i due lampi di oggi

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i due lampi di oggi
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a cura dello Spi Cgil Marche – e-mail: [email protected] http://www.marche.cgil.it/spi
n 110218
i due lampi di oggi
1 - Continua l‟imbroglio verso i poveri
2 - Dalla 'Robin Hood tax' 4 miliardi per l'Italia
www.spi.cgil.it
Milleproroghe: social card alle associazioni caritative
Continua l‟imbroglio verso i poveri
Nel decreto mille proroghe approvato al Senato mercoledì 16 febbraio (158 sì, 136 no, 4 astensioni), la Carta acquisti, più
conosciuta come social card, sarà rifinanziata e gestita, in fase sperimentale, dagli enti caritativi. Il decreto dovrà ora passare
al vaglio della Camera.
Nel dibattito sul Decreto legge 2518 (milleproroghe) in sede di commissioni congiunte Affari
costituzionali e Bilancio del Senato è stato presentato un emendamento relativo alla proroga della Carta
Acquisti.
L‟emendamento propone la proroga della sperimentazione dell‟articolo 81 comma 32 della legge 6 agosto
n° 133. Le nuove modalità operative presentate nel testo riguardano la forma gestionale.
I comuni con popolazione superiore ai 250.000 abitanti sono chiamati a individuare degli enti caritativi
(associazioni no profit) ai quali affidare una quota di carte acquisti per avviare una fase sperimentale. Gli
aventi diritto sono le persone in stato di bisogno, verificati in base all‟attestazione dell‟Indicatore della
situazione economica (Ise/Isee).
Gli enti caritativi, secondo il testo, devono svolgere l‟attività di gestione dello strumento e operare per
l‟attivazione di progetti individuali di presa in carico per il superamento della condizione di povertà.
I Comuni da parte loro sono chiamati ad aprire una fase sperimentale con la quale individuare gli enti
caritativi operanti nel proprio territorio per integrare le funzioni di cui è titolare il Comune, con la
possibilità di integrare il beneficio connesso alla carta acquisti e con uno scambio di informazioni sui
beneficiari degli interventi.
La sperimentazione avrà una durata di 12 mesi a decorrere dalla concessione della carta acquisti agli enti
caritativi selezionati. Per la sperimentazione si prevede di valere sul Fondo individuato dall‟articolo 81
comma 29 del D.L. 112 convertito nella legge 6 agosto n° 133 nel limite massimo di 50 milioni di euro
che viene corrispondentemente ridotto.
Nel rispondere al “question time” del 3 febbraio dell‟Onorevole Donata Lenzi della Presidenza del
gruppo parlamentare del Pd, il Ministro Elio Vito ha esplicitato che per il programma della Carta acquisti
sono disponibili 487 milioni di euro e che il programma potrebbe proseguire per tutto l‟esercizio
finanziario 2012.
La proposta di emendamento può essere considerata utile per la parte che assegna ai Comuni un ruolo
attivo nella gestione della Carta acquisti, riconoscendo le funzioni attribuite all‟ente Comune sia
dall‟articolo 118 della Costituzione, sia dalla legge 328/00 di riforma dei servizi sociali.
Non è invece convincente il percorso della sperimentazione che individua le sole città con popolazione
superiore ai 250.000 abitanti, in quanto vi sono sacche di povertà diffusa anche in moltissimi comuni di
medie e piccole dimensioni. L‟affido di un secondo canale di gestione della Carta Acquisti può essere
- dichiarazione La Monica e Pedretti
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Fisco www.rassegna.it
Dalla 'Robin Hood tax' 4 miliardi per l'Italia
Presentata la tassa sulle transazioni finanziarie: vale 400 miliardi di dollari in tutto il mondo. La proposta del sindacato
internazionale rilanciata dalla Cgil. "Banche e fondi speculativi possono permettersi di pagare, facciano la propria parte"
di rassegna.it
Tassare le operazioni finanziarie per rilanciare l‟economia e limitare le speculazioni di banche e grandi
operatori. Una sorta di „Robin Hood Tax‟, ispirata a quella più famosa lanciata quasi quarant'anni fa
dall‟economista premio Nobel, James Tobin. In Italia, lo 0,05% sulle transazioni, in media, darebbe un
gettito pari a 3,89 miliardi di euro, portando risorse allo Stato pari allo 0,2 per cento del Pil. Ancora
maggiori sarebbero i risultati nei paesi con mercati finanziari più sviluppati come Germania (1 per cento
del reddito nazionale) o Inghilterra (6,3 per cento).
In caso di applicazione in tutto il mondo, le entrate complessive sarebbero di 400 miliardi di dollari, fondi
che potrebbero essere destinati alla lotta alla povertà e al contrasto dei cambiamenti climatici. Il gettito
effettivamente riscosso potrà essere superiore o inferiore, dipende da molti fattori (numero di paesi
coinvolti, aliquota applicata a ciascun prodotto finanziario e impatto sul mercato): in qualsiasi modo si
scelga di fare i conti, si tratta comunque di una cifra consistente che potrebbe avere un forte impatto
sull'economia reale.
La proposta in dieci punti è stata elaborata dalla Confederazione internazionale dei sindacati (Csi) che è
riuscita a coinvolgere tutte le organizzazioni dei lavoratori e può contare anche su "sponsor" autorevoli: in
Francia spinge in una direzione simile il presidente Nicolas Sarkozy; in Germania la cancelliera Angela
Merkel. Tra le personalità che hanno aderito, l'ex presidente del Brasile, Ignacio Lula e i premi Nobel per
l'Economia Paul Krugman e Joseph Stiglitz.
La Ttf - questo l'acronimo per Tassa sulle transazioni finanzarie - è stata presentata il 17 febbraio in
convegni e conferenze stampa dei sindacati in tutto il mondo. Nel nostro paese è stata illustrata dalla Cgil
presso la sede nazionale in Corso d‟Italia 25, a Roma. Nell'occasione, la segretaria generale della
confederazione, Susanna Camusso, ha inviato al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al ministro
dell‟Economia Giulio Tremonti una lettera con i dieci punti del documento, invitandoli a sostenere la
proposta nella prossima riunione dei ministri finanziari del G20.
"La tassa - si legge nel documento - non graverebbe sulla gente comune, sarebbe cioè altamente
progressiva: la compravendita di beni finanziari, quali obbligazioni e derivati, interessa infatti istituzioni
finanziarie, banche d‟investimento e fondi speculativi, non tanto il pubblico generale". Resterebbero
infatti escluse transazioni abituali come i pagamenti per beni e servizi, le prestazioni di lavoro, le rimesse
all‟estero, i prestiti interbancari a breve termine e tutte le operazioni ordinarie (prelievi, versamenti,
bonifici). Di fronte a una crisi che hanno contribuito a generare, prosegue il documento, "le istituzioni
finanziarie possono permettersi di pagare ed è giusto che mettano la propria parte".
In molti paesi le Ttf già esistono: "Nel corso degli ultimi decenni - osserva il sindacato internazionale oltre 40 nazioni le hanno introdotte a carattere permanente o transitorio. In particolare il Regno Unito, che
riscuote circa 5 miliardi di dollari l‟anno tramite l‟imposta di bollo sulle transazioni azionarie. Introdurre
Ttf ben concepite e a tassi ragionevoli - osserva dunque il Csi - non significa spingere le istituzioni
finanziarie a prendere armi e bagagli e andarsene".
Oltretutto, l‟applicazione sarà semplice e non dispendiosa: "È una delle lezioni apprese dalle oltre
quaranta già introdotte nel mondo: i costi di riscossione sono bassi", si legge nel documento di
presentazione. Riscuotere le Ttf tramite sistemi di regolamento centralizzati "renderebbe anche
estremamente difficile il mancato versamento o l‟evasione dell‟imposta: sono state le banche stesse a
creare i sistemi di regolamento delle transazioni, per dotarsi di reti di sicurezza e minimizzare i rischi
associati alle grandi transazioni di denaro".
La proposta prevede che transazioni di prodotti finanziari di tipo diverso possano essere soggette ad
aliquote diverse. Quello dello 0,05% è un valore medio calcolato su diverse classi di beni e dovrà variare
in base ai mercati specifici: più basso per il mercato all‟ingrosso degli scambi di valuta estera (dove si
registrano volumi estremamente elevati), più alto per i titoli azionari in cui il valore fissato potrebbe
raggiungere lo 0,5%, ovvero l‟aliquota attualmente prevista dal Regno Unito per la Ttf. (m.m.)
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