Gibellina 2015 _ XXXIV edizione
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Gibellina 2015 _ XXXIV edizione
fondatore Ludovico Corrao Gibellina 2015 _ XXXIV direzione artistica Claudio Collovà edizione ORESTIADI di Gibellina _ XXXIV edizione U presidente Rosario Fontana presidente comitato scientifico Francesca Corrao vice presidente Giulio Ippolito segretario generale Calogero Pumilia direttore arti visive Achille Bonito Oliva direttore artistico Claudio Collovà direttore Museo Trame Mediterranee Enzo Fiammetta servizi didattici biblioteca Empedocle Elena Andolfi amministrazione Giuseppe Pace cordinamento tecnico Tonino D’Aloisio visual designer Ninni Scovazzo assistente direzione artistica Giulia D’Oro ufficio stampa Alberto Samonà comunicazione e marketing Francesco Panasci assistenza tecnica Salvatore Zummo Santino Formoso Enzo Falco Zahra Said n mese di spettacoli, dal 26 giugno al 26 luglio 2015 al Baglio Di Stefano, per la XXXIV edizione del Festival delle Orestiadi di Gibellina, con 13 gruppi coinvolti e quattro prime nazionali, molte attività collaterali con mostre ed esposizioni e tante collaborazioni con istituzioni e fondazioni culturali italiane. Il 26 giugno, come da tradizione, l’apertura in onore al nostro fondatore senatore Ludovico Corrao, nel giorno della sua nascita, con la presentazione di un progetto molto complesso che da noi debutta in prima assoluta, curato dal Laboratorio ZeroCrediti e dal Conservatorio G.B. Martini di Bologna, dal titolo Addio Roma, che vede in scena giovani cantanti e strumentisti ispirato al Satyricon di Petronio, con fonti musicali di Maderna, Monteverdi e Rota, e Fellini come fonte visiva. Una riflessione sulla Roma antica, la cui corruzione allora sembra purtroppo non essere oggi mutata. Lo spirito e la sfida di questo progetto è anche la grande collaborazione di varie istituzioni culturali attorno a un laboratorio che ha visto fattivamente impegnati studenti e maestri di accademie e conservatori italiani. Il 30 giugno, torna alle Orestiadi, una nuova versione di Massa e Potere, con un cast totalmente nuovo e con una presentazione di materiali inediti affrontati per la prima volta. L’inesauribile fonte del voluminoso studio sulla massa e sul potere di Elias Canetti, ulteriormente indagata e approfondita, e che vede la presenza di 24 attori provenienti da tutta Italia, ha creato le premesse per una nuova edizione del fortunatissimo spettacolo che aprì l’edizione del 2010. È un lavoro estremamente fisico e intenso, che racconta molto dei meccanismi di comportamento della massa, in un flusso continuo privo di interruzioni. Sono particolarmente felice della collaborazione con il Teatro Mediterraneo Occupato di Palermo, che ha ospitato, protetto e reso possibile questo complesso lavoro, collaborazione che è stata molto importante anche nella fase ideativa e artistica. Il TMO risulta anche tra i collaboratori dello spettacolo che apre questa edizione, confermando la sua vocazione ad essere effettivo partner di istituzioni ufficiali, mantenendo inalterata la propria autonomia artistica. Anche Massa e Potere #2 è una prima nazionale. Il 2 luglio, Residenza Idra di Brescia, presenta uno spettacolo scritto e diretto da Gaetano Bruno, per la prima volta in Sicilia. Genesiquattrouno, si ispira alla storia di Caino e Abele, raccontata nella Genesi, e produce uno sguardo inedito e molto profondo, sul dopo l’efferato atto del fratricidio. Gli attraversamenti proposti riguardano l’infanzia felice e conflittuale tra i fratelli in una sorta di ritorno dopo morte e il surreale e illusorio rapporto con un Dio invisibile e a tratti illusorio. Amore e tradimento esplorati con bellissima fisicità e intensa drammaturgia per un lavoro molto apprezzato e riconosciuto in Italia. Il 4 luglio e-Motion Gruppo Phoenix dell’Aquila, unica presenza di danza in questo Festival, (così come consentito dalla nuova legge sui Festival teatrali del Ministero, sic!), presenta Garbage Girls, una regia e coreografia di Francesca La Cava. Viaggio poetico tra i rifiuti, viene definito questo bellissimo lavoro dalla sua autrice, tra le presenze più interessanti della danza italiana di ricerca. Mondo reale, grottesco e trascendentale convivono in una sorta di teatro della vita, per lasciare affiorare la poesia persino dalla crudezza della realtà. Anche questo spettacolo è considerato dal pubblico e dalla critica uno dei lavori più interessanti e forti della stagione appena trascorsa. Il gruppo con questo lavoro è ospite per la prima volta di un festival siciliano. Il 9 luglio, in prima nazionale, ospite delle Orestiadi, Massimo Verdastro, con un lavoro che si intitola Sandro Penna – una quieta follia, dedicato a uno dei più grandi poeti del novecento italiano. Un testo inedito scritto appositamente per questo debutto da Elio Pecora, anch’egli noto poeta, il più profondo conoscitore in Italia del poeta perugino, e curatore dell’intero archivio del poeta, autore di una felice biografia penniana edita da Frassinelli, uno spartito musicale che regala al pubblico frammenti di diari inediti, connessi con pagine poetiche e di prosa, in una rielaborazione drammaturgica curata dal regista. Un inno alla grande poesia com’è quella di un poeta molto amato, letto, studiato e tradotto in numerose lingue straniere, così Pecora. Lo spettacolo è prodotto dal Centro Diaghilev di Bari, importante realtà pugliese particolarmente impegnato su progetti di nuova drammaturgia contemporanea. L’11 e il 12 luglio tornano i Teatri Uniti di Napoli con due spettacoli fortunati che hanno riscosso molto successo negli anni passati in Italia e all’estero. Licia Maglietta, regista e interprete di Manca solo la domenica, melolo- go tratto dall’omonimo racconto della scrittrice siciliana Silvana Grasso, non ancora rappresentato in Sicilia, sulla figura di Liboria Serrafalco, vedova bianca, riscritto nella musica di Wladimir Denissenkov, che conduce armonica, timbri e inflessioni melodiche russe. E il bellissimo Fuochi a mare per Vladimir Majakovskij di e con Andrea Renzi, che ritorna alle Orestiadi - dove l’anno scorso presentò con molto successo Caproni!, - con una requisitoria poetica che ha il suo centro pulsante nel poemetto La nuvola in calzoni del poeta della rivoluzione russa, una sorta di insuperabile manifesto poetico, innovativo nel linguaggio e altamente visionario. Torna dopo molti anni, - erano presenti nella prima edizione da me ideata nel 2010 - il Teatrino Giullare di Sasso Marconi (Bologna), con il nuovo spettacolo Le Amanti, dal romanzo di Elfriede Jelinek, premio Nobel per la letteratura 2004, nella traduzione italiana di Valeria Bazzicalupo. È un furioso e divertente affresco popolato di sogni e speranze, che vede protagoniste due bambole a grandezza umana, un romanzo illustrato che muta in duello teatrale tra Eros e crudeltà di rapporti e che svela la retorica sull’Amore, e la mistificazione propria dell’essere umano. Le soluzioni sceniche del Teatrino Giullare sono come sempre sorprendenti e vivono di potenti accenti visionari. Il 18 luglio Ascanio Celestini è protagonista e autore di Storie e controstorie - Racconti d’estate. Racconti recuperati dall’artista dal suo stesso archivio, che mutano le storielle divertenti in qualcosa che s’inceppa e rende lo sguardo ironico sulla realtà materia per riflettere e sentire. Si ride, ma alla fine ci si ritrova, in una situazione mutata, che svela quello che la realtà in effetti nasconde. Considerato uno dei più importanti raccontatori italiani, da moltissimi anni sulla scena, autore e attore, regista cinematografico oggi tra i più personali e innovativi del cinema in Italia, l’artista romano torna alle Orestiadi dopo moltissimi anni di assenza, e sono particolarmente orgoglioso della sua presenza al nostro Festival. Il 22 luglio è la volta di Aldo Morto, di Daniele Timpano della Compagnia Frosini\Timpano prodotto da Kataklisma Teatro di Siena, uno spettacolo pluripremiato, che vive di successo in successo felici stagioni dal 2012. È lo sguardo, ironicamente rammaricato, di chi all’epoca del delitto, nel lontano 1978, aveva solo quattro anni e che non ha né può avere alcun ricordo personale sul tragico avvenimento. Non c’è retorica o pietismo nello spetta- colo di Timpano, ma solo la volontà di vivere fino in fondo una materia delicata che ha segnato forse la vicenda più tragica e traumatica dell’Italia degli anni settanta, in modo originale e con un sguardo disincantato e vivo. Infine dal 24 al 26 luglio, il nuovo progetto di Sergio Maifredi direttore e regista del Teatro Pubblico Ligure, che dopo la felice esperienza di attraversamento dell’Odissea, ritorna da noi con Iliade un racconto Mediterraneo. Sono tre le serate dedicate ai libri di Omero, con artisti che non hanno alcun bisogno di presentazione e che com’è accaduto la scorsa edizione - sapranno incantare il pubblico con la loro interpretazioni di un racconto della prima guerra del mediterraneo, e quindi a ben diritto forse, archetipo e paradigma di tutte le guerre mondiali future. Nel dettaglio, questo ciclo dedicato a Omero, inizia il 24 con Tullio Solenghi, con Il duello per Elena (libro III), cui seguirà il 25 Amanda Sandrelli con La morte di Patroclo (libro XIV e XVII), e si concluderà il 26 - giorno di chiusura delle Orestiadi - con Achille e Priamo (libro XXIV), con Davide Riondino. Questi ultimi due spettacoli sono prime assolute e debuttano quindi da noi presentandosi al pubblico per la prima volta. Artisti ben noti al pubblico e che non hanno alcun bisogno di presentazione e che siamo felici di ospitare da noi. Il festival delle Orestiadi non è solo questo, naturalmente. È anche il suo paesaggio, i suoi luoghi, e la sua storia complessa dedicata all’arte, all’architettura, alla poesia e al teatro. L’arte per la città di Gibellina rimane una componente essenziale e irrinunciabile, e noi alla Fondazione continuiamo a perseguire gli stessi obiettivi alti e di bellezza del fondatore Ludovico Corrao. Continuiamo a possedere una dimensione spirituale inalterata, e noi tutti lavoriamo, così come fanno gli artisti, con lo spirito degli artigiani. La stella di Consagra, la porta del Belìce porta direttamente alla nostra semina che diventa raccolto solo con la presenza del pubblico che non ci ha mai abbandonato e che vorremmo sempre più numeroso e partecipe, a cominciare dai gibellinesi, la cui presenza per noi è segno fondamentale per proseguire il nostro lavoro. Nonostante le difficoltà, continuiamo a resistere. Nonostante i tagli - incomprensibilmente punitivi, dato che ogni anno facciamo di più - il nostro impegno non è venuto meno. Abbiamo molti progetti da portare avanti, da realizzare e da presentare. Fra non molto il Cretto di Burri, completato e restaurato, riportato al suo antico splendore, tornerà ad ospitare gli spettacoli teatrali, ritornerà ad essere quello che per tradizione è stato nel passato, un luogo vivo e bellissimo, pieno di gente e di artisti. È inutile negare che come molti, soffriamo gli scarsi investimenti sulla cultura di questo paese, e che la passione a volte non basta. Noi vorremmo essere parte di un piano di sviluppo culturale dell’intero territorio di questa regione bellissima e ricchissima di risorse. Ci sono timidi segnali di incoraggiamento intorno al progetto delle Orestiadi, e bisogna che questi segnali diventino idee programmatiche di lungo respiro. Non chiediamo interventi straordinari, ma un solido pensiero che ci coinvolga con la dovuta attenzione. Mi permetto di chiudere questa introduzione al Festival, con una dedica che mi riguarda da vicino e che voglio con voi condividere con emozione. Nell’agosto del 2010 il senatore Ludovico Corrao mi fece dono del suo bellissimo libro Il sogno mediterraneo, una sua lunga intervista di Baldo Carollo, libro che consiglio a tutti di leggere. Nella prima pagina la sua dedica diceva: “A Claudio, felice germoglio di una fruttuosa solida quercia del giardino di Gibellina.” C’è una straordinaria densità di immagini bellissime in una breve frase che mi meraviglia ancora. Che la quercia di questo giardino allora, con tutti i suoi germogli, che da tempo sono diventati fiori maturi, non venga mai abbattuta dalla stupidità, dall’ignoranza, dalla negligenza dell’uomo. Vi aspettiamo, come sempre, nel nostro giardino dei poeti, sotto le stelle, all’ombra della Montagna di sale. Venite numerosi e dateci prova concreta della vostra vicinanza. Claudio Collovà direttore artistico 26 giugno, ore 21.15 Addio Roma prima assoluta A ddio Roma è la violenza della fame. Una tavola, dei commensali che già conosciamo, umanità che hanno lottato per sedersi a quella tavola, che sono state spinte, invitate, elette, scelte per mangiare a quella tavola. Piene di buoni propositi, hanno mangiato troppo. E non è rimasto nulla. Non è rimasto nulla né per loro né per chi avrebbe dovuto ancora mangiare. E allora serve una soluzione, un rimedio, una divinità in grado di dare a tutti l’illusione di poter mangiare ancora. Una vacca grassa per le troppe vacche magre. E tutti l’adoreranno, tutti l’ameranno, tutti la glorificheranno. Addio Roma è una operazione sulla disillusione e sul bisogno di nuove divinità in carne e ossa che affligge la nostra società. Per quanto motivati da buoni principi e da belle speranze, cadiamo ciclicamente nella tentazione di abbuffarci oltre quello che ci è consentito. E cosi, satolli e strabordanti, cominciamo a prosciugarci, corpi vuoti che vagano come anime disorientate nei bollori infernali. Non siamo capaci a essere divinità di noi stessi, guida illuminata del nostro percorso e ci affidiamo con foga ed entusiasmo, al primo grasso maiale che sembra prometterci vita eterna. Ass. Cult. QuinteAttive Teatro progetto Laboratorio ZeroCrediti (Bologna) Conservatorio G. B. Martini di Bologna Accademia Di Belle Arti di Palermo Dipartimento di Progettazioni e Arti Applicate Accademia Del Lusso - Istituti Callegari Sede Di Palermo a cura di Francesco Carluccio e Francesco La Licata/ Fabrizio Lupo e Roberta Barraja voci Elisa Bonazzi - mezzosoprano Eva Macaggi - soprano Gaia Mattiuzzi - soprano Gökmen Sahin - basso Giacomo Serra - baritono strumentisti Michela Ciavatti - clarinetto Gabriele Maria Ferrante - violoncello Francesca Fierro - pianoforte Michele Foresi - violino Angelica Foschi - fisarmonica Francesco Rocco - chitarra elettrica Eugenioprimo Saragoni - percussioni live electronics Bernardo Lo Sterzo regia Gianluca Cheli aiuto regia Clara La Licata redazione e cura della partitura Alessandro Cafiso allestimento video-scenografico Costanza Arena, Gabriele Genova, Monica Maniscalco Mattia Pirandello, Roberto Salvaggio, Carla Tiberio costumi Davorin Cameron Cordone, Silvia Maria Geraci, Francesca Mandala, Dario Princiotta, Serena Santamarina, Maria Luisa Vazquez coordinamento allestimento scenico Alessia D’Amico programmazione videoproiezioni Gabriella Malerba programmazione macchine del suono Giovanni Magaglio assistenti allestimento Alessandra Guagliardito, Caterina Napolitano, Vincenzo Stellone si ringraziano Conservatorio V. Bellini di Palermo Fondazione Orchestra Sinfonica di Palermo Teatro Mediterraneo Occupato di Palermo Associazione Culturale Quinteattive Teatro Associazione Culturale Alf Leila un ringraziamento particolare a Valentina Console, Gabriele Garilli e gli allievi della scuola di scenografia che hanno partecipato ai laboratori 30 giugno, ore 21.15 Massa e potere #2 prima nazionale uno spettacolo di Claudio Collovà da Elias Canetti con Giuliana Amato, Fabiola Arculeo, Livia Bartolucci, Valeria Dada Berardi, Tunde Bodnar, Gianluca Bottoni, Marco Canzoneri, Mauro Cappello, Cristiana D’Apolito, Rossella Guarneri, Marco Leone, Ylenia Modica, Lelio Naccari Marcella Parito, Dario Raimondi, Angela Ribaudo, Marina Savino, Patrycja Stefanek, Vittoria Strazzeri, Simona Taormina, Giuseppe Tarantino, Maria Pia Valentini, Federica Zacchia, Nicolas Zappa. scenografia Claudio Collovà costumi Luisa Urso, Caterina Strafalaci e Giulia Santoro trucco Luisa Urso / luci Michele Ambrose e Claudia Borgia video Piero Consentino e Salvatore Pirrone lavoro sul movimento e coreografia Maria Pia Valentini assistenti alla regia Maria Antonietta Trincucci e Elisa Cricchio produzione Teatro Mediterraneo Occupato (Palermo) e Associazione Culturale Marionettistica Popolare Siciliana in collaborazione con Hotel Patria Occupato È a Francoforte nel 1927 che Canetti fa la sua prima esperienza di massa. Da quel momento Canetti volle comprendere le manifestazioni di massa che si svolgevano intorno a lui. Per tutta la vita ha cercato di comprender come il potere nascesse dalla massa. Canetti odia l’oppressione, il potere e la morte. Sa che ci sono masse altrettanto distruttive di quanto lo sia il potere. La massa e il potere diventano per lui così delle realtà antropologiche da indagare. La speranza è la sola cosa che gli permette di affrontare l’orrore della storia e non perdona a Dio la condizione del mondo. Tanto la formazione della massa che la sua disgregazione producono effetti terribili e chi cerca il potere conosce bene le masse, e il despota non esiste senza di esse. La profezia è un malevolo inganno, e anche il profeta è una figura del potere. Poiché con le parole sono stati provocati dei disastri, si dovrebbe, con le parole, poterli impedire. Il mestiere del poeta consiste nel salvare la lingua, ascoltare e preservare la memoria. E’ questo il nostro tentativo che affidiamo ai vostri occhi. 2 luglio, ore 21.15 Genesiquattrouno Caino e Abele, genesi di una fratellanza deviata di Gaetano Bruno Residenza Idra (Brescia) testo e musiche Gaetano Bruno diretto e interpretato da Gaetano Bruno e Francesco Villano I l lavoro, che trae ispirazione dalla nota vicenda di Caino e Abele del libro della Genesi (capitolo 4, versetto 1) della Bibbia, concentra il suo sviluppo sul rapporto d’amore tra due fratelli. In genesiquattrouno l’omicidio è già stato compiuto. Ora, nel sonno, si cerca di “riprendere fiato”. La scena inizialmente appare come luogo di inconsapevolezza, nel quale uno dei due fratelli, quello già morto, tornato bambino si ripresenta, come ogni sera, a far visita al fratello amato. In quella caverna i due personaggi alternando il gioco alla sfida, esplorano la loro infanzia fatta di avventure fanciullesche e preghiere inventate ad un Dio a cui hanno imparato a donare la propria parte migliore. Ma non sarà facile stanare il fratricida. Il linguaggio di questo incontro matura nelle differenti stagioni che i due fratelli tornano a vivere. Nell’infanzia è il corpo a parlare, lasciando spazio al lavoro fisico dei due attori. Nell’adolescenza i due accolgono la parola, ed è in quel tempo che il maggiore, vedendo tradito il patto di complicità siglato con l’altro, permetterà alla sue paure di insinuarsi nei suoi affetti e ridurrà il proprio rapporto con Dio ad una patetica messa in scena. Ma sarà nella maturità che il minore, conquistata finalmente la fiducia dell’altro, lo farà cadere nel tranello costruito pazientemente sin dal suo ingresso onirico e lo attirerà nella stessa caverna dei giochi dove il loro amore è iniziato, dove tutto è finito e dove tutto ricomincerà, ancora e ancora. 4 luglio, ore 21.15 Garbage Girls 9 luglio, ore 21.15 Sandro Penna - una quieta follia e-Motion Gruppo Phoenix di Elio Pecora regia e coreografia Francesca La Cava musica originale Lorenzo e Federico Fiume dell’Associazione Culturale Resiliens collaborazione artistica Corinna Anastasio con Corinna Anastasio, Francesca La Cava e Angela Valeria Russo costumi Francesca la Cava scene e disegno luci Stefano Pirandello video Giovanni Sfarra direzione tecnica Carlo Oriani Ambrosini produzione GRUPPO e-MOTION (L’Aquila) con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Abruzzo, della Provincia e del Comune dell’Aquila. coproduzione Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli” residenze artistiche ARTISTI PER IL MATTA progetto Corpografie regia Massimo Verdastro con Massimo Verdastro e Giuseppe Sangiorgi rielaborazione drammaturgica Massimo Verdastro musiche originali Riccardo Vaglini progetto luci Marcello D’Agostino aiuto Regia Giuseppe Sangiorgi assistenza tecnica Marco Ortolani produzione Centro Diaghilev (Bari) in collaborazione con Compagnia Massimo Verdastro G ARBAGE GIRLS è un viaggio poetico tra i rifiuti, tra immanente e trascendente, tra coloro che sono costretti a vivere “nella desolazione, testimoni della crudeltà della vita e dei suoi mille misteri”. E’ la storia poetica di donne che si “muovono” come se la strada fosse “il teatro della vita” fatto di scenografie e suoni che riproducono il vero attraverso il falso, il reale attraverso il sogno, la crudezza attraverso la poesia. La creazione si muove alla ricerca di espressioni vitali, di movimenti naturali, di dialoghi gestuali che stendono la storia nella quale gli interpreti si lasciano costruire addosso e costruiscono una serie di situazioni che giocano tra il reale, il grottesco e il trascendentale, riscoprendo gli spazi nascosti della mente. Disagio, marginalità e devianza caratterizzano il conflitto di queste donne alla ricerca della loro identità, superando le barriere sociali imposte dalla collettività. S andro Penna – Una quieta follia è concepito come una sorta di spartito musicale, sull’onda di una forte ed empatica conoscenza che Pecora ha del poeta perugino. Il monologo che n’è venuto fuori, accoglie in sé le poesie, le prose e alcuni frammenti dei diari inediti. Il lavoro di Pecora, rielaborato drammaturgicamente da Verdastro, vede un Sandro Penna insonne che si racconta e rivela e, mentre riflette e confida le fonti e le ragioni della sua opera poetica, descrive le sue giornate e il tempo che ha traversato: gli anni del fascismo, la guerra, il secondo dopoguerra, la sua intera esistenza fatta di inquietudini e di stupori. In una stanza da cui ha smesso di uscire, dove sono accatastati e sparsi oggetti di ogni tipo nella confusione più totale, il poeta elenca i suoi mali, si dilunga sulle sue insonnie. Vagando nella sua stanza, ingoiando pillole, ci parla della sua infanzia difficile, dei suoi rapporti con il padre e con la madre, che ha segnato la sua esistenza, madre amorosa e crudele, traditrice e giudicante. Quindi l’incontro con l’amico che gli parlò di Rimbaud e Baudelaire, la comparsa della poesia; i dissidi interiori, la diversità ben prima di quella sessuale; l’amore intravisto, inseguito, negato; gli anni della giovinezza, gli impieghi brevi, i piccoli commerci, la sua visione della vita accolta nei versi; le sue frequentazioni e amicizie con Montale, Saba, Pasolini e Morante. 11 luglio, ore 21.15 Manca solo la domenica 12 luglio, 21.15 Fuochi a Mare per Vladimir Majakovskij di Licia Maglietta di e con Andrea Renzi dal racconto di Silvana Grasso musiche scritte ed eseguite da Wladimir Denissenkov luci Cesare Accetta realizzato da Lucio Sabatino costumi Katia Esposito suono Daghi Rondanini direzione tecnica Lello Becchimanzi produzione Teatri Uniti (Napoli) luci Pasquale Mari suono Daghi Rondanini produzione Teatri Uniti (Napoli) E sistono amori che non danno la felicità ma…se ne possono vivere altri. Borina, all’anagrafe Liboria Serrafalco sposata Liuzzo, lasciata “vedova bianca” da un marito che fa perdere le proprie traccie, una volta arrivato in Australia, è condannata ad un umiliante disagio sociale, perché non essendo vedova, rappresenta un pericolo per “l’ordine costituito” e per la sessualità. Dunque priva di uno Status, figlia o moglie, che la definisca agli occhi della società, Borina trasforma, trasforma tutto, crea e riscrive un’altra vita fino all’estremo, fino in fondo. La sua vulnerabilità non è stata rispettata e lei si riappropria di tutto e di tutti. Andare lontano dalla propria casa. Fantasticare una vita di sentimenti amorosi e luttuosi. Desiderare passioni, amori e soprattuto uno Status da poter portare dipinto sulla faccia come una voglia di vino o di fragola. E se la realtà le impedisce di vivere tutto questo Borina non se ne preoccupa: pianifica. Ho tratto la drammaturgia di questo monologo, anzi lo definirei melologo, dall’omonimo racconto di Silvana Grasso, scrittura che è canto, scalpello, forbici tatto e senso. Con Wladimir Denissenkov lo abbiamo riscritto in musica, la sua musica, che ha condotta armonica, timbri e inflessioni melodiche russe. Era importante non connotare il racconto con sonorità del nostro sud. Le vedove bianche appartengono alle storie di molti paesi. A rmato dei suoi versi e di una Smith and Wesson a canna corta, dalla tribuna di un piccolo tavolino, alle sue spalle il cielo trapunto di stelle, in una immaginaria conferenza cosmica e pirotecnica il grande poeta russo si presenta in tutta la sua smisurata, tenera e trascinante vitalità. Questa requisitoria poetica ha il suo cuore pulsante nel poemetto la Nuvola in Calzoni, dove, il giovane Majakovskij ingaggia un corpo a corpo con i temi universali dell’amore, della religione, della vecchia poesia e della rivoluzione, realizzando un insuperabile manifesto della sua concezione poetica potentemente innovativo sul piano formale. In un montaggio scandito dallo sparo suicida le gemme verbali, le burle immaginifiche, i concitati paradossi, gli amori disperati e carnali e le profetiche visioni di questo gigante del secolo scorso giungono fino a noi. 17 luglio, ore 21.15 Le Amanti 18 luglio, ore 21.15 Storie e controstorie - Racconti d’estate di Teatrino Giullare di e con Ascanio Celestini dal romanzo di Elfriede Jelinek interpretazione, regia, drammaturgia Teatrino Giullare traduzione italiana Valeria Bazzicalupo scene e oggetti Cikuska produzione Teatrino Giullare, (Sasso Marconi - Bologna) e Festival Focus Jelinek con il sostegno della Regione Emilia Romagna suono e luci Andrea Pesce produzione Fabbrica srl – Sara Severoni (Roma) distribuzione e organizzazione: Ass. Lucciola – Paolo Gorietti e Marianna Pezzini P rotagonista di questa storia è l’Amore con le sue angosce, le sue spesso fallaci promesse. Due ragazze, Brigitte e Paula, desiderano una vita migliore. Brigitte ha le idee chiare: accaparrarsi con le unghie e con i denti l’amore di un promettente elettricista. Paula è più confusa, ma anche lei s’innamora perché solo l’amore sembra poter dare un senso alla sua esistenza. Incontri, gravidanze, matrimoni, nascite, morti improvvise e paradossi della vita compongono un furioso e divertente affresco popolato di sogni e speranze in cui le protagoniste sono due bambole a grandezza umana sullo sfondo di un paesaggio abitato da grotteschi personaggi chiusi in scatole di cartone. A condurre il racconto teatrale una narratrice e un Eros ambiguo e singolare. Ma protagonista di questa storia è anche il linguaggio, provocatorio e implacabile, giocato sul filo del paradosso, a tratti irresistibilmente comico. Un romanzo illustrato, un duello teatrale tra Eros e la brutalità in cui la satira prende come oggetto la crudeltà dei rapporti, l’insensatezza della vita lavorativa e soprattutto la retorica sull’Amore, che si rivela l’ennesima mistificazione dell’essere umano per non vedere la povertà dei suoi orizzonti. Dallo straordinario romanzo di Elfriede Jelinek (Premio Nobel per la letteratura 2004), per la prima volta adattato per il palcoscenico, Teatrino Giullare crea con soluzioni sceniche sorprendenti un componimento delicato, feroce, comico e potentemente visionario. C ’è una barzelletta di qualche anno fa che aveva per protagonisti tre politici famosi. Saddam Hussein va da Dio e chiede “come sarà l’Iraq tra 5 anni”. E Dio “distrutto dalle bombe americane” e Saddam piange disperato. Anche Bush va da Dio e chiede “come saranno gli Stati Uniti tra 5 anni?”. E Dio “distrutto dagli attentati degli islamisti” e il presidente americano piange disperato. Infine Berlusconi va da Dio e chiede “come sarà l’Italia tra cinque anni” e Dio piange disperato. Raccontata tenendosi a distanza dal terrorismo e dalla cosiddetta esportazione della democrazia possiamo sentirci al sicuro e ridere. Ma proviamo a immaginare se alla grande manifestazione di Parigi dell’11 gennaio, all’indomani degli attentati, avesse partecipato proprio l’ex premier Silvio Berlusconi, che ha sempre manifestato la sua passione per le barzellette, e avesse raccontato questa storiella sostituendo Bush con Hollande, Saddam con il califfo dell’Isis e se stesso con Renzi per prenderlo in giro. Il meccanismo sarebbe stato lo stesso, ma non l’effetto comico. Spesso nelle barzellette accade ciò che vediamo nelle vecchie comiche: ridiamo per l’uomo grasso che scivola sulla buccia di banana, ma se quell’uomo siamo noi non ci troviamo niente da ridere. Allora ho pensato di recuperare alcuni racconti che ho scritto in questi anni e scriverne altri nuovi nei quali ci troviamo davanti ad un meccanismo simile a quello delle storielle. Ma a differenza di esse in queste mie storie c’è qualcosa che si inceppa. Incominciamo a ridere come da ragazzini ridevamo del fantasma formaggino e poi, invece di immedesimarci in Pierino, ci troviamo spalmati sul panino. 22 luglio, ore 21.15 Aldo Morto di Daniele Timpano collaborazione artistica Elvira Frosini drammaturgia, regia, interpretazione Daniele Timpano produzione Compagnia Frosini / Timpano (Roma), Associazione Culturale Kataklisma Teatro e Accademia degli artefatti “D esolato, io non c’ero quando è morto Moro. Aldo è morto senza il mio conforto. Era il 9 maggio 1978. Non avevo ancora quattro anni. Quando Moro è morto, non me ne sono accorto. Ma dov’ero io quel 9 maggio? E cosa facevo? A che pensavo? E soprattutto a voi che ve ne importa? […] Lo hanno trovato nel bagagliaio di Renault 4 rossa, undici colpi sparati a bruciapelo addosso. Oh, mio Dio! Hanno ammazzato Moro! Brutti bastardi. E vabbè, pazienza. […] Cose che capitavano negli anni ‘70. Bisognava fare la rivoluzione. Chi? Brigate rosse. […] Ma rosse in che senso? “ Un attore nato negli anni ‘70, che di quegli anni non ha alcun ricordo personale, partendo dalla vicenda del sequestro di Aldo Moro, trauma epocale che ha segnato la storia della Repubblica italiana, si confronta con l’impatto che questo evento ha avuto nell’immaginario collettivo. In scena, assieme al suo corpo e a pochi oggetti, solo la volontà di affondare fino al collo in una materia spinosa e delicata senza alcuna retorica o pietismo. 24 luglio, ore 21.15 Iliade un racconto mediterraneo Il duello per Elena (libro III) con Tullio Solenghi progetto e regia Sergio Maifredi produzione Teatro Pubblico Ligure (Genova) L ’esercito greco e l’esercito troiano si fronteggiano. Paride, il rapitore di Elena e Menelao, il marito tradito si fronteggiano. Afrodite salverà Paride da morte certa. Un grande artista Tullio Solenghi per un grande simbolico duello. ILIADE è il big bang della letteratura occidentale. Nei suoi versi sono racchiusi i geni di tutti i miti, di tutti gli eroi. Achille, Agamennone, Aiace ed Ettore ma anche Odisseo, a cui lo stesso Omero dedicherà l’altro grande codice della nostra cultura: l’Odissea. Ma anche Enea che, profugo, in fuga dalla propria città in fiamme, si vedrà affidato da Virgilio la responsabilità di portare sulle proprie spalle Anchise, il padre, la storia, la sua storia che è la storia vista dalla parte sbagliata, dalla parte di chi è stato sconfitto, e per mano il figlio, il futuro, la fondazione, Roma e l’Impero che verrà. ILIADE è UN RACCONTO della prima guerra del MEDITERRANEO e quindi la prima guerra mondiale, è l’archetipo, il paradigma delle guerre che verranno. Nei suoi versi ci sono il conflitto, l’ira, l’eroismo, il dolore, il rancore, l’amore, il sangue, le armi, la paura, le madri, le spose, i padri, i figli ma soprattutto vi è la morte. La nera morte umanamente temuta, la bella morte eroicamente cercata. La morte che è fine di tutto e che per questo impone i patti di pace come catarsi finale. 25 luglio, ore 21.15 26 luglio, ore 21.15 Iliade un racconto mediterraneo La morte di Patroclo (libro XIV e XVII) Iliade un racconto mediterraneo Achille e Priamo (libro XXIV) prima nazionale prima nazionale con Amanda Sandrelli con Davide Riondino progetto e regia Sergio Maifredi produzione Teatro Pubblico Ligure (Genova) progetto e regia Sergio Maifredi produzione Teatro Pubblico Ligure (Genova) A I chille, offeso da Agamennone, si sottrae al combattimento. Patroclo, suo amico fraterno, va a combattere con le armi di Achille per intimorire i nemici. Ettore lo affronta e lo uccide. ILIADE è il big bang della letteratura occidentale. Nei suoi versi sono racchiusi i geni di tutti i miti, di tutti gli eroi. Achille, Agamennone, Aiace ed Ettore ma anche Odisseo, a cui lo stesso Omero dedicherà l’altro grande codice della nostra cultura: l’Odissea. Ma anche Enea che, profugo, in fuga dalla propria città in fiamme, si vedrà affidato da Virgilio la responsabilità di portare sulle proprie spalle Anchise, il padre, la storia, la sua storia che è la storia vista dalla parte sbagliata, dalla parte di chi è stato sconfitto, e per mano il figlio, il futuro, la fondazione, Roma e l’Impero che verrà. LIADE è il big bang della letteratura occidentale. Nei suoi versi sono racchiusi i geni di tutti i miti, di tutti gli eroi. Achille, Agamennone, Aiace ed Ettore ma anche Odisseo, a cui lo stesso Omero dedicherà l’altro grande codice della nostra cultura: l’Odissea. Ma anche Enea che, profugo, in fuga dalla propria città in fiamme, si vedrà affidato da Virgilio la responsabilità di portare sulle proprie spalle Anchise, il padre, la storia, la sua storia che è la storia vista dalla parte sbagliata, dalla parte di chi è stato sconfitto, e per mano il figlio, il futuro, la fondazione, Roma e l’Impero che verrà. Ludovico Corrao: l’identita’ molteplice A cura della Fondazione Orestiadi e Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani – Assessorato Regionale Beni Culturali e I.S. Museo delle Trame Mediterranee Baglio di Stefano, Gibellina 26 giugno 2015, ore 18 Arte e Poesia a Selinunte Atelier di Adel El Siwi, Antonio De Luca, Pino Sciola, Sergio Tumminello. Reading di poeti del Mediterraneo Evento a cura di AB Comunicazioni per il Parco di Selinunte, con la direzione artistica della Fondazione Orestiadi Parco Archeologico di Selinunte e Cave di Cusa, 16 / 17 luglio 2015 A sicilian walk a cura di Giusi Diana La possibilità negata e Niscemuos. Installazioni di Sebastiano Mortellaro Progetto di RISO-Museo d’arte Contemporanea della Sicilia in collaborazione con Fondazione Orestiadi, FAM Fabbriche Chiaramontane, Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento, Fondazione Fiumara D’Arte. Baglio Di Stefano, Gibellina 9 Luglio / 19 settembre 2015 Fondazione Istituto di Alta Cultura Orestiadi ONLUS Baglio Di Stefano, 91024 _ Gibellina (TP) Sicila, Italia T +39 0924 67 844 M [email protected] www.fondazioneorestiadi.it facebook/orestiadi Tutti gli spettacoli si svolgeranno al Baglio Di Stefano, Gibellina (TP) e avranno inizio alle ore 21.15 biglietti: intero 10 € - ridotto 8 € - ideanet 8 € - PMOcard 8 € Prevendite Palermo: Modusvivendi, via Quintino Sella, 79 _ T 091 323493 N.B. I programmi potranno subire cambiamenti di compagnie, date, orari per causa di forza maggiore. Falcone Borsellino Airport A29 Vincenzo Florio Airport progetto grafico ninni scovazzo