Gibellina 2015 _ XXXIV edizione

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Gibellina 2015 _ XXXIV edizione
fondatore Ludovico Corrao Gibellina 2015 _ XXXIV
direzione artistica Claudio Collovà
edizione
ORESTIADI di Gibellina _ XXXIV edizione
U
presidente
Rosario Fontana
presidente
comitato scientifico
Francesca Corrao
vice presidente
Giulio Ippolito
segretario generale
Calogero Pumilia
direttore arti visive
Achille Bonito Oliva
direttore artistico
Claudio Collovà
direttore
Museo Trame Mediterranee
Enzo Fiammetta
servizi didattici
biblioteca Empedocle
Elena Andolfi
amministrazione
Giuseppe Pace
cordinamento tecnico
Tonino D’Aloisio
visual designer
Ninni Scovazzo
assistente direzione artistica
Giulia D’Oro
ufficio stampa
Alberto Samonà
comunicazione e marketing
Francesco Panasci
assistenza tecnica
Salvatore Zummo
Santino Formoso
Enzo Falco
Zahra Said
n mese di spettacoli, dal 26 giugno al 26 luglio 2015
al Baglio Di Stefano, per la XXXIV edizione del Festival delle Orestiadi di Gibellina, con 13 gruppi coinvolti
e quattro prime nazionali, molte attività collaterali con
mostre ed esposizioni e tante collaborazioni con istituzioni e fondazioni culturali italiane.
Il 26 giugno, come da tradizione, l’apertura in onore al
nostro fondatore senatore Ludovico Corrao, nel giorno
della sua nascita, con la presentazione di un progetto
molto complesso che da noi debutta in prima assoluta,
curato dal Laboratorio ZeroCrediti e dal Conservatorio
G.B. Martini di Bologna, dal titolo Addio Roma, che vede
in scena giovani cantanti e strumentisti ispirato al Satyricon di Petronio, con fonti musicali di Maderna, Monteverdi e Rota, e Fellini come fonte visiva. Una riflessione
sulla Roma antica, la cui corruzione allora sembra purtroppo non essere oggi mutata. Lo spirito e la sfida di
questo progetto è anche la grande collaborazione di
varie istituzioni culturali attorno a un laboratorio che
ha visto fattivamente impegnati studenti e maestri di
accademie e conservatori italiani.
Il 30 giugno, torna alle Orestiadi, una nuova versione
di Massa e Potere, con un cast totalmente nuovo e con
una presentazione di materiali inediti affrontati per la
prima volta. L’inesauribile fonte del voluminoso studio
sulla massa e sul potere di Elias Canetti, ulteriormente
indagata e approfondita, e che vede la presenza di 24
attori provenienti da tutta Italia, ha creato le premesse
per una nuova edizione del fortunatissimo spettacolo
che aprì l’edizione del 2010. È un lavoro estremamente
fisico e intenso, che racconta molto dei meccanismi
di comportamento della massa, in un flusso continuo
privo di interruzioni. Sono particolarmente felice della
collaborazione con il Teatro Mediterraneo Occupato di
Palermo, che ha ospitato, protetto e reso possibile questo complesso lavoro, collaborazione che è stata molto
importante anche nella fase ideativa e artistica. Il TMO
risulta anche tra i collaboratori dello spettacolo che
apre questa edizione, confermando la sua vocazione ad
essere effettivo partner di istituzioni ufficiali, mantenendo inalterata la propria autonomia artistica. Anche
Massa e Potere #2 è una prima nazionale.
Il 2 luglio, Residenza Idra di Brescia, presenta uno spettacolo scritto e diretto da Gaetano Bruno, per la prima
volta in Sicilia. Genesiquattrouno, si ispira alla storia di
Caino e Abele, raccontata nella Genesi, e produce uno
sguardo inedito e molto profondo, sul dopo l’efferato
atto del fratricidio. Gli attraversamenti proposti riguardano l’infanzia felice e conflittuale tra i fratelli in una
sorta di ritorno dopo morte e il surreale e illusorio rapporto con un Dio invisibile e a tratti illusorio. Amore e
tradimento esplorati con bellissima fisicità e intensa
drammaturgia per un lavoro molto apprezzato e riconosciuto in Italia.
Il 4 luglio e-Motion Gruppo Phoenix dell’Aquila, unica
presenza di danza in questo Festival, (così come consentito dalla nuova legge sui Festival teatrali del Ministero,
sic!), presenta Garbage Girls, una regia e coreografia di
Francesca La Cava. Viaggio poetico tra i rifiuti, viene definito questo bellissimo lavoro dalla sua autrice, tra le
presenze più interessanti della danza italiana di ricerca. Mondo reale, grottesco e trascendentale convivono
in una sorta di teatro della vita, per lasciare affiorare la
poesia persino dalla crudezza della realtà. Anche questo spettacolo è considerato dal pubblico e dalla critica
uno dei lavori più interessanti e forti della stagione appena trascorsa. Il gruppo con questo lavoro è ospite per
la prima volta di un festival siciliano.
Il 9 luglio, in prima nazionale, ospite delle Orestiadi,
Massimo Verdastro, con un lavoro che si intitola Sandro
Penna – una quieta follia, dedicato a uno dei più grandi
poeti del novecento italiano. Un testo inedito scritto appositamente per questo debutto da Elio Pecora, anch’egli noto poeta, il più profondo conoscitore in Italia del
poeta perugino, e curatore dell’intero archivio del poeta, autore di una felice biografia penniana edita da
Frassinelli, uno spartito musicale che regala al pubblico
frammenti di diari inediti, connessi con pagine poetiche
e di prosa, in una rielaborazione drammaturgica curata dal regista. Un inno alla grande poesia com’è quella
di un poeta molto amato, letto, studiato e tradotto in
numerose lingue straniere, così Pecora. Lo spettacolo è
prodotto dal Centro Diaghilev di Bari, importante realtà
pugliese particolarmente impegnato su progetti di nuova drammaturgia contemporanea.
L’11 e il 12 luglio tornano i Teatri Uniti di Napoli con due
spettacoli fortunati che hanno riscosso molto successo
negli anni passati in Italia e all’estero. Licia Maglietta,
regista e interprete di Manca solo la domenica, melolo-
go tratto dall’omonimo racconto della scrittrice siciliana Silvana Grasso, non ancora rappresentato in Sicilia,
sulla figura di Liboria Serrafalco, vedova bianca, riscritto nella musica di Wladimir Denissenkov, che conduce
armonica, timbri e inflessioni melodiche russe. E il bellissimo Fuochi a mare per Vladimir Majakovskij di e con
Andrea Renzi, che ritorna alle Orestiadi - dove l’anno
scorso presentò con molto successo Caproni!, - con una
requisitoria poetica che ha il suo centro pulsante nel
poemetto La nuvola in calzoni del poeta della rivoluzione russa, una sorta di insuperabile manifesto poetico,
innovativo nel linguaggio e altamente visionario.
Torna dopo molti anni, - erano presenti nella prima edizione da me ideata nel 2010 - il Teatrino Giullare di Sasso
Marconi (Bologna), con il nuovo spettacolo Le Amanti,
dal romanzo di Elfriede Jelinek, premio Nobel per la letteratura 2004, nella traduzione italiana di Valeria Bazzicalupo. È un furioso e divertente affresco popolato di
sogni e speranze, che vede protagoniste due bambole
a grandezza umana, un romanzo illustrato che muta in
duello teatrale tra Eros e crudeltà di rapporti e che svela
la retorica sull’Amore, e la mistificazione propria dell’essere umano. Le soluzioni sceniche del Teatrino Giullare
sono come sempre sorprendenti e vivono di potenti accenti visionari.
Il 18 luglio Ascanio Celestini è protagonista e autore di
Storie e controstorie - Racconti d’estate. Racconti recuperati dall’artista dal suo stesso archivio, che mutano
le storielle divertenti in qualcosa che s’inceppa e rende lo sguardo ironico sulla realtà materia per riflettere
e sentire. Si ride, ma alla fine ci si ritrova, in una situazione mutata, che svela quello che la realtà in effetti
nasconde. Considerato uno dei più importanti raccontatori italiani, da moltissimi anni sulla scena, autore e
attore, regista cinematografico oggi tra i più personali
e innovativi del cinema in Italia, l’artista romano torna
alle Orestiadi dopo moltissimi anni di assenza, e sono
particolarmente orgoglioso della sua presenza al nostro Festival.
Il 22 luglio è la volta di Aldo Morto, di Daniele Timpano
della Compagnia Frosini\Timpano prodotto da Kataklisma Teatro di Siena, uno spettacolo pluripremiato, che
vive di successo in successo felici stagioni dal 2012. È lo
sguardo, ironicamente rammaricato, di chi all’epoca del
delitto, nel lontano 1978, aveva solo quattro anni e che
non ha né può avere alcun ricordo personale sul tragico
avvenimento. Non c’è retorica o pietismo nello spetta-
colo di Timpano, ma solo la volontà di vivere fino in fondo una materia delicata che ha segnato forse la vicenda
più tragica e traumatica dell’Italia degli anni settanta,
in modo originale e con un sguardo disincantato e vivo.
Infine dal 24 al 26 luglio, il nuovo progetto di Sergio Maifredi direttore e regista del Teatro Pubblico Ligure, che
dopo la felice esperienza di attraversamento dell’Odissea, ritorna da noi con Iliade un racconto Mediterraneo.
Sono tre le serate dedicate ai libri di Omero, con artisti
che non hanno alcun bisogno di presentazione e che com’è accaduto la scorsa edizione - sapranno incantare il pubblico con la loro interpretazioni di un racconto della prima guerra del mediterraneo, e quindi a ben
diritto forse, archetipo e paradigma di tutte le guerre
mondiali future. Nel dettaglio, questo ciclo dedicato a
Omero, inizia il 24 con Tullio Solenghi, con Il duello per
Elena (libro III), cui seguirà il 25 Amanda Sandrelli con
La morte di Patroclo (libro XIV e XVII), e si concluderà il
26 - giorno di chiusura delle Orestiadi - con Achille e Priamo (libro XXIV), con Davide Riondino. Questi ultimi due
spettacoli sono prime assolute e debuttano quindi da
noi presentandosi al pubblico per la prima volta. Artisti
ben noti al pubblico e che non hanno alcun bisogno di
presentazione e che siamo felici di ospitare da noi.
Il festival delle Orestiadi non è solo questo, naturalmente. È anche il suo paesaggio, i suoi luoghi, e la sua
storia complessa dedicata all’arte, all’architettura, alla
poesia e al teatro. L’arte per la città di Gibellina rimane
una componente essenziale e irrinunciabile, e noi alla
Fondazione continuiamo a perseguire gli stessi obiettivi alti e di bellezza del fondatore Ludovico Corrao. Continuiamo a possedere una dimensione spirituale inalterata, e noi tutti lavoriamo, così come fanno gli artisti,
con lo spirito degli artigiani. La stella di Consagra, la
porta del Belìce porta direttamente alla nostra semina
che diventa raccolto solo con la presenza del pubblico
che non ci ha mai abbandonato e che vorremmo sempre
più numeroso e partecipe, a cominciare dai gibellinesi,
la cui presenza per noi è segno fondamentale per proseguire il nostro lavoro.
Nonostante le difficoltà, continuiamo a resistere. Nonostante i tagli - incomprensibilmente punitivi, dato che
ogni anno facciamo di più - il nostro impegno non è venuto meno. Abbiamo molti progetti da portare avanti,
da realizzare e da presentare. Fra non molto il Cretto di
Burri, completato e restaurato, riportato al suo antico
splendore, tornerà ad ospitare gli spettacoli teatrali,
ritornerà ad essere quello che per tradizione è stato
nel passato, un luogo vivo e bellissimo, pieno di gente
e di artisti. È inutile negare che come molti, soffriamo
gli scarsi investimenti sulla cultura di questo paese, e
che la passione a volte non basta. Noi vorremmo essere
parte di un piano di sviluppo culturale dell’intero territorio di questa regione bellissima e ricchissima di risorse. Ci sono timidi segnali di incoraggiamento intorno al
progetto delle Orestiadi, e bisogna che questi segnali
diventino idee programmatiche di lungo respiro. Non
chiediamo interventi straordinari, ma un solido pensiero che ci coinvolga con la dovuta attenzione.
Mi permetto di chiudere questa introduzione al Festival, con una dedica che mi riguarda da vicino e che voglio con voi condividere con emozione. Nell’agosto del
2010 il senatore Ludovico Corrao mi fece dono del suo
bellissimo libro Il sogno mediterraneo, una sua lunga
intervista di Baldo Carollo, libro che consiglio a tutti di
leggere. Nella prima pagina la sua dedica diceva: “A Claudio, felice germoglio di una fruttuosa solida quercia del
giardino di Gibellina.” C’è una straordinaria densità di
immagini bellissime in una breve frase che mi meraviglia ancora. Che la quercia di questo giardino allora, con
tutti i suoi germogli, che da tempo sono diventati fiori
maturi, non venga mai abbattuta dalla stupidità, dall’ignoranza, dalla negligenza dell’uomo.
Vi aspettiamo, come sempre, nel nostro giardino dei
poeti, sotto le stelle, all’ombra della Montagna di sale.
Venite numerosi e dateci prova concreta della vostra
vicinanza.
Claudio Collovà
direttore artistico
26 giugno, ore 21.15
Addio Roma prima assoluta
A
ddio Roma è la violenza della fame. Una tavola, dei commensali che già conosciamo, umanità che hanno lottato per
sedersi a quella tavola, che sono state spinte, invitate, elette,
scelte per mangiare a quella tavola. Piene di buoni propositi,
hanno mangiato troppo.
E non è rimasto nulla. Non è rimasto nulla né per loro né per chi
avrebbe dovuto ancora mangiare.
E allora serve una soluzione, un rimedio, una divinità in grado
di dare a tutti l’illusione di poter mangiare ancora. Una vacca
grassa per le troppe vacche magre. E tutti l’adoreranno, tutti
l’ameranno, tutti la glorificheranno.
Addio Roma è una operazione sulla disillusione e sul bisogno di
nuove divinità in carne e ossa che affligge la nostra società. Per
quanto motivati da buoni principi e da belle speranze, cadiamo
ciclicamente nella tentazione di abbuffarci oltre quello che
ci è consentito. E cosi, satolli e strabordanti, cominciamo a
prosciugarci, corpi vuoti che vagano come anime disorientate
nei bollori infernali.
Non siamo capaci a essere divinità di noi stessi, guida illuminata
del nostro percorso e ci affidiamo con foga ed entusiasmo, al
primo grasso maiale che sembra prometterci vita eterna.
Ass. Cult. QuinteAttive Teatro
progetto Laboratorio ZeroCrediti (Bologna)
Conservatorio G. B. Martini di Bologna
Accademia Di Belle Arti di Palermo
Dipartimento di Progettazioni e Arti Applicate
Accademia Del Lusso - Istituti Callegari Sede Di Palermo
a cura di
Francesco Carluccio e Francesco La Licata/
Fabrizio Lupo e Roberta Barraja
voci
Elisa Bonazzi - mezzosoprano
Eva Macaggi - soprano
Gaia Mattiuzzi - soprano
Gökmen Sahin - basso
Giacomo Serra - baritono
strumentisti
Michela Ciavatti - clarinetto
Gabriele Maria Ferrante - violoncello
Francesca Fierro - pianoforte
Michele Foresi - violino
Angelica Foschi - fisarmonica
Francesco Rocco - chitarra elettrica
Eugenioprimo Saragoni - percussioni
live electronics Bernardo Lo Sterzo
regia Gianluca Cheli
aiuto regia Clara La Licata
redazione e cura della partitura Alessandro Cafiso
allestimento video-scenografico
Costanza Arena, Gabriele Genova, Monica Maniscalco
Mattia Pirandello, Roberto Salvaggio, Carla Tiberio
costumi
Davorin Cameron Cordone, Silvia Maria Geraci, Francesca Mandala,
Dario Princiotta, Serena Santamarina, Maria Luisa Vazquez
coordinamento allestimento scenico Alessia D’Amico
programmazione videoproiezioni Gabriella Malerba
programmazione macchine del suono Giovanni Magaglio
assistenti allestimento
Alessandra Guagliardito, Caterina Napolitano, Vincenzo Stellone
si ringraziano
Conservatorio V. Bellini di Palermo
Fondazione Orchestra Sinfonica di Palermo
Teatro Mediterraneo Occupato di Palermo
Associazione Culturale Quinteattive Teatro
Associazione Culturale Alf Leila
un ringraziamento particolare a
Valentina Console, Gabriele Garilli e gli allievi della scuola di
scenografia che hanno partecipato ai laboratori
30 giugno, ore 21.15
Massa e potere #2 prima nazionale
uno spettacolo di Claudio Collovà da Elias Canetti
con Giuliana Amato, Fabiola Arculeo, Livia Bartolucci, Valeria
Dada Berardi, Tunde Bodnar, Gianluca Bottoni, Marco Canzoneri,
Mauro Cappello, Cristiana D’Apolito, Rossella Guarneri, Marco
Leone, Ylenia Modica, Lelio Naccari Marcella Parito, Dario
Raimondi, Angela Ribaudo, Marina Savino, Patrycja Stefanek,
Vittoria Strazzeri, Simona Taormina, Giuseppe Tarantino,
Maria Pia Valentini, Federica Zacchia, Nicolas Zappa.
scenografia Claudio Collovà
costumi Luisa Urso, Caterina Strafalaci e Giulia Santoro
trucco Luisa Urso / luci Michele Ambrose e Claudia Borgia
video Piero Consentino e Salvatore Pirrone
lavoro sul movimento e coreografia Maria Pia Valentini
assistenti alla regia Maria Antonietta Trincucci e Elisa Cricchio
produzione Teatro Mediterraneo Occupato (Palermo)
e Associazione Culturale Marionettistica Popolare Siciliana
in collaborazione con Hotel Patria Occupato
È
a Francoforte nel 1927 che Canetti fa la sua prima esperienza
di massa. Da quel momento Canetti volle comprendere le
manifestazioni di massa che si svolgevano intorno a lui. Per
tutta la vita ha cercato di comprender come il potere nascesse
dalla massa. Canetti odia l’oppressione, il potere e la morte.
Sa che ci sono masse altrettanto distruttive di quanto lo sia il
potere. La massa e il potere diventano per lui così delle realtà
antropologiche da indagare. La speranza è la sola cosa che gli
permette di affrontare l’orrore della storia e non perdona a Dio
la condizione del mondo. Tanto la formazione della massa che la
sua disgregazione producono effetti terribili e chi cerca il potere
conosce bene le masse, e il despota non esiste senza di esse. La
profezia è un malevolo inganno, e anche il profeta è una figura
del potere. Poiché con le parole sono stati provocati dei disastri,
si dovrebbe, con le parole, poterli impedire. Il mestiere del poeta
consiste nel salvare la lingua, ascoltare e preservare la memoria.
E’ questo il nostro tentativo che affidiamo ai vostri occhi.
2 luglio, ore 21.15
Genesiquattrouno
Caino e Abele, genesi di una fratellanza deviata
di Gaetano Bruno
Residenza Idra (Brescia)
testo e musiche Gaetano Bruno
diretto e interpretato da Gaetano Bruno e Francesco Villano
I
l lavoro, che trae ispirazione dalla nota vicenda di Caino e
Abele del libro della Genesi (capitolo 4, versetto 1) della Bibbia,
concentra il suo sviluppo sul rapporto d’amore tra due fratelli.
In genesiquattrouno l’omicidio è già stato compiuto. Ora, nel
sonno, si cerca di “riprendere fiato”. La scena inizialmente appare come luogo di inconsapevolezza, nel quale uno dei due fratelli, quello già morto, tornato bambino si ripresenta, come ogni
sera, a far visita al fratello amato. In quella caverna i due personaggi alternando il gioco alla sfida, esplorano la loro infanzia
fatta di avventure fanciullesche e preghiere inventate ad un
Dio a cui hanno imparato a donare la propria parte migliore.
Ma non sarà facile stanare il fratricida.
Il linguaggio di questo incontro matura nelle differenti stagioni
che i due fratelli tornano a vivere. Nell’infanzia è il corpo a
parlare, lasciando spazio al lavoro fisico dei due attori. Nell’adolescenza i due accolgono la parola, ed è in quel tempo che
il maggiore, vedendo tradito il patto di complicità siglato con
l’altro, permetterà alla sue paure di insinuarsi nei suoi affetti e
ridurrà il proprio rapporto con Dio ad una patetica messa in
scena. Ma sarà nella maturità che il minore, conquistata finalmente la fiducia dell’altro, lo farà cadere nel tranello costruito
pazientemente sin dal suo ingresso onirico e lo attirerà nella
stessa caverna dei giochi dove il loro amore è iniziato, dove
tutto è finito e dove tutto ricomincerà, ancora e ancora.
4 luglio, ore 21.15
Garbage Girls
9 luglio, ore 21.15
Sandro Penna - una quieta follia
e-Motion Gruppo Phoenix
di Elio Pecora
regia e coreografia Francesca La Cava
musica originale Lorenzo e Federico Fiume dell’Associazione
Culturale Resiliens
collaborazione artistica Corinna Anastasio
con Corinna Anastasio, Francesca La Cava e Angela Valeria Russo
costumi Francesca la Cava
scene e disegno luci Stefano Pirandello
video Giovanni Sfarra
direzione tecnica Carlo Oriani Ambrosini
produzione GRUPPO e-MOTION (L’Aquila)
con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
della Regione Abruzzo, della Provincia e del Comune dell’Aquila.
coproduzione Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli”
residenze artistiche ARTISTI PER IL MATTA progetto Corpografie
regia Massimo Verdastro
con Massimo Verdastro e Giuseppe Sangiorgi
rielaborazione drammaturgica Massimo Verdastro
musiche originali Riccardo Vaglini
progetto luci Marcello D’Agostino
aiuto Regia Giuseppe Sangiorgi
assistenza tecnica Marco Ortolani
produzione Centro Diaghilev (Bari)
in collaborazione con Compagnia Massimo Verdastro
G
ARBAGE GIRLS è un viaggio poetico tra i rifiuti, tra immanente e trascendente, tra coloro che sono costretti a vivere
“nella desolazione, testimoni della crudeltà della vita e dei suoi
mille misteri”. E’ la storia poetica di donne che si “muovono”
come se la strada fosse “il teatro della vita” fatto di scenografie
e suoni che riproducono il vero attraverso il falso, il reale attraverso il sogno, la crudezza attraverso la poesia. La creazione si
muove alla ricerca di espressioni vitali, di movimenti naturali, di
dialoghi gestuali che stendono la storia nella quale gli interpreti
si lasciano costruire addosso e costruiscono una serie di situazioni che giocano tra il reale, il grottesco e il trascendentale,
riscoprendo gli spazi nascosti della mente.
Disagio, marginalità e devianza caratterizzano il conflitto di
queste donne alla ricerca della loro identità, superando le barriere sociali imposte dalla collettività.
S
andro Penna – Una quieta follia è concepito come una sorta
di spartito musicale, sull’onda di una forte ed empatica conoscenza che Pecora ha del poeta perugino. Il monologo che n’è
venuto fuori, accoglie in sé le poesie, le prose e alcuni frammenti dei diari inediti. Il lavoro di Pecora, rielaborato drammaturgicamente da Verdastro, vede un Sandro Penna insonne che si
racconta e rivela e, mentre riflette e confida le fonti e le ragioni
della sua opera poetica, descrive le sue giornate e il tempo che
ha traversato: gli anni del fascismo, la guerra, il secondo dopoguerra, la sua intera esistenza fatta di inquietudini e di stupori.
In una stanza da cui ha smesso di uscire, dove sono accatastati
e sparsi oggetti di ogni tipo nella confusione più totale, il poeta
elenca i suoi mali, si dilunga sulle sue insonnie. Vagando nella
sua stanza, ingoiando pillole, ci parla della sua infanzia difficile,
dei suoi rapporti con il padre e con la madre, che ha segnato la
sua esistenza, madre amorosa e crudele, traditrice e giudicante.
Quindi l’incontro con l’amico che gli parlò di Rimbaud e Baudelaire, la comparsa della poesia; i dissidi interiori, la diversità ben
prima di quella sessuale; l’amore intravisto, inseguito, negato;
gli anni della giovinezza, gli impieghi brevi, i piccoli commerci,
la sua visione della vita accolta nei versi; le sue frequentazioni e
amicizie con Montale, Saba, Pasolini e Morante.
11 luglio, ore 21.15
Manca solo la domenica
12 luglio, 21.15
Fuochi a Mare per Vladimir Majakovskij
di Licia Maglietta
di e con Andrea Renzi
dal racconto di Silvana Grasso
musiche scritte ed eseguite da Wladimir Denissenkov
luci Cesare Accetta
realizzato da Lucio Sabatino
costumi Katia Esposito
suono Daghi Rondanini
direzione tecnica Lello Becchimanzi
produzione Teatri Uniti (Napoli)
luci Pasquale Mari
suono Daghi Rondanini
produzione Teatri Uniti (Napoli)
E
sistono amori che non danno la felicità ma…se ne possono
vivere altri. Borina, all’anagrafe Liboria Serrafalco sposata
Liuzzo, lasciata “vedova bianca” da un marito che fa perdere le
proprie traccie, una volta arrivato in Australia, è condannata
ad un umiliante disagio sociale, perché non essendo vedova,
rappresenta un pericolo per “l’ordine costituito” e per la sessualità. Dunque priva di uno Status, figlia o moglie, che la definisca
agli occhi della società, Borina trasforma, trasforma tutto, crea
e riscrive un’altra vita fino all’estremo, fino in fondo.
La sua vulnerabilità non è stata rispettata e lei si riappropria di
tutto e di tutti. Andare lontano dalla propria casa. Fantasticare
una vita di sentimenti amorosi e luttuosi. Desiderare passioni,
amori e soprattuto uno Status da poter portare dipinto sulla
faccia come una voglia di vino o di fragola.
E se la realtà le impedisce di vivere tutto questo Borina non se
ne preoccupa: pianifica. Ho tratto la drammaturgia di questo
monologo, anzi lo definirei melologo, dall’omonimo racconto
di Silvana Grasso, scrittura che è canto, scalpello, forbici tatto e
senso. Con Wladimir Denissenkov lo abbiamo riscritto in musica, la sua musica, che ha condotta armonica, timbri e inflessioni
melodiche russe. Era importante non connotare il racconto con
sonorità del nostro sud. Le vedove bianche appartengono alle
storie di molti paesi.
A
rmato dei suoi versi e di una Smith and Wesson a canna
corta, dalla tribuna di un piccolo tavolino, alle sue spalle il
cielo trapunto di stelle, in una immaginaria conferenza cosmica
e pirotecnica il grande poeta russo si presenta in tutta la sua
smisurata, tenera e trascinante vitalità.
Questa requisitoria poetica ha il suo cuore pulsante nel poemetto la Nuvola in Calzoni, dove, il giovane Majakovskij ingaggia un
corpo a corpo con i temi universali dell’amore, della religione,
della vecchia poesia e della rivoluzione, realizzando un insuperabile manifesto della sua concezione poetica potentemente
innovativo sul piano formale.
In un montaggio scandito dallo sparo suicida le gemme verbali,
le burle immaginifiche, i concitati paradossi, gli amori disperati
e carnali e le profetiche visioni di questo gigante del secolo
scorso giungono fino a noi.
17 luglio, ore 21.15
Le Amanti
18 luglio, ore 21.15
Storie e controstorie - Racconti d’estate
di Teatrino Giullare
di e con Ascanio Celestini
dal romanzo di Elfriede Jelinek
interpretazione, regia, drammaturgia Teatrino Giullare
traduzione italiana Valeria Bazzicalupo
scene e oggetti Cikuska
produzione Teatrino Giullare, (Sasso Marconi - Bologna)
e Festival Focus Jelinek
con il sostegno della Regione Emilia Romagna
suono e luci Andrea Pesce
produzione Fabbrica srl – Sara Severoni (Roma)
distribuzione e organizzazione: Ass. Lucciola – Paolo Gorietti e
Marianna Pezzini
P
rotagonista di questa storia è l’Amore con le sue angosce, le
sue spesso fallaci promesse. Due ragazze, Brigitte e Paula,
desiderano una vita migliore. Brigitte ha le idee chiare: accaparrarsi con le unghie e con i denti l’amore di un promettente
elettricista. Paula è più confusa, ma anche lei s’innamora perché
solo l’amore sembra poter dare un senso alla sua esistenza.
Incontri, gravidanze, matrimoni, nascite, morti improvvise e
paradossi della vita compongono un furioso e divertente affresco popolato di sogni e speranze in cui le protagoniste sono
due bambole a grandezza umana sullo sfondo di un paesaggio
abitato da grotteschi personaggi chiusi in scatole di cartone. A
condurre il racconto teatrale una narratrice e un Eros ambiguo e
singolare. Ma protagonista di questa storia è anche il linguaggio, provocatorio e implacabile, giocato sul filo del paradosso, a
tratti irresistibilmente comico. Un romanzo illustrato, un duello
teatrale tra Eros e la brutalità in cui la satira prende come oggetto la crudeltà dei rapporti, l’insensatezza della vita lavorativa e soprattutto la retorica sull’Amore, che si rivela l’ennesima
mistificazione dell’essere umano per non vedere la povertà dei
suoi orizzonti. Dallo straordinario romanzo di Elfriede Jelinek
(Premio Nobel per la letteratura 2004), per la prima volta adattato per il palcoscenico, Teatrino Giullare crea con soluzioni sceniche sorprendenti un componimento delicato, feroce, comico e
potentemente visionario.
C
’è una barzelletta di qualche anno fa che aveva per protagonisti tre politici famosi.
Saddam Hussein va da Dio e chiede “come sarà l’Iraq tra 5 anni”.
E Dio “distrutto dalle bombe americane” e Saddam piange
disperato. Anche Bush va da Dio e chiede “come saranno gli Stati
Uniti tra 5 anni?”. E Dio “distrutto dagli attentati degli islamisti”
e il presidente americano piange disperato. Infine Berlusconi va
da Dio e chiede “come sarà l’Italia tra cinque anni” e Dio piange
disperato. Raccontata tenendosi a distanza dal terrorismo e dalla cosiddetta esportazione della democrazia possiamo sentirci al
sicuro e ridere. Ma proviamo a immaginare se alla grande manifestazione di Parigi dell’11 gennaio, all’indomani degli attentati,
avesse partecipato proprio l’ex premier Silvio Berlusconi, che ha
sempre manifestato la sua passione per le barzellette, e avesse
raccontato questa storiella sostituendo Bush con Hollande,
Saddam con il califfo dell’Isis e se stesso con Renzi per prenderlo
in giro. Il meccanismo sarebbe stato lo stesso, ma non l’effetto
comico. Spesso nelle barzellette accade ciò che vediamo nelle
vecchie comiche: ridiamo per l’uomo grasso che scivola sulla
buccia di banana, ma se quell’uomo siamo noi non ci troviamo
niente da ridere. Allora ho pensato di recuperare alcuni racconti
che ho scritto in questi anni e scriverne altri nuovi nei quali ci
troviamo davanti ad un meccanismo simile a quello delle storielle. Ma a differenza di esse in queste mie storie c’è qualcosa che si
inceppa. Incominciamo a ridere come da ragazzini ridevamo del
fantasma formaggino e poi, invece di immedesimarci in Pierino,
ci troviamo spalmati sul panino.
22 luglio, ore 21.15
Aldo Morto
di Daniele Timpano
collaborazione artistica Elvira Frosini
drammaturgia, regia, interpretazione Daniele Timpano
produzione Compagnia Frosini / Timpano (Roma),
Associazione Culturale Kataklisma Teatro
e Accademia degli artefatti
“D
esolato, io non c’ero quando è morto Moro. Aldo è morto
senza il mio conforto. Era il 9 maggio 1978. Non avevo
ancora quattro anni. Quando Moro è morto, non me ne sono
accorto. Ma dov’ero io quel 9 maggio? E cosa facevo? A che
pensavo? E soprattutto a voi che ve ne importa? […] Lo hanno
trovato nel bagagliaio di Renault 4 rossa, undici colpi sparati
a bruciapelo addosso. Oh, mio Dio! Hanno ammazzato Moro!
Brutti bastardi. E vabbè, pazienza. […] Cose che capitavano negli
anni ‘70. Bisognava fare la rivoluzione. Chi? Brigate rosse. […] Ma
rosse in che senso? “
Un attore nato negli anni ‘70, che di quegli anni non ha alcun
ricordo personale, partendo dalla vicenda del sequestro di Aldo
Moro, trauma epocale che ha segnato la storia della Repubblica
italiana, si confronta con l’impatto che questo evento ha avuto
nell’immaginario collettivo. In scena, assieme al suo corpo e a
pochi oggetti, solo la volontà di affondare fino al collo in una
materia spinosa e delicata senza alcuna retorica o pietismo.
24 luglio, ore 21.15
Iliade un racconto mediterraneo
Il duello per Elena (libro III)
con Tullio Solenghi
progetto e regia Sergio Maifredi
produzione Teatro Pubblico Ligure (Genova)
L
’esercito greco e l’esercito troiano si fronteggiano. Paride, il
rapitore di Elena e Menelao, il marito tradito si fronteggiano.
Afrodite salverà Paride da morte certa. Un grande artista Tullio
Solenghi per un grande simbolico duello.
ILIADE è il big bang della letteratura occidentale. Nei suoi versi
sono racchiusi i geni di tutti i miti, di tutti gli eroi.
Achille, Agamennone, Aiace ed Ettore ma anche Odisseo, a cui lo
stesso Omero dedicherà l’altro grande codice della nostra cultura: l’Odissea. Ma anche Enea che, profugo, in fuga dalla propria
città in fiamme, si vedrà affidato da Virgilio la responsabilità
di portare sulle proprie spalle Anchise, il padre, la storia, la sua
storia che è la storia vista dalla parte sbagliata, dalla parte di
chi è stato sconfitto, e per mano il figlio, il futuro, la fondazione,
Roma e l’Impero che verrà.
ILIADE è UN RACCONTO della prima guerra del MEDITERRANEO
e quindi la prima guerra mondiale, è l’archetipo, il paradigma
delle guerre che verranno. Nei suoi versi ci sono il conflitto, l’ira,
l’eroismo, il dolore, il rancore, l’amore, il sangue, le armi, la paura, le madri, le spose, i padri, i figli ma soprattutto vi è la morte.
La nera morte umanamente temuta, la bella morte eroicamente
cercata. La morte che è fine di tutto e che per questo impone i
patti di pace come catarsi finale.
25 luglio, ore 21.15
26 luglio, ore 21.15
Iliade un racconto mediterraneo
La morte di Patroclo (libro XIV e XVII)
Iliade un racconto mediterraneo
Achille e Priamo (libro XXIV)
prima nazionale
prima nazionale
con Amanda Sandrelli
con Davide Riondino
progetto e regia Sergio Maifredi
produzione Teatro Pubblico Ligure (Genova)
progetto e regia Sergio Maifredi
produzione Teatro Pubblico Ligure (Genova)
A
I
chille, offeso da Agamennone, si sottrae al combattimento.
Patroclo, suo amico fraterno, va a combattere con le armi
di Achille per intimorire i nemici. Ettore lo affronta e lo uccide.
ILIADE è il big bang della letteratura occidentale. Nei suoi versi
sono racchiusi i geni di tutti i miti, di tutti gli eroi.
Achille, Agamennone, Aiace ed Ettore ma anche Odisseo, a cui lo
stesso Omero dedicherà l’altro grande codice della nostra cultura: l’Odissea. Ma anche Enea che, profugo, in fuga dalla propria
città in fiamme, si vedrà affidato da Virgilio la responsabilità
di portare sulle proprie spalle Anchise, il padre, la storia, la sua
storia che è la storia vista dalla parte sbagliata, dalla parte di
chi è stato sconfitto, e per mano il figlio, il futuro, la fondazione,
Roma e l’Impero che verrà.
LIADE è il big bang della letteratura occidentale. Nei suoi
versi sono racchiusi i geni di tutti i miti, di tutti gli eroi.
Achille, Agamennone, Aiace ed Ettore ma anche Odisseo, a cui lo
stesso Omero dedicherà l’altro grande codice della nostra cultura: l’Odissea. Ma anche Enea che, profugo, in fuga dalla propria
città in fiamme, si vedrà affidato da Virgilio la responsabilità
di portare sulle proprie spalle Anchise, il padre, la storia, la sua
storia che è la storia vista dalla parte sbagliata, dalla parte di
chi è stato sconfitto, e per mano il figlio, il futuro, la fondazione,
Roma e l’Impero che verrà.
Ludovico Corrao: l’identita’ molteplice
A cura della Fondazione Orestiadi e Soprintendenza ai
Beni Culturali di Trapani – Assessorato Regionale Beni
Culturali e I.S.
Museo
delle
Trame
Mediterranee
Baglio di Stefano, Gibellina
26 giugno 2015, ore 18
Arte e Poesia a Selinunte
Atelier di Adel El Siwi, Antonio De Luca, Pino
Sciola, Sergio Tumminello.
Reading di poeti del Mediterraneo
Evento a cura di AB Comunicazioni
per il Parco di Selinunte,
con la direzione artistica della Fondazione Orestiadi
Parco Archeologico di Selinunte
e Cave di Cusa, 16 / 17 luglio 2015
A sicilian walk
a cura di Giusi Diana
La possibilità negata e Niscemuos. Installazioni
di Sebastiano Mortellaro
Progetto di RISO-Museo d’arte Contemporanea della
Sicilia in collaborazione con Fondazione Orestiadi,
FAM Fabbriche Chiaramontane, Parco Archeologico
e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento,
Fondazione Fiumara D’Arte.
Baglio Di Stefano, Gibellina
9 Luglio / 19 settembre 2015
Fondazione Istituto di Alta Cultura Orestiadi ONLUS
Baglio Di Stefano, 91024 _ Gibellina (TP) Sicila, Italia
T +39 0924 67 844
M [email protected]
www.fondazioneorestiadi.it facebook/orestiadi
Tutti gli spettacoli si svolgeranno al Baglio Di Stefano, Gibellina
(TP) e avranno inizio alle ore 21.15
biglietti:
intero 10 € - ridotto 8 € - ideanet 8 € - PMOcard 8 €
Prevendite Palermo:
Modusvivendi, via Quintino Sella, 79 _ T 091 323493
N.B. I programmi potranno subire cambiamenti di compagnie, date,
orari per causa di forza maggiore.
Falcone Borsellino
Airport
A29
Vincenzo Florio
Airport
progetto grafico ninni scovazzo