il marito di mio figlio - Rivista "Campo de` Fiori"

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il marito di mio figlio - Rivista "Campo de` Fiori"
Campo de’ fiori
2
SOMMARIO
Editoriale:
Dentro di noi.......................................................3
“Il marito di mio
figlio”.
Il ritorno a teatro di Andrea
Roncato ed Eva Grimaldi.4-5
Gli ultimi giorni di ... EXPO...........................6-7
Curriculum vitae:
Selene Gandini....................................................8
Roma che se n’è andata:
Le fontane di Roma & le sinfonie di Ottorino
Respighi.......................................................10-11
Ecologia e ambiente:
Il Wi-fi genera radiazioni letali per le piante!........12
apeRIVER, Thursday in the new Saturday...13
LETTERE D’AMORE:
Anna Magnani, tra cinema
ed amori...................14-15
Silvano Boldrini: il poeta dei borghi........16-17
“Per quanta strada ancora c’è da fare...
amerai il finale”. Intervista all’aspirante stilista
Diletta Riccelli ....................................................18
Povera Italia....................................................20
Progetto “Love me Gender”
contro la discriminazione di genere..............21
Cine Parade:
La prima luce....................................................22
A tu per tu:
Il mio bambino soffre di dislessia........................23
Ciò che è noto non sempre è anche
compreso........................................................23
Morbo di Morgellons......................................25
La chiesa di San Giorgio................................26
L’angolo del grafologo:
Analisi grafologica di Lorenzo, anni 29.................28
Come eravamo:
“Boccaccia mia statte zitta!”................................29
Parliamo di funghi:
Boletus Luridus ovvero il “Ferraro” e i suoi parenti ......30
L’angolo del collezionista:
Le carte da gioco...............................................31
LA RUBRICA DEGLI EROI:
Ciro Sacchi........................................................32
Il Fumetto:
DKS MAIDEN OF AMNESIA.................................34
LA ZANZARA IMPERTINENTE........................34
Quando eravamo tutti più poveri..................35
Simuliamo di diventare milionari!!................37
Grande successo al Teatro dell’Angelo per
“Il Monello”....................................................37
Il Maestro Campanaro di Agnone.................38
Feng Shui, intervista a Pasquale Fonte........39
I tesori dell’Agro Falisco:
Corchiano tra necropoli e cavernette falische.......40
Novello Pastorelli. Artista del legno..............41
SPECIALE TEATRO BIANCONI:
Gennaro Cannavacciuolo in “Volare”............42
Le origini del Teatro Bianconi...................42-43
Nicola Pistoia presenta “Flebosky”...............43
MESSAGGI.................................................44-45
Nel cuore........................................................45
I nostri amici..................................................46
L’angolo del poeta.........................................47
A TAVOLA CO’ ZI’ LETIZIA.............................47
NEWS ........................................................48-49
Agenda.......................................................50-51
Le proposte editoriale delle collane di Campo
de’ fiori...........................................................52
Oroscopo........................................................53
Roma com’era................................................54
Album dei ricordi........................55-56-57-58-59
Annunci gratuiti........................................60-61
Selezione offerte immobiliari...................62-63
In copertina: l’Albero della Vita di Expo Milano 2015
SEDE OPERATIVA: PIAZZA DELLA LIBERAZIONE, 2 CIVITA CASTELLANA (VT)
TEL/FAX 0761.513117 - [email protected]
SEDE RAPPRESENTATIVA: VIALE MAZZINI, 140 - ROMA
INFO PUBBLICITA’: 0761.513117 - [email protected]
Campo de’ fiori
Dentro di noi
S
e per un attimo ci fermassimo a guardare la nostra vita e ci chiedessimo del ruolo della nostra presenza su questa terra e del significato
del viaggio fatto insieme a tanti altri fratelli, ci potremmo sentire
confusi e troppo spesso inadeguati quali viaggiatori smarriti in questo cammino misterioso.
Vorremmo, allora che il tempo consumato è più di quello rimasto, capire,
di Sandro Anselmi capire ad esempio quanto dovevamo e non abbiamo dato e quanto indebitamente abbiamo ritenuto di tenere. Vorremmo spesso convincerci che tutte
le ombre del passato fossero colpa del destino avverso e, seppur poche, le
gioie una mercede inaspettata e consolatrice.
A volte, nonostante la consapevolezza dei nostri errori, ci rimane difficile cambiare per
non rompere le catene delle nostre sicurezze, e spesso per difenderle, vieppiù per conquistarne di nuove, si manifestano comportamenti lontani dai principi di convivenza e fratellanza.
Ed è per questo che siamo incessantemente inquieti e ciechi, da non vedere cos’è veramente l’importante, se non l’essenziale.
Dovremmo cercare ancora dentro di noi ed allora anche la persona più lontana, più dura,
potrebbe riscoprire in lui quell’essere bambino, quel figlio amato che è stato, e regalare
soltanto incondizionati gesti d’amore.
I sorrisi asciugherebbero le lacrime ed il tempo rimasto non andrebbe sprecato.
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“IL MARITO DI MIO FIGLIO”
IL RITORNO A TEATRO DI ANDREA RONCATO ED EVA GRIMALDI
Il cast al completo: Andrea Stendardi, Ludovico Fremont, Roberta Garzia,
Pietro De Silva, Eva Grimaldi, Andrea Roncato e Pia Englebert,
con il regista Daniele Falleri (seduto al centro).
da Pietro de Silva, Ludovico
mostrano vari volti della personalità cerFremont, Pia Engleberth,
cando un equilibrio difficile a trovarsi.”
Bolognese purosangue, lei ha fatto
Roberta Garzia ed Andrea
parte, per tanti anni, del duo con Gigi
Standardi, diretti magistralSammarchi
mente dallo stesso autore
“… Ed ancora ogni tanto ci riuniamo per
Daniele Falleri. La divertornare in scena e la cosa ci diverte molto
tente commedia sarà in
soprattutto perché è bello trovarsi ogni
scena fino a fine mese ed
invitiamo tutti i nosAndrea Roncato e
tri lettori a non
Gigi
Sammarco hanno
perdersela. Il tema è
dato vita ad uno dei
attualissimo e l’autore
affronta con ironia un
duo comici italiani più
tabù sulla cresta delnoti ed apprezzati tra
l’onda: il matrimonio gay.
gli anni 80 e 90.
E’
stata
una gran bella serata, la prima
de “Il marito di mio figlio”
al Teatro Ambra alla Garbatella, interpretato da due
grandi personaggi quali Andrea Roncato
ed Eva Grimaldi, che si districavano con
grande facilità nel numeroso cast formato
Andrea qual è il suo ruolo?
“Sono il papà di uno dei due
ragazzi che si amano e decidono di
sposarsi e che creano un grande
scompiglio una volta dichiaratisi
omosessuali. Un testo che mi è
sempre piaciuto perché affronta il
tema in maniera gradevole ed ironica sulla scia di una bella storia
d’amore. I colpi di scena sono numerosi mentre tutti i personaggi
Debuttano in RAI nel
1978 con lo spettacolo legato alla Lotteria Italia Io e la
Befana, insieme a
Raimondo Vianello e
Sandra Mondaini.
Poi, via via, partecipano a numerose commedie tv e per il cinema, nonchè a moltissimi varietà televisivi.
Campo de’ fiori
tanto davanti al proprio pubblico e scoprire
che anche dopo tanti anni siamo apprezzati
ed amati.”
Lo ricordiamo interpretare per il grande
schermo oltre trenta film tra cui “Qua la
mano” (1980), “Acapulco, prima spiaggia a… sinistra” (1983), “I Pompieri”
(1985), “Il Lupo di Mare” (1987), “Anni
90” (1993), “L’allenatore nel pallone 1
e 2” (1984-2008), “Il Cuore grande delle
ragazze” (2011) ed in televisione “Don
Tonino” (1987-1898), “Ladri si diventa”
(1998), “Carabinieri” (2002-2008), “Il
restauratore 2” (2014), “Squadra Mobile” (2015).
Eva Grimaldi, invece, è la mamma dell’altro innamorato ed è entusiasta di interpretare il suo ruolo in questa commedia.
Arriva in televisione grazie ad Antonio Ricci
che la nota, e nel 1987 la porta a Drive In
5
che lascia dopo alcune puntate per interpretare il film
“Intervista” di Federico
Fellini. Alterna pellicole d’autore come “Tolgo il disturbo” di Dino Risi (1990),
“L’angelo con la pistola” di
Damiano Damiani (1992) a
film popolari tipo “Rimini Rimini un anno dopo” di
Bruno Corbucci (1987) e “Mia
moglie è una bestia” di
Castellano e Pipolo (1988).
Cosa ne pensa di questa
commedia?
“La reputo una commedia
piena d’amore ed in alcune
volte anche commovente, e
poi per me che sono vergine
ascendente vergine non è
facile immedesimarsi e soffrire
le situazioni che prova il mio personaggio
che oltretutto ha una storia proibita con Andrea all’insaputa di tutta la famiglia …”
Sandro Alessi durante e dopo l’intervista a Eva Grimaldi e Andrea Roncato
Entrambi sono stati delle vere icone del cinema italiano degli anni ‘80 e siamo molto
contenti di averli rincontrati in teatro a fare
quello che più hanno amato nella vita:
provocare emozioni al pubblico in platea.
Li ringraziamo per la loro disponibilità e
gentilezza e siamo pronti a sederci anche
noi in platea per goderci questa delicata ed
ironica commedia: si alzi il sipario!
Sandro Alessi
TANTI EVENTI IN ATTESA DEL NATALE!
L
a Festa dell’Albero, giunta alla sua
11° edizione, ci ha pienamente introdotti nella magica atmosfera di
questo Natale 2015. Domenica 15
Novembre, il Garden, addobbato a
festa è stato preso d’assalto: un vero successo!
Ma tanti sono ancora gli appuntamenti organizzati per i prossimi giorni. Il 29 Novembre è la giornata dedicata ai più piccini
con la Festa del Bambino. In attesa dell’arrivo di Babbo Natale, tanti giochi musicale, baby dance e spettacoli di magia
intratterranno i bambini per tutta la giornata. Alle ore 17.30 è previsto l’arrivo di
29 Novembre - Festa del Bambino
6 Dicembre - Corso Pasta di zucchero per adulti
8 Dicembre - Festa dellImmacolata
12 Dicembre - Corso pasta di zucchero per bambini
Elsa ed Anna di Frozen, poi foto ricordo
per tutti e la raccolta delle letterine per
Babbo Natale. Divertimento assicurato!
Il 6 Dicembre, invece dopo il consenso ottenuto lo scorso anno, sarà riproposto il
Corso di Pasta di Zucchero per i più
grandi che potranno decorare una splendida
ghirlanda a tema natalizio.
La pasta di zucchero sarà protagonista
anche il 12 Dicembre, con un altro corso
questa volta riservato ai giovani dai 7 ai 14
anni, che potranno, invece, decorare tre
cupcakes a testa sempre a tema natalizio.
L’8 Dicembre, giornata che da sempre
segna l’inizio ufficiale della festa più attesa
dell’anno, il Garden Center festeggia l’Immacolata invitando tutti a preparare insieme un bellissimo albero di Natale.
Tutto questo perché il Verdeflora è molto
più di un semplice vivaio: è un luogo d’incontro per grandi e piccini, dove trascorrere
piacevoli giornate divertendosi in compagnia!
Natale è una festa meravigliosa… il Garden
Center Verdeflora sa come renderlo ancor
più speciale!
Campo de’ fiori
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Gli ultimi giorni di... Expo
Un tripudio di effetti speciali, new technology e multimedialità
hanno stupito i visitatori. Ma il problema alimentazione?
Sopra linterno del Pavillon Francia e al lato quello del Pavillon Turkmenistan
È
stato senza ombra di dubbio
l’evento dell’anno. In questi mesi
si è detto praticamente di tutto al
riguardo ed anche io voglio raccontare la mia esperienza da visitatrice, seppur con l’occhio critico della
giornalista, di Expo Milano 2015, che ho visitato in extremis, a soli due giorni dalla
chiusura dei battenti.
Un po’ per pigrizia, un po’ per scetticismo,
non ero mai stata convinta fino in fondo di
partire per visitare Expo, fino a che spinta
dal resto della mia famiglia, ho colto l’opportunità dell’ultima gita organizzata disponibile. Scetticismo perché? Perché credo
che, da che mondo è mondo, avere cibo a
sufficienza per tutti e seguire un’alimentazione sana sia un diritto
dell’umanità intera, non
credo che ci sarebbe stato
bisogno di mettere in piedi
questo enorme “ambaradan” per ribadire l’importanza
di
nutrirci
correttamente! Ho voluto
piuttosto vedere nell’Expo
un’opportunità per l’Italia di
dimostrare al resto del
mondo che poteva assolvere nel migliore dei modi a
questo impegno affidatole,
e che, nonostante la crisi
,era in grado di realizzare
qualcosa di superiore. E qui,
all’interno di questo sterminato parco, i paesi più ricchi
sono riusciti a realizzare i padiglioni
più belli e spettacolari, con l’intento
di attirare il maggior numero di visitatori e di far parlare il più possibile di sé.
Circa una ventina sono i padiglioni che, in
due ingressi (uno serale ed uno giornaliero), sono riuscita a visitare e posso affermare che l’obiettivo, nella maggior parte dei
casi, è stato largamente raggiunto. Luci,
suoni e colori avevano il compito di ammaliare il visitatore, con un’infinità di effetti
speciali che, più che essere all’Expo, davano
la netta impressione di essere al cinema,
all’interno di una sala in 3D. Ed è proprio
per questo motivo che a mio avviso, si andava perdendo il nocciolo centrale della
questione: il cibo e l’alimentazione. La presenza di decine e decine di
schermi più piccoli, più
grandi, addirittura maxi,
sui quali venivano proiettati centinai di video che il-
lustravano le colture tradizionali dei vari
paesi del mondo, caratterizzava praticamente ogni padiglione. Ma seguirli per intero era pressoché impossibile se si
considera che in ciascun padiglione, a
causa dell’enorme afflusso di gente, non si
riusciva a stare per più di dieci minuti. Quelli
che più hanno fatto parlare di sé erano gli
stessi per i quali si venivano a creare file
interminabili di visitatori, che richiedevano
addirittura ore di attesa prima dell’ingresso.
Si trattava dei padiglioni del Giappone, degli
Emirati Arabi, del Marocco, dell’Italia, per citarne solo alcuni, quelli che se si decideva
di visitare, si doveva avere anche la consapevolezza che non si sarebbe riusciti a vederne altri.
Ma ancor prima di rimanere sorpresi da ciò
che era stato creato e ricreato all’interno dei
padiglioni, era bello poter
Tavoli multimediali allinterno
ammirare l’esterno di quedel Padiglione Spagna
ste enormi strutture per rimanere affascinati dalle loro
linee architettoniche, fantasiose ed innovative, ultramoderne ed originalissime.
Decine e decine di padiglioni, l’uno completamente
diverso dall’altro (fatta eccezione per i nove padiglioni
Cluster, ognuno con una tematica differente e caratterizzati da aree comuni, con
Campo de’ fiori
Lesterno di due degli 80 Padiglioni realizzati allExpo Milano 2015
spazi funzionali: mercato, mostra, eventi,
degustazioni per rappresentare la filiera alimentare).
L’impatto iniziale, per me, è stato quello di
essere in un grande parco dei divertimenti,
dove quello che doveva essere l’argomento
protagonista è stato sopraffatto dagli effetti
speciali. Non so effettivamente quanto ciascun visitatore sia riuscito a far tesoro dell’importante problematica dell’alimentazione
mondiale, speriamo solo che almeno chi di
dovere abbia fatto quanto possibile per migliore le condizioni nutrizionali soprattutto
dei meno fortunati.
E infine il grande dilemma, quello a cui già
anche il nostro direttore nell’editoriale del
n. 123 (Aprile 2015), pubblicato in corrispondenza dell’apertura dell’Expo, aveva
accennato: cosa ne sarà di tutto questo?
VI
ASPETTIAMO
CON
TANTI
TANTISSIMI
SULLA
NOSTRA
PAGINA
FACEBOOK
Sono stati investiti tanti soldi ed energie,
ma perché tutto questo solo per sei mesi?
Che senso avrebbe smantellare questo
nuovo pezzo di città così ben strutturato?
Per quale motivo disfare queste splendide
strutture, prototipi perfetti di architettura
mondiale moderna? Il campo fiera è dotato
di tutti i servizi più all’avanguardia: ascensori, scale mobili, illuminazione, impianti
acustici anche all’esterno, grandi parcheggi,
bagni, bar, fontanelle di acqua pubblica…
Una delle poche cose certe destinate a rimanere sembra essere il grande Albero
della vita (a cui abbiamo voluto dedicare
la copertina di questo numero), alto trenta
metri e diventato ormai il vero simbolo di
questo Expo. Rimarranno poi il Palazzo Italia, la Cascina Triulza — l’unica struttura
preesistente ma ristrutturata ex novo, destinata al volontariato e al Terzo settore —
7
I numeri Expo
110 ettari di superficie
145 paesi partecipanti
80 padiglioni espositivi
1000 dipendenti
21,5 milioni di visitatori
2600 forze dell’ordine
15 miliardi di investimento iniziale
24 miliardi di giro d’affari
10 miliardi di euro di pil
26 milioni di pasti distribuiti
il Padiglione Zero, e l’Open Air Theatre, che
dovrebbe essere dotato di una copertura.
Dovremo aspettare il prossimo anno per
poter dire l’ultima parola.
Ermelinda Benedetti
Foto di Simone Benedetti
PER ESSERE
SEMPRE
AGGIORNATI
SU TUTTE LE
INIZIATIVE,
E LE NOVITA
DELLA RIVISTA
CHE AMATE
DI PIU
Campo de’ fiori
8
Curriculum vitae
Selene Gandini
C
i hanno colpito la scenografia, la
risacca del mare e la voglia di viaggiare con Ulisse, ma soprattutto lei, la regista dello
spettacolo “Viaggio Verso
Itaca“, in scena al Teatro dell’ Orologio
di Roma. L’abbiamo intervistata per Radio
Punto Zero e, grazie al suo racconto ed
alle sue parole, abbiamo
capito
Ulisse
tramite le donne che lo
hanno amato, odiato,
atteso e ritrovato…
Selene Gandini è regista, attrice e cantante,
ed ha fortemente voluto
questo spettacolo “Viaggio Verso Itaca” insieme alle sue attrici
Caterina Gramaglia,
Carlotta
Piraino,
Alessandra Salamida
e Claudia Salvatore.
Fin da giovanissima,
nella sua Genova, si in-
teressa al mondo del teatro frequentando
i corsi degli attori Modestina Caputo ed
Aldo Amoroso presso la scuola di teatro
per ragazzi La Quinta Praticabile, che la
portano successivamente a lavorare nella
compagnia del Teatro del Mediterraneo. Riesce ad esordire su un palco appena quattordicenne a Taormina Arte.
Lavora accanto a Giorgio Albertazzi,
Dario Fo, Giuseppe Patroni Griffi,
Arnoldo Foà ed Oreste Lionello, ma la
ricordiamo anche nella parte di Giulietta
nella Storia del Teatro in Italia, realizzata
per la Rai da Giorgio Albertazzi e Dario Fo.
Nel 2011 ha riscosso grande successo con
la tournee de “Il Padre della Sposa“ accanto a Gino Rivieccio e Corinne Clery
nella quale interpreta la sposa, ruolo un
tempo di Elizabeth Taylor. Artista
poliedrica, rivolge i suoi interessi anche
verso l’arte della clownerie studiando a Parigi con Monia Mouche ed esordisce
come regista teatrale nel 2007 al Politeama
Genovese con lo spettacolo “La Verità è
un limone“, che ripropone in Italia ed in
Canada.
Ricordiamo anche le sue partecipazioni a
fiction quali “Un posto al sole“,“ La
Squadra“, “Cento Vetrine“ e “Tempesta d’Amore“. Ci parla con orgoglio di
questo progetto in scena, raccontandoci di
aver scelto queste attrici che condividono
un percorso di Teatro Danza e di ricerca
vocale, interpretando il mondo femminile
attraverso le figure mitologiche ed aver
proseguito l’attività teatrale al femminile
che aveva già intrapreso con “Little
Women“ (stagione 2014-2015) insieme
all’Associazione Culturale Kinesisart.
Alla fine dell’intervista, estasiati dalle sue
parole, ci accomodiamo
in platea e siamo pronti
a salpare per scoprire i
segreti di Ulisse e le sue
donne…
Sandro Alessi
Sandro Alessi con
Selene Gandini e
le attrici di
“Viaggio verso Itaca”.
Campo de’ fiori
10
Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi
Le fontane di
I
R
oma
& le sinfonie di Ottorino Respighi
l poeta e filosofo inglese Percy Bysshe
Shelley, (Field Place
Sussex 1792 - Viareggio 1822) diceva: “Bastano le fontane
per giustificare un viaggio
a Roma“. A conferma di
di Riccardo
ciò basti pensare che uno
Consoli
degli itinerari più suggestivi, per chi visita la città, si snoda tra le
fontane e le fontanelle in ghisa con il becco
ricurvo, note ai romani come “nasoni”.
Senza alcun dubbio il poeta inglese aveva
ragione: Senza le sue fontane, Roma non
sarebbe la stessa!
L’acqua e le fontane fanno parte, da sempre, del patrimonio artistico e culturale di
Roma, dagli antichi romani fino ai nostri
giorni, e sono diversi gli uomini di potere
che hanno scelto questo elemento d’arredo
urbano per tramandare il proprio nome.
Le innumerevoli fontane dimostrano come i
romani abbiano dedicato molta attenzione
alle acque pubbliche, dagli acquedotti alle
terme, e come tale attenzione si sia materializzata nella costruzione di fontane ricche
di spettacolari giochi d’acqua, tali da arricchire e valorizzare le strade e le piazze della
loro città.
Con ogni probabilità, le fontane sono state
la naturale conseguenza della conformazione geologica
del suolo: vulcanico sui colli
e alluvionale in
pianura,
del
tutto permeabile, ma sovrapposto
a
uno strato argilloso impermeabile che ha
favorito la comparsa di numerose sorgenti
spontanee e rivoli
d’acqua, con la
conseguente tendenza a creare notevoli
opere
architettoniche,
ma anche piccole
fontanelle.
Come per tutti i
popoli, anche per i
romani l’acqua era
considerata
un
dono degli dei e,
quindi,
sacra,
tanto che ad ogni
sorgente era abbinata una divinità,
di solito una ninfa,
come nel caso di
Egeria, secondo la leggenda amante, ispiratrice e poi moglie di Numa Pompilio.
Le fontane vere e proprie, le c.d. “‘fontes”,
ebbero origine quando si avvertì la necessità
di raccogliere le acque sorgive, furono così
realizzati i primi interventi di incanalamento
e immagazzinamento delle acque funzionali
alle necessità degli abitanti e per l’abbeveraggio degli animali. In genere si trattava di
vasche in muratura all’interno delle quali
sgorgava l’acqua da un cannello, ma poteva
anche trattarsi di piccoli ambienti coperti
aperti da un lato; soltanto in un secondo
momento vennero aggiunti motivi architettonici estetici e decorativi e, un ulteriore
passo avanti, si verificò con la costruzione
degli acquedotti che consentirono la creazione di fontane, ossia di quei particolari
manufatti che, via via, subirono un processo
di monumentalizzazione.
Ma quante sono le fontane di Roma? Volendo verificare la loro consistenza numerica si potrebbe trarre l’errata conclusione
che sono limitate a quelle indicate nelle
pubblicazioni dedicate a questo argomento.
Naturalmente non è così, infatti, gli studiosi
che si sono impegnati, con passione e entusiasmo, alla metodica ricerca e alla descrizione di tutte le fontane della città,
visitando: cortili di palazzi, palazzine, ville e
villette, giardini pensili, chiostri di conventi,
addentrandosi nelle viuzze e nei vicoli della
vecchia Roma, hanno potuto accertare che
le fontane presenti nel tessuto urbano sono
circa duemila, esclusi i “nasoni” di cui sopra.
In altre occasioni ci siamo intrattenuti su alcune famose fontane come: “Fontana di
Trevi”, insistente sull’omonima piazza, la
Campo de’ fiori
“Barcaccia”, posta ai piedi della scalinata di
Trinità de’ Monti, la “Fontana dei quattro
fiumi” di Piazza Navona, la “Fontana delle
tartarughe” di Piazza Mattei. Oggi ci occupiamo della “Fontana del facchino”, una
delle statue parlanti, impropriamente, definita “minore”, ma con una storia molto particolare.
Possiamo ammirarla in Via Lata, quella brevissima stradina che collega Via del Corso a
Piazza del Collegio Romano, originariamente addossata a Palazzo De Carolis; nel
1872 venne spostata e collocata nell’attuale
posizione. Il “facchino” rappresenta un acquaiolo, con il caratteristico costume dell’epoca, che tiene fra le mani un barilotto
dal cui foro centrale, una cannella versa
l’acqua nella sottostante vaschetta semicircolare. Nel 1751, Luigi Vanvitelli, redigendo
una perizia tecnica su Palazzo De Carolis,
attribuì la scultura della fontanella a Michelangelo Buonarroti, particolarità, questa,
che molti studiosi ritengono del tutto infondata, se non addirittura una leggenda. Tuttavia, in considerazione della grandezza del
Vanvitelli e della dettagliata stesura della
sua perizia ricca, fra l’altro, di un inventario
delle pitture, ancora oggi esistenti nel palazzo, farebbero pensare all’esattezza dell’attribuzione. Inoltre, questa fontanella
venne inserita su un lato della facciata del
palazzo appartenente a una nobile famiglia
fiorentina dell’epoca per la quale lo stesso
Michelangelo scolpì la tomba di uno dei suoi
più importanti componenti.
Secondo diverso parere la “Fontana del facchino” sarebbe da attribuire al pittore Jacopo del Conte che viveva nella casa sopra
e che, per la fama che godette a Roma nel
cinquecento e per il suo stile michelangiolesco, avrebbero potuto causare l’erronea
attribuzione del Vanvitelli al maestro fiorentino.
Originariamente questa fontanina era sormontata da una lapide con iscrizione latina,
autore l’abate Godard, la cui traduzione è
questa: “Ad Abbondio Rizio, coronato sul
pubblico marciapiede, espertissimo nel legare e soprallegare fardelli, il quale portò
quanto peso volle, visse quanto potè, ma
un giorno, mentre portava un barile di vino
in spalla e un altro in corpo, morì senza volerlo”.
Per quanto riguarda l’identificazione del
“facchino” con la persona di Abbondio Rizio,
personaggio noto per la sua forza erculea e
per la sua smodatezza nel bere, naturalmente vino, si tratta, verosimilmente, di una
credenza popolare, doveva trattarsi, infatti,
di uno dei tanti acquaioli detti “facchino“
che di notte andavano a riempire botticelle
con l’acqua di “Fontana di Trevi” che durante il giorno, dietro un modesto compenso, la offrivano alle persone,
risparmiando loro la fatica di rifornirsene.
L’approvvigionamento avveniva nottetempo
per evitare il pagamento della tassa
sull‘acqua come precisato da un documento del ‘500: “ … qualunque acquarolo
che piglia acqua alla fontana di Trevi de
continovo tutto l’anno, paghi in tutti julii cinque: item, che tutti cavalli et muli che caricano acqua alla fontana, paghi baiocchi
cinque per ciasche bestia … “.
Correva l’anno 1916 quando Ottorino Respighi, musicista, e direttore d’orchestra
(Bologna 1879 - Roma 1936) componeva
un “Poema sinfonico” dedicato alle “Fontane
di Roma”. Il poema, che fa parte della c.d.
11
“Trilogia romana”, assieme a “Feste romane”
e “I pini di Roma”, riporta le sensazioni provate dal maestro durante la visita della città
facendoci rivivere quell’atmosfera romana
purtroppo, in gran parte, scomparsa.
L’autore ha voluto esprimere, in particolare,
le sensazioni suggeritegli da quattro fontane
di Roma, considerate nell’ora in cui le loro
caratteristiche risultano essere più in armonia con il paesaggio circostante o in cui la
loro bellezza appare particolarmente suggestiva.
Il poema è suddiviso in quattro parti, la
prima delle quali, ispirata alla “Fontana di
Valle Giulia”, evoca un paesaggio pastorale,
mandrie di pecore passano e si dileguano
nella fresca e umida alba romana; la seconda, dedicata alla “Fontana del Tritone” al
mattino, è una sorta di richiamo gioioso cui
accorrono frotte di naiadi e tritoni che s’inseguono intessendo una danza sfrenata; il
terzo introduce “Fontana di Trevi” al meriggio, un tema solenne con aspetto trionfale,
il carro di Nettuno tirato da cavalli marini è
seguito da un corteo di sirene e tritoni; il
movimento finale, riguarda “Fontana di Villa
Medici” al tramonto; un tema triste che si
leva su di un sommesso chiocciolio; è l’ora
nostalgica del tramonto, l’aria è piena di rintocchi di campane, di bisbigli di uccelli, di
brusii di foglie. Poi tutto si acquieta dolcemente nel silenzio della notte.
12
Campo de’ fiori
Ecologia e Ambiente
Il Wi-fi genera radiazioni letali per le piante!
S
ono molte le ricerche per capire se gli effetti
delle radiazione
Wi-fi siano nocive per la nostra salute,
innescando gravi malattie
di Giovanni
che potrebbero manifeFrancola
starsi in un prossimo futuro. Molti di questi studi
sostengono che non c’è nessuna correlazione tra alcune malattie e l’esposizione al
Wi-fi, mentre altri sostengono, ad alta voce,
che sarebbe il caso di approfondire e attuare il principio di prudenza, prima di sostenere che sia del tutto innocuo senza
effetti collaterali soprattutto a lungo termine. Sta di fatto che una recente ricerca
condotta dall’università di Wagenigen (Paesi
Bassi) ha accertato che la flora in zone ad
alta attività di Wi-fi è affetta da sintomi che non possono essere legati ad
attacchi batterici e virali.
I sintomi più frequenti sono “il sanguinamento”, fessure nella corteccia, e la morte
di parte del fogliame, manifestando anomalie anche nella crescita.
Per verificare l’ipotesi che tali danni sono
provocati da campi elettromagnetici, i ricercatori olandesi hanno usato dei frassini,
esponendoli a vari tipi di radiazioni per un
determinato periodo. Dopo circa tre mesi gli
alberi di frassino esposti ai segnali Wi-fi,
hanno mostrato danni da radiazioni elettro-
magnetiche, tra queste una specie di scintillio sulle foglie, sintomo questo che indica
la morte imminente.
Negli ultimi cinque anni degli alberi all’interno dei centri urbani, più del 70% soffrono di “avvelenamento” da campi
magnetici, percentuale molto alta rispetto
al 10% del 2010.
E’ un dato che dovrebbe far riflettere molto,
ma che purtroppo per motivi legati ad
enormi interessi, spesso viene ignorato, per
non dire taciuto.
I ricercatori hanno in programma ulteriori
ricerche per comprendere le ripercussioni
delle radiofrequenze sulla vita vegetale.
Sembrerebbe che gli alberi in ambienti rurali
o montani non ne sono colpiti, ma il “sembrerebbe”, a mio avviso, è del tutto necessario, visto che i pericoli sull’elettrosmog a
medio e lungo termine sono del tutto sconosciuti, almeno per ora!
Per tornare a noi “umani” una cosa è certa,
che queste nuove tecnologie ormai sono
entrate così prepotentemente nel nostro
quotidiano più di quanto possiamo immaginare e privarsene è quasi impossibile… ma
a quale prezzo?
Campo de’ fiori
River & The Race Club presentano
apeRIVER, Thursday is the new Saturday
Special Guest from XFactor Italia: ABA, giovedì 5 Novembre la grande apertura
I
l giovedì si tinge di colori vivaci, presso il
The Race Club in via Labicana 52, parte
apeRIVER, il nuovo appuntamento per
un aperitivo all’insegna del puro divertimento.. Il primo appuntamento, giovedì
6 Novembre, ha visto protagonista onstage la
voce di ABA, talentuosa finalista di XFactor, accolta dal padrone di casa Giusva, seguito dai
suoi bellissimi RiverBoys... il tutto condito dal
DjSet di un esplosivo Mattia Matthew.
In un intimo salotto vintage, in cui l’attenzione
per il dettaglio e la cura per il particolare la
fanno da padrona, in un ambiente ricercato
pieno di luci ed amarcord, nasce apeRIVER,
nuovissimo rendez-vous dedicato ad un pubblico eterogeneo, a due passi dal Colosseo. Un
locale di recentissima apertura, che nasconde
un luogo molto caro anche ai volti noti del quartiere e che si ispira agli speakeasy, termine
con cui durante il proibizionismo in America
si indicavano i bar dove venivano segretamente
somministrati i distillati. E visto che lo speakeasy, sempre più in voga nella Capitale, è sinonimo del buon bere,
apeRIVER non poteva farne a
meno...
Sorpresissima della serata l’arrivo
delle splendide fanciulle del BURLESQUE internazionale giunte nella
Capitale per il prossimo 3rd CAPUT
MUNDI International Burlesque Award organizzato dalla bellissima
Albadoro
Gala
e
coadiuvata dalla maestria organizzativa di Roberta Savona.
Testo e foto di Aldo D’Ambrosio
13
14
Campo de’ fiori
Anna Magnani
tra cinema ed amori.
“Toglietemi tutto: la carriera, la politica, Mike Bongiorno, il Festival di Sanremo. Ma l’amore no, m’impelago fino ai capelli”.
L
o ebbe e s’impelagò tutta la vita.
Il primo amore
che
l’avvolse
come una calda
coperta fu quello della
nonna, per sua somma
di Bruna Ferrini fortuna e per sostituire
quello della madre lontana. Ce ne sarebbe voluto proprio tanto e
lei ne era così desiderosa che lo conquistò
comportandosi bene a casa ed a scuola.
Divenne la Reginella, proprio come la canzone che le cantava la nonna, vezzeggiata
da uno stuolo di zie e zii che l’accompagnarono, quasi per mano, prima alla scuola
elementare e su su fino al liceo passando
per la scuola di musica Santa Cecilia di
Roma, la città dove era nata. “Cosa credono, dirà più avanti, io sono una donna
che ha studiato. Come ve lo devo dì , come
ve lo devo spiegà, non sono stata raccattata
per la strada, che ho fatto fino alla seconda
liceo, che ho studiato pianoforte per otto
anni..” L’ha detto a chiare note ad Oriana
Fallaci che le ha dedicato più di un’intervista lasciandoci forse il ritratto più vero della
signora Magnani alla quale si rivolgeva sempre con grande curiosità e professionalità.
Perché l’attrice che apparve nelle pellicole
di mezzo mondo e sul palcoscenico di numerosi teatri, era per lei la creatura “più misteriosa e più chiara che la mitologia del
cinematografo abbia inventato”. Infatti la
sua biografia è così ricca di eventi che la
stampa nazionale ed estera ne ha fatto motivo di scrittura quasi quotidiana descrivendone vizi e virtù, amori tempestosi per
uomini che l’hanno ricambiata o abbandonata , amicizie lungamente coltivate e poi
finite, passioni per gli animali che hanno
vissuto accanto a lei giorni felici, specie
Ciuffettina la gallina che dormiva nel suo
letto da bambina e tutti gli altri. “ Amo tutti
gli animali. Un cane è bello, è poesia, è natura, è autentico, non mente. Ed anche gli
altri, trovo che lo sguardo di un animale , la
sua dolcezza, la sua stessa presenza sono
veri come tutti i miracoli che ci offre ogni
giorno la natura. Gli uomini, invece , cosa
ci offrono”?
La vita glielo farà scoprire e non sarà molto,
stando a quanto raccontato da lei e dalle
cronache del tempo, dai suoi occhi, definiti
immensi, marroni o neri, sempre tremendi,
nei quali ciascuno ha trovato da leggere una
risposta mentre quella catturata dalla Fallaci
appare quasi profetica: “ Una tristezza mascherata di vivacità”. E’ iniziata a Roma, la
sua esistenza, nel 1908 figlia
di Marina Magnani e di un
papà calabrese, come diceva
lei, e proseguita nella casetta
molto bella nei pressi del
Campidoglio e poi nel quartiere di Porta Pia. Da sola ha
scelto di studiare presso l’Accademia Eleonora Duse di
Via Condotti dove si diplomerà con Paolo Stoppa che
le resterà buon amico per
sempre. “Non ero nata attrice” racconterà più volte ma
diventerà per sempre
la
Nannarella nazionale perché
lei lo ha voluto : “ Avevo solo
deciso di diventarlo nella culla
, tra una lacrima di troppo e
una carezza di meno”. Nel
1925 arriva la prima scrittura
con la compagnia di Dario
Niccodemi il cui ricordo le farà dire:
“Ho cominciato da
“ Signora, la cena
è servita”, ovvero
la prima parte
d’attrice conquistata
a caro
prezzo in lunghi
viaggi in treno, “
quella parte faticosa
ed ingrata che oggi nessuno più vuole fare ma che è la sola che esista. La migliore scuola è il palcoscenico”.
Ma lei comincia a pensare anche al cinema,
allora agli albori, perchè le avrebbe permesso migliori guadagni. Non era sola a
volere questo, in qualche altra parte del
mondo c’era un giovane Goffredo Alessandrini che, sia pure provenendo da una
facoltosa famiglia, si preparava alla ricerca
del cinema e del teatro proponendosi come
regista. Il loro incontro avvenne a teatro,
come nelle migliori favole, all’Arcimboldi di
Milano dove Anna è approdata: “ Io avevo
19 anni. A 19 anni una donna diventa civetta. E’ naturale, no? Mi innamorai
dell’uomo che avrei sposato. All’uscita
dal teatro mi invitò al ristorante. Seppi
anche (per ascoltarlo quasi non toccai cibo)
che era anche regista cinematografico.
Aveva studiato a Cambrige. Cambrige, vi
rendete conto”? I commenti dell’attrice,
scritti minuziosamente nel corso della sua
vita senza poi trasformarli in lettere, (o almeno queste, se ci sono,fanno parte del
patrimonio della sua famiglia) sono quelli
La giornalista Oriana Fallaci (a
lato), ebbe più volte modo di intervistare lattrice Anna Magnani
(sopra). Le interviste sono state
raccolte nel volume “Gli Antipatici”
che ci conducono passo passo attraverso le sue esperienze di vita, sono appunti che , forse, le avrebbero permesso di
scrivere la sua “ autobiografia” quella sola
che avrebbe potuto dire la “sua” verità, così
lei pensava e disse più volte. E negli appunti troviamo la descrizione del suo matrimonio avvenuto nel 1935 in Campidoglio a
Roma: ”… Mio marito aveva dimenticato le
fedi a casa ( corse a prenderle). E adesso
guardando il sindaco non riuscivamo a trattenere le risate. Come scolaretti davanti al
maestro”. Il viaggio di nozze fu a Via Veneto! Gli anni che seguirono portarono ad
Anna tutti i morsi possibili della gelosia: abbandonato il teatro, scelse il ruolo di moglie: non così Alessandrini che tra cinema e
teatro visse ed ebbe successi anche con le
dive dell’epoca, fino all’incontro con Regina
Bianchi un’affermata attrice e poi sua seconda moglie. Molti anni dopo, sarà ancora Oriana Fallaci ad ascoltare le parole di
Anna a commento del suo amore finito e dei
compagni che avrà dopo: “ …Il fatto è che
le donne come me si attaccano agli uomini
con una personalità superiore alla loro. Io
non ho mai trovato un uomo capace di minimizzare la mia. Ho trovato uomini.. come
Campo de’ fiori
dire? carucci. Dio: si piange per quelli
carucci, intendiamoci, ma sono lacrime di mezza lira. Incredibile a dirsi. Il
solo uomo per cui non ho pianto per mezza
lira è mio marito: Goffredo Alessandrini...
Quando lo rivedo provo sempre immensa
tenerezza“.
Molti anni dopo, quando la fortuna non
sarà più dalla parte del regista, Anna si rivela la migliore delle amiche per lui e la
nuova famiglia. “Devo aiutarlo perché se
lo merita. Non c’è più niente tra noi
Certo non furono rose e fiori anche con lui...
lo sposai che ero una ragazzina e finchè fui
sua moglie ebbi più corna che un canestro
di lumache”. La Fallaci sorride all’ascolto e
l’attrice incalza con una frase che farà
epoca: “Orià, cos’è quel sorrisino”? (chi
mai avrebbe osato rivolgersi alla Fallaci
chiamandola Oria’?) passando poi a parlare
dell’amicizia della quale la Magnani aveva
un concetto tutto suo: ”Essere traditi in
amicizia è peggio che in amore … Sono più
umane le bestie degli uomini... mi viene una
tal voglia di ritirarmi in campagna dove nessuno mi veda , tra i cavalli, tra i polli. Davvero”.
E riuscì ad andare, se non proprio in campagna, al mare del Circeo nella famosa villa
nella quale si ritirava con i suoi animali ma
all’amore non rinuncerà. “L’amore è respiro
e veleno. Certi giorni mi dico: Anna stai attenta, questa è la cotta che ti ammazza.
Perché, sì, di carattere sono eccessiva ,smodata”.
Come regalo d’addio l’ex marito le donerà
“Fori Imperiali” una cavalla: “Te la regalo
perché ti assomiglia. Ha una groppa generosa e le gambe storte e magre”. Sulle
gambe della Magnani sono state scritte infinite descrizioni. Magre, secche, lunghe
compensate dal trionfo del seno: abbondante, rigoglioso, sempre in vista nelle scollature larghe, profonde e sbrindellate.
Rimasta sola, almeno ufficialmente per
poco tempo dopo Alessandrini, ecco all’orizzonte un nuovo amore. Si chiama Massimo
Serato “bello come il sole, una specie di
cherubino, attore di cinema per il quale le
donne se ne andavano di testa”. Questa
una presentazione dell’epoca. Un altro
campo d’amore e di guerra per Anna, gelosa fino allo spasimo e dal quale uscirà
con un miracolo: aspetta un figlio, il suo
Luca, bellissimo più del padre e con lui
cambierà la sua vita. Si preoccupa di dargli
un cognome, all’epoca era d’obbligo quello
del coniuge, quindi si chiamerà Alessandrini
fino al giorno in cui Anna lo vorrà Magnani
e Luca Magnani è oggi l’architetto di successo che ha dato a sua madre una nipote,
Olivia Magnani, che ha debuttato a sua
volta nel cinema. Dopo la sua nascita, Anna
si getta a capofitto nel lavoro, il cinema ed
il teatro le offrono tante occasioni, il sodalizio con Totò nell’avanspettacolo la farà conoscere al grande pubblico, al centro
“Campo de’ fiori” il film girato per intero
nella più bella piazza di Roma. Regista
Mario Bonnard, fu proiettato nelle sale cinematografiche nel 1943. Siamo negli anni
bui della guerra e gli echi nella piazza, tra
15
Nella foto a sx Anna Magnani, in quella a dx Olivia Magnani,
nipote della celebre attrice romana, che ricalca le orme della nonna.
Messe a confronto, la somiglianza dei tratti del viso è notevole.
la gente, giungono tristi e sonori: i venditori
offrono la loro merce esaltandola a forza di
grida, compare Aldo Fabrizi che fa un po’ il
pescivendolo, il vetturino, il tranviere, il
tutto espresso nel dialetto romanesco e
nell’umanità dei “piazzoroli”. Anna Magnani
diventa la Divina Magnani e si avvicina
per lei “Roma città aperta” con la nascita del neorealismo cinematografico. Il
progetto del film è messo in campo da personaggi che sono entrati nella storia del cinema ma che allora erano alle prime
esperienze. Roberto Rossellini regista, Sergio Amidei sceneggiatore, Federico Fellini
disegnatore e caricaturista: tutti a cercare
soldi per finanziare la storia raccontata da
una contessa il cui nome resterà ignoto. Un
parroco, Don Pietro Morosini, durante l’occupazione di Roma è stato torturato ed ucciso dai tedeschi perché ha nascosto i
partigiani loro nemici. Piano piano si trovano i soldi, quelli offerti da un pastore in
cerca di fortuna sono pochi e quelli raggranellati da altri si fanno bastare perché si
decide di girare il film nelle piazze e nelle
strade, non in studio. Ma chi dà l’avvio
pieno di entusiasmo è Anna Magnani:
“Quando vennero a leggermi il copione
dissi: Questo è meraviglioso. Perché non
fare un film su una donna qualunque, che
non sia né bella né giovane, né diva né
falsa? Sarà ascoltata e il film si farà, lei per
la strada inseguirà il camion dei tedeschi
che le portano via il marito, lei morirà distesa a terra. Pochi sanno come andarono
le riprese di questa scena, c’entra una lite
con il suo Massimo che lei insegue litigando
ed i registi riprendono mentre quel tormentato amore finisce per sempre.
Dopo poco nasce quello per Roberto Rossellini su cui Anna ha messo un punto
fermo, ovvero una precisazione per la storia
con la sua intervistatrice: “Orià, che vuole
che le dica: con Rossellini ci ho lavorato meglio che con qualsiasi altro regista. Quando
preparava una scena era sempre la scena
che avrei girato al suo posto. Eppure
quando una qualsiasi ragione mi allontana
da lui tutto comincia ad andarmi bene. …da
anni voi giornalisti continuate a dire a parlare del mio folle amore per lui ma vogliamo
dire la verità? Era Rossellini che mi
stava addosso, che non mi lasciava vi-
vere... Se quel folle amore fosse esistito non
me lo sarei lasciato scappare”. Ecco fatto:
l’attrice italiana ridimensiona la fuga dell’amante con l’attrice americana Ingrid Bergman che tanto scalpore aveva suscitato
qui ed al di là dell’oceano. Del resto altre
volte la Magnani si era espressa sui suoi
amori: “Esistono solo piccoli amori che durano un periodo di tempo più o meno breve
per questo tutte le volte che io ho amato un
uomo, non me la sono presa troppo. L’ho
amato, sono stata gelosa, perfino delle mosche, ma sapendo che doveva finire. E
quando finisce... si piange un po’, ma poi se
ne esce. Passano due, tre mesi, lo ritrovi
per strada e ti sembra impossibile aver
sprecato tempo e sonno e le lacrime dietro
di lui”. Forse in questo modo continuerà a
vivere i successivi e numerosi amori mentre
al cinema ne ha fatti rivivere tanti e vari ma
tutti veri nella sua umana interpretazione.
Ha sublimato l’amore filiale con “Bellissima”, ma ha vissuto con dolore, con
gioia, con speranza per tutta la vita quello
per suo figlio che la paralisi infantile aveva
colpito come tanti altri all’epoca, quel riservato Luca, papà dell’attuale e giovane attrice la quale, a domanda dei giornalisti
circa la sua somiglianza con la celebre
nonna, risponde: “Io sono alta e longilinea”.
“Ma gli occhi?” incalzano: “Erano verdi
come i miei (noi li conosciamo in bianco e
nero). Qualcosa è passato”.
C
aro direttore,
mi hai detto che Anna Magnani sarebbe stata bene in questa mia pagina.
Ora che l'ho scritta, comprendo.
L'attrice ha lasciato il timbro della
sua voce a Campo de' fiori!
E te, quasi cogliendone il senso,
l'hai gemellata nel titolo della tua
Rivista.
Bruna Ferrini
Campo de’ fiori
16
Presidente del Centro Ricerche Studi di Ronciglione e
fondatore del Premio Letterario Nazionale “Roncio d’oro”
SILVANO BOLDRINI: IL POETA DEI BORGHI
F
orse non è la definizione che lui si
aspetta, o quella
che preferisce,
ma non so definire in altro modo Silvano
Boldrini, ronciglionese di
antiche generazioni, l’indi Roberto
fanzia trascorsa in quei
Ragone
Borghi che ha cantato e
celebrato in una delle sue raccolte più intime, appunto, ‘Il fiato dei Borghi’. E dei
Borghi si sente il fiato anche nelle sue parole, quando ci incontriamo nella sede naturale delle nostre chiacchierate, la
Biblioteca Comunale, sede del Centro Ricerche e Studi di Ronciglione, di cui Silvano è
presidente. I luoghi conservano il ricordo
delle nostre presenze, come delle presenze
di tutti coloro che vi hanno vissuto, e non si
può attraversare il Borgo di Sopra e il Borgo
di Sotto senza sentire un ‘fiato’ che ti
prende, ti avviluppa, ti abbraccia, ti accompagna come un benevolo ectoplasma, fino
a quando non lasci quei luoghi così antichi,
dove le pietre e i muri si ricordano, per
averle vissute, di tutte le vicende tristi e tragiche che li hanno attraversati; come di
quelle liete. Ma sempre, le cose che ci toccano di più sono quelle che ci fanno soffrire,
e sono quelle che rimangono, cicatrici nell’anima. Questo è ciò che i Borghi trasmettono a chi li attraversa, anche se a
Ronciglione non è nato; ed è questo ciò che
alcune raccolte di Silvano Boldrini celebrano, più o meno consciamente.
“Hai nostalgia de ‘O’ campanò” gli
chiedo a bruciapelo (il mensile da lui
fondato nel 1978 e diretto fino al
1982, duemila copie di tiratura, duecento a ronciglionesi trapiantati a
Roma n.d.r.).
“Sì, tanta, perché mi aiutava, mi spingeva,
mi obbligava a cercare la verità, e me la faceva anche amare. Il mio amico, l’avvocato
Nino Baldini, recentemente scomparso, fece
ben nove abbonamenti al giornale per altrettanti suoi nipoti di Roma. Un giorno,
dopo aver letto il mio solito editoriale ‘pericolosamente’ impegnativo, mi disse: ‘Bravo,
hai avuto coraggio’. Dopo cinque anni io e il
mio cofondatore Attilio Cesaretti chiudemmo i battenti con ancora 440.000 lire in
cassa, che devolvemmo in beneficenza, incrementando la rubrica ‘Cuore di Ronciglione’. Ogni tanto qualcuno mi invita a
riaprire i battenti, ma è tardi, ed è sera.
Acqua passata non macina più
“Da dove nasce la tua poesia?”
“Basterebbe il titolo del mio ultimo libro,
‘Canto affacciato all’anima’. Ma ancora c’è
bisogno di dare voce al cuore, alle emozioni, fare provvista d’amore per rintracciare
un senso nel divenire della storia, della vita
e del mondo intero. Ancor più a ragione, se
il Tempo incalza divorando un cammino su
percorsi prestampati, sempre uguali, di una
quotidianità che corre, corre, su di un treno
che ha sempre fretta, puntando stazioni che
non arrivano mai. Così i ‘paesaggi umani’
scompaiono dai nostri obiettivi. Ecco da
dove nasce la mia poesia.
“Perché quella metrica, da dove
viene?”
“Viene da basi classiche: dal senso estetico,
dalla costruzione rimata, con l’idilliaco endecasillabo leopardiano intervallato, mozzato dal fendente di un settenario. A volte
amo raccontare con il beato tono dei cantastorie, con l’ottava rima del popolo, gratificandomene; con quella ho scritto
‘Ronciglione in… canto’, storie e leggende di
Ronciglione e dintorni.
“Qual è, di tutti quelli che hai scritto,
il libro che ami di più?”
“Beh, è il mio unico romanzo, ‘Un caso da
niente’. Lucia Girelli, che l’ha impreziosito
con la sua splendida prefazione, così scrive:
‘Non ‘un’ romanzo, ma ‘il’ romanzo, l’opera
d’eccellenza dell’autore, perché è la storia
della sua vita, che si interseca con quella
del protagonista. L’ingegner Soderi – il protagonista – per superare il senso di insoddisfazione che ogni tanto si affaccia nella
sua vita, trova un’ancora di salvezza nella
poesia. La sua anima di poeta, infatti, riesce
a vedere le cose al di là delle apparenze, gli
fa percepire il mondo in un modo diverso,
gli fa vedere ciò che gli altri non vedono.’
Lucia ci ha azzeccato in pieno.
“Scrivere ti ha cambiato la vita?”
“Assolutamente sì, ma non alla fine del
lungo viale camminato, bensì fin dai primi
passi; mi ha aiutato – ma per ragioni diverse dalle sue – il don Abbondio manzoniano: scansare i sassi, in senso figurato,
lungo il percorso spesso impervio.”
“Quando hai incominciato, e perché?”
“L’ho detto poco fa, mi ha aiutato a non scivolare nell’ovvio, nel banale, o semplicemente nel falso mito della dea produzione
di un’imprenditorialità costretta entro l’archetipo delle regole dettate da un sistema
– posso dirlo? – a volte soffocante.”
“Dimmi un sogno – non un desiderio.”
“Tutti e due. Con l’aiuto della metafora, il
sogno di fissare un cielo sempre ricco di lumini accesi; il desiderio di andare, di capire
oltre il cammino della quotidianità. Immaginazione; immaginazione che ci fa vedere
le persone oltre la superficie.”
“Se tornassi indietro?”
“Vorrei cose che non ho mai avuto, la sensibilità cui mi è stato vietato accedere. Ma
tornare indietro, no. Sono un po’ fatalista,
di un fatalismo vicino al pensiero omerico.
Vedi, non è stato il Fato a mandare alla
morte Ettore, figlio di Priamo, nel duello
contro Achille. L’ultima parola, la decisione
finale, fu dell’eroe troiano, non del destino.
Ettore, se decidi di combattere, morirai per
mano di Achille. Ma se decidi di non farlo,
Campo de’ fiori
io, Destino, non posso
obbligarti. Dunque una
fato preveggente, non
decisivo.
“A chi sono dedicate
le poesie d’amore?”
“Come tutti i poeti, anch’io ho la mia Fiamma.
Ma finchè non trovo una
donna che ha gli occhi
più verdi di quelli di mia
moglie… ancora, dopo
più di mezzo secolo, è lei
la mia Fonte Meravigliosa, la Fonte di ispirazione.”
“Il romanzo…?”
“Come ha detto la Girelli,
è ‘Una lunga poesia in
prosa’. Che vuoi farci, è il
mio DNA”.
17
VORGO DE SOTTO
Core de Ronciò, vorgo de sotto,
‘ndove ‘ncammino antico più nun sbuffa,
‘ndove cce torni e sbotta tutt’un bòtto
a voja de restacce e facce ‘a muffa:
che hai voja tu a ggirà pe’ tutto ‘r monno,
quanno ‘o ritrovi ‘r core de tu nonno
‘E scalette, i telari, quante vite,
quante rincorse, quante fiarellate;
ai primi soli senza margherite,
ai primi amori su nn’e scalinate
che diventono sogni e fan profumo
po’ nn’i cammini se ne vanno ‘nfumo.
Via Tre Cannelle, ‘a piazzetta, ‘e Mole,
‘a Previdenza sopra ‘a pietra antica,
Funtana a llungo, un greppo de viole,
dove ‘cce senti anco’ ‘na voce amica.
Si tte ce poi posa’ co’ sentimento
allora senti pure ‘a cantilena
d’ ’e regazze che vanno a pagamento
a sciacquetta’, e nasconnono ‘a pena;
Te rivorria sentì come ‘llo giorno
‘a lavannara più bella der monno.
‘Nguattete drento a ‘o muro affumicato,
vacce a ripiatte ‘n sogno e ‘na carezza,
leva quello che cci-hai depositato
co’ ‘a chiave che se chiama giovinezza.
Suor Mariangiala, ‘n sogno, ‘na piazzetta
‘o granturco a sciuttasse a la solina,
Costanzo che tracanna ‘na fojetta,
‘o rosario d’ ‘a monaca Sterina…
VORGO, che confusio’ cchi nn’a capoccia;
me pare d’esse drento a ‘na pastocchia.
Silvano Boldrini è nato e
vissuto a Ronciglione.
Imprenditore, presidente
della locale squadra di
calcio, presidente della
allora Cassa Rurale e Artgiana, presidente del
Centri Ricerche e Studi,
ha sempre cercato nella
sua seconda natura, la
poesia, una via di fuga
dalla banalità della vita e
delle sue miserie. ‘Una
stanza in più’, come ama
definire la sua fuga dalla
realtà, il suo rifugio segreto ed inaccessibile, una ‘stanza’ virtuale
in cui si rifugia, e nella quale crea le sue
cose più belle. Nel 1994 ha fondato il Pre-
mio Letterario Internazionale ‘Roncio d’Oro’,
che ha festeggiato quest’anno il suo
23esimo compleanno. Oltre al già citato ro-
manzo ‘Un caso da niente’, ha pubblicato
cinque raccolte di poesie, molte in dialetto
ronciglionese (una lingua musicale e affascinante che è retaggio di pochi, e che si fa
di tutto per non far scomparire n.d.r.). L’impegno per la costante ricerca e promozione
dialettale gli è valso l’inserimento nell’opera
antologica ‘La Regione Invisibile’, (Tuscia
Meridionale), di Silvia Graziotti – Ed. Cofine
S.r.l. Roma.
Voglio chiudere queste righe con una poesia tratta dal suo volume ‘Paese mio… vita
mia…’ Ronciglione 1999.
Ecco l’indirizzo del mio blog letterario: ragoberto.altervista.org.
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18
“PER QUANTA STRADA ANCORA C’E’ DA FARE...
AMERAI IL FINALE”
Intervista all’aspirante stilista Diletta Riccelli
“I
o voglio fare la
stilista” è questa
la frase che mi ha
colpita dopo aver parlato
per qualche ora con Diletta Riccelli, una ragazza
di vent’anni di Civita Cadi Beatrice
stellana. La giovane ha
Manocchio
frequentato l’Istituto professionale Moda F. Orioli e
adesso vive a Roma e studia in un’accademia di moda per poter realizzare il suo
sogno. Ha fatto alcuni stage in una sartoria
ed è stata una delle vestiariste in alcune sfilate. Sebbene abbia appena vent’anni è
molto intraprendente e sa quello che vuole.
E’ proprio questo che mi ha incuriosita e
grazie alla sua disponibilità sono riuscita a
farle qualche domanda e a realizzare così
una piccola intervista.
Cara Diletta da quanto tempo sogni di
diventare una stilista?
Fin da quando ero piccola. Ho sempre detto
ai miei genitori: “Da grande voglio fare la
stilista”. A volte anche inconsciamente, poi
crescendo ho capito che è veramente questo il mio sogno. E una volta iniziata la
scuola mi sono appassionata sempre di più.
Qual è stato il primo capo che hai
creato?
A parte i tanti abiti che abbiamo realizzato
a scuola, il mio primo capo è stato un abito
di piume blu. Ho cucito a mano ben 260 cm
di piume. Certo ci sono voluti tre mesi, ma
la soddisfazione è stata tanta. Avevo visto
un vestito di piume e così ho voluto provare
a farne uno simile. Ovviamente io ho fatto
qualche modifica, anche perchè l’originale
aveva molte più piume.
A proposito, i materiali e le stoffe che
usi sono molto costosi?
No, assolutamente. Cerco sempre di usare
stoffe non troppo
costose e poi giro tra i mercatini per comprare perline e altri materiali. Pensa per
una sfilata sono riuscita a fare un abito
con soli 15euro. Basta l’inventiva!
Giusto! Riguardo alle sfilate, a
quante e a quali hai partecipato?
Fino ad ora sono stata due volte ad AltaModa Roma, una volta a Viterbo e recentemente a Nepi e a Gallese. Di certo non mi
posso lamentare però vorrei tanto poter organizzare una sfilata nel mio paese.
Complimenti. Immagino che la soddisfazione dopo ogni sfilata sia tanta.
Assolutamente si. Anche se spesso succede
che io mi renda conto solo la mattina dopo
la sfilata, e lì sono veramente soddisfatta.
E’ la cosa che mi piace di più e poi penso
“Oddio che bello”. Anche perchè partecipare
ad una sfilata richiede fatica, sacrificio ed
impegno, diciamo che una volta finita,
scoppio in lacrime per l’emozione e l’accumulo di stress dopo tanto lavoro. Ma la cosa
mi rende veramente felice. Io adoro creare
vestiti.
Quali sono i tuoi colori preferiti e che
genere di vestiti ti piace creare?
Senza dubbio i miei colori preferiti sono sabbia, bianco e blu mare. Il mio vestito ideale
si trova a metà strada tra Alta Moda e Pret
à porter.
A quale Guru della moda t’ispiri?
Stephane Rolland. E’ uno stilista francese di
50 anni non molto noto. Secondo me fa dei
vestiti pazzeschi, riesce ad usare tessuti leggeri che ti danno un’idea di materia. Io lo
adoro. Mi piace troppo!
Invece con chi ti piacerebbe collaborare un giorno?
Con i direttori creativi di Valentino: Maria
Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli. Quest’anno hanno vinto l’Oscar della moda.
Sono molto bravi!
Progetti per il futuro?
Beh direi di siiiii! Innanzitutto vorrei diplomarmi e laurearmi. Poi vorrei aprire un marchio mio e perchè no lavorare nel cinema o
nel teatro! Certo la strada è ancora molto
lunga ma io ce la metterò tutta affinchè il
mio sogno si realizzi. Speriamo bene!
Ci salutiamo così con la nostra cara Diletta.
La determinazione, il rigore, la perseveranza faranno di te una grande stilista. A noi
non resta che augurarti buona fortuna!
Foto di Giorgio Biagiola
20
Campo de’ fiori
Povera Italia
Approssimazione e presunzione di unicità caratterizzano il nostro Paese.
F
rasi tipo “io ho
rubato, ma Tizio
e
Sempronio
hanno rubato più
di me” classificano in negativo la nostra
Nazione, come se un magdel Prof.
gior delinquere potesse
Sergio
giustificare il reato infeFunicello
riore.
Urliamo, anzi urlano che
questo governo non sa punire, ma se ti pizzicano il figlio a rubare 20 euro, allora “polizia fascista e
disgraziata lo ha
denunciato”.
Quel tal politico è un delinquente, magari è
vero, ma ciò non autorizza noi a giudicare
gli altri.
L’ingiuria tramite facebook è un’aggravante
e ciò , essendo legge, deve essere messo in
conto quando scriviamo giudizi che non devono essere coperte nè dal comune pensare
e, men che meno, deve portare a benevolenza da parte della magistratura.
Non si può accettare che un membro della
Polizia di Stato diffidi un medico legale che
chiami temendo un’azione criminale nei
confronti di una persona che stia sola in
casa, dicendo “l’avverto che lei sta intralciando un’operazione di polizia” come nelle
peggiori serie poliziesche di una pessima telenovela, sapendo, peraltro, di parlare con
un soggetto ben avvezzo al codice penale e
civile.
Non è possibile che venga richiesto, nel
transitare da un modello all’altro del parking
per disabili diverso dal precedente solo nella
parte cartacea ma non nella sostanza, una
nuova vista medica che diagnostichi ciò che
non è ancora scaduto e
che inoltre aggravi di
spesa, da 44 a 74 euro
a persona.
Come dire: tu hai questa malattia riconosciuta fino al 2017, ma
io ASL, nel 2015, ti
chiede un nuovo certificato perché il cartellino che era giallo ora è
diventato azzurro e
con foto.
Non è normale che i
cartellini con valore senza scadenza siano
quelli che scadono a 5 anni (sarebbe corretto dire VALIDITA’ ANNI 5) o no?
Sarebbe bello sapere che se uno fosse condannato a 10 anni di carcere li sconti tutti,
tranne che per motivi eccezionali, senza
sentir dire dagli avvocati: ok 10 anni vanno
bene in fin dei conti, ma intanto ne farai
meno della metà.
Sarebbe bello studiare architettura sapendo
che farai l’architetto e non il tipografo o il
dirigente delle ferrovie.
Sarebbe bello che le leggi non fossero tutte
da interpretare ma lapalissiane nel loro
“dire”.
Sarebbe bello avere costruite un paio di vetture italiane per chi non ha tanti soldi, magari spartane, ma affidabili.
Piccole cose che, in realtà, sono enormi
passi di civiltà come avere gli esperti al
posto giusto invece, l’Italia in questo è regina dei merito politici.
Un paese sano e, sopratutto vero, dove non
ti si faccia la multa per non aver pagato la
sosta solo perché l’addetto al traffico (magari non vigile urbano, ma addetto al traffico di Roma capitale) non vede esposto il
permesso invalidi (accaduto anche in altre
cittadine).
Un paese dove i cantieri navali siano sempre in attivo.
Un Paese dove una legge superficiale (sono
buono) non metta per strada docenti che,
dopo aver insegnato da precario per anni,
si vedono fatti fuori perché non in possesso
di un titolo che non avrebbero potuto conseguire perché anteriore alla loro stessa
laurea.
Sarebbe bello guardare negli occhi dei giovani la speranza del domani e negli anziani
la tranquillità figlia di un passato pregno di
soddisfazioni derivanti dall’aver dato loro le
possibilità di crescere.
Un Paese che abbia una compagnia aerea
di bandiera o almeno seria.
Ciò premesso possiamo affermare che queste cose in Italia non accadono o non accadono del tutto.
Stiamo migliorando certo, ma solo perché
l’attuale guida altro non è che (considerando il recente passato) un
M O NOCULO IN TERRA CAECORUM.
Spec medico legale e delle assicurazioni
Per quesiti:
[email protected]
Campo de’ fiori
21
Progetto “Love me Gender”,
contro la discriminazione di genere.
G
Intervista a Diana Pierdicca.
ender è una
parola inglese
che tradotta
significa “genere”. Il genere
indica,
per
definizione, un aggruppamento di specie somidi Giuseppe
glianti tra loro per caratteri
Ferone
essenziali. Quando si
parla, oggi, di “parità di genere” si vuole indicare una perfetta armonia ed un completo
equilibrio tra i due generi umani: l’uomo e
la donna.
“Love me Gender” è il progetto dell’associazione onlus Sos Diritti & Legalità, all’interno
del programma comunitario “Erasmus plus”,
che prevede un corso di formazione a novembre di una settimana presso il comune
di Zagarolo, vicino Roma. Abbiamo rivolto
qualche domanda alla presidente di Sos Diritti & Legalità, Diana Pierdicca.
Cara Pierdicca, di cosa si tratta?
Il corso, come abbiamo visto sopra, tratterà
della parità di genere, contro ogni forma di
discriminazione, contro ogni forma di sessi-
smo. L’obiettivo di
questo corso è quello
di fornire informazioni, competenze e
risorse relative alla
parità di genere ed il
suo impatto nella società, soprattutto per
le nuove generazioni.
Durante la settimana
trenta giovani partecipanti provenienti da
Grecia, Macedonia,
Lituania, Polonia, Romania, Portogallo e Italia si confronteranno
su tematiche come la parità di trattamento,
anche nel mondo del lavoro, come fronteggiare il fenomeno delle discriminazioni sessuali e attività di sensibilizzazione ed
informazione su detti temi.
Perché Sos Diritti & Legalità organizza
un corso di formazione su queste tematiche?
Perché l’associazione si è resa disponibile,
durante il corso dei suoi cinque anni di atti-
vità, a portare avanti
battaglie proprio su
questo campo. La
scorsa estate, per il
secondo anno di fila,
si è resa protagonista, assieme all’associazione Gaycs,
nell’organizzazione e
la promozione di un
trofeo di calcio a 5
dal titolo “Diamo un
calcio all’omofobia”,
una manifestazione
sportiva dove vi hanno preso parte diverse
squadre del mondo Lgbt.
Per concludere, “Love me Gender” parte
con i migliori presupposti. Sarà un corso
davvero notevole. Intenso, dai temi forti e
profondi, con un ottimo staff composto da
professionisti del settore e che hanno acquisito, nel corso della loro lunga esperienza, un bagaglio culturale tale da poter
essere trasmesso nel migliore dei modi.
Campo de’ fiori
22
LA PRIMA LUCE
72. MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE
CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2015).
B
ari : Marco è un giovane avvocato, vive
con Martina, sudamericana, dalla quale
ha avuto un figlio, Mateo, di 8 anni. Dopo
innumerevoli litigi, considerando la situazione
di Catello
non più sopportabile, Martina decide di scapMasullo
pare e di tornare in Cile, con suo figlio, facendo
perdere le sue tracce. Marco, disperato, dopo una serie di inutili
tentativi di rintracciarli, decide di partire alla loro ricerca...
PREMIO SPECIALE FRANCESCO PASINETTI E MOUSE D’ARGENTO ALLA 12. EDIZIONE DELLE “GIORNATE DEGLI AUTORIVENICE DAYS” (VENEZIA 2015).
Vincenzo Marra è autore sensibile e mai banale. Si avventura sino
in Cile per raccontare una storia particolare. Su un fenomeno
sempre meno raro : la contesa di minori da parte di genitori di
diversa nazionalità (che riguadagna, forse, validità alla antica
saggezza di “moglie e buoi”...). Il dramma umano è tratteggiato
con maestria. Sottolineato da un commento musicale molto dosato (quasi avaro). Sono infatti solo 4 (belle e struggenti) canzoni, della cantautrice Camila Moreno, a scandire il ritmo del film,
che è quasi privo di musiche per tutta la sua durata. Salvo, appunto, questi 4 momenti, che sono quelli del viaggio. Quello della
madre che torna nel suo paese con il figlioletto, verso una nuova
vita di liberazione dalla prigione dell’anima da cui scappa.
Quando il padre parte alla ricerca del figlio. Quando il padre capisce che la ex moglie ha un altro e sta viaggiando oramai lontano da lui per sempre, e, infine, quando il padre si mette in
viaggio per fuggire dal Cile, ma... Una prova riuscita. Di forte
drammaticità e coinvolgimento emotivo, con una prova attoriale
molto convincente e di grande spessore da parte di un inedito
Riccardo Scamarcio.
TITOLO : LA PRIMA LUCE
REGIA : Vincenzo Marra
SCENEGGIATURA: : Angelo Carbone, Vincenzo Marra
INTERPRETI PRINCIPALI:
Riccardo Scamarcio - Marco,
Daniela Ramírez - Martina,
Gianni Pezzolla - Mateo,
Luis Gnecco - Avvocato Ramos,
Alejandro Goic - Detective Carlos,
Paulina Urrutia - Giudice,
Maria Eugenia Barrenechea - Zia di Martina
PRODUZIONE: ISABELLA COCUZZA, ARTURO PAGLIA PER PACO
CINEMATOGRAFICA, IN COLLABORAZIONE CON RAI CINEMA
ORIGINE : ITALIA
DISTRIBUZIONE : BIM
DURATA: 108’
SOGGETTO : DRAMMATICO
FRASI DAL CINEMA : “Ma ti sembra normale?
Che devo far l’amore per farti contento? No, non mi sembra normale!”.( Riccardo Scamarcio e Daniela Ramírez).
“Ci ho provato, per 7 anni, non mi sono mai sentita così sola. Con te
mi sento sola!”. (Daniela Ramírez a Riccardo Scamarcio).
VALUTAZIONE SINTETICA (in decimi): 7/7.5
Leggenda:
CAPOLAVORO: 10
DA NON PERDERE: 8
DISCRETO: 6
DA EVITARE: meno di 6
DITELO AI NOSTRI SPONSOR
Cari amici lettori,
che in questi 13 anni di Campo de fiori siete diventati
sempre più numerosi, dite ai nostri sponsor di averli
visti sulle pagine di questa rivista!
Saranno felicissimi di sentirselo dire e riceverete
senzaltro un trattamento di favore!
Approfittatene...
Campo de’ fiori
A TU PER TU
23
Rubrica di Psicologia e Psicoterapia
Il mio bambino soffre di dislessia
C
della Dott.ssa
Alessia Pagani
Psicoterapeuta
ara dottoressa,
seguo con attenzione la sua rubrica
e sento l’esigenza di porle
un questione.
Ho un figlio di 9 anni, che
ha da poco ricevuto una
certificazione DSA. In questi casi, oltre la logopedia
è indicato un percorso di
supporto psicologico?
Salve,
la ringrazio per avermi contattata e perché,
attraverso la sua richiesta, ho la possibilità
di affrontare un argomento di grande attualità. Le diagnosi e le certificazioni DSA (disturbi
specifici
dell’apprendimento:
disgrafia, dislessia, discalculia) sono una realtà recente nella scuola italiana, basti pensare che la legislazione di riferimento risale
al 2010 (Gazzetta Ufficiale N. 244 del 18 Ottobre 2010); dal 2010 ad oggi, molto è
stato fatto per garantire ai bambini DSA un’
adeguata preparazione scolastica, che si
servisse degli strumenti compensativi a loro
necessari, ma si fa ancora poco per assicurare loro uno sviluppo psicologico sano.
I bambini DSA sviluppano, spesso, una cattiva immagine di sé, perché, purtroppo non
sempre per causa loro, vanno incontro a ripetuti insuccessi nonostante i numerosi
sforzi e ciò li fa sentire inadeguati ed incompetenti. Di conseguenza, se non adeguatamente supportati, possono diventare
oppositivi alle richieste degli insegnati, evitanti, rispetto alle situazioni che li “mettono
a nudo” ed ansiosi (Fobia Sociale, Moe e al.
2007).
COME AIUTARE IL BAMBINO DSA? Innanzitutto, è necessario sostenerlo psicologicamente rinforzando la sua autostima;
proporgli attività in cui riesce bene e sottolineare i suoi successi, anche piccoli, gratificandolo.
Bisogna avere chiaro in mente cosa dipende
dal bambino e cosa, invece, va oltre le sue
possibilità per evitare di creare aspettative
difficilmente realistiche, quindi frustranti, sia
per lui che per gli adulti che ruotano intorno
a lui: è indispensabile convincersi che essere DSA non vuol dire essere inferiore, ma
semplicemente elaborare le nozioni in modo
diverso da come avviene comunemente e
che, con i giusti accorgimenti, avrà la stessa
opportunità degli altri di affermarsi in qualsiasi settore.
Per i bambini con DSA, un programma di
educazione emotiva potrebbe essere un valido aiuto al fine di imparare ad affrontare
costruttivamente le difficoltà che incontrano
nella vita di ogni giorno e ritrovare la fiducia in sé stessi.
Inviate i vostri quesiti a cui verrà
risposto dalla nostra esperta. Gli
indirizzi ai quali scrivere sono i segueti:
[email protected] o
[email protected]
Ciò che è noto
non sempre è anche compreso
O
ggi è il tempo
in cui si consuma veloce
la notizia. E si
va di notizia in
notizia. Sono sorti giornali
televisivi per dare le news.
del Prof.
E tutto questo viene chiaMassimo
mato informazione. InMarsicola
somma, la notizia è rapida
e attuale. Offre lo spaccato
di ciò che accade, è cronaca.
Ma per comprendere la realtà non basta la
cronaca. Occorre approfondire. Occorre
passare per il teatro, la filosofia, la narrativa, la poesia, la musica, la scienza. A me
è capitato di leggere dei libri che sulle prime
non avevo compreso. E ci son dovuto ritornare per via di contenuti che, per i miei interessi, erano inaggirabili. Quando ho
compreso quello che voleva veramente dire
l’autore mi si è accesa la lampadina, e tutto
è cambiato.
A volte è stato rovesciato un intero modo di
vedere e di sentire la realtà. Altre volte le
mie idee sono state implementate e rimescolate. In altre circostanze sono state rettificate e corrette.
Insomma, la comprensione è formativa e
performante. La non comprensione lascia
tutto, o quasi tutto, com’era prima. “Quella
cosa mi era nota”, ma non era stata da me
ancora compresa.
Un conto è conoscere qualcosa, nel senso
di sapere che esiste nella realtà, un altro
conto è averla assimilata, fatta propria. La
differenza che intercorre tra le due cose è
la stessa che c’è tra il vedere una buona
pietanza ed il mangiarla. Il nostro tempo
non offre molti spazi alla riflessione e all’ap-
profondimento. Tutto scorre veloce.
Molti contenuti sono destinati a rimanere incompresi. Ma coloro che si fermano a pensare e coloro che avranno imparato a
pensare, avranno il modo di capire davvero
cosa viene detto e ricevono un pasto abbondante, succulento, nutriente.
Campo de’ fiori
MORBO DI MORGELLONS:
25
CHE COS'È? DA DOVE VIENE? SI PUÒ CURARE?
Da Wikipedia:
“La sindrome di Morgellons, o morbo di Morgellons, o semplicemente
Morgellons è il nome dato
nel 2002 dalla statunitense Mary Leitao ad una
presunta patologia del fidi Josiane
glio che sarebbe stata caMarchand
ratterizzata da una serie di
Naturopata
sintomi cutanei quali prurito, fitte dolorose, apparente presenza di
fibre sulla pelle o sotto la pelle, lesioni permanenti alla cute (es. eruzioni cutanee o piaghe) e altro. Il consenso medico-scientifico
non ha mai rilevato alcuna fondatezza nelle
teorie personali della Leitao, ed ha dimostrato che il cosiddetto Morgellons è in realtà
da identificarsi con patologie già ben note,
generalmente collegate a disturbi mentali e
in particolare alla parassitosi allucinatoria.”
N
on molti sanno di questa malattia
dei “Morgellons” della quale fino
ad oggi numerosi dermatologi
negano addirittura l'esistenza,
mentre già ha colpito numerose
persone attraverso il pianeta: più di 100.000
persone colpite dalla morgelose, una inquietante malattia della pelle, sconosciuta ancora
solo qualche anno fa. O meglio, lasciata nel
dimenticatoio poiché già nel 1690, Sir Thomas Brown che aveva studiato medicina nell'illustre Università di Montpellier nel
anguedoc, in una sua “Lettera ad un amico”,
descriveva questa malattia infantile endemica proprio nel languedoc, dove veniva
chiamata “les morgellons” (da pronunciare
con la G “dura”), dal nome dei “bambini del
languedoc chiamati appunto Morgellons, e
che presentano episodicamente peli duri
sulla schiena. Gli altri sintomi della malattia
sono sensazioni di insetti che camminano,
tosse e convulsioni.
Nel 1935 invece, il medico inglese, C.E. Kellet, identifica il nome di Morgellons con
quello di “masclous”, o malattia dei moscerini
in dialetto provenzale. Questa ipotesi però
non fu mai ripresa in seguito e non fu comunque studiata visti gli anni di guerra che
da lì a poco sarebbero sopraggiunti.
Sembra comunque lontano il nesso della malattia del XVII° secolo con il Morbo di Morgellons di oggi, visto che probabilmente
questa “nuova” malattia è causata dall'uomo! Infatti, nessun elemento naturale
corrisponde ai molteplici campioni analizzati.
Colpisce quindi più di 100.000 soggetti nel
mondo e contamina 1.000 persone al giorno!
Questa malattia molto, ma molto strana, presenta almeno 170 sintomi possibili. Una cartografia dei focolai importanti di soggetti
infettati mostra che l'America del Nord è particolarmente bersagliata così come l'Europa,
l'Africa del Sud e i paesi occidentali anglosassoni. Una certa polvere onnipresente
chiamata “smartdust” è composta da fibre
che cadono regolarmente dal cielo. E pochi
ne parlano. Gli specialisti che hanno analizzato alcuni campioni al microscopio elettronico parlano di nanoparticelle che si
assomigliano tutte ovvero “nanorobots”
creati in serie per agire come parassiti
per gli esseri viventi.
La polvere “che cade dal
cielo” contiene non solo
batteri, ma anche metalli
conduttori, cellule sanguigne, polveri di carbone,
sedativi, sostanze cristalline, particelle di alluminio, polveri di Bario così
come un certo tipo di fibre
in polietilene-silicone. Recentemente, il Dr Hildegarde Staninger, una tossicola industriale e
il Dr Mike Castle, esperto in polietilene ,
e altri studiosi hanno unito i loro sforzi per
cercare di determinare se le nano-fibre che
crescono nella pelle delle persone colpite
dalla malattia di Morgellons e le nano-fibre
delle “polveri che cadono dal cielo” abbiano
qualche connessione.
“le persone affette dal Morbo di Morgellons
possiedono nano-fibre di colori diversi che
crescono a partire da piaghe sul corpo e che
non guariscono.”
I pazienti che soffrono di questa malattia descrivono una sindrome polisintomatica caratterizzata da lesioni cutanee con fibre e/o
granuli che appaiono sopra o sotto la pelle.
A livello soggettivo, i pazienti hanno la sensazione di essere invasi da “insetti, bestioline
che corrono sotto la pelle” ma la materializzazione più probabile è data dal fatto che il
nostro corpo rigetti fili, granuli, classificati
come “polimeri”, fibre intelligenti che sembrano “correre” nel corpo.
Una gran parte dei pazienti ( 95%) parla
anche di sintomi di fatica invalidante , di
“nebbia nella testa” e di problemi nel fissare
l'attenzione. Grande incidenza ( 50%) di fibromialgia, unita a dolori e turbe del sonno.
Altri sintomi includono la perdita di capelli,
un abbassamento della vista, disordini neurologici e uno sgretolamento dei denti in assenza di carie o gengivite. La maggior parte
dei pazienti è incapace di continuare a lavorare e coloro che continuano a lavorare ammettono di non essere nella migliore forma.
Questa malattia NON era prevista. E' un incidente: una contaminazione involontaria.
Fantascienza da incubo? Forse si vuole un
essere umano disumanizzato che reagirà a
seconda degli impulsi generati dalle microonde....Ma...
Ma questa malattia potrebbe essere generata per esempio dal parabene ( medicine,
gel-doccia, shampoo...) oppure da una ca-
renza alimentare causata dagli alimenti
“troppo” industriali.
Occorre ricordare che molte volte, aerei di
linea si alleggeriscono di alcune tonnellate
di carburante perchè, alla fine, il viaggio
viene a costare meno in questo modo. In
più, ci sono i residui di combustione dei
reattori. E poi si tiene raramente
conto di eventuali cambiamenti
nella chimica e nelle temperature dell'atmosfera a
varie altitudini (ozono, riscaldamento, etc...)
Uno dei più frequenti diagnostici è la parassitosi
allucinatoria detta anche
“Delirio di parassitosi”. I
sintomi sono molti simili a
quelli dei Mogellons.
Sono state attribuite 13 funzioni al
delirio parassitario tra le quali alcune
sono condivise da pazienti che dicono di soffrire dei Morgellons. E cioè:
-la presentazione di prove fisiche come pezzi
di pelle e altri scarti spesso conservati in scatolette
-una pulizia eccessiva con l'uso ossessivo di
antibiotici, antisettici, disinfettanti, insetticidi
e deodoranti
-il rifiuto di qualsiasi possibilità di spiegazione psicologica
-la precessione di un trauma emozionale, disperazione, isolamento sociale
-il consulto di molti medici, senza alcun risultato valido.
Infatti, i pazienti che soffrono di delirio parassitario e che pensano di avere i Morgellons vanno spesso presso più medici (
“nomadismo medico”) alla ricerca di quello
che offrirà loro la diagnosi che cercano.
I Morgellons fanno parte della famiglia degli
organismi NON identificati! Se mettiamo
qualcosa di vivo in un bagno a 100°, muore,
a 800° è ridotto in cenere. Per distruggere il
morgellons si parla di 1000° ! Non si conosce
vita che mischi DNA e altro che non sia una
catena di carbone e con il Morgellons si parla
invece di Silicio! La maggior parte degli organismi non vive in un ambiente acido: dove
si è quindi sviluppato perchè non entri in alcuna esplorazione di biotipo “speciale”????
L'unico rimedio casalingo conosciuto ad oggi
per proteggersi è di bruciare i morgellons
con un ferro rovente prima che si aprano e
cioè al primo prurito sospetto.
Una terapia a base di Argento Colloidale rappresenta un eccellente rimedio senza controindicazioni...
Infine, l'ultima ipotesi che non è da escludere (e che a me piace molto) : che il Morgellons sia legato a E.T e non è totalmente
impossibile...
Intanto, per ora, abbiate cura DI VOI!
26
Campo de’ fiori
LA CHIESA DI SAN GIORGIO DI CIVITA CASTELLANA
di Francesca
Pelinga
Cisbani.
Le vicende edilizie e costruttive della sede dell’Istituto d’Arte in via
Gramsci, sono intimamente collegate alla storia dell’antica Chiesa di
San Giorgio.
Tutta la ricostruzione
della storia è grazie alle
ricerche del profess.Enea
...continua dal numero 128
Il 21 dicembre 1911 si discusse l’APPROVAZIONE DELLO STATUTO DELLA SCUOLA
D’ARTI E MESTIERI.
Erano
presenti: MIDOSSI ULDERICO,
CIANCARINI EUGENIO, FEROLDI UGO DE
ROSA, CRESTONI GIROLAMO, TARQUINI
DOMENICO, VASELLI TULLIO, FINESI
LUIGI, FERRARI ENRICO, GEMMA GIUSEPPE, BELLONI GEREMIA, FINESI AMEDEO E BALDASSINI UGO.
Presiedeva il sindaco ULDERICO MIDOSSI.
Il cons.re BALDASSINI chiese che la scuola
fosse di utilità per tutte le arti e non soltanto per la ceramica, e chiese che nel consiglio di amministrazione della scuola ci
fosse un componente come rappresentante
delle industrie ceramiche e un secondo
membro per le arti e mestieri.
Il cons.re FEROLDI chiese che fosse compreso anche l’insegnamento del disegno industriale e ornamentale applicato alla
ceramica.
Il cons.re FINESI LUIGI chiese che la scuola
fosse aperta con ogni sollecitudine, limitando al primo anno l’insegnamento dell’aritmetica, della geometria e del disegno
geometrico e ornamentale.
Lo statuto fu approvato all’unanimità, aggiungendo all’art.1 la dicitura “specialmente
ogni arte”.
Il 17 febbraio 1912 il Presidente comunicò
che non poteva dare esecuzione alla delibera del 26 /11/ 1910, con la quale era
stato deciso di contrarre un mutuo con la
Cassa Depositi e Prestiti per l’esecuzione del
nuovo edificio scolastico su progetto dell’Ing. Guazzaroni, in base alla legge n.383
del 19/07/1906, con la quale il Ministero
della P.I. avrebbe concorso con 1/3 della
spesa effettiva computata fino al tetto massimo di £.100.000,00.
La somma rimanente sarebbe stata coperta
dal comune con il mutuo citato al tasso d’interesse di 1,90 %.
Quanto deliberato non poteva attuarsi in
quanto il Ministero della Pubblica Amministrazione aveva esaurito i fondi a causa di
precedenti impegni e stanziamenti di bilancio e si rimandò all’esercizio 1913.
Dato che la costruzione
del nuovo edificio non
poteva più essere rimandata, la giunta propose di rinunciare al
contributo statale ed
eseguire il progetto contraendo con la Cassa
DD.PP. un mutuo di
£.200.000,00 senza interessi in base alla legge
n.487 del 04.06.1911 da
estinguersi in 30 annualità o rate annuali.
Il cons.re FINESI approvò la mozione.
L’antica chiesa di San Giorgio, oggi sede museale del liceo artistico
Si astennero il FERRARI
Midossi
e il FEROLDI, quest’ultimo contrario perché la costruzione non era
DORO, UGO FEROLDI DE ROSA, VASELLI
necessaria in quanto la scuola già esisteva
TULLIO, FINESI LUIGI, ULDERICO MIe funzionava bene: fu approvato a maggioDOSSI, GEMMA GIUSEPPE, MORICONI
ranza con 10 CONTRO 2.
AMEDEO, BELLONI GEREMIA, FINESI AMEIl 2 marzo 1912 si discussero in consiglio
DEO, BALDASSINI UGO. La giunta viste le
comunale gli stanziamenti per la scuola
delibere
consiliari
del
22.11.1909
d’arte: £.1.500 il comune, £.5000 l’Amm.
02.03.1910 – visto il R.D. n.9014 sull’istr.
Prov. Di Viterbo, £.1000/2000 la Camera di
Professionale – vista la necessità di coordiCommercio di Viterbo, £.10000 e £.5000
nare le delibere al detto regolamento apper le spese d’impianto erano concesse con
provò con voto unanime che alle delibere
enorme felicità del consiglio, dal Ministero
citate fosse fatta la seguente aggiunta: “ il
del Commmercio e dell’Industria alla nacomune inoltre si obbliga di provvedere alla
scente scuola.
manutenzione della sede della scuola ed
alla fornitura di acqua, di illuminazione e di
L’intero consiglio si congratulò vivamente
riscaldamento per tutti i servizi della stessa.
con l’Avvocato Midossi per il felice risultato
conseguito e ringraziò sentitamente il MiniIl 23 Maggio 1914 furono deiberati gli
stero per il generoso contributo concesso.
espropri dei terreni per la costruzione dell’edificio scolastico.
Il 24 gennaio 1914 si discussero e si approvaro due delibere.
Sempre il 23 Maggio 1914 si discusse la
Il sindaco Crestoni Girolamo diede lettura di
controversia sorta tra Comune e Capitolo
una lettera dell’Amministrazione della scuola
della Curia Vescovile circa la cessione ald’arte per ottenere in uso la soppressa
l’Istituto d’Arte della soppressa Chiesa di
Chiesa di San Giorgio, essendo ormai insufSan Giorgio con apposito parere legale del
ficiente la sede di palazzo Andosilla . La diProf. Francesco ……. Professore di diritto ecrezione chiese inoltre che il contributo
clesiastico alla Regia Università di Roma,
annuo alla scuola venisse portato dalle atche riconobbe al comune il pieno diritto di
tuali £.1500 a £.2500, considerato il profitto
cedere alla scuola la detta chiesa per motivi
che il comune avrebbe ricavato dall’affitto
culturali e didattici.
degli appartamenti che potevano ricavarsi
Comunque il comune pagò alla Curia una
nel palazzo medesimo; la giunta accettò la
rendita annua di £.80,00.
domanda della scuola. Lo stesso Midossi osservò che la concessione di San Giorgio e
Nel 1914 il consiglio di amministrazione
dell’area annessa serviva a bonificare la
della scuola fece compilare il progetto di
zona e a creare un quartiere detto “Città
ampliamento della Chiesa di San Giorgio
degli Studi”, considerando che liberando padall’Ing. Guazzaroni e Finesi, quest’ultimo
lazzo Andosilla si potevano creare case podi Civita, per una spesa prevista di
polari di cui c’era urgente bisogno a Civita
£.50.000,00 così suddivise: £.15.000,00 dai
Castellana. Il cons.re Feroldi si dichiarò fafondi in dotazione alla scuola e £.35.000,00
vorevole perché cosi si arricchiva il patricon mutuo da contrarre da parte del comonio culturale della città, il C.C. deliberò
mune con la cassa depositi e prestiti per
all’unanimità la concessione della Chiesa di
una durata di 35 anni con rate annue, comSan Giorgio e l’aumento di £.1000 dello
presi gli interessi, di £.1.388,45, stante la
stanziamento già concesso alla stessa
proprietà al comune dell’immobile. Si apscuola.
prova all’unanimità.
CIANCARINI EUGENIO, DEL PRIORE ISIcontinua sul prossimo numero...
Campo de’ fiori
28
L’angolo del grafologo
Analisi grafologica di Lorenzo, anni 29, nazionalità argentina, diplomato
N
el soggetto in
esame, si evidenzia un’intelligenza dotata
di particolare
intuizione e portata prevalentemente all’attenta
osservazione dei fatti ed al
del Prof.
ragionamento con la capaPiero Mecocci
cità di concentrarsi intenGrafologo
samente su ciò che trova
più interessante o che lo appassiona.
Ama essere sempre molto riservato, non
desidera evidenziarsi, tende piuttosto a tenersi in disparte, osserva tutto e fa le debite
considerazioni. E’ abbastanza facile che incontri qualche difficoltà nel trovare un adattamento soddisfacente perché spesso ha
qualcosa da ridire o da criticare. Non è ragazzo da slanci affettivi, appare misurato e
controllato, ogni cosa deve avere una precisa
motivazione e spiegazione. Anche dal punto
di vista operativo, agisce sempre in modo razionale fino al punto di apparire a volte
anche distaccato. Ha, in sostanza, una riduzione dell’espansività e dello spirito di adattamento con tendenza alla chiusura.
Incline ad insistere con caparbietà e con precisione meticolosa, a scapito della scioltezza,
dell’essenzialità e dell’immediatezza. Qualche
esagerazione nell’eccessiva sottigliezza nelle
cose, con la ricerca e approfondimento di
questioni anche se queste sono poco rilevanti o insignificanti. Una certa esasperazione per la minuziosità, incontentabile su ciò
che lui esegue e su quanto fanno gli altri, e
questo rende a volte complicato la realizzazione di programmi. Grande è l’impegno intellettivo che profonde, e può essere
insoddisfatto per quanto riesce ad ottenere
in rapporto all’impegno ed allo sforzo fisico.
E’ scrupoloso ed ha spesso la sensazione di
non aver fatto bene e che poteva far meglio.
In lui prevale l’emozionalità secondaria, qualsiasi problema è sottoposto alla razionalità.
Il modo di sbrigare le questioni dipende dalla
sicurezza operativa che percepisce, se questa è rapida, decisa e sicura, pur conservando la forte concentrazione sui fatti, sarà
molto conclusiva. Avviene il contrario se per
la molta concentrazione indugia troppo nei
dettagli ritardando quindi le conclusioni. In
questo caso è portato ad un affaticamento
psichico con conseguente scontentezza, ricerca di considerazione e di comprensione.
Le esperienze fornite dall’emozionalità secondaria si alternano a quella primaria con
intensità diverse e secondo le situazioni. Esistono, certamente nel soggetto, processi di
flessibilità adattiva ma non sempre questi
sono utilizzati in modo organico e selettivo,
perciò si potranno avere in Lorenzo delle
belle risposte nuove e creative adatte alle circostanze, ma a volte queste soluzioni estemporanee non sono selezionate e fissate in
immagini da utilizzare in modo ordinato e
preciso. In alcune situazioni, invece, non
manca di esibire un fin troppo facile adattamento e si dimostra disinvolto nel recepire e
nel rispondere alle stimolazioni ambientali,
personali e sociali. Le capacità adattive di
ciascun individuo, quindi anche nel caso del
soggetto in esame, sono trasmesse per via
ereditaria e l’attivazione dipende da altre
strutture concomitanti sollecitate o meno
dall’ambiente e questo sembra essere stato
più incentivante in Lorenzo nella seconda età
adolescenziale, cosa che si è assopita negli
ultimi cinque anni.
La cautela ed una certa diffidenza sono gli
aspetti che regolano i suoi approcci conoscitivi e determinano il modo di affrontare i vari
problemi. Lorenzo impronta il suo modo di
fare alla prudenza, alla riflessione attenta e
dubbiosa nei confronti di qualsiasi proposta.
E’ importante per lui la sua integrità psicofisica nel senso di salvaguardare il rispetto di
sé, evitando di fare cose di cui poi potrebbe
pentirsi. Il costante bisogno di verifica, di
tornare sui suoi passi per controllare, rende
un po’ complicato il processo intellettivo e ne
ritarda le conclusioni.
Dal punto di vista dell’apprendimento i risultati sono positivi perché è portato a non tralasciare nemmeno le accidentalità, proprio
perché desidera non trovarsi mai inadeguato
o scoperto anche nelle conoscenze marginali. Prima di intraprendere qualsiasi iniziativa o progetto di studio, deve rassicurarsi su
tutto ed essere certo di non andare incontro
ad esperienze negative. Tutte le proposte devono essere esposte in modo da non lasciare
dubbi sulla loro autenticità e validità. Nelle
valutazioni e nei giudizi esprime le stesse
cautele.
Lorenzo, a causa della cautela e paura di sbilanciarsi, dimostra una complessità ai livelli
affettivi. Il tutto si esprime mettendo in moto
un meccanismo di difesa e opposizione con
il rischio di un’eccessiva rilassatezza.
Fondamentalmente esiste un ritardo nel
prendere decisioni che seguano in tempi ragionevolmente brevi, pensieri e ragionamenti
posti sulle problematiche che lui affronta,
quindi si evidenzia una difficoltà a procedere
con scioltezza e spontaneità, proprio a causa
dei tentennamenti e dei dubbi nel determinarsi. Spesso ha in mente la soluzione del
problema ma ha delle titubanze nel momento in cui deve decidere di passare al-
l’azione. Le difficoltà risolutive possono
creare uno stato d’agitazione che, se trattenuti e controllati a lungo, potrebbe far scaturire un’irritazione mal controllata. Il
segnale di pericolo che lui potrebbe avvertire
non è una minaccia a livello fisico, ma sono
soprattutto le minacce di tipo simbolico,
come per esempio la minaccia alla stima o
alla sua dignità. Tra i fattori scatenanti di una
sua rabbia sono da prendere in considerazione in modo particolare eventuali delusioni
ed i tentativi di perseguire senza successo i
suoi desideri o gli sforzi per compiere qualche cosa d’importante. E’ una sensazione di
rischio e pericolo al punto da evocare una
duplice risposta: la prima proviene dal sistema emozionale secondario che dopo aver
considerato la situazione come pericolo,
mette in funzione il sistema limbico. La seconda è il verificarsi di uno stato di delusione
per non riuscire a raggiungere gli obiettivi
desiderati o perché non sono stati soddisfatti
i suoi desideri.
Nella sua professione è stimato e ritenuto
molto affidabile, coscienzioso ed onesto, dimostra costantemente serietà e competenza.
La stessa stima gli è riconosciuta in tutte le
attività extra lavorative, dove s’impegna e
dove consegue ottimi risultati, che non sono
facili e non alla portata di tutti. Propenso
verso il civile, considera i bisogni altrui e si
dimostra generoso ed altruista, il suo contributo è sempre fattivo e molto generoso.
Lorenzo ha molte conoscenze ma solo con
pochi ha rapporti amicali e confidenziali.
Probabilmente non si è ancora realizzato sul
piano affettivo e, quando questo sopraggiungerà, sarà per lui molto importante e lo porterà ad esprimere appieno la sua sensibilità
e la sua personalità perché può dare ancor
di più a se stesso ed agli altri, sono infatti
numerose le doti in suo possesso.
Se desiderate conoscere la vostra
personalità attraverso l’esame
della vostra grafia, contattateci ai
seguenti indirizzi e-mail:
[email protected] [email protected]
La vostra perizia grafica verrà pubblicata
gratuitamente e mantenendo l’anonimato,
sulle pagine della nostra rivista.
Campo de’ fiori
29
Come eravamo
“Boccaccia mia statte zitta!”
E
ra il 1968 quando
Raffaele Pisu proponeva nello spettacolo
tv
del
sabato sera, un piccolo
pupazzo che muoveva ad
arte e dialogava con lui
sull’attualità del modi Alessandro
mento: il mitico Provolino.
Soli
Era una provocazione continua, il presentatore cercava di calmare la
piccola peste, che, messa alle strette, ripeteva fino alla noia “Boccaccia mia statte
zitta”.
Questa frase entrò nel linguaggio comune
di quel periodo, quello per intenderci, della
rivoluzione dei costumi, della contestazione
giovanile, del cambiamento a tutti i costi, e
ben presto, grazie alla voce del grande Oreste Lionello, che lo doppiava, divenne un
personaggio “cult” come si direbbe oggi.
Perché ho voluto “rispolverare” Provolino?
Perché con i tempi che corrono, chi di noi
non si sente un po’ Provolino?
La crisi, le infrastrutture insufficienti, il lavoro che non c’è, le giovani generazioni che
perdono giorno dopo giorno i valori e gli
ideali che finora hanno caratterizzato e valorizzato la nostra bella Italia………. Boccaccia mia statte zitta!
Se poi scendiamo nello specifico o nel locale, fate un po’ voi: il degrado dei monumenti, le buche sulle strade, l’immondizia
e la sporcizia che stravolgono paesaggi
1968.
Raffaele Pisu
ed il suo
fedelissimo
Provolino,
proponevano
una satira
pungente
ma... pulita.
(Foto teche RAI)
unici ed ahimè poco conosciuti a livello nazionale, e che dovrebbero farci sentire orgogliosi di esserci nati …
Boccaccia mia statte zitta! Allora?
In tutto questo marasma fatto di rimpianti
sul “Come eravamo” su come potevamo essere e non siamo, sciogliamogliela la lingua
a Provolino, e soprattutto non facciamoci
“manipolare” come la celebre marionetta.
Non facciamoci “doppiare” anche se il dop-
piatore è uno all’altezza, perché la nostra
voce è la più importante e se vogliamo, supera per intensità quella del flauto, suonato
dal pifferaio magico che trascinava i topi
fuori dalla città.
Ah Provolino Provolino, non devi fare così,
sii sempre educato, ubbidiente, generoso,
onesto,ma che dici? Perché mi ripeti ancora
…….. Boccaccia mia statte zitta ?
30
Campo de’ fiori
Parliamo di Funghi
con Giampietro CACCHIOLI, micologo
Boletus luridus ovvero il “Ferraro” e i sui parenti a pori rossi, i “Cagnanti”.
Boletus luridus.
B
oletus luridus (Ferraro, Cagnante,
Ferè, Ferone, Battiferro, Ferrigno), dal latino luridus = brutto,
sporco, per il suo aspetto e per la
tendenza a macchiarsi di bluastro-verde. E’ parente anche dei porcini
ma, appena sfiorato, vira decisamente a
varie tonalità del blu da cui “Cagnante”,
“Cangiante”.
E‘ detto anche “Ferraro” perché consistente,
“duro come il ferro”, per altri dal sapore
“ferroso” (da crudo emana odore e ha sapore come di lama in ferro acciaioso). Le
Boletacee , in Europa, sono circa 100 specie sulle circa 300 in totale, Boletus luridus
è il capostipite della Sezione Luridi, a pori
rossi, che conta circa 20 specie in Italia. Diciamo genericamente “a pori rossi” (con la
spugnetta rossa) ma con tutta una gamma
di tonalità dei pori che vanno da color laterizio, arancione, rosso brillante, rosso
scuro, granata, porpora che cambia a volte
nell’ambito della stessa specie a seconda
del grado di maturazione delle spore. Se
volessimo indicare un altro tratto morfologico comune della sezione potremmo citare
la tendenza di questi funghi a virare, in
qualche loro parte, in varie tonalità ed intensità del blu sia al tocco che al taglio. E’
la sezione che include le poche specie velenose tra tutti i funghi boleti e il viraggio al
blù non ne evidenzia automaticamente la
tossicità ma è la reazione dell’esposizione
all’aria di alcune sostanze contenute
(“boletolo” e “ossidasi”).
E’ pur vero che tutti i funghi della Sezione
Luridi da crudi o se cotti con tecniche inadeguate provocano disturbi gastrointestinali; quelli ritenuti commestibili lo sono a
patto che vengano prebolliti (con scolatura
dell’acqua) terminando quindi la cottura
(forno, frittura ecc.) per eliminare completamente le sostanze tossiche termolabili.
• Cappello : carnoso, emisferico, convesso
o pianeggiante, a maturità può raggiungere
12–15 cm di diametro, di color bruno-olivaceo,
grigiastro
bruno-chiaro, rossastro; superficie vellutata, poi liscia e un po'
vischiosa a tempo
umido.
• Pori: piccoli, rotondi, prima di colore giallo arancio
e poi rosso cupo,
volgenti al bluastro
al tocco.
• Tubuli: liberi, lunghi, minuti, da gialli a
verdastri, viranti all'azzurro al tocco, facilmente separabili dal cappello che rivela così
nella sua pagina inferiore il medesimo colore dei pori. La superficie sottoimeniale (la
carne del cappello a contatto con la spugna)
è
coloro
rossoaranciata
ma esposta all’aria
imbluisce
istantaneamente
• Gambo: robusto,
compatto,
nella parte superiore ricoperto da un grossolano reticolo di colore rosso, nella parte
inferiore chiazzato
di rosso sia all’esterno che al suo
interno (sezionare).
• Carne: biancastra o gialliccia alla
rottura vira all'azzurro verdognolo.
• Odore: gradevole, fungino.
• Sapore: grato, dolciastro.
• Habitat: Predilige i terreni calcarei, fruttifica, in estate/autunno, in gruppi di numerosi esemplari preferendo boschi di latifoglie
(Carpini, querce, castagni), più raramente
conifere
• Commestibilità: buon commestibile ma
si raccomanda di scartare il gambo (coriaceo) e procedere ad una adeguata cottura
dopo prebollitura (scolare l’acqua). Nel nostro territorio è ricercato perché apprezzato.
Di seguito alcuni rappresentanti della Sezione Luridi da non confondere con Boletus
luridus.
Boletus queletii
Boletus erytrophus
Boletus dupainii
Boletus purpureus
Boletus lupinus
Boletus rhodopurpureus
Boletus satanas
Campo de’ fiori
31
Langolo del Collezionista
C
Le carte da gioco
on le festività
che si avvicinano e più
tempo libero da
passare con gli
amici, le carte diventeranno sicuramente “protadi
goniste” indiscusse delle
Letizia Chilelli serate all’ombra dell’ Albero di Natale.
Le carte da gioco hanno un’origine molto
antica, anche se le prime “vere” carte usate
per giocare sono quelle Tedesche risalenti
alla fine del ‘300.
Esistono carte di diversi tipi, basti pensare
ai semi: bastoni, coppe, denari, spade,
ma anche ai cuori, ai quadri, ai picche e
ai fiori, senza tralasciare le carte dei vari
giochi come il Mercante in Fiera, fino ad
arrivare ai Tarocchi, con le loro 78 carte;
pensate che proprio da alcune varianti di
queste carte sono nati il gioco del Bridge e
quello del Tressette, che veniva, appunto,
giocato nell’Italia Settentrionale proprio con
le carte dei Tarocchi classici.
Nel ‘400 a Firenze compare il gioco della
“minchiata” che veniva giocato con ben 97
carte, gioco talmente popolare che si diffonderà in tutta l’Italia Centrale, Bologna risponderà invece con l’invenzione del
“tarocchino”, giocato con 72 carte.
Si arrivò al ‘500, periodo in cui grazie soprattutto alla riproduzione “a stampa”, le
carte usate prima come
svago solo “per signori”,
presero popolarità fino a divenire molto diffuse in tutte
le regioni.
In alcuni musei spesso si
possono trovare dei bei
mazzi di carte illustrati da
grandi artisti, anche se
spesso questi mazzi conservati in maniera eccellente,
hanno perso sulla strada del
tempo alcune carte.
La diffusione maggiore, con
tanto di apertura di fabbriche che producevano carte
da gioco, si ebbe agli inizi
dell’800, i nomi più in voga
L’arte del gioco alle carte è stata soggetto anche di
erano quelli dei soci Gioia e
numerosi quadri. Sopra il famoso dipinto “I bari”
Gentilini di Milano, la fab(1594) di Caravaggio, sotto “The Card Players”
brica “Al Soldato” di Bolo(1893) di Paul Cezanne
gna e quella di Faustino
Solesio di Genova.
I mazzi più importanti e più richiesti si troNel 1850, le carte iniziarono ad essere usate
vano solo nelle grandi aste organizzate o reper scopi “didattici”, le più famose utilizzate
periti in qualche raccolta privata e questo
erano quelle con personaggi storici, con letrende i prezzi abbastanza alti, ciò non toglie
tere dell’alfabeto e con i numeri, che serviche alcuni mazzi di carte del ‘900, magari
vano ai precettori come “strumenti” per
non proprio integri, si possano “scovare” in
insegnare la storia, a leggere e a saper far
qualche mercatino dell’usato, anche se i coldi calcolo.
lezionisti più “curiosi”e più “precisi”, poNel ‘900 si ebbe la ristampa, in tiratura litranno rivolgersi alle librerie antiquarie,
mitata, di antichi mazzi, proprio dai legni
chiedendo i cataloghi in cui sono segnalate
usati nella prima stampa e queste sono le
le carte ed i mazzi più ricercati.
carte più ricercate dai collezionisti.
Valore.
(Bibliografia: Professione Donna Fratelli Fabbri
Il valore di un mazzo di carte diEditori, Milano,1975; Enciclopedia Universale
pende sì dall’integrità di ogni singola
Fabbri Editori, Milano).
carta, ma soprattutto dal numero
delle carte del mazzo, in poche parole, quelle che valgono di più son le
Come sempre, prima di salutarci, vi rinnovo
carte che appartengono ad un unico
l’invito nel salottino del mio blog:
singolo mazzo integrale, senza neshttp://bonbontonmania.blogspot.it/ con
suna carta persa. Infatti spesso i coltante
idee, consigli e ricette per essere semlezionisti ricercano le carte in fogli di
pre al passo con i tempi, perché ricordiamo
stampe non ancora tagliati, in modo
che l’educazione, il buon gusto e la buona
da assicurarsi l’integrità della “collecucina,
non passano mai di moda!!!
zione”.
Campo de’ fiori
32
LA RUBRICA DEGLI EROI
Dedicata ai combattenti della Grande Guerra di Civita Castellana
Ciro Sacchi
Premessa: si ringrazia la
Sig.ra Luciana Sacchi
nonché il fratello Alberto
di Civita Castellana, per
aver messo a disposizione
della nostra rivista, ulteriori informazioni riguardi Arnaldo Ricci danti il loro prozio
[email protected] Maresciallo Ciro Sacchi,
eroicamente caduto durante la 1° guerra mondiale.
Q
uesta volta riprendo di nuovo le
vicende belliche del Maresciallo
Ciro Sacchi (già precedentemente pubblicate sul numero
127 pag 32 della nostra rivista)
perché oltre alle informazioni
precedentemente scritte a riguardo, risultanti dalle mie ricerche storiche consultando vari documenti dell’epoca, ad esse si
aggiungono ulteriori informazioni, conservate nel tempo, gelosamente e con cura,
dalla famiglia Sacchi e messe a nostra disposizione come da premessa.
Sono particolarmente grato ai Sacchi per
questo loro gesto; la consultazione degli ulteriori documenti familiari, mi ha permesso
di verificare con una precisione del 100% i
precedenti dati, estrapolati dai documenti
da me consultati
La maggior parte delle salme dei caduti furono traslate presso i cimiteri dei comuni di
origine, nel secondo lustro degli anni venti
(fra il 1925 ed il 1930 ) ebbene, la Signora
Sacchi ha conservato, con estrema cura, un
ritaglio di quotidiano dell’epoca, che descrive l’episodio dell’ arrivo a Civita Castellana e della successiva tumulazione al
cimitero del suo prozio Ciro Sacchi.
Dalla lettura dell’articolo del giornale, purtroppo non si evince la data di questo avvenimento ma quasi sicuramente era nel
periodo sovra citato.
Riporto integralmente quanto scritto sul
quotidiano di allora in merito all’avvenimento, nonché la fotocopia del ritaglio di
giornale. Esso è ingiallito dal tempo ma perfettamente leggibile (sono trascorsi più o
meno una novantina d’anni)!
Civitacastellana, 26
dente Prof. Bonanni, l’Ing. Conte Feroldi,
Dalle balze del Grappa, dove trovò gloriosa
rappresentante il direttorio del fascio lomorte il 2 luglio 1918, insieme al suo concale, i carabinieri con il maresciallo Di
cittadino, il sottotenente
Marco, alcuni fascisti, le
Francesco Conti, è veguardie municipali e molto
nuto a riposare nel papopolo.
trio camposanto, vicino
I piccoli Balilla circondavano
ai compagni d’arme,
il tumulo che era letteralcome Lui eroicamente
mente coperto di fiori e di cocaduti per la salvezza
rone magnifiche.
d’Italia, il Maresciallo
Nel pomeriggio ha avuto
Ciro Sacchi del 60° fanluogo il trasporto della salma
teria. Il più giovane dei
al cimitero coll’intervento di
figli del venerando avv.
autorità, scolaresche , concav. Simone Sacchi.
certo cittadino, associazioni
Era buono e gentile;
sopraccennate e di una larga
tutti lo amavano, lo adorappresentanza della Milizia
rava la famiglia: soldato
Nazionale.
devoto al dovere, impaL’imponente corteo ha pervido nei cimenti della
corso le vie centrali, sfolgoguerra, la sua memoria
ranti di bandiere fra due fitte
rimarrà indelebile nel
ali di popolo. Il canonico Don
cuore di quanti lo coNicola Laurenti, amico e
nobbero.
quasi coetaneo dell’eroico
La cara salma, ricevuta
maresciallo, ha pronunciato
alla stazione ferroviaria
nobili parole, dando l’estremo
dalla rappresentanza cosaluto alla salma. A nome
munale, è stata ieri acdella famiglia, il colonnello
compagnata e deposta
Carlotti ha ringraziato la citdal popolo e da ex comtadinanza delle affettuose e
battenti nel nostro
imponenti onoranze rese alla
Duomo, ove hanno
memoria del caro congiunto.
avuto luogo stamane
La milizia comunale ha presolenni esequie.
sentato le armi, mentre la
Immagine del ritaglio di giornale
Le autorità vi hanno
salma veniva trasportata
tutte partecipato in- originale dell’epoca con l’articolo nella tomba municipale.
sopra riportato
sieme alla rappresentanza comunale, alla
sezione invalidi e mutilati di guerra, alla
Pubblica Assistenza, “ Principe di Piemonte
“, agli alunni ed insegnanti della R. Scuola
professionale per la ceramica, delle scuole
elementari, della scuola privata diretta dalla
signorina Savarise. Erano pure presenti il
colonnello Carlotti, zio del glorioso defunto,
un Maggiore rappresentante il reggimento
“ Forte come la morte “ , il Capitano Venerandi, il colonnello Togni in borghese, ed
inoltre i fratelli, la rappresentanza del comitato pro monumento ai caduti con il presi-
Foto di Giorgio Biagiola
34
Campo de’ fiori
“Il Fumetto”
LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA
DSK MAIDEN OF AMNESIA
di Maybe
edito da StarComics – 7 volumi, in corso
T
eiichi si è appena iscritto al primo anno di una
scuola media privata su cui aleggiano parecchi misteri e, vagando per i corridoi, finisce per smarrirsi
in un’ala del vecchio edificio. Qui incontra il fantasma di una ragazza che ha perduto ogni ricordo di
quando era in vita, e decide dunque di investigare sulla sua
morte e sugli oscuri interrogativi che ammantano il sinistro
di
istituto... Un manga imperdibile per tutti gli appassionati
Daniele Vessella di ghost stories! (Trama tratta dal sito dell’editore).
Misterioso ed esaltante. Da una struttura trita e ritrita, vista
in decine di manga, l’autore riesce a tirar fuori una trama fresca e frizzante,
coadiuvata da un disegno superbo che ne esalta le qualità. La caratterizzazione
dei personaggi non si allontana molto dai clichè già visti, ma vengono trascinati
da una trama che punta sulla risoluzione del mistero della morte di Yuko, la ragazza fantasma. E sin dal primo numero si gettano le basi per una complessa
ricostruzione del mosaico della vita di Yuko che porterà i personaggi a vivere
emozionanti avventure. Quest’opera ci insegna anche che i fantasmi più pericolosi sono quelli che nascono nelle nostre menti. Bellissimo!
Lascio l’indirizzo del mio blog: http://danielevessella.blogspot.com/
Civita Castellana
ZZZZ
ZZZ
ZZZZ
ZZZ....
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ZANZAR
NENTE
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P
IM
Campo de’ fiori
35
La Fiera nei paesi della Tuscia
QUANDO ERAVAMO TUTTI PIU’ POVERI
Viterbo - La Quercia. Anno 1907
L’
amico Mario
Brizi ha dato
di recente alle
stampe il bel
volume “Genius Loci- Quando i
luoghi
avevano
un’anima“ da cui estradi Secondiano
iamo il capitolo dedicato
Zeroli
alle fiere paesane d’un
tempo che avevano le stesse caratteristiche, sia che avessero luogo a Proceno come
a Bolsena o a Fabrica di Roma.
L’autore ne descrive lo svolgimento con
grande acume e appassionata partecipazione: “Una volta all’anno per le strade del
paese cessava lo scalpitio degli asini e lo
sferragliare dei carri trainati dai buoi per lasciare spazio all’allestimento delle bancarelle della fiera. Già la sera della vigilia era
animata dall’arrivo di qualche venditore che
accelerava i tempi per accaparrarsi il posto
migliore dove piazzare la sua bancarella e
per questo vantaggio era disposto a dormire in un giaciglio di fortuna attorniato
dalle sue mercanzie. Ma la maggior parte
degli ambulanti arrivavano alle prime luci
dell’alba e, tra colpi di martello e stridore di
seghe innalzavano rudimentali piani di
esposizione protetti da effimere coperture
di stoffa incerata. I paesani intanto facevano gli ultimi conti per vedere quanto de-
Civita Castellana. Primi del ‘900. Fiera di bestiame.
naro erano riusciti a mettere da parte e, sic- pre effimero è il sapore delle cose piacevoli
come i soldi non bastavano mai, si vede- per tanto tempo desiderate e attese. Al
vano costretti a stilare una scaletta delle calar del sole le strade lentamente si svuocose di cui non si poteva proprio far a tavano, i rumori si attenuavano e gli ambumeno. I bambini invece fantalanti si affrettavano a smantellare le
sticavano sulle bancarelle che
impalcature. Le famiglie,
offrivano dolci avviluppati in
tornate alle loro
lucenti carte multicolori,
case, passavano in
frutta secca d’ogni genere e
rassegna ancora una
giocattoli, certi che i genivolta gli acquisti portori, dopo gli acquisti per la
tati come trofei e , atcasa, avrebbero sodditorno alla tavola della
sfatto anche i loro desicucina, ci si attardava a
deri. Erano soprattutto i
chiacchierare di prezzi,
giovani ad approfittare
di prodotti, di bancadel particolare clima di
relle, di incontri e di
festa che permetteva di
quella ventata di novità
avvicinare le ragazze
che la fiera, almeno per
che, nella confusione, si
un giorno, aveva portato
sottraevano all’occhio
in paese. E se rimaneva
vigile dei genitori. Duimmancabilmente il rimrante l’anno, infatti, le
pianto d’un desiderio che
uscite di casa per le
non era stato possibile rearagazze erano poche
lizzare, ci si addormentava
e quasi sempre sotto
sognando che il prossimo
stretto controllo. Per
anno
la situazione sarebbe
La copertina del libro
non parlare delle giostata migliore e gli acquisti ridi Mario Brizi
vani che vivevano nei
mandati, per l’ennesima
poderi lontani dal paese e che aspettavano volta, si sarebbero potuti finalmente effetla fiera per mostrarsi truccate e rivestite tuare. Tanto i sogni non costano niente e
degli abiti più belli… La sera della fiera arri- sognare è un lusso che anche i poveri si
vava comunque troppo in fretta, come sem- possono permettere!”
Campo de’ fiori
37
Simuliamo di diventare milionari!!
M
olto spesso
le persone
che hanno
anche
un
piccolo capitale da parte non rischiano
abbastanza per vederlo
duplicare o triplicare, madi Patrizia
gari investendo in Borsa
Caprioli
oppure iniziando attività
economiche che potrebbero essere proficue
nel tempo, ma chi ce l’ho dice? E soprattutto, chi di questi tempi vorrebbe veder volare via i propri soldi in azioni azzardate?
Allora possiamo rivolgerci a dei giochi interattivi che potrebbero metterci sulla strada
giusta e farci guadagnare un po’ di denaro,
magari attraverso di essi si può anche tentare di iniziare nuove Start up (come si chiamano adesso le iniziative aziendali nel
campo della tecnologia) e divenire nuovi Bill
Gates.
Vediamo da vicino questi giochi virtuali su
come divenire ricchi e famosi!
Il primo messo in campo dal 1973 è Lemonade Tycoon, oggi è un App che simula
investimenti in settori economici, facendoci
ragionare sulle tante variabili messe in
campo quando si vuole iniziare un’attività.
Game Dev Tycoon ( http://store.steampowered.com/app/239820/?l=italian ) è un
videogioco che simula l’ascesa dei grandi informatici come Steve Jobs, si percorre tutta
la storia dell’informatica e insieme si scrivono pezzi di codici per poi divenire famosi
imprenditori nel settore tecnologico.
The Corporate Machine
(http://store.steampowered.com/app/2398
20/?l=italian ), qui si gioca sulle base del
sogno americano: si ha un’idea, si cercano
finanziamenti e si diventa una multinazionale!
Business Tycoon è un App che permette
si simulare la compravendita di azioni, magari per allenarsi un giorno in una vera
Borsa.
Millionaire Tycoon è ancora un’altra App
che simula il gioco del Monopoli permettendo di acquistare, vendere e rivendere
case, palazzi, aziende, terreni.
Ma se volete giocare con qualcosa che si av-
vicina tanto al mondo reale, la nostra
Borsa Italiana
(http://www.borsaitaliana.it/varie/loginservices/borsavirtuale/intro/borsavirtuale.htm)
. Listini e valute sono quelli sempre aggiornati in tempo reale e ogni giorno si guadagna o si perde in base al mercato. E la cosa
più divertente è che se perdi, non perdi
nulla!
Buon gioco a tutti!!!
GRANDE SUCCESSO AL TEATRO DELL’ANGELO PER “IL MONELLO”
Gabriele Davoli, il bimbo-rivelazione della scena
A
d ottobre, al Teatro dell’Angelo di
Roma, è andato in scena uno spettacolo da non perdere.
E’ stata veramente una piacevole sorpresa
assistere, nell’atmosfera magica del Teatro
dell’Angelo, alla riproposizione in palcoscenico del celebre Monello di Charlie Chaplin,
uno spettacolo muto basato sulla mimica e i
tempi perfetti del cast composto da Brian
Latini, Francesca Di Franco, Roberto
Fazioli, Gabriele Davoli. Adattato e diretto da Lorenzo Cognatti. Prodotto da
Jobel Teatro e in collaborazione con
l’Associazione Amici dei bambini, che
aiuta i minori in difficoltà che sono tantissimi
anche in Italia.
Gli attori hanno interpretato magistralmente la slapstick, o pantomima, che riesce
sempre a catturare il pubblico anche quello
più smaliziato e distratto dei tempi moderni.
Lo spettacolo ha aperto degnamente la sta-
gione di questa bella sala,
nel quartiere Prati, a due
passi da San Pietro. Direttore artistico è l’attore e
regista napoletano Antonello Avallone, guidato
da una grande passione
per il palcoscenico e un po’
amareggiato per la disaffezione che registra nel pubblico a fronte di grandi
riconoscimenti per le
scelte del suo cartellone.
“The kid” è uno spettacolo che è già stato insignito di diversi premi, tutti ampiamente
meritati come il Premio Attilio Corsini e
Vincenzo Cerami ed è stato trasposto
anche sullo schermo con la partecipazione
dell’attrice Maria Rosaria Omaggio, nelle
vesti insolite di scrittrice in un corto presentato al Festival del cinema per ragazzi di Giffoni.
E’ emerso, inframmezzato nella trama, lo
spirito di Charlot, del celebre vagabondo, accompagnato dal monello birichino che ha
trovato da piccolissimo abbandonato e ha
cresciuto con tanto amore e poco cibo e che
è il suo irresistibile complice nella lotta quotidiana per la sopravvivenza. Una lotta durissima fino all’incontro con la mamma del
bambino che riconosce il figlio e “adotta” il
duo vagabondo.
Il vagabondo era interpretato da Brian Latini, un attore bravissimo come bravissimi
erano gli attori nei ruoli del poliziotto e della
ragazza: Roberto Fazioli e Francesca Di
Franco. Ma il pubblico, e anche la sottoscritta, è stato letteralmente conquistato
dalla bravura del piccolo Gabriele Davoli,
di soli sette anni, che ha dimostrato di essere
un autentico padrone della scena, nonostante la giovane età. Del resto già Vittorio
De Sica diceva che nessuno può competere
in scena con cani e bambini.
Però c’è bambino e bambino, e Gabriele è
veramente straordinario nella naturalezza,
nella verve, nell’attenzione precisa al rispetto
dei tempi comici e anche nel mantenere la
visione infantile delle cose. Infatti, da
grande, non vuole fare l’attore ma il calciatore, come buona parte dei suoi amici. Inoltre questo talento in erba è stato formato da
un maestro come Brian Latini.
Bravissimo e completamente in parte, Gabriele ha alle spalle una splendida famiglia
dove i genitori si dedicano, anche se a livello
amatoriale, al teatro e al canto e gli altri due
figli più grandi, il fratello e la sorella di Gabriele, si cimentano anche loro in attività artistiche.
Si respira comunque un’atmosfera che richiama le comiche finali, quella capacità di
ridere con poco, per un meccanismo a orologeria perfetto a cui contribuiscono in maniera decisiva gli altri due personaggi, che
impersonano di volta in volta il poliziotto, la
giovane mamma o l’anziana massaia.
Maddalena Menza
Campo de’ fiori
38
Il MAESTRO CAMPANARO DI AGNONE,
LA CITTA’ DELLE CAMPANE - MUSEO MARINELLI
A
chi lascerà la sua enorme ricchezza, accumulata da tre generazioni, il maestro campanaro
Antonio Delli Quadri? Eppure
aveva iniziato di malavoglia a 17
anni quando suo padre,seguendo suo
nonno, lo indirizzò a questa arte millenaria
nella città di Agnone (IS) Molise, culla mondiale della Fabbrica artigianale di campane
della famiglia Marinelli. Ne sono rimaste 4
in Italia,poche in Europa (Germania, Inghilterra, Polonia, Russia), ma questa è la più
vecchia del mondo.
Il padre lo aveva tolto dai suoi amici,dalle
gite, dalla spensieratezza di quei favolosi
anni che non sarebbero più tornati. Ma a
poco a poco si appassionò, fino a studiare
per suo conto il laborioso processo che precede la colata di bronzo. Ha pubblicato
anche un libro: “Arte Campanaria” edito da
Arte Tipografica Editrice, che resterà come
una grande testimonianza della sua opera
ed è un manuale tecnico-pratico, realizzato
non solo grazie alla sua esperienza ma
anche con un grande studio nelle notti insonni passate a tradurre i testi tedeschi, i
più dettagliati ad illustrare l’arte delle campane e la sua evoluzione. Vari materiali occorrono per costruire una campana:
mattoni, argilla, bronzo, rame,
cera per le incisioni esterne ed il
processo è lunghissimo. Ci vogliono 3 forme di argilla sovrapposte, quella in mezzo si chiama
falsa campana, che poi si toglie
per lasciare lo spazio colmato
dalla colata di bronzo a 1200
gradi in un forno o in una fossa.
Le proporzioni delle tre forme
devono essere precise e obbediscono a criteri matematici di un
cono troco, ormai standardizzati, segue il raffreddamento
che dura settimane, prima della
“scorticatura”dall’argilla che rivelerà il gioiello.
Sono sparse in tutto il mondo le campane
Marinelli, commissionate da ogni angolo
della terra, dalla campana del Giubileo a
S. Pietro in Roma, fino ad un villaggio dell’Indonesia.
Ne esistono grandissime,la più grande è in
Russia, 6 metri di diametro, ma non ha
mai suonato perché mentre stava per essere posta in un alto campanile, si è rotta
in seguito ad una caduta provocata da un
incendio.
E’ lui stesso che guida i numerosi gruppi che
visitano il Museo delle Campane attiguo alla
Fonderia,e li guida attraverso il tempo, dalla
prima campana, alla storica visita del Papa,
fino all’ultima creazione ancora in fossa e
appena colata della campana destinata
all’Expò di Milano, l’ultima creatura.
Dopo averlo sentito parlare con grande
competenza e passione della sua arte campanaria, ci siamo preoccupati subito di chi
prenderà il suo posto in futuro, a chi passerà questo ricco bagaglio culturale, e glielo
abbiamo chiesto. “Giovani purtroppo non ce
ne sono che mi seguono, ho una figlia che
si è dedicata alla Letteratura ed all’Arte ed
insegna Storia all’Università di Napoli Federico II, e i giovani locali preferiscono andare
nelle grandi città. Credo che i fratelli Mari-
nelli, attuali proprietari, faranno del tutto
per trovare una soluzione, intanto quotidianamente trasmetto la mia esperienza a loro
e agli operai impegnati qui in fabbrica”.
E’ un artista umile Antonio, non si è appropriato dei segreti per custodisce segretamente, ma ne vuole far partecipe l’artigiano
della campana affinché quest’arte si evolva
sempre di più. Alla fine della visita ci ha
dato una dimostrazione pratica di come si
suonano le campane e, con un martello di
legno, ci ha suonato alcune melodie famose,poi si è congedato da noi con l’Inno
di Mameli.
Ci è piaciuto rimanere ancora un poco con
lui per capire di più l’uomo che continua
quotidianamente il suo lavoro con dignità e
responsabilità nel cuore, per perpetuare nei
secoli le arti di quei maestri che in passato
hanno reso celebre questa nostra penisola.
Danilo Micheli e Maddalena Menza
P.zza della Liberazione, 2
Civita Castellana (VT).
Tel. 328.3513316 /
0761.513117
[email protected]
Campo de’ fiori
39
FENG SHUI, intervista a PASQUALE FONTE
Successo per la Conferenza da lui tenuta presso la Curia Vescovile di Civita Castellana
L
a terra è un essere vivente e dal
rapporto che stabiliamo con l’ambiente può scaturire l’armonia o
l’instabilità nella nostra vita. Parola
di Pasquale Fonte, architetto,
maestro di Feng Shui classico, relatore d’eccezione alla conferenza Feng Shui di Civita
Castellana, organizzata dall’Erbavoglio Erboristeria con l’associazione Feng Shui
Italia.
L’evento, il primo nella provincia di Viterbo
con il patrocinio di Comune e Provincia, ha
ottenuto un notevole successo, coinvolgendo appassionati e semplici curiosi, intervenuti per saperne di più su questo tema
ancora poco permeato nella nostra cultura
occidentale.
Prof. Fonte, ci spieghi bene qual è il
senso del Feng Shui?
Il Feng Shui è un’arte millenaria cinese, che
si basa sulla profonda connessione “spaziotempo” e trae origine dalla medicina
tradizionale cinese. Feng shui significa letteralmente “vento e acqua”, in onore dei
due elementi che plasmano la terra e che
col loro scorrere determinano le caratteristiche più o meno salubri di un particolare
luogo. Questa dualità si rispecchia nel principio del Ch’i, ovvero nello Yin (maschile) e
nello Yang (femminile).
Di fatto, quindi, è una scienza che si
applica in toto nella nostra quotidianità?
Certamente, secondo il Feng Shui il luogo
in cui viviamo o lavoriamo,
il modo in cui disponiamo
gli spazi e gli arredi della
casa influenza in modo determinante lo sviluppo armonioso dell’esistenza. E’
importante sapere che le indicazioni del FS cambiano
da persona a persona, in
virtù del fatto che non
siamo tutti uguali. Noi professionisti usiamo la carta
Bazi, che ci aiuta ad identificare le varie caratteristiche
della persona.
Qual è quindi il compito
dell’architetto
Feng
Shui?
Il nostro compito è quello creare case sane
dal punto di vista energetico, utilizzando,
per esempio, materiali naturali, intervenendo con i colori giusti, e, cosa ancora più
importante, studiando le geopatie del sottosuolo.
Ci sono dei consigli pratici che possiamo adattare nelle nostre abitazioni?
Assolutamente si. Il primo, ad esempio, è
quello di non far combaciare la parete del
letto con quella in cui si appoggiano gli elettrodomestici della cucina, per evitare che le
onde elettromagnetiche disturbino il sonno;
sarebbe bene evitare la linea diretta tra l’ingresso principale e un’eventuale finestra
frontale, per non disperdere le energie che
provengono dall’esterno; così come evitare
di posizionare la scrivania con le spalle
alla finestra o mettere piante in camera
da letto. Il viale che conduce alla propria abitazione dovrebbe essere sinuoso o ricurvo
e gli ambienti
domestici andrebbero illuminati con
luce soffusa. Insomma, una serie di
piccoli accorgimenti che, se messi in
pratica, andrebbero a migliorare l’armonia nelle nostre case.
A sentir parlare lei, sembrerebbe
una cosa facile. Ma sappiamo che
il Feng Shui abbraccia una filosofia molto più articolata.
Si, è vero. La questione e’ ben più complessa, molto più di quanto enunciato da
libri di settore, spesso ridondanti delle solite
informazioni e privi di originalità. Per arrivare a padroneggiare le tecniche del Feng
Shui è necessaria una preparazione lunga e
laboriosa, che ho personalmente maturato
in tanti anni di studi e master con i più autorevoli maestri cinesi. Nello specifico si
tratta di individuare e stabilire le giuste sinergie tra elementi naturali, strutturali, cromatici e perfino astrologici.
Per questo è importante il giusto equilibrio nelle cose?
Esattamente. Lo ripeto sempre come un
mantra: il segreto sta nell’equilibrio. L’equilibrio è armonia, l’armonia è salute. I più disordinati arricceranno il naso, ma vi assicuro
che applicando i principi del Feng Shui nella
propria vita, si arriverà ad ottenere il giusto
benessere fisico e mentale.
Ermelinda Benedetti
Campo de’ fiori
40
C O R C HIANO
TR A NE CR OP OLI E C AVE R NE TTE F ALI S CHE
I
l comune di Corchiano fu un importante
centro
falisco. L’antico insediamento
era
stanziato nella spianata
del Vallone (a nord dell’attuale città) come
della Dott.ssa
hanno più volte dimoChiara
strato ritrovamenti di cuCastriota
nicoli, case ipogee e tratti
Scanderbeg
di mura emersi durante i
lavori agricoli alla fine del Novecento.
Il borgo è stato per molto tempo oggetto di
studi e riflessioni da parte degli studiosi che
lo hanno identificato con Fescennium, antica città falisca più volte citata nelle fonti
letterarie romane.
Necropoli scavate
tra il 1886 e il 1893
hanno
restituito
corredi funerari datati tra il IV e il III
secolo a.C. caratterizzati da beni pregiati. La ricchezza
dei corredi fa supporre che tale periodo coincida con
quello di massima
fioritura del centro.
In esso era presente una piccola comunità
etrusca, come dimostrano recenti studi e il
ritrovamento dell’ iscrizione “Larth Vel Arnies” posta sulla parete di un cunicolo scavato nel tufo, probabilmente ambiente
destinato all’uso funerario nei pressi della
cava di s. Egidio, una tagliata viaria nota
anche con il nome di via della Cannara,
tratto di un antico percorso falisco.
Tombe a pozzo e a fosso datate tra l’VIII e
il VI secolo a.C., collocate nel sepolcreto di
Caprigliano, confermano l’esistenza di un insediamento già nell’ VIII secolo a.C.
Tombe più recenti databili per la maggior
parte tra il IV e il III secolo a.C., sono collocate nei sepolcreti del Vallone e di s. Antonio. Si tratta di tombe a camera distribuite
lungo una via principale e lungo altre strade
secondarie collegate ad essa.
Per la loro struttura architettonica e la cura
nella decorazione, una menzione in particolare va alle due tombe rupestri poste una
di fianco all’altra nei pressi della Madonna
del soccorso. Entrambe presentano caratteristiche comuni quali il vano di facciata a
pianta rettangolare con soffitto piano e camera funeraria sottostante. Esistono però
delle differenze. In quella di destra non ci è
pervenuto il piano pavimentale su cui pog-
giavano due colonne, ad oggi ridotte
ai
soli
capitelli e abachi,
e sulla parete di
fondo vi è una
finta porta con gli
stipiti evidenziati
da una fascia a rilievo con terminazione a becco di
civetta. Nell’altra tomba invece abbiamo la
possibilità di osservare metà del
piano pavimentale del vano di facciata su cui poggia la base di una
delle colonne con parte del fusto liscio. Le altre differenze riguardano
la finta porta, in questo caso ripartita in sei specchiature attraverso listelli rilevati, e la presenza di due
semicolonne agli angoli della parete
di fondo sulla quale corre una fascia liscia aggettante.
Piccoli gruppi di tombe a camera si
collocano anche nella zona di Ponte
del Ponte. Di particolare rilievo
sono la Tomba delle maschere
in cui possiamo ammirare nella camera funeraria protomi di sileno ai lati del capitello
della colonna centrale, e la Tomba del
capo caratterizzata da un vano di facciata
con due colonne doriche e la finta porta
scolpita sulla parete di fondo.
In questo sito, e più precisamente lungo la
riva sinistra del rio della Tenuta, vi è la
grotta del Vannaro che ci ha restituito
strati del Neolitico medio e dell’età del
Bronzo. Essa si aggiunge ad altre grotte naturali denominate Cavernette Falische,
individuate da Ugo Rellini lungo il rio Fratta, di
particolare importanza
per la storia della città,
in quanto attestano una
frequentazione del sito
già in epoca preistorica.
Itinerari suggestivi tra
storia e natura in un’atmosfera antica e lontana, Corchiano è da
considerarsi una delle
mete ideali dell’agro falisco per gli appassionati di storia e antichità.
Campo de’ fiori
41
Novello Pastorelli
Artista del legno
A
volte succede che si scopre di saper
fare qualcosa di straordinariamente
bello, per puro caso.
E questo è proprio ciò che è avvenuto a Novello Pastorelli, ex vigile del fuoco, che dopo
aver passato gran parte della sua vita a
correre in soccorso degli altri, si ritira in
pensione e scopre di saper dare una forma
ed un’anima ad un semplice pezzo di legno
che si trova così, quasi per gioco, ad intagliare. Era il 1995 e da venti anni a questa
parte la sua arte di scultore si è notevolmente affinata, permettendo a Novello di
realizzare opere di ammirevole fattezza:
Crocifissioni, Madonne, leggii, tavoli, lampade, o sopramobili come tartarughe, funghi, volti… Ma, tra tutti i suoi numerosi
lavori, il pezzo forte è senz’altro lo splendido
presepe che conta oggi oltre cento personaggi, l’uno diverso dall’altro, e che si arricchisce poco a poco di altre nuove identità.
Tutto ebbe inizio dall’idea di realizzare un
piccolo presepe in legno da posizionare,
ogni anno, in un angolo di casa sua. Se non
che, la passione di continuare a scolpire un
pastore dietro l’altro diventa irrefrenabile e
il presepe ha bisogno di uno spazio sempre
più grande per poter essere allestito e di essere ammirato da molte più persone. Inizialmente Novello decide di esporlo in un
suo locale al centro storico di Civita Castellana, successivamente presso la Proloco e
nelle varie parrocchie della cittadina, fino a
che per due anni consecutivi, nel 2009 e
2010, viene chiamato ad esporre il suo capolavoro all’interno del Centro Commerciale
Tuscia di Viterbo, il cui ricavato delle offerte
dei visitatori è stato donato all’associazione
Lo splendido
presepe di statue
di legno
interamente
realizzate da
Pastorelli, con oltre
100 personaggi
ADMO della cittadina.
Novello ha dimostrato
poi ancora la sua generosità con la donazione di una sua
scultura al
Centro
socio-educativo Rosa
Merlini Frezza di Civita
Castellana, che ospita i ragazzi disabili della
zona. Da qualche anno a questa parte è il
Centro Commerciale Piazza Marcantoni di
Civita Castellana ad ospitare la pregevole
opera, che ogni giorno ha la possibilità di
essere ammirata da moltissime persone le
quali, unanimemente, esprimo la propria
ammirazione all’artefice di questo capolavoro.
Si potrebbero passare intere ore a scrutare
ogni singola scultura per poterne cogliere i
minimi dettagli che ne fanno la differenza.
Tanti e diversi sono i legni utilizzati da Novello: olivo, castagno, pero, magnolia, noce
che conferiscono diverse sfumature di colore all’intero lavoro e che Novello plasma
seguendo solo la sua immaginazione ed il
suo cuore.
Novello Pastorelli mentre intaglia
uno dei personaggi del suo presepe
I soggetti religiosi sono i suoi preferiti perché lui stesso ammette di avere un rapporto
molto personale con Dio. Non ama vendere
le sue opere poichè non riesce a dare loro
un valore in denaro. Questo dimostra il vero
spirito che muove lo scultore: la passione e
non certo il guadagno.
Novello ama ricordare un apprezzamento rivoltogli dal Prof. Crestoni, noto maestro
d’arte civitonico: “Novello tu hai la grande
dote: quella di non violentare il legno ma di
plasmarlo perché tutto ciò che potrebbe
sembrare in più nel blocco che stai lavorando non lo tagli, ma ne ricavi un altro elemento che impreziosisce la tua scultura”. E
questa è una delle sue caratteristiche: tutti
gli elementi extra, infatti, che costituiscono
il singolo lavoro non sono pezzi aggiunti ma
ricavati dallo stesso blocco.
Molto bello è anche un giudizio universale
realizzato su edera, che personalmente mi
ricorda molto la scultura nella sala Nervi in
Vaticano.
In questo Natale 2015 che sta per avvicinarsi, allora, non può mancare una visita
presso la mostra di Novello Pastorelli.
Ermelinda Benedetti
42
Campo de’ fiori
S P E C
I A
L E
T E A
GENNARO CANNAVACCIUOLO in “VOLARE”
G
Omaggio a Domenico Modugno sul palco del teatro di Carbognano
ennaro Cannavacciuolo scopre il
teatro all’ età di 8 anni in una recita scolastica nei panni di “Pinocchio”. Segue poi corsi teatrali
parallelamente agli studi fino all’
età di 18 anni.
Dopo il diploma viene notato da EDUARDO
DE FILIPPO che, nonostante il parere contrario dei genitori, lo inserisce nella sua compagnia. Saranno quattro anni fondamentali
per la sua formazione artistica, anche perchè
incontra una delle più grandi attrici del teatro
Italiano PUPELLA MAGGIO, di cui diventerà
grande amico e con cui dividerà la
scena. Dopo la morte di Eduardo, Gennaro
Cannavacciuolo trascorre un breve periodo
con LUCA DE FILIPPO.
Dal 1987 in poi le sue scelte artistiche saranno sempre più impegnative, portandolo
ad interpretare ruoli ed a partecipare a spettacoli che hanno fatto la storia come:
“CABARET” di cui è stato il primo interprete
in Italia, a “CONCHA BONITA” con musiche
di NICOLA PIOVANI, alle “NOTTI DI CABIRIA”, al “BACIO DELLA DONNA RAGNO” a
“CARMELA E PAOLINO”, a “QUESTA SERA
AMLETO”, per citarne solo alcuni. Per il Teatro Verdi di Trieste nel 1993 è il Maestro delle
cerimonie in “CABARET” con la Compagnia
della Rancia. Dal 1996 è chiamato ad interpretare il ruolo del brillante in varie operette.
In modo continuativo per il Teatro lirico Giuseppe Verdi di Trieste nel 1996 è Chic in
“SCUGNIZZA”, nel 1997 il Conte Boni Cancianu in “LA PRINCIPESSA DELLA CZARDA”
con Paola Tedesco e la regia di Gino Landi.
Nel 1998 Petit - Gris in “CIN CI LA”, nel 1999
Herman in “ROSE MARIE” di Rudolf Friml con
Alessandro Safina, nel 2000 il Barone Koloman Zsupan in “GRAFIN MARIZA” (La contessa Mariza) di Emmerich Kalman e nel
2012 Njegus ne “LA VEDOVA ALLEGRA”
(Operetta), ma anche il politeama di Prato,
Il Verdi di Salerno, sotto l’ egida del Teatro
San Carlo di Napoli, per il Teatro Verdi di
Pisa, il Carlo Felice di Genova ed il San Carlo
I
di Napoli. Le sue interpreUna persona molto
tazioni riscuotono grandi
semplice sempre dispoconsensi tant’ è che nel
nibile e con un grande
2002 gli viene assegnato il
cuore.
C’è qualcuno che
premio Trieste Operette.
deve ringraziare per
Nel 2014 è Njegus ne “La
aver creduto in lei?
vedova Allegra” al Teatro
Vede io sono nato a
Verdi di Salerno diretto da
Pozzuoli da una famiDaniel Oren con Florenza
Gennaro Cannavacciuolo e Sergio Piano
glia molto povera e
Cedolin e Alessandro Sanumerosa (nda papà pescatore e mamma
fina, protagonista di una puntata di “Prima
casalinga), direi che fondamentali nella mia
della Prima” (Trasmissione di Rai 3). Partecarriera sono stati gli incontri con Eduardo
cipa inoltre a numerose trasmissioni televiDe Filippo, Pupella Maggio e Domenico Mosive, nonchè a fiction e film, sia per il cinema
dugno che sono quelli che praticamente mi
che per la televisione.
hanno insegnato tutto e che non smetterò
Ha lavorato con: Giuseppe Patroni Griffi,
mai di ringraziare.
Gina Lollobrigida, Francesca Dellera, Pippo
Perchè ha scelto di portare in scena
Baudo, Paolo Limiti, Mireille Mathieu, Marisa
proprio Domenico Modugno?
Laurito, Nicola Piovani, Alfredo Arias, Gianni
Prima cosa per quello che le ho detto sopra,
Morandi, Saverio Marconi.
e poi perchè io sono cresciuto e mi sono forDal 2015 si concentra maggiormente sui suoi
mato praticamente con le sue canzoni.
recital, da lui scritti e diretti, definiti “Veri
Come le è sembrata la risposta del pubConcentrati d’ Arte” o “Autentici Gioielli” dalla
blico, visto che questo è un piccolo
critica e molto apprezzati dal pubblico: uno
Teatro di provincia?
tra tutti è “VOLARE” (omaggio a Domenico
Devo dire che ho trovato un pubblico molto
Modugno) che ha superato le 400 repliche in
attento, con il quale si è instaurato subito un
cinque anni.
ottimo rapporto che ha seguito lo spettacolo,
Per i critici più esigenti Gennaro Cannavacha partecipato e che ha cantato con me
ciuolo è sinonimo di talento, classe, di ecletquasi tutte le canzoni, non risparmiandosi
tismo e di fantasia insuperabili, uno degli
calorosissimi applausi. Pertanto colgo l’ ocultimi eredi della grande scuola teatrale lecasione per ringraziare tutti.
gata ad “EDUARDO DE FILIPPO”, che lo rendono capace di affrontare il Comico, il
Chiudo questa breve intervista ringraziando
Tragico, la Rivista, il Cabaret con uno stile inGennaro Cannavacciuolo per la sua genticonfondibile.
lezza e per la sua disponibilità, invito inoltre
Naturalmente la sua carriera è costellata da
tutti quelli che ancora non lo hanno fatto ad
premi e riconoscimenti, tra i tanti cito solo il
andare a vedere i suoi spettacoli, perchè
Premio E.T.I. Olimpici del teatro vinto nel
oltre a divertirvi scoprirete (a mio modesto
2005 per “CONCHA BONITA” e nel 2009
parere) uno dei più grandi attori del Teatro
come attore non protagonista.
Italiano, un vero istrione, un attore veraL’ ho incontrato presso il Teatro Bianconi
mente completo che sa trasmettere grandi
Rosa di Carbognano dopo il suo spettacolo
emozioni, passando con la sua mimica, in un
“VOLARE” omaggio a Domenico Modugno.
istante, da una situazione comica ad una tragica, cosa che solo i grandi attori sanno fare.
Che persona è Gennaro CannavacSergio Piano
ciuolo?
LE ORIGINI DEL TEATRO BIANCONI DI CARBOGNANO
l sito dove sorge oggi il locale, prima della
seconda guerra mondiale, era un’ area
sfruttata come recinto per polli e deposito
di legname. Nel 1942 con la scelta di Carbognano quale sede del Comando Supremo
delle Forze Armate Italiane si progettò e realizzò la strada per Fabrica di Roma. Questo
lavoro richiese un enorme riporto di terra per
innalzare il livello della costruenda strada, il
terriccio necessario fu estratto appunto dall’
area sopraddetta. Cosi fu spianata tutta la superfice disponibile, spiombata la parete retrostante e innalzato un grande muraglione. Nel
dopoguerra, l’ area fu acquistata da Mario Liberati: artista affermato soprattutto nei circoli
della Capitale, una volta raggiunto il suc-
cesso,volle, in segno di riconoscenza verso il
suo paese natio, costruire una sala Cine Teatrale. Furono subito costruite le fondazioni
ed eretti i muri laterali; poi i lavori vennero
sospesi per qualche anno. In questo periodo
l’ area delimitata del costruendo locale,venne
utilizzata dall’ Associazione Combattenti e Reduci quale pista da ballo. Fu la prima pista da
ballo del dopoguerra esistente nella zona e
per questo ebbe un grande successo richiamando giovani dai paesi limitrofi. Dopo questa parentesi, i lavori furono ripresi e portati
a termine senza risparmio di materiale e di
creatività, con soluzioni per quei tempi particolarmente innovative, come l’ avveniristico
e attrezzato servizio bar e la cabina a proie-
zione invertita, che caso più unico che raro,
fu posta sul retro del palcoscenico. Il locale
fu chiamato Cinema Teatro Capriccio appunto
per richiamare i motivi della sua realizzazione, avvenuta per puro capriccio del proprietario. All’ inaugurazione intervenne la
compagnia di Checco Durante, una delle più
note compagnie teatrali romane dell’ epoca.
Per alcuni anni un numeroso pubblico popolò
la sala cinematografica, attirato dalla proiezione dei migliori film dell’ epoca e dei migliori avanspettacoli della vicina Roma. Nell’
area residua adiacente al locale, venne realizzata una pista da ballo all’ aperto che ebbe
un enorme successo, il sabato sera e la domenica pomeriggio era sempre colma di
Campo de’ fiori
T R
O
B
I A
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C
43
O N
I
NICOLA PISTOIA presenta “FLEBOSKY”
P
Storie di ordinaria corsia al piccolo teatro nel cuore della Tuscia
Perchè ha deciso di portare in scena
proprio “Flebowsky”?
La decisione è stata del regista Gigi Piola,
che mi ha proposto di portare in scena que-
sto spettacolo ed io ho accettato molto volentieri.
Quando si parla di ospedali, si parla
quasi sempre di dolore. E’ veramente
convinto che il sorriso e la volontà dei
pazienti sia il viatico verso la guarigione?
Certamente, ne sono convintissimo, anche
se va coadiuvata da medici capaci.
Dopo “Flebowsky” quali progetti ha Nicola Pistoia
Sto lavorando ad un nuovo film e ad un
nuovo spettacolo che porterò in giro per i
teatri da Marzo prossimo di cui curerò anche
la regia.
Che cosa farà quando smetterà di fare
l’ attore?
Come prima cosa mi piacerebbe recitare in
un Musical con mia figlia che è un’ ottima
cantante, poi vorrei aprire una scuola di recitazione. Insegnare ai giovani a fare Teatro.
Ringrazio a nome di tutti i lettori di “Campo
de Fiori” Nicola Pistoia per la sua disponibilità
e per la sua gentilezza.
Mi congedo da Lui con l’ augurio di rivederci
molto, molto presto e invito tutti quelli che
non l’ hanno ancora fatto ad andare a vedere
questa divertente commedia.
Andate a Teatro. Fate vivere il Teatro.
Sergio Piano
gente e di giovani che, dimenticate le paure della
guerra, riprendevano ad
assaporare il gusto del divertimento. Dopo un fulgido inizio, durante la quale
il Teatro divenne il principale polo di attrazione di
tutta la provincia di Viterbo; con l’ avvento della
Televisione, iniziò il decadimento che, come per tante
altre sale Cinematografiche
del paese, portò, dopo diverse fallimentari
gestioni alla chiusura definitiva.
Grazie al lascito di una ricca signora del
posto, Rosa Bianconi, la parrocchia acquistò
il locale per usarlo come luogo di ritrovo per
i giovani ma con
scarsi
risultati
sino al 1978
quando, per iniziativa di alcuni
ragazzi con la
passione del Teatro, nacque il
Gruppo
Giad
Teatro che iniziò
ad utilizzare il
Teatro per i suoi
spettacoli. Tale
attività riportò agli antichi splendori il locale
ma non riuscì ad evitarne il degrado dovuto
alla mancanza di manutenzione e all’ irrigidimento delle norme di sicurezza. Il Teatro fu
chiuso nel 1995 ma l’ impegno dei giovani
convinse l’ Amministrazione Bianconi ad impegnare ancora notevoli capitali per importanti lavori di restauro e dopo tre anni fu
nuovamente riaperto al pubblico nel suo
aspetto attuale nel 2002. Da allora ospita una
stabile stagione teatrale che, anno dopo
anno, ha conosciuto un continuo progresso
di pubblico e di qualità artistica degli spettacoli fino a diventare di nuovo uno dei principali poli culturali ed artistici di riferimento di
tutto l’ Alto Lazio. Il restauro ha restituito al
paese e a tutta la provincia un locale che ha
rappresentato per intere generazioni il fulcro
di ogni attività culturale e ricreativa, ed oggi
i pronipoti di coloro che in quel luogo ballarono, risero o si commossero, vivono ancora,
a decine di anni di distanza, le loro stesse
emozioni.
rana, Piccoli Equivoci di Ricky Tognazzi, Safari di Roger Vadim.
Ha inoltre recitato in molte Fiction e serie Televisive come L’ Ispettore Sarti, I Ragazzi del
muretto, Morte di una strega e I Segreti di
Borgo Larici.
Attualmente sta portando in scena la commedia “Flebowsky” .
Flebowsky è uno spettacolo dove gli ospedali
sono visti dalla parte del pigiama, cioè del
paziente che racconta di reparti e corsie, di
persone e malattie.
Tratto dal libro “Storie di ordinaria corsia” di
Fabrizio Blini, racconta dell’ ospedale che diventa teatro dove il tragico ed il comico vengono esaltati come in nessun altro luogo.
E’ uno spettacolo divertente dove il principio
attivo è l’ umorismo.
Con questo spirito racconta di pigiami, di camici bianchi e di reparti.
Vuole essere un farmaco preventivo per
saper affrontare, (dovesse capitare), l’ esperienza di un ricovero.
Il Grande Flebowsky è un manuale di degenza ospedaliera, scritto da un vero paziente che ha deciso di ridere delle proprie
malattie con l’ obbiettivo di ristabilire un sano
rapporto tra malati, medici e ospedali, con la
certezza che la prima medicina necessaria in
un ospedale è la buona volontà delle persone.
Una terapia del sorriso, perchè non è vero
che una risata ci seppellirà, una risata ci dimetterà.
E’ uno spettacolo assolutamente da vedere,
due ore di sane risate, con un Nicola Pistoia,
assolutamente superbo, coadiuvato dalla
bravura di Ketty Roselli e Armando Puccio e
dalla sapiente regia di Gigi Piola.
Dopo lo spettacolo Nicola Pistoia ci ha concesso questa breve intervista.
Franco Sassara per media & sipario
rosegue presso il Teatro Bianconi di
Carbognano la stagione teatrale
2015/2016 con la commedia. “FLEBOWSKY” (Storie di ordinaria corsia), con Nicola Pistoia, Ketty
Roselli e Armando Puccio per la regia di Gigi
Piola.
Prima di entrare nel vivo dello spettacolo, voglio presentarvi con alcune sue note biografiche il protagonista, appunto Nicola Pistoia.
Nicola Pistoia, Attore e Regista Italiano, ha
iniziato la sua carriera alla fine degli anni 70
con i film - commedia all’ Italiana.
Nel 1987 partecipa al giallo per bambini
“Operazione Pappagallo” opera prima del regista Marco di Tillo con Piero Chiambretti e
Claudio delle Fratte. Nel cast ci sono anche
Siusy Blady, Leo Gullotta, Tiberio Murgia e
Didi Perego. Ha poi recitato in “Quattro bravi
ragazzi” con Michele Placido, Tony Sperandeo e Giancarlo Dettori, in “Caro Maestro”
con Marco Columbro e Elena Sofia Ricci, in
“Finalmente soli” e “ Finalmente Natale” con
Gerry Scotti e Maria Amelia Monti.
Ha partecipato inoltre alla miniserie televisiva
“Giovanni Paolo II”. Nel 2001 ha recitato e
diretto, “Stregati dalla Luna” con Pino Ammendola e Maurizio Casagrande.
Nel 2004 e stato nel cast del film “In questo
mondo di ladri” diretto da Carlo Vanzina.
Nel 2009 ha partecipato al corto “Le notti
bianche” (o come quando il colore perse ogni
significato) scritto e diretto da Cristian Patanè.
Nel 2010 è stato protagonista del cortometraggio “La ferma Instabilità” scritto, diretto
e interpretato da Giada Arena.
In teatro è stato uno dei protagonisti di “Uomini sull’ orlo di una crisi di nervi” del 1993
e dal 2010 di “Ben Hur” una storia di ordinaria periferia di cui ha curato anche la regia.
Nella sua lunghissima carriera di attore ha
partecipato a tantissimi film. Ne cito solo alcuni: Delitto in formula uno di Bruno Corbucci, Chi c’ è c’ è di Piero Natoli, Aurelia di
Giorgio Molteni, Orlando sei di Dante Majo-
Campo de’ fiori
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LA REDAZIONE DI CAMPO DE FIORI SI ASSOCIA A TUTTI GLI AUGURI!!!
Gabrielli Antonio e Vittori Liliana, insieme ai nipoti e alla famiglia, festeggiano le nozze di platino....Auguri,
Auguri Auguri!!!
Tantissimi auguri a
Emmanuel Anzellini
che il 1° Dicembre
compie 9 anni, dai
nonni Vincenzo e Elsa,
gli zii Fabrizio, Alessia, Irene e Rosario
Tanti
auguri a
Benedetta
Generali
che il 14
Agosto ha
compiuto
3 anni, dal
fratello Francesco, il papà
Complimenti ad Elisa
Enrico, la mamma Paola, la
Spiga che il giorno marnonna Antonella, gli zii ed i
tedi 27 Ottobre 2015 si é
cugini Fede, Leo, Totto,
laureata con il punteggio
Titti, Teto e Peppe.
di 110 e lode...i sacrifici di
Auguri “Bellapilla”!
questi anni sono stati ripagati nel miglior
modo...Congratulazioni
Dottoressa!!!!! da Danilo,
Roberta & Ferrero.
Tanti auguri a
Francesco Generali
che il 9 Ottobre ha
compiuto 8 anni,
dalla sorellina Benedetta, il papà Enrico,
la mamma Paola, la
nonna Antonella, gli
zii ed i cugini.
Auguri campioncino!!!
Tanti auguri a Niccolò
Costantini che il 26
ottobre ha compito i
suoi piccoli 8 anni!!! Da
parte del fratellino
Mirko, delle zie, dei
nonni, della mamma ed
il papà.
Un augurio speciale
al piccolo Tommaso
Ricci che ha ricevuto il Santo Battesimo circondato
dall’ amore di tutta
la sua famiglia! Un
grandissimo bacio.
Ti vogliamo Bene piccolo angelo!!”
La paura fa 90 ma la signora
Fermina non ha paura dei suoi
90 anni!!! Tanti auguri....
Benvenuto Lorenzino,
tanto piccolo e carino.
Eri ciò che aspettavamo,
Tanti auguri di buon come che tutti desideravamo.
pleanno a Samuele Papini
Così tu ci hai ricambiato
che il 15 Novembre compie 6 anni ed a Simone ed il 25 Ottobre sei arrivato!
Papini che il 30 Novem- Auguri ai genitori, ai nonni ed
bre compie 10 anni, dai a tutti i parenti da zio Sergio!
genitori Romina e Roberto, dai nonni, gli zii e
le zie e dai cuginetti!
A Roma il 25 novembre
2000 nascevano i gemelli:
Dennis Raul, Ana Gabriel,
Camilla e Charlotte. I genitori e i parenti fanno
loro un mondo di auguri!
Campo de’ fiori
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Ad Ermanno e Doriana:
Nonostante la vita vi ha messo davanti al vostro cammino tante difficoltà avete raggiunto un bellissimo traguardo: 25 anni di
matrimonio! Vi auguriamo che il vostro amore
continui negli anni, così come il primo giorno.
Auguri a Doriana anche per il suo compleanno
da Anna, Cristina, Andrea e Giancarlo.
L’argento l’avete raggiunto in un modo meraviglioso, adesso via
così verso l’oro. Il mio augurio è che lo raggiungiate altrettanto
meravigliosamente. Auguri da vostra figlia Erika!
Tantissimi auguri di
buon compleanno a
Abdelhadi Bouti che il
25 Novembre compie 38
anni, da tutta la sua famiglia e dagli amici!
Congratulazioni alla
neodottoressa Vanessa
Vizzaccaro che si è laureta
in Ingegneria gestinale, dalla
mamma, il papà, la nonna, gli
zii e tutti i cugini!!!
Tantissimi auguri al piccolo
Emanuele Dusi che il 10 Dicembre compie 2 anni da
mamma Marina, dai nonni,
dagli zii e da papà Mattia che
ti guarderà crescere da lassù.
Nel cuore
Augusto Anselmi
15.10.1986
Mauro Anselmi
01.11.2006
Alba Iannoni
30.10.2013
Un ricordo speciale ai miei cari che, seppur in anni diversi, per una strana coincidenza
sono volati in cielo tutti nello stesso periodo dell’anno.
Nonostante sia rimasto solo, so che così non è perchè vi sento sempre al mio fianco.
Sandro Anselmi
Un caro pensiero a te mamma, che già da un
anno non sei più tra noi.
Ci manchi tanto e la tua mancanza si fa
inevitabilmente sentire. Continua a vegliarci
dallalto e assisti sempre i nostri figli Vanessa,
Cecilia e Federico.
Roberta e Rossella
Flora Iaffei
15.11.2014
Campo de’ fiori
46
FABRICA DI ROMA (VT).
Ne abbiamo 3 di gattini
piccoli così (3 mesi circa),
uno tutto nero con occhi
verdi, una tigrata con
sguardo ammaliante e que
sto scricciolo che vedete in
foto, maschio...Ricordatevi
che sono gli ultimi delle co
vate di quest’estate. Da
oggi in poi e fino a feb
braio: solo ADULTI! Tel. 3335375465
Taglia media contenuta, ha
circa dieci anni, vissuti sempre alla catena, nascosta da
tutto e da tutti. viveva in un
fusto di lamiera. il cibo le veniva tirato. mai una carezza.
Non va daccordo con femmine ma con i maschi si. E
buonissima. Chiede solo
amore per quel che le resta da vivere. Già sterilizzata. E anche un po sorda ma chi non lo è a
77 anni!!!! E giocherellona, vivace e veloce....Diamole una casa, un cuscino morbido per i suoi ultimi giorni...Una mano sul cuore.
3387736902
Maschietto castrato di
circa un anno ,di taglia
medio piccola (circa 15
kg). SALVATO DA
MALTRATTAMENTO.
Va d accordissimo con
tutti i cani,molto buono
e affettuoso.Vaccinato,
sverminato e microchippato.Se pensate ad un
compagno di vita, guarLui è Jimmy, un cagnolino
datelo bene... Non vuole
di 8 mesi, futura taglia pic
rimanere da solo, scapperebbe, ha già sofcola /media. È un gioche
ferto troppo di solitudine.
rellone e coccolone, ma
3335375465
Lei è la bella Carmen , se
gugia di circa un anno ,
ultima arrivata in canile ,
segni particolari : bellis
sima dolcissima ubbi
diente e calma , taglia
media. per un adozione
speciale siamo a Civita
Castellana
3387357799 . Grazie.
per motivi di salute dei
padroni non può più rima
nere con loro!
Cerchiamo di trovare una
nuova famiglia che lo coc
coli e se ne possa prender
cura. Tel. 333.2190319
Regalo cuccioli
di meticcio di 3 mesi.
Sono alla zona
industriale
di Corchiano (VT).
Tel. 338.3949851
TANTISSIMI ANIMALI VIVONO IN CANILE ED ASPETTANO UNA CASA. NON COMPRARE ANIMALI! DAI UNOCCASIONE DI VITA MIGLIORE A QUESTI POVERI
ANIMALI CHE SONO IN GALERA SENZA AVER FATTO NULLA DI MALE!
Campo de’ fiori
L’angolo del poeta
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L
AFORISMA
di Montanarini
Nel dipingere non saprai nulla di quanto fai
prima di dipingere; non saprai nulla dopo aver
dipinto ma saprai tutto solamente mentre
dipingi.
Ho scritto questa poesia per la passione
che ho per il gioco delle bocce.
Ho voluto provare a mettere in parole
quello che si prova in una partita
o in un allenamento.
Il gioco delle bocce è un gioco
del popolo da sempre.
“FOTO SEGNALETICA”
Le bocce
Ariecchime qua, dentro sto campo
fatto de tavole e sabbia
e lungo come na bestemmia.
Le bocce stanno lì per terra,
ne pio una, laccarezzo come un gattino
e je dico: namo vie co me
che te faccio bacià er pallino.
La tiro, eccola là sur pallino.
Co nantra meno liscio,
me ncavolo, rimeno,
ce cojo, me sento er re der monno!
Amico mio, aricordite...
quanno morirò... dentro la bara...
quattro bocce e n pallino.
Gianni Del Signore
Vi proponiamo questa foto... Dove volete andare?
Potete tranquillamente scegliere la metà vista che non
è più legibile alcuna indicazione!
A titolo informativo, vi diciamo comunque che ci
troviamo allingresso della cittadina di Nepi,
precisamente al bio con la strada che porta a Sutri.
Buon viaggio...
‘O Gnocco Lercio
Ingredienti :
- Spaghetti;
- Noci sgusciate e ridotte in granella q.b;
- Cioccolato fondente in scaglie q.b;
- Rum q.b;
- Zucchero q.b;
- Cannella q.b.
Si serve con: Rum speziato.
Procedimento:
Si lessano gli spaghetti in acqua salata, o anche dell’altra pasta a piacere, l’importante è che non sia all’uovo e si condisce poi, appena
scolata, con una bella spolverata di noci tritate, cioccolato fondente, zucchero, cannella e Rum, si mescola il tutto e si ripone in uno
stampo e si lascia raffreddare per un po’. Trascorso il tempo per il raffreddamento della pasta, si toglie dallo stampo ‘o gnocco lercio
che verrà servito tagliato a fette.
Consiglio Pratico
Pasta e riso incollati durante la cottura?
Non più se si aggiungerà un cucchiaio di olio di oliva all’acqua.
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Campo de’ fiori
NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NE
A.N.P.A.S. DI FABRICA DI ROMA IN POLONIA PER FESTEGGIARE
I COLLEGHI DELL’I.P.A.
Continuano gli scambi interculturali che da alcuni anni caratterizzano l’attività
della Sezione A.N.P.S. (Associazione Nazionale Polizia di Stato) di Fabrica di
Roma.
Una delegazione dell’associazione, composta dal Presidente Mariano Mariani,
dal Segretario Massimo Ricci e dal socio in servizio presso la Questura di
Roma Egisto Feliziani, accompagnata per l’occasione dal parroco della stessa
cittadina della tuscia Don Terzilio Paoletti -Don Chicco-, su invito dei colleghi
dell’I.P.A. (International Police Association) Krapkowice ed insieme agli amici
croati dell’I.P.A. Istra, dal 23 al 25 ottobre scorso, nel sud-ovest della Polonia,
hanno partecipato ai festeggiamenti per il ventennale della fondazione del
Gruppo Regionale I.P.A. di Opole.
Il meeting si è svolto nella stessa città di Opole e
nel vicino villaggio di Grodziec; hanno partecipato
13 delegazioni di polizie provenienti, oltre che dall'Italia e dalla Croazia, anche dalla Germania, dalla
Svizzera, dall'Ucraina, dalla Repubblica Ceca, dalla
Romania, dalla Slovenia e dall'Ungheria.
All'interno dello scambio culturale sono stati visitati
i luoghi simbolo di quella parte della Repubblica di
Polonia: il santuario di Czstochowa, la cattedrale
di Nysa, il campo di concentramento di Auschwitz,
nonché la basilica Eufrasiana, simbolo della città
istriana di Parenzo.
Campo Rugby “C. Angeletti” di Civita Castellana: inaugurate le nuove tribune
Erano iniziati a marzo del 2014 i lavori commissionati dal Comune di Civita Castellana per
dotare il campo da rugby di tribune per ospitare fino a 350 spettatori. I lavori sono oggi
conclusi e le tribune sono state inaugurate ufficialmente sabato 31 ottobre alle 16.00 alla
presenza del sindaco di Civita Castellana Gianluca Angelelli, del delegato provinciale del
Coni Alessandro Pica, del presidente Fir Antonio Luisi, del segretario federale Fir Claudio
Peruzza, degli assessori Sergio Annesi e Tonino Zezza insieme a diversi consiglieri comunali.
Presenti anche diverse società sportive tra cui Atletica Alto Lazio, CT Davis ’76 e Basket Civita Castellana. Alla cerimonia hanno assistito in centinaia di appassionati di rugby e sportivi.
“Quello di oggi – ha spiegato il sindaco – è un bel passo in avanti per lo sport civitonico.
Il rugby a Civita ha una tradizione gloriosa, con questa nuova struttura potrà crescere ancora avvicinando tanti nuovi ragazzi. Lo sport è un bisogno primario dei cittadini, soprattutto dei più giovani e l’intento dell’amministrazione è quello di farlo crescere con l’aiuto
insostituibile delle tantissime associazioni della nostra città. Il prossimo passo sarà la piscina comunale. I soldi sono stati stanziati tutti,
ora dovremo fare gli appalti e poi i lavori: con un nuovo progetto ambizioso, sistemazione dell’esistente e nuova vasca all’aperto. Sul
triennale di quest’anno, che delibereremo la settimana prossima, invece, decideremo di dotare di erba sintetica almeno un campo da
calcio. Infine un sogno: la pista d’atletica”
La tribuna realizzata dall’Amministrazione comunale di Civita Castellana potrà ospitare fino a 350 spettatori e sarà fruibile non appena
sarà dichiarata tale dalla commissione locale di pubblico spettacolo. Al di sotto della tribuna, nella struttura al piano terra sono stati realizzati gli spogliatoi e i servizi igienici per il pubblico, oltre ad altri locali.
PIETRO SARANDREA AL NEW GREEN HILL di Roma
Nella prestigiosa sala conferenze del ‘’ NEW GREEN HILL’’ a
Roma, il giorno 24 ottobre si è svolta una manifestazione culturale presieduta dal Prof. Cosmo Sallustio Salvemini, dove
ha presentato il suo ultimo libro dal titolo ‘’CANAGLIE E GALANTUOMINI’’. Pietro Sarandrea è stato ospite in qualità d’
artista pittore; in questa occasione ha proposto delle interessanti creazioni pittoriche su tessuti (cravatte, cinte, borsette
ecc..) e anche due lampade dipinte che hanno creato un’ atmosfera particolare.
Il Maestro ha esposto anche due opere su tela che appartengono ha diversi momenti stilistici. Il primo,di action-painting
datato 2014, lavorato su una tela triangolare, costruita a sua volta da due triangoli rettangoli, una sezione aurea e un triangolo isoscele.
Il secondo, datato 2015, di misure 50 x 81 cm ( sezione aurea ), riprende lo stile astratto degli anni 80; spiega al pubblico le differenze
creative con riferimenti pitagorici sulla sua composizione geometrica.
L’ artista Pietro Sarandrea ci sorprende sempre per la sua poliedricità creativa, arriva a emozionare anche con performance di pittura telepatica e anche con realizzazioni geniali come i termo quadri.
Paola Lamonica
Campo de’ fiori
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EWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NEWS NE
CORCHIANO “SOTTO LE STELLE” PER RICORDA GABRIELLA FERRI
Era doveroso, per Corchiano ricordare una grande artista come Gabriella Ferri, che qui,
nel piccolo paese della Tuscia, decise di trascorrere gli ultimi anni della sua vita. È così
che l’amministrazione comunale, in collaborazione con l’associazione “Arnies Maria
Chiara Segato Onlus”, a undici anni dalla scomparsa della cantante romana, avvenuta
il 3 Aprile 2004, all’età di 62 anni, ha voluto intitolarle uno spazio adiacente al Teatro
Fescennino ed al Parco Naturale delle Forre. L’area da decenni abbandonata, può contenere oggi circa 650 persone ed è nata per ospitare appuntamenti artistici, culturali,
di solidarietà. L’inaugurazione ha avuto luogo il 23 ed il 24 Ottobre, inserita all’interno
della ormai consueta manifestazione “Sotto le stelle” organizzata dall’Arnies, da sempre
impegnata a promuove la solidarietà, l’integrazione e il dialogo, in modo particolare con
la Maison de vie di Kinshasa, Repubblica Democratica del Congo. Anche padre Celestino, arrivato dalla Svizzera, che ha fortemente voluto questa casa, ha partecipato
alla due giorni ricca di eventi.
Non poteva mancare Seva Borzak junior, figlio di Gabriella, il quale racconta: “Corchiano è stato una nuova patria per mamma quando Roma non era più come lei amava.
Qui ha trovato persone che la ispiravano, una nuova dimensione. La prima volta sono
rimasto meravigliato perché era così isolato e diverso da Roma. Lei è ancora qui. Oggi
sono sorpreso in modo positivo perché il posto è molto cambiato. Questa famiglia che
l’ha accolta oggi la ricorda. Quando mi parlava di Corchiano mi parlava della sua pace.
Si alzava tardi, come tutti gli artisti. Qui ha iniziato ad alzarsi presto, con il canto degli
uccelli e il sole sulla rupe. Le piaceva tanto”. Raffaela Siniscalchi, cantante che più
volte si è esibita con il maestro Nicola Piovani, ha interpretato le canzoni di Gabriella
Ferri e ha raccontato anche lei il suo amore per Corchiano. La serata è continuata con il duo musicale Edo & Costy che ha allietato la
cena a base di prodotti tipici.
Sabato 24 ottobre altra giornata piena, con la presentazione dei libri “Un minuto oltre il futuro”, scritto a quattro mani da Carlo Bollo e
Luigino Lorenzoni, e “Tesla-Lo scienziato contro” di Edoardo Segato, presentati dalla giornalista Vanessa Quinto. Poi ancora la voce di
Raffaela Siniscalchi, accompagnata da Massimo Antonietti alla chitarra per interpretare una volta ancora le canzoni di Gabriella
Ferri e dell’antica tradizione romana.
L’Arnies è pienamente soddisfatta del risultato dell’evento, dedicato
anche alla memoria di Maria Chiara Segato, scomparsa prematuramente,
a cui è stata intitolata per l’appunto l’associazione, che aveva dedicato
moltissime sue energie ai progetti di solidarietà ed alle buone pratiche
locali, alla base di un comportamento umano e sociale volto al rispetto
dell’ambiente e dell’altro. Chiara è stata un bell’esempio per tutti e ci auguriamo che molti altri giovani possano seguire le sue orme, continuando
a portare avanti i progetti dell’associazione ben disposta ad accogliere
nuove leve, come tiene a sottolineare l’attuale presidente Arnies, Geltrude Profili.
Ermelinda Benedetti
IL JUDO PROTAGONISTA A FABRICA DI ROMA
Come ormai da più di un decennio anche quest’anno Fabrica di Roma si propone
nel gotha del mondo sportivo provinciale per la disciplina del Judo. Si terrà nella
cittadina cimina la undicesima edizione del torneo regionale di Judo “ Terra Falisca” riservato alle categorie giovanili che si affacciano nel mondo delle competizioni di questo affascinante sport. Una manifestazione che negli anni è
cresciuta in maniera esponenziale, portando sui tatami fabrichesi le migliori speranze della nostra regione. Gara che, grazie al patrocinio ed alla fattiva presenza
del M° Gennaro Maccaro massimo esponente del sett. Judo della FIJLKAM Lazio
ed alla perseveranza ed autorevolezza del M° Domenico Petti, responsabile provinciale, ha dato un appuntamento fisso e di rilievo a tutti i giovani che praticano
Judo. Alla importante manifestazione ha dato il suo patrocinio ed il suo appoggio logistico Il Comune di Fabrica di Roma, da sempre sensibile a queste
impegnative operazioni di promozione e diffusione dello sport, e quest’anno la piacevole novità del coinvolgimento attivo del Comitato
festeggiamenti S. Matteo e S. Giustino che presentano a tutti gli ospiti gradevole novità. In
particolare la possibilità di avere a disposizione prodotti tipici locali per effettuare una nuova
e promettente campagna di promozioni delle tipicità fabrichesi. Dunque tutto lo staff della Palestra Yama Bushi di Fabrica è già da diverso tempo in attività per dare agli atleti, agli accompagnatori ed ai tecnici, una efficiente immagine delle capacità organizzative che una occasione
simile richiede. A rispondere a questo importante sforzo di organizzazione, tutte le migliori
palestre della nostra regione, che porteranno sul banco di prova della palestra di Piazzale
Dante Alighieri le loro migliori speranze maschili e femminili per permettere loro di misurarsi
e di scambiare esperienza con i migliori atleti in circolazione. Domenica 15 Novembre quindi,
a partire dalle ore 9,00 le gare che si protrarranno no stop fino al pomeriggio, con una forte
presenza di atleti e di pubblico. L’accesso alla palestra è gratuito ed all’esterno gli intervenuti
D.P.
troveranno una cordiale accoglienza.
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Campo de’ fiori
AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
Fotografare la natura nella Riserva Naturale Lago di Vico
Sono aperte le iscrizioni al Corso di Fotografia Naturalistica teorico e pratico “Fotografare la Natura” che inizierà il prossimo 15 novembre, organizzato dall’Associazione Italiana Trekking Fotografico -AITF- Foto Trek in collaborazione con
la Riserva Naturale Regionale Lago di Vico.
Il corso si terrà con appuntamenti settimanali dal 15 novembre al 13 dicembre
2015 all’interno della Riserva Naturale con la docenza della fotografa professionista
Susy Toma. Gli allievi fotografi saranno seguiti per tutta la durata del percorso
formativo da fotografi e cameraman professionisti della Videoclick Production
(www.video-click.it), parteciperanno a lezioni teoriche di tecnica fotografica in aula
e ad escursioni nella Riserva Naturale Lago di Vico, guidati dal personale tecnico
della Riserva Naturale (biologi, ornitologi, guide escursionistiche e Guardiaparco).
Il corso è rivolto a tutti gli appassionati di fotografia e agli amanti della natura che
abbiano una fotocamera digitale di tipo reflex o mirrorless, dai 16 anni in su. Le
lezioni teoriche si terranno nella sede della Riserva Naturale Regionale Lago di Vico
in via Cassia Cimina Km 12- 01032 Caprarola (Vt), mentre la conclusione del
corso con la presentazione/esposizione dei lavori è prevista presso il LABTER della
Riserva Naturale, all’interno del Palazzo della Cultura di Caprarola.
L’attrezzatura necessaria per poter seguire il corso prevede, oltre alla fotocamera
e alle ottiche, un treppiedi e l’abbigliamento per camminare in montagna.
Per prenotare la propria partecipazione al corso è necessario inviare una mail a
[email protected], oppure a [email protected], Il costo totale del corso
“Fotografare la Natura” è di 60  per partecipante da versare secondo le modalità
indicate nella mail che sarà inviata a conferma della ricevuta prenotazione.
Per altre informazioni è possibile visitare il sito www.fototrek.it dove sono pubblicate
informazioni sulle attività fotografiche che l’Associazione Fototrek realizza in Italia
e in Europa con i propri fotografi docenti.
Renzo Arbore - La mostra.
Videos, radios, cianfrusaglies
“Lasciate ogni tristezza voi chentrate”
Roma, MACRO Testaccio - La Pelanda
19 dicembre 2015 – 3 aprile 2016
Nel 2015 ricorre il trentennale di Quelli della notte, una delle “invenzioni” di Renzo Arbore che hanno più inciso nella storia della
cultura e dellintrattenimento. Dal 19 dicembre 2015 al 3 aprile
2016 sarà aperta al pubblico, negli spazi espositivi della Pelanda al
Macro di Testaccio, una grande mostra dedicata a Renzo Arbore, ai
50 anni della sua straordinaria carriera, alle sue trasmissioni televisive e radiofoniche, alle sue amicizie e alle sue scoperte,
ai suoi percorsi musicali e ai concerti dellOrchestra Italiana, alla sua incredibile collezione di oggetti e memorabilia, ma anche ai
suoi amici, ai suoi viaggi, al sostegno non episodico alla Lega del Filo dOro e alla sua sensibilità verso i più sfortunati.
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contattaci al
328.3513316
0761.513117 o
[email protected]
Campo de’ fiori
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AGENDA
Tutti gli appuntamenti più importanti
Festival della Canzone Romana
XXV Edizione
Lunedi 30 novembre 2015 ore 21.00
Teatro Olimpico
Il teatro Palarte di Fabrica di Roma è pronto per ospitare una
nuova ed interessantissima stagione teatrale. Con i suoi oltre
400 posti a sedere, il teatro fabrichese, al momento, è una
delle strutture più belle e funzionali della provincia di Viterbo.
Nonostante la decisione di sospendere la rassegna di teatro
amatoriale “Premio arco doro” già dallo scorso anno, il Sandaco Mario Scarnati e lAmministrazione comunale hanno fortemente voluto continuare offrire al pubblico, proveniente
anche da molti dei paesi limitrofi, tanto buon teatro, grazie agli
attori delle migliori compagnie di teatro amatoriale reclutate
nelle diverse regioni dItalia. Il direttore artistico del Palarte,
Carlo Ciaffardini, ha così individuato cinque bellissime commedie per questa prima parte della stagione, che sì è aperta
domenica 8 Novembre e che si concluderà Domenica 6 Dicembre. Altrettanti spettacoli sono previsti per la seconda parte
del Fabrica festival, che si svolgerà invece nel periodo di
marzo-aprile 2016.
Anche per questanno il costo del biglietto è rimasto invariato
a soli 5 , un motivo in più per approfittare di questa opportunità di trascorrere senzaltro una domenica pomeriggio diversa,
con interessanti spettacoli che sapranno senzaltro farci sorridere ma che saranno anche in grado di offrirci tanti spunti di
riflessione. Tutto questo in attesa di entrare nella magica atmosfera natalizia.
Il Teatro Olimpico di
Roma ospiterà anche
quest’anno il Festival
della Canzone Romana, che festeggia quest’anno un traguardo
importante: 25 anni
dalla sua nascita. La
storica manifestazione è
nata da un’idea di Lino
Fabrizi, precursore della
nuova canzone romana,
con l’intento di valorizzare il patrimonio della romanità in musica attraverso un concorso aperto a compositori, autori e interpreti di questo genere musicale.
Tanti, ancora una volta gli ospiti, tutti artisti che hanno lasciato nelle
proprie canzoni indimenticabili ed inequivocabili segni del loro talento ed orgoglio romano.
Tra questi, avremmo il piacere di vedere sul palcoscenico Edoardo
Vianello, Wilma Goich alias I Vianella, Luciano Rossi, Ambrogio Sparagna, I Cugini di campagna, Elena Bonelli,Alessandro Di Carlo, Giorgio Onorato, Alberto Laurenti, Sandro
Scapicchio, Paolo Gatti, M° Masci e gli stornellatori Romani,Raffaella Misiti e le Romane , Velia Abballe, Fiammetta, AnnaBello, Enzo Schiavone,Eleonora Tosto,
Valentina Galdiero, Alessio Pistoia, Angelo Blasetti e il balletto della Crazy Gang .
Ma in occasione della ricorrenza saranno presenti anche molti dei
vincitrici delle passate edizioni.
Stefano e Loretta Rossi Stuart saranno gli ospiti presentatori di
questa speciale edizione che vedrà cantare la Roma folkloristica con
le sue carrozzelle, i suoi tramonti e le sue fontane, ma anche quella
quotidiana con i suoi crucci e le sue storie d’amore.
Nel corso di questo ventennio, il Festival della canzone romana ha
visto succedersi artisti come Renato Zero, Nino Manfredi, Carlo Verdone, Franco Califano, Giancarlo Magalli, Michele Mirabella, Enzo
Salvi, Lando Fiorini, Enrico Brignano, Mario Scaccia, Isa Di
Marzio,Fiorenzo Fiorentini, Gigi Sabani, Luciano Rossi, Rodolfo Laganà, I Vianella, Bobby Solo, Mal, Tony Santagata, I Cugini di Campagna, Stefano Masciarelli, il Maestro Stelvio Cipriani, Manuela Villa,
Giorgio Onorato, La Schola Cantorum, I Baraonna, e tanti altri. La
continuità di questa manifestazione, portata avanti con dedizione e
passione dall’Associazione Amata Italia, è un significativo esempio
di come sia necessario diffondere e proseguire un percorso storico
attraverso un’antologia di brani, dedicati o ambientati a Roma, che
spazia dal 1800 ai giorni nostri.
Per informazioni: www.festivaldellacanzoneromana.com
[email protected]
Infoline: 06 3265991 (Teatro Olimpico) – 0670307000 –
Lino Fabrizi 3403409482
Biglietteria: poltronissima  30 - poltrona e balconata  25
- galleria  20 + prevendita
Per gruppi da 50 persone: Poltronissima:  25 anziché 30;
poltrona e balconata:  20 anziché 25; Galleria:  15 anziché 20 + prevendita 10%
Campo de’ fiori
52
ALCUNE PROPOSTE EDITORIALI DELLE COLLANE DI CAMPO DE’ FIORI
“LA PORTA DEL FUTURO”
Così si chiude la trilogia di Massimo Marsicola
Q
uesto libro contiene idee innovative, di svolta. Sono tenuti a conoscerle
tutti coloro che hanno a cuore il futuro e che vorranno dare il loro contributo all’edificazione di una nuova civiltà.
Si tratta di una filosofia che dopo aver interpretato la realtà nella quale viviamo,
indica la strada universale da percorrere per uscire da ogni tipo di crisi.
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IDENTITA’ E VALORE
IL SECONDO TASSELLO DELLA TRILOGIA DEL
PROF. MARSICOLA
Perché si nientifica? Perché si sminuisce? Perché si tende sempre a sottovalutare
quello che l’altro pensa, dice o fa? Perché vogliamo apparire più intelligenti, più ricchi,
più importanti ed influenti degli altri? Prima risposta: “perché nonostante gli sforzi che
ciascuno fa, non approda che difficilmente a un’idea dell’intero”. Stabilire le motivazioni
di questi comportamenti che, peraltro, sono assai diffusi, almeno nel nostro Paese, è
certamente propedeutico al discorso che ho voluto affrontare e svolgere, ma è anche
decisivo per aiutare tutti e ciascuno a fare il punto della situazione. La prima cosa che
mi viene da rispondere a tutte le domande che sopra ho posto è la seguente: si vuole
apparire quel che non si è perché si teme comunque di essere inadeguati....
SOLO 1 
Un dialogo filosofico-politico sulla crisi, che può anche essere
rappresentato a teatro (commedia in atto unico).
Il primo di una serie di discorsi volti a dare un nuovo impulso al
dibattito culturale nel nostro Paese, giusto viatico per una ripresa in ogni
campo e settore produttivo.Utile per chi avesse a cuore un reale
rinnovamento della Politica e delle Istituzioni.
OMAGGIO
Il bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo
è un libro unico nel suo genere.
Un manuale guida per cercare di arginare questo male dilagante!
E’ possibile averne una copia acquistandolo nelle librerie della zona, nelle edicole
o presso la nostra redazione. Potete anche ordinarlo versando l’importo di 
10.00, sul c/c postale n. 42315580, intestato ad Associazione Accademia Internazionale d’Italia. E’ un’occasione da non perdere, soprattutto per gli insegnanti,
che possono inserirlo nel P.O.F. d’Istituto e nella programmazione educativa annuale del docente, ma anche per i genitori e per tutti gli educatori sociali.
Oroscopo di Novembre
Campo de’ fiori
53
by Cosmo
ARIETE (21 Marzo - 20
Aprile) È in corso un periodo di profondo rinnovamento nell’ambito delle
relazioni professionali. Momento ideale per il consolidamento di una posizione professionale.
Possibile gelosie o incomprensioni con il partner. Situazioni inaspettate ed impreviste generate da una improvvisa voglia di libertà.
Una ritrovata lucidità mentale si rileva particolarmente utile nel risolvere una antica soluzione. Progetti di lavoro a lungo termine con
una località estera.
TORO (21 Aprile - 20
Maggio) Favorita ogni situazione riconducibile ad affetti, passione ed eros e
nuovi guadagni. Le relazioni
professionali sono baciate
da una finora mai confessata attrazione fisica.
Guadagni e successi in vista. State attenti a
quello che dite e soprattutto siate meno polemici con il vostro partner o socio d’affari. La
vostra vita sentimentale in questo periodo
dell’anno tende ad essere gestita in maniera
misteriosa a causa dei transiti nella vostra dodicesima casa solare.
GEMELLI (21 Maggio 21 Giugno) Liberatevi dell’inutile e seguite la vostra
strada. Potrete affrontare
con maggiore serenità le incombenze saturnine e così
compiere le vostre scelte. La vostra vita sentimentale sta per colorarsi di situazioni inaspettate, spesso anche trasgressive. Fate una
cosa alla volta senza farvi affannare da un
inutile senso del dovere in situazioni di fatto
incompatibili alla vostra reale natura. Siate
meno rigidi nei vostri giudizi, soprattutto per
quanto riguardi il partner o il socio in affari.
CANCRO (22 Giugno - 22
Luglio) Non esitate a spostarvi se un impegno di lavoro lo richiede. Conclusione
proficua di una importante
negoziazione.
Occasioni
sentimentali durante un evento culturale. Incontri ed opportunità. Date retta al vostro intuito. Vita sociale in fermento. State attenti a
non compiere azioni azzardate. Atteggiamenti
non sempre costruttivi all’interno del rapporto
di coppia. Circondatevi solamente delle cose
a voi più gradite rimandando ogni decisione.
LEONE (23 Luglio - 23
Agosto) Novembre inizia in
maniera incalzante. Andate
dritti per la vostra strada
senza farvi condizionare
dalle critiche dei vostri familiari. Non sono da escludersi disguidi nelle comunicazioni, come malintesi o messaggi o
lettere mai arrivate. Pesate bene il peso delle
vostre parole. Non cedete ad antichi rancori.
State attenti nei confronti di chi ha la tendenza ad agir dietro le quinte. Piacevoli situazioni di effervescente mondanità. Premiati i
progetti lungimiranti.
VERGINE (24 Agosto 23 Settembre) Canalizzatevi verso le vie dell’eros.
Acquisti in beni voluttuari e
in arredamento per i nati
della seconda decade. Occasioni mondane in forte crescita. Momento
professionalmente decisivo, ideale per spingere il piede sull’acceleratore delle vostre ambizioni. Conquiste professionali, ottime idee e
buoni guadagni. Il momento è ottimo in ordine ad occasioni di guadagno. Se saprete ragionare in grande potrete raccogliere
importanti risultati.
BILANCIA (24 Settembre - 23 Ottobre) E’ il
momento adatto per dare
una svolta rivoluzionaria,
dinamica, ad ogni voce
della propria vita. Siate
meno emotivi. Se in amore volete vincere dovete imparare ad osare. Scaricate le energie
in più attraverso una attività sportiva. Discontinuità nei rapporti affettivi. Siete alla ricerca
di sempre e più forti stimoli. Meglio concedersi una pausa di riposo. Riuscite a realizzare
un evento assai importante nel settore di vostro maggior pregio: l’arte e la bellezza.
SCORPIONE (24 Ottobre - 22 Novembre)
Pianificate i vostri obiettivi
professionali. Favorita una
rinascita professionale a
tutti coloro che fanno
largo impiego di pubbliche relazioni nelle loro
attività. Si profila la proficua conclusione di un
progetto di lavoro. Guadagni inaspettati e
buone opportunità. La vostra vita sentimentale viene gestita in maniera alquanto misteriosa. Notizie provenienti da un paese estero
o da un’altra città.
SAGITTARIO (23 Novembre - 21 Dicembre)
Ritorni di fiamma ed una improvvisa rivoluzione. Potrete
affrontare le importanti
scelte del periodo con maggiore serenità. Fate una cosa alla volta. Si profila un periodo ideale per imbarcarsi in un
progetto professionale con l’aiuto del proprio
partner. Favorite l’iniziative artistiche. Risoluzione di una vertenza legale grazie ad una
abile negoziazione. Cercate di stare più attenti
nell’emettere un giudizio.
CAPRICORNO (22 Dicembre - 20 Gennaio) Promozioni e guadagni e possibile
l’incontro con la propria
anima gemella. Puntate su
originalità, confronto culturale
ed indipendenza intellettuale. Colpi di fulmine
e trasgressioni Professionalmente fortunati
ma mai contenti, vorreste ricevere maggiore
soddisfazione dalla vostra vita sentimentale.
Bene in concorsi, colloqui di lavoro ed esami.
Praticate uno sport !
ACQUARIO (21 Gennaio 18/19 Febbraio) Il momento si presenta favorevole
per un accrescimento del vostro settore finanziario. Nuovi
stimoli, di ordine esclusivamente creativo. Improvviso fermento nel vostro mondo delle grandi idee, della creatività
e del cuore. È il momento ideale per realizzare
un viaggio in compagnia del partner o per incontrarsi con una persona proveniente da
un’altra città. Favorite quelle situazioni in cui
potete dare spazio a tutta la vostra creatività
e genialità. Non fatevi influenzare dal passato
ma pensate solamente al presente.
PESCI (19/20 Febbraio
- 20 Marzo) Grazie a Mercurio riuscite a trovare una
giusto compresso in ordine
ai vari interessi attual-
mente in gioco. Particolarmente aggressivi con il partner, scaricatevi
attraverso una attività sportiva. Incontri e
scambi culturali con ampi risvolti professionali. Vi sentirete particolarmente sollecitati
nella gestione dei rapporti patrimoniali con
la famiglia di origine. Discussioni con i fratelli, specie se residenti in una altra città in
ordine a questioni finanziarie.
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Campo de’ fiori
Roma com’era
Campo de’ fiori
Roma, 1923 - Via di Ripetta.
Foto archivio Ercole Ottaviani.
Campo de’ fiori
Album dei ricordi
Campo de’ fiori
55
Castel Sant’Elia.
Pineta del Santuario
Santa Maria ad Rupes.
Metà anni ‘60.
In piedi da sx:
...,
Silverio Dei,
Cesare Concordia,
Mauro....
Foto del Sig. Silverio Dei.
Degli altri non si ricordano i nomi.
Chi si riconosce può comunicare
il proprio nome in redazione.
Campo de’ fiori
Scolaresca in partenza per una gita dal Colleggio di Bassano Romano. Anno 1963.
Foto del Sig. Silverio Dei (che si intravede sul fondo a sx - segnalato con una freccia).
Chi altri si riconosce?
56
Campo de’ fiori
Album dei r
Campo de’ fiori
Civita Castellana –
Località Terrano.
Anno 1944.
Due famiglie
civitoniche sfollate
nelle grotte per
trovare riparo dai
bombardamenti
angloamericani.
In piedi da sx:
Elena Marinozzi,
Gina Biondi,
Alfonsa…,
Maria Proietti.
Fila centrale da sx:
Anna Ricci, Lucia
Bruziches e Anna
Bruziches.
Davanti da sx:
Annunziata Ricci,
Bruna Ricci,
Lucia Bruziches e
Vittorio Ricci
Foto della Sig.ra
Anna Bruziches
Campo de’ fiori
Foto Archivio Dino De Angelis
Campo de’ fiori
ricordi
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. Anno 1952. Giantommaso Cencelli, Antonina Ruggeri, Carla Ruggeri, Marcella Cencelli, Letizia Alfieri,...
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma.
31 ottobre 1942.
Graziosa Torresi e
Tommaso Marcelli
(soprannominato
“ Frastoppino”),
nel giorno del loro
matrimonio.
Foto della Sig.ra
Franca Marcelli.
Fabrica di Roma, 11 Agosto 1961. Lamberto Alessandrini
58
Campo de’ fiori
Album d
Campo de’ fiori
RONCIGLIONE - SCUOLA AVV.TO PROFESSIONALE. Anno scolastico 1961/’62.
Da sx: prof. Gemellaro, Anitori Dolcissima, prof.ssa Russo (?), De Santis Marina, Altissimi Teresa, Marino Giuseppe, prof. Conti
Preside (?), Sistoni Gianni, Minelli…(?), Stella Giovanni (?), Cassanelli Vincenzo, Del Nero, Cancelli Claudio, De Angelis, Porta
Lorenzo (?), Mengoni Emilio, Casini Giacinto, Rignanesi, Stella Giovanni, Urbena, Cruciani Anna Maria, prof. Belloni, prof. di
ginnastica. Accosciati: Paolo e Pietro Floris, Crescini Franco (?), Taborri Antonio (?). Coloro che sono in grado di integrare
l’elenco degli alunni lo possono comunicare alle Redazione, che provvederà alle correzioni. Grazie.
Campo de’ fiori
Capranica.
Metà anni ‘40.
Foto di gruppo
della famiglia
Valentini.
Inviate le vostre vecchie foto al nostro indirizzo
[email protected]
o recapitatele alla nostra redazione a Civita Castellana Piazza della
Liberazione, 2. Saranno scansionate ed immediatamente restituite
Campo de’ fiori
59
dei ricordi
Campo de’ fiori
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. Primi anni ‘40. Da sx: Mons. Silvano Francola,
Agostino Anselmi, Mons. Domenico Anselmi e Don Francesco Iannoni.
Campo de’ fiori
Fabrica di Roma. Anno 1952 - Luciana Testa.
Corchiano 1930. Cav. di Vittorio Veneto
Aurelio Petrucci e sua moglie Ines Spiriti.
Campo de’ fiori
Carbognano. Anni ‘20. Giovani donne in posa per foto ricordo.
60
LAVORO
CERCO
- RAGAZZO 30ENNE cerca qualsiasi tipo di lavoro purchè serio a Civita Castellana e dintorni.
Con esperienza nel settore delle pulizie, facchinaggio, autolavaggio. Tel. 333.8112409 Andrea.
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elementari, massimo prima media. O come baby
sitter. Disponibile e automunita. Tel. 3883629332
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come:lavori agricoli in aziende e non,saldatore
operaio,muratore, aiuto muratore, traslochi,pulizia giardini con proprio decespugliatore Automunito con patente B.No lavori di vendita porta
a porta o rappresentanza. Cerco lavoro nelle
zone di: Civita Castellana, Fabrica di Roma, Gallese. Contattare il numero 389-6817632 oppure
3450373913 e chiedere di Fabio.
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giardiniere, lavori agricoli, muratore, autista,
acompagnatore o qualsiasi altro lavoro domestico. Zona Civita Castellana e vicinanze. Massima serietà. Tel. 3282409520
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lungo orario, domestica, pulizie in casa e negozi.
Tel. 388.9277412
- RAGAZZO 36ENNE cerca lavoro come autista anche per camion, giardiniere, lavori di manutenzione domestici, riparazioni di computer e
cellulari, muratore. Tel. 393.4496196.
- CERCO LAVORO di pulizie e lavori domestici,
orario pomeridiano, badante per il weekend. Autominita. Zona Civita Catellana2139608.
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come badante ad ore, sostituzioni, lungo orario
anche per la notte. Zona Civita Castellana, Fabrica di Roma, Gallese e dintorni. Tel.
345.0373913.
- CERCO LAVORO come badante. Tel.
390.4449919
- CERCO LAVORO come badante giorno e
notte. Tel. 388.6542895.
- RAGAZZO 22enne cerca lavoro come autista,
commesso, cameriere o altri lavori anche estero,
serio e onesto. Zona Roma Nord, abitante via
Flaminia - Morlupo. Luca 393/5548562
- CERCO LAVORO come estetista, segretaria,
pulizie, barista. No patente. Tel. 389.1340195
- CERCO LAVORO di qualunque genere, ampia
disponibilità di orario. Automunita. Tel.
389.9365690.
- CERCO LAVORO di qualunque genere, ampia
disponibilità di orario. Tel. 388.6998219.
- RAGAZZA 27ENNE cerca lavoro ad ore o
lungo orario come badante, baby sitter, pulizie
casa e ristoranti. Zona Civita Castellana. Tel.
329.95266312
- RAGAZZA ITALAIANA di 20 anni diplomata
in ragioneria che cerca lavoro. Residente a Fabrica di Roma in possesso della patente B. Tel.
392.67 61 254
- CERCO LAVORO come badante. Tel.
388.6542895
- CERCO LAVORO come muratore, giardiniere,
imbianchino, piccole manutenzioni. Tel.
320.9165354
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badante, aiuto cuoca, aiuto pasticcera, cuoca in
casa, commerciante, assistenza notturna, pulizie. Francesca 339.8992603
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anni, con attestato di operatrice per assistenza
anziani. Esperienza. Tel. 329.3112804.
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cerca lavoro come: badante ad ore, part-time o
anche lungo orario.Disposta anche a fare le notti
o anche per sostituzioni badanti che vanno in
ferie.No lavori di rappresentanza .Cerco lavoro
nelle zone di: Civita Castellana,Magliano Sabina,Fabrica di Roma, Orte. Numero di telefono:
347-7628193
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di 50 anni, serria e fidata, automunita, anche
poche ore al giorno. Libera tutta la giornata.
Massima urgenza.Tel. 339.8992603 FRANCESCA
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pulizie ad ore, lavapiatti e pulizie in ristoranti e
negozi, pulizie scale. Tel. 388.9277412
- RAGAZZO 35ENNE laureato in ingegneria,
cerca lavoro come manovale, imbianchino, giardiniere, riparazioni cellulari e computer, idraulico,
autista,
accompagnatore
anziani.
Tel.
393.4496196
- RAGAZZA 20ENNE cerca lavoro come baby
sitter, pulizie, commessa, cameriera e barista.
Zona Fabrica di Roma e dintorni. Tel.
366.7308272.
- MEDICO CHIRURGO cerca lavoro qualificato
in case di cura o di riposo. Zona Viterbo e limitrofi. 35 anni di esperienza in Italia. 6 lingue. Tel.
3244.8629175.
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donne anziane, giorno e notte. Anche pulizie ad
ore. Zona Civita Castellana e dintorni. Automunita. Tel. 388.9314500.
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donne anziane, giorno e notte. Zona Civita Castellana e dintorni. Tel. 339.8238217.
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giardinaggio, piccoli lavori di manutenzione, pulizia camini. Tel. 320.8826073.
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giorno e notte. Referenziata. Tel. 389.8210370
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full-time Cell. 3297354944.
- CERCO LAVORO come baby sitter. Donna italiana, con esperienza da nonna, seria, patentata.
Zona Civita Castellana e paesi limitrofi. Tel.
333.7972321
- CERCO LAVORO come badante anche giorno
e notte. Tel. 388.6542895
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ristoranti, pulizie, lungo orario, casa di cura. Con
esperienza. Tel. 327.5925225
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architetto. Tel. 06.8610227
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infinito per i bambini. Se cercate una persona
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