Corso di Educazione Finanziaria

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Corso di Educazione Finanziaria
La Soluzione per il tuo Prestito
Corso di
Educazione Finanziaria
Guida pratica per districarsi nella giungla del credito
Premessa
Cari lettori,
lo scopo di questa breve guida è quello di rendere fruibile a tutti, argomenti
che solitamente vengono relegati ai soli professionisti di settore, e renderci così
consumatori consapevoli.
Abbiamo scelto un linguaggio semplice ed immagini esplicative dei concetti trattati
per stimolare l’interesse anche dei più pigri.
Per presentarvi il corso pratico prendiamo spunto da una massima di Banjamin
Franklin che
recita “Se vuoi renderti conto del valore del denaro prova a chiedere un prestito”.
Certo non tutti sono propensi all’indebitamento ma non sempre il debito può risultare
un male.
L’importante è che si conoscano i caratteri principali dell’impegno che si andrà a
sostenere e quindi familiarizzare con termini tecnici la cui comprensione, a volte,
risulta ostica agli stessi addetti ai lavori. Un esempio su tutti sapere cos’è il Tan o il
Taeg.
Sarà fondamentale, dunque, saper analizzare i contratti che si vanno a stipulare,
facendo particolare attenzione, alle clausole relative ai propri diritti, relazionandole
anche all’andamento dei mercati.
Indebitarsi conoscendo esattamente i rischi a cui si va incontro consente anche di
porre rimedio laddove ve ne sia la necessità.
L’idea di una guida finanziaria non è certamente nuova e sicuramente ai più attenti
lettori non sarà sfuggita la pubblicazione di un inserto de Il Sole 24ORE relativo
proprio all’educazione finanziaria. Prendere spunto da un quotidiano altamente
professionale non può certo che aiutarci ad essere sempre aggiornati e informare chi,
magari per tempo o perché affezionato ad altro quotidiano, non riesce a tenere il
passo al continuo evolversi del mondo finanziario.
Buona lettura
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Corso di educazione finanziaria
Le cose da sapere prima
della richiesta di un prestito
Lezione 1
Il debito non è sempre un male, basta
che si abbia la giusta moderazione
nell’indebitarsi,
per
questo
è
importante stabilire la soglia oltre la
quale il debito diventa insostenibile.
Come facciamo a renderci conto di
quando il debito diventa insostenibile?
Rispondere a questa domanda non è
semplice soprattutto se tiene conto
della differenza tra debito pubblico
e debito privato. Nel caso del debito
pubblico, lo stato si pone in una
posizione di vantaggio rispetto ai
semplici cittadini poiché dispone
della possibilità di stampare moneta
e quindi pagare i propri debiti. Nel
caso dei privati invece la situazione è
più delicata e verificare la sostenibilità
di un debito richiede maggiore
accortezza.
La prima regola da seguire è quella
di servire il debito ossia pagare gli
interessi e rimborsare il capitale.
Ovviamente più il tasso di interesse
è basso più semplice sarà restituire la
somma ottenuta.
Rimborsare il capitale, invece è cosa
ben più complessa, poiché in questo
caso gioca il fattore inflazione. Più
il tasso di inflazione è elevato, e ciò
significa che aumentano prezzi e
salari, più rimborsare il debito risulterà
facile. Quindi servire il debito sarà
meno oneroso se i tassi sono bassi e
l’inflazione è alta. Ma il problema è che
solitamente quando l’inflazione è alta
sono alti anche i tassi. Oggi viviamo in
una realtà dove sia tassi che inflazione
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sono bassi, per cui chi ha intenzione di
contrarre un debito sarà avvantaggiato
dai tassi bassi, ma svantaggiato perché
non potrà affidarsi all’inflazione per
sperare di ridurre il debito.
Strettamente collegato a questo
discorso c’è l’andamento futuro
dei redditi. Dal momento che
l’indebitamento è una transazione
nel tempo, bisogna tenere sempre
gli occhi puntati sull’andamento dei
propri redditi e chiedersi: i nostri
redditi sono abbastanza solidi da
poterci permettere di pagare i debiti?
Ma vediamo in quale modo un privato
può richiedere una determinata
somma per l’acquisto di un bene o per
risolvere una situazione economica
personale. Intanto, partiamo col dire
che può utilizzare lo strumento del
“credito al consumatore”, un particolare
finanziamento disciplinato dal Testo
unico bancario, che si sostanzia in
differenti forme: il prestito finalizzato,
il prestito personale, la cessione del
quinto, il credito rotativo.
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Il Prestito
Finalizzato
Lezione 2
Il prestito finalizzato è un
finanziamento il cui contratto di
credito è indiscutibilmente collegato
all’acquisto di un bene o di un servizio
e coinvolge la presenza di tre soggetti:
l’acquirente che contrae il debito, il
fornitore che vende il bene o il servizio,
l’intermediario finanziario che eroga
il prestito. Un elemento importante
da tenere in considerazione è che
la somma erogata viene incassata
direttamente dal venditore del bene.
Vediamo nel dettaglio i vantaggi e gli
svantaggi del prestito finalizzato. Tra
i vantaggi c’è sicuramente da inserire
la libertà che il consumatore ha di
pagare in comode rate mensili il debito
evitando in questo modo l’esborso
di una somma di danaro in contanti.
La semplicità di accedere al credito
è un altro vantaggio, dal momento
che la pratica di finanziamento viene
istruita direttamente al momento
dell’acquisto nel punto vendita.
Infine, e non per questo di minore
importanza, l’acquirente, nel caso
in cui il venditore dovesse essere
inadempiente, è tutelato dalla legge.
Tre gli svantaggi del prestito
finalizzato c’è sicuramente da
annoverare il costo aggiuntivo del
finanziamento legato al tasso di
interesse, che alla lunga può incidere
sulla somma complessiva da pagare.
Cautela anche nella valutazione delle
super offerte a tasso zero: in questi
casi bisogna ricordarsi che il costo da
considerare non è legato al Tan (tasso
annuo netto) ma al Taeg (tasso annuo
effettivo) che include tutte le spese.
Attenzione però a non sovra
indebitarsi, contraendo più debiti di
piccoli importi mensili che sommati
incidono poi sul reddito mensile.
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Educazione Finanziaria
Guida pratica per districarsi nella giungla del credito
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