Inscenato a Roma un matrimonio precoce e forzato

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Inscenato a Roma un matrimonio precoce e forzato
COMUNICATO STAMPA
CS165-2015
MAI PIÙ SPOSE BAMBINE: INSCENATO A ROMA UN MATRIMONIO PRECOCE E FORZATO
Sino al 1° novembre si può donare al 45594 per difendere e proteggere le spose bambine
giorno nel mondo 37.000 bambine sono
Lunedì 26 ottobre a Roma, davanti al Pantheon, si è tenuta la simulazione di un matrimonio
precoce e forzato. Gli invitati alle nozze, attivisti di Amnesty International Italia e partecipanti in
abiti da cerimonia, si sono raccolti attorno agli sposi festosi finché non hanno ascoltato la
testimonianza della sposa bambina a cui è stata sottratta l’infanzia.
La sposa è stata impersonata da Giorgia, la bambina attrice dello spot della campagna MAI PIÙ
SPOSE BAMBINE di Amnesty International Italia online sul sito www.amnestysolidale.it. Lo sposo
da Gianni Rufini, direttore di Amnesty International Italia, l’officiante da Riccardo Noury, portavoce.
I matrimoni precoci e forzati sono un fenomeno da contrastare e bandire.
Sino al 1° novembre è possibile donare al 45594 per difendere e proteggere le bambine dai
matrimoni forzati e da altre forme di violenza, sostenendo la campagna di sensibilizzazione
e raccolta fondi di Amnesty International Italia, di cui quest’anno ricorre il 40° anniversario.
Secondo le stime del Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa), 13.5 milioni di
ragazze ogni anno nel mondo sono costrette a sposarsi prima dei 18 anni con uomini molto
più vecchi di loro: 37 mila bambine ogni giorno alle quali, di fatto, viene negata l’infanzia.
Isolate, tagliate fuori da famiglia e amicizie e da qualsiasi altra forma di sostegno, perdono la
libertà e sono sottoposte a violenze e abusi. Molte di loro rimangono incinte immediatamente o
poco dopo il matrimonio, quando sono ancora delle bambine.
Per le ragazze di età inferiore ai 18 anni, in Yemen è molto comune essere sposate; sono stati
registrati addirittura casi che coinvolgono bambine di 8 anni. Donne e ragazze rifugiate siriane in
Giordania tendono a essere date in sposa prima dei 18 anni secondo una pratica diffusa
soprattutto nelle aree rurali della Siria; le siriane che vivono nel campo rifugiati di Zaatari hanno
riferito di alcuni giordani che visitano i campi in cerca di donne da sposare. In Iran, l'età legale per
il matrimonio per le ragazze è di 13 anni, ma possono essere date in sposa anche a un’età
inferiore a una persona scelta dal padre o dal nonno paterno, se esiste il permesso di un tribunale.
In Burkina Faso, il matrimonio forzato è un fenomeno estremamente diffuso, soprattutto nelle
zone rurali. Alcune ragazze hanno raccontato ad Amnesty International di essere state costrette a
sposarsi a 11 anni. Nell’area del Maghreb, il fenomeno dei matrimoni forzati si inserisce nel
contesto di quadri legislativi lacunosi che non tutelano adeguatamente le donne dalla violenza. Il
Marocco ha abolito la norma che prevedeva l’impunità in cambio del “matrimonio riparatore” in
caso di stupro di una minorenne, ma è privo di un quadro legislativo organico sulla violenza contro
donne e ragazze. Negli ultimi anni in Algeria le autorità hanno varato alcuni provvedimenti volti a
migliorare i diritti delle donne, tuttavia è rimasta in vigore la norma abrogata in Marocco, in base
alla quale gli uomini che stuprano ragazze di età inferiore ai 18 anni non sono perseguibili
penalmente se sposano la loro vittima.
Il fenomeno dei matrimoni precoci è diffuso in Asia meridionale, dove il 46 per cento delle
ragazze viene dato in sposa prima di aver compiuto 18 anni. Secondo i dati dell'Unicef, il
Bangladesh è il paese al mondo con il più alto tasso di matrimoni di bambine al di sotto dei 15
anni. In Afghanistan, uno studio condotto dal ministero degli Affari femminili nel 2004 ha rilevato
che il 57 per cento delle donne intervistate era stato dato in sposa prima dei 16 anni, alcune anche
a soli 9 anni.
Con la campagna MAI PIÙ SPOSE BAMBINE Amnesty International Italia intende sensibilizzare
l’opinione pubblica su questo fenomeno che si radica nella povertà, nella discriminazione e
nell’arretratezza culturale; incrementare l’attenzione dei governi nei paesi in cui è presente
questa pratica affinché sia bandita; favorire l’avvio di indagini imparziali, tempestive ed
esaurienti su ogni denuncia di violazione dei diritti umani basata sulla discriminazione;
contribuire a far sì che le bambine non subiscano decisioni riguardanti il loro corpo che
siano causa di violazioni dei diritti umani e vivano la propria vita senza interferenze da parte di
altri.
Sostengono la campagna MAI PIÙ SPOSE BAMBINE Antonella Elia, Giovanna Gra, Dacia
Maraini, Simona Marchini, Veronica Pivetti, Marina Rei.
Contribuire alla campagna MAI PIÙ SPOSE BAMBINE significa aiutare Amnesty International
Italia a realizzare un cambiamento positivo nella vita di queste donne e bambine per cui non
c’è libertà, non c’è giustizia, non ci sono diritti umani.
Numero di SMS solidale: 45594
Periodo: 18 ottobre – 1 novembre 2015
Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari TIM, Vodafone, WIND, 3,
PosteMobile, CoopVoce, Tiscali Mobile. Sarà di 2 euro per ciascuna chiamata fatta sempre al 45594 da
rete fissa Vodafone e TWT e di 2/5 euro per ciascuna chiamata fatta allo stesso numero da rete fissa
Telecom Italia, Infostrada, Fastweb, Tiscali.
FINE DEL COMUNICATO
Per interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio Stampa
Tel. 06 4490224 – cell. 348 6974361, e-mail: [email protected]
Roma, 26 ottobre 2015