Iris - Un amore vero

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Iris - Un amore vero
Iris - Un amore vero)
(GB-USA, 2001)
colore, durata: 91’
regia: Richard Eyre
soggetto: da Elegia per Iris di John Bayley
sceneggiatura: Richard Eyre, Charles Wood
fotografia: Roger Pratt; montaggio: Martin Walsh
scenografia: Gemma Jackson; costumi: Ruth Myers
musiche: James Horner
interpreti: Judi Dench (Iris Murdoch), Kate Winslet (Iris Murdoch da giovane), Jim Broadbend (John
Bayley), Hugh Bonneville (John Bayley da giovane), Penelope Wilton (Janet Stone), Juliet Aubrey
(Janet Stone da giovane), Timothy West (Maurice), Samuel West (Maurice da giovane)
premi principali: Oscar e Golden Globe a Jim Broadbend come miglior attore non protagonista
British Academy Film Awards a Judi Dench come miglior attrice protagonista
Considerata “la donna più brillante d’Inghilterra” Iris Murdoch, romanziera e filosofa morì di
Alzheimer nel 1999. Nata a Dublino nel 1919 la sua eccezionale personalità divenne un’icona
per la sua generazione; scrisse 25 romanzi, gialli psicologici dalle trame bizzarre in cui il macabro si mescola a situazioni da commedia. Difficile da inserire in un genere preciso, Iris
Murdoch pubblicò il suo ultimo libro nel 1996 e nel 1997 le venne diagnosticata la malattia
che la portò alla morte in meno di due anni.
Il regista Richard Eyre, direttore artistico del Royal National Theatre e vincitore di molti premi per la sua attività teatrale, debutta al cinema ispirandosi alla straordinaria e toccante storia
d’amore tra Iris Murdoch e il critico letterario John Bayley.
In un puzzle prodigiosamente calibrato tra gli anni della giovinezza della scrittrice e il periodo
finale della sua vita, controllato dalla malattia, Eyre racconta con intensa partecipazione la
storia di una relazione d’amore profonda e sincera durata quarant’anni. In un montaggio in cui
le immagini del presente si mescolano a quelle del passato giovanile di Iris, si svolge il
dramma della scrittrice che rapidamente perde coscienza di sé a causa di una malattia che
sembra accanirsi proprio su quella personalità brillante e carismatica che l’aveva resa famosa
e così affascinante.
Mentre Iris si dissolve gradualmente, il marito John le resta incondizionatamente devoto, tentando di prendersi cura di lei quando a malapena riesce ad occuparsi di sé.
Una storia d’amore raccontata anche dalla bravura di due attrici che riescono persino a somigliarsi. L’Iris giovanile di Kate Winslet e quella dell’età matura di Judi Dench non si contrastano mai, sebbene il montaggio le avvicini tanto da confonderle. Lo spirito e sensibilità dell’una si armonizza perfettamente al carisma e alla maturità dell’altra.
Grande abilità degli attori e del regista che attraverso lo strategico e continuo passaggio dal
passato al presente allontana il rischio del facile e lacrimevole sentimentalismo.
Valeria Chiari, in FilmUP.com
La radiografia della testa di Iris Murdoch, romanziera filosofa dublinese morta nel 1999, è perentoria. L’Alzheimer, inesorabile, trasforma il cervello in una landa nera e vuota. Cancella
anche i mondi segreti e nascosti nei quali la protagonista ha continuato a rifugiarsi per quaranta anni e dai quali è tornata dal marito, il critico letterario John Bayley. È lui, nel suo libro Elegia per Iris (Rizzoli), a raccontare la cronaca di un amore intellettuale e di un matrimonio
poco convenzionale e non esclusivo, etichettato come bohèmien.
Enrico Magrelli, “Film TV”, 5 marzo 2002
È una lunga storia d’amore, dagli anni Cinquanta ai Novanta, dalla felicità erotica alla demenza della malattia. Kate Winslet e Judi Dench recitano benissimo il personaggio in gioventù e
in vecchiaia; l’esistenza della scrittrice fu molto meno angusta e domestica di quanto appaia
nel film.
Lietta Tornabuoni, “La Stampa”, 22 marzo 2002
Ritratto della grande scrittrice anglo-irlandese, dei suoi 43 anni di sodalizio con lo studioso
John Bayley, della sua lotta contro l’Alzheimer. Scegliendo il punto di vista di Bayley, Iris Un amore vero omette i molti amanti, anche illustri, per dettagliare intimità e devozione. Bel
cast: Bayley è Jim Broadbent, Murdoch è prima Kate Winslet poi, da vecchia, Judi Dench, intrepida nel dar forma al lento e devastante naufragio. Tutti e tre candidati all’Oscar.
Fabio Ferzetti, “Il Messaggero”, 22 marzo 2002
Per raccontare la storia della grande scrittrice inglese, Iris - Un amore vero assume il punto di
vista del suo compagno. La narrazione si articola sul contrasto tra ricordi di lui, nitidissimi e
struggenti, e la perdita, da parte di lei, di quell’immenso patrimonio d’intelligenza e amore.
La sceneggiatura ha il merito di non ingessare la protagonista in un “santino”, soffermandosi
anche sulle difficoltà di coppia e sull’esuberanza sessuale di lei. Tutta l’alternanza tra le due
diverse epoche gravita intorno a un periodo molto circoscritto della memoria dell’uomo, che
nei flashback ci propone un’immagine di Iris trasgressiva (lei che nuota nuda, calata nelle
forme generose di Kate Winslet), romantica e un po’ datata, lasciando fuori-scena lunghi decenni di vita assieme. Ciò corrisponde, è vero, alla struttura dei libri di memorie che Bayley
ha dedicato alla moglie; nella versione cinematografica, tuttavia, lascia come un senso
d’insoddisfazione. Se il title rôle è dedicato a Iris, la scelta di Jim Broadbent per la parte di
Bayley vecchio regala un’interpretazione da fuoriclasse: curiosa, la candidatura all’Oscar come non protagonista. Altra candidata alla statuetta, Judi Dench porta in dote al personaggio
della donna senza ricordi tutta la sua memoria di grande attrice.
Roberto Nepoti, “la Repubblica”, 23 marzo 2002
Dice il regista Richard Eyre, bella tempra di teatrante, che Iris, la vita della scrittrice inglese
Iris Murdoch, non è né una biografia né una fiction, ma si inserisce nello spazio poetico che
c’è tra le due. Commovente perché rimbalza da una cosa vera e tangibile come una malattia, il
film si ispira a Elegia per Iris (Rizzoli), toccante libro di memorie del prof. John Bayley, che
fu per 43 anni marito della dublinese Murdoch e la assistette con amore durante gli anni del
morbo di Alzheimer, fino alla morte l’8 febbraio 1999. Se è vero che il cinema ha riscoperto
la cognizione del dolore e le rimozioni del lutto, Iris parla di morte in modo non retorico,
commovente ma non ricattatorio, alternando spazio e tempo per mostrare anche la giovane
Mrs Murdoch, studentessa in bicicletta nella Oxford anni ’50, acuta, ribelle, prodiga, bisessuale. Se la scenografia è quanto di più inglese-loseyano si possa immaginare, se la costruzione a incastri temporali tra gioventù e vecchiaia è molto classica, se la vera personalità intellettuale della Murdoch rimane un poco nell’ombra, il regista prende al cuore quando racconta
come si dissipa il patrimonio della mente di fronte alla malattia, il rapporto tra pensiero, espressione e linguaggio e quando racconta la quotidianità dell’affetto coniugale. Certo, ci volevano grandi attori ed Eyre li ha trovati, sono tutti e tre pronti all’Oscar: Kate Winslet è piena
di entusiasmo, Jim Broadbent ha meravigliose sfumature e gli occhi di Judy Dench che guardano nell’infinito ormai senza più senso, sono uno dei regali più belli del cinema di oggi.
Maurizio Porro, “Corriere della Sera”, 23 marzo 2002
prossimo film:
Espiazione
(Wright, 2007)
25 novembre, ore 21
tratto dall’omonimo romanzo di Ian McEwan