il piimo scudetto resta nella pelle e nel cuore
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il piimo scudetto resta nella pelle e nel cuore
Chariìe: «Hprimo scudetto restanellapelle e nel cuore» Il personaggio. Carlo Recalcati ha trascorso 23 anni nel club biancoblù «Auguro che la proprietà venga ricordata come ora si fa con le precedenti» DINO MERIO CANTÙ Ventitré anni, trascorsi conilsimbolodellaPallacanestro Cantù esibito con orgoglio sulla divisa, sianelle vesti di giocatore (perl7anni) amietere titoli nazionalietrionfiin campo internazionale, sia da capo allenatore. Stiamo parlando di Carlo Recalcati, il "Charlie" per tutti, uno dei maggiori artefici della meravigliosa storia canturina Chesignificatohaquestaricorrenza speciale pergli80annide]la Pallacanestro Cantù? «Enorme perché questasocietàharappresentato per me, scegliendomi, l'inizio diunanuovaera. Cantù mi hadatolapossibilitàdifare cièche mipiacevaegratificava.Perquesto non finirò mai di ringraziare Gianni Corsolini e Aldo Allievi, checredetteronellemiequalitàdi giovane emergente. Da allora parliamo del 1962 - lamiavita siè legataindissolubilmenteaCantù. Qui mi sonoformato come uomo, gettando le basi per la carriera sportìvalnquestaaccoglientecittadina,iochevenivodaMilano,ho trovato tutto: una casa, l'amore, unafamiglia, tanti amici...Come non essere riconoscente?». «incredibile il tricolore del 58» Quali sono state le persone che hanno lasciatounsegno nella tua vita? «Diverse, e ognuna è stata molto importante perla miaformazione:daCorsolinihoappreso l'importanza di privilegiare lapersona prima che il giocatore, apprezzando molto l'accoglienza dellasuafamigliaTaurisanoèstato il miglior maestro dal punto di vista tecnico. Ogni suoallenamentoavrebbepotuto essere un clinic Investe di allenatore sovente mi I «Qui ho trovato tutto: una casa l'amore unafamiglia e tanti amici...» • «Custodisco ancora alcuni scritti di Allievi. Autentici insegnamenti di vita» sono rifatto aisuoi insegnamentL Stankovic mi ha insegnato l'importanzadi considerare ilbasket nelsuocomplesso. Quindinonsologiocatone allenatori,maanche le altri componenti: arbitri, giornalisti, dirigenti, custodi del palazzetto... Tutti meritano attenzione. Tonino Frigerio, il capitano del primo scudetto, mi ha preso perniano quando sono arrivato a Cantù e mi ha accompagnato nei primi anni come unfratello maggiore. E poi owiamentelafamiglia Allievi, con il signor Aldo e la signora Maria. Custodisco ancora alcuniscrittidelnostropresidente, che sono veri e propri insegnamenti di vita». Eilmomentopiùsignificativo del tuo percorso canturino? «Lo scudetto del '68 è stata una cosa incredibile - risponde il Charlie rivivendo l'emozione di allora -. Non eravamo partiti per vincere ilcampionatomaauncertopunto risiamo resicontochepotevamo farcelaealloraabbiamodatofondoatuttelenostre risorse perquesto eventostorico. Viposso assicurare che la prima volta è un qualcosadi immenso, chetirimane nel cuore e sullapelle. Provi sensazioni chemai avresti immaginata Vediituoi compagni impazziti digioia, ilpubblico in delirio... Successivamente, purvincendo altri trofei, ciò che ho provato allora nonl'ho più vissuto in maniera così intensa». «Sappiate accettare le critiche» Giocatore, allenatore della Pallacanestro Cantù... a quando dirigente perchiudereunideale cerchio? «Lo stesso discorso mel'avevafatto Petrucci (presidente Fip, ndr)dicendomi che dopoaver indossato lamagliadellaNazionale siacome giocatore che allenatore avreidovutodiventarepresidente dellafederazione. Nonhoaccetta- toperché non sussistevano ipresuppostinecessari,cheperme sono la libertà di esprimere la mia visione dellapallacanestro, i miei programmi, senzaalcunainterferenza. Per tornare alla domanda rispondo che se un domani ci sa- ranno questi presupposti potrei pensarci». Per concludere quali augurio rivolgi allaPallacanestroCantù? «L'augurio è che tra diecianni ci si possa ritrovare nuovamente assieme per festeggiare i 90 anni e che l'attuale proprietà venga ricordata come ora vengono ricordate le precedenti. Mi permetto anche di dare un consiglio, che è quello di saper accettare in modo costruttivo le critiche». Carlo Recalcati, 70 anni, per 17 stagioni giocatore canturino DIEMME