L`assistente di madrelingua, insegnante in formazione e il rapporto

Transcript

L`assistente di madrelingua, insegnante in formazione e il rapporto
L’ assistente di madrelingua, una risorsa da valorizzare.
di Cinzia Galassi (1)
Nell’ambito di accordi culturali bilaterali fra l’Italia e gli altri paesi europei (2) le scuole secondarie
di secondo grado hanno la possibilità di impiegare un assistente di madrelingua, in compresenza
con il docente, per un impegno settimanale di 12 ore. Nell’anno scolastico 2009/2010 per la lingua
tedesca sono stati selezionati 28 assistenti provenienti dall’Austria e 30 dalla Repubblica
Federale Tedesca.
La presenza in classe degli assistenti che sono generalmente giovani neolaureati o studenti
universitari, se opportunamente valorizzata, rappresenta un’esperienza formativa unica nel suo
genere per tutti i protagonisti: per la scuola, per gli alunni, per l’assistente e per l’insegnante
stesso.
In questo contributo, realizzato sulla base della mia esperienza di insegnante tutor di diversi
assistenti negli ultimi anni, nonché di collaboratrice nelle attività di formazione organizzate per gli
assistenti dagli Enti Culturali di Germania e Austria, intendo mettere in luce, da un lato, le
opportunità di crescita professionale e umana fornite dallo scambio di esperienze didattiche e non
e, dall’altro, i vari aspetti della relazione docente-assistente nella classe: un’ opportunità di
arricchimento culturale e linguistico per tutti i protagonisti e un momento fondamentale di
formazione iniziale di un futuro docente.
Se per l’insegnante la presenza dell’assistente rappresenta un’occasione per riflettere sulla propria
esperienza e sperimentare nuove scelte didattiche, per l’assistente l’ esempio dei docenti avrà un
ruolo fondamentale nella futura carriera di insegnante. Di questo aspetto è bene che l’insegnante
accogliente e l’assistente siano consapevoli per non perdere l’occasione di realizzare
un’esperienza significativa per l’assistente, che è anche futuro insegnante e per il docente, che è
anche tutor.
Per tutti i protagonisti il periodo di assistentato rappresenta un valore aggiunto dato dal confronto
interculturale che stimola all’osservazione di realtà diverse e alla rivisitazione della propria realtà
culturale da altri punti di vista.
Per l’insegnante, in ogni caso, si tratta di una sfida e di un impegno, ma anche di una fonte di
soddisfazione per i vantaggi che tutti i protagonisti possono trarre dall’interazione: gli alunni dal
punto di vista linguistico e interculturale oltre che motivazionale, l’assistente che approfondisce la
lingua e la cultura che studia, apprende e sperimenta tecniche didattiche, il docente che, oltre ad
aggiornare le proprie conoscenze linguistiche e culturali, trova nuovi stimoli e affronta nuove
sfide professionali.
I protagonisti e le loro aspettative.
Gli/le assistenti, in verità quasi esclusivamente donne, possiedono in genere una preparazione
didattica di base iniziata durante la formazione universitaria che prevede brevi esperienze di
tirocinio e talvolta hanno già realizzato esperienze pregresse di assistentato o anche di
insegnamento. Inoltre gli assistenti austriaci vengono preparati attraverso un corso intensivo
residenziale di formazione organizzato dal Ministero della Cultura Austriaco. (3)
Quasi sempre motivati e pieni di entusiasmo hanno tutte le caratteristiche per essere ben accetti
agli alunni e stimolarne la curiosità e la motivazione. Possiedono un lessico autentico e attuale,
conoscenze aggiornate della musica, del mondo giovanile, dell’attualità e sono inoltre un modello
autentico di pronuncia e intonazione e un punto di riferimento per l’educazione interculturale.
Ben preparati pieni di aspettative portano con se’ materiali e attività didattiche, che devono però
imparare a selezionare e calibrare alle specifiche situazioni, adattandosi allo stile di insegnamento
dei diversi docenti ai quali sono assegnati.
Una situazione che richiede una grande flessibilità soprattutto in considerazione del fatto che si
tratta di giovani inseriti in una situazione didattica, culturale e relazionale completamente nuova,
1
che si può definire intermedia tra alunno e insegnante, in cui si stanno formando le basi del
rapporto con entrambi.
Affinché l’interazione sia proficua è necessario che sia l’assistente che il docente conoscano e
riflettano sulle opportunità e le eventuali problematiche che possono emergere nelle varie fasi e
situazioni di questa esperienza.
Tale riflessione è stata oggetto del mio intervento all’ultimo seminario di preparazione residenziale
che il Ministero della Cultura austriaco ha organizzato, come ogni anno , nel mese di agosto per
tutti gli assistenti che sarebbero stati impegnati in Italia, Francia e Spagna.
Sintetizzando quanto emerso negli incontri si può affermare che gli assistenti scelgono
quest’esperienza per conoscere meglio la lingua, la cultura, la scuola italiane, ma anche per una
ricerca personale di autonomia, ma anche per comprendere, attraverso l’esperienza didattica, se
si è o meno adatti a svolgere il lavoro di insegnante.
Sono d’altro canto puntualità e impegno, empatia, apertura, creatività, competenza, autonomia,
collaborazione, capacità di stimolare la produzione orale e la motivazione, le qualità che gli
assistenti pensano di dover avere per essere apprezzati da alunni e insegnanti quando si
pongono nell’ottica della scuola accogliente. (4)
Chi ben comincia….
Come possono la scuola e il docente accogliente facilitare un inserimento positivo nel nuovo
ambiente di lavoro? Il primo passo è la visita degli spazi, dei laboratori, degli strumenti e materiali
didattici, la conoscenza dei colleghi di corso, del dirigente scolastico e del personale non docente,
etc. sono attività ovvie ma che non devono essere trascurate in quanto consentono un più facile
orientamento nella nuova realtà scolastica e possono contribuire ad evitare piccole
incomprensioni.
Ad esempio la scuola italiana si caratterizza per la presenza del personale non docente con varie
funzioni; gli assistenti provenienti da paesi di lingua tedesca, abituati ad una maggiore autonomia
nell’espletamento dei compiti di routine, a volte non comprendono subito, ad esempio, che per le
fotocopie c’è un addetto specifico oppure come e quando possono utilizzare aule e strumenti.
Questi e altri aspetti di routine come i tempi diversi, in particolare la mancanza di pause e la corsa
da una classe all’altra, e soprattutto le modalità di interazione, la relazione docente-alunni, sono
alcuni dei punti che potrebbero essere esplicitati nella conversazione con il tutor per evitare il
rafforzamento di stereotipi.
Vediamo ora alcuni piccoli suggerimenti concreti per le attività didattiche che l’assistente potrebbe
realizzare in classe a partire dalla fatidica prima ora di lezione che può avvenire in modi diversi, a
seconda del livello linguistico.
Ad esempio si potrebbe iniziare con un gioco di conoscenza per imparare i nomi, con la classica
intervista oppure con una descrizione che l’assistente fa di se’ mentre gli alunni prendono appunti
utilizzando una griglia predisposta (5) .
Ripetere ciclicamente e approfondire alcuni argomenti è un principio valido anche per l’attività
dell’assistente che, in tal modo, ha la possibilità di avere un riscontro su quanto gli alunni hanno
appreso.
Non sono solo gli alunni a trarre vantaggio dalla conoscenza dell’assistente, ma anche questi dalla
conoscenza degli alunni. Fare una foto della classe, un gioco per apprendere i nomi, mostrare
interesse per la realtà extrascolastica degli alunni anche attraverso la semplice richiesta di
informazioni pratiche, sono segnali importanti che gli alunni in genere apprezzano e ricambiano
con una maggiore motivazione.
Inizialmente, per acquisire familiarità con il metodo dell’insegnante, l’assistente potrebbe
partecipare, come osservatore, ad una fase della lezione di lingua e soprattutto, se si trovano
colleghi disponibili, a lezioni di materie diverse per le quali l’assistente ha particolare interesse e
che potrebbero offrire lo spunto per la realizzazione di moduli CLIL in compresenza con docenti di
materie non linguistiche.
2
Vedere gli alunni solo una volta alla settimana rappresenta un notevole limite per la realizzazione
di un lavoro coerente. Per riuscire a dare una veste più organica al lavoro, si può evitare lo
spezzettamento degli interventi: un argomento può essere infatti ripreso in modo ciclico collegando
tra loro alcune lezioni. Ad esempio si potrebbe realizzare una lezione riascoltando, in modo mirato,
le canzoni alle quali si è lavorato durante l’anno. (6)
Un’altra attività, da svolgere a metà anno scolastico, e che potrebbe essere collegata alla
presentazione, consiste nella realizzazione da parte dell’assistente di una presentazione in PPT
riguardante altri aspetti della sua realtà, con una fase introduttiva che riprende le informazioni date
nella prima ora di lezione e un quiz sulle nuove informazioni. (7)
La collaborazione
Progettare insieme non è semplice in primo luogo per ragioni di tempo, ma anche per mancanza di
esperienza , per diverse concezioni didattiche.
D’altro canto è indispensabile far sì che l’ora di lezione con l’assistente si inserisca in modo
coerente rispetto alla progettazione didattica dell’insegnante. In pratica è difficile, anche se
sarebbe l’ideale, realizzare una programmazione di massima a lungo termine, molto spesso
all’assistente viene richiesto un lavoro di approfondimento di contenuti che vengono proposti in
classe soprattutto per lo sviluppo delle competenze di comprensione e produzione orali.
Per fornire all’assistente una visione più ampia degli obiettivi e dei contenuti, è di aiuto che il
docente fornisca alcuni strumenti come un estratto della sua programmazione annuale e, se
possibile, una copia del libro di testo in adozione.
Sulla base di questo materiale l’assistente potrebbe elaborare, insieme al docente, l’ elenco di
alcuni argomenti sui quali progettare materiale didattico da utilizzare al momento opportuno.
Successivamente sarà sufficiente precisare meglio, magari settimanalmente, gli interventi,
evitando che l’assistente riceva istruzioni sulla soglia della classe o si trovi impreparato. L’ideale
sarebbe in ogni caso concordare la lezione, anche se solo in linea di massima, evitando
all’assistente il ruolo di mero esecutore di istruzioni o all’opposto di improvvisatore in totale libertà.
Quali fattori rivestono un ruolo rilevante nella cooperazione tra due diverse figure professionali che
si trovano ad operare contemporaneamente nella classe?
Il metodo, le aspettative e soprattutto le qualità umane e professionali degli interlocutori sono fattori
fondamentali. Dai racconti degli assistenti emerge che la relazione con il docente è diversa da
caso a caso: alcuni docenti lasciano la lezione completamente nelle mani dell’assistente, altri
richiedono l’esatta esecuzione di direttive ben precise senza margini di autonomia. C’è chi
acconsente a qualsiasi proposta, chi la accetta adattandola alla classe, chi chiede esattamente di
motivare la scelta delle attività e poi lascia abbastanza spazio, chi,infine, richiede la mera
esecuzione di precise richieste.
La situazione ideale è la collaborazione prima della lezione per pianificare la copresenza, durante
la lezione per lasciare all’assistente il giusto spazio e sostenerlo nelle attività e nell’interazione con
gli alunni, intervenendo per chiarire e approfondire e infine, dopo la lezione, per riflettere
sull’attività svolta, su cosa sia riuscito e cosa no e per pianificare il successivo intervento.
In particolare la compresenza in classe che è, di regola, la modalità di lavoro prevista (8), richiede
sensibilità da parte di docente e assistente, per valorizzare e apprezzare i punti forti di entrambi.
Soprattutto nella fase iniziale risulta faticoso strutturare accuratamente il proprio intervento, avendo
ben chiari sia l’obiettivo per cui una certa attività viene proposta sia il grado di coerenza rispetto al
percorso didattico generale della classe.
Quando non si conoscono le classi non si riesce a valutarne il livello linguistico e le possibili
reazioni a varie tipologie di attività. Per questo motivo, all’inizio, è necessario un impegno elevato
in termini di tempo.
In base alla mia esperienza gli assistenti svolgono questa prima fase con una grande motivazione
e senso di responsabilità, l’esperienza didattica a scuola è al centro degli interessi dell’assistente
ed è nostro compito cercare di ridurre la delusione per eventuali insuccessi, dovuti all’inesperienza
o alla scarsa motivazione degli studenti.
3
Con il tempo gli assistenti , conoscendo le classi e se motivati, riescono poi ad avere il polso della
situazione e a capire che cosa è fattibile in una classe e cosa no, quali attività sono più motivanti
per gli alunni e anche quali sono più gradite all’insegnante, ma soprattutto possono sperimentare il
proprio stile di insegnamento, verificare i propri punti forti, essere consapevoli delle difficoltà,
osservare la reazione degli studenti e l’avvenuto raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Un aspetto che richiede particolare attenzione nel motivare gli studenti è la scelta di materiali
adeguati al livello linguistico. Non sempre i materiali autentici sono al livello di competenza
linguistica degli alunni, per questo è importante che gli assistenti non trascurino una fase di
introduzione al testo, che aiuti a superare le difficoltà e propongano attività finalizzate alla
comprensione globale o selettiva del testo evitando l’estenuante comprensione dettagliata tanto
diffusa ancora nella prassi didattica.
Si tratta spesso di provare, sperimentare, realizzare tentativi più o meno riusciti ma con la
determinazione di migliorare.
In questa fase della propria formazione, con il sostegno dell’insegnante e per la disponibilità di
tempo, l’assistente ha la possibilità, irripetibile in genere nella carriera di docente, di provare
l’efficacia di metodi, materiali e strumenti e il docente di sperimentare nuove strade al di fuori della
routine e di mettersi in discussione.
Esempi di attività
Le attività in cui gli assistenti potrebbero condurre sono varie, vanno dalle canzoni (9) alla
trattazione di temi di civiltà, dalla collaborazione in progetti come la preparazione allo scambio o il
teatro in lingua al coinvolgimento in attività di orientamento o di recupero e potenziamento in
gruppi. In particolare nell’organizzazione di giochi didattici gli assistenti sono un validissimo aiuto
per l’insegnante. I giochi sono particolarmente graditi dagli studenti amanti delle sfide, si tratta di
sceglierli in modo coerente all’attività realizzata e favorire le attività che prevedono un effettivo
information gap e che si inseriscono coerentemente nell’ora di lezione.
Come esempi vorrei riportare alcune attività utilizzabili per la memorizzazione di lessico ,
strutture e contenuti di civiltà , sperimentati più volte con gli assistenti e trasferibili a varie
situazioni: Lebendiges Memory, Schiffe versenken e Jeopardy. (10)
La motivazione degli alunni
Può accadere che, nelle scuole in cui gli assistenti sono inseriti, gli alunni non siano
particolarmente motivati allo studio delle lingue, ne conseguono, ovviamente, maggiori difficoltà
nella strutturazione dell’attività didattica.
In base alla normativa l’assistente viene infatti inserito in scuole in cui si studia il tedesco come
seconda lingua. Sono esclusi i licei linguistici gli istituti tecnici ad indirizzo linguistico nei quali è
prevista la figura del docente di madrelingua nominato in base a graduatorie provinciali. Scuole
nelle quali, generalmente, gli alunni hanno una particolare motivazione all’apprendimento delle
lingue straniere.
Ne consegue che nelle scuole in cui l’assistente è inserito gli alunni dimostrino a volte scarsa
motivazione verso le lingue e limitata curiosità verso altre culture. In questi casi il lavoro
dell’assistente può incontrare difficoltà di fronte alle quali non sa come reagire e che sono spesso
causa di frustrazione. Dai racconti degli assistenti le maggiori difficoltà nel realizzare un lavoro
soddisfacente si incontrano negli istituti alberghieri. Forse sono troppo alte le aspettative
dell’assistente, forse troppo lontani dagli alunni i materiali e i metodi proposti, un dato di fatto è che
i primi mesi sono molto difficili per l’assistente.
In generale, ma in particolare in queste situazioni, vale il principio di partire dalle conoscenze
pregresse degli alunni, dai loro interessi.
Gli alunni che frequentano gli istituti alberghieri sono spesso interessati, più che alle lingue
straniere, alle materie professionalizzanti, più che alla teoria alla pratica e apprendono più
facilmente attraverso l’azione che per astrazione, più con un metodo induttivo che deduttivo.
Potrebbe allora essere utile un collegamento con materie come cucina, sala, etc.
4
A tal fine l’assistente potrebbe inizialmente frequentare alcune lezioni di discipline
professionalizzanti come osservatore, al fine di capire che cosa possa concretamente essere
realizzato nella classe nell’ora di tedesco e, infine, programmare di conseguenza le proprie ore di
lezione.
La realizzazione di un calendario di ricette, di un libro di cucina bilingue, di un fotoromanzo, l’
effettiva esecuzione di una ricetta o di una tavola apparecchiata, la visione di scene di film sul
tema (11) , sono occasioni di confronto interculturale e apprendimento linguistico in cui
l’esperienza consente l’ancoraggio delle nuove conoscenze in lingua alle conoscenze pregresse.
Questo può avvenire attraverso l’uso di materiali autentici e vicini agli interessi degli alunni, una
didattica varia in cui non viene trascurato l’aspetto ludico. L’effettivo scambio di informazioni, il
vero interesse per gli alunni e per il loro ambiente sono altri elementi che contribuiscono al
successo scolastico e ad una maggiore motivazione per l’apprendimento della lingua tedesca.
Conclusioni
Gli assistenti provenienti da paesi di lingua tedesca seguono un iter di formazione che inizia già
all’Università e comprende una preparazione didattica teorica ma anche pratica. Un mese prima
della partenza l’Austria provvede alla realizzazione di un seminario al quale partecipano, tra gli
altri, ex assistenti, un insegnante del paese di destinazione che può fornire utili indicazioni e
chiarire eventuali dubbi, esperti che realizzano workshop su varie tematiche: musica, giochi,
civiltà, materiali autentici, grammatica etc. Gli assistenti di lingua tedesca partecipano, insieme agli
assistenti delle altre lingue, a una formazione in Italia prima di iniziare l’attività di assistentato e
proseguono poi con l’opportunità di incontrarsi per due giornate di studio presso gli enti culturali di
Austria e Germania, incontro utile per il coordinamento e da stimolo per la futura attività.
Agli insegnanti che accolgono gli assistenti raramente vengono date invece informazioni adeguate
o fornite occasioni per confrontarsi con i colleghi sulle modalità di collaborazione e sulle
opportunità di questa esperienza che, anche per l’insegnante, è fonte di arricchimento umano oltre
che didattico.
Il periodo di assistentato, sostenuto da un’opportuna rete di comunicazione, potrebbe costituire
una fonte di aggiornamento anche per l’insegnante che, attraverso la presenza di un assistente,
che è anche docente in formazione, può attivare un processo di riflessione sulla propria prassi
didattica.
(1) Cinzia Galassi. Insegnante di lingua tedesca presso l’Itas Matteo Ricci di Macerata [email protected]
(2) La domanda va presentata al Ministero Dell'Istruzione, dell' Università e della Ricerca. Dipartimento per la
Programmazione. Direzione Generale per gli Affari Internazionali Ufficio V. In
http://www.pubblica.istruzione.it/normativa/2009/prot1331_09.shtml
(3) Bm:ukk Bilateraler FremdsprachenassistentInnenaustausch / Sprachassistenzprogramm
http://www.bmukk.gv.at/europa/bildung/lla/bi_fsa_bewerber.xml
(4) V. Allegato 1 Vorbereitungsseminar für AssistentInnen St. Pölten 24.-28. Agosto 2009 Einstieg in die Tätigkeit:
Perspektivenwechsel
(5) V. Allegato 2.1. La presentazione
(6) Allegato 3. Attività B Una raccolta di link alle canzoni che ho presentato in classe con l’assistente e un esempio di
modalità di lavoro
(7) V. Allegato 2.2. PPT Präsentation
(8) “Gli assistenti, in sostanza, non possono assumere la funzione docente e non può essere loro affidata una classe. Le
lezioni dovranno sempre svolgersi con la presenza del docente italiano della rispettiva lingua straniera.”
http://www.pubblica.istruzione.it/normativa/2009/prot1331_09.shtml
http://www.pubblica.istruzione.it/normativa/2009/allegati/all_prot1331.
(9) V. allegato 3 esempi di canzoni per principianti
(10) Allegato 4 Spiele
(11) Ein Film : http://de.wikipedia.org/wiki/Bella_Martha
5