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APRILE 2016
ANNO 2015/2016
Casa dei Bambini
N
EWS
NE
Notiziario della scuola
Casa dei Bambini - Scuola Montessori
Soc. Coop. Sociale Onlus
via Arosio, 3 - 20148 Milano
Sulla linea di partenza… pronti, via!
Come ormai da tradizione, anche quest’anno la nostra scuola ha partecipato a “Siamo nati per camminare”, l’iniziativa di
sensibilizzazione alla mobilità sostenibile curata dall’associazione Genitori Antismog, con il patrocinio del Comune di
Milano, che invita tutti i bambini delle scuole primarie della città a recarsi a scuola con mezzi alternativi all’auto per
(almeno!) una settimana.
Tre i percorsi del pedibus che per cinque giorni ha portato i bambini a scuola, scortati da alcuni genitori. A piedi, in bicicletta o in monopattino, indossando i super occhiali forniti dal Comune per essere più visibili alla città: divertimento assicurato per tutti, anche per alcuni piccoli della materna che si sono uniti ai gruppi.
Un ringraziamento va alle mamme referenti per i tre gruppi di
pedibus: Federica, per la tratta da via Pinerolo; Barbara per il
percorso da piazza Esquilino ed Antonella il cui gruppo proveniva da via Don Gnocchi. Si sono prestate con disponibilità a
guidare i nostri bambini nei vari percorsi, fornendo loro preziose
regole di educazione stradale oltre a impegnarsi a inviare allegre foto di reportage (in alcuni casi documentando il vero
ingresso a scuola!) ai genitori che non hanno potuto partecipare.
E dopo la settimana “a piedi”, l’appuntamento è per il 14 e 15
maggio, quando verranno esposti in una mostra tutti i cartelloni
realizzati dalle classi partecipanti con i relativi punteggi e la premiazione delle scuole più virtuose.
Tutte le informazioni sul sito www.siamonatipercamminare.it
SOMMARIO
1
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4
5
6
7
8-9
9
10
1
Sulla linea di partenza... pronti, via!
Come siamo fatti?
Gita al Museo di Storia Naturale
L’arte degli incastri
Scuola Natura: racconti di viaggio
Ben ritrovato Sergio!
Come lavoriamo in seconda?
Consigli di lettura
Un esperimento... cosmico
Approfondimenti in Educazione Cosmica
L’incontro con Laura dell’Associazione “Il Gabbiano”
Nonno Umberto: quando delle ciliegie mi salvarono la vita
Poesia per un nonno speciale
Mille gare, quattro ruote!
L’angolo della poesia
Editoriale della Direttrice
Come siamo fatti?
Gli alunni di classe verde, una mattina dello scorso febbraio, hanno accolto un’ospite d’eccezione: la pediatra neonatologa Ilaria Stucchi, nonché mamma di Sara Guaineri, che ha parlato loro del corpo umano.
Casa dei
Bambini
Ha fatto da supporto a questa lezione un po’ speciale il nuovo materiale didattico in dotazione della classe da dicembre,
acquistato dai genitori attraverso il denaro del fondo cassa. Si tratta di due puzzle anatomici di legno, raffiguranti un maschio e una femmina e le varie parti del loro corpo.
Guidati da mamma Ilaria, gli alunni hanno appreso nozioni di
anatomia in cinque fasi, iniziando con l’osservazione delle
immagini esteriori del materiale, che rappresentano i bambini vestiti, per passare poi al corpo nudo, ai muscoli, agli
organi interni e infine allo scheletro.
Ecco le impressioni di Ilaria:
“Questo piccolo viaggio attraverso il corpo umano è stata
un'esperienza entusiasmante! Mi è piaciuto soprattutto
scorgere gli occhioni dei bimbi sgranati e pieni di interesse.
Utilissimo e di grande aiuto è stato il materiale in dotazione alla
classe: ogni bimbo era perfettamente capace di riconoscere le diverse parti del corpo. Sono stata sorpresa dalla loro
preparazione e dalla curiosità di scoprire qualcosa in più. Citando Maria Montessori: “Insegnare i dettagli significa portare
confusione. Stabilire i rapporti tra le cose significa dare conoscenza”.
È primavera: abbiamo imparato tutto - ma proprio tutto! - sugli insetti, al Museo
di Storia Naturale.
Lunedì mattina siamo andati in gita con Marianna e Agnese.
Classe
Prima
Abbiamo fatto con la guida Paola il percorso sugli insetti. Abbiamo imparato che le loro antenne servono per
sentire gli odori. I piccoli nascono dalle uova e non sono sempre uguali alla mamma e al papà. Devono cambiare il vestito per diventare grandi. Si dice che subiscono una metamorfosi (parola tanto tanto difficile da ricordare!).
Gli insetti non vedono bene come noi, ma a quadretti. Hanno quattro ali e il loro corpo è diviso in tre parti: corpo, torace
e addome.
Abbiamo visto anche i pidocchi (loro sono un po’
meno belli).
Prima di andare via ci siamo divisi in cinque gruppi e abbiamo costruito degli insetti: ape, farfalla,
coccinella, coleottero e cavalletta.
Questa gita è stata bella, interessante e abbiamo
imparato tante cose nuove!
Amelia Pedretti, Viola Siega e Giorgia Grasso
2
Casa dei
Bambini
L’arte degli incastri
Nelle lezioni della dottoressa Montessori, tenute a Milano dal febbraio all’agosto 1926, a pagina 234 si leggono queste sue parole:
“Descriverò la tecnica che serve per iniziare [all'uso di] questi disegni che sono la meta principale dell'organismo della scrittura. Ho fatto preparare dei pezzi di carta così piccoli, quadrati, della grandezza di questa piccola cornice forata nel mezzo (…). Questa cornice ricorda in modo perfetto la cornice degli incastri piani e anche [gran parte del]
le loro forme”.
Nei primi anni Venti (allo scopo di una preparazione diretta della mano) la Montessori aveva proposto nelle diverse Case
dei Bambini sia forme geometriche da tracciare e da colorare, sia “figure delineate” già stampate da colorare anch’esse
(La scoperta del bambino pag. 229), poi abbandonate via via con l’introduzione degli incastri di ferro su foglietti della stessa misura e con la libera scelta di forme e di colori. “Esplose” così quella che venne poi chiamata “arte degli incastri” di
cui i bambini stessi erano e sono del tutto inconsapevoli.
L'introduzione dei foglietti 14x14 li portò ad apprezzare le armoniche proporzioni tra figure geometriche, come la stessa
Montessori scrive nell'Autoeducazione.
Da acuta osservatrice quale era, sapeva che la natura procede con estrema lentezza nelle tappe dello sviluppo e prese
ad analizzare i movimenti di una mano che scrive: tenere tra le dita uno strumento di scrittura, tenerlo fermo e con leggerezza; al tempo stesso conoscere le lettere; comporre con esse parole. Tre passaggi, tre i fattori necessari.
Questo può essere ovvio? Forse, ma occorre che a ciascun fattore si diano gli strumenti concreti e opportuni, separando
gli elementi costitutivi della scrittura in esercizi interessanti che possano per se stessi costituire motivo di attività nei bambini. (La scoperta del bambino, pagg. 226-227). È quello che nelle scuole Montessori si chiama "preparazione diretta alla
scrittura".
Ai tre fattori della preparazione diretta contribuiscono rispettivamente gli incastri di ferro, le lettere smerigliate, l'alfabetario
mobile. Alla preparazione indiretta concorrono in primo luogo le tante attività di vita pratica (cura della persona, cura dell'ambiente, attività di travaso) cura del giardino e coltivazione, uso dei libri e altro ancora. In secondo luogo vi concorrono,
tra i vari materiali sensoriali, gli incastri piani, esistenti almeno dal 1913, che sono
raccolti in una cassettiera a sei cassetti. Ciascuno contiene sei cornici in legno
14x14 con un incastro al suo interno.
L'intero procedimento di conoscenza, con questo materiale, trova riscontro con
gli incastri del disegno che sono di ferro (più resistenti per il disegno), in cornici
della stessa dimensione con all’interno incastri di dieci figure geometriche. Nel
disegnare le forme sui foglietti i bambini ripercorrono il lavoro già fatto con gli
incastri piani, ritrovano le linee, che poi abbelliscono di ritmiche coloriture. Di fatto
costruiscono una preparazione della mano e non della scrittura, “due aspetti che
non vanno confusi”, scrive ancora Montessori.
Il procedimento è complesso, ma reso facile e attraente, come è possibile osservare in ogni Casa dei Bambini ben organizzata. Il disegno con gli incastri di ferro crea una condizione speciale di ordine e di contenimento, che per altre attività
grafiche non è richiesta.
Nella Casa dei Bambini essi hanno un'opportunità di scelta molto ampia tra colore dei fogli, sfumature delle matite e le
stesse dieci forme: scopriranno con il tempo come combinarle tra loro, con effetti di straordinaria armonia.
È proprio il confine del foglio, il fatto di dover sovrapporre con cura la cornice su di esso in modo
“che non si veda”, a spingere i bambini, attraverso la ripetizione del tutto spontanea di tale lavoro,
all’invenzione personale: non si trova mai un disegno uguale all’altro e persino quando due bambini “si copiano”, il tracciato o la coloritura risultano del tutto originali.
È molto importante anche che il bambino sistemi con ordine il suo materiale sul tavolo: il foglio sull’apposita tavoletta di cartone rivestita per rendere lievemente il tratteggio più morbido, il contenitore inizialmente con due o tre matite al massimo, per poi sceglierne e aggiungerne altre, uno o
più incastri con la loro cornice appoggiati su dei tappetini 20x20.
Questa preparazione favorisce uno stato di vigile attenzione e di calma anche nel bambino più irrequieto. Una precisazione: non sostituiamo i pastelli con i pennarelli che non consentono il gioco delle sfumature, né favoriscono la leggerezza del segno grafico.
“Non vi può essere un esercizio graduale del disegno fino alla creazione artistica, ma solo la
formazione dei meccanismi e la libertà dello spirito possono portare a tanto. Ecco perché noi
non abbiamo insegnato direttamente il disegno ai bambini, ma solo ve li abbiamo preparati
indirettamente, lasciandoli liberi nel misterioso e divino lavoro di riprodurre cose a traverso il
proprio sentimento. Il disegnare diventa allora un bisogno di espressione come il parlare...”
(L’autoeducazione pag. 471)
Grazia Honegger Fresco in Il Quaderno Montessori n. 114
3
Classe
Seconda
Scuola Natura: racconti di viaggio
È stata molto bella la nostra prima esperienza
a Scuola Natura. Siamo andati in tanti posti:
siamo stati da Gerry presso il giardino letterario,
dove ab-biamo colorato con i fiori e ci hanno dato delle
caramelle gommose.
Abbiamo fatto il laboratorio del faro, siamo andati al frantoio
e abbiamo mangiato la focaccia e visto le anatre e le oche.
Ci è piaciuto andare in giardino a giocare e poi quando disegnavamo. La cosa più bella che abbiamo visto sono i delfini all'acquario di Genova.
Elena Casaccia e Andrea Tommasini
L'ultimo giorno di Scuola Natura, prima di tornare a
Milano, siamo andati all'acquario di Genova e abbiamo
visto molti animali. Ci sono piaciuti molto i delfini e gli
squali.
Maximilian Goldie e Lorenzo Bianchi
Ben ritrovato Sergio! Ovvero, riprendono i lavori nell’orto per tutti i bambini della scuola
L'anno scorso abbiamo lavorato la terra per seminare delle piante.
Abbiamo girato la terra con il rastrello e la pala. In un pezzo dell'orto abbiamo piantato verdure e fiori.
Quando la verdura è cresciuta la siamo andati a raccogliere con le forbici e il coltello.
Quest'anno, tornati dalle vacanze, abbiamo raccolto le ultime verdure e preparato la terra per la semina.
Finalmente abbiamo ripreso a lavorare nell'orto dopo la pausa invernale: evviva!
Amiel Moro e Marco Bartolino
4
Classe
Seconda
Come lavoriamo in seconda?
Matematica
Il telaio serve per
fare le grandi
operazioni.
Il mercato serve per
imparare a dare il resto.
Servono: soldi finti, degli
oggetti e un cestino.
La tavola della divisione
serve per imparare a mente
le divisioni. Servono:
cartellini, 9 omini, perline
e una tavola.
Inglese
Animals jigsaw puzzle serve
per scrivere le parole in inglese.
Servono: carte con disegnati
degli animali e delle lettere.
La tombola di inglese
serve per imparare le
parole in inglese.
Servono una scatolina
e dei cartellini; si gioca
a coppie e si danno
tutte le carte.
Snap serve per imparare l'inglese: ci sono 20 carte con sopra delle figure, si
danno 10 carte a testa e si butta giù una carta ciascuno. Quando ci sono due
carte uguali si dice "snap" il più presto possibile. Chi lo dice prima si prende
tutto il mazzo. Vince chi ha più carte.
Geografia
I contrasti geografici
sono: il golfo e la
penisola, lo stretto e
l'istmo, il lago e l'isola.
Ricordiamo a chi avesse altre curiosità sui materiali montessoriani e sulle attività svolte in classe, di non perdere la meravigliosa iniziativa di Scuola Aperta. Una mattinata che offre
ai genitori di avere un punto di osservazione privilegiato
sulla vita scolastica dei figli e di partecipare, dalla terza in
poi, anche alle lezioni “specialistiche”.
Giada Massari e Marta Bacchini
Consigli di lettura
Un esperimento... cosmico
Per chi avesse voglia e tempo di approfondire,
consigliamo la lettura di “Come educare il potenziale umano”, il testo in cui Maria Montessori
espone il suo programma di educazione cosmica.
Spesso confusa con l’insieme
delle scienze, o pensata come
una delle tante materie del curricolo per la primaria, l’educazione
cosmica riflette la visione che la
scienziata aveva dell’uomo e della
vita sulla Terra e rappresenta il
pilastro della sua proposta educativa per la fascia d’eta dai sei ai dodici anni.
Classe
Terza
Abbiamo provato a
vedere come si distribuiscono i materiali sulla superficie
della Terra.
Noi abbiamo usato un barattolo per
fare questo semplice esperimento.
Se volete vederlo, abbiamo
preparato un'immagine interattiva
che trovate a questo link:
https://www.thinglink.com
/scene/761535886188871681
Buon divertimento!
Leone Zamparelli, Edoardo Roggero e Greta Roveda
5
Classe
Terza
Approfondimenti in Educazione Cosmica
Zampe da corsa
Il basilisco verde è il più grande e colorato basilisco del mondo.
I basilischi sono delle specie di iguane, loro vivono nelle foreste
del Nicaragua e dell'Honduras. Corrono, si arrampicano e nuotano.
Corrono con le zampe posteriori per non cadere, però certe volte usano anche
quelle anteriori. Mangiano insetti, piccoli mammiferi e certe volte pesci. Questo
rettile ha anche dei nemici: il coccodrillo è un brutto nemico per il basilisco verde.
Lui però sa camminare molto velocemente nell'acqua e riesce a scappare.
Emanuele Talia
L'oceano
L'oceano è veramente bello.
È pieno di pesci: pesce gatto, pescecane,
pescespada e molti altri.
Ci sono, però, anche i mammiferi:
balenottera azzurra, capodoglio, delfini e orche.
I delfini sono veramente giocherelloni: giocano anche con la palla.
Sono molto intelligenti; loro per respirare saltano.
Le balene e i capodogli sono mammiferi giganti: la balenottera azzurra pesa
quanto 30 elefanti e 1500 uomini. È l'animale più grande del mondo, addirittura grande quanto un brontosauro.
Le orche sono mammiferi terribili, chiamati anche "lupi assassini dell'oceano". Mangiano pinguini, pesci e molto altro.
Le meduse sono animali che hanno un "ombrello"
di cui non si sa ancora molto. Pungono noi uomini.
Gli squali sono pericolosi per tutti per gli animali e per l'uomo. Questo animale
mangia foche, pesci, delfini.
Gli uccelli marini vivono negli scogli del mare. Mangiano: pesci, granchi e
certe volte le piccole tartarughe.
La stella marina vive nelle profondità dell'oceano. Si muove molto lentamente
ed è di colore arancione e rosso.
Luca Panzacchi
Miscugli, soluzioni e sospensioni
Abbiamo partecipato ad un laboratorio di chimica, durante il quale abbiamo effettuato due esperimenti. Nel primo esperimento c'è stato chiesto di separare senza l'uso delle mani il solfato di rame (colore azzurro) dalla grafite (colore nero).
Dopo vari tentativi abbiamo capito che utilizzando come materiale un becher (piccolo bicchiere di vetro), un imbuto, dello
scottex e dell'acqua ci saremmo riusciti; il rame è sceso nel recipiente e si è separato dalla grafite.
Il secondo esperimento invece
consisteva nel separare, senza
spargere sul tavolo, dei pellet (pezzi
di plastica) di diverso colore e composti da differenti plastiche. Dopo
aver ragionato abbiamo scoperto
che i pellet avevano peso diverso
dunque mettendo dell'acqua nel
becher alcuni galleggiavano e altri
rimanevano sul fondo.
Giorgio Torchio
6
Incontro con Laura dell'associazione “Il Gabbiano”
Classe
Quarta
Il Gabbiano è nato 30 anni fa, con lo
scopo di stare tutti insieme. L'associazione
vera e propria è nata nel 1985. Le attività
che si svolgono sono: cucito, coro, arte, teatro,
danza-terapia, giochi e uscite. Il Gabbiano si occupa di persone disabili che non riescono a fare tutte le cose che facciamo noi, specialmente con ritardo mentale.
I ragazzi con un ritardo mentale si fermano con il cervello
di una persona di 11 anni, o 8 anni. Per queste persone è
molto difficile comprendere delle cose che per noi sono
semplici, non riescono a capire le cose astratte.
Con le persone disabili bisogna essere educati perché
alcune cose fanno fatica ad accettarle. Laura è una psicologa e parla con i genitori delle persone disabili e si
sente molto fortunata, perché queste persone le confidano
tutti i loro segreti.
Laura dai bambini disabili ha imparato che la felicità non è
per quello che facciamo, ma è dentro di noi, questa cosa
per me è molto bella.
I soldi al Gabbiano abbiamo donato,
con tanto impegno abbiamo lavorato.
Ci piace quest'associazione,
perché aiuta tante persone.
Il Gabbiano aiuta persone in difficoltà,
per donare loro tanta felicità.
Greta Guaineri
Eleonora Giai e Marta Valgoi
Grazie Laura per tutto quello che ci hai insegnato e per
il tuo bellissimo articolo in cui parli di noi, pubblicato sul
numero di marzo del mensile di zona 7 “Il Diciotto”.
Nonno Umberto: quando delle ciliegie mi salvarono la vita
Classe
Quinta
Il 27 gennaio è la Giornata della memoria, il giorno in cui si ricordano le persone morte nei campi di concentramento durante la Seconda guerra mondiale.
Il signor Umberto, il nonno di Sara, una nostra compagna, è un nonno davvero speciale, perché è sopravvissuto
allo sterminio degli ebrei, vivendo tante avventure ed è venuto a raccontarci la sua straordinaria esperienza. Siamo rimaste
molto colpite quando il nonno ci ha raccontato che una volta era a casa con i suoi amici e i suoi genitori quando, ad un
certo punto, hanno bussato alla porta due tedeschi con dei cani; la mamma e i suoi amici si sono nascosti dentro un armadio, mentre lui era rimasto lì, senza paura. I soldati sono entrati in casa e hanno appoggiato un elmetto sul tavolo; lì accanto c'erano delle ciliegie e lui le offrì ai soldati, che cominciarono a chiacchierare dimenticandosi di chiedergli la carta d'identità. Se gliel'avessero chiesta, si sarebbero accorti che era falsa!
I suoi racconti ci hanno stupito molto e ci hanno emozionato, ma ci è
anche dispiaciuto ascoltare che molte altre persone venivano uccise
Poesia per un nonno
ad Auschwitz. Tuttavia il signor Umberto è riuscito a raccontarci con
molto speciale
serenità una tragedia così grande, a volte facendoci addirittura sorridere con i suoi aneddoti. Ci ha insegnato, inoltre, ad essere coraggiosi,
Nonno Bruno caro,
perché lui non aveva paura, è sempre stato coraggioso ed è così che
sei proprio un uomo raro.
si è salvato!
Hai vissuto tante avventure
Emma
Visconti
e Joyce
Ticozzi
e non ti son mai venute paure.
Certo, sei stato fortunato
quelle ciliegie ti han proprio salvato!
Non sei potuto andare a scuola
e ti han tolto la parola.
Sai anche dipingere quadri bellissimi
ti aiutano a dimenticar quegli anni tristissimi.
Oggi il coraggio ci hai insegnato,
tutto questo da noi non verrà dimenticato!
Sara Tedeschi
7
Mille gare, quattro ruote!
Cari genitori,
vorrei rendervi partecipi del lavoro psicomotorio che da alcuni anni sto svolgendo con i vostri figli con l'obiettivo di aiutarli a “diventare grandi giocando”.
Da circa tre anni una bambina affetta da SMA frequenta la nostra scuola. Aurora si muove soprattutto con la sedia a rotelle.
Come spesso accade, le persone che operano nel campo educativo vorrebbero un'inclusione perfetta di tutti i bambini che
vivono all'interno di una comunità. Mi dissero di portare la bambina in palestra appena possibile, di fare dei giochi di gruppo, come lanciare una palla nel canestro e fare dei percorsi.
Pensai a lungo ad un lavoro da proporre che avesse un vero senso educativo-motorio e non nascondo la mia paura di
potermi trovare di fronte ad eventuali esternazioni emotive da parte della mia allieva. Il desiderio che nasce nel bambino,
entrando in un grande spazio come la palestra, è correre. Non mi sentivo sufficientemente preparata ed adeguata a rispondere ad una richiesta indiretta di contenimento. Non so se sono riuscita a trasmettervi il mio stato d'animo, ma cosa avrei
potuto dire ad Aurora se giustamente avesse manifestato la sua rabbia legata ad una parziale immobilità?
Alla fine, guardando gli occhi vispi della bambina e la serenità dei genitori che in ogni momento della giornata affrontano
le fatiche con un sorriso sulle labbra, accettai i miei limiti e provai a superarli. Osservai con molta attenzione i punti di forza
della bambina: curiosità, una brillante capacità di uso del pensiero, buona disponibilità espressivo-corporea.
La inserii nel gruppo di bambini più grandi (cinque anni di età) ed impostai un lavoro che potesse racchiudere dei veri contenuti e che fosse utile a tutti noi. La scelta dei bambini più grandi era stata fatta affinché Aurora potesse sentirsi a proprio
agio da un punto di vista di proposte comunicative verbali: era uno dei sui punti di forza.
Iniziai ad insegnare ai bambini a muoversi in tanti modi diversi stando a terra, utilizzando diversi passaggi posturali e a
sperimentare vari movimenti e posizioni, prima da soli, poi in coppia, poi in triade, ed infine all'interno di un piccolo gruppo. In questa nuova dimensione i bambini si resero conto di quante azioni avevano dimenticato, di quanta ricchezza di
movimento e di capacità avevano i loro corpi e di quanto fossero diversi uno dall'altro. Da un punto di vista psicomotorio,
in questa fase si sviluppa lo schema corporeo associato alla rappresentazione mentale: di conseguenza il bambino avrà
una maggiore consapevolezza di se stesso e sarà più predisposto ad aprirsi verso nuove relazioni.
In questa situazione, Aurora offrì ai suoi amici la possibilità di osservare modalità diverse di movimento perché, per un
bambino che vive in una parziale immobilità, ogni piccolo movimento per raggiungere una posizione diventa una propria
conquista. È un movimento ricco, preciso e non scontato. Per chi non vive in questa dura realtà il movimento è qualcosa
di automatico di cui non si è ben consapevoli. I nostri piccoli cartesiani, così come noi adulti, muovono il corpo in maniera
automatica usando solo una piccola parte di azioni nella loro quotidianità e il trascorrere del tempo porta ad una perdita
di consapevolezza delle infinite possibilità di movimento che il nostro corpo possiede cosicché, crescendo, si annebbia la
nostra "disponibilità corporea".
I bambini rimasero affascinati dalle proposte fatte da Aurora: lei stava bene in quello spazio di gioco e loro avevano potuto riscoprire e affinare passaggi posturali dimenticati.
A questo punto aggiunsi un elemento: il blocco di Wayer, un oggetto di legno a forma di parallelepipedo cavo di circa 15
centimetri per 30. La lezione si svolse con i bambini seduti sul blocco, che potevano muoversi liberamente nello spazio
ma solo stando seduti. Ora i miei piccoli allievi dovevano trovare la propria strategia per muoversi. Tutti trovarono una personale strategia, comoda e funzionale. A questo punto il gruppo era pronto per poter affrontare giochi più dinamici. Proposi
degli oggetti: palle di diverse dimensioni, cinesini, mattonelle, carta; e così, attraverso la sperimentazione attiva da parte
di ogni bambino, si andarono a sviluppare le funzioni di coordinazione oculo-manuale, quella visiva focalizzata e periferica e quella di organizzazione nello spazio. I bambini capirono soprattutto che stando seduti sul blocco dovevano adattarsi a ritmi diversi: impararono a conoscere la "lentezza".
Questo lavoro fu la parte più importante che mi permise di poter estendere nella quotidianità la consapevolezza della
"lentezza”. Mi spiego: quando osservavo Aurora mentre si muoveva sulla sedia a rotelle o con il deambulatore all'interno
della scuola, c'erano momenti in cui le insegnanti richiamavano il gruppo all'attenzione. Cosa accadeva? Ogni bambino
raggiungeva l'insegnante o un luogo con un proprio ritmo. Ora pensiamo al ritmo in cui cresce il bambino del 2000 e che
vive in una città come Milano: ebbene, la lentezza non gli appartiene! Intorno ad Aurora quindi si formava il vuoto. Era
solo una questione di velocità, nient'altro. Ma questo andava risolto. Il lavoro psicomotorio proseguì pertanto in questa
direzione per due anni.
8
Da quest'anno Aurora frequenta la classe prima della scuola primaria, e anche lei partecipa alle mie lezioni di educazione
fisica. Il programma prosegue sulla scia degli anni precedenti, ma l'approccio è più orientato sul versante di gioco-sport.
Nella scuola primaria da vent'anni esistono le "prove sportive", direi un'antica tradizione. Si tratta di una gara di classe:
ogni bambino deve eseguire delle prove adeguate all'età, che richiedono di mettere in atto le rispettive capacità coordinative: salto della funicella e lancio a canestro. Il risultato finale sarà la somma delle singole prestazioni. In questo modo
le classi dei più piccoli possono competere con quelle dei grandi. In primavera si ripetono le stesse prove e risulta vincente la classe che ha raggiunto il maggior numero di miglioramenti tra la prova invernale e quella primaverile.
Ma cosa vincono? I vincitori entreranno nel "librone delle gare sportive della scuola
Montessori", potranno mettere la loro fotografia e rimanere nella storia dei ricordi. Poi c'è
la cara coppa, sempre la stessa da vent'anni, che i vincitori conservano nella loro classe,
pulendola e custodendola con cura fino all'anno successivo. Se la passano da un vincitore all'altro.
Tornando alla mia piccola allieva, che cosa fare con Aurora? Partecipa, guarda o si fa
finta di nulla? Partecipa!!!
Così ho modificato solo la prova del salto con la funicella inserendo altre due prove: una
staffetta-slalom con sedia a rotelle e il lancio al bersaglio a distanze diverse in base alla
fascia di età. Ci siamo divertiti tanto: si rideva, ci si arrabbiava, non era facile manovrare
la sedia a rotelle, si voleva essere veloci e precisi. Che fatica! C'erano bambini che si
erano allenati a casa con la sedia a rotelle dei nonni e con Aurora davano agli altri consigli su come fare.
È stata una bella esperienza: tutti i bambini della nostra piccola comunità scolastica
hanno approcciato una realtà diversa dalla loro, non solo col pensiero ma con il corpo e
le proprie emozioni. Ho anche inserito dei momenti di condivisione dell'esperienza fatta,
ascoltandoli. Avevano tanto da raccontare.
Sono consapevole di avere osato nel fare tutto ciò che vi ho descritto e aggiungo che, davanti ad un credo che si basa su
conoscenze con fondamenti scientifici e pedagogici, non ci si può far fermare! E neppure pensare lontanamente che
sedersi su una sedia a rotelle per fare un percorso possa portare sfortuna.
Aurora sta insegnando a me e ai vostri figli ad essere realmente aperti nel vivere la diversità.
Daniela Bari
...e nel nostro giardino è arrivata la primavera!
L’angolo della poesia
Poesia su Roberto
Insegna a ballare e a suonare,
è molto simpatico e sa scherzare.
Se qualche nota non abbiam capito,
dopo le sue spiegazioni è tutto chiarito.
Certi bambini sono disubbidienti,
agli altri non sanno stare attenti!
Roberto non si lascia andare
la sua decisione non si può cambiare.
Roberto è bravo assai,
ad insegnare non molla mai!
Amalia Trebbi e Margherita Torchio
9
Editoriale della Direttrice
Dal POF al PTOF: cosa cambia?
La recente normativa definita della "Buona Scuola" ha introdotto alcuni cambiamenti significativi nel mondo della scuola
che rappresentano un elemento di forte innovazione e di stimolo nell'ottica di un miglioramento continuo.
Nell'ambito di questo processo, l'elaborazione e l'approvazione del Piano Triennale dell'Offerta Formativa (PTOF) hanno
rappresentato alcuni dei passaggi fondamentali che ci hanno visto coinvolti come Collegio docenti.
Ma che cos'è il PTOF? Il PTOF, oltre ad essere un acronimo quasi impossibile da pronunciare, è il documento fondamentale della nostra scuola, è la sua carta di identità.
Un'identità che, al di là delle differenze di ordine scolastico, si configura come espressione di una comunità educante, "un
centro alla cui attività devono insieme partecipare le famiglie, gli insegnanti, i vari tipi di associazioni a finalità culturali,
civiche e religiose, la società civile e tutta la comunità".
Da qui la scelta, operata come Collegio, di unificare quelli che fino a poco tempo fa erano due documenti ben distinti: il
Piano dell'offerta formativa di Casa dei Bambini e quello di scuola primaria.
Da questo punto di vista il PTOF presenta un'organizzazione dei contenuti contraddistinta da un'alternanza tra parti comuni e parti in cui vengono declinate le specificità di ciascuno dei due ordini. Al loro interno, in particolare, meritano attenzione il PAI e il PDM.
Il primo fa riferimento al Piano Annuale dell'Inclusività. Si tratta di uno strumento utile al Collegio docenti per sviluppare
una progettazione attenta ai bisogni di tutti i bambini, con uno sguardo particolare per ciascuno, nella direzione di una
sempre maggiore personalizzazione dei percorsi formativi non soltanto laddove ci sono bambini che presentano della
fragilità, ma anche laddove ce ne sono di "molto curiosi, capaci di imparare, e la cui storia permette di avere un obiettivo
personalizzato per crescere ancora di più, per diventare ancora più capaci".
Il PDM o Piano di Miglioramento invece, si configura come la descrizione di un percorso di miglioramento elaborato a partire dal Rapporto di Autovalutazione, una sorta di fotografia della nostra scuola che nasce dalle differenti percezioni che le
persone hanno e che ci permette di vivere la qualità non come qualcosa di dato per certo ma come ideale propositivo che
dovrebbe portarci a migliorare in continuazione.
Da questo punto di vista, allora, la qualità diventa la capacità di darsi degli obiettivi (declinati nel documento) a cui tendere
attraverso risorse umane competenti, motivate, appassionate, capaci di mettersi in gioco imparando anche dagli altri e
avendo sempre come punto di riferimento i bambini.
In questa direzione si inserisce la valorizzazione della formazione di tutto il personale, aspetto a cui nel documento viene
dedicato un apposito capitolo, in cui sono state declinate alcune modalità e tipologie pensate per il breve periodo.
Questo nuovo Piano dell'offerta formativa, elaborato dal Collegio docenti e approvato dal Consiglio di scuola avrà una
durata triennale, con la possibilità laddove lo riterremo opportuno alla luce anche dei cambiamenti in atto, di una revisione
annuale.
Elena Bertini
Associamoci!
Dal 1984, anno di fondazione, la Casa dei
Bambini Maria Montessori è gestita da
una Cooperativa di genitori senza scopo
di lucro. Fare parte della Cooperativa significa condividerne in maniera più efficace gli scopi e le azioni, partecipare a un
progetto che parte dal proprio bambino e
si apre sull'intera comunità scolastica. È
davvero sempice diventare Soci: una
domanda scritta e il versamento di una
piccola quota una tantum.
Siete tutti invitati a farlo!
Finalmente il 23 marzo abbiamo concluso l’iter con il Comune di Milano firmando l’atto di acquisizione dell’area scolastica per i prossimi 50 anni. A questo
punto possiamo confermare che i lavori
di ampliamento avranno inizio nel periodo estivo con termine settembre 2017,
intoppi burocratici permettendo.
In redazione: Anna Celata, Ilaria Imbasciati e Gaia Pagani
Ci sono degli argomenti che vorreste trattare? Volete farci avere commenti e suggerimenti?
Scriveteci a: [email protected]
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