MILES - Rivista Militare :: Il mistero di Scapa Flow (recensione)

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Il mistero di Scapa Flow (recensione)
IL MISTERO DI
SCAPA FLOW
Lincredibile impresa
dellU−47
di Alexandre
Korganoff
Pagine 262
Euro 17,00Kor
Codice 14077M
EAN
978−88−425−4247−6
Nella notte tra il 13 e il
14 ottobre 1939,
allinizio della seconda
G.M., un sommergibile
tedesco, lU−47,
comandato dal tenente
di vascello Prien,
riuscì a penetrare nella
munitissima base
navale inglese di Scapa
Flow, nelle isole
Orcadi, a NE della
Scozia. Questa base
dellHome Fleet
rivestiva non solo un
grande interesse
strategico, ma anche
simbolico: era lì che
dopo la prima G.M. la
flotta tedesca al
completo si era
consegnata al nemico e
si era in seguito
autoaffondata.
Violarne le difese e
distruggere le navi da
battaglia ancorate era
quindi unoperazione di
grandeffetto
propagandistico oltre
che strategico.
Loperazione venne
pianificata con cura dal
grandammiraglio
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Dönitz, responsabile
dei 56 sommergibili
con cui la Germania
nazista entrò in guerra.
Si trattava di trovare
un varco nel sistema di
isole, isolotti, reti,
sbarramenti, secche e
maree, batterie costiere
e canali di accesso che
proteggevano la base
vera e propria.
Opportunamente,
leditore ha stampato
alle pagine 28 e 63
anche un paio di
piantine della zona
delle operazioni. In
pratica, non appena in
vista della costa delle
isole Orcadi, lU−47
mette il timone barra a
sinistra e di notte, con
la bassa marea e
sfruttando le forti
correnti, deve
letteralmente scivolare
nello stretto passaggio
tra la costa di unisola e
un isolotto, passaggio
mezzo ostruito da
relitti, ma non
impenetrabile per chi
abbia fegato e
competenza.
Lequipaggio dellU−47
li aveva. Lautore del
libro, un francese di
origine russa
decisamente esperto di
marina, descrive ora
per ora lazione,
fornendoci sequenze di
comandi e dettagli
tecnici attendibili, ma
senza i manierismi di
Tom Clancy. Quello
che è ancora più
importante, vengono
delineati in modo
convincente caratteri e
ruoli dei quaranta
uomini che
compongono
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lequipaggio del
battello. Il tenente di
vascello Prien, poco
più che trentenne, era
un bravo ufficiale della
marina mercantile poi
entrato nel Partito e
quindi passato alla
Kriegsmarine. Duro
ma cameratesco, sa
anche prendere
decisioni immediate, e
nelle foto appare sia in
alta uniforme che con
giubbotto di pelle,
sciarpa e barba di sette
giorni. Il tenente
Wessels invece è il
direttore di macchina,
responsabile dei
motori diesel e di
quelli elettrici. I suoi
uomini riescono a
riparare i guasti e a
rifare i pezzi anche
stando letteralmente in
fondo al mare. Spahr,
lufficiale di rotta, ha il
suo daffare con
girobussola, sestante e
strumentazioni: non
cera ancora il GPS e il
punto stimato deve qui
tener conto delle forti
correnti. Tutti vengono
descritti al lavoro o di
guardia, minuto per
minuto. La vita dentro
un U−Boot in missione
diventa una narrazione
mozzafiato.
Arrivati in vista di una
corazzata in realtà il
grosso della flotta era
già partito si lanciano
i primi siluri. La nave
viene colpita a prua,
ma in porto non scatta
nessun allarme. Il
sommergibile ha tutto
il tempo di ricaricare i
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tubi e ritornare
allattacco. Stavolta tre
siluri colpiscono punti
più letali e la nave
quasi esplode a poppa,
prima di rovesciarsi su
un fianco. I superstiti
saranno 200 su 1000
circa e i soccorsi
verranno da una nave
vicina. I nostri se la
squagliano nelloscurità
navigando in
superficie,
scantonando un caccia
che non li identifica e
forzando
controcorrente il
passaggio da cui sono
entrati. Sentono le
bombe di profondità,
ma ormai sono lontani:
lallarme è scattato
tardi. Ma che nave era?
Al buio era impossibile
capirlo, lo dirà il
giorno dopo la BBC: è
la Royal Oak, un
dinosauro da 36.000
tonnellate, una delle
corazzate della prima
G.M. rimodernate
negli anni 30. Non si
fa cenno di unaltra
nave, la Repulse, forse
attraccata vicino alla
prima e danneggiata
dalla prima salva di
siluri. Il resto del
viaggio di ritorno non
è una crociera, braccati
come sono dalle navi
che sorvegliano le
coste inglesi e il Mar
del Nord, senza
contare i campi minati
temporanei o non
segnati sulle mappe
tedesche. Comunque
lU−Boot 47 ritorna
felicemente alla base e
i suoi uomini vengono
decorati con la Croce
di ferro. Prien morirà
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in guerra nel 1941, ma
altri suoi uomini erano
ben vivi quando
lautore del libro,
trentanni dopo, li ha
intervistati. Anche
Dönitz era vivo e si è
complimentato con lui.
Molti gli allegati al
libro: schede tecniche,
c.d. diari di chiesuola,
relazioni ufficiali.
Infine, cè un tentativo
di metter ordine nelle
varie testimonianze.
Allepoca si diffuse tra
i marinai lipotesi
assurda del
sabotaggio. Altri si
inventarono una
mitologica storia di
spie. Ma se è facile far
pulizia di
interpretazioni
fantasiose, più difficile
è capire quali navi
cerano, dove stavano e
quali sono state
colpite. Della Royal
Oak nessuno discute:
un relitto enorme e
800 morti non si
possono nascondere.
Ma laltra nave colpita
qualera? La Repulse
un incrociatore da
battaglia − non poteva
esser scambiata con la
Pegasus, un
ferrovecchio di
mercantile trasformato
in portaidrovolanti. Ma
quella notte la Repulse
era fuori. Da qui
lipotesi più suggestiva:
ad esser stata colpita fu
la Iron Duke, un altro
mastodonte della
prima G.M. ormai
usato come nave
scuola. La nave fu
finita da un attacco
aereo pochi giorni
dopo e fu spinta dagli
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inglesi ad arenarsi. Era
la nave ammiraglia ai
tempi della battaglia
dello Jutland, allepoca
orgoglio britannico e
posto di comando
dellammiraglio
Jellicoe. Lipotesi è
verosimile, ma è stata
sempre smentita dagli
inglesi.
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