valutazione e descrittori di dublino
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valutazione e descrittori di dublino
Progetto IDEA Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione Università degli Studi di Bari Tel.: 080 5714546 E-mail: [email protected] VALUTAZIONE E DESCRITTORI DI DUBLINO Non si possono definire i learning outcomes prescindendo dalla logica di trasparenza e di trasferibilità delle competenze in Europa. Le esigenze di qualificazione, di innalzamento del livello di istruzione e formazione, di aumento della mobilità hanno indotto un profondo ripensamento dei sistemi di lifelong learning. Diverse le tappe che hanno puntellato questo lungo percorso: dal Consiglio di Lisbona (2000) al Consiglio Europeo di Barcellona (2002), dalla Conferenza Ministeriale di Berlino (2003) e di Bergen (2004) e ancora dal Joint Interim Report del Consiglio per l’Istruzione (2004) alla Conferenza dei Ministri per l’Istruzione Superiore fino alla revisione della Strategia di Lisbona. Filo rosso la necessità di predisporre percorsi di apprendimento flessibili, di accrescere le opportunità di mobilità per studenti e lavoratori, di migliorare la definizione e la trasparenza dei titoli oltre che il riconoscimento e la validazione dell’apprendimento non formale e informale. In questa così articolata progressione di innovazioni e cambiamenti il 5 settembre 2006 la C.E. ha approvato la proposta dell’European Qualifications Framework, una meta-struttura delle qualificazioni che, oltre a riprendere dispositivi e strumenti fino ad ora elaborati includerebbe: 1. i princìpi comuni per la validazione dell’apprendimento, sia esso formale, non formale o informale, necessari per poter comparare gli approcci dei diversi Paesi; 2. un sistema di trasferimento dei crediti per l’istruzione e la formazione professionale; 3. la definizione di un quadro unico per la trasparenza delle competenze e delle qualifiche (si tratta cioè di mettere assieme diversi strumenti di trasparenza quali il CV europeo, i supplementi ai certificati e ai diplomi, l’Europass Mobilità). Come nuovo approccio alla cooperazione europea per garantire la trasparenza e il riconoscimento dei titoli, due sono però i tratti forti dell’EQF: da un lato, i learning outcomes e, dall’altro, il sistema di credit transfer e unit. Questi ultimi scandiscono le fasi di progettazione e di implementazione di un percorso di studio; i learning outcomes rappresentano, invece, una sintesi di tutta la filosofia europea sulla legittimità e riconoscibilità dell’apprendimento oltre che un concetto operativo di rilevante valenza didattica. I learning outcomes sono articolati in otto differenti livelli progressivi di riferimento definiti per permettere di confrontare i risultati in termini di competenze acquisite nei vari percorsi di apprendimento individuale. I livelli sono distinti in base alle competenze acquisite, alle qualificazioni formali a partire dalla scuola secondaria e alle competenze acquisite attraverso la combinazione di apprendimento formale, non formale e informale. Mediante tale approccio è possibile comparare una qualifica, un titolo, un’unita di competenza, un segmento formativo, a livello regionale, nazionale o settoriale ad un particolare livello di ogni paese europeo. L’introduzione e la rapida diffusione del concetto di learning outcomes evidenzia un innovativo modo di concepire e descrivere l’apprendimento. A differenza dell’impostazione tradizionale curvata sugli input di apprendimento (durata esperienza, tipo di istituzione, ecc.) l’attenzione è ora posta sui risultati, aspetto che, a livello didattico, solo in parte risulta realmente innovativo vista l’evidente assonanza alla pedagogia per obiettivi (aspetto che, del resto, si ripresenta anche per il concetto di competenza). Nei diversi documenti europei comincia a delinearsi un diverso utilizzo dell’espressione learning outcomes. Mentre a livello meta/macro i learning outcomes corrisponderebbero allo scopo, alla finalità di un percorso formativo (nello specifico un corso di studio universitario, secondo le Progetto IDEA Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione Università degli Studi di Bari Tel.: 080 5714546 E-mail: [email protected] richieste dei decreti attuativi del DM 270/04) è possibile siano riferiti anche ai risultati dei singoli insegnamenti/moduli. Corrisponderebbero così ai learning output, i risultati immediati di un intervento formativo che concorrono allo sviluppo dei learning outcomes cioè delle competenze. A livello micro il learning outcome è di solito inteso con l’accezione di learning output finalizzato ai learning outcomes (competenze). Le implicazioni a livello pratico-operativo, connesse alla così rapida diffusione del concetto di learning outcomes, alimentano, pertanto, un latente rischio di malinteso tra valutazione degli apprendimenti e valutazione delle competenze: la prima è «finalizzata a verificare se e in che maniera le conoscenze, capacità, abilità che costituiscono l’obiettivo dell’intervento formativo sono state effettivamente apprese»; la seconda «invece, […] a verificare se e in che misura gli apprendimenti acquisiti (e “testimoniati” dal superamento delle specifiche prove da parte di coloro che hanno frequentato il corso, e cioè dalle performance attese) abbiano generato nei singoli partecipanti al percorso la capacità effettiva di presidiare l’esercizio di una specifica attività […] o di una determinata figura professionale» (Bresciani, 2010: 48). Mappa semplificata per la costruzione del modulo di insegnamento Descrittori di livello Scopo del modulo Tradurre i descrittori di livello in descrittori specifici per ogni materia Scrivere gli obiettivi di apprendimento Sviluppare il modulo e ripensarlo includendo i risultati di apprendimento iniziali Scrivere i criteri soglia della valutazione (criteri richiesti dai learning outcomes) Elaborare un metodo di valutazione per testare il raggiungimento dei criteri di valutazione Elaborare una strategia didattica che consenta ai soggetti di raggiungere i risultati di apprendimento e/o i criteri di valutazione Moon, 2012: 142-143