Montebelluna e Montello

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Montebelluna e Montello
MONTEBELLUNA
E IL MONTELLO
Un’importante
valle alpina
come quella del
Piave, nel corso
dei millenni, ha
attirato verso la
pianura visitatori di ogni sorta,
alla ricerca di
commerci e terre da conquistare. Il Montello
e il Montelletto, rilievi piuttosto estesi e non
molto alti, ricoperti da un verde manto
boscoso e ricchi di colture, sin dall’epoca
preistorica sono stati i protagonisti della
storia del montebellunese e, tra i 90.000 e i
30.000 anni fa, ospitarono l’uomo di
Neanderthal. Il Museo di Storia Naturale e
Archeologia, presso Villa Biagi a Montebelluna, custodisce un preziosissimo tesoro di
reperti legati ai Paleoveneti (radice etimologica
di Paleoveneto: paleo=antico veneto=amico,
amichevole), un popolo che pare sia giunto
sin qui dalle pianure germaniche, insieme ai
latini, stanziandosi, nei secoli X e IX a.C., tra
il Tagliamento, l’Adige, il Cadore e il mare.
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MONTELLO E
MONTELLETTO
i suoi paladini. In queste terre fertili, Trevigiani e Veneziani, dopo il periodo medievale, si
dedicarono ad un’agricoltura fiorente;
nacquero incantevoli Ville dalle architetture
armoniose, luoghi di lavoro ma anche di
svago e sollazzo. In epoca più tarda, intorno
alla metà del 1400, i veneziani si ingegnarono
per far giungere l’acqua in queste terre altrimenti aride, attraverso il canale della Brentella,
supervisionato dal celebre Frà Giocondo,
progettista anche delle Mura di Treviso.
In alto: Situla in bronzo con coperchio,
Montebelluna-Posmon, Tb 385, V secolo a.C.;
Barchessa di Villa Biagi, sede del Museo Civico
Bellona, Montebelluna
Sotto: Granfondo del Montello, Montebelluna
E dopo una
giornata all’insegna di storia e
natura non si
può rinunciare
ad un po’ di
meritato ristoro
in uno dei
caratteristici
agriturismi del Montello, dove poter assaporare prelibatissimi piatti tipici: la gustosa
patata, prodotto IGP; l’indimenticabile
soppressa; i celebri funghi chiodini gustati in
tutti i modi e inseriti in diverse iniziative
enogastronomiche come il Cocofungo, un
appuntamento con il gusto di respiro
internazionale. Altri piatti tipici del Montello
sono i “rustot”, le erbette di bosco; il
“poeastro in tecia” o pollo in pentola,
e “patate in tocio” ovvero in umido e per finire
l’immancabile polenta. Ci troviamo in una
zona DOC dove il Prosecco, cugino di quello
di Valdobbiadene, è eccezionale, come lo
sono anche vini neri quali il Merlot, il
Cabernet, il Raboso.
Queste zone sono state per anni oggetto di
intensi scavi anche da parte di privati e l’abbondanza di reperti ritrovati ha permesso di
ricostruire un’immagine piuttosto esaustiva
del periodo paleoveneto. Più di 230 tombe
sono state scoperte nella necropoli di Cima
Mandria e gli oggetti riuniti nelle bacheche
di Villa Biagi, hanno dato vita al secondo
Museo del Veneto per numero di reperti di
quest’epoca. Lo studio del reticolato viario
romano riserverà indubbiamente nuove
sorprese, dato che un’ipotesi suggerisce che
nelle vicinanze, a nord del Montello, passasse
la via Claudia Augusta. Sempre presso il
Museo Civico di Villa Biagi, è ammirabile il
pavimento a mosaico di una villa romana sita
sulla collina dove oggi c’è il quartiere di
Mercato Vecchio. Ai piedi del Montelletto, a
Posmon, nella barchessa di Villa Pola, un
affresco del XV secolo ritrae Carlo Magno ed
Il Montello, con
i suoi quasi 35 km
di perimetro, è
un parco naturale che offre diverse possibilità
di escursione. Per
gli appassionati
speleologi esistono ben 91 grotte rilevate, alcune visitabili
con la guida. A Volpago, vicino alla presa 10,
la Busa del Castel Sottoterra, con i suoi oltre
8 km, è la terza al mondo per lunghezza.
Ci sono poi il Bus del Fun, il Bus de le Fratte,
il Tavaran Grando e tutta una serie di altre
interessanti cavità carsiche, ricche di vita propria e di storia come la Grotta dei Cannoni o
l’Inghiottitoio delle Bombe, che ebbero un
ruolo fondamentale durante il primo conflitto
mondiale. Grazie alla sua morfologia collinare,
l’intreccio di strade denominate prese e la
magnifica veduta sulla vallata, il Montello è
anche il luogo ideale per la pratica di diversi
sport. Ciclismo, mountain bike e trekking
sono di casa: ci sono percorsi adatti a tutti i
tipi di esigenza. Non mancano i maneggi per
piacevoli passeggiate a cavallo e nemmeno
il campo da golf, a Montebelluna. Una delle
derivazioni del canale Brentella che giunge
fino a Nervesa della Battaglia, offre oggi un
incantevole percorso ciclabile, lo Stradone del
Bosco, immerso in una natura intrisa di storia,
arte e bellezze architettoniche. Da non perdere Villa Sandi (sec. XVII) con le sue gallerie
sotterranee, scavate durante la Grande
Guerra, da ammirare esternamente la
scenografica Villa Loredan-Spineda (sec.
XVIII) a Venegazzù di Volpago e i romanici
resti dell’Abbazia di S. Eustachio a Nervesa
della Battaglia.
NATURA E
BENESSERE
La Strada del vino del Montello e Colli
Asolani percorre gran parte di questo territorio e molte cantine offrono non solo
degustazioni, ma anche la possibilità di
soddisfare tutte le curiosità gastronomiche.
INCONTRO
COL GUSTO
Nel giugno del
1918 l’Austria
sferrò una
nuova grande
offensiva contro
l’Italia, in particolare nella zona
del Montello, e
la cosiddetta
Battaglia del Solstizio vide grandi e terrificanti
combattimenti che si protrassero ininterrottamente dal 15 al 23 giugno. Numerosi siti
storici legati alla Grande Guerra sono visibili
non solo nelle trincee, sparse un po’ ovunque,
ma soprattutto attraverso i monumenti, i cippi
e le lapidi. L’imponente Ossario di Nervesa
della Battaglia domina il paese col suo gigantesco torrione aperto al cielo, mentre il
Museo della Grande Guerra, situato
all’interno dell’Ossario, custodisce un’interessante collezione di armi, divise, cannoni,
nonché la suggestiva simulazione di una
trincea. Nelle vicinanze, sulla sponda del
Piave, si scorge una storica barca da ponte,
preziosa testimonianza della struttura dei
Anta precedente: la seicentesca Villa Sandi, Crocetta
del Montello
Sopra: Barchessa Bressa Marcello Loredan,
Volpago del Montello
A sinistra: stradone del bosco ai piedi del Montello
Sotto: le patate del Montello, prodotto IGP
LA GRANDE
GUERRA
ponti in quel periodo. Seguendo lo Stradone
del Bosco è possibile raggiungere il sito in
cui si abbatté il velivolo dell’eroico Maggiore
di cavalleria, Francesco Baracca. Poco
oltre, a Giavera del Montello, il Cimitero
Militare Britannico con le sue bianche
steli, perfettamente allineate, e il verde
prato, tipicamente inglese, invita alla
meditazione. Più in alto si estende la
tristemente famosa Valle dei morti dove
rimane epica la battaglia del giugno del
1918, mentre a Crocetta del Montello si
trova l’osservatorio del Re, così chiamato
in onore del Re Vittorio Emanuele II che dalle
lunghe feritoie scrutava il nemico.
Rientrando infine a Montebelluna si incontrano l’ossario di S. Lucia e Villa Correr
Pisani, divenuta ospedale militare.
Sopra: Cimitero militare britannico,
Giavera del Montello
Grazie alla
posizione
particolarmente
favorevole,
Montebelluna
divenne uno dei
maggiori centri
Paleoveneti e fu
meta di popoli
che apprezzarono la bellezza dei suoi paesaggi e l’importanza strategica dei suoi luoghi.
Esente dai dazi, fin dal Mille, il suo fiorente
mercato franco in cima alla collina vedeva
giungere commercianti dalla Carinzia, dal
bresciano, dal Friuli. Dopo l’annessione al
Regno Italico fu trasferito giù nei villaggi più
facilmente raggiungibili, che costituivano la
nascente Montebelluna. Passeggiando per le
vie del centro, ancora oggi suscitano
interesse i nomi curiosi delle piazze in cui si
svolgevano il mercato dei polli, dei bovini,
delle terraglie, dei grani; piazza Sedese,
dove si tiene il mercato cittadino, deriva il
suo nome dal grande lastricato quadrato che
la caratterizza, il cui lato misura appunto
sedese (sedici) metri. Il Municipio e i Palazzi
vicini sono di chiara impronta ottocentesca e
sulle loro pareti gli affreschi narrano degli
eroi del Risorgimento italiano. Dietro al
Municipio era prevista la costruzione di un
Teatro la cui struttura è chiaramente riconoscibile, poi divenuto sede di una banca. Tra
gli edifici sacri, ricordiamo il moderno Duomo,
lungo il corso principale di Montebelluna, la
chiesetta di San Vigilio, citata già in un
documento del 1116 e quella di Sant’Andrea
le cui origini risalgono alla prima metà del
XIV secolo. Ma il principale luogo di culto dei
montebellunesi è da sempre la seicentesca
chiesa di S. Maria in Colle, posta sulla collina,
probabilmente sul sito di una chiesa più
antica. Tutt’intorno ville venete, opere irrigue,
mulini e magli raccontano un territorio
fortemente produttivo; la vicinanza del buon
legno del Montello e del cuoio bassanese
hanno favorito nella zona lo sviluppo
dell’industria calzaturiera, dalle prime
galosce, ai moderni scarponi, da cui il
Museo dello Scarpone, l’unico in Italia,
situato nella cinquecentesca Villa Binetti.
MONTEBELLUNA
TRA MERCATI
E PALAZZI
Nell’area
montelliana
una visita alle
parrocchiali
garantisce
pregevoli e
inaspettate
scoperte
pittoriche:
nella chiesa di S. Lucia a Biadene di
Montebelluna è custodito il primo affresco
del Tiepolo (1716-1719), mentre nella
chiesa di San Biagio a Mercato Vecchio si
trova la Pala della Beata Vergine, presumibilmente di Ludovico Pozzoserrato; opere
di Palma il Giovane si possono ammirare
nella Chiesa di S. M. Assunta a Crocetta del
Montello, nella settecentesca parrocchiale
di Venegazzù e nella chiesa di Cusignana di
Giavera, dove sono custoditi anche due
affreschi di Gianbattista Canal. Nella
parrocchia di Selva del Montello sono state
da poco ricollocate 6 grandi tele, opere di
Giannantonio Guardi, Francesco Guardi e
Francesco Fontebasso, con storie di Mosè.
ARTE SACRA
Anta precedente: calzatura in mais e fil di ferro,
Museo dello Scarpone; veduta della Loggia e
Piazza Sedese
A sinistra: esterno di Villa Pisani, Montebelluna;
Madonna con Bambino di Paolo Veneziano (XIV
sec.), Chiesa Parrocchiale di Selva (Volpago)
sopra: il martirio di Santa Caterina di Bonifacio
Veronese (1530), Chiesa di S. Maria Maddalena a
Volpago del Montello
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UN INDIMENTICABILE WEEKEND
a Montebelluna e nel Montello
... i luoghi di una vacanza nuova
Finalmente rilassati, potrete crogiolarvi al sole sulle rive del Piave
o vagabondare, circondati dal verde,
alla scoperta di preziose chiesette o di incantevoli ville
che ancora trasudano festosa nobiltà veneziana;
tutt’intorno i luoghi della Grande Guerra.
Ad ogni angolo, il ristorante, l’agriturismo o la frasca
e le numerose feste che offrono
un allegro panorama di storia, umanità, cucina.
Andarsene significherà avere il rimpianto
di lasciare ancora qualcosa da sperimentare
portando nel cuore la nostalgia per un ritorno non lontano.
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