grandi”. Il rimedio? Una ripartizione equa dei diritti tv fra tutte le squadre: basta cambiare la legge del ‘99. Tutti i partiti sono d’accordo. Si oppone solo Forza Italia. Chissà perché! C’è chi insinua l’ennesimo intreccio di interessi di Berlusconi per via del Milan e di Mediaset che ha monopolizzato contratti per tre anni. Sarà vero? Altrimenti perché solo Forza Italia si oppone a modificare una legge che è risultata punitiva per le squadre minori? Il presidente della Fiorentina, il marchigiano Della Valle, minaccia Galliani, capo della Lega, e dà del bugiardo a Berlusconi che però chiama gli avvocati e continua la cagnara davanti ai giudici. Così i calci finiscono in pugni. Che miseria! Altro che sport Vittorio Massaccesi 2 Vita ecclesiale 22 Gennaio 2006 JESI Nella chiesa di San Giovanni Battista Le tele dell’Aquilini Sono ritornate per Natale restaurate le due tele di Arcangelo Aquilini (1667-1726) ultimo di una famiglia di pittori che ha per capostipite Andrea di Bartolo (1430-90?). Sposato con Antonia Gasperini figlia dell’organista della cattedrale avrà nel figlio e nel nipote che continueranno i nomi della famiglia cioè Pietro Paolo e Arcangelo, due futuri organisti nella chiesa abbaziale di Chiaravalle, la musica ha vinto sulla pittura. Le tele furono commissionate ad Arcangelo a ridosso della consacrazione della chiesa che avvenne nel giugno del 1694 da P. Filippo Tondi allora superiore dei Filippini qui a Jesi e nipote del Tondi che aveva pagato la costruzione della facciata. La prima tela è copia dell’originale di G.M. Morandi (1622-1717) collocata nell’altare maggiore della parrocchiale di Belvedere Ostrense, la seconda è probabilmente una pittura ripresa da qualche incisione che accompagnava la vita dell’allora B. Giovanni della Croce. Più bravi nel copiare che nel creare gli Aquilini erano abili nella tecnica del disegno e nel colore; Arcangelo interpreta il classicismo della scuola romana dell’epoca con la lunga frequentazione della scuola bolognese del padre Pietro Paolo. Grato a Dio nel cinquantesimo della sua consacrazione sacerdotale il parroco mons. Attilio Pastori ha voluto che le due tele restaurate restassero a ricordo della sua vita vissuta per la chiesa e per la comunità di San Giovanni Battista. A sinistra: “Conversione di San Pietro”; a destra: “San Giovanni della Croce in estasi si offre di portare la croce di Gesù”. MEIC Conferenza di Padre Valentino Natalini Riconciliazione nel mondo L’uomo ha sete di verità e si interroga con l’uomo (uso esclusivo nell’epistolario anche oggi sul senso della storia paolino - dal gr. metanoéin, epistréfein umana con le sue tragedie individuali = cambiare strada), il relatore si è e collettive, sul perché della vita e addentrato nella problematica con della morte, sul mistero dell’”oltre”… un’analisi antropologica e cristologica, Quest’ansia esistenziale che nasce dal alla luce di cinque testi dell’apostolo bisogno di amore, di speranza, di pace, Paolo, da cui é emerso che l’iniziativa non può essere appagata dal benessere della riconciliazione è sempre di Dio; economico, né dal potere politico, e l’uomo è chiamato ad accogliere il dono neppure dalla multiforme proliferazione ”che viene dall’alto”, a differenza di quanto tecnologica, perché ha radici profonde accade nell’ambito di altre religioni dove nel cuore più che nella mente dell’essere l’uomo, con un movimento ascensionale, umano. compie riti e sacrifici per placare Dio. Ne abbiamo avuto una prova il 20 Quale rapporto fra azione di Dio e dicembre, durante un incontro-dibattito azione dell’uomo? fra grazia e peccato? di cultura e spiritualità organizzato dal fra grazia e libertà? Questioni non di Meic di Jesi in preparazione al Natale. poco conto, con radici storiche lontane Alla Liturgia eucaristica presieduta nel tempo… Padre Natalini risale al sec. dal Vescovo, è seguita la conferenza V, quando all’antropologia di Pelagio del teologo, padre Valentino Natalini che riconosce all’uomo le energie ofm, sul tema ”Natale: riconciliazione per salvarsi, Agostino contrappone del mondo”. Precisato il duplice valore il primato della Grazia negando che semantico del termine “riconciliare” l’uomo abbia in sé la forza per operare usato nel NT per indicare sia il rapporto la salvezza. Momento storico cruciale di tipo orizzontale fra gli uomini (uso è il sec. XVI, con la Riforma: per comune), sia il rapporto verticale di Dio “l’antropologia pessimistica”di Lutero il peccato originale ha distrutto la libertà, delle tragedie, l’inferno”. Dio affida perciò la salvezza è solo opera di Dio; alla Chiesa il compito di annunciare la per la Chiesa cattolica la libertà umana riconciliazione, che è per tutti, senza è ferita dal peccato, ma non distrutta. confini di cultura, razza, religione… L’uomo, ”riconciliato” di diritto me Il richiamo del teologo alla legge diante l’incarnazione, la morte e la naturale che, nel “sacrario” della co risurrezione di Cristo, si lascia ricon scienza, accomuna i sei miliardi e ciliare di fatto se accoglie liberamente mezzo di abitanti del pianeta, (di cui il dono “con la conversione dagli idoli al due miliardi circa cristiani battezzati!), Dio vivente”. ha concluso il vivace dibattito del Meic, Contemplando nel Verbo incarnato il alimentato dall’interesse per le realtà volto del Dio invisibile, con lo sguardo ”ultime” (escatologiche) e dall’esigenza della fede, padre Natalini esclama: ”Gesù di discernimento evangelico nella Cristo è la nostra pace” (Ef.2,14). Solo complessità del presente. inserito in Cristo l’uomo può vivere in Maria Crisafulli pace con Dio, con se stesso, con i fratelli, con la realtà cosmica (“pace” nella Bibbia La prossima conferenza = “riconciliazione”). La comunità di fede nasce dal battesimo, ma ”il rapporto Il Movimento Ecclesiale di Impegno salvifico è di ordine strutturale: ogni Culturale comunica che martedì creatura umana, fin dal seno materno, è 24 gennaio, alle ore 18, a Palazzo chiamata a condividere la vita stessa di Ripanti, la dott.ssa Lucia Romiti, Dio. Unica eccezione un“no”irreversibile giornalista pubblicista, parlerà sul che l’uomo può dire a Dio e che fa tema: “Mass-media, cultura e società”. sì che una creatura si stacchi dalla Seguirà il dibattito. cordata salvifica: è questa la tragedia L’incontro è aperto a tutti A FABRIANO Gli adulti dell’AC jesina *Asterisco Incontro con don Tonino Dopo l’uscita di metà novembre a Sansepolcro, alla quale hanno preso parte una settantina di persone, gli Adulti di Azione Cattolica proseguono il loro cammino. Domenica 22 gennaio è in programma un’uscita a Fabriano per incontrare don Tonino Lasconi, figura storica dell’Azione Cattolica. Questo il p r o g r a m m a c o m p l e t o della gior nata: ore 8.30 partenza da San Francesco d’Assisi; ore 10 S.Messa presso la par rocchia di San Biagio a Fabriano; ore 11 medi tazione gui data dalla ma dre badessa delle suore benedettine; ore 12.30 pranzo con le suore; ore 15 introduzione di Giulio Argalia al tema dell’anno “Non abbiate paura è risorto” ed intervento di don Tonino Lasconi con riflessioni, interventi, dibattito; ore 17.30 vespri con la comunità di San Luca; ore 18.30 rientro a Jesi. Un cuore universale «La famiglia è la cellula della società e della Chiesa. Ogni ambiente può essere santificato, dalla famiglia al lavoro alle amicizie al divertimento. Trasformate il lavoro di ogni giorno in una conversazione con Dio». Con tali parole si è rivolto Mons.Javier Echevarria, prelato dell’Opus Dei, ai quasi seimila fedeli riuniti per festeggiare i quaranta anni di attività del centro di formazione professionale Elis, inaugurato da Paolo VI nel 1965 nel quartiere Tiburtino-Collatino di Roma. In un clima gioviale e familiare, il prelato, dopo la messa, si è dedicato ad ascoltare le domande di giovani, insegnanti, allievi ed ex allievi convenuti per l’occasione insieme alle loro famiglie. «Anche il divertimento può essere santificato perché l’importante è non confonderlo con offesa a Dio. Oggi purtroppo lo si confonde spesso con l’oscenità», ha detto. «Convertite la vostra vita alla messa e pregate per gli altri. Un cattolico, soprattutto un romano, deve avere un cuore veramente universale. Anche io mi sento romano e abbiamo tutti l’obbligo di pregare soprattutto per il Papa visto che tutta l’umanità è motivo della sua preghiera», ha precisato in simpatico accento spagnolo. «Benedetto XVI è una persona buonissima e molto alla mano. Dobbiamo pregare per lui», ha aggiunto. Giacomo Galeazzi Vita ecclesiale Matrimonio e famiglia proseguito il Pontefice - “di norme peculiari della morale cattolica, ma di verità elementari che riguardano la nostra comune umanità: rispet tarle è essenziale per il bene della persona e della società. Esse interpellano quindi anche le vostre responsabilità di pubblici Amministratori e le vostre competenze normative, in una duplica direzione”. “Da una parte, sono quanto mai opportuni tutti quei provvedimenti che possono essere di alle giovani Parlando di famiglia, il sostegno Santo Padre Benedetto XVI, coppie nel formare una nell’udienza del 12 gennaio famiglia e alla famiglia nella ha ricordato quanto aveva stessa affermato lo scorso giugno generazione ed al Convegno della Diocesi educazione dei di Roma: “‘matrimonio figli”, tenendo e famiglia non sono in conto dei costi alloggi, realtà una costruzione degli asilisociologica casuale, frutto degli di particolari situazioni nido e delle storiche ed economiche. Al scuole materne. contrario, la questione del “Dall’altra parte, giusto rapporto tra l’uomo è un grave e la donna affonda le sue errore oscurare valore e radici dentro l’essenza il funzioni più profonda dell’essere le umano e può trovare la della famiglia sua risposta soltanto a l e g i t t i m a sul partire da qui’. Aggiungevo fondata pertanto: ‘Il matrimonio m a t r i m o n i o , come istituzione non attribuendo ad è quindi una indebita altre forme di ingerenza della società o unione impropri dell’autorità, l’imposizione riconoscimenti dei di una forma dal di fuori, è giuridici, invece esigenza intrinseca quali non vi è del patto dell’amore alcuna effettiva e s i g e n z a coniugale’”. Verità elementari sociale”. Tutela della vita “Non si tratta qui” - ha Il Santo Padre ha quindi Incoraggiando i presenti ribadito che è necessario negli sforzi che compiono prestare uguale attenzione in questi ambiti, Papa ed impegno alla “tutela Benedetto ha sottolineato della vita umana nascente”, che “in campo sanitario, per cui “occorre aver cura i continui sviluppi scien che non manchino di tifici e tecnologici, come concreti aiuti le gestanti anche l’impegno per il che si trovano in condizioni contenimento dei costi, di difficoltà” ed occorre vanno promossi tenendo “evitare di introdurre ben fermo il superiore farmaci che nascondano principio della centralità in qualche modo la gravità della persona del malato”. dell’aborto, come scelta Di fronte ai “molti casi di contro la vita. In una sofferenza e di malattia società che invecchia psichica”, il Santo Padre ha diventano poi sempre più sottolineato la necessità di rilevanti l’assistenza agli non lasciare “senza aiuti anziani e tutte le complesse adeguati le famiglie che non problematiche attinenti di rado si trovano a dover alla cura della salute dei fronteggiare situazioni as cittadini”. sai difficili”. CEI La “nuova” Voce della Vallesina Salto di qualità Da Mons. Claudio Giuliodori, diocesano “Voce della Vallesina” direttore dell’Ufficio Nazionale per le rinnovata nella sua veste grafica. Comunicazioni Sociali della CEI, al ns. Sono doppiamente contento, come Vescovo Mons. Oscar Serfilippi: marchigiano e come direttore dell’Ufficio Nazionale per le comu Eccellenza carissima, nicazioni sociali, per questo è con grande gioia che ho ricevuto importante risultato che rilancia la Sua cortese lettera e ho preso l’impegno di alcuni settimanali in mano la copia del settimanale delle nostre diocesi nel quadro del progetto nazionale coordinato dalla Fisc e so stenuto dalla CEI attraverso il contributo della Fon dazione Comunicazione & Cultura. Questo salto di qualità, non solo grafico, te stimonia il desiderio di un rinnovato slancio per dare all’evangelizzazione la “risonanza mediatica” che merita nell’attuale contesto culturale e sociale secondo le direttrici indicate dal documento “Comunicazione e Missione. Direttorio sulle comunicazioni sociali nella missione della Chiesa”. Sono certo che anche gli ulteriori obiettivi collegati al rinnovamento grafico potranno essere raggiunti grazie all’impegno della redazione e alla Sua saggia guida. Voglia gradire il mio affettuoso ricordo nella preghiera con gli auguri di ogni bene nel Signore. 3 Vangelo 22 gennaio 2006 il santo padre nell’udienza del 12 gennaio 22 gennaio 2006 III Domenica del Tempo Ordinario Dal vangelo secondo Marco Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il Vangelo di Dio e diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo”. Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: “Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini”. E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedeo sulla barca con i garzoni, lo seguirono. Gesù passa, vede, chiama Dai nostri missionari Auguri da Anatuya Da Anatuya (Argentina), Suor Eugenia Giampaoletti al nostro Vescovo: Carissimo Mons. Oscar, voglio farvi i miei più sinceri auguri di felici feste: che il Bambino Gesù vi conceda molta salute perché possiate fare il vostro apostolato di padre e pastore di tutti noi. Ogni giorno prego per la sua delicata salute: che Gesù le sia accanto, è il mio augurio che le faccio di tutto cuore: Buon Natale e Capodanno: che possano ritornare le medesime forze. Mai dimenticherò tutto il bene che ha fatto per noi missionari della sua diocesi. Le chiedo la santa bene dizione. “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo”: questo il messaggio, la “buona notizia”, il cuore della predicazione di Gesù. Dio, nella persona del Figlio, è entrato nel tempo e lo ha portato a pienezza; il suo regno, annunciato dai profeti, ora si è fatto presente. Dono gratuito a cui aprirsi e da accogliere con gratitudine, perché vi trovano risposta le aspirazioni fondamentali dell’uomo. Ma occorre convertirsi (“cambiare modo di pensare” recita il verbo greco metanoéo, “cambiare decisamente rotta” significa il verbo corrispondente ebraico) e credere alla sua parola, “fidarsi” (pistéuein). E’ sempre Lui che prende l’iniziativa, e in un momento particolare della mia vita, forse quando meno me lo aspetto, si rivolge proprio a me. Così è avvenuto lungo il mare di Galilea, quando i primi discepoli sono stati chiamati: “passando…vide…disse loro”. A pescatori di mestiere, abituati a vedere pesci tra le maglie delle loro reti, le parole di Gesù devono essere sembrate perlomeno strane. Pescatori di uomini! Ma che vuol dire? Eppure non fanno domande, non mostrano perplessità, è come se avessero capito tutto. Certamente hanno compreso una cosa fondamentale: per quella proposta vale la pena di rischiare impegnando tutta la vita. Si fidano e vanno. Lasciano ogni cosa: il lavoro e il padre, vale a dire ogni sicurezza, le loro stesse radici. E subito! Perché sentono l’urgenza dell’appello. E noi? Siamo disposti ad accogliere questo invito, che forse oggi risuona ancora più accorato, con la stessa prontezza e la stessa radicalità? Troppo spesso avanziamo più che plausibili giustificazioni, nascondendoci dietro discernimenti molto umani. Di fatto, nella paura di perdere “qualcosa”, non abbiamo il coraggio di scommettere sulla parola di Dio. Adriana Borgognoni Giornata di ritiro al Contardo Ferrini Per il 28 gennaio, il Circolo Contardo Ferrini organizza una Giornata di ritiro. Il programma prevede, fra l’altro, alle ore 11 momenti di riflessione e di preghiera; quindi pranzo e, nel pomeriggio,un’ora di svago con tombolata finale. La presidenza del Ferrini informa anche che le iniziative svolte in dicembre hanno permesso la raccolta di 500 euro che saranno devolute per i bambini di Bachau e per le adozioni a distanza di ragazzi del Vietnam. 4 22 Gennaio 2006 Cultura, spettacoli e dintorni Per inserzioni e pubblicità su Voce della Vallesina rivolgersi all’amministrazione del settimanale Jesi - piazza Federico II, 6 (giorni feriali dalle ore 9 alle 12) telefono e fax 0731208145 email [email protected] Atto sacrilego contro la Madonnina del Collegio Pergolesi La bella statua vandalizzata All’entrata del Collegio Pergolesi, proprio dove ha inizio il viale, c’è una bella statua marmorea, che rappresenta la Madonna della Misericordia con il Bimbo Gesù tra le braccia. Qualche giorno dopo il 25 dicembre scorso, Natale di Gesù, abbiamo visto, con grande sgomento e dolore, che la statua era stata deturpata e vandalizzata. La testa del Bambino Gesù era stata decapitata e la mano del braccio destro di Maria Ss.ma, troncata. La vista di questo spettacolo è stata shoccante ed ora, ogni qualvolta lo sguardo si pone su questa statua mutilata, l’animo si deprime, perché ci si rende conto che è un atto deteriorante per l’umanità intera. Sì, perché un danno tale, fatto certamente da persone, porta tutta l’umanità ad un livello più basso, e ne rivela l’oscurità in cui si trova. È vero che stiamo passando un periodo di decadenza e di violenza, un periodo nella storia che enfatizza il male, sfoggia il senso del brutto e del cattivo ed ammira ed emula la malvagità e la perversità. Si cerca di combattere questa nuvola scura che copre tutto il mondo, questo insinuarsi negativo che penetra la mente e il cuore degli uomini, con la preghiera e la fede in Dio, con l’esempio di vita vissuta con valori cristiani, con l’impartire, in ogni modo e maniera, una educazione e una istruzione sana e saldamente radicata nella dignità dell’uomo figlio di Dio. Si legge, si sente, si sa che i tempi in cui viviamo rispecchiano una civiltà di morte, e che richiedono, quindi, maggior coraggio di vita integra, maggior coraggio di vivere la verità nell’amore. Tuttavia, quando succede un fatto come quello sopra descritto, dove persone entrano abusivamente nella tua casa, vengono a violare la tua libertà di fede, vengono a dissacrare l’immagine di ciò che abita la parte più intima del cuore del fedele e del cattolico, allora l’atto di vandalismo assume un aspetto diverso; assume un’importanza più viva e vitale, assume un aspetto più crudele e veritiero. Un atto tale richiede seria riflessione da parte di tutti e chiama ad agire, non col vendicarsi, ma in modo tale da far sì che il cristiano si renda conto quale sia la realtà che lo circonda, e che non è solo là, da qualche parte, lontano nel mondo, dove la fede viene perseguitata, ma avviene anche qui, in casa nostra. È giunto il momento per il cristiano di assumersi più seriamente le sue responsabilità come tale, e vedendosi attaccato in casa e nell’altare del suo cuore, combattere in prima persona con rinnovata fede e fervore di zelo, e non rimanere apatico. Ci si deve chiedere: chi è stato ad eseguire tale atto vandalico? Sono stati giovani in cerca di macabro divertimento? Com’è successo? È stato un gesto intenzionato a ferire, ad offendere e a demolire? È forse un atto contro la vita, contro l’Autore stesso della vita? Qualunque sia la risposta, il gesto riflette desiderio di distruzione e totale mancanza di rispetto verso le cose sacre e verso la proprietà altrui. L’abuso morale, spirituale, e materiale, che tanti giovani, ed anche molti non più così giovani, commettono, nella ricerca di riempire il vuoto dentro con sensazioni eclatanti, certamente può servire come insegnamento. Il cattolico italiano deve aprire gli occhi e proteggere la propria eredità di Fede, nel riconoscere il suo nemico e nel mettersi a lavorare più alacremente nel dare buon esempio, vivendo da vero cristiano ed andare verso chi lo perseguita, cercando di convertirne la mente annebbiata e guarirne il cuore ferito. Un comportamento fermo, aperto, radicato nei suoi valori umani e cristiani, deve portare l’avversario alla riflessione e alla conversione: preghiamo che Gesù ci dia questa grazia, e sia, nel cristiano, Luce nelle tenebre. Si chiede alla Comunità ecclesiale una presa di coscienza; si chiedono preghiere personali e comunitarie per riparare all’atto sacrilego. La Casa Famiglia per Anziani, dal giorno della scoperta del penoso misfatto, sta facendo preghiere riparatorie nella propria cappellina. L’intenzione della Comunità Religiosa dei Fratelli di N.S. della Misericordia e degli ospiti del Collegio Pergolesi, è quella di far restaurare la statua, quanto prima. Per una maggior protezione si cercherà di coprire la statua che rappresenta “Maria, Madre della Misericordia”, con una cupola di vetro infrangibile e per ulteriore sicurezza, le si farà ergere attorno un adeguato recinto. Questo lavoro di restauro richiederà tempo e diverse spese impreviste. Facciamo appello ai fedeli della Diocesi, perché, nelle loro possibilità, offrano il loro spontaneo contributo. La direzione del Collegio Pergolesi, tiene a sottolineare che la statua della Madonna, inaugurata più di cinquanta anni fa, è rimasta, sino ad oggi, un punto vitale di riferimento, un ricordo ricco di sentimenti per tutti gli Exa - alunni e per chi veniva al “Cinema Famiglia”. La statua della Madonna “Mater Misericordiae”, oggi, è méta di frequenti visite, da parte degli ospiti e dei passanti, che si soffermano a rivolgerLe una preghiera e a donarLe un fiore. Il suo valore spirituale è evidente. Il Suo volto sereno è rassicurante; il suo abbraccio racchiude Gesù e offrendoLo al passante, invita ad elevare l’anima a Dio; pertanto l’immagine va tenuta cara, preservata e protetta. Grazie a tutti per l’aiuto e per la comprensione. Il direttore Fr. Lodovico Albanesi BIBLIOTECA COMUNALE La libreria ritrovata In visita alla Pianetti Settimanale di ispirazione cattolica Associato alla FISC Direttore responsabile Giuseppe Luconi Direzione, redazione amministrazione e pubblicità Piazza Federico II, 8 60035 Jesi telefono e fax: 0731 208145 E-mail: [email protected] Sito: www.vocedellavallesina.it Sabato 14 gennaio i soci del Fondo per l’Ambiente Italiano – Fai – della delegazione di Ancona hanno potuto ammirare la libreria Pianetti riscoperta e restaurata. La visita guidata, a cura di Paolo Barboni. ha permesso di conoscere il preziosissimo esemplare di alta ebanisteria del primo Settecento, la scaffalatura li gnea della Libreria Pianetti ritrovata da Marco Cercaci negli scantinati delle vecchie carceri, da decenni abbandonata ed in degrado. Il restauro, so stenuto dall’amministrazione comunale in collaborazione con il Rotary Club di Jesi e la Banca Popolare di Ancona, ha ridato alla struttura la sua originaria funzione: è stata infatti collocata nella Sala Maggiore del Palazzo della Signoria. Abbonamento annuo normale: 35 euro di amicizia: 50 euro sostenitore: 100 euro direttamente in redazione (tutti i giorni feriali dalle 9 alle 11) o a mezzo posta (su c/c 13334602) Registrazione Tribunale Ancona n. 143 del 10.1.1953 Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it A ¬ntra' /unt i Un gioco di società di Riccardo Ceccarelli I grossi inciuci tra politica e affari in Italia finiscono tutti in “poli”. Ricordiamo solo “Tangentopoli”, “Af fittopoli” e ora “Bancopoli”. A dir la verità il Corriere della Sera scrive (8 gennaio), “Bankopoli” con la “k”, forse per metterci dentro anche la Banca d’Italia, abbreviata in “Bankitalia”. E tutti scoprono l’acqua calda. Un fiume d’acqua calda. Un oceano d’acqua calda. Come se tra politica e affari, non ci siano stati o non ci siano intrecci, rapporti, relazioni, strettamente politici e strettamente personali. A leggere quello che è stato scritto nei giorni scorsi e si scriverà ancora, e a rileggere quello che si scriveva anni fa, c’è da rimanere sconcertati. Una “babele” di lingue e linguaggi disancorata dalla realtà più vera, ripetitiva, confusa, fatta di mezze verità, di cose che tutti sanno ma che non vogliono dire, che coprono con sofismi, con discorsi fiume, come quelli, ad esempio, del “direttore” Scalfari (“Ballarò”, 10 gennaio), con illazioni o assoluzioni, conclusioni lasciate a metà, ingenerando confusione a confusione e magari “chiarezza” in quanti già pregiudizialmente ne avevano. Un colossale “blob” mediatico e scritto che, se per un verso accusa, dall’altro assolve a seconda non dei fatti ma unicamente tenendo presente la propria visione e posizione politica. Gli stessi fatti poi vengono aggiustati, accomodati, resi congrui. Allo scoppio del bubbone, di cui tutti erano a conoscenza e che tutti però facevano finta di non conoscere perché così era comodo, tutti appaiono “verginelle intemerate e meravigliate”. Allora si invoca la questione morale, si fanno discorsi sull’etica. Si riprende la “lezione morale” di Enrico Berlinguer, come se proprio lui non sapesse che il suo partito era allora finanziato dall’Unione Sovietica e dal commercio che con essa si faceva, mentre gli altri si foraggiavano con introiti, siano stati essi americani o provenienti da intrecci e commesse con le par tecipazioni statali. Pagine già scritte e conosciute, che ripropongono in sostanza le stesse cose, cioè la commistione tra affari e politica che sempre c’è stata e che non mancherà di esserci. L’etica e la morale dovrebbero servire a trasformare l’intreccio tra affari e politica in rapporto, gli aspetti perversi in relazioni legali, i contatti in servizi per i cittadini e non per l’interesse di singoli o di partiti. Lo si è detto e lo si ripete. Ma si sa che “pecunia non olet” e che i partiti debbono vivere. E si sa anche che chi del partito o nel partito vive è tentato di approfittare più facilmente delle occasioni, tutte ovviamente legali (più o meno), che gli si presentano. Col gridare allo scandalo, allora, o stupirsene si rischia di essere ciechi o ipocriti. Lasciare dunque le cose come stanno? No di certo. Torna impellente invece non tanto l’invocazione di nuove leggi che poi magari si aggirano, quanto la necessità di un etica e di una morale non fondate sul tornaconto personale o di partito, ma sulla verità o anche sulla passione per essa, senza però la presunzione di averla dalla propria parte. La ricerca della verità implica valori forti che in tempo di relativismo e di nichilismo non sembrano godere di grande attenzione ed attrazione. Meravigliarsi è un gioco di società per lasciare tutto come prima, per reciprocamente incolparsi, per con fermare che, come scrive Marcello Veneziani, in politica e negli affari e nel loro intreccio più dell’etica conta l’etichetta. Cultura, spettacoli e dintorni 22 gennaio 2006 Il flusso dei clandestini Soli con le loro speranze II Sulla terra ferma i clandestini trovano acqua, gallette, the, biscotti, servizi igienici, i Medici Senza Frontiere e il Cpt (Centro Permanenza Temporanea). Il Centro di prima accoglienza e assistenza di Lampedusa nasce nei primi anni “90 ed è collocato all’interno dell’aeroporto in una ex caserma fatta per alloggiare 87 avieri. A gestirlo è la Confraternita della Misericordia di Palermo. Dà lavoro ad una trentina d’operatori e dall’agosto 2002 ha sostituito la Croce Rossa. L’attuale Centro giorno, spese di trasferimento caserma dell’Esercito in via di permanenza, attrezzato escluse. Nel Cpt si fanno gli d’abbandono. Da tempo gli per ospitare un massimo di accertamenti sanitari e le organi preposti alla sicurezza dei 190 irregolari, nei periodi di più impegnative procedure voli hanno minacciato una forte grandi sbarchi è arrivato a d’identificazione per distinguere riduzione dei collegamenti aerei contenere anche chi dovrà essere respinto da se non si cambia l’ubicazione mille persone chi invece accettato. Passaggio del Centro. Sull’isola chi non in condizioni difficile, ma fondamentale quello è d’accordo pensa ad azioni drammatiche. dell’accertamento d’identità di forza e parla di una nuova Ciò che a Lam anche perché appena avvistati i serrata. Nel 2003 è durata tre pedusa sorprende clandestini si liberano da tutto giorni. C’è pure chi propone la è che non si ve ciò che potrà identificarli. costruzione del nuovo Centro dono extraco Il dibattito sui centri per a Linosa, a Pantelleria, a Malta munitari. Non immigrati è acceso in tutt’Italia, - dal maggio 2004 nell’UE - e sono in giro. Ad ma in quella postazione estrema chi invoca la dislocazione di una massima d’Europa ha una valenza navi militari - precisando e s p o s i z i o n e diversa. Per molti lampedusani dell’Unione Europea - al centro m e d i a t i c a le esigenze economiche del del Mediterraneo. (quanti italiani l’isola sono incompatibili con Per ora chi è arrivato s c o p r i r o n o gli arrivi continui. In crisi sul clandestinamente a Lampedusa L a m p e d u s a versante pesca, Lampedusa continua a rimanere in quella a seguito dei cerca di recuperare col fascino struttura inadeguata, oltre missili che ci lanciò contro dell’isola. Così nasce il conflitto quei cancelli che racchiudono il colonnello Gheddafi!) fa tra la promozione turistica di problemi e polemiche. Fuori e riscontro un’assenza di migranti quel gioiello nel Mediterraneo dentro il Centro di accoglienza quasi totale sul territorio. Dalla e il dispositivo dello Stato e assistenza le Forze dell’ordine banchina sul porto i furgoni impegnato a contrastare l’il vigilano ed impediscono a delle Forze dell’ordine e della legalità. chiunque d’entrare. Dietro il Misericordia li trasferiscono A scaldare ancor più gli reticolato, simili a presenze direttamente al Centro. animi è stata la decisione aliene, gli immigrati. Soli con le Il costo per ogni immigrato - improrogabile - di trasferire loro speranze e con i loro sogni. ospitato in quel Centro di il centro in una zona diversa Massimo F. Frittelli permanenza è di 39,72 euro al dell’Isola, individuata in una (2 . fine) TEATRO PERGOLESI Stagione di prosa Pirandello, il labirinto, il filo d’Arianna Forse Pirandello aveva incontrato i “Sei personaggi in cerca d’autore” tra i fatti riportati in cronaca nera da qualche quotidiano. O forse gli era capitato di ascoltare la loro storia raccontata a bassa voce da un frequentatore di quelle fumose ‘sale da conversazione’, riservate a soli uomini, che esistevano allora in Sicilia. In ogni modo i sei personaggi lo avevano colpito profondamente, forse perché erano paragonabili a quelli di una grande tragedia classica o perché ognuno di loro mostrava di reagire diversamente allo stesso sconvolgente dramma familiare. Forse; perché il ‘forse’ è d’obbligo se si tiene presente quel relativismo pirandelliano secondo il quale, come in un labirinto degli specchi, l’oggetto da considerare appare riflesso in infinite sfaccettature Non ritenuti adatti ad un romanzo né ad una novella, i “Sei personaggi in cerca d’autore” rimasero a lungo nella memoria: finché Pirandello si persuase che potevano prendere vita in un testo teatrale ‘da fare’ dove si dimostrasse come l’interprete più vicino alla verità è colui che realmente ha vissuto la realtà che rappresenta. E’ andato però oltre questo intendimento Carlo Cecchi riproponendo in una nuova veste i “Sei personaggi in cerca d’autore” (Pergolesi, 10 e 11 gennaio). Non arbitrariamente, tuttavia, poiché ha ulteriormente scavato nei significati riportando alla luce altre sfaccettature della filosofia pirandelliana. Come l’inafferrabilità del vero e la sua complessità composta di attimi fuggenti, quindi la mancanza di una compiuta e stabile identità in chi vuole intenderla e interpretarla; la possibile contaminazione, nella vita come nella rappresentazione teatrale, del tragico e del comico, con il trascolorare dall’ironia, al pianto, al sorriso: infine il surreale potere evocativo della fantasia, più forte della realtà stessa. Tutto è stato spiegato con estrema facilità da Carlo Cecchi che, seguendo con il filo d’Arianna le intenzioni dell’autore, non si è smarrito nel labirinto degli specchi. In veste di regista, spettatore, interlocutore, come immedesimandosi in Pirandello ha guidato il pubblico alla comprensione, scandendo con misurata sobrietà i ritmi d’interpretazione. Un cast di spicco ha aggiunto prestigio: ai primi posti Paolo Graziosi (il padre), Sabina Vannucchi (la madre), Antonina Truppo (la figliastra) che ha caratterizzato il suo personaggio presentandolo, con un filo d’ironia, come una ‘pasionaria’ del sud ansiosa di denunciare a cuore aperto il suo dramma. Il testo è stato qua e là alleggerito da un’enfasi che ha talvolta appesantito altre interpretazioni, a tutto vantaggio della fruibilità dello spettacolo. Così anche è Pirandello. Se vi pare, naturalmente. Augusta Franco Cardinali CASTELPLANIO Nella sala polivalente “Spiritual Festival”: è di scena la musica Una bella serata, ricca di musica e di sensibilità, quella di sabato 7 gennaio nella sala polivalente di Castelplanio. Orga nizzata dal parroco don Mariano Piccotti e dall’associazione. mu sicale Astralmusic, per presentare il cd “Spiritual festival”, la serata è nata dalla manifestazione svoltasi a Jesi nel giugno 2004 per far emergere cantautori di musica religiosa. “Una bella iniziativa – ha sottolineato il parroco – perché vedere cantare la gente è bello e dà una gioia immensa”. La musica infatti è stata al centro della scena con splendidi artisti o cantautori - introdotti dalla neo presentatrice Francesca Scortichini di Castelplanio quali Flavia Stoppa, il gruppo Shalom di Castelplanio dal le ballerine della scuola di ragonabile al nostro festival danza orientale “Mirra”, di Sanremo) accompagnata Elena Sebastianelli, Mariel dal coro “San Giovanni” di Danieli (cantante argentina Arcevia, Graziano Tittarelli vincitrice del “Festival de e Nanni Mancini, autore di Cordoba” in Argentina pa “Né gioia né dolore” portata al successo dai Nomadi. Il primo ospite, Luca Lattanzio, che ha partecipato al festival AFI svoltosi in piazza Ariston durante il festival di Sanremo, nel pomeriggio ha presentato il suo video “Tutto il mondo è Natale” trasmesso anche dalle Tv musicali nazionali. Gli ospiti che hanno trainato più successo, però, sono stati i bambini bielorussi che da circa venti giorni sono ospiti delle famiglie di Castelplanio e Poggio San Marcello. Hanno cantato “Quando i bambini fanno oh!”, accompagnati dalle voci di Alessia Se bastiano e Martina Rena, poi solamente due piccole soliste hanno proseguito con “Azzurro”. A concludere la serata è stata la consegna del ricavato dei salvadanai che i bambini di Castelplanio e Poggio san Marcello hanno riempito durante il periodo di Avvento. Simone Sebastiano 6 Jesi e Vallesina 22 Gennaio 2006 STAZIONE Un nome per il piazzale Angelucci jesino onorario II L’a r c h i t e t t o Angelucci a Jesi lavorò per il marchese Vincenzo Pianetti, per il cui Palazzo Nuovo a via XV Settembre progettò l’ampio scalone, sistemò il secondo piano a criteri di moderna elegante abitazione, disegnò alcuni mobili per la Galleria degli Stucchi al piano nobile. In ambito urbano realizzò il tempietto neoclassico a sinistra della chiesa di San Francesco, la chiesetta di Tabano (in collaborazione con il geometra Grilli) e restaurò la chiesa di San Marco con criteri allora in voga (soffitto azzurro stellato, ecc.) oggi ripudiati. Nel 1848, volontario nella Colonna del generale Durando con il grado di tenente d’Artiglieria, Angelucci combatté a Vicenza, dividendo il pericolo con il conte jesino Antonio Colocci (futuro senatore nel Parlamento italiano), di cui coltivò sempre l’amicizia. Quest’episodio risorgimentale rese agevole il suo passaggio nell’esercito dell’Italia Sabauda e il suo trasferimento a Torino, dove pervenne al grado di Maggiore. Oltre ad organizzare e dirigere il Museo Nazionale d’Artiglieria (il più ricco di armi storiche in Europa!), studiò con grande competenza le armature della pregevolissima Armeria Reale formata da 1.600 pezzi, e ne redasse il Catalogo con tale maestria da venire ancora oggi ricordato come ineguagliabile esperto. Proprio alcune settimane fa, il 29 novembre scorso, “La Stampa” di Torino ha messo in evidenza il suo nome, in un articolo a tutta pagina che annuncia la riapertura dell’Armeria Reale, in vista delle imminenti Olimpiadi Invernali. Come studioso di reperti dell’Età della Pietra (punte di frecce, asce, raschiatoi), il suo nome appare citato nelle bibliografie a corredo di due voci di archeologia nell’enciclopedia italiana Tréccani. Indicazione, questa, che ho appreso dal colonnello Richiardi, direttore del Museo Nazionale d’Artiglieria di Torino, al quale mi sono rivolto dieci anni fa per rintracciare e fotografare tre bocche da fuoco del XV secolo provenienti dalla nostra zona, una colubrina in “ferro battuto” proveniente da Jesi (definita “la più antica in tal genere di artiglieria”), una bombarda proveniente da Morro d’Alba ed una bombarda di straordinarie dimensioni proveniente da Osimo (questa città ne ha fatto eseguire AREE VERDI Gestione condivisa una copia, collocata nel cortile del Palazzo Comunale). Tali armi furono rastrellate dallo stesso Angelucci, allorché egli svolse mansione di Ispettore di Artiglieria, lungo il tratto Ancona-Rimini. L’elenco delle sue onorificenze e dei suoi premi (uno di 1.000 lire, cifra da capogiro nel XIX secolo) occupa un’intera pagina di stampa, che ho potuto fotografare a Torino insieme al Catalogo della sue pubblicazioni, costituito da ben 178 titoli, dei quali non pochi riguardano le Marche e fra questi una diecina si riferiscono a Jesi. Alcune sue pubblicazioni sono animate da spirito polemico, in vivace contrasto con operatori culturali meno preparati di lui (ma in qualche caso non tutte le sue tesi sono farina del suo sacco). Memorabile un suo scontro con l’Accademia della Crusca, accusata di essere inesatta nel definire congegni e attrezzature militari; incappò in una querela per diffamazione, finita - a suo favore - in una bolla di sapone. Delle armi marchigiane citate sopra, degli elenchi e cataloghi, delle varie sale del Museo Nazionale d’Artiglieria e della splendida Armeria Reale ho conservato memoria visiva in una serie di diapositive (circa 80), che ho avuto il piacere di proiettare e commentare in un’ora di lezione tenuta alla Libera Università per Adulti: il 15 marzo dello scorso anno. Angelo Angelucci (1816 – 1891) è stato personaggio minore, ma di rilievo sicuramente notevole, al quale un’associazione culturale molto attenta, come la “Res Humanae” di Jesi, potrebbe dedicare un volume nella sua collana di libri che hanno messo in luce vari cittadini della Vallesina affermatisi al di là del loro territorio d’origine. Qualora il suo presidente, il dinamico professor Randolfo Frattesi, decidesse di accogliere questa mia proposta, sarò lieto di mettere a sua disposizione tutte le notizie e il materiale che ho potuto raccogliere a Torino. Sandro Alessandroni (2 - fine) IN CONTINUA CRESCITA L’impegno delle associazioni Maiolati vicina ai 6.000 Sono cinque le as sociazioni presenti nel territorio della Terza Circoscrizione che hanno aderito alla proposta di “gestione condivisa delle aree verdi”. Si tratta del Circolo Acli di Mazzangrugno, “Castel Red” di Castelrosino, “Amici del Granita”, “El Calcinaro” e “Bocciofila viale Don Minzioni” che si sono impegnati a garantire la manutenzione delle aree verdi in prossimità dei luoghi dove esercitano la loro attività. Per la manutenzione, le associazioni riceveranno metà delle risorse che il Comune spendeva per garantire que sto servizio. L’altra metà andrà alle Agrochimica giardinaggio e agricoltura Via Roma, 6 - Località Macine tel. 0731.813058 - 60032 CASTELPLANIO (AN) - Settore agricoltura Settore vinicolo Laboratorio analisi vini Giarninaggio Macchine e attezzi Impianti di irrigazione Circoscrizioni per at tività e iniziative da realizzare a favore della collettività del quartiere con riguardo all’arredo urbano e alla tutela dell’ambiente. Al riguardo, la Terza Circoscrizione, tramite il suo presidente Giuseppe Di Lucchio, fa sapere che nel 2005 ha utilizzato queste risorse per l’acquisto di panchine installate in piazza Malpigli, nell’area verde di fronte alla Cooperlat, a Castelrosino, di una panca e un tavolo per il bosco urbano della Zipa, di un dondolo quadrifoglio per il parco del Granita e per un contributo di 180 euro al circolo Acli di Castelrosino. Cresce la popolazione del Comune di Maiolati Spontini e conferma un trend positivo che, secondo le previsioni, dovrebbe far tagliare nei prossimi mesi il traguardo dei 6 mila abitanti. Una crescita che è stata continua da diversi anni a questa parte. Lo confermano i dati della popolazione residente dell’ultimo quinquennio. Al 31 dicembre del 2000 gli abitanti erano 5.674, l’anno successivo erano 5.729, diventati 5.836 alla fine del 2002, quindi 5.861 un anno più tardi e 5.930 allo scadere del 2004. Il 31 dicembre scorso l’anagrafe di Maiolati ha registrato 5.979 iscritti: appena ventuno in meno del “fatidico” 6.000, che sarà festeggiato, annuncia già il sindaco Giancarlo Carbini, con una cerimonia che coinvolgerà l’intera cittadinanza. Il 2005 va ricordato, purtroppo, anche per i lutti che hanno riguardato due delle tre ultracentenarie residenti nel Comune (Rosa Sartarelli e Margherita Scaccia), entrambe 101enni, come pure del “nonno” di Maiolati, con i suoi 97 anni. La più anziana in assoluto di Maiolati è ora Maria Carbini (nella foto, con il sindaco) che proprio oggi, domenica 22 gennaio, compie ben 103 anni. Il primato di anzianità negli uomini, invece, spetta a “nonno” Ermenegildo, che il prossimo aprile spegnerà 97 candeline. Sono molti, in realtà, gli ultranovantenni residenti nel Comune. I nati nel 1916 sono ben 53 su una popolazione di poco meno di 5.800 residenti: quasi un primato che conferma come a Maiolati si viva bene e a lungo. Iscrizioni fino al 25 gennaio Asili nido e Centri d’infanzia Ben 368 posti, un terzo dei quali destinati ai nuovi ingressi. È l’offerta praticamente raddoppiata nel giro di un paio d’anni - per la prima infanzia del Comune di Jesi che ricorda ai cittadini che fino al 25 gennaio sono aperte le iscrizioni per il nuovo anno agli asili nido e ai centri per l’infanzia riservati ai bambini dai tre mesi ai tre anni. Sono sette le strutture pubbliche, più una privata e una convenzionata, con orari flessibili che coprono le più svariate fasce orarie per venire incontro alle esigenze dei genitori. La domanda di iscrizione va presentata all’Ufficio Servizi Prima Infanzia di piazza Spontini, sull’apposito verranno redatte delle graduatorie in modulo disponibile presso l’Ufficio relazione alle fasce d’età, secondo criteri Relazioni con il pubblico. Se le domande stabiliti dall’apposito regolamento superanno il numero dei posti disponibili, comunale. Jesi L’importanza della prevenzione In ripresa i casi di Aids È nell’epoca della modernità che ci troviamo ad affrontare flagelli ancora invincibili, che estremizzano la sofferenza fisica e riducono ai minimi termini la dignità umana. Uno di questi porta il nome di Aids. In occasione della giornata mondiale per la lotta al virus (1 dicembre), lo scorso 30 novembre la Regione Marche - in collaborazione con il Servizio Assistenza Territoriale - ha trattato l’argomento: “Prevenzione Hiv+ / Aids”. Dopo l’analisi dei dati epidemiologici marchigiani, si è giunti alla conclusione che il fenomeno “sieropositività” è ancora preoccupante, ciò in virtù del fatto che se i casi di Aids – in costante incremento fino al 1995 – sono diminuiti fino al 2001, hanno in realtà avuto una forte ripresa nel 2004. Non sono confortanti neanche la diminuzione e la stabilizzazione dei casi relativi agli anni precedenti: è infatti – secondo gli esperti del Centro Operativo Aids dell’Istituto Superiore di Sanità – grazie alle “terapie antiretrovirali combinate” che l’insorgenza della malattia è stata ritardata. Pertanto, quella che può definirsi una vera a propria epidemia non è affatto debellata, anzi. L’età media di contagio accertato è aumentata nel tempo: nei maschi è passata da 24 anni a 35, nelle femmine da 23 a 33. Se è vero che il numero dei casi di contagio tra tossicodipendenti è diminuito, allora l’attenzione va focalizzata sui rapporti etero e omosessuali a rischio. Non esistono categorie più minacciate di altre, ma comportamenti che lo sono. Favorevole è invece il risultato della ricerca sui casi pediatrici: diminuiti nelle Marche come in tutto il territorio nazionale, ciò a conferma che le terapie applicate alle donne sieropositive in gravidanza hanno un buon riscontro. Alla luce di quanto esposto, possiamo tristemente constatare che, sprovvisti di cure definitive per l’Hiv, le uniche armi ad oggi in nostro possesso sono l’informazione e la prevenzione. Attraverso la prima l’utente può conoscere i rischi della malattia, le sue modalità di trasmissione e i vantaggi di una diagnosi il più possibile anticipata (esistono servizi diagnostici e reparti malattie infettive a Pesaro, Ancona, Macerata, Fermo e Ascoli Piceno). In merito alla prevenzione, invece, il Consiglio Regionale ha approvato un progetto triennale (campagna affidata all’Asur: Azienda Sanitaria Unica Regionale) che prevede la realizzazione di iniziative periodiche, dirette ai giovani come alla generalità della popolazione. Nei casi di sieropositività accertata il progetto assicura l’assistenza - anche domiciliare, - promuove l’adesione alle procedure diagnostiche nonché il monitoraggio sull’andamento dell’infezione. Il tutto è finalizzato alla riduzione dei fattori di rischio, di contagio, di comportamenti con elevata possibilità di contrarre Hiv. La campagna informativa sull’Aids si avvale di vari mezzi: messaggi sui display della tratta autostradale marchigiana, preservativi e card informative distribuiti nelle discoteche, kit di igiene personale con depliant istruttivi assegnati ai detenuti nelle carceri. L’appello resta quello di sempre: l’Aids è un’infezione grave, gravi sono i problemi di salute e di qualità della vita che ne derivano, i rischi di morte sono notevoli e la prevenzione resta ancora l’arma fondamentale per combattere questa minaccia. Raffaella Fioretti 22 Gennaio 2006 la vezzali tedofora d’oro La fiamma di Olimpia P assata anche per Jesi lo scorso 11 gennaio la Fiamma Olimpica, nella trentatreesima tappa del lunghissimo viaggio che la vede attraversare in lungo e in largo l’Italia fino al 20 febbraio, data in cui approderà a Torino per accendere il braciere Foto Carlo Pirani della ventesima Olimpiade Invernale. Un breve ma significativo momento in ciascuna delle città che hanno avuto l’onore di questo “passaggio” e anche la città federiciana non è stata da meno: quasi cinquanta minuti (dalle 9,30 alle 10,20) il tempo programmato – e rispettato - per la staffetta dei diciotto tedofori, da via Ancona fino a via Roma alla volta di Fabriano. Si è trattato di un percorso che ha tagliato da est a ovest la città, in cui il simbolo più conosciuto dei giochi olimpici è passato di mano in mano ai diversi tedofori che hanno percorso circa 400-500 metri ciascuno. L’amministrazione comunale ha predisposto un’ampia cartellonistica per pubblicizzare l’evento con manifesti affissi nei luoghi di maggiore aggregazione, come il palazzetto dello sport, lo stadio comunale e gli altri impianti sportivi. Ed è stato proprio il Gruppo Sportivo Giannino Pieralisi la base logistica scelta dall’organizzazione come partenza della Fiamma. Da lì si è passati per il viale del Lavoro, su su per via Garibaldi, piazza delle Erbe e via Cavour, per imboccare il corso fino all’Arco Clementino e da lì via Roma. Un tragitto che è stato accuratamente studiato dall’organizzazione in accordo con il Comune, nell’intenzione di toccare quelle che sono le parti più caratteristiche della città sotto un profilo storico e commerciale, senza però bloccare il traffico cittadino. E chi, se non la pluricampionessa mondiale di fioretto Valentina Vezzali, poteva essere il personaggio principale di mercoledì scorso? Suo l’ultimo tratto tante al figlio Pietro, al quale ha dedicato la corsa. “Ho ancora il cuore a mille e vorrei che il mio bambino fosse qui” ha detto ancora visibilmente emozionata, e ha aggiunto “In tanti anni di Olimpiadi è la prima volta che porto la fiaccola. Sono emozionata come la prima di una gara importante. E ancora più grande è l’emozione di aver corso nella mia città, questa Jesi senza di che ha percorso la fiaccola, un totale di 412 metri dall’Arco Clementino a via Roma. Da mamma quale è il pensiero più impor- Foto Candolfi cui non sarei l’atleta che sono oggi”. Un pensiero non meno importante Foto Carlo Pirani della campionessa jesina agli altri atleti della città: da Mancini a Marchegiani, dai giganti del basket alle giocatrici del volley, ai colleghi del Club Scherma in particolare a Giovanna Trillini e Stefano Cerioni. Assente anche il maratoneta Daniele Caimmi. Un altro maratoneta, Stefano Baldini, medaglia d’oro ad Atene 2004, è stato invece il primo di tutti i tedofori nel ricevere direttamente dalle mani del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo scorso 8 dicembre questo simbolo di pace, amicizia e unione tra i popoli in tutto il territorio nazionale. Giorgia Barboni STAGIONE SINFONICA Un violino per angeli e demoni Poco meno che tutto esaurito il Pergolesi al secondo appuntamento della Stagione Sinfonica, il 12 gennaio. Né grande orchestra né direttore sul podio questa volta, ma, in clima più intimista, due soli strumenti: il violino di Mariusz Patyra, virtuoso polacco ventinovenne, allievo di Salvatore Accardo e, al pianoforte, il maestro Giovanni Casella, anche lui molto giovane. Dell’uno e dell’altro sono riportati elenchi di premi vinti, registrazioni e performances di altissimo livello. Strumento angelico e diabolico è stato ritenuto in epoche diverse il violino. L’ambiguità, l’universalità, il potere emotivo ed evocativo del linguaggio musicale, quindi la sua valenza sacra, profana o addirittura diabolica, sono state argomento discusso anche in sede teologica. Alcuni strumenti tuttavia, come arpa e organo, sono stati sempre considerati ‘celestiali’; altri, come la zampogna e la tuba, ‘mefistofelici’. Il violino, ‘voce umana’ per eccellenza, perciò di illimitate capacità espressive, non poteva non rientrare nell’una come nell’altra categoria. Questo appunto ha inteso dimostrare il concerto, in un ampio excursus, con pagine di diverso carattere. Si è passato così dalla veemenza ritmica di J. Brahms alla grazia galante di un dialogo amoroso dei due strumenti con Mozart; dalla esuberante esplosione di gioiosa vitalità di una polonaise di H. Wieniawski agli eleganti ritmi di danza di R. Strauss; dallo smarrimento in cieli aperti di Debussy nell’ultima sua opera-testamento, la Sonata per violino e pianoforte in sol min., all’ ebbrezza scatenata di Saint Saëns. La duttilità del linguaggio violinistico è stata dunque compiutamente esemplificata in atmosfere ora diafane e rarefatte, ora di puro lirismo, ora romantiche, tempestose, irruente. Dal cielo alla terra e oltre. Non così è terminato il concerto. Mariusz Patyra ha aggiunto anche due bis: una trepidante ‘Canzone d’amore’ di Spohr e una famosa ‘Serenata messicana’, dedicati rispettivamente a sua madre e ‘a tutti i marchigiani’. Graditissimo omaggio ed amabile augurio di ‘sogni d’oro’ agli spettatori. Augusta Franco Cardinali Esordio di due giovani artisti jesini L’età dell’oro Dedicata all’Arte la prima settimana del 2006 spesa, nella galleria maggiore di Palazzo dei Convegni, da due giovani esordienti artisti jesini: Rodolfo Pergolesi e Andrea Albanesi – pittore il primo, poeta, il secondo – con un’esposizione di opere originali – olii su tela e su carta – accompagnate, ma anche “solcate” nel vero senso della parola, da poesie dallo stile immediato e dai contenuti profondi – talvolta “piegati” da una vena drammatica – che immancabilmente tracimano la freschezza e gli slanci tipici dell’età. Poesie ed opere riportate in un volumetto intitolato appunto “Età dell’oro”, nel quale i due differenti codici espressivi concordano in maniera sorprendente nel racconto della fiamma che alimenta il magma interiore di ogni uomo, innalzandolo quando brucia forte e atterrandolo quando pare stia per spegnersi; forza carica di mistero, vitale nell’esistenza di ciascuno, che “ci ha permesso di esserci e di fare…ci ha permesso di continuare a cercare l’unica cosa per cui vale la pena di vivere, soffrire, singhiozzare, forse anche morire… con ne gli occhi la sua forza, la sua Luce… noi lo chiamiamo questo in silenzio ti preghiamo, non smettere mai di indicarci, con la tua Mano dolce di foglie di seta, la Via…” Sono i temi che quoti dianamente ordiscono la trama umana, dipinti e raccontati con tecniche diverse in uno stile istintivamente calamitato dall’attrazione e dalla passione per la pittura e la poesia. Riecheggia nelle opere il bisogno individuale di “vedere la mano di Dio posarsi sopra la mia ragione incompresa…”, la celebrazione dell’amore tra l’uomo e la donna nelle sue ampie sfaccettature in trise di momenti positivi e Amore…e all’Amore bisogna negativi, il dolore nel figlio per saper anche chiedere perdono… “l’abbandono” di una mamma, le se spesso ci perdiamo nei vizi, strade “impreviste”della droga e nella Lussuria, nel gioco delle della dissoluzione, e il desiderio carte, nella cattiveria, nella struggente di Speranza… “che disperazione…e adesso noi galleggia sopra ai miei occhi e ti dedichiamo la nostra più il resto che è confusione tutta grande vittoria, continueremo nera e persa dentro la scia che in silenzio a lottare nel buio per provoca una lucciola”. donarti solamente il meglio…per Fotoservizio Paola Cocola 8 22 Gennaio 2006 Speciale Santuario delle Grazie JESI Cinquecentocinquanta anni Grande festa L’edificio della Chiesa è stato ricostruito attorno alla metà del 1700 su disegno dell’architetto jesino Nicola Maiolatesi. Il campanile è del 1619. L’interno racchiude la Pala dell’altare maggiore con l’Immagine della Madonna del Carmine dipinta da Filippo Bellini, alla fine del 1500, tele di Luigi Lanci, Nicola Bertucci e Odorisio Vicinelli di Maria Costanza Santacroce Cestaro I l 19 settembre 1745 la Città di Jesi era addobbata, le strade di ora in ora si animavano di gente accorsa dai castelli vicini per assistere alla solenne incoronazione della sacra immagine della Madonna delle Grazie. Il suono delle campane si spandeva nell’aria colma ancora dei profumi dell’estate, echeggiava nei vicoli stretti, oltrepassava le imposte degli antichi palazzi. Erano giunti da Roma personaggi illustri come Monsignor Pietro Petroni, già Governatore di Jesi nel 1725, canonico della basilica di San Pietro, delegato a portare le sacre corone con le quali si cingevano le tempie delle immagini più antiche e miracolose della Vergine Maria; musicisti di fama delle migliori Scuole erano venuti per animare la Messa solenne. “Vagamente parata” L a chiesa del Duomo era “vagamente parata” e i Vescovi delle Diocesi confinanti concelebravano con quello di Jesi alla presenza dei signori deputati e del Governatore della Città. Gli abiti preziosi, le insegne cavalleresche, le cappe dai fermagli d’argento dorato splendevano al lume delle candele con riflessi di porpora. Sugli inginocchiatoi, in preghiera, le dame dai mantelli di seta leggera o di velluto, con piccole cuffie di perle sui capelli annodati, testimoniavano la loro devozione alla Soave Protettrice della città e del suo contado. Il popolo gremiva la Cattedrale da ogni parte. Alla fine della messa si avviò la processione che doveva portare la sacra corona alla cappella della Madonna: le Autorità, il clero, le confraternite, i cittadini sfilavano in preghiera lungo le vie addobbate con stendardi di broccato rosso, cuscini cremisi alle finestre dei palazzi. Quando si giunse al santuario venne intonata l’Antifona “Regina coeli” mentre salivano le corone d’oro a recingere la fronte gentile della Vergine e quella tenerissima del Bambino. Roberto Santoni libera Jesi dai francesi nel 1557 (Luigi Mancini, 1850) “Arse con piacere” L a cerimonia fu lunghissima: al tramonto “arse con piacere dei riguardanti la gran macchina (dei fuochi artificiali)”; la Città era illuminata da fiaccole e torce in ogni sua parte. Vennero serviti “galanterie e rinfreschi” alla nobiltà di Jesi e forestiera nel Palazzo Pubblico; per le strade venditori ambulanti offrivano frutta secca e ciambelle: raramente si era potuto gustare uno spettacolo così magnifico. Nei due giorni seguenti furono celebrate altre messe solenni ed in particolare fu apprezzata l’omelia del vescovo di Jesi, Fonseca, ricca di citazioni letterarie tanto da ricevere gli elogi di tutti gli eruditi presenti, che ne riferirono nelle Accademie e nelle dotte conversazioni. A teatro vennero rappresentati due oratori, “La morte di Abele” e “L’innocenza rispettata”, per la gioia degli uditori di “questa felicissima provincia della Marca”. È la penna di Gerolamo Baldassini a narrare questi avvenimenti nel Libro IV delle “Memorie storiche dell’antichissima Città di Jesi” affinché “la memoria di una sì pia e celebre funzione non resti nell’oblivione sepolta”. L’incoronazione della sacra immagine rendeva atto del culto in onore della Madonna delle Grazie che risaliva al Medioevo, quando la predicazione benedettina prima e francescana poi aveva dato grande impulso alla devozione mariana nelle Marche. Per merito anche l’attuale Santuario nel corso del XVII secolo. Il primo voto V dei numerosi predicatori itineranti era stata messa in luce la singolare umiltà della Vergine e successivamente la sua purezza dal peccato originale, perché Madre di Cristo. Da ciò deriva la sua forza taumaturgica, dispensatrice di grazie all’umanità sofferente. Si usarono per designarla i titoli di Madonna del Soccorso, Madre della Misericordia, Vergine delle Grazie. A Jesi nel 1300 si venerava già una immagine della Madonna dipinta sul muro esterno di un casolare nella contrada detta di Terra Vecchia, nei pressi della chiesa di San Nicolò. Quando scoppiò un’epidemia di peste nel 1454 i cittadini ricorsero a Lei con devote suppliche e ottennero la liberazione da quel terribile flagello. In pochi giorni, riferiscono le cronache, la popolazione trasformò la piccola edicola in una cappella dove qualche anno dopo venne dipinta l’attuale immagine della Madonna delle Grazie. Nel 1458 fra’ Andrea da Matelica fu incaricato di celebrarvi messa; nel 1486 il Consiglio generale della Città accolse la richiesta dei frati carmelitani di stabilirsi a Jesi ed affidò loro la Cappella. Questa venne ben presto incorporata in una chiesa più grande dedicata alla Madonna del Carmine, sostituita dal- oti pubblici vennero emessi per dare espressione al rendimento di grazie della collettività. Il primo voto risale al 1456: la Vergine fu proclamata “Liberatrice e Patrona” e vennero stabiliti festeggiamenti solenni da tenersi il 2 aprile di ogni anno. Il secondo voto del 1517 sancì la pace ottenuta dopo una guerra sanguinosa con i Castelli vicini, durata tre anni: consisteva in un solenne Te Deum ed in una messa cantata nella cappella. Nel 1527 fu dichiarato un terzo voto pubblico per la liberazione da una nuova pestilenza. Nel 1557 Roberto Santoni alla guida delle milizie cittadine riuscì a respingere le truppe francesi attribuendo la sua vittoria alla protezione della Madonna: volle celebrare questo evento con una tela accompagnata dalla dicitura: “Libera fatta l’alma Patria jesina da genti oltremontane in un col voto rende pia grazia alla bontà divina”. Il quarto voto ricorda la liberazione dalla peste del 1564, quando il vescovo mosse in processione dal duomo al santuario promettendo di rinnovarla ogni anno nel giorno del 2 aprile. secoli era la cosiddetta “Processione del bandito”. La Confraternita del S.S. Sacramento aveva il privilegio di concedere nel giorno del venerdì santo l’amnistia ad un condannato alla galera; per celebrare il ringraziamento di quel beneficio si svolgeva una processione in onore della Madonna delle Grazie: il condannato avanzava vestito di sacco bianco e con in mano un grosso ramo di ulivo, mentre seguiva un corteo con lumi accesi al canto di preghiere e litanie. Spesso tra la folla c’erano comari chiassose che ridevano e che salivano perfino sui gradini dell’altare antistante la cappella per godersi lo spettacolo. Proprio a motivo di tali comportamenti questa processione fu vietata dal vescovo mons. De Pretis nel 1795. In tutte le case M olte associazioni celebravano la loro festa patronale nel santuario come l’Unione di San Silvestro, quella delle Tessare di Sant’Elena, quella del Mutuo Soccorso dei Cordari e Canapini. La Pia Associazione dei Contadini istituì la festa del ringraziamento che si celebra nel dicembre di ogni anno. La venerata immagine ebbe un posto in quasi tutte le case di Jesi e della Vallesina. Nell’inventario dei beni di Girolamo Amatori redatto dopo la sua morte nel 1731 è scritto che “nella stanza dove dormiva la buona memoria del nobile Girolamo, Disagi e saccheggi vi è un quadro grande con cornigie d’abeto negra col suo filetto indoi nuovo la città fu libera- rato con l’immagine della Vergine ta dalla peste nel 1649 e poi Santissima delle Grazie”. preservata da terremoti nel 1702, 1741, 1781, protetta durante la campagna d’Italia di Napoleone che altrove non risparmiò disagi e saccheggi. L’ultimo voto pubblico risale alla liberazione dal colera nel 1836. Di tutte le manifestazioni legate al culto della madonna delle Grazie resta la storica processione del 2 aprile; un’altra caduta Uno dei tanti ex voto onservati nel Santuario in disuso da più di due D 22 gennaio 2006 Speciale Santuario delle Grazie 9 di devozione e di fede alle Grazie L’immagine della Madonna della Misericordia che oggi si venera fu realizzata attorno agli anni Settanta del 1400 da Andrea di Bartolo che vi si ritrasse insieme con il figlio Marcantonio, pure lui pittore, al lato sinistro dell’affresco. L’Incoronazione della Madonna avvenne il 20 settembre 1745. DA 550 ANNI JESI E LA VALLESINA Venerano la Madonna delle Grazie G rande evento giubilare in Diocesi e nel Santuario delle Grazie: 550 anni di devozione e fede intorno all’espressivo affresco quattrocentesco. Questa luminosa ricorrenza mette in risalto una catena di valori umani e spirituali. La taumaturgica immagine non è un oggetto da museo collocato in questo luogo soltanto per ricordare eventi miracolosi : Maria è attenta al presente, attenta a quello che le accade intorno e medita, pensa, riflette per sintonizzarsi con la volontà di Dio che le giunge attraverso i fatti e le persone. Le celebrazioni non avranno il frastuono delle sagre paesane, ma si svolgeranno soprattutto nel raccoglimento, perché i fedele possano rinvigorire la loro fede. I santuari sono stati definiti da Giovanni Paolo II “la clinica dell’anima”: cogliamo l’occasione per portare la nostra storia ai piedi di Maria, Madre della Misericordia, e lei ci aprirà la strada per ri- Chi veniva in città dai paesi vicini si recava a pregare nel santuario, come racconta nelle sue memorie del 1738 l’anonimo medico “Pellegrino in viaggio per il Contado”: “appena giunto a Jesi visitai la Madonna Santissima delle Grazie, sentendoci messa”. Anche oggi Maria attende la nostra preghiera per elargire le sue grazie, ci offre la speranza di essere accolti ed ascoltati, in nome di Dio fatto bambino, che dalla mandorla aperta sul seno materno benedice gli uomini. Come scrive Albert Camus, un male oscuro devasta il mondo e la moderna civiltà, spinge l’intelligenza umana ad esaltare se stessa senza amore, estraniandola da ogni decisione responsabile, una “peste” ci porta a mer- conciliarci con noi stessi e con Dio. Ricordiamo ciò che dice San Bernanrdo: “Ogni grazia passa per le mani di Maria.” Le celebrazioni inizieranno con una “peregrinatio Mariae” voluta dalla zona pastorale di Jesi. “…e Maria si mise in viaggio” ( Lc): l’icona della Madonna sosterà per una settimana in ogni parrocchia. Viviamo questo momento con fede e con larga partecipazione familiare ricordando che la Madonna è stata ragazza, sposa, madre, donna nel sociale e che a tutti può dare una risposta sul senso vero della vita. Auguro a tutti un fecondo tempo per lo spirito e mi attendo una fattiva collaborazione. O Maria, Jesi e la Vallesina ti affidano il loro futuro di speranza. Padre Fulvio Rettore e la Comunità Carmelitana cificare tutto, anche il tempo e la cultura, ci riduce a cosa che non sa spiegare il senso della vita. Maria Mater Misericordiae può guarire questa società in nome del Figlio, perché Madre e Figlio sono l’uno accanto all’altra, l’uno di fronte all’altra per l’eternità: il Figlio così ha voluto e non può rifiutaLe nulla, eternamente. CALENDARIO 20-27 gennaio: Parrocchia S. Settimio, S. Pietro Apostolo 28 gennaio-3 febbraio: Parrocchia S. Pietro Martire (ore 17,45) 4-10 febbraio: 11-17 febbraio: Parrocchia S. Francesco di Paola (ore 16,45) Parrocchia Regina della Pace 18-24 febbraio: Parrocchia S. Sebastiano 25 febbraio-3 marzo: Parrocchia S. Antonio ab. 4-12 marzo: 1- 9 aprile: Parrocchia S. Maria del Piano Parrocchia S. Giuseppe 29 aprile- 6 maggio: Parrocchia S. Massimiliano Kolbe 19-29 maggio: Parrocchia del Divino Amore 20-31 maggio: Parrocchia S. Francesco La Parrocchia di S. Giovanni Battista vivrà il mese di maggio nel Santuario di Santa Maria delle Grazie 10 22 Gennaio 2006 Jesi e Vallesina VIAGGIO NELLE CRONACHE Da una settimana all’altra ... Per il Pergolesi un orologio elettronico Poggio San Marcello: tornano i canti popolari La Pasquella, il tradizionale rito della questua, viene per la prima volta organizzata anche a Poggio San Marcello. Domenica scorsa il gruppo folcloristico “Il macinino scacciapensieri”, armato di organetti, tamburelli a sonagli ed un’ottima voce femminile, Il sindaco Carbini con un gruppo di premiati (foto Leonardo Latini L’uomo dell’orologio del teatro Pergolesi in un’immagine vecchia di venticinque anni: si è tornati a parlare di lui – dell’orologio, non dell’uomo – in seguito alla notizia che, grazie all’intervento dell’imprenditore Andrea Pieralisi, diventerà elettronico. La storica apparecchiatura meccanica per la ricarica manuale sarà sostituita da una centralina elettronica che lo renderà funzion- ha portato musica e canti popolari per le vie del piccolo castello ante anche in assenza di energia elettrica. jesino, rievocando le antiche tradizioni contadine. Il gruppo, composto da otto musicanti ha portato la sveglia per le vie del centro e della campagna. Nella mattinata il gruppo è Il presepe vivente dei piccoli a Pantiere stato invitato a cantare la Pasquella presso la famiglia di Alvaro Venanzi in via Sant’Antonio, dove si stava facendo la pista, cioè la macellazione del maiale. Il gruppo si è esibito con successo anche presso altre famiglie. E così anche Poggio ha festeggiato la Pasquella. Il “Macinino scacciapensieri”, composto da Emidio Bigi, Francesco Fraboni, Vittorino Perini, Claudio Anselmi, Paola Libanori e Claudio Regnicoli, ha di recente partecipato alla Pasquella di Montecarotto, Monsano e Serra De’ Conti; domenica 22 gennaio porterà musica, canti ed allegria anche a Jesi, nella parrocchia di S. Giuseppe. fotoservizio Fabrizio Filippetti Il presidente provinciale Avis, Pieralberto Scannavini, ha ringraziato Verdolini per l’organizzazione, complessa, per la raccolta dei lavori e per la loro esposizione in una mostra presso i locali del 6001. Non sono mancati gli elogi per gli insegnanti che hanno aiutato a far comprendere ai loro studenti il valore della solidarietà. L’avv. Massimiliano Paglioni ha condotto la premiazione: una festa che ha dato la possibilità a molte famiglie di trascorre un bel pomeriggio. Marco Palmolella Restauro per il complesso rurale di via Agraria Recupero, completamento, riutilizzo. E alla fine, alienazione. Sarà il destino del complesso rurale di via Agraria. Un destino che, secondo l’assessore all’Urbanistica Daniele Olivi, si compirà addirittura entro il 2006. Così, da contenitore per servizi di is- Studenti e famiglie in festa per il Concorso Avis Nella chiesa parrocchiale di Pantiere, durante la Santa Messa della notte di Natale, si è ripetuta, per la terza volta, la tradizionale rappresentazione del presepe vivente, di cui sono stati protagonisti i bambini della scuola materna, della prima e della seconda elementare; con i costumi creati dalla fantasia delle organizzatrici, i bambini hanno dato vita ad una breve ma significativa rappresentazione; solo qualche lieve ritardo nella stessa dovuto all’improvviso … addormentamento di un paio di protagonisti. Nella foto, realizzata da Santina Giuliani, il vicario parrocchiale don Emilio Campodonico, con i bambini che hanno ripetuto la rappresentazione il giorno dell’Epifania, durante la Santa Messa celebrata dal parroco. Raccolta differenziata anche nelle scuole Per sensibilizzare le giovani generazioni sull’importanza della raccolta differenziata, venerdì 13 l’assessore Antonio Balestra ha concordato che l’amministrazione comunale metterà a disposizione degli istituti comprensivi scolastici contenitori per la raccolta della carta che la società Jesiservizi provvederà poi a svuotare settimanalmente, riconoscendo alle scuole bollini convertibili in buoni spesa da utilizzare alla Coop. A destra, foto ricordo della Festa in Famiglia organizzata dalla parrocchia di S.Antonio Abate per gli anniversari di matrimonio. In basso alunni e docenti della scuola secondaria dell’istituto Comprensivo di San Marcello in visita ad Assisi e Spello nel dicembre scorso Domenica 15 gennaio nella sala comunale 6001 di Moje, l’Avis ha concluso la sesta edizione del concorso “Auguri Avis”, riservato agli alunni delle scuole dell’obbligo della provincia di Ancona per far esprimere i ragazzi sui temi della solidarietà e sulla donazione del sangue. Sono stati consegnati al presidente dell’Avis di Moje, Moreno Verdolini, duemilatrecento elaborati, tra biglietti, disegni e poesie, giunti dagli Istituti comprensivi di Cupramontana, Serra San Quirico, Fabriano, Genga, Sassoferrato, Monsano, Santa Maria Nuova, Monte San Vito, Cerreto d’Esi, Arcevia, Ostra Vetere, Monte Marciano, Offagna, Sirolo, Jesi, e Moje. Sono risultati vincitori cinquantacinque alunni e tre classi, queste per i lavori collettivi; tutti premiati grazie alle sponsorizzazioni della ditta Rossano Paoloni, servizi ecologici di Filottrano e della Banca Toscana di Moje, che hanno offerto pacchi dono con materiale didattico, un lettore MP3 e due lettori DVD. La manifestazione ha avuto anche un momento di intrattenimento con il Mago Pierre: i suoi giochi e le sue magie hanno coinvolto i bambini, portandoli anche sul palco. Prima della premiazione, il presidente Verdolini ha ringraziato i dirigenti degli Istituti Comprensivi, gli insegnanti, la Pro Loco di Moje e l’amministrazione comunale. Il sindaco Giancarlo Carbini ha sottolineato il valore dell’iniziativa che forma i ragazzi ai sentimenti della donazione, una speranza per una futura iscrizione all’Avis e all’Aido. truzione qual è ora, il complesso – risalente al XIX secolo e vincolato dal ministero per i Beni e le attività Culturali – ritornerà ad essere un contenitore per abitazioni Le possibili destinazioni d’uso consentite saranno anche stazioni agrituristiche, bed & breakfast, ostelli, servizi collettivi di interesse generale e locale. Il tutto - assicura l’assessore jesino - in linea con il nuovo piano regolatore, nell’ottica del riutilizzo del territorio e nel rispetto della sostenibilità ambientale. Un restauro generale, dunque, un recupero certosino che lascerà integra l’area verde circostante l’immobile. Che, valutato circa 940 mila euro, porta con sé un importante valore storico Lucia Romiti 35^ festa dei campioni di motociclismo Domenica scorsa, 15 gennaio, al “Paradise” di Monsano si è tenuta la consueta festa del Motor Club Leone Rampante, presenti circa duecento persone tra autorità, addetti e fans, autorità, convenuti per festeggiare i piloti che si sono evidenziati nei rispettivi campionati, in particolare i fratelli Alessia e Alessandro Polita. Alessia per aver vinto il titolo europeo della classe 600 cc Superstock e Alessandro per essersi classificato primo nella classe 1000 cc Superstock per il titolo italiano: entrambi in sella alle Suzuki gestite dal team Celani che non è voluto mancare a questa festa. Ha presieduto alla premiazione l’assessore regionale Lidio Rocchi. Non poteva mancare Giancarlo Faloppa: malgrado il suo infortunio, è sempre vicino al mondo del motociclismo. Sempre per il Motor Club Leone Rampante, oltre ad Alessia ed Alessandro, si sono evidenziati nelle rispettive categorie: Michele Gresti (motocross), secondo posto regionale promozionale 125; Paolo Sabbatini, terzo posto Supermotard cat. Prestige; Martina Fraboni, (minimoto), campionato italiano; Gianluca Tiberi, secondo al Trofeo Cagiva 125. Il tutto si è concluso con una torta personalizzata (come si può vedere nella foto), annaffiata con spumante e accompagnata da un corale “in bocca al lupo” per i prossimi campionati. Fotoservizio Gino Candolfi. Da sinistra Alessia Polita, Giancarlo Falappa, Enrico Brazzini (presidente del Motor Club Leone Rampante) e Alessandro Polita 12 22 gennaio 2006 Speciale Ambiente convegno Venerdì 13 gennaio a Sassoferrato Dal risparmio energetico alle energie rinnovabili I n una gremita sala conferenze del Relais degli Scalzi di Sassoferrato ha avuto luogo nella mattinata di venerdì 13 gennaio la prima Conferenza Provinciale sull’Energia dal titolo “Alternattiviamoci”, organizzata dall’Assessorato all’Ambiente e Urbanistica della Provincia di Ancona con il prezioso contributo dell’Agenzia per il Risparmio Energetico e la collaborazione del comune di Sassoferrato. Ad aprire i lavori l’assessore all’Ambiente e Urbanistica Patrizia Casagrande che dopo aver ringraziato tutti i relatori, il pubblico presente ed il sindaco del Comune di Sassoferato per l’ospitalità e la fattiva collaborazione, ha spiegato gli obiettivi della conferenza la cui ricchezza scaturisce dal confronto fra molteplici istanze. Il sindaco di Sassoferrato Luigi Rinaldi ha portato i suoi saluti riconoscendo cooperativo. Ruolo questo testimoniato qui oggi dalla presenza di tanti sindaci e politici che saluto. I nostri obiettivi come istituzioni locali sono la tutela della natura e del territorio, e l’assessore Casagrande ha organizzato con me in questi anni una presenza continua, una missione delle politiche e del territorio. Noi abbiamo sì questo obiettivo di produrre ricchezza, ma abbiamo anche fermi principi di uguaglianza a cui facciamo riferimento. Vogliamo che ci sia una saggia distribuzione della ricchezza e delle risorse del territorio. Per questo abbiamo assunto posizioni forti anche contro la privatizzazione di alcuni beni, tra cui l’acqua. In tema energetico nel corso degli anni abbiamo assunto decisioni importanti insieme alla regione Marche che si è dotata di un Piano Energetico Regionale. Adesso dobbiamo andare avanti in regione più del 50% di energia. Dato questo notevole deficit nel Piano Energetico indicato abbiamo individuato un percorso dilazionato nel tempo per raggiungere l’auspicata autonomia nel 2015, escludendo il ricorso a centrali di grande e media taglia ma puntando, oltre che sulle fonti rinnovabili, su centrali di piccole dimensioni sparse sul territorio da cui sia possibile anche recuperare il calore da distribuire sul territorio: la cosiddetta cogenerazione. I dati che abbiamo non consentono una valutazione completamente positiva proprio per la difficoltà della realizzazione di piccole centrali sul territorio, che risultano economicamente vantaggiose solo nel caso in cui si possa utilizzare l’energia termica disponibile. La difficoltà di produrre con fonti alternative crea problemi anche alle attività produttive che hanno bisogno di pagare l’energia a costi più bassi. Valuteremo a breve gli effetti di questo piano sia dal punto di vista ambientale che produttivo e verificheremo le eventuali difficoltà che si prospetteranno prevedendo i necessari aggiustamenti”. M la straordinaria rilevanza dell’iniziativa “L’argomento che oggi trattiamo riveste un’importanza molto forte, dopo l’accordo di Kyoto del 1997 l’energia ha rappresentato un tema il cui interesse è andato in continua ascesa, e la grande partecipazione di questa mattina è un segno tangibile del successo dell’incontro”. I l presidente della Provincia di Ancona Enzo Giancarli ha salutato nel suo intervento la comunità marchigiana, autorevolmente rappresentata dall’assessore Gianni Giaccaglia, ma anche la comunità nazionale e internazionale oltre alla comunità scientifica presente sottolineando il grande spessore programmatico dell’iniziativa. “Discutiamo uno dei temi sicuramente più sentiti rispetto alla sostenibilità e alla competitività, in cui è presente un valore ambientale ed economico in quanto l’energia anche rispetto ad una strategia industriale assume un valore fondamentale. Siamo attori del territorio abbiamo il compito di costruire condividere e valorizzare le decisioni collettive incentivando una democrazia partecipativa, il ruolo delle autonomie, un federalismo solidale e questo percorso dando spazio alla ricerca, alla scienza ed alla democrazia.” N ella sua relazione l’assessore regionale alle Politiche Energetiche Gianni Giaccaglia, ha fatto il punto ad undici mesi dall’approvazione del Piano Energetico Regionale che prevede anche l’impiego di fonti rinnovabili e piccole centrali per la cogenerazione diffusa. Il piano ha come obiettivo quello di raggiungere un equilibrio energetico nel 2015 attraverso un percorso dilazionato nel tempo. “Ringrazio il comune di Sassoferrato per l’ospitalità e la Casagrande che mi ha invitato a questo importante incontro. Questa occasione mi è utile per fare il quadro della situazione dall’approvazione del Piano Energetico Ambientale Regionale della Regione Marche. Un piano che ha tra gli obiettivi quello di raggiungere una situazione di equilibrio tra la domanda e l’offerta energetica a livello regionale. Le Marche hanno un deficit storico e questo equilibrio non è stato mai raggiunto per l’assenza di centrali adeguate. Con l’entrata in funzione delle centrali di Jesi e Falconara questo deficit è stato ridotto, ma dobbiamo ancora importare da fuori olto sentita e salutata da un lungo applauso dal folto pubblico presente in sala la relazione del segretario del (CURE) Comitato per l’Uso Razionale dell’Energia Maurizio Pallante che ha spiegato la necessità di ridurre prima i consumi, le emissioni di Co2, aumentando l’efficienza delle centrali e affrontare il passaggio alle fonti rinnovabili. “Una centrale termoelettrica – ha detto Pallante – ha un rendimento del 38% rispetto alle “cento” unità di combustibile immesse. Risultato: il 62% viene sprecato. Le soluzioni a questo problema ci sono, tra queste la microcogenerazione diffusa con cui si può arrivare ad un rendimento del 97%. Il nostro sistema energetico nelle attuali condizioni butta più energia di quella che rende utile, è come un secchio bucato. Di fronte a un secchio bucato una persona di buon senso non cambia la fonte di energia, ma, in prima istanza, chiude i buchi del secchio. Noi questo non lo abbiamo mai fatto. Per questo falliscono le nostre politiche energetiche. Pretendiamo di fronte a un secchio bucato di sostituire una fonte che rende molto come le fonti fossili con fonti che costano di più rendono meno? Le fonti rinnovabili non si svilupperanno mai finché non chiuderemo i buchi del secchio. Non è questione di un po’ e un po’ è questione di un prima e un dopo. Risparmiando emissioni di anidride carbonica risparmiamo anche i soldi che possiamo così investire nelle fonti rinnovabili. A poco servono le incentivazioni di tipo economico. Il compito principale di un piano energetico regionale consiste nel vedere come si fa a diminuire la domanda di energia elettrica e termica senza diminuire il benessere delle persone, aumentando l’efficienza dei processi di produzione dell’energia. L’elemento di fondo è la capacità di trasformare gli sprechi in energia utile e gli sprechi di soldi in investimenti nell’energia utile. Questo è fattibile attraverso le Energy Service Company, che si accollano l’investimento per la messa a punto degli impianti. Sistemare le cose in questo senso significa creare un’occupazione distribuita sul territorio mettendo in moto un circolo virtuoso dell’economia.” I Begoña Urien Angulo ha presentato le prospettive di sviluppo delle Energie Rinnovabili nel periodo 2005/2010 nella regione spagnola della Navarra. La regione spagnola della Navarra è riuscita a rendersi autosufficiente con l’utilizzo di energie rinnovabili attraverso principalmente l’uso di turbine eoliche. Da questo si è avuta la creazione di nuovi posti di lavoro sia per la costruzione, sia per l’installazione e la manutenzione degli impianti. In Navarra si è voluto favorire un’alta accettabilità di centrali eoliche ed altri impianti per la produzione di energia da parte della popolazione residente, puntando su un’accurata progettazione dei siti che minimizza l’impatto ambientale e favorisce lo sviluppo economico e sociale delle comunità locali. Nell’ambito di questa politica la compagnia spagnola ha anche avviato un programma di educazione energetico-ambientale che ha coinvolto, negli ultimi anni, sessantamila giovani studenti della regione. La relazione, infine, a cura di Giuseppe Minardi della Ags PetroliMarche è ritornata sul tema della co-generazione portando significative esperienze in Italia. l fisico originario di Senigallia fondatore di ProRinnovabili.org Lorenzo Spadoni (Impegnato nell’energia solare fotovoltaica a Barcelona per una azienda leader nella produzione di celle fotovoltaiche) ha compiuto un’analisi delle opportunità legate alle Energie Rinnovabili in un contesto locale, ponendo l’attenzione sui problemi a mattinata di lavori legati all’attuale modello di coordinati dal Dirigente sviluppo energetico, indi- del IX settore Tutela delcando le vie per poter agire l’Ambiente della Provincia e promuovere nel contesto di Ancona Massimo Sbricittadino l’uso delle fonti scia, è stata conclusa dall’asd’energia rinnovabili. Ha sessore Patrizia Casagrande presentato inoltre uno stu- “Abbiamo chiamato questo dio sulle potenzialità del- incontro – ha spiegato la l’eolico installato nel mare Casagrande – prima conmarchigiano oltre ai dati ferenza provinciale, perché sul successo della legge sul abbiamo bisogno di metteconto energia per l’energia re a calendario più appunsolare fotovoltaica in Italia, tamenti visto che la queesponendo esempi di buo- stione energetica non può ne pratiche nello sviluppo essere chiusa in una mattidelle rinnovabili. nata. L’impegno è quello di rincontrarci tra sei mesi per a Responsabile del- parlare dello stato di attuala Fondazione per la zione del Piano Energetico Formazione sulle Energie e per verificare in maniera Rinnovabili della Navar- precisa e dettagliata cosa ra (regione all’avanguardia abbiamo fatto nel frattema livello europeo in tema po attraverso questo tipo energetico, considerata di percorso di cui abbiamo un modello di eccellenza) sentito anche dalla signora L L Begona. Ognuno di noi esce da questa mattinata un po’ più ricco e ne sa un po’ di più, ma magari ha voglia di sentire alcune cose che qui non erano comprese. Non è possibile ovviamente affrontare in una mattinata una mono-tematicità di interventi, per questo abbiamo voluto raccogliere punti di vista che fossero più plurali possibile. La nostra fonte alternativa principale è la razionalità ecologica, quindi condivisione, partecipazione, costruzione insieme, decisione democratica. Questo convegno l’abbiamo voluto perché vogliamo svolgere questa azione di coinvolgimento e condivisione, e sappiamo anche di non arrivarci a mani vuote perché, come ha sottolineato l’assessore Giaccaglia abbiamo un piano energetico regionale che avvia questo percorso come guida importante per le amministrazioni di questa regione. Ma il piano è come una scacchiera che ha bisogno che i “pezzi” che sono sopra corrano. Abbiamo tutte le potenzialità, dunque, attraverso questi “pezzi” di cogliere gli obiettivi prefissati. Un ringraziamento particolare va all’Agenzia per il Risparmio Energetico diretta dall’ing. Alessandro Rabini”. U n plauso per l’iniziativa, accolta da un gradissimo interesse, è arrivato all’assessore Casagrande, oltre che dal mondo istituzionale presente, anche dal presidente di Legambiente Marche, Luigino Quarchioni e dal direttore dell’Arpam Paoloni che, intervenendo all’incontro, ha sottolineato come la giornata sia stata importante come un’occasione per imparare molte cose nuove e confrontarsi insieme. Nella foto da sinistra: Massimo Sbriscia, Gianni Giaccaglia, Enzo Giancarli, Luigi Rinaldi e Patrizia Casagrande (Foto Effimera) 13 Varie 22 gennaio 2006 MAIOLATI SPONTINI Proposta in una tesi di laurea Gramsci Antonio (Via, da Via N. Sauro a Piazza XXV Aprile) E’ il primo tratto di quella che una volta era Via dei Colli (v.). Pensatore e rivoluzionario (Ales, Cagliari, 1891 – Roma, 1937). Dopo aver studiato nel liceo di Cagliari, nel 1911 partì per Torino, dove si iscrisse alla facoltà di lettere e filosofia. Nonostante gli studi intensi e le cattive condizioni di salute (Gramsci soffrì dall’infanzia di una deformazione della colonna vertebrale), partecipò alla vita sociale e politica di Torino, entrò in contatto con ambienti operai, si iscrisse al partito socialista e collaborò al locale settimanale del partito e all’Avanti! Eletto nel 1917 segretario della sezione socialista di Torino, attraverso eventi quali lo sciopero generale dell’aprile 1920 e la fallita occupazione delle fabbriche del settembre dello stesso anno lottò contro le posizioni dell’ala “riformista” del partito socialista e preparò le tesi della “frazione comunista” che nel 1921, al XVII congresso del PSI, a Livorno, si staccò dal partito e si costituì in Partito Comunista d’Italia. Nel marzo 1922 venne inviato a Mosca presso l’Internazionale comunista, dove conobbe Lenin e i principali capi rivoluzionari. Nel maggio 1924, eletto deputato, ritornò in Italia e si stabilì a Roma, da dove collaborò all’”Unità”. Fra il giugno del 1924 e il gennaio del 1925, cercò di organizzare la protesta popolare e parlamentare per il delitto Matteotti. Condannato dapprima a 5 anni di confino a Ustica, venne in seguito deferito al tribunale speciale che il 4/6/1928 lo condannò a 20 anni e 4 mesi di reclusione. I 9 anni di prigionia furono per Gramsci una prova durissima, soprattutto per le pessime condizioni di salute; rifiutò di inoltrare domanda di grazia, ma le pressioni dell’opinione internazionale antifascista indussero il governo fascista a concedere il trasferimento di Gramsci in ospedale; amnistie e condoni ridussero a poco più di 10 anni la pena da scontare, ma morì tre giorni dopo tale termine, il 27/6/1937. Fra i suoi scritti, da ricordare gli articoli dell’”Ordine Nuovo”, le “Lettere dal carcere”, i “Quaderni” Grandi Achille (Via, da Via Leone XIII a Viale dell’Industrie) Sindacalista cattolico (Como,1883 – Desio,1946). Nel 1918 fondò, in contrapposizione a quella socialista, la confederazione “bianca” delle unioni sindacali cattoliche (Confederazione italiana del lavoro, CIL), di cui fu segretario (1923-26). Deputato del Partito popolare (191926), si segnalò come antifascista. Fu segretario generale (1945-46) della CGIL per la corrente democristiana, di cui rafforzò le basi creando le ACLI (Associazioni cristiane lavoratori italiani). Un volume comprendente Scritti e discorsi 1944-46 fu pubblicato postumo nel 1976. Paolo Marcozzi Come ottimizzare la ricerca clinica Francesco Perticaroli, giovane studente majolatese, si è laureato lo scorso 15 dicembre presso l’Università Politecnica di Ancona in Ingegneria meccanica con una brillante tesi - “Differenza di potenziale nasale nella diagnosi della fibrosi cistica: progetto e realizzazione di un sistema di misura clinica automatico” - che ha avuto come relatore il prof. Enrico Primo Tomasini e correlatori i proff Lorenzo Scalise e Roberto Munaretto. Lo studio oggetto della tesi di Perticaroli, è inserito in un progetto che coinvolge l’Ospedale Salesi di Ancona, l’Università Politecnica delle Marche, l’assessorato alla Sanità della Regione Marche e si occupa di un sistema per la diagnosi della fibrosi cistica, una grave malattia genetica che attacca pancreas e polmoni con esiti letali: chiamata anche “malattia della razza bianca”, colpisce un soggetto ogni duemilacinquecento persone. La tesi tratta un originale sistema che migliora il sistema di base; infatti, una macchina per la diagnosi della malattia è presente nell’ospedale Regina Elena di Torino, ma con l’evoluzione proposta si potrà effettuare un sistema di misura in modo automatico.La macchina presente a Torino utilizza una serie di pompe che infondono, nel naso, alcune sostanze necessarie all’esame; ora la stessa operazione potrà avvenire attraverso un programma e un controllo computerizzato. Obiettivo della tesi è lo sviluppo di un sistema di misura clinico, automatico, basato sulla differenza di potenziale nasale nella diagnosi della fibrosi cistica, realizzato attraverso un soft ware che attua le comunicazioni tra i vari elementi del macchinario, favorendo e sem plificando l’azione del medico. La miglioria pro posta da Perticaroli permette anche l’ac quisizione dei dati e la registrazione delle caratteristiche del paziente. Fra pochi giorni il macchinario lascerà le aule della Facoltà di Ingegneria per essere collocato definitivamente al l’Ospedale Salesi. Il risultato pratico dello studio è stato la riduzione della presenza del personale altamente specializzato, permettendo così l’abbassamento dei costi di gestione; l’eliminazione di errori derivanti dall’interazione uomomacchina; la flessibilità di misura in modo da consentire al circuito di potersi adattare a nuovi sviluppi; la semplificazione dell’utilizzo della strumentazione. Marco Palmolella PUBBLICAZIONI Dell’on. Gianni Cerioni Scritti e discorsi E’ uscito in questi giorni, a cura dell’associazione “Res Humanae”, una raccolta degli scritti e dei discorsi dell’on. Gianni Cerioni. Vuol essere il recupero di personali testimonianze attraverso le mille occasioni della sua vita politica vissuta sia a livello locale, che provinciale e nazionale, con l’aiuto anche di un’ampia scelta di foto che ritraggono l’autore nei suoi incontri con personalità politiche. Per un migliore orien tamento del lettore – lo dico perché Gianni tenga presente questi suggerimenti per le prossime annunciate pub blicazioni – sarebbe stato utile un indice con cenno dei contenuti nonché le date e le occasioni dei singoli discorsi e scritti. In tal modo i temi trattati avrebbero facilitato la comprensione del quadro politico del momento in quanto proprio nella vita politica le prese di posizione assumono va lenze diverse se collegate in questo o in quel l’insistenza dell’Autore periodo. sulla crisi della politica e L’Autore nella prefazione sul “torniamo alla politica”, sottolinea l’opportunità vedi il suo richiamo della raccolta quale all’eticità della stessa, vedi testimonianza del il rimarcare l’urgenza suo impegno politico delle riforme istituzionali, soprattutto nei momenti vedi il dibattito sulla più difficili e amari. La legge elettorale, sul presentazione è affidata maggioritario, sul pro all’on. Arnaldo Forlani porzionale, ecc. che scrive: “La politica E anche con l’auspicio di comporta di per se, per la “Un sogno di una notte sua stessa natura, adesioni di fine estate”, sogno con e contrasti, condivisioni cui Cerioni conclude la e incomprensioni, rico pubblicazione, sembra noscimenti franchi e però che niente sia cambiato. talvolta subdoli intralci…”. Egli infatti auspica la E’ accaduto a Cerioni, realizzazione di un Partito dice Forlani, ma si può Popolare Marchigiano facilmente aggiungere che con un uomo che questo è sempre accaduto potrebbe interpretare e che sempre accadrà a in modo positivo l’at chiunque si impegni nel tuale momento: il sotto volontariato della politica, segretario prof. Mario anche se con le più Baldassarri, di Alleanza limpide intenzioni. Nazionale. A scorrere le pagine di V.Massaccesi Cerioni si è colpiti dalla scioccante impressione Nella foto accanto al che dopo cinquanta, titolo: l’on. Gianni Ce quaranta trenta anni rioni con il presidente niente sia cambiato del Consiglio on. Aldo delle problematiche che Moro; al centro il geom. tengono un politico. Vedi Cleto Merli. MAIOLATI SPONTINI Celebrazioni L’anniversario di Spontini Martedì 24 gennaio ricorre l’anniversario della morte di Gaspare Spontini. Le celebrazioni si terranno nella chiesa di San Giovanni, dove alle 11,30 sarà celebrata la funzione religiosa. Al termine del rito funebre, nei locali della Confraternita di Maria SS. Addolorata, la “Filarmonica Gaspare Spontini” eseguirà “la marche Périsse la vestale impie”, tratta dal terzo atto de “La Vestale”. Nella stessa mattinata si potrà visitare il museo, con accesso gratuito. Come ha spiegato il presidente della Reggenza delle “Opere Pie Spontini” Pierluigi Ruggeri, la morte del musicista a Majolati fu una precisa volontà di Spontini, che, oramai sordo, malato e cosciente di essere giunto al termine di un percorso umano ed artistico straordinario, decise di ritornare al paese natale e alle sue opere caritatevoli. Infatti, Spontini, oltre a mantenere sempre vivo il rapporto con il suo paese, non appena sedati gli eventi rivoluzionari di Parigi e della Repubblica Romana, decise di intraprendere il difficile viaggio di rientro e di amministrare le sue istituzioni benefiche. Questo amore di Spontini per la sua terra e la sua gente è ancora ricambiato dai majolatesi che sempre numerosi partecipano alle manifestazioni or ganizzate in suo onore. M.P. 14 22 Gennaio 2006 Varie indirizzare a: Voce della Vallesina Piazza Federico II , 8 60035 Jesi tel e fax 0731.208145 e-mail [email protected] Il cuore della Vallesina Dal prof. Dr. Giovanni Josi, presidente dell’associazione Onlus “Il Cuore della Vallesina”, con sede a Jesi in via San Giuseppe: Dobbiamo doverosamente ringraziare tutti i citta dini jesini partecipanti all’acquisto di circa mille sacchetti di noci nell’ambito dell’”Operazio ne salvacuore”. Il ricavato di circa 3.000 euro per il 50 per cento sarà utilizzato, da parte dell’associazione, per l’addestramento di personale non sanitario nei casi di arresto cardiaco e prevenzione della morte improvvisa e, in parte, sarà devoluto alla ricerca nazionale del conacuore tuttora in corso. Ancora un grazie a tutta Jesi, ormai conosciuta come città del cuore, e all’amministrazione comu nale, che ci ha fornito il supporto logistico. La vendita delle noci continua in tutta Italia, come Jesi, ancora per qualche mese a sostegno del soccorso nel settore cardiovascolare. i Lettori scrivono... a “La Margherita” di Jesi esprime sorpre sa e sconcerto e per le dichiarazioni dell’asses sore Animali in merito all’archivio dell’ex Pretura: se, infatti, la richiesta di mantenere a Jesi il suddetto archivio gli è apparsa come campanilistica avrebbe dovuto manifestare imme diatamente questa sua impressione. Si invita comunque l’as sessore Animali a ri considerare questo suo giudizio e il sindaco e l’intera giunta ad ado perarsi fattivamente perché l’archivio storico dell’ex Pretura rimanga a Jesi, dove è stato costituito e dove sta da più di quattro secoli. glietto di auguri inviatoci da Roma in occasione delle feste di fine d’anno dall’amico Antonio Paoletti. Purtroppo, nel “montare” la pagina è saltata la foto che riproduceva il biglietto. Lo pubblichiamo oggi, scu sandoci con Tonino e con i lettori. stampati da Poste Italiane e addebitati sul conto del traente al momento della vidimazione e pertanto non possono essere né privi di copertura né irregolari formalmente. Canto per Te Maria Festeggiano Sant’Antonio Abate Domenica 22 gennaio presso le seguenti parocchie si festeggia Sant’Antonio Abate: Sant’Antonio Abate (Minonna) - ore 8 Santa Messa, - ore 10,30 Messa solenne presieduta da Mons.Vescovo - ore 11,15 benedizione degli animali Da Roma una borsa nel piazzale antistante la e una sporta di auguri chiesa - ore 13 incontro di amicizia presso il ristorante Jolanda in località Poz ”Canto per Te Maria”: è zetto di Moie - ore 18 un libretto di circa cento nel salone parrocchiale: canti Mariani popolari premi per i benefattori conosciuti dai fedeli della festa. - Durante la e ricco di immagini a giornata, distribuzione colori. Il suo costo è di del pane benedetto. Sono cinque euro. La raccolta a disposizione stampe è un sussidio molto utile ed immagini del santo per tutti, in particolare patrono. per i gruppi Mariani e San Giuseppe per le parrocchie. Chi – benedizioni solenni: pane desiderasse averlo si rivolga Salviamo l’archivio! di Sant’Antonio ore 8,45, alla direzione del Collegio di animali, prodotti della Pergolesi all’attenzione di Riceviamo: Nel numero scorso, in terra e dell’artigianato Fr. Lodovico. questa rubrica, abbiamo ore 10,30, di trattori, Grazie a tutti di cuore. Il direttivo del Circolo segnalato, fra i tanti, il mezzi meccanici e di Fr. Lodovico, direttore Proposta Sociale aderente simpatico originale bi locomozione ore 15 - ore 13 pranzo per tutti. - La festa sarà allietata da 9.10.1963 29.11.2005 In mostra la Jesi com’era gruppi di canto. - Resterà Daniele Soverchia esposta una mostra di attrezzi di lavoro della vita contadina. Santa Maria del Piano – ore 8 S.Messa con benedizione del pane e distribuzione del pane be nedetto Equiparati gli assegni postali e bancari Articoli - Arredi - Statue - Icone - Quadri - Paramenti sacri Santina Buoncompagni Tuniche ed oggetti per Comunioni - Cresime - Nozze - RIcordiamo, inoltre il nostro servizio “cortesia” riservato al clero, che consiste nel recapito a domicilio delle merci ordinateci e che verrà effettuato nel primo e terzo lunedì di ogni mese, completamente gratuito. ANCONA Via Matteotti 9 tel e fax 071.201297 e-mail [email protected] SENIGALLIA Via A. Costa 27 tel e fax 071.60597 e-mail [email protected] Il Palazzo dei Convegni ha ospitato, dal 12 al 15 gennaio, una bella panoramica di foto della vecchia Jesi raccolte da Rivio Romagnoli ed esposte in collaborazione e con il patrocinio della Circoscrizione: interessanti, in particolare, le foto dei mestieri (fabbri, maniscalchi, cestai, ramai, calzolai, falegnami, cordai, ecc) e delle architetture di alcune parti della città che ora non ci sono più. (foto Anna V.Vincenzoni) referendum per la costituzione Venerdì 13, nell’aula consiliare del Comune, gli intervenuti ad una riunione organizzata dal sindaco Fabiano Belcecchi hanno nominato il senatore Aroldo Cascia quale referente del neonato comitato locale “a difesa della Costituzione e a sostegno del referendum sulla riforma della parte II della Costituzione stessa”. Erano presenti rappresentanti dell’associazionismo, dei partiti politici del centrosinistra e delle organizzazioni sindacali che, allo scopo, hanno promosso anche la raccolta di firme tra i cittadini. (foto Anna V.Vincenzoni) Da Poste Italiane, in merito a segnalazioni per venute relative a difficoltà nell’accettazione di assegni BancoPosta: Gli assegni postali sono completamente e a tutti gli effetti equiparati agli assegni bancari e possono quindi essere utilizzati ed accettati tranquillamente in tutte le occasioni di pagamento. Gli assegni postali sono, pertanto, protestabili al pari degli assegni ban cari, consentendo a chi ha ricevuto un assegno postale privo di copertura o irregolare formalmente di rivalersi contro i diretti obbligati esercitando l’azione di regresso. Oltre agli assegni postali ordinari, Poste Italiane consente ai propri correntisti di richiedere l’emissione degli assegni postali Vidimati, per regolare, in modo pratico e sicuro, operazioni di pagamento o di trasferimento di denaro verso terzi. Gli Assegni Postali Vidimati sono titoli ‘a copertura garantita’ e assolvono la stessa funzionalità degli assegni circolari; essi vengono “Non piangete per me, io sono felice, per me tutto è Luce, tutto è Lode, tutto canta e grida di gioia: rallegratevi con me, ho compiuto il mio cammino. Vi amerò sempre e mi prenderò cura di voi!” Anniversario 3.1.1999. 3.1.2006 Anselmo Nobili Sei sempre nei nostri cuori. Con affetto, la moglie, i figli, i nipoti, i genitori e la nuora. 15 Sport CSI Calcio a cinque La Gaudio di San Francesco 22 Gennaio 2006 CALCIO In Eccellenza Avanti a due velocità Fortemente la Jesina con la Truentina di Castel di Lama (3-0). Un passetto solamente per il Real Vallesina con il Camerino (0-0). Passate le feste, di nuovo in campo anche gli “Allievi” del Csi, La classifica, dopo la quinta giornata: Amici Oratorio di Montignano 12 punti, Don Bosco Cristo Redentor 10, Oratorio San Giuseppe 8, Virtus Moie 7, Champion Bianchi e Clementina 6, Champion Blu 5, Gaudio 2 e San Pio X un punto. Nella foto, la Gaudio di S.Francesco d’Assisi: da sinistra, in piedi: Simone Lucchi (dirigente), Juri Taini (allenatore), Andrea Petrignani, Riccardo Baldi, Vanni Albanesi, Marco Belli e Marco Gibboni.; in prima fila: Matteo Casci, Matteo Paolucci, Dennis Piersantelli, Gianni Tesei e Samuele Cirilli. Assenti: Marco Piersantelli, Emanuele Riganelli, Gianluca Riganelli e Marco Francioni. (s.g.) Jesina I due pericoli per questa partita casalinga: svenderla, per la posizione di fanalino dei truentini; subire, ancora, il nervosismo dell’incontro infrasettimanale con la capolista Centobuchi. I leoncelli però partono bene e il baby Venanzi va a segno al 12’. Sembrerebbe fatta, invece la pattuglia di giovani ascolani riesce a bloccare le occasioni dei nostri, che sciupano assai. E si va avanti per più di un’ora tra la certezza di vincere e l’attesa dei gol, che finalmente arrivano a sancire la superiorità indiscussa: 2-0 all’83’ con Chicco, ben lanciato da Bingunia, e 3-0 per il rientrante Della Rocca a tempo scaduto. La vetta sta ad un vetrina, ma il portiere ospite dice no. Ed è risultato in bianco. Oggi, a Centobuchi con la capolista ci vuole un partitone. Vir solo punto e oggi si va a Fermignano. Real Vallesina A Moie il Camerino fa capire di cercar punti; anche perché è abituato ai pareggi e questo sarà l’undicesimo. I nostri ci provano, specialmente con Gasparetti fantasista, ma invano. Si riparte ancor più decisi nella ripresa con Massei e Gabrielloni in Prima categoria San Marcello a Falconara perde la vetta (2-0). Pareggia la Serrana a Castelplanio (2-2). A Jesi, la Spes cede di misura con il forte Borghetto (0-1). Anche il Cupra perde in casa (0-2) con Marotta. A Monserra, la capolista Sirolo Numana si impone (2-4). Il derby vallesino tra pericolanti va alla Labor sul Borgo Jesi (2-1). Seconda categoria A San Paolo, il Monsano pareggia (1-1). A Jesi, l’Aesina e lo Staffolo dividono tutto (2-2). L’Aurora, opposta al parigrado Apiro, ce la fa (3-2) faticosamente. BASKET Sicc Bpa sempre vigile sul mercato VOLLEY “Prilline” a Santeramo poi il derby Non sono ba stati alla Sicc Bpa due tempi supplementari per espugnare il difficile campo di Pavia. Domenica scorsa, infatti, i lombardi l’hanno spuntata 119 a 113 al termine di una gara palpitante. Ai gialloverdi non sono bastati ben cinque giocatori in doppia cifra, tra cui Sato (22 punti) e Dorsey (25). Nel frattempo la società è sempre attenta al mercato per trovare il sostituto di Weathers. La classifica dopo il diciassettesimo turno: Scafati 26 punti, Caserta 24, Ferrara e Imola 22, Rimini 20, Rieti, Sicc Bpa Jesi, Fabriano, Montegranaro e Sassari 18, Pavia 16, Novara Il girone d’andata della Monte Schiavo Banca in campo per uno Marche si chiude con il botto. Grazie alla speciale turno vittoria sul Tortolì ed alla contemporanea infrasettimanale: sconfitta della capolista Novara (1-3 con arriverà al Pesaro), le “prilline” si sono insediate al PalaTriccoli il primo posto della classifica assieme ad altre Pesaro (ore 21) tre squadre. per un derby Domenica scorsa le jesine avevano d’alta classifica. superato la tenace resistenza delle sarde, La formazione piegate 3-1 (parziali: 22-25, 25-23, 25-12, allenata da Ab 25-19). Le rossoblù erano scese in campo bondanza è una senza Petkova (nella foto) e Ritschelova, piccola colonia entrambe infortunate. azzurra. Ce ne La classifica al termine del girone di andata: sono ben tre: Monte Schiavo Banca Marche Jesi, capitan Rinieri, Pesaro, Bergamo e Novara 26 punti, Perugia Del Core e 23, Chieri 20, Vicenza 15, Padova 12, Forlì Guiggi. A loro si aggiungono l’ex jesina 11, Santeramo 8, Arzano 3, Tortolì 2 punti. Costagrande, la brasiliana Sheila, la francese Oggi, domenica 22 gennaio, Togut e Maculewicz e la regista americana Berg. compagne inaugurano il girone di ritorno All’andata finì 3-0 per la Monte Schiavo. La con la trasferta di Santeramo (ore 17.30) gara sarà trasmessa in diretta su Rai Sport delle ex Turlea e Marulli. All’andata si Satellite. imposero le jesine 3-0. Giuseppe Papadia Mercoledì 25 le “prilline” toneranno subito (foto Candolfi) Al PalaTriccoli arriva il Rimini Monte Schiavo capolista e Montecatini 14, Castelletto Ti cino 12, Casale Monferrato 8, Trapani 4 punti. Oggi, domenica 22 gennaio, gli jesini ricevono al PalaTriccoli la visita del Ri mini, che all’an data inflisse ai gialloverdi il pri mo dispiacere del campionato (7064). La formazione allenata dal tec nico Rossi ha nell’ex Jesi Whiting il suo punto di forza ma da tenere d’occhio sono anche gli ex Pesaro Scarone e Guarasci ed i due promettenti giovani Bagnoli e Blankson. Gip (foto Giaccaglini) ospiti dell’assivip Da Tokyo all’Enoteca jesina Jesi - Il 10 gennaio,si è svolto un incontro con la Regione Marche e l’Ice e i manager grandi magazzini Isetan di Tokyo per programmare una mani f e s t a z i o n e da tenere all’interno dei loro magazzini nel prossimo ottobre. Isetan è uno dei più importanti magazzini del Giappone (8.600 addetti e un fatturato pari a 4.660 milioni di euro). Gli operatori giapponesi sono stati ospitati d a l l ’A s s i v i p e presso l’Enoteca di Jesi hanno gustato prodotti della zona e degustato vini regionali tra i quali il Verdicchio. UN APPELLO DELL’ASSESSORE ROCCHETTI Basta con la violenza! L’assessore allo sport Leonello Rocchetti ha inviato una lettera alla società del Centobuchi per esprimere il proprio rammarico e la ferma condanna a causa degli incidenti verificatisi tra le tifoserie al termine della partita infrasettimanale tra la squadra ascolana e la Jesina. L’assessore Rocchetti ha inoltre rivolto un appello agli organizzatori della tifoseria jesina, invitando a rafforzare le misure di controllo affinché episodi del genere non si verifichino più in futuro. “Ringrazio i tifosi della nostra città che con entusiasmo e passione seguono la Jesina anche lontano dalle mura amiche – ha sottolineato Rocchetti – sostenendo i nostri giocatori verso un traguardo ambizioso che tutti ci auguriamo di poter felicemente raggiungere”. “Quando si va in trasferta – ha aggiunto l’assessore - qualsiasi squadra e ogni tifoso porta con sé l’immagine della nostra città, una città di sport che crede fortemente nei valori dell’amicizia, della lealtà, della correttezza e del rispetto. Interpretare tali valori da parte di ciascuno è un dovere morale che nasce dalla storia sportiva di Jesi (che ha dato i natali a campioni del calibro di Mancini e Marchegiani, di Vezzali e Trillini e di tanti altri ancora) e che si rinnova ad ogni manifestazione. “L’orgoglio e il senso di appartenenza alle maglie delle varie società – ha concluso Rocchetti – devono coniugarsi con il prestigio che la nostra città ha saputo conquistarsi e che la rende ovunque un esempio per numero di tesserati, per quantità di impianti sportivi e per la sua capacità di trovare nello sport quel mezzo di aggregazione sociale, di crescita e di educazione delle più giovani generazioni”.