Classifica destinazioni alpine

Transcript

Classifica destinazioni alpine
RdT
N°3 2008
laRIVISTAdelTURISMO
CENTRO STUDI TOURING CLUB ITALIANO
TURISMO
SCOLASTICO
I dati Touring
MUSEI | Come il Louvre accoglie i visitatori
MONTAGNA | Una classifica delle destinazioni alpine
NKAAN - RdT - la Rivista del Turismo - Trimestrale - € 12 - Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Sped. in Abb. Post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N° 46) art. 1, comma 1, DCB Milano
Touring Club Italiano
Presidente: Roberto Ruozi
Direttore generale: Fabrizio Galeotti
RdT - laRIVISTAdelTURISMO
Direttore responsabile:
Marco Berchi
Coordinamento editoriale:
Massimiliano Vavassori
Progetto grafico e impaginazione:
Studio Cappellato e Laurent Srl
Comitato di redazione:
Adriano Agnati, Marco L. Girolami,
Matteo Montebelli, Massimiliano Vavassori
Comitato scientifico:
Vittorio Emiliani, Rolf Freitag, Pietro Leoni,
Andrea Macchiavelli, Mara Manente,
Cesarina Misiani, Harald Pechlaner,
Maria Paola Profumo, Bruno Panunzi,
Carlo Maria Ricciardi
Ricerca iconografica:
Centro di Documentazione del Tci
(Elisabetta Porro)
Hanno collaborato:
Daniela Mariani, Clementina Salvaneschi
SOMMARIO
EDITORIALE
Una questione di qualità
MERCATI
Registrazione Tribunale di Milano
10 feb 1999, n. 94
Dimmi dove vai, ti dirò chi sei
Rossella Salvi
Stampa: Gruppo Stampa GB s.r.l.,
Cologno Monzese (MI)
MANAGEMENT
© 2008 Touring Club Italiano
Milano
Codice NKAAN
Finito di stampare
nel mese di settembre 2008
Sede legale, direzione, redazione,
amministrazione:
Corso Italia 10, 20122 Milano,
tel. 02 8526605, fax 02 8526482,
[email protected]; www.touringclub.it.
Direzione pubblicità:
tel. 02 8526365, fax 02 8526333.
La Rivista del Turismo è in vendita
in abbonamento (per le tariffe vedere
la pagina con coupon in questo numero).
Per informazioni sugli abbonamenti:
tel. 840 888802.
Copie singole possono essere
acquistate presso i Punti Touring
(l’elenco è disponibile sul sito).
Una copia €12. Copia arretrata €15,50.
3
Louvre: pensare al futuro
Caterina Renzi
4
10
FOCUS : SCUOLA
Gita: un viaggio che vale 375 milioni di euro
a cura del Centro Studi TCI
18
TENDENZE
Prodotti tipici: maneggiare con cura
Luca Savoja
Musei d’autore: il caso Hesse
Claudio Visentin
30
36
ESPERIENZE
Alpi: località italiane al top
Fabrizio Bartaletti
Turismo tra passato e futuro
Antonio Sereno
42
54
In copertina:
L’estate è finita, inizia la scuola..., 1964,
Archivio Tci
RUBRICHE
OPEN SPACE Turismo e pubblicità: chi investe di più?
60
ISSN 1972-1390
SEGNALIBRO
62
la RIVISTA del TURISMO
DOVE E COME ACQUISTARLA
La Rivista del Turismo, trimestrale di economia e marketing del
Centro Studi TCI, è in vendita al prezzo di 12 euro presso i Punti
Touring sul territorio oppure telefonando al numero 840 888802.
La Rivista è disponibile anche in abbonamento (per le tariffe e le
modalità di sottoscrizione vedi il modulo riportato qui sotto).
Per informazioni: 840 888802
E S P E R I E N Z E
ALPI: LOCALITÀ
ITALIANE AL TOP
Una dettagliata analisi delle località
turistiche alpine mette in evidenza
la buona posizione dell’Italia nel
contesto internazionale, ma anche
i necessari interventi per rendere
moderna e competitiva l’offerta
FABRIZIO BARTALETTI
Escursionisti davanti al Dente del Gigante, Monte Bianco, ca. 1900, Archivio Tci
T
ra i sogni nel cassetto di chi fa
ricerche sul turismo c’è sicuramente quello di pervenire a una
classificazione generale delle
stazioni che si avvalga di un’ampia gamma di parametri, di ordine non solo
quantitativo, ma anche e soprattutto
qualitativo: l’attrattiva turistica di una
località, infatti, non può essere espressa
dai soli dati su arrivi e presenze, sulla
capacità ricettiva, gli impianti di risalita
e la relativa portata oraria (o sui chilometri di sentieri, o gli stabilimenti balneari, o i metri quadrati di arenile teoricamente disponibili per ogni bagnante),
ma anche da “impressioni” - soggettive,
certo, ma largamente condivise da turisti e viaggiatori - sul contesto geografico
d’insieme, sulla bellezza dello scenario
paesaggistico, sulla presenza di vette famose e dalle forme singolari, capaci di
suscitare suggestioni, su un quadro insediativo integrato il più possibile con
l’ambiente e arricchito dalla conservazione di ampie testimonianze di architetture tradizionali.
I celebri asterischi, i corsivi e i grassetti
delle vecchie guide Baedeker e delle
guide rosse e verdi del Touring, del resto, vanno proprio in questa direzione,
tanto che credo di poter affermare che
una classificazione “globale” e onnicomprensiva dei centri turistici sia nel dna
del Touring Club Italiano. Credo inoltre
che per una classificazione veritiera occorrano anche indicatori inconsueti,
magari complessi nella costruzione, capaci di trasformare in negativo (o viceversa) un fattore che di primo acchito
saremmo portati a considerare in modo
differente.
Di questi argomenti ho avuto modo di parlare in un meeting tenutosi a Bardonecchia
nel 1988 e patrocinato dall’amministrazione comunale di allora, con colleghi
geografi dell’Università di Grenoble e di
Parigi, in particolare Jacky Herbin, che
aveva tentato una classificazione delle
stazioni invernali francesi sulla base della capacità ricettiva e del moment-puissance, cioè la sommatoria del prodotto
della portata oraria di ciascun impianto di
risalita per il dislivello superato, e Remy
Knafou, che le aveva classificate in tre o
quattro “generazioni” in base alla genesi
del loro sviluppo. Knafou, in particolare,
44
si mostrò scettico di fronte alla mia proposta di elaborare una classificazione di ordine qualitativo, non perché non fosse
utile e rilevante, ma per la difficoltà di
individuare parametri che non risentissero troppo di impressioni strettamente
personali, e per la necessità di avere una
conoscenza approfondita, con riscontri
sul campo, di un gran numero di località
distribuite su un’area molto estesa.
LE RAGIONI
DELLA CLASSIFICAZIONE
A distanza di 19 anni da quell’incontro,
vorrei dunque riprendere quella vecchia
idea, allo scopo di pervenire – per la prima volta, credo – a una classificazione
globale delle stazioni alpine che comprenda una nutrita serie di indicatori di
ordine qualitativo, integrati da alcuni parametri quantitativi e da altri che risentono in qualche modo dei due diversi approcci.
Gli indicatori utilizzati nella ricerca sono
16, e cioè:
1. Situazione geografica
2. Scenario montano
3. Qualità dell’insediamento
4. Clima
5. Impianti di risalita: portata oraria e
capacità di elevazione
6. Bacino sciabile e varietà delle piste
7. Collegamento intervallivo
8. Sicurezza neve
9. Accesso estivo con impianti di risalita a punti panoramici o ghiacciai
10. Presenza di sentieri, boschi e mete
escursionistiche pittoresche
11. Rapporto fra letti in seconde case e
letti alberghieri
12. Totale stimato dei letti turistici
13. Animazione
14. Distanza da grandi città e aree metropolitane
15. Accoglienza (impatto all’arrivo nella
stazione)
16. Immagine complessiva della località
A essi è stato attribuito un punteggio che
varia generalmente da 1 a 5, ma in due
casi (qualità dell’insediamento e immagine complessiva) varia da 1 a 6, e in altri
due (situazione geografica e caratteristiche del bacino sciabile) da 1 a 4. Il punteggio massimo raggiungibile è, dunque,
di 80 punti. Gli indicatori di carattere
qualitativo sono sette (e corrispondono a
laRIVISTAdelTURISMO
quelli contrassegnati coi numeri 2, 3, 9,
10, 13, 15, 16) e quelli di ordine quantitativo cinque (5, 7, 11, 12, 14), mentre
gli altri quattro (situazione geografica,
clima, bacino sciabile e varietà delle piste,
sicurezza neve), apparentemente “impersonali” e “quantitativi” perché si basano su alcuni dati di fatto (chiusura o
apertura fisica del sito, precipitazioni,
temperature e innevamento naturale e
artificiale) risentono in realtà di considerazioni qualitative e personali: ad
esempio Grindelwald, d’inverno, vede
meno sole di Limone, ma la situazione
geografica d’insieme, a prescindere dalla
bellezza delle montagne, non è certo
quella di un sito più chiuso e “soffocato”;
oppure, in una data località, al di là di
precipitazioni nevose teoricamente sufficienti o di temperature abbastanza basse
da permettere l’impiego dei “cannoni”, le
condizioni di innevamento sono legate
anche alla prevalente esposizione e al soleggiamento delle piste; il bacino sciabile, poi, è considerato di maggiore qualità se più variato quanto a esposizione,
presenza di vegetazione e spazi liberi,
fuori pista attraenti e relativamente sicuri e così via.
Tra gli indicatori qualitativi, meritano
di essere sottolineati il n. 15, che attribuisce un punteggio all’impatto ricevuto
dall’ingresso nella stazione e a una sua
sommaria ricognizione (piuttosto deludente, ad esempio, è quello che si ha
entrando a Limone Piemonte, soprattutto provenendo da Cuneo), e il n. 16,
che dà una valutazione d’insieme della
località in base a nove elementi, tra i
quali assume particolare rilevanza l’animazione, cui nei casi più eclatanti si attribuisce valore doppio.
GLI INDICATORI DI ANALISI
Gli indicatori sono stati scelti in modo
che potessero risultare attinenti sia al turismo invernale sia a quello estivo: infatti, se allo sci sono dedicati gli indicatori 5,
6, 7, 8, al turismo estivo si rivolgono certamente gli indicatori 2, 9 e 10, e in parte
anche il primo, relativo alla situazione
geografica d’insieme. Meritano poi una
spiegazione gli indicatori 12 (totale stimato dei letti turistici) e 14 (distanza da
grandi città e aree metropolitane), perché impostati in modo anomalo rispetto
all’impiego che di essi generalmente si
fa. Il punteggio attribuito alla capacità ricettiva, infatti, è tale per cui sale a partire
da una ricettività ritenuta in assoluto bassa per dar luogo a importanti flussi turistici, fino a un livello giudicato ottimale per
una grande stazione turistica (da 10.000
a meno di 15.000 letti, comprensivi del
settore alberghiero ed extralberghiero,
degli appartamenti dati in affitto – anche
da soggetti non professionali – e delle seconde case); quindi torna a scendere, poiché una capacità ricettiva che nella sua
continua espansione superi determinate
soglie finisce col rendere la stazione, nei
periodi di punta e di massima frequentazione, poco vivibile (rumori, inquinamento, intasamento del traffico ecc.), e nei
periodi di bassa stagione alquanto deludente perché troppo grande in rapporto ai
pochi turisti presenti, con un’immagine
da città vuota nel periodo di ferragosto.
Certo, si può discutere sulla soglia, e sul
fatto che fino a 13.000 letti una data località raccolga il massimo dei punti, e che
con solo un centinaio di letti in più si
scenda già a 4; ma a parte il fatto che qualunque soglia porta in sé questo inconveniente, mi è sembrato opportuno riprendere qui una ricerca su Adelboden1 grande stazione dell’Oberland Bernese nella quale ero giunto alla conclusione
che la ricettività “ideale” si collocasse poco oltre i 12.000 letti.
Partendo da questo parametro, ho arrotondato dunque la soglia al migliaio superiore, in modo da evitare lo slittamento da
una classe di punteggio all’altra per valori trascurabili.
Per quanto riguarda la distanza da grandi città e aree metropolitane, la relativa vicinanza a questi grandi poli demografici
è stata considerata, ai fini del punteggio,
penalizzante anziché premiante, per il
rischio a essa collegato di eccessivi flussi
escursionistici giornalieri o di fine settimana (“turismo mordi e fuggi”), più repulsivi che attrattivi nei confronti del vero turismo “stanziale”, di fenomeni di
piccola criminalità e così via.
Dunque, anche questo indicatore, apparentemente quantitativo, racchiude
1
Bartaletti F., Adelboden. Una grande stazione alpina fra tradizione e modernità, in “Studi e Ricerche
di Geografia”, 1998, pp.199-251.
Tra le oltre cento località alpine
analizzate emergono ai vertici
della classifica numerose stazioni
di sport invernali italiane
in sé importanti risvolti qualitativi.
Le località considerate – 111 in tutto – sono state scelte in modo da includere tutte le maggiori stazioni di sport invernali
delle Alpi e una selezione di stazioni di
importanza intermedia, in quanto, com’è noto, è al turismo invernale che da almeno una ventina di anni si devono i più
importanti flussi turistici e i più ingenti afflussi di capitale. Gran parte di queste
stazioni, poi, si qualificano anche come
luoghi di primaria importanza per la villeggiatura estiva, per cui il quadro fornito può dirsi completo, tanto più che sono
state inserite stazioni come Castelrotto,
Alagna o Pontresina, ove il turismo estivo
è preponderante o svolge comunque un
ruolo chiave.
La scelta delle località è stata in parte
orientata anche dalla volontà di presentare un quadro con situazioni il più possibile variegate: dunque, si spiega in tal modo
l’assenza di una stazione come Moena,
in Val di Fassa, prossima alla coppia VigoPozza nella parte centrale della valle, della cittadina di Saint-Gervais-les Bains (più
attraente invero per alcune plaghe pittoresche del territorio comunale che per il
centro abitato in sé) e del bel villaggio di
Combloux, nello stesso contesto geografico e sciistico di Megève, ma certo non
superiore a essa quanto ad attrattive, o
di Wagrain, prossima alla più nota
Flachau, nel grande comprensorio salisburghese dell’Amadé; la celebre
Pontresina, però, che registra un elevato
numero di presenze, e l’altrettanto famosa Klosters, sono state comunque inserite nonostante la vicinanza, rispettivamente, a St.Moritz e Davos.
LA SCELTA DELLE LOCALITÀ
DA INCLUDERE
La ripartizione delle località alpine fra i
diversi Stati privilegia l’Italia, il che è abbastanza ovvio, non solo e non tanto perché questa Rivista è letta e diffusa soprattutto in Italia, quanto perché all’Italia
laRIVISTAdelTURISMO
spetta l’intero settore meridionale dell’arco alpino, anziché una fetta del versante occidentale, settentrionale o orientale,
come avviene invece per tutti gli altri
Paesi. L’Italia è presente dunque con 36
stazioni, la Francia e la Svizzera con 24,
l’Austria con 22 e la Germania con 3 (accorpando Oberstdorf alla vicina
Kleinwalsertal, politicamente austriaca
ma extradoganale come Livigno e
Samnaun, e raggiungibile solo dal territorio bavarese), per un totale di 109 centri
turistici; ma per rendere il lavoro il più
possibile completo, sono state inserite
anche Malbun, unica stazione estivo-invernale e forse il solo, vero centro turistico del Liechtenstein, nascosto in una
conca all’interno del Principato, ove si
sono formati alcuni campioni di sci alpino; e Kraniska Gora, la maggiore e certo
la più nota stazione invernale ed estiva
della Slovenia (le altre sono Plez/Bovec,
Bohinj e Maribor), anche se le strutture
per gli sport invernali, come a Malbun,
non sono neppure paragonabili a quelle
delle altre località qui analizzate, e se
l’entità del movimento turistico permetterebbe di inserirla solo fra le piccole stazioni. Dunque, le stazioni analizzate e
comparate sono in tutto 111.
Prima di analizzare i risultati, è opportuno fare qualche considerazione preliminare sulla classifica finale delle stazioni. Date le finalità della ricerca, che si
prefigge di pervenire a un giudizio complessivo sulle singole stazioni che tenga
conto non solo della loro “tipicità” e del
quadro paesaggistico-ambientale, ma
anche dell’attrezzatura per gli sport invernali e dell’animazione pomeridiana e
serale, non c’è da stupirsi se due graziose (e sperdute) stazioni tradizionali
del Tirolo e del Salisburghese come
Gerlos e Krimml si trovano appaiate,
nella nostra classifica, a grandi, moderne stazioni invernali ad alta quota come
Breuil-Cervinia e Courchevel: il punteggio finale, infatti, è il risultato della
45
TABELLA 1
CLASSIFICAZIONE DELLE LOCALITÀ ALPINE ANALIZZATE
Stazione
Punti
totali
30 Mayrhofen
Bolzano (I)
68
1 Corvara-Badia
30 S.Martino di Castrozza
Vallese (CH)
61
2 Zermatt
30 Val d'Isère
Bolzano (I)
61
2 Selva-S.Cristina
30 Tux-Hintertux
Belluno (I)
60
4 Cortina d'Ampezzo
30 Morzine (Portes du Soleil)
Tirolo (A)
57
5 Kitzbühel
30 Madonna di Campiglio
Trento (I)
56
6 Canazei
30 Seefeld
Bolzano (I)
56
6 Ortisei
30 Chamonix
Berna (CH)
56
6 Grindelwald
30 Garmisch-Partenkirchen
Grigioni (CH)
56
6 St.Moritz
39 Castelrotto/Kastelruth
Sondrio (I)
55
10 Livigno
39 Arabba-Marmolada
Berna (CH)
55
10 Gstaad
39 Crans-Montana
Grigioni (CH)
55
10 Davos
42 Mürren
Salisburgo (A)
55
10 Badgastein (-Bad Hofgastein)
42 Pontresina
Vorarlberg (A)
54
14 Lech am Arlberg
42 Ehrwald-Lermoos
Tirolo (A)
54
14 Sölden
(Tiroler Zugspitze Arena)
Berna (CH)
54
14 Wengen
42 Champéry-Val d'Illiez-Portes du Soleil
Vallese (CH)
54
14 Saas Fee
42 Châtel-Portes du Soleil
Tirolo (A)
53
18 Ellmau-Söll (Wilder Kaiser)
42 Meribel-Trois Vallées
Tirolo (A)
53
18 Sankt Anton
42 VerBielleseer
Alta Savoia (F)
52
20 Megève
42 Lenzerheide
Bolzano (I)
52
20 Brunico/Bruneck
50 Ayas-Champoluc
Berna (CH)
51
22 Adelboden
50 Zoldo Alto-Civetta
Grigioni (CH)
51
22 Flims (-Laax)
50 Neustift-Stubaital
Bolzano (I)
51
22 S.Vigilio di Marebbe/Enneberg
50 Flachau (Salzburger Skiwelt Amadé)
Aosta (I)
51
22 Courmayeur
50 Scuol (Tarasp-Vulpera)
Tirolo (A)
50
26 Ischgl
50 Engelberg
Grigioni (CH)
50
26 Klosters
56 Bormio
Tirolo (A)
50
26 Serfaus
56 Sulden/Solda
Grigioni (CH)
50
26 Arosa
* Per localizzazione si intende: Provincia/Regione Autonoma/Land/Cantone/Dipartimento
Stazione
sommatoria di 16 indicatori quali-quantitativi molto diversificati, e a esso si
può pervenire attraverso “percorsi” alquanto differenti.
Lo stesso punteggio conseguito in taluni indicatori qualitativi, anzi, nel caso
di stazioni turistiche composite, può rispecchiare una media fra diverse componenti: ad esempio Samoëns, in Alta
Savoia, è una stazione estivo-invernale a
carattere tradizionale situata in un fondovalle verdeggiante, e in un contesto
montano che offre anche scenari grandiosi (come il circo glaciale del Fer à
Cheval), ma il bacino sciabile del Grand
Massif è imperniato sulla stazione “integrata” di Flaine, gruppo di immobili a
parallelepipedo in cemento a vista, ai
piedi di rocce calcaree.
Infine, il fatto che alcune località si col46
Localizzazione*
lochino sul fondo della graduatoria, non
equivale necessariamente a dire che queste siano in sé poco gradevoli (quattro
esempi su tutti: le belle stazioni di
Wildhaus-Unterwasser nel Canton San
Gallo, Kraniska Gora in Slovenia, i frequentatissimi centri invernali di
Schladming in Stiria e Nassfeld in
Carinzia, e la nostra Aprica) o che, con
alcuni interventi di miglioramento, non
possano risalire la china: si deve tener
presente, infatti, che tra le 111 stazioni
sono comprese praticamente tutte le
stelle di prima e seconda grandezza delle Alpi, più una selezione di località minori, che si distinguono comunque per
l’importanza del bacino sciabile e/o dell’offerta per la stagione estiva, per cui è
inevitabile che dal confronto con tanti
“giganti” escano sconfitte località che
laRIVISTAdelTURISMO
Localizzazione*
Tirolo (A)
Trento (I)
Savoia (F)
Tirolo (A)
Alta Savoia (F)
Trento (I)
Tirolo (A)
Alta Savoia (F)
Baviera (D)
Bolzano (I)
Belluno (I)
Vallese (CH)
Berna (CH)
Grigioni (CH)
Tirolo (A)
Punti
totali
49
49
49
49
49
49
49
49
49
48
48
48
46
46
46
Vallese (CH)
Alta Savoia (F)
Savoia (F)
Vallese (CH)
Grigioni (CH)
Aosta (I)
Belluno (I)
Tirolo (A)
Salisburgo (A)
Grigioni (CH)
Obwalden (CH)
Sondrio (I)
Bolzano (I)
46
46
46
46
45
45
45
45
45
45
45
44
44
non possono disporre di altrettante prerogative a tutto campo.
ITALIA AL TOP
Fatte queste premesse, indispensabili
per comprendere i limiti della ricerca,
passiamo dunque ai risultati, che sono
estremamente soddisfacenti per l’Italia,
in quanto quattro stazioni italiane si collocano nelle prime cinque posizioni, e sei
tra le prime dieci di questa inedita graduatoria. I comuni di Badia/Abtei e
Corvara, associati in una sola voce non
solo perché si spartiscono lo stesso comprensorio sciabile, ma anche perché alquanto ravvicinati e accomunati dalla
stessa denominazione turistica d’insieme
(Alta Badia), possono essere considerati,
assieme, la migliore stazione turistica
delle Alpi, totalizzando 68 punti su un
Stazione
Localizzazione*
56
56
56
56
62
62
La Clusaz
Gressoney (Trin. e St.Jean)
Lenk
Les Gets
St.Gallenkirch-Gaschurn
Oberstdorf-Kleinwalsertal
64
64
Vigo-Pozza di Fassa
Gerlos-Krimml
64
64
64
64
70
70
Villars sur Ollon
Bad Kleinkirchheim
Courchevel 1850-Tr.Vallées
Breuil-Cervinia
Sauze d'Oulx
Ponte di Legno-Tonale
70
70
70
70
76
76
76
79
79
79
79
79
Berchtesgaden-Schoenau
Samoëns-Flaine (Le Grand Massif)
Val Thorens
Tignes
Obertauern
Fiesch (-Regione dell'Aletsch)
Valmorel-St.François Longchamp
Macugnaga
Leukerbad
La Thuile
Serre Chevalier
Falcade-San Pellegrino
Alta Savoia (F)
Aosta (I)
Berna (CH)
Alta Savoia (F)
Vorarlberg (A)
BavieraTirolo (D-A)
Trento (I)
TiroloSalisburgo (A)
Vaud (CH)
Carinzia (A)
Savoia (F)
Aosta (I)
Torino (I)
BresciaTrento (I)
Baviera (D)
Alta Savoia (F)
Savoia (F)
Savoia (F)
Salisburgo (A)
Vallese (CH)
Savoia (F)
Verbania (I)
Vallese (CH)
Aosta (I)
Alte Alpi (F)
BL - TN (I)
massimo di 80. Segue con sette punti
di distacco Zermatt, penalizzata nei confronti dell’Alta Badia soprattutto dalla
situazione geografica chiusa e dal fatto di
avvalersi di un solo collegamento intervallivo; a Zermatt si affianca la coppia
Selva-Santa Cristina, in Val Gardena, per
l’appunto situate, come Badia e Corvara,
ai piedi del massiccio dolomitico del
Sella, che si rivela dunque il vero “cuore”
di tutto il turismo alpino, confermato
dal sesto posto di Canazei. In quarta posizione si colloca Cortina d’Ampezzo,
che si fregia di un sito di rara bellezza e
armonia, ma che rispetto alle stazioni
che la precedono offre un bacino sciabile privo di collegamenti intervallivi (per
giunta separato in due settori, e senza
possibilità di rientro sci-ai-piedi dal
Falòria), un innevamento meno sicuro e
Punti
totali
44
44
44
44
43
43
42
42
42
42
42
42
41
41
41
41
41
41
40
40
40
39
39
39
39
39
Stazione
Localizzazione*
79
79
86
86
86
86
86
91
91
91
91
91
96
96
98
98
100
100
100
103
103
103
103
Vars (-Risoul)
Saalbach-Hinterglemm
Andalo-Paganella
Obereggen-Deutschnofen
Madesimo
Valloire
Samnaun
Les Deux Alpes
Alpe d'Huez
Bardonecchia
Alagna Valsesia
Le Corbier-La Toussuire (Les Sybelles)
Wildhaus (-Unterwasser)
Schladming-Rohrmoos
Kraniska Gora
Pra Loup (-Val d'Allos)
Sestriere
Malbun
Folgarida-Marilleva
Aprica
Asiago
Les Arcs
Isola 2000
107
107
109
110
111
Limone Piemonte
La Plagne
Nassfeld
Super-Dévoluy
Prato Nevoso-Artesina
Alte Alpi (F)
Salisburgo (A)
Trento (I)
Bolzano (I)
Sondrio (I)
Savoia (F)
Grigioni (CH)
Isère (F)
Isère (F)
Torino (I)
Vercelli (I)
Savoia (F)
San Gallo (CH)
Stiria (A)
Slovenia (SLO)
Alte Alpi (F)
Torino (I)
Liechtenstein (FL)
Trento (I)
Sondrio (I)
Vicenza (I)
Savoia (F)
Alpi di Alta
Provenza (F)
Cuneo (I)
Savoia (F)
Carinzia (A)
Alte Alpi (F)
Cuneo (I)
una ricettività già troppo consistente.
Un piccolo hiatus separa Cortina da
Kitzbühel, cui seguono, appaiate,
Canazei, Ortisei, Grindelwald e Sankt
Moritz e, separate da un altro punto,
Livigno, Gstaad, Davos e Berchtesgaden.
Kitzbühel ha un centro storico gradevolissimo, dispone di celebri piste e si
colloca in un contesto paesaggistico arioso, con belle montagne calcaree sullo
sfondo; ma negli ultimi tempi è stata
svantaggiata da alcuni inverni con poca
neve (la quota della cittadina è di appena 762 m) e ha accusato, come molte
importanti stazioni alpine, la crisi del
turismo estivo. Canazei può forse sorprendere per la sua collocazione vicina al
vertice, dovuta all’immenso comprensorio sciabile del Sella Ronda, a un contesto urbanistico gradevole con molti
laRIVISTAdelTURISMO
Punti
totali
39
39
38
38
38
38
38
37
37
37
37
37
36
36
35
35
34
34
34
33
33
33
33
32
32
30
26
25
letti alberghieri e un limitato numero di
seconde case, a svariate opportunità per
l’estate. Soffre di una situazione in un
fondovalle semi-chiuso, ed è meno animata di Selva Gardena, ma a differenza
dell’alta Gardena presenta un fondovalle meno saturo di costruzioni.
Le successive stazioni associano uno
scenario montano suggestivo (soprattutto Grindelwald, con la vista sull’omonimo ghiacciaio e sulla Jungfrau) a un
quadro insediativo attraente, anche se va
detto che Ortisei negli ultimi anni ha
risentito negativamente della cospicua
espansione urbana, costretta negli spazi limitati del fondovalle gardenese, tanto che è sempre più arduo godere dal
centro della celebre vista del Sassolungo
che spunta dal bosco come per magia.
Sankt Moritz e Davos, invece, devono il
47
Pista da sci e sciovia dell’Angelo al Corno d’Aola,
Ponte di Legno, 1966, Archivio Tci
48
laRIVISTAdelTURISMO
mancato raggiungimento del vertice all’aspetto moderno del centro urbano,
in continua espansione, a una capacità
ricettiva troppo elevata, a una certa vicinanza alle aree metropolitane di Milano
e Zurigo, e Sankt Moritz anche a un bacino sciabile di non grandi dimensioni. Livigno è stata protagonista di
un’espansione urbanistica e demografica ancora maggiore di Ortisei, ma il
quadro d’insieme è rimasto sostanzialmente invariato, grazie all’ampiezza del
fondovalle e alle soluzioni urbanistiche
prescelte: si tratta di una stazione a forte valenza invernale che attrae turisti
anche d’estate (grazie anche ai duty-free
shops), ridente in ogni stagione, che
sembra non conoscere crisi. Gstaad ha il
privilegio della collocazione in un’ampia
conca verdeggiante incorniciata da belle vette, di un habitat da cartolina e di
una frequentazione mondana che non
impedisce il mantenimento di attività
agricole, ma non è molto animata e ha
un bacino sciabile non grande e spezzettato in vari settori, mentre Badgastein,
pur non offrendo scenari trascendentali a parte la celeberrima cascata, si presenta come stazione di gran classe con
un’offerta articolata (grande bacino sciabile, terme, escursionismo estivo in alta
montagna).
CHARME, DIVERTIMENTO
E SPORT
Il successivo gruppo di dodici stazioni, da
Lech am Arlberg a Courmayeur, presenta alcuni nomi noti nell’ambito della
Coppa del Mondo di sci alpino e qualche
località di grande tradizione e charme,
frequentate dal jet-set internazionale.
Lech, nella regione dell’Arlberg – dove la
neve è di casa –riesce a unire l’immagine
di un villaggio in capo al mondo, sperduto e coperto di neve, a quella di località
costosa e piena di attrattive per i giovani,
capace di iniziative molto fun (vedi i recenti calendari molto osé delle maestre di
sci sulle piste). Wengen e Saas Fee, al
pari di Zermatt, si avvalgono del privilegio di essere liberate dal traffico automobilistico e di una vista mozzafiato
(quella sui ghiacciai dei Mischabel da
Saas Fee è tra le migliori delle Alpi), ma
sono un po’ penalizzate da un comprensorio sciabile di non grandi dimensioni,
dal clima severo (Saas Fee) o umido
d’estate (Wengen) e da una certa carenza
di animazione. Sölden, popoloso e vasto comune della Ötztal a meno di 1.400
m di quota, ma con frazioni situate fino a
oltre 2.000 m, è una grande stazione invernale, con possibilità di praticare lo
sci estivo su ghiacciaio, e il secondo comune dell’Austria, dopo Vienna, per capacità ricettiva, noto anche per le possibilità di svago e l’animazione serale e
notturna; quest’ultimo aspetto vale anche
e soprattutto per Ischgl – con quattro
punti in meno di Sölden, e più in basso di
una decina di posizioni – che punta più
sulla sicurezza dell’innevamento e sul
divertimento che non su un contesto
geografico che non offre particolari bellezze. I graziosi villaggi tirolesi di Ellmau
e Söll, capisaldi settentrionali del vastissimo comprensorio sciabile del Wilder
Kaiser, in un contesto di morbide ondulazioni incorniciate da belle cime calcareo-dolomitiche, sono appaiati al Sankt
Anton, patria dello sci alpino e località
animatissima e costosa d’inverno, quanto piuttosto calma d’estate.
Megève, al primo posto tra le stazioni
francesi, si situa solo al 20° posto, penalizzata da una ricettività enorme (con
forte sproporzione a danno del settore
alberghiero) e da un innevamento spesso
aleatorio; ma è con Morzine una delle
stazioni francesi dotate di maggior charme, in un sito verdeggiante, con costruzioni gradevoli e ampie possibilità di svago. Lo stesso punteggio di Megève è
raggiunto da Brunico, città ai piedi del
versante settentrionale del massiccio sciabile del Plan de Corones, non enorme
quanto a dimensioni, ma perfetto per
qualità delle piste e dell’innevamento.
Rispetto a San Vigilio di Marebbe, che
la segue al 22° posto ed è situata sul versante meridionale dello stesso massiccio, presenta tre delle quattro piste più
impegnative del comprensorio, una migliore animazione (soprattutto nella frazione di Riscone, da dove partono gli
impianti e arrivano le piste) e offre al turista un centro storico pittoresco e suggestivo, che ricorda quello di Kitzbühel,
ma è nel complesso meno accattivante
per le dimensioni stesse della città e un
certo inquinamento da traffico; San
Vigilio presenta un quadro insediativo
laRIVISTAdelTURISMO
molto gradevole nelle numerose frazioni
rurali ladine e offre importanti mete
escursionistiche estive nell’area del Parco
di Fanes.
San Vigilio di Marebbe è affiancata da
Adelboden, nel Cantone di Berna, ancora in parte rurale eppure celeberrima per
la prova di gigante della Coppa del
Mondo, con vista sui ghiacciai del
Wildstrubel e sul suggestivo massiccio
del Lohner e ottime opportunità per
l’escursionismo estivo, ma penalizzata
dalla scarsa animazione, da un bacino
sciabile non vastissimo e da una limitata
ricettività alberghiera; Flims, nel Canton
Grigioni, in un bel quadro di boschi di
conifere impreziosito dal Lago Cauma,
ma con scenari che assumono contorni
suggestivi (con presenza di ghiacciai) solo se ci si trasferisce in funivia ad alta
quota; e Courmayeur, di gran lunga la
prima stazione delle Alpi occidentali italiane, con l’impagabile scenario del versante sud del Bianco, un’atmosfera di
classe e ottime possibilità per l’escursionismo estivo, ma una situazione un po’
chiusa, un bacino sciabile inadeguato e
un elevato numero di seconde case.
LE PISTE PREFERITE
DA CARLO D’INGHILTERRA
Appaiate al 26° posto, con 50 punti, troviamo la già ricordata Ischgl, che forma
con la svizzera Samnaun un unico bacino
sciabile; Klosters, che si appoggia allo
stesso comprensorio sciabile di Davos,
rispetto alla quale presenta un quadro
insediativo più gradevole (non per caso è
da tempo frequentata, per la settimana
bianca, da Carlo d’Inghilterra e dai suoi
familiari), ma è anche alquanto più calma
e riservata; Serfaus, distrutta da un incendio nel 1942 e quindi ricostruita, nota per essere servita da una metropolitana sotterranea (1.280 m, 4 stazioni)
che la libera dal traffico, e Arosa, di non
facile raggiungibilità nel complesso, ma
comunque servita da uno storico e pittoresco trenino rosso, stazione élitaria in
una conca a 1.775 m dal clima asciutto,
con chalets di legno e complessi alberghieri che, come quelli di Davos, sono
trasformazioni di vecchi sanatori.
Nella stessa fascia dalla 30a alla 50a posizione si collocano alcune stazioni internazionali tra le più note ai turisti italiani,
49
come Val d’Isère, Madonna di Campiglio,
Chamonix, Garmisch e Crans-Montana,
tutte con una capacità ricettiva extralberghiera (per lo più appartamenti e seconde
case) troppo grande in rapporto alla popolazione residente e alla ricettività alberghiera. Chamonix è solo terza fra le
migliori stazioni francesi, e deve questa
posizione “di rincalzo”, rispetto al primato dell’eterna rivale Megève, al fatto
di essere situata in una valle abbastanza
angusta, a un bacino sciabile spezzettato
in tre o quattro tronconi (ciascuno di dimensioni piccole e medio-piccole) e a un
complesso urbanistico gradevole, ma non
di prim’ordine, la cui eterogeneità è dovuta alle dimensioni stesse raggiunte dalla
stazione, ove i residenti superano ormai le
10.000 unità.
Val d’Isère, elegante e cosmopolita ancorché in un sito alpestre e severo a 1.850
m di quota, ha subito un profondo restyling dal 1983 al 1992, quando sono stati
demoliti alcuni anonimi edifici centrali
eretti negli anni 50 per lasciare il posto a
nuove, grandi costruzioni in pietra e legno, con un design accattivante. Tra le
località francesi compaiono anche
Morzine, in una conca pianeggiante a
1.000 m di quota nel vastissimo comprensorio delle Portes du Soleil, con belle costruzioni (fatto questo non molto
comune, nelle Alpi francesi), ma con dimensioni eccessive (appartamenti e seconde case) e panorami di scarso interesse nel fondovalle (in quota, è
appollaiata sul bordo di una falesia la celebre stazione “integrata” di Avoriaz, facente parte del comune di Morzine); e
Méribel, la più bella delle stazioni “integrate” dell’immenso comprensorio delle
Trois Vallées, ove si situa anche la più celebre Courchevel.
In questo raggruppamento compare, al
30° posto, Garmisch-Partenkirchen, la
prima stazione della Germania, in un’ampia conca a 708 m di quota, con una popolazione residente (26.100 abitanti) che
non trova uguali tra le stazioni estivo-invernali delle Alpi. L’Austria è rappresentata in questa fascia da Mayrhofen, nella
Zillertal, nota per il folclore e le numerose opportunità per le escursioni, lo sci
(anche su ghiacciaio, cui è direttamente
collegata la vicina stazione di TuxHintertux) e i belvedere, ma abbastanza
50
insignificante nel fondovalle, ove si situa
per l’appunto Mayrhofen; Seefeld, in un
bel paesaggio di boschi e praterie adatto
allo sci di fondo, tra Innsbruck e Monaco,
e Flachau, al centro del vasto comprensorio sciistico detto Sportwelt Amadé e patria dell’Herminator Hermann Maier, della cui immagine si avvale per il marketing,
ma penalizzata dal fatto che l’abitato, situato in uno stretto fondovalle, è anche
sfiorato dall’autostrada. Per la Svizzera
compaiono qui Crans-Montana, su un
ampio terrazzo esposto a sud del Vallese
centrale, elitaria, ma moderna nell’aspetto, con alcuni edifici fuori scala e una miriade di seconde case; Mürren, impressionante balcone sulla Jungfrau ai piedi del
belvedere del Piz Gloria; Pontresina, nell’alta Engadina, un po’ decaduta rispetto
ai fasti dei primi del Novecento, quando
il turismo era imperniato sui belvedere
e i grandi alberghi; Champéry, che si avvale dell’immenso bacino sciabile francosvizzero delle Portes du Soleil; Verbier,
“chalettopoli” del Vallese occidentale dedicata soprattutto allo sci, LenzerheideValbella, su un ondulato, boscoso altopiano impreziosito da un lago; Scuol, con
le sue fonti termali e le pittoresche case a
graffiti, ed Engelberg, unica stazione della Svizzera centrale, ai piedi del celebre
Titlis raggiunto da un’avveniristica funivia.
SAN MARTINO
DI CASTROZZA E LE ALTRE
Nella fascia dalla 30a alla 50a posizione,
l’Italia si inserisce con San Martino di
Castrozza, Madonna di Campiglio,
Castelrotto, Arabba, Ayas, Zoldo Alto e
Bormio, dunque ancora e soltanto con
stazioni delle Alpi orientali o centro-orientali (Bormio), a esclusione di Ayas, comune valdostano composto da varie frazioni,
tra le quali si distinguono Champoluc, a
prevalente connotazione invernale per il
collegamento con Gressoney (e con
Alagna), e Antagnod, sul versante destro
della valle, esposto al sole, che conserva
varie architetture tradizionali.
Madonna di Campiglio e San Martino di
Castrozza hanno varie caratteristiche in
comune (situazione di fondovalle ai piedi di un valico, con presenza a ovest di
massicci dolomitici, origine da un ospizio
per viandanti gestito da religiosi ecc.),
ma mentre la prima offre un vasto com-
laRIVISTAdelTURISMO
prensorio sciabile, la seconda deve fare i
conti con un bacino spezzettato e di non
grandi dimensioni; in compenso, mentre
Madonna di Campiglio appare eccessivamente urbanizzata, con decine di migliaia di letti in seconde case, San Martino
di Castrozza ha un miglior rapporto fra
letti alberghieri ed extralberghieri, ed offre già dal centro viste incomparabili sul
celebre complesso delle Pale. Castelrotto
è una delle poche grandi stazioni dedicate soprattutto al turismo estivo, che si avvale anche della vicina Alpe di Siusi, proprio al contrario di Arabba, villaggetto
del comune di Livinallongo molto specializzato nello sci alpino, data la posizione
chiave in uno dei vertici dell’immenso
quadrilatero del Sella Ronda. Zoldo Alto
(con i bei villaggi di Mareson e Pecol),
collegato ad Alleghe nel comprensorio
del Civetta, è gradevole anche d’estate,
con molte costruzioni tradizionali e un
limitato sviluppo della seconda casa, ma
ha un bacino sciabile di non grandi dimensioni, moderata ricettività e scarsa
animazione.
SI SCENDE DI POSIZIONE
MA NON DI FAMA
Il successivo blocco di trenta località, dalla 56a alla 86a posizione, annovera ancora alcuni nomi noti a livello internazionale, come Bormio e Bad Kleinkirchheim
- abituali tappe della Coppa del Mondo di
sci alpino - la Kleinwalsertal (exclave austriaca in Germania), Courchevel 1850,
Cervinia, Tignes, Obertauern e Serre
Chevalier; stazioni di rilevanza nazionale,
e con un buon numero di turisti stranieri,
come Villars sur Ollon, Berchtesgaden,
La Clusaz, Ponte di Legno, Sauze d’Oulx e
Valloire; e località più appartate come
Samoens, Leukerbad o Macugnaga.
Bormio, al centro di un bacino turistico di
grande rilevanza (Parco e Passo dello
Stelvio, Passo del Gavia, Livigno), con
molte seconde case in parte bilanciate
dalla consistente ricettività alberghiera e
antiche fonti termali, è svantaggiata da
un comprensorio sciabile di limitate dimensioni, da una certa difficoltà nelle comunicazioni e da un’animazione limitata,
mentre Courchevel, Tignes e soprattutto
Cervinia risentono negativamente di un
quadro urbanistico che poco ha a che vedere con la montagna, tanto più a quella
GLI INDICATORI UTILIZZATI
La classificazione delle stazioni alpine si basa su 16 indicatori di ordine qualitativo a ognuno dei quali è stato attribuito un punteggio (indicato tra parentesi) la cui somma può raggiungere complessivamente 80.
Situazione geografica
Scenario montano
Qualità dell'insediamento
Clima
(carattere complessivo, inverno-estate)
Accesso estivo con impianti di risalita
a punti panoramici o ghiacciai
di particolare bellezza
Impianti di risalita:
capacità di elevazione (comprensorio)
Bacino sciabile:
varietà delle piste
Collegamento intervallivo
Sicurezza neve
Presenza di sentieri, estesi boschi
di conifere, mete escursionistiche
pittoresche
Letti sec.case e appart./letti alberghieri
Totale letti turistici
Animazione e strutture
per l’intrattenimento
Distanza da città e aree metropolitane con più di 500.000 abitanti
Primo impatto all’arrivo nella stazione
L’immagine complessiva comprende le
seguenti voci: paesaggio, habitat, sci
alpino, sci di fondo, villeggiatura estiva,
terme e/o casinò, viabilità, inverno per
chi non scia, animazione/svaghi
Chiusa, fondovalle stretto (1); parzialmente aperta (2); aperta (3); molto aperta (4)
Assenza di emergenze orografiche, assenza o scarsità di boschi di conifere (1); presenza di emergenze orografiche di non grande rilevanza, presenza di boschi di conifere (2);
presenza di cime morfologicamente pittoresche, senza vista di ghiacciai, presenza di conifere. Oppure: scarsa presenza di emergenze morfologiche, ma vista di ghiacciai.
Oppure: contesto verde di praterie e boschi di conifere, nel complesso pittoresco (3); contesto montano di prim'ordine, anche se mancano elementi morfologici tali da giustificare, da soli, il viaggio. Oppure: boschi di conifere, vista in lontananza di ghiacciai (4);
celebri vette calcaree o cristalline scenograficamente rilevanti, tali da giustificare da soli il viaggio. Oppure: vista di ghiacciai (non indispensabile in contesti dolomitici di primaria importanza) (5)
Moderno, qualità medio-bassa (1); prevalentemente moderno, di varia qualità (2); moderno, di qualità. Oppure moderno e tradizionale, di varia qualità (3); moderno e tradizionale, di qualità. Oppure prevalentemente tradizionale, di media qualità (4); prevalentemente tradizionale, di qualità (5); di grande qualità di per se stesso e nel rapporto
col contesto geografico (6)
Umido, o troppo asciutto d'inverno, o troppo rigido (1); mediocre (2); discreto (3);
buono (4); ottimo (5)
Impianti non funzionanti nella stagione estiva o funzionanti solo per un periodo limitato;
accesso a mete di scarso interesse panoramico/scenografico (1); i punteggi da 2 a 5 vengono attribuiti in base a un giudizio d'insieme sulla qualità della meta raggiungibile con
gli impianti
Meno di 5 milioni di persone/ora metro (0), da 5 a 9,9 milioni di persone/ora metro,
medio-bassa portata oraria per impianto (1); da 10 a 14,9 (2); da 15 a 19,9 (3); da 20
a 29,9 (4); 30 e più (5)
Scarsa varietà del sito e della vegetazione, delle caratteristiche tecniche, dell’esposizione (1); media varietà (2); medio-grande varietà (3); grande varietà (4)
Assente o possibile solo fuori pista (1); fra due stazioni (2); fra tre stazioni (lineare o
piccolo circuito) (3); lineare fra più di tre stazioni (o collegamento fra tre stazioni, con prolungamento lineare a una quarta) (4); grande circuito (carosello) fra più di tre località (5)
Bassa (1); medio-bassa (2); media (3); medio-alta (4); alta (o totale) (5)
Scarsa (1); moderata (2); media (3); medio-alta (4); elevata (5)
Maggiore di 8 (1); 5-8 (2); 3-5 (3); 2-3 (4); meno di due (5)
Meno di 3.000; più di 30.000 (1); da 3.000 a 5.000; da 24.000 a 30.000 (2); da
5.000 a 7.500; da 18.000 a 24.000 (3); da 7.500 a 10.000; da 13.000 a 18.000
(4); da 10.000 a 13.000 (5)
Molto moderata o assente (1); moderata (2); media (3); medio-alta (4); elevata (5)
Meno di 100 km (1); 100-150 (2); 150-200 (3); 200-250 (4); oltre 250 (5)
Deludente (1); poco coinvolgente (2); medio (3); coinvolgente (4); molto coivolgente (5)
L’immagine complessiva è stata valutata attribuendo un punteggio da un minimo di 1
a un massimo di 9
laRIVISTAdelTURISMO
51
quota (Obertauern, che pure è del tutto
moderna e sorge in un sito privo di vegetazione arborea, a questo proposito si
presenta in modo più gradevole). Al 70°
posto si colloca la prima fra le stazioni
piemontesi, Sauze d’Oulx, che sopravanza la vicina Bardonecchia (posizionata
nella fascia di località dal 91° al 111° posto) grazie alle dimensioni e alla varietà del
bacino sciabile, a una migliore dotazione
di letti alberghieri e a un clima asciutto
che è tra i migliori delle Alpi, mentre deve cedere qualcosa per il quadro insediativo (ove a un bel centro storico medievale si giustappone una invadente parte
moderna, a grande volumetria) nell’insieme più gradevole a Bardonecchia (considerate anche le frazioni medievali) e le
minori possibilità di escursioni nella stagione estiva.
Per il resto, a parte Macugnaga – che
deve la 79a posizione allo scenario del
Monte Rosa e al quadro insediativo in
stile walser, mentre per le altre funzioni
non può competere neppure con gran
parte delle località che la seguono – abbiamo Sestriere al 100° posto, Limone al
107° e Prato Nevoso con Artesina all’ultimo, tutte penalizzate dalla massiccia
cementificazione, dalla sproporzione fra
il gran numero di seconde case e la scarsa ricettività alberghiera (esclusa Sestriere
per i letti alberghieri), dal fatto di essere
sorte dal nulla (a parte Limone) in siti
paesaggisticamente insignificanti, dall’incertezza dell’innevamento abbinato a
temperature elevate (Prato Nevoso e
Limone), da un’animazione e infrastrutture per lo svago poco entusiasmanti.
Si ha l’impressione che queste località
siano più un bacino di sfogo per il fine
settimana dell’area metropolitana torinese (e genovese) che non dei veri centri
turistici, per cui le proteste di alcuni
sciatori per la chiusura anticipata degli
impianti della Via Lattea nella stagione
2007-08 sembrano invero poco realistiche, dato il deserto di turisti rilevato già
alcune settimane prima della chiusura.
Questo territorio deve ancora assumere
una valenza turistica ad ampio raggio e
un’immagine ben consolidata, ma si tratta di condizioni che non si possono facilmente procurare all’occorrenza, e richiedono almeno tempi medi.
Tra le altre stazioni che si collocano in
52
questa fascia, Ponte di Legno, in una
conca non ampia tra il Passo del Gavia e
l’Adamello, ha troppe seconde case in
rapporto agli alberghi e un centro ricostruito dopo i bombardamenti della prima guerra mondiale, ma punta molto
sul rilancio del bacino sciabile in seguito
alla realizzazione della lunga telecabina di
collegamento col Tonale e alla ricostruzione del bacino di Temù; Madesimo,
gradevole per il sito e il clima nonostante qualche brutto episodio di urbanistica,
ove si sta discutendo su una possibile
galleria per la Valle di Lei, situata già oltre
lo spartiacque con la Svizzera, e che soprattutto d’inverno sembra un luogo in
capo al mondo; Vars, moderna stazione
parzialmente pianificata, piacevole nell’insieme, con un’atmosfera che già anticipa il sole e gli odori della Provenza;
Serre Chevalier, singolare successione di
città (Briançon) e villaggi (La Salle,
Villeneuve, Monetier) sul fondovalle della Guisane, che sfrutta le numerose possibilità sciistiche della dorsale, appunto, di
Serre Chevalier, che separa la valle dai
ghiacciai del Pelvoux; Fiesch, centro dell’alto Vallese abbastanza insignificante,
se non fosse che con gli impianti si raggiungono alti pascoli donde si domina il
gigantesco ghiacciaio dell’Aletsch; La
Thuile, che come centro di sport invernali è sicuramente più attrezzato di
Courmayeur, ma è in un contesto paesaggistico severo e manca di animazione; Andalo, che da anni ha raggiunto il
massimo sviluppo del bacino sciabile
(non grande) e ha un habitat nel complesso gradevole, ma moderno e abbastanza anonimo e Obereggen, “anti-stazione” per eccellenza (pochi alberghi tra
i prati, e una moderna cabina di regia
della stazione, ai piedi delle piste), che
per l’estate si avvale però del vicino capoluogo comunale di Nova Ponente e delle
sue frazioni, in un contesto piacevole ma
fin troppo calmo.
ITALIA IN POLE POSITION MA…
Nell’ultimo gruppo di venti stazioni, infine, crescono, com’è naturale, i problemi e gli inconvenienti che impediscono
loro di raggiungere un posizionamento
migliore: dalle dimensioni del bacino
sciabile (talora davvero piccolo: Kraniska
Gora, Malbun, Asiago), al quadro urbani-
laRIVISTAdelTURISMO
stico deludente (Les Deux Alpes, Alpe
d’Huez, Le Corbier, Pra Loup, FolgaridaMarilleva, Les Arcs, Nassfeld, SuperDévoluy - soprannominata paquebot des
neiges, “piroscafo delle nevi” perché essenzialmente costituita da un unico,
enorme immobile - Prato NevosoArtesina), alla scarsa animazione (Alagna,
Wildhaus, Nassfeld ecc.), a un paesaggio
poco attraente (Folgarida-Marilleva, Prato
Nevoso-Artesina, oltre a Les Deux Alpes,
l’Alpe d’Huez e la stessa Limone), al sito
chiuso (Alagna, in parte Nassfeld, che
attrae comunque turisti dal Friuli), a
scarse opportunità per la stagione estiva
(con qualche eccezione: Kraniska Gora,
Alagna, Wildhaus-Unterwasser, la stessa
Aprica, oltre alla già citata Bardonecchia),
alle comunicazioni difficili e così via. Ciò
non toglie che alcune di queste località
siano comunque molto frequentate, soprattutto d’inverno, anche da una clientela internazionale (Alpe d’Huez, Les
Deux Alpes, Isola 2000, Pra Loup, oltre
alla già citata Sestriere), e si distinguano
talora anche per l’atmosfera gaia e giovanile e la cura dell’animazione (Les Deux
Alpes).
Questo, dunque, il quadro risultante dal
confronto quali-quantitativo fra le principali stazioni estivo-invernali delle Alpi,
con una classifica “vinta” dall’Italia e nella quale compaiono sei località italiane tra
le prime 13 (Livigno, al decimo posto, è
a pari merito con altre tre). Il bilancio
lusinghiero dell’Italia è però un po’ sminuito dal fatto di essere dovuto alle sole
stazioni delle Dolomiti e a Livigno, mentre la Valle d’Aosta e, soprattutto, il
Piemonte e la Lombardia (Livigno esclusa) restano alquanto in ombra, il che è
tanto più preoccupante, se si considera
che questo risultato viene ad aggiungersi alla storica prevalenza delle Alpi orientali italiane su quelle occidentali in fatto
di presenze alberghiere ed extralberghiere commerciali. Sarà dunque opportuno intervenire nelle località delle Alpi
occidentali sia sul fronte della qualità, a
proposito di arredo urbano e animazione,
accoglienza, immagine complessiva, cura dei sentieri ecc., sia su quello della
quantità, migliorando il rapporto letti
alberghieri/extralberghieri e rendendo
più efficiente e funzionale, laddove occorra, il bacino sciabile. ■