Diapositiva 1 - Facoltà di Economia
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Diapositiva 1 - Facoltà di Economia
corso di ECONOMIA PUBBLICA SCIENZA DELLE FINANZE lezione 15 Luigi Mundula Facoltà di Economia A.A. 2011-2012 [email protected] Il sistema pensionistico • • • • • Pensioni di vecchiaia Pensioni di anzianità Pensioni per superstiti Pensioni di invalidità Pensioni sociali • Sistema a capitalizzazione • Sistema a ripartizione Sistema a capitalizzazione - funded • adotta criteri analoghi a quelli propri delle assicurazioni di tipo privato. Durante il periodo di attività lavorativa, dal salario o dallo stipendio del lavoratore vengono effettuate trattenute, obbligatorie o volontarie, che, versate presso istituti assicurativi o fondi pensionistici, sono poi impiegate nel mercato finanziario. Sistema a ripartizione - unfunded • si fonda su principi che implicano necessariamente un accordo sociale fra individui che appartengono a diverse generazioni. Sulle retribuzioni di coloro che sono occupati vengono effettuati prelievi che servono per alimentare gestioni pensionistiche che pagano le pensioni a coloro che nello stesso periodo hanno abbandonato il lavoro per ragioni di età. I lavoratori di oggi pagano quindi le pensioni, di altri soggetti, di oggi. Il grado di certezza • Sistemi a prestazione definita (BD) – Le caratteristiche della prestazione sono conosciute dal momento della sottoscrizione del piano pensionistico • Sistemi a contribuzione definita (CD) – Le caratteristiche della prestazione non sono conosciute con certezza dal momento della sottoscrizione del piano pensionistico, mentre sono definiti i premi o i contributi obbligatori Il valore della pensione pro-capite: il modello a generazioni sovrapposte Il modello a generazioni sovrapposte (cont.) HP • il tasso di interesse reale, r (uguale a quello nominale, dato che supporremo assenza di inflazione) costante • la popolazione, N, cresce al tasso n per periodo: Nt+1= N/1+ n); • i giovani lavorano e percepiscano un salario relativo all'intera loro vita lavorativa pari a W: costante e pagato anticipatamente; • sul salario viene effettuato un prelievo a titolo di contributo sociale con aliquota s; • la pensione pro capite, P, viene pagata in un'unica soluzione all'inizio del secondo periodo di vita di ciascuna generazione. quale dei due sistemi è in grado di fornire una pensione pro capite più elevata? Il calcolo della pensione pro capite • Sistema a capitalizzazione Monte salari in t =WtNt Accantonamento= sWtNt Monte Pensioni (MP) in t+1= sWtNt(1+r) La pensione pro capite al periodo t+1sarà PSC= MP/Nt = sWt(1+r) Il calcolo della pensione pro capite • Sistema a ripartizione Monte contributi in t+1=sWt+1Nt+1 Accantonamento= 0 Monte Pensioni (MP)= sWt+1Nt+1 La pensione pro capite al periodo t+1sarà PSR = (sWt+1 Nt+1)/Nt =sWt+1(1+n) Confronto della pensione pro capite • Sistema a capitalizzazione PSC= sWt(1+r) • Sistema a ripartizione PSR = sWt+1(1+n) a parità di prelievo s, e con salari costanti nel tempo (Wt=Wt+1), le pensioni pro capite nei due regimi considerati potranno essere uguali solo se r=n, Se si ipotizza che la quota del reddito nazionale che affluisce ai lavoratori resti costante: • la produttività media del lavoro aumenterà al tasso u costante e il tasso di crescita dei salari reali sarà pari al tasso di crescita della produttività Wt+1=Wt(1+u) • la crescita del prodotto nazionale sarà pari a g = [(1 + n) (1 + u) - 1] == n + u • la pensione pro capite nel sistema di ripartizione sarà: PSR = (sWt+1 Nt+1)/Nt =sWt(1+n)(1+u)= sWt(1+g) i due sistemi saranno equivalenti se il tasso di interesse reale sarà pari al tasso di crescita del prodotto reale. Confronto tra i due sistemi usando il TIR il tasso di rendimento interno, tir, è quello che soddisfa la seguente equazione: sWt = P/(1 + tir) da cui tir = P/sWt-1 • Nel sistema a capitalizzazione P=sWt(1+r), e quindi tir=r. • Nel sistema a ripartizione P=sWt(1+g), e quindi tir=g. I criteri per definire l’ammontare della pensione • Sistema retributivo – Si fa riferimento al salario considerato rispetto all’ultimo periodo dell’attività lavorativa o ad una media di quanto guadagnato nell’intero arco della vita lavorativa • Sistema contributivo – Si fa riferimento ai contributi versati e il tasso di remunerazione del capitale è definito per legge Il sistema previdenziale italiano • Nel corso degli ultimi trent’anni il sistema previdenziale italiano è stato interessato da riforme strutturali finalizzate: – al progressivo controllo della spesa pubblica per pensioni, che stava assumendo dimensioni elevate rispetto al Prodotto Interno Lordo; – all’istituzione di un sistema di previdenza complementare che si affiancasse a quello pubblico. • Il sistema pensionistico pubblico (INPS, INPDAP, ecc.) è strutturato secondo il criterio della ripartizione. Principali tappe e riforme • Fino a dicembre 1992 • Decreto legislativo 503 del 1992 - Riforma Amato • Legge 335 del 1995 - Riforma Dini: dal sistema retributivo a quello contributivo • Decreto legislativo 47 del 2000 • Legge delega 243 del 2004 – Riforma Maroni (attuata con il decreto legislativo 252 del 2005) • Legge 247 del 2007 – Riforma Prodi: introduzione delle quote di accesso • Legge 102 del 2009 • Decreto Legge … del 2011 (Governo Monti) Istruzione • Teoria del capitale umano: spiega la domanda individuale di istruzione – L’istruzione accresce la produttività marginale del singolo (si riflette nel suo reddito futuro) – Il solo beneficio è l’aumento del reddito (non si considerano i benefici durante il consumo di istruzione e quelli correlati) – I costi sono: diretti (rette, materiali, trasporti,..), indiretti (traslazione del primo reddito), non monetari (psicologici Istruzione: Modelli • VAN – L’investimento sarà tanto più profittevole quanto più sarà lunga la vita lavorativa residua – L’investimento sarà tanto meno profittevole quanto più sarà basso il reddito atteso o aspettativa di carriera discontinua Istruzione: le ragioni dell’intervento pubblico • Esternalità – Di consumo – Di produzione • • • • Informazione imperfetta Insufficienza di offerta Funzioni di certificazione Equità Analisi delle imposte: tassazione e distribuzione del reddito • Il dibattito politico sui sistemi fiscali si concentra sull’interrogativo di quale sia un’equa distribuzione del carico tributario. • Non si tratta semplicemente di analizzare l’ammontare versato al fisco dal singolo contribuente, perché l’imposizione fiscale provoca un cambiamento dei prezzi. Le entrate pubbliche • Le entrate possono essere pensate come il prezzo per la fornitura di beni o servizi pubblici • La fissazione di tale prezzo non è in generale coerente con le regole seguite dagli operatori privati • Coazione – – – – – – Prezzo privato Prezzo quasi privato Prezzo pubblico o tariffa Tassa Contributo speciale Imposta Prezzo privato • Lo Stato produce beni e servizi con la medesima ottica di un’impresa privata • I servizi sono venduti massimizzando il profitto • Costo marginale = ricavo marginale • Assenza di interesse pubblico Prezzo quasi privato • Massimizzazione del profitto • Regolazione dell’offerta (finalità pubbliche) • Esempio: offerta di legname delle aziende forestali Prezzo pubblico o tariffa • Intento di allargamento del consumo • Rinuncia al profitto (prezzi inferiori a quelli di mercato) • Il costo complessivo del servizio deve però trovare una copertura nella somma complessiva delle entrate – – – – Libera domanda da parte del cittadino I vantaggi affluiscono solo a chi ne fa domanda Prezzo = costo medio (quantità prodotta maggiore) Discriminazione dei prezzi Tassa • Domanda volontaria • Il vantaggio si estende anche sul resto della collettività e non è divisibile tra i suoi membri • Il prezzo è inferiore al costo medio • La copertura del disavanzo è lasciata ad altre entrate di tipo coattivo (imposte) in misura variabile Contributo speciale • Non vi è domanda da parte del cittadino • Lo Stato decide autonomamente la quantità del servizio prodotto e impone, coattivamente, l’onere al gruppo che ne ha tratto vantaggio • Non è possibile distinguere, all’interno del gruppo, i vantaggi dei singoli Imposta • Il vantaggio indivisibile dei servizi prodotti corrisponde ad un interesse generale • Prelievo coattivo senza corrispondenza diretta con la prestazione di un servizio • Forma di finanziamento per servizi offerti indipendentemente dalla domanda e i cui vantaggi sono indivisibili Fini extra fiscali delle entrate (imposte) • • • • Redistribuzione del reddito Stabilizzazione economica Incentivazione economica Correzioni di distorsioni o inefficienze Elementi costitutivi dell’imposta • Presupposto • Base imponibile (Bi) – Termini monetari (ad valorem) – Termini fisici (specifica o accisa) • Aliquota (A) – in termini percentuali (ad valorem) – in unità monetarie (specifica) • Debito d’imposta = Bi x A • Gettito d’imposta = Bi x A) Struttura delle aliquote • Aliquota media ta – Quanto è dovuto in media dal contribuente per ogni unità di imponibile • Aliquota marginale tm – Quanto è dovuto dal contribuente per un’unità aggiuntiva di base imponibile • Imposta proporzionale ta= tm • Imposta regressiva ta> tm • Imposta progressiva ta< tm Classificazione delle imposte Classificazione delle imposte (cont.) Classificazione delle imposte (cont.) Classificazione delle imposte (cont.) • • • • È possibile rendere progressiva un’imposta reale ma questo può avere effetti discutibili sotto il profilo dell’equità Es. Se consideriamo un prelievo reale che tassi separatamente ogni categoria di reddito secondo una struttura progressiva per scaglioni, a parità di reddito verranno penalizzato i soggetti con reddito proveniente da una sola fonte Le imposte personali permettono di tenere conto delle caratteristiche specifiche del contribuente (carichi di famiglia, stato di salute) Le imposte reali sono più interessanti in un’economia aperta in cui le basi imponibile diventano mobili e la ricostruzione della situazione reddituale del soggetto diventa difficoltosa (redditi da attività finanziarie) Le imposte reali sono rilevanti anche in relazione alla cd discriminazione qualitativa dei redditi (in genere attuata a favore del reddito da lavoro piuttosto che al reddito da capitale) Discriminazione qualitativa dei redditi • Affiancare all’imposta personale e progressiva su tutti i redditi un’imposta a natura reale, proporzionale, su tutti i redditi diversi da quelli da lavoro • Concedere nell’ambito dell’imposta personale e progressiva, detrazioni o deduzioni differenziate a seconda della tipologia del reddito • Affiancare al prelievo sul reddito un prelievo sul reddito da patrimonio, assoggettando così ad un prelievo superiore i redditi di capitale • Reddito complessivo (RC) – somma dei redditi rilevanti ai fini dell’applicazione delle imposte (lordo) • Reddito imponibile (RI) – somma dei redditi rilevanti ai fini dell’applicazione delle imposte al netto delle agevolazioni • Aliquota legale – Quanto è dovuto dal contribuente per ogni unità di reddito imponibile • Aliquota effettiva – Quanto è dovuto dal contribuente per ogni unità di reddito complessivo • Deduzione (D) – riduzione del reddito complessivo che l norma prevede debba essere operata per ottenere la grandezza del reddito imponibile RI=RC-D • Detrazione (d) – un abbattimento dell’imposta • La progressività delle imposte può avere un’importanza rilevante nel valutare gli effetti distributivi del prelievo tributario • Un’imposta progressiva distribuisce il carico in modo ineguale facendo sopportare un onere maggiore a chi ha una base imponibile maggiore • L’imposta non deve mai raggiungere un livello tale da modificare l’ordinamento preesistente dei redditi – l’aliquota marginale non deve mai essere superiore all’unità Metodi per attuare la progressività di un tributo • • • • • Progressività continua Progressività per classi Progressività per scaglioni Progressività per detrazione Progressività per deduzione Progressività continua • L’aliquota media (t) viene espressa come funzione continua (e crescente) della base imponibile. Progressività per classi • Vengono identificate alcune classi di imponibile, e a ciascuna classe viene associata una aliquota (crescente). Esempio: • 0<Y<=1000 t=0,1 (10%) • Y>1000 t=0,2 (20%) – Yi = 500 Ti = 50 Ti/Yi =10% – Yj = 1500 Tj = 300 Tj/Yj = 20% Progressività per scaglioni • Il reddito è diviso in scaglioni a cui corrispondono aliquote via via crescenti, ad es.: – 10% fino a 1000 euro, – 20% da 1001 a 11000 euro, – 30% da 11001 euro in sù… Qual è il debito di imposta su una base imponibile di 12000 euro? Sui primi 1000 euro paga il 10% 100 Sui successivi 10000 euro paga il 20% 2000 Sui restanti 1000 euro paga il 30% 300 _________________________________2400 Progressività per deduzione Il debito d’imposta si ottiene applicando l’aliquota legale costante (t) al Reddito imponibile (RI) • T = t RI = t (RC – D ) = t RC – t D Esempio: aliquota (t) = 0.1, Deduzione = 500 RCi = 1000 • Tributo = Ti = 0,1 (1000-500) = 50 • aliquota effettiva = Ti / RCi= 50/1000 =5% RCj = 2000 • Tributo = Tj = 0,1 (2000-500) = 150 • aliquota effettiva = Tj / RCj= 150/2000 =7,5% Progressività per detrazione Il debito d’imposta o imposta netta Tn si ottiene applicando un’aliquota legale costante (t) al reddito imponibile (ottenendo l’imposta lorda Tl) e detraendo dal debito d’imposta così determinato un ammontare uguale per tutti i contribuenti (d). In assenza di deduzioni Tl= tRI = tRC • Tn = t RC – d = Tl - d aliquota legale (t)= 0.1, detrazione = 50 RCi = 1000 Ti = 0.1(1000)-50 = 50 aliquota effettiva =Ti / RCi = 50/1000 = 5% RCj = 3000 Tj = 0.1(3000)-50 = 250 aliquota effettiva Tj / RCj = 250/3000 =8,3% Aliquota marginale effettiva Nella realtà le deduzioni e le detrazioni (così come anche l’aliquota marginale legale) non sono costanti. In questo caso assume importanza la ALIQUOTA MARGINALE EFFETTIVA pari alla variazione dell’imposta netta al variare del reddito complessivo Finalità delle deduzioni e detrazioni • • • • Progressività dell’imposta : si realizza un’imposta che è fortemente progressiva per i redditi più bassi (l’aliquota media effettiva cresce rapidamente nella prima parte della distribuzione) ma che poi tende a divenire proporzionale al crescere del reddito. Per questo motivo viene generalmente indicata come flat tax rate Personalizzazione del reddito: sgravi in relazioni a carichi familiari o allo stato di salute Discriminazione qualitativa dei redditi: attribuzione di un onere differenziato alle diverse categorie di reddito (da capitale e da lavoro) Incentivo di impieghi specifici del reddito: acquisto della prima casa (interessi passivi), contributi per fondi pensione, premi per polizza assicurativa, finanziamenti a enti di beneficenza o simili Tax expenditures • Le diminuzioni di gettito imputabili a previsioni legislative che permettono non solo deduzioni dal reddito imponibile e detrazioni d’imposta, ma anche esclusioni, esenzioni, aliquote preferenziali o differimento dell’imposizione. • Gli viene attribuita la natura di spese pubbliche effettuate tramite il sistema tributario • Sono la causa principale dell’erosione della base imponibile Misura del grado di progressività • Vi sono molti modi per definire un’imposta progressiva (o regressiva). • La progressività può essere definita in termini di – Indici locali • Aliquota fiscale media (rapporto tra l’imposta totale e il reddito totale) • Aliquota fiscale marginale (l’aliquota applicata sull’ultima unità di reddito) – Indici globali • • • • Indice di Gini Indice di redistribuzione complessiva R=Gpre-Gpost Indice di Reynolds Smolensky RS=Gpre-Cpost Indice di Kakwani K=Ctax-Gpre Indici locali: Liability progression – un sistema fiscale è più progressivo di un altro se l’elasticità del gettito fiscale rispetto al reddito imponibile è più elevata. LP ( y ) yT ' ( y ) / T ( y ) t m / t a Indici locali: Residual progression • Misura la variazione percentuale del reddito netto rispetto al reddito imponibile RP ( y ) y 1 T ' ( y) y T ( y) 1 tm 1 ta 1 Smith Indici locali: Average rate progression • il sistema tributario è tanto più progressivo quanto maggiore è l’incremento delle aliquote medie al crescere del reddito. ARP ( y ) d T ( y) / y dy yT ' ( y ) T ( y ) / y 2 (t m t a ) / y 0 Smith Criteri di ripartizione del carico fiscale • Come deve essere distribuito l’onere delle imposte tra i contribuenti? • Se possibile individuare il beneficiario – oneri a carico diretto dell'utente • Se non è possibile l'attribuzione dei benefici – finanziamento generale attraverso imposte • Principio del beneficio • Principio della capacità contributiva Principio del beneficio • Riconducibile alle teorie dello scambio volontario • Esiste un rapporto di scambio (o controprestazione) fra ciò che il cittadino paga allo Stato e ciò che riceve in termini di beni e servizi • È esclusa ogni finalità di tipo redistributivo • Equità nello scambio - l’imposta deve essere fissata sulla base del prezzo di mercato • Giustizia riferita alla supremazia dei diritti individuali rispetto alla sovranità statale (gli individui hanno diritto di disporre liberamente dei propri guadagni) • Difficoltà applicative: – Free riding, beni meritori, esternalità positive – Utilizzo di indicatori – Progressivit à dell’imposta legata alla elasticità della domanda del servizio pubblico rispetto al reddito e rispetto al prezzo Smith La capacità contributiva «Tutti i sudditi di ogni Stato devono contribuire al mantenimento del governo in proporzione, la più esatta possibile, alla loro rispettiva capacità, cioè in proporzione al reddito di cui godono per effetto della protezione dello Stato. La spesa del governo rappresenta per i cittadini ciò che sono le spese di amministrazione per i comproprietari di una grande fortuna. Essi sono infatti obbligati a contribuire in ragione del rispettivo interesse a questa fortuna. E conformandosi a questa massima, o violandola, che si introduce ciò che io chiamo l'eguaglianza o la disuguaglianza nell'imposizione» [Smith 1776, trad. it. 1973, 814J. Scopo delle imposte non è solo quello di finanziare la produzione pubblica di beni e servizi ma anche quella di finanziare l’attività redistributiva dello Stato Tre assunti • Equità orizzontale – Individui con uguale capacità contributiva devono pagare la stessa imposta – principio di non discriminazione (sesso, età, religione, etc.) • Equità verticale – Individui con maggiore capacità contributiva devono pagare più imposte (non richiede necessariamente un imposta progressiva) • Equità fiscale – Non ribaltamento delle posizioni ante prelievo (aliquota marginale non superiore all’unità) – assenza di re-ranking La ripartizione dell’onere di imposta deve essere tale da rendere il sacrificio di utilità (rinuncia a parte del proprio reddito), uguale per tutti • Ipotesi: 1) La misura della capacità contributiva è l’utilità del reddito, misurata cardinalmente 2) Il reddito prima dell’imposta è dato 3) Gli individui hanno le stesse preferenze (uguale funzione di utilità, cardinale rispetto al reddito) 4) L’utilità marginale del reddito decresce al crescere del reddito Stuart Mill I diversi “uguali sacrifici” • l'espressione uguaglianza dei sacrifici è passibile di interpretazioni divergenti e, soprattutto, le possibili interpretazioni e le diverse ipotesi sull'andamento della curva dell'utilità del reddito portano a scelte di politica tributaria profondamente diverse. • Il principio dell'uguale sacrificio può essere infatti inteso come: – Uguale sacrificio assoluto – Uguale sacrificio proporzionale. – Uguale sacrificio marginale. Uguale Sacrificio Assoluto Deve essere uguagliata, in valore assoluto, la perdita di utilità sopportata dai due contribuenti a seguito dell’introduzione dell’imposta La struttura delle aliquote dipenderà dall’elasticità dell’utilità marginale al variare del reddito: e>1 Imposta progressiva e=1 Imposta proporzionale e<1 Imposta regressiva Stuart Mill Uguale Sacrificio Proporzionale • si entra nell'area della progressività non appena si abbandona l'ipotesi di costanza dell'utilità marginale del reddito. • ha il pregio di lasciare invariata, in termini di utilità, la posizione relativa dei diversi contribuenti. Stuart Mill Uguale Sacrificio Marginale (sacrificio minimo collettivo) • si vuole minimizzare il sacrificio totale connesso all'applicazione dell'imposta a contribuenti con utilità marginale del reddito decrescente; • Posta un'unica curva dell'utilità marginale del reddito valida per tutti i componenti della collettività, l'uguale sacrificio marginale comporterebbe la progressiva ugualizzazione dei redditi, fino a raggiungere il livello di gettito necessario per finanziare la spesa pubblica esogenamente data; • forma estrema di ugualitarismo che si scontrerebbe immediatamente, con problemi di disincentivo all'intraprendenza individuale. Limiti del principio del sacrificio • Il reddito pre-imposta può cambiare • Gli individui non hanno uguali preferenze • L’utilità non è misurabile (non è possibile stabilire confronti interpersonali di utilità) • Non ci sono argomentazioni a favore dell’uno o dell’altro (non è possibile stabilire confronti tra i sacrifici)