Il topolino sbruffone
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Il topolino sbruffone
Marpi – Il topolino sbruffone settembre 2011 Il topolino sbruffone “Sono proprio forte!- disse tra sé e sé un giorno un topolino. Si era fermato accanto a un ruscello, perché gli era venuta sete. Guardando dalla riva verso il basso, aveva visto la sua immagine ingrandita, riflessa nell’acqua. Si era anche fatto la faccia feroce e si era quasi spaventato. Soddisfatto di sé, andò per il mondo con un altro piglio. Incontrò una chiocciola e le disse di spostarsi, perché altrimenti l’avrebbe picchiata. Quella come al solito si richiuse dentro il guscio. Il topolino interpretò il gesto come un segno di paura. E si allontanò ancora più contento. Si imbatté quindi in una talpa e le fece la stessa minaccia. Questa si mise a scavare in tutta fretta e sparì sotto terra. “Che bello!- si esaltò il topolino - Faccio proprio paura.” Per un po’ non vide più nessuno e anche questo fu per lui un segno da interpretare a suo favore: gli altri fuggivano prima ancora di essergli vicino, per timore delle sue reazioni. Il piccolo roditore non era mai stato così felice. “Finalmente – pensava – mi sono reso conto di quanto valgo!”. Sito folartisti.it Raccolta sugli animali dalle ombre verdi Marpi – Il topolino sbruffone settembre 2011 Improvvisamente si trovò sul suo cammino un giovane leone. “Spostati! – gli intimò il topolino – Altrimenti ti do un calcio e ti faccio male”. Il giovane leone restò fermo per lo stupore. Il topolino prese quell’immobilità come una sfida e gli diede un calcione. Il leone passò dallo stupore al riso. Iniziò a ridere per l’assurdità della situazione. Non la smetteva più di ridere, al punto che si gettò a terra in preda alle convulsioni per le sue risate. Il topolino interpretò quella caduta come una conseguenza del suo calcio e si allontanò appagato. Di lì in avanti non solo minacciava i malcapitati, ma raccontava anche che era stato così forte da riuscire a stendere a terra un leone con un calcio. Passò vicino a un cespuglio tra i cui rami cantava un grillo. Era vicino a uno stagno, sulla cui riva una rana stava sonnecchiando. Il topolino la vide, le si piazzò davanti e le rivolse la solita minaccia, accompagnata dalla consueta vanteria. Sito folartisti.it Raccolta sugli animali dalle ombre verdi Marpi – Il topolino sbruffone settembre 2011 La rana, con un balzo, si portò a debita distanza, pur non allontanandosi del tutto dal luogo dove stava trascorrendo la sua giornata. Il topolino si guardò intorno soddisfatto. “Stai attento, topolino sbruffone! – gli disse il grillo, che aveva assistito alla scena – tu stai sopravvalutando le tue forze.” “Vuoi sfidarmi? – rispose il topolino, sicuro di sé. “Io so valutare le mie capacità e non cerco grane – fu la risposta del grillo, che per sicurezza saltò più in alto. Il topolino si allontanò schernendolo, sempre più esaltato dalle sue convinzioni. Poco dopo passò vicino allo stesso cespuglio il giovane leone. “Sei tu che sei stato picchiato da un topolino? – gli chiese la rana, che non perdeva mai l’occasione di dimostrare che aveva una bocca larga larga. Il leone, stupito, non si ricordava neppure più dell’episodio e rispose di non sapere a cosa la rana si riferisse. La rana non vedeva l’ora di potergli raccontare dell’incontro appena avvenuto con il topolino. Riferì puntualmente e arricchì la narrazione con i suoi commenti sul fatto che i giovani d’oggi non sono più come quelli di un tempo, non credono più nei loro mezzi e basta poco per spaventarli. Il felino si rammentò dell’incontro con quel topolino strano, con un comportamento così buffo che lo aveva divertito. Gli venne in mente la sua minaccia che aveva preso per uno scherzo, tanto era evidente che non potesse fare sul serio. Rifletté poi sulla conseguenza dell’aver lasciato correre. Chiese quindi quale direzione avesse preso il suo “avversario”. La rana gonfiò il suo petto, orgogliosa del fatto che stava assumendo il ruolo di informatrice di un leone: chissà che invidia da parte di tutte le sue amiche. Sito folartisti.it Raccolta sugli animali dalle ombre verdi Marpi – Il topolino sbruffone settembre 2011 Questo episodio sarebbe diventato il suo argomento principale nei ritrovi in riva allo stagno, durante i tramonti estivi. Fu così che si affrettò a dire ciò che sapeva. Il leone cercò il topolino, lo raggiunse e con una zampa lo immobilizzò, se lo mise in bocca e se ne andò tranquillo per la sua strada. Il grillo pensò a quanto fosse importante la prudenza. Mentre stava riflettendo sulle tragiche conseguenze dell’errata valutazione della realtà da parte del topolino, vide il leone fermarsi e lo guardò incuriosito. Il giovane predatore in fondo era ancora un giocherellone: si sedette, poi si accovacciò e con una zampa estrasse il topolino dalla propria bocca, stringendolo con fermezza, ma facendo attenzione a non schiacciarlo. Lo sollevò e lo osservò qualche attimo tenendolo bloccato davanti al suo volto. Infine aprì le fauci ed emise un ruggito così potente che tutto il pelo del topolino, umido di saliva, si rizzò all’indietro. Anche le orecchie si allungarono all’indietro come spinte da un forte vento. Il leone emise un secondo rabbioso ruggito e, soddisfatto del risultato ottenuto, buttò il piccolo roditore nell’acqua dello stagno. Si allontanò quindi definitivamente da quel luogo e non vi fece più ritorno. Sito folartisti.it Raccolta sugli animali dalle ombre verdi Marpi – Il topolino sbruffone settembre 2011 Il topolino nuotò verso riva, ma prima di uscire dallo stagno aspettò il buio. Giunto il momento di andarsene, si guardò intorno a pelo d’acqua: voleva evitare d’essere visto. Il grillo aveva assistito a tutta la scena e si era fatto una bella risata. Per lungo tempo si mise a trillare di soddisfazione, perché non era morto nessuno e quel topo aveva auto la lezione che si meritava. Lo osservò mentre si avvicinava alla riva. Lo rivide quando decise di uscire dall’acqua al chiaro di luna, ma fece finta di nulla, per non umiliarlo ancora di più. Da allora il topolino, ogni qualvolta incontra un animale, si nasconde di corsa, un po’ per il grande spavento provato e un po’ perché si vergogna per la brutta figura che il giovane leone gli aveva fatto fare. Ovviamente tutti gli esseri viventi della foresta furono avvisati dalla rana e dalle sue amiche, così quel topolino, come tutti gli altri topini dopo di lui, non fece più paura a nessuno, tranne che … agli elefanti, perché nessuno ha avuto il coraggio di avvicinarsi a loro per informarli e questi ancora credono alla storia del topolino che con un calcio aveva atterrato un leone. Sito folartisti.it Raccolta sugli animali dalle ombre verdi