Di - Voce della Vallesina

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Di - Voce della Vallesina
Impôt reprisé
Tassa riscossa
Ufficio di Jesi
Grande festa alle Grazie
Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi
ANNO LIII- N. 2
Archivio
della Pretura
Euro 1
DIREZIONE E REDAZIONE: JESI - PIAZZA FEDERICO II, 8 - TEL. E FAX. 0731.208145
a san giovanni battista
benedetto XVI
Le tele
restaurate
dell’Aquilini
Resistere
È
da anni che l’avv. Marcello Pentericci, nella
sua qualità di presidente
dell’Associazione Forense
di Jesi, richiama l’attenzione
dei cittadini e, in particolare dell’amministrazione
comunale, sul grave problema della sistemazione
del prezioso archivio della
pretura, ricco di storia e di
notizie che risalgono, almeno,
a quattro secoli fa. E, quando
ormai stanno terminando i
lavori di restauro del palazzo
Carotti per offrire una sede
veramente degna al potere
giudiziario della nostra zona,
dando noi per scontato che
il progetto avrebbe compreso la soluzione dell’annoso
problema, giunge la doccia
fredda di un lungo comunicato dell’assessore alla cultura,
Leonardo Animali, che toglie
ogni illusione di sistemazione
del delicato materiale, oggi
malmesso in uno scantinato.
Anzi, dice di più: trattasi sì,
di uno straordinario Bene
Culturale, ma proprietario
non è il comune di Jesi, bensì
il tribunale di Ancona, il
quale, non da oggi insiste per
il trasferimento di tutto il
materiale in Ancona. Inoltre
il Comune non ha né locali
idonei né soldi per una adeguata sistemazione.
Così sembra chiuso definitivamente il discorso. Male.
Anzi, malissimo. Se è proprio
l’assessore a scrivere che il
nostro archivio “ha un’importante rilevanza storica e
un’enorme consistenza” – 250
mq occupabili - la città deve
fare del tutto per tenerlo e
custodirlo.
Mancano i soldi? Ma se nel
recente passato il giovane
Marco Pieralisi si è offerto, a
proprie spese, di sistemare i
due storici orologi di piazza
della repubblica e del palazzo
della Signoria, possibile che
non si trova un altro mecenate – o più mecenati – che
possano venirci incontro?
Abbiamo, grazie ai nostri antenati, una Fondazione della
Cassa di Risparmio, che può
prendere a cuore il problema.
Bussate e vi sarà aperto. E’
vero presidente Tardioli?
Mancano i locali? Jesi non
può trovare 250 mq? Non
scherziamo! E la chiesa di
Sant’Agostino? E la scuola
San Martino che si vuol
vendere?
Insomma: spendiamo tanto
per i corsi universitari e poi
ci lasciamo sfuggire tesori
culturali che, proprio per gli
studenti, costituiscono una
miniera di studi e di ricerca.
Assessore, deve rivedere tutta
la sua posizione. Pentericci
ha ragione da vendere.
Settimanale d’informazione
.
DOMENICA 22 GENNAIO 2006
settimana di preghiera
atto sacrilego
Matrimonio
e famiglia
2
L’orologio elettronico
3
La bella statua
vandalizzata
di fr. Ludovico Albanesi
Unità
dei cristiani
4 I
La fiamma di Olimpia
l tema della Settimana di
Preghiera per l’Unità dei
Cristiani, quest’anno dal 18
al 25 gennaio, ci propone
la promessa di Gesù che si
situa nel contesto: “Se due
o tre si riuniscono per invocare il mio nome, lo sono in
mezzo a loro”.
È più ciò che ci unisce di
ciò che ci divide. Il fulcro
di quanto ci unisce è la
presenza del Cristo Risorto, che ha promesso ai suoi
discepoli di essere con loro
fino alla fine dei tempi. I
vangeli ci presentano i diversi modi in cui Gesù, il
nostro Signore Risorto, è in
mezzo a noi: quando la sua
parola è proclamata e vissuta, quando il pane e il vino
eucaristici sono presentati
in sua memoria; nella presenza dei piccoli, degli affamati, dei prigionieri, degli
ultimi fra noi; nel nostro
prossimo, in coloro che ne
perpetuano la missione e il
ministero nel mondo.
La fiamma
olimpica
accende Jesi
La Vezzali
tedofora d’oro
a pagina 7
foto Gino Candolfi
Durante la Settimana di
preghiera per l’unità dei
cristiani siamo invitati a
prendere coscienza nel profondo che l’unità è una grazia e che dobbiamo chiedere incessantemente questo
dono.
Nel nostro sforzo per promuovere l’unità delle nostre comunità e di tutti i
cristiani, dobbiamo essere
sensibili all’importanza di
radunarci ecumenicamente per pregare nel nome di
Gesù. Ogni volta che agiamo cosi, siamo invitati a
credere nella potenza della
preghiera offerta alla presenza di Gesù.
sport Crisi della serie A
Il calcio finisce sul pallone?
D
a ragazzo giocavo lungo la mia via con palloni
di stracci. Da grande ho tentato di fare il portiere per difendere la squadra dei docenti contro
gli alunni del liceo. Partite sempre perse per colpa mia. Oggi seguo quasi solo la nazionale. Mai
allo stadio. Insomma: sono il cittadino qualunque
ideale per dire la mia sulla crisi della serie A (anche se neppure la B naviga in acque calme).
C’è chi afferma che ormai il calcio è diventato
solo potere, spettacolo e, più ancora, mero interesse economico-finanziario. Perché il giochetto è
semplice: avere molti soldi vuol dire pagare bene
i giocatori, che vuol dire essere in testa alla classifica, che vuol dire fare man bassa di tutte le coppe
nazionali e internazionali. Così soldi fanno soldi e
il giro si chiude. Inoltre, per averne tanti, le squadre di testa – Juventus, Milan e Inter – contrattano direttamente con i padroni dei canali televisivi
i loro diritti per avere ciascuna il massimo di euro.
Esempio: Mediaset, di gran lunga la più furba, ha
acquistato i diritti della Juve per 248 milioni, ma
li ha rivenduti al satellitare della Sky per 157 milioni. Ed ha ancora altri diritti sulla Juve da poter
giostrare. Insomma, alla fine avrà il monopolio
delle partite digitali della Signora senza spendere
un soldo e incassando fior di quattrini dalla pubblicità. Naturalmente anche la Juve è soddisfattissima e dice: merito tanti soldi perché sono brava
e perché tutti mi vogliono vedere in tv. E così le
altre grandi.
D
i conseguenza le varie Tv pagano poi pochissimo tutte le altre squadre perché “non fanno
spettacolo”. E le quindici minori si stanno ribellando. Gridano: “La Juve, il Milan e l’Inter giochino da sole. Come possono realizzare lo spettacolo
senza di noi? Non scenderemo in campo o faremo giocare i nostri allievi. E vedrete che spetta-
colo verrà fuori! Il 18 per cento degli incassi che
riceviamo è una miseria rispetto agli affari delle
grandi”.
Il rimedio? Una ripartizione equa dei diritti tv fra
tutte le squadre: basta cambiare la legge del ‘99.
Tutti i partiti sono d’accordo. Si oppone solo Forza Italia. Chissà perché! C’è chi insinua l’ennesimo
intreccio di interessi di Berlusconi per via del Milan e di Mediaset che ha monopolizzato contratti per tre anni. Sarà vero? Altrimenti perché solo
Forza Italia si oppone a modificare una legge che
è risultata punitiva per le squadre minori?
Il presidente della Fiorentina, il marchigiano Della
Valle, minaccia Galliani, capo della Lega, e dà del
bugiardo a Berlusconi che però chiama gli avvocati e continua la cagnara davanti ai giudici.
Così i calci finiscono in pugni. Che miseria! Altro
che sport
Vittorio Massaccesi
2
Vita ecclesiale
22 Gennaio 2006
JESI Nella chiesa di San Giovanni Battista
Le tele dell’Aquilini
Sono ritornate per Natale restaurate
le due tele di Arcangelo Aquilini
(1667-1726) ultimo di una famiglia di
pittori che ha per capostipite Andrea
di Bartolo (1430-90?). Sposato con
Antonia Gasperini figlia dell’organista
della cattedrale avrà nel figlio e nel
nipote che continueranno i nomi della
famiglia cioè Pietro Paolo e Arcangelo,
due futuri organisti nella chiesa
abbaziale di Chiaravalle, la musica ha
vinto sulla pittura.
Le tele furono commissionate ad
Arcangelo a ridosso della con­sacrazione
della chiesa che avvenne nel giugno del
1694 da P. Filippo Tondi allora superiore
dei Filippini qui a Jesi e nipote del Tondi
che aveva pagato la costruzione della
facciata.
La prima tela è copia dell’originale di
G.M. Morandi (1622-1717) collocata
nell’altare maggiore della parrocchiale
di Belvedere Ostrense, la seconda è
probabilmente una pittura ripresa da
qualche incisione che accompagnava la
vita dell’allora B. Giovanni della Croce.
Più bravi nel copiare che nel creare
gli Aquilini erano abili nella tecnica
del disegno e nel colore; Arcangelo
interpreta il classicismo della scuola
romana dell’epoca con la lunga
frequentazione della scuola bolognese
del padre Pietro Paolo.
Grato a Dio nel cinquantesimo della sua
consacrazione sacerdotale il parroco
mons. Attilio Pastori ha voluto che le
due tele restaurate restassero a ricordo
della sua vita vissuta per la chiesa e per
la comunità di San Giovanni Battista.
A sinistra: “Conversione di San
Pietro”; a destra: “San Giovanni della
Croce in estasi si offre di portare la
croce di Gesù”.
MEIC Conferenza di Padre Valentino Natalini
Riconciliazione nel mondo
L’uomo ha sete di verità e si interroga con l’uomo (uso esclusivo nell’epistolario
anche oggi sul senso della storia paolino - dal gr. metanoéin, epistréfein
umana con le sue tragedie individuali = cambiare strada), il relatore si è
e collettive, sul perché della vita e addentrato nella problematica con
della morte, sul mistero dell’”oltre”… un’analisi antropologica e cristologica,
Quest’ansia esistenziale che nasce dal alla luce di cinque testi dell’apostolo
bisogno di amore, di speranza, di pace, Paolo, da cui é emerso che l’iniziativa
non può essere appagata dal benessere della riconciliazione è sempre di Dio;
economico, né dal potere politico, e l’uomo è chiamato ad accogliere il dono
neppure dalla multiforme proliferazione ”che viene dall’alto”, a differenza di quanto
tecnologica, perché ha radici profonde accade nell’ambito di altre religioni dove
nel cuore più che nella mente dell’essere l’uomo, con un movimento ascensionale,
umano.
compie riti e sacrifici per placare Dio.
Ne abbiamo avuto una prova il 20 Quale rapporto fra azione di Dio e
dicembre, durante un incontro-dibattito azione dell’uomo? fra grazia e peccato?
di cultura e spiritualità organizzato dal fra grazia e libertà? Questioni non di
Meic di Jesi in preparazione al Natale.
poco conto, con radici storiche lontane
Alla Liturgia eucaristica
presieduta nel tempo… Padre Natalini risale al sec.
dal Vescovo, è seguita la conferenza V, quando all’antropologia di Pelagio
del teologo, padre Valentino Natalini che riconosce all’uomo le energie
ofm, sul tema ”Natale: riconciliazione per salvarsi, Agostino contrappone
del mondo”. Precisato il duplice valore il primato della Grazia negando che
semantico del termine “riconciliare” l’uomo abbia in sé la forza per operare
usato nel NT per indicare sia il rapporto la salvezza. Momento storico cruciale
di tipo orizzontale fra gli uomini (uso è il sec. XVI, con la Riforma: per
comune), sia il rapporto verticale di Dio “l’antropologia pessimistica”di Lutero il
peccato originale ha distrutto la libertà, delle tragedie, l’inferno”. Dio affida
perciò la salvezza è solo opera di Dio; alla Chiesa il compito di annunciare la
per la Chiesa cattolica la libertà umana riconciliazione, che è per tutti, senza
è ferita dal peccato, ma non distrutta.
confini di cultura, razza, religione…
L’uomo, ”riconciliato” di diritto me­ Il richiamo del teologo alla legge
diante l’incarnazione, la morte e la naturale che, nel “sacrario” della co­
risurrezione di Cristo, si lascia ri­con­ scienza, accomuna i sei miliardi e
ciliare di fatto se accoglie li­be­ramente mezzo di abitanti del pianeta, (di cui
il dono “con la conversione dagli idoli al due miliardi circa cristiani battezzati!),
Dio vivente”.
ha concluso il vivace dibattito del Meic,
Contemplando nel Verbo incarnato il alimentato dall’interesse per le realtà
volto del Dio invisibile, con lo sguardo ”ultime” (escatologiche) e dall’esigenza
della fede, padre Natalini esclama: ”Gesù di discernimento evangelico nella
Cristo è la nostra pace” (Ef.2,14). Solo complessità del presente.
inserito in Cristo l’uomo può vivere in
Maria Crisafulli
pace con Dio, con se stesso, con i fratelli,
con la realtà cosmica (“pace” nella Bibbia
La prossima conferenza
= “riconciliazione”). La comunità di fede
nasce dal battesimo, ma ”il rapporto Il Movimento Ecclesiale di Impegno
salvifico è di ordine strutturale: ogni Culturale comunica che martedì
creatura umana, fin dal seno materno, è 24 gennaio, alle ore 18, a Palazzo
chiamata a condividere la vita stessa di Ripanti, la dott.ssa Lucia Romiti,
Dio. Unica eccezione un“no”irreversibile giornalista pubblicista, parlerà sul
che l’uomo può dire a Dio e che fa tema: “Mass-media, cultura e società”.
sì che una creatura si stacchi dalla Seguirà il dibattito.
cordata salvifica: è questa la tragedia L’incontro è aperto a tutti
A FABRIANO Gli adulti dell’AC jesina
*Asterisco
Incontro con don Tonino
Dopo l’uscita di metà novembre
a Sansepolcro, alla quale hanno
preso parte una settantina di
persone, gli Adulti di Azione
Cattolica proseguono il loro
cammino. Do­menica 22 gennaio è
in programma un’uscita a Fabriano
per incontrare don Tonino Lasconi,
figura storica
dell’Azione
Cattolica.
Questo
il
p r o­­ g r a m m a
c o m­ p l e t o
della
gior­
nata: ore 8.30
partenza da
San Fran­cesco
d’Assisi; ore
10 S.Messa
presso la par­
rocchia
di
San
Biagio
a Fabriano;
ore 11 me­di­
tazione gui­
data dalla ma­
dre badessa
delle
suore
be­nedettine;
ore
12.30
pranzo con
le suore; ore 15 introduzione di
Giulio Argalia al tema dell’anno
“Non abbiate paura è risorto” ed
intervento di don Tonino Lasconi
con riflessioni, interventi, dibattito;
ore 17.30 vespri con la comunità
di San Luca; ore 18.30 rientro a
Jesi.
Un cuore universale
«La famiglia è la cellula della società
e della Chiesa. Ogni ambiente può
essere santificato, dalla famiglia al
lavoro alle amicizie al divertimento.
Trasformate il lavoro di ogni giorno in
una conversazione con Dio». Con tali
parole si è rivolto Mons.Javier Echevarria,
prelato dell’Opus Dei, ai quasi seimila
fedeli riuniti per festeggiare i quaranta
anni di attività del centro di formazione
professionale Elis, inaugurato da Paolo
VI nel 1965 nel quartiere
Tiburtino-Collatino
di
Roma. In un clima gioviale e
familiare, il prelato, dopo
la messa, si è dedicato
ad ascoltare le domande
di giovani, insegnanti,
allievi ed ex allievi
convenuti per l’occasione
insieme alle loro famiglie.
«Anche il divertimento
può essere santificato
perché l’importante è non
confonderlo con offesa
a Dio. Oggi purtroppo
lo si confonde spesso
con l’oscenità», ha detto. «Convertite la vostra vita
alla messa e pregate per gli
altri. Un cattolico, soprattutto un romano,
deve avere un cuore veramente universale.
Anche io mi sento romano e abbiamo
tutti l’obbligo di pregare soprattutto per
il Papa visto che tutta l’umanità è motivo
della sua preghiera», ha precisato in
simpatico accento spagnolo. «Benedetto
XVI è una persona buonissima e molto
alla mano. Dobbiamo pregare per lui», ha
aggiunto.
Giacomo Galeazzi
Vita ecclesiale
Matrimonio e famiglia
pro­seguito il Pontefice
- “di norme peculiari
della morale cattolica,
ma di verità elementari
che riguardano la nostra
comune umanità: rispet­
tarle è essenziale per
il bene della persona
e della società. Esse
interpellano quindi anche
le vostre responsabilità di
pubblici Amministratori
e le vostre competenze
normative, in una duplica
direzione”.
“Da una parte, sono
quanto mai opportuni
tutti quei provvedimenti
che possono essere di
alle
giovani
Parlando di famiglia, il sostegno
Santo Padre Benedetto XVI, coppie nel formare una
nell’udienza del 12 gennaio famiglia e alla famiglia
nella
ha ricordato quanto aveva stessa
affermato lo scorso giugno generazione ed
al Convegno della Diocesi educazione dei
di Roma: “‘matrimonio figli”, tenendo
e famiglia non sono in conto dei costi
alloggi,
realtà una costruzione degli
asilisociologica casuale, frutto degli
di particolari situazioni nido e delle
storiche ed economiche. Al scuole materne.
contrario, la questione del “Dall’altra parte,
giusto rapporto tra l’uomo è un grave
e la donna affonda le sue errore oscurare
valore
e
radici dentro l’essenza il
funzioni
più profonda dell’essere le
umano e può trovare la della famiglia
sua risposta soltanto a l e g i t t i m a
sul
partire da qui’. Aggiungevo fondata
pertanto: ‘Il matrimonio m a­ t r i m o n i o ,
come istituzione non attribuendo ad
è quindi una indebita altre forme di
ingerenza della società o unione impropri
dell’autorità, l’imposizione riconoscimenti
dei
di una forma dal di fuori, è giuridici,
invece esigenza intrinseca quali non vi è
del
patto
dell’amore alcuna effettiva
e s i g e n z a
coniugale’”. Verità elementari sociale”.
Tutela della
vita
“Non si tratta qui” - ha
Il Santo Padre ha quindi Incoraggiando i presenti
ribadito che è necessario negli sforzi che compiono
prestare uguale attenzione in questi ambiti, Papa
ed impegno alla “tutela Benedetto ha sottolineato
della vita umana nascente”, che “in campo sanitario,
per cui “occorre aver cura i continui sviluppi scien­
che non manchino di tifici e tecnologici, come
concreti aiuti le gestanti anche l’impegno per il
che si trovano in condizioni contenimento dei costi,
di difficoltà” ed occorre vanno promossi tenendo
“evitare
di
introdurre ben fermo il superiore
farmaci che nascondano principio della centralità
in qualche modo la gravità della persona del malato”.
dell’aborto, come scelta Di fronte ai “molti casi di
contro la vita. In una sofferenza e di malattia
società
che
invecchia psichica”, il Santo Padre ha
diventano poi sempre più sottolineato la necessità di
rilevanti l’assistenza agli non lasciare “senza aiuti
anziani e tutte le complesse adeguati le famiglie che non
problematiche
attinenti di rado si trovano a dover
alla cura della salute dei fronteggiare situazioni as­
cittadini”.
sai difficili”.
CEI La “nuova” Voce della Vallesina
Salto di qualità
Da Mons. Claudio Giuliodori, diocesano “Voce della Vallesina”
direttore dell’Ufficio Nazionale per le rinnovata nella sua veste grafica.
Comunicazioni Sociali della CEI, al ns. Sono doppiamente contento, come
Vescovo Mons. Oscar Serfilippi:
marchigiano e come direttore
dell’Ufficio Nazio­nale per le comu­
Eccellenza carissima,
nicazioni sociali, per que­sto
è con grande gioia che ho ricevuto importante risultato che rilancia
la Sua cortese lettera e ho preso l’impegno di alcuni settimanali
in mano la copia del settimanale delle nostre diocesi nel quadro
del progetto nazionale
coordinato dalla Fisc e so­
stenuto dalla CEI attraverso
il contributo della Fon­
dazione Comunicazione &
Cultura.
Questo salto di qualità,
non
solo
grafico,
te­
stimonia il desiderio di
un rinnovato slancio per
dare all’evangelizzazione la
“risonanza mediatica” che
merita nell’attuale contesto
culturale e sociale secondo
le direttrici in­dicate dal
documento “Comunicazione
e Missio­ne. Direttorio sulle
comu­nicazioni sociali nella
mis­sione della Chiesa”.
Sono certo che anche gli
ulteriori obiettivi collegati
al rinnovamento grafico
potranno essere raggiunti
grazie all’impegno della
redazione e alla Sua saggia
guida.
Voglia gradire il mio
affettuoso ricordo nella
preghiera con gli auguri di
ogni bene nel Signore.
3
Vangelo
22 gennaio 2006
il santo padre nell’udienza del 12 gennaio
22 gennaio 2006
III Domenica del Tempo Ordinario
Dal vangelo secondo Marco
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò
nella Galilea predicando il Vangelo di Dio e
diceva: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio
è vicino; convertitevi e credete al Vangelo”.
Passando lungo il mare della Galilea, vide
Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre
gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori.
Gesù disse loro: “Seguitemi, vi farò diventare
pescatori di uomini”. E subito, lasciate le reti,
lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide sulla barca anche
Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello
mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi,
lasciato il loro padre Zebedeo sulla barca con i
garzoni, lo seguirono.
Gesù passa, vede, chiama
Dai nostri missionari
Auguri da Anatuya
Da Anatuya (Argentina), Suor
Eugenia Giam­paoletti al
nostro Vescovo:
Carissimo Mons. Oscar, voglio
farvi i miei più sinceri auguri
di felici feste: che il Bambino
Gesù vi conceda molta salute
perché possiate fare il vostro
apostolato di padre e pastore
di tutti noi. Ogni giorno prego
per la sua delicata salute:
che Gesù le sia accanto, è
il mio augurio che le faccio
di tutto cuore: Buon Natale
e Capodanno: che possano
ritornare le medesime forze.
Mai dimenticherò tutto il
bene che ha fatto per noi
missionari della sua diocesi.
Le chiedo la santa be­ne­
dizione.
“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino;
convertitevi e credete al vangelo”: questo il
messaggio, la “buona notizia”, il cuore della
predicazione di Gesù. Dio, nella persona del
Figlio, è entrato nel tempo e lo ha portato a
pienezza; il suo regno, annunciato dai profeti,
ora si è fatto presente. Dono gratuito a cui
aprirsi e da accogliere con gratitudine, perché
vi trovano risposta le aspirazioni fondamentali
dell’uomo.
Ma occorre convertirsi (“cambiare modo
di pensare” recita il verbo greco metanoéo,
“cambiare decisamente rotta” significa il
verbo corrispondente ebraico) e credere alla
sua parola, “fidarsi” (pistéuein). E’ sempre
Lui che prende l’iniziativa, e in un momento
particolare della mia vita, forse quando
meno me lo aspetto, si rivolge proprio a me.
Così è avvenuto lungo il mare di Galilea,
quando i primi discepoli sono stati chiamati:
“passando…vide…disse loro”.
A pescatori di mestiere, abituati a vedere
pesci tra le maglie delle loro reti, le parole
di Gesù devono essere sembrate perlomeno
strane. Pescatori di uomini! Ma che vuol
dire? Eppure non fanno domande, non
mostrano perplessità, è come se avessero
capito tutto. Certamente hanno compreso
una cosa fondamentale: per quella proposta
vale la pena di rischiare impegnando tutta la
vita. Si fidano e vanno. Lasciano ogni cosa: il
lavoro e il padre, vale a dire ogni sicurezza, le
loro stesse radici. E subito! Perché sentono
l’urgenza dell’appello.
E noi? Siamo disposti ad accogliere questo
invito, che forse oggi risuona ancora più
accorato, con la stessa prontezza e la stessa
radicalità? Troppo spesso avanziamo più
che plausibili giustificazioni, nascondendoci
dietro discernimenti molto umani. Di fatto,
nella paura di perdere “qualcosa”, non abbiamo
il coraggio di scommettere sulla parola di Dio.
Adriana Borgognoni
Giornata di ritiro al Contardo Ferrini
Per il 28 gennaio, il Circolo Contardo
Ferrini organizza una Giornata di ritiro. Il
programma prevede, fra l’altro, alle ore 11
momenti di riflessione e di preghiera; quindi
pranzo e, nel pomeriggio,un’ora di svago con
tombolata finale.
La presidenza del Ferrini informa anche
che le iniziative svolte in dicembre hanno
permesso la raccolta di 500 euro che saranno
devolute per i bambini di Bachau e per le
adozioni a distanza di ragazzi del Vietnam.
4
22 Gennaio 2006
Cultura, spettacoli e dintorni
Per inserzioni e pubblicità su Voce della Vallesina
rivolgersi all’amministrazione del settimanale
Jesi - piazza Federico II, 6
(giorni feriali dalle ore 9 alle 12)
telefono e fax 0731208145 email [email protected]
Atto sacrilego contro la Madonnina del Collegio Pergolesi
La bella statua vandalizzata
All’entrata del Collegio Pergolesi,
proprio dove ha inizio il viale, c’è
una bella statua marmorea, che
rappresenta la Madonna della
Misericordia con il Bimbo Gesù tra le
braccia.
Qualche giorno dopo il 25 dicembre
scorso, Natale di Gesù, abbiamo
visto, con grande sgomento e dolore,
che la statua era stata deturpata e
vandalizzata. La testa del Bambino
Gesù era stata decapitata e la
mano del braccio destro di Maria
Ss.ma, troncata. La vista di questo
spettacolo è stata shoccante ed ora,
ogni qualvolta lo sguardo si pone
su questa statua mutilata, l’animo si
deprime, perché ci si rende conto che
è un atto deteriorante per l’umanità
intera. Sì, perché un danno tale, fatto
certamente da persone, porta tutta
l’umanità ad un livello più basso, e ne
rivela l’oscurità in cui si trova.
È vero che stiamo passando un
periodo di decadenza e di violenza,
un periodo nella storia che enfatizza
il male, sfoggia il senso del brutto e
del cattivo ed ammira ed emula la
malvagità e la perversità.
Si cerca di combattere questa nuvola
scura che copre tutto il mondo,
questo insinuarsi negativo che
penetra la mente e il cuore degli
uomini, con la preghiera e la fede in
Dio, con l’esempio di vita vissuta con
valori cristiani, con l’impartire, in ogni
modo e maniera, una educazione
e una istruzione sana e saldamente
radicata nella dignità dell’uomo figlio
di Dio.
Si legge, si sente, si sa che i tempi in
cui viviamo rispecchiano una civiltà
di morte, e che richiedono, quindi,
maggior coraggio di vita integra,
maggior coraggio di vivere la verità
nell’amore. Tuttavia, quando succede
un fatto come quello sopra descritto,
dove persone entrano abusivamente
nella tua casa, vengono a violare la tua
libertà di fede, vengono a dissacrare
l’immagine di ciò che abita la parte
più intima del cuore del fedele e del
cattolico, allora l’atto di vandalismo
assume un aspetto diverso; assume
un’importanza più viva e vitale,
assume un aspetto più crudele e
veritiero.
Un atto tale richiede seria riflessione
da parte di tutti e chiama ad agire, non
col vendicarsi, ma in modo tale da far
sì che il cristiano si renda conto quale
sia la realtà che lo circonda, e che non
è solo là, da qualche parte, lontano nel
mondo, dove la fede viene perseguitata,
ma avviene anche qui, in casa nostra.
È giunto il momento per il cristiano
di assumersi più seriamente le sue
responsabilità come tale, e vedendosi
attaccato in casa e nell’altare del suo
cuore, combattere in prima persona
con rinnovata fede e fervore di zelo, e
non rimanere apatico.
Ci si deve chiedere: chi è stato ad
eseguire tale atto vandalico? Sono
stati giovani in cerca di macabro
divertimento? Com’è successo? È
stato un gesto intenzionato a ferire, ad
offendere e a demolire? È forse un atto
contro la vita, contro l’Autore stesso
della vita? Qualunque sia la risposta,
il gesto riflette desiderio di distruzione
e totale mancanza di rispetto verso le
cose sacre e verso la proprietà altrui.
L’abuso morale, spirituale, e materiale,
che tanti giovani, ed anche molti non
più così giovani, commettono, nella
ricerca di riempire il vuoto dentro con
sensazioni eclatanti, certamente può
servire come insegnamento.
Il cattolico italiano deve aprire gli
occhi e proteggere la propria eredità
di Fede, nel riconoscere il suo
nemico e nel mettersi a lavorare più
alacremente nel dare buon esempio,
vivendo da vero cristiano ed andare
verso chi lo perseguita, cercando di
convertirne la mente annebbiata e
guarirne il cuore ferito.
Un comportamento fermo, aperto,
radicato nei suoi valori umani e
cristiani, deve portare l’avversario
alla riflessione e alla conversione:
preghiamo che Gesù ci dia questa
grazia, e sia, nel cristiano, Luce nelle
tenebre. Si chiede alla Comunità
ecclesiale una presa di coscienza;
si chiedono preghiere personali e
comunitarie per riparare all’atto
sacrilego.
La Casa Famiglia per Anziani, dal
giorno della scoperta del penoso
misfatto, sta facendo preghiere
riparatorie nella propria cappellina.
L’intenzione della Comunità Religiosa
dei Fratelli di N.S. della Misericordia
e degli ospiti del Collegio Pergolesi,
è quella di far restaurare la statua,
quanto prima. Per una maggior
protezione si cercherà di coprire la
statua che rappresenta “Maria, Madre
della Misericordia”, con una cupola
di vetro infrangibile e per ulteriore
sicurezza, le si farà ergere attorno un
adeguato recinto. Questo lavoro di
restauro richiederà tempo e diverse
spese impreviste. Facciamo appello ai
fedeli della Diocesi, perché, nelle loro
possibilità, offrano il loro spontaneo
contributo.
La direzione del Collegio Pergolesi,
tiene a sottolineare che la statua della
Madonna, inaugurata più di cinquanta
anni fa, è rimasta, sino ad oggi, un
punto vitale di riferimento, un ricordo
ricco di sentimenti per tutti gli Exa
- alunni e per chi veniva al “Cinema
Famiglia”.
La statua della Madonna “Mater
Misericordiae”, oggi, è méta di
frequenti visite, da parte degli ospiti
e dei passanti, che si soffermano a
rivolgerLe una preghiera e a donarLe
un fiore. Il suo valore spirituale
è evidente. Il Suo volto sereno
è rassicurante; il suo abbraccio
racchiude Gesù e offrendoLo al
passante, invita ad elevare l’anima a
Dio; pertanto l’immagine va tenuta
cara, preservata e protetta.
Grazie a tutti per l’aiuto e per la
comprensione.
Il direttore
Fr. Lodovico Albanesi
BIBLIOTECA COMUNALE La libreria ritrovata
In visita alla Pianetti
Settimanale
di ispirazione cattolica
Associato alla FISC
Direttore responsabile
Giuseppe Luconi
Direzione, redazione
amministrazione e pubblicità
Piazza Federico II, 8
60035 Jesi
telefono e fax: 0731 208145
E-mail: [email protected]
Sito: www.vocedellavallesina.it
Sabato 14 gennaio i soci del
Fondo per l’Ambiente Italiano
– Fai – della delegazione di
Ancona hanno potuto ammirare
la libreria Pianetti riscoperta
e restaurata. La visita guidata,
a cura di Paolo Barboni. ha
permesso di conoscere il
preziosissimo
esemplare
di
alta ebanisteria del primo
Settecento, la scaffalatura li­
gnea della Libreria Pianetti
ritrovata da Marco Cercaci
negli scantinati delle vecchie
carceri, da decenni abbandonata
ed in degrado. Il restauro, so­
stenuto
dall’amministrazione
co­munale in collaborazione con
il Rotary Club di Jesi e la Banca
Popolare di Ancona, ha ridato
alla struttura la sua originaria
funzione: è stata infatti collocata
nella Sala Maggiore del Palazzo
della Signoria.
Abbonamento annuo
normale: 35 euro
di amicizia: 50 euro
sostenitore: 100 euro
direttamente in redazione
(tutti i giorni feriali dalle 9 alle 11)
o a mezzo posta (su c/c 13334602)
Registrazione Tribunale Ancona
n. 143 del 10.1.1953
Stampa
Galeati Industrie Grafiche, Imola
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A ¬ntra' /unt i
Un gioco di società
di Riccardo Ceccarelli
I grossi inciuci tra politica e affari
in Italia finiscono tutti in “poli”.
Ricordiamo solo “Tangentopoli”, “Af­
fittopoli” e ora “Bancopoli”. A dir la
verità il Corriere della Sera scrive (8
gennaio), “Bankopoli” con la “k”, forse
per metterci dentro anche la Banca
d’Italia, abbreviata in “Bankitalia”.
E tutti scoprono l’acqua calda. Un
fiume d’acqua calda. Un oceano
d’acqua calda. Come se tra politica
e affari, non ci siano stati o non ci
siano intrecci, rapporti, relazioni,
strettamente politici e strettamente
personali. A leggere quello che è stato
scritto nei giorni scorsi e si scriverà
ancora, e a rileggere quello che si
scriveva anni fa, c’è da rimanere
sconcertati.
Una “babele” di lingue e linguaggi
disancorata dalla realtà più vera,
ripetitiva, confusa, fatta di mezze
verità, di cose che tutti sanno ma che
non vogliono dire, che coprono con
sofismi, con discorsi fiume, come quelli,
ad esempio, del “direttore” Scalfari
(“Ballarò”, 10 gennaio), con illazioni
o assoluzioni, conclusioni lasciate
a metà, ingenerando confusione a
confusione e magari “chiarezza” in
quanti già pregiudizialmente ne
avevano.
Un colossale “blob” mediatico e scritto
che, se per un verso accusa, dall’altro
assolve a seconda non dei fatti ma
unicamente tenendo presente la
propria visione e posizione politica.
Gli stessi fatti poi vengono aggiustati,
accomodati, resi congrui. Allo scoppio
del bubbone, di cui tutti erano a
conoscenza e che tutti però facevano
finta di non conoscere perché così era
comodo, tutti appaiono “verginelle
intemerate e meravigliate”.
Allora si invoca la questione morale, si
fanno discorsi sull’etica. Si riprende la
“lezione morale” di Enrico Berlinguer,
come se proprio lui non sapesse che
il suo partito era allora finanziato
dall’Unione Sovietica e dal commercio
che con essa si faceva, mentre gli altri
si foraggiavano con introiti, siano
stati essi americani o provenienti
da intrecci e commesse con le par­
tecipazioni statali. Pagine già scritte
e conosciute, che ripropongono
in sostanza le stesse cose, cioè la
commistione tra affari e politica che
sempre c’è stata e che non mancherà
di esserci.
L’etica e la morale dovrebbero servire
a trasformare l’intreccio tra affari e
politica in rapporto, gli aspetti perversi
in relazioni legali, i contatti in servizi
per i cittadini e non per l’interesse di
singoli o di partiti. Lo si è detto e lo
si ripete. Ma si sa che “pecunia non
olet” e che i partiti debbono vivere. E
si sa anche che chi del partito o nel
partito vive è tentato di approfittare
più facilmente delle occasioni, tutte
ovviamente legali (più o meno), che
gli si presentano. Col gridare allo
scandalo, allora, o stupirsene si rischia
di essere ciechi o ipocriti.
Lasciare dunque le cose come stanno?
No di certo. Torna impellente invece
non tanto l’invocazione di nuove leggi
che poi magari si aggirano, quanto la
necessità di un etica e di una morale
non fondate sul tornaconto personale
o di partito, ma sulla verità o anche
sulla passione per essa, senza però la
presunzione di averla dalla propria
parte. La ricerca della verità implica
valori forti che in tempo di relativismo
e di nichilismo non sembrano godere
di grande attenzione ed attrazione.
Meravigliarsi è un gioco di società
per lasciare tutto come prima, per
reciprocamente incolparsi, per con­
fermare che, come scrive Marcello
Veneziani, in politica e negli affari e
nel loro intreccio più dell’etica conta
l’etichetta.
Cultura, spettacoli e dintorni
22 gennaio 2006
Il flusso dei clandestini
Soli con le loro speranze
II
Sulla terra ferma i clandestini
trovano acqua, gallette, the,
biscotti, servizi igienici, i Medici
Senza Frontiere e il Cpt (Centro
Permanenza Temporanea). Il
Centro di prima accoglienza e
assistenza di Lampedusa nasce
nei primi anni “90 ed è collocato
all’interno dell’aeroporto in una
ex caserma fatta per alloggiare
87 avieri. A gestirlo è la
Confraternita della Misericordia
di Palermo. Dà lavoro ad
una trentina d’operatori e
dall’agosto 2002 ha sostituito
la Croce Rossa. L’attuale Centro giorno, spese di trasferimento caserma dell’Esercito in via
di permanenza, attrezzato escluse. Nel Cpt si fanno gli d’abbandono. Da tempo gli
per ospitare un massimo di accertamenti sanitari e le organi preposti alla sicurezza dei
190 irregolari, nei periodi di più impegnative procedure voli hanno minacciato una forte
grandi sbarchi è arrivato a d’identificazione per distinguere riduzione dei collegamenti aerei
contenere anche chi dovrà essere respinto da se non si cambia l’ubicazione
mille
persone chi invece accettato. Passaggio del Centro. Sull’isola chi non
in
condizioni difficile, ma fondamentale quello è ­ d’accordo pensa ad azioni
drammatiche.
dell’accertamento
d’identità di forza e parla di una nuova
Ciò che a Lam­ anche perché appena avvistati i serrata. Nel 2003 è durata tre
pedusa sorprende clandestini si liberano da tutto giorni. C’è pure chi propone la
è che non si ve­ ciò che potrà identificarli.
costruzione del nuovo Centro
dono
extraco­ Il dibattito sui centri per a Linosa, a Pantelleria, a Malta
munitari. Non immigrati è acceso in tutt’Italia, - dal maggio 2004 nell’UE - e
sono in giro. Ad ma in quella postazione estrema chi invoca la dislocazione di
una
massima d’Europa ha una valenza navi militari - precisando
e s p o s i z i o n e diversa. Per molti lampedusani dell’Unione Europea - al centro
m e d i a t i c a le esigenze economiche del­ del Mediterraneo.
(quanti italiani l’isola sono incompatibili con Per ora chi è arrivato
s c o­ p r i r o n o gli arrivi continui. In crisi sul clandestinamente a Lampedusa
L a m p e d u s a versante pesca, Lampedusa continua a rimanere in quella
a seguito dei cerca di recuperare col fascino struttura inadeguata, oltre
missili che ci lanciò contro dell’isola. Così nasce il conflitto quei cancelli che racchiudono
il colonnello Gheddafi!) fa tra la promozione turistica di problemi e polemiche. Fuori e
riscontro un’assenza di migranti quel gioiello nel Mediterraneo dentro il Centro di accoglienza
quasi totale sul territorio. Dalla e il dispositivo dello Stato e assistenza le Forze dell’ordine
banchina sul porto i furgoni impegnato a contrastare l’il­ vigilano ed impediscono a
delle Forze dell’ordine e della legalità.
chiunque d’entrare. Dietro il
Misericordia li trasferiscono A scaldare ancor più gli reticolato, simili a presenze
direttamente al Centro.
animi è stata la decisione aliene, gli immigrati. Soli con le
Il costo per ogni immigrato - improrogabile - di trasferire loro speranze e con i loro sogni.
ospitato in quel Centro di il centro in una zona diversa
Massimo F. Frittelli
permanenza è di 39,72 euro al dell’Isola, individuata in una (2 . fine)
TEATRO PERGOLESI Stagione di prosa
Pirandello, il labirinto, il filo d’Arianna
Forse Pirandello aveva incontrato i “Sei
personaggi in cerca d’autore” tra i fatti
riportati in cronaca nera da qualche
quotidiano. O forse gli era capitato di
ascoltare la loro storia raccontata a bassa
voce da un frequentatore di quelle fumose
‘sale da conversazione’, riservate a soli
uomini, che esistevano allora in Sicilia.
In ogni modo i sei personaggi lo avevano
colpito profondamente, forse perché
erano paragonabili a quelli di una grande
tragedia classica o perché ognuno di loro
mostrava di reagire diversamente allo
stesso sconvolgente dramma familiare.
Forse; perché il ‘forse’ è d’obbligo
se si tiene presente quel relativismo
pirandelliano secondo il quale, come in
un labirinto degli specchi, l’oggetto da
considerare appare riflesso in infinite
sfaccettature Non ritenuti adatti ad
un romanzo né ad una novella, i “Sei
personaggi in cerca d’autore” rimasero a
lungo nella memoria: finché Pirandello
si persuase che potevano prendere vita
in un testo teatrale ‘da fare’ dove si
dimostrasse come l’interprete più vicino
alla verità è colui che realmente ha
vissuto la realtà che rappresenta.
E’ andato però oltre questo intendimento
Carlo Cecchi riproponendo in una
nuova veste i “Sei personaggi in cerca
d’autore” (Pergolesi, 10 e 11 gennaio).
Non arbitrariamente, tuttavia, poiché
ha ulteriormente scavato nei significati
riportando alla luce altre sfaccettature
della filosofia pirandelliana. Come
l’inafferrabilità del vero e la sua
complessità composta di attimi fuggenti,
quindi la mancanza di una compiuta e
stabile identità in chi vuole intenderla e
interpretarla; la possibile contaminazione,
nella vita come nella rappresentazione
teatrale, del tragico e del comico, con
il trascolorare dall’ironia, al pianto, al
sorriso: infine il surreale potere evocativo
della fantasia, più forte della realtà stessa.
Tutto è stato spiegato con estrema facilità
da Carlo Cecchi che, seguendo con il filo
d’Arianna le intenzioni dell’autore, non si
è smarrito nel labirinto degli specchi. In
veste di regista, spettatore, interlocutore,
come immedesimandosi in Pirandello
ha guidato il pubblico alla comprensione,
scandendo con misurata sobrietà i ritmi
d’interpretazione. Un cast di spicco ha
aggiunto prestigio: ai primi posti Paolo
Graziosi (il padre), Sabina Vannucchi (la
madre), Antonina Truppo (la figliastra)
che ha caratterizzato il suo personaggio
presentandolo, con un filo d’ironia,
come una ‘pasionaria’ del sud ansiosa
di denunciare a cuore aperto il suo
dramma.
Il testo è stato qua e là alleggerito da
un’enfasi che ha talvolta appesantito altre
interpretazioni, a tutto vantaggio della
fruibilità dello spettacolo. Così anche è
Pirandello. Se vi pare, naturalmente.
Augusta Franco Cardinali
CASTELPLANIO Nella sala polivalente
“Spiritual Festival”: è di scena la musica
Una bella serata, ricca di
musica e di sensibilità,
quella di sabato 7 gennaio
nella sala polivalente
di Castelplanio. Orga­
nizzata dal parroco
don Mariano Piccotti e
dall’associazione. mu­
sicale
Astralmusic,
per presentare il cd
“Spi­­ritual festival”, la
se­rata è nata dalla
manifestazione svoltasi a
Jesi nel giugno 2004 per
far emergere cantautori
di musica religiosa. “Una
bella iniziativa – ha
sottolineato il parroco
– perché vedere cantare
la gente è bello e dà una
gioia immensa”.
La musica infatti è
stata al centro della
scena con splendidi artisti o
cantautori - introdotti dalla
neo presentatrice Francesca
Scortichini di Castelplanio quali Flavia Stoppa, il gruppo
Shalom di Castelplanio dal­
le ballerine della scuola di ragonabile al nostro festival
danza
orientale
“Mirra”, di Sanremo) accompagnata
Elena Sebastianelli, Mariel dal coro “San Giovanni” di
Danieli (cantante argentina Arcevia, Graziano Tittarelli
vincitrice del “Festival de e Nanni Mancini, autore di
Cordoba” in Argentina pa­ “Né gioia né dolore” portata
al successo dai Nomadi. Il
primo ospite, Luca Lattanzio,
che ha partecipato al festival
AFI svoltosi in piazza Ariston
durante il festival di Sanremo,
nel pomeriggio ha presentato
il suo video “Tutto il mondo è
Natale” trasmesso anche dalle
Tv musicali nazionali.
Gli ospiti che hanno trainato
più successo, però, sono stati
i bambini bielorussi che da
circa venti giorni sono ospiti
delle famiglie di Castelplanio
e Poggio San Marcello. Hanno
cantato “Quando i bambini
fanno oh!”, accompagnati
dalle voci di Alessia Se­
bastiano e Martina Rena,
poi solamente due piccole
soliste hanno proseguito con
“Azzurro”.
A concludere la serata è stata
la consegna del ricavato dei
salvadanai che i bambini di
Castelplanio e Poggio san
Marcello hanno riempito
durante il periodo di Avvento.
Simone Sebastiano
6
Jesi e Vallesina
22 Gennaio 2006
STAZIONE Un nome per il piazzale
Angelucci jesino onorario
II
L’a r c h i t e t t o
Angelucci
a
Jesi lavorò per
il
marchese
Vincenzo
Pianetti,
per
il cui Palazzo
Nuovo a via
XV Settembre
progettò
l’ampio scalone,
sistemò
il
secondo piano
a criteri di
moderna elegante abitazione, disegnò
alcuni mobili per la Galleria degli Stucchi
al piano nobile. In ambito urbano realizzò il
tempietto neoclassico a sinistra della chiesa
di San Francesco, la chiesetta di Tabano
(in collaborazione con il geometra Grilli) e
restaurò la chiesa di San Marco con criteri
allora in voga (soffitto azzurro stellato, ecc.)
oggi ripudiati.
Nel 1848, volontario nella Colonna del
generale Durando con il grado di tenente
d’Artiglieria, Angelucci combatté a Vicenza,
dividendo il pericolo con il conte jesino
Antonio Colocci (futuro senatore nel
Parlamento italiano), di cui coltivò sempre
l’amicizia. Quest’episodio risorgimentale
rese agevole il suo passaggio nell’esercito
dell’Italia Sabauda e il suo trasferimento
a Torino, dove pervenne al grado di
Maggiore. Oltre ad organizzare e dirigere
il Museo Nazionale d’Artiglieria (il più
ricco di armi storiche in Europa!), studiò
con grande competenza le armature della
pregevolissima Armeria Reale formata da
1.600 pezzi, e ne redasse il Catalogo con tale
maestria da venire ancora oggi ricordato
come ineguagliabile esperto. Proprio alcune
settimane fa, il 29 novembre scorso, “La
Stampa” di Torino ha messo in evidenza il
suo nome, in un articolo a tutta pagina che
annuncia la riapertura dell’Armeria Reale, in
vista delle imminenti Olimpiadi Invernali.
Come studioso di reperti dell’Età della
Pietra (punte di frecce, asce, raschiatoi), il
suo nome appare citato nelle bibliografie
a corredo di due voci di archeologia
nell’enciclopedia
italiana
Tréccani.
Indicazione, questa, che ho appreso dal
colonnello Richiardi, direttore del Museo
Nazionale d’Artiglieria di Torino, al quale
mi sono rivolto dieci anni fa per rintracciare
e fotografare tre bocche da fuoco del XV
secolo provenienti dalla nostra zona, una
colubrina in “ferro battuto” proveniente da
Jesi (definita “la più antica in tal genere di
artiglieria”), una bombarda proveniente
da Morro d’Alba ed una bombarda di
straordinarie dimensioni proveniente da
Osimo (questa città ne ha fatto eseguire
AREE VERDI Gestione condivisa
una copia, collocata nel cortile del Palazzo
Comunale). Tali armi furono rastrellate
dallo stesso Angelucci, allorché egli svolse
mansione di Ispettore di Artiglieria, lungo
il tratto Ancona-Rimini.
L’elenco delle sue onorificenze e dei suoi
premi (uno di 1.000 lire, cifra da capogiro
nel XIX secolo) occupa un’intera pagina
di stampa, che ho potuto fotografare
a Torino insieme al Catalogo della sue
pubblicazioni, costituito da ben 178 titoli,
dei quali non pochi riguardano le Marche
e fra questi una diecina si riferiscono a Jesi.
Alcune sue pubblicazioni sono animate da
spirito polemico, in vivace contrasto con
operatori culturali meno preparati di lui
(ma in qualche caso non tutte le sue tesi
sono farina del suo sacco). Memorabile un
suo scontro con l’Accademia della Crusca,
accusata di essere inesatta nel definire
congegni e attrezzature militari; incappò in
una querela per diffamazione, finita - a suo
favore - in una bolla di sapone.
Delle armi marchigiane citate sopra, degli
elenchi e cataloghi, delle varie sale del
Museo Nazionale d’Artiglieria e della
splendida Armeria Reale ho conservato
memoria visiva in una serie di diapositive
(circa 80), che ho avuto il piacere di
proiettare e commentare in un’ora di
lezione tenuta alla Libera Università per
Adulti: il 15 marzo dello scorso anno.
Angelo Angelucci (1816 – 1891) è
stato personaggio minore, ma di
rilievo sicuramente notevole, al quale
un’associazione culturale molto attenta,
come la “Res Humanae” di Jesi, potrebbe
dedicare un volume nella sua collana di
libri che hanno messo in luce vari cittadini
della Vallesina affermatisi al di là del
loro territorio d’origine. Qualora il suo
presidente, il dinamico professor Randolfo
Frattesi, decidesse di accogliere questa
mia proposta, sarò lieto di mettere a sua
disposizione tutte le notizie e il materiale
che ho potuto raccogliere a Torino.
Sandro Alessandroni
(2 - fine)
IN CONTINUA CRESCITA
L’impegno delle associazioni Maiolati vicina ai 6.000
Sono cinque le as­
sociazioni presenti nel
territorio della Terza
Circoscrizione che hanno
aderito alla proposta
di “gestione condivisa
delle aree verdi”. Si
tratta del Circolo Acli di
Mazzangrugno, “Castel
Red” di Castelrosino,
“Amici del Granita”, “El
Calcinaro” e “Bocciofila viale Don Minzioni”
che si sono impegnati a garantire la
manutenzione delle aree verdi in prossimità
dei luoghi dove esercitano la loro attività.
Per la manutenzione, le associazioni
riceveranno metà delle risorse che il
Comune spendeva per garantire que­
sto servizio. L’altra metà andrà alle
Agrochimica
giardinaggio e agricoltura
Via Roma, 6 - Località Macine
tel. 0731.813058 - 60032 CASTELPLANIO (AN)
-
Settore agricoltura
Settore vinicolo
Laboratorio analisi vini
Giarninaggio
Macchine e attezzi
Impianti di irrigazione
Circoscrizioni per at­
tività e iniziative da
realizzare a favore della
collettività del quartiere
con riguardo all’arredo
urbano e alla tutela
dell’ambiente.
Al riguardo, la Terza
Circoscrizione, tramite il
suo presidente Giuseppe
Di Lucchio, fa sapere
che nel 2005 ha utilizzato queste risorse
per l’acquisto di panchine installate in
piazza Malpigli, nell’area verde di fronte
alla Cooperlat, a Castelrosino, di una panca
e un tavolo per il bosco urbano della Zipa,
di un dondolo quadrifoglio per il parco del
Granita e per un contributo di 180 euro al
circolo Acli di Castelrosino.
Cresce la popolazione del Comune di
Maiolati Spontini e conferma un trend
positivo che, secondo le previsioni,
dovrebbe far tagliare nei prossimi
mesi il traguardo dei 6 mila abitanti.
Una crescita che è stata continua
da diversi anni a questa parte. Lo
confermano i dati della popolazione
residente dell’ultimo quinquennio.
Al 31 dicembre del 2000 gli abitanti
erano 5.674, l’anno successivo erano
5.729, diventati 5.836 alla fine del 2002,
quindi 5.861 un anno più tardi e 5.930
allo scadere del 2004.
Il 31 dicembre scorso l’anagrafe di
Maiolati ha registrato 5.979 iscritti:
appena ventuno in meno del “fatidico”
6.000, che sarà festeggiato, annuncia
già il sindaco Giancarlo Carbini, con
una cerimonia che coinvolgerà l’intera
cittadinanza. Il 2005 va ricordato,
purtroppo, anche per i lutti che hanno
riguardato due delle tre ultracentenarie
residenti nel Comune (Rosa Sartarelli e
Margherita Scaccia), entrambe 101enni,
come pure del “nonno” di Maiolati, con
i suoi 97 anni.
La più anziana in assoluto di Maiolati
è ora Maria Carbini (nella foto, con il
sindaco) che proprio oggi, domenica
22 gennaio, compie ben 103 anni. Il
primato di anzianità negli uomini,
invece, spetta a “nonno” Ermenegildo,
che il prossimo aprile spegnerà
97 candeline. Sono molti, in realtà,
gli ultranovantenni residenti nel
Comune. I nati nel 1916 sono ben 53
su una popolazione di poco meno di
5.800 residenti: quasi un primato che
conferma come a Maiolati si viva bene
e a lungo.
Iscrizioni fino al 25 gennaio
Asili nido e Centri d’infanzia
Ben 368 posti, un terzo dei quali
destinati ai nuovi ingressi. È l’offerta praticamente raddoppiata nel giro di
un paio d’anni - per la prima infanzia
del Comune di Jesi che ricorda ai
cittadini che fino al 25 gennaio sono
aperte le iscrizioni per il nuovo anno
agli asili nido e ai centri per l’infanzia
riservati ai bambini dai tre mesi
ai tre anni. Sono sette le strutture
pubbliche, più una privata e una
convenzionata, con orari flessibili che
coprono le più svariate fasce orarie
per venire incontro alle esigenze dei
genitori.
La domanda di iscrizione va
presentata all’Ufficio Servizi Prima
Infanzia di piazza Spontini, sull’apposito verranno redatte delle graduatorie in
modulo disponibile presso l’Ufficio relazione alle fasce d’età, secondo criteri
Relazioni con il pubblico. Se le domande stabiliti
dall’apposito
regolamento
superanno il numero dei posti disponibili, comunale.
Jesi
L’importanza della
prevenzione
In ripresa
i casi di Aids
È nell’epoca della modernità che
ci troviamo ad affrontare flagelli
ancora invincibili, che estremizzano
la sofferenza fisica e riducono ai
minimi termini la dignità umana.
Uno di questi porta il nome di Aids.
In occasione della giornata mondiale
per la lotta al virus (1 dicembre),
lo scorso 30 novembre la Regione
Marche - in collaborazione con il
Servizio Assistenza Territoriale - ha
trattato l’argomento: “Prevenzione
Hiv+ / Aids”.
Dopo l’analisi dei dati epidemiologici
marchigiani, si è giunti alla
conclusione che il fenomeno
“sieropositività” è ancora
preoccupante, ciò in virtù del fatto
che se i casi di Aids – in costante
incremento fino al 1995 – sono
diminuiti fino al 2001, hanno in
realtà avuto una forte ripresa nel
2004. Non sono confortanti neanche
la diminuzione e la stabilizzazione
dei casi relativi agli anni precedenti:
è infatti – secondo gli esperti del
Centro Operativo Aids dell’Istituto
Superiore di Sanità – grazie alle
“terapie antiretrovirali combinate”
che l’insorgenza della malattia è stata
ritardata. Pertanto, quella che può
definirsi una vera a propria epidemia
non è affatto debellata, anzi.
L’età media di contagio accertato è
aumentata nel tempo: nei maschi
è passata da 24 anni a 35, nelle
femmine da 23 a 33. Se è vero che
il numero dei casi di contagio tra
tossicodipendenti è diminuito, allora
l’attenzione va focalizzata sui rapporti
etero e omosessuali a rischio. Non
esistono categorie più minacciate
di altre, ma comportamenti che lo
sono. Favorevole è invece il risultato
della ricerca sui casi pediatrici:
diminuiti nelle Marche come in tutto
il territorio nazionale, ciò a conferma
che le terapie applicate alle donne
sieropositive in gravidanza hanno un
buon riscontro.
Alla luce di quanto esposto, possiamo
tristemente constatare che, sprovvisti
di cure definitive per l’Hiv, le uniche
armi ad oggi in nostro possesso sono
l’informazione e la prevenzione.
Attraverso la prima l’utente può
conoscere i rischi della malattia,
le sue modalità di trasmissione e
i vantaggi di una diagnosi il più
possibile anticipata (esistono servizi
diagnostici e reparti malattie infettive
a Pesaro, Ancona, Macerata, Fermo e
Ascoli Piceno).
In merito alla prevenzione, invece, il
Consiglio Regionale ha approvato
un progetto triennale (campagna
affidata all’Asur: Azienda Sanitaria
Unica Regionale) che prevede la
realizzazione di iniziative periodiche,
dirette ai giovani come alla
generalità della popolazione. Nei
casi di sieropositività accertata il
progetto assicura l’assistenza - anche
domiciliare, - promuove l’adesione
alle procedure diagnostiche nonché
il monitoraggio sull’andamento
dell’infezione. Il tutto è finalizzato
alla riduzione dei fattori di rischio,
di contagio, di comportamenti con
elevata possibilità di contrarre Hiv.
La campagna informativa sull’Aids
si avvale di vari mezzi: messaggi
sui display della tratta autostradale
marchigiana, preservativi e card
informative distribuiti nelle
discoteche, kit di igiene personale
con depliant istruttivi assegnati
ai detenuti nelle carceri. L’appello
resta quello di sempre: l’Aids è
un’infezione grave, gravi sono i
problemi di salute e di qualità della
vita che ne derivano, i rischi di morte
sono notevoli e la prevenzione resta
ancora l’arma fondamentale per
combattere questa minaccia.
Raffaella Fioretti
22 Gennaio 2006
la vezzali tedofora d’oro
La fiamma di Olimpia
P
assata anche per Jesi
lo scorso 11 gennaio
la Fiamma Olimpica, nella trentatreesima tappa
del lunghissimo viaggio
che la vede attraversare
in lungo e in largo l’Italia
fino al 20 febbraio, data
in cui approderà a Torino
per accendere il braciere
Foto Carlo Pirani
della ventesima Olimpiade Invernale.
Un breve ma significativo
momento in ciascuna delle città che hanno avuto
l’onore di questo “passaggio” e anche la città federiciana non è stata da meno:
quasi cinquanta minuti
(dalle 9,30 alle 10,20) il
tempo programmato – e
rispettato - per la staffetta
dei diciotto tedofori, da via
Ancona fino a via Roma
alla volta di Fabriano.
Si è trattato di un percorso che ha tagliato da est a
ovest la città, in cui il simbolo più conosciuto dei
giochi olimpici è passato
di mano in mano ai diversi tedofori che hanno percorso circa 400-500 metri
ciascuno.
L’amministrazione
comunale ha predisposto
un’ampia cartellonistica
per pubblicizzare l’evento con manifesti affissi
nei luoghi di maggiore
aggregazione, come il
palazzetto dello sport, lo
stadio comunale e gli altri impianti sportivi. Ed
è stato proprio il Gruppo
Sportivo Giannino Pieralisi la base logistica scelta
dall’organizzazione come
partenza della Fiamma.
Da lì si è passati per il
viale del Lavoro, su su per
via Garibaldi, piazza delle Erbe e via Cavour, per
imboccare il corso fino
all’Arco Clementino e da
lì via Roma. Un tragitto
che è stato accuratamente studiato dall’organizzazione in accordo con il
Comune, nell’intenzione
di toccare quelle che sono
le parti più caratteristiche
della città sotto un profilo storico e commerciale, senza però bloccare il
traffico cittadino. E chi,
se non la pluricampionessa mondiale di fioretto
Valentina Vezzali, poteva essere il personaggio
principale di mercoledì
scorso? Suo l’ultimo tratto
tante al figlio Pietro,
al quale ha dedicato
la corsa. “Ho ancora il
cuore a mille e vorrei
che il mio bambino
fosse qui” ha detto
ancora visibilmente
emozionata, e ha aggiunto “In tanti anni
di Olimpiadi è la
prima volta che porto la
fiaccola. Sono emozionata come la prima di una
gara importante. E ancora più grande è l’emozione di aver corso nella mia
città, questa Jesi senza di
che ha percorso la fiaccola,
un totale di 412 metri dall’Arco Clementino a via
Roma. Da mamma quale
è il pensiero più impor-
Foto Candolfi
cui non sarei l’atleta che
sono oggi”. Un pensiero
non meno importante
Foto Carlo Pirani
della campionessa jesina
agli altri atleti della città:
da Mancini a Marchegiani, dai giganti del basket
alle giocatrici del volley, ai
colleghi del Club Scherma
in particolare a Giovanna
Trillini e Stefano Cerioni.
Assente anche il maratoneta Daniele Caimmi.
Un altro maratoneta, Stefano Baldini, medaglia
d’oro ad Atene 2004, è
stato invece il primo di
tutti i tedofori nel ricevere direttamente dalle
mani del presidente della
Repubblica Carlo Azeglio Ciampi lo scorso 8
dicembre questo simbolo
di pace, amicizia e unione
tra i popoli in tutto il territorio nazionale.
Giorgia Barboni
STAGIONE SINFONICA
Un violino per angeli e demoni
Poco meno che tutto esaurito il Pergolesi
al secondo appuntamento della Stagione
Sinfonica, il 12 gennaio. Né grande
orchestra né direttore sul podio questa
volta, ma, in clima più intimista, due soli
strumenti: il violino di Mariusz Patyra,
virtuoso polacco ventinovenne, allievo
di Salvatore Accardo e, al pianoforte, il
maestro Giovanni Casella, anche lui
molto giovane. Dell’uno e dell’altro
sono riportati elenchi di premi vinti,
registrazioni e performances di altissimo
livello.
Strumento angelico e diabolico è stato
ritenuto in epoche diverse il violino.
L’ambiguità, l’universalità, il potere
emotivo ed evocativo del linguaggio
musicale, quindi la sua valenza sacra,
profana o addirittura diabolica, sono
state argomento discusso anche in sede
teologica. Alcuni strumenti tuttavia,
come arpa e organo, sono stati sempre
considerati ‘celestiali’; altri, come la
zampogna e la tuba, ‘mefistofelici’. Il
violino, ‘voce umana’ per eccellenza,
perciò di illimitate capacità espressive,
non poteva non rientrare nell’una come
nell’altra categoria.
Questo appunto ha inteso dimostrare
il concerto, in un ampio excursus, con
pagine di diverso carattere.
Si è passato così dalla veemenza ritmica
di J. Brahms alla grazia galante di un
dialogo amoroso dei due strumenti con
Mozart; dalla esuberante esplosione di
gioiosa vitalità di una polonaise di H.
Wieniawski agli eleganti ritmi di danza
di R. Strauss; dallo smarrimento in
cieli aperti di Debussy nell’ultima sua
opera-testamento, la Sonata per violino
e pianoforte in sol min., all’ ebbrezza
scatenata di Saint Saëns. La duttilità
del linguaggio violinistico è stata
dunque compiutamente esemplificata
in atmosfere ora diafane e rarefatte,
ora di puro lirismo, ora romantiche,
tempestose, irruente. Dal cielo alla terra
e oltre.
Non così è terminato il concerto.
Mariusz Patyra ha aggiunto anche due
bis: una trepidante ‘Canzone d’amore’ di
Spohr e una famosa ‘Serenata messicana’,
dedicati rispettivamente a sua madre
e ‘a tutti i marchigiani’. Graditissimo
omaggio ed amabile augurio di ‘sogni
d’oro’ agli spettatori.
Augusta Franco Cardinali
Esordio di due giovani artisti jesini
L’età dell’oro
Dedicata all’Arte la prima
settimana del 2006 spesa, nella
galleria maggiore di Palazzo
dei Convegni, da due giovani
esordienti artisti jesini: Rodolfo
Pergolesi e Andrea Albanesi
– pittore il primo, poeta, il
secondo – con un’esposizione
di opere originali – olii su tela
e su carta – accompagnate, ma
anche “solcate” nel vero senso
della parola, da poesie dallo
stile immediato e dai contenuti
profondi – talvolta “piegati” da
una vena drammatica – che
immancabilmente tracimano
la freschezza e gli slanci tipici
dell’età.
Poesie ed opere riportate in un
volumetto intitolato appunto
“Età dell’oro”, nel quale i due
differenti codici espressivi
concordano
in
maniera
sor­prendente nel racconto
della fiamma che alimenta
il magma interiore di ogni
uomo, innalzandolo quando
brucia forte e atterrandolo
quando pare stia per spegnersi;
forza carica di mistero, vitale
nell’esistenza di ciascuno,
che “ci ha permesso di esserci
e di fare…ci ha permesso di
continuare a cercare l’unica
cosa per cui vale la pena di
vivere, soffrire, singhiozzare,
forse anche morire… con ne­
gli occhi la sua forza, la sua
Luce… noi lo chiamiamo
questo in silenzio ti preghiamo,
non smettere mai di indicarci,
con la tua Mano dolce di foglie
di seta, la Via…”
Sono i temi che quo­ti­
dianamente ordiscono la trama
umana, dipinti e raccontati
con tecniche diverse in uno
stile istintivamente calamitato
dall’attrazione e dalla passione
per la pittura e la poesia.
Riecheggia nelle opere il
bisogno individuale di “vedere
la mano di Dio posarsi sopra
la mia ragione incompresa…”,
la celebrazione dell’amore
tra l’uomo e la donna nelle
sue ampie sfaccettature in­
trise di momenti positivi e
Amore…e all’Amore bisogna negativi, il dolore nel figlio per
saper anche chiedere perdono… “l’abbandono” di una mamma, le
se spesso ci perdiamo nei vizi, strade “impreviste”della droga e
nella Lussuria, nel gioco delle della dissoluzione, e il desiderio
carte, nella cattiveria, nella struggente di Speranza… “che
disperazione…e adesso noi galleggia sopra ai miei occhi e
ti dedichiamo la nostra più il resto che è confusione tutta
grande vittoria, continueremo nera e persa dentro la scia che
in silenzio a lottare nel buio per provoca una lucciola”.
donarti solamente il meglio…per
Fotoservizio Paola Cocola
8
22 Gennaio 2006
Speciale Santuario delle Grazie
JESI Cinquecentocinquanta anni
Grande festa
L’edificio della Chiesa
è stato ricostruito attorno
alla metà del 1700 su disegno
dell’architetto jesino Nicola
Maiolatesi.
Il campanile è del 1619.
L’interno racchiude la Pala
dell’altare maggiore con
l’Immagine della Madonna del
Carmine dipinta da
Filippo Bellini, alla fine del
1500, tele di Luigi Lanci, Nicola
Bertucci e Odorisio Vicinelli
di Maria Costanza
Santacroce Cestaro
I
l 19 settembre 1745 la Città di
Jesi era addobbata, le strade di
ora in ora si animavano di gente
accorsa dai castelli vicini per assistere alla solenne incoronazione
della sacra immagine della Madonna delle Grazie. Il suono delle
campane si spandeva nell’aria colma ancora dei profumi dell’estate,
echeggiava nei vicoli stretti, oltrepassava le imposte degli antichi
palazzi.
Erano giunti da Roma personaggi illustri come Monsignor Pietro
Petroni, già Governatore di Jesi nel
1725, canonico della basilica di San
Pietro, delegato a portare le sacre
corone con le quali si cingevano le
tempie delle immagini più antiche
e miracolose della Vergine Maria;
musicisti di fama delle migliori
Scuole erano venuti per animare la
Messa solenne.
“Vagamente parata”
L
a chiesa del Duomo era “vagamente parata” e i Vescovi delle
Diocesi confinanti concelebravano
con quello di Jesi alla presenza dei
signori deputati e del Governatore della Città. Gli abiti preziosi, le
insegne cavalleresche, le cappe dai
fermagli d’argento dorato splendevano al lume delle candele con
riflessi di porpora. Sugli inginocchiatoi, in preghiera, le dame dai
mantelli di seta leggera o di velluto,
con piccole cuffie di perle sui capelli annodati, testimoniavano la
loro devozione alla Soave Protettrice della città e del suo contado.
Il popolo gremiva la Cattedrale da
ogni parte. Alla fine della messa si
avviò la processione che doveva
portare la sacra corona alla cappella della Madonna: le Autorità,
il clero, le confraternite, i cittadini
sfilavano in preghiera lungo le vie
addobbate con stendardi di broccato rosso, cuscini cremisi alle finestre dei palazzi.
Quando si giunse al santuario
venne intonata l’Antifona “Regina
coeli” mentre salivano le corone
d’oro a recingere la fronte gentile
della Vergine e quella tenerissima
del Bambino.
Roberto Santoni libera Jesi
dai francesi nel 1557
(Luigi Mancini, 1850)
“Arse con piacere”
L
a cerimonia fu lunghissima: al tramonto “arse
con piacere dei riguardanti
la gran macchina (dei fuochi
artificiali)”; la Città era illuminata da fiaccole e torce in
ogni sua parte. Vennero serviti “galanterie e rinfreschi”
alla nobiltà di Jesi e forestiera nel Palazzo Pubblico; per
le strade venditori ambulanti offrivano frutta secca e
ciambelle: raramente si era
potuto gustare uno spettacolo così magnifico.
Nei due giorni seguenti furono celebrate altre messe
solenni ed in particolare fu
apprezzata l’omelia del vescovo di Jesi, Fonseca, ricca
di citazioni letterarie tanto
da ricevere gli elogi di tutti
gli eruditi presenti, che ne
riferirono nelle Accademie e nelle
dotte conversazioni.
A teatro vennero rappresentati
due oratori, “La morte di Abele” e
“L’innocenza rispettata”, per la gioia
degli uditori di “questa felicissima
provincia della Marca”.
È la penna di Gerolamo Baldassini
a narrare questi avvenimenti nel
Libro IV delle “Memorie storiche
dell’antichissima Città di Jesi” affinché “la memoria di una sì pia
e celebre funzione non resti nell’oblivione sepolta”.
L’incoronazione della sacra immagine rendeva atto del culto in
onore della Madonna delle Grazie
che risaliva al Medioevo, quando
la predicazione benedettina prima
e francescana poi aveva dato grande impulso alla devozione mariana
nelle Marche. Per merito anche
l’attuale Santuario nel
corso del XVII secolo.
Il primo voto
V
dei numerosi predicatori itineranti
era stata messa in luce la singolare
umiltà della Vergine e successivamente la sua purezza dal peccato
originale, perché Madre di Cristo.
Da ciò deriva la sua forza taumaturgica, dispensatrice di grazie
all’umanità sofferente. Si usarono
per designarla i titoli di Madonna
del Soccorso, Madre della Misericordia, Vergine delle Grazie.
A Jesi nel 1300 si venerava già una
immagine della Madonna dipinta
sul muro esterno di un casolare
nella contrada detta di Terra Vecchia, nei pressi della chiesa di San
Nicolò. Quando scoppiò un’epidemia di peste nel 1454 i cittadini ricorsero a Lei con devote suppliche
e ottennero la liberazione da quel
terribile flagello. In pochi giorni,
riferiscono le cronache, la popolazione trasformò
la piccola edicola
in una cappella dove qualche
anno dopo venne
dipinta l’attuale
immagine della
Madonna
delle
Grazie. Nel 1458
fra’ Andrea da
Matelica fu incaricato di celebrarvi
messa; nel 1486 il
Consiglio generale
della Città accolse la richiesta dei
frati carmelitani
di stabilirsi a Jesi
ed affidò loro la
Cappella. Questa
venne ben presto
incorporata in una
chiesa più grande
dedicata alla Madonna del Carmine, sostituita dal-
oti pubblici vennero emessi per dare
espressione al rendimento di grazie della
collettività. Il primo
voto risale al 1456: la
Vergine fu proclamata
“Liberatrice e Patrona”
e vennero stabiliti festeggiamenti
solenni da tenersi il 2 aprile di ogni
anno. Il secondo voto del 1517 sancì la pace ottenuta dopo una guerra sanguinosa con i Castelli vicini,
durata tre anni: consisteva in un
solenne Te Deum ed in una messa
cantata nella cappella. Nel 1527 fu
dichiarato un terzo voto pubblico
per la liberazione da una nuova pestilenza. Nel 1557 Roberto Santoni
alla guida delle milizie cittadine
riuscì a respingere le truppe francesi attribuendo la sua vittoria alla
protezione della Madonna: volle
celebrare questo evento con una
tela accompagnata dalla dicitura:
“Libera fatta l’alma Patria jesina da
genti oltremontane in un col voto
rende pia grazia alla bontà divina”.
Il quarto voto ricorda la liberazione dalla peste del 1564, quando il
vescovo mosse in processione dal
duomo al santuario promettendo
di rinnovarla ogni anno nel giorno
del 2 aprile.
secoli era la cosiddetta “Processione del bandito”. La Confraternita
del S.S. Sacramento aveva il privilegio di concedere nel giorno del
venerdì santo l’amnistia ad un condannato alla galera; per celebrare il
ringraziamento di quel beneficio si
svolgeva una processione in onore
della Madonna delle Grazie: il condannato avanzava vestito di sacco
bianco e con in mano un grosso
ramo di ulivo, mentre seguiva un
corteo con lumi accesi al canto di
preghiere e litanie. Spesso tra la
folla c’erano comari chiassose che
ridevano e che salivano perfino
sui gradini dell’altare antistante la
cappella per godersi lo spettacolo.
Proprio a motivo di tali comportamenti questa processione fu vietata dal vescovo mons. De Pretis nel
1795.
In tutte le case
M
olte associazioni celebravano la loro festa patronale nel
santuario come l’Unione di San Silvestro, quella delle Tessare di Sant’Elena, quella del Mutuo Soccorso
dei Cordari e Canapini. La Pia Associazione dei Contadini istituì la
festa del ringraziamento che si celebra nel dicembre di ogni anno. La
venerata immagine ebbe un posto
in quasi tutte le case di Jesi e della
Vallesina. Nell’inventario dei beni
di Girolamo Amatori redatto dopo
la sua morte nel 1731 è scritto che
“nella stanza dove dormiva la buona memoria del nobile Girolamo,
Disagi e saccheggi vi è un quadro grande con cornigie
d’abeto negra col suo filetto indoi nuovo la città fu libera- rato con l’immagine della Vergine
ta dalla peste nel 1649 e poi Santissima delle Grazie”.
preservata da terremoti nel 1702, 1741,
1781, protetta durante
la campagna d’Italia di
Napoleone che altrove
non risparmiò disagi
e saccheggi. L’ultimo
voto pubblico risale
alla liberazione dal colera nel 1836. Di tutte
le manifestazioni legate
al culto della madonna delle Grazie resta la
storica processione del
2 aprile; un’altra caduta
Uno dei tanti ex voto onservati nel Santuario
in disuso da più di due
D
22 gennaio 2006
Speciale Santuario delle Grazie
9
di devozione e di fede
alle Grazie
L’immagine
della Madonna
della Misericordia
che oggi si venera
fu realizzata
attorno agli anni
Settanta del 1400
da Andrea di
Bartolo che vi si
ritrasse insieme
con il figlio
Marcantonio,
pure lui pittore,
al lato sinistro
dell’affresco.
L’Incoronazione
della Madonna
avvenne il
20 settembre 1745.
DA 550 ANNI JESI E LA VALLESINA
Venerano la Madonna delle Grazie
G
rande evento giubilare in Diocesi e nel
Santuario delle Grazie: 550 anni di devozione e fede intorno all’espressivo affresco
quattrocentesco. Questa luminosa ricorrenza mette in risalto una catena di valori umani
e spirituali. La taumaturgica immagine non è
un oggetto da museo collocato in questo luogo soltanto per ricordare eventi miracolosi :
Maria è attenta al presente, attenta a quello
che le accade intorno e medita, pensa, riflette per sintonizzarsi con la volontà di Dio che
le giunge attraverso i fatti e le persone. Le
celebrazioni non avranno il frastuono delle
sagre paesane, ma si svolgeranno soprattutto
nel raccoglimento, perché i fedele possano
rinvigorire la loro fede. I santuari sono stati
definiti da Giovanni Paolo II “la clinica dell’anima”: cogliamo l’occasione per portare la
nostra storia ai piedi di Maria, Madre della
Misericordia, e lei ci aprirà la strada per ri-
Chi veniva in città dai paesi
vicini si recava a pregare nel
santuario, come racconta
nelle sue memorie del 1738
l’anonimo medico “Pellegrino in viaggio per il Contado”: “appena giunto a Jesi
visitai la Madonna Santissima delle Grazie, sentendoci
messa”.
Anche oggi Maria attende
la nostra preghiera per elargire le sue grazie, ci offre la
speranza di essere accolti ed
ascoltati, in nome di Dio fatto bambino, che dalla mandorla aperta sul seno materno benedice gli uomini.
Come scrive Albert Camus,
un male oscuro devasta il
mondo e la moderna civiltà,
spinge l’intelligenza umana
ad esaltare se stessa senza
amore, estraniandola da
ogni decisione responsabile,
una “peste” ci porta a mer-
conciliarci con noi stessi e con Dio. Ricordiamo ciò che dice San Bernanrdo: “Ogni grazia
passa per le mani di Maria.”
Le celebrazioni inizieranno con una “peregrinatio Mariae” voluta dalla zona pastorale
di Jesi.
“…e Maria si mise in viaggio” ( Lc): l’icona
della Madonna sosterà per una settimana in
ogni parrocchia.
Viviamo questo momento con fede e con larga partecipazione familiare ricordando che
la Madonna è stata ragazza, sposa, madre,
donna nel sociale e che a tutti può dare una
risposta sul senso vero della vita.
Auguro a tutti un fecondo tempo per lo spirito e mi attendo una fattiva collaborazione.
O Maria, Jesi e la Vallesina ti affidano il loro
futuro di speranza.
Padre Fulvio Rettore
e la Comunità Carmelitana
cificare tutto, anche il tempo
e la cultura, ci riduce a cosa
che non sa spiegare il senso
della vita.
Maria Mater Misericordiae
può guarire questa società
in nome del Figlio, perché
Madre e Figlio sono l’uno
accanto all’altra, l’uno di
fronte all’altra per l’eternità: il Figlio così ha voluto
e non può rifiutaLe nulla,
eternamente.
CALENDARIO
20-27 gennaio:
Parrocchia S. Settimio, S. Pietro Apostolo
28 gennaio-3 febbraio: Parrocchia S. Pietro Martire (ore 17,45)
4-10 febbraio:
11-17 febbraio:
Parrocchia S. Francesco di Paola (ore 16,45)
Parrocchia Regina della Pace
18-24 febbraio:
Parrocchia S. Sebastiano
25 febbraio-3 marzo:
Parrocchia S. Antonio ab.
4-12 marzo:
1- 9 aprile:
Parrocchia S. Maria del Piano
Parrocchia S. Giuseppe
29 aprile- 6 maggio:
Parrocchia S. Massimiliano Kolbe
19-29 maggio:
Parrocchia del Divino Amore
20-31 maggio:
Parrocchia S. Francesco
La Parrocchia di S. Giovanni Battista vivrà il mese di maggio nel
Santuario di Santa Maria delle Grazie
10
22 Gennaio 2006
Jesi e Vallesina
VIAGGIO NELLE CRONACHE
Da una settimana all’altra ...
Per il Pergolesi un orologio elettronico
Poggio San Marcello: tornano i canti popolari
La Pasquella, il tradizionale rito della questua, viene per la prima
volta organizzata anche a Poggio San Marcello. Domenica scorsa il gruppo folcloristico “Il macinino scacciapensieri”, armato
di organetti, tamburelli a sonagli ed un’ottima voce femminile,
Il sindaco Carbini con un gruppo di premiati (foto Leonardo Latini
L’uomo dell’orologio del teatro Pergolesi in un’immagine vecchia
di venticinque anni: si è tornati a parlare di lui – dell’orologio,
non dell’uomo – in seguito alla notizia che, grazie all’intervento
dell’imprenditore Andrea Pieralisi, diventerà elettronico. La
storica apparecchiatura meccanica per la ricarica manuale sarà
sostituita da una centralina elettronica che lo renderà funzion- ha portato musica e canti popolari per le vie del piccolo castello
ante anche in assenza di energia elettrica.
jesino, rievocando le antiche tradizioni contadine.
Il gruppo, composto da otto musicanti ha portato la sveglia per
le vie del centro e della campagna. Nella mattinata il gruppo è
Il presepe vivente dei piccoli a Pantiere
stato invitato a cantare la Pasquella presso la famiglia di Alvaro
Venanzi in via Sant’Antonio, dove si stava facendo la pista, cioè
la macellazione del maiale.
Il gruppo si è esibito con successo anche presso altre famiglie. E
così anche Poggio ha festeggiato la Pasquella. Il “Macinino scacciapensieri”, composto da Emidio Bigi, Francesco Fraboni, Vittorino Perini, Claudio Anselmi, Paola Libanori e Claudio Regnicoli, ha di recente partecipato alla Pasquella di Montecarotto,
Monsano e Serra De’ Conti; domenica 22 gennaio porterà musica, canti ed allegria anche a Jesi, nella parrocchia di S. Giuseppe.
fotoservizio Fabrizio Filippetti
Il presidente provinciale Avis, Pieralberto Scannavini, ha ringraziato Verdolini per l’organizzazione, complessa, per la raccolta
dei lavori e per la loro esposizione in una mostra presso i locali del 6001. Non sono mancati gli elogi per gli insegnanti che
hanno aiutato a far comprendere ai loro studenti il valore della
solidarietà. L’avv. Massimiliano Paglioni ha condotto la premiazione: una festa che ha dato la possibilità a molte famiglie di
trascorre un bel pomeriggio.
Marco Palmolella
Restauro per il complesso rurale di via Agraria
Recupero, completamento, riutilizzo. E alla fine, alienazione.
Sarà il destino del complesso rurale di via Agraria. Un destino
che, secondo l’assessore all’Urbanistica Daniele Olivi, si compirà
addirittura entro il 2006. Così, da contenitore per servizi di is-
Studenti e famiglie in festa per il Concorso Avis
Nella chiesa parrocchiale di Pantiere, durante la Santa Messa
della notte di Natale, si è ripetuta, per la terza volta, la tradizionale rappresentazione del presepe vivente, di cui sono stati
protagonisti i bambini della scuola materna, della prima e della
seconda elementare; con i costumi creati dalla fantasia delle
organizzatrici, i bambini hanno dato vita ad una breve ma significativa rappresentazione; solo qualche lieve ritardo nella stessa dovuto all’improvviso … addormentamento di un paio di
protagonisti. Nella foto, realizzata da Santina Giuliani, il vicario
parrocchiale don Emilio Campodonico, con i bambini che hanno ripetuto la rappresentazione il giorno dell’Epifania, durante
la Santa Messa celebrata dal parroco.
Raccolta differenziata anche nelle scuole
Per sensibilizzare le giovani generazioni sull’importanza della
raccolta differenziata, venerdì 13 l’assessore Antonio Balestra
ha concordato che l’amministrazione comunale metterà a disposizione degli istituti comprensivi scolastici contenitori per la
raccolta della carta che la società Jesiservizi provvederà poi a
svuotare settimanalmente, riconoscendo alle scuole bollini convertibili in buoni spesa da utilizzare alla Coop.
A destra, foto ricordo
della Festa in Famiglia
organizzata
dalla parrocchia di
S.Antonio Abate
per gli anniversari
di matrimonio.
In basso alunni e docenti
della scuola secondaria
dell’istituto Comprensivo
di San Marcello in visita
ad Assisi e Spello
nel dicembre scorso
Domenica 15 gennaio nella sala comunale 6001 di Moje, l’Avis
ha concluso la sesta edizione del concorso “Auguri Avis”, riservato agli alunni delle scuole dell’obbligo della provincia di Ancona per far esprimere i ragazzi sui temi della solidarietà e sulla
donazione del sangue.
Sono stati consegnati al presidente dell’Avis di Moje, Moreno
Verdolini, duemilatrecento elaborati, tra biglietti, disegni e poesie, giunti dagli Istituti comprensivi di Cupramontana, Serra San
Quirico, Fabriano, Genga, Sassoferrato, Monsano, Santa Maria
Nuova, Monte San Vito, Cerreto d’Esi, Arcevia, Ostra Vetere,
Monte Marciano, Offagna, Sirolo, Jesi, e Moje.
Sono risultati vincitori cinquantacinque alunni e tre classi,
queste per i lavori collettivi; tutti premiati grazie alle sponsorizzazioni della ditta Rossano Paoloni, servizi ecologici di Filottrano e della Banca Toscana di Moje, che hanno offerto pacchi
dono con materiale didattico, un lettore MP3 e due lettori DVD.
La manifestazione ha avuto anche un momento di intrattenimento con il Mago Pierre: i suoi giochi e le sue magie hanno
coinvolto i bambini, portandoli anche sul palco.
Prima della premiazione, il presidente Verdolini ha ringraziato
i dirigenti degli Istituti Comprensivi, gli insegnanti, la Pro Loco
di Moje e l’amministrazione comunale. Il sindaco Giancarlo
Carbini ha sottolineato il valore dell’iniziativa che forma i ragazzi ai sentimenti della donazione, una speranza per una futura
iscrizione all’Avis e all’Aido.
truzione qual è ora, il complesso – risalente al XIX secolo e vincolato dal ministero per i Beni e le attività Culturali – ritornerà
ad essere un contenitore per abitazioni
Le possibili destinazioni d’uso consentite saranno anche stazioni agrituristiche, bed & breakfast, ostelli, servizi collettivi di
interesse generale e locale. Il tutto - assicura l’assessore jesino
- in linea con il nuovo piano regolatore, nell’ottica del riutilizzo
del territorio e nel rispetto della sostenibilità ambientale. Un
restauro generale, dunque, un recupero certosino che lascerà
integra l’area verde circostante l’immobile. Che, valutato circa
940 mila euro, porta con sé un importante valore storico
Lucia Romiti
35^ festa dei campioni di motociclismo
Domenica scorsa, 15 gennaio, al “Paradise” di Monsano si è tenuta la consueta festa del Motor Club Leone Rampante, presenti circa duecento persone tra autorità, addetti e fans, autorità,
convenuti per festeggiare i piloti che si sono evidenziati nei rispettivi campionati, in particolare i fratelli Alessia e Alessandro
Polita. Alessia per aver vinto il titolo europeo della classe 600
cc Superstock e Alessandro per essersi classificato primo nella
classe 1000 cc Superstock per il titolo italiano: entrambi in sella
alle Suzuki gestite dal team Celani che non è voluto mancare a
questa festa.
Ha presieduto alla premiazione l’assessore regionale Lidio Rocchi. Non poteva mancare Giancarlo Faloppa: malgrado il suo
infortunio, è sempre vicino al mondo del motociclismo.
Sempre per il Motor Club Leone Rampante, oltre ad Alessia
ed Alessandro, si sono evidenziati nelle rispettive categorie:
Michele Gresti (motocross), secondo posto regionale promozionale 125; Paolo Sabbatini, terzo posto Supermotard cat.
Prestige; Martina Fraboni, (minimoto), campionato italiano;
Gianluca Tiberi, secondo al Trofeo Cagiva 125.
Il tutto si è concluso con una torta personalizzata (come si può
vedere nella foto), annaffiata con spumante e accompagnata da
un corale “in bocca al lupo” per i prossimi campionati.
Fotoservizio Gino Candolfi.
Da sinistra Alessia Polita, Giancarlo Falappa, Enrico Brazzini
(presidente del Motor Club Leone Rampante) e Alessandro Polita
12
22 gennaio 2006
Speciale Ambiente
convegno Venerdì 13 gennaio a Sassoferrato
Dal risparmio energetico
alle energie rinnovabili
I
n una gremita sala conferenze del Relais degli
Scalzi di Sassoferrato ha
avuto luogo nella mattinata di venerdì 13 gennaio la
prima Conferenza Provinciale sull’Energia dal titolo
“Alternattiviamoci”, organizzata dall’Assessorato all’Ambiente e Urbanistica della
Provincia di Ancona con
il prezioso contributo dell’Agenzia per il Risparmio
Energetico e la collaborazione del comune di Sassoferrato.
Ad aprire i lavori l’assessore
all’Ambiente e Urbanistica Patrizia Casagrande che
dopo aver ringraziato tutti i
relatori, il pubblico presente
ed il sindaco del Comune di
Sassoferato per l’ospitalità e
la fattiva collaborazione, ha
spiegato gli obiettivi della
conferenza la cui ricchezza
scaturisce dal confronto fra
molteplici istanze.
Il sindaco di Sassoferrato
Luigi Rinaldi ha portato i
suoi saluti riconoscendo
cooperativo. Ruolo questo
testimoniato qui oggi dalla
presenza di tanti sindaci e
politici che saluto.
I nostri obiettivi come istituzioni locali sono la tutela
della natura e del territorio,
e l’assessore Casagrande ha
organizzato con me in questi anni una presenza continua, una missione delle politiche e del territorio. Noi
abbiamo sì questo obiettivo
di produrre ricchezza, ma
abbiamo anche fermi principi di uguaglianza a cui
facciamo riferimento. Vogliamo che ci sia una saggia
distribuzione della ricchezza
e delle risorse del territorio.
Per questo abbiamo assunto
posizioni forti anche contro
la privatizzazione di alcuni
beni, tra cui l’acqua.
In tema energetico nel corso
degli anni abbiamo assunto
decisioni importanti insieme alla regione Marche che
si è dotata di un Piano Energetico Regionale. Adesso
dobbiamo andare avanti in
regione più del 50% di energia. Dato questo notevole
deficit nel Piano Energetico
indicato abbiamo individuato un percorso dilazionato
nel tempo per raggiungere
l’auspicata autonomia nel
2015, escludendo il ricorso
a centrali di grande e media
taglia ma puntando, oltre
che sulle fonti rinnovabili,
su centrali di piccole dimensioni sparse sul territorio da
cui sia possibile anche recuperare il calore da distribuire sul territorio: la cosiddetta cogenerazione.
I dati che abbiamo non
consentono una valutazione completamente positiva
proprio per la difficoltà della realizzazione di piccole
centrali sul territorio, che
risultano economicamente
vantaggiose solo nel caso in
cui si possa utilizzare l’energia termica disponibile.
La difficoltà di produrre
con fonti alternative crea
problemi anche alle attività
produttive che hanno bisogno di pagare l’energia a
costi più bassi. Valuteremo
a breve gli effetti di questo
piano sia dal punto di vista
ambientale che produttivo
e verificheremo le eventuali
difficoltà che si prospetteranno prevedendo i necessari aggiustamenti”.
M
la straordinaria rilevanza
dell’iniziativa “L’argomento
che oggi trattiamo riveste
un’importanza molto forte,
dopo l’accordo di Kyoto del
1997 l’energia ha rappresentato un tema il cui interesse
è andato in continua ascesa,
e la grande partecipazione
di questa mattina è un segno tangibile del successo
dell’incontro”.
I
l presidente della Provincia di Ancona Enzo
Giancarli ha salutato nel suo
intervento la comunità marchigiana, autorevolmente
rappresentata dall’assessore
Gianni Giaccaglia, ma anche la comunità nazionale
e internazionale oltre alla
comunità scientifica presente sottolineando il grande spessore programmatico
dell’iniziativa.
“Discutiamo uno dei temi
sicuramente più sentiti rispetto alla sostenibilità e
alla competitività, in cui è
presente un valore ambientale ed economico in quanto l’energia anche rispetto
ad una strategia industriale
assume un valore fondamentale. Siamo attori del
territorio abbiamo il compito di costruire condividere e valorizzare le decisioni
collettive incentivando una
democrazia partecipativa,
il ruolo delle autonomie,
un federalismo solidale e
questo percorso dando spazio alla ricerca, alla scienza
ed alla democrazia.”
N
ella sua relazione l’assessore regionale alle
Politiche Energetiche Gianni
Giaccaglia, ha fatto il punto
ad undici mesi dall’approvazione del Piano Energetico
Regionale che prevede anche l’impiego di fonti rinnovabili e piccole centrali
per la cogenerazione diffusa. Il piano ha come obiettivo quello di raggiungere
un equilibrio energetico nel
2015 attraverso un percorso
dilazionato nel tempo.
“Ringrazio il comune di Sassoferrato per l’ospitalità e la
Casagrande che mi ha invitato a questo importante
incontro. Questa occasione
mi è utile per fare il quadro
della situazione dall’approvazione del Piano Energetico Ambientale Regionale
della Regione Marche. Un
piano che ha tra gli obiettivi quello di raggiungere una
situazione di equilibrio tra
la domanda e l’offerta energetica a livello regionale. Le
Marche hanno un deficit
storico e questo equilibrio
non è stato mai raggiunto
per l’assenza di centrali adeguate. Con l’entrata in funzione delle centrali di Jesi
e Falconara questo deficit è
stato ridotto, ma dobbiamo
ancora importare da fuori
olto sentita e salutata
da un lungo applauso
dal folto pubblico presente
in sala la relazione del segretario del (CURE) Comitato per l’Uso Razionale dell’Energia Maurizio Pallante
che ha spiegato la necessità
di ridurre prima i consumi,
le emissioni di Co2, aumentando l’efficienza delle
centrali e affrontare il passaggio alle fonti rinnovabili.
“Una centrale termoelettrica
– ha detto Pallante – ha un
rendimento del 38% rispetto alle “cento” unità di combustibile immesse. Risultato: il 62% viene sprecato.
Le soluzioni a questo problema ci sono, tra queste la
microcogenerazione diffusa
con cui si può arrivare ad
un rendimento del 97%.
Il nostro sistema energetico
nelle attuali condizioni butta più energia di quella che
rende utile, è come un secchio bucato. Di fronte a un
secchio bucato una persona
di buon senso non cambia
la fonte di energia, ma, in
prima istanza, chiude i buchi del secchio. Noi questo
non lo abbiamo mai fatto.
Per questo falliscono le nostre politiche energetiche.
Pretendiamo di fronte a un
secchio bucato di sostituire
una fonte che rende molto come le fonti fossili con
fonti che costano di più rendono meno? Le fonti rinnovabili non si svilupperanno
mai finché non chiuderemo
i buchi del secchio. Non è
questione di un po’ e un po’
è questione di un prima e
un dopo.
Risparmiando emissioni di
anidride carbonica risparmiamo anche i soldi che
possiamo così investire nelle fonti rinnovabili. A poco
servono le incentivazioni di
tipo economico. Il compito
principale di un piano energetico regionale consiste nel
vedere come si fa a diminuire la domanda di energia
elettrica e termica senza
diminuire il benessere delle
persone, aumentando l’efficienza dei processi di produzione dell’energia. L’elemento di fondo è la capacità
di trasformare gli sprechi
in energia utile e gli sprechi di soldi in investimenti
nell’energia utile. Questo è
fattibile attraverso le Energy Service Company, che si
accollano l’investimento per
la messa a punto degli impianti. Sistemare le cose in
questo senso significa creare un’occupazione distribuita sul territorio mettendo
in moto un circolo virtuoso
dell’economia.”
I
Begoña Urien Angulo ha
presentato le prospettive
di sviluppo delle Energie
Rinnovabili nel periodo
2005/2010 nella regione
spagnola della Navarra.
La regione spagnola della
Navarra è riuscita a rendersi autosufficiente con l’utilizzo di energie rinnovabili
attraverso principalmente
l’uso di turbine eoliche. Da
questo si è avuta la creazione di nuovi posti di lavoro
sia per la costruzione, sia
per l’installazione e la manutenzione degli impianti.
In Navarra si è voluto favorire un’alta accettabilità di
centrali eoliche ed altri impianti per la produzione di
energia da parte della popolazione residente, puntando
su un’accurata progettazione dei siti che minimizza
l’impatto ambientale e favorisce lo sviluppo economico e sociale delle comunità
locali. Nell’ambito di questa
politica la compagnia spagnola ha anche avviato un
programma di educazione
energetico-ambientale che
ha coinvolto, negli ultimi
anni, sessantamila giovani
studenti della regione.
La relazione, infine, a cura
di Giuseppe Minardi della
Ags PetroliMarche è ritornata sul tema della co-generazione portando significative esperienze in Italia.
l fisico originario di Senigallia fondatore di ProRinnovabili.org
Lorenzo
Spadoni (Impegnato nell’energia solare fotovoltaica
a Barcelona per una azienda leader nella produzione
di celle fotovoltaiche) ha
compiuto un’analisi delle opportunità legate alle
Energie Rinnovabili in un
contesto locale, ponendo
l’attenzione sui problemi
a mattinata di lavori
legati all’attuale modello di
coordinati dal Dirigente
sviluppo energetico, indi- del IX settore Tutela delcando le vie per poter agire l’Ambiente della Provincia
e promuovere nel contesto di Ancona Massimo Sbricittadino l’uso delle fonti scia, è stata conclusa dall’asd’energia rinnovabili. Ha sessore Patrizia Casagrande
presentato inoltre uno stu- “Abbiamo chiamato questo
dio sulle potenzialità del- incontro – ha spiegato la
l’eolico installato nel mare Casagrande – prima conmarchigiano oltre ai dati ferenza provinciale, perché
sul successo della legge sul abbiamo bisogno di metteconto energia per l’energia re a calendario più appunsolare fotovoltaica in Italia, tamenti visto che la queesponendo esempi di buo- stione energetica non può
ne pratiche nello sviluppo essere chiusa in una mattidelle rinnovabili.
nata. L’impegno è quello di
rincontrarci tra sei mesi per
a Responsabile del- parlare dello stato di attuala Fondazione per la zione del Piano Energetico
Formazione sulle Energie e per verificare in maniera
Rinnovabili della Navar- precisa e dettagliata cosa
ra (regione all’avanguardia abbiamo fatto nel frattema livello europeo in tema po attraverso questo tipo
energetico,
considerata di percorso di cui abbiamo
un modello di eccellenza) sentito anche dalla signora
L
L
Begona.
Ognuno di noi esce da
questa mattinata un po’
più ricco e ne sa un po’ di
più, ma magari ha voglia di
sentire alcune cose che qui
non erano comprese. Non
è possibile ovviamente affrontare in una mattinata
una mono-tematicità di interventi, per questo abbiamo voluto raccogliere punti
di vista che fossero più plurali possibile.
La nostra fonte alternativa
principale è la razionalità ecologica, quindi condivisione, partecipazione,
costruzione insieme, decisione democratica. Questo
convegno l’abbiamo voluto
perché vogliamo svolgere
questa azione di coinvolgimento e condivisione, e
sappiamo anche di non
arrivarci a mani vuote perché, come ha sottolineato
l’assessore Giaccaglia abbiamo un piano energetico
regionale che avvia questo
percorso come guida importante per le amministrazioni di questa regione.
Ma il piano è come una
scacchiera che ha bisogno
che i “pezzi” che sono sopra corrano. Abbiamo tutte le potenzialità, dunque,
attraverso questi “pezzi” di
cogliere gli obiettivi prefissati. Un ringraziamento
particolare va all’Agenzia
per il Risparmio Energetico
diretta dall’ing. Alessandro
Rabini”.
U
n plauso per l’iniziativa, accolta da un gradissimo interesse, è arrivato all’assessore Casagrande,
oltre che dal mondo istituzionale presente, anche dal
presidente di Legambiente
Marche, Luigino Quarchioni e dal direttore dell’Arpam
Paoloni che, intervenendo
all’incontro, ha sottolineato
come la giornata sia stata
importante come un’occasione per imparare molte
cose nuove e confrontarsi
insieme.
Nella foto da sinistra:
Massimo Sbriscia, Gianni
Giaccaglia, Enzo Giancarli, Luigi Rinaldi e
Patrizia Casagrande
(Foto Effimera)
13
Varie
22 gennaio 2006
MAIOLATI SPONTINI Proposta in una tesi di laurea
Gramsci Antonio (Via, da Via N. Sauro a Piazza
XXV Aprile) E’ il primo tratto di quella che una volta
era Via dei Colli (v.). Pensatore e rivoluzionario (Ales,
Cagliari, 1891 – Roma, 1937). Dopo aver studiato nel
liceo di Cagliari, nel 1911 partì per Torino, dove si
iscrisse alla facoltà di lettere e filosofia. Nonostante gli
studi intensi e le cattive condizioni di salute (Gramsci
soffrì dall’infanzia di una deformazione della colonna
vertebrale), partecipò alla vita sociale e politica di
Torino, entrò in contatto con ambienti operai, si iscrisse
al partito socialista e collaborò al locale settimanale
del partito e all’Avanti! Eletto nel 1917 segretario della
sezione socialista di Torino, attraverso eventi quali lo
sciopero generale dell’aprile 1920 e la fallita occupazione
delle fabbriche del settembre dello stesso anno lottò
contro le posizioni dell’ala “riformista” del partito
socialista e preparò le tesi della “frazione comunista”
che nel 1921, al XVII congresso del PSI, a Livorno, si
staccò dal partito e si costituì in Partito Comunista
d’Italia. Nel marzo 1922 venne inviato a Mosca presso
l’Internazionale comunista, dove conobbe Lenin e i
principali capi rivoluzionari. Nel maggio 1924, eletto
deputato, ritornò in Italia e si stabilì a Roma, da dove
collaborò all’”Unità”. Fra il giugno del 1924 e il gennaio
del 1925, cercò di organizzare la protesta popolare
e parlamentare per il delitto Matteotti. Condannato
dapprima a 5 anni di confino a Ustica, venne in
seguito deferito al tribunale speciale che il 4/6/1928
lo condannò a 20 anni e 4 mesi di reclusione. I 9 anni
di prigionia furono per Gramsci una prova durissima,
soprattutto per le pessime condizioni di salute;
rifiutò di inoltrare domanda di grazia, ma le pressioni
dell’opinione internazionale antifascista indussero il
governo fascista a concedere il trasferimento di Gramsci
in ospedale; amnistie e condoni ridussero a poco più di
10 anni la pena da scontare, ma morì tre giorni dopo
tale termine, il 27/6/1937. Fra i suoi scritti, da ricordare
gli articoli dell’”Ordine Nuovo”, le “Lettere dal carcere”,
i “Quaderni”
Grandi Achille (Via, da Via Leone XIII a Viale
dell’Industrie) Sindacalista cattolico (Como,1883
– Desio,1946). Nel 1918 fondò,
in contrapposizione a quella
socialista, la confederazione “bianca”
delle unioni sindacali cattoliche
(Confederazione italiana del lavoro,
CIL), di cui fu segretario (1923-26).
Deputato del Partito popolare (191926), si segnalò come antifascista. Fu
segretario generale (1945-46) della
CGIL per la corrente democristiana,
di cui rafforzò le basi creando le
ACLI (Associazioni cristiane lavoratori italiani). Un
volume comprendente Scritti e discorsi 1944-46 fu
pubblicato postumo nel 1976.
Paolo Marcozzi
Come ottimizzare la ricerca clinica
Francesco
Perticaroli,
giovane
studente majolatese, si è laureato
lo scorso 15 dicembre presso
l’Università Politecnica di Ancona
in Ingegneria meccanica con
una brillante tesi - “Differenza di
potenziale nasale nella diagnosi
della fibrosi cistica: progetto e
realizzazione di un sistema di
misura clinica automatico” - che ha
avuto come relatore il prof. Enrico
Primo Tomasini e correlatori i
proff Lorenzo Scalise e Roberto
Munaretto.
Lo studio oggetto della tesi di
Perticaroli, è inserito in un progetto
che coinvolge l’Ospedale Salesi di
Ancona, l’Università Politecnica
delle Marche, l’assessorato alla
Sanità della Regione Marche e
si occupa di un sistema per la
diagnosi della fibrosi cistica, una
grave malattia genetica che attacca
pancreas e polmoni con esiti letali:
chiamata anche “malattia della
razza bianca”, colpisce un soggetto
ogni duemilacinquecento persone.
La tesi tratta un originale sistema
che migliora il sistema di base;
infatti, una macchina per la
diagnosi della malattia è presente
nell’ospedale Regina Elena di
Torino, ma con l’evoluzione
proposta
si
potrà
effettuare
un sistema di misura in modo
automatico.La macchina presente a
Torino utilizza una serie di pompe che
infondono, nel naso, alcune sostanze
necessarie all’esame; ora la stessa
operazione potrà avvenire attraverso
un programma e un controllo
computerizzato.
Obiettivo della tesi è lo sviluppo di un
sistema di misura clinico, automatico,
basato sulla differenza di potenziale
nasale nella diagnosi della fibrosi
ci­stica,
realizzato
at­traverso un soft­
ware che attua le
comunicazioni
tra i vari elementi
del
macchinario,
favorendo e sem­
plificando l’azione del
medico.
La miglioria pro­
posta da Perti­caroli
permette anche l’ac­
quisizione dei dati e
la registrazione delle
caratteristiche
del
paziente. Fra pochi
giorni il macchinario
lascerà le aule della
Facoltà di Ingegneria
per essere collocato
de­finitivamente
al­
l’Ospedale Salesi.
Il risultato pratico
dello
studio
è
stato la riduzione
della presenza del
personale altamente specializzato,
permettendo così l’abbassamento dei
costi di gestione; l’eliminazione di
errori derivanti dall’interazione uomomacchina; la flessibilità di misura
in modo da consentire al circuito
di potersi adattare a nuovi sviluppi;
la semplificazione dell’utilizzo della
strumentazione.
Marco Palmolella
PUBBLICAZIONI Dell’on. Gianni Cerioni
Scritti e discorsi
E’ uscito in questi giorni, a
cura dell’associazione “Res
Humanae”, una raccolta
degli scritti e dei discorsi
dell’on. Gianni Cerioni.
Vuol essere il recupero di
personali testimonianze
attraverso
le mille
occasioni della sua vita
politica vissuta sia a livello
locale, che provinciale
e nazionale, con l’aiuto
anche di un’ampia scelta
di foto che ritraggono
l’autore nei suoi incontri
con personalità politiche.
Per un migliore orien­
tamento
del
lettore
– lo dico perché Gianni
tenga presente questi
suggerimenti
per
le
prossime annunciate pub­
blicazioni – sarebbe stato
utile un indice con cenno
dei contenuti nonché le
date e le occasioni dei
singoli discorsi e scritti.
In tal modo i temi trattati
avrebbero facilitato la
comprensione del quadro
politico del momento
in quanto proprio nella
vita politica le prese di
posizione assumono va­
lenze diverse se collegate
in questo o in quel l’insistenza
dell’Autore
periodo.
sulla crisi della politica e
L’Autore nella prefazione sul “torniamo alla politica”,
sottolinea l’opportunità vedi il suo richiamo
della
raccolta
quale all’eticità della stessa, vedi
te­stimonianza
del il rimarcare l’urgenza
suo impegno politico delle riforme istituzionali,
soprattutto nei momenti vedi il dibattito sulla
più difficili e amari. La legge
elettorale,
sul
presentazione è affidata maggioritario, sul pro­
all’on. Arnaldo Forlani porzionale, ecc.
che scrive: “La politica E anche con l’auspicio di
comporta di per se, per la “Un sogno di una notte
sua stessa natura, adesioni di fine estate”, sogno con
e contrasti, condivisioni cui Cerioni conclude la
e incomprensioni, rico­ pubblicazione,
sembra
noscimenti franchi e però che niente sia cambiato.
talvolta subdoli intralci…”. Egli infatti auspica
la
E’ accaduto a Cerioni, realizzazione di un Partito
dice Forlani, ma si può Popolare
Marchigiano
facilmente aggiungere che con
un
uomo
che
questo è sempre accaduto potrebbe
interpretare
e che sempre accadrà a in modo positivo l’at­
chiunque si impegni nel tuale momento: il sotto­
volontariato della politica, segretario prof. Mario
anche se con le più Baldassarri, di Alleanza
limpide intenzioni.
Nazionale.
A scorrere le pagine di
V.Massaccesi
Cerioni si è colpiti dalla
scioccante
impressione Nella foto accanto al
che
dopo
cinquanta, titolo: l’on. Gianni Ce­
quaranta trenta anni rioni con il presidente
niente
sia
cambiato del Consiglio on. Aldo
delle problematiche che Moro; al centro il geom.
tengono un politico. Vedi Cleto Merli.
MAIOLATI SPONTINI Celebrazioni
L’anniversario di Spontini
Martedì 24 gennaio ricorre l’anniversario
della morte di Gaspare Spontini. Le
celebrazioni si terranno nella chiesa
di San Giovanni, dove alle 11,30 sarà
celebrata la funzione religiosa. Al
termine del rito funebre, nei locali della
Confraternita di Maria SS. Addolorata, la
“Filarmonica Gaspare Spontini” eseguirà
“la marche Périsse la vestale impie”, tratta
dal terzo atto de “La Vestale”. Nella stessa
mattinata si potrà visitare il museo, con
accesso gratuito.
Come ha spiegato il presidente della
Reggenza delle “Opere Pie Spontini”
Pierluigi Ruggeri, la morte del musicista
a Majolati fu una precisa volontà di
Spontini, che, oramai sordo, malato e
cosciente di essere giunto al termine
di un percorso umano ed artistico
straordinario, decise di ritornare al paese
natale e alle sue opere caritatevoli. Infatti,
Spontini, oltre a mantenere sempre vivo
il rapporto con il suo paese, non appena
sedati gli eventi rivoluzionari di Parigi
e della Repubblica Romana, decise di
intraprendere il difficile viaggio di rientro
e di amministrare le sue istituzioni
benefiche.
Questo amore di Spontini per la sua
terra e la sua gente è ancora ricambiato
dai majolatesi che sempre numerosi
partecipano alle manifestazioni or­
ganizzate in suo onore.
M.P.
14
22 Gennaio 2006
Varie
indirizzare a: Voce della Vallesina
Piazza Federico II , 8
60035 Jesi
tel e fax 0731.208145
e-mail [email protected]
Il cuore della Vallesina
Dal prof. Dr. Giovanni Josi,
presidente dell’associazione
Onlus “Il Cuore della
Vallesina”, con sede a Jesi in
via San Giuseppe:
Dobbiamo doverosamente
ringraziare tutti i cit­ta­
dini jesini par­te­cipanti
all’acquisto
di
circa
mille sacchetti di noci
nell’ambito dell’”O­pera­zio­
ne salvacuore”. Il ricavato
di circa 3.000 euro per il
50 per cento sarà utilizzato,
da parte dell’associazione,
per l’adde­stramento di
perso­nale non sanitario
nei casi di arresto cardiaco
e prevenzione della morte
improvvisa e, in parte,
sarà devoluto alla ricerca
nazionale del conacuore
tuttora in corso.
Ancora un grazie a tutta
Jesi, ormai conosciuta
come città del cuore, e
all’amministrazione co­mu­
nale, che ci ha fornito il
supporto logistico.
La vendita delle noci
continua in tutta Italia,
come Jesi, ancora per
qualche mese a sostegno
del soccorso nel settore
cardiovascolare.
i Lettori scrivono...
a “La Margherita” di
Jesi
esprime
sorpre­
sa e sconcerto e per le
dichiarazioni
dell’as­ses­
sore Animali in merito
all’archivio dell’ex Pretura:
se, infatti, la richiesta di
mantenere a Jesi il suddetto
archivio gli è apparsa come
campanilistica
avrebbe
do­vuto manifestare imme­
diatamente questa sua
impressione.
Si invita comunque l’as­
sessore Animali a ri­
considerare questo suo
giudizio e il sindaco e
l’intera giunta ad ado­
perarsi fattivamente perché
l’archivio storico dell’ex
Pretura rimanga a Jesi, dove
è stato costituito e dove
sta da più di quattro secoli.
glietto di auguri inviatoci
da Roma in occasione
delle feste di fine d’anno
dall’amico Antonio Paoletti.
Purtroppo, nel “montare”
la pagina è saltata la foto
che riproduceva il biglietto.
Lo pubblichiamo oggi, scu­
sandoci con Tonino e con i
lettori.
stampati da Poste Italiane
e addebitati sul conto del
traente al momento della
vidimazione e pertanto
non possono essere né
privi di copertura né
irregolari formalmente.
Canto per Te Maria
Festeggiano
Sant’Antonio Abate
Domenica 22 gennaio
presso le seguenti parocchie
si festeggia Sant’Antonio
Abate:
Sant’Antonio Abate
(Minonna) - ore 8 Santa
Messa, - ore 10,30 Messa
solenne presieduta da
Mons.Vescovo - ore 11,15
benedizione degli animali
Da Roma una borsa
nel piazzale antistante la
e una sporta di auguri
chiesa - ore 13 incontro di
amicizia presso il ristorante
Jolanda in località Poz­ ”Canto per Te Maria”: è
zetto di Moie - ore 18 un libretto di circa cento
nel salone parrocchiale: canti Mariani popolari
premi per i benefattori conosciuti
dai
fedeli
della festa. - Durante la e ricco di immagini a
giornata,
distribuzione colori. Il suo costo è di
del pane benedetto. Sono cinque euro. La raccolta
a disposizione stampe è un sussidio molto utile
ed immagini del santo per tutti, in particolare
patrono.
per i gruppi Mariani e
San Giuseppe per le parrocchie. Chi
– benedizioni solenni: pane desiderasse averlo si rivolga
Salviamo l’archivio!
di Sant’Antonio ore 8,45, alla direzione del Collegio
di animali, prodotti della Pergolesi all’attenzione di
Riceviamo:
Nel numero scorso, in terra e dell’artigianato Fr. Lodovico.
questa rubrica, abbiamo ore 10,30, di trattori, Grazie a tutti di cuore.
Il direttivo del Circolo segnalato, fra i tanti, il mezzi meccanici e di
Fr. Lodovico, direttore
Proposta Sociale aderente simpatico originale bi­ locomozione ore 15 - ore
13 pranzo per tutti. - La
festa sarà allietata da 9.10.1963 29.11.2005
In mostra la Jesi com’era
gruppi di canto. - Resterà
Daniele Soverchia
esposta una mostra di
attrezzi di lavoro della vita
contadina.
Santa Maria del Piano
– ore 8
S.Messa con
benedizione del pane e
distribuzione del pane be­
nedetto
Equiparati gli assegni
postali e bancari
Articoli - Arredi - Statue - Icone - Quadri - Paramenti sacri
Santina Buoncompagni
Tuniche ed oggetti per Comunioni - Cresime - Nozze - RIcordiamo,
inoltre il nostro servizio “cortesia” riservato al clero, che consiste nel
recapito a domicilio delle merci ordinateci e che verrà effettuato nel
primo e terzo lunedì di ogni mese, completamente gratuito.
ANCONA Via Matteotti 9
tel e fax 071.201297 e-mail [email protected]
SENIGALLIA Via A. Costa 27
tel e fax 071.60597 e-mail [email protected]
Il Palazzo dei Convegni ha ospitato, dal 12 al 15 gennaio,
una bella panoramica di foto della vecchia Jesi raccolte
da Rivio Romagnoli ed esposte in collaborazione e
con il patrocinio della Circoscrizione: interessanti, in
particolare, le foto dei mestieri (fabbri, maniscalchi, cestai,
ramai, calzolai, falegnami, cordai, ecc) e delle architetture
di alcune parti della città che ora non ci sono più.
(foto Anna V.Vincenzoni)
referendum per la costituzione
Venerdì 13, nell’aula consiliare del Comune, gli intervenuti
ad una riunione organizzata dal sindaco Fabiano
Belcecchi hanno nominato il senatore Aroldo Cascia
quale referente del neonato comitato locale “a difesa della
Costituzione e a sostegno del referendum sulla riforma
della parte II della Costituzione stessa”. Erano presenti
rappresentanti dell’associazionismo, dei partiti politici
del centrosinistra e delle organizzazioni sindacali che,
allo scopo, hanno promosso anche la raccolta di firme
tra i cittadini.
(foto Anna V.Vincenzoni)
Da Poste Italiane, in
merito a segnalazioni per­
venute relative a dif­ficoltà
nell’accettazione di assegni
BancoPosta:
Gli assegni postali sono
completamente e a tutti
gli
effetti
equiparati
agli assegni bancari e
possono quindi essere
utilizzati ed accettati
tranquillamente in tutte
le occasioni di pagamento.
Gli assegni postali sono,
pertanto, protestabili al
pari degli assegni ban­
cari, consentendo a chi
ha ricevuto un assegno
postale privo di copertura
o irregolare formalmente
di rivalersi contro i diretti
obbligati
esercitando
l’azione di regresso.
Oltre agli assegni postali
ordinari, Poste Italiane
consente
ai
propri
correntisti di richiedere
l’emissione degli assegni
postali
Vidimati,
per
regolare, in modo pratico
e
sicuro,
operazioni
di pagamento o di
trasferimento di denaro
verso terzi. Gli Assegni
Postali Vidimati sono
titoli ‘a copertura garantita’
e assolvono la stessa
funzionalità degli assegni
circolari; essi vengono
“Non piangete per me, io
sono felice, per me tutto
è Luce, tutto è Lode, tutto
canta e grida di gioia:
rallegratevi con me, ho
compiuto il mio cammino.
Vi amerò sempre e mi
prenderò cura di voi!”
Anniversario
3.1.1999.
3.1.2006
Anselmo Nobili
Sei sempre nei nostri cuori.
Con affetto, la moglie, i
figli, i nipoti, i genitori e
la nuora.
15
Sport
CSI Calcio a cinque
La Gaudio di San Francesco
22 Gennaio 2006
CALCIO In Eccellenza
Avanti a due velocità
Fortemente la Jesina con la Truentina
di Castel di Lama (3-0). Un passetto
solamente per il Real Vallesina con il
Camerino (0-0).
Passate le feste, di nuovo in campo anche gli “Allievi” del
Csi, La classifica, dopo la quinta giornata: Amici Oratorio
di Montignano 12 punti, Don Bosco Cristo Redentor 10,
Oratorio San Giuseppe 8, Virtus Moie 7, Champion Bianchi
e Clementina 6, Champion Blu 5, Gaudio 2 e San Pio X un
punto. Nella foto, la Gaudio di S.Francesco d’Assisi: da sinistra,
in piedi: Simone Lucchi (dirigente), Juri Taini (allenatore),
Andrea Petrignani, Riccardo Baldi, Vanni Albanesi, Marco
Belli e Marco Gibboni.; in prima fila: Matteo Casci, Matteo
Paolucci, Dennis Piersantelli, Gianni Tesei e Samuele Cirilli.
Assenti: Marco Piersantelli, Emanuele Riganelli, Gianluca
Riganelli e Marco Francioni. (s.g.)
Jesina
I due pericoli per questa partita
casalinga: svenderla, per la posizione
di fanalino dei truentini; subire,
ancora, il nervosismo dell’incontro
infrasettimanale con la capolista
Centobuchi. I leoncelli però partono
bene e il baby Venanzi va a segno al 12’.
Sembrerebbe fatta, invece la pattuglia
di giovani ascolani riesce a bloccare
le occasioni dei nostri, che sciupano
assai. E si va avanti per più di un’ora
tra la certezza di vincere e l’attesa dei
gol, che finalmente arrivano a sancire
la superiorità indiscussa: 2-0 all’83’
con Chicco, ben lanciato da Bingunia,
e 3-0 per il rientrante Della Rocca a
tempo scaduto. La vetta sta ad un
vetrina, ma il portiere ospite dice
no. Ed è risultato in bianco. Oggi, a
Centobuchi con la capolista ci vuole
un partitone.
Vir
solo punto e oggi si va a Fermignano.
Real Vallesina
A Moie il Camerino fa capire di
cercar punti; anche perché è abituato
ai pareggi e questo sarà l’undicesimo.
I nostri ci provano, specialmente con
Gasparetti fantasista, ma invano.
Si riparte ancor più decisi nella
ripresa con Massei e Gabrielloni in
Prima categoria
San Marcello a Falconara perde la
vetta (2-0). Pareggia la Serrana a
Castelplanio (2-2). A Jesi, la Spes
cede di misura con il forte Borghetto
(0-1). Anche il Cupra perde in casa
(0-2) con Marotta. A Monserra, la
capolista Sirolo Numana si impone
(2-4). Il derby vallesino tra pericolanti
va alla Labor sul Borgo Jesi (2-1).
Seconda categoria
A San Paolo, il Monsano pareggia
(1-1). A Jesi, l’Aesina e lo Staffolo
dividono tutto (2-2). L’Aurora,
opposta al parigrado Apiro, ce la fa
(3-2) faticosamente.
BASKET Sicc Bpa sempre vigile sul mercato
VOLLEY “Prilline” a Santeramo poi il derby
Non sono ba­
stati alla Sicc
Bpa due tempi
supplementari
per espugnare il
difficile campo di
Pavia. Domenica
scorsa, infatti, i
lombardi l’hanno
spuntata 119 a 113
al termine di una
gara
palpitante.
Ai gialloverdi non
sono bastati ben
cinque giocatori
in doppia cifra, tra
cui Sato (22 punti)
e Dorsey (25). Nel
frattempo la società è sempre attenta al
mercato per trovare il sostituto di Weathers.
La classifica dopo il diciassettesimo turno:
Scafati 26 punti, Caserta 24, Ferrara e Imola
22, Rimini 20, Rieti, Sicc Bpa Jesi, Fabriano,
Montegranaro e Sassari 18, Pavia 16, Novara
Il girone d’andata della Monte Schiavo Banca in cam­po per uno
Marche si chiude con il botto. Grazie alla speciale turno
vittoria sul Tortolì ed alla contemporanea infrasettimanale:
sconfitta della capolista Novara (1-3 con arriverà
al
Pesaro), le “prilline” si sono insediate al PalaTriccoli
il
primo posto della classifica assieme ad altre Pesaro (ore 21)
tre squadre.
per un derby
Domenica scorsa le jesine avevano d’alta classifica.
superato la tenace resistenza delle sarde, La formazione
piegate 3-1 (parziali: 22-25, 25-23, 25-12, allenata da Ab­
25-19). Le rossoblù erano scese in campo bondanza è una
senza Petkova (nella foto) e Ritschelova, piccola co­lonia
entrambe infortunate.
azzurra. Ce ne
La classifica al termine del girone di andata: sono ben tre:
Monte Schiavo Banca Marche Jesi, capitan Rinieri,
Pesaro, Bergamo e Novara 26 punti, Perugia Del Core e
23, Chieri 20, Vicenza 15, Padova 12, Forlì Guiggi. A loro si aggiungono l’ex jesina
11, Santeramo 8, Arzano 3, Tortolì 2 punti.
Costagrande, la brasiliana Sheila, la francese
Oggi, domenica 22 gennaio, Togut e Maculewicz e la regista americana Berg.
compagne inaugurano il girone di ritorno All’andata finì 3-0 per la Monte Schiavo. La
con la trasferta di Santeramo (ore 17.30) gara sarà trasmessa in diretta su Rai Sport
delle ex Turlea e Marulli. All’andata si Satellite.
imposero le jesine 3-0.
Giuseppe Papadia
Mercoledì 25 le “prilline” to­neranno su­bito
(foto Candolfi)
Al PalaTriccoli arriva il Rimini Monte Schiavo capolista
e
Montecatini
14, Ca­stelletto Ti­
cino 12, Casale
Monferrato
8,
Trapani 4 punti.
Oggi, domenica
22 gennaio, gli
jesini
ricevono
al
PalaTriccoli
la visita del Ri­
mini, che al­l’an­
data inflisse ai
gialloverdi il pri­
mo dispiacere del
campionato (7064). La formazione
allenata dal tec­
nico Rossi ha
nell’ex Jesi Whiting il suo punto di forza ma
da tenere d’occhio sono anche gli ex Pesaro
Scarone e Guarasci ed i due promettenti
giovani Bagnoli e Blankson.
Gip
(foto Giaccaglini)
ospiti dell’assivip
Da Tokyo all’Enoteca jesina
Jesi - Il 10 gennaio,si è svolto un
incontro con la Regione Marche e
l’Ice e i manager grandi magazzini
Isetan di Tokyo per programmare
una
mani­
f e­ s t a z i o n e
da
tenere
all’interno dei
loro ma­gazzini
nel
pros­simo
ottobre. Isetan
è uno dei più
importanti
magazzini
del Giappone
(8.600 addetti
e un fatturato
pari a 4.660
milioni di euro).
Gli
operatori
giapponesi sono
stati
ospitati
d a l l ’A s s i v i p
e presso l’Eno­teca di Jesi hanno
gustato prodotti della zona e
degustato vini regionali tra i quali
il Verdicchio.
UN APPELLO DELL’ASSESSORE ROCCHETTI
Basta con la violenza!
L’assessore allo sport Leonello
Rocchetti ha inviato una lettera
alla società del Centobuchi per
esprimere il proprio rammarico
e la ferma condanna a causa
degli incidenti verificatisi tra le
tifoserie al termine della partita
infrasettimanale tra la squadra
ascolana e la Jesina.
L’assessore
Rocchetti
ha
inoltre rivolto un appello agli
organizzatori della tifoseria
jesina, invitando a rafforzare
le misure di controllo affinché
episodi del genere non si
verifichino più in futuro.
“Ringrazio i tifosi della nostra
città che con entusiasmo e
passione seguono la Jesina anche
lontano dalle mura amiche
– ha sottolineato Rocchetti
– sostenendo i nostri giocatori
verso un traguardo ambizioso
che tutti ci auguriamo di poter
felicemente raggiungere”.
“Quando si va in trasferta – ha
aggiunto l’assessore - qualsiasi
squadra e ogni tifoso porta
con sé l’immagine della nostra
città, una città di sport che
crede fortemente nei valori
dell’amicizia, della lealtà, della
correttezza e del rispetto.
Interpretare tali valori da
parte di ciascuno è un dovere
morale che nasce dalla storia
sportiva di Jesi (che ha dato i
natali a campioni del calibro
di Mancini e Marchegiani, di
Vezzali e Trillini e di tanti altri
ancora) e che si rinnova ad ogni
manifestazione. “L’orgoglio e
il senso di appartenenza alle
maglie delle varie società – ha
concluso Rocchetti – devono
coniugarsi con il prestigio
che la nostra città ha saputo
conquistarsi e che la rende
ovunque un esempio per
numero di tesserati, per
quantità di impianti sportivi e
per la sua capacità di trovare
nello sport quel mezzo di
aggregazione sociale, di crescita
e di educazione delle più giovani
generazioni”.