i trattati - Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale
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I TRATTATI I trattati costituiscono il «diritto primario» dell'Unione europea, qualcosa di analogo, ma non la stessa cosa rispetto al diritto costituzionale a livello nazionale. I trattati definiscono dunque gli elementi fondamentali dell'Unione, in particolare le competenze dei soggetti del sistema comunitario che partecipano alla presa delle decisioni attraverso le procedure legislative e i poteri loro attribuiti. Come tali, i trattati sono oggetto di negoziati diretti tra i governi degli Stati membri e devono poi essere ratificati secondo le procedure previste a livello nazionale (normalmente, dai parlamenti nazionali o per referendum). Per questo NON SONO COSTITUZIONI Il trattato che istituisce la Comunità europea (TCE) L’obiettivo principale del trattato che istituisce la Comunità europea (trattato CE) è quello di realizzare un'integrazione progressiva degli Stati europei e istituire un mercato comune, fondato sulle quattro libertà di circolazione (dei beni, delle persone, dei capitali e dei servizi) e sul graduale ravvicinamento delle politiche economiche. Di conseguenza, gli Stati membri hanno rinunciato ad una parte della loro sovranità ed hanno dato alle istituzioni comunitarie il potere di adottare atti normativi che sono direttamente applicabili negli Stati membri (regolamento, direttiva, decisione) e che prevalgono sul diritto nazionale. L’attuale trattato CE risulta dalle modifiche apportate al trattato che istituisce la Comunità economica europea (trattato CEE), firmato a Roma nel 1957 e entrato in vigore il 1° gennaio 1958. Quest’ultimo è stato modificato più volte, in particolare dall’atto unico europeo entrato in vigore nel 1987, dal trattato di Maastricht (trattato sull’Unione europea) entrato in vigore nel 1993, dal trattato di Amsterdam entrato in vigore nel 1999 e dal trattato di Nizza entrato in vigore il 1° febbraio 2003, e da ultimo il Tratto di Lisbona. A seguito di queste modifiche, i settori che rientrano nel trattato CE si sono estesi fino a comprendere ormai quasi tutti gli aspetti economici e alcuni aspetti più propriamente politici, come il diritto d'asilo e l'immigrazione (cfr. trattato di Amsterdam). Il trattato sull’Unione europea (TUE) Il trattato sull'Unione europea (trattato UE o trattato di Maastricht) persegue due obiettivi principali: la realizzazione di un'unione monetaria attraverso la fissazione dei principi e delle disposizioni per l’introduzione dell'euro e la creazione di un'unione economica e politica. È a partire da questo trattato che si parla di una costruzione fondata su tre pilastri , di cui il primo è costituito dalla Comunità europea e gli altri due dalla politica estera e di sicurezza comune e dalla cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale. Tuttavia, esiste una grande differenza tra il primo pilastro e gli altri due: questi ultimi non hanno dato luogo a trasferimenti di sovranità a profitto delle istituzioni comuni come quelli previsti dal trattato che istituisce la Comunità europea. Gli Stati membri hanno voluto conservare in queste materie un potere autonomo di decisione e limitarsi ad una collaborazione di tipo intergovernativo. Gli strumenti giuridici più importanti in 1 questi settori sono l’azione comune, la posizione comunee la decisione quadro, che sono quasi sempre adottate all'unanimità e hanno una forza vincolante limitata. Il trattato UE originario (trattato di Maastricht) è entrato in vigore il 1° novembre 1993 ed è stato successivamente modificato dal trattato di Amsterdam, entrato in vigore nel 1999, e dal trattato di Nizza, entrato in vigore il 1° febbraio 2003. Occorre inoltre sottolineare che il trattato UE cambia la denominazione della Comunità economica europea (CEE) in Comunità europea (CE); le altre due Comunità, la CECA (cfr. trattato CECA) e l’Euratom (cfr. trattato Euratom), trovano il loro fondamento nella prima. Il trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica Il trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica (trattato Euratom) è stato firmato a Roma il 25 marzo 1957 ed è entrato in vigore il 1° gennaio 1958 contemporaneamente al trattato CEE (cfr. trattato CE). L’obiettivo del trattato Euratom era quello di coordinare i programmi di ricerca degli Stati membri riguardanti l’uso pacifico dell'energia nucleare. Nel frattempo, questo trattato è stato in un certo qual modo assorbito dal trattato CE. I trattati d’adesione L’Unione europea si è allargata sei volte: ai sei paesi fondatori, il Belgio, la Germania, la Francia, l'Italia, il Lussemburgo e i Paesi Bassi, si sono aggiunti la Danimarca, l'Irlanda e il Regno Unito nel 1973; la Grecia nel 1981; la Spagna e il Portogallo nel 1986; l'Austria, la Finlandia e la Svezia nel 1995; la Repubblica ceca, l'Estonia, Cipro, la Lettonia, la Lituania, l'Ungheria, Malta, la Polonia, la Slovacchia e la Slovenia nel 2004 e infine la Bulgaria e la Romania nel 2007. I trattati d'adesione contengono le condizioni stabilite per l'adesione dei nuovi paesi all'Unione europea e gli adattamenti necessari dei trattati sui quali l'Unione europea è fondata. 2 Altri trattati e protocolli Il trattato della Comunità europea del carbone e dell'acciaio Il trattato della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (trattato CECA) è il più vecchio dei tre trattati che fondano la Comunità europea. È stato firmato a Parigi il 18 aprile 1951, è entrato in vigore il 23 luglio 1952 ed è scaduto il 23 luglio 2002, in quanto era stato concluso soltanto per 50 anni. Il suo obiettivo era quello di costituire un mercato comune del carbone e dell'acciaio, approccio che si prestava ad essere esteso gradualmente ad altri settori economici. Ai settori del carbone e dell'acciaio si applica adesso il diritto comune del trattato CE. L’atto unico europeo L’atto unico è stato firmato il 28 febbraio 1986 ed è entrato in vigore il 1° luglio 1987. Il suo obiettivo era il completamento, al più tardi il 31 dicembre 1992, del mercato interno europeo, vale a dire di uno spazio nel quale dovevano circolare liberamente le persone, i capitali, i beni e i servizi. Per raggiungere questo obiettivo, nel trattato CE sono state introdotte procedure ad hoc. Il trattato di Amsterdam Il trattato di Amsterdam è stato firmato il 2 ottobre 1997 ed è entrato in vigore il 1° maggio 1999. Vanno segnalate due modifiche: l’applicazione della procedura di codecisione a nuove materie e l’aumento dei casi nei quali il Consiglio dell'Unione europea può decidere a maggioranza qualificata, anziché all'unanimità; il trasferimento di alcune materie rientranti nel trattato UE (politica dei visti, concessione del diritto d’asilo e in generale tutte le questioni relative alla libera circolazione) nel trattato CE; in seguito a questo trasferimento, il nome del titolo VI del trattato UE (terzo pilastro ) è stato cambiato in «Cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale». Il trattato di Nizza Il trattato di Nizza è stato firmato il 26 febbraio 2001 ed è entrato in vigore il 1° febbraio 2003. L’obiettivo di questo trattato era quello di rivedere il funzionamento dell'Unione europea in previsione dell'allargamento del 1° maggio 2004. Tra le modifiche introdotte, si possono ricordare: la modifica del processo decisionale; la riduzione drastica dei casi nei quali il Consiglio deve decidere a maggioranza assoluta: il Consiglio può adesso decidere a maggioranza qualificata in numerose materie, quali la libera circolazione dei cittadini, la cooperazione giudiziaria in materia civile, la politica industriale ecc.; la modifica della ponderazione dei voti in seno al Consiglio; la modifica della struttura delle istituzioni; una nuova ripartizione dei seggi al Parlamento europeo; la rinuncia al secondo posto di commissario da parte della Francia, della Germania, del Regno Unito, dell'Italia e della Spagna; il rafforzamento dei poteri del presidente della Commissione europea. 3 Carta dei diritti (Nizza 2004) La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea è stata sottoscritta e proclamata dai Presidenti di Parlamento europeo, Consiglio e Commissione in occasione del Consiglio europeo di Nizza il 7 dicembre 2000. La Carta è frutto di una procedura originale — senza precedenti nella storia dell'Unione europea — che si può così riassumere: il Consiglio europeo di Colonia (3/4 giugno 1999) conferisce mandato ad una Convenzione di redigere il progetto, la Convenzione si costituisce nel dicembre 1999 (Cfr. in allegato la composizione della Convenzione: EN - FR) e approva il progetto il 2 ottobre 2000, il Consiglio europeo di Biarritz (13/14 ottobre 2000) conviene all'unanimità sul progetto e lo trasmette al Parlamento europeo e alla Commissione, il Parlamento europeo lo approva il 14 novembre 2000 e la Commissione il 6 dicembre 2000, il 7 dicembre 2000 a Nizza i Presidenti del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione a nome delle rispettive Istituzioni sottoscrivono e proclamano la Carta . La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea riprende in un unico testo, per la prima volta nella storia dell'Unione europea, i diritti civili, politici, economici e sociali dei cittadini europei nonché di tutte le persone che vivono sul territorio dell'Unione. Questi diritti sono raggruppati in sei grandi capitoli: Dignità Libertà Uguaglianza Solidarietà Cittadinanza Giustizia Si fondano soprattutto sui diritti e sulle libertà fondamentali riconosciute dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, sulle tradizioni costituzionali degli Stati membri dell'Unione europea, sulla Carta sociale europea del Consiglio d'Europa e sulla Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori, nonché su altre convenzioni internazionali alle quali aderiscono l'Unione europea o i suoi Stati membri. La questione dello status giuridico, ossia del carattere giuridicamente vincolante della Carta mediante l'inserimento nel TUE, è stata sollevata dal Consiglio europeo di Colonia che ha avviato i lavori. La Convenzione ha redatto il progetto di Carta nell'ottica di tale inserimento eventuale e il Parlamento europeo si è dichiarato favorevole. Il Consiglio europeo di Nizza ha deciso di esaminare la questione dello status giuridico della Carta nell'ambito della discussione sul futuro dell'Unione europea che si è aperto il 1 gennaio 2001. Nasce come non vincolante, ma da subito influenza la giurisprudenza della Corte di giustizia; già dal 2001 la Commissione dice che gli atti normativi devono essere conformi alla Carta; il P. la cita nelle risoluzioni più significative; il mediatore UE la richiama; gli Stati ammessi in seguito sono stati valutati in base al parametro dei diritti sanciti nella Carta e nella CEDU. 4 Principio della prevalenza del maggior favore delle Carte costituzionali nazionali, clausola di salvaguardia Clausola di non ampliamento dei poteri dell’UE per il tramite dei diritti Teoria dei controlimiti posti dalle Corti costituzionali nazionali Troppo spazio al potere creativo di interpretazione della Corte di giustizia Introduzione riserva di legge I diritti come guida per l’organizzazione dei poteri UE Questione dell’adesione dell’UE alla CEDU Il trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa (Roma 2004) Tale progetto merita di essere citato a parte: approvato dai capi di Stato e di governo il 18 giugno 2004 e firmato il 29 ottobre 2004. Sebbene ratificato dalla maggior parte degli Stati membri, il trattato è stato respinto mediante referendum da Francia e Paesi Bassi, rispettivamente nel maggio e nel giugno 2005. Gli elementi essenziali del trattato costituzionale sono: l’incorporazione della Carta dei diritti fondamentali nel testo del trattato, una nuova definizione dell’Unione europea, che sostituirà le attuali «Comunità europea» e «Unione europea», una presentazione più chiara della ripartizione delle competenze dell’Unione e degli Stati membri, un quadro istituzionale rinnovato che chiarisce i ruoli rispettivi del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione, procedure decisionali più efficienti, la democratizzazione e la trasparenza del sistema. Il trattato di Lisbona (2007) Il processo di riforma è stato quindi sospeso per un periodo di 18 mesi fino alla negoziazione, nel corso del 2007, di un nuovo trattato, che è stato firmato dai capi di Stato e di governo dei paesi dell'UE nel dicembre 2007. Il trattato di Lisbona è entrato in vigore a dicembre 2009. Principali disposizioni del trattato: Rafforzamento dei poteri legislativi e di bilancio del Parlamento europeo. Attribuzione ai parlamenti nazionali di competenze per garantire il rispetto del principio di sussidiarietà. Estensione del voto a maggioranza qualificata in seno al Consiglio. 5 Presentazione più chiara della ripartizione dei poteri e delle responsabilità fra l'Unione e gli Stati membri. Carta dei diritti fondamentali giuridicamente vincolante per garantire le libertà e i diritti dei cittadini europei. Elezione del presidente del Consiglio europeo per un mandato di due anni e mezzo, rinnovabile una volta. Nuova figura di alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al fine di accrescere l'impatto, la coerenza e la visibilità dell'azione esterna dell'UE. 6