Brevi da... - ilio masprone
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Copertina 119 DEF.fh11 30-12-2008 15:45 Pagina 1 C Colori compositi M Y CM MY CY CMY K Copertina 119 DEF.fh11 30-12-2008 15:45 Pagina 2 C Colori compositi M Y CM MY CY CMY K FoglioEuropeo 119 DEF.indd 1 30-12-2008 16:39:15 5 8 10 18 22 24 28 34 Editoriale 2009: un anno non facile anche per gli Italiani nel Mondo Miami, al Boat Show vince il design italiano Il “gotico” in Francia e in Italia Tendenze spirituali e di stile a confronto: Art Basel in Miami Alla conquista dei ghiacci artici Molta l’italianità coinvolta nell’operazione nordica Vino nostrum sulla Piazza Rossa Golosità Italiana a tutti i costi è il monito dei maestri pasticceri Lusso estremo in stile italiano Monte-Carlo sommario 38 40 52 54 58 60 62 68 72 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 2 La serata del Comites, tra bilanci e previsioni Brevi da... Monte-Carlo e Costa Azzurra L’arte Futurista di Marinetti celebra i suoi cent’anni al Centre Pompidou Parigi Brevi da... Parigi Nuovo Console a Ginevra Incontro con Alberto Colella Ginevra Martini Nights al Richemond Brevi da... Ginevra Il Congo incontra l’occidente Londra Soho: alla ricerca dell’italianità perduta 30-12-2008 16:39:30 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 3 74 78 82 85 90 94 100 104 Brevi da... 107 110 114 118 120 124 Brevi da... Londra L’architetto Francesco Stella ricostruirà il Castello Imperiale di Berlino Berlino Germania e Italia unite nella lotta alla criminalità organizzata Brevi da... Berlino Fabrizio Rongione, un giovane attore italiano che vive a Bruxelles Bruxelles Brevi da... Bruxelles Milano La Rosa: “il manichino è un’opera d’arte” Macef Milano 2009... Tutto per la casa e non soltanto... Milano Qui Roma Eventi & manifestazioni Le rubriche Italiani nel Mondo Informazioni utili per gli Italiani all’estero Arte & dintorni Nove artisti in mostra a Monte-Carlo Cinque stelle & tre forchette Gli imperatori di New York City Letture & poesie “Il Mercante di Utopie” - “L’ascolteranno gli americani” “L’Europa di Coppet 1780/1820” 30-12-2008 16:40:19 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 4 30-12-2008 16:40:46 2009: un anno non facile anche per gli Italiani nel Mondo Di Ilio Masprone [email protected] Berlusconi e il suo Governo dimenticano gli Italiani nel Mondo. N ell’augurare un anno quanto meno sereno a tutti i nostri lettori, “Italiani nel Mondo” compresi, sappiamo bene che non andiamo verso un periodo facile, per questa crisi economico-finanziaria che attanaglia il mondo intero. Ma la notizia è ancora un’altra: non sarà nemmeno un anno felicissimo per gli italiani che vivono all’estero, perchè sembra proprio che questo Governo non abbia nessuna intenzione di incrementare i buoni rapporti con l’elettorato italico che vive oltre frontiera. Non passa giorno infatti senza che sui siti internet e su alcuni giornali, pochi per la verità (la stampa in genere non ama affrontare il problema, per non parlare poi della televisione), si legga di parlamentari di collegi esteri che lamentano un’assenza totale di interesse nei confronti degli italiani nel mondo, a differenza di quanto accadeva con l’esecutivo precedente nel quale operava un Sottosegretario, Franco Danieli, sempre attento ai problemi sociali ed economici degli italiani, soprattutto appartenenti alle fasce più deboli, che in certi Paesi esteri vivono realtà molto difficili. Eppure era stato proprio il Centro-destra, due legislature fa, con quell’“eroe” dell’Onorevole Mirko Tremaglia di AN, a lanciare il progetto di far votare gli italiani nel mondo. E adesso lo stesso governo Berlusconi si dimentica di loro, mentre al Ministero degli Esteri (che degli italiani nel mondo dovrebbe essere la sede istituzionale) regna la più grande confusione, al punto che non esiste nemmeno più un Sottosegretariato vero e proprio, ma solo un semplice delegato che non sa che pesci pigliare. Per non parlare poi dei fondi tagliati al lumicino da una Finanziaria che nemmeno fa cenno a questo problema. D’accordo che nelle due ultime consultazioni l’elettore italiano all’estero non è stato molto favorevole a questo esecutivo, ma non è una buona ragione per dimenticarsi di 4 milioni di elettori. E c’è da sottolineare che i pochi consensi da parte dell’elettorato estero nei confronti dei partiti attualmente al governo non sono imputabili alla sinistra (comunque più abile nel promettere durante le campagne elettorali) ma piuttosto ad un Centro-destra che non è stato capace di organizzarsi e che ha messo a segno dei favolosi autogoal. Anche questa considerazione, comunque, non giustifica un comportamento distaccato al limite del menefreghismo. Un pò come dire: non ci avete votato, adesso arrangiatevi. Parliamo tanto di unità nazionale, di creare rapporti con questo o quest’altro Paese straniero, e poi ci dimentichiamo dei nostri stessi compatrioti. Ci dimentichiamo che se oggi l’Italia ha una certa fama e un’immagine internazionale lo si deve, in modo particolare, proprio a coloro i quali, a suo tempo, hanno aperto la strada ad affermazioni commerciali nell’esportazione che fanno molto comodo all’economia di casa nostra. E per ringraziare gli italiani che vivono e lavorano all’este- ro, caro Presidente del Consiglio, questo non è certo il modo migliore. Prima o poi si dovrà ancora votare e allora, cosa si potrà fare per cercare di recuperali all’ultimo momento? Non sarà poi troppo tardi? All’estero c’è un’altra Italia, anche nei numeri, c’è un popolo che vuole mantenere le proprie tradizioni, i propri legami con il Paese d’origine, c’è un popolo che appena può ritorna anche solo per le vacanze e poi riparte con un groppo alla gola. Insomma c’è la dignità di un popolo che eleva quotidianamente il nome dell’Italia all’estero e che non merita di essere dimenticato. Eppure al Ministero degli Esteri opera un Ministro, l’Onorevole Franco Frattini, efficiente e scrupoloso, che singolarmente ha sempre riservato ai nostri connazionali attenzione e premure, soprattutto nei casi più drammatici, anche quando era Vice Presidente della Commissione Europea. Neanche lui, evidentemente, riesce a convincere il suo stesso Governo ad accordare una certa priorità a quell’altra Italia, che non pretende se non attenzioni doverose come, ad esempio, che le siano riconosciute le pensioni, un minimo di assistenza sociale, che il Governo le venga incontro nel risolvere problemi di ordine burocratico. Insomma non chiede la luna, chiede pari dignità, solo questo. Abbiamo il diritto di negargliela questa dignità? Caro Presidente faccia in modo che questo 2009 sia l’inizio del ricupero degli errori fatti in passato. Veda di non commetterne altri, l’Italia su di Lei conta molto. Vuole deluderla quell’altra Italia? Buon Anno anche a Lei. 5 Campagna Abbonamenti 2009 al mensile “Il Foglio Italiano” sul sito web: www.foglioitaliano.com editoriale FoglioEuropeo 119 DEF.indd 5 30-12-2008 16:40:57 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 6 30-12-2008 16:41:05 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 7 30-12-2008 16:41:30 8 Miami, al Boat Show vince il design italiano FoglioEuropeo 119 DEF.indd 8 30-12-2008 16:41:49 MIAMI Di Luciano Sportiello [email protected] L a ricostruzione socio-culturale prima, ed economico-finanziaria dopo, con l’elezione a Presidente degli USA dell’afro-americano Barack Obama (che si installerà alla Casa Bianca il venti di questo mese), ha fatto da sfondo all’International Boat Show, organizzato a Fort Lauderdale, anticamera dello Yacht & Brokerage Boat Show di Miami. L’evento, conclusosi nel novembre scorso, patrocinato dal Console Italiano Marco Rocca e da Marco Ferrari dell’Italian Trade Commission, ha messo in risalto designer italiani che continuano ad esportare lo Stile Italiano: sono stati loro, infatti, i veri protagonisti sul palcoscenico di questa 49° edizione che si è sviluppata sull’enorme superficie della marina cittadina abbracciando l’imponente ossatura logistica; la rete di mezzi di trasporto (water taxi, shuttles ed autobus) ha reso, di fatto, questo evento il più imponente Boat Show al mondo. E’stato calcolato che la spesa per la sua realizzazione, sommata al valore delle barche esposte, con l’aggiunta di tutte le apparecchiature tecnologiche e le migliaia di accessori necessari, si è aggirata intorno ai “tre bilioni di dollari!”. L’applicazione dell’architettura navale nell’ambito della profes- FoglioEuropeo 119 DEF.indd 9 sione dell’Interior Yacht Designer ha partorito uno dei settori più fecondi dell’economia italiana che, unitamente al conseguimento di un superbo livello nella ricerca progettuale sotto una molteplicità di aspetti (quello relativo alla forma ed allo spazio oltre che quello relativo alla tecnologia ed alla produzione), ha consacrato il nostro Paese al primo posto nel settore a livello internazionale. La raffinatezza e la superlativa tecnica raggiunta dai nostri artigiani navali ha evidenziato una capacità di realizzazione e di creazione del prodotto che sono diventati marchio e vanto nazionali. Infatti, nell’approccio alla progettazione navale, il designer deve conoscere e risolvere problematiche di uno spazio sia statico che dinamico; spazio che sarà fruito in modo diverso da qualunque altra tipologia architettonica in una zona di confine tra due elementi, l’aria e l’acqua. Forse per merito del nostro innato istinto italiano, di conoscere ed interpretare il mare, i nostri artigiani hanno saputo offrire all’utente un prodotto finale in grado di coniugare in maniera intelligente le esigenze ora sportive, ora di vacanza, con un consapevole rispetto dell’ambiente circostante. Le progettazioni realizzate, la capacità artistica e l’inconfondibile gusto estetico, ha consacrato - lo ribadiamo - il settore del yacht design italiano, quale unico settore dei beni di lusso che si sono sempre segnalati degli incrementi marginali di sviluppo nonostante le frizioni economiche conseguenti alla crisi finanziaria e alla instabilità dei mercati internazionali. Gli Stati Uniti hanno sempre rivestito un ruolo di primo livello nel palcoscenico internazionale dell’industria delle barche e qui, oltreoceano, è celebre invece l’industria italiana dei megayacht. Secondo una recente statistica pubblicata nel Global Order Book, sei dei dieci mega-yacht costruiti in Italia rientrano nella top-ten della produzione internazionale. La campagna promozionale del Made in Italy è uno dei principali aspetti sul quale hanno lavorato l’Italian Trade e il Ministero dell’Economia e dello Sviluppo; forum di discussioni tecniche e di scambi di idee, è stato il Club Italian Lounge, organizzato dall’Italian Trade in collaborazione con Fucina (Unione Nazionale Cantieri Industrie Nautiche); inoltre all’interno erano stati ospitati seminari tecnici che hanno approfondito la valenza specialistica dell’industria italiana. Successivamente, il Club Italia Lounge aveva organizzato l’evento Yacht After Dark con il sostegno del Yacht International e del Wall Street Journal: la manifestazione mirava a coniugare richieste e curiosità dei consumatori con quelle dei venditori, creando un’ambiente unico per disquisire sulla qualità degli yachts italiani e sull’eleganza dello Stile Italiano. Infine, a Miami, nei giorni successivi alla chiusura dell’evento, il Tour Operator Italiano Lynx International Inc. di Luciana Saliani e l’anfitrione Maria Luisa Pizzorni, hanno ospitato un raffinatissimo party con la partecipazione di grandi ospiti e la presenza di coloro i quali hanno contribuito a ribadire lo Stile Italiano. Quest’ultimo evento ha inoltre sottolineato l’unione e lo spirito patriottico, la concretezza e l’entusiasmo di una comunità sempre in fermento e desiderosa di affermare la presenza e il dinamismo in tutte le attività capaci di esaltare l’indiscutibile è sempre amata patria, nonostante ci sia l’oceano a dividerla. 9 30-12-2008 16:41:57 10 Tendenze spirituali e di stile a confronto: il “gotico” in Francia e in Italia FoglioEuropeo 119 DEF.indd 10 30-12-2008 16:41:59 Nella pagina a lato, il Duomo di Milano. Sotto, Notre Dame PARIGI A cura di Silvana Rivella [email protected] L a “ville lumière” non smette di stupire chi vive a Parigi o l’ha visitata durante le feste; e chi non ha mancato di assistere alla Messa di mezzanotte a Notre Dame, attraversandone la profonda ed alta navata non ha potuto non avvertire un moto di profonda ammirazione per questa stupenda Cattedrale gotica, le cui linee convergono al Coro, uno dei più antichi dello stile e che nel medioevo volle riassumere la potenza di Dio e la grandezza della Francia. Fino all’Epifania, sul parvis ci sarà il fantastico albero di Natale, mentre i concerti delle festività si susseguiranno fino alla fine di gennaio; specialmente commoventi quelli per organo e quelli cantati dal coro dei fanciulli. E in Italia? Si possono provare le stesse emozioni visitando molte chiese famose, e specialmente il Duomo di Milano, che è l’unica cattedrale davvero assimilata al gotico d’oltralpe: un monumento staordinario i cui marmi, grazie ad un sapiente e paziente restauro, hanno recentemente riacquistato tutta la loro la loro ineguagliabile luminosità. “Fiat Lux!” “Fiat lux!”: l’Europa dei secoli XII e XIII aspirava al sogno dell’unità e e dell’ordine, ma era anche fortemente attratta dall’idea di ragione e volontà divine; tra il 1130 e il 1150 questo dualismo diede luogo nell’ Île-de-France ad una architettura ispirata al realismo di Platone, fatto di ragione, amore mistico e osservazione della materia. In Italia ma anche solo a sud della Loira, l’azzurra luminosità del cielo che entrava a fiotti dalle finestrelle romaniche faceva rilucere gli splendidi mosaici e risaltare a sufficienza i vividi colori degli affreschi, e la fresca penombra data dai muri spessissimi era gradita ai fedeli. Mail modulo strutturale romanico nel clima nordico dell’ Île-de-France rendeva gli edifici lugubri e scuri, così venne defini- FoglioEuropeo 119 DEF.indd 11 11 tivamente abbandonato nel 1144, quando Luigi VI il Grosso e l’abate Suger decisero di ritoccare le pareti del coro della reale abbazia di SaintDenis vicino Parigi per accogliervi le spoglie del santo. L’arco romanico a tutto sesto non permette di praticare grandi aperture, perchè non si può immaginare di elevare la volta senza rinforzare le pareti atte a sopportare il peso che ne risulta. La volta ogivale, invece, concentra il peso su pilastri e così, nelle pareti che non devono più sopportare il peso dell’intera struttura è possibile praticare spazi aperti, tanto luminosi da essere via via riempiti con vetrate colorate; esse rappresentano edificanti vite di santi, scene bibliche e di vita quotidiana, costituendo un vero e proprio “catechismo” in immagini per istruire i fedeli. Il cielo nordico d’oltralpe fece anche lungamente dissertare Vitellion, monaco intellettuale del XIII secolo, sulla differenza tra luce divina( che è Dio stesso) e luce fisica (che di Dio è la manifestazione): Vitellion attribuì alle immense invetriate gotiche la trasformazione della seconda nella prima incaricandole di far penetrare la protettiva presenza di Dio nella cattedrale. Nel tempo, gli architetti francesi cercarono, trovandole, tutte le soluzioni atte a fare della cattedrale gotica un’immagine della Gerusalemme celeste, tanto che quando l’Huysmans si convertì al cattolicesimo così commentò nel suo saggio“La Cathédrale”: “...nella chiesa gotica le schiene si raddrizzano, gli occhi bassi si alzano, le voci sepolcrali diventano coro d’angeli...”, immagini davvero suggestive della spiritualità dello stile. 30-12-2008 16:42:12 secolo fu chiamato “francese” o “francigenum opus”. Dal semplice e “primitivo” fino al complesso “flamboyant”, lo stile continuò a chiamarsi così fino a quando, nel 1550, Giorgo Vasari, che assieme agli Umanisti si augurava un ritorno alle forme spoglie e pure dell’Antichità classica, gli cambiò nome definendolo “arte barbarica”; e poichè i Goti erano quel popolo germanico il cui esercito, comandato da Alarico, aveva osato invadere l’Italia espugnando e mettendo al sacco la stessa Roma nel 410, da qui il nome. Bisogna dire che il disprezzo per il gotico perdurava nella stessa Francia ancora alla fine del 1700, quando Sopra, l’albero di Natale sul parvis di Notre Dame a Parigi. A destra, a volte le vetrate gotiche illustrano la vita di tutti i giorni. 12 Sopra, l’albero di Natale in Piazza Duomo a Milano. “Gotico”: nome barbaro d’italica invenzione Arte insieme aristocratica e popolare, specchio del’universo e dell’anima, il nuovo stile che s’impose e perdurò fino alla metà del XVI FoglioEuropeo 119 DEF.indd 12 durante il quale in Italia la corrente “gotica” era già stata largamente soppiantata da quella straordinaria “rinascita” culturale e filosofica che fu la “Grande Officina” del Rinascimento Italiano. Mostri, misteri e gotiche meraviglie Nell’immaginario collettivo, l’architettura gotica è soprattutto quella delle maestose cattedrali, ricche di guglie e pinnacoli, di arditi archi rampanti e contrafforti,di gocciolatoi mostruosi che sporgono, invadenti, dalle superfici decorate; quella della Sotto, immagini mostruose popolano sovente l’immaginario si prospettò addirittura l’idea di abbattere e ricostruire in stile classicheggiante la cattedrale simbolo di Parigi, la magica Notre-Dame. Progetto che fu sventato dallo scoppio della Rivoluzione, la quale però, imponendo la vendita o l’abbandono dei beni ecclesiastici, causò la sparizione di molti capolavori dell’architettura gotica, tra i quali spicca l’importantissima abbazia cistercense di Cluny. Quando, nel XIX secolo, nacque il Romanticismo, si sviluppò un rinnovato interesse per il medioevo: il nome dato all’arte “gotica” perse ogni connotazione negativa e molti storici dell’arte ne rifiutarono l’origine “barbara”, definendo il rapporto con il “romanico”, che cronologicamente lo precede, non come una rottura, ma come una straordinaria evoluzione architettonica, basata su un sapiente gioco dei volumi e degli effetti della luce sulle strutture e sugli elementi decorativi. Dal “primitivo”, risalente al XII secolo a quello detto “classico” che va dal 1190 al 1230 circa, al periodo d’oro del “rayonnant” per finire nel più complesso “gotico flamboyant”, che nasce verso il 1350, lo stile durò nel nord Europa fino al 1500, un periodo storico gotico d’oltralpe. ampie vetrate coloratissime dagli archi acuti, vertiginosamente alti, che conferiscono un senso di smarrimento e di esaltante ebbrezza. Ed in effetti, nessun altra manifestazione architettonica è più esplicita del gotico nel mostrare l’arditezza della tecnica, il virtuosismo costruttivo. Da Canterbury a Roma, attraverso la via franchigena, gli scambi culturali erano frequentissimi sia attraverso i pellegrinaggi che per motivi più strettamente artistici come, ad esempio, la luminatura dei manoscritti e la decorazione dei principeschi “Livres d’heures” che creò fin dalle origini un importante andirivieni di artisti di corte in corte, di monastero 30-12-2008 16:42:24 Sopra, le alte e solenni navate invitano alla concentrazione. in monastero. Ma perchè, allora, i grandi architetti italiani si mostrarono refrattari ai dettami usuali del gotico, propendendo per un’espansione più equilibrata? Perchè il concetto dominante nelle chiese gotiche italiane non fu mai quello della altezza e della esasperazione dei problemi statici della volta ma del senso della stabilità permanente, e questo specialmente nel Meridione, dove troviamo un unico, fondamentale monumento? Molto intrigante appare l’ipotesi che questa scelta e la scarsissima presenza del gotico al sud fu determinata dalla costruzione di un edificio “inimitabile”, voluto dall’imperatore Federico II, la cui corte fu luogo d’incontro fra le culture nordica, greca, latina, araba ed ebraica. Si tratta del Castel del Monte, in Puglia, il cui magico ottagono terminato nel 1250 circa sembra voler indicare un limite invalicabile, un’occasione unica e irripetibile riservata ad una stretta cerchia di iniziati costruttori, capaci di comunicare con l’entità suprema attraverso un linguaggio segreto. Forse quello dei misteriosi Templari? Sappiamo che quest’ordine ricevette la “regola” da S. Bernardo di Chiaravalle, il santo monaco e FoglioEuropeo 119 DEF.indd 13 cistercense (cfr. De Laude - 1135 circa) che introdusse il gotico in Italia, ed è noto che prima di morire Federico II, soprannominato “Stupor Mundi” (Meraviglia del mondo), volle indossare il sacro abito dei monaci cistercensi. Federico II costruì un’opera architettonica grandiosa, sintesi di raffinate conoscenze matematiche ed astronomiche, fondata sulla figura intermedia tra il quadrato, simbolo della terra, e il cerchio, che rappresenta l’infinità del cielo, e quindi segna il passaggio dell’uno all’altro. Un ottagono di mura chiuse, dove non entra quasi la luce, ma capace di sprigionare un’energia spirituale fortissima dal suo interno; che guarda caso è la stessa delle vetrate gotiche nate con l’intento di delimitare un microcosmo celeste nel cuore della chiesa, e scacciare così le ombre del Maligno. Questo è uno tra i tanti affascinanti misteri che si ritrovano nella storia dell’architettura e non solo, e specialmente nel Medioevo. I curiosi che volessero scoprire tracce del nuovo stile, le troveranno nella chiesa abbaziale di Morienval; lì per la prima volta la copertura a botte viene sostituita da una trovata: immaginiamo 4 lische di pesce le cui teste s’incrocino in un punto (il centro volta), le spine a sostenere il peso della copertura, le code che s’appoggiano a pilastrini: geniale. Ma esempi simili si ritrovano anche in molte altri cattedrali medioevali e nella maggior parte delle basiliche ispirate alla Scuola monastica di Cluny. Inizialmente la novità viene applicata soltanto a piccole cappelle, ma ben presto l’ogiva sostituirà del tutto l’arco a tutto sesto qual’era stato fin dai tempi dei romani che l’avevano inventato e che aveva costituito quel fondamentale elemento portante utilizzato in tutto l’Impero, ad esempio negli acquedotti. Comunque, il reperto gotico primitivo più importante si trova nell’Abbazia Reale di Saint-Denis dove l’abate Suger, volendo mettere in valore le reliquie del Santo nel coro s’ispirò sia a Saint-Étienne de Sens (che è un altro insigne esempio iniziale del movimento, anche se meno audace di Saint -Denis, ad esempio per la mancanza di transetto e relativa maggiore luminosità) sia al modulo normanno risalente ai secoli precedenti (quale si ritrova nell’abbaziale di Saint-Étienne di Caen e dunque davvero nordico). Nel 1144 il nuovo, altissimo e luminoso coro fu consacrato, assieme ad una nuova e fortunata forma architettonica. Gli ordini monastici esportarono il gotico in Italia In Italia il gotico fu introdotto probabilmente da monaci cistercensi francesi. Opera del loro ordine è infatti la prima costruzione gotica in Italia, la Chiesa dell’abbazia di Fossanova nel Lazio (1208) dal corpo longitudinale tripartito e profondo che si prolunga nel coro rettangolare che evidenzia la struttura a croce latina. Anche S. Andrea di Vercelli, fondata dal vescovo Gualo nel 1219 e consacrata nel 1224, rappresenta uno dei più significativi esempi di gotico primitivo in Italia, con torri sulla facciata come nel gotico francese, campanile laterale nonostante l’elevato tiburio, archi rampanti appena accennati, mentre la stupenda abbazia di S. Galgano nella Maremma Toscana, forse uno degli esempi di gotico cistercense francese più interessanti in Italia, è purtroppo semidistrutta. Per fortuna resta l’antica ed intatta Abbazia di Chiaravalle, nei pressi di Milano, costruita però interamente in mattoni, secondo una tradizione costruttiva caratteristica dell’Italia settentrionale. Guardando questi pochi esempi italiani, si capisce che il gotico italiano è innanzitutto uno sviluppo autonomo e razionale del romanico, una sorta di gotico orizzontalizzato, adattato alla grande tradizione classica basilicale, bizantina e romanica che sboccerà nello stile rinascimentale. L’evoluzione dell’arco rinnova totalmente l’antico e classico principio“del “deambulotorio” presente in molti edifici romani, ma ora le cappelle non sono più isolate; a due a due, munite di vetrate gemelle, sono esternamente separate de un arco rampante, mentre le volte ad ogiva e le tribune ripartiscono lo sforzo verso i pilastri. Il progresso dello stile è stimolato dalla concorrenza dei vescovi che vogliono chiese sempre più alte; il lavoro si razionalizza, la pietra è il materiale standard, si privilegia il colossale a detrimento della raffina- 13 30-12-2008 16:42:30 Sotto, il possente ottagono di Castel del Monte. 14 A destra, le arcate dell’acquedotto di Pont du Gard, recentemente restaurate. tezza. Il prototipo classico è Chartres (1194-1220), progetto ambizioso con un’elevazione fino a tre piani grazie al perfezionarsi degli archi rampanti, alle grandi arcate e alle volte generalmente esapartite che alternano costoloni forti e costoloni deboli. Tanta magnificenza e luminosità indotta varcò i confini, conquistando soprattutto il Nord Europa (cattedrali di Colonia, Canterbury, Salisbury). In questo periodo l’architettura gotica italiana non ha un vero e proprio stile nazionale perchè l’opera dei monaci cistercensi s’incontra con le istanze artistiche locali e le suggestioni personali dei singoli architetti, già allora molto pronunciate individualmente. Chiesa dal significato quasi paradigmatico per il gotico italiano è la Basilica di San Francesco ad Assisi che racchiude in sé il passaggio dalle forme romaniche alle gotiche. L’impronta della Basilica Inferiore è ancora romanica, con crociere larghe e poca elevazione e la presenza del gotico è solo evidente nel forte stacco dei costoloni delle vele. Il corpo del Santo è qui custodito e visitato dai fedeli, quasi si trattasse d’una cripta. La Basilica Superiore, invece, mostra con evidenza i dettami dell’arte gotica francese. Slanciata verso l’alto, con volte a crociera ed ampi finestroni, in essa tutto è preposto all’esaltazione del Santo con affreschi sulla sua vita. Non si conosce il nome degli architetti che attesero ai due edi- FoglioEuropeo 119 DEF.indd 14 fici, mentre spicca la presenza dei maggiori pittori dell’epoca, Giotto e Cimabue. Fanno contrasto alle realizzazioni francescane le chiese domenicane, in genere vaste e imponenti perchè si tratta di un ordine di predicatori con la tendenza a trasformare la chiesa in una specie di “auditorium”. Purtroppo di gotico resta ben poco nella chiesa madre di S. Domenico a Bologna, ma abbiamo il capolavoro dell’architettura domenicana in S. Maria Novella a Firenze, che dimostra un’originalità assoluta: gotica nelle forme, priva di ornamenti, agile nell’ossatura, con pareti dall’intonaco chiaro che esaltano il diffondersi omogeneo della luce, l’aula basilicale risulta quasi unica, a causa delle dimensioni simili delle navate. Altri esempi di gotico italiano sono la chiesa di San Gottardo in Corte, voluta da Azzone Visconti e realizzata tra il 1330 e il 1336 dall’architetto cremonese Francesco Pecorari (o Pegorari); della chiesa resta oggi il solo campanile a gugliotto, isolato, a pianta ottagonale, elevato su una base quadrata e concluso dall’alta cuspide. Altri esempi di questo periodo sono S.Maria delle Grazie a Milano e S. Maria sopra Minerva a Roma, l’unica chiesa gotica dell’Urbe, la cui spoglia ed essenziale architettura irradia un’intensa spiritualità. Lo stile gotico “rayonnant” (da rayon, raggio) è lo stile che, grazie all’utilizzo di ferro armato, rese possibili navate sempre più vaste, finestroni e rosoni sempre più grandi, fino a far quasi sparire le pareti e ad “irraggiare” di luce le cattedrali. Nel 1231 infatti, il coro in stile gotico primitivo di Saint-Denis viene ulteriormente alzato, ed è subito moda: addirittura, gli edifici in cantiere cambiano parzialmente i progetti in corso per seguire la nuova scuola che, in un secolo d’oro, (1240-1350) si propaga in tutta Europa con una certa omogeneità, dovuta all’impiego di architetti francesi. E alcuni esagerano, fidandosi troppo della pietra armata, come a Beauvais dove, nel 1272, gran parte delle volte del coro precipita; la diagnosi: volte troppo alte, pilastri troppo distanti tra loro. Ma nulla ferma il desiderio di luce: a Metz la superficie vetrata arriva a misurare 6 mila 496 metri quadri, e a Parigi Notre Dame ostenta nel transetto un enorme rosone diventato uno dei più fotografati al mondo (è quello che si vede dal “quai” Montebello della rive gauche). Si nota anche una certa unità spaziale data dai pilastri multipli, fasciati da colonnette, tutti identici, e dal moltiplicarsi delle cappelle. Al fine di compensare la mancanza di solidità che potrebbe derivare da questi nuovi spazi, i massicci contrafforti esterni si trasformano in archi rampanti sempre più alti e leggeri. Ed è il periodo dei capolavori tra cui spicca la Sainte-Chapelle di Parigi, voluta da Luigi IX, San Luigi, nel 1248. Circa mezzo secolo più tardi, nel 1294, i francescani avviano la costruzione della basilica dell’ordine in Italia, Santa Croce. L’edificio realizza appieno l’ideale fiorentino di razionalità, con gli spazi ben bilanciati nella pianta a croce commissa, mancanza di fughe prospettiche e di linee complicate. La tradizione vuole che il progetto della basilica fosse dell’artista Arnolfo di Cambio, autore anche della pianta iniziale del Duomo fiorentino, Santa Maria del Fiore, che è la chiesa gotica più lunga d’Europa, misurando ben 153 metri. Mentre oltralpe gli stati nazionali unificano lo stile, in Italia sono le contrapposizioni politiche a fare e disfare le mode: la città di Siena, luogo di una nuova tradizione iconografica rappresentata da artisti quali Duccio di Buoninsegna e Simone Martini, Pietro e Ambrogio Lorenzetti, politicamente ghibellina e dunque contrapposta alla guelfa ed artisticamente classica Firenze, accetta appieno lo stile gotico. Ne è un esempio il Palazzo Pubblico, che sorge nella splendida Piazza del Campo. Dominato dal verticalismo, dalla leggerezza delle masse e dalla giustapposizione dei colori, il palazzo è un esempio di goticismo senese. Adesso si aggiunge il Duomo, sorto nel luogo più 30-12-2008 16:42:32 BiBi ONE re a m A ’ d a c i s Mu Vanessa Incontrada per Bibione. Vieni a Bibione e Scopri l’Evento dell’Estate. Il mare di casa tua. Che forza Bibione! 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Nel 1339 l’edificio viene integralmente ripensato come transetto di una nuova immensa basilica: il Duomo nuovo, del quale per motivi economici si inizia appena la costruzione, destinata poi ad essere demolita. Infine, il Duomo vecchio viene completato. La parte superiore della facciata del Duomo senese s’ispira al celebre Duomo di Orvieto, edificio grandioso ed imponente di importanza unica nel gotico italiano. La chiesa, iniziata nel 1290, è il simbolo del ruolo della città umbra e del prestigio cittadino, innalzata con magnificenza che sovrasta l’abitato. Lorenzo Maitani, pittore senese, firma la facciata. Influenzata dai valori pittorici dell’autore e da suggestioni francesi, essa è la più bella del gotico italiano ed è improntata ad un’assoluta coerenza interna, secondo cui ogni singola parte si coordina al risultato finale. Nell’Italia di quei tempi, politicamente divisa, individualista, patria di santi, navigatori e poeti, a volte si dice gotico quel che gotico “clas- FoglioEuropeo 119 DEF.indd 16 sico d’oltralpe” non è, come il bel guazzabuglio ma ad effetto scenografico straordinario di S. Antonio di Padova con sei cupole sferiche, bizantine, che ricordano San Marco, con i campanili sembrano minareti arabi, con i pilastri e la facciata a capanna romanici e infine con gli archi a sesto acuto che sono decisamente gotici. Molti sono i monumenti interessanti di questo periodo del gotico italiano, come l’immensa S. Petronio e la chiesa di S. Francesco a Bologna, che presenta gli archi rampanti Sotto, Santa Maria della Spina è un gioiellino; a Pisa non c’è solo la Piazza dei Miracoli. più elevati d’Italia, la Cattedrale di Aquileia, in cui il gotico si innesta sul basilicale e sul romanico con il suo raro soffitto a carena, molto presente in Normandia, il Duomo di S. Lorenzo a Genova, con profondi portali alla francese, il pulpito del battistero e il camposanto di Pisa (iniziato nel 1278) e, sempre a Pisa un gioiello recentemente resaturato, S.Maria della Spina. Infatti, nei centri urbani la piazza comincia ad assumere un ruolo centrale nella vita della città così, accanto alla cattedrale è molto sovente situato anche il palazzo sede del potere politico. Per questi ed altri motivi, committente delle opere architettoniche non è più solo la Chiesa ma anche la ricca borghesia che istituisce Corporazioni di Arti e Mestieri, ognuna con un proprio statuto e gonfalone; le corporazioni edificano chiese dedicate al proprio Santo protettore, organizzano i cantieri,chiamano un capocantiere/architetto a sovraintendere alla costruzione; tra gli altri, il genio italico di Giotto innnesta il processo di rinnovamento attraverso il recupero della tradizione classica, e verso la metà del IVX secolo Firenze e la 30-12-2008 16:43:27 Toscana diventano pertanto il centro del fervore culturale che getterà le basi del Rinascimento. Nel Nord d’Italia e oltralpe, intanto, prosperava il cosiddetto gotico tardivo, o “flamboyant”, che si sviluppa fino alla fine del XV secolo, se non addirittura fino al XVI, quando tramonta definitivamente (ne è un esempio la Basilica di Saint-Nicolasde-Port). Stili distinti appaiono in Europa, ad esempio in Francia le colonnette dei pilastri sono sostituite da più leggere nervature; la struttura degli edifici resta la stessa, ma la decorazione diventa esuberante grazie alla stupefacente abilità degli scalpellini che intagliano guglie a “fiamma”, pinnacoli e tortiglioni ovunque possibile. Ne è esempio sommo il Duomo di Milano: voluto da Gian Galeazzo Visconti, il cantiere venne inaugurato e consacrato a Maria Nascente nel 1386, unico vero tentativo in Italia di architettura gotica straniera. La facciata a capanna è la parte dell’edificio più impura, perchè accoglie alcuni finestroni gotici ad ogiva, altri cinquecenteschi rettangolari e una loggia napoleonica al centro, ma i tre finestroni dell’abside sono i più grandi e i più belli del mondo, distaccandosi dal modulo tipico d’oltralpe di cui è plendido esempio il rosone centrale della Cattedrale di Reims. Il tiburio, elevatissimo e bizzarro, culminante con la famosa “Madonnina” dorata, è prettamente gotico. L’interno è una foresta di 52 giganteschi pilastri polistili, distribuiti in cinque navate e gotico è il deambulatorio poligonale che corre intorno al presbiterio. Il tutto costruito in marmo di FoglioEuropeo 119 DEF.indd 17 Candoglia, dai riverberi color rosa, che vince in effetto fantastico le più ricche cattedrali del nord, costruite in pietra grigia. Anche nel Duomo di Milano sono ad ogni modo rintracciabili elementi orizzontali di sapore latino: gli archi rampanti hanno funzione puramente decorativa e non statica (funzione statica hanno piuttosto i cosidetti sproni, semicelati nel tetto delle navate laterali); i contrafforti sono saldamente profilati su basamenti massicci, secondo il tipo romanico e i capitelli sono molto sviluppati in altezza, in modo da tagliare la linea ascensionale delle colonne. La scultura assume una propria autonomia rispetto all’architettura e si manifesta con 2000 statue, sugli sporti delle facciate, nei tabernacoli, nelle edicole, sugli archi rampanti, in cima alle guglie; i pinnacoli trovano posto anche lungo gli archi rampanti e sugli spioventi del tetto; di forme svariate e finemente traforati, sono ornati di boccioli terminali che, appesantendo la zona più alta delgli archi rampanti impedisce loro di spostarsi lateralmente. Stando al numero di visitatori, assieme a Notre Dame di Parigi la magia del gotico si manifesta in nessun’altra cattedrale d’Europa come nel Duomo di Milano, nella gestione invisibile delle forze e degli elementi di base insostituibili per la stabilità degli elementi superiori, come nella magnificenza ed esuberanza della decorazione. A sinistra, uno scatto fotografico di Notre Dame tra i bouquinistes del quai Montebello. Sopra, i rosoni di Reims sono classici riprodotti un po’ ovunque in Europa. 17 Sotto, nella Sainte Chapelle le vetrate, attualmente in restauro, sostituiscono le pareti. Silvana Rivella 30-12-2008 16:43:32 Sotto, il Fillmore Miami Beach al Jackie Gleason Theater. Judy Jones candidato Democratico all’Assemblea dello Stato di California. ART BASEL in MIAMI 18 P ur non esprimendo un codice univoco condiviso da tutti i fruitori ma al contrario interpretabile soggettivamente, il linguaggio universale dell’arte si è rivelato da sempre nella sua capacità di generare un messaggio comune, espressione delle emozioni, delle sensazioni e dei pensieri più intimi a ciascun essere umano. Nel percorso di questa evoluzione culturale, l’Italia ha svolto un ruolo unico nel Vecchio. Continente, sin dai tempi dell’Impero Romano, diventando la culla della cultura di tutti i paesi del Mediterraneo e dell’allora mondo conosciuto, promuovendo uno sforzo artistico ancora oggi vivo e riconosciuto in tutto il mondo contemporaneo. E dopo essersi tuffata nelle acque dell‘Oceano Atlantico, attraverso le gesta dei celebri esploratori nostrani, l’arte italiana è riemersa con tutta la sua energia persuasiva e coinvolgente per affascinare il nuovo continente, e nello specifico Miami, da dove torniamo a parlavi di un nuovo evento targato made in Italy. Il Design Miami/Art Basel, infatti, è il più grande evento artistico degli Stati Uniti d’ America... la sua Direttrice e Co-fondatrice? Un’italia- FoglioEuropeo 119 DEF.indd 18 na, la brillante Ambra Medda, figlia di Giuliana Medda, commerciante di Gallerie di Design tra Milano e Londra. L’artista italiana deve la sua formazione a Sam Keller e Craig Robins (rispettivamente Direttore dell’Art Basel e Presidente del Dacra Development che, con la Medda, hanno creato il Design Miami) che hanno avuto fiducia nelle sue qualità artistiche precedentemente perfezionatesi presso Christiè s e poi come Sovrintendente alle Belle Arti, Architettura e Design a Londra, New York e Milano. Successivamente ha fondato il Design Show e ancora grazie all’appoggio del Miami Design Distric ha promosso l’Art Basel quale evento fieristico annuale dove viene conferito il premio, “Designer del futuro”, per i giovani designer o aziende emergenti creative. La “comunità dei creativi”, così come è stata definita dalla Medda, è un fenomeno artistico internazionale senza limiti di età nel quale si incontrano i maggiori collezionisti e designers di tutto il mondo, generando un forum di discussione centrato sulle tematiche ricorrenti nel design attuale. Da 39 anni, l’Art Basel, che è la gemella americana della kermesse svizzera, esprime il connubio di una selezione internazionale delle maggiori gallerie corredato di esibizioni di architettura e design, eventi musicali e filmatografici disseminati nel Art Deco District, nei maggiori hotels e negli showrooms ubicati lungo tutta la città di Miami. Sono dieci le gallerie italiane che partecipano quest’anno alla manifestazione: Galleria continua di San Gimignano, le milanesi De Carlo, Emi Fontana, Francesca Kauffmann, Giò Marconi, Stein e Zero, le torinesi Noero e Soffiantino e la napoletana T293. L’esclusiva selezione delle 250 gallerie dal Nord America, all’America Latina, all’Europa, Asia fino all’Africa, mette in mostra le opere di circa 2,000 artisti espressione dell’ arte del 20esimo e 21esimo secolo, portatrice delle innovazioni tecniche nel settore a testimonianza dell’evoluzione artistica e tecnica apprezzabile nel mondo dell’arte contemporanea. Una sezione speciale è riservata agli artisti emergenti, alle opere d’arte più innovative, ai progetti pubblici ed alle rappresentazioni artistiche 30-12-2008 16:43:38 Sotto e a destra, la convention al Miami Beach Center. sonore e video. Nei numerosi musei del Sud della Florida, hanno luogo costanti fusioni culturali tra critici, collezionisti ed artisti, tutti accomunati da una passione artistica che utilizza questo superbo evento per poter dar loro voce ed eco internazionale. In verità per sei giorni si viene abbracciati e trascinati in una full immersion di eventi che si susseguono e scandiscono molto delicatamente la vita quotidiana di Miami, dando ancora una volta un’aureola privilegiata ad una delle città più belle ed uniche al mondo. Le rappresentazioni non soltanto avvengono nelle gallerie o in appositi spazi allestiti per l’evento: infatti è apprezzabile la naturalezza con la quale i cittadini della Magic City partecipano a mostre allestite nelle lobbies dei condomini più esclusivi, o nelle spettacolari ville che si trovano nelle isole della baia di South Beach generando dei salotti, forum di discussione e socializzazione. Sono stati numerosi i personaggi del mondo dello spettacolo che si sono susseguiti durante la kermesse dando, come ogni anno, un ulteriore tocco di originalità ed immagine ad un evento già dal volto internazio- FoglioEuropeo 119 DEF.indd 19 MIAMI Di Luciana Saliani [email protected] nale. Il centro della manifestazione artistica è stato il Miami Beach Convention Center, punto di partenza di un evento che come abbiamo descritto prima e che si è poi ramificato in tutta la città e che ha visto primeggiare su tutti la creazione del francese Thierry Guetta-Brainwash che ha raffigurato il neo presidente eletto Obama con indosso il costume di Superman. Nel Wolfsonian Museum si è distinta l’iniziativa di Francesco Vezzoli che, reduce dalla 52° Biennale di Venezia, ha raccontato con espressiva originalità la storia dell’America attraverso manifesti di movimenti degli anni ’30 e ’40, immagini pubblicitarie e dipinti. Non bisogna dimenticare però che quest’anno l’Art Basel ha dovuto misurarsi con una crisi economica senza precedenti, ma che sembra non avere vistosamente intaccato l’esito positivo e l’affluenza alla manifestazione artistica. Infatti, senza scendere in minuziose analisi economiche, il fatto che il cambio tra Euro e Dollaro abbia avvantaggiato il primo crea un disagio nell’economia degli Stati Uniti d’America ma dall’altra parte accresce l’attenzione degli stranieri verso i prodotti nazionali, ovvero aumenta le esportazioni che permettono quindi agli Stati Uniti di mantenere un sorta di equilibrio pur sempre in un momento di recessione economica apertamente dichiarata. Al contrario l’ipervalutazione dello Yen ha messo in pericolo l’Asia in quanto adesso i suoi prodotti sono diventati eccessivamente costosi sul mercato internazionale e dunque poco appetibili. Ad ulteriore conferma di ciò che stiamo affermando, gli economisti concordano con l’affermare che la moneta americana è la più stabile sui mercati internazionali che, in tempi di profonda crisi finanziaria come quella attuale, rappresenta un fiducioso punto di partenza per i successivi anni. Un paese che fa della fiducia e dell’ottimismo i valori attraverso i quali continuare a guardare al futuro, mostrando le proprie qualità in tutte le sue forme come durante l’Art Basel dove la contemporaneità ha sposato l’avanguardia e il sapore dell’ossimoro è evidente là dove si manifesta l’estrema naturalezza con cui a Miami l’evoluzione avanza sulle solide basi della concreta attualità. 19 30-12-2008 16:43:44 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 20 30-12-2008 16:43:46 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 21 30-12-2008 16:44:18 22 Alla conquista dei ghiacci artici e oltre... Molta l’italianità coinvolta nell’operazione nordica L a Norvegia è un paese di navigatori ed esploratori che sin dai tempi dei vichinghi sfidano mari e rigidi climi alla scoperta di nuove terre. Sono tanti gli esploratori nordici che hanno fatto la storia, soprattutto nel ventesimo secolo, ma per noi italiani è Roald Amundsen a ricoprire un ruolo speciale, perchè rappresenta l`eroe che nel tentativo di trarre in salvo il nostro comandante italiano, Umberto Nobile, perse la sua stessa vita. Di Roald Amundsen ricordiamo l`affascinante scoperta del Polo Sud. Era il 1909 quando decise di piantare il vessillo norvegese al Polo nord, a bordo della nave “Fram”, messagli a disposizione dall`altro celebre esploratore connazionale Nansen; gli giunse FoglioEuropeo 119 DEF.indd 22 però la notizia che gli americani Robert Peary e Fredrick Cook lo avevano preceduto sul Polo artico. Fu allora che Amundsen, all`insaputa del mondo intero, virò verso il Polo opposto: direzione Antartide. Anche l`esploratore Robert Falcon Scott era diretto nel medesimo periodo in Antartide, ma fu Amundsen ad avere la meglio in quell`occasione; accompagnato da 4 compagni, 4 slitte e 52 cani lasciò il campo base nella Baia delle Balene e si diresse verso il Polo Sud seguendo una rotta mai seguita prima. Il 14 dicembre 1911 la bandiera norvegese sventolò al Polo Sud. Ma gli studi di questo grande uomo del nord continuarono a concentrarsi anche sull`Artico. Da tempo gli esploratori erano consapevoli dell’esistenza di un corridoio che collegava l’Europa all’Asia, a nord del continente nordamericano, ma nessuna nave era mai riuscita a percorrerlo completamente. L`idea iniziale di Amundsen era di entrare nello stretto di Bering con la “Fram”, trovare il passaggio più adatto per giungere nel bacino polare, più a nord possibile, con il fine di compiere ricerche meterologiche, oceoanografiche e sul magnetismo terrestre. La missione del passaggio a NordEst gli riuscì però solo nel 1920 con la nave Maud. Più tardi Amundsen organizzò anche una spedizione aerea per raggiungere il Polo, a bordo 30-12-2008 16:44:54 Nella pagina a lato, veduta di una base di ricerca al polo nord. In basso, il campo di addestramento. Sotto, Roald Amundsen. In basso a destra, la prima e l’ultima tappa di Oltre 2008. del dirigibile Norge, accompagnato da due colleghi: l`americano Ellsworth e l`italiano Nobile, al quale Amundsen era legato da un profondo sentimento di stima e amicizia. Nel 1928 quando Nobile allestì una seconda spedizione aerea a bordo del dirigibile “Italia”, scomparve tra i ghiacci e Amundsen prese parte a una squadra di soccorso, ma non fece più ritorno. Dopo 90 anni dalla grande impresa compiuta nel 1920 del passaggio a Nord-Est, il pronipote di Amundsen, Petter Johannessen, ha deciso di ripercorrerre le tracce del suo predecessore. Johannessen non compirà questo insidioso passaggio in nave, nè in volo, ma in auto, a bordo di un fuori strada che percorreranno i ghiacci siberiani. Fin qui si direbbe: grandiosa iniziativa, ma purtroppo non un`impresa italiana. Niente di più sbagliato: l`ideatore e capospedizione è decisamente norvegese, proprio come Amundsen, ma la spedizione è italianissima, a partire dal nome: si chiama Oltre 2008 e i 6 veicoli fuori strada che permetteranno di attraversare i ghiacci artici sono stati realizzati da Iveco. Ma conosciamo un pò da vicino questo esploratore del ventunesimo secolo che somiglia nella personalità quasi più a Nobile, il nostro vulcanico ed eclettico eroe nazionale, che al prozio Amundsen. Petter Johannessen è nato 59 anni FoglioEuropeo 119 DEF.indd 23 fa a Moss, poco distante da Oslo, ma ha eletto l`Italia a sua patria; per 15 anni è stato diplomatico di carriera, lettore di lingua norvegese all`Università di Milano, insegna ora relazioni internazionali all`Università di Lugano ed è console onorario della Namibia a Milano. È inoltre cavaliere e commendatore della Repubblica Italiana; ma soprattutto è uno studioso delle esplorazioni polari, da Ernest H. Shackleton, a Fridtjof Nansen, da Roald Amundsen fino ai contemporanei Fogar, Messner e Ausland. Ha partecipato già ad altre missioni al Polo e a trasmissioni per la Rai dedicate al tema. La sua nuova missione acquisisce, però, un significato più importante per gli italiani. Tutta la spedizione è stata messa a punto in Italia, la maggioranza degli sponsors che l`hanno sostenuta è italiana, la gran parte delle 45 persone dell`equipaggio è italiana, a partire dal responsabile per la logistica e vice capospedizione, Gianni Maccagni, imprenditore lombardo. La spedizione è partita lo scorso 11 dicembre proprio da Milano, la città adottiva di Johannessen e dovrebbe concludersi in poco più di OSLO Di Clara Svanera [email protected] 100 giorni. La vera missione inizia a Capo Nord, in Norvegia e arriverà in dodici tappe fino allo stretto di Bering, nella Russia artica, percorrendo a temperature che sfioreranno i 50° sotto lo zero.,10.150 km sul pack siberiano. Oltre è patrocinata dal Senato della Repubblica Italiana, della Camera dei deputati e dei ministeri degli Affari Esteri e dello Sviluppo Economico, dalla Regione Lombardia, dalla Provincia e dal Comune di Milano e sostenuta dall`ospedale San Raffaele di Milano, che ha messo a disposizione specialisti del dipartimento di neuroscienze cliniche. Ci sarà inoltre il sostegno del CNR e dell`agenzia spaziale italiana e il contributo giornalistico del gruppo del Sole 24 ore e della Rai. Ma qual è il vero fine di questa missione? Il capospedizione, non nascondendo che con questa missione tenterà di entrare nella storia, afferma che si compiranno importanti studi scientifici e ambientali, ma si tenterà anche di tessere o incrementare relazioni commerciali tra l`Italia e in particolare la Russia, molto coinvolta territorialmente nella missione. Possiamo ben dire allora che la bandiera del made in Italy sventolerà anche in terra artica. 23 30-12-2008 16:45:01 MOSCA Di Silvia Griessmair [email protected] Vino nostrum sulla 24 Piazza Rossa S i è conclusa, dopo un tour che ha toccato undici città del mondo, la rotta vinicola del Top Italian Wines Road Show 2007-2008. Inaugurato a Stoccolma nel novembre del 2007, passato da Zurigo, Londra, Copenaghen, Amsterdam e Bruxelles, per poi volare oltreoceano e toccare Los Angeles e San Diego, l’evento è rientrato in Europa, deliziando Berlino e Dusseldorf è terminato qui a Mosca a fine 2008. Dodici mesi per undici città, unite all’insegna della passione per il vino e del gusto sapiente della scelta. Promotore dell’evento e arbitro nella selezione dei partecipanti, l’ormai venerato Gambero Rosso, maestro del buon mangiare e guru dei buon- FoglioEuropeo 119 DEF.indd 24 gustai. Il peiodico italiano ha scelto una rosa di quarantanove aziende, tutte rigorosamente italiane ed eccellenti, per presentare i loro vini nel mondo, in una fiera itinerante e dalle tinte rocambolesche, come suggerisce il titolo “stradale”, ma non di meno di una raffinatezza indiscutibile. Mosca ha dedicato l’ultimo piano degli eleganti grandi magazzini Gum - edificio storico di memoria sovietica, oggi regno dello shopping e dell’acquisto di stile - all’allestimento dell’evento vinicolo. Forte di un panorama mozzafiato sulla Piazza Rossa e sulle mura del Cremlino, fra l’immancabile aroma di caffè e bocconcini di parmigiano ha presentato una varietà di vini - preziosi e inimitabili - onore e merito della tradizione vinicola italiana. Le quarantanove aziende, rappresentanti dell’Italia enologica dal Piemonte alla Sicilia, hanno offerto assaggi e spiegazioni ad un pubblico estasiato, entusiasta e ben disposto: ristoratori, importatori e semplici appassionati, accomunati da un grande interesse e da un non meno cospicuo potenziale di acquisto. Un mercato, quello russo, che continua a confermarsi prezioso, e che nella ricerca dei suoi investimenti non rifiuta il contatto diretto e la professionalità sorridente dei produttori italiani. 30-12-2008 16:45:06 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 25 30-12-2008 16:45:30 SPECIALE CASENTINO La strada del Tartufo Sensazioni di un viaggio a ritroso nel tempo grazie al pregiato tubero pubbliche relazioni 26 Sansepolcro, Gubbio, Città di Castello, Bagno di Romagna, Sarsina, Urbino, Sant’Angelo in Vado, sono alcuni dei suggestivi centri dove insiste la prima Strada del Tartufo d’Italia e d’Europa. Luoghi magici circondati da una natura sublime, che graffia la fantasia del viaggiatore nella maestosità delle foreste che cingono celebri fiumi cantati da sommi poeti, sparsi tra valli e pendii, ville gentilizie, oratori, cappelle, agglomerati urbani e castelli, che invitano a vivere per il breve momento di una visita, i ritmi e i costumi di epoche passate. Sensazioni di un viaggio a ritroso nel tempo percorribile grazie alla Strada del Tartufo d’Italia e d’Europa, disegnata dal Patto Territoriale dell’Appennino Centrale, un’associazione a cavallo di quattro regioni: Emilia Romagna, Toscana, Marche e Umbria, undici Comunità montane dell’Appennino Centrale di quattro province, Forlì Cesena, Arezzo, Perugia e Pesaro Urbino che oltre a voler guidare il visitatore alla conoscenza del pregiato tubero e i luoghi dove ha origine, vuole essere un importante veicolo di promozione turistica per quei centri dell’Italia minore, che poi minore non è. “Da qui è nata l’idea di mettere in piedi ‘La Strada del Tartufo’ un percorso virtuoso che si snoda e si sviluppa lungo le vallate e le città dell’Appennino - dice Roberto Rossi, presidente del Patto Territoriale dell’Appennino Centrale - un progetto di sviluppo che si pone l’obiettivo di vivere e approfondire i territori delle Comunità Montane del Patto in un’ottica di sistema di eccellenze: il tartufo, la natura tranquilla e suggestiva, le città e i borghi con i loro tesori nascosti, l’artigianato di qualità, le tradizioni, il folklore, la gastronomia ed i sapori genuini e raffinati”. Un’area vasta dove convivono gli aromi delle singole tipicità di tartufo e dove il percorso fisico della Strada diviene occasione di piacere e di scoperta, rispondendo alle ragioni di viaggio di chi è alla ricerca di itinerari insoliti e nuovi, ma soprattutto per chi ama l’arte e la storia di un territorio denso di testimonianze. Una strada, quella del tartufo, percorribile in ogni tempo e in ogni stagione, perchè il tartufo nell’Appennino è di casa e si offre, generoso, tutto l’anno. Il “tuber magnatum pico” o tartufo bianco che matura già ad ottobre cede il passo a dicembre al nero pregiato e poi nel passaggio primaverile al nero d’inverno, al moscato e al bianchetto, mentre la stagione calda dell’Appennino è dominata dal tartufo estivo e dalla rarità del nero liscio, che arretrano in autunno con l’avvento del- FoglioEuropeo 119 DEF.indd 26 In piedi, il presidente Roberto Rossi illustra ai giornalisti i programmi del Patto Territoriale. l’uncinato e del nero ordinario nel mese di dicembre. In Toscana, la strada del tartufo parte dalla Valtiberina e in particolare da Sansepolcro, città natale di Piero Della Francesca. Attraversando il panoramico Passo di Viamaggio si arriva nei due comuni toscani del Montefeltro, Badia Tedalda, capoluogo della riserva naturale dell’Alpe della Luna e Sestino, punto strategico già per i romani che ne fecero un municipium. Nell’Alto Casentino si incontra Stia con il suo Palagio Fiorentino e poi attraverso il Passo della Calla ci si inoltra nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna per proseguire in Romagna, un tempo “Romagna Toscana”, territorio che fino agli anni Venti apparteneva proprio alla Toscana e che Benito Mussolini “espropriò” per assegnarlo alla sua Forlì, in quanto, in quel lembo di terra nasce il fiume Tevere. Qui è d’obbligo una visita a Bagno di Romagna, piccolo, ma accogliente centro termale, per poi proseguire verso Sarsina, città romana famosa per la sua Necropoli (ci sono pezzi di straordinario valore nel museo cittadino) dove è nato Tito Maccio Plauto, uno dei più noti autori del teatro classico, a cui è dedicato un festival di livello nazionale. Nella cattedrale, di cui quest’anno ricorre il millenario della costruzione, si trova la famosa cappella dedicata a San Vicinio, il cui collare è usato ancora oggi dai preti esorcisti per curare gli indemoniati. Lasciata la Romagna, si scende nell’entroterra della provincia di Pesaro e Urbino, terra ricca e generosa. Dopo una 30-12-2008 16:45:55 AREZZO A cura di Renata Rivella [email protected] La strada del Tartufo passa per il casentino visita alla splendida città di Urbino, eccoci ad Acqualagna, immersa nello scenario dei monti Pietralata e Paganoccio, con lo sfondo delle cime del Catria e del Nerone. Il viaggio prosegue risalendo verso Sant’Angelo in Vado, nell’alta Valle del Metauro, cittadina di origine medievale, sorta sulle rovine della romana Tiphernum Mataurense, distrutta durante la guerra gotica. Continuando a seguire il corso del Metauro e superato il valico di Bocca Trabaria si arriva in Umbria, nel “Cuore verde d’Italia”. Prima tappa, Città di Castello, un autentico scrigno di opere d’arte, dal museo Burri alla Pinacoteca comunale, dove si trovano grandi capolavori come Il Gonfalone della SS. Trinità di Raffaello e il Martirio di San Sebastiano di Luca Signorelli. Lasciata Città di Castello si prosegue verso Umbertide e poi Gubbio, città d’arte dalla storia millenaria che custodisce le celebri Tavole Eugubine, lastre in bronzo in alfabeto umbro del II sec. a.C. La città è un capolavoro architettonico di musei e palazzi storici, dal suo teatro romano fino alla splendida Piazza Grande, sede della spettacolare corsa dei ceri. Intorno a questi suggestivi centri altre accoglienti borghi come Scheggia, Costacciaro, Fossato di Vico e Gualdo Tadino, quest’ultima famosa per la sua ceramica. Ovunque, lungo “la Strada del Tartufo” tanti ristoranti e trattorie che propongono una cucina del territorio a base del prezioso tubero. Come trovarli? È semplice: è solo questione di fiuto! FoglioEuropeo 119 DEF.indd 27 27 pubbliche relazioni I commensali ascoltano la descrizione dei piatti dell’antica cucina del Casentino, che gusteranno. Il suggestivo Borgo Corsignano di Poppi (Ar) è stata la degna cornice del “Week end con la Strada del Tartufo d’Italia e d’Europa”. Alla presenza di qualificati giornalisti nazionali dei settori turismo ed enogastronomia, i discepoli di Escoffier della provincia di Arezzo, guidati dal presidente dei cuochi aretini Roberto Lodovichi, e i rinomati chef: Giuliana Saragoni della “Locanda del Gambero Rosso” di Bagno di Romagna (Fc), Bernardo Noberini de “Il girone dei golosi” del Castello della Pieve di Mercatello sul Metauro (Pu), Andrea Alimenti de “L’acquamatta” di Capolona (Ar) e Leonardo Piergentili della “Taverna del lupo” di Gubbio (Pg), hanno presentato alcuni piatti gourmet a conferma della qualificata proposta gastronomica presente lungo la strada del tartufo, disegnata dal Patto Territoriale dell’Appennino Centrale, un’associazione a cavallo di quattro regioni: Emilia Romagna, Toscana, Marche e Umbria, undici Comunità montane dell’Appennino Centrale di quattro province, Forlì Cesena, Arezzo, Perugia e Pesaro Urbino. Una strada che oltre a voler guidare il visitatore alla conoscenza del pregiato tubero e i luoghi dove ha origine, vuole essere un importante veicolo di promozione turistica per quei centri dell’Italia minore, che poi minore non è. “Il nostro viaggio questa volta ha fatto tappa in Casentino, splendida valle della Provincia di Arezzo - dice ancora Rossi, presidente del Patto Territoriale dell’Appennino Centrale con sede a Sansepolcro - per un week alla scoperta dei suoi suggestivi monasteri, delle sue incontaminate foreste e dei suoi tipici prodotti elaborati nell’occasione da alcuni discepoli di Escoffier, cuochi aretini e delle altre province che compongono il Patto”. Una nuova idea di sviluppo di un progetto finalizzato a focalizzare l’obiettivo di vivere e approfondire i territori del Patto in un’ottica di sistema di eccellenze: il tartufo e i prodotti tipici del comprensorio, la natura tranquilla e suggestiva, le città e i borghi con i loro tesori nascosti, l’artigianato di qualità, le tradizioni e il folklore. Nel week end è stato presentato il libro “Diavoli e Santi a bagno Maria”, a cura di Antonietta Milani, una ricerca che raccoglie agiografie, martirologi, testi letterari e ricette di cucina che oscillano tra storia e mito, tra leggenda e realtà di Sarsina e la Romagna. Ricette tipiche della tradizione popolare che affondano le radici in luoghi e figure di Santi. 30-12-2008 16:45:59 28 GOLOSITA’ ITALIANA a tutti i costi è il monito dei maestri pasticceri FoglioEuropeo 119 DEF.indd 28 30-12-2008 16:46:02 Nella pagina a lato in basso, “Nudo cioccolato”. In basso, Pasticceri Museo Pecci. È noto a tutti che alle tentazioni è difficile rinunciare tanto più se sono dolci e golose... e allora ecco che torna DolcementePrato, la “maratona” delle golosità che tanto successo ha riscosso lo scorso anno richiamando a Prato, città d’arte e pasticcera (ben 66 le pasticcerie in città e dintorni!), un pubblico numeroso e goloso. Un percorso che è un emozionante slalom tra torte e pasticcini, biscotti e cioccolatini, coccolati da sapienti pasticceri che, come veri e propri allenatori del gusto, tra aromi e profumi per 72 ore continuano a impastare sfornando squisitezze d’ogni tipo, decorate secondo ricette di tradizione o con uno stile assolutamente innovativo. Sulla scena pratese ancora i migliori pasticceri e cioccolatieri italiani che per l’occasione si ritroveranno tutti per sfornare dolci e per invitare il pubblico al gusto della pasticceria, chicca tutta italiana. Una tre giorni fitta anche di eventi collaterali con tante mostre, incontri a tema, spettacoli, laboratori tutto ovviamente a tema obbligato. Ad accompagnare l’esperienza anche il bere si farà dolce con degustazioni a tema curate insieme ai presidi di Slow Food del buon Carlin Petrini. Il 6-7-8 marzo dunque a DolcementePrato con la Mostra Nazionale dell’Alta Pasticceria, FoglioEuropeo 119 DEF.indd 29 PRATO Di Germana Lavagna [email protected] 2° edizione, che mette in mostra un’Italia più dolce a cominciare da questo nuovo 2009. Quest’anno, infatti, l’ospite d’onore sarà la prima colazione, rito prezioso ma spesso trascurato della giornata, a cui sarà dedicata la ribalta con le migliori colazioni possibili da fare in loco. Un’Italia più dolce che, si diceva, non c’è tradizione dolciaria che non sia rappresentata, nonché assaggiata. L’alto artigianato pasticcere sarà dunque presente con i migliori esponenti regione per regione secondo un’attenta ricerca che è andata a scovare nei più piccoli laboratori solo l’eccellenza e la qualità del prodotto a mano: le espressioni migliori e più autentiche del Made in Italy. La confetteria, torroni e croccanti, la tradizione biscottiera, i mieli e le confetture, i tanti cioccolati, i dolci delle tradizioni regionali artigianali e i sofficissimi pan di spagna. I dolci dei ricordi e il profumo del forno, la torta dei desideri e quella dove affondare i dispiaceri. Il cioccolato proibito e le seduzioni delle spezie, i biscotti della nonna e i pasticcini glamour, le mousse più insolite e le gelatine più leggere. Tanta sapienza, talento, tecnica ma anche creatività, ricerca, sperimentazione. Insomma, haute couture della pasticceria perché è proprio nel dolce oggi il fermento più vivace con pasticceri e chef patissier che firmano dolci da sfilata. Pasticceria d’autore con “artisti” che al posto dei colori usano uova e farina, burro e zucchero, latte e cacao, Materie prime selezionate, niente semilavorati industriali. E il capolavoro è fatto di crema e cioccolata, panna e frutta secondo forme e stili sempre più spesso nuovi ed intriganti cercando il bello oltre che il buono. Non a caso la sede è il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, storica location nel panorama dell’arte del novecento e del nuovo millennio. Sarà qui che nella tre giorni di primavera si affiancheranno l’esposizione permanente con una summa della tradizione dolciaria italiana e performances dal vivo con esibizioni in diretta e dimostrazioni nell’anfiteatro a cura di pasticceri dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani, della Cast Alimenti, del Consorzio Pasticceri Pratesi e di singoli protagonisti di un’arte che sempre più ha un ruolo di spicco e di ribalta presso l’alta ristorazione con scambi e contaminazioni interessanti. Il tutto in una scenografia complessiva di grande suggestione, esaltata anche dall’allestimento, tra grandi tele, dipinti, installazioni offrendo a tutti la provocazione e lo stimolo di letture incrociate. Prepariamoci allora per il Gran Gala dell’arte Pasticcera di Prato dove l’antica tradizione e le ultime tendenze si confronteranno, e dove gli antichi laboratori artigianali e le boutique dolciarie più all’avanguardia si affiancheranno nel segno dello stile e dell’eccellenza. I maestri pasticceri vi aspettano per stupirvi anche quest’anno con le più golose opere d’arte dolciaria. Prato - Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci. 6/7/8 marzo 2009 Orari: venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.00; Domenica dalle 10.00 alle 21.00. Biglietto Euro 5; ridotto Euro 3. Info: tel. (+39) 0574.5177804. 29 30-12-2008 16:46:07 SPECIALE HOTELLERIE UNA Hotels & Resorts UNA NOTTE ITALIANA SPECIALE dove i sogni si avvicinano pubbliche relazioni 30 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 30 UNA Hotel & Resorts è la catena alberghiera italiana che in pochi anni ha raggiunto una copertura capillare di tutto il territorio nazionale e offre ai propri ospiti la possibilità di vivere atmosfere speciali nelle principali città d’Italia. Tutti gli indirizzi UNA sono sinonimo di stile e unicità. Con 30 strutture, per un totale di 2.989 camere, UNA Hotels & Resorts propone un’esperienza di soggiorno esclusiva, sia che si tratti di un viaggio di lavoro che di un momento di relax. Ciascuna struttura si caratterizza per uno stile unico, ma il connubio fra una spiccata attenzione al design e ai dettagli, una forte vocazione tecnologica e il legame con il territorio creano il file rouge di tutti gli hotels. Una filosofia originale e un’offerta estremamente differenziata che oggi si declina in tre differenti linee di strutture ricettive: gli UNA Hotels, eleganti alberghi metropolitani rivolti 30-12-2008 16:46:11 FIRENZE A cura di Alessandra Luti [email protected] E adesso si punta sul franchising FoglioEuropeo 119 DEF.indd 31 31 pubbliche relazioni in particolare a chi viaggia per affari ma adatti anche per coloro che vogliono scoprire alcune delle più belle città italiane; gli UNA Resorts, raffinate dimore immerse nel verde, lontano dai centri urbani e al mare, ideali per un soggiorno dedicato al benessere, al relax e allo sport. gli UNAWAY Hotels, alberghi situati lungo le principali arterie stradali, che si propongono al mercato come una nuova tipologia ricettiva. Le strutture, pensate per rispondere ad una domanda multi target, sono infatti un funzionale punto d’incontro per meeting di lavoro, luogo ideale di sosta per la famiglia durante lunghi viaggi, così come per il motociclista e il gruppo di amici di ritorno da lunghe serate di divertimento. UNA Hotels & Resorts, tra le più dinamiche catene alberghiere italiane, ha partecipato a “TTG incontri 2008” di Rimini presentando il proprio programma di sviluppo attraverso il franchising e le proprie novità. Molto intenso il nuovo ciclo di crescita della catena avviato lo scorso anno, partito con l’inaugurazione delle nuove strutture UNA Hotel Venezia e Versilia, seguite dall’accordo di management per l’UNAWAY Hotel Bologna Fiera, e con l’annuncio di affiliazione dell’Hotel Vespucci a Livorno e del Regina a Bari. Ed è proprio sull’attività di sviluppo in franchising, che la catena sta concentrando la propria attenzione. In occasione di TTG, UNA Hotels & Resorts ha annunciato un nuovo accordo di franchising con l’UNA Golf Hotel Cavaglià, che aprirà a partire dall’inizio di gennaio 2009. Con questo nuovo Resort in provincia di Biella, sale a 30 il numero di strutture della catena, di cui 9 in franchising per un totale di 2989 camere. Il programma di affiliazione in franchising di strutture già esistenti o da realizzare, iniziato nel 2004 con la nascita della nuova linea di alberghi UNAWay Hotels, si è allargato con l’obiettivo di supportare la crescita dell’azienda sviluppando un’offerta differenziata declinata in 3 linee di prodotto diverse: UNAWay Hotels, UNA Hotels e UNA Resorts, ma accomunate dal medesimo valore del brand che garantisce l’attenzione agli ospiti e gli elevati standard di servizio, grazie alla proposta ai franchisee di soluzioni innovative di canoni di affiliazione chiari e contenuti. “Siamo una rete solida, affidabile e radicata sul territorio; affiliarsi a UNA Hotels & Resorts significa condividere un progetto, ovvero rappresentare e valorizzare l’ospitalità italiana”, ha dichiarato Daniele Giovenali Direttore Sviluppo di UNA. “La nostra offerta si rivolge a tutti coloro che desiderano entrare a far parte di un gruppo in grado di fornire supporto e consulenza a 360° ad esempio per l’attività di marketing, comunicazione e formazione, l’attività commerciale e gli acquisti, fin dalle prime fasi dell’attività. Il fatto che nel solo 2008 quattro strutture abbiano scelto di affiliarsi ad UNA è un importante riconoscimento del lavoro svolto fino ad ora e del valore del nostro brand”. 30-12-2008 16:46:25 MONTE-CARLO e COSTA AZZURRA Lusso e stile italiano Serata di Natale del Com.It.Es. 32 Il Principe Alberto II riceve un’onoreficenza per l’ambiente Campagna Abbonamenti 2009 al mensile “Il Foglio Italiano” sul sito web: www.foglioitaliano.com FoglioEuropeo 119 DEF.indd 32 30-12-2008 16:46:40 Segue FoglioEuropeo 119 DEF.indd 33 í 30-12-2008 16:48:54 Lusso estremo in stile italiano 34 A Juan-les-Pins riprende vita una delle leggende della Costa Azzurra. L’Hotel Provençal, che negli Anni Venti e Trenta fece da cornice alle notti più folli della riviera, diventa un residence da 36 mila euro il metro quadro, firmato da stilisti italiani. FoglioEuropeo 119 DEF.indd 34 Sopra, la terrazza di uno degli appartamenti più lussuosi del residence in allestimento, con piscina privata. A destra, l’edificio dell’ex-hotel Le Provençal come si presenta oggi, in corso di ristrutturazione. 30-12-2008 16:49:01 COSTA AZZURA Di Jean-Louis Guillot [email protected] del Cap d’Antibes. Fino a quando i Dennis, famiglia di imprenditori inglesi già celebri per la riabilitazione dei docks di Londra, non hanno deciso di resuscitare gli antichi fasti, lanciandosi in un progetto che non ha uguali attualmente su tutta la Costa Azzurra.”Le Provençal” che aprirà le porte nel 2010, sarà una residenza di 56 appartamenti di sogno, dal 2 vani di 80 m2 al 9 vani di 734 m2. Oltre ad una posizione straordinaria, tra la pineta di Juan les Pins e il Cap d’Antibes, e ad un panorama fantasmagorico sulle isole di Lerins e la cornice dell’Esterel, offrirà tutte le prestazioni del più completo dei resort: spiaggia privata, parco e piscina di 25 metri, bar e lounge, sala di relax con schermo cinematografico, biliardo e simulatore di golf, club di tennis e centro benessere privati, club di golf anch’esso privato situato a poca distanza, business center completo di tutti i servizi, e perfino un motoscafo per le attività nautiche ed uno yacht di 30 metri, con o senza equipaggio, a disposizione dei condomini. Talento italiano L’apice del fascino, queste dimore fuori dal comune lo raggiungono nell’arredamento e nella decorazione. Ed è qui che entra in gioco il talento italiano. “Gli appartamenti del Provençal sono concepiti come altrettante scenografie teatrali. L’elemento essenziale è l’interpretazione del sogno personale del cliente”, spiega Alessandro Palmarini, designer dello “Studio A” di Milano, all’origine della concezione. Lo studio d’architetti di interni impiega una ventina di persone, che lavorano in armonia con i migliori artigiani italiani di tradizione. E’ partner tra l’altro degli Hotel Baglioni cinque stelle ed ha contribuito alla decorazione della Galleria d’ Arte contemporanea Marradi a Firenze e della Banca Rothschild a Milano. Gli appartamenti del Provençal sono consegnati “chiavi in mano”, completamente arredati, decorati e attrezzati. Ma il futuro proprietario al momento di decidere l’acquisto può esprime- 35 I l gran lusso, quello che supera anche l’immaginazione di gran parte di noi comuni mortali, non conosce la crisi. Mentre i prezzi dei beni immobili crollano negli Stati Uniti e in molti paesi europei, i prezzi delle proprietà d’eccezione, che in Costa Azzurra si contano a decine, hanno più che raddoppiato in questi ultimi cinque anni. Il progetto di rinnovamento del “Provençal” di Juan les Pins resta comunque una sfida di proporzioni inaudite. L’hotel, costruito nel 1926, è stato per alcuni decenni il centro di tutte le follie della capitale del jazz e della vita notturna. Poi è stato abbandonato, trasformandosi poco a poco in una mastodontica conchiglia di cemento vuota e cadente, una fantomatica cattedrale a pochi passi dai grandi alberghi e dalle residenze lussuose Monte-Carlo & Costa Azzurra FoglioEuropeo 119 DEF.indd 35 30-12-2008 16:49:07 Sopra, una delle stanze da bagno, con design e tecnologia di marca italiana. Sotto, Le Provençal com’era negli Anni Trenta alla sua epoca più gloriosa. 36 re le sue preferenze e intervenire nella scelta dell’ambientazione, dei materiali e dei colori, optando per uno stile contemporaneo, art déco o barocco. Le prestazioni sono curate nei minimi dettagli, per rivestimenti esterni, strutture e rifiniture interne. Tutti i materiali usati sono nobili: marmo, granito, legno, vetro, mosaici di pietra. Le porte spariscono nello spessore delle pareti quando si vuol trasformare l’appartamento in un immenso loft, i vani guardaroba assomigliano a boutique di gran lusso, nelle stanze da bagno, tra la doccia, le vasca ed il jaccuzzi, si apre uno scorcio d’oceano grazie ad acquari popolati di pesci esotici. I rubinetti si illuminano di luci blu quando cola l’acqua fredda, di luci rosse quando l’acqua diventa calda. In ogni stanza (compresi i bagni e le cucine) uno schermo tattile permette di collegarsi a Internet, consultare le previsioni meteo o guardare notiziari internazionali. Ogni appartamento dispone di una cantina sotterranea , a temperatura, umidità e illuminazione controllate per la conservazione dei vini, ed un sommelier è incaricato di consigliare i proprietari nella scelta della propria riserva personale. Un bar in loco permette di assaggiare prima di scegliere. Le marche italiane sono onnipresenti. Le cucine, completamente integrate, portano la firma Giorgio Armani per Dada, le immense stanze da bagno create da Boffi, Faminia, Cesana, vengono completate da rubinetterie Gessi. Se tutti gli appartamenti sono fantastici, l’estro, la creatività e l’alta tecnologia si esprimono particolarmente in quelli che sono stati battezzati i “top five”. Si tratta di cinque dimore ancora più speciali, situate in punti diversi dell’edificio: al centro della facciata, alle due estremità laterali, sul tetto più alto. A parte l’enorme superficie, ciascuno dispone di una grande piscina privata in terrazza, da cui si gode una vista incomparabile. La leggenda continua... La vendita è già stata lanciata su scala internazionale, ed primi risultati soddisfano le attese dei promotori. I futuri occupanti saranno naturalmente cosmopoliti, e gli italiani promettono di figurare in prima linea, anche se sui nomi degli acqui- renti, famosi o meno (si era parlato perfino di Brad Pitt e Angelina Jolie) il riserbo per il momento è totale. E’ certo comunque che abitare Le Provençal significherà entrare a far parte di una leggenda. Fin dagli Anni Venti Juan les Pins ha accolto personaggi come Scott Fitzgerald (che abitava proprio di fronte, nella villa che oggi è l’Hotel Bellerives), Rodolfo Valentino, Pablo Picasso, Igor Stravinsky. Molti americani, molti russi, ma gli italiani già allora erano presenti: all’inaugurazione del Provençal, nel 1927, si fece notare in particolare per la sua eleganza la Principessa Pignatelli d’Aragon. Il primo proprietario e fondatore dell’hotel fu Frank Jay Gould, figlio del re delle ferrovie americane. Il suo nome è legato anche alla nascita del Festival di jazz, ancora oggi celebre in tutto il mondo. Qui nascevano le tendenze, qui Coco Chanel lanciò la moda dell’abbronzatura, fino allora esecrata come volgare dalle signore eleganti, qui le villeggianti sfoggiavano le ultime creazioni di Patou, Lanvin o Schiapparelli, o i primissimi pantaloni corti. Juan les Pins partecipò a quei tempi all’invenzione delle vacanze estive, dello sci nautico, dei festival al chiaro di luna. Il Provençal restò un punto di riferimento fino al 1970, poi pian piano la sua stella si oscurò, il grande albergo chiuse e fu poi lasciato all’abbandono. All’orizzonte 2010, tutto sarà pronto perchè la leggenda ricominci, ancora più brillante... Jean-Louis Guillot Monte-Carlo & Costa Azzurra FoglioEuropeo 119 DEF.indd 36 30-12-2008 16:49:13 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 37 30-12-2008 16:49:25 La serata del Comites, tra bilanci e previsioni Sopra, il coro “Le piccole Voci”. A sinistra, una panoramica del ricevimento. 38 L a sobrietà di una serata riuscita per la felicità degli oltre 800 tra invitati e ospiti, quasi tutti italiani, alla festa di Natale del Comites di Monte-Carlo giunta alla sua tredicesima edizione. Il Presidente dell’Ente, il Conte Niccolò Caissotti di Chiusano, perfetto padrone di casa, con tutto il Consiglio Direttivo, è salito sul palcoscenico del Teatro dell’Auditorium Ranieri III° a ricevere gli applausi per una gestione che si chiude positivamente. Il suc- FoglioEuropeo 119 DEF.indd 38 cesso della serata si deve anche ai tanti ristoratori italiani di Monaco e della vicina Costa Azzurra che, con grande spirito di collaborazione (che dura da anni) dopo lo spettacolo hanno gentilmente offerto un percorso gastronomico con il consueto buffet ricco di piatti gustosissimi e abbondanti. Sul palco, ad iniziare la parte “ufficiale”, dopo gli inni monegasco e italiano, il presidente Chiusano, sempre molto in forma, ha fatto un bilancio amministrativo ed organizzativo del “suo” Comites ampiamente positivo e spera che molti lo seguano nel prossimo mandato dove, secondo noi, sarà sicuramente rieletto a dispetto di chi lo vorrebbe in pensione. A fare gli onori, per conto del Principe Alberto II, un grande amico degli italiani: lo storico e scrittore Réne Novella, Consigliere personale del Principe, che ha portato i saluti di SAS e ha sottolineato soprattutto il grande spirito italico di Alberto II e suo personale, perchè entrambi di origini liguri. L’Ambasciatore italiano a Monaco Franco Mistretta, con la innata classe che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare, ha salutato il pubblico presente complimentandosi anche per il senso comune e il calore con il quale era stato accolto appena arrivato a Monaco nell’ottobre scorso; ha toccato anche il tema della crisi economica che in questo momento investe tutti quanti, ma è anche stato fiducioso nel ribardire che gli italiani di Monaco (ma non 30-12-2008 16:49:34 MONACO Di Chiara Trussoni [email protected] Sopra, i tre tenori, Giannelli, Menotta e Amici. soltanto) sapranno riprendersi nella maniera più efficace, fantasiosa e con la dinamicità che li contraddistingue e poi perchè l’ottimismo fa parte dell’essere italiani. Il Governo era invece rappresentato dal Ministro all’Interno Paul Masseron, intervenuto sul palco a ricordare che la comunità italiana del Principato è stimata ed apprezzata anche ne del maestro Michele Croese e accompagnati al pianoforte da Reddy Bobbio; il coro (la cui immagine coreografica è stata molto suggestiva) era presentato dall’ex spiker di RMC AwanaGana che poi ha dato il via al mini-concerto di Tre Tenori del Coro di Santa Cecila: Francesco Giannelli, Fabrizio Menotta e Corrado Amici, accompagnati al piano dal Sopra, M. René Novella. In basso Monsignor Bardi. Sopra, l’Ambasciatore Franco Mistretta e il Conte Chiusano. dall’intero Consiglio Nazionale di Monaco per l’indubbia capacità di sdrammatizzare ogni situazione, anche la più critica, mentre il Vescovo del Principato, Monsignor Bernard Barsi, ha portato il suo saluto in una quasi perfetta lingua italiana. La serata è poi stata allietata da uno spettacolo che ha visto, in apertura, trenta piccoli cantori del coro “Le Piccole Voci” (bambini tra i 5 e i 12 anni) della Fondazione Museo della Canzone di Erio Tripodi di Vallecrosia, che ha debuttato ufficialmente con questa prima uscita internazionale. Hanno interpretato un classico repertorio natalizio, sotto la direzio- maestro Fabio Montani, venuti da Roma appositamente per farci ricordare una serie di brani musicali che hanno fatto la storia della canzone italiana: doveroso il bis con la mitica “Volare” di Domenico Modugno che ha fatto cantare l’intera platea. Su grande schermo è stato proiettato un filmato sul “Prestigio Italiano di Monaco”, molto elegante e ben realizzato (con voce suadente di Maurizio Di Maggio di RMC) a cura di Gian Luca Mazzetti, nel quale facevano bella presenza alcuni grandi e prestigiosi brand di aziende italiane presenti a Monte-Carlo, tra i quali l’ultimo arrivato (in ordine di tempo) nel Principato: lo stilista piemontese Carlo Ramello con le sue calde e originali pellicce. Il grande “pienone” non c’è stato perchè la serata era troppo vicina al Natale e molti connazionali erano già partiti per le vacanze invernali, comunque è stata un’edizione molto sentita e partecipata, bene organizzata (gli sponsors possono dirsi soddisfatti), compresa la zona Vip che è stata off-limits anche per chi voleva approfittare delle presenze illustri per le consuete interviste. All’uscita, per tutti gli ospiti, una copia omaggio del testo integrale della Costituzione Italiana, a ricordare il sessantesimo anno, festeggiato nel 2008. 39 Monte-Carlo & Costa Azzurra FoglioEuropeo 119 DEF.indd 39 30-12-2008 16:49:40 A cura di Maria Bologna [email protected] Artico, Antartico e una medaglia per SAS il Principe Alberto II di Monaco 40 Le zone polari sono state oggetto di intense ricerche scientifiche internazionali ed interdisciplinari già a partire dal primo Anno Polare Internazionale che debutto nel lontano 1882: quest’anno però, mentre sono ancora in corso le attività relative alla sua quarta edizione, nell’ambito della conferenza interministeriale sull’Artico, si sono confrontati a Monaco scienziati ed esperti presentando i risultati di più di 30 anni di ricerche sul campo. L’evento, promosso nell’ambito dell’attuale presidenza francese del Consiglio dell’UE,ha infatti riunito rappresentanti di oltre 30 Stati rappresentati da un gran numero di ministri ed organizzazioni internazionali, tutti accomunati dal medesimo obiettivo: intervenire finché si è ancora in tempo a preservare l’ecosistema dell’Artico. Ma se la conferenza ministeriale, proprio da Monaco, ha voluto sensibilizzare l’opinione pubblica sull’urgenza di intraprendere azioni per proteggere l’Artico dai danni conseguenti al degrado ambientale mondiale poco tempo dopo, un paio di eventi hanno consacrato il Principe Alberto quale paladino moderno per la protezione dell’ambiente. Era, infatti, il 1° dicembre quando, di ritorno da una rapida visita alla FAO e al sindaco di Roma, il Principe ha ricevuto un’importante onorificenza dal Professor Franco Salvatori, Presidente della Società Geografica Italiana di Roma. Stessa medaglia che 100 anni fa veniva consegnata al nonno, il Principe Alberto I° che al mare e alla scienza dedicò gran parte della sua vita. La cerimonia, organizzata dall’associazione Dante Alighieri di Monaco, era collocata nell’ambito della con- ferenza del Professor Carlo Barbieri sulla spedizione polare del dirigibile Italia del 1928, la cosiddetta “Spedizione Nobile”. Dunque, un bel momento e un legame forte, applaudito da un pubblico affascinato dalle testimonianze storiche fornite da Baribieri, che è stata l’occasione per rivivere leggendarie avventure che hanno animato le cronache di un tempo. Ma le sorprese continuavano il giorno seguente quando alla Alberto I°. La partenza è comunque avverrà in questi giorni di gennaio a testimonianza dell’impegno di Monaco a favore di una gestione collettiva più efficace e più responsabile delle risorse naturali, mentre i segnali di pericolo minacciano giorno dopo giorno le condizioni di sopravvivenza per l’umanità nei decenni a venire. Tappa importante prevista alla stazione Concordia, unica ad essere gestita congiun- presenza di una ricca platea formata da giornalisti ed esperti della comunicazione, l’intervista concessa dal Principe Alberto a Bernard Spindler, presidente del Press Club di Monaco, rivela la nuova spedizione del Principe Alberto. E l’annuncio è arrivato dopo aver affrontato i temi più vari, dalla crisi economica mondiale alla situazione dei monegaschi. Di certo al Sovrano l’esperienza non manca visto il successo riportato dopo la prima spedizione effettuata nel 2006 al Polo Nord. In qualche modo il Principe sembra davvero voler ripercorrere le orme del suo onorevole antenato tamente da Francia e Italia, ma in totale si prevedono tappe importanti che riguarderanno 26 stazioni che rappresentano 18 Paesi, oltre agli incontri con ricercatori di alto livello che potranno fornire un panorama completo ed esauriente della situazione sul posto. Ancora una volta dunque, grazie all’azione del Principe Alberto, avremo una nuova testimonianza che si concretizza con l’impegno costante del Sovrano nella lotta per la salvaguardia del pianeta contro il cambiamento climatico che, nell’Antartico, troverà nuove ragioni per sostenere la sua causa. Monte-Carlo & Costa Azzurra FoglioEuropeo 119 DEF.indd 40 30-12-2008 16:49:45 © GITANA S.A. Brevi da... © GITANA S.A. Condividiamo il piacere dell’eccellenza Gitana Eighty porta i colori del nostro Gruppo ed è testimone di una passione familiare di pui generazioni. www.gitana-team.com [email protected] ANVERSA - BARCELLONA - BORDEAUX - BRATISLAVA - BRUXELLES - FRIBORGO - GINEVRA GUERNSEY - HONG KONG - LOSANNA - LIEGI - LISBONA - LONDRA - LUGANO - LUSSEMBURGO LIONE - MADRID - MARSIGLIA - MILANO - MONACO - MONTEVIDEO - NANTES - NASSAU - PARIGI PECHINO - PORTO - SHANGHAI - STRASBURGO - TAIPEI - TEL AVIV - VARSAVIA FoglioEuropeo 119 DEF.indd 41 BANQUE DE GESTION EDMOND DE ROTHSCHILD - MONACO 2, AV. DE MONTE-CARLO - 98000 MONACO T. (+377) 93 10 47 47 30-12-2008 16:49:54 Brevi da... A cura di Maria Bologna [email protected] A Paolo Sinigaglia il concorso Chambre Economique 42 Sono italiani i vincitori del 13° Concours de Création d’Entreprise della Jeune Chambre Economique de Monaco. Un finale da cardiopalma e tanta gioia per il risultato ottenuto. Era il 27 novembre e, ad essere selezionati vincitori, sono proprio degli italiani, giovani ingegneri comaschi, ad aver vinto il primo premio destinato dalla Jeune Chambre Economique de Monaco a imprenditori portatori di progetti innovativi per il Principato di Monaco. Il portavoce, Paolo Sinigaglia racconta il progetto che si realizzerà presto, grazie anche al consistente premio di Euro 30.000, offerto dal governo monegasco, ed ai numerosi vantaggi che elargiti dai vari sponsors ai vincitori, quale ricompensa della loro impresa. Il progetto si chiama I-Muse ed è un sistema intelligente che permette, attraverso l’applicazione di una piattaforma software, evoluzione della classica audioguida, che permette di presentare contenuti multimediali i modo semplice ed accattivante. Le prime impressioni dopo l’annuncio: contenti? “È esaltante vedere come un progetto in cui abbiamo creduto e creato da zero insieme ad un gruppo di colleghi e amici possa arrivare a vincere un concorso per il migliore Business Plan a Monte-Carlo!” Come siate giunti alla realizzazione del progetto? “In realtà arriviamo da due anni di intenso lavoro spesi per studiare i prodotti della concorrenza, per progettare la nostra soluzione di video-guida, per realizzare la piattaforma software/hardware”. Avevate già provato a testare la vostra invenzione? “Si: esattamente la nostra prima installazione è stata sperimentata su un centinaio di persone la scorsa estate al Museo didattico della Seta di Como. È li che ci siamo accorti che lo strumento ‘guida’ è stato utilizzato in maniera disinvolta anche dalle persone meno “informatizzate?”. Cosa vi aspettate di ottenere dopo aver vinto il concorso? “Pur avendo ottenuto qualche riconoscimento anche in Italia, quello che vorremmo è applicare il sistema di video-guida per ambienti museali o espositivi e poter iniziare la nostra avventura a Monte-Carlo ci porterà a fare un salto di qualità”. In che senso? “Da tempo eravamo alla ricerca di partner per lo sviluppo ulteriore della piattaforma che pensiamo di portare su più piattaforme software (da Windows Mobile a IPhone e Symbian) attraverso l’utilizzo di più avanzate tecnologie di ‘selezione dei contenuti’: dall’RFid allo ZigBee, dal GPS al posizionamento con le celle GSM, per intenderci”. Fernando Botero e il circo Volteggeranno le opere di Botero (nella foto) alla prossima mostra del Nuovo Museo Nazionale di Monaco. Ritornano dunque le sue rotondità, ma questa volta però resteranno su Monaco per tre mesi, da gennaio a marzo, con circa 20 opere (pitture e opere su carta) che l’artista colombiano ha realizzato tra il 2007 e il 2008. Il tema del circo è stata la sua fonte d’ispirazione nelle sale di Villa Sauber. Questi capolavori avranno la loro vetrina grazie anche al fatto che ogni anno il Principato di Monaco ospita il Festival Internazionale (in svolgimento a Monaco in questo Mlle DELPECH, direttrice Concorso JCEM in compagnia del vincitore, Paolo Sinigaglia. Il Progetto “I-muse”, una volta a Monaco, vi permetterà di farvi conoscere internazionalmente? “Esatto e proprio grazie a Monaco, già ci proiettiamo verso i musei, i parchi e le città europee che crediamo siano più ricettive di quelle italiane ad una novità come questa”. Quale sarà la prima cosa che intendete fare una volta installati a Monaco? “La nostra prima sfida sarà quella di portare ‘i-muse’ all’interno dei musei monegaschi: sono convinto che la nostra squadra saprà convincere i curatori dell’opportunità di avere uno strumento potente e innovativo come il nostro per aiutare e divertire i visitatori?”. Questo dunque il progetto. Tra i finalisti segnaliamo anche l’EcoCycle, mezzo ecologico studiato per gli spostamenti sulle brevi distanze a Monaco presentato ancora una volta da un’italiana residente a Monaco, Daniela Nosenzo e dal belga Sven Vandenbosch. mese di gennaio) giunto alla sua 33° edizione. Con questa serie Botero torna ad esprimere un tema più gaio, offrendo un mondo di colori e di forme voluttuose, riproponendo ancora una volta quella monumentalità silenziosa e immobile, tipica di quei personaggi che animano gli spettacoli circensi. Belli le scene e i ritratti, come quei clown malinconici, isolati, che tra il riso e le lacrime incantano gli spettatori sospesi tra sogno e magia. Aperta tutti i giorni dalle 10 alle 18 Biglietto intero 6 Euro; ridotto 3.50. Salle d’exposition de la Villa Sauber 17, avenue Princesse Grace Sito internet: www.nmnm.mc Tel. (+377) 98.98.91.26. Monte-Carlo & Costa Azzurra FoglioEuropeo 119 DEF.indd 42 30-12-2008 16:50:01 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 43 30-12-2008 16:50:20 Brevi da... A cura di Maria Bologna [email protected] La Dante Alighieri festeggia 30 anni 44 Certo, molto tempo è passato dalla creazione della Associazione Dante Alighieri Monaco; quest’anno festeggerà i trent’anni che hanno contribuito a consolidare il forte legame tra il Principato e l’Italia, anche se gli esordi furono abbastanza complessi, come racconta il Presidente Fabrizio Di Giura (nella foto): “Quando mi trasferii da Roma a Monte-Carlo feci la promessa di aprire un comitato nel Principato, ma all’inizio non fu facile perche si erano diffuse voci infondate che la Dante Alighieri fosse la “mano lunga” della politica, mentre tengo a precisare che da sempre siamo apolitici. Cosi, dopo due anni di difficoltà, grazie alla Principessa Grace, finalmente la situazione si sbloccò e il 3 giu- gno del 1979 venne inaugurata la Dante Alighieri Monaco. Quindi passione e intraprendenza perché la lingua e la cultura italiana sono un patrimonio nazionale da diffondere a ogni latitudine e tra gli oltre 460 comitati situati in ogni angolo del Pianeta, dagli Stati Uniti fino alla Cina e all’Australia non poteva mancare una sede nel Principato di Monaco, residenza di una nutrita Comunità Italiana. Non solo anche impegno e entusiasmo nel promuovere tradizioni secolari come le nostre che niente e nessuno possono offuscare. Anzi, la Dante Alighieri Monaco ai giorni nostri può vantare un Presidente Onorario come S.A.R. la Principessa Caroline di Hannover. Sicuramente anche dopo trent’anni, con la stessa energia del primo giorno, lo scopo primario di promuovere la cultura e insegnare la lingua italiana - precisa ancora Di Giura - sono numerosi gli stranieri che risiedono nel Principato e che partecipano ai corsi della Dante Alighieri; inoltre cerchiamo sempre di coinvolgere i giovani che porteranno avanti in futuro il nostro bagaglio di tradizioni e cultura. E grazie all’impegno di tanti che hanno creduto in noi nel 2009 festeggeremo trent’anni di attività”. Davvero un bel traguardo per la Dante Alighieri Monaco che, tra i suoi compiti, ha anche quello di lanciare nuovi talenti all’estero, come il pianista Giuseppe Greco, diciottenne pugliese ed eclettico artista che qui a Montecarlo, invitato ad uno degli appuntamenti della Dante Alighieri Monaco ha ottenuto uno strepitoso successo: “Greco mi aveva colpito durante un concerto al Teatro La Fenice di Venezia - conferma Di Giura - e abbiamo deciso di invitarlo nel Principato; inoltre cerchiamo sempre di far conoscere, al di fuori dei nostri confini, giovani artisti con grandi qualità perché sono un ottimo biglietto da visita per il ‘Made in Italy’”. Programmi già confermati per il 2009?: “Certamente - conclude Di Giura - posso anticipare che il tre giugno, durante il consueto appuntamento per la consegna dei diplomi di Lingua Italiana che si svolgerà, come ogni anno all’Hotel Hermitage, saranno presentati anche tre francobolli con le raffigurazioni di Boccaccio, Machiavelli e Petrarca, messi in vendita, naturalmente con l’autorizzazione del Governo monegasco, per l’anniversario della Dante Alighieri nel Principato”. Dunque un finale di stagione alquanto prestigioso e un nuovo anno con appuntamenti sempre più importanti per l’Associazione Dante Alighieri Monaco. Infatti, il 21 gennaio, alla presenza del Direttore Onorario degli Affari Culturali di Monaco Antoine Bettaini si parlerà dell’Affaire Galilei. Melina Molinari Concerto di Natale al Santa Devota Anche quest’anno il consueto appuntamento con le strenne natalizie ha fatto il pienone di sempre: successo confermato anche dal fatto che c’erano solo posti in piedi per i ritardatari che non hanno voluto comunque perdere, lo scorso 17 dicembre, il Concerto di Natale realizzato grazie al sostegno economico dell’industriale lombardo Riccardo de Caria. Lo spettacolo, presentato da un grande appassionato di musica, S.E. Jean Castellini, Segretario Generale della Commissione di Controllo delle Attività finanziare, si è svolto nella suggestiva cappella di Santa Devota. Musica di qualità assicurata dal coro e l’orchestra sinfonica Azuréen, diretti da Julio Magnani. Ma non è mancata nemmeno la standing ovation per il tenore italo-monegasco Massimo La Guardia, immancabile all’appuntamento canoro, accompagnato dall’elegante Laurence Schohno, talentuosa soprano e dall’appassionato baritono Federico Longhi. Monte-Carlo & Costa Azzurra FoglioEuropeo 119 DEF.indd 44 30-12-2008 16:50:26 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 45 30-12-2008 16:50:34 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 46 30-12-2008 16:50:36 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 47 30-12-2008 16:50:56 Brevi da... A cura di Maria Bologna [email protected] International Wine Tasting Vino, Cultura e Vita, 7/8/9 Marzo 2009 Auditorium Ranieri III 48 L’organizzatore Michele Florentino. La seconda edizione del Monte-Carlo Wine Festival si apre nell’elegante quadro del Principato di Monaco, polo economico e culturale della Costa Azzurra, ma anche intensa piattaforma commerciale aperta agli scambi ed ai mercati internazionali. I temi principali di quest’edizione saranno “Terroir” e “Tipicità”, un viaggio attraverso quei vini e prodotti gastronomici che esprimono al meglio l’equilibrio “uomo-natura”. Una sezione speciale sarà dedicata ai vitigni autoctoni, legati ad antichi sistemi di lavorazione e nel rispetto della bio-diversità, i quali producono vini in relazione al territorio d’origine. Un Festival tutto da gustare e che fa viaggiare: diversi sono i paesi rappresentati: Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Romania ecc., i quali proporranno, ad un pubblico internazionale, un itinerario nei sapori e nelle tradizioni della propria terra attraverso laboratori del gusto, seminari di degustazione, assaggi e confronti per scoprire nella diversità culturali i punti in comune. La missione del MCWF è di valorizzare l’attività vinicola e gastronomica nel suo insieme promuovendo sui mercati del mondo le piccole e medie imprese regionali, che vantano prodotti eno-gastronomici d’altissima qualità, ma che mancano spesso di un’adeguata rete di distribuzione. A tal fine è stato sviluppato un net-working di contatti per sensibilizzare i buyer locali ed internazionali, professionisti del settore alberghiero ed enogastronomico, le associazioni di categoria, i sommelier della Costa Azzurra e la stampa locale ed internazionale. Alle attività promozionali sopra citate si sono aggiunte una serie di conferenze stampa ed incontri a livello europeo nati dalla collaborazione di partner di grande prestigio tenutesi lo scorso anno in varie città italiane ed alla presenza di numerosi personaggi del mondo della cultura enogastronomica come la Guida dell’Espresso, la UIR, Unione Italiana Ristoratori, l’Associazione dei Sommeliers, il Ministero dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, l’ICE, Commercio Estero. In parallelo alle degustazioni di marzo, numerose attività eno-culturali, faranno da sfondo alla manifestazione simbolizzando l’unione del vino alla cultura ed all’arte. Tra le numerose attività collaterali, la mostra “Leonardo e il Divino Licore dell’Uva”, dove si potranno ammirare scritti e documenti del grande artista che fanno esplicito riferimento al vino. La mostra è curata da “La Fucina di Leonardo”. Poi un’esposizione di libri rari dedicati all’agricoltura e all’alimentazione provenienti dalla Biblioteca Storica Nazionale dell’Agricoltura. “La biblioteca del Ministero è una delle più importanti biblioteche italiane; non è una necropoli libraria, ma una città viva. Ancora Paolo Sylos Labini, con una mostra sulle opere dedicate al vino firmate da Renato Guttuso e Giacomo Manzù, seguirà un’altra mostra di pitture e sculture firmate dalla giovane artista naturalista, Margherita Leoni, originaria di Bergamo. Ancora conferenze e dibattiti sul vino e la salute, per scoprire i poteri terapeutici e gli effetti benefici e curativi del vino sul nostro organismo. “Il Vino e l’ambiente nella società odierna”: vantaggi di un’agricoltura basata sul rispetto delle tradizioni e della bio-diversità. Il pre-programma Sabato 7 Marzo 2009 ore 18.30, apertura del MCWF, saluto del presidente Michele Florentino alle personalità presenti ed ai produttori. Ore 18.45 conferenza di Carlo Cignozzi “La musico-terapia in viticoltura”: Ore 19.00 proiezione del cortometraggio “Artigiani del Vino Divino”. Alle 19,10 consegna del diploma il “Distillato della Solidarietà”. Alle 19.25 piccolo intermezzo musicale in onore ai vini del Portogallo: Il Fado, sentimento intimo di un’anima che non si può spiegare ma si può sentire”. Alle 19.30 presentazione di una regione italiana attraverso i vini ed i prodotti eno-gastronomici che la rappresentano; poi alle 19.50 visita alla mostra di Leonardo Da Vinci: “Leonardo e il Divino Licore dell’Uva”. Alle 20.10 cocktail dînatoire con degustazione di prodotti eno-gastronomici presenti. Presenterà la serata il giornalista Maurizio Di Maggio (RMC). Domenica 8 Marzo, ore 11.00 al Jardin Exotique, vernissage della pittrice naturalista Margherita Leoni. Seguiranno degustazioni di spumanti e specialità tipiche regionali presenti al Festival. Alle 14, inizio degustazioni, infine alle 14.30 tavola rotonda sul “Vino e l’ambiente nella società odierna: vantaggi di una agricoltura basata sul rispetto delle tradizioni e della bio-diversità. Ore 17.00 presentazione di una regione italiana attraverso i vini ed i prodotti eno-gastronomici che la rappresentano; seguono le degustazioni; alle 20.00 Dinner per professionisti su invito. Lunedi 9 Marzo alle 10.00 inizio degustazioni, conferenze e dibattiti e alle 19 chiusura della seconda edizione del MCWF. Monte-Carlo & Costa Azzurra FoglioEuropeo 119 DEF.indd 48 30-12-2008 16:51:11 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 49 30-12-2008 16:51:17 PARIGI Cent’anni d’arte futurista al Centre Pompidou Canzoni napoletane alla Sorbona 50 “Pasta follia” nel quartiere del Marais Campagna Abbonamenti 2009 al mensile “Il Foglio Italiano” sul sito web: www.foglioitaliano.com FoglioEuropeo 119 DEF.indd 50 30-12-2008 16:51:22 Segue FoglioEuropeo 119 DEF.indd 51 í 30-12-2008 16:51:25 A sinistra, “la carica dei lancieri” di Umberto Boccioni. In basso a sinistra, ritratto di Marinetti. 52 L’arte Futurista di Marinetti celebra i suoi cent’anni al Centre Pompidou N ell’occasione del centenario del Futurismo, il Centro Pompidou organizza una grande mostra, in collaborazione con la Tate Gallery di Londra e le Scuderie del Quirinale di Roma. Il Futurismo è nato nel 1909 con la pubblicazione del Manifesto di Filippo Tommaso Marinetti, pubblicato sul famoso quotidiano Le Figaro. La corrente futurista aveva lo scopo principale di “proiettare la cultura italiana in una prospettiva internazionale”. Marinetti creò, nel 1910, un collettivo di giovani artisti pronti FoglioEuropeo 119 DEF.indd 52 ad adottare le idee fondatrici del futurismo, mettendole in pratica nelle loro opere. Questi pittori, tra i quali Giacomo Balla (1871-1958), Umberto Boccioni (1882-1916), Luigi Russolo (1885-1947), Carlo Carrà (18811966) e Gino Severini (1883-1966), hanno rivendicato apertamente la loro adesione alla corrente con la pubblicazione del Manifesto dei Pittori Futuristi e del Manifesto tecnico della Pittura. Il gruppo iniziò allora ad organizzare una seria di spettacoli teatrali e 30-12-2008 16:51:33 In basso, il Centre Pompidou. mostre pitturali e sculturali. La più famosa, che permise al futurismo di prendere una posizione importante sulla scena internazionale fu quella di 1912, intitolata “I pittori futuristi italiani” che si svolse a Parigi nella Galleria Bernheim-Jeune. La mostra scandalizzò con il suo carattere polemico che consisteva nel rimettere in causa tutto ciò che fu proposto dall’arte dell’epoca. Infatti, i futuristi, predicavano la necessità di una nuova arte rivoluzionaria per poter raggiungere “l’identità d’arte e di vita”, principio fondamentale della corrente futurista. Ferventi ammiratori della teoria della relatività di Einstein e della filosofia di Bergson, esaltavano la velocità, il dinamismo e l’energia umana. L’arte futurista doveva assolutamente urtare, usando una forma di violenza mentale e fisica, e liberarsi della “museificazione” per rinnovarsi continuamente. Altra particolarità del movimento: gli artisti hanno messo tutte le loro idee per iscritto, dando così vita ad una seria di testi pubblicati tra 1911 e 1916, come il Manifesto della Scultura (1911), il Manifesto dell’Architettura Futurista dall’urbanista Antonio Sant’Elia (1914) ed infine il Manifesto della Ricostruzione Futurista Sotto, manifesto del futurismo, da “Le Figaro”, Parigi, 20 febbraio 1909. dell’Universo (1915). Questi preziosi testimoni hanno contribuito a rafforzare i fondamenti della corrente, rendendoli molto più credibili, più concreti. L’ottimismo spronato venne brutalmente rimesso in causa dalla prima guerra mondiale. Però, la fine del conflitto nel 1918 marcò l’inizio di un nuovo periodo per il futurismo con la creazione della rivista Roma Futurista. Le nuove correnti nate dopo guerra, per esempio il costruttivismo russo o il dadaismo, si sono tutti inspirati alle idee futuriste, confermando la forza di questa forma artistica e la sua influenza sulla scena internazionale. Infatti il futurismo è all’origine in grande parte delle basi dell’Arte Moderna. Anche dopo la scomparsa di figure rappresentative PARIGI Di Stefania Doncker [email protected] come Boccioni e Sant’Elia, il suo soffio è rimasto potente come il primo giorno. Oltre alla mostra parigina, un’altra mostra sarà inaugurata a Roma il 20 Febbraio prossimo, precisamente cent’anni dopo la pubblicazione del Manifesto di Marinetti. L’impresa ha per scopo, secondo gli organizzatori, di rivalutare lo statuto del Futurismo e l’originale fondamento della modernità, per rendere conto del suo impatto su l’avanguardia francese: il cubismo, che invita ad una nuova analisi delle relazioni tra queste due correnti attraverso la presentazione di duecento opere e documenti. L’evento sarà dunque l’occasione di tornare su un momento complesso della storia dell’Arte Contemporanea mettendo di nuovo in luce un patrimonio ricco che ha contribuito all’elaborazione di un nuovo linguaggio artistico nell’Europa della prima metà del XX° secolo. Informazioni: Il Futurismo a Parigi, un’avanguardia esplosiva Centre George Pompidou Place George Pompidou. Tel. (+33) 01.44781233. Fino al 26 Gennaio tutti i giorni dalle 11.00 alle 21.00. Notturna il Giovedì fino alle 23.00. Chiuso il Martedì. 53 Parigi FoglioEuropeo 119 DEF.indd 53 30-12-2008 16:51:38 Brevi da... A cura di Stefania Doncker [email protected] Un recital di “Canzoni Napoletane” alla Sorbonne ottenne ruoli di tenore molti importanti all’Opera Nazionale d’Armenia, per esempio in La Traviata o Eugène Onéguine. Da allora la sua carriera non ha smesso di crescere, estendendosi al di là delle frontiere del suo Paese natale. Possiede un repertorio molto variato, che comprende opere di Haendel, Rossini, Donizetti o ancora Bach. Oggi, viene acclamato dal pubblico e dai critici internazionali tanto per la forza quanto per la bellezza della sua voce che per il suo carisma scenico. Informazioni: Canzoni Napoletane - un recital di Rouben Elbakian Anfiteatro Richelieu della Sorbonne 1, rue Victor Cousin. Tel. (+33) 01.42627171. Martedì 27 Gennaio alle 20.30. Il 27 Gennaio, all’Anfiteatro Richelieu della Sorbonne, il tenore Rouben Elbakian (nella foto) presenterà il suo nuovo album Canzoni Napoletane nell’occasione di un recital unico. Lo spettacolo è il primo del nuovo tour francese dell’artista. Originario d’Armenia, Rouben Elbakian iniziò la sua carriera molto giovane, entrando come solista nella filarmonica dei giovani d’Everan all’età di 7 anni. Ebbe un’educazione musicale intensa iscrivendosi a corsi di canto e arte drammatica, ma anche di danza classica in una famosa scuola di musica armena. Fu poi ammesso al Conservatorio Nazionale Superiore d’Everan nella classe di Gohar Gasparian, famosa cantante. Aveva appena finito gli studi quando Maria Sagona: “Non”, una mostra 54 La Libreria, in collaborazione con l’Associazione Culturale La Corda dell’Occhio, presenta, fino al 14 Febbraio 2009, la mostra “Non”, dedicata al lavoro di Maria Sagona. Famosa illustratrice di libri, italiana, vive a New York dal 1995. Ha collaborato con grandi editori italiani o internazionali (Einaudi, Rizzoli o Random House), ma anche con importanti giornali, come La Stampa, La Repubblica, The New Yorker o The New York Times. La mostra rivela al pubblico le 24 tavole originali del libro “No. Anna e il cibo”, scritto ed illustrato dall’artista. Viene così presentata al pubblico la storia di Anna, che non vuole più mangiare, e di sua madre, pronta a tutto per farle ritrovare la voglia di nutrirsi. La storia è magnificata grazie ad un universo ricco d’immagini e colori, che accompagna il visitatore fino ad una felice risoluzione. Questo racconto di Natale che illustra l’amore infinito di una madre per sua figlia, l’autore lo dedica ai bambini ed ai loro genitori. Informazioni: “Non” di Maria Sagona; la Libreria 89, Rue du Faubourg Poissonière, Paris. Tel. (+33) 01.40220694. Fino al 14 Febbraio 2009. Pasta follia al Curieux Spaghetti Bar Nel lussuoso quartiere del Marais, nel moderno ristorante Curieux Spaghetti Bar, è possibile degustare un’incredibile varietà di pasta da ricette classiche a ricette più originali ed esotiche. Il ristorante propone anche una selezione di piatti e dessert italiani ed un brunch (la domenica). Lo stile mescola il Barocco dell’ambiente anni 70, dove le mura sono coperte da tappezzerie fuori dal comune che vengono cambiate regolarmente ogni mese creando, ogni volta, una trasformazione. Aperto dal 2004 ha già “sedotto” moltissimi clienti. Informazioni: Curieux Spaghetti Bar 14, rue Saint Merri. Tel. (+33) 01.42727597; Aperto dalle 11.00 alle 02.00. www.curieuxspag.com Italoscopie: una trasmissione tutta italiana Da più di 25 anni, la Radio Vexin Val de Seine dedica una trasmissione alla cultura e all’attualità italiana, “Italoscopie”, che viene messa in onda ogni sabato mattina dalle 8.00 alle 11.00. Jean Morino, italiano d’origine molto attaccato al suo Paese, creò “Italoscopie” nel 1982. Cominciò a lavorare come tecnico a Radio Vexin, approfittando dell’opportunità di passare alcuni dischi italiani, prima di ottenere la sua trasmissione. Quest’ultima s’impose rapidamente grazie alla sua originalità. Per esempio, gli uditori pote- vano ascoltare di seguito un pezzo di musica classica ed un dibattito riguardando gli ultimi soggetti d’attualità. Morino ha sempre voluto rappresentare tutte le regioni italiane, collaborando con persone originarie da un punto all’altro del paese. Quella che all’inizio era soltanto una trasmissione dilettante, è diventata col tempo una referenza per molti ascoltatori anche non italiani. Dal 1986, “Italoscopie” è condotta da Carmelo Mondello e Ivo Bonin (nella foto). Non mancano mai le occasioni d’intervistare famosi artisti della scena italiana ed internazionale, o di seguire i numerosi concerti che si svolgono nella capitale francese. La trasmissione si rivolge a tutti: italiani o semplicemente innamorati del Paese Italia. Informazioni: Italoscopie, Radio Vexin, Val de Seine 96.2 FM. www.radiovexin.com Parigi FoglioEuropeo 119 DEF.indd 54 30-12-2008 16:51:45 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 55 30-12-2008 16:52:06 GINEVRA Alberto Colella: nuovo Console di Ginevra Martini: l’aperitivo per eccellenza 56 Alessandra Vicedomini e la sua moda Campagna Abbonamenti 2009 al mensile “Il Foglio Italiano” sul sito web: www.foglioitaliano.com FoglioEuropeo 119 DEF.indd 56 30-12-2008 16:52:22 Segue FoglioEuropeo 119 DEF.indd 57 í 30-12-2008 16:52:24 L’intervista Incontro con il nuovo Console Alberto Colella 58 I l nuovo Console Alberto Colella, arriva dal Brasile con la sua numerosa famiglia composta dalla moglie Maria Rosaria, e cinque bambini di età compresa tra i 5 e 13 anni: Maria Laura, Vincenzo, Simone, Davide e Benedetta. In carriera da vent’anni, è senz’altro il più giovane Console Generale d’Italia approdato sulle sponde del lago Lemano: simpatico, entusiasta e pieno di progetti per la sua nuova missione, tiene a sottolineare che FoglioEuropeo 119 DEF.indd 58 la sua priorità assoluta è la famiglia vista la numerosa prole diremo chè palese. Alberto e Maria Rosaria sono ambedue di origine napoletana ma si può dire che la loro è una famiglia “internazionale”, avendo vissuto a Roma, New York, Belo Horizonte, Brasilia, e adesso Ginevra. Infatti, dice Alberto Colella che a casa parlano “la loro lingua”, un misto tra italiano, portoghese, inglese, come capita alle famiglie che viaggiano nel mondo assimilando la cultura universale. Ma i bambini ha voluto iscriverli a scuole di lingua francese in modo che si possano integrare nella vita ginevrina. Sono arrivati solo lo scorso settembre, ma anche lui si sente già a “casa” e proprio all fine del nostro incontro scappa a prepararsi per partecipare alla corsa dell’Escalade, una manifestazione in onore di una importante data storica alla quale i ginevrini partecipano in grande massa. Il nostro Console è uno sportivo e ama la competizione, 30-12-2008 16:52:30 Di Susanna Gorga [email protected] A destra, Alberto Colella, Console Generale d’Italia e famiglia. tra gli sport preferisce la corsa ed il nuoto, due attività perfette per la nostra città, bagnata dal lago e piena di parchi. Colella ci racconta con entusiasmo che Ginevra è una città fantastica ed ha avuto subito un’ impressione molto positiva, anche se il suo cuore e quello della sua famiglia rimangono molto legati all’esperienza brasiliana. Ginevra tra l’altro, gli ricorda molto New York, anche se più piccola e ne apprezza la sua internazionalità ed il fatto che raccoglie persone di nazionalità e gruppi etnici del tutto diversi. Una delle caratteristiche che lo ha maggiormente colpito sono proprio i concittadini italiani (circa 45,000) tutti perfettamente integrati nella società, nella cultura e nell’economia del Paese; una comunità stimata dalle istituzioni e dalla popolazione del Cantone. Apprezza molto il fatto che gli italiani costituiscono una componente importante dell’identità culturale del Cantone. Ha trovato la comunità italiana vivace, propositiva ed attiva, con riconosciute capacità imprenditoriali ed economiche, oltre che saldamente ancorata alle tradizioni ed alla cultura italiana, come testimoniato dalla vita associativa degli italiani che qui risiedono. Al suo arrivo, ha voluto dedicarsi subito a fare “networking”, conoscere e farsi conoscere. Incontrare non solo gli italiani, ma anche i rappresentanti delle isitituzioni ginevrine, gli esponenti dell’élite economica, culturale, politica, universitaria del Cantone, tra cui numerosi di origine italiana, e naturalmente gli amici e ospiti svizzeri che lo hanno accolto gradevolmente. La sua speranza è che il Consolato possa divenire un protagonista effettivo della vita di Ginevra. Il suo obiettivo principale è rilanciare l’immagine dell’Italia a tutti i livelli, ed in particolar modo di valorizzare l’immagine del Consolato. Negli ultimi tempi, racconta con soddisfazione, vi è stato un sensibile miglioramento in termini GINEVRA Di Susanna Gorga [email protected] foto di Tony Campanelli 59 di efficienza e qualità dei servizi, ma si ripromette di rendere i servizi consolari ancora più “performant”, anche attraverso l’utilizzo delle tecnologie informatiche ed un’attenta revisione delle procedure utilizzate per fornire migliori servizi, più rapidi. Sta già faccendo aggiornare il sito del Consolato, arricchendolo di contenuti e rendendolo “user-friendly”, perché secondo lui é il biglietto da visita dei nostri tempi, facendoci notare con piacere che sono ben 6,000 visite al sito ogni giorno. La sua intenzione è di avvicinare il Consolato Generale al cittadino, rafforzzandone il senso d’identità italiana e di appartenenza alla comunità. “Cercheremo di fare del Consolato la ‘casa’ di tutti gli italiani, una casa aperta a coloro i quali abbiano bisogno di assistenza. Allo stesso modo occorrerà mantenere l’eccellente livello dei rapporti tra la comunità, le sue istituzioni pubbliche, la città ed il Cantone di Ginevra”. Tanti sono i progetti culturali ed economici per questo 2009. Partecipare alla vita economica della città, essendo presenti a manifestazioni italo-svizzere, l’organizzazione di eventi culturali di alto rilievo, come concerti di musica classica ed opere, con famosi esponenti della musica italiana, la partecipazione alla Fiera del Libro di Ginevra, invitando scrittori di punta italiani, seminari e conferenze di letteratura italiana con l’Università di Ginevra, un ciclo di proiezione di film italiani recenti, e naturalmente, le celebrazioni di date importanti quali il 25 aprile, il 2 giugno, il 4 novembre. In conclusione, il suo motto sarà quello di agire come “sistema italico” valorizzare la nostra cultura e presentare la più bella immagine dell’Italia. Un caloroso benvenuto dunque al Console Colella ed alla sua splendida famiglia, mentre aspettiamo con piacere di testimoniare su queste e tante altre attività italiane che si succederanno. Ginevra FoglioEuropeo 119 DEF.indd 59 30-12-2008 16:52:40 A sinistra, un Martini sul libro di Ian Fleming. 60 Martini Nights al Richemond M artini Cocktail, quanti ricordi si possono rievocare semplicemente pronunciando il nome di questo intrammontabile drink dgli anni ’20: dalla Dolce Vita romana, all’Harry’s Bar di Venezia, e poi cinema, attori, letteratura, arte, lifestyle... James Bond e più di recente il Martini Club del Grand Hotel di Roma, e sicuramente tanti altri momenti di vita e di storia. Non a caso FoglioEuropeo 119 DEF.indd 60 é conosciuto per essere “il primo, l’ultimo, il solo vero cocktail”. Una delle tante storie sulla nascita di questa storica bevanda, racconta che ad inventarlo nel secolo scorso fu il Barman italiano Luigi Martini che, dall’Hotel Savoia di Genova salpò al seguito di ricchi clienti americani per approdare all’Hotel Knickerbrocker di New York. E a noi piace senz’altro questa versione di storia! Il Martini si afferma tra gli anni ‘20 e le euforie del secondo dopoguerra e fece storia nel suo periodo storico, splendido, negli anni sessanta qundo impazzava il grande jazz e i ritmi latino-americani danzati fino all’alba. Da allora, inizia ad essere sempre più presente nella cultura americana e ne diventa un emblema. Personaggi storici lo citano, ne parlano, lo gustano, diventa parte della life style di personaggi quali Winston Churchill, Tyron Powell, David Niven, Rita Hayworth, Humphrey Bogart, Sean Connery, Hernest Hemingway e Ian Fleming, per citarne solo alcuni. Diventa protagonista nei film, nei dipinti, nella letteratura, e nella vita quotidiana dell’ élite. A chi lo apprezza, veniva attribuita un aurea speciale e si distaccava dagli altri. È con l’impronta di questi personaggi che nasce una nuova razza - i “Martiniani”, di cui esiste una precisa descrizione: “Il Martiniano lo si riconosce subito. Da come cammina e fa il suo ingresso al bar, e mai in un bar qualunque o dalle anonime atmosfere. Anche le scarpe che calza sono sobriamente adeguate e soprattutto comode, come del resto la giacca. Veste i colori della natura, con camicie mai inamidate. La cravatta appare, ma non troppo. Quando parla, ti guarda sempre negli occhi... Un uomo di classe dunque, ma non effimero o fatuo; un uomo vero. Quando presagisce che il barman non sia all’altezza del suo esigente stile di bere, non azzarda il proprio e l’altrui imbarazzo, ma preferisce chiedere elegantemente un bicchier d’acqua, sempre molto fredda, ben s’intenda. Il Martiniano conosce il segreto di sorridere e di far sorridere, senza ricorrere all’ultima barzelletta, alla maldicenza o all’adulazione... E la sua compagna? Appartiene alla schiera non affollatissima di signore che sanno sedurre con eleganza e non essere decorative. Se così non fosse, lui non l’avrebbe scelta”. 30-12-2008 16:52:47 Sotto, da sinistra, Leonardo Temperini, Direttore F&B dell’Hôtel Richemond, Dominique Buzin, barman e David Buzin, Responsabile de Le Bar del Richemond. Sotto, William Powell & Maureen O’Sullivan, (foto Martini). a tema. La serata di apertura, essendo in concomitanza con il lancio del film “Sex in the City, è stata intitolata, per l’appunto, Martini & Sex in the City. Altre serate a tema seguiranno per far scoprire il Martini Cocktail con tutte le sue declinazioni ai ginevrini Doc. Intanto, il concetto si è esteso alle apprezzate serate Martini & Ladies’Night, dedicate alle signore per le quali i Barmen di Le Bar del Un vero patito del Martini cocktail e dei Martiniani è Leonardo Temperini, Food & Beverage Director dell’Hotel Richemond a Ginevra, che iniziò la sua carriera alberghiera proprio come Barman, prima allo Hyatt Park Hotel di Londra (della catena Rocco Forte) per poi passare al Grand Hotel di Roma, con Mauro Lotti, altro Barman storico italiano dal quale ha ereditato questa passione. Il «Martini Club» fù una grande tradizione del Grand Hotel di Roma, il quale, anche grazie a questo concetto, diventò per lungo tempo luogo d’incontro di personaggi importanti della vita politica, economica e culturale della città romana e del gotha internazionale. Nel 2000, Temperini viene chiamato all’Hôtel de Russie di Roma, della Roccofortecollection, come chief Barman e lancia il nuovo bar con i frequentatissimi “Martini Nights” di ogni mercoledì sera. Eccelso luogo d’ incontro dei martiniani che creano intorno a questo concetto, serate speciali quali Martini & Art, Martini & Cinema, Martini & Sigari, e tutto ciò per far riscoprire la presenza di questo Cocktail “unico” e insostituibile per alcuni aspetti della vita. Nel 2007 viene trasferito nel nuovo Hotel Roccoforte Collection: il Richemond di Ginevra, come Food & Beverage Director ed anche qui non ha potuto resistere all’idea di rilanciare le magiche Martini Nights GINEVRA Di Susanna Gorga [email protected] foto di Tony Campanelli Bar del Richemond di dirci quali sono i Martini Cocktail più bevuti e ci hanno confermato che il classico - vermuth e gin in parti uguali, ghiacciati e con un’oliva, rimane il numero uno. D’altronde non si potevano avere dubbi, ma sono richiesti anche il “Balsamic Affair”, un invenzione del Richemond, il “Key Lime Martini” ed il “Cappuccino Martini” per il dopo cena. Fra l’altro, giusto per stuzzicare ancora 61 Richemond hanno creato miscele di Martini Cocktail più fruttati e leggeri, per avvicinare la clientela femminile al mito dell’aperitivo che è anche un ottimo modo di socializzare oltre a creare un’opportunità di business networking. Abbiamo chiesto ai 4 Barmen di Le di più la curiosità, vi raccontiamo che tra le novità di Le Bar, ci sono delle deliziose invenzioni di “Martini pour le dessert”, a base di cioccolato, vaniglia, caffé, amaretto e polvere d’oro, specialmente creati per le sofisticate ed affascinanti signore “martiniane”. Ginevra FoglioEuropeo 119 DEF.indd 61 30-12-2008 16:52:53 Brevi da... Onore a Walter Scandale 62 Il Console Alberto Colella ha onorato il fisico italiano, Walter Scandale, con la Medaglia di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana in occasione di una serata organizzata dalla Société Genevoise d’Etudes Italiennes durante la quale il Professor Scandale è stato invitato a dare una conferenza dal titolo “Energia: siamo veramente così vicini all’abisso?” Walter Scandale, laureatosi alla Sapienza di Roma in fisica, lavora nei primi anni della sua carriera in Italia, facendo ricerca con l’accelleratore di particelle Adone, una macchina rivoluzionaria all’epoca. Nel 1973, è uno dei tre fisici italiani chiamati al CERN per realizzare il progetto SPS, il super accelleratore di particelle che consacrerà all’Europa la leadership nella ricerca fondamentale. Negli anni ottanta si dedica con vigore alla straordinaria avventura della scoperta della luce pesante che consacrerà al CERN il ruolo di motore scientifico universale, ed a Carlo Rubbia, il Nobel per la fisica nel 1984. Poco dopo, sarà prescelto a far parte del ristretto gruppo di ricercatori eccelsi che hanno lavorato sul progetto “Large Hadron Collider” (LHC), inaugurato nel settembre scorso alle porte di Ginevra di cui si è parlato sulla stampa internazionale. Il nuovo acceleratore dovrà fornire prestazioni senza precedenti e permetterà alla scienza Europea di rispondere alle domande ancora aperte sull’origine del cosmo e sul comportamento della materia nucleare. Uomo di grande talento e determinazione, durante la sua carriera, intraprende ricerche in numerosi settori della fisica e della tecnologia degli acceleratori di particelle, insegna nelle Università di Padova e di Bologna (due dei più prestigiosi centri di ricerca in Italia), è autore di oltre 300 pubblicazioni ed articoli in riviste scientifiche internazionali e partecipa come conferenziere a numerose occasioni scientifiche. Scandale è anche un inventore, avendo sviluppato il detettore di segnali elettromagnetici Schottky, utilizzato da Rubbia durante le sue sperimentazioni nel 1982 ed avendo depositato il brevetto per un termometro criogenico basato sulle fibre ottiche per misurare le bassissime temperature. Attualmente dirige un esperimento internazionale con 65 fisici destinato a studiare l’interazione delle particelle di alta energia con i cristalli di silicio. Da questa ricerca nascerà una nuova tecnologia che controllerà fasci intensi di particelle come quelli utilizzati all’interno del LHC, che potrebbe più tardi essere estesa al controllo di fasci in acceleratori per la cura del cancro. Da cinque anni Scandale è stato prescelto dalla direzione del CERN per coordinare l’integrazione sociale degli scienziati italiani dell’organizzazione (attualmente 500). Inoltre è stato consulente scientifico per la Missione Permanente d’Italia a Ginevra presso la Conferenza per il Il Cinema di Demetrio Casile Il GEI, Gruppo Esponenti Italiani all’Estero ha invitato a Ginevra Demetrio Casile, regista, sceneggiatore, pittore, inventore, vincitore di un Leone d’Oro a Venezia per la sceneggiatura del film “Un Ragazzo di Calabria” (diretto da Comencini). Numerosi i partecipanti alla serata dove Casile ha raccontato della sua grande passione per il cinema ed ha trasportato il pubblico all’interno del cinema italiano, parlando delle difficoltà dei nuovi autori e dei nuovi talenti, illustrando il tutto attraverso il suo progetto originale per il cinema italiano. In questo momento sta ultimando il film “Con Rabbia e con Sapore”, scritto e diretto da lui stesso, ambientato nella sua terra di Calabria. Nel produrlo, uscendo dai soliti schemi, ha voluto coinvolgere piccoli e grandi imprenditori calabresi nonché gente comune disponibile ad investire nel film con l’intento di creare una cinecittà reggina, con la speranza FoglioEuropeo 119 DEF.indd 62 Il Console Generale d’Italia, Alberto Colella con il Prof. Walter Scandale. Disarmo e per numerosi altri progetti tecnico-scientifici internazionali. La sua partecipazione a ricerche e collaborazioni con laboratori europei, americani, russi e cinesi, hanno fortemente contribuito a far conoscere il know-how dei partners italiani nel settore ed a mettere in evidenza l’eccellenza del loro lavoro. Per tutte queste ragioni Colella, a nome dello Stato italiano, ha reso omaggio a Walter Scandale ed alla sua infaticabile passione che ha guidato e continua a guidare la sua carriera e la sua vita. L’onoreficienza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana è la più importante degli Ordini di Cavalleria nazionali ed ha lo scopo di di ricompensare un servizio meritorio verso la nazione, nel settore delle scienze, della letteratura, delle arti, dell’economia, e nel compimento di attività filantropiche, umanitarie e sociali, o nello svolgimento esemplare di un incarico pubblico. L’attribuzione di questo titolo onorifico è regolamentato dallo statuto dell’Ordine ed approvato da decreto presidenziale. di creare la nuova industria cinematografica calabrese unica in tutto il Mezzogiorno. Sulla scia di “Un Ragazzo di Calabria”, interpretato da Gian Maria Volontè e Diego Abatantuomo, ha percorso strade e scuole della Calabria per trovare i tre giovani protagonisti che interpretano la storia di un gruppo di adolescenti nella reggio degli anni ’60 che vogliono realizzare il loro sogno nonostante l’ostilità dell’ambiente dove vivono e della loro povertà. E con le loro forze raggiungono il successo. Dopo aver lavorato con maestri come Antonioni, Bolognini, Comencini e Squittieri e con attori come Dustin Hoffmann, adesso torna con un progetto dedicato alla sua terra per girare “La Rabbia ed il Sapere”, perché queste, secondo lui, sono le chiavi per riuscire nella vita. “Per tutti i giovani meridionali - dice - la strada sembra essere difficile ed irta di ostacoli, ma la tenacia, accompagnata da una buona preparazione culturale può fare la differenza”. www.casile.it 30-12-2008 16:52:59 A cura di Susanna Gorga [email protected] Alessandra Vicedomini respira la moda dalla sua più tenera età - papà proprietario di un’industria manifatturiera di moda, mamma modella, e lei che sgambettava affascinata tra preziosi tessuti giocando tra sarte, patrons, modelle, sete, broccati, e lamés. Cresce a Milano, culla della moda mondiale e già a 14 anni inizia la carriera di mannequin internazionale con Anna Molinari per Blumarine, Dolce & Gabbana, Fendi e Jean Paul Gaultier. È un susseguirsi di viaggi intorno al mondo per shooting fotografici e sfilate, in compagnia di Naomi Campell, Christie Turlington e tante altre star della passerella, poi incontra il genovese Amedeo Serra a Londra, scocca la scintilla, è grande amore, matrimonio e due bellissimi bimbi, Niccolò e Filippo. Nel 2002 si trasferiscono a Ginevra, e qui nasce l’idea di creare Vicedomini Cashmere, una collezio- ne di prêt-à-porter di lusso intorno a questa pregiatissima lana. Il suo sogno diventa realtà nel realizzare tutto ciò che l’aveva affascinata da piccola, quando vedeva nascere un’intera collezione da una semplice bozza o disegno. Perché proprio il cashmere, chiediamo? E lei racconta che questo particolare tessuto sembrava un “challenge” perché anche nelle collezioni delle grandi case di moda i capi in cashmere erano austeri, classici, poco “femminili”. Quindi Alessandra decide di reinventare il cashmere ed il modo di portarlo e lo abbellisce con cristalli Swaroski, pietre semipreziose, pellicce, pelle, sete, pizzi, ricami, frangie, appliques e tessuti dei più grandi couturiers, dandogli nuove forme per accompagnare e mettere in risalto il corpo e le curve femminili rendendo sexy e glamour un capo casual-sportivo. Il suo chal- lenge maggiore é di farlo diventare un capo richiesto anche per la sera, abbinandolo con jeans o una gonna in raso ed abbellendolo ulteriormente con una delle sue cinture in pitone e immancabili tacchi a spillo. Quindi dopo le prime collezioni di cashmere per tutte le ore e tutte le occasioni, con il comune denominatore di femminilità, eleganza e sofisticazione, nasce la sua linea di accessori - cinture, borsette, pochettes bracciali, spille e collane, ed in seguito, una linea sport-chic con glamour per il tennis, l’equitazione ed il golf, in partenariato con lo Stoke Park Club (Golf & SPA) in Inghilterra, una linea che diventa anche week-end casual wear ma sempre con quel tocco speciale che la distingue, in risposta alla donna che ama sentirsi confortevole ma altrettanto sexy. Ma la vulcanica Alessandra, per questo 2009 ha già inventato altro ed ha lanciato con successo la sua nuovissima linea di cruise bikinis che ha presentato alla stampa qualche giorno fa. Quindi in inverno, come in estate, non ci sarà che da scegliere! Alessandra organizza nell’anno vendite su invito a Ginevra, Londra, Parigi, Madrid, Roma, Gstaad, St Moritz e nel suo show room in Via della Spiga a Milano. Ma le sue creazioni si trovano anche al Hotel Palace di Gstaad in modo permanente. Comunque, per ulteriori informazioni visitate il sito: www.vicedominicashmere.com. Infine un progetto umanitario “Women for Cancer by Vicedomini”, che Alessandra ha lanciato nel 2008 creando un calendario con sette amiche, belle come lei, fotografate da un famoso fotografo di moda milanese, per raccogliere fondi per la ricerca sul cancro, in particolare per le forme che affliggono i bambini, in riconoscenza alle sue amiche che hanno purtroppo dovuto lottare contro questa terribile malattia. Il progetto è stato reso possibile dalla sponsorizzazione della Vicedomini Cashmere, il sostegno di altri partners corporate e grazie ai tanti amici che l’hanno apprezzato comprando il calendario. Per il 2010 è previsto il secondo calendario che sarà pronto a partire dal prossimo agosto. Per apportare la vostra solidarietà al progetto scrivete a: womenforcancer @vicedominicashmere.com 63 Ginevra FoglioEuropeo 119 DEF.indd 63 30-12-2008 16:53:01 Brevi da... A cura di Susanna Gorga [email protected] “Nicolina”, dall’Italia con Amore “Buon sangue non mente”, anche se li separano poco più di mezzo secolo, specialmente se nel sangue scorre la creatività che si trasmette da nonno a nipote, nel concepire scarpe femminili ed eleganti. Jeremy Angelis, greco e Niki, sua moglie, italiana di Benevento sono nati in Niki e Jeremy Angelis (foto: Bianca Fulconis). Australia e dopo una prima parte di vita laggiù dove hanno lavorato nella pubblicità e nel fashion design, decidono di emigrare nel vecchio continente, approdando prima a Parigi, poi a Ginevra dove creano il brand “Nicolina”, la scarpa di lusso a edizione limitata, naturalmente, made in Italy. “Nicolina” è una scarpa artigianale intesa per vestire il piede della donne con eleganza e sensualità, non tralasciando il confort. Jeremy tiene a precisare che le scarpe non vogliono essere solo trendy, da portare durante una stagione, alla “usa e getta”, ma un 64 accessorio per la vita molto più duraturo che possa prendere un posto tra i capi “basic” della donna che le ha scelte: lo scopo é creare un modello “vintage” dalla nascita. Ma soprattutto, è una scarpa della quale bisogna “innamorarsi”. Deve nascere subito un legame tra cliente e scarpa, la donna che la indossa si deve sentire bella, unica, desiderata, perché “Nicolina” è concepita con profondo amore e passione per la donna. Jeremy deve la sua ispirazione alla moglie Niki (abbreviazione di Nicolina) che crea per una donna esigente, sensuale, che cerca l’accessorio di lusso, speciale. La scelta delle materie, della pelle, degli addobbi in pelliccia, strass e tessuti è minuziosa quanto la ricerca nel design artistico e tecnico della scarpa stessa, e sono naturalmente italiani, come lo sono gli artigiani che eseguono i modelli delle scarpe, sparsi nelle Marche, in Toscana ed in Veneto. Ogni scarpa è fatta fare dall’artigiano specializzato in quel tipo di modello e la collezione è supervisionata. Anche il metodo di vendita è esclusivo, sia che ci si rechi nel loro atelier-showroom di Crissier, vicino Losanna, oppure che si partecipi alle vendite esclusive per “business women” in varie città del mondo: Ginevra, Monaco, Dusseldorf, Milano, Mosca, etc..., con la formula “Shoes & Champagne”, dove tra una prova l’altra si amplia il proprio network. Il brand “Nicolina” è già presente in Giappone e si sta espandendo in Europa, da est ad ovest, mentre a Zurigo è l’italiano Roberto Quaglia, designer famoso, che le ha in esclusiva nel suo atelier di Bahnhoff Strasse, la strada commerciale più chic della città. Insomma, scarpe per la donna moderna ed attiva che vuole distinguersi, calzando un brand nascente la cui caratteristica è la suola lilla con un piccolo Swaroski che scintilla con il deambulare della dama che le indossa. Adesso saprete riconoscerle, quindi, chi le ama, le segua! www.nicolinacouture.com Tutti pazzi per i quattro zampe! Le quattro zampe, da sempre, sono i migliori amici dell’uomo, e chi ha la fortuna di averne uno o più lo confermerà di certo. L’amore ed il rispetto per gli animali nel Cantone di Ginevra è davvero molto vasto e quasi tutti hanno almeno un chihuaua o uno yorkie per la gioia dei bambini. Di conseguenza, i servizi dedicati a loro sono numerosi, dal toilletage in saloni specializzati e a domicilio, ad esperti veterinari, a spazi speciali nei parchi per cani più grandi, alle bustine appese agli alberi all’entrata dei giardini pubblici per le passeggiate igieniche dei nostri beneamati, a fiere e saloni per andare a scegliere un nuovo amico tra tante razze e scoprire le ultime novità in materia di alimentazione, gioccattoli, lettini e tutto ciò che completa l’universo canino perché, in fin dei conti, anche la relazione uomo-cane è evoluta per quanto grandi o piccoli di taglia, fanno parte integrante della famiglia ed hanno un posto ben preciso nelle case. Tra gli appassionati delle quattro zampe, c’è l’italiana Roberta Patrizzi che ha creato per loro uno spazio Roberta Patrizzi e Antoinette Praz con Charlie e Babbo Natale. esclusivo, offrendo accessori di lusso per cani “branchés” come i loro padroni. “Modecanine” è un negozio incantato dove qualsiasi proprietario di cani andrà in brodo di giuggiole e le loro quattro zampe ne usciranno ancora più belli e viziati. E per chi non vuole andare fino al negozio, può comprare attraverso internet: www.modecanine.eu. Comunque, tutto questo, per dire che Roberta, è un incondizionale “pazza per gli animali”, e a parte avere il negozio e a lottare in seno ad un’associazione per la salvaguardia dei levrieri, organizza tante attività dedicate ai cani di tutte le taglie. Recentemente, al Salone Animalia (il più grosso del settore che si tiene a Ginevra in autunno, ha organizzato per Halloween la sfilata di cani in costume e per il Natale passato, un incontro tra cani e padroni durante il quale, a parte gustare meravigliosi dolci e un profumato thé, a invitato Antoinette Praz, fotografa di animali, la quale ha proposto delle sedute fotografiche di quattro zampe con Babbo Natale, sotto l’egidia di Tany’s Badge e con le foto dei nostri beneamati eseguiva badges: magneti per il frigo, specchietti per borsetta e quant’altr allo scopo di immortalare il “toutou” come lo chiamano in francese. E così nascerà il dog-networking che va ad aggiungersi al business networking, ski networking, women in career networking, partners networking, bridge networking... Forse questo è oggi l’unico modo per incontrarsi visto che lo stress non ti lascia più neanche il tempo di fare conoscenza al di fuori da situazioni ben strutturate, ma solo se hai un hobby o interresse comune. Ginevra FoglioEuropeo 119 DEF.indd 64 30-12-2008 16:53:03 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 65 30-12-2008 16:56:02 LONDRA Al Double Club, il Congo incontra l’occidente Viaggio nei locali italiani del quartiere di Soho 66 Vendite record da Sotheby’s Campagna Abbonamenti 2009 al mensile “Il Foglio Italiano” sul sito web: www.foglioitaliano.com FoglioEuropeo 119 DEF.indd 66 30-12-2008 16:56:17 Segue FoglioEuropeo 119 DEF.indd 67 í 30-12-2008 16:56:18 68 Il Congo incontra l’occidente FoglioEuropeo 119 DEF.indd 68 30-12-2008 16:56:32 A sinistra, il bar del locale (Foto: Attilio Maranzano Courtesy of Fondazione Prada). In basso, il cortile del bar (Foto: Attilio Maranzano Courtesy of Fondazione Prada). Un locale firmato Carsten Holler e Fondazione Prada vano anche bellissime opere d’arte occidentali (dipinti di Carla Accardi e Olle Baertling, un bassorilievo di Louise Nevelson, una mappa di Alighiero Boetti e una stampa originale di Andy Warhol) e congolesi (un dipinto do Mosengwo Kejwamfi, in arte Moke the Painter, ‘Kinshasa’, un dipinto di Cheri Samba, uno dei più celebri artisti contemporanei africani ed un costume di scena del chitarrista Luambo Makiadi, in arte Franco, maestro della rumba e tra i più famosi musicisti del Congo e di tutto il continente africano). I l primo locale a metà strada tra installazione d’arte e bar/ristorante/nightclub, ha aperto i battenti a fine novembre a Londra. The Double Club, questo il suo nome, è stato realizzato dall’artista tedesco Carsten Holler - celebre in Gran Bretagna per gli ‘scivoli’ giganti creati alla Tate Modern di Londra in collaborazione con la Fondazione Prada, grazie alla quale Holler aveva organizzato anche, nel 2000 a Milano, la sua prima mostra personale in Italia Situate in una vecchia fabbrica d’epoca vittoriana nella zona di Islington, nel nord di Londra, le tre sale del Double Club – un bar, un ristorante e una discoteca – sono state divise dall’artista in due parti, una con musica, cibo, bevande e estetica congolese, l’altra tutta occidentale. L’idea non è di creare un locale ‘fusion’, bensì tutto il contrario, ovvero evidenziare l’identità doppia del locale, la coesistenza e contemporanea contrapposizione delle due culture. Nel ristorante, piatti sia congolesi che occidentali vengono serviti su due tipi di tavoli e sedie: per le tavolate congolesi, c’è una semplice tovaglia rosa e sedie di plastica bianca, mentre per le tavolate occidentali, tavoli e sedie sono firmati da Kram and Weisshaar. Nel ristorante si tro- LONDRA Di Carolina Stupino [email protected] Il ristorante del Double Club è inoltre l’unico locale di Londra e, probabilmente, del mondo, dove si può scegliere tra un Liboke na mbisi – un piatto di pesce avvolto e stufato dentro delle foglie – tra uno stufato di capra sempre in stile congolese, o tra dei decisamente più occidentali pernice o filetto di manzo, il tutto cucinato e presentato con estro e fantasia. Nel cortile centrale si trova invece il bar, diviso in due aree congolesi e due occidentali. Per la parte occidentale Holler ha deciso di utiliz- 69 Londra FoglioEuropeo 119 DEF.indd 69 30-12-2008 16:56:48 70 Sopra, il ristorante (Foto: Attilio Maranzano Courtesy of Fondazione Prada). zare un mosaico di azulejos - delle piastrelle di ceramica tradizionali portoghesi nelle quali predomina il colore azzurro – raffigurante un disegno di una ‘città volante’ originalmente realizzato nel 1928 dall’artista russo Georgi Krutikow e un bar in rame sormontato da un’insegna in neon rosa. Nella sezione congolese si trova invece un semplice bar con sedie in plastica colorate, ombrelloni, un grande murales con una pubblicità per la birra ed una riproduzione gigante di un quadro di Cheri Samba. Nella discoteca infine, i DJ alternano musica congolese e occidentale e una volta alla settimana si tengono concerti di musicisti locali e internazionali. “Progetti difficili e ambiziosi come questi non sono una cosa nuova per la Fondazione Prada”, ha dichiarato Germano Celant, direttore artistico della fondazione istituita nel 1993 da Miuccia Prada e Patrizio Bertelli. “Fin da quando abbiamo incominciato la nostra attività 15 anni fa, abbiamo sempre chiesto ai nostri artisti quale era il ‘progetto impossibile’ che avevano in mente. Con Carsten Holler avevamo già realizzato una stanza ‘sottosopra’, mentre con Mark Quinn avevamo creato un giardino di fiori ‘ghiacciati’ con 15 tonnellate di silicone. L’idea alla base della fondazione è proprio questa: dare vita a grandi progetti, non a mostre in senso tradizionale, bensì a qualcosa che vada oltre alla distinzione tra arte e vita. Per quanto riguarda questo progetto, come storico dell’arte conosco il contributo che il mondo dell’arte ha avuto nella realizzazione dei locali, basti pensare alla tradizione dei cabaret, al Cabaret Voltaire, i locali in un certo senso possono diventare installazioni d’arte”. Che arte ed intrattenimento sia due aree che tendono a fondersi e incontrarsi sempre più, è una tendenza via via più evidente. Sempre a Londra, alla Somerset House, una società di design ha appena finito una mostra di due settimane nell’ambito della quale vi erano una discoteca ed un ristorante aperti tutto il giorno. Alla Royal Academy è in corso invece ‘GSK Contemporary’, una mostra che per tre giorni alla settimana tiene aperto fino a mezzanotte e nell’ambito della quale è stato creato anche un ristorante e bar con spettacoli di cabaret. “Le gallerie d’arte e i musei stanno diventando sempre più degli spazi sociali, aprendosi ad un audience più ampio. In futuro immagino che questi incroci tra gallerie, hotel e ristoranti saranno sempre più comuni. Stiamo vendendo molta più arte ai festival di musica e nei locali notturni, la distinzione tra questi spazi sta diventando sempre più confusa”, ha detto al Times Andrew Brown dell’Arts Council, l’ente britannico per lo sviluppo delle arti. Carolina Stupino Londra FoglioEuropeo 119 DEF.indd 70 30-12-2008 16:57:02 RISTORANTE Via Stazione, 118 • Crema (CR) • Tel. 0373 204708 www.ristoranteocanera.it • [email protected] Chiuso sabato a pranzo e domenica tutto il giorno è gradita la prenotazione FoglioEuropeo 119 DEF.indd 71 30-12-2008 16:57:13 Soho: 72 alla ricerca dell’italianità perduta C ’è un posto nel cuore di Soho che tutti gli italiani conoscono. Nato nel lontano 1949, anche in anni più recenti c’è chi se lo ricorda per avervi trascorso i festeggiamenti per la vittoria dei mondiali di calcio del 2006 o chi si è trovato a passarci una domenica mattina a fare due chiacchiere da bar e a bere un vero espresso delle nostre parti: certamente nell’ormai storico Bar Italia la clientela italiana non manca. E se i panettoni della Bauli, i cornetti alla marmellata, la maglietta della nazionale appesa tra le foto in bianco e nero e la possibilità di pagare in euro sembrano ricreare un po di feeling italiano, è con grande sorpresa che il caffè viene servito da un ragazzo albanese, il quale, tra l’altro, si rivolge in un perfetto italiano. Quando chiediamo di parlare con il proprietario ci viene presentata un inglese doc, ossia la manager Veronika la quale, per ovvi motivi, non può rispondere alla domanda FoglioEuropeo 119 DEF.indd 72 che più ci preme: sapere che fine ha fatto il personale italiano? Peccato, dobbiamo accontentarci di scattare qualche foto. Poco più avanti, un’altra ci viene quasi sbattuta in faccia, quando chiediamo il permesso di fare qualche domanda sulla comunità italiana di Soho. “Siamo molto busy ora, non abbiamo tempo!” dice un signore dall’accento emiliano, accompagnandoci verso l’uscita del suo ristorante. Sorridiamo per il simpatico mix linguistico, ma con un po di amarezza constatiamo che l’anziano emiliano è più che altro preoccupato perché il ristorante non è busy proprio per niente, anzi. Siamo all’ora di pranzo ed è totalmente vuoto. Proseguendo la passeggiata per Soho, a metà di Frith Street, sul pavimento davanti al portone d’ingresso di un locale, colpisce la scritta ormai consumata dagli anni “Ristorante Isola Bella”, composta da mattonelle verdi-bianche-rosse. Ma alzando lo sguardo, constatiamo che il ristorante è stato soppiantato da una specie di gourmet–fast food che pare serva hamburger di alta qualità. Il manager del nuovo locale, che lavora da circa cinque anni, non ha la più pallida idea di quando abbia cessato di esistere il ristorante italiano; pare non si sia mai nemmeno domandato cosa ci stia a fare quella scritta che, come una sorta di reliquia, lo accoglie tutti i giorni all’ingresso del locale. E in compenso il ristorante italiano è scomparso e nessuno sa bene né il come, né tanto meno il perché. Quando stiamo per darci sconfitti nella ricerca dell’autentica italianità a Soho, ci imbattiamo in un piccolo ristorante in Old Compton Street, dove un simpatico ragazzo modenese, gestore dell’attività dal 1996, ci offre un caffè e un bicchier d’acqua, così da farci sentire immediatamente “a casa”. Racconta un pò della sua vita, di quando lavorò alle olimpiadi di 30-12-2008 16:57:35 LONDRA A cura di Isabella Rossi [email protected] di altre nazionalità.” “E la crisi invece?” chiediamo cercando di capire se anche loro ne sono stati colpiti. “La crisi ovviamente ha portato il cliente ad uscire di casa molto meno, però secondo me a rimet- Nagano del 1998 e la Compagnoni vinse l’oro e l’argento nello sci; parla di un suo viaggio a Cuba e inizia a chiacchierare di donne: per lui le londinesi sono bellissime, ma a conti fatti le italiane restano insuperabili. È forse questo l’italiano che oggi troviamo a Soho, giovane, viaggiatore, in cerca di avventure ed esperienze. La vecchia generazione di immigrati spinti a lasciare la Patria soprattutto per necessità primarie sembra essere stata soppiantata, almeno in questa zona, da questi giovani avventurieri che - come racconta Johnatan, il giovane manager - hanno il tricolore appeso alla finestra, ma allo stesso tempo vogliono vivere appieno nuove realtà cosmopolite. “Soho continua ad essere pienissima di italiani, ma forse comincia a venire meno l’idea dell’attività familiare al cento per cento italiana; il titolare del locale per esempio è siciliano, ma si è sposato con una donna inglese e il ristorante praticamente lo lascia condurre a me”, racconta il giovane modenese. Quando chiediamo di che nazionalità sia il personale risponde: “É sempre più difficile assumere personale nostrano. I ragazzi italiani a Londra che lavorano nell’ambiente della ristorazione si sono fatti una cattiva reputazione, pare siano estremamente inaffidabili e soprattutto che il consumo di droghe sia all’ordine del giorno. Così i titolari delle attività preferiscono assumere personale suo piano di battaglia e nonostante in quest’anno ci siano state molte meno prenotazioni per le feste natalizie di aziende o uffici, nei mesi di settembre, ottobre e novembre scorsi, il suo ristorante ha addirittura registrato un incremento degli 73 terci sono soprattutto le nuove attività o quelle che hanno un pò sacrificato il rapporto proprio con il cliente. La gente piuttosto che sperimentare nuovi posti, preferisce tornare dove sa che si è trova bene...insomma vuole andare a colpo sicuro!” dice fiducioso Johnatan. Sta dunque nel rapporto con il cliente l’antidoto contro la crisi? domandiamo ancora. “In un certo senso sì - risponde -, la mia strategia è di offrire la tipica ristorazione all’italiana, che qui non si conosce; parlo di prendersi cura del cliente nel vero senso della parola, trattarlo con affetto e riguardo, promettendogli implicitamente che la stessa attenzione gli sarà prestata anche alla prossima visita e in tutte quelle a venire.” É piacevole sentir parlare con tanto ottimismo, anche se il giovane manager resta della convinzione che la vera crisi deve ancora arrivare e che questo 2009 sarà un anno durissimo; ma lui sembra aver trovato il incassi. Tutto sommato, quindi un bilancio positivo. Lasciando Soho ci affacciamo solo per un attimo nel negozio di un barbiere, attratti dalle bellissime foto in bianco e nero appese alle pareti: scene di vita italiana dell’era in cui ancora non si compravano lamette e rasoi nei supermercati. Ma ahimè, il barbiere non è un italiano chiacchierone di mezza età, ma un giovane brasiliano. Gli italiani non sono scomparsi da Soho, se non altro perché un po’ la storia del quartiere londinese l’hanno fatta anche loro e perché qualcuno ancora continua a resistere e a mandare avanti lo stesso tipo di attività che poteva avere successo quasi cento anni fa. Ma se a Soho, nella vecchia “Little Italy”, è diventato un po più duro trovare l’italiano doc, in una Londra in cui il numero dei nostri concittadini sembra crescere giorno per giorno, diventa sempre più difficile identificare chi sia davvero il prototipo dell’italiano che vive nella metropoli inglese. Londra FoglioEuropeo 119 DEF.indd 73 30-12-2008 16:57:48 Brevi da... A cura Di di Carolina Stupino [email protected] Record da Sotheby’s per capolavoro Risorgimento Record per Francesco Hayez da Sotheby’s a Londra. Una delle quattro versioni del “Bacio”, una delle opere più celebri dell’artista italiano dell’800 è stata venduta dalla casa d’aste per 958.000 euro, stabilendo un nuovo primato per il pittore. L’acquirente è un collezionista privato europeo che se l’è aggiudicato dopo una sfida con altri 7 collezionisti. Il Bacio, realizzato nel 1861, è considerato un’icona del Risorgimento Italiano. Oltre alla versione venduta oggi da Sotheby’s, Hayez fece altre 3 tele, di cui una - la prima, datata 1859 - è oggi conservata a Milano nella Pinacoteca di Brera. Il Bacio venduto a Londra, proprio perchè dipinto nel 1861 - anno dell’unificazione d’Italia - riprende il tricolore negli abiti della coppia, mentre nella versione di Brera prevaleva l’azzurro. Il dipinto battuto da Sotheby’s fu commissionato dalla famiglia Mylius - banchieri tedeschi trasferitisi da Francoforte a Milano nel 1792 - ed era rimasto fino ad ora in una collezione privata tedesca. Sfide dure per il turismo italiano, l’Italia al World Travel Market di Londra 74 La sfida del turismo per il prossimo anno si presenta molto impegnativa ma l’Italia ce la metterà tutta. Lo ha assicurato Matteo Marzotto, presidente dell’Enit-Agenzia, inaugurando il 10 novembre il Padiglione Italia di 1800 m2 al World Travel Market (Wtm) di Londra, il più importante appuntamento europeo del settore turistico. Al salone, giunto alla 30ª edizione, erano presenti 16 regioni e due province autonome riunite sotto l’unico brand Italia, 54 imprese aderenti al Club Italia e circa 1500 operatori italiani accreditati. “Le sfide per il 2009, ha spiegato Marzotto, sono molteplici: la situazione economica in critica, la pressione sui tassi di cambio e la Pasqua molto avanzata. “Dovremo guadagnarci una grande fetta di una piccola torta, e poichè promuovere il Paese con poche risorse è difficile, cercheremo di migliorare in termini di velocità e flessibilità, rimanendo aperti ai suggerimenti ed operando auspicabilmente a stretto contatto con le Regioni”. Un segnale positivo sull’immagine del nostro Paese è emerso tuttavia proprio nel corso del salone: secondo Country Brand Index 2008, lo studio sull’immagine di oltre 40 Paesi nel mondo, condotto da FutureBrand e Weber Shandwick e presentato al Wtm, l’Italia è al quarto posto nella top ten. La ricerca si pone l’obiettivo di analizzare la capacità di creare ed attrarre flussi turistici dei diversi Paesi del mondo ed identifica i trend emergenti nel settore che produce attività per 5,9 trilioni di dollari e crea oltre 238 milioni di posti di lavoro nel mondo. “Il trend è di buon auspicio e ci incoraggia nel lavoro che stiamo facendo, anche se sarebbe un errore pensare che il nostro prodotto turistico culturale non teme concorrenza”, ha commentato Marzotto. Il Wtm, che dura quattro giorni, l’anno scorso è stato visitato da 48.111 professionisti del settore turistico e seguito da 2.833 giornalisti di tutto il mondo. “Gli operatori del mercato britannico considerano la qualità una caratteristiche indispensabili della vacanza. Un giusto rapporto qualità-prezzo - ha detto il direttore generale dell’Enit-Agenzia Eugenio Magnani nel briefing del dirigente dell’Enit-Agenzia nel Regno Unito, Valerio Scoyni, per i partecipanti italiani - sarà il mix vincente che permetterà al nostro Paese di riprendere slancio. Le previsioni per il 2009 sono comunque caute e ci aspettiamo un consolidamento delle prenotazioni”. Studio GB, in Italia internet è donna Addio stereotipo delle donne imbranate al computer: secondo un nuovo studio della Ofcom, l’authority britannica delle comunicazioni, in Italia il 56% degli internauti che si connettono abitualmente a internet sono donne, contro soltanto il 44% degli uomini. Un divario, quello individuato in Italia dalla Ofcom - che ogni anno pubblica un rapporto sulle tendenze internazionali nelle telecomunicazioni - che non ha eguali nelle altre nazioni prese in esame, sebbene, in media, le donne siano risultate appassionate di internet anche in tutti gli altri paesi. In Spagna e Giappone, ad esempio, circa il 55% delle donne vanno online. In Francia e Gran Bretagna il divario invece si azzera, e la percentuale è equamente divisa: 50 e 50. Mentre gli Stati Uniti sono l’unico paese a invertire la rotta: il 48% delle donne sono internaute a fronte di un 52% degli uomini. Il sondaggio della Ofcom ha preso in esame abitudini e consumi nel settore delle telecomunicazioni dei maggiori sette paesi industrializzati - Italia, Gran Bretagna, Francia, Germania, USA, Canada e Giappone - e di alcuni altri paesi europei - Polonia, Spagna, Olanda, Svezia e Irlanda. Inoltre, per la prima volta, ha incluso nella sua analisi anche quattro paesi emergenti: Brasile, Russia, Cina e India. Londra FoglioEuropeo 119 DEF.indd 74 30-12-2008 16:57:59 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 75 30-12-2008 16:58:12 BERLINO Il Castello Imperiale di Berlino L’impegno italo-tedesco contro la criminalità 76 A Berlino la polizia viaggia in Moto Guzzi Campagna Abbonamenti 2009 al mensile “Il Foglio Italiano” sul sito web: www.foglioitaliano.com FoglioEuropeo 119 DEF.indd 76 30-12-2008 16:58:18 Segue FoglioEuropeo 119 DEF.indd 77 í 30-12-2008 16:58:20 78 L’architetto Francesco Stella ricostruirà Il Castello Imperiale di Berlino A destra, il modellino del Castello (cortile interno) come sarà ricostruito da Stella. FoglioEuropeo 119 DEF.indd 78 30-12-2008 16:58:30 Nella pagina a lato, il Castello di Berlino prima della guerra. Sotto, il Palast der Republik della DDR. BERLINO Di Gherardo Ugolini [email protected] S arà un architetto italiano, il vicentino Francesco Stella, a ricostruire il grande Castello imperiale di Berlino. La decisione è stata ufficializzata alla fine di novembre dalla commissione internazionale di esperti (presieduta da Vittorio Lampugnani) che nell’ultimo round della selezione ha preso in esame una trentina di progetti. Si tratta di un nuovo straordinario successo per il Made in Italy. Nel recente passato gli architetti italiani hanno già avuto modo di lasciare il segno nella ricostruzione della Berlino riunificata. Basti pensare al grandioso complesso di Potsdamer Platz firmato da Renzo Piano o alle abitazioni realizzate da Aldo Rossi nei dintorni della Friedrichstraße. Adesso tocca al sessantacinquenne Stella mettere la sua firma sotto il progetto di ricostruzione del vecchio castello del Kaiser, l’ultima grande opera del gigantesco programma di lavori edili avviato nella capitale tedesca dopo la caduta del Muro. Ma andiamo con ordine e facciamo un pò di storia. Il posto in cui risorgerà il Castello berlinese è uno di quei luoghi simbolici in cui il vento della storia è passato travolgendo vorticosamente cose e persone. Forse in nessun altro posto si è abbattuta così impetuosamente la storia tedesca del secolo scorso con le sue guerre e le sue dittature lasciando ferite difficili da cicatrizzare. Su questo largo piazzale, che si apre su un lato del viale di Unter den Linden all’altezza del giardino denominato Lustgarten, del neoclassico Altes Museum e del Duomo cittadino, sorgeva un tempo il grande Castello imperiale degli Hohenzollern. Era stato costruito nel 1451 in stile rinascimentale e poi nel corso dei secoli più volte ristrutturato. Era la dimora principale degli imperatori prussiani e dei loro famigliari. In quella reggia hanno abitato tutti i Kaiser di Prussia fino a Guglielmo II. L’ultimo importante restauro del Castello fu attuato nel tardo Settecento 79 dagli architetti Andreas Schlüter e Johann Friedrich Eosander che ne aumentarono considerevolmente le dimensioni facendone una reggia maestosa, lunga 20 metri, larga 120, in cui spiccavano l’elegante facciata e la grande cupola centrale. Le bombe della seconda guerra mondiale danneggiarono gravemente il Castello, ma non lo distrussero del tutto. In teoria sarebbe stato possibile ricostruirlo con il materiale originario, ma le autorità della Ddr decisero diversamente. Il 7 settembre del 1950 il leader comunista Walter Ulbricht diede l’ordine di far saltare le fondamenta di quello che veniva giudicato un simbolo odioso della vecchia Germania militarista e imperialista. La piazza cambiò nome: da Schloßplatz (Piazza del Castello) venne rinominata MarxEngels-Platz. Per un po’ di tempo il piazzale dove sorgeva il castello rimase vuoto, ma negli anni Settanta il successore di Ulbricht, Erich Honecker, fece costruire esattamente nel punto dove c’era stato il castello il Palast der Republik (Palazzo della Repubblica), ovvero la sede del Parlamento nazionale della Ddr. All’epoca dell’inaugurazione (1975) il Palast fu celebrato come capolavoro dell’architettura socialista e fiore all’occhiello per il regime di Berlino Est. Con la sua sagoma a forma di parallelepipedo, la mole imponente, i cinque piani, le luccicanti vetrate color rame, i pannelli d’acciaio dorati, gli innumerevoli lampadari e un numero impressionante di sale, il Palast der Republik si proponeva come un centro polifunzionale. Oltre alla Volkskammer (la “Camera del popolo”) e alcuni uffici governativi, il mastodontico edificio ospitava infatti bar e ristoranti, cinema, sale da ballo, teatri, spazi concerti e perfino una pista da bowling. Quando nel novembre del 1989 cade il Muro e la Ddr si scioglie, le cose cambiano di nuovo. La piazza recupera il suo antico nome e il Palast viene chiuso al pubblico Berlino FoglioEuropeo 119 DEF.indd 79 30-12-2008 16:58:38 per motivi di sicurezza. Si scopre infatti che per la sua costruzione era stato utilizzato in grande quantità dell’amianto nocivo. Abbandonato a se stesso e lasciato andare in rovina, il Palast è rimasto lì per anni come un’ingombrante e lugubre maceria, un simbolo del passato comunista. collegamento tra antico e attuale, per l’utilizzazione moderna e la ricostruzione del vecchio castello”. In effetti la soluzione prospettata da Stella recepisce perfettamente quanto richiesto dal bando del Bundestag, ovvero la ricostruzione originale di tre delle quattro facciate Per anni si è discusso su cosa fare di quella struttura e di quel luogo. Molti berlinesi “nostalgici” avrebbero voluto mantenerlo utilizzandolo come luogo di manifestazioni, spettacoli e concerti. Ma gli appelli e le petizioni per “salvare il Palazzo” alla fine hanno fallito il loro scopo. Nel gennaio del 2006 sono iniziati i lavori di demolizione, conclusisi nel dicembre 2008. Il Bundestag, parlamento nazionale tedesco, ha deciso che nello spazio lasciato vuoto si sarebbe ricostruito il vecchio Castello degli Hohenzollern salvaguardando il più possibile le forme architettoniche originali. Ed è a questo punto che si è aperta la gara per aggiudicarsi l’appalto. Decine di architetti hanno presentato i loro progetti e alla fine l’ha spuntata il vicentino Francesco Stella. Il ministro federale della Cultura tedesco, Bernd Naumann ha spiegato che quella elaborata da Stella e dai suoi collaboratori costituisce “una concezione solida e convincente”, che colpisce per “l’intelligente dell’edificio originale più una cupola di 70 metri. La quarta facciata assumerà invece l’aspetto moderno voluto dal progettista vincitore. All’interno del nuovo Castello, che non è difficile prevedere sia destinato a diventare un nuovo edifico simbolo della capitale tedesca e un’attrazione per i turisti, sorgerà l’Humboldt-Forum, in cui saranno ospitati un museo etnologico, uno dedicato all’arte asiatica, collezioni scientifiche universitarie, sale per congressi, cinema, ristoranti e negozi. I lavori avranno inizio nel 2010 e si prevede che la ricostruzione sarà ultimata entro il 2013. Il costo complessivo del progetto è stimato in 552 milioni di euro, una somma notevole che va quasi totalmente a carico del governo, visto che la sottoscrizione lanciata negli anni scorsi in tutto il Paese ha raccolto solamente 17 degli 80 milioni di euro preventivati. L’assegnazione dell’appalto a Stella rappresenta senza dubbio un riconoscimento importante alla creatività Sopra, l’architetto Francesco Stella nel luogo in cui risorgerà il Castello. 80 A destra, il Duomo di Berlino. Sotto, l’architetto Stella e il Borgomastro di Berlino Klaus Wowereit. FoglioEuropeo 119 DEF.indd 80 30-12-2008 16:58:46 e alla progettualità italiane da parte di una città divenuta il laboratorio urbanistico della nuova Europa. E per la Germania riunificata il nuovo Castello Made in Italy significherà una svolta epocale. Con quella ricostruzione si colmerà infatti a Berlino l’ultimo grande vuoto urbano creato dalle tragedie del nazismo, della seconda guerra mondiale e del dopoguerra. Non ha torto André Schmidt, responsabile della politica culturale di Berlino capitale, quando afferma che questo “è il più importante progetto culturale varato in Germania dopo il 1945”. Berlino era l’unica capitale europea che dopo il 1945 era stata privata del suo edificio-simbolo, come i palazzi reali di Londra, di Madrid, di Stoccolma o il Quirinale a Roma. Di fronte ai giornalisti Stella ha spiegato i principi che hanno ispirato il suo progetto e le difficoltà incontrate. “La cosa più difficile è stata rispettare il vecchio senza corrompere il nuovo, determinare una continuità tra storia e presente con i giusti collegamenti e senza forzature” ha dichiarato l’architetto vicentino, il quale ha poi aggiunto: “Come diceva il grande architetto prussiano Karl Frie- drich Schinkel la virtù sta nella cucitura”. E io ho cercato di tenere sempre presente questo concetto. Il mio progetto non mira a un compromesso, ma ad una continuità di principi e di regole tra facciate e strutture interne. Laddove ho tracciato qualcosa di nuovo, mi sono sempre prefisso lo scopo di creare spazi urbani, come per esempio il forum del castello, attraverso il quale si può attraversare la struttura in direzione nord-sud. Da lì si va da una parte all’Agora e dall’altra al cortile di Schlüter. Saranno tutti spazi con un carattere pubblico e non commerciale». Alcuni osservatori hanno paragonato il disegno del nuovo Castello col palazzo degli Uffizi di Firenze. È un parallelismo che Stella non esclude: “Gli Uffizi non sono stati la mia fonte di ispirazione, ma nel risultato si possono effettivamente riscontrare delle affinità”. E per quanto riguarda alcuni elementi importanti del suo progetto l’architetto ha sottolineato la fedeltà alle forme originali: “L’Agora è una piazza coperta all’interno di quello che era il cortile disegnato da Eosander. In buona sostanza rimane uno spazio aperto, un luogo di pas- saggio. La facciata orientale ha costituito invece un problema di difficile soluzione. Volevo sottolineare il carattere barocco del castello e volevo aprire la facciata orientale così da fare anche di essa un luogo aperto. Perciò ho messo dei loggiati che secondo il mio progetto non devono essere di vetro e richiamano l’Altes Musem di Schinkel”. A proposito dei progetti concorrenti che puntavano su un aspetto completamente moderno Stella ha commentato: “Io non capisco bene questa discussione. Perché mai la modernità deve sostituire ovunque la storia? Non mi piace molto questo integralismo del moderno. Ogni città ha bisogno dell’uno e dell’altro e a Berlino mi pare che il moderno sia ben presente”. Gherardo Ugolini In basso, l’Altes Musuem. 81 Berlino FoglioEuropeo 119 DEF.indd 81 30-12-2008 16:58:57 82 Germania e Italia unite nella lotta alla criminalità organizzata FoglioEuropeo 119 DEF.indd 82 30-12-2008 16:59:05 Nella pagina a lato, un momento della tavola rotonda su mafia e antimafia all’Università Humboldt. Sotto e a sinistra, immagini della strage di Duisburg. La carneficina di Duisburg dell’agosto 2007, ovvero l’uccisione di sei ragazzi italiani ad opera di killer della ndrangheta calabrese, ha costretto molti ad aprire gli occhi su una realtà che è per troppi anni è stata rimossa: le organizzazioni della criminalità organizzata italiana hanno da tempo messo piede in Germania. I dati dell’infiltrazione mafiosa sono impressionanti: dopo la caduta del Muro di Berlino i clan criminali (come la camorra di Secondigliano e la ndrangheta di Locri) hanno investito molti soldi nella ex Germania Est. Naturalmente la mafia italiana in Germania ha sviluppato un comportamento ben diverso rispetto a quello che pratica in Italia. Il controllo del territorio, per esempio, in Germania non è un obiettivo, perché si sa che sarebbe impraticabile. La mafia italiana in Germania ha scelto di tenere un dosi a respingere ogni tentativo di estorsione e a collaborare con le forze dell’ordine. Qui è stata organizzata lo scorso novembre la manifestazione VIVA - Festa italiana della legalità e del gusto di vivere: una kermesse fatta di incontri, dibattiti, concerti e spettacoli, il tutto allo scopo di far conoscere il movimen- profilo basso: pensa a fare affari col minimo di visibilità. Tra le città tedesche in cui gli italiani si sono dati maggiormente da fare per manifestare la loro avversione al fenomeno mafioso spicca Berlino. Qui alcuni ristoratori e imprenditori si sono raccolti nell’associazione “Mafia, nein Danke!” impegnan- BERLINO Di Gherardo Ugolini [email protected] to antimafia a Berlino e dargli un sostegno concreto. Tra le manifestazioni di VIVA merita un approfondimento la tavola rotonda tenutasi lo scorso novembre presso l’Università Humboldt di Berlino col titolo “L’impegno contro la criminalità organizzata, un valore fondamentale per l’Europa”. Vi hanno partecipato rappresentanti italiani e tedeschi dell’antimafia nei campi della politica, della magistratura, delle forze dell’ordine e della società civile confrontandosi sul tema della lotta alla criminalità organizzata e di come tale lotta vada organizzata a livello europeo. Nel corso della serata ha preso la parola Antonio Ingoia, il sostituto procuratore di Palermo allievo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il quale tra l’altro ha fatto che “l’esperienza italiana è fondamentale per non sottovalutare problemi a prima vista trascurabili, ma che con il tempo possono creare situazioni drammatiche. L’Europa non deve essere scettica sull’introduzione di leggi sulla confisca dei beni che, apparentemente sproporzionate o persino incostituzionali, sono in realtà l’unico strumento efficace per colpire la criminalità organizzata sul punto che le sta più a cuore: la ricchezza”. Il senatore Giuseppe Lumia, ex presidente della commissione parlamentare anti-mafia, ha parlato della necessità di omogeneizzare le legislazioni dei vari paesi dell’Unione Europea al fine di meglio combattere la criminalità organizzata. “Oltre che efficaci bisogna essere veloci - ha affermato Lumia - e l’Europa deve creare al più presto una rete antimafia che coinvolga magistratura, politica, polizia e società civile. Solo così si può agire tempestivamente ed in modo uniforme. Alla mafia è sufficiente 83 trovare un punto debole in uno Sopra, di questi settori per insinuarilsolo sostituto si e diffondere i suoi tentacoli”. procuratore NelPalermo corso della tavola rotonda di hanno preso la parola anche due Antonio ospiti tedeschi. Gunther Schatz, Ingroia. Berlino FoglioEuropeo 119 DEF.indd 83 30-12-2008 16:59:14 Sopra, l’Onorevole Laura Garavini. 84 Sotto, i prodotti gastronomici di Libera. FoglioEuropeo 119 DEF.indd 84 pubblico ministero di Kempten, una cittadina bavarese salita nei mesi scorsi agli onori della cronaca per la scoperta di una base della ndrangheta, ha messo in luce le difficoltà che incontrano le forze dell’ordine tedesche quando indagano sui crimini di stampo mafioso anche a causa di una legislazione lacunosa. “In Germania è molto difficile intervenire - ha detto Schatz - perché non si è ancora pronti a far fronte a reati come quello della richiesta del pizzo, perché la vittima nella maggior parte dei casi per paura nega di aver subito un ricatto. Non si può agire se il reato, pur evidente, viene negato dalla vittima stessa. È necessario un intervento dall’alto a livello politico per creare gli strumenti di intervento più efficaci. L’esperienza italiana in questo può esserci di grande aiuto”. Dal canto suo Bernd Finger, responsabile del Dipartimento criminalità organizzata della polizia di Berlino, ha elencato i dati della presenza mafiosa nella capitale tedesca e ha concluso il suo intervento augurandosi che “la lotta europea alla mafia faccia ulteriori progressi in modo tale che le forze dell’ordine dei vari paesi possano collaborare al meglio e possano esercitare un controllo uniforme sulle attività della criminalità organizzata”. Alla manifestazione era presente anche Laura Garavini, deputata del parlamento italiano eletto nella circoscrizione Europa e da poco divenuta capogruppo del Partito Democratico nella Commissione antimafia italiana. “I crimini della mafia all’estero conquistano sempre i titoli dei giornali, mentre il lavoro prezioso delle iniziative antimafia non riceve l’attenzione che merita. Vorremmo cambiare tutto ciò. Con questa serie di iniziative vogliamo mostrare il vero spirito del nostro paese. L’Italia è prima di tutto il paese della gioia di vivere ed un paese di gente che si oppone alla criminalità organizzata. L’immagine negativa è determinata solo da un piccolo gruppo di criminali. La grande maggioranza degli italiani si rifiuta di vivere sotto il ricatto di una minoranza violenta. Nel meridione negli ultimi anni sempre più persone hanno dimostrato di non avere paura della mafia e si uniscono per contrastarla - ha dichiarato Garavini ricordando anche che - La criminalità organizzata è diventata un problema internazionale, non conosce confini. La mafia è molto cambiata, oggigiorno è una multinazionale del crimine. Ma con l’impegno collettivo a livello europeo di società civile, politica, polizia e magistratura si può sconfiggere”. Durante la kermesse vari ristoranti italiani di Berlino hanno offerto speciali menu antimafia preparati coi prodotti di LIBERA, l’associazione fondata da Don Ciotti che si impegna nella gestione dei terreni confiscati ai boss mafiosi e restituiti alla collettività. Gherardo Ugolini 30-12-2008 16:59:19 Brevi da... A cura di Gherardo Ugolini [email protected] Premiato il film “Il vento fa il suo giro“ L’edizione 2008 della rassegna “Cinema! Italia!” 2008 si è conclusa lo scorso 13 dicembre a Berlino con la tradizionale cerimonia di premiazione. Sette pellicole italiane di recente produzione hanno girato per mesi nelle sale cinematografiche della Germania. Il pubblico alla fine delle proiezioni ha votato quella che riteneva migliore e alla fine il film risultato vincitore è stato “Il vento fa il suo giro” del regista Giorgio Dritti. Si tratta di un’opera genuina che a tratti assume la forza di un trattato antropologico, ma senza perdersi nella retorica dei buoni sentimenti. La caratteristica che più colpisce è quella di essere un film plurilingue: vi si parla italiano, occitano e francese. La vicenda è ambientata nella Valle Maira, una delle valli occitane della provincia di Cuneo. Gli attori (eccetto Thierry Toscan e Alessandra Agosti) sono tutti non professionisti. Protagonista è Philippe, un ex professore che ha deciso di dedicarsi alla pastorizia sui Pirenei francesi. È alla ricerca di una nuova sistemazione per la sua famiglia, dato che nel luogo in cui vive è in costruzione una centrale nucleare. Dopo aver inutilmente cercato casa in Svizzera, sulla strada del ritorno verso al Francia si ritrova a Chersogno, paesino della Valle Maira ormai spopolato e abitato quasi unicamente da anziani. Si tratta di una comunità molto chiusa, ultimo retaggio della lingua e cultura occitana in Italia. Dopo qualche dubbio iniziale, l’amministrazione comunale si adopera per trovare a Philippe una casa in affitto e gli abitanti si mettono al lavoro per restaurarla. Inizialmente il paese sembra lieto di accogliere la giovane famiglia, composta da Philippe, la moglie e tre figli. Ben presto però nascono le prime incomprensioni, causate dalle abitudini dei nuovi arrivati, non sempre rispettose delle tradizioni locali e dei diritti di proprietà. In particolare, le capre di Philippe si avventurano spesso nei terreni ormai abbandonati dai vecchi contadini, suscitando la rabbia dei proprietari. Così, col passare del tempo, la nuova famiglia diviene sgradita alla maggioranza degli abitanti, i quali dall’iniziale gentilezza passano alla manifesta insofferenza, che si esplicita in veri e propri atti di boicottaggio verso l’attività del pastore. Il film si conclude con la famiglia di Philippe che, amareggiata, si vede costretta a lasciare il paese. Il titolo del film trae origine dal detto popolare che vede il vento come origine di tutte le cose, come movimento circolare in cui ogni cosa ha inizio e fine. 85 La regione Puglia si presenta a Berlino Le istituzioni fanno sistema per promuovere l’immagine della Puglia sul mercato tedesco. È questo il senso dell’accordo rinnovato lo scorso novembre tra la Regione e la Camera di Commercio italiana (CCIG) per la Germania alla presenza dell’ambasciatore d’Italia Antonio Puri Purini. L’intesa commerciale è stata siglata a Berlino dal vice presidente della Regione Puglia nonché assessore allo Sviluppo economico Sandro Frisullo e dal presidente della CCIG Franco Andrea Ossola. Lo scopo del documento è quello di rinnovare l’accordo di cooperazione, già operativo con l’apertura di Desk Puglia negli uffici della CCIG a Berlino, Lipsia e Francoforte. Nel corso della cerimonia di presentazione dell’accordo, tenutasi nelle sale dell’Ambasciata d’Italia, il vice-presidente della regioni Sandro Frisullo ha spiegato che la finalità dell’accordo è di “accompagnare le imprese pugliesi per introdurle nel mercato tedesco. Senza questo documento le nostre aziende sarebbero lasciate allo sbaraglio”. Nel corso della serata di gala c’è stato spazio anche per la gastronomia e la storia: una presentazione dei prodotti agroalimentari e della cucina tradizionale pugliese e una mostra fotografica su Federico II e i luoghi federiciani dal titolo “Puglia Stupor Mundi”. Federico II, grazie all’impronta storica e culturale che ha impresso all’Europa, è il personaggio che meglio interpreta il legame tra Puglia e Germania. Appartenente alla nobile famiglia sveva degli Hohenstaufen, fu infatti re di Sicilia (dal 1198 al 1250) e re di Germania, oltre che del Sacro Romano Imperatore (dal 1220 al 1250). Passato alla storia come lo “Stupor Mundi”, ma noto anche come “Puer Apuliae”, fu il protagonista assoluto di un periodo di grande splendore e prosperità, culturale ed economica, nel territorio pugliese. Numerosi castelli, palazzi e cattedrali rendono ancora oggi testimonianza di questa grandezza. Ma la Puglia intende puntare anche sulla tecnologica, dal settore dell’aerospaziale a quello delle energie rinnovabili. “La nostra regione - ha precisato Frisullo - ha una posizione leader per le energie rinnovabili e per le tecnologie aerospaziali. Da noi vengono prodotti componenti per i Boeing 787 mentre nel campo delle nanotecnologie operano alcuni tra i migliori scienziati al mondo”. L’ambasciatore Puri Purini dal canto suo ha sottolineato i profondi legami culturali tra Germania e Puglia. “La vostra regione - ha detto il capo della diplomazia italiana in Germania - non è soltanto sole e mare, ma rappresenta una delle realtà italiane più attive sotto il profilo commerciale. Per questo l’accordo sottoscritto oggi riveste una grande importanza nei rapporti economici tra Puglia e Germania”. Berlino FoglioEuropeo 119 DEF.indd 85 30-12-2008 16:59:22 Brevi da... Autunno teatrale italiano Bilancio largamente positivo per l’Autunno teatrale italiano, la grande kermesse drammaturgica che ha avuto luogo tra novembre e dicembre nella capitale tedesca e che è giunta ormai alla quarta edizione. Organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura in collaborazione con l’Ente Teatro Italiano, quest’anno il Festival ha portato nella capitale tedesca sei messinscene teatrali oltre a spettacoli di danza (una novità di quest’anno). Tra i pezzi che hanno riscosso maggior successo vanno segnalati la Trilogia della villeggiatura di Carlo Goldoni, rappresen- tato al Berliner Ensemble con la regia di Toni Servillo e Gomorra, adattamento teatrale dell’omonimo libro-inchiesta di Roberto Saviano che la compagnia “Mercadante” del Teatro stabile di Napoli ha messo in scena alla Volksbühne am Rosa Luxemburg Platz. Ma è piaciuto molto anche Le cinque rose di Jenner di Annibale Cirillo: un vero e proprio cult in Italia, presentato al pubblico berlinese per la prima volta nella regia di Arturo Cirillo che dirige la compagnia del Nuovo teatro stabile d’Innovazione. Applausi anche per gli altri spet- Toni Servillo, regista e interprete della Trilogia della Villeggiatura. tacoli del cartellone: Alcuni giorni sono migliori di altri – Fantasmi da Romeo e Giulietta, Seigradi. Concerto per voce e musiche sintetiche e Hansel e Gretel, rivisitazione della più famosa tra le fiabe dei fratelli Grimm. Complesso immobiliare della Pirelli diventa patrimonio dell’Unesco 86 Un complesso residenziale, denominato Wohnstadt Carl Legien, di proprietà del gruppo Pirelli è stato insignito dello status di patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco. Si tratta di immobili risalenti agli anni Venti, realizzati su progetto degli architetti Vruno Taut e Franz Hillinger nel quartiere nord-orientale di Pankow. Questa come molte altre “cittadelle residenziali” degli anni Venti rappresentano esempi molto interessanti di edilizia moderna pensata per le masse, un social housing con caratteristiche di funzionalità e concretezza, animato al tempo stesso da luminosità, ariosità, colori intensi e spazi aperti. In origine furono costruite per conformarsi ai principi della costituzione democratica, secondo cui a ogni cittadino tedesco era garantito il diritto fondamentale di avere un’abitazione decorosa. “La decisione dell’Unesco ci rende molto orgogliosi. La Pirelli ha anni nel suo portafoglio immobili di pregio ed è orgogliosa di ricevere questo importante riconoscimento da parte dell’Unesco - ha dichiarato Carlo Puri Negri, amministratore delegato di Pirelli & C - In passato abbiamo investito 50 milioni di Euro nella manutenzione di questa cittadella residenziale. Ora il riconoscimen- Veduta del complesso abitativo Wohnstadt Carl Legien. to di patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO farà aumentare ulteriormente il loro prestigio nazionale e internazionale. Sarà un enorme balzo in avanti del complesso immobiliare con le sue numerose opportunità, non solo per la società, ma anche per la zona geografica e i suoi abitanti”. La Merkel ringrazia gli italiani in Germania “Deutschland sagt Danke”, ovvero “La Germania ringrazia”. È questo il nome dell’iniziativa lanciata dalla cancelliera Angela Merkel per dare un riconoscimento personale a 200 emigranti che hanno contribuito per 50 anni alla crescita della Germania. Tra invitati anche cinque italiani, in rappresentanza degli innumerevoli “Gastarbeiter”, “lavoratori ospiti”, che nel Dopoguerra lasciarono il Belpaese per venire a lavorare nelle città tedesche. Si calcola che tra il 1956 e il 1972 arrivano in Germania due milioni di italiani, i quali hanno contribuito enormemente a ricostruire l’economia tedesca. “Non mi sento tedesco, mi sento FoglioEuropeo 119 DEF.indd 86 Gastarbeiter italiani. europeo di origine italiana” ha spiegato Ignazio Contu, uno degli invitati alla cerimonia presso la Cancelleria di Berlino. Contu è un sardo che da 49 anni vive a Zeilsheim, vicino a Francoforte sul Meno. Dopo aver lavorato duramente in fabbrica per decenni, oggi si gode la pensione dedicando il tempo libero alla diffusione della cultura sarda in qualità di presidente del Centro di Cultura Sarda di Francoforte. “Incontrare la Merkel è stato bello, non sono cose che capitano tutti i giorni” ha detto Contu aggiungendo che “noi italiano siamo venuti in Germania per lavorare, non certo per ottenere con l’inganno sussidi sociali”. 30-12-2008 16:59:24 A cura di Gherardo Ugolini [email protected] Crepe nella porta di Brandeburgo Sulla Porta di Brandeburgo sono apparse lunghe e profonde crepe, notate e fotografate dai turisti che ogni giorno affollano il monumentosimbolo della Germania. Il quotidiano tedesco “Der Tagesspiegel” è stato il primo a lanciare l’allarme pubblicando una foto inequivocabile, con una lunga e profonda fessura ben visibile nella struttura dell’edificio, innalzato nel 1791 e sopravvissuto quasi indenne alla II Guerra Mondiale. Volker Haertig, presidente della Fondazione per la Protezione dei Monumenti della capitale tedesca, ha confermato che le crepe, vaste quasi quanto l’ampiezza di un bicipite, si sono manifestate nella “Casa del Silenzio”, lungo la parte nord della Porta; ma ha anche rassicurato circa la stabilità dello storico complesso: ad essere aggredito dalle fenditure è solo l’intonaco. Non è per niente chiaro il motivo per cui si è prodotto il danno. I tecnici sono propensi a considerarlo una conseguenza dei lavori di scavo di una nuova linea della metropolitana, la cui stazione sarà costruita proprio sotto la Porta di Brandeburgo. Secondo un’altra ipotesi, a produrre le crepe sarebbero state le vibrazioni dovute al transito di camion pesanti, che con frequente regolarità trasportano il materiale necessario all’allestimento di concerti e di altre grandi manifestazioni mediatiche davanti al monumento. L’insorgere delle fessure sarebbe stato facilitato anche dai lavori di restauro male eseguiti all’inizio del nuovo millennio: ma ormai l’azienda incaricata dell’operazione non potrà essere chiamata a risponderne, perché nel frattempo è già fallita. Per eliminare le crepe sarà necessaria una spesa di circa 30.000 euro, esborso che in ogni caso appare al momento il male minore. I guai veri comincerebbero se in futuro dovessero invece comparire ulteriori spaccature. Viaggi in Italia - Reisen Nach Italien Ritratto del poeta Goethe durante il suo celebre viaggio in Italia. Tra il 2006 e il 2008 l’ambasciatore italiano a Berlino, Antonio Puri Purini, ha organizzato e ospitato una serie di conferenze sull’arte e la cultura italiana. Si è parlato tra l’altro dei recenti interventi di restauro del Quirinale, dell’arte barocca romana e dell’eccezionale fioritura artistica ed architettonica che la Roma dei Papi conobbe nel XVI secolo. Altri studiosi hanno trattato la pittura napoletana del XVII secolo, le colonie della Magna Grecia, le cui rovine affascinarono tanti viaggiatori tedeschi a cominciare da Goethe, la Venezia del XVI secolo il cui Fondaco era un luogo di vivaci incontri fra mercanti italiani e tedeschi. Un intervento interessante è stato quello sulla mistica ebraica, che ha impregnato di sé la filosofia del Rinascimento a partire da Pico della Mirandola. Tutte le conferenze del ciclo sono ora pubblicate in un prezioso volume intitolato “Viaggi in Italia – Reisen nach Italien”, uscito per i tipi della casa editrice Edizioni Olivares. L’opera si propone lo scopo di consolidare la collaborazione culturale tra l’Italia e la Germania, e di sottolineare il ruolo della cultura come componente essenziale del legame di affinità tra i due Paesi e come solida base dell’identità europea. Si tratta per altro della seconda importante collaborazione tra le Edizioni Olivares e l’Ambasciata d’Italia a Berlino dopo il sostegno e la realizzazione della Mostra sulla ritrattistica romana “Konstantin in Berlin”, allestita presso l’Altes Museum nel 2006, nonché la pubblicazione del catalogo d’accompagnamento in lingua tedesca. 87 La polizia di Berlino viaggia su Moto Guzzi Non ci sono limiti alla diffusione del made in Italy in Germania. Perfino i poliziotti tedeschi ne hanno dovuto prender atto. L’azienda di Mandello del Lario, che fa capo al Gruppo Piaggio, si è infatti aggiudicata di recente una importante commessa indetta dal Ministero degli Interni del Land di Berlino. La Moto Guzzi ha consegnato alle autorità di pubblica sicurezza tedesca 35 motociclette modello Norge 850 che sono in dotazione dall’inizio del nuovo anno. Disponibile nelle cilindrate 850 e 1200cc, dotata di carenatura integrale, Moto Guzzi Norge è la Granturismo del “Marchio dell’Aquila” Made in Italy, spinta su strada da un motore bicilindrico con cambio a sei marce e trasmissione finale a cardano. Il nome di questo veicolo è mitico per la storia del motociclismo: è stato dato in onore dell’antenata Moto Guzzi G.T. 500 Norge, in sella alla quale l’ing. Giuseppe Guzzi compì nel 1928 un memorabile viaggio fino a Capo Nord. Moto Guzzi Norge è attrezzata per affrontare in tutta comodità qualsiasi tipo di avventura su asfalto. L’affidabilità storica del marchio, la resistenza del bicilindrico alle medie elevate, i bassi consumi e la scarsa manutenzione necessaria, fanno della Norge una delle maxi più apprezzate dal mercato italiano e internazionale. L’adozione di veicoli della Moto Guzzi in Germania è l’indicatore di un successo storico perché ottenuto nel paese della Bwm, che fornisce motociclette alle polizie di tutto il mondo, compresa quella italiana. Berlino FoglioEuropeo 119 DEF.indd 87 30-12-2008 16:59:28 BRUXELLES L’attore italiano Fabrizio Rongione XVII Festival Internazionale della Canzone Italiana 88 Programmi RAI criptati Campagna Abbonamenti 2009 al mensile “Il Foglio Italiano” sul sito web: www.foglioitaliano.com FoglioEuropeo 119 DEF.indd 88 30-12-2008 16:59:30 Segue FoglioEuropeo 119 DEF.indd 89 í 30-12-2008 16:59:33 90 Vive a Bruxelles il giovane attore italiano Fabrizio Rongione FoglioEuropeo 119 DEF.indd 90 30-12-2008 16:59:44 Nella pagina a lato, l’attore durante una scena del film “Il matrimonio di Lorna”. In basso, ritratti dell’attore. BRUXELLES Di Matteo Manzonetto [email protected] I l giovane attore Fabrizio Rongione è ormai una presenza fissa nei film dei fratelli Daredenne: da “Rosetta” in poi, il protagonista dell’intervista di questo mese di gennaio presta la sua bravura ai mostri sacri del cinema belga di oggi. Però pochi sanno che Fabio del “Matrimonio di Lorna” è italiano. Sicuramente il pubblico dei connazionali imparerà a conoscerlo a settembre, quando uscirà “Prima Linea”, un film sugli anni di piombo in cui Fabrizio affiancherà il nostro più popolare (per ora) Riccardo Scamarcio. Raccontaci un po’ la tua biografia, le tue origini... “Sono nato nel 1974 a Etterbeek, ma la mia infanzia e parte dell’adolescenza le ho trascorse a Ixelles, vicino alla Place Fernand Cocq. Allora era un quartiere molto popolare, irriconoscibile rispetto a oggi. Poi a 12 anni ci siamo trasferiti a Schaerbeek, dove mia mamma ha aperto un ristorante tipicamente italiano, conosciuto anche al vostro direttore. Da cinque anni però sono tornato a vivere a Ixelles, a Porte de Namur:, una delle zone più vivaci e piacevoli della città”. Quando la tua famiglia ha deciso di emigrare? “Nel ’57 il primo della famiglia ad arrivare in Belgio è stato il nonno materno, originario di Casal Cassinese, a 20 chilometri da Cassino. La sua prima destinazione, una volta lasciata l’Italia, è stata Parigi. Ma non avendo il permesso di soggiorno per stare in Francia, ha presto deciso di spostarsi a Bruxelles, dove ha trovato casa nei pressi del Sablon. Anche quella è una zona che è molto cambiata con gli anni: prima di diventare chic ed esclusiva, è stata meta di una massiccia immigrazione, soprattutto dall’Italia. Dopo un anno il resto della famiglia ha raggiunto il nonno: io, mia mamma, lo zio, suo cugino (che ha aperto anche lui un ristorante), ecc”. Hai avuto problemi d’integrazione in quanto italiano o straniero in generale? “Non tanto. Ha avuto più problemi chi era a Parigi, come i miei cugini. In Francia c’è una maggiore pressione culturale. Qui in Belgio invece, la cultura italiana ha avuto modo di espandersi e svilupparsi: i miei parenti in Francia, a differenza della parte della famiglia che è venuta qua, hanno molti più problemi a esprimersi in italiano. Bruxelles in fin dei conti è molto più cosmopolita di Parigi”. Tu come hai fatto a rimanere legato così profondamente all’Italia? “Ho avuto la possibilità di andare al Consolato a fare corsi di lingua, e di seguire la Rai in Tv fina da piccolo, oltre a fare ogni anno due mesi di vacanza nelle terre di Cassino”. Come è nata la passione per la recitazione? “È una passione nata tardi. Mi piacevano i film di De Sica, Risi, visti alla Tv. Però non mi hanno fatto venire voglia tanto di fare l’attore, quanto piuttosto quella di raccontare storie. Poi è venuto fuori un certo talento e la recitazione è giunta come un fatto naturale. Verso i 20 anni ho iniziato a frequentare gli atelier di teatro della Commissione UE, cominciando contemporaneamente l’università. Ma con gli studi non è andata molto bene, anche se durante i mesi all’ULB ho avuto modo di scrivere e recitare assieme a Samuel, un caro amico, una pièce che è stata un vero successo. È lì che ho deciso di iscrivermi all’accademia di recitazione. Nel 1999, a 26 anni e al terzo anno di questo nuovo corso, sono stato preso per recitare in “Rosetta”: era la prima volta in assoluto che recitavo in modo professionale!” Com’è possibile che la tua prima esperienza professionale sia stata con questi grandi maestri del cinema belga ed europeo? “Molto semplicemente: ho fatto un provino e sono stato preso. Sapevo che i Dardenne stavano cercando attori, e ci ho provato. Recitare con loro mi faceva terrore! Però mi sono subito tranquillizzato grazie al loro grande amore per gli attori e al loro spessore umano”. 91 Bruxelles FoglioEuropeo 119 DEF.indd 91 30-12-2008 16:59:47 92 Sopra, Fabrizio Rongione (primo da sinistra) in una scena dal film “Il matrimonio di Lorna”. Come ben saprai, in Italia è molto più difficile entrare nel mondo dello spettacolo, soprattutto senza appoggi... “L’Italia è purtroppo un caso unico: è impossibile trovare esempi simili nel resto d’Europa. Inoltre, fare film d’autore è altrettanto impossibile: devi fare pellicole commerciali o conoscere qualcuno. Qui in Belgio, come in Francia, la “film commission” è composta da gente di cinema, da professionisti. In Italia no. È un peccato se si ripensa alla storia del cinema italiano: Fellini, Scola, Risi, ecc”. Credi nella rinascita del cinema italiano di cui si sente parlare? “Ci sono dei casi, certo, come Sorrentino, Garrone, Salvatores, Moretti, Virzì. Ma una volta producevamo 100 film all’anno, eravamo i quarti al mondo dopo India Usa e Francia. Ora ne produciamo 30 o 40, e solo 10 di qualità. In Italia, ma anche altro- ve, la Tv ha massacrato il cinema, acquisendo sempre più importanza al momento della produzione e dettando le sue condizioni sui contenuti e sulla realizzazione, che spesso ammazzano lo spunto artistico od originale”. Che rapporto hai con il “Belpaese”? “Di amore e di odio. Odio il dover sempre giustificare agli amici come Berlusconi possa governare il paese nonostante il conflitto d’interessi, il fatto che i politici e i partiti siano corrotti, la mafia, la crisi dell’immondizia a Napoli, ecc. Però questo non diminuisce il grande amore per la cultura e la gente, che è unica e non ha uguali da nessuna parte del mondo”. E hai mai lavorato in italiano? “Il mio secondo film è stato una produzione italiana: “Le parole di mio padre’”della Comencini. Poi ero anche in “Nema problema’”di Giancarlo Botti e in “Tartarughe sul dorso’”di Stefano Pasetto. Il mese preossimo inizierò le riprese di “Prima Linea”, un film di Renato De Maria il cui protagonista sarà Scamarcio. L’uscita è prevista per settembre. Sono molto contento di tornare a lavorare in Italia, dove gireremo tra Rovigo, Venezia e Roma”. Ultimamente fai sempre parti da malandrino, se non da vero e proprio mafioso. E’ per il fatto di essere italiano? “Forse può essere una ragione, ma la principale è che non ho un viso da bravo ragazzo”. Su cosa stai lavorando ora? “Sono impegnato in teatro con ‘Turandot’ di Gozzi, in versione francese. Poi ho in ballo una commedia in Belgio, come autore e attore, e una fiction in Francia. Dodici puntate ambientate negli anni ’40, dove faccio il comunista: una volta tanto ho anch’io una parte da buono!”. Venendo sul Belgio, come definiresti la cultura di questo paese? “Fondamentalmente è una cultura che fa ironia su sé stessa, sulla vita, e in cui il concetto di relatività è molto forte. Qui tutto è relativo. Non bisogna scordare che questo è il paese in cui è nato il surrealismo. Inoltre è un paese dove non c’è estremismo, non c’è fanatismo, non c’è patriottismo. Inoltre, ha una capitale come Bruxelles, talmente ricca di miscugli culturali e cosmopolita che è una città veramente particolare”. Cos’è che i belgi apprezzano particolarmente dell’Italia e degli italiani? “Il sole, il cibo, la cultura, la simpatia. Gli italiani sono un popolo che i belgi conoscono bene, convivendoci da oltre cinquant’anni”. Matteo Manzonetto Bruxelles FoglioEuropeo 119 DEF.indd 92 30-12-2008 16:59:49 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 93 30-12-2008 17:00:00 Brevi da... La protesta contro la RAI parte da Bruxelles 94 Dal comitato Petizione Rai di Bruxelles riceviamo copia della petizione “Rai per tutti di più” che conclude un altro anno contro il criptaggio/oscuramento dei programmi della Rai all’estero, continuando a raccogliere firme e a diffondere informazione sull’annoso problema. Tutto ciò sta servendo a qualcosa, ma rimane sempre attiva la famigerata lista di criptati per l’estero, programmi per i quali la Rai non dispone dei diritti di diffusione e quindi vengono codificati nelle trasmissioni via satellite. Quello che si vede sono soltanto film, telefilm, serie tv, avvenimenti sportivi, cartoni animati, documentari che, per gli italiani all’estero, significa avere praticamente solo uno schermo nero e muto. I motivi sappiamo benissimo che vanno molto al di là dei “diritti televisivi” che la Rai non vuole pagare per fare il suo dovere di servizio pubblico per tutti gli italiani, siano o no residenti in Italia. Si tratta dell’ennesima dimostrazione di disinteresse verso gli emigrati che, dopo tanti anni di lavoro, di sofferenze e di contributi di tutti i tipi allo sviluppo del Paese, alle loro legittime e sacrosante richieste, ricevono risposte sempre peggiori. L’ultimo esempio è la legge Finanziaria di questo Governo, che ha ulteriormente tagliato, di più della metà!, i già magri fondi per gli Italiani all’estero, in capitoli come l’assistenza agli emigrati in difficoltà, la scuola e la cultura, l’associazionismo e anche i Com. It.Es., proprio per il 2009 quando si dovrebbe votare per rinnovarli. Tutto questo dimostra ancora una volta, se ancora ce ne fosse bisogno, che la questione del criptaggio della Rai all’estero è un esempio di una situazione generale sempre più grave, dalla quale si può uscire solo con una grande mobilitazione unitaria di tutti noi. In tutti questi mesi quelli della “Petizione Rai” l’hanno appoggiato in tanti e hanno ricevuto non solo migliaia di firme da tutti gli angoli d’Europa, ma anche moltissime belle lettere - impossibile rispondere a tutte! - che mostrano che questa iniziativa, piano piano, ha suscitato tante speranze che da tempo non si avevano, perché è un qualcosa che viene veramente dal basso, dalla partecipazione diretta della gente. Per questo non intendono mollare, nonostante le modeste risorse: hanno questa grande responsabilità nei confronti di tutti i connazionali in Europa che danno loro fiducia, e sulla base della necessità di questa lotta e la giustezza delle naturali ragioni, continuano a portare avanti la Petizione, verso il primo obiettivo delle diecimila firme e oltre, perché quante più firme e quante più volontà e appoggi si raccolgano, più forti saranno tutti e più possibilità avranno per far sì che la Rai sia, finalmente, per tutti e di più. Dal Comitato Promotore e dal sito web www.petizionerai.org fanno sentire più forte che mai il grido degli Italiani in Europa: no al criptaggio/oscuramento della Rai all’estero! Per un telegiornale e programmi specifici da e per gli italiani all’estero! “Rai, per tutti, di più!”. Erri De Luca in scena a Flagey Non è Gerusalemme, è Napoli. È un suo quartiere dal nome solenne e abusivo, Montedidio. A tredici anni, un ragazzino impara l’amicizia, l’amore, la rabbia, la paura della vita e della morte. Si forma una coscienza. Le strade di Montedidio sono un universo fatto di fatica, sudore, miseria, ignoranza, ma anche coraggio e solidarietà. FoglioEuropeo 119 DEF.indd 94 In bilico tra una novella yiddish e una parabola biblica, “Montedidio, la montagna di Dio” è un racconto fatto di tenerezza, scoperta della vita, rispetto per gli altri e per sé. Una favola dove crudeltà e dolcezza si mescolano senza sosta, che parla del posto dell’uomo nel mondo. E se a volte il racconto naviga nell’irreale, è perché - come dice suo autore Erri De Luca - il miracoloso è forse il contrappeso dell’atrocità. E la bellezza dei personaggi trascende il racconto innalzandolo a un livello universale. Ma perché proprio questa storia adesso e a Bruxelles? La risposta degli organizzatori è quasi telegrafica: per le immagini che il testo offre, per la sensibilità che emana. Perché allo stesso tempo tutto è grande e piccolo. Perché la vita si iscrive in queste righe con quello comporta di piccole gioie, di grandi dolori, di relazioni, di ricordi. Perché si tratta di una favola. E le favole portano alla dolcezza e all’altrocità. Per lo sguardo tenero e intelligente che l’autore posa su questa povera gente. Per la dignità del suo messaggio. Dal 6 al 15 gennaio 2009. Ore 20.30. Theatre Marni (Flagey). Adattamento e regia Grazia di Vincenzo. Con Renzo Eliseo e Luc Brumagne. 30-12-2008 17:00:09 A cura di Matteo Manzonetto [email protected] Il Festival della Canzone Italiana nel Mondo fa 17! Si è concluso con la vittoria della giovane cantante Ornella Ciffa (che interpretava “Sempre” di Elisa) la diciassettesima edizione del Festival Internazionale della Canzone “Italiani nel Mondo”. Alle sue spalle Tiziana Balsamo, con ‘Sei tu’ di Syria e al terzo posto Santa Bartolini con “Ragazza di perfieria” di Anna Tatangelo. Un’edizione - presentata dall’impeccabile Silvana Cicognini - che a differenza della precedente si è caratterizzata per una nuova e accogliente sala, dove gli spettatori potevano assistere alle performance comodamente seduti a dei tavoli, e soprattutto per un’impeccabile qualità dell’audio e della regia. Insomma, sembrano essere acqua passata i problemi logistici riscontrati l’anno scorso all’Istituto Italiano di Cultura. Gino Perruccio, patron del Festival, dice di essere molto contento di come stanno andando le cose, e annuncia per il prossimo dicembre una grandiosa edizione di questa manifestazione canora molto apprezzata soprattutto dalle giovani voci. A presenziare alla premiazione Pino Riotto di Sanremo, città dove le fresche leve della canzone italiana nel mondo sperano un giorno di approdare per farsi conoscere anche nella madre patria. Al centro la vincitrice Ornella Ciffa tra la presentatrice Silvana Cicognini e il sanremese Pino Riotto. Il Ristorante “Adagio” dell’Hotel Atlanta NH Gran Place. Pochi tavoli, un ambiente accogliente e curato, molto vicino al raffinato, personale di servizio molto gentile, una cucina anche qui variegata, ma gustosa e condita con spezie a volte piccanti per accontentare - lo ribadiamo - il gusto di una clientela internazionale. Un menù tuttavia con presenze di italianità lo troviamo anche qui e parte dalle “insalate Cesar al pollo grigliato”, a quella “caprese con pomodoro e mozzarella di bufala”, al più classico “prosciutto di Parma e Lo chef Cristian Martiny. Il settore della ristorazione in una città cosmopolita e affascinante come Bruxelles è molto variegata, variopinta, dolce e piccante allo stesso tempo, ma piena di intingoli proprio come piace agli stranieri. Di italiano in tutto ciò non c’è molto se non tantissime pizzerie, alcune delle quali però di ottimo livello tanto da soddisfare i palati sopraffini di noi, un po’ viziati, buongustai italiani. Un esempio però di sana ristorazione la dà “l’Adagio”, (un omaggio all’artista italiano di Venezia Tomaso Albinoni), adiacente all’Hotel Atlanta NH, al numero 7 di Boulevard Adolphe Max, in pieno centro, a due passi dalla famosa melone quando è stagione”. Poi ci sono le nostre paste, i primi piatti che ormai riempiono le cucine di mezzo mondo: le “penne al gorgonzola”, i “cappelletti alla carbonara” (una variazione ai più classici spaghetti), ai “gnocchi pomodoro e basilico” ed altre ancora che troviamo comunemente sui tradizionali menù italici. Poi si passa ai secondi piatti con le carni, e qui la varietà è altrettanto internazionale perché si và dalle entrecotè, ai filetti preparati in vario modo, alle costolette di agnello, il tutto guarnito con patatine fritte, oppure con legumi di stagione e insalatine colorate e condite con olio extra vergine. Insomma una panoramica di proposte interessanti come per la parte finale dove fragranti e dolcissimi dessert al cioccolato caldo, macedonie di stagione, oppure gelati di vari gusti, fanno concludere al meglio lo spuntino di mezzogiorno o la cena importante di lavoro alla sera. Tutto è molto saporito, ben servito, e il costo finale è accettabile. Non ci troviamo a Milano o Roma, ma la cucina dell’”Adagio”di Bruxelles è assolutamente genuina. Tutte proposte, queste, che potrebbero essere realizzate da cuochi italiani, ma non nel nostro caso, perché a cucinare è l’equipe di Cristian Martiny, uno Chef belga che arriva dalle sue esperienze della scuola alberghiera di Liegi, una tra le più prestigiose e preparate del Belgio: “una gradita sorpresa, tutta da scoprire” dice Maurizio Redaelli, giovane e molto preparato direttore dell’Hotel a quattro stelle. Allora, buon appetito. 95 Bruxelles FoglioEuropeo 119 DEF.indd 95 30-12-2008 17:00:13 Brevi da... A cura di Matteo Manzonetto [email protected] È arrivato il Natale veneziano L’antica tradizione del presepio italiano sbarca a Bruxelles. Nella sontuosa cornice della Basilica di Koekelberg, uno dei primi cinque edifici religiosi più grandi al mondo, è stato allestito uno splendido presepe veneziano. Città unica, città magica, città che guarda ad Oriente... Oltre mille anni di storia della Serenissima sono raccolti in uno spazio di 20 metri per 6. Circa duecento personaggi, di cui molti automatizzati, accompagnano una sorprendente ‘Sacra famiglia’, che naviga su una piccola barca. Commedia dell’arte, borghesia del diciottesimo secolo, gondolieri. Venezia va, si muove, corre, scivola sui suoi infiniti canali. E una vita misteriosa, un intreccio di storie antiche e complesse, unisce in un gesto solo la sua laguna oscura e le sue architetture da antologia. Il tutto è condito da una splendida colonna sonora, che aggiunge all’allestimento un piccolo tocco di magia. “Un Meraviglioso Natale d’Italia” Basilique de Koekelberg. Fino al 18 gennaio 2009. Aperto tutti i giorni dalle 10 alle 18.30. Domenica 10/13. Biglietto Ridotto 2,5 Euro - Intero 8 Euro. La storica squadra belga “Union St.Gilles” diventa italiana L’Union Saint-Gilloise, storica squadra di calcio dell’agglomerato urbano di Bruxelles, diventerà presto italiana. Lo ha annunciato il portavoce della squadra, Philippe Nicaise. “Il consiglio di amministrazione della ‘Royale Union Saint-Gilloise’ ha firmato un accordo di principio per una futura collaborazione con degli investitori italiani, di cui i termini e le modalità tecniche saranno finalizzate al piu’ tardi a metà gennaio”, ha detto Nicaise senza fornire ulteriori dettagli sul nome dell’investitore. L’Union SaintGilloise occupa attualmente il 14° Anche a Bruxelles la vera pizza napoletana 96 Finalmente la vera pizza napoletana è sbarcata a Bruxelles, grazie all’apertura a settembre di una pizzeria “Fratelli La Bufala”. Dopo qualche mese di intensa attività chiediamo a Mirta Molinari, già conosciuta dai lettori de ‘il Foglio’ nella sua veste di chef de cuisine, di parlarci di questa nuova avventura culinaria in cui si è lanciata assieme ad altri soci. “Trovavamo assurdo che a Bruxelles non ci fosse una pizzeria ‘Fratelli’ - ci racconta Mirta - visto che sono presenti in tutte le maggiori città europee e non. L’idea bolliva in pentola già da un anno: poi abbiamo trovato una location molto adatta, ovvero il quartiere di Chatelain a Ixelles. I lavori sono iniziati a giugno, e finalmente a settembre abbiamo aperto”. Tutti i derivati della bufala (ovvero latticini e carne) vengono importati direttamente dalla Campania: “questa è - spiega Mirta - la peculiarità delle pizzerie ‘Fratelli La Bufala’, che assieme ai ritratti dei quattro ‘fratelli’ e alla grande bufala che si trovano all’interno costituiscono il marchio della casa. E subito la pizzeria si è creata una clientela molto fedele: All’inizio la clientela era mista. Dopo un po’ abbiamo notato che gli habitué della domenica sono gli italiani: mangiare la pizza alla fine del weekend con la famiglia e i bambini è proprio un fatto tipicamente italiano”, racconta Mirta. Ma anche durante la settimana la maggior parte dei clienti è italiana: “da noi viene chi vuol mangiare non soltanto una buona pizza, ma la vera pizza napoletana. Chi ama questo tipo particolare di pizza viene da noi, perché a Bruxelles è solo qui che si può trovare”. Ma i “Fratelli La Bufala” non offrono soltanto pizze, ma anche tutta una serie di piatti tipici della cucina partenopea. All’interno, lavora solo personale italiano: il cuoco è napoletano (secondo le precise regole aziendali dei “Fratelli”), il pizzaiolo pugliese, il direttore toscano. Per informazioni: telefonare allo +42 02.253.76.700. Un’immagine di gruppo prima della partita USG-AS Roma, del 4 ottobre 1960). (PAL). posto della terza divisione belga, con 14 punti in 15 partite. Fondato oltre cento anni fa, il primo novembre del 1897, il “club” vanta in bacheca 11 campionati belgi e due Coppe del Belgio. Fino allo scoppio della seconda guerra mondiale è stata senza dubbio la più importante squadra del Regno: difatti, suo è il record, del campionato belga, per il maggior numero di partite consecutive giocate senza sconfitte: ben 60 ottenute tra il 1933 e il 1935. Dopo il termine del conflitto, visse un secondo splendore all’inizio degli anni ‘60, partecipando tra il 1958 e il 1965 alla Coppa delle Fiere, l’antenata della Coppa Uefa.Nel 1963 la squadra venne retrocessa in seconda divisione, iniziando una lunga parabola discendente, tanto da venire retrocessa in terza divisione nel 1980. Lo “Stade Joseph Marien”, che ospita le partite interne, ha una capacità di seimila spettatori. Bruxelles A FoglioEuropeo 119 DEF.indd 96 30-12-2008 17:00:18 Ñ>cZY^XdaVVaaZ\VidVB6I8=BJH>8bV\Vo^cZ Ñ;gZZegZhhcZ^b^\a^dg^XVh^c ADV IPM foglio.indd 1 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 97 21-10-2008 12:11:40 30-12-2008 17:56:28 MILANO “La Rosa” show-room milanese Macef 2009: Fiera dell’arredo e del decoro 98 Omaggio al critico francese Pierre Restany Campagna Abbonamenti 2009 al mensile “Il Foglio Italiano” sul sito web: www.foglioitaliano.com FoglioEuropeo 119 DEF.indd 98 30-12-2008 17:56:42 Segue FoglioEuropeo 119 DEF.indd 99 í 30-12-2008 17:56:43 La Rosa: 100 “il manichino è un’opera d’arte” FoglioEuropeo 119 DEF.indd 100 30-12-2008 17:56:49 Nella pagina a lato, lo “Spazio Anfossi” sede della mostra. L ’incontro con Gigi Rigamonti, il manager de La Rosa, avviene in una serata di questa fredda stagione invernale nello Spazio Anfossi, lo show-room di sua proprietà dalle parti di Piazza Cinque Giornate, nel corso di una rimpatriata fra artisti e uomini di cultura. Tema dell’incontro: il vernisage di “Traslochi di terra e di pensiero”, mostra curata da Milly Gandini. All’inizio abbiamo stentato a riconoscere il nostro uomo circondato com’era da amici ed estimatori, poi con l’aiuto dell’addetta alle relazioni, siamo riusciti a sederci in un angolo tra strutture d’arredo di plastica di sua invenzione e farci raccontare la storia di una zienda che ha trasformato i manichini in vere e proprie “opere d’arte”, dice lui. Intanto diciamo subito che La Rosa è nata e si è sviluppata a Palazzolo Milanese, nell’hinterland, nel 1922. MILANO Di Bruno Breschi [email protected] In allora si trattava di un laboratorio artigianale di manichini sorto per rispondere alle richieste della couture lombarda. Poi, come spesso succede, gli avvenimenti si susseguono, la moda si evolve e il manichino sul quale vengono esposte le ultime novità subisce solo dei piccoli aggiustamenti. Tutto questo fino a quando lo scettro dell’azienda di famiglia passa nelle mani di Gigi. Dopo avere compiuto nel 1970 gli studi al Royal College of Art di Londra, Rigamonti espone, nel 1971, le sue prime opere alla Galleria Europa di Milano. Consegue la laurea in Economia all’Università di Pavia, ma capisce che la sua vocazione è l’arte. Per 10 anni, dal ‘72 all’82, va in giro per il mondo ad immortalare con la macchina portatile la vita quotidiana. È un’esperienza unica, affascinante che gli resterà impressa nella memoria. Tra l’82 e l’86 espone con pitture e sculture oltre che a Milano, a Dùsseldorf, Montreal e New York. È dell’82 la sua nomina ad art director dell’industria La Rosa spa. Sempre in quell’anno realizza le sculture-manichino per Fiorucci ed Enrico Coveri. L’icona dell’azienda, creata per Gianni Versace (un busto femminile chiamato dal realizzatore Tosca), risale a 25 anni fa. Nell’87 è a Montreal dove espone alcune sculture al Dalmy’s. Sempre Versace gli chiede nell’89 di realizzare delle sculture per la rassegna “Un abito per pensare” da tenersi al Castello Sforzesco ancora a Milano. Sarà Valentino nel ’90 a commissionargli dei manichini per la Mostra “Trent’anni di magia” di Palazzo Minarelli a Roma. Passano due anni e Gigi Rigamonti con suoi lavori arriva all’International Parallel Emotion Exbition di New York e al Transparent Bride della Golden Gallery di Tokio. La tappa successiva, e siamo nel ’95, è al Metropolitan Museum di New York per i cinquant’anni della Maison Cristian Dior. Tra il ’96 e il ’97 è presente al Palazzo Pitti di Firenze con Gianfranco Ferré. Sempre nel 101 A sinistra, Gigi Rigamonti il manager del marchio “La Rosa” Milano FoglioEuropeo 119 DEF.indd 101 30-12-2008 17:56:52 102 ’97 partecipa a “Arte e Moda”, a Firenze. Il Guggenheim Museum di New York lo ospita, nel 2000, con le sue sculture per la Mostra di Giorgio Armani. Le tappe successive sono, nel 2002, con la partecipazione alla prima edizione di Miami Basel di pittura (in Florida) nello spazio Via Solferino e all’Artandgallery di Milano. L’anno dopo i suoi quadri sono esposti a Entratalibera ancora a Milano, mentre sulla nave da crociera Costa Mediterranea, nella huge hall, vengono installati i manichini che si ispirano al famoso quadro la “Danza” di Matisse, esposto all’Hermitage di San Pietroburgo. Il 2005 è a Pechino per la rassegna “Art in life” con la collezione il “Circo” nella Galleria Xingfucun e a Berlino alla Bread and Butter, per la nuova linea di moda “GiGi Collezioni”. Altre due esposizioni fanno parte del suo carnet: “Pagine d’Artista” (pittura) e “Cose d’Artista” (scultura) rispettivamente nel 2006 e nel 2007, a Spazio Anfossi. A Shanghai in Time Square, lo scorso anno, col contributo della Camera di Commercio Italiana in Cina, in occasione delle Giornate del Lavoro Italiano, le opere esposte, col nome “La plastica del desiderio”, erano proprio quelle statue - manichino di Rigamonti. Qui chiudiamo il curriculum di Gigi, aggiornato ai giorni nostri, saltando comunque molte altre significative presenze. Come si vede siamo di fronte ad un instancabile artista e aperto leader di un’azienda tra le più importanti e avanzate a livello internazionale nella fabbricazione dei manichini con 140 e oltre dipendenti da mesi impegnati, tra l’altro, per altre importanti manifestazioni come quelle che si svolgeranno a Shanghai e Londra nel maggio 2009. Va aggiunto che dal 1998 Gigi Rigamonti (nel frattempo il figlio Mattia è venuto ad affiancarlo in qualità di consigliere delegato), ha messo in pratica un suo vecchio progetto creando la “Sturm und Plastic” per la fabbricazione di strutture d’arredo funzionali di plastica molto resistenti e trasparenti tanto da essere scambiate per vetro. Tutto questo ha voluto dire un ampliamento dello stabilimento (la cosa è avvenuta pochi mesi fa) passando dai 5 attuali ai 10 mila metri quadrati con la costruzione di un’apposita sezione a Varedo, a due passi da Palazzolo, dove ora avvengono le operazioni di finissaggio, verniciatura, imballaggio e spedizione dei manichini e di altri lavori. Abbiamo chiesto all’artista qual’è la procedura che segue la costruzione dei suoi gioielli. “Da La Rosa, ogni mese escono circa 7000 manichini; per ogni manichino - ci ha spiegato - usando la plastilina, si crea il modello seguendo le disposizioni del cliente che in un successivo briefing darà il suo ok. A quel punto si passa allo stampo di gesso che viene letto da scanner collegati con macchine che dispongono di numeratore per lo stampo definitivo. Le macchine sono quanto di più avanzato offre la tecnica. Il materiale plastico fuso viene messo nello stampo e raffreddato a mezzo apparecchiature di soffiaggio per passare poi al successivo fissaggio e alla rifinitura, opera questa che richiede molta precisione e abilità. Ogni parte del manichino è appeso ad una catena per la verniciatura che avviene in due fasi. La prima serve per la presa della vernice mentre nella seconda si passa al colore definitivo al quale successivamente si aggiunge la laccatura, prima di entrare nel reparto di essiccazione. Tutto il resto, il make-up del viso e altre parti, viene pitturato a mano con colori a olio. Sempre a mano vengono fatte le ciglia, creati gli occhi, e poste le parrucche per rendere viva la figura che indosserà abiti o indumenti intimi griffati”. Ma La Rosa spa ha fatto della salvaguardia dell’ambiente e dell’utilizzo dell’energia rinnovabile dei punti basilari. Non a caso, vicino a Catania, ha installato delle cellule fotovoltaiche che non solo gli permettono di avere la corrente per le sue lavorazioni, ma addirittura di mettere in rete il surplus del proprio fabbisogno. La plastica che utilizza è riciclabile e antishok. Nella riutilizzazione viene depurata delle parti nocive e mescolata con granuli vergini. Le polveri, i solventi e i fumi prodotti durante la verniciatura (effettuata con robot) sono ridotte al 94%. In particolare facendo riferimento alla verniciatura, con 16 pompe viene provveduto alla miscelatura automatica del colore che poi con computer particolari viene automaticamente applicato. È nel tunnel dell’essicazione che entra in funzione la macchina post-combustione. Ricevendo e bruciando i solventi produce energia alternativa per il suo funzionamento. Questo per non parlare di tutti gli altri artifizi messi in opera per rendere, il più possibile, confortevoli e salubri gli ambienti di lavoro col minor costo. Per renderci conto dei suoi lavori (manichini e strutture d’arredo) è sufficiente recarsi, qualora non ci si voglia fermare davanti alle vetrine delle grandi firme, in uno dei suoi showroom di Parigi, Londra, Madrid, Amburgo e, ovviamente, quello di Milano. Sono delle vere e proprie gallerie d’arte molto frequentate da manager e artisti che li scelgono anche per i loro incontri culturali. Aigner, Antonio Fusco, Armani, Balenciaga, Ballantyne Cashmere, Bonita, Borsalino, Carlo Pignatelli, Champion, Chanel, Christian Dior, Debenham, D&G, F.lli Rossetti, Ermanno Scervino, Escada, Etro, Iceberg, Givenchy, Golden Lady, Iceberg, Hugo Boss, Kenzo, La Fornarina, Liberty, Loewe, Louis Vuitton, McQueen, Marc Cain, Marlboro, Miss Sixty, Next, North Sail, Selfridges, Sinequanine, Strenesse, Tod’s, Trussardi, Valentino, Versace, Weill, Zapa e alcuni grandi magazzini quali per esempio Mark & Spencer e H & M si riforniscono da La Rosa per le proprie necessità. È un marchio Stile Italiano che fa onore al nostro Ble Paese. Bruno Breschi Milano FoglioEuropeo 119 DEF.indd 102 30-12-2008 17:56:53 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 103 30-12-2008 17:56:57 104 MACEF MILANO 2009... Tutto per la casa e non soltanto... M acef Primavera 2009, Salone Internazionale della Casa, 86° di una serie iniziata nel 1964 (quando la mostra milanese aveva cadenza annuale), si svolgerà in Fieramilano dal 16 al 19 gennaio, in concomitanza e in sinergia con Festivity, Salone degli addobbi natalizi, delle decorazioni per le feste, del gioco, del giocattolo e del carnevale (che però aprirà i battenti un giorno prima, il 15 gennaio. Un giorno di preapertura anche per Macef (giovedì 15), ma solo per il settore dedicato al Regalo (padiglioni 1418) i cui espositori hanno richiesto, a motivo di un rilevante volume di affari e di contatti, la possibilità di poter operare su cinque giorni. La suddivisione merceologica, ormai stabilizzata da tre edizioni, vede la FoglioEuropeo 119 DEF.indd 104 manifestazione articolata in 5 settori: Tavola e Cucina (Oggettistica per la tavola e prodotti per la cucina); Arredo e Decorazione (Complemento d’arredo, decorazione, tessile e oggettistica di design); Classico (Complemento d’arredo classico, bomboniere e argenteria per la casa); Regalo (Oggettistica, articoli da regalo e cartoleria); Bijoux, Oro e Accessori (Bigiotteria, oreficeria, accessori). La strategia con la quale sono stati aggregati (e poi accostati) i cinque contenitori è quella di proporre la vastità e la frammentazione di Macef come aggregato, più che di prodotti, di veri e propri “contenitori fieristici” autonomi. Il cuore di Macef resta quello di una grande mostra d’affari, nella quale gli espositori raccolgono ordini, direttamente o in prospettiva, quando si svilupperanno i contatti nati in fiera. Anche gli eventi si allineano a questa concezione di utilità: si va dall’ “Oscar della Bigiotteria”, organizzato insieme con la rivista Ornamenta, giunto alla quarta edizione e destinato a far emergere la verve creativa delle aziende di quel settore, alla riproposizione di Art&Flower, evento organizzato dalla rivista Floral design, che intende riportare il fiore al centro del paesaggio domestico e anche riproporlo come elemento suggestivo e decorativo del punto vendita; e non a caso le performance dei floral designer nelle precedenti edizioni di Art&Flower sono state sempre seguite da un folto pubblico molto attento. Altro appuntamento atteso 30-12-2008 17:57:06 MILANO A cura di Silvia Zanchi [email protected] 105 di Macef, il Macef Design Award Massimo Martini, concorso online organizzato con il supporto del sito specializzato www.designboom.com, riservato ai giovani progettisti di tutto il mondo (l’anno scorso i progetti inviati furono oltre 4 mila); il settore di quest’anno sarà l’Argento con il claim “beyond silver”. Le aziende presenti in fiera dal 16 al 19 di questo mese di gennaio saranno circa 1.800, su una superficie complessiva di 120 mila metri quadrati netti. Importante e significativa, come al solito, la presenza di espositori esteri, valutabile intorno al 20% del totale. Le provenienze prevalenti sono europee: Spagna, Francia e Germania, ma non mancano espositori extra-europei, sopratutto asiatici. Come preannunciato, segue la mostra che ospiterà l’evento chiamato Macef Lab, rivolto alla promozione dell’innovazione. È, infatti, proprio l’innovazione (di prodotto, di processo, di materiali), oggi più che mai, la strada obbligata che le aziende hanno a disposizione per conservare e conquistare i mercati. Macef dedica a questo tema grande attenzione, sia favorendo la commercializzazione dei numerosi prodotti unici e originali proposti in fiera, sia creando le condizioni per la crescita e lo sviluppo delle capacità di innovazione delle aziende espositrici. Questa stimolante iniziativa sarà posizionata nel cuore del padiglione 7 e offrirà spunti e nuove idee a espositori e visitatori. La selezione delle aziende/prodotti innovativi è curata dalla società know-net attraverso lo studio dell’architetto Massimo Malacrida. Come a settembre, infine, ritornano a Macef le istituzioni importanti come le presenze della Regione Lombardia, della Regione Umbria e di una “new entry”, la Regione autonoma della Sardegna la quale, insieme a Macef, sta costruendo un importante progetto di presenza delle proprie imprese artigiane sui mercati internazionali. Per i biglietti in vendita sul Macef, il Salone Internazionale della Casa propone, presso il nuovo quartiere fieristico, un progetto espositivo di grande respiro con esclusivi eventi per la community di tutto quanto fa casa, e un’ampia gamma di merceologie per tutte le esigenze e le interpretazioni dell’abitare, in costante cambiamento ed innovazione: oggettistica, complemento d’arredo, regalo, decorazione e molto altro. www.ticketone.it Acquisti biglietti in fiera: 25 Euro al giorno; ingresso riservato agli operatori professionali. Il documento d’ingresso è personale, non cedibile e giornaliero. Orario di apertura dei padiglioni espositivi, dalle 9.30 alle 18.30. Acquisto in fiera: dalle ore 9.30 sarà possibile accedere alle receptions per acquistare il biglietto d’ingresso, compilando il modulo di registrazione in distribuzione nelle reception stesse o allegando ad esso il proprio biglietto da visita. Come raggiungere la Fiera: Linea Rossa MM1, capolinea Rho-Fiera Milano; collegamento bus serale dal quartiere espositivo alla città di Milano, collegamento bus gratuito. Milano FoglioEuropeo 119 DEF.indd 105 30-12-2008 17:57:09 suite 3 106 UNA NOTTE ITALIANA BARI - BERGAMO - BIELLA - BOLOGNA - BRESCIA - CATANIA - FIRENZE - LODI - MILANO - NAPOLI - ROMA - VENEZIA - VERSILIA FoglioEuropeo 119 DEF.indd 106 www.unahotels.it 30-12-2008 17:57:12 Brevi da... A cura di Silvia Zanchi [email protected] Brevi dalla Triennale In occasione delle festività natalizie e oltre la Triennale di Milano, Triennale Design Museum e Triennale Bovisa presentano il calendario delle mostre, i Bookstore, il DesignCafé e il Bistrot Bovisa: Alberto Burri - Fino all’8 febbraio. La Triennale di Milano presenta una grande retrospettiva dedicata ad Alberto Burri, uno dei massimi protagonisti dell’arte del XX secolo, riconosciuto a livello nazionale e internazionale. La mostra, che si articola su due piani su una superficie totale di 2500 mq, presenta l’artista, l’uomo e le influenze che ha esercitato sulla cultura dell’epoca attraverso una scelta di capolavori, che non si limitano alle più note creazioni degli anni Cinquanta, ma testimoniano l’intero svolgimento, nei decenni successivi, dell’opera di Burri e della sua straordinaria capacità di rinnovamento. A Burri si deve l’innovativa apertura verso impiego di materiali extrapittorici la cui influenza ha caratterizzato l’arte fino ai nostri giorni. Guido Crepax - Valentina, la forma del tempo - Fino al primo febbraio. La prima grande mostra dedicata al più celebrato fra gli autori italiani del mondo del fumetto, il più tradotto all’estero, con il suo personaggio leggendario: Valentina, che incarna oltre che il mondo culturale, politico, ideologico ed estetico del suo autore, una sorta di “spirito del tempo” di una società durante i grandi cambiamenti degli anni ’60 e ’70. Prima Interpretazione. Che Cosa è il Design Italiano? - Fino al 25 gennaio.Triennale Design Museum è un museo dinamico, in grado di rinnovarsi continuamente e di offrire al visitatore sguardi, punti di vista e percorsi inediti e diversificati. Un museo emozionale e coinvolgente. Un organismo vivo e mutante, capace di mettersi in discussione, smentirsi, interrogarsi. Il museo “mette in scena” il design italiano attraverso un sistema di rappresentazioni che si rinnoveranno ogni 12-18 mesi, cambiando ogni volta i temi-chiave, gli ordinamenti scientifici, gli allestimenti. Il primo tema affrontato è “Che cosa è il design italiano?”. www.triennale.it www.triennalebovisa.it www.triennaledesignmuseum.it Il più ricco monte premi del concorso “Rosetum” A gennaio a Milano Oltre ai 3.500,00 euro che si divideranno i primi tre classificati all’XI° Concorso Internazionale Voci Liriche “Rosetum”, i finalisti dello storico concorso milanese, potranno dividersi i ruoli della nuova stagione d’opera e operetta prodotta dal Laboratorio Lirico Europeo di Milano diretto da Daniele Rubboli. Pioggia poi di concerti ed altre scritture operistiche per i teatri di Lecco, Forlì, Cagli,Volterra, Cascina, Brunico che saranno presenti con i loro dirigenti alla serata finale. È già assicurato, per l’8 febbraio, il Concerto dei Vincitori all’Auditorium di Bressanone (Bolzano), mentre per i finalisti si aprono anche le porte per cantare, nella seconda settimana del prossimo luglio, al prestigioso Festival Mario Filippeschi di Montefoscoli e Peccioli (Pisa). Ancora una volta l’agone lirico del Rosetum si propone come uno dei più qualificati concorsi europei capaci di offrire ai giovani artisti di talento imme- diate occasioni di lavoro. Questo grazie alla particolare giuria che Rubboli, da sempre, vuole composta da operatori teatrali attivi e autorevoli come Sergio Segalini, direttore artistico del Festival di Martina Franca, che presiederà la commis- Convenzione tra Eni e Ministeri L’Eni ed Eni Foundation hanno firmato, con il Ministero dell’Economia e delle Finanze ed il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali una convenzione per partecipare, attraverso una donazione di 200 milioni di euro, all’iniziativa “Fondo Carta Acquisti”, promossa con allo scopo di contribuire a soddisfare le esigenze alimentari, energetiche e sanitarie della popolazione meno abbiente. In particolare Eni Foundation, la fondazione creata da Eni, che persegue finalità di solidarietà sociale e umanitaria, ha già effettuato un primo versamento a titolo spontaneo e solidale al Fondo Carta Acquisti, pari a 100 milioni di euro. Questa prima somma è stata concessa, in relazione all’esercizio del 2008, il mese scorso, mentre la seconda tranche - che comprende i rimanenti 100 milioni di euro, relativi all’esercizio 2009 - sarà versata entro il 30 giugno prossimo. Eni ha deciso di aderire all’iniziativa in ragione della propria posizione di primario operatore nel settore energetico e quale impresa responsabile nei confronti della comunità in cui opera. Sito internet: www.eni.it 107 sione; Daniele Borniquez direttore dell’Accademia Lirica del teatro alla Scala di Milano; Aldo Salvagno direttore d’orchestra e direttore musicale dei teatri di Irun in Spagna e Budrio in Italia; Giuseppe Oldani agente teatrale e lo stesso Daniele Rubboli, direttore artistico e regista delle stagioni del Rosetum. La generosità degli Eredi Morosini conferma anche in questa occasione il Premio Scarampi Crivelli al primo classificato, mentre la giuria popolare, formata da Mario Mainino con i dirigenti delle associazioni musicali della Lombardia, garantisce a tutti i concorrenti un’attenzione in più. Si ricorda inoltre che, come è sempre accaduto in passato, alcuni ruoli delle opere in cartellone - tutte, nessuna esclusa - possono essere assegnati anche ad alcuni semifinalisti. Il Laboratorio Lirico Europeo di Milano: Tel. (+39) 02.2842836 (+39) 02.48707203. Milano FoglioEuropeo 119 DEF.indd 107 30-12-2008 17:57:18 Brevi da... A cura di Silvia Zanchi [email protected] Il Nuovo Realismo, dal 1970 ad oggi Omaggio a Pierre Restany 108 Milano doveva un omaggio a Pierre Restany (1930-2003), in quanto il grande critico francese aveva trovato nel capoluogo lombardo una sua seconda patria, forse più ospitale della stessa Parigi. Infatti, grazie all’amicizia con Guido Le Noci e alla galleria Apollinaire da lui gestita, tutte le proposte critiche di Restany erano approdate tempestivamente a Milano, inoltre egli aveva ottenuto l’incarico della rubrica dell’arte sulla prestigiosa rivista “Domus”, passando in seguito a dirigere anche un’altra rivista milanese, “D’Ars”. E famosi sono pure i suoi soggiorni con ritmo quindicinale presso l’Hotel Manzoni. Il modo migliore di onorare Restany è sembrato quello di ricordare la sua maggiore impresa critica, il Nouveau Réalisme appunto, di cui Milano, confermando ancora una volta quasi un diritto di prelazione su quel movimento, aveva festeggiato nel 1970 il primo decennale dalla nascita, con eventi spettacolari di cui ancora si conserva grande memoria. È vero che proprio in quell’occasione i membri del gruppo ne avevano decretato la morte, ma in seguito quasi tutti hanno continuato a lavorare nel medesimo solco, producendo in genere opere più impressionanti per mole e qualità. E dunque si è ritenuto di celebrare il critico e il movimento in una specie di proiezione sul presente, con ottime possibilità competitive anche rispetto a quanto avviene oggi sulla scena mondiale, in un proseguimento della sfida tra Europa e USA di cui appunto il comparire del Nouveau Réalisme era stato la prima avvisaglia. Dei tredici artisti che avevano composto il gruppo nella sua formazione più completa, qui ne vengono presentati undici, escludendo Yves Klein, in quanto morto ante 1970, e Martial Raysse perché forse l’unico che ha preso altre vie. Ci saranno invece le magnifiche compressioni di César nate proprio come Suite milanese, assieme a una superba Espansione di proprietà delle collezioni comunali. Di Arman comparirà un completo repertorio, tra accumulazioni, collere, tagli. Daniel Spoerri innalzerà una selva barbarica di Idoli di Prillwitz, di Jean Tinguely il Museo che Basilea gli ha ArmanLa Chute des Courses, 1996 Accumulazione di carrelli del supermercato. dedicato offrirà un’opera colossale e riassuntiva, affiancata da un significativo repertorio delle immagini volutamente kitsch apprestate da Niki de Saint Phalle. I décollagisti, François Dufrêne, Raymond Hains, Mimmo Rotella, Jacques Villeglé, saranno presenti al gran completo, ma anche con opzioni che proprio dopo il ’70 sono andate progressivamente diversificandosi e prendendo strade autonome. Di Christo e Jeanne-Claude comparirà un’antologia adeguata di quelle loro mappe in cui sono riportate in pianta le maxi-installazioni ambientali. Infine Gérard Deschamps darà prova di come si è allargata la sua indagine sugli elementi soffici e di “cattivo gusto” in cui si avvolge la nostra esistenza quotidiana. Molta attenzione sarà data alla rievocazione delle giornate del ‘70, sia mostrando a circuito chiuso l’eccellente documentario girato allora da Mario Carbone, sia allestendo una vasta parete con le mirabili testimonianze fotografiche registrate da Ugo Mulas, mentre un filmato dell’operatore canadese Marc Israël-Le Pelletier mostrerà Restany all’opera nelle varie sedi della sua industriosa presenza milanese. Nel catalogo edito da Silvana Editoriale, oltre a un saggio introduttivo del curatore Renato Barilli e due contributi di Marina Pugliese e Diego Sileo, ci saranno anche dieci testimonianze di persone che furono vicine al grande critico in vita, nonché un’antologia di suoi scritti, e immagini a colori delle opere esposte, oltre ai consueti apparati biobibliografici. La mostra è realizzata con il sostegno di Tod’S, e come di consueto è previsto un programma di attività didattiche per i visitatori organizzate da Marte snc con il contributo di Gruppo Coop Lombardia. Fino al 1 febbraio 2009 al PAC Padiglione d’Arte Contemporanea Via Palestro 14 Orari: Lunedì 14.30/19.30; da martedì a domenica 09.30/19.30; giovedì fino alle 22.30 Ingresso: Euro 5,00 intero - Euro 3,00 ridotto - Euro 2,00 ridotto speciale gruppi e studenti. Minori fino ai 5 anni gratuito, dai 6 ai 18 anni ridotto. Tel. (+39) 02.76009085 www.comune.milano.it/pac Myrjam Cantù L’“Anima dell’Acqua” a Palazzo Reale La mostra, che durerà fino al 29 marzo, accompagna il pubblico alla scoperta della storia dell’acqua, in un viaggio nell’anima della nostra cultura. Un percorso che si sviluppa attraverso il tema della sete in senso positivo - per il sapere e la conoscenza - o negativo - per il venir meno di un bene prezioso alla vita. Le 121 opere presenti, tra cui il Narciso di Caravaggio, l’Ultima Cena del Tintoretto, la Madonna dell’umiltà di Masolino da Panicale, L’amore alla fonte della vita di Segantini, The reflecting pool di Bill Viola, raccolte in 6 sezioni, illustrano il valore dell’acqua per la storia della nostra civiltà, forza naturale, eterna e insostituibile, generatrice e nutrimento eterno, al tempo stesso benevola e dissolvitrice. L’importanza simbolica e sacrale dell’acqua si manifesta nell’immaginario dell’uomo fin dalle origini della sua evoluzione. La mostra è inserita all’interno del progetto EnergiAcqua realizzato da Fondazione DNArt e sostenuto da Regione Lombardia Assessorato alle Reti e Servizi di Pubblica Utilità e Sviluppo Sostenibile. Info: www.comune.milano.it Milano FoglioEuropeo 119 DEF.indd 108 30-12-2008 17:57:24 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 109 30-12-2008 17:57:31 QUIROMA QUIROMA QUIROMA QUIROMA Q A fianco due collaudatori della Ferrari intervenuti all’inaugurazione del Ferrari Store di via Tomacelli. la Casa di Maranello ha realizzato una collezione di abbigliamento e di accessori Limited Edition, caratterizzata da loghi, stampe e ricami esclusivi, ripresi direttamente dai dettagli dell’automobile quali il classico Cavallino, le prese d’aria laterali, i profili frontali e laterali della vettura. Poi una linea di abbigliamento pensata per coloro che avranno la fortuna di guidare la nuova spider e per tutti gli appassionati della scuderia Ferrari. La collezione è composta da: abbigliamento per sportivo ma al contempo raffinato, dallo studio del dettaglio alla particolarità dei materiali che facilitano il movimento senza rinunciare alla comodità. Sia nella collezione uomo che nella collezione donna realizzata in una forma leggermente piu’ sciancrata, sono presenti gli stessi capi: giubbini in tessuto tecnico, sweater full zip in felpa stretch, polo in piquet, t-shirt in jersey di cotone e in jersey tecnico suntroke particolarmente performante alla figura grazie alla innovativa composizione del filato ceramico. Sweater full zip in tessuto stretch e t-shirt in tessuto basico per la linea bimbo. Tessuto tecnico per la sport bag, il borsone da week end e per il necessaire. Stile particolare e ricerca del dettaglio nei uomo, donna, bimbo, accessori, borse. Colore dominante il nero, ad eccezione di alcuni capi ed accessori disponibili anche nell’inconfondibile rosso Ferrari. Stile portachiavi realizzati completamente in acciaio che riprendono la sagoma della presa d’aria laterale e la replica della chiave di avviamento dell’auto. Sotto Amedeo Minghi. 110 E adesso, shopping al Ferrari Store di via Tomacelli Inaugurato il mese scorso il “Ferrari Store” in Via Tomacelli 147, nel pieno centro della città, alla presenza del Presidente Luca Cordero Di Montezemolo e di vari giornalisti e artisti, tra i quali, Carlo Rossella (oggi Presidente Medusa) e Marina Como di Rai Uno e il cantautore romano Amedeo Minghi. Lo Store romano si va ad aggiungere a molti altri già da tempo in florida attività ed ai quali se ne aggiungeranno altri a conferma che il brand Ferrari è tra i più prestigiosi nomi italiani apprezzati e riconosciuti anche in Papuasia. FoglioEuropeo 119 DEF.indd 110 Una festa anche tecnica per la presenza di alcuni collaudatori che hanno spiegato agli ospiti le caratteristiche della vettura esposta per l’occasione e che rimarrà nei saloni per il piacere degli appassionati. Tantissimi a giudicare dalle visite che, nelle sole due ore dell’inaugurazione, hanno toccato la punta di 500 persone. A fare da vetrina dei prodotti, la collezione “Ferrari California” presentata al Salone di Parigi lo scorso ottobre, la Ferrari California è la prima spider con capote rigida ripiegabile della casa del Cavallino. Per celebrare questo ultimo modello 30-12-2008 17:57:43 A QUIROMA QUIROMA QUIROMA Per celebrare la nuova California sono stati realizzati anche poster, mouse-pad e un modellino in scala 1:43 dell’auto. A completare la collezione, il Gruppo Marcolin licenziatario ufficiale della linea Eyewear Ferrari - ha realizzato una montatura da sole in tiratura limitata con lenti fotocromatiche, per permettere una guida rilassante e sicura anche in condizioni di luce molto intensa.L’intera collezione è in vendita a partire da Ottobre 2008 presso i Ferrari Store di tutto il mondo, on line sul sito www.ferraristore.com, e presso alcuni concessionari d’auto Ferrari. Il Dandismo e il mondo dell’equitazione ispirano la collezione Ferrari Cavallino 2009 La collezione primavera estate 2009 trae ispirazione dal mondo equestre, dai suoi costumi, dalle sue tradizioni e soprattutto dall’importanza che questo sport dà al rispetto del Dress Code: un fil rouge che unisce i cavalli dell’equitazione ai cavalli rombanti di inizio 900. Esempio su tutti la giacca in pelle, creata sia per l’uomo che per la donna in due varianti di colore, FoglioEuropeo 119 DEF.indd 111 beige e nero, il cui taglio ricorda la giubba del fantino. I dettagli sul fronte sono un richiamo alla forma del sedile in pelle dello storico modello Barchetta, cosi come il logo del cavallino rampante ripreso sulla cerniera e cucito all’altezza del petto blu con grafiche a contrasto che si ispirano ad articoli di giornale del tardo 800, oppure caratterizzate da un tripudio di cavalli al galoppo immaginati correre a fianco di potenti bolidi da corsa nella splendida cornice del tracciato inglese di Good- A cura di Giorgia Würth [email protected] lizzazione del battistrada delle auto d’epoca. Per i capi più eleganti, la nuova collezione Ferrari Cavallino si ispira invece al Dandismo, massima espressione di bellezza esteriore e ricerca attenta della forma, applicati a capi di abbigliamento attuali come gilet, giubbotti, camicie e foulards. Ferrari Uomo: un’intensa esperienza di lusso Montezemolo si intrattiene con il cantautore Amedeo Minghi e Carlo Rossella. a celebrare il simbolo della casa di Maranello. Il richiamo al mondo delle auto è costante e presente su ogni capo maschile e femminile: la serigrafia della Daytona, l’immagine stilizzata della Dino, il filo di pelle che contorna le tasche posteriori dei jeans riproposti per la collezione estiva. Le magliette sono rosse, verdi, bianche e wood, la pista nel West Sussex; stampe floreali e sfumature di colori tenui sono invece elaborate nei colletti delle camicie e nei tricot nei colori classici e in una punta di giallo che richiama il colore dello sfondo del logo Ferrari. Colorati e raffinati foulard di cotone con stampa del pattern sono ottenuti dalla sti- Morris Profumi, società che produce profumi e prodotti cosmetici di diversi brand internazionali, è il licenziatario ufficiale del marchio Ferrari nella profumeria selettiva lancerà, a livello mondiale in 70 differenti Paesi una nuova ed esclusiva linea dedicata all’universo maschile: Ferrari Uomo. In occasione del TFWA World Exhibition tenutosi a Cannes l’anno scorso, Morris ha presentato il nuovo profumo Ferrari ai selezionati, top clients e stampa di settore, nel corso di una spettacolare serata di gala nella cornice di uno degli alberghi di tendenza della Croisette. Ferrari Uomo rappresenta un nuovo concetto di fragranza in perfetta coerenza con l’eleganza, il prestigio e l’unicità del lifestyle Ferrari. Il designer è uno dei più famosi creatori di packaging per la pro- 111 30-12-2008 17:57:49 QUIROMA QUIROMA QUIROMA QUIROMA fumeria e la cosmesi: Thierry de Baschmakoff, fondatore e direttore creativo dell’agenzia Aesthete. L’aspetto del flacone è ispirato alle linee estetiche delle vetture Ferrari in un continuo richiamo tra le forme classiche di un flacone da profumeria e i dettagli della carrozzeria dell’auto. Il Cavallino Rampante ha un ruolo predominante sulla capsula che è realiz- cuoio, che evoca eleganza, fondendosi con la nota raffinata del legno di cedro e con gli accenti vibranti della noce moscata. Il fondo è costruito attorno agli ingredienti più ricchi e ricercati: il calore ambrato del labdano, la profondità sfaccettata del patchouli e la sensazione avvolgente della fava tonka. Il creatore di questa fragranza è Alberto Morillas, Master Perfumer propone la stampa Cavallino allover a partire dalla collezione 2009, reinterpretandone in chiave moderna la fantasia che vede protagonista il logo del Cavallino Rampante, marchio affermato a livello mondiale, sinonimo di eleganza e del Made in Italy. Una collezione di accessori fortemente caratterizzata, che comprende borse, borsoni, piccola pelletteria, cinture, cap- 112 Luca di Montezemolo con il nostro direttore e un funzionario di una casa automobilistica giapponese. zata con i materiali tanto iconici quanto preziosi della Ferrari: la pelle e il metallo. Il packaging enfatizza i simboli del mondo GT: un elegante alluminio opaco e una sofisticata pelle in una virile tinta cuoio scuro uniti da un doppia cucitura per un tocco quasi artigianale. La fragranza esprime immediatamente la sua classe e il suo stile unico: la famiglia olfattiva è legnosa, speziata, cuoio. Nelle note di testa la luminosa freschezza del limone di Sicilia e del bergamotto di Calabria è esaltata dal tocco aromatico delle bacche di ginepro. Il cuore si apre con un esclusivo accordo FoglioEuropeo 119 DEF.indd 112 in Firmenich e leggendario autore di numerosi successi per altri marchi di lusso. Collezione Ferrari Cavallino All Over 2009 Era la fine degli anni ‘60 quando Enzo Ferrari commissionò ad un artigiano pellettiere un set di valigeria per uso personale, composto da: una valigetta 24 ore, un portaabiti, ed una pilotina in tessuto jacquard e pelle. Il set fu realizzato in un’originale stampa allover del logo Ferrari. Ispirandosi proprio a quel set di accessori, Ferrari pellini e ombrelli. Due le varianti di colore: fondo beige e particolari in pelle testa di moro; fondo blu con logo Cavallino grigio e rifiniture nere. Anche in questo caso, come per tutte le linee di abbigliamento Ferrari, il richiamo all’auto è percettibile nei dettagli delle rifiniture, in vera pelle di vitello, nelle impunture a contrasto, negli accessori metallici personalizzati e nelle applicazioni manuali. Linea Ferrari in fibra di carbonio Utilizzata per le monoposto di Formula 1 e per le auto Gran Turismo Ferrari, la fibra di carbonio è un materiale tecnologico e ultraresistente, che esprime anche una valenza estetica se applicato al design. La nuova linea di oggettistica che Ferrari ha realizzato abbina la fibra di carbonio a materiali più naturali come il cuoio e il legno naturale. Studio e cura dei dettagli ne suggellano esclusività e prestigio. Di alto artigianato italiano, tutti gli articoli sono personalizzati con lo Scudetto Ferrari in metallo smaltato. La fibra di carbonio riveste il legno lasciando in evidenza profili rossi. Le finiture sono realizzate in cuoio naturale color mogano. La linea include l’humidor da 35 sigari, con interno in legno di cedro, il cofanetto porta carte da gioco, il portabiglietti da visita, la vaschetta svuotatasche, il bicchiere portapenne, la vaschetta portapenne, il cofanetto porta-oggetti, il portafoto in tre dimensioni. In vendita presso i Ferrari Store: www.ferraristore.com Giorgia Whurt 30-12-2008 17:57:54 A C&O Distribution - Av. du Lavaux 35 - 1009 Pully - Tél.+41 21 729 97 10 Mouawad - Quai du Mont-blanc 19 - 1201 Genève - Tél. +41 22 318 58 00 Pegasus - Grand Rue 42 - 1820 Montreux - Tél. +41 21 963 63 56 Ouranos - Grand Chêne 7 - 1003 Lausanne - Tél. +41 21 318 11 88 Howards Jewellers - UK - Tél. +44 01789 205404 [email protected] FoglioEuropeo 119 DEF.indd 113 30-12-2008 17:58:06 ITALIANI NEL MONDO ITALIANI NEL MONDO Napolitano apre ai Giovani Italiani nel Mondo 114 Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, e il presidente del Senato, Renato Schifani, hanno inaugurato, il mese scorso nell’Aula di Montecitorio, la Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo. La cerimonia è stata trasmessa in diretta sul canale satellitare e il sito internet. Si tratta della prima Conferenza dei Giovani Italiani nel Mondo, indetta nel luglio scorso dal Ministro degli affari esteri, Franco Frattini, e che si è svolta a Roma presso la sede della Fa. L’esigenza di convocare una conferenza dei giovani italiani e di origine italiana nel mondo è stata manifestata negli ultimi anni, a più riprese, dalle nostre collettività all’estero e dai loro organismi rappresentativi, al fine di individuare strumenti utili per definire una linea politica per la valorizzazione delle nuove generazioni e favorire il consolidarsi del loro rapporto con il nostro Paese. Hanno preso parte alla Conferenza presieduta da Frattini - 424 delegati provenienti dall’estero, ai quali si sono affiancati, in qualità di invitati, 200 giovani residenti in Italia, espressione del mondo politico, professionale, accademico, sportivo, artistico, che rappresentano la realtà delle nuove generazioni del nostro Paese. FoglioEuropeo 119 DEF.indd 114 Cgie e comunità italiane allʼestero: indispensabile rilanciare il dialogo Si è tenuta venerdì alla Farnesina la prima giornata di lavoro della II Assemblea Plenaria del Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) indetta dal Comitato di Presidenza, presieduto dal segretario generale Elio Carozza. “Un’opportunità, l’incontro con i giovani, che apre - si legge nella relazione del Comitato di Presidenza riportata da Carozza - a una speranza di continuità nel dialogo con le nostre comunità all’estero, pur in una prospettiva che appare problematica e, per certi versi, effimera. Non solo per il fattore finanziario, ed enti rappresentativi: dal mondo dell’associazionismo alle rappresentanze dei Comites, dalle Consulte regionali ai parlamentari, uniti verso la valorizzazione di una “risorsa preziosa” per il nostro Paese. L’arrivo di questi giovani - prosegue il segretario generale - maggiormente vicini alle nostre comunità all’estero è stato reso possibile grazie alla mobilitazione dei Comites, degli Intercomites, dell’associazionismo locale e nazionale, delle Consulte regionali, dei rappresentanti del Cgie e della stessa Segreteria del Consiglio. Tutto il movimento ha La Farnesina, sede istituzionale del Ministero degli Esteri. ma piuttosto perché, negli ultimi mesi, il rapporto tra l’Italia e i suoi cittadini all’estero sembra essere diventato un fardello troppo pesante per il nostro Paese. Eppure - prosegue Carozza - gli italiani all’estero sono soggetti a pieno titolo di tutti i diritti e i principi fondamentali dettati dalla nostra Costituzione e riconosciuti dalla Repubblica italiana, tra cui: il diritto all’apprendimento della lingua e della cultura italiana e il diritto all’assistenza degli anziani. Due diritti che non possono essere cancellati con un colpo di spugna, ma che richiedono un piano di “razionalizzazione” sinergicamente e democraticamente partecipato nel contesto di una stagione delle riforme. L’impegno cui il Cgie punta è la creazione di un ‘sistema Italia per gli italiani all’estero capace di far convergere risorse umane, istituti permesso la raccolta di una documentazione nella quale emergono le reali e attuali esigenze dei giovani all’estero, i quali hanno il compito di offrire al Governo le indicazioni che emergono nella Conferenza”. Altro punto affrontato dalla relazione del Comitato di Presidenza del Cgie è l’associazionismo italiano nel mondo, a seguito del documento prodotto nei mesi scorsi da un Gruppo di lavoro ad hoc che sarà posto in riflessione durante questa assemblea plenaria conclusasi il mese scorso. Associazionismo inteso come risorsa privilegiata in quanto non esclusiva ma fondata sulle relazioni delle istituzioni regionali e nazionali con le comunità emigrate. Un fenomeno dinamico che stabilisce connessioni a partire da un sentimento comune di appartenenza su una nuova base d’identità italiana. 30-12-2008 17:58:09 ITALIANI NEL MONDO A cura di Ilaria Viotto [email protected] Gli italiani di Berna contro Berlusconi Anche a Berna i cittadini italiani hanno fatto sentire la propria voce contro i tagli in Finanziaria operati dal Governo Berlusconi. In concomitanza con le manifestazioni organizzate a tappeto su tutto Mirko Tremaglia applaudito alla Camera dei Deputati “Quanto è avvenuto alla Camera dei Deputati, il mese scorso, all’inizio della cerimonia inaugurale della Prima Conferenza dei Giovani Italiani nel mondo non l’avevo mai registrato: un entusiasmo eccezionale a mio favore. Per ben due volte, prima dell’inizio e durante l’intervento del Presidente On. Fini, vi è stata una manifestazione di eccezionale calore a favore del sottoscritto: un’esplosione di entusiasmo con 500 giovani italiani all’estero plaudenti e in piedi, segno di una partecipazione straordinaria, mai dimostrata sinora. Prendo atto di questa eccezionale manifestazione che mi esalta e commuove e che pone una riflessione politica di grande rilievo. Il Governo Prodi ha cancellato il Ministero per gli Italiani nel mondo. Il Governo Berlusconi, in questo grado, in particolare in ordine alla Conferenza dei Giovani di fronte alle grandi prospettive politiche per il futuro anche internazionali, deve ricostituire il Ministero per gli Italiani nel Mondo. FoglioEuropeo 119 DEF.indd 115 il territorio svizzero, il Comites di Berna, la Segreteria Cantonale Associazioni Genitori, l’ente gestore Casci, Associazioni Regionali e rappresentanti della Comunità Italiana a Berna hanno manifestato davanti al Consolato d’Italia (che da dicembre 2008 è diventato Cancelleria Consolare) per sottolineare che tutti gli sforzi fatti dai nostri parlamentari nelle ultime settimane con proposte per la legge di riforma delle iniziative scolastiche, sono stati poco ascoltati, ma soprattutto rigettati dal Governo senza fornire spiegazioni adeguate per gli incredibili tagli operati. La protesta si è concentrata in modo particolare contro la cancellazione dei corsi di lingua italiana per i residenti nel Cantone di Berna, con cui si perde uno dei potenziali poli più importanti per lo sviluppo delle relazioni culturali, economiche e politiche degli italiani all’estero con il loro paese di appartenenza. “Tutti i paesi dell’Unione Europea - ha sottolineato Anna Ruedeberg, consigliere del CGIE in Svizzera - non mettono limiti alla diffusione della propria lingua e della propria cultura. In paesi come la Germania, l’Inghilterra, la Francia e la Spagna, decisioni così forti non sono neppure ipotizzabili. In Italia, invece, il pensiero del Governo viaggia evidentemente in senso opposto e la diffusione della cultura italiana all’estero viene ritenuta superflua. Così come sono ritenuti evidentemente superflui gli italiani all’estero, dimenticati dal Governo Berlusconi”. PD Germania, Danieli: “risposte forti ad un Governo nemico degli Italiani nel Mondo” La riunione del PD della Germania a Stoccarda che ha visto la presenza dei rappresentanti di 18 città ha rappresentato una prima netta risposta dei nostri connazionali alle decisioni del Governo Berlusconi. Una rinnovata volontà di essere protagonisti in un momento così critico è stata espressa con determinazione da tutti i partecipanti. “Il Partito Democratico della Germania che nasce in questo nuovo anno - ha affermato il sen. Franco Danieli nel corso dell’incontro tedesco - è lo strumento necessario, assieme al movimento associativo, per contrastare le sciagurate politiche di un Governo nemico degli Italiani nel Mondo. Un partito che deve radicarsi nel territorio, composto da persone perbene che vivono sulla propria pelle le scelte del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e soci e che vogliono reagire”. Quando si tagliano del 60% le risorse, quando ricompaiono vecchie pratiche di Governo, quando una parte della struttura diplomatica del M.A.E. non reagisce, ma assecon- 115 Al centro Franco Danieli. da lo scempio; quando ritorna in campo la solita retorica demagogica, quando i giovani che noi abbiamo voluto a Roma dovranno semplicemente ascoltare un mare di falsità a fronte della dura realtà dei tagli, quando gli stanziamenti per il Museo Nazionale dell’emigrazione sono più che dimezzati ed il progetto ridotto a piccola cosa, quando si propone il rinvio delle elezioni dei Com.it.es e si vuole impedire il voto presso i seggi consolari per le elezioni europee, quando vengono messe in discussione le nuove assunzioni dei contrattisti a tempo indeterminato e si riducono i digitatori, quando si tagliano i fondi per i giornali dell’emigrazione..., quando tutto questo è la proposta del Governo, allora bisogna rispondere con determinazione, occorrerà ricostruire sulle macerie che ancora una volta si lasceranno alle spalle. 30-12-2008 17:58:11 ITALIANI NEL MONDO ITALIANI NEL MONDO Presidenza INARS/URSE 116 Alla presenza di un folto pubblico e delle autorità istituzionali, si è svolta il mese scorso nel Palazzo della Provincia di Frosinone la settima edizione del “Premio Giornalistico Internazionale Inars Ciociaria”, con il patrocinio di: Presidenza Consiglio Ministri, Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti, Ministero Beni Culturali, Consiglio Regionale del Lazio, Provincia di Frosinone, U.R.S.E. Unione Regioni Storiche Europee. Presieduto dalla professoressa Cristina Amoroso e dal professor Sergio Sergiacomi de Aicardi, l’Istituto Nazionale delle Regioni Storiche per la Ciociaria è un’associazione culturale apolitica e senza scopo di lucro fondata nel 1970 che due anni fa ha anche dato vita all’Urse, Unione Regioni Storiche Europee. Il premio ha come finalità la promozione culturale delle regioni storiche europee che hanno subito il processo della damnatio memoriae, nonché la diffusione della conoscenza dei valori culturali, ambientali, socio-economici, naturalistici, agroalimentari, etnoantropologici e delle tradizioni popolari. È articolato in sei sezioni (A. Giornalisti e scrittori; B. Tesi di laurea; C. Comunicazione e informazione; D. Associazioni culturali; E. Artisti e Artigiani; F. Imprese che contribuiscono allo sviluppo sociale e culturale del territorio) e vuole dare un riconoscimento a quanti operano per la promozione del territorio nella tutela della memoria storica e dell’identità culturale, in Italia e nel mondo. Nel campo degli “Italiani nel Mondo”, appunto, sono stati premiati, nella sezione “Associazioni Culturali”, l’Associazione Veneti nel Mondo Onlus, con sede a Vicenza, presieduta da Aldo Rozzi Marin, per le importanti iniziative svolte a favore della propria comunità oltreconfine. Nella sezione “Comunicazione” è stata invece premiata l’Edit casa editrice dei prodotti giornalistico - editoriali in lingua italiana rivolti alla comunità italiana di Croazia e Slovenia, forte di circa 30.000 italiani autoctoni residenti ad Istria, nel Quarnaro e in Dalmazia. Nata nel 1952, ha sede a Fiume la casa editrice è attualmente diretta da Silvo Forza. Un importante “Riconoscimento Speciale” è stato conferito all’On. Aldo Di Biagio (deputato italiano eletto nel 2008 nella Circoscrizione Estero-Ripartizione Europa col Pdl-An) per la sua attività politica ed istituzionale a sostegno delle comunità italiane nel mondo ed in particolare di quelle in Croazia e Slovenia, da sempre tenaci custodi di valori, lingua e tradizioni del nostro Paese e delle nostre regioni. Un “Riconoscimento alla Carriera” è stato poi assegnato al professor Armando Aprea, giornalista e scrittore, apprezzato a livello internazionale per i suoi studi e pubblicazioni nel campo storico e geopolitico. Nel corso della manifestazione, per le proficue iniziative svolte in favore dell’Istria, della Dalmazia, del Montenegro e dell’Uzbekistan, è stata conferita immodestamente al sottoscritto (avvocato di Caserta) esperto in cooperazione internazionale. Vittorio Giorgi Lettera aperta al Ministro Plenipotenziario Carla Zuppetti Gentile Direttore, con stupore abbiamo appreso che il dott. Ivano De Mauro, a nome dell’Ufficio Elettorale dell’Ambasciata d’Italia ad Atene, “a” (sic) provveduto ad inoltrare al Ministero degli Affari Esteri richiesta di autorizzazione allo spostamento della data limite per la consegna delle sottoscrizioni delle liste dei candidati per l’elezione del Comites (vedi allegato). Giova ricordare, anche alla nostra rappresentanza diplomatico-consolare di Atene, che le leggi in Italia e nei paesi democratici devono essere applicate, non interpretate magari sulla base della richiesta del rappresentante di Forza Italia in Grecia. Per modificare una legge ci vuole un’altra legge, non una circolare. Vorremmo anche suggerire una particolare cautela considerato che già in passato l’Ambasciata e il Consolato di Atene sono stati all’attenzione pubblica per una impropria confidenzialità manifestata nei confronti dei rappresentanti del partito di Berlusconi in Grecia, cosa che non ha nobilitato il profilo di esponenti diplomatici e consolari che si sono a più riprese comportati come “camerieri” di partito anziché come rappresentanti imparziali, competenti e autorevoli dello Stato italiano. Si è arrivati persino a concedere il patrocinio dell’Ambasciata a manifestazioni di partito promosse da Forza Italia. Nel 2004 la lista “Azzurri nel mondo” per le elezioni del Comites Grecia fu ammessa solo grazie a un illecito compiuto dagli uffici consolari ita- FoglioEuropeo 119 DEF.indd 116 liani in Atene che accettarono, nonostante le proteste, firme falsificate. L’unica attività degli eletti della lista “Azzurri nel mondo” nei mesi successivi è stata quella di boicottare, attraverso la sistematica assenza, le sedute del Comites. Anche in quel caso nulla fu fatto dalle autorità competenti che in base alla legge avrebbero dovuto sostituire quei rappresentanti che avessero volontariamente disertato tre sedute consecutive (art. 8 comma 3 della Legge n 286 del 23 ottobre 2003). Oggi con questa richiesta di spostamento si chiede di compiere un altro illecito. Nè possono essere prese a giustificazione le condizioni della Grecia in seguito a manifestazioni che non hanno in nessun modo pregiudicato la possibilità di raccolta delle firme. Condizioni peraltro che valgono per tutti. Con la presente pertanto si chiede formalmente alle autorità competenti del Ministero degli Affari Esteri di attenersi, per quanto riguarda le modalità di preparazione e di svolgimento delle elezioni, a quanto previsto dalla legge n. 286 del 23 ottobre 2003 e dal conseguente decreto del Presidente della Repubblica n. 395 del 29 dicembre 2003. E’ evidente che nell’ipotesi di violazione del dettato normativo non esiteremo a rivolgerci all’autorità giudiziaria competente. Cordialità, Luciano Neri - Coord. Naz. Circoscrizione Estero PD Nino Randazzo - Senatore PD - Circoscrizione Estero 30-12-2008 17:58:13 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 117 30-12-2008 17:58:18 A cura di Federica Natta [email protected] Nove artisti contemporanei in mostra a Monte-Carlo F 118 ino al 30 gennaio, alla Galleria Marlborough di Monte-Carlo, nove artisti contemporanei italiani presentano 35 delle proprie opere: uno scorcio del panorama attuale che viene proposto in un momento particolarmente creativo di tecniche varie (orari dalle 11 alle 18, eccetto festivi). Gli artisti scelti, nati tra il 1954 ed il 1974, fanno parte di una successione di generazioni che partecipa al nomadismo contemporaneo, caratteristico della nostra epoca di globalizzazione. Questi artisti, per la maggior parte discepoli di tecnologie in continua evoluzione, sono cittadini del mondo che mantengono una relazione con il proprio territorio d’origine. Non fanno parte di un gruppo o di un movimento, poichè il periodo l’immagine di una città fantastica, deserta e immensa. Un altro punto di vista è offerto dalle fotografie aeree di Olivo Barbieri (1954). Come dei modellini architettonici minu- poco abituali. Nicola Bolla (1963), ci invita a riflettere su un mondo di paradossi - un mondo di contrasto tra forma e contenuto – elemento costante de suo lavoro, presentando delle sculture abbaglianti come i cristalli Swarovski. Maurizio Savini (1962) ha scelto un materiale effimero e fragile destinato al consumo: il chewing-gum. Col suo colore rosa e la sua consistenza appiccicosa, il chewing-gum riveste delle sculture in forma di animali, che secondo Savini sono minacciati di estinzione, “Destined for nothing”. Attraverso questi animali dalle carni rosa e dagli sguardi vivi, che cercano il nostro sguardo, Savini vuole denunciare la deriva ecologica attuale. La relazione con la natura è evidente anche nel lavo- “L’ultimo Papa” di Matteo Basile. Un’opera di Olivo Barbieri. dei gruppi si è interrotto, ma si distinguno per qualità espressiva e linguaggio innovante. I fotografi Olivo Barbieri e Giacomo Costa entrambi grandi ammiratori del paesaggio urbano. Giacomo Costa (1970) testimone attento della città, presenta mediante tecnologie 3D, Un’opera di Giacomo Costa. ziosamente costruiti, le immagini di Barbieri mostrano città fotografate dall’elicottero con una macchina che utilizza un obiettivo a effetto di ribaltamento. Questa tecnica gli permette di giocare con la scala e di dare un aspetto singolare a siti e città conosciute come Las Vegas, Giordania, Roma, presentate come se non fossero mai esistite nella realtà. Per Matteo Basilé (1974) in prmo piano c’è l’uomo. Volendo infrangere lo schema prestabilito della rappresentazione, Basilé costruisce, come un regista, delle immagini esaltanti. Nel suo progetto “Apparizioni”, i personaggi posano per lui davanti ad una scenografia a forte connotazione storica. L’ atteggiamento teatrale ed uno sguardo penetrante conferiscono loro una bellezza soprannaturale. Ed anche quando è il paesaggio a predominare, diventa affascinante, pieno di segreti inconfessati. Dal lato della scultura, gli artisti presentati si riunisono intorno alla ricerca ed all’uso di materiali Vanitas (red skull) di Nicola Bolla. ro di Aron Demetz (1972). Il suo virtuosismo tecnico gli permette di dare una vibrazione costante al legno e di creare delle fugure imponenti, dei personaggi estratti Arte & dintorni FoglioEuropeo 119 DEF.indd 118 30-12-2008 17:58:25 Arte & dintorni A Londra i volti del Rinascimento: da Van Eyck a Tiziano L’autunno londinese presenta tante occasioni di svago e approfondimento culturale. Una mostra catalizza l’attenzione. È quella dedicata al genere del ritratto nel Rinascimento. La National Gallery mette a confronto cultura nordica e cultura mediterranea, soprattutto italiana. E lo fa alla grande, con tanti autori prestigiosi, arrivi da musei di altissimo livello. Con oltre 70 dipinti, ma anche con sculture, disegni e le medaglie, che, per il periodo, vanno ricordate perché diffuse nell’alta di raffigurare l’imperatore Rodolfo II come Vertumno: l’antichità classica si manifesta nel volto di un grande sovrano utilizzando gli umili prodotti della terra. La memoria dell’antico è vivissima in Pisanello, autore di ritratti raffinatissimi, anche in forma di medaglia. La numismatica romana è una guida che rivive nella sua arte, rinnovata nelle vesti tardo medievali. Molti stranieri, nordici, giungono a studiare e lavorare nelle corti italiane: ecco allora il quadro di Giusto di Gand con Federico da Gum sculture di Maurizio Savini. da una narrazione che portano in loro una vita segreta. Talvolta l’uso di resina di pino accentua il legame con la natura e viene ad avvolgere l’opera per modificarla di nuovo. Tra i pittori esposti, diverse tendenze si incrociano. Luca Pignatelli (1962), nostalgico della modernità, presenta dipinti realizzati su teloni ferroviari degli anni 30. Delle locomotive irrigidite nella nebbia, degli aerei da guerra, delle divinità greche e delle anfore popolano le sue tele grandose. Pignatelli si interroga da tempo sulla memoria ed il passato nelle sue creazioni intemporali e poetiche. Massimo Kaufmann (1963) presenta quadri realizzati sulle tracce lasciate da imballaggi di plastica. La sua pittura si allontana dall’intenzione narrativa per concentrarsi sul colore e sul piacere estetico. Infine, Daniele Galliano (1961) propone una pittura dinamica, abitata dalla tensione. Delle scene di massa unite ai personaggi solitari intorno a credenze religiose o sociali. Galliano mostra con molto realismo diversi aspetti dell’umanità, di un’umanità sconvolgente. La qualità pittorica e la forza che ne emanano risvegliano immancabilmente i nostri sensi. La mostra è stata proposta dal critico d’arte Luca Beatrice, curatore del padiglione italiano alla 53ª Biennale d’arte contemporanea di Venezia del 2009. Per informazioni: Elena Kotoufou E-mail: ekotoufou@marlborough -monaco.com FoglioEuropeo 119 DEF.indd 119 119 “Amore Sacro e Amor Profano” di Tiziano. società che celebra sé stessa. Si parte dalle collezioni della Gallery, legate soprattutto al mondo nordico, ma poi si spazia e si scoprono i tanti motivi per cui il ritratto diventa “necessario” nel Rinascimento delle corti europee. Ogni momento della vita di un personaggio è ricordato dal ritratto. Gli studi già compiuti in occasione di mostre anche italiane di questo decennio sono stati fondamentali per capire l’importanza che forniva questo mezzo: da bambini, in armi, pronti per il matrimonio, da regnanti o nel proprio ruolo, nobile o civile che fosse, dimostrazione di potere. Talvolta non si nascondevano neanche le difformità fisiche, l’accordo con il pittore era fondamentale. Non mancano elementi simbolici, esoterici. La pittura italiana è rappresentata in tutte le sue multiformi espressioni. Il periodo tra XV e XVI secolo era del resto pieno di situazioni, personaggi e soluzioni di incredibile portata. Si pensi all’Arcimboldo che si permette Montefeltro e suo figlio Guidobaldo (Galleria Nazionale delle Marche, Urbino). Sicuramente densi di umanità sono gli esempi del Ghirlandaio, come nel caso dell’ Uomo anziano col nipote di Domenico Ghirlandaio (Louvre). Sicuramente ufficiali e prodigi di tecnica sono gli esempi raffaelleschi e ancora quelli di Tiziano, ritrattista ricercatissimo dalla grande nobilità europea. Basti pensare ai legami di questo autore con l’imperatore Carlo V: due vite straordinarie unite dalla passione per l’Arte. In definitiva la mostra offre uno spaccato particolare di scambi culturali e di collegamenti tra Europa del Nord ed Europa Mediterranea, in cui la Cultura italiana emerge con straordinario vigore. Date e orari di apertura al pubblico fino al 18 gennaio 2009: Tutti i giorni dalle 10 alle 18; mercoledì fino alle 21.00 Ultimo ingresso 17.15 (20.15 il mercoledì). Alessandro Giacobbe 30-12-2008 17:58:27 A cura di Germana Lavagna [email protected] Cinque ÍÍÍÍÍ & Tre Gli imperatori di New York City 120 Si chiamano Fabio Granato e Vittorio Assaf ed il loro regno è fatto di buona cucina, passione, intraprendenza ed un profondo istinto per le nuove vie del gusto. Il loro impero a New York è il regno dei buon gustai, un meltin pot di buone forchette che amano la pizza, perseguono la cottura perfetta della carne alla griglia e impazziscono per la cucina fusion. Dove mai trovare un ristorante tanto eclettico? Non si può. Ed infatti le roccaforti dell’impero del gusto dei due ristoratori italiani sono sparse per Manhattan: avamposti di cucina sapiente, rifugi inespugnabili di tradizioni culinarie che attraversano il globo. Da Oriente ad Occidente, dal Giappone alla Francia, passando, ovviamente, per l’Italia. Il New York Times ha scritto di “essere pazzo” per la cucina di Geisha, la penultima delle avventure di Fabio e Vittorio. Un ristorante che, oltre a quelli del New York Times, ha ricevuto l’attenzione ed il plauso dalle maggiori riviste di tutto mondo. Un antro d’estremo Oriente sulla 61ª strada Est, ad un passo da Central Park. La cura per il dettaglio, ben due anni per dare forma a quella che era solo un’idea, un menù da esaltare anche il palato più capriccioso: dal prelibato sashimi, ai fantasiosi rolls che interpretano nuove forme di convivenza tra frutti esotici, gamberi e spezie. E poi ancora Sake di ogni sorta, vini e thé dalle foglie rare che profumano di luoghi lontani. Si direbbe che per fare un ristorante così, ci voglia una vita ed un unico determinato obiettivo. La vita di Assaf e Granato, invece, è costellata di successi culinari... Dal 1995, anno della loro prima apertura a New York con il Serafina, hanno conquistato il cuore e le bocche dei newyorkesi con altri cinque templi della forchetta. Ognu- no con il suo carattere, la sua intima capacità di accogliere ed una bravura senza pari tra fornelli. Un ristorante Serafina per ogni gusto, nelle zone più affascinanti di New York, dalla cucina del Nord Italia affianco a Times Square, alla pizza croccante sulla Madison Avenue. Poi il Geisha nel 2004, ora uno dei ristoranti giapponesi più apprezzati e conosciuti della città ed, infine, quest’anno, la Brasserie Cognac de Monsieur Ballon. La curiosità e l’intraprendenza dei due ristoratori sembra non avere pace ed il loro tributo alla cultura francese ha preso forma in questo originalissimo luogo d’incontro tra cucina tradizionale ed avanguardia. Un ambiente incredibile, frutto dell’immaginazione dell’architetto Julius Babilonia, che ricrea le atmosfere delle vecchie brasserie parigine, fondendole ad un design fresco e pulito. Nell’aria il profumo di baguette e croissant appena sfornati, sui tavoli un menù generoso che omaggia il passato, ma non si esime da ardite scorribande gastronomiche. Merluzzo allo champagne e zabaglione di caviale, aragosta e tortino di foie gras o tartara di filet mignon con capperi, frutti di bosco e mostarda di Dijon. E poi una lista infinita di Cognac. Questo è il regno della fantasia sulle labbra, tra i denti, il palato e la lingua. I suoi paladini sono italiani, ma sembra che la cucina non debba avere frontiere ed non si debba identificare mai con un solo luogo, una sola tradizione. Un ballo inesausto tra ciò che è buono da sempre e ciò che ancora deve nascere dall’immaginazione di chi ha fatto del gusto il suo modo di stare al mondo, si celebra tra i tavoli e le tovaglie, sopra le sedie e dietri i banconi, in mezzo alle pentole e davanti alle dispense. I sensi sono un gioco. Norcia, dove la spiritualità si unisce all’ospitalità A Norcia (Pg), Patria di San Benedetto, Patrono Principale d’Europa, arriva sia chi vuole conoscere la profonda spiritualità benedettina, sia chi è allettato dalla sua indiscussa fama culinaria, che fa della città uno dei paradisi gastronomici più ricchi e ricercati d’Italia, la capitale dei prodotti della “norcineria” (che da Norcia trae nome e lustro), dei tartufi neri pregiati, dei formaggi e delle lenticchie. La sua vocazione turistica si è sviluppata negli anni in perfetta armonia con la salvaguardia delle bellezze naturali e architettoniche che contraddistinguono tutto il territorio. L’ospitalità a Norcia è garantita dal 1850 dalla Famiglia Bianconi, che ha incastonato da luglio scorso nella sua collana ricettiva una nuova e splendida gemma: Palazzo Seneca. Nobile palazzo del XVI secolo e dimora di una famiglia di ebanisti intarsiatori, Palazzo Seneca è la ‘casa’ (così viene chiamato dai Bianconi questo hotel a quattro stelle) più prestigiosa di Norcia, a pochi passi da Piazza San Benedetto. Design e tradizione, semplicità e qualità sono le testimonianze di un progetto elegante, realizzato da Vincenzo e Federico, ultima generazione della famiglia Bianconi. La mano dei più noti artigiani umbri e dell’architetto Andrew Bowen è visibile nei materiali e oggetti unici scelti per l’accuratissimo restauro che ha fatto di Palazzo Seneca una destinazione unica nel suo genere. Anche la ristorazione è in armonia con la filosofia del Palazzo e offre la possibilità di vivere due esperienze diverse, entrambe di alta qualità, nei due ristoranti: Vespasia e Palazzo Seneca Loungue. Ristorante gourmet dall’ambiente particolarmente curato e una cucina ricercata, simpaticamente definita da una turista america “neoclassica”, Vespasia si caratterizza per genuinità, tecnica e grande creatività, dove lo chef Flavio Faedi e il suo staff scelgono prodotti locali accuratamente selezionati, come il tartufo nero o il prosciutto di Norcia, abbinati a prodotti ricercati, dal caviale russo al foie-gras francese. http://palazzoseneca.com Tel. (+39) 0743.817434. Cinque ÍÍÍÍÍ & Tre FoglioEuropeo 119 DEF.indd 120 30-12-2008 17:58:28 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 121 30-12-2008 17:58:33 A cura di Margherita Vallier [email protected] 122 Letture & poesie Anna Sartorio Il Mercante di Utopie Casa Editrice Sperling & Kupfer 272 pagine 17,00 Euro Amedeo Minghi L’ascolteranno gli americani Casa Editrice RAI-ERI 190 pagine 13,00 Euro Paolo Garonna L’Europa di Coppet 1780/1820: una lezione dalla Storia per il Futuro dell’Europa Casa Editrice FrancoAngeli Milano 448 pagine - 39,00 Euro È la storia di Oscar Farinetti, eclettico piemontese che l’autrice descrive come un “Mercante di Utopie” perché tutto ciò che crea, che inventa, è l’irrealtà che - comunque - si concretizza. E le cose che realizza gli riescono bene, ma poi cerca di eliminarle perché il suo DNA è ancora un altro: infatti l’uomo delle Langhe è sempre alla ricerca del nuovo. Ha fatto così quando era proprietario di un supermarket e c’è da scommettere che sia pronto a fare altrettanto con la sua ultima creatura Eataly, meravigliosa struttura enogastronomica al Lingotto di Torino. Il libro non è solo un’autobiografia, ma un romanzo costruito però con documenti, ricerche, incontri, e non con la consueta fantasia di un qualsiasi autore in cerca di sensazioni. Questo è un caso totalmente diverso, qui entrano in scena uomini e donne che hanno contribuito alla realizzazione di quell’utopia torinese ed il cui capro espiatorio è sempre e comunque lui: Farinetti Oscar, figlio del partigiano Paolo e amico di importanti personaggi. C’è da scommettere che dopo il Lingotto possa essere pronto per un’altra grande utopia. Il libro della Sartorio lo lascia intravvedere che Farinetti ha già la testa rivolta altrove. Le 272 pagine, comunque, descrivono bene l’uomo che sta facendo sognare la città della Mole e poi come lo racconta, con quella garbata euforia tipica di una scrittrice cittadina che non si distacca dall’appartenenza provinciale. Proprio come quella che Farinetti ama, perché il nostro uomo è sempre e costantemente... innamorato e non solo della vita. Un autentico cantautore romano che si racconta attraverso un libro autobiografico, perché non gli sono bastati gli oltre 25 album musicali, usciti in questa esaltante carriera, per descriversi: lui vuole farsi notare anche come scrittore. E ci è riuscito perché abbiamo scoperto un provetto scrittore che si descrive in maniera anche molto ironica, come d’altronde ci si aspetta da un verace romano come lui. L’eccellente musicista Amedeo Minghi, che si è fatto “aiutare” alla stesura dal soggettista Paolo Audino, in questo suo lavoro non musicato, ci propone la Roma della sua giovinezza e come un giovane autore dalle belle speranze ha dovuto faticare per aprirsi un varco in questo, un po’ desolante, ormai, mondo della canzone. Minghi parla anche dei giorni nostri e dà qualche consiglio a quei ragazzi che vogliono entrare a far parte di questo mondo... canzoniero. E lo fa con spirito anche di autocritica e non risparmia di annunciare anche qualche scomoda verità. Se voleva far capire ai giovani che la “canzone d’autore” rischia il collasso per mancanze di idee (ma anche di una discografia italica molto rallentata), ci è riuscito molto bene. Ai ragazzi che leggessero comunque questo libro, che abbiamo scoperto tardivamente, consigliamo soprattutto di seguire le “istruzioni per l’uso” del maestro Minghi: saggezza, e una lettura molto scorrevole, sono stati gli ingredienti che hanno reso questo volume un successo editoriale su carta non patinata: ma va benissimo così. A Coppet, una cittadina svizzera sul Lago Lemano, in un quarto di secolo tra il ‘700 e l’800, un gruppo di intellettuali disegnarono il futuro dell’Europa. Li univa la comune avversione di Napoleone, quella dell’accentramento, dell’interventismo degli Stati-nazione, del massimalismo rivoluzionario. Quel disegno torna quindi di scottante attualità. È possibile immaginare oggi un’Europa capace di riforme coraggiose e di assicurare un elevato tasso di crescita economica? Che sappia proporre un modello di sviluppo industriale? Un’Europa che sia in grado di valorizzare le differenze di cultura, tradizione e stile di vita, e al tempo stesso realizzare un’integrazione dei mercati, delle istituzioni politiche e dei sistemi sociali; che si ponga alla guida dell’Occidente svolgendo un ruolo di leadership sullo scacchiere globale. A queste questioni l’Europa di Coppet ha saputo dare risposte suggestive e lungimiranti. Il volume illustra come l’Europa può mettersi sui binari giusti lasciandosi alle spalle il modello napoleonico e riprendere il cammino dell’integrazione attraverso le riforme, il federalismo. L’Europa di domani è quella delle libertà, dei diritti umani, della parità uomodonna, delle nazioni e della società civile. È l’Europa di Mme de Staël, Necker, Constant e Sismondi. Paolo Garonna è economista e docente all’Università Luiss di Roma, è stato capo-economista di Confindustria e d.g. dell’Istat; ha ricoperto incarichi di vertice all’Ocse a Parigi e all’Onu. Attualmente è Segretario Esecutivo CEE all’Onu di Ginevra. Letture & poesie FoglioEuropeo 119 DEF.indd 122 30-12-2008 17:58:36 Un Uomo e il suo Gruppo verso un solo obiettivo : la perfezione FoglioEuropeo 119 DEF.indd 123 30-12-2008 17:58:51 FINLANDIA AUSTRIA HELSINKI - Ambasciata d’Italia, Itäinen Puistotie 4A • Consolato Italiano - Ambasciata d’Italia. Itanien Puistotie, 4 • Istituto Italiano di Cultura, Vuorimiehenkatu 11 B FRANCIA 124 VIENNA - Ambasciata d’Italia, Rennweg 27 • Istituto Italiano di Cultura, Ungargasse 43 • Cancelleria Consolato Italiano - Ambasciata d’Italia, Ungargrasse 43 INNSBRUCK - Consolato Generale Di Italia, Conradstrasse, 9 A • Istituto di Cultura Italiano, Palais Trapp Maria Theresien Strasse 38 KLAGENFURT - Consolato Onorario Italiano, St. Veiter Ring 43 GRAZ - Consolato Onorario Italiano, St. Peter Hauptstrasse 141 LINZ - Consolato Onorario Italiano, Hessenplatz 19 SALISBURGO - Consolato Onorario Italiano, Lederergasse 6 PARIGI - Consolato Generale d’Italia, 5 Bd. Emile Augier • Ambasciata d’Italia, 51, Rue de Varenne • Centro Lingua e Cultura Italiana, 4, Rue des Prètes S. Sèverin • Istituto Italiano di Cultura, 50 rue de Varenne BELGIO GRAN-BRETAGNA RISTORANTE Fratelli la Bufala Bruxelles 118, Rue Américaine Tel. +42 02.53.76.700 www.fratellilabufala.com BRUXELLES - Ambasciata d’Italia, 28, Rue Emile Claus • Istituto Italiano di Cultura, Rue de Livourne, 38 • Consolato d’Italia a Bruxelles, rue de Livourne 35 • Camera di Commercio Italo-Belga, Avenue Henri Jaspar 113 • Piola.Libri, rue Franklin 66-68 • Fattoria del Chianti, rue Archimede 48 • Ristorante Il padrino, rue Archimede 50 • Physical Golden Club, Place du Châtelain, 33 • Ristorante la Piola, rue du Page 2 • Traiteur Don Gigi, rue Jacques Jansen 1 • Pasticceria da Giovanni, Ch. de Louvain 303 (Schaerbeek) • Hotel Jolly du Grand Sablon, Rue Bodenbroek, 2/4 • Hotel Amigo, rue de l’Amigo 1 EKEREN - Ass.ne Dante Alighieri, Pinksterbloemlaan 45 ESTONIA TALLIN - Ambasciata Italiana, Vene, 2 FoglioEuropeo 119 DEF.indd 124 LONDRA - Ambasciata Italiana, 114 Three King’s Yard - Davies Street - London W1Y 2EH • Consolato Generale d’Italia, 38 Eaton Place, SW 1X 8AN • Istituto Italiano di Cultura, 39 Belgrave Square, SW1X 8NX • ICE Istituto Nazionale per il Commercio Estero Italian Trade Commission, 14 waterloo place - London SW1Y 4AR • Camera di Commercio Italiana in G.B., 1 Princes Street, W1R 8AY • E.N.I.T. Italian Tourist Board, 1 Princes Street, W1R 8AY • The Rocco Forte Collection - Brown`s Hotel, Albermarle Sreet - Mayfair - London W1S 4BP • Jolly Hotel St. Ermin’s, 2 Caxton Street, SW1H 0QW • Baglioni Hotel, 60 Hyde Park gate - London SW7 5BB • Hotel Inter Continental, 1 Hamilton Place Hyde Park Corner, W1V 1QY • Mandarin Oriental Hyde Park, 66 Knightsbridge, SW1X • The Chesterfield Mayfair, 35 Charles Street Mayfair, W1X • Banca d’Italia, 39 Kings Street, EC2 • Alitalia Uk, 2nd Floor, Central House - 3 Lampton Road - Hounslow - Middx TW3 1HY 30-12-2008 17:58:57 Lo trovate qui... • Meridiana, 15 Charles II Street, SW1Y 4QU • Accademia Club, 59 Knightsbridge, SW1X 7RA • Estorik Collection of Modern Italian Art, 39ª Canonbury Square, N1 2AN GRECIA ATENE - Istituto Italiano di Cultura, 47, Patission str. • Ambasciata d’Italia, 2, Sekeri str. • Consolato Generale Italiano, 135-137, E. Venizelou Ave. • Cancelleria Consolare Italiana , Leoforos El. Venizèlou (Thiseos) 135-137 • Camera di Commercio Italiana Ice,14,Vas. Sofias ave. • Scuola statale italiana, Odos Mitsaki 18 • Scuola Archeologica italiana, Odos Parthenonos 14-16 • Istituto italiano di Cultura di Salonicco, Odos Fleming 1 - 54642 Thessaloniki • Istituto italiano per il Commercio Estero (ICE), Leoforos Vassilis Sofias, 14 • Comitato degli Italiani all’ Estero (Com.It.Es), Patission 153 • Associazione Dante Alighieri ad Atene , Via Antinoros, 34-36 SALONICCO - Istituto di Cultura Italiana, 1, Fleming Str. GERMANIA - Freundschaftsgesellschaft, Nikischstrasse 5A • Centro Culturale Sardo, Husemannstrasse 28 • COM.IT.ES, Eylauerstrasse 24 • Missione Cattolica Italiana, St. Konrad von Parzham - Rubesstrasse 78 • Patronato ITAL-UIL, Keithstrasse 1-3 • Comitato Tricolore degli Italiani nel Mondo, Berlinerstrasse 124 - Berlin-Charlottenburg • Associazione Emilia-Romagna in Berlin, Düsseldorfer Strasse 66 • Italiesiches Handelskammer Für Deutschland, Büro Berlin (Camera di Commercio per la Germania), Märkisches Ufer 28 • Istituto Italiano per il Commercio Estero, Schlüterstrasse 39 • ANSA, Pressehaus - Schiffbauerdamm 40 • RAI, Reinhardtstrasse 12 • Hotel Jolly Vivaldi, Friedrichstr. 96 • Hotel Park Inn Berlin - Alexanderplatz, Alexanderplatz 7 • Ristorante Bacco, Marburgerstrasse 5 • Ristorante Bocca di Bacco, Friedrichstrasse 167/168 • Ristorante Essenza, Potsdamer Platz 1 • Ristorante Vino e Libri, Torstr. 99 • Trattoria a Muntagnola, Fuggerstrasse 27 • Ristorante Sale e tabacchi, Kochstrasse 18 • Ristorante Francucci’s, Kurfürstendamm 90 • Ristorante Ciao Ciao, Kurfürstendamm 156 • Ristorante Ana e Bruno, Sophie-Charlotten-Strasse 101 • Café Aroma, Hochkirchstrasse 8 • Ristorante Opera Italiana, Spandauer Damm 5 • Ristorante Il Sorriso, Kurfürstenstrasse 76 • Ristorante Antica Roma, Wittenbergplatz 5/6 • Ristorante Piazza Italiana, Oranienburger Chaussee 2 • Ristorante Trattoria Toscana, Badensche Strasse 33 • Ristorante Villa Medici, Spanische Allee 1 AMBURGO - Consolato Generale d’ Italia, Feldbrunnenstrasse 54 - D FRANCOFORTE - Consolato Generale d’Italia, Francoforte sul Meno - Kettenhofweg, 1 - D COLONIA - Consolato Gen. D’Italia, Universitastrasse 81 D HANNOVER - Consolato Italiano Generale, Freundallee, 27 LIPSIA - Consolato Generale Italiano, Loehrstrasse, 17 125 IRLANDA DUBLINO - Ambasciata d’Italia, 63/65 Northumberland Road • Istituto Italiano di Cultura, 11, Fitzwilliam Square ITALIA RISTORANTE Ildi Paolo Ciak Celli Cucina toscana Specialità alla brace Cacciagione BERLINO - Ambasciata d’Italia, Hiroshimastrasse 1 • Palazzo Italia, Unter den Linden, 10 • Istituto italiano di Cultura, Hildebrandstr. 2 • Com.It.es. Berlino-Brandeburgo, Zillestraße 111 • Società Dante Alighieri, Bülowstr. 4 • ICE (Istituto per il Commercio Estero), Schlüterstr. 39 • ENIT (Ente Nazionale per il Turismo), Kontorhasìus Mitte - Friedrichstrasse 187 • Itkam (Camera di commercio italiana per la Germania), Märkisches Ufer 28 • Deutsch-Italienische - Gesellschaft E.V. (Berlin), Hohenzollernstrasse 4 • Deutsch-italienische FoglioEuropeo 119 DEF.indd 125 Roma Trastevere Vicolo del Cinque, 21 Tel. +39 06.58.94.774 MILANO - Ristorante Il Marchesino, Piazza della Scala • Terrazza Martini, Piazza Diaz 7 • Il Baretto ai Baglioni, Via Senato 7 • Bar Pasticceria Gattullo, Piazzale di Porta Lodovica 2 • Bar Ristorante Gin Rosa, Galleria s. Babila 4/B • Colonial Cafè, Corso Magenta 85 • Mondadori, Piazza Duomo • Carlton Hotel Baglioni, Via Senato 5 • UNA Hotel Scandinavia, Via Cusani, 15 • UNA Hotel Tocq, Via A. De Tocqueville, 30-12-2008 17:59:01 7/D • Grand Hotel Verdi, Via Mechiorre Gioia 6 ROMA - Ministero degli Esteri e Italiani nel Mondo, Piazzale della Farnesina, 1 • Hotel De Russie, Via del Babbuino 9 • Hotel Excelsior, Via Vittorio Veneto 125 • UNA Hotel Roma, Via G. Amendola 61 • Hilton Rome Cavalieri, Via Cadlolo, 101 (Monte Mario) Country Club 155, Av Princesse Grace • Ufficio del Turismo 2ª, Bd des Moulins • Yacht Club Monaco 1, Quai Antoine • Banque: Edmond de Rothschild Les Terrasses 2, Av de Monte Carlo • Compagnie Monegasque de Banque 23, Av. de la Costa • HSBC Private Bank 15/17, Av. D’Ostende • BNP Paribas Private 15/17, Av. D’Ostende • Banque LETTONIA RISTORANTE Vecchia Firenze di Jacopo La Guardia Monte-Carlo Av. Prince Pierre, 4 Tel. +377 93302770-93255364 RIGA - Ambasciata d’Italia, Teatra iela, 9 - LV • Associazione Dante Alighieri, Dzirnavu,73 126 LITUANIA VILNIUS - Ambasciata Italiana, Tauro Gatve, 12 • Istituto Italiano di Cultura - Alessandra Bertini Malgarini, Universiteto G. 4 • Camera di Commercio Italiana, Jogailos, gve 4 • Istituto Italiano Commercio Estero, Universitet,o 4 LT du Gothard 15/17, Av. D’Ostende • CFM 11, Bd albert Premier • Credit Lyonnais 1, Av. des Citroniers • SG Private Banking, 11 Avenue de Grande Bretagne • Monte Paschi Banque 1, Av. des Citroniers • Banque du Luxemburg 8, Av. de Grande Gretagne • UBS 10/12, Quai Antoine I • Immobiliare Dotta 5 bis, Av Princesse Alice • Montecarlo International Prestige 1, Av Henry Dunant (Palais de la Scala) • North Atlantic s.a.m. Le Patio Palace 41, Av. Hector Otto • Ristorante Amici Miei 16, Quai Jean Charles Rey Fontvieille • La Casa del Gelato 42, Quai Jean Charles Rey Fontvieille • Zegg & Cerlati Av. des Spélugues Ristorante Amici Miei LUSSEMMBURGO di Michele Florentino Monaco - Port de Fontvieille Quai Jean Charles Rey, 16 Tel. +377 92059214 LUSSEMMBURGO - Ambasciata d’Italia, 5-7, rue Marie-Adélaïde • Istituto Italiano di Cultura, 7 Rue Marie Adélaide • Asso,ne Dante Alighieri, 22, Rue Albert 1° ESCH SUR ALZETTE - Consolato Italiano, 145 Rue de l’Alzette 4 MONTECARLO Ambasciata d’Italia e Com.It.Es 17, Av de l’Annonciade • Monte Carlo FoglioEuropeo 119 DEF.indd 126 • La Perla Monte Carlo Palace Bd. des Moulins • Hotel de Paris, Place du Casino • Fairmont Monte Carlo 12, Av. des Spélugues • Hotel Meridien Av Princesse Grace • Ristorante La Rosa dei Venti Plage du Larvotto • Stars & Bar 6, Quai Antoine I • Ristorante La Vecchia Firenze 4, Av Prince Pierre • Casa del Caffé Av. de la Costa • Hair stylist Coppola 4, Av. de Grande Bretagne • Athos Palace (Fontvieille) • RM Autosport 5, Av. Prince Pierre • Montecarlo Royal Motors 14, Quai Jean Charles Rey PAESI BASSI AMSTERDAM - Consolato Generale d’Italia, Vijzelstraat 79 • Istituto Italiano di Cultura, Keizersgracht 564 L’AIA - Ambasciata d’Italia, Alexanderstraat 12, 2514 JL Den Haag 30-12-2008 17:59:05 Lo trovate qui... PORTOGALLO PRAGA - Ambasciata d’Italia, Nerudova 20 • Istituto Italiano di Cultura, Šporkova 14 • Ambasciata d’Italia a Praga, Nerudova 20 • Istituto Italiano di Cultura, Šporkova 14 NEW YORK - Italian American Museum, 155 Mulberry Street • Italian Consulate General of Italy in New York, 690, Park Avenue • ICE (istituto nazionale per il commercio estero), 33 East 67th Street • Columbus Citizens Foundation, 8 East 69th Street • Com.Ii.Es, 66-33 Fresh Pond Road Ridgewood • Istituto Italiano di cultura, 686 Park Avenue MIAMI - Consolato Italiano, 4000 Ponce de Leon - Suite 590 - Coral Gables FL 33146 • COMITES Comitato Italiani Estero, 2575 Collins Avenue, suite C-10 • NIAF - Biscayne Tour 2 South, Biscayne BLV Suite 3400 • Ristorante Pelican, 826 Ocean Drive • Ristorante Sardinia, 1801 Purdy Avenue • Bar Segafredo, Lincoln Road • Ristorante Quattro, Lincoln Road • Centro Estetico Biguine, Lincoln Road SLOVACCHIA SVEZIA LISBONA - Ambasciata d’Italia, Largo Conde Pombeiro 6 • Consolato Italiano - Ambasciata d’Italia, Largo Conde de Pombeiro 6 • Istituto Italiano di Cultura, Rua do Salitre, 146 REPUBBLICA CECA BRATISLAVA - Ambasciata Italiana, Palisady, 49 • Consolato Italiano, Cervenova, Ul. 19 • Istituto Italiano di Cultura, Kapucínska 7 SPAGNA STOCCOLMA - Ambasciata d’Italia, Oakhill - Djurgården - Djurgårdsvagen 174 • Istituto di Cultura Italiana, Gardesgatan 14 • Cancelleria Consolare Italiana, Djurgårdsvägen 176 ANGELHOLM - Associazione Dante Alighieri, Krukmakareg, 3 SVIZZERA 127 MADRID - Ente Nazionale Italiano Turismo, Edificio Espana - Gran Via 84 1° of.1 • Consolato Generale Italiano, Calle Agustín de Betancourt, 3 • Ambasciata d’italia a Madrid, C/Lagasca, 98 • Consolato Generale a Madrid, C/Agustin de Bethancourt, 3 • Addetto navale in Madrid, C/Agustin de Bethancourt, 3 • Istituto Italiano di Cultura a Madrid, C/ Mayor, 86 BARCELLONA - Consolato Generale d’Italia, cI Mallorca 270 Pral. Pri STATI UNITI FoglioEuropeo 119 DEF.indd 127 GINEVRA - Consolato Generale d’Italia, Rue Charles Galland, 14 • Com.It.Es., Rue de l’Athenée, 26 • Marina. B, 40 rue du Rhône • Les Ambassadeurs, 39 rue du Rhône • Cercle des Dirigeants d’Entreprises, Rue François Dussaud 12 • Elite Rent-a-Car, Rue des Pâquis, 51 • Boggi, 116 Rue du Rhône • Country Club Geneva, 47 Route de Collex - Bellevue • Ristorante Il Mirtillo, Route de Veyrier - Vessy, Genève • Ristorante Senso, Rue du Rhône, 56bis • Resto by Arthur’s - La Cité des Temps, 1 Pont de la Machine • Ristorante-Caffetteria L’Alcova, Rue du Rhône, 46 • Ristorante La Closerie, Place du Maunoir, 14 - Cologny • Arthur’s Rive Gauche, 7/9 rue du Rhône • Boutique Jadeis, 15 rue de la Mairie • Hôtel d’Angleterre, Quai du Mont-Blanc, 17 • Hôtel Métropôle, Quai Général Guisan, 34 • La Maison du Gâteau, Route de Flossirant • Restaurant Roberto, 10 rue Pierre-Fatio • Boutique Tod’s, 108/110 Rue du Rhône • Boutique Cori-Line, 19 Quai du Mont-Blanc • Gucci, 92 rue du Rhône • Boutique Vilbrequin, Rue du Rhône, 110 • Boutique Anita Smaga, Rue du Rhone, 51 • Bulgari, 30 rue du Rhône • Alitalia - WTC Aéroport • Avakian, 19 rue du Rhône • Auberge d’Onex by Valentino Rusconi • For Seasons Les Bergues, Quai des Bergues • Hairmania, 34 boulevard Hélvetique • La Bohème, 36 boulevard Hélvetique • Kenko Hoshi, 2 rue des Photographes • Illico Gianna Loredan, 3 route de St-Julien • Café Hôtel Métropole, 34 quai Général-Guisan • Hôtel Richemond, rue Adhémar-Fabri 8/10 • Modena Cars, 76 rue de Lausanne • Restaurant Hôtel du Parc des Eaux-Vives, 82 Quai Gustave-Ador • Restaurant Mon Idée, 24 route de Mon-Idée 30-12-2008 17:59:09 Colophon Direttore Responsabile: Ilio MASPRONE Tel. e Fax: (+39) 0184.266433 Cell. (+39) 335.327111 E-mail: [email protected] [email protected] 128 Collaboratori: Silvia BERLINGUER [email protected] Ilaria BIAMONTI [email protected] Bruno BRESCHI [email protected] Deborah CHIAPPINI [email protected] Diego DAVID [email protected] Myrjam CANTÙ [email protected] Natàlia CAZZOLA DOLCE [email protected] Maurizio DI MAGGIO [email protected] Jean-Louis GUILLOT [email protected] Germana LAVAGNA [email protected] Alessandra LUTI [email protected] Federica NATTA [email protected] Silvana RIVELLA [email protected] Simona TAGLI [email protected] Chiara TRUSSONI [email protected] Margherita VALLIER [email protected] Ilaria VIOTTO [email protected] Giorgia WÜRTH [email protected] Claudio ZENI [email protected] Fotografi: Samantha ROSSO, Salvatore MANCUSO, PEPÈ Corrispondenze Monte-Carlo: Maria BOLOGNA [email protected] Corrispondenze Atene: Angelo SARACINI [email protected] FoglioEuropeo 119 DEF.indd 128 Corrispondenze Berlino: Gherardo UGOLINI [email protected] Corrispondenze Bruxelles: Matteo MANZONETTO [email protected] Corrispondenze Ginevra: Susanna Teresa GORGA [email protected] Corrispondenze Londra: Carolina STUPINO [email protected] Corrispondenze Miami: Luciana SALIANI [email protected] Corrispondenze Milano: Silvia ZANCHI [email protected] Corrispondenze Mosca: Silvia GRIESSMAIR [email protected] Corrispondenze Oslo Clara SVANERA [email protected] Corrispondenze Parigi Stefania DONCKER [email protected] TESTATA: IL FOGLIO ITALIANO Mensile per gli italiani nel Mondo Fondato nel 1997 nel Principato di Monaco Sottotitolo: Primo Mensile per gli Italiani nel Mondo Periodicità: Mensile, 11 uscite l’anno, escluso agosto Formato: Magazine A4 mm. 210 x 297 al vivo (+5 mm. di abbondanza), 132 pagine Target: Medio - Medio Alto TIRATURA: Media annuale copie 172.000 (16.000 mensili) [email protected] Società Editrice: Events & Promotions Ltd. 20-22 Bedford Row London - WC1R-4JS Direzione Amministrativa: Renata RIVELLA [email protected] Consiglio Direttivo: Presidente: Ilio MASPRONE; Consiglieri: Daniela ALTOBELLI, Massimo BASSO, Giorgio COLOMBO, Luigi FRATESCHI, Massimo GABORIN, Marco MORETTI Comitato Editoriale Presidente: Niccolò CAISSOTTI DI CHIUSANO, Consiglieri: Fernanda CASIRAGHI, Giorgio COLOMBO, Riccardo DE CARIA, Massimo BASSO Direzione Commerciale Silvia BERLINGUER Cell. 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