saharawi, il muro della vergogna

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saharawi, il muro della vergogna
SAHARAWI, IL MURO DELLA VERGOGNA
PREMESSA ....................................................................................................................................................................... 2
MOTIVAZIONE ................................................................................................................................................................ 3
ATTORI ............................................................................................................................................................................. 5
SOLUZIONE PROPOSTA.............................................................................................................................................. 11
INCONTRO CON I SAHARAWI ................................................................................................................................... 14
PROGRAMMAZIONE TEMPORALE PARTE SCOLASTICA E DIFFUSIONE ...................................................... 15
PROGETTO DIDATTICO .............................................................................................................................................. 16
DESTINATARI................................................................................................................................................................ 19
VALUTAZIONE .............................................................................................................................................................. 20
COSTI .............................................................................................................................................................................. 20
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PREMESSA
Un popolo senza terra, uno Stato senza nazione. E un muro, lungo 2.700 chilometri di pietre e
sabbia, che da quasi 35 anni divide un territorio (il Sahara Occidentale) dal suo popolo (quello
saharawi). È come una ferita questo muro di muri: quattro, cinque, sei cumuli che corrono
paralleli nel deserto del Sahara, disseminati di oltre cinque milioni di mine e sorvegliati da
160 mila militari marocchini. L’hanno costruito negli anni Ottanta, per impedire gli attacchi
dei miliziani saharawi e il ritorno dei profughi. Oggi questo popolo vive in gran parte in esilio,
così come il suo governo. Un pasticcio della decolonizzazione spagnola, seguita dall’invasione
marocchina.
Circa duecentomila persone fuggite dalle proprie case nel 1976 sono ammassate da anni in
campi profughi nel deserto algerino. Senza acqua, cibo, strutture sanitarie adeguate.
Dipendenza totale dagli aiuti umanitari. E un futuro molto incerto. Musulmani sunniti al
cento per cento, i saharawi sono un popolo molto religioso, che tuttavia ha conservato dalla
tradizione nomade un sentimento di libertà che li rende più aperti anche nei confronti della
religione. Un sentimento coltivato soprattutto dalle donne, che rappresentano la spina dorsale
dei campi profughi. Qui, l’organizzazione è in buona parte sulle loro spalle. Donne coraggiose
e dinamiche. Come Nuena, fuggita dal Sahara Occidentale, nel 1976, sotto le bombe
marocchine. Suo marito rimase ucciso e lei arrivò nei campi senza nulla. «Io e le altre donne
abbiamo dovuto strappare i veli per coprire i nostri figli», racconta. Nuena ha perso anche il
secondo marito in guerra e il terzo è stato ferito. Ma nonostante ciò, è ancora una donna
estremamente energica. «Noi donne abbiamo accettato la sfida di assumerci grandi
responsabilità nelle strutture del nuovo Stato, per dare un futuro ai nostri figli e trasmettere
loro l’orgoglio di appartenere al popolo saharawi».
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MOTIVAZIONE
Relativamente alla motivazione che ha stimolato la presentazione del progetto non è difficile
rendere evidenza di quanto sia sconosciuta la materia in oggetto. La necessità di mettere a
conoscenza il maggior numero di persone relativamente ad un problema di un popolo
costretto a vivere per metà in situazione di occupazione forzata e violenta e per metà
emarginato, esiliato in campi profughi nel pieno deserto del Sahara.
Questa assenza di informazione è resa ancora più evidente se si riscontra che l’Italia segue con
attenzione il contenzioso tra Marocco e Fronte Polisario sul Sahara Occidentale, in stretto
coordinamento con i partners europei. Sul piano bilaterale e multilaterale, la Commissione
Permanente per gli Affari Esteri e Comunitari del Governo Italiano ha più volte invitato le
parti a mantenere un dialogo franco e senza precondizioni, che consenta di ottenere concreti
progressi nel negoziato in corso sotto l’egida delle Nazioni Unite. L’ONU è, infatti, l’unico
ambito in cui si ritiene possa essere trovata una soluzione politica equa, durevole e
mutuamente accettabile, in conformità con le Risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza e
dall’Assemblea Generale. A tal fine, l’Italia sostiene senza riserve l’azione di mediazione
condotta dal Segretario Generale delle Nazioni Unite e dal suo Inviato personale,
Ambasciatore Ross. Inoltre contribuisce fin dalla sua costituzione, alla missione ONU
MINURSO nella regione.
La Commissione ha accolto con soddisfazione la recente ripresa dei colloqui informali tra
Marocco e Fronte Polisario. Per la prima volta le parti hanno discusso, assieme ai Paesi
osservatori (Algeria e Mauritania), gli aspetti operativi del programma, mirante a rafforzare
la fiducia reciproca, gestito dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati(UNHCR). E
hanno raggiunto un’intesa per consentire la ripresa delle visite tra familiari saharawi. Due
nuove sessioni sono previste nella prima parte di quest’anno. Sono segnali incoraggianti che si
auspica possano preludere a sviluppi favorevoli.
Sotto il profilo umanitario, il Governo italiano ha costantemente monitorato, con i principali
partner comunitari ed internazionali, le condizioni nel Sahara Occidentale e nei campi
profughi di Tindouf in Algeria.
Lo scorso 9 novembre il nostro Ministro degli Esteri ha espresso grande preoccupazione per
le vittime e i numerosi feriti causati dagli scontri seguiti all’azione di sgombero, da parte delle
forze marocchine, dell’accampamento di Gdeim Izik, nei pressi della città di La Ayoune. Il
Ministro Frattini ha rivolto un appello alle parti a proseguire costruttivamente il negoziato in
corso sotto gli auspici delle Nazioni Unite per trovare una soluzione pacifica, e a mantenere la
necessaria calma e moderazione per evitare scontri che causerebbero ulteriori spargimenti di
sangue. La Commissione ha, quindi, preso favorevolmente atto della decisione del Parlamento
marocchino di istituire una commissione d’inchiesta per indagare sugli eventi che hanno
portato all’intervento delle autorità di Rabat. L’Italia ha, inoltre, salutato positivamente la
risoluzione con cui, lo scorso 25 novembre, il Parlamento Europeo ha chiesto alle Nazioni
Unite di contribuire a far luce sugli incidenti nell’accampamento di Gdeim Izik, e alla
Commissione europea di garantire un adeguato afflusso di aiuti umanitari.
Il nostro Paese è da tempo in prima linea nel fornire – con un consistente impegno della
nostra cooperazione – assistenza umanitaria ed alimentare a favore dei rifugiati Saharawi nei
campi di Tindouf.
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Nel 2010 il Governo Italiano ha contribuito con 300 mila euro al Programma Alimentare
Mondiale per la distribuzione di cibo, il cui elenco è stato concordato con il rappresentante del
Fronte Polisario per l’Italia. E’ stato inoltre finanziata – per un valore di 530 mila euro – una
serie di attività dell’UNHCR nei campi profughi mirate a combattere la malnutrizione,
soprattutto infantile; a migliorare l’accesso alle cure mediche di base e le condizioni
igienicosanitarie; ed a favorire scambi di visite tra familiari Saharawi.
Da alcuni anni l’Italia sostiene, inoltre, un programma, gestito in loco dalla ONG italiana
CISP, per migliorare la distribuzione dei viveri nei campi Saharawi, iniziativa che ha ricevuto
particolare apprezzamento da parte di una recente missione internazionale dei donatori a
Tindouf. Sul piano generale, è opportuno sottolineare che il Marocco sta compiendo sforzi
significativi per migliorare il rispetto dei diritti fondamentali, come confermato dal giudizio
sostanzialmente positivo emesso dal Consiglio Diritti Umani delle Nazioni Unite, a seguito
dell’esame periodico del 2008. Il Marocco ha, inoltre, ratificato la maggior parte degli accordi
internazionali in materia di diritti umani. Anche l’ultimo Rapporto annuale dell’Unione
Europea ha registrato progressi in tale settore. Si tratta di segnali confortanti che il Governo
italiano incoraggia e che ci si augura possano trovare conferma in una soluzione positiva del
contenzioso sul Sahara Occidentale.
Tutto ciò diventa di maggiore attualità proprio in un momento storico che investe tutto il
Maghreb. Il 2011 segna in modo netto ed indelebile un cambiamento rivoluzionario negli
equilibri di paesi come la Tunisia, l’Egitto, la Libia. Movimenti si segnalano nel Mali, in
Algeria, in Mauritania e si prevedono in Marocco.
Ebbene perché un popolo situato nel mezzo di tutti questi paesi viene dimenticato
dall’opinione pubblica e per primo dai mezzi informativi? Solo perché non ha ancora deciso
di riprendere in mano quelle armi che ha deposto unilateralmente?
Perché non si parla di questo muro che divide membri della stessa famiglia da più di 35 anni,
che ha spezzato vite e nuclei famigliari, che ha cambiato la vita di molte persone?
Questo è ciò che ci prefissiamo! Far conoscere e lasciare giudicare!
Da quattro anni ci rechiamo, come volontari, nei campi profughi rendendoci conto che si
tratta di una realtà sconosciuta ai più nella nostra Provincia Autonoma ed in molte altre
regioni italiane. Non è bastata la serata informativa organizzata nel 2008 insieme
all’associazione Tempora ed ai Rotary Club Trentini, ne le varie serate informative realizzate
nei locali pubblici trentini per far percepire la presenza del muro di segregazione dei diritti
civili ed umani più lungo al mondo.
Per tutto questo cerchiamo di portare avanti una campagna di aiuti che va ben oltre le
richieste di contributi finanziari provinciali ma che tramite il gemellaggio con altre
associazioni, le nostre forze e l’aiuto dei cittadini trentini e non, cerca di portare sollievo, aiuto
al popolo Saharawi. Ma come loro stessi chiedono il primo aiuto fondamentale è
l’informazione della loro esistenza, della loro situazione e della loro tragica inesistenza
giuridica.
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ATTORI
Responsabile del progetto proposto è l’associazione di volontariato Tre.Ca.Sma., con sede in
Provincia di Trento, nel Comune di Trento in P.zza G. Cantore, 3; operante nel territorio
provinciale, nazionale ed estero.
Tale associazione, non persegue scopi di lucro ma esclusivamente fini di solidarietà sociale
quali solidarietà internazionale, cooperazione allo sviluppo, aiuti umanitari ai paesi in via di
sviluppo, sensibilizzazione sulle tematiche della solidarietà internazionale nei confronti della
comunità trentina.
Attualmente il numero di soci è di circa una sessantina di elementi ed il consiglio direttivo
dell’associazione per la legislatura corrente, è rappresentato da: Alessandro Graziadei
(addetto stampa), Luciano Maistri, Walter Manta, Andrea Maschio, Antonio Monti e Nadia
Parolari (responsabili organizzazione eventi), Demis Polini, Mohamed Fadel Abid Hamadi
(Responsabile contatti con i campi), Christian Tiso (Addetto sito internet), Fabrizio
Vagnerini. I suddetti consiglieri hanno eletto alla carica di Presidente il signor Andrea
Maschio, alla carica di Vicepresidente il signor Walter Manta, e alla carica di segretario il
signor Demis Polini, alla carica di Tesoriere l’avv. Fabrizio Vagnerini ed il dott. Luciano
Maistri alla carica di Revisore dei Conti.
Al momento l’associazione è composta da una sessantina di soci dei quali almeno una dozzina
svolgono attività di solidarietà internazionale anche in collaborazione con altre associazioni.
A livello di competenza specifica relativamente agli aspetti progettuali tecnici e alla capacità
di verifica e validazione della realizzazione dell’opera l’associazione ha al proprio interno
personale qualificato del settore delle costruzioni e dell’idraulica ed in particolare progettisti e
direttori dei lavori con alle spalle alcune esperienze di progetti di volontariato realizzati, come
il sottodescritto impianto di irrigazione nel Kerala in India, e quello in corso di redazione di
un convitto al servizio dell’Istituto Trentino professionale a Manchay in Lima (Perù).
Relativamente agli aspetti prettamente tecnici di questo progetto si rimanda alla descrizione
dell’agenzia partner Parallelozero e alla competenza sotto richiamata di Alessandro
Graziadei.
Negli ultimi due anni l’Associazione ha realizzato interventi di informazione e
sensibilizzazione in Trentino tramite incontri pubblici e pubblicazioni anche a livello
nazionale in merito alla situazione dei campi profughi saharawi.
In particolare:
- è stato pubblicato il libro-diario “Orgoglio Saharawi – L’Africa dimenticata” scritto
da Andrea Maschio e stampato tramite il Gruppo editoriale L’Espresso
http://www.trecasma.org/Eventi_e_progetti/Voci/2008/7/1_Il_Libro.html
- è stata realizzata la serata di informazione e sensibilizzazione per la cooperazione
internazionale presso la sala della Cooperazione intitolata “...Africa dimenticata”, in
collaborazione con Rotary Trentino Nord, Madonna di Campiglio, Riva del Garda,
Valsugana, Rovereto e Rotaract, Cooperazione Trentina e Associazione Tempora
Onlus
http://www.trecasma.org/Eventi_e_progetti/Voci/2008/9/23_Serata_%E2%80%9CAfri
ca_Dimenticata%E2%80%9D.html
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è stata realizzata la serata di informazione e sensibilizzazione per la cooperazione
internazionale presso il locale Osteria Trentina intitolata Il popolo Saharawi in
collaborazione con Claudia Bernardi e Viky Keller
sono stati scritti due articoli su testate sportive a tiratura nazionale quali “Spirito
trail” e “ Running’s World”
La tenuta di un seminario nella persona del Presidente Andrea Maschio, in qualità di
relatore, in collaborazione con l'associazione F.I.D.A.P.A. (Federazione italiana donne
arti professioni affari - Sezione di Trento) presso il Centro Culturale Antonio Rosmini
con oggetto la presentazione della Rappresentante saharawi Aminatou Aidar ed il suo
popolo.
La partecipazione alla realizzazione del calendario “Minoranze a chi?” realizzato dalla
Fondazione Fontana
La realizzazione di cene informative e sensibilizzazione di solidarietà per il popolo
saharawi.
La realizzazione di uno stand informativo presso l’area della P.A.T. messa a
disposizione delle associazioni durante la manifestazione “Fa la cosa giusta” del 2010.
E’ in uscita un articolo sulla associazione sul mensile “Vita Trentina”
E’ in corso inoltre una raccolta fondi per l’acquisto di 10 cisterne per l’acqua potabile
al servizio di 10 famiglie in difficoltà;
E’ in corso inoltre una raccolta fondi per l’acquisto di 20 regolatori di potenza per le
batteria di 10 famiglie in difficoltà;
E’ in corso inoltre una raccolta fondi per l’aiuto continuativo annuale di una famiglia
in particolare difficoltà formata da una mamma con tre figli nel villaggio di El Ayoun.
Sempre negli ultimi due anni, direttamente nei campi profughi Saharawi, l’Associazione ha
realizzato interventi di solidarietà puntuale tramite:
In particolare:
- l’acquisto sul posto e relativa donazione di cinque pannelli solari con relative batterie
accumulatrici per integrare l’impianto elettrico di cinque diverse famiglia in difficoltà
nei villaggi di Smara e Dakhla;
- l’acquisto sul posto e relativa donazione di pneumatici per fuoristrada al servizio del
Centro di educazione ed integrazione per ragazzi disabili nel villaggio profughi di
Smara e di una famiglia la cui sussistenza dipende dall’uso taxi dell’auto;
- la partecipazione di più soci alla Sahara Marathon con il risultato di portare maggior
sensibilizzazione e con i cui proventi aiutare l’associazione El Ouali alla realizzazione
di alcuni progetti in essere;
- la collaborazione con il Collegio degli Ingegneri del Trentino per l'acquisto di medaglie
prodotte nei campi profughi saharawi;
- l’acquisto sul posto e relativa donazione di un pannello solare con relativa batteria
accumulatrice per integrare l’impianto elettrico di una famiglia in difficoltà nel
villaggio di El Ayoun;
- la realizzazione di una tenda tipica (haima) ad uso del consiglio comunale del barrio 3
Daira Feda nel villaggio di El Ayoun;
- Acquisto, trasporto e donazione ad una famiglia del villaggio di Smara di una cucina
solare;
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-
Inizio delle operazioni per la realizzazione del progetto di miglioramento strutturale e
manutenzione della scuola Alì Omar Blaila e del dispensario nella Daira Yereifia nel
villaggio di Dakhla finanziato dalla P.A.T.
Quali esperienze già realizzate nel Paese localizzato si citano:
- l’acquisto sul posto e relativa donazione di cinque pannelli solari con relative batterie
accumulatrici per integrare l’impianto elettrico di cinque diverse famiglia in difficoltà
nei villaggi di Smara e Dakhla;
- l’acquisto sul posto e relativa donazione di pneumatici per fuoristrada al servizio del
Centro di educazione ed integrazione per ragazzi disabili nel villaggio profughi di
Smara e di una famiglia la cui sussistenza dipende dall’uso taxi dell’auto;
- la partecipazione di più soci alla Sahara Marathon con il risultato di portare maggior
sensibilizzazione e con i cui proventi aiutare l’associazione El Ouali alla realizzazione
di alcuni progetti in essere;
- la collaborazione con il Collegio degli Ingegneri del Trentino per l'acquisto di medaglie
prodotte nei campi profughi saharawi
- l’acquisto sul posto e relativa donazione di un pannello solare con relativa batteria
accumulatrice per integrare l’impianto elettrico di una famiglia in difficoltà nel
villaggio di El Ayoun;
- la realizzazione di una tenda tipica (haima) ad uso del consiglio comunale del barrio 3
Daira Feda nel villaggio di El Ayoun;
- Acquisto, trasporto e donazione ad una famiglia del villaggio di Smara di una cucina
solare;
- Inizio delle operazioni per la realizzazione del progetto di miglioramento strutturale e
manutenzione della scuola Alì Omar Blaila e del dispensario nella Daira Yereifia nel
villaggio di Dakhla finanziato dalla P.A.T.
La dimensione dell’associazione non è e non vuole superare quel limite che spesso porta la
stessa ad avere necessità di finanziamenti per le proprie spese.
L’esempio concreto è che indipendentemente dalla possibilità di finanziamento provinciale
relativo alla presente richiesta, due membri dell’associazione, insieme a due membri
dell’agenzia Parallelozero, si sono recati nel febbraio 2011 nei campi per verificare la
situazione e impostare una linea di programma per il progetto e realizzare i filmati e le
fotografie necessarie a proprie spese da utilizzarsi in caso di avvenuto finanziamento.
La capacità di autofinanziamento è legata alle quote associative ma soprattutto alla
realizzazione di seminari ed incontri informativi per raccolte fondi oltre al gemellaggio
con aziende e imprese trentine disposte alla sponsorizzazione dei progetti in corso.
Per il progetto in oggetto è prevista la collaborazione dello Studio di ingegneria RCP di
Trento di cui è socio il Presidente dell’Associazione. Lo scopo di tale collaborazione è
quello di avere a disposizione tutti i mezzi necessari per la progettazione dell’intervento sia
nella fase preliminare che in quella operativa e finale. L’esperienza di tale collaboratore è
testimoniata dal successo del progetto Geetha Villane finanziato dalla PAT e concluso in
collaborazione con l’Associazione Missioni Francescane Onlus e dall’evento organizzato
presso la Sala delle Cooperative “l’Africa dimenticata”.
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Fondamentale tuttavia per la fornitura delle fotografie, la realizzazione dei pannelli, il
rilascio copyright, l’elaborazione dei testi, la realizzazione del cortometraggio, l’editing, lo
speakeraggio, le traduzioni è la collaborazione con l’agenzia fotografia Parallelozero di
Milano massima esperta a livello internazionale nel settore.
ParalleloZero nasce nel 2007 dall'idea di quattro fotogiornalisti italiani che da molti anni
lavorano nel campo del reportage geografico e di attualità: Alessandro Gandolfi, Sergio
Ramazzotti, Davide Scagliola, Bruno Zanzottera. Quattro professionisti che hanno voluto
unire le loro esperienze di viaggio, la forza narrativa e la sensibilità giornalistica per dare
vita a un'agenzia fotografica estremamente dinamica e innovativa. Una raccolta di storie
provenienti da ogni angolo del mondo, una banca delle idee rigorosamente on-line che
propone soltanto reportage fotografici di altissima qualità, selezionati con cura
incrociando etnografia e avventura, geografia e scienza, racconti di viaggio e attualità,
sempre accompagnati da testi giornalistici approfonditi, schede informative e didascalie
esaurienti. I fotoreporter di ParalleloZero sono costantemente in viaggio, alla ricerca di
storie nuove e spettacolari, convinti che il mondo possa ancora sorprendere, commuovere,
emozionare. Come la linea dell'Equatore, anche questo ParalleloZero divide il pianeta in
due: non tra nord e sud o tra primo e terzo mondo, ma tra le storie che vale o non vale la
pena raccontare
In particolare:
Il fotografo Bruno Zanzottera Nasce a Monza l'11 dicembre 1957. Affascinato dalla
cultura celtica, dall'età di 17 anni inizia a compiere alcuni viaggi nell'arcipelago britannico
da cui, in seguito, usciranno i suoi primi reportage fotografici sulla Dublino dei racconti di
James Joyce ed i vichinghi delle isole Shetland. Alla fine del 1979, compie il suo primo
viaggio africano partendo dalla Francia con una vetusta Peugeot 404 che lo porterà,
attraverso il Sahara, fin sulle sponde dell'Oceano Atlantico negli stati affacciati sul Golfo
di Guinea. Sarà amore a prima vista. Da allora l'Africa ed i suoi abitanti saranno sempre
presenti nella sua vita e nei suoi reportage fotografici. Attualmente collabora con le riviste
geografiche e di viaggi: Geo, Focus, Airone, Panorama Travel, Tuttoturismo, Luoghi
dell'Infinito, Itinerari e luoghi.
Tra i suoi reportage fotografici ne ricordiamo alcuni :
Etiopia. l’Africa del poeta, i luoghi di Arthur Rimbaud, Etiopia. Dancalia, alle origini
della terra
Ghana. Ashanti il popolo dell’oro, Ghana. Il gioco delle perle di vetro. Il viaggio delle
murrine da Venezia alle iniziazioni delle ragazze Krobo, Benin. Vodù, la più antica
religione del mondo, Sahel. Abitare una scultura. Le architetture in fango dell’Africa Occ.,
Ilha de Moçambique. memoria storica di molti popoli, Mali. le miniere di sale ed i
carovanieri di Taoudenni, Kenya. Turkana: i popoli del lago di Giada, Kenya. Nairobi:
artisti da shanty-town, Niger. Teneré deserto assoluto, Tanzania. Ol Doinyo Lengai, la
montagna sacra dei Masai, Tanzania. ritorno alla preistoria. Gli Hadza una delle ultime
popolazioni di cacciatori raccoglitori, Africa Occ.. ‘Cauri’ le conchiglie antiche monete
d’Africa, Africa Occ.. Maschere: quando gli spiriti si materializzano, Africa Occ.. Forti e
castelli di tratta sulla Costa degli Schiavi, Rep. Dem. del Congo. Polveriera Kivu, Rep.
Dem. del Congo. L’esorcista, Nigeria. Una nuova primavera nel delta ?, Saharawi: Il muro
della vergogna, Sahara Occidentale: Donne in prima linea
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Il Fotografo/Videomaker Davide Scagiola Nasce a Torino il 25 aprile del 1967. Inizia a
scrivere di musica e cronaca cittadina su diversi giornali locali italiani prima di imbattersi
nella fotografia e nei viaggi. Diventa giornalista nel 1989. A 20 anni si trasferisce a
Bangkok per alcuni mesi. Vive un po' a Londra, Hong Kong e New York e inizia a
collaborare con alcune riviste specializzate in geografia e viaggi. Nel corso degli anni si
specializza in storie di mare, natura e avventura. A tutt'oggi ha visitato per lavoro più di
130 paesi. Ultimamente sta spostando la sua attenzione professionale sul reportage
multimediale. E' uno dei soci fondatori di Parallelozero
La giornalista Anna Pozzi Laureata in Filosofia, assistente presso la cattedra di Scienza e
tecnica delle comunicazioni sociali all’Università cattolica di Brescia, ha iniziato la sua
carriera giornalistica presso il settimanale Il Resegone di Lecco. Ha quindi maturato la
sua prima esperienza africana, lavorando per circa due anni come caporedattrice del
settimanale L’Effort Camerounais di Douala, in Camerun. Dopo un’esperienza di due
anni al mensile Popoli, ha collaborato per sei mesi con l’agenzia Africanews a Nairobi. Dal
gennaio 2000, è redattrice di Mondo e Missione, rivista del Pontificio istituto missioni
estere (Pime), con responsabilità per il settore Africa. Ha visitato e realizzato reportage in
oltre venti Paesi africani. Collabora con diverse testate giornalistiche e tiene incontri di
formazione e seminari su questioni di politica, economia, società e cultura africana e sui
temi dell’informazione globale.Ha collaborato a diversi libri ed è autrice di tre volumi:
Made in Africa (Ed. Monti, Saronno, 2000), Shikò, una bambina di strada (Sperling &
Kupfer, Milano 2006), Schiave (San Paolo, Cinisello Balsamo-Mi, 2010).
Il coordinamento del progetto di sensibilizzazione scolastica verrà garantito da Alessandro
Graziadei, consigliere dell’associazione proponente, laureato in storia contemporanea
presso l’università di Bologna con 110 con lode nel 2002, ha collaborato dal 2004 al 2006
alla realizzazione e alla presentazione di percorsi didattici storico-culturali multimediali
per le scuole medie inferiori e i licei superiori presso il Museo Storico in Trento e il Museo
Storico Italiano della Guerra di Rovereto. Dal 2006 ad oggi, come esperto nella
progettazione e nella realizzazione di progetti didattici multimediali di natura storico culturale, ha collaborato con alcune scuole trentine in modo indipendente con alcuni
percorsi sulla storia di genere e la guerra, la storia post coloniale delle Americhe e la storia
della cooperazione allo sviluppo.
Dal 2006, prima presso Università Internazionale delle Istituzioni dei Popoli (UNIP) di
Rovereto e successivamente presso il Centro per la Formazione alla Solidarietà
Internazionale (CFSI) di Trento, ha approfondito con svariati corsi il rapporto tra
informazione, cooperazione e sviluppo umano, fino ad un master di primo livello in
comunicazione e sviluppo presso l’università Tor Vergata di Roma nel 2007/2008.
Pubblicista iscritto all’albo dei giornalisti dal 2009, dopo una collaborazione con il
Trentino Corriere delle Alpi, è attualmente content manager del sito e newsletter
denominati Abitare la Terra - L’agenda solidale e redattore della testata on line
Unimondo.
Nel 2010 ha vissuto l’esperienza della Sahara Marathon nei campi profughi Saharawi
dell’Algeria e successivamente ha realizzato per conto della Fondazione Fontana il
progetto patrocinato dalla Provincia Autonoma di Trento, assessorato alla Solidarietà
Internazionale e alla Convivenza denominato Minoranze a chi?, un calendario con 13
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associazioni e 3 istituti locali impegnati nella cooperazione con minoranza etniche e
linguistiche.
Il coordinamento della serata di informazione e sensibilizzazione per la cooperazione
internazionale in coincidenza con l’inaugurazione della mostra fotografica, in
collaborazione con Maria Vittoria Keller, Anna Lamphrect, ed altri collaboratori sarà
gestito dal Presidente dell’associazione Andrea Maschio già coordinatore e moderatore
della serata di informazione e sensibilizzazione per la cooperazione internazionale presso
la sala della Cooperazione intitolata “...Africa dimenticata”, in collaborazione con Rotary
Trentino Nord, Madonna di Campiglio, Riva del Garda, Valsugana, Rovereto e Rotaract,
Cooperazione Trentina e Associazione Tempora Onlus.
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SOLUZIONE PROPOSTA
Il progetto si inserisce nell’ottica dell’educazione alla pace e alla solidarietà attraverso
l’informazione diretta alle istituzioni scolastiche, agli Enti Locali, alla Provincia Autonoma di
Trento.
Il principio da seguire è il tentativo di avvicinare il popolo trentino ed in particolare i giovani
a culture diverse cercando di insegnare quale importanza hanno le relazioni di
interdipendenza tra regioni che sembreranno non avere alcune legame tra loro.
Innanzitutto è necessario capire perché sia indispensabile parlare del caso del popolo
Saharawi.
Risulta evidente come un aiuto umanitario ad un popolo in situazione di necessità non abbia
bisogno di particolari spiegazioni. Non servono molte parole o delucidazioni per coinvolgere le
persone ad aiutare o dare anche un solo piccolo contributo per rispondere alle esigenze
primarie di un popolo in difficoltà.
Ma a volte in questi momenti diventa opportuno spingersi un po’ oltre per capire i motivi per
i quali questo popolo si trova in tale situazione ed il perché sia fondamentale trovare una
soluzione per gli equilibri di ciò che comporta lo stato attuale.
Equilibrio di che?
Beh vi sembrerà strano ma in questo caso parliamo nondimeno dell’equilibrio e della pace di
tutta l’area euro mediterranea.
E’ innegabile quanto sia grande l’interesse politico, geografico ed economico del mondo euroafro-mediterraneo.
Stiamo parlando di un progetto di integrazione al massimo livello relativamente allo spazio di
dialogo e cooperazione in grado di garantire stabilità e pace in riferimento ad una dimensione
geografica, culturale e spirituale.
Questo progetto, o se volete necessità, non coinvolge solo le parti costiere europee ed africane
ma nella semplice e pura logica di “prossimità” anche i paesi limitrofi.
Non si tratta di un progetto campato in aria ma di obiettivi reali evidenziati e stabiliti negli
accordi di Barcellona del 1995 sul Partenariato Euro Mediterraneo e di tutte le politiche
mediterranee dei paesi europei.
Il Grande Maghreb Arabo in pace ed equilibrio socio, politico ed economico è l’obiettivo per il
raggiungimento di tali fini.
Da definizione “L'Unione del Maghreb Arabo indica l'unione politica formata il 17 febbraio
1989, con il Trattato di Marrakech, dai cinque paesi del Grande Maghreb, cioè (da est a ovest)
la Libia, la Tunisia, l'Algeria, il Marocco e la Mauritania.
E se si guarda la cartina ci si può rendere conto immediatamente come il Sahara Occidentale
sia il centro geografico del Grande Maghreb tra Algeria, Marocco e Mauritania.
Il concetto che il diritto internazionale sta cercando negli anni e nel mondo di rendere stato di
fatto è quello dell’ “Uti possidetis iuris” ovvero rendere effettivo il principio per il quale le
frontiere dei nuovi Stati nate da lotte di liberazione nazionale coincidono con quelle dei
possedimenti coloniali precedenti.
L'espressione giuridica uti possidetis appartiene alla terminologia diplomatica ed esprime un
criterio di comportamento nelle trattative internazionali sulla sovranità territoriale secondo il
quale viene riconosciuto valido il mantenimento della sovranità su un determinato territorio
quando questa, in certe situazioni, è stata già in qualche modo acquisita (anche attraverso una
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occupazione militare) da parte di una nazione. Viene quindi trasformato un possesso (stato di
fatto) in proprietà, o meglio, sovranità (stato di diritto).
L'espressione uti possidetis ha origine dalle sentenze con le quali il giudice romano imponeva,
nelle vertenze relative alla proprietà di beni immobili, l'intangibilità di un possesso già
acquisito da una delle parti: uti nunc possidetis quominus ita possideatis vim fieri veto
(dispongo affinché non si faccia violenza per impedirvi di possedere così come ora possedete).
La stessa Carte delle Nazioni Unite sancisce il diritto di autodeterminazione di un popolo
anche ricorrendo alla forza.
A pieno titolo il popolo Saharawi si inserisce tra l’altro in questo contesto grazie ad una
peculiarità molto importante che lo contraddistingue:
- la scelta volontaria ormai pluridecennale di deporre le armi per la soluzione pacifica del
conflitto pur essendo, tra le parti in causa, quella messa in fuga, esiliata ed i cui diritti umani e
civili vengono quotidianamente violati.
I Saharawi perseguono da più di trentanni la via del negoziato pacifico per
l’autodeterminazione attraverso la richiesta di realizzazione di un referendum che tuttavia
incontra molte, troppe difficoltà ed i cui parametri realizzati risulta addirittura frustranti e
irrispettosi nei confronti di un popolo violato!
Il Sahara Occidentale rappresenta un area interessante per la realizzazione di investimenti
civili e militari, per l’ammodernamento delle infrastrutture oltre, nondimeno, per lo
sfruttamento delle risorse economiche locali (enormi miniere di fosfati, presenza di petrolio,
costa tra le più pescose di tutta l’Africa).
Ma perché questo può rappresentare un pericolo per la pace euromediterranea e perché
l’autodeterminazione della Rasd, Repubblica Araba Saharawi Democratica, potrebbe
rappresentare l’ago della bilancia?
La fotografia geopolitica attuale vede da una parte il Marocco, appoggiato da Francia e Stati
Uniti e dall’altra il Fronte Polisario, unità politica della RASD, (Fronte Popolare per la
Liberazione del Saguia el Hamra e Rio de Oro) appoggiato dall’Algeria. E ‘indubbio che il
confronto tra Marocco e Algeria sia ad alto potenziale esplosivo. Gli interessi economici e
strategici sono cosi alti da rendere sempre più instabile la situazione a favore di un azione
bellica resa ancora più possibile dal forte sentimento di frustrazione di giovani pronti a
scegliere di difendere la causa Saharawi facendo proprio il modello terroristico, triste arma
possibile contro un regime che da decenni nonostante il cessate il fuoco continua a violare i
diritti umani alla faccia di tutte le risoluzioni Onu ad oggi emanate.
Oggi il Fronte Polisario ha subito una delegittimazione politica molto forte, l’interesse
internazionale è bassissima, i media addirittura sembrano non conoscere il problema. Il
mondo non sa dell’esistenza di un muro di 2700 km protetto da mine antiuomo perlopiù di
fabbricazione italiana che separa il Marocco dal resto dell’Africa ed in particolare isola
completamente parte del popolo Saharawi esiliato dalle famiglie restate loro malgrado nei
territori occupati illegalmente dal Marocco.
La soluzione che il mondo ormai ha capito, vedi Berlino, è quella di abbandonare il principio
del MURO! Ma di realizzare pace e stabilità attraverso un progetto di integrazione
geopolitica del quale i Saharawi hanno pieno diritto di essere parte in causa in piena
autonomia e libertà.
Aiutiamoli perciò a portare avanti la pretesa di vedere riconosciuti i loro diritti cercando con
l’informazione di sminare una bomba ad orologeria che è pronta a scoppiare da momento
all’altro.
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Il progetto che persegue queste finalità prevede le seguenti attività:
o Realizzazione di una mostra fotografica della durata di un paio di mesi tramite
l’esposizione di 40 immagini formato 50x70 (corredata di pannelli 50x70 con
testi), che presenta le varie sfaccettature del dramma del popolo Saharawi e il
lavoro delle Ong che contribuiscono alla sopravvivenza di un popolo
abbandonato nel deserto, senza alcuna possibilità di lavorare e di aver accesso
ai beni primari, a cominciare dall’acqua.
o Realizzazione di un libro/catalogo che possa essere divulgato anche
indipendentemente dalla mostra stessa che con una distribuzione gratuita negli
eventi più significativi può rafforzare in modo efficace e duraturo
l’informazione e la sensibilizzazione del problema in oggetto.
o Realizzazione di uno strumento multimediale, formato da immagini, filmati e
interviste che illustrano gli elementi cardine della vicenda-Saharawi: la
presenza del “Muro della vergogna”, che divide in due questo popolo; la vita nei
campi profughi e il ruolo svolto dalle donne e della cooperazione internazionale.
o Serata di informazione e sensibilizzazione per la cooperazione internazionale in
coincidenza con l’inaugurazione della mostra fotografica, in collaborazione con
la presenza del Rappresentante Polisario in Italia Omar Mih, il rappresentante
dell’associazione El Ouali Leonardo Rambaldi, il rappresentante della Sahara
Marathon Mattia Durli, i fotogiornalisti di Parallelozero, alcuni testimoni
diretti che hanno fatto visita ai campi in questione oltre ai rappresentanti
dell’Associazione Trecasma. L’evento prevede inoltre l’invito ai maggiori
rappresentanti della politica e dell’economia trentina.
o Coinvolgimento di un rappresentante del popolo Saharawi in Italia in eventuali
presentazioni della mostra e/o conferenze.
o Realizzazione di un ciclo di incontri con gli studenti delle scuole della Provincia
Autonoma di Trento per far conoscere la travagliata storia del popolo Saharawi
attraverso conferenze e proiezioni del lavoro multimediale.
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INCONTRO CON I SAHARAWI
All’interno del progetto a completamento di una logica di sensibilizzazione sul territorio è
prevista nell’estate 2011 in collaborazione con l’Associazione Kabara Lagdaf di Modena un
incontro con i bimbi Saharawi.
L’Associazione Kabara Lagdaf è nata nel 1992 con lo scopo di fare conoscere la situazione del
popolo saharawi, esiliato nel deserto a sud di Tindouf (Algeria), di portare sostegno alle
persone che vivono in condizioni molto dure, di sostenere il Piano di Pace dell’ONU per
l’autodeterminazione del Sahara Occidentale. In collaborazione con la Provincia di Modena e
i Comuni modenesi gemellati con il popolo saharawi, organizzano molteplici progetti di
solidarietà, tra cui l’accoglienza estiva dei bambini a cui vengono offerti controlli sanitari
attraverso un protocollo di visite sanitarie concordate con l’Assessorato alla Sanità
dell’Emilia-Romagna, ma anche formazione per la gioventù, carovane di aiuti umanitari,
progetti sanitari in loco. L’Associazione è iscritta all’Albo Regionale del Volontariato,
partecipa dal 1997 al Coordinamento Regionale di Sostegno al Popolo Saharawi e coordina
diversi comitati locali presenti su tutto il territorio della provincia di Modena
(Campogalliano, Carpi, Concordia, Formigine, Sassuolo, S. Cesario, Modena, Montese,
Nonantola, Ravarino, Sassuolo, Novi di Modena, S. Prospero).
All’interno del progetto di accoglienza dei bambini Saharawi è nato un accordo tra le due
associazioni per la loro ospitalità in Trentino nell’ottica di far conoscere la nostra Provincia,
creare rete fra le associazioni e portare nel nostro territorio coloro per i quali da anni ci
sforziamo per raggiungere l’obiettivo di un miglioramento di vita. Questa operazione che
esula dai costi del progetto si inserisce tuttavia benissimo nell’ottica di sensibilizzazione nel
nostro territorio.
Si prevede di ospitare un gruppo formato da 13 bambini saharawi, 2 responsabili saharawi, 2
responsabili dell’Associazione Kabara Lagdaf. L’evento è previsto da venerdì 5 a domenica 7
agosto 2011 a Fondo Grande di Folgaria.
Il sabato 6 agosto 2011 è prevista una bracciolata di gruppo alla quale saranno invitate le
personalità politiche provinciali e comunali.
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PROGRAMMAZIONE TEMPORALE PARTE SCOLASTICA E
DIFFUSIONE
Gli obiettivi sopraesposti verranno realizzati dai membri dell’associazione Tre.Ca.Sma in
collaborazione con l’agenzia Parallelozero.
Nello specifico l’allestimento della mostra fotografica, del libro/catalogo e dello strumento
multimediale saranno curati da Bruno Zanzottera e Davide Scagliola di Parallelozero per gli
aspetti tecnici, di montaggio, esposizione e da Andrea Maschio quale coordinatore del
progetto.
Il recupero delle immagini e dei video è già stato realizzato a proprie spese da Andrea
Maschio, Bruno Zanzottera e Davide Scaiola nel febbraio scorso.
Saranno Alessandro Graziadei e Andrea Maschio, in stretta collaborazione con gli organi
competenti della Provincia, che cureranno la realizzazione del ciclo di incontri didattici
scolastici secondo un programma temporale da concordare.
Si prevede di programmare il progetto in base biennale secondo il seguente schema:
Primo anno:
o Progetto didattico prima annualità;
o Serata informativa.
Secondo anno:
o Mostra fotografica;
o Progetto didattico seconda annualità;
o Presentazione e distribuzione catalogo.
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PROGETTO DIDATTICO
Tema
Il progetto biennale vuole presentare in modo comprensibile e diretto, attraverso il supporto
multimediale fornito dai materiali iconografici e audio-video che andranno a comporre la
mostra “Saharawi il muro della vergogna”, la storia del popolo Saharawi e del muro che li
divide dalla loro terra. Una storia che offre la possibilità di toccare, attraverso un intervento
didattico nelle classi, una molteplicità di tematiche presenti negli attuali programmi scolastici
diventando nel contempo occasione di approfondimento e conoscenza di una storia a molti
ancora “sconosciuta”.
Destinatari
Le classi degli Istituti superiori di Trento. Per le tematiche, che saranno modulate negli
interventi in relazione alla scuola e al grado delle classi interessate, si consiglia la
partecipazioni delle classi a partire dal secondo anno di studi.
Contenuti
I contenuti affrontati toccheranno in modo trasversale varie aree tematiche offrendo, per ogni
tappa della storia del popolo Saharawi e del muro che li divide dalla loro terra, la possibilità
di approfondimenti partecipati che legheranno contesti globali e locali. Dieci saranno le
principali aree tematiche affrontate con gli studenti:
-
-
-
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Inquadramento geografico, l’Africa, il Western Sahara e le riflessioni sul concetto di
confine reale, virtuale, politico, economico. I nostri confini, i loro confini;
Inquadramento culturale del popolo Saharawi, con alcuni riferimenti alle origini e alle
tradizioni nomadi del popolo;
Inquadramento storico con un particolare riferimento alla storia coloniale, il legame
con la Spagna della cultura Saharawi e l’eredità lasciata, nel bene e nel male da questa
esperienza;
La storia post coloniale e l’esperienza del popolo Saharawi in relazione ad alcune
tematiche cardine della storia contemporanea: guerra di conquista, guerra di
liberazione, accesso alle materie prime, l’esperienza dei profughi, i diritti umani, la
possibilità di una mediazione, “la possibilità di un muro” e il commercio delle armi (la
presenza delle mine italiane in prossimità del muro e l’importanza della legge 185
sull’import export di armi nel caso Italia);
Il muro. Il muro Saharawi e i muri nel mondo, il muro simbolo e il muro strumento,
tecnica di difesa o fallimento della politica?;
La cooperazione allo sviluppo a livello internazionale, nazionale e trentino con un
inquadramento generale e l’esperienza dell’associazione Tre.Ca.Sma. Gli aiuti
umanitari da carità a cooperazione e la funzione della cooperazione decentrata nel
contesto dei campi profughi;
I ruoli dei principali organi internazionali intervenuti nella storia Saharawi,
l’esperienza delle Nazioni Unite e della Minurso, la possibilità di riconoscere a livello
internazionale una nazione e le sue conseguenze sul piano diplomatico;
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-
-
-
Il tema della religione, della concreta possibilità di un islam laico e moderato in
opposizione all’immagine stereotipata dai media di un islam normalmente oscuro ed
estremista.
Il ruolo della donna nella società Saharawi, la sua importanza e il suo protagonismo in
relazione alla religione, al contesto bellico e allo sviluppo del popolo del deserto;
Il concetto di minoranza, chi sono, perché esistono, cosa rappresentano, un nome che
non rende giustizia. La provocazione “Minoranza a chi?” e il parallelo culturale e
linguistico con le minoranze trentine. Il concetto di autonomia, quello di indipendenza,
quello di autodeterminazione. Cosa chiedono i Saharawi;
Se fossi io un ragazzo/a Saharawi? I ricordi della guerra dei nonni e dei genitori, la vita
in un campo profughi, la scuola nei campi, l’esperienza estiva in Spagna o Italia, la
scuola all’estero. La pazienza africana, l’impazienza europea. Come risolverei io la
situazione? Il sogno, la realtà, il mio impegno per questa, come per altre esperienze
simili nel mondo.
Strumenti
L’intervento utilizzerà una selezione dei testi, dei materiali iconografici e dei contributi audio
- video della mostra “Saharawi il muro della vergogna”. I materiali saranno trasferiti in una
presentazione in Power-point proiettata con un video proiettore o su una lavagna interattiva
direttamente dal personal computer. La presentazione sarà condotta da Alessandro Graziadei
e Andrea Maschio con spiegazioni orali che accompagneranno ed intervalleranno i contenuti
stimolando gli studenti ad un’interazione continua. Per ogni nucleo tematico gli studenti
saranno chiamati a contribuire al racconto descrivendo le foto, comunicando le sensazioni,
commentando la storia e riflettendo assieme sul “caso Saharawi” sulla base dei documenti
condivisi.
Tempi e modalità dell’intervento
Alla luce della modalità multimediale che intercetta con maggior facilità l’attenzione e le
competenze dei ragazzi (dialogando con strumenti spesso utilizzati dagli stessi studenti) e
potendo modulare l’intensità e l’approfondimento dei temi a seconda del grado di attenzione e
preparazione delle classi, l’intervento previsto si realizzerà con tre ore di percorso. Le prime
due consecutive di presentazione dei contenuti ed una successiva di approfondimento:
Prime due ore curate da Alessandro Graziadei:
-
Presentazioni, chi siamo, di cosa parleremo e come lo faremo; (10 minuti)
Cosa sapete della storia Saharawi? Nulla? Qualcosa? Tutto?; (10 minuti)
Attività multimediale partecipata; (Cfr. sezione Contenuti in 60 minuti con un
intervallo)
Conclusioni e riflessioni: Se fossi io un ragazzo Saharawi? (20 minuti)
Terza ora curata da Andrea Maschio:
-
Visone partecipata del filmato “Saharawi, il muro della vergogna” e commento con
domande d’approfondimento. Nell’anno 2012/2013 la terza ora dell’intervento, nel
periodo di esposizione della mostra “Saharawi, il muro della vergogna”, si esaurirà con
la visita guidata direttamente nella sede della mostra.
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L’interveto non necessità da parte degli studenti di una preparazione specifica se non quella
ordinaria del corso degli studi. La modalità multimediale interattiva consiglia di affrontare il
percorso con una classe per volta evitando l’accorpamento di più classi, per evitare sia
l’eccesso di interventi (che sarebbe un peccato limitare), che l’imbarazzo nell’intervenire.
Materiali
Al termine dell’interveto sarà lasciata agli studenti una breve scheda sulla storia del popolo
Saharawi accompagnata da una bibliografia multimediale. Sarà chiesto ai ragazzi di scovare
in rete altri pezzi di questa storia. Una copia del video integrale realizzato per la mostra
“Saharawi, il muro della vergogna” e visionato durante la terza ora di percorso nell’anno
scolastico 2011/2012 rimarrà di proprietà della scuola.
Presentazione del percorso nelle scuole
In settembre una lettera dell’Assessorato alla solidarietà internazionale e alla convivenza ai
dirigenti scolastici di tutti gli Istituti superiori di Trento potrebbe presentare brevemente la
proposta formativa su base biennale che successivamente attraverso l’ufficio di Alberto Conci
del Servizio per lo sviluppo e l’innovazione del sistema scolastico e formativo, area
cittadinanza, pace, solidarietà e consulta studenti, sarà rilanciata, sia ai dirigenti scolastici di
tutti gli Istituti superiori di Trento, che ad una rete di insegnanti, al principio di ogni anno
scolastico interessato dal progetto. Sarà compito dell’associazione Tre.Ca.Sma. in settembre
prendere contatto con gli insegnanti creando il calendario degli interventi per l’anno
scolastico 2011/2012 e successivamente per quello 2012/2013 con le medesime modalità.
La diffusione e la sensibilizzazione trentina verrà inoltre ulteriormente incrementata
dall’associazione da ulteriori serate autofinanziate sullo stile del programma didattico
suddetto ai fini di divulgare il progetto e il materiale informativo prodotto.
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DESTINATARI
Il progetto si inserisce nell’ottica dell’educazione alla pace e alla solidarietà attraverso
l’informazione diretta alle istituzioni scolastiche, agli Enti Locali, alla Provincia Autonoma di
Trento.
Il principio da seguire è il tentativo di avvicinare il popolo trentino ed in particolare i giovani
a culture diverse cercando di insegnare quale importanza hanno le relazioni di
interdipendenza tra regioni che sembreranno non avere alcune legame tra loro.
Ecco che quali destinatari diretti si possono individuare gli studenti trentini all’interno di un
ciclo di incontri nelle scuole della Provincia Autonoma di Trento per far conoscere la
travagliata storia del popolo Saharawi attraverso conferenze e proiezioni del lavoro
multimediale.
In secondo luogo si cercherà di sensibilizzare anche l’intero panorama trentino attraverso la
mostra fotografica e la serata informativa nel tentativo di allargare ad ampio spettro
l’informazione in oggetto.
Evidentemente i destinatari indiretti se cosi si possono definire è l’intero popolo Saharawi che
da questo progetto di sensibilizzazione ne trae un vantaggio enorme in merito alla maggior
conoscenza dello stesso e delle problematiche che lo affliggono da parte dell’opinione
pubblica. Solo un maggior consapevolezza da parte del mondo nei loro confronti potrà aiutare
a portare maggior attenzione alle soluzioni in gioco in un momento storico nel quale tutto il
nord africa si sta modificando tranne che per questo popolo dimenticato.
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VALUTAZIONE
Le valutazioni in merito all’andamento, ai risultati ed ai criteri con i quali eseguirle,
soprattutto in relazione agli aspetti didattici andranno concordate con gli organi competenti
della Provincia Autonoma di Trento.
COSTI
Il muro della vergogna
RIEPILOGO DEL PIANO DI SPESA
Descrizione
1
Primo anno
Secondo anno
Importi in euro
Importi in euro
MOSTRA FOTOGRAFICA
15 000,00
Copyright, elaborazione testi e video
7 000,00
Stampa foto /pannelli, traporto, montaggio, allestimento
2
3
MULTIMEDIA
8 000,00
16 000,00
Copyright, montaggio video, elaborazione testi
7 500,00
Postproduzione ed editing
5 000,00
Speakeraggio e traduzioni
3 500,00
IMPORTO CATALOGO
8 000,00
Grafica
1 500,00
Stesura testi
500,00
Stampa (1000 copie)
4
6 000,00
IMPORTO SERATA
5 000,00
Sala
1 500,00
Audio, video
1 000,00
Intrattenimento
1 000,00
Buffet
1 500,00
5
CICLO DI INCONTRI SCOLASTICI
2 500,00
2 000,00
5
IMPORTO TOTALE ONERI
23 500,00
25 000,00
6
IMPORTO SPESE GENERALI
705,00
750,00
IMPORTO TOTALE GENERALE(5+6)
24 205,00
25 750,00
Importo finanziato
16 943,50
18 025,00
7 261,50
7 725,00
Importo associazione
Ing. Andrea Maschio
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