piazza armerina-d - gerso restauro opere d`arte srl
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piazza armerina-d - gerso restauro opere d`arte srl
Tratta dal sito http://www.villaromanadelcasale.it/ la visita delle sale nelle quali opera GER-SO s.r.l. 36 - TRICLINIO - triclinium Grandiosa sala tribsidata, nella quale il Dominus ospitava a pranzo gli ospiti di riguardo. In questa meravigliosa sala, i COMMENSALI consumavano, con grande piacere, copiose pietanze, servite dai domestici. Per prolungare tale piacere, spesse volte, si recavano nei VOMITORI e, tornati leggeri, riprendevano a gustare le pietanze. In corrispondenza delle absidi, trovavano locazione i LECTI TRICLINARES (lettini seminclinati) sui quali, i banchettanti, si distendevano per consumare i pasti. In questa grande sala TRICHORA sono raffigurate, dentro una cornice, le famose DODICI FATICHE di ERCOLE. Episodio della gigantomachia. la scena mostra i giganti Tifeo, Alcioneo, Agios, Efialte, Encelado La baccante Ambrosia che Dionisio salva trasformandola in pianta di vite La scena mostra i giganti trafitti dalle frecce scagliate da Ercole 37 - DIAETA DI ARIONE - diaeta Una stanza da pranzo e di soggiorno con abside, il cui pavimento musivo mostra la composizione di un delfino che salva il musico Arione che incanta con la lira gli abitanti del mare: tritoni, amorini, ippocampi e animali marini vari. Il tema del mosaico sta a simboleggiare un'esistenza felice, in piena armonia con la natura; e di questo spirito è permeata la descrizione pavimentale, che costituisce lo scenario ideale per le manifestazioni di vita gioiosa certo frequenti in questo ambiente di sfarzo. Osservando questa composizione musiva sembra di leggere un passo di Ovidio: "Egli con il suo canto tratteneva le acque correnti. Spesso il lupo che insegue l'agnello, fu fermato dal suo canto; si fermò spesso l'agnello che fuggiva l'avido lupo. Spesso sotto la medesima ombra giacquero i cani e le lepri, e la cerva stette su di una rupe, molto vicino alla leonessa”. L'abside raffigura Poseidone dio del mare. Presso i romani il fiume Tevere era considerato come una delle principali divinità tutelari di Roma. La scena musiva mostra Arione comodamente seduto sul dorso di un delfino, mentre è intento a suonare la lira a otto corde. La composizione è ricca di personaggi del tiaso:pesci, grifi, tritoni, centauri, nereidi, ippocampi, pantere, tigri, leoni, cervi, lupi. 39 - CUBICOLO MUSICI ED ATTORI - cubiculum La camera da letto per la figlia del padrone, nel pavimento della lunetta absidale sono raffigurate due ragazze, sedute su cesti di vimini, intente a intrecciare corone di rose. Nel pavimento della sala antistante l'abside è raffigurata un'altra scena divisa su tre registri. Ragazze che intrecciano corone di rose 40 - CUBICOLO PICCOLO CIRCO - vestibulum La composizione generale del mosaico è molto originale, in quanto combinazione di due motivi eterogenei: le quattro stagioni e i fanciulli aurighi del Circo. Il mosaico vuole glorificare in primo luogo il potere creatore della natura offerto dalle quattro stagioni; e non vi potrebbe essere testimonianza più eloquente del carattere rurale che in generale permeava la vita nel mondo antico. Le grandi ville del tardo impero romano, infatti, già si presentano come un piccolo mondo autosufficiente. Tutto quanto è necessario alla vita dei coloni si produce nel loro interno. Di qui l'invocazione del buon ordine delle stagioni che assicura i buoni raccolti In questo mosaico l'allegoria delle stagioni è simboleggiata dalle ghirlande che i volatili recano al collo in funzione anche di calendario agrario figurativo. La corsa di carri, tirati da coppie di piccioni selvatici, pavoni blu, fenicotteri rossi e bianchi, oche, guidata da fanciulli, si svolge in un circo, riconoscibile dalla spina con l'obelisco. La biga della scuderia russata (rossa) con i due volatili che portano intorno al collo una ghirlanda di fiori, interpreta la primavera. L'auriga vestito di bianco della scuderia albata (bianca) che incita con la frusta due oche che portano al collo collane di spighe simboleggia l'estate. L'auriga dalla scuderia veneta (azzurra) è tirata da due pavoni che portano ghirlande con grappoli d'uva e indica l'autunno. Infine, l'auriga verde appartenente alla scuderia prasina (verde) conduce alla vittoria la biga tirata da due colombi e riceve la palma della vittoria. Non a caso vince la scuderia verde che come abbiamo avuto occasione di dire, era favorita, nei ludi circensi, dall'aristocrazia senatoria romana. La composizione generale presenta due motivi: le quattro stagioni e i fanciulli aurighi del circo 41 - Vestibolo di Eros e Pan A sinistra si apre il vestibolo che immette nel cubicolo del Dominus. Il pavimento illustra una scena di lotta tra Eros e Pan alla presenza dell’arbitro con barbetta a punta che porta sul capo una corona di fiori, simboleggiante la inviolabilità della persona durante la funzione arbitrale. Eros è accompagnato da due fanciulli e da tre donne; Pan da un corteo dionisiaco formato da sileni, satiri e due menadi: dietro i contendenti, in alto, è un tavolo con il premio per il vincitore costituito dalla palma della vittoria e da due sacchi con 22.000 denari. Pan, dio dei pastori, dei cacciatori, del bestiame e dei boschi, è rappresentato con i capelli incolti, con la barbetta appuntita e con le corna di capra. Secondo alcuni Pan (ogni cosa) rappresenta tutte le cose: con le corna il sole e la luna, con il viso l’aria, con il folto pelo gli alberi e gli animali, col piede di capra la solidità della terra. In suo onore si celebravano i Lupercalia, feste di purificazione che si tenevano il 15 febbraio di ogni anno. Eros, che i romani chiamavano Amore e Cupido, è rappresentato come un bambino alato. Nell’anticamera i camerieri di fiducia (cubiculari) vegliavano sul sonno del padrone e nelle giornate di caldo gli facevano aria. Ma, forse, è bene sapere che i Romani erano più amanti del freddo che del caldo; fin da piccoli si abituavano a dormire d’inverno in stanze appunto piccole, non riscaldate, spesso chiuse solo da tende mobili, anziché da porte, acquistando così una maggiore resistenza alla vita all’aperto e alle malattie delle vie respiratorie Il letto ad un posto veniva accostato alla parete di fondo dell’alcova, mai col lato minore rivolto verso l’uscio del vano perché in tale posizione veniva sistemato il catafalco del morto. E a quanti ritengono che lo “ius primae noctis” cioè il diritto conferito al barone sulle vergini della baronia nella prima notte di nozze, fosse un’invenzione medievale, ricordiamo che presso i Romani vigeva già il “diritto di alcova”, che attribuiva al Dominus della villa il diritto di possedere tutte le schiave vergini. Il “modello di virtù” della donna romana legata alla tradizione ha subito un’evoluzione giuridica e un’emancipazione largamente permissiva. A partire dalla fine della Repubblica il matrimonio ha per obiettivo primario la procreazione di futuri cittadini degni della città. Amore e matrimonio non sono la conseguenza uno dell’altro, senza tuttavia voler negare l’esistenza di matrimoni felici. Sovente il matrimonio era combinato fra due famiglie unicamente per ragioni di interesse. Di qui muovono le ragioni di una poligamia di fatto che i romani praticavano per il piacere. La situazione degenera, a tal punto, che Giovenale e Marziale citano donne che si sono sposate 5 volte, e anche 10, in soli 5 anni. L’imperatore Vespasiano, scrive Svetonio, aveva molte concubine. Commodo possedeva addirittura un harem di 300 concubine, il biografo di Eliogabalo scrive che l’imperatore non dormì mai due volte con la stessa donna. Domiziano si concedeva lussuriose scorribande sessuali, compiacendosi di definirle “ginnastica del letto” La scena mostra un particolare del corteo dionisiaco Il pavimento mostra una scena di lotta tra Eros e Pan alla presenza dell'arbitro con barbetta 42 - FANCIULLI CACCIATORI - cubiculum Stanza con alcova rettangolare, sicuramente adibita a camera da letto per il figlio del DOMINUS. La scena a soggetto floreale, mosaicata nel pavimento dell'alcova è divisa in tre registri. Nel primo e secondo registro compaiono delle fanciulle che raccolgono rose e intrecciano nastri di rose. Nel terzo registro un ragazzo trasporta sulle spalle una pertica con appesi due cesti colmi di rose. Nella parte centrale della stanza, sempre su tre registri, sono raffigurati dei fanciulli intenti alla caccia. il mosaico mostra una scena di un ragazzo che prende al laccio un anatroccolo 43 - LA GRANDE BASILICA - basilica L'aula basilicale è la stanza regale. L'ambiente era costituito da una navata rettangolare (m.23,30 x 16,30) con ingresso adorno di due colonne e di una gradinata di accesso, in asse col centro del peristilio e in corrispondenza della terra fra i due mari raffigurata nel grande mosaico della caccia simboleggiante la città di Roma unificatrice dei popoli. In fondo un emiciclo o abside (m.11 x 6,5), originariamente doveva contenere una statua di Ercole. Al centro vi era un podio per il magistrato. Era la sala di rappresentanza per i ricevimenti nelle ville private dell'aristocrazia. Questo era un modo per il Dominus di esibire la propria posizione sociale di fronte alla clientela. Il problema dei rapporti fra basilica pagana e basilica cristiana è oscuro; ma e quasi certo che quest'ultima sia l'erede di quella, almeno sotto il profilo architettonico. la scena mostra un ragazzo che ha colpito con la lancia una lepre macchiettata 44 - VESTIBOLO DI POLIFEMO - vestibulum Gli ambienti 44-45-46 vengono interpretati come l'appartamento privato della Domina. Il vestibolo, o anticamera, è un ambiente (m.5,50 x 5,30) che introduce nel cubicolo con alcova, o vano letto, della Domina con scena erotica e con la sala absidata La scena musiva si svolge in una grande caverna dell'etna. Polifemo, raffigurato con barba folta e capelli annodati a onde, è seduto. Il mosaico pavimentale illustra la scena omerica di Ulisse, l'eroe greco che incanta Polifemo, mostro con un solo occhio in mezzo alla fronte, che aveva divorato, in tre pasti, sei suoi uomini. Ulisse poi durante la notte approfittando del fatto che il Ciclope, per effetto del vino donatogli era caduto in un sonno profondo, dopo aver reso aguzzo un palo glielo conficcò nell'unico occhio accecandolo e, potendo così sfuggirgli assieme ai compagni. L'astuzia, l'eloquenza di Ulisse vincono sulla forza bruta espressa dal gigante Polifemo,annodata intorno al collo si vede una pelle di pecora o di asino. Il mosaico illustra Polifemo Il mosaico pavimentale illustra la scena omerica di Ulisse, l'eroe greco, che incanta Polifemo 45 - CUBICOLO DELLA FRUTTA - cubiculum La sala absidata della frutta completa l'appartamento della Domina. Il mosaico rappresenta dodici medaglioni di alloro (la pianta di Apollo) comprendenti varietà di frutta. È una ricca rassegna di frutti saporiti che cantano la gloria dell'agricoltura. I frutti sono auspicio di fertilita' e fecondita'. Sono raffigurati i fichi di cui si contavano non meno di 44 specie diverse; le mele di cui si conoscevano 32 varietà; l'uva di cui vengono menzionate numerosissime varietà; i melograni importati da Cartagine; la pesca importata dalla Cina attraverso la Persia all'inizio dell'Impero; i limoni la pianta medicinale e le castagne. 46 - CUBICOLO CON SCENA EROTICA - cubiculum Questo è una delle sale private della Domina. Nel vano letto con alcova rettangolare, un grande medaglione centrale con scena erotica, illustra due amanti, seminudi e abbracciati La figura maschile tiene nella mano sinistra un recipiente e regge una cesta di frutta. La donna è adorna di una pettinatura imperiale, e orecchini. Al braccio destro porta un braccialetto, un cerchietto al piede, una guaina per reggiseno. La Domina romana non portava né sciarpe, né fazzoletti, ma si copriva con quanti gioielli vistosi poteva: collane, spille, orecchini, diademi, braccialetti d'oro e pietre preziose. Lollia Paolina andava in giro con quaranta milioni di sesterzi (2000000 di euro ) sparpagliate addosso sotto forma di pietre preziose, di cui Plinio annovera più di cento specie. Era il modo di ostentare la ricchezza della famiglia, la floridezza dei suoi commerci. Per i romani esistevano due categorie di donne, da una parte quelle di nascita libera, madri o future spose; dall'altra, tutte le rimanenti. Il concetto di "condotta onorevole" aveva senso solo verso le prime. Le quattro cornici esagonali che coronano il medaglione centrale figurato, sono decorate da busti femminili rappresentanti le stagioni. La testa cinta da una corona di spighe rappresenta l'estate, quella che tiene in mano un fiore è la primavera, quella che tiene un ramo l'inverno, quella cinta di un grappolo d'uva è l'autunno.