sommario - auto e moto storiche

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sommario - auto e moto storiche
Editoriale
3
Quattro ruote storiche:
Fiat 850 Berlina
4
Pù uniche che rare:
Le Fiat Panda Cabriolet
16
Ruote storiche al lavoro:
Veicoli industriali Lancia
28
Eventi:
Winter Marathon 2008
32
Indirizzario Ricambisti e
Specialisti
44
Indirizzario Musei italiani
50
Indirizzario Associazioni,
Clubs e Scuderie
51
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Direttore Responsabile
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fiat 850 berlina
4
Grafica ed impaginazione
Maurilia Moscarelli
Hanno collaborato
Gianpaolo Arborio, Francesco Patti,
Alessandro Sannia, Ufficio Stampa Winter
Marathon
Redazione
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Fiat panda cabriolet
16
Foto
Archivio Storico FIAS, Francesco Patti,
Ufficio Stampa Winter Marathon
N.B.: in questo numero sono state utilizzate
alcune immagini di provenienza ignota. Gli
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per gli eventuali diritti di riproduzione.
Stampa
Officine Grafiche Riunite Spa
veicoli industriali lancia
28
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winter marathon
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sommario
ANNO III - N. 18 marzo 2008
editoriale
l’
unione fa
la forza
di Franco Trifirò
Il recente, e per certi aspetti prevedibilmente scontato,
scioglimento anticipato delle Camere, ha “stoppato” ancora
una volta l’iter dell’attesa legge sul riordino del motorismo
storico in Italia. Ovviamente il lavoro svolto sin qui presso la
VIII Commissione permanente del Senato non andrà perduto
e costituirà sicuramente la base, nella prossima imminente
legislatura, per l’elaborazione della versione “corretta” e definitiva
(almeno si spera sia tale) della suddetta legge. In questa fase di
stand-by ci sembra però opportuno fare delle riflessioni su un
aspetto fondamentale sulla quale si baserà codesta futura legge.
Leggendo difatti la risaputa proposta di testo unificato approvato
dal Comitato ristretto costituito all’uopo presso l’anzidetta VIII
Commissione del Senato (e pubblicata integralmente sul nostro
periodico sul n°15 del Dicembre 2007), si evidenzia il fatto che
le nuove “libere associazioni amatoriali di collezionisti di veicoli
d’interesse storico e collezionistico”, per essere riconosciute dallo
Stato, devono riunire non meno di 60 club o scuderie, ognuna
delle quali contare almeno 50 iscritti. A prescindere dai predetti
numeri proposti, che molto probabilmente saranno ulteriormente
maggiorati, ci piace l’idea di stimolare l’aggregazione delle
centinaia di club e scuderie presenti in Italia, polarizzandole in
meno di una decina di grandi confederazioni. Ed è vero il fatto
che ci piaccia parecchio tant’è che sin dal mio editoriale del n°4
del Dicembre 2006 di Auto & Moto Storiche (i nostri Lettori
potranno visionarlo sul nostro sito www.autoemotostoriche.it),
auspicavo un maggior spirito di aggregazione dei club italiani.
Perché, com’è ben risaputo, l’unione fa la forza.
4 ruote storiche
L’auto del nonno
Scopriamo la Fiat «850» attraverso il ritrovamento di un
esemplare di colore blu tanto simile a quello posseduto
dal nonno di un appassionato
di Francesco Patti
4 ruote storiche
4 ruote storiche
4 ruote storiche
i
garage di facoltosi collezionisti annoverano
provincia sulla targa. Si è disposti talvolta a soprascomunemente decine e decine di splendide
sedere sulle condizioni generali, ma altri dettagli riautomobili. C’è chi preferisce le sportive, chi
vestono un ruolo importantissimo. Tutto questo per
le auto da corsa, chi si dedica unicamente ad una
l’automobile di papà.
specifica marca, chi ad un determinato periodo… Si
E se si tratta dell’auto del nonno?
tratta esplicitamente di radicati cultori, ma sarebbe
Bruno De Vita ha 14 anni nel 1987. È appena
ingiusto misurare la passione con il numero di auto
uscito da scuola quando rientra a casa e trova una
conservate nella propria rimessa. Esiste infatti
strana espressione sul viso di ognuno dei familiari.
uno stuolo di amatori dell’automobile che possiede
Si guarda incuriosito attorno a sé, interroga con gli
una ed una sola vettura d’epoca anche quando le
occhi ciascuno dei parenti che gli stanno vicino. Ma
personali finanze, o gli spazi di custodia disponibili,
incontra solo sguardi vaghi e silenzio. Fin quando
consentirebbero di più. Molte volte il motivo è
qualcuno si decide a parlare: «Il nonno ha venduto
spiegato con la frase, usualmente manifestata
la macchina...» gli dicono.
con grande trasporto sentimentale, «Mio padre ne
Che brutta notizia per Bruno!... La Fiat «850
aveva una uguale quando io ero bambino». Sia essa
Special» del nonno ne ha rappresentato l’infanzia
un’utilitaria o una cabriolet, un’auto rara o una regina
automobilistica, e la costante presenza del nonno nella
delle vendite, l’importante è che
famiglia di Bruno aveva creato
corrisponda alla macchina sulla
uno spesso legame fra il nipote
La «Normale» e la «Suquale papà ci portava in giro
e la popolare utilitaria torinese.
per»
si
differenziavano
mentre noi sedevamo sul sedile
Ma l’auto si approssimava
posteriore.
ormai ai venti anni di età e
soltanto per la possibiChissà cos’è…voglia di tornare
necessitava di interventi che
lità di impiegare benzialla spensieratezza dell’infanne superavano certamente il
na super sulla seconda.
zia? illusione di poter volare
valore residuo. In più il nonno,
indietro nel tempo? tentativo di
ormai non più ragazzino, aveva
Le diversità tecniche
rivivere sensazioni mai dimenbisogno di un’automobile più
erano
quindi
limitate
a
ticate?... Certo è che questa nuconfortevole. A dire il vero
trita classe di appassionati è tra
quest’auto più moderna era
carburatore e rapporle meno propense ad accettare
già stata comperata qualche
to
di
compressione.
La
compromessi. L’auto dev’esseanno prima, ma proprio per
re quella: medesima versione,
evitare un dispiacere a Bruno,
potenza dichiarata dalstessa motorizzazione, uguale
in famiglia si era deciso di non
la Fiat toccava quota
colore o addirittura sigla della
disfarsi dell’«850». Poi, però,
34 CV per la «Norma-
le» e 37 per la «Super».
4 ruote storiche
complici problemi di tasse e di ordinaria logistica,
la ragione aveva avuto il vantaggio sul cuore. A poco
servono i pianti a dirotto di Bruno, che quel giorno
non vuol neppure sedersi a tavola a pranzare. La
«Special» è stata venduta.
Ma che automobile era la Fiat «850»? Presentata
nel 1964, la piccola Fiat aveva il compito (peraltro
poi portato a termine con successo) di riempire il
vuoto fra la minuta «600» e la più grande «1100 D».
La vista laterale della «850» ricorda vagamente una
«600» alla quale è stato aggiunto un mezzo volume
posteriore che dà vita alla coda spiovente dell’auto.
Anteriormente il frontale piatto ospita i due
grandi fari circolari (posizionati lungo i bordi della
sagoma) tra i quali è posto un fregio orizzontale che
incorpora lo stemma Fiat a caratteri alti e stretti su
campo rosso. I paraurti sono dotati di rostri antiurto
rivestiti in gomma. Anche dietro si trovano fanali
utili ripiani portaoggetti. L’aria in vettura entrava
da una coppia di aperture circolari orientabili sulla
plancia oppure da due piccoli sportelli posizionati
in basso. Il cruscotto di colore grigio, trapezoidale
e dotato di palpebra, incorporava una vasta
superficie in cui spaziava la lancetta del tachimetro
a scala orizzontale. In quest’area era inserito il
contachilometri e la spia delle frecce. Ai lati vi era
l’indicatore di livello benzina con spia rossa della
4 ruote storiche
tondi molto distanti fra loro. Il motore espelle
l’aria calda attraverso numerose feritoie ricavate
sul cofano. I finestrini anteriori hanno deflettori
apribili.
All’interno si trova una plancia decorata da sottili
scalfature e dipinta in nero per evitare antipatici
riflessi sul parabrezza. Nella parte inferiore, a
destra e a sinistra del mobiletto centrale in cui sono
inseriti i comandi per l’aerazione, sono ricavati due
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riserva (a sinistra) e la spia per l’eccessiva temperatura
del liquido di raffreddamento del motore (a destra).
Più in basso, in una zona percorsa da fitti solchi, le
spie per pressione olio, dinamo, luci di posizione,
abbaglianti. Il volante in bachelite nera a due razze
e pulsante del clacson al centro ricorda quello della
«500». A sinistra del cruscotto erano i tre piccoli
interruttori per luci di posizione, illuminazione
quadro strumenti, tergicristallo. Il pomello dello
starter, a trazione, era posizionato fra i sedili, accanto
alla leva del freno di stazionamento. I pannelli delle
porte avevano tasche portacarte elasticizzate. Tre
posacenere: uno al centro della plancia e due sui
fianchetti posteriori.
Il bagagliaio della «850» era nel vano anteriore,
dove trovava posto anche la ruota di scorta e la
batteria, sistemata sotto il ripiano, in posizione poco
accessibile ma certamente in grado di non rubare
spazio a pacchi e valigie. Lo schienale del sedile
posteriore si abbatteva. Aprendo il cofano posteriore
si accedeva al bocchettone per il rifornimento di
carburante.
E a proposito di carburante va detto che era proprio
questo a costituire la differenza fra le due versioni
proposte per la «850» già al momento del debutto. La
«Normale» e la «Super» si differenziavano soltanto
per la possibilità di impiegare benzina super sulla
seconda.
Le diversità tecniche erano quindi limitate a
carburatore e rapporto di compressione. La potenza
dichiarata dalla Fiat toccava quota 34 CV per la
«Normale» e 37 per la «Super». Fra l’altro le due
«850» erano proposte al medesimo prezzo di listino
di 849.000 lire. La variazione nei costi d’esercizio
era data quindi solamente dal più elevato prezzo del
supercarburante rispetto alla benzina normale.
Il motore della «850» era un quattro cilindri di 843
cm3 raffreddato a liquido. Il radiatore era posizionato
contro la paratia di separazione dall’abitacolo e
quindi non era investito da alcun flusso d’aria utile
ammortizzatori e molle (seppur non coassiali).
I freni erano a tamburo su entrambi gli assi. Il
cambio aveva quattro marce, tutte sincronizzate.
Interessante la possibilità di smontare la traversa
posteriore e avere facile accesso al motore.
Sette le tinte della carrozzeria in catalogo: bianco,
beige, grigio, azzurro, rosso, e due tonalità di blu.
4 ruote storiche
a suffragarne l’opera di raffreddamento. Per questo
la ventola sulla sua superficie era sempre attiva,
azionata da una cinghia collegata all’albero motore.
Il filtro olio era di tipo centrifugo, quindi senza
alcuna cartuccia da sostituire periodicamente. La
sospensione anteriore era con balestra trasversale
e ammortizzatori; dietro erano invece installati
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4 ruote storiche
12
In optional, pneumatici fianco bianco, radio e
aziona automaticamente la frizione ad ogni
bloccasterzo.
movimento della leva del cambio. La pedaliera
All’esame dinamico le due «850» si rivelano
dell’auto si compone quindi dei soli acceleratore e
profondamente
freno.
differenti
sul
fronte
delle
prestazioni. Non tanto per la velocità di punta
Il sistema di trasmissione prevede anche un
che le vede separate di cinque chilometri orari
interruttore a mercurio che consente l’avviamento
(120 per la normale, 125 per la «850» a benzina
del motore a marcia inserita qualora la vettura si trovi
super), bensì per l’elasticità del propulsore che vede
su pendenze superiori al 5%. La «850 Idromatic»,
la «Super» nettamente più a suo agio in ripresa. Il
che in seguito sarà chiamata «Idroconvert», verrà
consumo di carburante è comunque contenuto per
proposta a 75.000 lire in più rispetto alla «850»
entrambe. Buona la tenuta di strada e all’altezza della
tradizionale, ma nonostante la validità della
situazione anche l’impianto frenante al quale si può
soluzione i suoi numeri di vendita rimarranno su
solo rimproverare un leggero calo nella modulabilità
valori molto bassi.
qualora venga continuamente sollecitato a fondo.
Nel 1968 arriva la «Special», una «850» che già
Come tipico delle vetture a trazione posteriore, è
dalla denominazione esprime impegno verso una
presente la tendenza a “chiudere” le curve.
più ricca dotazione di accessori e un migliorato
Al 36° Salone di Ginevra la Fiat porta l’innovativa
livello delle finiture. Profili cromati vengono
«850 Idromatic». Un dispositivo elettroidraulico
aggiunti lungo le fiancate, sul gocciolatoio e alle
4 ruote storiche
guarnizioni di parabrezza e lunotto. I cerchi ruota
maggiorati assumono sembianze più attraenti grazie
ai fori perimetrali e alle borchie lucide. Il fregio sul
muso è più grande e le maniglie alle porte sono a
pulsante. Diversa, anche nella grafica, la scritta
posteriore d’identificazione. La strumentazione ha
il cruscotto nero con il tachimetro scalato sino a
160 km/h (prima erano 140). In più si completa
con il termometro acqua. Differente pure il volante,
con corona in legno e razze forate di metallo
brunito. Nel tunnel centrale è ricavato un piccolo
portaoggetti. I sedili hanno tessuto a fasce. Il nero
viene esteso anche alla parte inferiore della plancia
(prima grigia). Diversi i pannelli-porta. Nella zona
dei comandi del riscaldamento è inserita la scritta
«850 Special».
Ma le novità della nuova «850» si allungano al
contesto tecnico. La nuova testata, con rapporto di
compressione aumentato, e il carburatore doppio
corpo innalzano la potenza da 37 a 47 CV, e la
coppia da 5,6 a 6 kgm.
E l’aumento di prestazioni viene ribadito
dall’adozione di freni anteriori a disco.
Dicevamo quindi della «Special» del nonno di
Bruno. Tenere due automobili risultava gravoso e
quindi, malgrado il dispiacere che poteva riceverne
il nipote, si decide di cedere la «850».
Benché trascorrano parecchi anni, il ricordo di
quella simpatica auto blu non si appanna. Difatti
nel 2005 Bruno si lancia alla ricerca della «850
Special».
Non di una qualunque, ma di quella “sua”, quella
del nonno. Ma una visita agli uffici competenti del
suo comune natio gli rende l’amara notizia della
rottamazione dell’auto, avvenuta nel 1993. Parte
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4 ruote storiche
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allora una ricerca minuziosa per trovare una «850
Special» come quella dell’infanzia, blu con gli interni
rossi. Non è facile trovare un esemplare utilizzando
parametri di ricerca così ristretti. Bruno vede alcune
auto ma sono vetture in condizioni sconvenienti.
Risolve che non sarà in grado di individuare nulla
di buono se non rompe la rigidità dei canoni di
ricerca. Una sera, navigando su Internet (lunga vita
al suo inventore…) Bruno vede una «850 Special»
di colore grigio. A questo punto, stanco di passare
in rassegna annunci su annunci, il colore non è più
una clausola vincolante, e Bruno va a vedere l’auto
spostandosi da Milano a Brescia. Lo accoglie un
attempato signore che lo conduce dentro un grande
capannone dove giacciono numerose automobili
impolverate e malmesse. Ma fra queste c’è la «850»
dell’annuncio, che (sorpresa delle sorprese) è di
uno splendido colore blu! E gli interni sono rossi!
Esattamente come l’auto del nonno!…La piccola
foto dell’annuncio sul web era infatti poco chiara,
tanto da far apparire l’auto grigia piuttosto che blu. Le
condizioni della vettura si mostrano buone; manca
una modanatura, qua e là piccole ammaccature, però
non c’è alcun punto di ruggine. Peccato per quei
due grossi buchi ai pannelli delle porte, eseguiti per
installare una coppia di altoparlanti. E soprattutto
48 mila chilometri di percorrenza in 35 anni! La
carta di circolazione evidenzia due proprietari, ma
in realtà è probabile che sia stato uno solo ad usare
la vettura. Infatti i nomi riportati sono quelli di un
padre e un figlio, e quest’ultimo si è verosimilmente
intestato l’auto al momento della morte del papà.
Ci si mette d’accordo sul prezzo e pochi giorni dopo
l’«850» è su un carro attrezzi in direzione Milano.
Bruno si iscrive subito ad un club di appassionati
d’auto d’epoca e riceve rapidamente saggi consigli
sui piccoli problemi rilevati, come il non corretto
ritorno in posizione di riposo di pistoncini e
ganasce dell’impianto frenante. Un’occhiata anche
ai contatti ossidati della strumentazione e tutto
riprende a funzionare al meglio.
Rimangono i brutti fori sui pannelli porta. Difficile
reperire due fianchetti dello stesso colore e l’idea
di tappare i buchi con dello skai di colore simile
è inaccettabile per conseguire l’omologazione ASI
della vettura. La questione si risolve prelevando un
paio di altoparlanti da una Lancia «Fulvia Coupé»
demolita.
A questo punto era doveroso montare un’autoradio
d’epoca. Bruno trova una Voxson ad onde medie che
ben si intona all’epoca dell’auto ma che dal punto
di vista funzionale non ha ormai granché da dire
visto che pochissime sono le trasmissione ad essere
oggigiorno diffuse in AM.
Recuperata un’altra Voxson, simile a quella
montata, il nostro appassionato realizza una sorta
di sportello utilizzando proprio il frontale di questa
seconda autoradio. Dietro di esso pone un moderno
apparecchio. Così, con un espediente tanto
semplice quanto geniale ed efficace, si coniugano
brillantemente estetica del tempo e piacevolezza
d’uso.
Anche il ritrovamento dei tappetini in gomma merita
di essere raccontato. In un fine settimana trascorso
al suo paesello, Bruno entra in un’antica rivendita
di ricambi. Posta la sua richiesta all’anziano titolare,
questi sparisce nel retrobottega per alcuni minuti,
in cui si sente solo il rumore di numerosi pacchi
spostati a destra e a sinistra. Poi, ecco che sul banco
viene rovesciato un polveroso rotolo con i tappeti
cercati!
Da lassù, sarà stato contento anche il nonno.
Motore::
Tipi 100G.000 e 100G.002
Sistemazione posteriore
Cilindri 4 in linea
Alesaggio 65 mm
Corsa 63,5 mm
Cilindrata 843 cm³
Raffreddamento a liquido
Rapporto di compressione 8:1 (8,8:1 sulla Special)
Potenza massima 34 CV DIN a 5000 giri/min (37 CV DIN a
5100 giri/min sulla Special)
Coppia massima 5,5 kgm a 3400 giri/min (5,6 kgm a 3500
giri/min sulla Special)
Distribuzione ad aste e bilancieri
Accensione spinterogeno
Carburatore Weber «30 ICF» («30 ICF 1» sulla Special)
Trasmissione::
Motore posteriore
Trazione posteriore
Cambio a 4 rapporti
Pneumatici 5,50-12
Sospensioni:
Avantreno e retrotreno a ruote indipendenti
Freni::
A pedale idraulico sulle 4 ruote (tamburi)
A mano meccanico sulle ruote posteriori
Sterzo::
Vite e settore elicoidale con diametro di sterzata di m. 8,90
impianto elettrico::
Tensione 12 V.- Dinamo 230 W - Batteria 36 AH
struttura::
Carrozzeria autoportante
Lunghezza 3575 mm
Larghezza 1425 mm
Altezza 1385 mm
Passo 2027 mm
Peso a secco 640 kg
prezzo:
Lire 750.000
fiat 850 Special 1968/71
Motore::
Tipo 100G.002
Sistemazione posteriore
Cilindri 4 in linea
Alesaggio 65 mm
Corsa 63,5 mm
Cilindrata 843 cm³
Raffreddamento a liquido
Rapporto di compressione 9,3:1
Potenza massima 7 CV DIN a 6400 giri/min
Coppia massima 6 kgm a 3600 giri/min
Distribuzione ad aste e bilancieri
Accensione spinterogeno
Carburatore doppio corpo Weber «30 DIC 1»
4 ruote storiche
fiat 850 Normale e Super 1964/68
Trasmissione::
Motore posteriore
Trazione posteriore
Cambio a 4 rapporti
Pneumatici 145-13
Sospensioni::
Avantreno e retrotreno a ruote indipendenti
Freni::
A pedale idraulico sulle 4 ruote (a disco sulle ruote anteriori, a
tamburo sulle ruote posteriori)
A mano meccanico sulle ruote posteriori
Sterzo::
Vite e settore elicoidale con diametro di sterzata di m. 8,90
impianto elettrico::
Tensione 12 V.- Dinamo 230 W - Batteria 36 AH
struttura:
Carrozzeria autoportante:
Lunghezza 3575 mm
Larghezza 1425 mm
Altezza 1385 mm
Passo 2027 mm
Peso a secco 670 kg
prezzo:
Lire 775.000
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più uniche che rare
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lePanda
Cabrio
di Alessandro Sannia
più uniche che rare
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più uniche che rare
Il primo prototipo di Panda cabrio, la Strip, fu mostrato dalla
Italdesign al Salone dell’Automobile di Torino del 1980
s
iamo all’inizio degli anni Ottanta. Il periodo buio
del decennio precedente sembra allontanarsi e una
nuova ondata di ottimismo si diffonde ovunque, soprattutto
fra i giovani. La Fiat Panda è la macchina giusta per loro:
economica, robusta, versatile. E che cosa ci può essere di
più giovane, divertente e sbarazzino di una Panda? Alla
Fiat sembra che neppure si pongano la domanda, troppo
impegnati a sopravvivere in un momento in cui l’immagine
dei dirigenti gambizzati è ancora vivida davanti agli occhi
di tutti e la necessità di viaggiare sotto scorta resta una
preoccupante realtà. Per diversi carrozzieri in giro per
l’Europa, invece, la risposta è facile: cosa c’è di meglio di
una Panda? Una Panda cabrio!
In realtà, il primo ad averci pensato è proprio Giorgetto
18
più uniche che rare
Giugiaro, l’inventore della Panda stessa. Nello
stand della sua Italdesign, al Salone dell’Automobile
di Torino del 1980, accanto a un esemplare
superaccessoriato di Panda 45, espone infatti
due accattivanti prototipi che, dice, potrebbero
avere un concreto futuro produttivo. Entrambi
sono caratterizzati da un sistema di trazione
integrale inseribile che permette alla sua piccola
creatura di compiere prodezze incredibili anche
per i fuoristrada più grandi e seri. In realtà, per il
prototipo “Offroader”, che ha la carrozzeria chiusa
della Panda normale, ci vorranno tre anni, ma poi
finalmente verrà davvero costruito in serie; per
la sorella “Strip”, che invece vanta una spartana
carrozzeria torpedo, senza tetto e con le porte
smontabili, sullo stile della Citroën Mehari, non ci
saranno chance al di fuori del salone. E’ un peccato,
perchè poi le Panda Cabrio dimostreranno di avere
abbastanza spazio sul mercato.
Allo stesso salone sono in diversi i carrozzieri che ci
pensano. C’è Coriasco, celebre per i suoi camioncini
su base Fiat 850 e 900, che propone una Panda
Pick-up, che in realtà è una specie di cabriolet con
la parte posteriore del tetto in tela, utilizzabile sia
per le persone che per il trasporto merci. C’è anche
Fissore che, in grosse difficoltà finanziarie, spera
di ripetere con la Panda il successo delle sue minifuoristrada come la 127 Scout. La sua Panda Penny,
però, non basta a migliorare i bilanci e la chiusura
purtroppo è inevitabile. Neanche Savio, con la Panda
Jungla, riesce a rinverdire i fasti della sua storica
fuoriserie derivata dalla 600; la nuova vettura,
infatti, ha una carrozzeria quasi completamente
specifica, con solo parte del muso della vettura di
serie; produrla, con il costo della manodopera degli
anni Ottanta, è decisamente troppo impegnativo e
alla fine ne vengono realizzati solo pochi esemplari.
Quello che riesce a centrare l’obiettivo è, invece,
un altro veterano delle piccole fuoristrada a due
ruote motrici, di cui la Panda sembra essere l’erede
ideale, forse addirittura migliore delle 126 e 127
impiegate per tutto il decennio precedente; stiamo
parlando, naturalmente, di Moretti, che nel 1982
lancia la sua riuscitissima Panda Rock. La formula è
la più semplice, economica e funzionale e, del resto,
la forma della Panda ci si presta benissimo: basta
togliere il tetto e tagliare i montanti dietro alle porte
posteriori. La trasformazione riesce bene senza
un grande lavoro. Poi, con un paracolpi tubolare
aggiunto davanti al paraurti e qualche rifinitura
estetica, il risultato è completo. Nel 1983, quando
la Fiat inizia a produrre la Panda 4x4, Moretti può
ampliare la gamma con una versione a trazione
integrale che, in effetti, risulta la più interessante
sotto molti punti di vista. Il successo della Panda
Rock durerà quasi quindici anni e la vedrà costruita
in diverse migliaia di esemplari.
La medesima idea viene anche ad alcuni carrozzieri
stranieri, già specializzati nella trasformazione in
cabriolet di normali vetture di serie, che intravedono
nella piccola torinese grandi potenzialità di fascino
19
e simpatia, unite ad un basso costo che la rende
in un numero limitatissimo di esemplari.
accessibile anche alla clientela più giovane. Fra
Versioni molto simili, con le porte e i montanti
i primi a realizzare la sua versione aperta c’è il
anteriori della Panda di serie e la parte posteriore
tedesco KK, di Heilbronn. Con larghissime ruote
aperta, sui cui montare un tettuccio in tela, vengono
da 185/60-13, la sua Panda Estate ha un look
successivamente proposte anche da altri specialisti
decisamente aggressivo. Oltre alla versione 4x4,
tedeschi, come L&H di Francoforte e R+R di
l’anno successivo ne propone anche una con un
Maisach-Überacker,
kit estetico formato da nuovi paraurti e passaruota
un’analoga trasformazione anche della Fiat Uno. La
allargati. Non ancora soddisfatto, nel 1988 lancia
seconda, ne offre addirittura due versioni, una più
addirittura una versione a sei ruote, adatta persino
spartana che si chiama “Aperto” e l’altra decisamente
a trasportare un quad nella parte posteriore; più
appariscente, con cerchi in lega leggera, capotte
provocatoria che utile, verrà ovviamente costruita
turchese e fucsia accompagnata da una vistosa
che
realizzano
entrambi
Stravagante e innovativa, la Panda a sei ruote di KK poteva anche trasportare un quad nella
parte posteriore. Fu presentata nel 1988
20
La Panda Cabrio italiana più nota è senz’altro quella di Moretti, che iniziò a costruirla nel 1982
21
più uniche che rare
La KK realizzò anche una Panda Cabrio dotata di un vistoso kit estetico, con minigonne e spoiler, di
gran moda in Germania in quel periodo
grafica colorata, giustamente battezzata “Papagallo”
(sic). Il gusto trabocca un po’ in quegli eccessi
mitteleuropei tipici degli anni Ottanta, scambiando
talvolta nell’immaginario la riviera italiana con la
California o le spiagge del meridione con i Caraibi,
ma il risultato è comunque interessante.
In Italia, un’altra proposta arriva dalla carrozzeria
torinese Maggiora che, dopo una lunghissima
tradizione di discreto e silenzioso subfornitore per
molti nomi illustri dello stile, per un breve periodo
passa in prima linea offrendo direttamente al pubblico
alcune versioni modificate di Uno, Tipo e Panda.
Inizialmente, la cabriolet ricavata da quest’ultima
è un po’ diversa da quelle dei concorrenti perchè
il padiglione viene eliminato completamente ed il
parabrezza diventa ribaltabile in avanti, ottenendo
22
La Panda 4x4 Cabrio realizzata nel 1983 dal
carrozziere tedesco KK
così una configurazione torpedo completamente
aperta, tipica dei fuoristrada; poi, in vista di una
produzione in serie, ovvie ragioni di sicurezza
suggeriscono di seguire la strada già percorsa
dagli altri e lasciare come roll-bar la struttura
dei montanti. La Panda Cabrio di Maggiora gode
anche di un suo momento di particolare celebrità
quando, in collaborazione con la stessa Fiat, ne
vengono messe un certo numero a disposizione
dell’organizzazione del Campionato del Mondo di
calcio di Italia ’90 e, successivamente, per il Tour de
France e altre manifestazioni sportive del CONI.
La Panda gioca molto bene il suo ruolo e così viene
voglia anche ad altri carrozzieri di “spogliarla”
alla ricerca di configurazioni per il divertimento e
il tempo libero. E’ il caso del milanese Boneschi,
che sulla Panda normalmente realizza i furgoncini
La Panda Rock Moretti fu proposta, oltre che sulle Panda 30 e 45 base, anche sulla Super e sulla
4x4. Come accessorio, si poteva avere il tetto rigido smontabile
24
più uniche che rare
più uniche che rare
Il torinese Stola è uno specialista di prototipi; nel 1992 ha realizzato la Panda Destriero per
commemorare le imprese dell’omonima imbarcazione, vincitrice del Nastro Azzurro
25
più uniche che rare
La Panda Aperto della carrozzeria tedesca R+R
per la RAI ma che si diverte a proporne un’accattivante versione
completamente aperta, senza neppure le porte, che viene battezzata
“African”. Qualcosa di simile fa anche Stola, altro storico ma poco
noto specialista di prototipi e modelli, che in occasione del Salone
26
dell’Automobile di Torino dell’aprile
1992 dedica una show-car sulla
base della Panda al successo dello
yacht da record “Destriero”, che sta
cercando (ci riuscirà ad agosto) di
aggiudicarsi il “Nastro Azzurro”,
il celebre trofeo per la più veloce
traversata dell’Atlantico.
Ormai, però, il tempo delle
fuoriserie sembra definitivamente
terminato e anche tagliare il tetto a
una Panda è un’operazione troppo
costosa, senza contare tutte le
implicazioni omologative che le
norme di sicurezza via via sempre
più rigide aggiungono a complicare
il lavoro dei carrozzieri. Con gli
anni Novanta, la stagione delle
Cabrio trasformate al di fuori della
casa costruttrice si esaurisce per
sempre. Qualche Panda Rock, però,
rimane ancora oggi nelle località
marine italiane a testimoniare
l’estro e la creatività dei nostri
carrozzieri.
più uniche che rare
27
ruote storiche al lavoro
i Veicoli Industriali
LANCIA
c
di Gianpaolo Arborio
ento anni sono un anniversario importante, cento anni
di storia che lasciano il segno, anziuno scudetto. La saga
del marchio Lancia è legata alle automobili, ma la casa
torinese ha avuto ampio successo anche con i veicoli industriali,
autobus e camion che imprimono tracce importanti nel trasporto
persone e merci. La stirpe degli autocarri Lancia nasce agli inizi
del Novecento, con l’1 Z, militare (1912). Da questa commessa
parte una corsa lunga oltre 6 decenni, cioè fino a quando nel 1974
non viene consegnato all’ATM di Milano l’ultimo Esagamma 718
Breda Pistoiesi. Il successo dell’1 Z e la necessità dell’Esercito
italiano (e non solo) di modernizzare i reparti convincono la casa
torinese ad iniziare una nuova serie denominata Jota, anche in
questo caso i risultati sono buoni, il successivo Djota del 1915
vede il debutto lancista nel settore della mobilità collettiva.
Una simbiosi che è mai spezzata e che renderà ancora più
blasonata la produzione.
28
ruote storiche al lavoro
Autoblindo 1Z 1912
Autocarro Pentajota 1924
Autobus Eptajota 1926
Autobus Omicron 1934
29
Autocarro 3RO Militare 1938
Ben presto la fama di affidabilità degli autobus varca
i confini, aziende di trasporto straniere si dotano
del Pentajota. Sempre alla ricerca di novità ecco il
nuovo Omicron, vero trampolino verso il futuro.
Il suo telaio è diverso dai predecessori, e permette
allestimenti particolari, l’Atac di Roma tramite la
Macchi di Varese immette in servizio gli autoalveari
a due e tre piani. C’è anche la versione scoperta
progenitrice degli attuali topless Dallavia che
Autocarro Esatau 864 “1947”
portano i turisti in tour per la capitale. L’avvento del
motore diesel vede la Lancia in prima fila con il RO
derivato dalla meccanica Junker. Quando le prime
avvisaglie della guerra sono più di un presentimento,
ecco il 3 RO (con l’intermezzo del RO-RO). Un
camion che entra anche nel linguaggio comune
(unico nel suo genere) per indicare una persona non
velocissima, ma robusta.
Autocarro Esatau B 1957
Ci sarà anche dopo il 2° conflitto Mondiale fino a
quando l’Esatau non gli da il cambio.
Se il 3RO è sinonimo di robustezza, l’Esatau del
1949 è legato alla raffinatezza e all’eleganza. Quando ormai i “musoni” sono in via di estinzione, l’864
sfreccia con la sua cabina arretrata distinguendosi notevolmente da ciò che in quel periodo transita
sulle strade italiane.
Autocarro Esadelta 1959
Lo stile Lancia si riflette ampiamente in questo
autocarro dall’incedere elegante che però ha una
versione corriera, affidata temporaneamente al
semprepresente 3RO; per vederne la versione
30
Autocarro Esagamma 1962
meglio il Jolly (motore della Appia) ed il successore
SuperJolly (motore della Flavia) adattati a parecchi
usi dall’artigiano al minibus. Tra i tanti modelli è
Autocarro Beta 1950
doveroso ricordare con una menzione particolare
l’Esatau 703, nato nel 1957 (compie 50 anni) e
vero autopullman signficativo degli anni 60.
Bello e filante ne vengono assemblati ben 1286
esemplari, i mezzi destinatialla linea ed al turismo
sono tra i più affascinanti mai costruiti in Italia.
Furgoncino Jolly 1957
Crediti fotografici:
Archivio Arborio, Archivio Iveco, Archivio MMT, Archivio
Valganna, Archivio Atac-Stefer
autobus bisogna attendere fino al 1951 quando nasce
veicoli industriali lancia
l’Esatau V11, veicolo sofisticato e proiettato verso il
futuro con il motore a sogliola collocato sullo sbalzo
anteriore. Il risultato è entusiasmante, va meno
Anno
Cilindrata
CV
1Z
1912
4940
70
JOTA
1915
4940
70
DJOTA
1915
4940
70
Quasi in contemporanea ecco l’Esatau 703 con il
TRJOTA
1921
4940
70
solito propulsore a sogliola, collocato tra gli assi.
TETRAJOTA
1921
4940
70
All’inizio degli anni ‘60 fa capolino l’Esadelta,
PENTAJOTA
1924
4940
70
camion medio dalle linee squadrate che va ad
ESAJOTA
1926
4940
70
aumentare l’offerta commerciale. Nel 1962 arriva
EPTAJOTA
1926
4940
70
OMICRON
1927
4940
70
OMICRON 2C-3C
1934
7060
90
RO 1934
3180/4770
64/95
1968 e le strade cittadine con l’Esagamma 718,
RO-RO
1935
4770
95
due bus moderni con soluzioni d’avanguardia.
3RO
1938
6875
93
Siamo però quasi alla fine perchè nel 1969 la
ESATAU 864/A
1947
8245/8867
122/132
storia dei “grandi” Lancia finisce insieme alla sua
ESATAU B
1957
8867
150
indipendenza. Alcune commesse prolungano le
ESADELTA
1959
8245/9469
115/132/176
ESAGAMMA
1962
10521
187/209
BETA BENZ.
1950
1908
46
BETA DIESEL
1953
1963
41
bene l’autocarro con guida avanzata denominato
con la lettera A. Rimane soffocato tra il vecchio
ed il nuovo tanto che nel volgere di qualche anno è
sostituito dall’Esatau B, il cosiddetto “televisore”.
l’Esagamma, poderoso camion con i cavalli giusti
per entrare in concorrenza con 682, Alfa Mille e
OM Titano.
Conosce i viaggi turistici con l’Esagamma 715 del
vicende del marchio fino al 1974, poi il costituendo
Iveco ne assorbe i progetti. Abbiamo lasciato per
ultimi i piccoli, a partire dal Beta, un due tempi
che rimane un po’ un oggetto misterioso e non
Modello
ruote storiche al lavoro
pone certo le premesse per un successo di pubblico,
31
eventi
Winter Marathon
Ufficio Stampa Winter Marathon
32
2008
eventi
33
eventi
l
a ventesima edizione della Winter Marathon
va in archivio con la bella vittoria degli
emiliani Gamberini-Nobili che sulla loro
Fiat 1100 Turismo Veloce del 1956 precedono un
ottimo Giuliano Canè sulla abituale Lancia Aprilia
del 1938. Terzo gradino del podio per la Porsche
356 del 1955 di Fontanella-Malta mentre il primo
degli equipaggi bresciani è composto da Michele
Cibaldi e Alberti che occupano la quarta posizione
assoluta.
Le forti nevicate dei giorni scorsi hanno costretto
le autorità a chiudere per il pericolo delle valanghe
i Passi Gardena e Campolongo “obbligando” gli
organizzatori ad un percorso alternativo sullo
spettacolare e freddissimo (-10°C) Passo Sella.
E proprio l’asfalto ghiacciato ha costretto molti
34
eventi
concorrenti a rallentare l’andatura arrivando in
ritardo al Controllo Orario di Canazei che la
Direzione Gara ha prontamente annullato per
non falsare la loro classifica: tutte le 27 Prove
Cronometrate previste si sono infatti svolte
regolarmente dando il volto definitivo alla
graduatoria finale.
Le dichiarazioni di Roberto Vesco: “Prima di
passare all’aspetto tecnico mi preme rassicurare
sullo stato di salute del concorrente che ieri, dopo
l’attraversamento dei passi, è stato colto da un
malore: il nostro medico di gara è prontamente
intervenuto prestando subito i soccorsi necessari
e fermando precauzionalmente l’equipaggio in
gara che dopo un paio d’ore è tornato alla propria
abitazione.
Per quanto riguarda la gara l’unico intoppo è
avvenuto al Controllo Orario di Canazei ma per
il resto credo che tutto sia andato nel migliore dei
modi. La classifica finale rappresenta i valori in
campo e sono lieto che nell’Albo d’Oro ora appaia
un nuovo nome.”
L’appuntamento odierno era sul laghetto ghiacciato
dove a partire dalle ore 14.00 è andato in scena il
35
eventi
L’evento ha attirato il pubblico
che ha gremito
le sponde del
laghetto ghiacciato come mai
precedentemente
36
eventi
37
38
eventi
eventi
Trofeo “Tag Heuer” Barozzi, gara ad eliminazione
diretta riservata ai primi 32 concorrenti classificati
non facente parte della classifica della Winter
Marathon. A spuntarla alla fine è stato l’equipaggio
Rapisarda-Colombo che sulla loro Lancia Fulvia
2C n° 157 hanno saputo prevalere in finale su
Gnutti–Bianchi (Porsche 911 S, n° 180); notevole
la prova di spessore dei due finalisti che hanno saputo
prevalere in semifinale rispettivamente a Giuliano
Cané e a Bruno Ferrari, entrambi esperti regolaristi
nonché vincitori entrambi di ben 3 edizioni della
stessa manifestazione negli scorsi anni.
L’evento ha attirato il pubblico che ha gremito
le sponde del laghetto ghiacciato come mai
precedentemente;
è
stato
inoltre
trasmesso
dall’emittente televisiva bresciana TeleTutto che ha
ripreso in diretta via satellite l’intero evento
mettendolo on line in streaming video sul proprio
sito web www.teletutto.it.
39
eventi
20ª WINTER MARATHON
Gara Internazionale CSAI di Regolarità per Autostoriche
17- 20 Gennaio 2008 - Madonna di Campiglio
CLASSIFICA ASSOLUTA
40
Pos N.
Equipaggio
Naz
Scuderia
Vettura
Anno Rag. Pen.Tot.
1
39
GAMBERINI A. NOBILI P.L.
ITA
BLACK EAGLES
FIAT 1100 103 TV
1956
2
228
2
11
CANE’ G.
ITA
L.P.CLASSIC
LANCIA APRILIA
1938
1
253
3
29
FONTANELLA G.M.MALTA A.
ITA
GMT
PORSCHE 356 A
1955
2
262
4
119 CIBALDI M. ALBERTI G.C.
ITA
PORSCHE 356 SC
1963
4
394
5
157 RAPISARDA G. COLOMBO F.
ITA
S.C.ESTENSE
LANCIA FULVIA 2C
1965
4
422
6
97
VALSERIATI F. GUERINI A.
ITA
BRESCIA CORSE
PORSCHE 356 B CABRIO
1962
4
441
7
91
BORDOGNA A. MAGRI E.
ITA
KRONOS
FIAT OSCA 1500 COUPE
1961
3
451
8
163 CARTABBIA P. RILLOSI S.
ITA
KRONOS
FIAT 500 F
1966
5
496
9
44
FERRARI B. FERRARI C.
ITA
BRESCIA CORSE
ABARTH 750 ZAGATO
1957
2
496
10
9
SANDROLINI C.M.MARTI P.
ITA
OFF.FERRARESE
CITROEN 11 DL
1937
1
521
11
131 PINI R. CARLONI L.
ITA
KINZICA
PORSCHE 356 C
1964
4
535
12
181 ARZONI M. GREGORI M.
ITA
3T CREMONA
FIAT 850 SPIDER
1968
5
546
13
111 CRISTINA R. BAROLI S.
ITA
L.P.CLASSIC
PORSCHE 356 SC
1963
4
546
14
180 GNUTTI E. BIANCHI D.
ITA
MWVCC
PORSCHE 911 S
1968
5
573
15
152 FABBRI L. CALURA M.
ITA
VOLVO CORSE
VOLVO PV 544
1965
4
576
16
69
DE BELLIS M. GRANDINI A.
ITA
BLACK EAGLES
ALFA ROMEO GIULIETTA
1959
3
577
17
48
FONTANA A. SCOZZESI T.
ITA
VOLVO CORSE
VOLVO PV 444
1957
2
582
18
95
GREGORI C. GHILARDI A.
ITA
3T CREMONA
FIAT 600 MULTIPLA
1961
3
583
19
27
PONZONI G. BECCHETTI S.
ITA
BRESCIA CORSE
FIAT 1100 103 TV
1955
2
594
20
105 BONETTI R. SALARI F.
ITA
MG B
1962
4
598
21
55
GABURRI S. TONOLINI L.
ITA
BRESCIA CORSE
PORSCHE 356 A CABRIO
1958
3
656
22
56
WIRTH H.W. SCHMITT U.
GER
ADAC NORDBAYERN
CHEVROLET CORVETTE
1958
3
697
23
36
PERBELLINI G. PERBELLINI A.
ITA
L.P.CLASSIC
PORSCHE 356 A SUPER
1956
2
705
24
28
RAMPELLO M. BIANCHETTI L
ITA
WR MOTOR SPORT
MG A
1955
2
716
25
112 COLLINI A. DE MARCO M.
ITA
CLUB 20 ALL’ORA
MORRIS MINI COOPER
1963
4
750
26
13
INDACO F. LUPIERI D.
ITA
TARUFFI
MG TC
1945
1
773
27
156 MAZZETTI P. TAGLIETTI G.
ITA
BRESCIA CORSE
TRIUMPH SPITFIRE
1965
4
833
125 BONELLI A. ROSSETTI R.
ITA
29
57
PORSCHE 356 C
1963
4
843
ITA
PORSCHE 356 A CABRIO
1958
3
853
30
126 AIME F. AIME C.
ITA
BRESCIA CORSE
ALFA ROMEO GIULIETTA
1963
4
864
31
24
ITA
BRESCIA CORSE
AUSTIN HEALEY 100 M
1954
2
876
32
174 BAZHENIN B. BAJENINA N.
RUS
KRONOS
FIAT 124 SPIDER
1967
5
895
33
59
SBALZER M. GOFFI S.
ITA
BRESCIA CORSE
AUSTIN HEALEY 100 6
1958
3
931
34
166 CERIOTTI M. BACCHETTI I.
ITA
FIAT 850 COUPE
1966
5
933
35
4
REDAELLI G. REDAELLI G.A.
ITA
ASTON MARTIN
1933
1
960
36
19
CAMILLI T. GRISCI L.
ITA
JAGUAR XK 120
1953
2
998
37
124 CAMPLANI A. NOVI M.
ITA
FIAT 600 D
1963
4
1007
38
25
CONSOLI S. FONTANA A.
ITA
PORSCHE 356 A SPEED
1955
2
1105
39
16
CASTELLI F. VALLI G.A.
ITA
PORSCHE 356 PRE A
1952
2
1116
40
60
KOFLER W.F. PRUGGER G.
ITA
PORSCHE 356 A
1958
3
1130
41
66
CAMPAILLA M. ALVISI D.
ITA
BOLOGNA AUSTOST
TRIUMPH TR 3A
1959
3
1138
42
72
MILANESI A. PRIORI L.
ITA
3T CREMONA
FIAT 1100 103 H
1960
3
1162
43
85
SANGALLI G.F. BERTUSSI R.
ITA
PORSCHE 356 B
1961
3
1193
44
15
GIAMBARDA D. RIVADOSSI R.
ITA
BRESCIA CORSE
PORSCHE SPEED
1957
2
1195
45
147 RANGHETTI M. RANGHETTI A.
ITA
BRESCIA CORSE
PORSCHE 356 C
1964
4
1196
46
83
SALERI V. DE ROSSI L.
ITA
TRIUMPH TR 3A
1961
3
1232
47
161 PASOTTI E. DANESI R.
ITA
FIAT 850
1966
5
1242
48
71
GORNI R. GRASSO A.
ITA
MILANO AUTOSTORICHE TRIUMPH TR 3A
1960
3
1254
49
165 CERRI C. DALMINI E.
ITA
GMT
VOLKSWAGEN 11 D
1966
5
1277
50
43
SCALVENZI L. GARATTI M.
ITA
TRIUMPH TR 3
1957
2
1358
51
6
GOZZOLI P.A. CAMOSCI A.
ITA
A.M.S.PORRETTA
FIAT SIMCA 6 CV
1935
1
1384
52
23
PARZANI S. MOLGORA A.
ITA
KRONOS
TRIUMPH TR 2
1954
2
1435
53
167 MARINELLI S. COLPANI M.
ITA
BRESCIA CORSE
PORSCHE 911 S
1967
5
1478
54
63
ITA
RUOTE EPOCA PV
TRIUMPH TR 3A
1959
3
1488
55
104 TONINELLI L. CAPELLI A.
ITA
LANCIA APPIA
1962
4
1513
56
73
PASETTI L. SPALLA R.
ITA
PORSCHE 356 B CABRIO
1960
3
1566
57
184 CONSOLI E. TASCHETTI L.
ITA
PORSCHE 911 S
1968
5
1593
58
34
FORESTI G. FORESTI P.
ITA
PORSCHE 356 A SPEED
1956
2
1601
59
45
RIZZINELLI F. BELLERI F.
ITA
LANCIA APPIA IISERIE
1957
2
1636
60
149 SALVINELLI F. RIBOLDI A.
ITA
BRESCIA CORSE
PORSCHE 356 C
1965
4
1643
61
140 BANI N. BANI S.
ITA
MIRABELLA M.M.
PORSCHE 356 C
1964
4
1661
62
187 COLPANI M. MARINELLI V.
ITA
BRESCIA CORSE
RENAULT ALPINE A 110
1968
5
1672
63
35
VOLPI R. CANINI A.M.
ITA
ALFA ROMEO GIULIETTA
1956
2
1721
64
2
PIANTELLI M. PIANTELLI M.
ITA
BENTLEY SPEED MODEL 1926
1
1761
65
170 LENZI M. DONINI M.
ITA
FIAT 850 SPIDER
1967
5
1799
66
168 GRAMENZI M. PAGLIARINI G.
ITA
JAGUAR E TYPE
1967
5
1827
67
101 SCALVENZI G. OLIVINI G.
ITA
PORSCHE 356 B
1962
4
1897
68
172 GESU’ F. GESU’ C.
ITA
LANCIA FULVIA 1.3 HF
1967
5
1944
69
102 LUZZAGO C. BATTISTA F.
ITA
JAGUAR E TYPE
1962
4
1950
SPAGNOLI F. PARISI G.
GRUMELLI P.G. MININI A.
VANAGOLLI A. DAGNINO G.
GMT
L.P.CLASSIC
BRESCIA CORSE
BLACK EAGLES
BRESCIA CORSE
A.M.S.PORRETTA
APPIA CLUB
eventi
28
41
eventi
42
70
116 ORIOLI A. PINZONI M.
ITA
71
67
TRIUMPH SPITFIRE
1963
4
2046
ITA
PORSCHE 356 A CABRIO
1959
3
2118
72
153 CLERICI M. RESTELLI D.
ITA
C.M.A.E.
PORSCHE 356 SC
1965
4
2178
73
175 MAZZELLA G. MARROCCO F.
ITA
C.C.CAPITOLINO
ALFA ROMEO GIULIA
1967
5
2209
74
75
CONTI M. CARRERA M.
ITA
GMT
TRIUMPH TR 3A
1960
3
2251
75
47
BORTESI E. BORTESI A.
FRA
AMBROSIANA
ALFA ROMEO GIULIETTA
1957
2
2297
76
128 SARGIANI G. SARGIANI M.
ITA
MERCEDES 190 SL
1963
4
2326
77
169 BAROZZI E. ZANNI M.
ITA
PORSCHE 911 S
1967
5
2330
78
32
LORINI G.L. CIOCCA M.
ITA
PORSCHE 356
1955
2
2372
79
26
BARBIERO A. MAESTRI T.
ITA
TRIUMPH TR 2
1955
2
2379
80
100 FROSIO P. CITTADINI P.
ITA
BMW 700 LL
1962
4
2391
81
115 LUCINI R. LUCINI P.L.
ITA
C.A.V.E.C.
PORSCHE 356 B CABRIO
1963
4
2396
82
183 PASETTO S. BERTAZZI C.
ITA
MWVCC
ABARTH 695 SS
1968
5
2407
83
3
AURICCHIO A. ZAMBELLI A.
ITA
C.A.V.E.C.
FIAT 508 S COPPA ORO
1933
1
2415
84
62
PIANTELLI A. VAILATI F.
ITA
TRIUMPH TR 3A
1959
3
2417
85
20
VIVENZI G. AMONTI C.
ITA
FIAT 8V
1953
2
2483
86
136 ALIVERTI A. BIANCHERA A.
ITA
VOLVO P 1800 S
1964
4
2509
87
118 BRICCHETTI V. BERTOLA E
ITA
MWVCC
FIAT 1500 C VIGNALE
1963
4
2548
88
141 LINOSSI L. MUGELLI M.
ITA
MIRABELLA M.M.
PORSCHE 356 C
1964
4
2606
89
30
ITA
VETERAN CAR T.
AUSTIN HEALEY 100 M
1955
2
2623
90
178 BRUNORI R. BIGOLONI L.
ITA
PORSCHE 911 S
1968
5
2708
91
192 FACCHINETTI A. CRISTINI E.
ITA
PORSCHE 911 T
1968
5
2728
92
92
ITA
ALFA ROMEO GIULIETTA
1961
3
2805
93
146 BOLLINI A. NIGRO R.
ITA
PORSCHE 356 C
1964
4
2963
94
53
ITA
MIRABELLA M.M.
PORSCHE 356 CONVERT
1958
3
3095
95
108 PONTIROLI A. PONTIROLI F.
ITA
BRESCIA CORSE
PORSCHE 356 S
1962
4
3122
96
164 FORMICONI M. SPEZIALI C.
ITA
C.A.T.E.U.
FIAT 850 VIGNALE S
1966
5
3151
97
151 BORDOGNA C.
ITA
L.P.CLASSIC
PORSCHE 356 C CABRIO
1965
4
3173
98
58
SCOZZOLI A. MESCOLINI Y.
ITA
CIRC.BIELLA A.
ALFA ROMEO GIULIETTA
1958
3
3245
99
46
SALA M. RAVA V.
ITA
PORSCHE 911
1965
4
3280
100 122 ZANETTI A. BONOMI M.
ITA
JAGUAR E TYPE
1963
4
3289
101 98
PRIGNACHI V. DAMINI M.
ITA
ALFA ROMEO GIULIA
1962
4
3302
102 88
BRESCIANI I. PERLETTI E.
ITA
ALFA ROMEO GIULIETTA
1961
3
3307
103 82
SIMONI M. MANCINO G.
ITA
C.A.M.E.BO
PORSCHE 356 B
1960
3
3378
104 96
LAZZARI M. ZOLI A.
ITA
TOPOLINO CLUB
ALFA ROMEO GIULIETTA
1961
3
3423
105 68
CHIERICO P. BUSCAROLI S.
ITA
RUOTE EPOCA PV
TRIUMPH TR 3A
1959
3
3466
106 103 DE SANTIS U. GANDOLFI G.P.
ITA
NETTUNO
PORSCHE 356 BT 5
1962
4
3470
107 76
ITA
3T CREMONA
MG A
1960
3
3485
VOLKSWAGEN 113
1962
4
3489
MAGG.
1967
5
3509
CALUBANI G.L. MINTRONE F.
MALATESTA G.P. RIEGLER P.
FRAGNI M. GIRELLI O.
DONATI A. BECCHETTI F.
BETTINELLI F. VAILATI F.
3T CREMONA
BRESCIA CORSE
CLASSIC CAR C.
DEL PORTELLO
108 110 BELLINI F. ALARI A.
ITA
109 173 BERTACCINI R. MEDICI M.
ITA
110 123 BRUSA M. CURONE G.
ITA
PORSCHE 911
1963
4
3524
111 155 ZAMPAGLIONE L. RONCHI G.
ITA
PORSCHE 356 C
1965
4
3538
R.I.PORSCHE
KLUPFEL G. KLUPFEL M.
ITA
PORSCHE 911
1955
2
3548
113 137 TOSI E. DONGHI L.
ITA
TRIUMPH TR 2
1964
4
3679
114 40
ITA
PORSCHE 356 C
1956
2
3693
PORSCHE 356 A
1963
4
3707
PORSCHE 356 C
1964
4
3718
TRIUMPH SPITFIRE
1957
2
3823
TRIUMPH TR 3
1961
3
3882
MG A
1968
5
3933
PORSCHE 911 S
1952
2
3973
JAGUAR XK 120
1960
3
4056
TRIUMPH TR 3A
1959
3
4202
SQUARZI A. SAVANI R.
115 129 TOMASELLA R. TOMASELLA F.
ITA
116 139 ZOLI L. BUGATTI D.
ITA
117 50
MOCCHI F. DENTALI P.
ITA
118 94
LANFRANCHI G. LA GIOIA A.
ITA
R.I.PORSCHE
SERENISSIMA S.
BRESCIA CORSE
BLACK EAGLES
MWVCC
119 188 LASTRUCCI G.P. NOVI A.
ITA
120 17
BAGGI G. VIOLINI R.
ITA
121 81
FIORENTINI G. GAFFURRI A.
ITA
CASTELLOTTI L.
122 70
SAVI A. SAVI F.
ITA
CAVEC
123 182 LUZZAGO O LUZZAGO V
ITA
PORSCHE 356 A
1968
5
4237
124 138 LUPO E. LUPO D.
ITA
PORSCHE 912
1964
4
4261
125 89
MUCHETTI F. FOGLIA G.M.
ITA
PORSCHE 356 C
1961
3
4275
126 87
MALAGUTI A. SERRA F.
ITA
PORSCHE 356 BT 5
1961
3
4429
127 117 MONTINI R. ZANELLI J.
ITA
LANCIA FLAMINIA C
1963
4
4551
PORSCHE 356 S 90
1956
2
4622
ITA
PORSCHE 356 A
1959
3
4810
130 114 STEFANI P.F. STEFANI E.E.
ITA
1963
4
4830
131 21
ITA
MG CAR CLUB
MG A
ABARTH 1000 TC
1954
2
4836
132 113 ZANI N. BUSI I.
ITA
VETERAN CAR T.
VOLVO PV 444 HS
1963
4
4857
133 84
LA RUSSA G. MONZINI G
ITA
VOLVO CORSE
PORSCHE 356 B
1961
3
4869
134 99
CASTELPIETRA M.SCEBBA G.
ITA
ALFA ROMEO GIULIETTA
1962
4
5064
135 18
BREGOLI F. SOREGAROLI M
ITA
LANCIA FLAMINIA TOUR
1953
2
5516
136 52
GARIONI A. CONTRINI B.
ITA
PORSCHE 356 PRE A
1957
2
5570
TRIUMPH TR 3
1967
5
5878
MERCEDES 250 SL
1966
5
6220
AUSTIN CAMBRIGDE
1960
3
6318
PORSCHE 356 B
1963
4
6370
PORSCHE 356
1952
2
6413
128 38
BIAVA GIACOMELLI CANTELE N. ITA
129 65
POLZONI G. CURNIS A.
GANDOLA G.A. TRIA A.
137 177 ZANNI P. MORATTI O.
ITA
138 162 BORTOLUZZI T. FANO E.
ITA
139 80
ITA
BACCOLO M. BACCOLO E.
MWVCC
OFF. FERRARESE
C.A.M.S.QUINZAN
BRESCIA CORSE
MIRABELLA M.M.
140 109 MONCINI G. MONFARDINI S.
ITA
141 171 CAPOLUGO B. PADOVANI C.
ITA
142 121 MALACORTI R. MALACORTI R.
ITA
PORSCHE 356 CABRIO
1963
4
6496
143 107 BELLELI S. RANGONI P.
ITA
PORSCHE 356 B
1962
4
7134
144 193 BRAVI M. ORTU N.
ITA
AUSTIN HEALEY MK II
1968
5
7158
145 33
COMINI A. GHISLA A.
ITA
ALFA ROMEO 1750 GTV
1955
2
7466
146 22
PREMOLI R. GAFFURI P.
ITA
FIAT 1100 103 TV
1954
2
7535
147 64
DOTTI S. TOMASONI G.M.
ITA
FIAT 1100 TV PININF.
1959
3
7567
148 5
GOEDMAKERS R. VAESSEN R.
BEL
VOLVO PV 544
1935
1
8085
LAGONDA RAPIER
1964
4
8661
PORSCHE 356 C
1938
1
8764
GAMS GALLARATE
VETERAN CAR T.
C.C.CAPITOLINO
149 135 CECCONI S. CRIPPA V.
ITA
150 10
STEVENS J. NIEVELSTEIN J.
BEL
151 54
ACTIS S. FAUCONNIER F.
FRA
DELAHAYE 135 MS
1958
3
8924
152 41
MENEGHINI A. GOBBI M.
ITA
ALFA ROMEO GIULIETTA
1956
2
9794
153 186 DELFINO G. CANESSA G.
ITA
TRIUMPH TR 3
1967
5
11064
MWVCC
OFF.FERRARESE
eventi
112 31
43