il marito di mio figlio - Rivista "Campo de` Fiori"
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il marito di mio figlio - Rivista "Campo de` Fiori"
Campo de’ fiori 2 SOMMARIO Editoriale: Dentro di noi.......................................................3 “Il marito di mio figlio”. Il ritorno a teatro di Andrea Roncato ed Eva Grimaldi.4-5 Gli ultimi giorni di ... EXPO...........................6-7 Curriculum vitae: Selene Gandini....................................................8 Roma che se n’è andata: Le fontane di Roma & le sinfonie di Ottorino Respighi.......................................................10-11 Ecologia e ambiente: Il Wi-fi genera radiazioni letali per le piante!........12 apeRIVER, Thursday in the new Saturday...13 LETTERE D’AMORE: Anna Magnani, tra cinema ed amori...................14-15 Silvano Boldrini: il poeta dei borghi........16-17 “Per quanta strada ancora c’è da fare... amerai il finale”. Intervista all’aspirante stilista Diletta Riccelli ....................................................18 Povera Italia....................................................20 Progetto “Love me Gender” contro la discriminazione di genere..............21 Cine Parade: La prima luce....................................................22 A tu per tu: Il mio bambino soffre di dislessia........................23 Ciò che è noto non sempre è anche compreso........................................................23 Morbo di Morgellons......................................25 La chiesa di San Giorgio................................26 L’angolo del grafologo: Analisi grafologica di Lorenzo, anni 29.................28 Come eravamo: “Boccaccia mia statte zitta!”................................29 Parliamo di funghi: Boletus Luridus ovvero il “Ferraro” e i suoi parenti ......30 L’angolo del collezionista: Le carte da gioco...............................................31 LA RUBRICA DEGLI EROI: Ciro Sacchi........................................................32 Il Fumetto: DKS MAIDEN OF AMNESIA.................................34 LA ZANZARA IMPERTINENTE........................34 Quando eravamo tutti più poveri..................35 Simuliamo di diventare milionari!!................37 Grande successo al Teatro dell’Angelo per “Il Monello”....................................................37 Il Maestro Campanaro di Agnone.................38 Feng Shui, intervista a Pasquale Fonte........39 I tesori dell’Agro Falisco: Corchiano tra necropoli e cavernette falische.......40 Novello Pastorelli. Artista del legno..............41 SPECIALE TEATRO BIANCONI: Gennaro Cannavacciuolo in “Volare”............42 Le origini del Teatro Bianconi...................42-43 Nicola Pistoia presenta “Flebosky”...............43 MESSAGGI.................................................44-45 Nel cuore........................................................45 I nostri amici..................................................46 L’angolo del poeta.........................................47 A TAVOLA CO’ ZI’ LETIZIA.............................47 NEWS ........................................................48-49 Agenda.......................................................50-51 Le proposte editoriale delle collane di Campo de’ fiori...........................................................52 Oroscopo........................................................53 Roma com’era................................................54 Album dei ricordi........................55-56-57-58-59 Annunci gratuiti........................................60-61 Selezione offerte immobiliari...................62-63 In copertina: l’Albero della Vita di Expo Milano 2015 SEDE OPERATIVA: PIAZZA DELLA LIBERAZIONE, 2 CIVITA CASTELLANA (VT) TEL/FAX 0761.513117 - [email protected] SEDE RAPPRESENTATIVA: VIALE MAZZINI, 140 - ROMA INFO PUBBLICITA’: 0761.513117 - [email protected] Campo de’ fiori Dentro di noi S e per un attimo ci fermassimo a guardare la nostra vita e ci chiedessimo del ruolo della nostra presenza su questa terra e del significato del viaggio fatto insieme a tanti altri fratelli, ci potremmo sentire confusi e troppo spesso inadeguati quali viaggiatori smarriti in questo cammino misterioso. Vorremmo, allora che il tempo consumato è più di quello rimasto, capire, di Sandro Anselmi capire ad esempio quanto dovevamo e non abbiamo dato e quanto indebitamente abbiamo ritenuto di tenere. Vorremmo spesso convincerci che tutte le ombre del passato fossero colpa del destino avverso e, seppur poche, le gioie una mercede inaspettata e consolatrice. A volte, nonostante la consapevolezza dei nostri errori, ci rimane difficile cambiare per non rompere le catene delle nostre sicurezze, e spesso per difenderle, vieppiù per conquistarne di nuove, si manifestano comportamenti lontani dai principi di convivenza e fratellanza. Ed è per questo che siamo incessantemente inquieti e ciechi, da non vedere cos’è veramente l’importante, se non l’essenziale. Dovremmo cercare ancora dentro di noi ed allora anche la persona più lontana, più dura, potrebbe riscoprire in lui quell’essere bambino, quel figlio amato che è stato, e regalare soltanto incondizionati gesti d’amore. I sorrisi asciugherebbero le lacrime ed il tempo rimasto non andrebbe sprecato. 3 “IL MARITO DI MIO FIGLIO” IL RITORNO A TEATRO DI ANDREA RONCATO ED EVA GRIMALDI Il cast al completo: Andrea Stendardi, Ludovico Fremont, Roberta Garzia, Pietro De Silva, Eva Grimaldi, Andrea Roncato e Pia Englebert, con il regista Daniele Falleri (seduto al centro). da Pietro de Silva, Ludovico mostrano vari volti della personalità cerFremont, Pia Engleberth, cando un equilibrio difficile a trovarsi.” Bolognese purosangue, lei ha fatto Roberta Garzia ed Andrea parte, per tanti anni, del duo con Gigi Standardi, diretti magistralSammarchi mente dallo stesso autore “… Ed ancora ogni tanto ci riuniamo per Daniele Falleri. La divertornare in scena e la cosa ci diverte molto tente commedia sarà in soprattutto perché è bello trovarsi ogni scena fino a fine mese ed invitiamo tutti i nosAndrea Roncato e tri lettori a non Gigi Sammarco hanno perdersela. Il tema è dato vita ad uno dei attualissimo e l’autore affronta con ironia un duo comici italiani più tabù sulla cresta delnoti ed apprezzati tra l’onda: il matrimonio gay. gli anni 80 e 90. E’ stata una gran bella serata, la prima de “Il marito di mio figlio” al Teatro Ambra alla Garbatella, interpretato da due grandi personaggi quali Andrea Roncato ed Eva Grimaldi, che si districavano con grande facilità nel numeroso cast formato Andrea qual è il suo ruolo? “Sono il papà di uno dei due ragazzi che si amano e decidono di sposarsi e che creano un grande scompiglio una volta dichiaratisi omosessuali. Un testo che mi è sempre piaciuto perché affronta il tema in maniera gradevole ed ironica sulla scia di una bella storia d’amore. I colpi di scena sono numerosi mentre tutti i personaggi Debuttano in RAI nel 1978 con lo spettacolo legato alla Lotteria Italia Io e la Befana, insieme a Raimondo Vianello e Sandra Mondaini. Poi, via via, partecipano a numerose commedie tv e per il cinema, nonchè a moltissimi varietà televisivi. Campo de’ fiori tanto davanti al proprio pubblico e scoprire che anche dopo tanti anni siamo apprezzati ed amati.” Lo ricordiamo interpretare per il grande schermo oltre trenta film tra cui “Qua la mano” (1980), “Acapulco, prima spiaggia a… sinistra” (1983), “I Pompieri” (1985), “Il Lupo di Mare” (1987), “Anni 90” (1993), “L’allenatore nel pallone 1 e 2” (1984-2008), “Il Cuore grande delle ragazze” (2011) ed in televisione “Don Tonino” (1987-1898), “Ladri si diventa” (1998), “Carabinieri” (2002-2008), “Il restauratore 2” (2014), “Squadra Mobile” (2015). Eva Grimaldi, invece, è la mamma dell’altro innamorato ed è entusiasta di interpretare il suo ruolo in questa commedia. Arriva in televisione grazie ad Antonio Ricci che la nota, e nel 1987 la porta a Drive In 5 che lascia dopo alcune puntate per interpretare il film “Intervista” di Federico Fellini. Alterna pellicole d’autore come “Tolgo il disturbo” di Dino Risi (1990), “L’angelo con la pistola” di Damiano Damiani (1992) a film popolari tipo “Rimini Rimini un anno dopo” di Bruno Corbucci (1987) e “Mia moglie è una bestia” di Castellano e Pipolo (1988). Cosa ne pensa di questa commedia? “La reputo una commedia piena d’amore ed in alcune volte anche commovente, e poi per me che sono vergine ascendente vergine non è facile immedesimarsi e soffrire le situazioni che prova il mio personaggio che oltretutto ha una storia proibita con Andrea all’insaputa di tutta la famiglia …” Sandro Alessi durante e dopo l’intervista a Eva Grimaldi e Andrea Roncato Entrambi sono stati delle vere icone del cinema italiano degli anni ‘80 e siamo molto contenti di averli rincontrati in teatro a fare quello che più hanno amato nella vita: provocare emozioni al pubblico in platea. Li ringraziamo per la loro disponibilità e gentilezza e siamo pronti a sederci anche noi in platea per goderci questa delicata ed ironica commedia: si alzi il sipario! Sandro Alessi TANTI EVENTI IN ATTESA DEL NATALE! L a Festa dell’Albero, giunta alla sua 11° edizione, ci ha pienamente introdotti nella magica atmosfera di questo Natale 2015. Domenica 15 Novembre, il Garden, addobbato a festa è stato preso d’assalto: un vero successo! Ma tanti sono ancora gli appuntamenti organizzati per i prossimi giorni. Il 29 Novembre è la giornata dedicata ai più piccini con la Festa del Bambino. In attesa dell’arrivo di Babbo Natale, tanti giochi musicale, baby dance e spettacoli di magia intratterranno i bambini per tutta la giornata. Alle ore 17.30 è previsto l’arrivo di 29 Novembre - Festa del Bambino 6 Dicembre - Corso Pasta di zucchero per adulti 8 Dicembre - Festa dellImmacolata 12 Dicembre - Corso pasta di zucchero per bambini Elsa ed Anna di Frozen, poi foto ricordo per tutti e la raccolta delle letterine per Babbo Natale. Divertimento assicurato! Il 6 Dicembre, invece dopo il consenso ottenuto lo scorso anno, sarà riproposto il Corso di Pasta di Zucchero per i più grandi che potranno decorare una splendida ghirlanda a tema natalizio. La pasta di zucchero sarà protagonista anche il 12 Dicembre, con un altro corso questa volta riservato ai giovani dai 7 ai 14 anni, che potranno, invece, decorare tre cupcakes a testa sempre a tema natalizio. L’8 Dicembre, giornata che da sempre segna l’inizio ufficiale della festa più attesa dell’anno, il Garden Center festeggia l’Immacolata invitando tutti a preparare insieme un bellissimo albero di Natale. Tutto questo perché il Verdeflora è molto più di un semplice vivaio: è un luogo d’incontro per grandi e piccini, dove trascorrere piacevoli giornate divertendosi in compagnia! Natale è una festa meravigliosa… il Garden Center Verdeflora sa come renderlo ancor più speciale! Campo de’ fiori 6 Gli ultimi giorni di... Expo Un tripudio di effetti speciali, new technology e multimedialità hanno stupito i visitatori. Ma il problema alimentazione? Sopra linterno del Pavillon Francia e al lato quello del Pavillon Turkmenistan È stato senza ombra di dubbio l’evento dell’anno. In questi mesi si è detto praticamente di tutto al riguardo ed anche io voglio raccontare la mia esperienza da visitatrice, seppur con l’occhio critico della giornalista, di Expo Milano 2015, che ho visitato in extremis, a soli due giorni dalla chiusura dei battenti. Un po’ per pigrizia, un po’ per scetticismo, non ero mai stata convinta fino in fondo di partire per visitare Expo, fino a che spinta dal resto della mia famiglia, ho colto l’opportunità dell’ultima gita organizzata disponibile. Scetticismo perché? Perché credo che, da che mondo è mondo, avere cibo a sufficienza per tutti e seguire un’alimentazione sana sia un diritto dell’umanità intera, non credo che ci sarebbe stato bisogno di mettere in piedi questo enorme “ambaradan” per ribadire l’importanza di nutrirci correttamente! Ho voluto piuttosto vedere nell’Expo un’opportunità per l’Italia di dimostrare al resto del mondo che poteva assolvere nel migliore dei modi a questo impegno affidatole, e che, nonostante la crisi ,era in grado di realizzare qualcosa di superiore. E qui, all’interno di questo sterminato parco, i paesi più ricchi sono riusciti a realizzare i padiglioni più belli e spettacolari, con l’intento di attirare il maggior numero di visitatori e di far parlare il più possibile di sé. Circa una ventina sono i padiglioni che, in due ingressi (uno serale ed uno giornaliero), sono riuscita a visitare e posso affermare che l’obiettivo, nella maggior parte dei casi, è stato largamente raggiunto. Luci, suoni e colori avevano il compito di ammaliare il visitatore, con un’infinità di effetti speciali che, più che essere all’Expo, davano la netta impressione di essere al cinema, all’interno di una sala in 3D. Ed è proprio per questo motivo che a mio avviso, si andava perdendo il nocciolo centrale della questione: il cibo e l’alimentazione. La presenza di decine e decine di schermi più piccoli, più grandi, addirittura maxi, sui quali venivano proiettati centinai di video che il- lustravano le colture tradizionali dei vari paesi del mondo, caratterizzava praticamente ogni padiglione. Ma seguirli per intero era pressoché impossibile se si considera che in ciascun padiglione, a causa dell’enorme afflusso di gente, non si riusciva a stare per più di dieci minuti. Quelli che più hanno fatto parlare di sé erano gli stessi per i quali si venivano a creare file interminabili di visitatori, che richiedevano addirittura ore di attesa prima dell’ingresso. Si trattava dei padiglioni del Giappone, degli Emirati Arabi, del Marocco, dell’Italia, per citarne solo alcuni, quelli che se si decideva di visitare, si doveva avere anche la consapevolezza che non si sarebbe riusciti a vederne altri. Ma ancor prima di rimanere sorpresi da ciò che era stato creato e ricreato all’interno dei padiglioni, era bello poter Tavoli multimediali allinterno ammirare l’esterno di quedel Padiglione Spagna ste enormi strutture per rimanere affascinati dalle loro linee architettoniche, fantasiose ed innovative, ultramoderne ed originalissime. Decine e decine di padiglioni, l’uno completamente diverso dall’altro (fatta eccezione per i nove padiglioni Cluster, ognuno con una tematica differente e caratterizzati da aree comuni, con Campo de’ fiori Lesterno di due degli 80 Padiglioni realizzati allExpo Milano 2015 spazi funzionali: mercato, mostra, eventi, degustazioni per rappresentare la filiera alimentare). L’impatto iniziale, per me, è stato quello di essere in un grande parco dei divertimenti, dove quello che doveva essere l’argomento protagonista è stato sopraffatto dagli effetti speciali. Non so effettivamente quanto ciascun visitatore sia riuscito a far tesoro dell’importante problematica dell’alimentazione mondiale, speriamo solo che almeno chi di dovere abbia fatto quanto possibile per migliore le condizioni nutrizionali soprattutto dei meno fortunati. E infine il grande dilemma, quello a cui già anche il nostro direttore nell’editoriale del n. 123 (Aprile 2015), pubblicato in corrispondenza dell’apertura dell’Expo, aveva accennato: cosa ne sarà di tutto questo? VI ASPETTIAMO CON TANTI TANTISSIMI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK Sono stati investiti tanti soldi ed energie, ma perché tutto questo solo per sei mesi? Che senso avrebbe smantellare questo nuovo pezzo di città così ben strutturato? Per quale motivo disfare queste splendide strutture, prototipi perfetti di architettura mondiale moderna? Il campo fiera è dotato di tutti i servizi più all’avanguardia: ascensori, scale mobili, illuminazione, impianti acustici anche all’esterno, grandi parcheggi, bagni, bar, fontanelle di acqua pubblica… Una delle poche cose certe destinate a rimanere sembra essere il grande Albero della vita (a cui abbiamo voluto dedicare la copertina di questo numero), alto trenta metri e diventato ormai il vero simbolo di questo Expo. Rimarranno poi il Palazzo Italia, la Cascina Triulza — l’unica struttura preesistente ma ristrutturata ex novo, destinata al volontariato e al Terzo settore — 7 I numeri Expo 110 ettari di superficie 145 paesi partecipanti 80 padiglioni espositivi 1000 dipendenti 21,5 milioni di visitatori 2600 forze dell’ordine 15 miliardi di investimento iniziale 24 miliardi di giro d’affari 10 miliardi di euro di pil 26 milioni di pasti distribuiti il Padiglione Zero, e l’Open Air Theatre, che dovrebbe essere dotato di una copertura. Dovremo aspettare il prossimo anno per poter dire l’ultima parola. Ermelinda Benedetti Foto di Simone Benedetti PER ESSERE SEMPRE AGGIORNATI SU TUTTE LE INIZIATIVE, E LE NOVITA DELLA RIVISTA CHE AMATE DI PIU Campo de’ fiori 8 Curriculum vitae Selene Gandini C i hanno colpito la scenografia, la risacca del mare e la voglia di viaggiare con Ulisse, ma soprattutto lei, la regista dello spettacolo “Viaggio Verso Itaca“, in scena al Teatro dell’ Orologio di Roma. L’abbiamo intervistata per Radio Punto Zero e, grazie al suo racconto ed alle sue parole, abbiamo capito Ulisse tramite le donne che lo hanno amato, odiato, atteso e ritrovato… Selene Gandini è regista, attrice e cantante, ed ha fortemente voluto questo spettacolo “Viaggio Verso Itaca” insieme alle sue attrici Caterina Gramaglia, Carlotta Piraino, Alessandra Salamida e Claudia Salvatore. Fin da giovanissima, nella sua Genova, si in- teressa al mondo del teatro frequentando i corsi degli attori Modestina Caputo ed Aldo Amoroso presso la scuola di teatro per ragazzi La Quinta Praticabile, che la portano successivamente a lavorare nella compagnia del Teatro del Mediterraneo. Riesce ad esordire su un palco appena quattordicenne a Taormina Arte. Lavora accanto a Giorgio Albertazzi, Dario Fo, Giuseppe Patroni Griffi, Arnoldo Foà ed Oreste Lionello, ma la ricordiamo anche nella parte di Giulietta nella Storia del Teatro in Italia, realizzata per la Rai da Giorgio Albertazzi e Dario Fo. Nel 2011 ha riscosso grande successo con la tournee de “Il Padre della Sposa“ accanto a Gino Rivieccio e Corinne Clery nella quale interpreta la sposa, ruolo un tempo di Elizabeth Taylor. Artista poliedrica, rivolge i suoi interessi anche verso l’arte della clownerie studiando a Parigi con Monia Mouche ed esordisce come regista teatrale nel 2007 al Politeama Genovese con lo spettacolo “La Verità è un limone“, che ripropone in Italia ed in Canada. Ricordiamo anche le sue partecipazioni a fiction quali “Un posto al sole“,“ La Squadra“, “Cento Vetrine“ e “Tempesta d’Amore“. Ci parla con orgoglio di questo progetto in scena, raccontandoci di aver scelto queste attrici che condividono un percorso di Teatro Danza e di ricerca vocale, interpretando il mondo femminile attraverso le figure mitologiche ed aver proseguito l’attività teatrale al femminile che aveva già intrapreso con “Little Women“ (stagione 2014-2015) insieme all’Associazione Culturale Kinesisart. Alla fine dell’intervista, estasiati dalle sue parole, ci accomodiamo in platea e siamo pronti a salpare per scoprire i segreti di Ulisse e le sue donne… Sandro Alessi Sandro Alessi con Selene Gandini e le attrici di “Viaggio verso Itaca”. Campo de’ fiori 10 Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi Le fontane di I R oma & le sinfonie di Ottorino Respighi l poeta e filosofo inglese Percy Bysshe Shelley, (Field Place Sussex 1792 - Viareggio 1822) diceva: “Bastano le fontane per giustificare un viaggio a Roma“. A conferma di di Riccardo ciò basti pensare che uno Consoli degli itinerari più suggestivi, per chi visita la città, si snoda tra le fontane e le fontanelle in ghisa con il becco ricurvo, note ai romani come “nasoni”. Senza alcun dubbio il poeta inglese aveva ragione: Senza le sue fontane, Roma non sarebbe la stessa! L’acqua e le fontane fanno parte, da sempre, del patrimonio artistico e culturale di Roma, dagli antichi romani fino ai nostri giorni, e sono diversi gli uomini di potere che hanno scelto questo elemento d’arredo urbano per tramandare il proprio nome. Le innumerevoli fontane dimostrano come i romani abbiano dedicato molta attenzione alle acque pubbliche, dagli acquedotti alle terme, e come tale attenzione si sia materializzata nella costruzione di fontane ricche di spettacolari giochi d’acqua, tali da arricchire e valorizzare le strade e le piazze della loro città. Con ogni probabilità, le fontane sono state la naturale conseguenza della conformazione geologica del suolo: vulcanico sui colli e alluvionale in pianura, del tutto permeabile, ma sovrapposto a uno strato argilloso impermeabile che ha favorito la comparsa di numerose sorgenti spontanee e rivoli d’acqua, con la conseguente tendenza a creare notevoli opere architettoniche, ma anche piccole fontanelle. Come per tutti i popoli, anche per i romani l’acqua era considerata un dono degli dei e, quindi, sacra, tanto che ad ogni sorgente era abbinata una divinità, di solito una ninfa, come nel caso di Egeria, secondo la leggenda amante, ispiratrice e poi moglie di Numa Pompilio. Le fontane vere e proprie, le c.d. “‘fontes”, ebbero origine quando si avvertì la necessità di raccogliere le acque sorgive, furono così realizzati i primi interventi di incanalamento e immagazzinamento delle acque funzionali alle necessità degli abitanti e per l’abbeveraggio degli animali. In genere si trattava di vasche in muratura all’interno delle quali sgorgava l’acqua da un cannello, ma poteva anche trattarsi di piccoli ambienti coperti aperti da un lato; soltanto in un secondo momento vennero aggiunti motivi architettonici estetici e decorativi e, un ulteriore passo avanti, si verificò con la costruzione degli acquedotti che consentirono la creazione di fontane, ossia di quei particolari manufatti che, via via, subirono un processo di monumentalizzazione. Ma quante sono le fontane di Roma? Volendo verificare la loro consistenza numerica si potrebbe trarre l’errata conclusione che sono limitate a quelle indicate nelle pubblicazioni dedicate a questo argomento. Naturalmente non è così, infatti, gli studiosi che si sono impegnati, con passione e entusiasmo, alla metodica ricerca e alla descrizione di tutte le fontane della città, visitando: cortili di palazzi, palazzine, ville e villette, giardini pensili, chiostri di conventi, addentrandosi nelle viuzze e nei vicoli della vecchia Roma, hanno potuto accertare che le fontane presenti nel tessuto urbano sono circa duemila, esclusi i “nasoni” di cui sopra. In altre occasioni ci siamo intrattenuti su alcune famose fontane come: “Fontana di Trevi”, insistente sull’omonima piazza, la Campo de’ fiori “Barcaccia”, posta ai piedi della scalinata di Trinità de’ Monti, la “Fontana dei quattro fiumi” di Piazza Navona, la “Fontana delle tartarughe” di Piazza Mattei. Oggi ci occupiamo della “Fontana del facchino”, una delle statue parlanti, impropriamente, definita “minore”, ma con una storia molto particolare. Possiamo ammirarla in Via Lata, quella brevissima stradina che collega Via del Corso a Piazza del Collegio Romano, originariamente addossata a Palazzo De Carolis; nel 1872 venne spostata e collocata nell’attuale posizione. Il “facchino” rappresenta un acquaiolo, con il caratteristico costume dell’epoca, che tiene fra le mani un barilotto dal cui foro centrale, una cannella versa l’acqua nella sottostante vaschetta semicircolare. Nel 1751, Luigi Vanvitelli, redigendo una perizia tecnica su Palazzo De Carolis, attribuì la scultura della fontanella a Michelangelo Buonarroti, particolarità, questa, che molti studiosi ritengono del tutto infondata, se non addirittura una leggenda. Tuttavia, in considerazione della grandezza del Vanvitelli e della dettagliata stesura della sua perizia ricca, fra l’altro, di un inventario delle pitture, ancora oggi esistenti nel palazzo, farebbero pensare all’esattezza dell’attribuzione. Inoltre, questa fontanella venne inserita su un lato della facciata del palazzo appartenente a una nobile famiglia fiorentina dell’epoca per la quale lo stesso Michelangelo scolpì la tomba di uno dei suoi più importanti componenti. Secondo diverso parere la “Fontana del facchino” sarebbe da attribuire al pittore Jacopo del Conte che viveva nella casa sopra e che, per la fama che godette a Roma nel cinquecento e per il suo stile michelangiolesco, avrebbero potuto causare l’erronea attribuzione del Vanvitelli al maestro fiorentino. Originariamente questa fontanina era sormontata da una lapide con iscrizione latina, autore l’abate Godard, la cui traduzione è questa: “Ad Abbondio Rizio, coronato sul pubblico marciapiede, espertissimo nel legare e soprallegare fardelli, il quale portò quanto peso volle, visse quanto potè, ma un giorno, mentre portava un barile di vino in spalla e un altro in corpo, morì senza volerlo”. Per quanto riguarda l’identificazione del “facchino” con la persona di Abbondio Rizio, personaggio noto per la sua forza erculea e per la sua smodatezza nel bere, naturalmente vino, si tratta, verosimilmente, di una credenza popolare, doveva trattarsi, infatti, di uno dei tanti acquaioli detti “facchino“ che di notte andavano a riempire botticelle con l’acqua di “Fontana di Trevi” che durante il giorno, dietro un modesto compenso, la offrivano alle persone, risparmiando loro la fatica di rifornirsene. L’approvvigionamento avveniva nottetempo per evitare il pagamento della tassa sull‘acqua come precisato da un documento del ‘500: “ … qualunque acquarolo che piglia acqua alla fontana di Trevi de continovo tutto l’anno, paghi in tutti julii cinque: item, che tutti cavalli et muli che caricano acqua alla fontana, paghi baiocchi cinque per ciasche bestia … “. Correva l’anno 1916 quando Ottorino Respighi, musicista, e direttore d’orchestra (Bologna 1879 - Roma 1936) componeva un “Poema sinfonico” dedicato alle “Fontane di Roma”. Il poema, che fa parte della c.d. 11 “Trilogia romana”, assieme a “Feste romane” e “I pini di Roma”, riporta le sensazioni provate dal maestro durante la visita della città facendoci rivivere quell’atmosfera romana purtroppo, in gran parte, scomparsa. L’autore ha voluto esprimere, in particolare, le sensazioni suggeritegli da quattro fontane di Roma, considerate nell’ora in cui le loro caratteristiche risultano essere più in armonia con il paesaggio circostante o in cui la loro bellezza appare particolarmente suggestiva. Il poema è suddiviso in quattro parti, la prima delle quali, ispirata alla “Fontana di Valle Giulia”, evoca un paesaggio pastorale, mandrie di pecore passano e si dileguano nella fresca e umida alba romana; la seconda, dedicata alla “Fontana del Tritone” al mattino, è una sorta di richiamo gioioso cui accorrono frotte di naiadi e tritoni che s’inseguono intessendo una danza sfrenata; il terzo introduce “Fontana di Trevi” al meriggio, un tema solenne con aspetto trionfale, il carro di Nettuno tirato da cavalli marini è seguito da un corteo di sirene e tritoni; il movimento finale, riguarda “Fontana di Villa Medici” al tramonto; un tema triste che si leva su di un sommesso chiocciolio; è l’ora nostalgica del tramonto, l’aria è piena di rintocchi di campane, di bisbigli di uccelli, di brusii di foglie. Poi tutto si acquieta dolcemente nel silenzio della notte. 12 Campo de’ fiori Ecologia e Ambiente Il Wi-fi genera radiazioni letali per le piante! S ono molte le ricerche per capire se gli effetti delle radiazione Wi-fi siano nocive per la nostra salute, innescando gravi malattie di Giovanni che potrebbero manifeFrancola starsi in un prossimo futuro. Molti di questi studi sostengono che non c’è nessuna correlazione tra alcune malattie e l’esposizione al Wi-fi, mentre altri sostengono, ad alta voce, che sarebbe il caso di approfondire e attuare il principio di prudenza, prima di sostenere che sia del tutto innocuo senza effetti collaterali soprattutto a lungo termine. Sta di fatto che una recente ricerca condotta dall’università di Wagenigen (Paesi Bassi) ha accertato che la flora in zone ad alta attività di Wi-fi è affetta da sintomi che non possono essere legati ad attacchi batterici e virali. I sintomi più frequenti sono “il sanguinamento”, fessure nella corteccia, e la morte di parte del fogliame, manifestando anomalie anche nella crescita. Per verificare l’ipotesi che tali danni sono provocati da campi elettromagnetici, i ricercatori olandesi hanno usato dei frassini, esponendoli a vari tipi di radiazioni per un determinato periodo. Dopo circa tre mesi gli alberi di frassino esposti ai segnali Wi-fi, hanno mostrato danni da radiazioni elettro- magnetiche, tra queste una specie di scintillio sulle foglie, sintomo questo che indica la morte imminente. Negli ultimi cinque anni degli alberi all’interno dei centri urbani, più del 70% soffrono di “avvelenamento” da campi magnetici, percentuale molto alta rispetto al 10% del 2010. E’ un dato che dovrebbe far riflettere molto, ma che purtroppo per motivi legati ad enormi interessi, spesso viene ignorato, per non dire taciuto. I ricercatori hanno in programma ulteriori ricerche per comprendere le ripercussioni delle radiofrequenze sulla vita vegetale. Sembrerebbe che gli alberi in ambienti rurali o montani non ne sono colpiti, ma il “sembrerebbe”, a mio avviso, è del tutto necessario, visto che i pericoli sull’elettrosmog a medio e lungo termine sono del tutto sconosciuti, almeno per ora! Per tornare a noi “umani” una cosa è certa, che queste nuove tecnologie ormai sono entrate così prepotentemente nel nostro quotidiano più di quanto possiamo immaginare e privarsene è quasi impossibile… ma a quale prezzo? Campo de’ fiori River & The Race Club presentano apeRIVER, Thursday is the new Saturday Special Guest from XFactor Italia: ABA, giovedì 5 Novembre la grande apertura I l giovedì si tinge di colori vivaci, presso il The Race Club in via Labicana 52, parte apeRIVER, il nuovo appuntamento per un aperitivo all’insegna del puro divertimento.. Il primo appuntamento, giovedì 6 Novembre, ha visto protagonista onstage la voce di ABA, talentuosa finalista di XFactor, accolta dal padrone di casa Giusva, seguito dai suoi bellissimi RiverBoys... il tutto condito dal DjSet di un esplosivo Mattia Matthew. In un intimo salotto vintage, in cui l’attenzione per il dettaglio e la cura per il particolare la fanno da padrona, in un ambiente ricercato pieno di luci ed amarcord, nasce apeRIVER, nuovissimo rendez-vous dedicato ad un pubblico eterogeneo, a due passi dal Colosseo. Un locale di recentissima apertura, che nasconde un luogo molto caro anche ai volti noti del quartiere e che si ispira agli speakeasy, termine con cui durante il proibizionismo in America si indicavano i bar dove venivano segretamente somministrati i distillati. E visto che lo speakeasy, sempre più in voga nella Capitale, è sinonimo del buon bere, apeRIVER non poteva farne a meno... Sorpresissima della serata l’arrivo delle splendide fanciulle del BURLESQUE internazionale giunte nella Capitale per il prossimo 3rd CAPUT MUNDI International Burlesque Award organizzato dalla bellissima Albadoro Gala e coadiuvata dalla maestria organizzativa di Roberta Savona. Testo e foto di Aldo D’Ambrosio 13 14 Campo de’ fiori Anna Magnani tra cinema ed amori. “Toglietemi tutto: la carriera, la politica, Mike Bongiorno, il Festival di Sanremo. Ma l’amore no, m’impelago fino ai capelli”. L o ebbe e s’impelagò tutta la vita. Il primo amore che l’avvolse come una calda coperta fu quello della nonna, per sua somma di Bruna Ferrini fortuna e per sostituire quello della madre lontana. Ce ne sarebbe voluto proprio tanto e lei ne era così desiderosa che lo conquistò comportandosi bene a casa ed a scuola. Divenne la Reginella, proprio come la canzone che le cantava la nonna, vezzeggiata da uno stuolo di zie e zii che l’accompagnarono, quasi per mano, prima alla scuola elementare e su su fino al liceo passando per la scuola di musica Santa Cecilia di Roma, la città dove era nata. “Cosa credono, dirà più avanti, io sono una donna che ha studiato. Come ve lo devo dì , come ve lo devo spiegà, non sono stata raccattata per la strada, che ho fatto fino alla seconda liceo, che ho studiato pianoforte per otto anni..” L’ha detto a chiare note ad Oriana Fallaci che le ha dedicato più di un’intervista lasciandoci forse il ritratto più vero della signora Magnani alla quale si rivolgeva sempre con grande curiosità e professionalità. Perché l’attrice che apparve nelle pellicole di mezzo mondo e sul palcoscenico di numerosi teatri, era per lei la creatura “più misteriosa e più chiara che la mitologia del cinematografo abbia inventato”. Infatti la sua biografia è così ricca di eventi che la stampa nazionale ed estera ne ha fatto motivo di scrittura quasi quotidiana descrivendone vizi e virtù, amori tempestosi per uomini che l’hanno ricambiata o abbandonata , amicizie lungamente coltivate e poi finite, passioni per gli animali che hanno vissuto accanto a lei giorni felici, specie Ciuffettina la gallina che dormiva nel suo letto da bambina e tutti gli altri. “ Amo tutti gli animali. Un cane è bello, è poesia, è natura, è autentico, non mente. Ed anche gli altri, trovo che lo sguardo di un animale , la sua dolcezza, la sua stessa presenza sono veri come tutti i miracoli che ci offre ogni giorno la natura. Gli uomini, invece , cosa ci offrono”? La vita glielo farà scoprire e non sarà molto, stando a quanto raccontato da lei e dalle cronache del tempo, dai suoi occhi, definiti immensi, marroni o neri, sempre tremendi, nei quali ciascuno ha trovato da leggere una risposta mentre quella catturata dalla Fallaci appare quasi profetica: “ Una tristezza mascherata di vivacità”. E’ iniziata a Roma, la sua esistenza, nel 1908 figlia di Marina Magnani e di un papà calabrese, come diceva lei, e proseguita nella casetta molto bella nei pressi del Campidoglio e poi nel quartiere di Porta Pia. Da sola ha scelto di studiare presso l’Accademia Eleonora Duse di Via Condotti dove si diplomerà con Paolo Stoppa che le resterà buon amico per sempre. “Non ero nata attrice” racconterà più volte ma diventerà per sempre la Nannarella nazionale perché lei lo ha voluto : “ Avevo solo deciso di diventarlo nella culla , tra una lacrima di troppo e una carezza di meno”. Nel 1925 arriva la prima scrittura con la compagnia di Dario Niccodemi il cui ricordo le farà dire: “Ho cominciato da “ Signora, la cena è servita”, ovvero la prima parte d’attrice conquistata a caro prezzo in lunghi viaggi in treno, “ quella parte faticosa ed ingrata che oggi nessuno più vuole fare ma che è la sola che esista. La migliore scuola è il palcoscenico”. Ma lei comincia a pensare anche al cinema, allora agli albori, perchè le avrebbe permesso migliori guadagni. Non era sola a volere questo, in qualche altra parte del mondo c’era un giovane Goffredo Alessandrini che, sia pure provenendo da una facoltosa famiglia, si preparava alla ricerca del cinema e del teatro proponendosi come regista. Il loro incontro avvenne a teatro, come nelle migliori favole, all’Arcimboldi di Milano dove Anna è approdata: “ Io avevo 19 anni. A 19 anni una donna diventa civetta. E’ naturale, no? Mi innamorai dell’uomo che avrei sposato. All’uscita dal teatro mi invitò al ristorante. Seppi anche (per ascoltarlo quasi non toccai cibo) che era anche regista cinematografico. Aveva studiato a Cambrige. Cambrige, vi rendete conto”? I commenti dell’attrice, scritti minuziosamente nel corso della sua vita senza poi trasformarli in lettere, (o almeno queste, se ci sono,fanno parte del patrimonio della sua famiglia) sono quelli La giornalista Oriana Fallaci (a lato), ebbe più volte modo di intervistare lattrice Anna Magnani (sopra). Le interviste sono state raccolte nel volume “Gli Antipatici” che ci conducono passo passo attraverso le sue esperienze di vita, sono appunti che , forse, le avrebbero permesso di scrivere la sua “ autobiografia” quella sola che avrebbe potuto dire la “sua” verità, così lei pensava e disse più volte. E negli appunti troviamo la descrizione del suo matrimonio avvenuto nel 1935 in Campidoglio a Roma: ”… Mio marito aveva dimenticato le fedi a casa ( corse a prenderle). E adesso guardando il sindaco non riuscivamo a trattenere le risate. Come scolaretti davanti al maestro”. Il viaggio di nozze fu a Via Veneto! Gli anni che seguirono portarono ad Anna tutti i morsi possibili della gelosia: abbandonato il teatro, scelse il ruolo di moglie: non così Alessandrini che tra cinema e teatro visse ed ebbe successi anche con le dive dell’epoca, fino all’incontro con Regina Bianchi un’affermata attrice e poi sua seconda moglie. Molti anni dopo, sarà ancora Oriana Fallaci ad ascoltare le parole di Anna a commento del suo amore finito e dei compagni che avrà dopo: “ …Il fatto è che le donne come me si attaccano agli uomini con una personalità superiore alla loro. Io non ho mai trovato un uomo capace di minimizzare la mia. Ho trovato uomini.. come Campo de’ fiori dire? carucci. Dio: si piange per quelli carucci, intendiamoci, ma sono lacrime di mezza lira. Incredibile a dirsi. Il solo uomo per cui non ho pianto per mezza lira è mio marito: Goffredo Alessandrini... Quando lo rivedo provo sempre immensa tenerezza“. Molti anni dopo, quando la fortuna non sarà più dalla parte del regista, Anna si rivela la migliore delle amiche per lui e la nuova famiglia. “Devo aiutarlo perché se lo merita. Non c’è più niente tra noi Certo non furono rose e fiori anche con lui... lo sposai che ero una ragazzina e finchè fui sua moglie ebbi più corna che un canestro di lumache”. La Fallaci sorride all’ascolto e l’attrice incalza con una frase che farà epoca: “Orià, cos’è quel sorrisino”? (chi mai avrebbe osato rivolgersi alla Fallaci chiamandola Oria’?) passando poi a parlare dell’amicizia della quale la Magnani aveva un concetto tutto suo: ”Essere traditi in amicizia è peggio che in amore … Sono più umane le bestie degli uomini... mi viene una tal voglia di ritirarmi in campagna dove nessuno mi veda , tra i cavalli, tra i polli. Davvero”. E riuscì ad andare, se non proprio in campagna, al mare del Circeo nella famosa villa nella quale si ritirava con i suoi animali ma all’amore non rinuncerà. “L’amore è respiro e veleno. Certi giorni mi dico: Anna stai attenta, questa è la cotta che ti ammazza. Perché, sì, di carattere sono eccessiva ,smodata”. Come regalo d’addio l’ex marito le donerà “Fori Imperiali” una cavalla: “Te la regalo perché ti assomiglia. Ha una groppa generosa e le gambe storte e magre”. Sulle gambe della Magnani sono state scritte infinite descrizioni. Magre, secche, lunghe compensate dal trionfo del seno: abbondante, rigoglioso, sempre in vista nelle scollature larghe, profonde e sbrindellate. Rimasta sola, almeno ufficialmente per poco tempo dopo Alessandrini, ecco all’orizzonte un nuovo amore. Si chiama Massimo Serato “bello come il sole, una specie di cherubino, attore di cinema per il quale le donne se ne andavano di testa”. Questa una presentazione dell’epoca. Un altro campo d’amore e di guerra per Anna, gelosa fino allo spasimo e dal quale uscirà con un miracolo: aspetta un figlio, il suo Luca, bellissimo più del padre e con lui cambierà la sua vita. Si preoccupa di dargli un cognome, all’epoca era d’obbligo quello del coniuge, quindi si chiamerà Alessandrini fino al giorno in cui Anna lo vorrà Magnani e Luca Magnani è oggi l’architetto di successo che ha dato a sua madre una nipote, Olivia Magnani, che ha debuttato a sua volta nel cinema. Dopo la sua nascita, Anna si getta a capofitto nel lavoro, il cinema ed il teatro le offrono tante occasioni, il sodalizio con Totò nell’avanspettacolo la farà conoscere al grande pubblico, al centro “Campo de’ fiori” il film girato per intero nella più bella piazza di Roma. Regista Mario Bonnard, fu proiettato nelle sale cinematografiche nel 1943. Siamo negli anni bui della guerra e gli echi nella piazza, tra 15 Nella foto a sx Anna Magnani, in quella a dx Olivia Magnani, nipote della celebre attrice romana, che ricalca le orme della nonna. Messe a confronto, la somiglianza dei tratti del viso è notevole. la gente, giungono tristi e sonori: i venditori offrono la loro merce esaltandola a forza di grida, compare Aldo Fabrizi che fa un po’ il pescivendolo, il vetturino, il tranviere, il tutto espresso nel dialetto romanesco e nell’umanità dei “piazzoroli”. Anna Magnani diventa la Divina Magnani e si avvicina per lei “Roma città aperta” con la nascita del neorealismo cinematografico. Il progetto del film è messo in campo da personaggi che sono entrati nella storia del cinema ma che allora erano alle prime esperienze. Roberto Rossellini regista, Sergio Amidei sceneggiatore, Federico Fellini disegnatore e caricaturista: tutti a cercare soldi per finanziare la storia raccontata da una contessa il cui nome resterà ignoto. Un parroco, Don Pietro Morosini, durante l’occupazione di Roma è stato torturato ed ucciso dai tedeschi perché ha nascosto i partigiani loro nemici. Piano piano si trovano i soldi, quelli offerti da un pastore in cerca di fortuna sono pochi e quelli raggranellati da altri si fanno bastare perché si decide di girare il film nelle piazze e nelle strade, non in studio. Ma chi dà l’avvio pieno di entusiasmo è Anna Magnani: “Quando vennero a leggermi il copione dissi: Questo è meraviglioso. Perché non fare un film su una donna qualunque, che non sia né bella né giovane, né diva né falsa? Sarà ascoltata e il film si farà, lei per la strada inseguirà il camion dei tedeschi che le portano via il marito, lei morirà distesa a terra. Pochi sanno come andarono le riprese di questa scena, c’entra una lite con il suo Massimo che lei insegue litigando ed i registi riprendono mentre quel tormentato amore finisce per sempre. Dopo poco nasce quello per Roberto Rossellini su cui Anna ha messo un punto fermo, ovvero una precisazione per la storia con la sua intervistatrice: “Orià, che vuole che le dica: con Rossellini ci ho lavorato meglio che con qualsiasi altro regista. Quando preparava una scena era sempre la scena che avrei girato al suo posto. Eppure quando una qualsiasi ragione mi allontana da lui tutto comincia ad andarmi bene. …da anni voi giornalisti continuate a dire a parlare del mio folle amore per lui ma vogliamo dire la verità? Era Rossellini che mi stava addosso, che non mi lasciava vi- vere... Se quel folle amore fosse esistito non me lo sarei lasciato scappare”. Ecco fatto: l’attrice italiana ridimensiona la fuga dell’amante con l’attrice americana Ingrid Bergman che tanto scalpore aveva suscitato qui ed al di là dell’oceano. Del resto altre volte la Magnani si era espressa sui suoi amori: “Esistono solo piccoli amori che durano un periodo di tempo più o meno breve per questo tutte le volte che io ho amato un uomo, non me la sono presa troppo. L’ho amato, sono stata gelosa, perfino delle mosche, ma sapendo che doveva finire. E quando finisce... si piange un po’, ma poi se ne esce. Passano due, tre mesi, lo ritrovi per strada e ti sembra impossibile aver sprecato tempo e sonno e le lacrime dietro di lui”. Forse in questo modo continuerà a vivere i successivi e numerosi amori mentre al cinema ne ha fatti rivivere tanti e vari ma tutti veri nella sua umana interpretazione. Ha sublimato l’amore filiale con “Bellissima”, ma ha vissuto con dolore, con gioia, con speranza per tutta la vita quello per suo figlio che la paralisi infantile aveva colpito come tanti altri all’epoca, quel riservato Luca, papà dell’attuale e giovane attrice la quale, a domanda dei giornalisti circa la sua somiglianza con la celebre nonna, risponde: “Io sono alta e longilinea”. “Ma gli occhi?” incalzano: “Erano verdi come i miei (noi li conosciamo in bianco e nero). Qualcosa è passato”. C aro direttore, mi hai detto che Anna Magnani sarebbe stata bene in questa mia pagina. Ora che l'ho scritta, comprendo. L'attrice ha lasciato il timbro della sua voce a Campo de' fiori! E te, quasi cogliendone il senso, l'hai gemellata nel titolo della tua Rivista. Bruna Ferrini Campo de’ fiori 16 Presidente del Centro Ricerche Studi di Ronciglione e fondatore del Premio Letterario Nazionale “Roncio d’oro” SILVANO BOLDRINI: IL POETA DEI BORGHI F orse non è la definizione che lui si aspetta, o quella che preferisce, ma non so definire in altro modo Silvano Boldrini, ronciglionese di antiche generazioni, l’indi Roberto fanzia trascorsa in quei Ragone Borghi che ha cantato e celebrato in una delle sue raccolte più intime, appunto, ‘Il fiato dei Borghi’. E dei Borghi si sente il fiato anche nelle sue parole, quando ci incontriamo nella sede naturale delle nostre chiacchierate, la Biblioteca Comunale, sede del Centro Ricerche e Studi di Ronciglione, di cui Silvano è presidente. I luoghi conservano il ricordo delle nostre presenze, come delle presenze di tutti coloro che vi hanno vissuto, e non si può attraversare il Borgo di Sopra e il Borgo di Sotto senza sentire un ‘fiato’ che ti prende, ti avviluppa, ti abbraccia, ti accompagna come un benevolo ectoplasma, fino a quando non lasci quei luoghi così antichi, dove le pietre e i muri si ricordano, per averle vissute, di tutte le vicende tristi e tragiche che li hanno attraversati; come di quelle liete. Ma sempre, le cose che ci toccano di più sono quelle che ci fanno soffrire, e sono quelle che rimangono, cicatrici nell’anima. Questo è ciò che i Borghi trasmettono a chi li attraversa, anche se a Ronciglione non è nato; ed è questo ciò che alcune raccolte di Silvano Boldrini celebrano, più o meno consciamente. “Hai nostalgia de ‘O’ campanò” gli chiedo a bruciapelo (il mensile da lui fondato nel 1978 e diretto fino al 1982, duemila copie di tiratura, duecento a ronciglionesi trapiantati a Roma n.d.r.). “Sì, tanta, perché mi aiutava, mi spingeva, mi obbligava a cercare la verità, e me la faceva anche amare. Il mio amico, l’avvocato Nino Baldini, recentemente scomparso, fece ben nove abbonamenti al giornale per altrettanti suoi nipoti di Roma. Un giorno, dopo aver letto il mio solito editoriale ‘pericolosamente’ impegnativo, mi disse: ‘Bravo, hai avuto coraggio’. Dopo cinque anni io e il mio cofondatore Attilio Cesaretti chiudemmo i battenti con ancora 440.000 lire in cassa, che devolvemmo in beneficenza, incrementando la rubrica ‘Cuore di Ronciglione’. Ogni tanto qualcuno mi invita a riaprire i battenti, ma è tardi, ed è sera. Acqua passata non macina più “Da dove nasce la tua poesia?” “Basterebbe il titolo del mio ultimo libro, ‘Canto affacciato all’anima’. Ma ancora c’è bisogno di dare voce al cuore, alle emozioni, fare provvista d’amore per rintracciare un senso nel divenire della storia, della vita e del mondo intero. Ancor più a ragione, se il Tempo incalza divorando un cammino su percorsi prestampati, sempre uguali, di una quotidianità che corre, corre, su di un treno che ha sempre fretta, puntando stazioni che non arrivano mai. Così i ‘paesaggi umani’ scompaiono dai nostri obiettivi. Ecco da dove nasce la mia poesia. “Perché quella metrica, da dove viene?” “Viene da basi classiche: dal senso estetico, dalla costruzione rimata, con l’idilliaco endecasillabo leopardiano intervallato, mozzato dal fendente di un settenario. A volte amo raccontare con il beato tono dei cantastorie, con l’ottava rima del popolo, gratificandomene; con quella ho scritto ‘Ronciglione in… canto’, storie e leggende di Ronciglione e dintorni. “Qual è, di tutti quelli che hai scritto, il libro che ami di più?” “Beh, è il mio unico romanzo, ‘Un caso da niente’. Lucia Girelli, che l’ha impreziosito con la sua splendida prefazione, così scrive: ‘Non ‘un’ romanzo, ma ‘il’ romanzo, l’opera d’eccellenza dell’autore, perché è la storia della sua vita, che si interseca con quella del protagonista. L’ingegner Soderi – il protagonista – per superare il senso di insoddisfazione che ogni tanto si affaccia nella sua vita, trova un’ancora di salvezza nella poesia. La sua anima di poeta, infatti, riesce a vedere le cose al di là delle apparenze, gli fa percepire il mondo in un modo diverso, gli fa vedere ciò che gli altri non vedono.’ Lucia ci ha azzeccato in pieno. “Scrivere ti ha cambiato la vita?” “Assolutamente sì, ma non alla fine del lungo viale camminato, bensì fin dai primi passi; mi ha aiutato – ma per ragioni diverse dalle sue – il don Abbondio manzoniano: scansare i sassi, in senso figurato, lungo il percorso spesso impervio.” “Quando hai incominciato, e perché?” “L’ho detto poco fa, mi ha aiutato a non scivolare nell’ovvio, nel banale, o semplicemente nel falso mito della dea produzione di un’imprenditorialità costretta entro l’archetipo delle regole dettate da un sistema – posso dirlo? – a volte soffocante.” “Dimmi un sogno – non un desiderio.” “Tutti e due. Con l’aiuto della metafora, il sogno di fissare un cielo sempre ricco di lumini accesi; il desiderio di andare, di capire oltre il cammino della quotidianità. Immaginazione; immaginazione che ci fa vedere le persone oltre la superficie.” “Se tornassi indietro?” “Vorrei cose che non ho mai avuto, la sensibilità cui mi è stato vietato accedere. Ma tornare indietro, no. Sono un po’ fatalista, di un fatalismo vicino al pensiero omerico. Vedi, non è stato il Fato a mandare alla morte Ettore, figlio di Priamo, nel duello contro Achille. L’ultima parola, la decisione finale, fu dell’eroe troiano, non del destino. Ettore, se decidi di combattere, morirai per mano di Achille. Ma se decidi di non farlo, Campo de’ fiori io, Destino, non posso obbligarti. Dunque una fato preveggente, non decisivo. “A chi sono dedicate le poesie d’amore?” “Come tutti i poeti, anch’io ho la mia Fiamma. Ma finchè non trovo una donna che ha gli occhi più verdi di quelli di mia moglie… ancora, dopo più di mezzo secolo, è lei la mia Fonte Meravigliosa, la Fonte di ispirazione.” “Il romanzo…?” “Come ha detto la Girelli, è ‘Una lunga poesia in prosa’. Che vuoi farci, è il mio DNA”. 17 VORGO DE SOTTO Core de Ronciò, vorgo de sotto, ‘ndove ‘ncammino antico più nun sbuffa, ‘ndove cce torni e sbotta tutt’un bòtto a voja de restacce e facce ‘a muffa: che hai voja tu a ggirà pe’ tutto ‘r monno, quanno ‘o ritrovi ‘r core de tu nonno ‘E scalette, i telari, quante vite, quante rincorse, quante fiarellate; ai primi soli senza margherite, ai primi amori su nn’e scalinate che diventono sogni e fan profumo po’ nn’i cammini se ne vanno ‘nfumo. Via Tre Cannelle, ‘a piazzetta, ‘e Mole, ‘a Previdenza sopra ‘a pietra antica, Funtana a llungo, un greppo de viole, dove ‘cce senti anco’ ‘na voce amica. Si tte ce poi posa’ co’ sentimento allora senti pure ‘a cantilena d’ ’e regazze che vanno a pagamento a sciacquetta’, e nasconnono ‘a pena; Te rivorria sentì come ‘llo giorno ‘a lavannara più bella der monno. ‘Nguattete drento a ‘o muro affumicato, vacce a ripiatte ‘n sogno e ‘na carezza, leva quello che cci-hai depositato co’ ‘a chiave che se chiama giovinezza. Suor Mariangiala, ‘n sogno, ‘na piazzetta ‘o granturco a sciuttasse a la solina, Costanzo che tracanna ‘na fojetta, ‘o rosario d’ ‘a monaca Sterina… VORGO, che confusio’ cchi nn’a capoccia; me pare d’esse drento a ‘na pastocchia. Silvano Boldrini è nato e vissuto a Ronciglione. Imprenditore, presidente della locale squadra di calcio, presidente della allora Cassa Rurale e Artgiana, presidente del Centri Ricerche e Studi, ha sempre cercato nella sua seconda natura, la poesia, una via di fuga dalla banalità della vita e delle sue miserie. ‘Una stanza in più’, come ama definire la sua fuga dalla realtà, il suo rifugio segreto ed inaccessibile, una ‘stanza’ virtuale in cui si rifugia, e nella quale crea le sue cose più belle. Nel 1994 ha fondato il Pre- mio Letterario Internazionale ‘Roncio d’Oro’, che ha festeggiato quest’anno il suo 23esimo compleanno. Oltre al già citato ro- manzo ‘Un caso da niente’, ha pubblicato cinque raccolte di poesie, molte in dialetto ronciglionese (una lingua musicale e affascinante che è retaggio di pochi, e che si fa di tutto per non far scomparire n.d.r.). L’impegno per la costante ricerca e promozione dialettale gli è valso l’inserimento nell’opera antologica ‘La Regione Invisibile’, (Tuscia Meridionale), di Silvia Graziotti – Ed. Cofine S.r.l. Roma. Voglio chiudere queste righe con una poesia tratta dal suo volume ‘Paese mio… vita mia…’ Ronciglione 1999. Ecco l’indirizzo del mio blog letterario: ragoberto.altervista.org. CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE SI desidero abbonarmi a : Campo de’ fiori (12 numeri) a 25,00 I miei dati Nome___ ____ __________________________________ Cognome______________________________________________ data di nascita_______________________Città________________________________________________________Prov._______ ______________________________________________________________Telefono____________________________________ Desidero regalare l’abbonamento a: Campo de’ fiori (12 numeri) a 25,00 Il regalo è per: Nome_______________________________Cognome________________________________________________________________ _data di nascita_________________________Città____________________________________________________Prov.________ Via_________________________________________________________________Telefono________________________________ effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.za della Liberazione n. 2 - Civita Castellana Data______________Firma__________________________________ Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di “Tutela dei dati personali”. 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E’ proprio questo che mi ha incuriosita e grazie alla sua disponibilità sono riuscita a farle qualche domanda e a realizzare così una piccola intervista. Cara Diletta da quanto tempo sogni di diventare una stilista? Fin da quando ero piccola. Ho sempre detto ai miei genitori: “Da grande voglio fare la stilista”. A volte anche inconsciamente, poi crescendo ho capito che è veramente questo il mio sogno. E una volta iniziata la scuola mi sono appassionata sempre di più. Qual è stato il primo capo che hai creato? A parte i tanti abiti che abbiamo realizzato a scuola, il mio primo capo è stato un abito di piume blu. Ho cucito a mano ben 260 cm di piume. Certo ci sono voluti tre mesi, ma la soddisfazione è stata tanta. Avevo visto un vestito di piume e così ho voluto provare a farne uno simile. Ovviamente io ho fatto qualche modifica, anche perchè l’originale aveva molte più piume. A proposito, i materiali e le stoffe che usi sono molto costosi? No, assolutamente. Cerco sempre di usare stoffe non troppo costose e poi giro tra i mercatini per comprare perline e altri materiali. Pensa per una sfilata sono riuscita a fare un abito con soli 15euro. Basta l’inventiva! Giusto! Riguardo alle sfilate, a quante e a quali hai partecipato? Fino ad ora sono stata due volte ad AltaModa Roma, una volta a Viterbo e recentemente a Nepi e a Gallese. Di certo non mi posso lamentare però vorrei tanto poter organizzare una sfilata nel mio paese. Complimenti. Immagino che la soddisfazione dopo ogni sfilata sia tanta. Assolutamente si. Anche se spesso succede che io mi renda conto solo la mattina dopo la sfilata, e lì sono veramente soddisfatta. E’ la cosa che mi piace di più e poi penso “Oddio che bello”. Anche perchè partecipare ad una sfilata richiede fatica, sacrificio ed impegno, diciamo che una volta finita, scoppio in lacrime per l’emozione e l’accumulo di stress dopo tanto lavoro. Ma la cosa mi rende veramente felice. Io adoro creare vestiti. Quali sono i tuoi colori preferiti e che genere di vestiti ti piace creare? Senza dubbio i miei colori preferiti sono sabbia, bianco e blu mare. Il mio vestito ideale si trova a metà strada tra Alta Moda e Pret à porter. A quale Guru della moda t’ispiri? Stephane Rolland. E’ uno stilista francese di 50 anni non molto noto. Secondo me fa dei vestiti pazzeschi, riesce ad usare tessuti leggeri che ti danno un’idea di materia. Io lo adoro. Mi piace troppo! Invece con chi ti piacerebbe collaborare un giorno? Con i direttori creativi di Valentino: Maria Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli. Quest’anno hanno vinto l’Oscar della moda. Sono molto bravi! Progetti per il futuro? Beh direi di siiiii! Innanzitutto vorrei diplomarmi e laurearmi. Poi vorrei aprire un marchio mio e perchè no lavorare nel cinema o nel teatro! Certo la strada è ancora molto lunga ma io ce la metterò tutta affinchè il mio sogno si realizzi. Speriamo bene! Ci salutiamo così con la nostra cara Diletta. La determinazione, il rigore, la perseveranza faranno di te una grande stilista. A noi non resta che augurarti buona fortuna! Foto di Giorgio Biagiola 20 Campo de’ fiori Povera Italia Approssimazione e presunzione di unicità caratterizzano il nostro Paese. F rasi tipo “io ho rubato, ma Tizio e Sempronio hanno rubato più di me” classificano in negativo la nostra Nazione, come se un magdel Prof. gior delinquere potesse Sergio giustificare il reato infeFunicello riore. Urliamo, anzi urlano che questo governo non sa punire, ma se ti pizzicano il figlio a rubare 20 euro, allora “polizia fascista e disgraziata lo ha denunciato”. Quel tal politico è un delinquente, magari è vero, ma ciò non autorizza noi a giudicare gli altri. L’ingiuria tramite facebook è un’aggravante e ciò , essendo legge, deve essere messo in conto quando scriviamo giudizi che non devono essere coperte nè dal comune pensare e, men che meno, deve portare a benevolenza da parte della magistratura. Non si può accettare che un membro della Polizia di Stato diffidi un medico legale che chiami temendo un’azione criminale nei confronti di una persona che stia sola in casa, dicendo “l’avverto che lei sta intralciando un’operazione di polizia” come nelle peggiori serie poliziesche di una pessima telenovela, sapendo, peraltro, di parlare con un soggetto ben avvezzo al codice penale e civile. Non è possibile che venga richiesto, nel transitare da un modello all’altro del parking per disabili diverso dal precedente solo nella parte cartacea ma non nella sostanza, una nuova vista medica che diagnostichi ciò che non è ancora scaduto e che inoltre aggravi di spesa, da 44 a 74 euro a persona. Come dire: tu hai questa malattia riconosciuta fino al 2017, ma io ASL, nel 2015, ti chiede un nuovo certificato perché il cartellino che era giallo ora è diventato azzurro e con foto. Non è normale che i cartellini con valore senza scadenza siano quelli che scadono a 5 anni (sarebbe corretto dire VALIDITA’ ANNI 5) o no? Sarebbe bello sapere che se uno fosse condannato a 10 anni di carcere li sconti tutti, tranne che per motivi eccezionali, senza sentir dire dagli avvocati: ok 10 anni vanno bene in fin dei conti, ma intanto ne farai meno della metà. Sarebbe bello studiare architettura sapendo che farai l’architetto e non il tipografo o il dirigente delle ferrovie. Sarebbe bello che le leggi non fossero tutte da interpretare ma lapalissiane nel loro “dire”. Sarebbe bello avere costruite un paio di vetture italiane per chi non ha tanti soldi, magari spartane, ma affidabili. Piccole cose che, in realtà, sono enormi passi di civiltà come avere gli esperti al posto giusto invece, l’Italia in questo è regina dei merito politici. Un paese sano e, sopratutto vero, dove non ti si faccia la multa per non aver pagato la sosta solo perché l’addetto al traffico (magari non vigile urbano, ma addetto al traffico di Roma capitale) non vede esposto il permesso invalidi (accaduto anche in altre cittadine). Un paese dove i cantieri navali siano sempre in attivo. Un Paese dove una legge superficiale (sono buono) non metta per strada docenti che, dopo aver insegnato da precario per anni, si vedono fatti fuori perché non in possesso di un titolo che non avrebbero potuto conseguire perché anteriore alla loro stessa laurea. Sarebbe bello guardare negli occhi dei giovani la speranza del domani e negli anziani la tranquillità figlia di un passato pregno di soddisfazioni derivanti dall’aver dato loro le possibilità di crescere. Un Paese che abbia una compagnia aerea di bandiera o almeno seria. Ciò premesso possiamo affermare che queste cose in Italia non accadono o non accadono del tutto. Stiamo migliorando certo, ma solo perché l’attuale guida altro non è che (considerando il recente passato) un M O NOCULO IN TERRA CAECORUM. Spec medico legale e delle assicurazioni Per quesiti: [email protected] Campo de’ fiori 21 Progetto “Love me Gender”, contro la discriminazione di genere. G Intervista a Diana Pierdicca. ender è una parola inglese che tradotta significa “genere”. Il genere indica, per definizione, un aggruppamento di specie somidi Giuseppe glianti tra loro per caratteri Ferone essenziali. Quando si parla, oggi, di “parità di genere” si vuole indicare una perfetta armonia ed un completo equilibrio tra i due generi umani: l’uomo e la donna. “Love me Gender” è il progetto dell’associazione onlus Sos Diritti & Legalità, all’interno del programma comunitario “Erasmus plus”, che prevede un corso di formazione a novembre di una settimana presso il comune di Zagarolo, vicino Roma. Abbiamo rivolto qualche domanda alla presidente di Sos Diritti & Legalità, Diana Pierdicca. Cara Pierdicca, di cosa si tratta? Il corso, come abbiamo visto sopra, tratterà della parità di genere, contro ogni forma di discriminazione, contro ogni forma di sessi- smo. L’obiettivo di questo corso è quello di fornire informazioni, competenze e risorse relative alla parità di genere ed il suo impatto nella società, soprattutto per le nuove generazioni. Durante la settimana trenta giovani partecipanti provenienti da Grecia, Macedonia, Lituania, Polonia, Romania, Portogallo e Italia si confronteranno su tematiche come la parità di trattamento, anche nel mondo del lavoro, come fronteggiare il fenomeno delle discriminazioni sessuali e attività di sensibilizzazione ed informazione su detti temi. Perché Sos Diritti & Legalità organizza un corso di formazione su queste tematiche? Perché l’associazione si è resa disponibile, durante il corso dei suoi cinque anni di atti- vità, a portare avanti battaglie proprio su questo campo. La scorsa estate, per il secondo anno di fila, si è resa protagonista, assieme all’associazione Gaycs, nell’organizzazione e la promozione di un trofeo di calcio a 5 dal titolo “Diamo un calcio all’omofobia”, una manifestazione sportiva dove vi hanno preso parte diverse squadre del mondo Lgbt. Per concludere, “Love me Gender” parte con i migliori presupposti. Sarà un corso davvero notevole. Intenso, dai temi forti e profondi, con un ottimo staff composto da professionisti del settore e che hanno acquisito, nel corso della loro lunga esperienza, un bagaglio culturale tale da poter essere trasmesso nel migliore dei modi. Campo de’ fiori 22 LA PRIMA LUCE 72. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2015). B ari : Marco è un giovane avvocato, vive con Martina, sudamericana, dalla quale ha avuto un figlio, Mateo, di 8 anni. Dopo innumerevoli litigi, considerando la situazione di Catello non più sopportabile, Martina decide di scapMasullo pare e di tornare in Cile, con suo figlio, facendo perdere le sue tracce. Marco, disperato, dopo una serie di inutili tentativi di rintracciarli, decide di partire alla loro ricerca... PREMIO SPECIALE FRANCESCO PASINETTI E MOUSE D’ARGENTO ALLA 12. EDIZIONE DELLE “GIORNATE DEGLI AUTORIVENICE DAYS” (VENEZIA 2015). Vincenzo Marra è autore sensibile e mai banale. Si avventura sino in Cile per raccontare una storia particolare. Su un fenomeno sempre meno raro : la contesa di minori da parte di genitori di diversa nazionalità (che riguadagna, forse, validità alla antica saggezza di “moglie e buoi”...). Il dramma umano è tratteggiato con maestria. Sottolineato da un commento musicale molto dosato (quasi avaro). Sono infatti solo 4 (belle e struggenti) canzoni, della cantautrice Camila Moreno, a scandire il ritmo del film, che è quasi privo di musiche per tutta la sua durata. Salvo, appunto, questi 4 momenti, che sono quelli del viaggio. Quello della madre che torna nel suo paese con il figlioletto, verso una nuova vita di liberazione dalla prigione dell’anima da cui scappa. Quando il padre parte alla ricerca del figlio. Quando il padre capisce che la ex moglie ha un altro e sta viaggiando oramai lontano da lui per sempre, e, infine, quando il padre si mette in viaggio per fuggire dal Cile, ma... Una prova riuscita. Di forte drammaticità e coinvolgimento emotivo, con una prova attoriale molto convincente e di grande spessore da parte di un inedito Riccardo Scamarcio. TITOLO : LA PRIMA LUCE REGIA : Vincenzo Marra SCENEGGIATURA: : Angelo Carbone, Vincenzo Marra INTERPRETI PRINCIPALI: Riccardo Scamarcio - Marco, Daniela Ramírez - Martina, Gianni Pezzolla - Mateo, Luis Gnecco - Avvocato Ramos, Alejandro Goic - Detective Carlos, Paulina Urrutia - Giudice, Maria Eugenia Barrenechea - Zia di Martina PRODUZIONE: ISABELLA COCUZZA, ARTURO PAGLIA PER PACO CINEMATOGRAFICA, IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA ORIGINE : ITALIA DISTRIBUZIONE : BIM DURATA: 108’ SOGGETTO : DRAMMATICO FRASI DAL CINEMA : “Ma ti sembra normale? Che devo far l’amore per farti contento? No, non mi sembra normale!”.( Riccardo Scamarcio e Daniela Ramírez). “Ci ho provato, per 7 anni, non mi sono mai sentita così sola. Con te mi sento sola!”. (Daniela Ramírez a Riccardo Scamarcio). VALUTAZIONE SINTETICA (in decimi): 7/7.5 Leggenda: CAPOLAVORO: 10 DA NON PERDERE: 8 DISCRETO: 6 DA EVITARE: meno di 6 DITELO AI NOSTRI SPONSOR Cari amici lettori, che in questi 13 anni di Campo de fiori siete diventati sempre più numerosi, dite ai nostri sponsor di averli visti sulle pagine di questa rivista! Saranno felicissimi di sentirselo dire e riceverete senzaltro un trattamento di favore! Approfittatene... Campo de’ fiori A TU PER TU 23 Rubrica di Psicologia e Psicoterapia Il mio bambino soffre di dislessia C della Dott.ssa Alessia Pagani Psicoterapeuta ara dottoressa, seguo con attenzione la sua rubrica e sento l’esigenza di porle un questione. Ho un figlio di 9 anni, che ha da poco ricevuto una certificazione DSA. In questi casi, oltre la logopedia è indicato un percorso di supporto psicologico? Salve, la ringrazio per avermi contattata e perché, attraverso la sua richiesta, ho la possibilità di affrontare un argomento di grande attualità. Le diagnosi e le certificazioni DSA (disturbi specifici dell’apprendimento: disgrafia, dislessia, discalculia) sono una realtà recente nella scuola italiana, basti pensare che la legislazione di riferimento risale al 2010 (Gazzetta Ufficiale N. 244 del 18 Ottobre 2010); dal 2010 ad oggi, molto è stato fatto per garantire ai bambini DSA un’ adeguata preparazione scolastica, che si servisse degli strumenti compensativi a loro necessari, ma si fa ancora poco per assicurare loro uno sviluppo psicologico sano. I bambini DSA sviluppano, spesso, una cattiva immagine di sé, perché, purtroppo non sempre per causa loro, vanno incontro a ripetuti insuccessi nonostante i numerosi sforzi e ciò li fa sentire inadeguati ed incompetenti. Di conseguenza, se non adeguatamente supportati, possono diventare oppositivi alle richieste degli insegnati, evitanti, rispetto alle situazioni che li “mettono a nudo” ed ansiosi (Fobia Sociale, Moe e al. 2007). COME AIUTARE IL BAMBINO DSA? Innanzitutto, è necessario sostenerlo psicologicamente rinforzando la sua autostima; proporgli attività in cui riesce bene e sottolineare i suoi successi, anche piccoli, gratificandolo. Bisogna avere chiaro in mente cosa dipende dal bambino e cosa, invece, va oltre le sue possibilità per evitare di creare aspettative difficilmente realistiche, quindi frustranti, sia per lui che per gli adulti che ruotano intorno a lui: è indispensabile convincersi che essere DSA non vuol dire essere inferiore, ma semplicemente elaborare le nozioni in modo diverso da come avviene comunemente e che, con i giusti accorgimenti, avrà la stessa opportunità degli altri di affermarsi in qualsiasi settore. Per i bambini con DSA, un programma di educazione emotiva potrebbe essere un valido aiuto al fine di imparare ad affrontare costruttivamente le difficoltà che incontrano nella vita di ogni giorno e ritrovare la fiducia in sé stessi. Inviate i vostri quesiti a cui verrà risposto dalla nostra esperta. Gli indirizzi ai quali scrivere sono i segueti: [email protected] o [email protected] Ciò che è noto non sempre è anche compreso O ggi è il tempo in cui si consuma veloce la notizia. E si va di notizia in notizia. Sono sorti giornali televisivi per dare le news. del Prof. E tutto questo viene chiaMassimo mato informazione. InMarsicola somma, la notizia è rapida e attuale. Offre lo spaccato di ciò che accade, è cronaca. Ma per comprendere la realtà non basta la cronaca. Occorre approfondire. Occorre passare per il teatro, la filosofia, la narrativa, la poesia, la musica, la scienza. A me è capitato di leggere dei libri che sulle prime non avevo compreso. E ci son dovuto ritornare per via di contenuti che, per i miei interessi, erano inaggirabili. Quando ho compreso quello che voleva veramente dire l’autore mi si è accesa la lampadina, e tutto è cambiato. A volte è stato rovesciato un intero modo di vedere e di sentire la realtà. Altre volte le mie idee sono state implementate e rimescolate. In altre circostanze sono state rettificate e corrette. Insomma, la comprensione è formativa e performante. La non comprensione lascia tutto, o quasi tutto, com’era prima. “Quella cosa mi era nota”, ma non era stata da me ancora compresa. Un conto è conoscere qualcosa, nel senso di sapere che esiste nella realtà, un altro conto è averla assimilata, fatta propria. La differenza che intercorre tra le due cose è la stessa che c’è tra il vedere una buona pietanza ed il mangiarla. Il nostro tempo non offre molti spazi alla riflessione e all’ap- profondimento. Tutto scorre veloce. Molti contenuti sono destinati a rimanere incompresi. Ma coloro che si fermano a pensare e coloro che avranno imparato a pensare, avranno il modo di capire davvero cosa viene detto e ricevono un pasto abbondante, succulento, nutriente. Campo de’ fiori MORBO DI MORGELLONS: 25 CHE COS'È? DA DOVE VIENE? SI PUÒ CURARE? Da Wikipedia: “La sindrome di Morgellons, o morbo di Morgellons, o semplicemente Morgellons è il nome dato nel 2002 dalla statunitense Mary Leitao ad una presunta patologia del fidi Josiane glio che sarebbe stata caMarchand ratterizzata da una serie di Naturopata sintomi cutanei quali prurito, fitte dolorose, apparente presenza di fibre sulla pelle o sotto la pelle, lesioni permanenti alla cute (es. eruzioni cutanee o piaghe) e altro. Il consenso medico-scientifico non ha mai rilevato alcuna fondatezza nelle teorie personali della Leitao, ed ha dimostrato che il cosiddetto Morgellons è in realtà da identificarsi con patologie già ben note, generalmente collegate a disturbi mentali e in particolare alla parassitosi allucinatoria.” N on molti sanno di questa malattia dei “Morgellons” della quale fino ad oggi numerosi dermatologi negano addirittura l'esistenza, mentre già ha colpito numerose persone attraverso il pianeta: più di 100.000 persone colpite dalla morgelose, una inquietante malattia della pelle, sconosciuta ancora solo qualche anno fa. O meglio, lasciata nel dimenticatoio poiché già nel 1690, Sir Thomas Brown che aveva studiato medicina nell'illustre Università di Montpellier nel anguedoc, in una sua “Lettera ad un amico”, descriveva questa malattia infantile endemica proprio nel languedoc, dove veniva chiamata “les morgellons” (da pronunciare con la G “dura”), dal nome dei “bambini del languedoc chiamati appunto Morgellons, e che presentano episodicamente peli duri sulla schiena. Gli altri sintomi della malattia sono sensazioni di insetti che camminano, tosse e convulsioni. Nel 1935 invece, il medico inglese, C.E. Kellet, identifica il nome di Morgellons con quello di “masclous”, o malattia dei moscerini in dialetto provenzale. Questa ipotesi però non fu mai ripresa in seguito e non fu comunque studiata visti gli anni di guerra che da lì a poco sarebbero sopraggiunti. Sembra comunque lontano il nesso della malattia del XVII° secolo con il Morbo di Morgellons di oggi, visto che probabilmente questa “nuova” malattia è causata dall'uomo! Infatti, nessun elemento naturale corrisponde ai molteplici campioni analizzati. Colpisce quindi più di 100.000 soggetti nel mondo e contamina 1.000 persone al giorno! Questa malattia molto, ma molto strana, presenta almeno 170 sintomi possibili. Una cartografia dei focolai importanti di soggetti infettati mostra che l'America del Nord è particolarmente bersagliata così come l'Europa, l'Africa del Sud e i paesi occidentali anglosassoni. Una certa polvere onnipresente chiamata “smartdust” è composta da fibre che cadono regolarmente dal cielo. E pochi ne parlano. Gli specialisti che hanno analizzato alcuni campioni al microscopio elettronico parlano di nanoparticelle che si assomigliano tutte ovvero “nanorobots” creati in serie per agire come parassiti per gli esseri viventi. La polvere “che cade dal cielo” contiene non solo batteri, ma anche metalli conduttori, cellule sanguigne, polveri di carbone, sedativi, sostanze cristalline, particelle di alluminio, polveri di Bario così come un certo tipo di fibre in polietilene-silicone. Recentemente, il Dr Hildegarde Staninger, una tossicola industriale e il Dr Mike Castle, esperto in polietilene , e altri studiosi hanno unito i loro sforzi per cercare di determinare se le nano-fibre che crescono nella pelle delle persone colpite dalla malattia di Morgellons e le nano-fibre delle “polveri che cadono dal cielo” abbiano qualche connessione. “le persone affette dal Morbo di Morgellons possiedono nano-fibre di colori diversi che crescono a partire da piaghe sul corpo e che non guariscono.” I pazienti che soffrono di questa malattia descrivono una sindrome polisintomatica caratterizzata da lesioni cutanee con fibre e/o granuli che appaiono sopra o sotto la pelle. A livello soggettivo, i pazienti hanno la sensazione di essere invasi da “insetti, bestioline che corrono sotto la pelle” ma la materializzazione più probabile è data dal fatto che il nostro corpo rigetti fili, granuli, classificati come “polimeri”, fibre intelligenti che sembrano “correre” nel corpo. Una gran parte dei pazienti ( 95%) parla anche di sintomi di fatica invalidante , di “nebbia nella testa” e di problemi nel fissare l'attenzione. Grande incidenza ( 50%) di fibromialgia, unita a dolori e turbe del sonno. Altri sintomi includono la perdita di capelli, un abbassamento della vista, disordini neurologici e uno sgretolamento dei denti in assenza di carie o gengivite. La maggior parte dei pazienti è incapace di continuare a lavorare e coloro che continuano a lavorare ammettono di non essere nella migliore forma. Questa malattia NON era prevista. E' un incidente: una contaminazione involontaria. Fantascienza da incubo? Forse si vuole un essere umano disumanizzato che reagirà a seconda degli impulsi generati dalle microonde....Ma... Ma questa malattia potrebbe essere generata per esempio dal parabene ( medicine, gel-doccia, shampoo...) oppure da una ca- renza alimentare causata dagli alimenti “troppo” industriali. Occorre ricordare che molte volte, aerei di linea si alleggeriscono di alcune tonnellate di carburante perchè, alla fine, il viaggio viene a costare meno in questo modo. In più, ci sono i residui di combustione dei reattori. E poi si tiene raramente conto di eventuali cambiamenti nella chimica e nelle temperature dell'atmosfera a varie altitudini (ozono, riscaldamento, etc...) Uno dei più frequenti diagnostici è la parassitosi allucinatoria detta anche “Delirio di parassitosi”. I sintomi sono molti simili a quelli dei Mogellons. Sono state attribuite 13 funzioni al delirio parassitario tra le quali alcune sono condivise da pazienti che dicono di soffrire dei Morgellons. E cioè: -la presentazione di prove fisiche come pezzi di pelle e altri scarti spesso conservati in scatolette -una pulizia eccessiva con l'uso ossessivo di antibiotici, antisettici, disinfettanti, insetticidi e deodoranti -il rifiuto di qualsiasi possibilità di spiegazione psicologica -la precessione di un trauma emozionale, disperazione, isolamento sociale -il consulto di molti medici, senza alcun risultato valido. Infatti, i pazienti che soffrono di delirio parassitario e che pensano di avere i Morgellons vanno spesso presso più medici ( “nomadismo medico”) alla ricerca di quello che offrirà loro la diagnosi che cercano. I Morgellons fanno parte della famiglia degli organismi NON identificati! Se mettiamo qualcosa di vivo in un bagno a 100°, muore, a 800° è ridotto in cenere. Per distruggere il morgellons si parla di 1000° ! Non si conosce vita che mischi DNA e altro che non sia una catena di carbone e con il Morgellons si parla invece di Silicio! La maggior parte degli organismi non vive in un ambiente acido: dove si è quindi sviluppato perchè non entri in alcuna esplorazione di biotipo “speciale”???? L'unico rimedio casalingo conosciuto ad oggi per proteggersi è di bruciare i morgellons con un ferro rovente prima che si aprano e cioè al primo prurito sospetto. Una terapia a base di Argento Colloidale rappresenta un eccellente rimedio senza controindicazioni... Infine, l'ultima ipotesi che non è da escludere (e che a me piace molto) : che il Morgellons sia legato a E.T e non è totalmente impossibile... Intanto, per ora, abbiate cura DI VOI! 26 Campo de’ fiori LA CHIESA DI SAN GIORGIO DI CIVITA CASTELLANA di Francesca Pelinga Cisbani. Le vicende edilizie e costruttive della sede dell’Istituto d’Arte in via Gramsci, sono intimamente collegate alla storia dell’antica Chiesa di San Giorgio. Tutta la ricostruzione della storia è grazie alle ricerche del profess.Enea ...continua dal numero 128 Il 21 dicembre 1911 si discusse l’APPROVAZIONE DELLO STATUTO DELLA SCUOLA D’ARTI E MESTIERI. Erano presenti: MIDOSSI ULDERICO, CIANCARINI EUGENIO, FEROLDI UGO DE ROSA, CRESTONI GIROLAMO, TARQUINI DOMENICO, VASELLI TULLIO, FINESI LUIGI, FERRARI ENRICO, GEMMA GIUSEPPE, BELLONI GEREMIA, FINESI AMEDEO E BALDASSINI UGO. Presiedeva il sindaco ULDERICO MIDOSSI. Il cons.re BALDASSINI chiese che la scuola fosse di utilità per tutte le arti e non soltanto per la ceramica, e chiese che nel consiglio di amministrazione della scuola ci fosse un componente come rappresentante delle industrie ceramiche e un secondo membro per le arti e mestieri. Il cons.re FEROLDI chiese che fosse compreso anche l’insegnamento del disegno industriale e ornamentale applicato alla ceramica. Il cons.re FINESI LUIGI chiese che la scuola fosse aperta con ogni sollecitudine, limitando al primo anno l’insegnamento dell’aritmetica, della geometria e del disegno geometrico e ornamentale. Lo statuto fu approvato all’unanimità, aggiungendo all’art.1 la dicitura “specialmente ogni arte”. Il 17 febbraio 1912 il Presidente comunicò che non poteva dare esecuzione alla delibera del 26 /11/ 1910, con la quale era stato deciso di contrarre un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti per l’esecuzione del nuovo edificio scolastico su progetto dell’Ing. Guazzaroni, in base alla legge n.383 del 19/07/1906, con la quale il Ministero della P.I. avrebbe concorso con 1/3 della spesa effettiva computata fino al tetto massimo di £.100.000,00. La somma rimanente sarebbe stata coperta dal comune con il mutuo citato al tasso d’interesse di 1,90 %. Quanto deliberato non poteva attuarsi in quanto il Ministero della Pubblica Amministrazione aveva esaurito i fondi a causa di precedenti impegni e stanziamenti di bilancio e si rimandò all’esercizio 1913. Dato che la costruzione del nuovo edificio non poteva più essere rimandata, la giunta propose di rinunciare al contributo statale ed eseguire il progetto contraendo con la Cassa DD.PP. un mutuo di £.200.000,00 senza interessi in base alla legge n.487 del 04.06.1911 da estinguersi in 30 annualità o rate annuali. Il cons.re FINESI approvò la mozione. L’antica chiesa di San Giorgio, oggi sede museale del liceo artistico Si astennero il FERRARI Midossi e il FEROLDI, quest’ultimo contrario perché la costruzione non era DORO, UGO FEROLDI DE ROSA, VASELLI necessaria in quanto la scuola già esisteva TULLIO, FINESI LUIGI, ULDERICO MIe funzionava bene: fu approvato a maggioDOSSI, GEMMA GIUSEPPE, MORICONI ranza con 10 CONTRO 2. AMEDEO, BELLONI GEREMIA, FINESI AMEIl 2 marzo 1912 si discussero in consiglio DEO, BALDASSINI UGO. La giunta viste le comunale gli stanziamenti per la scuola delibere consiliari del 22.11.1909 d’arte: £.1.500 il comune, £.5000 l’Amm. 02.03.1910 – visto il R.D. n.9014 sull’istr. Prov. Di Viterbo, £.1000/2000 la Camera di Professionale – vista la necessità di coordiCommercio di Viterbo, £.10000 e £.5000 nare le delibere al detto regolamento apper le spese d’impianto erano concesse con provò con voto unanime che alle delibere enorme felicità del consiglio, dal Ministero citate fosse fatta la seguente aggiunta: “ il del Commmercio e dell’Industria alla nacomune inoltre si obbliga di provvedere alla scente scuola. manutenzione della sede della scuola ed alla fornitura di acqua, di illuminazione e di L’intero consiglio si congratulò vivamente riscaldamento per tutti i servizi della stessa. con l’Avvocato Midossi per il felice risultato conseguito e ringraziò sentitamente il MiniIl 23 Maggio 1914 furono deiberati gli stero per il generoso contributo concesso. espropri dei terreni per la costruzione dell’edificio scolastico. Il 24 gennaio 1914 si discussero e si approvaro due delibere. Sempre il 23 Maggio 1914 si discusse la Il sindaco Crestoni Girolamo diede lettura di controversia sorta tra Comune e Capitolo una lettera dell’Amministrazione della scuola della Curia Vescovile circa la cessione ald’arte per ottenere in uso la soppressa l’Istituto d’Arte della soppressa Chiesa di Chiesa di San Giorgio, essendo ormai insufSan Giorgio con apposito parere legale del ficiente la sede di palazzo Andosilla . La diProf. Francesco ……. Professore di diritto ecrezione chiese inoltre che il contributo clesiastico alla Regia Università di Roma, annuo alla scuola venisse portato dalle atche riconobbe al comune il pieno diritto di tuali £.1500 a £.2500, considerato il profitto cedere alla scuola la detta chiesa per motivi che il comune avrebbe ricavato dall’affitto culturali e didattici. degli appartamenti che potevano ricavarsi Comunque il comune pagò alla Curia una nel palazzo medesimo; la giunta accettò la rendita annua di £.80,00. domanda della scuola. Lo stesso Midossi osservò che la concessione di San Giorgio e Nel 1914 il consiglio di amministrazione dell’area annessa serviva a bonificare la della scuola fece compilare il progetto di zona e a creare un quartiere detto “Città ampliamento della Chiesa di San Giorgio degli Studi”, considerando che liberando padall’Ing. Guazzaroni e Finesi, quest’ultimo lazzo Andosilla si potevano creare case podi Civita, per una spesa prevista di polari di cui c’era urgente bisogno a Civita £.50.000,00 così suddivise: £.15.000,00 dai Castellana. Il cons.re Feroldi si dichiarò fafondi in dotazione alla scuola e £.35.000,00 vorevole perché cosi si arricchiva il patricon mutuo da contrarre da parte del comonio culturale della città, il C.C. deliberò mune con la cassa depositi e prestiti per all’unanimità la concessione della Chiesa di una durata di 35 anni con rate annue, comSan Giorgio e l’aumento di £.1000 dello presi gli interessi, di £.1.388,45, stante la stanziamento già concesso alla stessa proprietà al comune dell’immobile. Si apscuola. prova all’unanimità. CIANCARINI EUGENIO, DEL PRIORE ISIcontinua sul prossimo numero... Campo de’ fiori 28 L’angolo del grafologo Analisi grafologica di Lorenzo, anni 29, nazionalità argentina, diplomato N el soggetto in esame, si evidenzia un’intelligenza dotata di particolare intuizione e portata prevalentemente all’attenta osservazione dei fatti ed al del Prof. ragionamento con la capaPiero Mecocci cità di concentrarsi intenGrafologo samente su ciò che trova più interessante o che lo appassiona. Ama essere sempre molto riservato, non desidera evidenziarsi, tende piuttosto a tenersi in disparte, osserva tutto e fa le debite considerazioni. E’ abbastanza facile che incontri qualche difficoltà nel trovare un adattamento soddisfacente perché spesso ha qualcosa da ridire o da criticare. Non è ragazzo da slanci affettivi, appare misurato e controllato, ogni cosa deve avere una precisa motivazione e spiegazione. Anche dal punto di vista operativo, agisce sempre in modo razionale fino al punto di apparire a volte anche distaccato. Ha, in sostanza, una riduzione dell’espansività e dello spirito di adattamento con tendenza alla chiusura. Incline ad insistere con caparbietà e con precisione meticolosa, a scapito della scioltezza, dell’essenzialità e dell’immediatezza. Qualche esagerazione nell’eccessiva sottigliezza nelle cose, con la ricerca e approfondimento di questioni anche se queste sono poco rilevanti o insignificanti. Una certa esasperazione per la minuziosità, incontentabile su ciò che lui esegue e su quanto fanno gli altri, e questo rende a volte complicato la realizzazione di programmi. Grande è l’impegno intellettivo che profonde, e può essere insoddisfatto per quanto riesce ad ottenere in rapporto all’impegno ed allo sforzo fisico. E’ scrupoloso ed ha spesso la sensazione di non aver fatto bene e che poteva far meglio. In lui prevale l’emozionalità secondaria, qualsiasi problema è sottoposto alla razionalità. Il modo di sbrigare le questioni dipende dalla sicurezza operativa che percepisce, se questa è rapida, decisa e sicura, pur conservando la forte concentrazione sui fatti, sarà molto conclusiva. Avviene il contrario se per la molta concentrazione indugia troppo nei dettagli ritardando quindi le conclusioni. In questo caso è portato ad un affaticamento psichico con conseguente scontentezza, ricerca di considerazione e di comprensione. Le esperienze fornite dall’emozionalità secondaria si alternano a quella primaria con intensità diverse e secondo le situazioni. Esistono, certamente nel soggetto, processi di flessibilità adattiva ma non sempre questi sono utilizzati in modo organico e selettivo, perciò si potranno avere in Lorenzo delle belle risposte nuove e creative adatte alle circostanze, ma a volte queste soluzioni estemporanee non sono selezionate e fissate in immagini da utilizzare in modo ordinato e preciso. In alcune situazioni, invece, non manca di esibire un fin troppo facile adattamento e si dimostra disinvolto nel recepire e nel rispondere alle stimolazioni ambientali, personali e sociali. Le capacità adattive di ciascun individuo, quindi anche nel caso del soggetto in esame, sono trasmesse per via ereditaria e l’attivazione dipende da altre strutture concomitanti sollecitate o meno dall’ambiente e questo sembra essere stato più incentivante in Lorenzo nella seconda età adolescenziale, cosa che si è assopita negli ultimi cinque anni. La cautela ed una certa diffidenza sono gli aspetti che regolano i suoi approcci conoscitivi e determinano il modo di affrontare i vari problemi. Lorenzo impronta il suo modo di fare alla prudenza, alla riflessione attenta e dubbiosa nei confronti di qualsiasi proposta. E’ importante per lui la sua integrità psicofisica nel senso di salvaguardare il rispetto di sé, evitando di fare cose di cui poi potrebbe pentirsi. Il costante bisogno di verifica, di tornare sui suoi passi per controllare, rende un po’ complicato il processo intellettivo e ne ritarda le conclusioni. Dal punto di vista dell’apprendimento i risultati sono positivi perché è portato a non tralasciare nemmeno le accidentalità, proprio perché desidera non trovarsi mai inadeguato o scoperto anche nelle conoscenze marginali. Prima di intraprendere qualsiasi iniziativa o progetto di studio, deve rassicurarsi su tutto ed essere certo di non andare incontro ad esperienze negative. Tutte le proposte devono essere esposte in modo da non lasciare dubbi sulla loro autenticità e validità. Nelle valutazioni e nei giudizi esprime le stesse cautele. Lorenzo, a causa della cautela e paura di sbilanciarsi, dimostra una complessità ai livelli affettivi. Il tutto si esprime mettendo in moto un meccanismo di difesa e opposizione con il rischio di un’eccessiva rilassatezza. Fondamentalmente esiste un ritardo nel prendere decisioni che seguano in tempi ragionevolmente brevi, pensieri e ragionamenti posti sulle problematiche che lui affronta, quindi si evidenzia una difficoltà a procedere con scioltezza e spontaneità, proprio a causa dei tentennamenti e dei dubbi nel determinarsi. Spesso ha in mente la soluzione del problema ma ha delle titubanze nel momento in cui deve decidere di passare al- l’azione. Le difficoltà risolutive possono creare uno stato d’agitazione che, se trattenuti e controllati a lungo, potrebbe far scaturire un’irritazione mal controllata. Il segnale di pericolo che lui potrebbe avvertire non è una minaccia a livello fisico, ma sono soprattutto le minacce di tipo simbolico, come per esempio la minaccia alla stima o alla sua dignità. Tra i fattori scatenanti di una sua rabbia sono da prendere in considerazione in modo particolare eventuali delusioni ed i tentativi di perseguire senza successo i suoi desideri o gli sforzi per compiere qualche cosa d’importante. E’ una sensazione di rischio e pericolo al punto da evocare una duplice risposta: la prima proviene dal sistema emozionale secondario che dopo aver considerato la situazione come pericolo, mette in funzione il sistema limbico. La seconda è il verificarsi di uno stato di delusione per non riuscire a raggiungere gli obiettivi desiderati o perché non sono stati soddisfatti i suoi desideri. Nella sua professione è stimato e ritenuto molto affidabile, coscienzioso ed onesto, dimostra costantemente serietà e competenza. La stessa stima gli è riconosciuta in tutte le attività extra lavorative, dove s’impegna e dove consegue ottimi risultati, che non sono facili e non alla portata di tutti. Propenso verso il civile, considera i bisogni altrui e si dimostra generoso ed altruista, il suo contributo è sempre fattivo e molto generoso. Lorenzo ha molte conoscenze ma solo con pochi ha rapporti amicali e confidenziali. Probabilmente non si è ancora realizzato sul piano affettivo e, quando questo sopraggiungerà, sarà per lui molto importante e lo porterà ad esprimere appieno la sua sensibilità e la sua personalità perché può dare ancor di più a se stesso ed agli altri, sono infatti numerose le doti in suo possesso. Se desiderate conoscere la vostra personalità attraverso l’esame della vostra grafia, contattateci ai seguenti indirizzi e-mail: [email protected] [email protected] La vostra perizia grafica verrà pubblicata gratuitamente e mantenendo l’anonimato, sulle pagine della nostra rivista. Campo de’ fiori 29 Come eravamo “Boccaccia mia statte zitta!” E ra il 1968 quando Raffaele Pisu proponeva nello spettacolo tv del sabato sera, un piccolo pupazzo che muoveva ad arte e dialogava con lui sull’attualità del modi Alessandro mento: il mitico Provolino. Soli Era una provocazione continua, il presentatore cercava di calmare la piccola peste, che, messa alle strette, ripeteva fino alla noia “Boccaccia mia statte zitta”. Questa frase entrò nel linguaggio comune di quel periodo, quello per intenderci, della rivoluzione dei costumi, della contestazione giovanile, del cambiamento a tutti i costi, e ben presto, grazie alla voce del grande Oreste Lionello, che lo doppiava, divenne un personaggio “cult” come si direbbe oggi. Perché ho voluto “rispolverare” Provolino? Perché con i tempi che corrono, chi di noi non si sente un po’ Provolino? La crisi, le infrastrutture insufficienti, il lavoro che non c’è, le giovani generazioni che perdono giorno dopo giorno i valori e gli ideali che finora hanno caratterizzato e valorizzato la nostra bella Italia………. Boccaccia mia statte zitta! Se poi scendiamo nello specifico o nel locale, fate un po’ voi: il degrado dei monumenti, le buche sulle strade, l’immondizia e la sporcizia che stravolgono paesaggi 1968. Raffaele Pisu ed il suo fedelissimo Provolino, proponevano una satira pungente ma... pulita. (Foto teche RAI) unici ed ahimè poco conosciuti a livello nazionale, e che dovrebbero farci sentire orgogliosi di esserci nati … Boccaccia mia statte zitta! Allora? In tutto questo marasma fatto di rimpianti sul “Come eravamo” su come potevamo essere e non siamo, sciogliamogliela la lingua a Provolino, e soprattutto non facciamoci “manipolare” come la celebre marionetta. Non facciamoci “doppiare” anche se il dop- piatore è uno all’altezza, perché la nostra voce è la più importante e se vogliamo, supera per intensità quella del flauto, suonato dal pifferaio magico che trascinava i topi fuori dalla città. Ah Provolino Provolino, non devi fare così, sii sempre educato, ubbidiente, generoso, onesto,ma che dici? Perché mi ripeti ancora …….. Boccaccia mia statte zitta ? 30 Campo de’ fiori Parliamo di Funghi con Giampietro CACCHIOLI, micologo Boletus luridus ovvero il “Ferraro” e i sui parenti a pori rossi, i “Cagnanti”. Boletus luridus. B oletus luridus (Ferraro, Cagnante, Ferè, Ferone, Battiferro, Ferrigno), dal latino luridus = brutto, sporco, per il suo aspetto e per la tendenza a macchiarsi di bluastro-verde. E’ parente anche dei porcini ma, appena sfiorato, vira decisamente a varie tonalità del blu da cui “Cagnante”, “Cangiante”. E‘ detto anche “Ferraro” perché consistente, “duro come il ferro”, per altri dal sapore “ferroso” (da crudo emana odore e ha sapore come di lama in ferro acciaioso). Le Boletacee , in Europa, sono circa 100 specie sulle circa 300 in totale, Boletus luridus è il capostipite della Sezione Luridi, a pori rossi, che conta circa 20 specie in Italia. Diciamo genericamente “a pori rossi” (con la spugnetta rossa) ma con tutta una gamma di tonalità dei pori che vanno da color laterizio, arancione, rosso brillante, rosso scuro, granata, porpora che cambia a volte nell’ambito della stessa specie a seconda del grado di maturazione delle spore. Se volessimo indicare un altro tratto morfologico comune della sezione potremmo citare la tendenza di questi funghi a virare, in qualche loro parte, in varie tonalità ed intensità del blu sia al tocco che al taglio. E’ la sezione che include le poche specie velenose tra tutti i funghi boleti e il viraggio al blù non ne evidenzia automaticamente la tossicità ma è la reazione dell’esposizione all’aria di alcune sostanze contenute (“boletolo” e “ossidasi”). E’ pur vero che tutti i funghi della Sezione Luridi da crudi o se cotti con tecniche inadeguate provocano disturbi gastrointestinali; quelli ritenuti commestibili lo sono a patto che vengano prebolliti (con scolatura dell’acqua) terminando quindi la cottura (forno, frittura ecc.) per eliminare completamente le sostanze tossiche termolabili. • Cappello : carnoso, emisferico, convesso o pianeggiante, a maturità può raggiungere 12–15 cm di diametro, di color bruno-olivaceo, grigiastro bruno-chiaro, rossastro; superficie vellutata, poi liscia e un po' vischiosa a tempo umido. • Pori: piccoli, rotondi, prima di colore giallo arancio e poi rosso cupo, volgenti al bluastro al tocco. • Tubuli: liberi, lunghi, minuti, da gialli a verdastri, viranti all'azzurro al tocco, facilmente separabili dal cappello che rivela così nella sua pagina inferiore il medesimo colore dei pori. La superficie sottoimeniale (la carne del cappello a contatto con la spugna) è coloro rossoaranciata ma esposta all’aria imbluisce istantaneamente • Gambo: robusto, compatto, nella parte superiore ricoperto da un grossolano reticolo di colore rosso, nella parte inferiore chiazzato di rosso sia all’esterno che al suo interno (sezionare). • Carne: biancastra o gialliccia alla rottura vira all'azzurro verdognolo. • Odore: gradevole, fungino. • Sapore: grato, dolciastro. • Habitat: Predilige i terreni calcarei, fruttifica, in estate/autunno, in gruppi di numerosi esemplari preferendo boschi di latifoglie (Carpini, querce, castagni), più raramente conifere • Commestibilità: buon commestibile ma si raccomanda di scartare il gambo (coriaceo) e procedere ad una adeguata cottura dopo prebollitura (scolare l’acqua). Nel nostro territorio è ricercato perché apprezzato. Di seguito alcuni rappresentanti della Sezione Luridi da non confondere con Boletus luridus. Boletus queletii Boletus erytrophus Boletus dupainii Boletus purpureus Boletus lupinus Boletus rhodopurpureus Boletus satanas Campo de’ fiori 31 Langolo del Collezionista C Le carte da gioco on le festività che si avvicinano e più tempo libero da passare con gli amici, le carte diventeranno sicuramente “protadi goniste” indiscusse delle Letizia Chilelli serate all’ombra dell’ Albero di Natale. Le carte da gioco hanno un’origine molto antica, anche se le prime “vere” carte usate per giocare sono quelle Tedesche risalenti alla fine del ‘300. Esistono carte di diversi tipi, basti pensare ai semi: bastoni, coppe, denari, spade, ma anche ai cuori, ai quadri, ai picche e ai fiori, senza tralasciare le carte dei vari giochi come il Mercante in Fiera, fino ad arrivare ai Tarocchi, con le loro 78 carte; pensate che proprio da alcune varianti di queste carte sono nati il gioco del Bridge e quello del Tressette, che veniva, appunto, giocato nell’Italia Settentrionale proprio con le carte dei Tarocchi classici. Nel ‘400 a Firenze compare il gioco della “minchiata” che veniva giocato con ben 97 carte, gioco talmente popolare che si diffonderà in tutta l’Italia Centrale, Bologna risponderà invece con l’invenzione del “tarocchino”, giocato con 72 carte. Si arrivò al ‘500, periodo in cui grazie soprattutto alla riproduzione “a stampa”, le carte usate prima come svago solo “per signori”, presero popolarità fino a divenire molto diffuse in tutte le regioni. In alcuni musei spesso si possono trovare dei bei mazzi di carte illustrati da grandi artisti, anche se spesso questi mazzi conservati in maniera eccellente, hanno perso sulla strada del tempo alcune carte. La diffusione maggiore, con tanto di apertura di fabbriche che producevano carte da gioco, si ebbe agli inizi dell’800, i nomi più in voga L’arte del gioco alle carte è stata soggetto anche di erano quelli dei soci Gioia e numerosi quadri. Sopra il famoso dipinto “I bari” Gentilini di Milano, la fab(1594) di Caravaggio, sotto “The Card Players” brica “Al Soldato” di Bolo(1893) di Paul Cezanne gna e quella di Faustino Solesio di Genova. I mazzi più importanti e più richiesti si troNel 1850, le carte iniziarono ad essere usate vano solo nelle grandi aste organizzate o reper scopi “didattici”, le più famose utilizzate periti in qualche raccolta privata e questo erano quelle con personaggi storici, con letrende i prezzi abbastanza alti, ciò non toglie tere dell’alfabeto e con i numeri, che serviche alcuni mazzi di carte del ‘900, magari vano ai precettori come “strumenti” per non proprio integri, si possano “scovare” in insegnare la storia, a leggere e a saper far qualche mercatino dell’usato, anche se i coldi calcolo. lezionisti più “curiosi”e più “precisi”, poNel ‘900 si ebbe la ristampa, in tiratura litranno rivolgersi alle librerie antiquarie, mitata, di antichi mazzi, proprio dai legni chiedendo i cataloghi in cui sono segnalate usati nella prima stampa e queste sono le le carte ed i mazzi più ricercati. carte più ricercate dai collezionisti. Valore. (Bibliografia: Professione Donna Fratelli Fabbri Il valore di un mazzo di carte diEditori, Milano,1975; Enciclopedia Universale pende sì dall’integrità di ogni singola Fabbri Editori, Milano). carta, ma soprattutto dal numero delle carte del mazzo, in poche parole, quelle che valgono di più son le Come sempre, prima di salutarci, vi rinnovo carte che appartengono ad un unico l’invito nel salottino del mio blog: singolo mazzo integrale, senza neshttp://bonbontonmania.blogspot.it/ con suna carta persa. Infatti spesso i coltante idee, consigli e ricette per essere semlezionisti ricercano le carte in fogli di pre al passo con i tempi, perché ricordiamo stampe non ancora tagliati, in modo che l’educazione, il buon gusto e la buona da assicurarsi l’integrità della “collecucina, non passano mai di moda!!! zione”. Campo de’ fiori 32 LA RUBRICA DEGLI EROI Dedicata ai combattenti della Grande Guerra di Civita Castellana Ciro Sacchi Premessa: si ringrazia la Sig.ra Luciana Sacchi nonché il fratello Alberto di Civita Castellana, per aver messo a disposizione della nostra rivista, ulteriori informazioni riguardi Arnaldo Ricci danti il loro prozio [email protected] Maresciallo Ciro Sacchi, eroicamente caduto durante la 1° guerra mondiale. Q uesta volta riprendo di nuovo le vicende belliche del Maresciallo Ciro Sacchi (già precedentemente pubblicate sul numero 127 pag 32 della nostra rivista) perché oltre alle informazioni precedentemente scritte a riguardo, risultanti dalle mie ricerche storiche consultando vari documenti dell’epoca, ad esse si aggiungono ulteriori informazioni, conservate nel tempo, gelosamente e con cura, dalla famiglia Sacchi e messe a nostra disposizione come da premessa. Sono particolarmente grato ai Sacchi per questo loro gesto; la consultazione degli ulteriori documenti familiari, mi ha permesso di verificare con una precisione del 100% i precedenti dati, estrapolati dai documenti da me consultati La maggior parte delle salme dei caduti furono traslate presso i cimiteri dei comuni di origine, nel secondo lustro degli anni venti (fra il 1925 ed il 1930 ) ebbene, la Signora Sacchi ha conservato, con estrema cura, un ritaglio di quotidiano dell’epoca, che descrive l’episodio dell’ arrivo a Civita Castellana e della successiva tumulazione al cimitero del suo prozio Ciro Sacchi. Dalla lettura dell’articolo del giornale, purtroppo non si evince la data di questo avvenimento ma quasi sicuramente era nel periodo sovra citato. Riporto integralmente quanto scritto sul quotidiano di allora in merito all’avvenimento, nonché la fotocopia del ritaglio di giornale. Esso è ingiallito dal tempo ma perfettamente leggibile (sono trascorsi più o meno una novantina d’anni)! Civitacastellana, 26 dente Prof. Bonanni, l’Ing. Conte Feroldi, Dalle balze del Grappa, dove trovò gloriosa rappresentante il direttorio del fascio lomorte il 2 luglio 1918, insieme al suo concale, i carabinieri con il maresciallo Di cittadino, il sottotenente Marco, alcuni fascisti, le Francesco Conti, è veguardie municipali e molto nuto a riposare nel papopolo. trio camposanto, vicino I piccoli Balilla circondavano ai compagni d’arme, il tumulo che era letteralcome Lui eroicamente mente coperto di fiori e di cocaduti per la salvezza rone magnifiche. d’Italia, il Maresciallo Nel pomeriggio ha avuto Ciro Sacchi del 60° fanluogo il trasporto della salma teria. Il più giovane dei al cimitero coll’intervento di figli del venerando avv. autorità, scolaresche , concav. Simone Sacchi. certo cittadino, associazioni Era buono e gentile; sopraccennate e di una larga tutti lo amavano, lo adorappresentanza della Milizia rava la famiglia: soldato Nazionale. devoto al dovere, impaL’imponente corteo ha pervido nei cimenti della corso le vie centrali, sfolgoguerra, la sua memoria ranti di bandiere fra due fitte rimarrà indelebile nel ali di popolo. Il canonico Don cuore di quanti lo coNicola Laurenti, amico e nobbero. quasi coetaneo dell’eroico La cara salma, ricevuta maresciallo, ha pronunciato alla stazione ferroviaria nobili parole, dando l’estremo dalla rappresentanza cosaluto alla salma. A nome munale, è stata ieri acdella famiglia, il colonnello compagnata e deposta Carlotti ha ringraziato la citdal popolo e da ex comtadinanza delle affettuose e battenti nel nostro imponenti onoranze rese alla Duomo, ove hanno memoria del caro congiunto. avuto luogo stamane La milizia comunale ha presolenni esequie. sentato le armi, mentre la Immagine del ritaglio di giornale Le autorità vi hanno salma veniva trasportata tutte partecipato in- originale dell’epoca con l’articolo nella tomba municipale. sopra riportato sieme alla rappresentanza comunale, alla sezione invalidi e mutilati di guerra, alla Pubblica Assistenza, “ Principe di Piemonte “, agli alunni ed insegnanti della R. Scuola professionale per la ceramica, delle scuole elementari, della scuola privata diretta dalla signorina Savarise. Erano pure presenti il colonnello Carlotti, zio del glorioso defunto, un Maggiore rappresentante il reggimento “ Forte come la morte “ , il Capitano Venerandi, il colonnello Togni in borghese, ed inoltre i fratelli, la rappresentanza del comitato pro monumento ai caduti con il presi- Foto di Giorgio Biagiola 34 Campo de’ fiori “Il Fumetto” LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA DSK MAIDEN OF AMNESIA di Maybe edito da StarComics – 7 volumi, in corso T eiichi si è appena iscritto al primo anno di una scuola media privata su cui aleggiano parecchi misteri e, vagando per i corridoi, finisce per smarrirsi in un’ala del vecchio edificio. Qui incontra il fantasma di una ragazza che ha perduto ogni ricordo di quando era in vita, e decide dunque di investigare sulla sua morte e sugli oscuri interrogativi che ammantano il sinistro di istituto... Un manga imperdibile per tutti gli appassionati Daniele Vessella di ghost stories! (Trama tratta dal sito dell’editore). Misterioso ed esaltante. Da una struttura trita e ritrita, vista in decine di manga, l’autore riesce a tirar fuori una trama fresca e frizzante, coadiuvata da un disegno superbo che ne esalta le qualità. La caratterizzazione dei personaggi non si allontana molto dai clichè già visti, ma vengono trascinati da una trama che punta sulla risoluzione del mistero della morte di Yuko, la ragazza fantasma. E sin dal primo numero si gettano le basi per una complessa ricostruzione del mosaico della vita di Yuko che porterà i personaggi a vivere emozionanti avventure. Quest’opera ci insegna anche che i fantasmi più pericolosi sono quelli che nascono nelle nostre menti. Bellissimo! Lascio l’indirizzo del mio blog: http://danielevessella.blogspot.com/ Civita Castellana ZZZZ ZZZ ZZZZ ZZZ.... LA A ZANZAR NENTE I T R E P IM Campo de’ fiori 35 La Fiera nei paesi della Tuscia QUANDO ERAVAMO TUTTI PIU’ POVERI Viterbo - La Quercia. Anno 1907 L’ amico Mario Brizi ha dato di recente alle stampe il bel volume “Genius Loci- Quando i luoghi avevano un’anima“ da cui estradi Secondiano iamo il capitolo dedicato Zeroli alle fiere paesane d’un tempo che avevano le stesse caratteristiche, sia che avessero luogo a Proceno come a Bolsena o a Fabrica di Roma. L’autore ne descrive lo svolgimento con grande acume e appassionata partecipazione: “Una volta all’anno per le strade del paese cessava lo scalpitio degli asini e lo sferragliare dei carri trainati dai buoi per lasciare spazio all’allestimento delle bancarelle della fiera. Già la sera della vigilia era animata dall’arrivo di qualche venditore che accelerava i tempi per accaparrarsi il posto migliore dove piazzare la sua bancarella e per questo vantaggio era disposto a dormire in un giaciglio di fortuna attorniato dalle sue mercanzie. Ma la maggior parte degli ambulanti arrivavano alle prime luci dell’alba e, tra colpi di martello e stridore di seghe innalzavano rudimentali piani di esposizione protetti da effimere coperture di stoffa incerata. I paesani intanto facevano gli ultimi conti per vedere quanto de- Civita Castellana. Primi del ‘900. Fiera di bestiame. naro erano riusciti a mettere da parte e, sic- pre effimero è il sapore delle cose piacevoli come i soldi non bastavano mai, si vede- per tanto tempo desiderate e attese. Al vano costretti a stilare una scaletta delle calar del sole le strade lentamente si svuocose di cui non si poteva proprio far a tavano, i rumori si attenuavano e gli ambumeno. I bambini invece fantalanti si affrettavano a smantellare le sticavano sulle bancarelle che impalcature. Le famiglie, offrivano dolci avviluppati in tornate alle loro lucenti carte multicolori, case, passavano in frutta secca d’ogni genere e rassegna ancora una giocattoli, certi che i genivolta gli acquisti portori, dopo gli acquisti per la tati come trofei e , atcasa, avrebbero sodditorno alla tavola della sfatto anche i loro desicucina, ci si attardava a deri. Erano soprattutto i chiacchierare di prezzi, giovani ad approfittare di prodotti, di bancadel particolare clima di relle, di incontri e di festa che permetteva di quella ventata di novità avvicinare le ragazze che la fiera, almeno per che, nella confusione, si un giorno, aveva portato sottraevano all’occhio in paese. E se rimaneva vigile dei genitori. Duimmancabilmente il rimrante l’anno, infatti, le pianto d’un desiderio che uscite di casa per le non era stato possibile rearagazze erano poche lizzare, ci si addormentava e quasi sempre sotto sognando che il prossimo stretto controllo. Per anno la situazione sarebbe La copertina del libro non parlare delle giostata migliore e gli acquisti ridi Mario Brizi vani che vivevano nei mandati, per l’ennesima poderi lontani dal paese e che aspettavano volta, si sarebbero potuti finalmente effetla fiera per mostrarsi truccate e rivestite tuare. Tanto i sogni non costano niente e degli abiti più belli… La sera della fiera arri- sognare è un lusso che anche i poveri si vava comunque troppo in fretta, come sem- possono permettere!” Campo de’ fiori 37 Simuliamo di diventare milionari!! M olto spesso le persone che hanno anche un piccolo capitale da parte non rischiano abbastanza per vederlo duplicare o triplicare, madi Patrizia gari investendo in Borsa Caprioli oppure iniziando attività economiche che potrebbero essere proficue nel tempo, ma chi ce l’ho dice? E soprattutto, chi di questi tempi vorrebbe veder volare via i propri soldi in azioni azzardate? Allora possiamo rivolgerci a dei giochi interattivi che potrebbero metterci sulla strada giusta e farci guadagnare un po’ di denaro, magari attraverso di essi si può anche tentare di iniziare nuove Start up (come si chiamano adesso le iniziative aziendali nel campo della tecnologia) e divenire nuovi Bill Gates. Vediamo da vicino questi giochi virtuali su come divenire ricchi e famosi! Il primo messo in campo dal 1973 è Lemonade Tycoon, oggi è un App che simula investimenti in settori economici, facendoci ragionare sulle tante variabili messe in campo quando si vuole iniziare un’attività. Game Dev Tycoon ( http://store.steampowered.com/app/239820/?l=italian ) è un videogioco che simula l’ascesa dei grandi informatici come Steve Jobs, si percorre tutta la storia dell’informatica e insieme si scrivono pezzi di codici per poi divenire famosi imprenditori nel settore tecnologico. The Corporate Machine (http://store.steampowered.com/app/2398 20/?l=italian ), qui si gioca sulle base del sogno americano: si ha un’idea, si cercano finanziamenti e si diventa una multinazionale! Business Tycoon è un App che permette si simulare la compravendita di azioni, magari per allenarsi un giorno in una vera Borsa. Millionaire Tycoon è ancora un’altra App che simula il gioco del Monopoli permettendo di acquistare, vendere e rivendere case, palazzi, aziende, terreni. Ma se volete giocare con qualcosa che si av- vicina tanto al mondo reale, la nostra Borsa Italiana (http://www.borsaitaliana.it/varie/loginservices/borsavirtuale/intro/borsavirtuale.htm) . Listini e valute sono quelli sempre aggiornati in tempo reale e ogni giorno si guadagna o si perde in base al mercato. E la cosa più divertente è che se perdi, non perdi nulla! Buon gioco a tutti!!! GRANDE SUCCESSO AL TEATRO DELL’ANGELO PER “IL MONELLO” Gabriele Davoli, il bimbo-rivelazione della scena A d ottobre, al Teatro dell’Angelo di Roma, è andato in scena uno spettacolo da non perdere. E’ stata veramente una piacevole sorpresa assistere, nell’atmosfera magica del Teatro dell’Angelo, alla riproposizione in palcoscenico del celebre Monello di Charlie Chaplin, uno spettacolo muto basato sulla mimica e i tempi perfetti del cast composto da Brian Latini, Francesca Di Franco, Roberto Fazioli, Gabriele Davoli. Adattato e diretto da Lorenzo Cognatti. Prodotto da Jobel Teatro e in collaborazione con l’Associazione Amici dei bambini, che aiuta i minori in difficoltà che sono tantissimi anche in Italia. Gli attori hanno interpretato magistralmente la slapstick, o pantomima, che riesce sempre a catturare il pubblico anche quello più smaliziato e distratto dei tempi moderni. Lo spettacolo ha aperto degnamente la sta- gione di questa bella sala, nel quartiere Prati, a due passi da San Pietro. Direttore artistico è l’attore e regista napoletano Antonello Avallone, guidato da una grande passione per il palcoscenico e un po’ amareggiato per la disaffezione che registra nel pubblico a fronte di grandi riconoscimenti per le scelte del suo cartellone. “The kid” è uno spettacolo che è già stato insignito di diversi premi, tutti ampiamente meritati come il Premio Attilio Corsini e Vincenzo Cerami ed è stato trasposto anche sullo schermo con la partecipazione dell’attrice Maria Rosaria Omaggio, nelle vesti insolite di scrittrice in un corto presentato al Festival del cinema per ragazzi di Giffoni. E’ emerso, inframmezzato nella trama, lo spirito di Charlot, del celebre vagabondo, accompagnato dal monello birichino che ha trovato da piccolissimo abbandonato e ha cresciuto con tanto amore e poco cibo e che è il suo irresistibile complice nella lotta quotidiana per la sopravvivenza. Una lotta durissima fino all’incontro con la mamma del bambino che riconosce il figlio e “adotta” il duo vagabondo. Il vagabondo era interpretato da Brian Latini, un attore bravissimo come bravissimi erano gli attori nei ruoli del poliziotto e della ragazza: Roberto Fazioli e Francesca Di Franco. Ma il pubblico, e anche la sottoscritta, è stato letteralmente conquistato dalla bravura del piccolo Gabriele Davoli, di soli sette anni, che ha dimostrato di essere un autentico padrone della scena, nonostante la giovane età. Del resto già Vittorio De Sica diceva che nessuno può competere in scena con cani e bambini. Però c’è bambino e bambino, e Gabriele è veramente straordinario nella naturalezza, nella verve, nell’attenzione precisa al rispetto dei tempi comici e anche nel mantenere la visione infantile delle cose. Infatti, da grande, non vuole fare l’attore ma il calciatore, come buona parte dei suoi amici. Inoltre questo talento in erba è stato formato da un maestro come Brian Latini. Bravissimo e completamente in parte, Gabriele ha alle spalle una splendida famiglia dove i genitori si dedicano, anche se a livello amatoriale, al teatro e al canto e gli altri due figli più grandi, il fratello e la sorella di Gabriele, si cimentano anche loro in attività artistiche. Si respira comunque un’atmosfera che richiama le comiche finali, quella capacità di ridere con poco, per un meccanismo a orologeria perfetto a cui contribuiscono in maniera decisiva gli altri due personaggi, che impersonano di volta in volta il poliziotto, la giovane mamma o l’anziana massaia. Maddalena Menza Campo de’ fiori 38 Il MAESTRO CAMPANARO DI AGNONE, LA CITTA’ DELLE CAMPANE - MUSEO MARINELLI A chi lascerà la sua enorme ricchezza, accumulata da tre generazioni, il maestro campanaro Antonio Delli Quadri? Eppure aveva iniziato di malavoglia a 17 anni quando suo padre,seguendo suo nonno, lo indirizzò a questa arte millenaria nella città di Agnone (IS) Molise, culla mondiale della Fabbrica artigianale di campane della famiglia Marinelli. Ne sono rimaste 4 in Italia,poche in Europa (Germania, Inghilterra, Polonia, Russia), ma questa è la più vecchia del mondo. Il padre lo aveva tolto dai suoi amici,dalle gite, dalla spensieratezza di quei favolosi anni che non sarebbero più tornati. Ma a poco a poco si appassionò, fino a studiare per suo conto il laborioso processo che precede la colata di bronzo. Ha pubblicato anche un libro: “Arte Campanaria” edito da Arte Tipografica Editrice, che resterà come una grande testimonianza della sua opera ed è un manuale tecnico-pratico, realizzato non solo grazie alla sua esperienza ma anche con un grande studio nelle notti insonni passate a tradurre i testi tedeschi, i più dettagliati ad illustrare l’arte delle campane e la sua evoluzione. Vari materiali occorrono per costruire una campana: mattoni, argilla, bronzo, rame, cera per le incisioni esterne ed il processo è lunghissimo. Ci vogliono 3 forme di argilla sovrapposte, quella in mezzo si chiama falsa campana, che poi si toglie per lasciare lo spazio colmato dalla colata di bronzo a 1200 gradi in un forno o in una fossa. Le proporzioni delle tre forme devono essere precise e obbediscono a criteri matematici di un cono troco, ormai standardizzati, segue il raffreddamento che dura settimane, prima della “scorticatura”dall’argilla che rivelerà il gioiello. Sono sparse in tutto il mondo le campane Marinelli, commissionate da ogni angolo della terra, dalla campana del Giubileo a S. Pietro in Roma, fino ad un villaggio dell’Indonesia. Ne esistono grandissime,la più grande è in Russia, 6 metri di diametro, ma non ha mai suonato perché mentre stava per essere posta in un alto campanile, si è rotta in seguito ad una caduta provocata da un incendio. E’ lui stesso che guida i numerosi gruppi che visitano il Museo delle Campane attiguo alla Fonderia,e li guida attraverso il tempo, dalla prima campana, alla storica visita del Papa, fino all’ultima creazione ancora in fossa e appena colata della campana destinata all’Expò di Milano, l’ultima creatura. Dopo averlo sentito parlare con grande competenza e passione della sua arte campanaria, ci siamo preoccupati subito di chi prenderà il suo posto in futuro, a chi passerà questo ricco bagaglio culturale, e glielo abbiamo chiesto. “Giovani purtroppo non ce ne sono che mi seguono, ho una figlia che si è dedicata alla Letteratura ed all’Arte ed insegna Storia all’Università di Napoli Federico II, e i giovani locali preferiscono andare nelle grandi città. Credo che i fratelli Mari- nelli, attuali proprietari, faranno del tutto per trovare una soluzione, intanto quotidianamente trasmetto la mia esperienza a loro e agli operai impegnati qui in fabbrica”. E’ un artista umile Antonio, non si è appropriato dei segreti per custodisce segretamente, ma ne vuole far partecipe l’artigiano della campana affinché quest’arte si evolva sempre di più. Alla fine della visita ci ha dato una dimostrazione pratica di come si suonano le campane e, con un martello di legno, ci ha suonato alcune melodie famose,poi si è congedato da noi con l’Inno di Mameli. Ci è piaciuto rimanere ancora un poco con lui per capire di più l’uomo che continua quotidianamente il suo lavoro con dignità e responsabilità nel cuore, per perpetuare nei secoli le arti di quei maestri che in passato hanno reso celebre questa nostra penisola. Danilo Micheli e Maddalena Menza P.zza della Liberazione, 2 Civita Castellana (VT). Tel. 328.3513316 / 0761.513117 [email protected] Campo de’ fiori 39 FENG SHUI, intervista a PASQUALE FONTE Successo per la Conferenza da lui tenuta presso la Curia Vescovile di Civita Castellana L a terra è un essere vivente e dal rapporto che stabiliamo con l’ambiente può scaturire l’armonia o l’instabilità nella nostra vita. Parola di Pasquale Fonte, architetto, maestro di Feng Shui classico, relatore d’eccezione alla conferenza Feng Shui di Civita Castellana, organizzata dall’Erbavoglio Erboristeria con l’associazione Feng Shui Italia. L’evento, il primo nella provincia di Viterbo con il patrocinio di Comune e Provincia, ha ottenuto un notevole successo, coinvolgendo appassionati e semplici curiosi, intervenuti per saperne di più su questo tema ancora poco permeato nella nostra cultura occidentale. Prof. Fonte, ci spieghi bene qual è il senso del Feng Shui? Il Feng Shui è un’arte millenaria cinese, che si basa sulla profonda connessione “spaziotempo” e trae origine dalla medicina tradizionale cinese. Feng shui significa letteralmente “vento e acqua”, in onore dei due elementi che plasmano la terra e che col loro scorrere determinano le caratteristiche più o meno salubri di un particolare luogo. Questa dualità si rispecchia nel principio del Ch’i, ovvero nello Yin (maschile) e nello Yang (femminile). Di fatto, quindi, è una scienza che si applica in toto nella nostra quotidianità? Certamente, secondo il Feng Shui il luogo in cui viviamo o lavoriamo, il modo in cui disponiamo gli spazi e gli arredi della casa influenza in modo determinante lo sviluppo armonioso dell’esistenza. E’ importante sapere che le indicazioni del FS cambiano da persona a persona, in virtù del fatto che non siamo tutti uguali. Noi professionisti usiamo la carta Bazi, che ci aiuta ad identificare le varie caratteristiche della persona. Qual è quindi il compito dell’architetto Feng Shui? Il nostro compito è quello creare case sane dal punto di vista energetico, utilizzando, per esempio, materiali naturali, intervenendo con i colori giusti, e, cosa ancora più importante, studiando le geopatie del sottosuolo. Ci sono dei consigli pratici che possiamo adattare nelle nostre abitazioni? Assolutamente si. Il primo, ad esempio, è quello di non far combaciare la parete del letto con quella in cui si appoggiano gli elettrodomestici della cucina, per evitare che le onde elettromagnetiche disturbino il sonno; sarebbe bene evitare la linea diretta tra l’ingresso principale e un’eventuale finestra frontale, per non disperdere le energie che provengono dall’esterno; così come evitare di posizionare la scrivania con le spalle alla finestra o mettere piante in camera da letto. Il viale che conduce alla propria abitazione dovrebbe essere sinuoso o ricurvo e gli ambienti domestici andrebbero illuminati con luce soffusa. Insomma, una serie di piccoli accorgimenti che, se messi in pratica, andrebbero a migliorare l’armonia nelle nostre case. A sentir parlare lei, sembrerebbe una cosa facile. Ma sappiamo che il Feng Shui abbraccia una filosofia molto più articolata. Si, è vero. La questione e’ ben più complessa, molto più di quanto enunciato da libri di settore, spesso ridondanti delle solite informazioni e privi di originalità. Per arrivare a padroneggiare le tecniche del Feng Shui è necessaria una preparazione lunga e laboriosa, che ho personalmente maturato in tanti anni di studi e master con i più autorevoli maestri cinesi. Nello specifico si tratta di individuare e stabilire le giuste sinergie tra elementi naturali, strutturali, cromatici e perfino astrologici. Per questo è importante il giusto equilibrio nelle cose? Esattamente. Lo ripeto sempre come un mantra: il segreto sta nell’equilibrio. L’equilibrio è armonia, l’armonia è salute. I più disordinati arricceranno il naso, ma vi assicuro che applicando i principi del Feng Shui nella propria vita, si arriverà ad ottenere il giusto benessere fisico e mentale. Ermelinda Benedetti Campo de’ fiori 40 C O R C HIANO TR A NE CR OP OLI E C AVE R NE TTE F ALI S CHE I l comune di Corchiano fu un importante centro falisco. L’antico insediamento era stanziato nella spianata del Vallone (a nord dell’attuale città) come della Dott.ssa hanno più volte dimoChiara strato ritrovamenti di cuCastriota nicoli, case ipogee e tratti Scanderbeg di mura emersi durante i lavori agricoli alla fine del Novecento. Il borgo è stato per molto tempo oggetto di studi e riflessioni da parte degli studiosi che lo hanno identificato con Fescennium, antica città falisca più volte citata nelle fonti letterarie romane. Necropoli scavate tra il 1886 e il 1893 hanno restituito corredi funerari datati tra il IV e il III secolo a.C. caratterizzati da beni pregiati. La ricchezza dei corredi fa supporre che tale periodo coincida con quello di massima fioritura del centro. In esso era presente una piccola comunità etrusca, come dimostrano recenti studi e il ritrovamento dell’ iscrizione “Larth Vel Arnies” posta sulla parete di un cunicolo scavato nel tufo, probabilmente ambiente destinato all’uso funerario nei pressi della cava di s. Egidio, una tagliata viaria nota anche con il nome di via della Cannara, tratto di un antico percorso falisco. Tombe a pozzo e a fosso datate tra l’VIII e il VI secolo a.C., collocate nel sepolcreto di Caprigliano, confermano l’esistenza di un insediamento già nell’ VIII secolo a.C. Tombe più recenti databili per la maggior parte tra il IV e il III secolo a.C., sono collocate nei sepolcreti del Vallone e di s. Antonio. Si tratta di tombe a camera distribuite lungo una via principale e lungo altre strade secondarie collegate ad essa. Per la loro struttura architettonica e la cura nella decorazione, una menzione in particolare va alle due tombe rupestri poste una di fianco all’altra nei pressi della Madonna del soccorso. Entrambe presentano caratteristiche comuni quali il vano di facciata a pianta rettangolare con soffitto piano e camera funeraria sottostante. Esistono però delle differenze. In quella di destra non ci è pervenuto il piano pavimentale su cui pog- giavano due colonne, ad oggi ridotte ai soli capitelli e abachi, e sulla parete di fondo vi è una finta porta con gli stipiti evidenziati da una fascia a rilievo con terminazione a becco di civetta. Nell’altra tomba invece abbiamo la possibilità di osservare metà del piano pavimentale del vano di facciata su cui poggia la base di una delle colonne con parte del fusto liscio. Le altre differenze riguardano la finta porta, in questo caso ripartita in sei specchiature attraverso listelli rilevati, e la presenza di due semicolonne agli angoli della parete di fondo sulla quale corre una fascia liscia aggettante. Piccoli gruppi di tombe a camera si collocano anche nella zona di Ponte del Ponte. Di particolare rilievo sono la Tomba delle maschere in cui possiamo ammirare nella camera funeraria protomi di sileno ai lati del capitello della colonna centrale, e la Tomba del capo caratterizzata da un vano di facciata con due colonne doriche e la finta porta scolpita sulla parete di fondo. In questo sito, e più precisamente lungo la riva sinistra del rio della Tenuta, vi è la grotta del Vannaro che ci ha restituito strati del Neolitico medio e dell’età del Bronzo. Essa si aggiunge ad altre grotte naturali denominate Cavernette Falische, individuate da Ugo Rellini lungo il rio Fratta, di particolare importanza per la storia della città, in quanto attestano una frequentazione del sito già in epoca preistorica. Itinerari suggestivi tra storia e natura in un’atmosfera antica e lontana, Corchiano è da considerarsi una delle mete ideali dell’agro falisco per gli appassionati di storia e antichità. Campo de’ fiori 41 Novello Pastorelli Artista del legno A volte succede che si scopre di saper fare qualcosa di straordinariamente bello, per puro caso. E questo è proprio ciò che è avvenuto a Novello Pastorelli, ex vigile del fuoco, che dopo aver passato gran parte della sua vita a correre in soccorso degli altri, si ritira in pensione e scopre di saper dare una forma ed un’anima ad un semplice pezzo di legno che si trova così, quasi per gioco, ad intagliare. Era il 1995 e da venti anni a questa parte la sua arte di scultore si è notevolmente affinata, permettendo a Novello di realizzare opere di ammirevole fattezza: Crocifissioni, Madonne, leggii, tavoli, lampade, o sopramobili come tartarughe, funghi, volti… Ma, tra tutti i suoi numerosi lavori, il pezzo forte è senz’altro lo splendido presepe che conta oggi oltre cento personaggi, l’uno diverso dall’altro, e che si arricchisce poco a poco di altre nuove identità. Tutto ebbe inizio dall’idea di realizzare un piccolo presepe in legno da posizionare, ogni anno, in un angolo di casa sua. Se non che, la passione di continuare a scolpire un pastore dietro l’altro diventa irrefrenabile e il presepe ha bisogno di uno spazio sempre più grande per poter essere allestito e di essere ammirato da molte più persone. Inizialmente Novello decide di esporlo in un suo locale al centro storico di Civita Castellana, successivamente presso la Proloco e nelle varie parrocchie della cittadina, fino a che per due anni consecutivi, nel 2009 e 2010, viene chiamato ad esporre il suo capolavoro all’interno del Centro Commerciale Tuscia di Viterbo, il cui ricavato delle offerte dei visitatori è stato donato all’associazione Lo splendido presepe di statue di legno interamente realizzate da Pastorelli, con oltre 100 personaggi ADMO della cittadina. Novello ha dimostrato poi ancora la sua generosità con la donazione di una sua scultura al Centro socio-educativo Rosa Merlini Frezza di Civita Castellana, che ospita i ragazzi disabili della zona. Da qualche anno a questa parte è il Centro Commerciale Piazza Marcantoni di Civita Castellana ad ospitare la pregevole opera, che ogni giorno ha la possibilità di essere ammirata da moltissime persone le quali, unanimemente, esprimo la propria ammirazione all’artefice di questo capolavoro. Si potrebbero passare intere ore a scrutare ogni singola scultura per poterne cogliere i minimi dettagli che ne fanno la differenza. Tanti e diversi sono i legni utilizzati da Novello: olivo, castagno, pero, magnolia, noce che conferiscono diverse sfumature di colore all’intero lavoro e che Novello plasma seguendo solo la sua immaginazione ed il suo cuore. Novello Pastorelli mentre intaglia uno dei personaggi del suo presepe I soggetti religiosi sono i suoi preferiti perché lui stesso ammette di avere un rapporto molto personale con Dio. Non ama vendere le sue opere poichè non riesce a dare loro un valore in denaro. Questo dimostra il vero spirito che muove lo scultore: la passione e non certo il guadagno. Novello ama ricordare un apprezzamento rivoltogli dal Prof. Crestoni, noto maestro d’arte civitonico: “Novello tu hai la grande dote: quella di non violentare il legno ma di plasmarlo perché tutto ciò che potrebbe sembrare in più nel blocco che stai lavorando non lo tagli, ma ne ricavi un altro elemento che impreziosisce la tua scultura”. E questa è una delle sue caratteristiche: tutti gli elementi extra, infatti, che costituiscono il singolo lavoro non sono pezzi aggiunti ma ricavati dallo stesso blocco. Molto bello è anche un giudizio universale realizzato su edera, che personalmente mi ricorda molto la scultura nella sala Nervi in Vaticano. In questo Natale 2015 che sta per avvicinarsi, allora, non può mancare una visita presso la mostra di Novello Pastorelli. Ermelinda Benedetti 42 Campo de’ fiori S P E C I A L E T E A GENNARO CANNAVACCIUOLO in “VOLARE” G Omaggio a Domenico Modugno sul palco del teatro di Carbognano ennaro Cannavacciuolo scopre il teatro all’ età di 8 anni in una recita scolastica nei panni di “Pinocchio”. Segue poi corsi teatrali parallelamente agli studi fino all’ età di 18 anni. Dopo il diploma viene notato da EDUARDO DE FILIPPO che, nonostante il parere contrario dei genitori, lo inserisce nella sua compagnia. Saranno quattro anni fondamentali per la sua formazione artistica, anche perchè incontra una delle più grandi attrici del teatro Italiano PUPELLA MAGGIO, di cui diventerà grande amico e con cui dividerà la scena. Dopo la morte di Eduardo, Gennaro Cannavacciuolo trascorre un breve periodo con LUCA DE FILIPPO. Dal 1987 in poi le sue scelte artistiche saranno sempre più impegnative, portandolo ad interpretare ruoli ed a partecipare a spettacoli che hanno fatto la storia come: “CABARET” di cui è stato il primo interprete in Italia, a “CONCHA BONITA” con musiche di NICOLA PIOVANI, alle “NOTTI DI CABIRIA”, al “BACIO DELLA DONNA RAGNO” a “CARMELA E PAOLINO”, a “QUESTA SERA AMLETO”, per citarne solo alcuni. Per il Teatro Verdi di Trieste nel 1993 è il Maestro delle cerimonie in “CABARET” con la Compagnia della Rancia. Dal 1996 è chiamato ad interpretare il ruolo del brillante in varie operette. In modo continuativo per il Teatro lirico Giuseppe Verdi di Trieste nel 1996 è Chic in “SCUGNIZZA”, nel 1997 il Conte Boni Cancianu in “LA PRINCIPESSA DELLA CZARDA” con Paola Tedesco e la regia di Gino Landi. Nel 1998 Petit - Gris in “CIN CI LA”, nel 1999 Herman in “ROSE MARIE” di Rudolf Friml con Alessandro Safina, nel 2000 il Barone Koloman Zsupan in “GRAFIN MARIZA” (La contessa Mariza) di Emmerich Kalman e nel 2012 Njegus ne “LA VEDOVA ALLEGRA” (Operetta), ma anche il politeama di Prato, Il Verdi di Salerno, sotto l’ egida del Teatro San Carlo di Napoli, per il Teatro Verdi di Pisa, il Carlo Felice di Genova ed il San Carlo I di Napoli. Le sue interpreUna persona molto tazioni riscuotono grandi semplice sempre dispoconsensi tant’ è che nel nibile e con un grande 2002 gli viene assegnato il cuore. C’è qualcuno che premio Trieste Operette. deve ringraziare per Nel 2014 è Njegus ne “La aver creduto in lei? vedova Allegra” al Teatro Vede io sono nato a Verdi di Salerno diretto da Pozzuoli da una famiDaniel Oren con Florenza Gennaro Cannavacciuolo e Sergio Piano glia molto povera e Cedolin e Alessandro Sanumerosa (nda papà pescatore e mamma fina, protagonista di una puntata di “Prima casalinga), direi che fondamentali nella mia della Prima” (Trasmissione di Rai 3). Partecarriera sono stati gli incontri con Eduardo cipa inoltre a numerose trasmissioni televiDe Filippo, Pupella Maggio e Domenico Mosive, nonchè a fiction e film, sia per il cinema dugno che sono quelli che praticamente mi che per la televisione. hanno insegnato tutto e che non smetterò Ha lavorato con: Giuseppe Patroni Griffi, mai di ringraziare. Gina Lollobrigida, Francesca Dellera, Pippo Perchè ha scelto di portare in scena Baudo, Paolo Limiti, Mireille Mathieu, Marisa proprio Domenico Modugno? Laurito, Nicola Piovani, Alfredo Arias, Gianni Prima cosa per quello che le ho detto sopra, Morandi, Saverio Marconi. e poi perchè io sono cresciuto e mi sono forDal 2015 si concentra maggiormente sui suoi mato praticamente con le sue canzoni. recital, da lui scritti e diretti, definiti “Veri Come le è sembrata la risposta del pubConcentrati d’ Arte” o “Autentici Gioielli” dalla blico, visto che questo è un piccolo critica e molto apprezzati dal pubblico: uno Teatro di provincia? tra tutti è “VOLARE” (omaggio a Domenico Devo dire che ho trovato un pubblico molto Modugno) che ha superato le 400 repliche in attento, con il quale si è instaurato subito un cinque anni. ottimo rapporto che ha seguito lo spettacolo, Per i critici più esigenti Gennaro Cannavacha partecipato e che ha cantato con me ciuolo è sinonimo di talento, classe, di ecletquasi tutte le canzoni, non risparmiandosi tismo e di fantasia insuperabili, uno degli calorosissimi applausi. Pertanto colgo l’ ocultimi eredi della grande scuola teatrale lecasione per ringraziare tutti. gata ad “EDUARDO DE FILIPPO”, che lo rendono capace di affrontare il Comico, il Chiudo questa breve intervista ringraziando Tragico, la Rivista, il Cabaret con uno stile inGennaro Cannavacciuolo per la sua genticonfondibile. lezza e per la sua disponibilità, invito inoltre Naturalmente la sua carriera è costellata da tutti quelli che ancora non lo hanno fatto ad premi e riconoscimenti, tra i tanti cito solo il andare a vedere i suoi spettacoli, perchè Premio E.T.I. Olimpici del teatro vinto nel oltre a divertirvi scoprirete (a mio modesto 2005 per “CONCHA BONITA” e nel 2009 parere) uno dei più grandi attori del Teatro come attore non protagonista. Italiano, un vero istrione, un attore veraL’ ho incontrato presso il Teatro Bianconi mente completo che sa trasmettere grandi Rosa di Carbognano dopo il suo spettacolo emozioni, passando con la sua mimica, in un “VOLARE” omaggio a Domenico Modugno. istante, da una situazione comica ad una tragica, cosa che solo i grandi attori sanno fare. Che persona è Gennaro CannavacSergio Piano ciuolo? LE ORIGINI DEL TEATRO BIANCONI DI CARBOGNANO l sito dove sorge oggi il locale, prima della seconda guerra mondiale, era un’ area sfruttata come recinto per polli e deposito di legname. Nel 1942 con la scelta di Carbognano quale sede del Comando Supremo delle Forze Armate Italiane si progettò e realizzò la strada per Fabrica di Roma. Questo lavoro richiese un enorme riporto di terra per innalzare il livello della costruenda strada, il terriccio necessario fu estratto appunto dall’ area sopraddetta. Cosi fu spianata tutta la superfice disponibile, spiombata la parete retrostante e innalzato un grande muraglione. Nel dopoguerra, l’ area fu acquistata da Mario Liberati: artista affermato soprattutto nei circoli della Capitale, una volta raggiunto il suc- cesso,volle, in segno di riconoscenza verso il suo paese natio, costruire una sala Cine Teatrale. Furono subito costruite le fondazioni ed eretti i muri laterali; poi i lavori vennero sospesi per qualche anno. In questo periodo l’ area delimitata del costruendo locale,venne utilizzata dall’ Associazione Combattenti e Reduci quale pista da ballo. Fu la prima pista da ballo del dopoguerra esistente nella zona e per questo ebbe un grande successo richiamando giovani dai paesi limitrofi. Dopo questa parentesi, i lavori furono ripresi e portati a termine senza risparmio di materiale e di creatività, con soluzioni per quei tempi particolarmente innovative, come l’ avveniristico e attrezzato servizio bar e la cabina a proie- zione invertita, che caso più unico che raro, fu posta sul retro del palcoscenico. Il locale fu chiamato Cinema Teatro Capriccio appunto per richiamare i motivi della sua realizzazione, avvenuta per puro capriccio del proprietario. All’ inaugurazione intervenne la compagnia di Checco Durante, una delle più note compagnie teatrali romane dell’ epoca. Per alcuni anni un numeroso pubblico popolò la sala cinematografica, attirato dalla proiezione dei migliori film dell’ epoca e dei migliori avanspettacoli della vicina Roma. Nell’ area residua adiacente al locale, venne realizzata una pista da ballo all’ aperto che ebbe un enorme successo, il sabato sera e la domenica pomeriggio era sempre colma di Campo de’ fiori T R O B I A N C 43 O N I NICOLA PISTOIA presenta “FLEBOSKY” P Storie di ordinaria corsia al piccolo teatro nel cuore della Tuscia Perchè ha deciso di portare in scena proprio “Flebowsky”? La decisione è stata del regista Gigi Piola, che mi ha proposto di portare in scena que- sto spettacolo ed io ho accettato molto volentieri. Quando si parla di ospedali, si parla quasi sempre di dolore. E’ veramente convinto che il sorriso e la volontà dei pazienti sia il viatico verso la guarigione? Certamente, ne sono convintissimo, anche se va coadiuvata da medici capaci. Dopo “Flebowsky” quali progetti ha Nicola Pistoia Sto lavorando ad un nuovo film e ad un nuovo spettacolo che porterò in giro per i teatri da Marzo prossimo di cui curerò anche la regia. Che cosa farà quando smetterà di fare l’ attore? Come prima cosa mi piacerebbe recitare in un Musical con mia figlia che è un’ ottima cantante, poi vorrei aprire una scuola di recitazione. Insegnare ai giovani a fare Teatro. Ringrazio a nome di tutti i lettori di “Campo de Fiori” Nicola Pistoia per la sua disponibilità e per la sua gentilezza. Mi congedo da Lui con l’ augurio di rivederci molto, molto presto e invito tutti quelli che non l’ hanno ancora fatto ad andare a vedere questa divertente commedia. Andate a Teatro. Fate vivere il Teatro. Sergio Piano gente e di giovani che, dimenticate le paure della guerra, riprendevano ad assaporare il gusto del divertimento. Dopo un fulgido inizio, durante la quale il Teatro divenne il principale polo di attrazione di tutta la provincia di Viterbo; con l’ avvento della Televisione, iniziò il decadimento che, come per tante altre sale Cinematografiche del paese, portò, dopo diverse fallimentari gestioni alla chiusura definitiva. Grazie al lascito di una ricca signora del posto, Rosa Bianconi, la parrocchia acquistò il locale per usarlo come luogo di ritrovo per i giovani ma con scarsi risultati sino al 1978 quando, per iniziativa di alcuni ragazzi con la passione del Teatro, nacque il Gruppo Giad Teatro che iniziò ad utilizzare il Teatro per i suoi spettacoli. Tale attività riportò agli antichi splendori il locale ma non riuscì ad evitarne il degrado dovuto alla mancanza di manutenzione e all’ irrigidimento delle norme di sicurezza. Il Teatro fu chiuso nel 1995 ma l’ impegno dei giovani convinse l’ Amministrazione Bianconi ad impegnare ancora notevoli capitali per importanti lavori di restauro e dopo tre anni fu nuovamente riaperto al pubblico nel suo aspetto attuale nel 2002. Da allora ospita una stabile stagione teatrale che, anno dopo anno, ha conosciuto un continuo progresso di pubblico e di qualità artistica degli spettacoli fino a diventare di nuovo uno dei principali poli culturali ed artistici di riferimento di tutto l’ Alto Lazio. Il restauro ha restituito al paese e a tutta la provincia un locale che ha rappresentato per intere generazioni il fulcro di ogni attività culturale e ricreativa, ed oggi i pronipoti di coloro che in quel luogo ballarono, risero o si commossero, vivono ancora, a decine di anni di distanza, le loro stesse emozioni. rana, Piccoli Equivoci di Ricky Tognazzi, Safari di Roger Vadim. Ha inoltre recitato in molte Fiction e serie Televisive come L’ Ispettore Sarti, I Ragazzi del muretto, Morte di una strega e I Segreti di Borgo Larici. Attualmente sta portando in scena la commedia “Flebowsky” . Flebowsky è uno spettacolo dove gli ospedali sono visti dalla parte del pigiama, cioè del paziente che racconta di reparti e corsie, di persone e malattie. Tratto dal libro “Storie di ordinaria corsia” di Fabrizio Blini, racconta dell’ ospedale che diventa teatro dove il tragico ed il comico vengono esaltati come in nessun altro luogo. E’ uno spettacolo divertente dove il principio attivo è l’ umorismo. Con questo spirito racconta di pigiami, di camici bianchi e di reparti. Vuole essere un farmaco preventivo per saper affrontare, (dovesse capitare), l’ esperienza di un ricovero. Il Grande Flebowsky è un manuale di degenza ospedaliera, scritto da un vero paziente che ha deciso di ridere delle proprie malattie con l’ obbiettivo di ristabilire un sano rapporto tra malati, medici e ospedali, con la certezza che la prima medicina necessaria in un ospedale è la buona volontà delle persone. Una terapia del sorriso, perchè non è vero che una risata ci seppellirà, una risata ci dimetterà. E’ uno spettacolo assolutamente da vedere, due ore di sane risate, con un Nicola Pistoia, assolutamente superbo, coadiuvato dalla bravura di Ketty Roselli e Armando Puccio e dalla sapiente regia di Gigi Piola. Dopo lo spettacolo Nicola Pistoia ci ha concesso questa breve intervista. Franco Sassara per media & sipario rosegue presso il Teatro Bianconi di Carbognano la stagione teatrale 2015/2016 con la commedia. “FLEBOWSKY” (Storie di ordinaria corsia), con Nicola Pistoia, Ketty Roselli e Armando Puccio per la regia di Gigi Piola. Prima di entrare nel vivo dello spettacolo, voglio presentarvi con alcune sue note biografiche il protagonista, appunto Nicola Pistoia. Nicola Pistoia, Attore e Regista Italiano, ha iniziato la sua carriera alla fine degli anni 70 con i film - commedia all’ Italiana. Nel 1987 partecipa al giallo per bambini “Operazione Pappagallo” opera prima del regista Marco di Tillo con Piero Chiambretti e Claudio delle Fratte. Nel cast ci sono anche Siusy Blady, Leo Gullotta, Tiberio Murgia e Didi Perego. Ha poi recitato in “Quattro bravi ragazzi” con Michele Placido, Tony Sperandeo e Giancarlo Dettori, in “Caro Maestro” con Marco Columbro e Elena Sofia Ricci, in “Finalmente soli” e “ Finalmente Natale” con Gerry Scotti e Maria Amelia Monti. Ha partecipato inoltre alla miniserie televisiva “Giovanni Paolo II”. Nel 2001 ha recitato e diretto, “Stregati dalla Luna” con Pino Ammendola e Maurizio Casagrande. Nel 2004 e stato nel cast del film “In questo mondo di ladri” diretto da Carlo Vanzina. Nel 2009 ha partecipato al corto “Le notti bianche” (o come quando il colore perse ogni significato) scritto e diretto da Cristian Patanè. Nel 2010 è stato protagonista del cortometraggio “La ferma Instabilità” scritto, diretto e interpretato da Giada Arena. In teatro è stato uno dei protagonisti di “Uomini sull’ orlo di una crisi di nervi” del 1993 e dal 2010 di “Ben Hur” una storia di ordinaria periferia di cui ha curato anche la regia. Nella sua lunghissima carriera di attore ha partecipato a tantissimi film. Ne cito solo alcuni: Delitto in formula uno di Bruno Corbucci, Chi c’ è c’ è di Piero Natoli, Aurelia di Giorgio Molteni, Orlando sei di Dante Majo- Campo de’ fiori 44 LA REDAZIONE DI CAMPO DE FIORI SI ASSOCIA A TUTTI GLI AUGURI!!! Gabrielli Antonio e Vittori Liliana, insieme ai nipoti e alla famiglia, festeggiano le nozze di platino....Auguri, Auguri Auguri!!! Tantissimi auguri a Emmanuel Anzellini che il 1° Dicembre compie 9 anni, dai nonni Vincenzo e Elsa, gli zii Fabrizio, Alessia, Irene e Rosario Tanti auguri a Benedetta Generali che il 14 Agosto ha compiuto 3 anni, dal fratello Francesco, il papà Complimenti ad Elisa Enrico, la mamma Paola, la Spiga che il giorno marnonna Antonella, gli zii ed i tedi 27 Ottobre 2015 si é cugini Fede, Leo, Totto, laureata con il punteggio Titti, Teto e Peppe. di 110 e lode...i sacrifici di Auguri “Bellapilla”! questi anni sono stati ripagati nel miglior modo...Congratulazioni Dottoressa!!!!! da Danilo, Roberta & Ferrero. Tanti auguri a Francesco Generali che il 9 Ottobre ha compiuto 8 anni, dalla sorellina Benedetta, il papà Enrico, la mamma Paola, la nonna Antonella, gli zii ed i cugini. Auguri campioncino!!! Tanti auguri a Niccolò Costantini che il 26 ottobre ha compito i suoi piccoli 8 anni!!! Da parte del fratellino Mirko, delle zie, dei nonni, della mamma ed il papà. Un augurio speciale al piccolo Tommaso Ricci che ha ricevuto il Santo Battesimo circondato dall’ amore di tutta la sua famiglia! Un grandissimo bacio. Ti vogliamo Bene piccolo angelo!!” La paura fa 90 ma la signora Fermina non ha paura dei suoi 90 anni!!! Tanti auguri.... Benvenuto Lorenzino, tanto piccolo e carino. Eri ciò che aspettavamo, Tanti auguri di buon come che tutti desideravamo. pleanno a Samuele Papini Così tu ci hai ricambiato che il 15 Novembre compie 6 anni ed a Simone ed il 25 Ottobre sei arrivato! Papini che il 30 Novem- Auguri ai genitori, ai nonni ed bre compie 10 anni, dai a tutti i parenti da zio Sergio! genitori Romina e Roberto, dai nonni, gli zii e le zie e dai cuginetti! A Roma il 25 novembre 2000 nascevano i gemelli: Dennis Raul, Ana Gabriel, Camilla e Charlotte. I genitori e i parenti fanno loro un mondo di auguri! Campo de’ fiori 45 Ad Ermanno e Doriana: Nonostante la vita vi ha messo davanti al vostro cammino tante difficoltà avete raggiunto un bellissimo traguardo: 25 anni di matrimonio! Vi auguriamo che il vostro amore continui negli anni, così come il primo giorno. Auguri a Doriana anche per il suo compleanno da Anna, Cristina, Andrea e Giancarlo. L’argento l’avete raggiunto in un modo meraviglioso, adesso via così verso l’oro. Il mio augurio è che lo raggiungiate altrettanto meravigliosamente. Auguri da vostra figlia Erika! Tantissimi auguri di buon compleanno a Abdelhadi Bouti che il 25 Novembre compie 38 anni, da tutta la sua famiglia e dagli amici! Congratulazioni alla neodottoressa Vanessa Vizzaccaro che si è laureta in Ingegneria gestinale, dalla mamma, il papà, la nonna, gli zii e tutti i cugini!!! Tantissimi auguri al piccolo Emanuele Dusi che il 10 Dicembre compie 2 anni da mamma Marina, dai nonni, dagli zii e da papà Mattia che ti guarderà crescere da lassù. Nel cuore Augusto Anselmi 15.10.1986 Mauro Anselmi 01.11.2006 Alba Iannoni 30.10.2013 Un ricordo speciale ai miei cari che, seppur in anni diversi, per una strana coincidenza sono volati in cielo tutti nello stesso periodo dell’anno. Nonostante sia rimasto solo, so che così non è perchè vi sento sempre al mio fianco. Sandro Anselmi Un caro pensiero a te mamma, che già da un anno non sei più tra noi. Ci manchi tanto e la tua mancanza si fa inevitabilmente sentire. Continua a vegliarci dallalto e assisti sempre i nostri figli Vanessa, Cecilia e Federico. Roberta e Rossella Flora Iaffei 15.11.2014 Campo de’ fiori 46 FABRICA DI ROMA (VT). Ne abbiamo 3 di gattini piccoli così (3 mesi circa), uno tutto nero con occhi verdi, una tigrata con sguardo ammaliante e que sto scricciolo che vedete in foto, maschio...Ricordatevi che sono gli ultimi delle co vate di quest’estate. Da oggi in poi e fino a feb braio: solo ADULTI! Tel. 3335375465 Taglia media contenuta, ha circa dieci anni, vissuti sempre alla catena, nascosta da tutto e da tutti. viveva in un fusto di lamiera. il cibo le veniva tirato. mai una carezza. Non va daccordo con femmine ma con i maschi si. E buonissima. Chiede solo amore per quel che le resta da vivere. Già sterilizzata. E anche un po sorda ma chi non lo è a 77 anni!!!! E giocherellona, vivace e veloce....Diamole una casa, un cuscino morbido per i suoi ultimi giorni...Una mano sul cuore. 3387736902 Maschietto castrato di circa un anno ,di taglia medio piccola (circa 15 kg). SALVATO DA MALTRATTAMENTO. Va d accordissimo con tutti i cani,molto buono e affettuoso.Vaccinato, sverminato e microchippato.Se pensate ad un compagno di vita, guarLui è Jimmy, un cagnolino datelo bene... Non vuole di 8 mesi, futura taglia pic rimanere da solo, scapperebbe, ha già sofcola /media. È un gioche ferto troppo di solitudine. rellone e coccolone, ma 3335375465 Lei è la bella Carmen , se gugia di circa un anno , ultima arrivata in canile , segni particolari : bellis sima dolcissima ubbi diente e calma , taglia media. per un adozione speciale siamo a Civita Castellana 3387357799 . Grazie. per motivi di salute dei padroni non può più rima nere con loro! Cerchiamo di trovare una nuova famiglia che lo coc coli e se ne possa prender cura. Tel. 333.2190319 Regalo cuccioli di meticcio di 3 mesi. Sono alla zona industriale di Corchiano (VT). Tel. 338.3949851 TANTISSIMI ANIMALI VIVONO IN CANILE ED ASPETTANO UNA CASA. NON COMPRARE ANIMALI! DAI UNOCCASIONE DI VITA MIGLIORE A QUESTI POVERI ANIMALI CHE SONO IN GALERA SENZA AVER FATTO NULLA DI MALE! Campo de’ fiori L’angolo del poeta 47 L AFORISMA di Montanarini Nel dipingere non saprai nulla di quanto fai prima di dipingere; non saprai nulla dopo aver dipinto ma saprai tutto solamente mentre dipingi. Ho scritto questa poesia per la passione che ho per il gioco delle bocce. Ho voluto provare a mettere in parole quello che si prova in una partita o in un allenamento. Il gioco delle bocce è un gioco del popolo da sempre. “FOTO SEGNALETICA” Le bocce Ariecchime qua, dentro sto campo fatto de tavole e sabbia e lungo come na bestemmia. Le bocce stanno lì per terra, ne pio una, laccarezzo come un gattino e je dico: namo vie co me che te faccio bacià er pallino. La tiro, eccola là sur pallino. Co nantra meno liscio, me ncavolo, rimeno, ce cojo, me sento er re der monno! Amico mio, aricordite... quanno morirò... dentro la bara... quattro bocce e n pallino. Gianni Del Signore Vi proponiamo questa foto... Dove volete andare? Potete tranquillamente scegliere la metà vista che non è più legibile alcuna indicazione! A titolo informativo, vi diciamo comunque che ci troviamo allingresso della cittadina di Nepi, precisamente al bio con la strada che porta a Sutri. Buon viaggio... ‘O Gnocco Lercio Ingredienti : - Spaghetti; - Noci sgusciate e ridotte in granella q.b; - Cioccolato fondente in scaglie q.b; - Rum q.b; - Zucchero q.b; - Cannella q.b. Si serve con: Rum speziato. Procedimento: Si lessano gli spaghetti in acqua salata, o anche dell’altra pasta a piacere, l’importante è che non sia all’uovo e si condisce poi, appena scolata, con una bella spolverata di noci tritate, cioccolato fondente, zucchero, cannella e Rum, si mescola il tutto e si ripone in uno stampo e si lascia raffreddare per un po’. Trascorso il tempo per il raffreddamento della pasta, si toglie dallo stampo ‘o gnocco lercio che verrà servito tagliato a fette. Consiglio Pratico Pasta e riso incollati durante la cottura? Non più se si aggiungerà un cucchiaio di olio di oliva all’acqua. 48 Campo de’ fiori NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NE A.N.P.A.S. DI FABRICA DI ROMA IN POLONIA PER FESTEGGIARE I COLLEGHI DELL’I.P.A. Continuano gli scambi interculturali che da alcuni anni caratterizzano l’attività della Sezione A.N.P.S. (Associazione Nazionale Polizia di Stato) di Fabrica di Roma. Una delegazione dell’associazione, composta dal Presidente Mariano Mariani, dal Segretario Massimo Ricci e dal socio in servizio presso la Questura di Roma Egisto Feliziani, accompagnata per l’occasione dal parroco della stessa cittadina della tuscia Don Terzilio Paoletti -Don Chicco-, su invito dei colleghi dell’I.P.A. (International Police Association) Krapkowice ed insieme agli amici croati dell’I.P.A. Istra, dal 23 al 25 ottobre scorso, nel sud-ovest della Polonia, hanno partecipato ai festeggiamenti per il ventennale della fondazione del Gruppo Regionale I.P.A. di Opole. Il meeting si è svolto nella stessa città di Opole e nel vicino villaggio di Grodziec; hanno partecipato 13 delegazioni di polizie provenienti, oltre che dall'Italia e dalla Croazia, anche dalla Germania, dalla Svizzera, dall'Ucraina, dalla Repubblica Ceca, dalla Romania, dalla Slovenia e dall'Ungheria. All'interno dello scambio culturale sono stati visitati i luoghi simbolo di quella parte della Repubblica di Polonia: il santuario di Czstochowa, la cattedrale di Nysa, il campo di concentramento di Auschwitz, nonché la basilica Eufrasiana, simbolo della città istriana di Parenzo. Campo Rugby “C. Angeletti” di Civita Castellana: inaugurate le nuove tribune Erano iniziati a marzo del 2014 i lavori commissionati dal Comune di Civita Castellana per dotare il campo da rugby di tribune per ospitare fino a 350 spettatori. I lavori sono oggi conclusi e le tribune sono state inaugurate ufficialmente sabato 31 ottobre alle 16.00 alla presenza del sindaco di Civita Castellana Gianluca Angelelli, del delegato provinciale del Coni Alessandro Pica, del presidente Fir Antonio Luisi, del segretario federale Fir Claudio Peruzza, degli assessori Sergio Annesi e Tonino Zezza insieme a diversi consiglieri comunali. Presenti anche diverse società sportive tra cui Atletica Alto Lazio, CT Davis ’76 e Basket Civita Castellana. Alla cerimonia hanno assistito in centinaia di appassionati di rugby e sportivi. “Quello di oggi – ha spiegato il sindaco – è un bel passo in avanti per lo sport civitonico. Il rugby a Civita ha una tradizione gloriosa, con questa nuova struttura potrà crescere ancora avvicinando tanti nuovi ragazzi. Lo sport è un bisogno primario dei cittadini, soprattutto dei più giovani e l’intento dell’amministrazione è quello di farlo crescere con l’aiuto insostituibile delle tantissime associazioni della nostra città. Il prossimo passo sarà la piscina comunale. I soldi sono stati stanziati tutti, ora dovremo fare gli appalti e poi i lavori: con un nuovo progetto ambizioso, sistemazione dell’esistente e nuova vasca all’aperto. Sul triennale di quest’anno, che delibereremo la settimana prossima, invece, decideremo di dotare di erba sintetica almeno un campo da calcio. Infine un sogno: la pista d’atletica” La tribuna realizzata dall’Amministrazione comunale di Civita Castellana potrà ospitare fino a 350 spettatori e sarà fruibile non appena sarà dichiarata tale dalla commissione locale di pubblico spettacolo. Al di sotto della tribuna, nella struttura al piano terra sono stati realizzati gli spogliatoi e i servizi igienici per il pubblico, oltre ad altri locali. PIETRO SARANDREA AL NEW GREEN HILL di Roma Nella prestigiosa sala conferenze del ‘’ NEW GREEN HILL’’ a Roma, il giorno 24 ottobre si è svolta una manifestazione culturale presieduta dal Prof. Cosmo Sallustio Salvemini, dove ha presentato il suo ultimo libro dal titolo ‘’CANAGLIE E GALANTUOMINI’’. Pietro Sarandrea è stato ospite in qualità d’ artista pittore; in questa occasione ha proposto delle interessanti creazioni pittoriche su tessuti (cravatte, cinte, borsette ecc..) e anche due lampade dipinte che hanno creato un’ atmosfera particolare. Il Maestro ha esposto anche due opere su tela che appartengono ha diversi momenti stilistici. Il primo,di action-painting datato 2014, lavorato su una tela triangolare, costruita a sua volta da due triangoli rettangoli, una sezione aurea e un triangolo isoscele. Il secondo, datato 2015, di misure 50 x 81 cm ( sezione aurea ), riprende lo stile astratto degli anni 80; spiega al pubblico le differenze creative con riferimenti pitagorici sulla sua composizione geometrica. L’ artista Pietro Sarandrea ci sorprende sempre per la sua poliedricità creativa, arriva a emozionare anche con performance di pittura telepatica e anche con realizzazioni geniali come i termo quadri. Paola Lamonica Campo de’ fiori 49 EWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NE CORCHIANO “SOTTO LE STELLE” PER RICORDA GABRIELLA FERRI Era doveroso, per Corchiano ricordare una grande artista come Gabriella Ferri, che qui, nel piccolo paese della Tuscia, decise di trascorrere gli ultimi anni della sua vita. È così che l’amministrazione comunale, in collaborazione con l’associazione “Arnies Maria Chiara Segato Onlus”, a undici anni dalla scomparsa della cantante romana, avvenuta il 3 Aprile 2004, all’età di 62 anni, ha voluto intitolarle uno spazio adiacente al Teatro Fescennino ed al Parco Naturale delle Forre. L’area da decenni abbandonata, può contenere oggi circa 650 persone ed è nata per ospitare appuntamenti artistici, culturali, di solidarietà. L’inaugurazione ha avuto luogo il 23 ed il 24 Ottobre, inserita all’interno della ormai consueta manifestazione “Sotto le stelle” organizzata dall’Arnies, da sempre impegnata a promuove la solidarietà, l’integrazione e il dialogo, in modo particolare con la Maison de vie di Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo. Anche padre Celestino, arrivato dalla Svizzera, che ha fortemente voluto questa casa, ha partecipato alla due giorni ricca di eventi. Non poteva mancare Seva Borzak junior, figlio di Gabriella, il quale racconta: “Corchiano è stato una nuova patria per mamma quando Roma non era più come lei amava. Qui ha trovato persone che la ispiravano, una nuova dimensione. La prima volta sono rimasto meravigliato perché era così isolato e diverso da Roma. Lei è ancora qui. Oggi sono sorpreso in modo positivo perché il posto è molto cambiato. Questa famiglia che l’ha accolta oggi la ricorda. Quando mi parlava di Corchiano mi parlava della sua pace. Si alzava tardi, come tutti gli artisti. Qui ha iniziato ad alzarsi presto, con il canto degli uccelli e il sole sulla rupe. Le piaceva tanto”. Raffaela Siniscalchi, cantante che più volte si è esibita con il maestro Nicola Piovani, ha interpretato le canzoni di Gabriella Ferri e ha raccontato anche lei il suo amore per Corchiano. La serata è continuata con il duo musicale Edo & Costy che ha allietato la cena a base di prodotti tipici. Sabato 24 ottobre altra giornata piena, con la presentazione dei libri “Un minuto oltre il futuro”, scritto a quattro mani da Carlo Bollo e Luigino Lorenzoni, e “Tesla-Lo scienziato contro” di Edoardo Segato, presentati dalla giornalista Vanessa Quinto. Poi ancora la voce di Raffaela Siniscalchi, accompagnata da Massimo Antonietti alla chitarra per interpretare una volta ancora le canzoni di Gabriella Ferri e dell’antica tradizione romana. L’Arnies è pienamente soddisfatta del risultato dell’evento, dedicato anche alla memoria di Maria Chiara Segato, scomparsa prematuramente, a cui è stata intitolata per l’appunto l’associazione, che aveva dedicato moltissime sue energie ai progetti di solidarietà ed alle buone pratiche locali, alla base di un comportamento umano e sociale volto al rispetto dell’ambiente e dell’altro. Chiara è stata un bell’esempio per tutti e ci auguriamo che molti altri giovani possano seguire le sue orme, continuando a portare avanti i progetti dell’associazione ben disposta ad accogliere nuove leve, come tiene a sottolineare l’attuale presidente Arnies, Geltrude Profili. Ermelinda Benedetti IL JUDO PROTAGONISTA A FABRICA DI ROMA Come ormai da più di un decennio anche quest’anno Fabrica di Roma si propone nel gotha del mondo sportivo provinciale per la disciplina del Judo. Si terrà nella cittadina cimina la undicesima edizione del torneo regionale di Judo “ Terra Falisca” riservato alle categorie giovanili che si affacciano nel mondo delle competizioni di questo affascinante sport. Una manifestazione che negli anni è cresciuta in maniera esponenziale, portando sui tatami fabrichesi le migliori speranze della nostra regione. Gara che, grazie al patrocinio ed alla fattiva presenza del M° Gennaro Maccaro massimo esponente del sett. Judo della FIJLKAM Lazio ed alla perseveranza ed autorevolezza del M° Domenico Petti, responsabile provinciale, ha dato un appuntamento fisso e di rilievo a tutti i giovani che praticano Judo. Alla importante manifestazione ha dato il suo patrocinio ed il suo appoggio logistico Il Comune di Fabrica di Roma, da sempre sensibile a queste impegnative operazioni di promozione e diffusione dello sport, e quest’anno la piacevole novità del coinvolgimento attivo del Comitato festeggiamenti S. Matteo e S. Giustino che presentano a tutti gli ospiti gradevole novità. In particolare la possibilità di avere a disposizione prodotti tipici locali per effettuare una nuova e promettente campagna di promozioni delle tipicità fabrichesi. Dunque tutto lo staff della Palestra Yama Bushi di Fabrica è già da diverso tempo in attività per dare agli atleti, agli accompagnatori ed ai tecnici, una efficiente immagine delle capacità organizzative che una occasione simile richiede. A rispondere a questo importante sforzo di organizzazione, tutte le migliori palestre della nostra regione, che porteranno sul banco di prova della palestra di Piazzale Dante Alighieri le loro migliori speranze maschili e femminili per permettere loro di misurarsi e di scambiare esperienza con i migliori atleti in circolazione. Domenica 15 Novembre quindi, a partire dalle ore 9,00 le gare che si protrarranno no stop fino al pomeriggio, con una forte presenza di atleti e di pubblico. L’accesso alla palestra è gratuito ed all’esterno gli intervenuti D.P. troveranno una cordiale accoglienza. 50 Campo de’ fiori AGENDA Tutti gli appuntamenti più importanti Fotografare la natura nella Riserva Naturale Lago di Vico Sono aperte le iscrizioni al Corso di Fotografia Naturalistica teorico e pratico “Fotografare la Natura” che inizierà il prossimo 15 novembre, organizzato dall’Associazione Italiana Trekking Fotografico -AITF- Foto Trek in collaborazione con la Riserva Naturale Regionale Lago di Vico. Il corso si terrà con appuntamenti settimanali dal 15 novembre al 13 dicembre 2015 all’interno della Riserva Naturale con la docenza della fotografa professionista Susy Toma. Gli allievi fotografi saranno seguiti per tutta la durata del percorso formativo da fotografi e cameraman professionisti della Videoclick Production (www.video-click.it), parteciperanno a lezioni teoriche di tecnica fotografica in aula e ad escursioni nella Riserva Naturale Lago di Vico, guidati dal personale tecnico della Riserva Naturale (biologi, ornitologi, guide escursionistiche e Guardiaparco). Il corso è rivolto a tutti gli appassionati di fotografia e agli amanti della natura che abbiano una fotocamera digitale di tipo reflex o mirrorless, dai 16 anni in su. Le lezioni teoriche si terranno nella sede della Riserva Naturale Regionale Lago di Vico in via Cassia Cimina Km 12- 01032 Caprarola (Vt), mentre la conclusione del corso con la presentazione/esposizione dei lavori è prevista presso il LABTER della Riserva Naturale, all’interno del Palazzo della Cultura di Caprarola. L’attrezzatura necessaria per poter seguire il corso prevede, oltre alla fotocamera e alle ottiche, un treppiedi e l’abbigliamento per camminare in montagna. Per prenotare la propria partecipazione al corso è necessario inviare una mail a [email protected], oppure a [email protected], Il costo totale del corso “Fotografare la Natura” è di 60 per partecipante da versare secondo le modalità indicate nella mail che sarà inviata a conferma della ricevuta prenotazione. Per altre informazioni è possibile visitare il sito www.fototrek.it dove sono pubblicate informazioni sulle attività fotografiche che l’Associazione Fototrek realizza in Italia e in Europa con i propri fotografi docenti. Renzo Arbore - La mostra. Videos, radios, cianfrusaglies “Lasciate ogni tristezza voi chentrate” Roma, MACRO Testaccio - La Pelanda 19 dicembre 2015 – 3 aprile 2016 Nel 2015 ricorre il trentennale di Quelli della notte, una delle “invenzioni” di Renzo Arbore che hanno più inciso nella storia della cultura e dellintrattenimento. Dal 19 dicembre 2015 al 3 aprile 2016 sarà aperta al pubblico, negli spazi espositivi della Pelanda al Macro di Testaccio, una grande mostra dedicata a Renzo Arbore, ai 50 anni della sua straordinaria carriera, alle sue trasmissioni televisive e radiofoniche, alle sue amicizie e alle sue scoperte, ai suoi percorsi musicali e ai concerti dellOrchestra Italiana, alla sua incredibile collezione di oggetti e memorabilia, ma anche ai suoi amici, ai suoi viaggi, al sostegno non episodico alla Lega del Filo dOro e alla sua sensibilità verso i più sfortunati. Per la pubblicità sulle pagine della rivista più letta ed amata contattaci al 328.3513316 0761.513117 o [email protected] Campo de’ fiori 51 AGENDA Tutti gli appuntamenti più importanti Festival della Canzone Romana XXV Edizione Lunedi 30 novembre 2015 ore 21.00 Teatro Olimpico Il teatro Palarte di Fabrica di Roma è pronto per ospitare una nuova ed interessantissima stagione teatrale. Con i suoi oltre 400 posti a sedere, il teatro fabrichese, al momento, è una delle strutture più belle e funzionali della provincia di Viterbo. Nonostante la decisione di sospendere la rassegna di teatro amatoriale “Premio arco doro” già dallo scorso anno, il Sandaco Mario Scarnati e lAmministrazione comunale hanno fortemente voluto continuare offrire al pubblico, proveniente anche da molti dei paesi limitrofi, tanto buon teatro, grazie agli attori delle migliori compagnie di teatro amatoriale reclutate nelle diverse regioni dItalia. Il direttore artistico del Palarte, Carlo Ciaffardini, ha così individuato cinque bellissime commedie per questa prima parte della stagione, che sì è aperta domenica 8 Novembre e che si concluderà Domenica 6 Dicembre. Altrettanti spettacoli sono previsti per la seconda parte del Fabrica festival, che si svolgerà invece nel periodo di marzo-aprile 2016. Anche per questanno il costo del biglietto è rimasto invariato a soli 5 , un motivo in più per approfittare di questa opportunità di trascorrere senzaltro una domenica pomeriggio diversa, con interessanti spettacoli che sapranno senzaltro farci sorridere ma che saranno anche in grado di offrirci tanti spunti di riflessione. Tutto questo in attesa di entrare nella magica atmosfera natalizia. Il Teatro Olimpico di Roma ospiterà anche quest’anno il Festival della Canzone Romana, che festeggia quest’anno un traguardo importante: 25 anni dalla sua nascita. La storica manifestazione è nata da un’idea di Lino Fabrizi, precursore della nuova canzone romana, con l’intento di valorizzare il patrimonio della romanità in musica attraverso un concorso aperto a compositori, autori e interpreti di questo genere musicale. Tanti, ancora una volta gli ospiti, tutti artisti che hanno lasciato nelle proprie canzoni indimenticabili ed inequivocabili segni del loro talento ed orgoglio romano. Tra questi, avremmo il piacere di vedere sul palcoscenico Edoardo Vianello, Wilma Goich alias I Vianella, Luciano Rossi, Ambrogio Sparagna, I Cugini di campagna, Elena Bonelli,Alessandro Di Carlo, Giorgio Onorato, Alberto Laurenti, Sandro Scapicchio, Paolo Gatti, M° Masci e gli stornellatori Romani,Raffaella Misiti e le Romane , Velia Abballe, Fiammetta, AnnaBello, Enzo Schiavone,Eleonora Tosto, Valentina Galdiero, Alessio Pistoia, Angelo Blasetti e il balletto della Crazy Gang . Ma in occasione della ricorrenza saranno presenti anche molti dei vincitrici delle passate edizioni. Stefano e Loretta Rossi Stuart saranno gli ospiti presentatori di questa speciale edizione che vedrà cantare la Roma folkloristica con le sue carrozzelle, i suoi tramonti e le sue fontane, ma anche quella quotidiana con i suoi crucci e le sue storie d’amore. Nel corso di questo ventennio, il Festival della canzone romana ha visto succedersi artisti come Renato Zero, Nino Manfredi, Carlo Verdone, Franco Califano, Giancarlo Magalli, Michele Mirabella, Enzo Salvi, Lando Fiorini, Enrico Brignano, Mario Scaccia, Isa Di Marzio,Fiorenzo Fiorentini, Gigi Sabani, Luciano Rossi, Rodolfo Laganà, I Vianella, Bobby Solo, Mal, Tony Santagata, I Cugini di Campagna, Stefano Masciarelli, il Maestro Stelvio Cipriani, Manuela Villa, Giorgio Onorato, La Schola Cantorum, I Baraonna, e tanti altri. La continuità di questa manifestazione, portata avanti con dedizione e passione dall’Associazione Amata Italia, è un significativo esempio di come sia necessario diffondere e proseguire un percorso storico attraverso un’antologia di brani, dedicati o ambientati a Roma, che spazia dal 1800 ai giorni nostri. Per informazioni: www.festivaldellacanzoneromana.com [email protected] Infoline: 06 3265991 (Teatro Olimpico) – 0670307000 – Lino Fabrizi 3403409482 Biglietteria: poltronissima 30 - poltrona e balconata 25 - galleria 20 + prevendita Per gruppi da 50 persone: Poltronissima: 25 anziché 30; poltrona e balconata: 20 anziché 25; Galleria: 15 anziché 20 + prevendita 10% Campo de’ fiori 52 ALCUNE PROPOSTE EDITORIALI DELLE COLLANE DI CAMPO DE’ FIORI “LA PORTA DEL FUTURO” Così si chiude la trilogia di Massimo Marsicola Q uesto libro contiene idee innovative, di svolta. Sono tenuti a conoscerle tutti coloro che hanno a cuore il futuro e che vorranno dare il loro contributo all’edificazione di una nuova civiltà. Si tratta di una filosofia che dopo aver interpretato la realtà nella quale viviamo, indica la strada universale da percorrere per uscire da ogni tipo di crisi. Vostro a soli 5,00 - Info e prenotazioni 0761.513117 - [email protected] IDENTITA’ E VALORE IL SECONDO TASSELLO DELLA TRILOGIA DEL PROF. MARSICOLA Perché si nientifica? Perché si sminuisce? Perché si tende sempre a sottovalutare quello che l’altro pensa, dice o fa? Perché vogliamo apparire più intelligenti, più ricchi, più importanti ed influenti degli altri? Prima risposta: “perché nonostante gli sforzi che ciascuno fa, non approda che difficilmente a un’idea dell’intero”. Stabilire le motivazioni di questi comportamenti che, peraltro, sono assai diffusi, almeno nel nostro Paese, è certamente propedeutico al discorso che ho voluto affrontare e svolgere, ma è anche decisivo per aiutare tutti e ciascuno a fare il punto della situazione. La prima cosa che mi viene da rispondere a tutte le domande che sopra ho posto è la seguente: si vuole apparire quel che non si è perché si teme comunque di essere inadeguati.... SOLO 1 Un dialogo filosofico-politico sulla crisi, che può anche essere rappresentato a teatro (commedia in atto unico). Il primo di una serie di discorsi volti a dare un nuovo impulso al dibattito culturale nel nostro Paese, giusto viatico per una ripresa in ogni campo e settore produttivo.Utile per chi avesse a cuore un reale rinnovamento della Politica e delle Istituzioni. OMAGGIO Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo è un libro unico nel suo genere. Un manuale guida per cercare di arginare questo male dilagante! E’ possibile averne una copia acquistandolo nelle librerie della zona, nelle edicole o presso la nostra redazione. Potete anche ordinarlo versando l’importo di 10.00, sul c/c postale n. 42315580, intestato ad Associazione Accademia Internazionale d’Italia. E’ un’occasione da non perdere, soprattutto per gli insegnanti, che possono inserirlo nel P.O.F. d’Istituto e nella programmazione educativa annuale del docente, ma anche per i genitori e per tutti gli educatori sociali. Oroscopo di Novembre Campo de’ fiori 53 by Cosmo ARIETE (21 Marzo - 20 Aprile) È in corso un periodo di profondo rinnovamento nell’ambito delle relazioni professionali. Momento ideale per il consolidamento di una posizione professionale. Possibile gelosie o incomprensioni con il partner. Situazioni inaspettate ed impreviste generate da una improvvisa voglia di libertà. Una ritrovata lucidità mentale si rileva particolarmente utile nel risolvere una antica soluzione. Progetti di lavoro a lungo termine con una località estera. TORO (21 Aprile - 20 Maggio) Favorita ogni situazione riconducibile ad affetti, passione ed eros e nuovi guadagni. Le relazioni professionali sono baciate da una finora mai confessata attrazione fisica. Guadagni e successi in vista. State attenti a quello che dite e soprattutto siate meno polemici con il vostro partner o socio d’affari. La vostra vita sentimentale in questo periodo dell’anno tende ad essere gestita in maniera misteriosa a causa dei transiti nella vostra dodicesima casa solare. GEMELLI (21 Maggio 21 Giugno) Liberatevi dell’inutile e seguite la vostra strada. Potrete affrontare con maggiore serenità le incombenze saturnine e così compiere le vostre scelte. La vostra vita sentimentale sta per colorarsi di situazioni inaspettate, spesso anche trasgressive. Fate una cosa alla volta senza farvi affannare da un inutile senso del dovere in situazioni di fatto incompatibili alla vostra reale natura. Siate meno rigidi nei vostri giudizi, soprattutto per quanto riguardi il partner o il socio in affari. CANCRO (22 Giugno - 22 Luglio) Non esitate a spostarvi se un impegno di lavoro lo richiede. Conclusione proficua di una importante negoziazione. Occasioni sentimentali durante un evento culturale. Incontri ed opportunità. Date retta al vostro intuito. Vita sociale in fermento. State attenti a non compiere azioni azzardate. Atteggiamenti non sempre costruttivi all’interno del rapporto di coppia. Circondatevi solamente delle cose a voi più gradite rimandando ogni decisione. LEONE (23 Luglio - 23 Agosto) Novembre inizia in maniera incalzante. Andate dritti per la vostra strada senza farvi condizionare dalle critiche dei vostri familiari. Non sono da escludersi disguidi nelle comunicazioni, come malintesi o messaggi o lettere mai arrivate. Pesate bene il peso delle vostre parole. Non cedete ad antichi rancori. State attenti nei confronti di chi ha la tendenza ad agir dietro le quinte. Piacevoli situazioni di effervescente mondanità. Premiati i progetti lungimiranti. VERGINE (24 Agosto 23 Settembre) Canalizzatevi verso le vie dell’eros. Acquisti in beni voluttuari e in arredamento per i nati della seconda decade. Occasioni mondane in forte crescita. Momento professionalmente decisivo, ideale per spingere il piede sull’acceleratore delle vostre ambizioni. Conquiste professionali, ottime idee e buoni guadagni. Il momento è ottimo in ordine ad occasioni di guadagno. Se saprete ragionare in grande potrete raccogliere importanti risultati. BILANCIA (24 Settembre - 23 Ottobre) E’ il momento adatto per dare una svolta rivoluzionaria, dinamica, ad ogni voce della propria vita. Siate meno emotivi. Se in amore volete vincere dovete imparare ad osare. Scaricate le energie in più attraverso una attività sportiva. Discontinuità nei rapporti affettivi. Siete alla ricerca di sempre e più forti stimoli. Meglio concedersi una pausa di riposo. Riuscite a realizzare un evento assai importante nel settore di vostro maggior pregio: l’arte e la bellezza. SCORPIONE (24 Ottobre - 22 Novembre) Pianificate i vostri obiettivi professionali. Favorita una rinascita professionale a tutti coloro che fanno largo impiego di pubbliche relazioni nelle loro attività. Si profila la proficua conclusione di un progetto di lavoro. Guadagni inaspettati e buone opportunità. La vostra vita sentimentale viene gestita in maniera alquanto misteriosa. Notizie provenienti da un paese estero o da un’altra città. SAGITTARIO (23 Novembre - 21 Dicembre) Ritorni di fiamma ed una improvvisa rivoluzione. Potrete affrontare le importanti scelte del periodo con maggiore serenità. Fate una cosa alla volta. Si profila un periodo ideale per imbarcarsi in un progetto professionale con l’aiuto del proprio partner. Favorite l’iniziative artistiche. Risoluzione di una vertenza legale grazie ad una abile negoziazione. Cercate di stare più attenti nell’emettere un giudizio. CAPRICORNO (22 Dicembre - 20 Gennaio) Promozioni e guadagni e possibile l’incontro con la propria anima gemella. Puntate su originalità, confronto culturale ed indipendenza intellettuale. Colpi di fulmine e trasgressioni Professionalmente fortunati ma mai contenti, vorreste ricevere maggiore soddisfazione dalla vostra vita sentimentale. Bene in concorsi, colloqui di lavoro ed esami. Praticate uno sport ! ACQUARIO (21 Gennaio 18/19 Febbraio) Il momento si presenta favorevole per un accrescimento del vostro settore finanziario. Nuovi stimoli, di ordine esclusivamente creativo. Improvviso fermento nel vostro mondo delle grandi idee, della creatività e del cuore. È il momento ideale per realizzare un viaggio in compagnia del partner o per incontrarsi con una persona proveniente da un’altra città. Favorite quelle situazioni in cui potete dare spazio a tutta la vostra creatività e genialità. Non fatevi influenzare dal passato ma pensate solamente al presente. PESCI (19/20 Febbraio - 20 Marzo) Grazie a Mercurio riuscite a trovare una giusto compresso in ordine ai vari interessi attual- mente in gioco. Particolarmente aggressivi con il partner, scaricatevi attraverso una attività sportiva. Incontri e scambi culturali con ampi risvolti professionali. Vi sentirete particolarmente sollecitati nella gestione dei rapporti patrimoniali con la famiglia di origine. Discussioni con i fratelli, specie se residenti in una altra città in ordine a questioni finanziarie. 54 Campo de’ fiori Roma com’era Campo de’ fiori Roma, 1923 - Via di Ripetta. Foto archivio Ercole Ottaviani. Campo de’ fiori Album dei ricordi Campo de’ fiori 55 Castel Sant’Elia. Pineta del Santuario Santa Maria ad Rupes. Metà anni ‘60. In piedi da sx: ..., Silverio Dei, Cesare Concordia, Mauro.... Foto del Sig. Silverio Dei. Degli altri non si ricordano i nomi. Chi si riconosce può comunicare il proprio nome in redazione. Campo de’ fiori Scolaresca in partenza per una gita dal Colleggio di Bassano Romano. Anno 1963. Foto del Sig. Silverio Dei (che si intravede sul fondo a sx - segnalato con una freccia). Chi altri si riconosce? 56 Campo de’ fiori Album dei r Campo de’ fiori Civita Castellana – Località Terrano. Anno 1944. Due famiglie civitoniche sfollate nelle grotte per trovare riparo dai bombardamenti angloamericani. In piedi da sx: Elena Marinozzi, Gina Biondi, Alfonsa…, Maria Proietti. Fila centrale da sx: Anna Ricci, Lucia Bruziches e Anna Bruziches. Davanti da sx: Annunziata Ricci, Bruna Ricci, Lucia Bruziches e Vittorio Ricci Foto della Sig.ra Anna Bruziches Campo de’ fiori Foto Archivio Dino De Angelis Campo de’ fiori ricordi Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Anno 1952. Giantommaso Cencelli, Antonina Ruggeri, Carla Ruggeri, Marcella Cencelli, Letizia Alfieri,... Campo de’ fiori Campo de’ fiori Fabrica di Roma. 31 ottobre 1942. Graziosa Torresi e Tommaso Marcelli (soprannominato “ Frastoppino”), nel giorno del loro matrimonio. Foto della Sig.ra Franca Marcelli. Fabrica di Roma, 11 Agosto 1961. Lamberto Alessandrini 58 Campo de’ fiori Album d Campo de’ fiori RONCIGLIONE - SCUOLA AVV.TO PROFESSIONALE. Anno scolastico 1961/’62. Da sx: prof. Gemellaro, Anitori Dolcissima, prof.ssa Russo (?), De Santis Marina, Altissimi Teresa, Marino Giuseppe, prof. Conti Preside (?), Sistoni Gianni, Minelli…(?), Stella Giovanni (?), Cassanelli Vincenzo, Del Nero, Cancelli Claudio, De Angelis, Porta Lorenzo (?), Mengoni Emilio, Casini Giacinto, Rignanesi, Stella Giovanni, Urbena, Cruciani Anna Maria, prof. Belloni, prof. di ginnastica. Accosciati: Paolo e Pietro Floris, Crescini Franco (?), Taborri Antonio (?). Coloro che sono in grado di integrare l’elenco degli alunni lo possono comunicare alle Redazione, che provvederà alle correzioni. Grazie. Campo de’ fiori Capranica. Metà anni ‘40. Foto di gruppo della famiglia Valentini. Inviate le vostre vecchie foto al nostro indirizzo [email protected] o recapitatele alla nostra redazione a Civita Castellana Piazza della Liberazione, 2. Saranno scansionate ed immediatamente restituite Campo de’ fiori 59 dei ricordi Campo de’ fiori Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Primi anni ‘40. Da sx: Mons. Silvano Francola, Agostino Anselmi, Mons. Domenico Anselmi e Don Francesco Iannoni. Campo de’ fiori Fabrica di Roma. Anno 1952 - Luciana Testa. Corchiano 1930. Cav. di Vittorio Veneto Aurelio Petrucci e sua moglie Ines Spiriti. Campo de’ fiori Carbognano. Anni ‘20. Giovani donne in posa per foto ricordo. 60 LAVORO CERCO - RAGAZZO 30ENNE cerca qualsiasi tipo di lavoro purchè serio a Civita Castellana e dintorni. Con esperienza nel settore delle pulizie, facchinaggio, autolavaggio. Tel. 333.8112409 Andrea. - RAGAZZA italiana di 21 anni cerca un impiego nel pomeriggio come ripetizioni materie elementari, massimo prima media. O come baby sitter. Disponibile e automunita. Tel. 3883629332 - RAGAZZO ITALIANO 32enne cerca lavoro come:lavori agricoli in aziende e non,saldatore operaio,muratore, aiuto muratore, traslochi,pulizia giardini con proprio decespugliatore Automunito con patente B.No lavori di vendita porta a porta o rappresentanza. Cerco lavoro nelle zone di: Civita Castellana, Fabrica di Roma, Gallese. Contattare il numero 389-6817632 oppure 3450373913 e chiedere di Fabio. - 35ENNE, serio e educato, cerca lavoro come giardiniere, lavori agricoli, muratore, autista, acompagnatore o qualsiasi altro lavoro domestico. Zona Civita Castellana e vicinanze. Massima serietà. Tel. 3282409520 - CERCO LAVORO come badante ad ore o lungo orario, domestica, pulizie in casa e negozi. Tel. 388.9277412 - RAGAZZO 36ENNE cerca lavoro come autista anche per camion, giardiniere, lavori di manutenzione domestici, riparazioni di computer e cellulari, muratore. Tel. 393.4496196. - CERCO LAVORO di pulizie e lavori domestici, orario pomeridiano, badante per il weekend. 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Tel. 329.95266312 - RAGAZZA ITALAIANA di 20 anni diplomata in ragioneria che cerca lavoro. Residente a Fabrica di Roma in possesso della patente B. Tel. 392.67 61 254 - CERCO LAVORO come badante. Tel. 388.6542895 - CERCO LAVORO come muratore, giardiniere, imbianchino, piccole manutenzioni. Tel. 320.9165354 - SIGNORA ITALIANA DI 53 ANNI automunita e libera tutto il giorno, cerca lavoro come badante, aiuto cuoca, aiuto pasticcera, cuoca in casa, commerciante, assistenza notturna, pulizie. Francesca 339.8992603 Campo de’ fiori Annunci - CERCO LAVORO come autista pòatente B, colatore, rifinitore in ceramica, giardiniere, pulizie, lavori di manutenzione. Tel. 328.3538581 - CERCO LAVORO cone aiuto ristorante, lavapiatti, pulizie, badante giorno ad ore, aiuto parruchiera, baby sittere. Tel. 373.3009360 - CERCO LAVORO ad ore (giorno o notte), referenziata, 57 anni, automunita, in Italia da 14 anni, con attestato di operatrice per assistenza anziani. Esperienza. 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Città......................................................Tel...................................Firma................................................................ 62 Campo de’ fiori Sandro Anselmi P.zza della Liberazione, 2 - 01033 Civita Castellana (VT) Tel./Fax 0761.51.31.17 - e-mail : [email protected] Hai un immobile da vendere o da affittare? Cosa aspetti! Pubblicizzalo tramite l’Agenzia Anselmi, da 40 anni al vostro servizio! Cerchi un immobile da affittare o da acquistare? Valuta le nostre offerte e vieni a trovarci in agenzia! VENDO Civita Castellana Via La Penna. Porzione di bifamiliare di 220 mq, su 3 livelli con possibilità di ricavare 2 unità indipendenti. Giardino e Garage. Ottima posizione. Cod. V121 Via Catalano. Terreno agricolo di 5000 mq con recinzione. Fronte strada. Cod. V122 Loc. Carraccia. Terreno agricolo di 1.600 mq. Fronte strada. Cod. V119 Via Petrarca. Villetta indipendente di 120 mq, unico livello con giardino. Ottima posizione. Cod. 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Spedito a tutti gli abbonati in Italia e all’estero, inviato ad Istituzioni Culturali e sedi Universitarie italiane e straniere, a personaggi politici, della cultura, dello sport e dello spettacolo. Campo de’ fiori Mensile Sociale di Arte, Cultura, Spettacolo ed Attualità edito dall’ Associazione Accademia Internazionale D’Italia (A.I.D.I.) senza fini di lucro Reg.Trib. VT n. 351 del 2/6/89 Presidente Fondatore: Sandro Anselmi Direttore Editoriale: Sandro Anselmi Direttore Responsabile: Stefano De Santis Patrocinio Direzione Amministrazione Redazione Pubblicità ed Abbonamenti: Piazza della Liberazione, 2 01033 Civita Castellana (VT) Tel. e Fax 0761.513117 e-mail: [email protected] Redazione di Roma: Viale G. Mazzini 140 Abbonamenti Rimborso spese spedizione Italia: 12 numeri 25,00 Estero: 12 numeri 60,00 Per il pagamento effettuare i versamenti sul c/c postale n. 42315580 intestato all’Associazione Caporedattore Accademia InternazioErmelinda nale D’Italia. Benedetti L’abbonamento andrà in corso dal primo nuLa rivista è stata mero chiusa in redazione il raggiungibile e 14 Novembre può avere inizio in 2015 qualsiasi momento Tiratura media: dell’anno ed avrà, co10.000 copie munque, validità per 12 numeri. WebMaster Garanzia di www.brunosisti.it riservatezza per gli abbonati Stampa: Si garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la La realizzazione di possibilità di questo giornale e la richiederne grastesura degli articoli tuitamente la retsono liberi e gratuiti tifica o la ed impegnano cancellazione scriesclusivamente vendo all’editore. chi li firma. Le informazioni custoTesti, foto, lettere e dite nello disegni, anche se non archivio di Campo de’ pubblicati, non safiori verranno ranno restituiti utilizzate al solo scopo se non dopo di inviare preventiva ed agli abbonati il esplicita richiesta da giornale e gli parte di chi li allegati, anche fornisce. 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