Abstract e bio relatori

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Abstract e bio relatori
 IL CORPO CHE ABITO: identità di genere e suoi transiti. Analisi dei linguaggi performativi contemporanei a cura di Mona Lisa Tina e Stefano Ferrari Venerdì 20 febbraio 2015 -­ Aula Magna di Santa Cristina piazzetta Morandi 2 – Bologna TITOLI, ABSTRACT E BIO RELATORI
Peter Weiermair e Stefano Scheda
La fotografia come mezzo della trasformazione del corpo
Verrà analizzata la funzione della fotografia come mezzo della trasformazione del corpo e come
mezzo di documentazione della performance partendo da Rudolf Schwarzkogler fino ad oggi.
Peter Weiermair, nato nel 1944, vive tra Innsbruck (Austria) e Francoforte (Germania). Editore
dal 1963 della casa editrice Tutti I Santi, è stato direttore di varie istituzioni d´arte a Innsbruck,
Salisburgo, Francoforte e della Galleria d´Arte Moderna a Bologna. Ha insegnato all’Accademia di
Belle Arti a Vienna e alla Scuola di Design a Offenbach (Germania). Weiermair è un esperto di
fotografia, specialmente della fotografia del corpo maschile.
Stefano Scheda (Faenza 1957) è artista visivo e docente del Corso ”Strategia dell’Invenzione “
all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Il suo lavoro, che si realizza attraverso una duttilità
dinamica dei diversi media (foto, video, installazione e performance) conduce ad una speculazione
sulla percezione della realtà e la sua possibile traduzione mediale, abdicando allo spettatore la
difficoltà di distinguere fra illusione e realtà.
Mostre principali: 2014 - Trasformations, Galleria Art Forum Contemporary, Bologna; 2013 Looking for the body of the Artist, Martina Detterer- Francoforte; 2012 - Sorolla's gardens, MLB
Home Gallery-Ferrara; 2009 - Doppiosguardo, Galleria Il Milione, Milano; 2008 Oltredimora,
LipanjePuntin arte contemporanea, Trieste; 2007 - Fuoridentro 5, Galleria Ugo Ferranti, Roma.
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Sibilla Panerai e Ivan D’Alberto
Performances e identità fluttuanti; maschere, travestimenti, travestitismi, protesi ed estensioni
corporee
Attraverso la descrizione delle varie edizioni del Festival, i curatori di CORPO, Ivan D’Alberto e
Sibilla Panerai, entreranno nel merito di quelli che sono stati i temi più indagati nella rassegna
abruzzese. In particolare Sibilla Panerai si soffermerà sulle “Identità fluttuanti” (Giuseppe
Desiato, Kyrahm e Julius Kaiser, Nicola Ruben Montini) e Ivan D’Alberto su “Maschere,
travestimenti, travestitismi, protesi ed estensioni corporee (Paolo de Manincor, Franco Summa,
Angelo Colangelo, Sandro Visca).
Sibilla Panerai, dottore di ricerca in Storia dell’arte, è responsabile dell’Archivio Franco Angeli di
Roma. Ha ideato nel 2011 con Ivan D’Alberto “CORPO – Festival di Arti Performative” e nel 2013
il Centro di Archiviazione e Promozione della Performing Art (Pescara). Tra le mostre curate:
SeCreAzioni: da Piero Manzoni al fallimento Lehman Brothers (Nocciano – Pescara 2009), Kaotica
– The Butterfly Effect (Roma – Pescara 2009), Integumenta Angelii: utili ammaestramenti per
l’anima e per il corpo (Roma 2013) e audĭentĭa – città in ascolto (Roma 2014). Con Verdone
editore è in procinto di pubblicare il volume CORPO estraneo/straniero – Storia delle Arti
Performative in Abruzzo (1913-2014).
Ivan D’Alberto, laureato in Storia della Critica d’Arte, nel 2005 partecipa alle attività promosse
dall’Institute of Contemporary Arts (ICA) di Londra. È stato docente esterno di Visual Art della
University of Massachusetts Dartmouth (USA) e direttore del Museo di Arte Contemporanea di
Nocciano/Pescara (2008-13). Nel 2011, con Sibilla Panerai, ha ideato “CORPO – Festival di Arti
Performative” e nel 2013 il Centro di Archiviazione e Promozione della Performing Art (Pescara).
Ha curato diverse mostre tra cui SeCreAzioni (2009), MadeinAbruzzo (Milano 2011), Integumenta
Angelii (Roma 2013), audĭentĭa – città in ascolto (Roma 2014). Per Textus edizioni ha curato il
volume Lucrezia De Domizio Durini, La Casa dell’Arte. Con Verdone editore è in procinto di
pubblicare il volume CORPO estraneo/straniero – Storia delle Arti Performative in Abruzzo (19132014).
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Assunta Verrone e Carmelita Brunetti
“Narcisismart” – amore e creatività incontrano l’arte contemporanea. Analisi iconografica nelle
opere dell’artista italo-tedesca Assunta Verrone.
Fin dalle origini della nostra civiltà l’energia creativa della bellezza è stata il motore dell’esistenza
umana, ha suscitato desideri e passioni, sollecitato azioni e pensieri. L’esasperata ricerca della
bellezza oggettuale, di un corpo perfetto, di un lavoro brillante, di un modo di essere sempre
impeccabile, può far entrare in un labirinto oscuro di grave disturbo psicologico legato a una
forma di “narcisismo malato”. Narcisismart, contraltare del narcisismo, poetica artistica
interpretata da alcuni artisti, offre una nuova lettura di opere d’arte contemporanea dal figurativo
all’elettronica.
Assunta Verrone, laureata in Scienze Politiche a Salerno e in Arte all’Accademia di Monaco di
Baviera, è artista visiva e docente di Arti grafiche (calcografia) nell'Università popolare di
Hannover, nello Sprengel Museum Hannover e nel liceo di Kronsberg ad Hannover. Svolge
funzioni e ha cariche onorarie: nell'Associazione degli artisti di Hannover, nel Comitato degli
italiani all'estero e in particolare nel Festival der Philosophie.
Vive e lavora tra Hannover e il Cilento. Ha esposto in Germania, Cechia e Italia. La sua arte “sta
all'incrocio tra sensibilità italiana, realismo e metafisica e le ricerche di Max Doerner e Kurt
Welthe, sulle tecniche della pittura veneta (Tiziano, Tintoretto ecc.). Il supporto artigianale è
essenziale all'opera, che nasce da sottofondi molto secchi in terra di Siena per arrivare poi ai toni
chiari.” Da 15 anni: salone letterario-filosofico a Hannover (Treffpunkt Ästhetik) su estetica e teoria
dell'arte, motivo poi per importarvi il Festival di Filosofia di Michelina Borsari a Modena.
Carmelita Brunetti (1977) si è laureata in Storia dell'arte con Luigi Spezzaferro e ha conseguito la laurea
specialistica in Psicologia dell'arte con Stefano Ferrari. È critico d'arte e curatore indipendente in Italia e
all'estero. Giornalista freelance e conferenziera, è direttore responsabile della rivista di arte e critica "Arte
Contemporanea News” (Roma, D'Agostino editore). "Un giorno in redazione" è il titolo che ha dato alla serie
di workshop che dal 2014 ha tenuto presso Scuole e Università. È inoltre autrice del progetto NaturartFestival del video e della performance, nel versante calabro del Parco del Pollino. Ha curato mostre
all'interno del Festival di Filosofia ad Hannover dal 2012 a oggi e ha organizzato la mostra Introspective,
rassegna itinerante partita da Palazzo della Gran Guardia di Verona nel 2013 e giunta a Roma nel 2015
nella chiesa di Santa Maria di Loreto a piazza Venezia. Autrice di numerosi saggi, tra cui Dalle
Neoavanguardie all’arte elettronica. I fenomeni che hanno caratterizzato la Calabria dagli anni’60 ad oggi,
Falco Editore, 2013. Nel 2015 ha curato il programma “NarcisimArt”, per RAI3 Calabria.
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Giorgio Bonomi
IL CORPO IN ATTESA. Autoscatto delle gestanti artiste
Molte artiste si sono autoritratte quando erano incinta. Alcune solo per documentare un’esperienza
fondamentale per una donna, altre per creare con il loro corpo così trasformato un’opera poetica.
Addirittura qualche artista di genere maschile si è identificato nella donna in attesa e in modo
simpaticamente ironico si è “trasformato” in “uomo in attesa”.
Giorgio Bonomi è nato a Roma nel 1946, vive a Perugia. Dopo un periodo di studi e scritti di
filosofia politica, tra cui il libro Partito e rivoluzione in Gramsci, ed. Feltrinelli 1973, la
collaborazione a “il Manifesto”, si è dedicato all’arte contemporanea come critico, curatore di
mostre, saggista e fondando la rivista “Titolo”. Ha diretto il Centro Espositivo della Rocca Paolina
di Perugia dal 1994 al 1999. Ha curato più di duecento mostre in Italia e all’estero. Dirige la
Collana Arte contemporanea di Rubbettino Editore, dove ha pubblicato gli ultimi suoi due libri, La
disseminazione. Esplosione, frammentazione e dislocazione nell’arte contemporanea; Il corpo
solitario. L’autoscatto nella fotografia contemporanea.
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Giovanni Gaggia
Tra sacrificio e liberazione
Identità, ritualità, sacrificio e condivisione sono gli elementi cardine della performance, tutti
caratterizzati da intense interazioni con l’altro. In essi le identità in gioco subiscono
contaminazioni reciproche che rimandano a rituali sciamanici ed iniziatici dove a mutare è lo
spirito più profondo dell’essere umano. Il contenuto delle azioni ed i richiami al sacrificio possono
essere visti, quindi, come metafora di liberazione e come epifania dell’anima.
Giovanni Gaggia, artista visivo e performer è nato a Pergola (PU) nel 1977 dove attualmente vive
e lavora. Nel 2008 fonda Sponge ArteContemporanea assumendone la direzione artistica. La sua
indagine spazia fra azione performativa e disegno.
Tra le sue personali recenti si ricordano: 2014 - Centrum Naturae (doppia personale), a cura di
Roberto Paci Dalò, Scalone Vanvitelliano / Chiesa della Maddalena, Pesaro. Et Curis (doppia
personale), a cura di Loretta Di Tuccio, intervento critico Fabrizio Pizzuto, galleria Rossmut, Roma.
2013 - Sic Dulce Est, a cura di Cristina Petrelli, Palazzo di San Clemente /Archispazio, Firenze.
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Matteo De Simone
Io sono il mio corpo, il difficile viaggio verso l’identità di genere: scissioni, trasformazioni,
approdi
Attraverso l’atto simbolico artistico, l’apertura del corpo può divenire rilancio della relazione
prima di tutto con se stessi e a dispetto di un sistema sociale che promuove l’isolamento e nega la
relazione attraverso un movimento costante di separazione dei corpi.
Matteo De Simone è psicoanalista membro ordinario e responsabile culturale dell’Associazione
Italiana di Psicoanalisi (A.I.Psi.) e full member dell’International Psychoanalytical Association
(I.P.A.). È Presidente della Sezione Romana dell’International Association for Art and Psychology
(I.A.A.P.) e responsabile del gruppo “Cinema, Teatro e psicoanalisi” dell’Association for Art and
Psychology (I.A.A.P.). Interessato al rapporto tra psicoanalisi e arte, si occupa particolarmente della
creatività e dell’inibizione creativa, ha partecipato a congressi e incontri scientifici sul tema.
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Erasmo Silvio Storace
IL CORPO CHE SONO. Scorribande filosofiche intorno a Schopenhauer e Nietzsche
Da Schopenhauer a Nietzsche, compito della filosofia sarà quello di ricostruire quell'identità
originaria di anima e corpo (infranta dal pensiero platonico-cristiano e cartesiano), che si troverà
poi in balia delle tragiche metamorfosi kafkiane e della finitudine cantata da Rilke, ma su cui si
fonderà ogni riflessione sull'identità di genere.
Erasmo Silvio Storace (Milano 1980), dottore di ricerca in in Filosofia, attualmente collabora con
la cattedra di Estetica presso l'Università degli Studi dell'Insubria di Varese. Ha pubblicato oltre
dieci monografie, diversi articoli e curatele. Dirige l'associazione culturale AlboVersorio.
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Eugenio Viola
ll caso ORLAN
Dalla fine degli anni Sessanta, ORLAN ha intrapreso, nel suo lavoro, un viaggio attraverso
un’infinità di identità fisiche e virtuali possibili. Santa ORLAN, le famigerate operazioni
chirurgiche performance e la serie ancora in progress delle Self-Hybridations, sono le tappe
salienti di questo percorso artistico-esistenziale.
Eugenio Viola è critico d'arte e Curator at Large del Madre (Museo d'Arte Contemporanea
DonnaRegina) di Napoli. Studioso delle teorie e delle esperienze legate alla performance e alle
poetiche corporali, ha pubblicato su questi argomenti diversi saggi, tenuto conferenze in Italia e
all’estero. Ha curato le mostre e le relative monografie dedicate a Regina José Galindo (PAC |
Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano, Ed. Skira, 2014), Marina Abramović (PAC | Padiglione
d’Arte Contemporanea, Milano, Ed. 24 Ore Cultura, 2012) e ad Orlan (Musée d'Art Moderne de
Saint-Etienne Métropole, Francia, Ed. Charta, Milano, 2007).
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Giulia Casalini, Diana Georgiou, Elena Silvestrini e Angelica Bollettinari
Espressioni di genere e sessualità in performance art: pubblico intervento e sue tensioni
Prendendo a riferimento i casi di Archivio Queer Italia e del Festival di performance Teoremi, si
considererà il problema di creare e curare spazi e momenti dedicati alla riflessione e alla
rappresentazione di problematiche legate all’identità di genere e sessuale. L’analisi di questi
interventi esplorerà inoltre le risposte del pubblico in relazione a queste zone temporanee di
tensione sociale, psicologica e corpor(e)ale.
Archivio Queer Italia è la prima piattaforma italiana di arte, teoria e attivismo queer. Lanciato ad
ArtVerona nell’ottobre 2013, il progetto continua a evolversi in varie direzioni, che al momento
includono: un
archivio
online
in
continuo
aggiornamento, il
Festival
di
performance Teoremi, contro le discriminazioni di orientamento sessuale, e le performance-club
night Deep Trash Italia (Londra). AQI è sostenuto dall’organizzazione queer-femminista
Cuntemporary (Londra) e vi collaborano Giulia Casalini (fondatrice AQI, co-direttrice presso
Cuntemporary e Live
Art
Associate
UK), Diana
Georgiou
(co-direttirce
presso
Cuntemporary), Angelica Bollettinari (editor Arte) ed Elena Silvestrini (editor Teoria).
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Tiziana Contino
Membrana d’interazione storica
Il performer assurge oggi a membrana permeabile che consente e regola il passaggio di contenuti
sensoriali e non in un’osmosi fra ambiente interno ed esterno. Il corpo è reso come filtro storico di
interazione agente-agito che assume ruolo sociale di mediatore culturale “transgender”, spaziando
fra arte, design, tecnologia e skin-poetry.
Tiziana Contino, artista visiva e performer, è docente di “Graphic design” presso l’Accademia di
Belle Arti di Catania e di “Progettazione Grafica” presso l’Accademia Albertina di Torino.
Le sue opere sono progetti multimediali sviluppati tramite l’utilizzo di foto, video, installazioni
multimediali e performance interattive, dove lo spettatore è chiamato ad un’interazione sinestetica
ed emotiva. Gli ultimi progetti mirano ad azzerare la distanza e la diffidenza che ritroviamo
quotidianamente nella nostra vita e nei rapporti con gli altri: si tratta di performance di interazione
che tendono al ristabilimento del contatto o/e alla riflessione su di esso.
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Daniele Del Pozzo
PERFORMING GENDER
Nella danza contemporanea l’artista performativo è al centro di un processo complesso e
articolato in cui, grazie al potente valore simbolico di cui è investito il corpo, si giocano questioni
che intrecciano in maniera sorprendente aspetti politici, artistici e culturali. Il suo corpo è
un medium culturale privilegiato, che finisce spesso per far coincidere l'oggetto dell'indagine
artistica con lo strumento chiamato a rappresentarla, in una stratificazione di letture e coincidenze
tra dato biografico e autobiografico che ha del vertiginoso. In questo processo affascinante, il tema
delle identità, legate al genere e agli orientamenti sessuali, è una delle chiavi di lettura che
continua a fornire degli spunti per accedere a nuove visioni e per comprendere il nostro rapporto
con la società.
Daniele Del Pozzo idea e realizza progetti e attività nel campo della cultura contemporanea e della
innovazione sociale. È il direttore artistico di Gender Bender, festival internazionale sulle
rappresentazioni dei generi nelle arti contemporanee, e project leader del progetto europeo
Performing Gender per la formazione di 16 giovani coreografi provenienti da Paesi Bassi, Croazia,
Spagna e Italia. È stato tra i fondatori del Link, centro per la ricerca contemporanea di Bologna, e
ha curato le stagioni culturali estive per il Comune di Bologna e per la Mole Vanvitelliana di
Ancona.
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Milena Bargiacchi
La persona transessuale
Transessualismo o transessualismi? Quali sono le parole che ci connotano? Qual è il significato
dell'esperienza trans*, in un mondo in cui le persone trans* non sono contemplate? E ancora:
Corpo sbagliato o mondo sbagliato? A quando una piena autodeterminazione? Sono queste alcune
delle domande su cui varrebbe la pena di riflettere e soffermarsi in un momento tanto delicato
quanto cruciale di rivendicazione identitaria e di formazione, per le persone trans, di una propria
coscienza, a fronte di una società rimasta go amente, se non ipocritamente, indietro.
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Milena Bargiacchi è attivista Mit (Movimento Identità Transessuale)
Laureata al Dams di Bologna e Diplomata all'Accademia Nazionale del Cinema in "Tecniche di
ripresa e Montaggio Video", Milena Bargiacchi è riuscita a fare della sua passione un lavoro,
occupandosi di progetti artistici che indagano la tematica dell' Essere e dell' Identità di genere. Nel
tempo libero collabora con il Mit (Movimento Identità Transessuale), associazione di cui fa parte,
curando nello specifico gli aspetti organizzativi e di video editing del Festival Internazionale di
Cinema Trans, Divergenti, giunto ormai alla sua VIII edizione.
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